IL CENTRO
REPORT Aprile 2012
QUINTA TAPPA
CITTA’FERTILE
LECCE +LECCECITTA’ NEI QUARTIERI PUBBLICA 2
“Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una ne l’altra bastano a tenere su le loro mura. D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” “Le città invisibili” di Italo Calvino
+LECCE NEI QUARTIERI
Il viaggio continua Lecce 2.0dodici Laboratorio di idee partecipate
Dopo il concorso di idee del luglio scorso, l’associazione “Lecce 2.0dodici - Laboratorio di idee partecipate” inizia un viaggio di condivisione dei risultati attraverso i quartieri della città. Si riparte dai luoghi per vivere l’esperienza dei progetti, provando insieme agli autori, ai tecnici ed agli abitanti a calarsi dentro gli spazi stessi della città, per costruire desideri di trasformazione comuni e renderli pubblici. Se il concorso “Lecce città pubblica” chiedeva ai partecipanti una riflessione sullo spazio pubblico della città, +Lecce nei quartieri vuole favorire ora la condivisione pubblica dei progetti sollecitati e presentati, utilizzandoli come chiave di accesso a scenari partecipati di cambiamento della città.
La presentazione pubblica dei progetti fornisce così il pretesto per la realizzazione nei week end di una serie di Laboratori urbani itineranti e aperti, per avviare, sui luoghi dei progetti stessi, un processo orizzontale, una riflessione collettiva e plurale sullo spazio pubblico, capace di legare insieme conoscenza tecnica ed esperienziale dei luoghi. I nuovi risultati, accresciuti dei bisogni, delle idee e dei punti di vista dei cittadini saranno raccolti in un bagaglio di nuovi progetti da restituire alla città, idealmente consegnato al decisore che uscirà dalla prossima tornata elettorale amministrativa. Buon lavoro!
web: www.lecce20dodici.it mail: leccecittapubblica@libero.it
LECCE Aprile 2012
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LECCE CITTA’ PUBBLICA
Nel Concorso Lecce Città Pubblica professionisti e creativi hanno scelto il loro spazio pubblico, lo hanno adottato con gli abitanti, per promuovere insieme alle persone i valori urbani. I cittadini sono i primi esperti. Sono quelli che fanno l’urbanistica con i piedi e che consumano le scarpe. I motori della ricognizione urbana. I tecnici e i creativi hanno immaginato le soluzioni. E ora le riportano nei territori, per trasformare ancora una volta i progetti. E farne cifra di cambiamento. Lecce Città Pubblica diventa un tour, attraverso i quartieri di Lecce.
LECCE
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15-16 Luglio 2011 Rettorato dell’Università del Salento
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WE-LAB we lab! “Non solo non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, ma neppure una volta sola”, Cratilo, filosofo
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Il WE-lab è un laboratorio di condivisione e arricchimento comunitario di progetti urbani preliminari ideato da Città Fertile. Un processo durante il corso di un week-end, per allargare la riflessione originale e generare strategie di cambiamento, attraverso esperienze e saperi plurali. I progetti di partenza sono bozze aperte e strade possibili da ri-disegnare nei luoghi dei progetti. WE significa NOI, alla fine del weekend. C’è anche un nuovo verbo di azione: to lab. Un neologismo urbano che significa lavorare insieme e produrre subito senso, costruire un laboratorio di strada, inventare/ elaborare identità strategiche comuni. I LAB, WE LAB! L’io e il noi, dentro un percorso di impegno, per quanto breve: I lab the city, I lab my place. WE lab! Non necessariamente numeroso e rappresentativo della dimensione di cittadinanza, ma qualitativamente emergente, somma progressiva, sentiero di politica urbana portato dai singoli, rispetto ad un percorso tecnico
ed intellettuale già depositato. Sabato e Domenica. Incontri semplici sulle mappe per costruire forme partecipative attorno a idee concrete di trasformazione, per nuovi transiti dei saperi nello spazio sociale della discussione pubblica. WE-lab intercetta le persone alla scala micro-comunitaria per contestualizzare e migliorare il progetto preliminare e aprire una comunità di progetto. WE-lab promuove la traduzione del linguaggio tecnico in linguaggio naturale, senza perdita dello sguardo complessivo e dei principi identitari della proposta, con regole semplici e immediate. Al termine del percorso, tecnici e creativi insieme alle persone. Destini incrociati di idee, accrescimento della paternità intellettuale e scenari futuri. Più Città Pubblica, Più Lecce nei quartieri.
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La V tappa di “+ Lecce nei quartieri” unisce 6 progetti del concorso in un unico laboratorio. Il tratto d’unione e il filo conduttore è di natura spaziale: il centro della città di Lecce. Si è deciso di affrontare ed elaborare tutti i progetti localizzati nel centro di Lecce in un unico momento ed in maniera sinergica. La sfida da cogliere in questo laboratorio è dunque duplice: oltre alla consueta discussione ed elaborazione del singolo progetto sulla città pubblica, prende corpo un’ ulteriore elaborazione portata avanti sempre in maniera collettiva e condivisa. Si tratta di discutere e rielaborare la (eventuale) visione prospettica che emerge dall’intreccio delle singole progettualià. Il tentativo è quello di mettere insieme 6 progetti di città pubblica, nati e sviluppati in maniera autonoma e con forti elementi progettuali distinti, avendo come comune
denominatore solo le indicazioni del bando di concorso. Dal punto di vista squisitamente geografico abbiamo: un progetto per Piazza Sant’Oronzo, cuore storico e vetrina turistica della città; due progetti sull’area di Piazza Libertini e del castello Carlo V, spazi di cerniera tra il centro della città vecchia e il centro della città nuova, ma anche simboli identitari cittadini (castello e mercato); il quarto progetto interessa l’area di Piazza Mazzini, cuore moderno e commerciale; infine due progetti diffusamente pensati per le aree centrali della città. I progetti si concentrano lungo il celebre asse urbano costituito dal sistema di spazi pubblici attraversati dal percorso di via Libertini-Via Trinchese. Siamo dunque nel cuore della vita pubblica cittadina e nel crocevia delle maggiori pratiche quotidiane a carattere sociale, commericale e culturale.
Un percorso di spazi pubblici che risulta tratto d’unione del laboratorio e che si può immaginare come percorso su cui elaborare una nuova prospettiva di centro per la città pubblica. L’operazione che è stata intrapresa è quella di riscoprire tratti comuni del centro della città pubblica, così come immaginato dai progettisti, di mescolare le riflessioni di partenza e le visioni di progetto per intessere nuovi legami concettuali e nuovi temi di discussione volti alla costituzione di una visione condivisa e allargata del centro della città pubblica. Condivisione dei caratteri generali delle singole riflessioni e rielaborazione collettiva con il coinvolgimento dei city users sono le due strategie d’azione sinergiche e parallele che costituiscono la spina vitale del laboratorio e che ri-disegnano il centro della città pubblica.
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RIQUALIFICAZIONE DI P.ZZA S.ORONZO
Riqualificazione di Piazza S. Oronzo il profilo
L’attuale piazza Sant’Oronzo è uno spazio urbano paradossalmente irrisolto e compositivamente critico. Una delle tante contraddizioni é l’accesso all’anfiteatro romano e soprattutto il rapporto di quest’ultimo con lo spazio dell’attuale piazza posta ad una quota superiore (circa + 8 metri). La piazza superiore e l’anfiteatro (piazza inferiore) sono separati e vanno ricongiunti attraverso il progetto. La risposta compositiva scaturisce da una ricerca storica relativa in particolare alla statua del Santo Protettore della città che domina dalla Colonna lo spazio di questa piazza. Il progetto E’ stato possibile recuperare non solo il profilo dell’isola del Sedile ma anche il primo tratto della strada che lo delimitava posteriormente e che conduceva al largo del Governatore. Questo primo tratto è divenuto una rampa che scende dalla attuale piazza alla quota più bassa dell’anfiteatro; il secondo tratto
invece è costituito dal corridoio scatolare sospeso dove sarà collocato il museo della piazza. Alle spalle del Sedile vi era un tempo una stanza rettangolare facente parte integrante della stessa sede istituzionale. Il tracciato della stanza è stato recuperato e su di esso è stato costruito lo spazio ellittico a tutta altezza all’interno del quale custodire gli annuali scudi del Patrono cittadino.Tale grande ambiente diviene un vero e proprio museo verticale che consente in più di raggiungere la loggia superiore dello stesso Sedile. Questo spazio, salendo, si piega verso il Seggio senza toccarlo ed anzi entrando in un rapporto di tangenza. Esso è indipendente strutturalmente; al suo interno ospita una scala, un ascensore ma soprattutto ha una parete opaca dove saranno appesi annualmente gli scudi del Patrono. Questa parete è opaca perchè deve isolare visivamente chi è all’interno del corpo ellittico da chi abita nel vicino palazzo Ina. Verso il Sedile e l’anfiteatro la parete opaca lascia il passo ad una vetrata. All’ultimo piano vi sono una loggia ed un ponte che consente il passaggio alla loggia del Sedile.
Altri problemi risolti con il progetto L’Anfiteatro Romano Per quanto riguarda l’anfiteatro sono stati predisposti 3 ingressi forniti di scale e rampe regolamentari; esse sono state collocate a distanza congrua ed adeguata allo sfollamento rapido e sicuro del pubblico. Queste rampe consentono di fluire con continuità dal piano dell’attuale piazza a quello dell’anfiteatro. Di fatto si avrà una nuova piazza (o meglio due piazze in una) organizzata su più livelli. E’ stato spostato, infine, il piano delle rappresentazioni in funzione del migliore uso delle gradinate attualmente rimaste. Lo spazio davanti al Sedile E’ stato predisposto un sistema di gradini e rampe che possano consentire a tutti di accedere all’interno del Sedile e della chiesa di San Marco; in più lo spazio è stato organizzato in modo da diventare un palco permanente per comizi e rappresentazioni. La pavimentazione della Piazza Lo spazio dell’attuale piazza è stato pavimentato riproponendo, sulla base di una interpretazione, l’andamento di pieni e vuoti dell’antico e distrutto isolato dei Veneziani.
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INTER_CONNESSIONE
Inter_connessione il profilo
La sfida che vogliamo cogliere con il nostro “progetto di una piazza” è quella di trasporre fisicamente ciò che già esiste socialmente, uno spazio in cui si ritrovi il mondo e la città. La città è per definizione un patto tra diversi, un accordo tra modi di vivere, pensieri e religioni degli uomini e delle donne che la città la vivono. Siamo tuttavia convinti che l’architettura abbia, rispetto alle altre arti, un aspetto predominante: l’appartenenza ad un luogo di cui molto spesso ne costituisce l’identità. Conservare l’architettura o crearne una nuova significa andare oltre il singolo intervento puntuale ed arrivare alla valorizzazione anche dello spazio che la circonda. Ogni tipo di segno architettonico non è un unicum, ma presuppone una coesistenza con lo spazio - ambiente in cui è stato costruito, o che gli è cresciuto intorno, legato da un rapporto imprescindibile dal contesto che lo ospita.
E a questo contesto ci si deve rapportare, nei modi e nelle forme del caso, quando ci si trova ad intervenire, in tutto o in parte, sul tessuto edificato. Abbiamo voluto aprire, quindi, un varco nel cuore della città per offrire al cittadino l’opportunità di vedersi riconosciuto un diritto, quello cioè di tornare ad essere l’attore principale della scena urbana. La scelta dell’ area in cui localizzare l’intervento è caduta su quella parte di piazza Libertini, compresa tra il castello, il mercato, il palazzo delle poste e via Cavallotti. La scelta di ri_pensare questo spazio urbano e di dedicarlo alle diverse religioni è stata presa in seguito ad una indagine etnografica dello stesso ambiente. Abbiamo voluto così dare una forma a ciò che già esiste nella quotidianità, un luogo incontro, di preghiera, ma anche solo di meditazione e riflessione. Questo vuol essere uno spazio di ricognizione dedicato a tutti, indistintamente, una finestra aperta flusso continuo di gente lungo la direttrice che rappresenta l’asse tra la piazza storica
(piazza Sant’Oronzo) e la piazza moderna (piazza Mazzini o dei Trecentomila),. Abbiamo anche notato come questo tratto di città sia percorso quasi in apnea, nell’ attesa della foce in una o nell’altra piazza: il nostro progetto, quindi, vuole programmare una pausa. Il progetto, nel tentativo di rappresentare uno spazio nuovo, dedicato a tutta la popolazione, è liberamente ispirato al panorama multietnico a cui attinge le forme, rielaborate nei segni, senza tuttavia rimandare necessariamente al loro significato intrinseco. A questi elementi statici presenti nell’area abbiamo voluto contrapporre dei segni dinamici che raccontano l’incontro di culture diverse e aiutano a dialogare con lo spazio, incluso quello interiore. Siamo anche convinti che l’architettura non debba essere spiegata ma interpretata, per questo abbiamo deciso di fornire solo una breve descrizione del percorso seguito attraverso le azioni con cui abbiamo voluto creare qualcosa, lasciando ulteriore e libera interpretazione di forme e significati.
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CASTRUM LICII 14
CASTRUM LICII
Castrum Licii il profilo
La riqualificazione e valorizzazione di un bene architettonico monumentale quale il Castello di Carlo V in Lecce, situato nel cuore della città storica, patrimonio ricco di memoria e di cultura per la sua riconoscibilità architettonica, un legame che collega il simbolo del potere imperiale con il Regno di Napoli, potrebbe e dovrebbe diventare il contenitore di nuove destinazioni funzionali, legate al tema dei servizi culturali, polo di riferimento per una città che voglia essere una Città d’arte e di cultura, un luogo in cui il cittadino possa sentirsi rappresentato. L’idea di intervenire su una struttura architettonica è nata dal desiderio di valorizzare, con sapienza e delicatezza, uno “spazio commemorativo”, legato a una propria identità locale che è l’essenza della sua storia. L’obiettivo è la valorizzazione delle strutture architettoniche della possente mole, luogo di elezione per incontri e approfondimenti di segmenti della nostra
storia, è il voler restituire al Castello il suo carattere prettamente storico, un punto di riferimento per l’intera cittadinanza. Innanzi tutto l’intervento presuppone la creazione di una zona di rispetto intorno al Castello, con il recupero e la valorizzazione dello spazio circostante, compresa Piazza Libertini, attraverso una generale sistemazione del verde e la predisposizione di elementi di arredo urbano, con lo scopo di creare punti di vista prospettici più adatti alla visione della struttura, di isolare il complesso architettonico dal traffico e dall’inquinamento e liberarlo dalle strutture dei venditori ambulanti che affollano l’area circostante alterandola. Rispetto quindi della sua storia e della sua bellezza architettonica, un vero capolavoro di ingegneria militare. Un recupero – intervento esclusivamente conservativo, senza alterare la struttura esistente. L’ipotesi del progetto prevede l’utilizzo e il riuso delle sale come spazi espositivi e come spazi di aggregazione, un organismo polifunzionale, un luogo di incontro tra cittadini, un centro di informazione e formazione, un microcosmo che sintetizzi
gli aspetti e le tradizioni culturali della città, un luogo del silenzio, spazioso e esteticamente eccezionale, un percorso museale all’interno e di passeggiata all’esterno, in un equilibrato rapporto tra struttura e spazi liberi, in cui collocare mostre, laboratori artigianali, una mediateca, un Museo delle Arti e dei Mestieri (della cartapesta, della ceramica, del ferro, ecc.), un Museo del Libro antico, un Auditorium, una sala per proiezioni, esposizioni, convegni e conferenze, una Scuola di Restauro con annessa biblioteca, una libreria e un book shop. Una città dovrebbe promuovere spazi in cui incontrarsi, scambiare informazioni e opinioni, proporre soluzioni, confrontarsi, perché è proprio attraverso il confronto che nascono le idee, si scambiano le esperienze, si contribuisce alla costruzione di una comunità in continua evoluzione.
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VERDE MAZZINI
Verde Mazzini il profilo
Per fermare il fenomeno del consumo di suolo e dell’urbanizzazione delle campagne della città di Lecce, si è pensato di completare la cubatura nelle aree centrali della città già compromesse dall’urbanizzazione, riqualificando poi le stesse con la creazione di spazi verdi sui tetti degli edifici che attraverso un sistema di collegamenti “aerei” permetterebbe di creare un sistema di parchi e spazi pubblici. L’area oggetto della sperimentazione progettuale è costituita da 13 isolati che si distribuiscono intorno a piazza Mazzini. La cubatura attualmente presente è stata stimata intorno ai 660.000 mc circa e può essere completata portando tutti gli isolati alla stessa altezza massima oggi presente con altri 350.000 mc, vale a dire circa 1.000 villette in meno nella campagna leccese! Per far fronte alle esigenze dei nuovi insediati e liberare la piazza dalle auto, si è pensato di realizzare sotto piazza Mazzini un parcheggio interrato multipiano con un
adeguata dotazione di posti auto. Inoltre la messa a dimora di numerose essenze arboree con particolare riguardo a quelle con proprietà “antismog” (Bagolaro, Frassino, Tiglio, Biancospino) permetterà di riportare a valori ottimali la qualità dell’aria del centro urbano. Visto che non è possibile spostare i palazzi per creare nuovi spazi verdi, si è pensato di portare il verde sugli stessi utilizzando tutta la superficie utile. I tetti verdi sono ormai una realtà che sta prendendo piede non solo all’estero ma anche in Italia e, che a prezzi accessibili sta iniziando a restituire degli spazi pubblici all’interno delle città. Tra gli esempi più eclatanti degli ultimi giorni vi è quello della città di New York, con la riqualificazione della “HIGH LINE”, ex importante infrastruttura ferroviaria della città che attraversa il centro di Manhattan oggi trasformata in un parco urbano con la tecnica dei giardini pensili. Riportare il verde pubblico in città, aumentare i mq di verde per abitante è uno dei principali indicatori della sostenibilità urbana e indispensabili per
un miglioramento della qualità della vita. “……Se i palazzi hanno rubato lo spazio pubblico, lo spazio pubblico può riprendersi lo spazio privato!” Oggi ciò è possibile grazie alla tecnologia dei “tetti verdi”, che sfruttano la superficie solare degli edifici a verde, con molteplici benefici. Primo fra tutti una immediata percezione di benessere che deriva dal gradevole effetto che il verde infonde sull’umore della popolazione. Ma i vantaggi sono soprattutto di tipo ecologico,funzionale ed economico.
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CITTÀ AL BIVIO
Città al bivio il profilo
Il problema della città trova le sue radici nel sistema economico culturale generato dal tardo capitalismo. Questa fase storica si caratterizza in particolare per l’annientamento dell’individuo e la formazione di una nuova massa che è caratterizzata solo da determinati standard di consumo.Viviamo una realtà in cui si scatenano quotidianamente fenomeni di alienazione, con conseguente esclusione della vita pubblica. Il problema “Città” non si deve credere sia un qualcosa che riguarda oziosi studiosi, al contrario affronta tematiche centrali e nodali per la vita i noi tutti. Un tempo, ad esempio, la città era contraddistinta dalla presenza dei mercati, luoghi in cui si scambiavano non solo merci, ma anche contatti sociali di assoluta rilevanza e saperi antichi. Oggi il mercato scompare e lascia il posto al supermercato in cui si trovano prodotti uguali ed in cui si perde il valore aggiunto della merce. Ad un certo punto i supermercati si trasformano in ipermercati
in cui il contenitore diventa piazza ed in cui è possibile trovare tutto. A questa fase di sviluppo del concetto di mercato si realizza una nuova consapevolezza. Non è piu’ il centro della città il cuore, ma la periferia. E’ su questo asse che si articola la nostra proposta ed il nostro progetto per la città. Lo scopo ultimo del progetto è quello di riaccendere la passione e l’amore per la propria terra investendo sulle peculiarità del territorio.Tutto questo si deve aggiungere alla esigenza di dare nuovo impulso alle arti senza le quali è impensabile lo sviluppo del territorio. Il progetto oltre ad essere architettonico è anche antropologico. La riappropriazione dello spazio pubblico non può prescindere dal legame con le proprie origini e la propria terra. La città in questa fase storica si trovano davanti ad un bivio:investire nella cultura che le hanno plasmate o trasformarsi in non luoghi privi di soggettività dediti solo al consumo.
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MANIFESTO POETICO POLITICO
Manifesto poetico politico il profilo
Non-guida ad azioni non convenzionali ad uso e abuso di curiosi abitatori di luoghi - Attraversa i luoghi tabù della città, le zone in ombra che ti spaventavano da piccolo, attraversale in una giornata di sole e se ce la fai incontra una signora polacca bionda e chiedile come si vive nel centro storico oppure immagina di arrivare a cavallo con tutta la tua famiglia che ti aspetta in una terrazza non terrazza, sopra a una scuola di danza. INSIEME SOGNIAMO (lo troverai scritto nel muro vicino). - Lasciati spaesare dal traffico, entra con tutte le orecchie che puoi nel brusio confuso di via Trinchese, lasciati sorprendere dalla panchina che non esiste e dalla sosta che non puoi fare. Se poi in lontananza vedi la processione di Sant’Antonio del 13 giugno, seguila. - Lanciati in un’esplorazione olfattiva tra le viuzze delle giravolte. Troverai strade abitate da storie lontane. Ascoltale col naso. - Fai il turista per la tua città.
Portati la macchina fotografica, chiediti come si chiama quella via, perché c’è quel monumento, da quando c’è la scritta sul muro, cammina con lo sguardo per aria. Troverai sempre qualcosa che ieri non avevi ancora visto. - Stupisciti di come esista una piazzetta dietro alle giravolte bianca con alberelli e circondata da case, di come sarebbero bellissime le panchine che non esistono. Dai un nome alla Piazza che non ce l’ha. Sappi che può diventare piazzetta del sole, piazzetta del silenzio o ancora piazza della prima stella. Segui il suggerimento delle donne con le sedie fuori casa e immaginaci dentro una festa di piazza. - Verifica quanto sia duro stare seduti per un’ora nelle scale della Chiesa di Sant’Anna, ma anche di come si può stare seduti in silenzio ad ascoltarne gli abitanti principali: i rondoni, i subacquei dell’aria. Fatti promotore di una petizione per conferire diritto di piena cittadinanza ai rondoni. - Chiediti cosa dirà Anna impietrita nel frontone della sua chiesa, Anna la paziente, la forte e ottusa. - Fai una ricerca chiedendo il perché dei nomi della via, la storia dei palazzi, l’anno
di chiusura del traffico del corso, sedendoti nell’interno di un bar, quando fuori c’è il sole. - Guarda le persone che passano chiedendoti: “Riuscirò a farci una chiacchierata?” e sappi che ci stai già parlando. - Avvicinati a una tenda di panno, soglia morbida di una casa, scostala leggermente e chiedi se c’è qualcuno, oppure semplicemente contemplala in quanto porta porosa. - Affacciati nelle corti e nei cancelli per scoprirci un mondo dentro. - Affidati a qualcuno e fatti condurre ad occhi chiusi in un pezzo di città. La fiducia stimolerà la voglia di incontrare gli altri. - Scopri come possano esistere cento città diverse nella stessa città a distanza di pochi passi. - Concentrati sui discorsi dei passanti e sperimenta l’istinto di socializzare, di entrare a far parte di quelle chiacchiere. - Cammina con la testa in su: guardando per aria puoi accorgerti che esistono altrettante strade di cielo. - Abita adesso. - Accorgiti che sei preda di un sano senso del disorientamento.
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INCONTRO ZERO
L’incontro zero
I progettisti, Città Fertlile, Lecce2.0dodici Gli autori dei progetti sul centro raccontano simultaneamente le loro idee progettuali seguendo il consueto canovaccio dell’ Incontro 0. Si esplora l’area d’intervento per mezzo delle parole, dei ricordi, dei sogni di chi abita quotidianamente i percorsi del centro città: cittadini, commercianti, city-users. Nascono due S.W.O.T. partecipate che raccolgono punti di forza, di debolezza, opportunità e minacce della realtà e dei progetti. Nasce anche un primo sistema di confronto e di raccordo tra i diversi progetti, e dunque, un inizio di riflessione unica sul centro della città pubblica.
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INCONTRO ZERO
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INCONTRO SWOT - REALTA’ ZERO
PUNTI DI FORZA S1. Risorse umane S2. Presenza di un vasto patrimonio culturale S3. Zona centrale S4. Interculturalità S5. Presenza aree verdi S6. Ogni luogo come “centro” S7. Applicabile in ogni spazio della città S8. La città come rapporto di scambio materiale ed immateriale
O1. Il saper fare come nuovo punto di partenza O2. Il recupero del rapporto con la terra
OPPORTUNITA’
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S O
W T
PUNTI DI DEBOLEZZA
W1. Scarsa qualità della vita
W11. “Disordine urbano” in zona fulcro del centro storico
W2. Scarsa valorizzazione delle risorse umane
W12. Difficoltà di integrazione culturale
W3. L’università non svolge il suo ruolo
W13. Non esiste più il saper fare
W4. Abbandono del patrimonio culturale
W14. Divergenze sul concetto di spazio pubblico
W5. La città si muove per compartimenti
W15. Espansione incontrollata di un’architettura incerta
W6. Assenza di servizi di trasporto pubblico per percorsi lunghi W16. Sedile inutilizzato/un non-luogo (Anfiteatro) W7. Le bancarelle vicine al castello generano degrado urbano
W17. Rampa in metallo non utilizzabile (Anfiteatro)
W8. Stalli mercatali sia esteticamente sia funzionalmente
W18. La P.A. solitamente rilancia il centro in eventi circoscritti
W9. Conflitti tra ambulanti e abitanti dell’area
senza apportare soluzioni funzionali utili nel tempo
W10. Strutture fisse del mercato
T1. Presunzione leccese T2. Plientelismo politico T3. Abbandono del centro storico e conseguente impoverimento dell’identità T4. Rischio di dimenticare il centro storico nei progetti di rigenerazione urbana
MINACCE
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SWOT - PROGETTO INCONTRO ZERO
PUNTI DI FORZA S1. Studio e analisi delle fonti statistiche sulla
qualità della vita a Lecce: redazione di un saggio “Per un nuovo rinascimento” S2. Valorizzazione di cultura, turismo, giovani S3. Utilizzo e fruizione del castello per destagionalizzare il turismo: contenitore aperto tutto l’anno S4. Castello come spazio della cultura e/ contenitore culturale con con funzioni diversificate S5. Individuazione dell’aria di rispetto attigua al castello S6. Organizzazione di eventi culturali legati alla letteratura, al teatro, ecc… S7. Piazza libertini come anello di congiunzione con gli altri luoghi adiacenti (piazza Sant Oronzo, piazza Mazzini)
O1. gestione del castello a cura di alcuni comitati e/o gruppi O2. manutenzione dell’area di rispetto con conseguente produzione di nuovi posti di lavoro O3. creazione di garage/deposito per le bancarelle (da integrare nel progetto)
OPPORTUNITA’
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S8. spazio multietnico S9. aiuole e alberi come luogo dove sostare
(verde attrezzato) S10. percorso dell’acqua per fini culturali come simbolo S11. pavimentazione in lastre di cemento S12. laboratorio di idee dei tre saper fare: agricoltura, artigianato, officina dei servizi S13. l’incipit del progetto è lo studio della città, del linguaggio interno S14. indagine sullo scudo, Sant’Oronzo e Sant’Irene S15. spazio all’interno del sedile per riporre gli scudi S16. recupero dell’ anfiteatro S17. partire dal centro come provocazione S18. ripristino della scala che c’era
O4. sfruttare il dialogo tra progettisti e cittadini per nuova localizzazione dei servizi (esempio il mercato) O5. il dialogo con i commercianti può valorizzare lo stesso mercato O6. i nuovi laboratori del saper fare come nuova partenza, come spazio
S
S19. introduzione di nuovi accessi che
partano dal basso (dal suolo) fino a raggiungere i punti alti della torre S20. individuazione di metafore per riqualificare lo spazio in maniera concettuale S21. sperimentare il perdersi per arrivare ad una nuova concezione dello sguardo S22. la camminata è stata un momento centrale, sperimentata prima in forma individuale poi collettiva S23. attività laboratoriale del disorientamento corporeo (esempio di spiazzamento, canto della llorona)
S24. replicabilità del progetto
O
O7. cambiare la visione del centro O8. elemento tubolare come museo della piazza O9. tentativo di rigestire lo spazio pubblico
W T
PUNTI DI DEBOLEZZA W1. difficoltà nel spostare il mercato W2. difficoltà nell’integrazione interculturale W3. non c’è uno studio di fattibilità W3. il progetto si esprime solo in termini concettuali W3. durante le “passeggiate del perdersi” c’è stata la difficoltà di stabilire un contatto con le persone che si incontravano, ma allo stesso tempo le difficoltà hanno provocato curiosità e diffidenza
T1. Rivolte per lo spostamento del mercato
MINACCE
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LAB IN CENTRO
IL LAB VA IN CENTRO P.tta S. Castromediano e Spazio sociale ZEI
Il we-lab sul centro della città pubblica trova ospitalità, durante il sabato pomeriggio, all’interno dello Spazio Sociale ZEI, a pochi passi da piazza Sant’Oronzo. Si segue la consueta formula. I progettisti raccontano il loro progetto. I partecipanti, a caldo, restituiscono le loro percezioni. Successivamente inizia la discussione e l’approfondimento. Questa volta c’è una novità: il gioco è strutturato in quattro tempi. Sono 4 i gruppi di progettisti presenti che raccontano la loro idea progettuale. Si susseguono in un unica carrellata di presentazione. Pongono l’attenzione sui concetti basilari delle loro analisi e delle scelte di progetto. Si soffermano anche su dettagli e
soluzioni concrete. Allo stesso tempo, tengono lo sguardo sul “loro” concetto di città pubblica e sottolineano il “loro” approccio progettuale al centro della città pubblica. Il percorso geografico degli spazi pubblici che si susseguono tra centro antico e centro moderno si traduce in un percorso cronologico, in una narrazione continua a più voci. Emergono i diversi progetti ma anche il quadro di sintesi e l’approccio condiviso.
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Piazzetta S. Castromediano e Spazio Sociale ZEI
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WE - POST
WE Post!
P.tta S. Castromediano e Spazio sociale ZEI Ore 15.00 To post è verbo di azione. E’ neologismo. E’ l’atto di depositare i contributi. Le persone ascoltano la narrazione e sviluppano ragionamenti. Il gioco del mi piace/non mi piace si svolge in maniera duplice: alcuni post-it riguardano i singoli progetti, altri l’approccio complessivo alla città pubblica che è emerso.
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Piazzetta S. Castromediano e Spazio Sociale ZEI
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WE - POST 34
La localizzazione dei post-it
post-it rosa per raccontare gli elementi apprezzati, da consolidare e sviluppare:
post-it gialli per rendere i fattori deboli punti di svolta e meccanismi di cambiamento:
1. Valorizzazione del rapporto tra mercato e castello 2. Recupero Genius Loci 3. L’idea di edificio simbolo 4. Valorizzazione del castello 5. Utilizzo di spazi già disponibili 6. Buona l’idea perché sembra considerare la natura dell’edificio da restaurare 7. La ricostruzione del tessuto insediativo di piazza S. Oronzo 8. Coraggio dell’architetto 9. Buona riqualificazione piazza Libertini 10. Il progetto di suolo di piazza Libertini 11. Luoghi di sosta 12. Multiculturalità 13. Incontro tra culture 14. Più culture in campo neutro 15. Buona l’idea nella speranza che i soggetti vogliano stare assieme 16. La poesia è l’altro 17. L’immagine evocativa di VIAL 18. Presenza di un vasto patrimonio culturale 19. E’ necessario che qualcuno racconti incessantemente (VIAL)
1. Il mercato non è un problema 2. Il mercato è un problema prettamente estetico 3. Lo spostamento del mercato potrebbe creare conflitti con gli abitanti 4. Il castello non deve essere isolato dalla vita della città 5. Problematico rapporto tra castello e viale XXV Luglio 6. Scarsa valorizzazione del fronte del castello 7. Pavimentazione in cemento in piazza Libertini 8. Rapporto cromatico con edificio poste e castello 9. Intervento autoreferenziale in piazza S. Oronzo 10. I luoghi di condivisione religiosa diventano spazi di annientamento dei simboli e generazione di un luogo spersonalizzato 11. Scarso approfondimento del rapporto tra centro e servizi pubblici 12. Poca attenzione al problema dell’inquinamento del centro urbano
LECCE 14 Aprile 2012
CITTA’FERTILE
Piazzetta S. Castromediano e Spazio Sociale ZEI
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WE - NOTE
WE Note! Le proposte di integrazione progettuale dei partecipanti della V tappa. Ore 18.00
Si visualizzano le galassie di discussione a muro. Si mescolano i progetti per riaggregarsi in un sistema di spazi e di idee. La discussione è fluida e i temi venuti fuori vengono molto approfonditi, anche grazie alla presenza dei diversi gruppi di progettisti e al loro confronto serrato. Emergono poli di discussione, più che cluster. Il lavoro di sintesi è meno rigido, e il risultato visivo è un intreccio di spunti progettuali e nuovi temi di approfondimento. Il percorso spaziale e temporale del centro della città pubblica diventa un percorso di temi e questioni che ridisegnano il centro della città pubblica. All’interno del percorso si riconoscono ad ogni modo le invarianti condivise dal gruppo di lavoro:
i poli densi di condivisione e ricchi di approfondimenti. Emerge anche un punto di non completo accordo: una sorta di conflitto in essere sul tema del mercato. L’ultimo passo è l’individuazione delle nuove aperture di discussione, dei nuovi temi lanciati, delle questioni sviscerate ma lasciate insolute. Anch’esse consegnate al nuovo corso del centro della città pubblica. Il percorso continua.
TEMI DI DISCUSSIONE 1. RIGENERAZIONE DELL’AREA MERCATALE 2. VALORIZZAZIONE RAPPORTO CASTELLO - CITTÀ (fronte in direzione piazza S. Oronzo) 3. INTEGRAZIONE TRA INTERVENTI SOCIALI E ARCHITETTONICI PER LA MULTICULTURALITÀ 4. SOLUZIONI PER LA CERNIERA TRA CITTÀ VECCHIA E CITTÀ NUOVA 5. CENTRALITÀ DEL PENSIERO DELL’ARCHITETTO PER IL DIBATTITO URBANO
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WE NOTE
1. RIGENERAZIONE DELL’AREA MERCATALE
2. VALORIZZAZIONE RAPPORTO CASTELLO - CITTÀ (fronte in direzione piazza S. Oronzo)
3. INTEGRAZIONE TRA INTERVENTI SOCIALI E ARCHITETTONICI PER LA MULTICULTURALITÀ
Dai ragionamenti è emersa come questione centrale il mercato di piazza Libertini e il rapporto mercato - castello. Nello specifico si è affrontato il tema degli stalli mercatali, che in qualche modo ostruiscono lo spazio antistante al castello e ne alterano i tratti estetici. È questo l’unico tema in cui non emerge una totale condivisione. La maggioranza dei presenti sostiene che la presenza del mercato non deturpi il valore culturale e identitario del castello ma la rinforza. La questione sembra riguardare come deve essere il mercato: la qualità estetica dei supporti dei banchi del mercato; la necessità di un mercato esclusivamente rionale inserito in un sistema mercatale cittadino; la gestione temporale dello spazio in cui il mercato non sia l’unica funzione ma solo una delle funzioni diurne; la connessione delle funzioni mercatali con quelle interne al castello.
Strettamente connesso con il punto precedente risulta essere la valorizzazione del fronte del castello come prospettiva urbana. Dalla riflessione sul rapporto mercato castello ci si è spostati sul castello come elemento urbano identitario. Da qui l’importanza di trasferire la riflessione dal fronte secondario (piazza Libertini) al fronte principale (viale XXV Luglio). Restituire a quest’ultimo fronte la propria originale qualità prospettica è il passaggio fondamentale per avviare una completa riqualificazione del castello come elemento identitario, integrando queste prospettive spaziali con gli elementi funzionali indicati dal progetto Castrum Licii.
Un terzo elemento di attenzione è stato quello di come rendere efficace l’integrazione multiculturale proposta da Interconnessioni in piazza Libertini. Partendo da una sostanziale condivisione delle scelte progettuali di natura urbanistica ci si è posti il problema di come integrare queste scelte a carattere spaziale con interventi di tipo socio – formativo. Altro suggerimento è stato quello di porre attenzione al possibile processo di spersonalizzazione dei luoghi e dei simboli religiosi. Processo verificatosi altrove in contesti di condivisione degli spazi da parte delle diverse etnie e comunità religiose.
LECCE 15 Aprile 2012
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MAPPA PROGETTUALE
4. SOLUZIONI PER LA CERNIERA TRA CITTÀ VECCHIA E CITTÀ NUOVA La presenza della linea ferroviaria sudest è considerata un punto di forza fondamentale dell’area di progetto, elemento caratterizzante e indissolubilmente legato ai tempi e alla vita degli abitanti. Assume il ruolo di collegamento pubblico per eccellenza per territorio, sia in termini turistici sia per le pratiche quotidiane e pendolari. Si propone l’incremento delle fermate della linea sudest nel Comune di Lecce, attraverso il recupero di due vecchi caselli presenti nella zona di progetto. Ciò determinerebbe, da un lato il recupero di due manufatti storici, dall’altro la valorizzazione di un’ infrastruttura di trasporto pubblico regionale quale la ferrovia sudest, così importante storicamente per la mobilità interna dei territori pugliesi.
5. CENTRALITÀ DEL PENSIERO DELL’ARCHITETTO PER IL DIBATTITO URBANO Per la risoluzione delle problematiche legate al traffico pesante sul ponte carrabile, al di sopra della linea ferroviaria sudest, i partecipanti prevedono due diverse soluzioni infrastrutturali. Una prima proposta (D1) è relativa all’allargamento del ponte per superare le difficoltà di uso misto auto/mezzi pesanti, specie in concomitanza. Una seconda proposta (D2) riguarda la deviazione del traffico pesante in direzione nord attraverso la statale, concedendo in questo modo all’attuale strada un uso carrabile di servizio al quartiere
LECCE 15 Aprile 2012
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Piazzetta S. Castromediano
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LA PAROLA AI PROGETTISTI
LECCE Aprile 2012
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LA PAROLA AI PROGETTISTI
“Io non so parlare” è il titolo di un frammento del film girato a Lecce da Ferzan Ozpetek qualche anno fa e che adesso si ritrova facilmente su Youtube. In questo frammento di storia, uno dei protagonisti, Tommaso, racconta, denuncia, rivela la sua parzialità ovvero quella di non “sapere parlare” o meglio di “avere la necessità di scrivere”. La sua parzialità non è però qualcosa di negativo. Quelle sue parole, quella scena del film, bene potrebbero descrivere, il rapporto maturato con e nella esperienza, nel cammino che si è fatto in questi mesi con Città Fertile. Io “non so parlare”, io “non devo parlare” perché il progetto che ho presentato (riqualificazione di piazza Sant’Oronzo a Lecce) ha nel disegno e nell’immagine il suo strumento di espressione. Avrei potuto raccontarvi di tutto e di più a proposito di quelle linee ma, ad un certo punto, là dove cioè il progetto si è incontrato con il laboratorio, le mie parole si sono fermate, si sono dovute fermare perché, da quel certo punto in poi, il progetto, quel progetto, non è più stato mio. Esso è diventato di chi lo vedeva, di chi lo ascoltava, di chi, infine, ha dovuto (nel bene e nel male) raccontarlo. Il processo di progettazione che si ritiene termini con il salvataggio sul pc dell’ultima
versione, di fatto, continua anche e soprattutto attraverso il racconto altrui. Raccontare o meglio far raccontare da altri, cosa che è accaduta durante i nostri incontri, il singolo progetto oppure una parte di città (Lecce nella fattispecie) è un passo necessario ai fini della qualità stessa di ogni progetto. La città, quindi, non solo va disegnata, fotografata, registrata, percorsa, ascoltata ma anche raccontata e fatta raccontare a parole. Ed è proprio nel dare la parola alla città che questa si concede ad inaspettati risvegli dei suoi gangli.
Fabio Grasso Progettista di RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA S. ORONZO
La scelta di intervenire e di INTER_CONNETTERE quella parte di piazza Libertini compresa tra il castello, il mercato, il palazzo delle poste e via Cavallotti al resto della città, ha richiesto un esercizio progettuale d’insieme che ha avuto il suo approfondimento nei due giorni del We lab. Le considerazioni che sono emerse insieme a quelle già analizzate da noi è che il centro di Lecce è uno spazio ancora da definire, poiché i suoi luoghi tradizionali di aggregazione sono stati epurati dalla loro funzione primaria, relegando così le sue piazze ad opportuna scenografia dell’evento di turno. La discussione con chi ha partecipato al laboratorio ha confermato che in quest’ area, in pieno centro cittadino, il caos urbano è ormai acquisito e che tutti gli elementi di disturbo presenti nell’area (i resti di un bagno pubblico, una centralina per il monitoraggio dell’inquinamento, una pavimentazione sconnessa, rattoppata e pericolosa) fanno parte di una disattenzione amministrativa che tende ad assuefare la città e i suoi abitanti. Aver considerato questo spazio urbano come un possibile ambiente di aggregazione sociale, di accoglienza e di integrazione multirazziale, ha stimolato e incitato coloro che ne hanno preso visione ad una discussione più ampia. Il nostro tentativo voleva essere un nuovo
modo di ri_elaborare e di ri_pensare la città, includendo una nuova percezione di essa. Il We lab ha fornito una serie di approfondimenti che, messi a confronto con gli altri progetti, fanno emerge il forte bisogno di intervenire ragionando però sulle esigenze di chi abita e di chi partecipa alla vita cittadina. INTER_CONNESSIONE è il progetto di uno spazio nuovo, dedicato a tutta la popolazione e liberamente ispirato al panorama multietnico da cui attinge forme rielaborate in segni. Risulta difficile integrare culture diverse, anche se solo simbolicamente, e ogni tentativo sembra naufragare prima ancora di essere attuato, ma il concorso bandito da Lecce2.0dodici inizialmente, e gli incontri con + Lecce nei Quartieri e Città Fertile dopo, hanno segnato un primo inizio di questa difficile sfida sociale.
I progettisti di INTER_CONNESSIONI
L’ipotesi del progetto, che prevede l’utilizzo e il riuso delle sale come spazi espositivi e come spazi di aggregazione, un centro di informazione e formazione, ha suscitato l’interesse e la condivisione dei gruppi di progettisti coinvolti ne Il Centro di Lecce e presenti nell’ultimo incontro. La proposta di creare una zona di rispetto intorno al Castello con il recupero e la valorizzazione dello spazio circostante (Piazza Libertini), sistemato a verde e con elementi di arredo urbano e liberato dal traffico e dall’inquinamento dei venditori ambulanti, non è stata condivisa da molti tra i presenti, per vari motivi. Il problema del mercato rimane aperto. Un forte ringraziamento all’ottima organizzazione dello staff Città Fertile
Maria Acierno Progettista di CASTRUM LICII Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte, ci preme innanzitutto esprimere un sincero sentimento di gratitudine a tutti gli organizzatori per averci fornito una occasione di incontro e confronto sul tema dello spazio pubblico. Da troppi anni le nostre città sono devastate sia nella struttura che nella progettazione in ragione di principi astratti che prevaricano le peculiarità territoriali.
È giunto il momento di cominciare a pensare in maniera differente le sorti del nostro futuro. Il nostro gruppo, seppur non fisicamente presente nella città di Lecce, ha voluto portare, senza eccessi di retorica, la propria visione del mondo su un tema che tocca da vicino tutti. La nostra attenzione si sposta sulla costruzione di luoghi mentali e quasi metafisici in cui si riacquisisca la logica del “saper fare”. Il “saper fare” riconduce alle radici culturali della città ed all’affezione concreta per la propria realtà. Noi pensiamo, sinceramente, che le città debbano ritornare ad essere il luogo naturale delle radici in cui tutti si devono riappropriare del proprio ruolo ed in cui ognuno deve poter ritrovare la sua dimensione di soggetto. Durante gli incontri svolti abbiamo visto negli occhi di tutti i partecipanti la stessa scintilla che brillava. Forse è giunto il momento di ripensare seriamente la città partendo anche da noi stessi. La città di oggi è una grande pagina bianca in cui occorre inserire dei contenuti. Per questa ragione riteniamo essenziale il dialogo ed il confronto di idee. Senza idee non si può giungere a nulla.
I progettisti di CITTÀ AL BIVIO
LECCE Aprile 2012
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TEAM DI + LECCE NEI QUARTIERI
LECCE 2.0DODICI Laboratorio di idee partecipate
CITTA’ FERTILE gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate Graziana Basile Rino Carluccio Francesca Cofano Livianna Curri
Rita Miglietta Luca Ruberti I progettisti della V tappa “Il Centro” M.Acierno - L. Barba - M. Bongiorno - L. Briganti - T. Ciulli I. Coppola - P. Donatio - I. Ferrari - A. Gabellone - F. Grasso - M.T. Grasso - M.B. Leone - L. Lerna - A. Mariano M. Marzioni - D. Rizzo - E. Sansò - V. Sansò - V. Sardiello A.F. Solombrino - A. Sportillo - A. Zunno
Un ringraziamento particolare: a Spazio Sociale ZEI e Marco Povero per aver dato casa a +Lecce nei Quartieri
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ai protagonisti di +Lecce nei quartieri “Il Centro” a Claudia De Blasi per la capacità elevata del suo sguardo
a tutti coloro che hanno reso questa esperienza un fatto vero, per la loro partecipazione, che è il senso
a te, che hai letto le nostre parole, fino in fondo e che per questo muovi la città.
Report a cura di Città Fertile 17 aprile 2012
CITTÀ FERTILE gruppo tecnico orizzontale per le strategie urbane partecipate
LECCE 2.0dodici Laboratorio di idee partecipate
CITTA’ FERTILE è un gruppo tecnico interdisciplinare che promuove i processi partecipativi per la progettazione urbana e architettonica, la pianificazione urbana, la programmazione strategica, la gestione dei conflitti ambientali, le forme di ricerca socio-territoriale. CITTA’ FERTILE costruisce architetture partecipate di processo, fondate su metodi comunitari, integrati, variati ed adattati per cittadini, gruppi organizzati, pubbliche amministrazioni. CITTÀ FERTILE è un libero gruppo di professionisti e di cittadini attivi costituito in associazione per promuovere l’Urbanistica Partecipata, l’Ascolto Attivo e la condivisione dei Saperi.
Lecce ha bisogno di uno spazio pubblico, in cui possa farsi sentire e conoscere chi pensa che la città può essere governata e vissuta in maniera diversa rispetto a questi ultimi anni. Una dimensione in cui riunire iniziative di protagonismo civico sparse sul territorio e provare a trasformare le idee “minoritarie” in un progetto maggioritario. Lecce2.0dodici vuole provare a creare: un laboratorio di idee dove provare a saldare il lavoro sul territorio (sporcandosi le mani, consumando le scarpe, perdendo la voce) con le opportunità della rete, straordinario mezzo di organizzazione non verticistica dei pensieri e delle persone.
Un contenitore in cui mettere assieme ingredienti fondamentali per dare sapore e sostanza ad un’idea di discussione partecipata: passione, senza la quale non si va da nessuna parte; creatività, per proporre un modo diverso di protagonismo civico; competenza, per dare ordine, coerenza e forma a questo entusiasmo. Un luogo in cui intrecciare energie e proposte dando loro un metodo.
web: www.cittafertile.it web: www.lecce20dodici.it mail: leccecittapubblica@libero.it
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LECCE Aprile 2012
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