CityLife MAG • N. 3 • SET 2018

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AR CH I T E T T U RA

NATURA

D E SI GN

I NTE RI O R

ARTE

VI AG G I

TECN OLOG IA

FUMETTI

ISTANTANEE DELLA NUOVA MILANO Un gioiello della storia di Milano: il Padiglione 3. Gli Orti Fioriti in CityLife si animano, il racconto di una stagione nel verde. Intervista allo Studio Berlucchi che ha curato il restauro del Padiglione 3. Le proposte tecnologiche dello Shopping District di CityLife. Cinema dentro e fuori: la visione di Anteo.

NUMERO 3 • SETTEMBRE 2018 • TRIMESTRALE


INFOGRAFICA

PADIGLIONE 3 IN CIFRE

32 METRI

DI ALTEZZA PARI A OLTRE

84 CityLife Mag

15.000 METRI QUADRI EQUIVALENTE A

CAMPI DA PALLAVOLO

INAUGURATO

NEL 1923 lo stesso anno

OVVERO

1,5

in cui venne pubblicata

93

SUPERFICIE COMPLESSIVA

8.500

VOLTE LA CAPIENZA DELL’

OPERA HOUSE DI SYDNEY

LA COSCIENZA DI ZENO

VOLUME DI

EQUIVALENTE AL

VOLUME COMPLESSIVO PARI A

DA PADDLE

G. Bacis

160.000 m³

250 CAMPI

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EDITORIALE

Back to... CityLife Cari lettori, in questo numero abbiamo deciso di spostare l'attenzione da piazza Tre Torri al Padiglione 3, un edificio non molto conosciuto che vanta un grande valore storico e che il progetto edile di CityLife ha riqualificato con un recente restauro. Lo Studio Berlucchi si è infatti preso carico di questa grande responsabilità, riportando alla luce l’antico valore dell’edificio. Proprio in questi mesi, inoltre, si sta discutendo la futura destinazione d'uso del Padiglione 3 e anche per questo riteniamo importante raccontare la storia di questo imponente edificio risalente ai primi decenni del XX secolo, con la sua silenziosa presenza e la sua – come scoprirete – maestosità inaspettata, che a CityLife fa da raccordo fra la nuova Milano proiettata verso il futuro e il passato della città. Andremo avanti con il racconto delle prossime costruzioni nel nostro quartiere: i nuovi edifici Libeskind, dei quali abbiamo iniziato a posare le palizzate e che vedranno l’inizio delle costruzioni vere e proprie verso settembre. Potrete leggere di come si è evoluto e di cosa ci ha generosamente donato il nostro orto, che dalla primavera all’autunno vive i suoi giorni di maggiore produttività; del chiringuito di cui si è molto discusso e che sta riscuotendo un grande successo con il suo ottimo menù e la location immersa nel verde. Getteremo uno sguardo particolare sulla nostra Milano attraverso l’esperto obiettivo di Andrea Cherchi, apprezzato fotografo che da anni immortala scorci sconosciuti della città e di CityLife regalandoci immagini mozzafiato. Come sempre dedicheremo attenzione all’ormai famoso CityLife Shopping District, concentrandoci questa volta sulla proposta tecnologica, presentandovi i marchi DJI, Huawei e Dyson. Vi lascio alla lettura augurandovi un buon inizio di questo ricco autunno.

Armando Borghi CEO CityLife

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SOMMARIO CITYLIFE MAG NUMERO 3 SETTEMBRE 2018

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24 16

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Padiglione 3, tra passato e futuro ARCHITETTURA

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Si comincia! ARCHITETTURA

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La natura a portata di mano NATURA

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Il racconto delle iniziative e degli eventi nella verde cornice degli Orti Fioriti in CityLife.

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Il futuro nell'arte ARTE

Tre opere del museo a cielo aperto nel parco di ArtLine: una da poco conclusa e due ancora in lavorazione.

4 ‚ CITYLIFE MAG

Milano, semplicemente FOTOGRAFIA

Il capoluogo lombardo visto attraverso l'occhio e l'obiettivo del fotografo Andrea Cherchi.

In questo numero il Direttore Commerciale ci racconta i lavori fatti durante l'estate.

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ARTE

CityLife ama l'arte e ospita una mostra di uno dei grandi nomi dell'arte contemporanea Made in Italy.

La storia e le ipotetiche destinazioni d'uso del padiglione noto anche come Palazzo delle Scintille.

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L'arte del collage

Anteo, oltre il "solito" cinema CINEMA

Non solo all'interno dello Shopping District: Anteo intrattiene il pubblico con la stagione del cinema all'aperto.

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A tutto paddle

SPORT

Una novitĂ nel parco di CityLife che promette di conquistare il cuore degli sportivi: i campi da paddle.


40 39

41

34 48

30

Monroe Chair DESIGN

42

42

Richiami alle icone del passato ma anche attenzione alla comodità. I segreti della sedia disegnata da Arata Isozaki.

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Studio Berlucchi, storia di un restauro INTERVISTA

Abitare in un sogno DESIGN

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Rivoluzione tecnologica SHOPPING DISTRICT

Huawei, DJI e Dyson: i negozi che portano lo shopping nel futuro con prodotti e arredamento d'avanguardia.

SHOPPING BRAND FOCUS

Il dolce ritmo della flânerie LIFESTYLE FUORI MURA

Continua il nostro tour alla ricerca di negozi, botteghe e scuole che impreziosiscono il quartiere.

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Sempre più in alto TECNOLOGIA

Una corona sgargiante cinge la sommità della torre Hadid, su cui ora svetta il logo di Generali.

Lo spettacolare racconto dell'arredamento di un attico delle residenze Libeskind, tra arte e design.

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Il gusto degli Attimi La food court dello Shopping District si arricchisce con una proposta stellata: arriva lo chef Heinz Beck.

L'intervista allo studio che ha curato il restauro del Padiglione 3 di CityLife.

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CityLife story FUMETTO

Vita, avventure e quotidianità dei residenti di CityLife e dei loro animali!

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D. Bombelli

ARCHITETTURA

Padiglione 3, tra passato e futuro testi Emanuela Brumana

Definito edificio di interesse storico-artistico dalla Direzione Regionale Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, il Padiglione 3 ha una storia che forse pochi conoscono. Primo palazzetto dello sport di Milano, ha ospitato una stagione estiva della Scala e oggi è tornato al suo antico splendore in seguito a un intervento di restauro delle facciate. Tanti i progetti e le indiscrezioni sul futuro di questo edificio.

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ARCHITETTURA

N

on solo nuove architetture che guardano al futuro: CityLife mantiene un forte legame anche con quella che è la storia di Milano e la dimostrazione di questa attenzione per il passato della città è l’opera di ristrutturazione del Padiglione 3, il primo palazzetto dello sport di Milano. Risalente ai primi decenni del XX secolo, l’ex Palazzo dello Sport è uno dei più interessanti del suo genere, opera dell’architetto Paolo Vietti Violi. La sua costruzione si lega all’idea di creare una “città dello sport”, rammodernando le infrastrutture e rinnovando Milano, anche grazie alla costruzione dell’Ippodromo del Trotto (1924), del Lido (1930) e del Velodromo Vigorelli (1935). Inteso come elemento di raccordo tra il tessuto urbano precedente e l’allora nuovo polo della Fiera Campionaria, l’ex Palazzo dello Sport fu iniziato il 17 ottobre 1922 e inaugurato nell’aprile del 1923, in occasione del Salone dell’Automobile. Da allora molti sono stati i grandi eventi sportivi e non solo che si sono svolti all’interno di questo spazio polifunzionale, uno fra tutti la prima stagione estiva della Scala del 1946, poiché lo storico teatro del Piermarini era stato danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

LE RISTRUTTURAZIONI DELL’EX PALAZZETTO Nel corso degli anni diversi furono gli interventi di ampliamento e ristrutturazione dell’ex Palazzetto dello Sport, ma purtroppo la cronologia e l’entità di questi lavori non è documentata interamente. Da alcune fotografie sappiamo che le cupole vetrate che coprivano gli accessi su via VI Febbraio furono rimosse già nel 1929. Altre immagini del 1946 testimoniano la quasi totale integrità della struttura in seguito ai bombardamenti subiti da Milano durante la guerra. Solo la copertura venne infatti distrutta, ma fu subito prontamente riparata. Nel 1949 sono testimoniati interventi per la creazione della copertura parziale della gradinata d’accesso del Palazzo dello Sport. Altre modifiche furono apportate in date non meglio precisate nel corso nel Novecento: fu certamente alterata la facciata verso la Fiera, dove vennero inserite alcune lesene in muratura. Inoltre, nel corso degli anni furono costruiti altri padiglioni accanto all’ex Palazzetto dello Sport che ne oscurarono le facciate, riportate alla luce solo dopo l’abbattimento dell’ex polo fieristico e l’inizio dei lavori di CityLife.

DENTRO IL PADIGLIONE 3 L’ex Palazzetto dello Sport vanta un’architettura imponente ed elegante, di ampio respiro internazionale: la struttura mista in cemento e vetro, il gioco compositivo di pieni e vuoti, l’inserimento di elementi decorativi Art Nouveau su una rigorosa griglia strutturale ne fanno un chiaro esempio di architettura moderna. Nell’idea di Vietti Violi l’ex Palazzetto dello Sport avrebbe dovuto essere un luogo polifunzionale, in grado di accogliere corse ciclistiche al coperto (anche se la pista venne definitivamente smantellata nel 1935, anno d’inaugurazione del Vigorelli), gare di boxe ma anche mostre di cicli e motocicli e saloni dell’auto, concerti e spettacoli proprio come egli aveva già immaginato per altri edifici progettati a Parigi, Londra e New York. Luogo per il commercio, ambiente agonistico e spazio culturale dunque. L’edificio era composto da un unico ambiente coperto da una monumentale cupola in ferro e vetro ribassata, alle cui estremità erano disposti cinquecento stand distribuiti nei tre piani fuori terra, mentre al piano interrato erano previste le strutture di servizio e i depositi. La parte più spettacolare era sicuramente l’area centrale ellittica, di circa quattromila metri quadri, circondata da una sequenza regolare di colonne �

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ARCHITETTURA

Il Padiglione 3 rappresenta per Milano un’importante risorsa da valorizzare e riconsegnare alla popolazione: è stato infatti definito edificio di interesse storicoartistico, vincolo che prevede l’obbligo di curarne la conservazione e garantirne il pubblico godimento.

L’ARCHITETTO VIETTI VIOLI Paolo Vietti Violi nasce nel 1882 da genitori italiani emigrati in Svizzera. Si laurea nel 1905 alla Scuola Nazionale e Speciale delle Belle Arti di Parigi, diventando il primo architetto italiano diplomato dal Governo francese. Nel 1914 prende una seconda laurea in architettura in Italia, dove si è trasferito, per esercitare la professione nel suo Paese d’origine. Da subito indirizza la sua carriera nel campo della costruzione di strutture sportive quali ippodromi, campi di gara, stadi. Il suo operato non si limita però all’Italia: realizza diversi progetti anche in Turchia, India, Africa e America e si fa presto un nome nel panorama dell’architettura d’avanguardia e nel settore delle costruzioni sportive, tanto da essere stimato da altri grandi del Novecento, quali Piero Portaluppi, Le Corbusier e Pier Luigi Nervi. Precursore e sperimentatore delle più avanzate tecniche costruttive, il suo nome diviene sempre meno noto al grande pubblico, forse anche per via della distruzione del suo archivio in seguito ai bombardamenti su Milano del 1943. Un gruppo di studiosi e professori sta però lavorando per rimediare a questa lacuna che ci priva della conoscenza di uno dei nomi di spicco dell’architettura italiana a livello mondiale.

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ARCHITETTURA

LA RINASCITA DEL PADIGLIONE 3 Iniziati a marzo 2017 e conclusi a novembre dello stesso anno, i lavori di ristrutturazione e conservazione del Padiglione 3, il cui valore complessivo supera i sei milioni di euro, hanno permesso la restituzione di questo splendido edificio alla città di Milano. Realizzato in coordinamento con il Comune e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano, l’intervento a opera di Italiana Costruzioni ha permesso il risanamento delle quattro facciate dello storico palazzo, dando risalto agli elementi decorativi e ai serramenti esterni, entrambi fondamentali per poter ammirare e riportare al massimo splendore l’estetica della struttura. La facciata Est verso piazza VI Febbraio era quella che si presentava meglio conservata, mentre le altre tre facciate, in precedenza completamente nascoste dagli edifici fieristici e recentemente riportate alla luce, sono state sottoposte a un intervento più marcato. L’inaugurazione avvenuta il 21 novembre 2017 è stata celebrata rievocando uno spettacolare evento passato che ha avuto luogo fra le mura del Padiglione 3: proprio come nel 1946, i Cameristi della Scala si sono esibiti per celebrare con la loro musica questa rinascita. Per quanto riguarda la destinazione d’uso del Padiglione tanti sono i progetti e le indiscrezioni. L’edificio di proprietà del Comune di Milano rappresenta un nuovo asset per la città e potrebbe diventare un polo di riferimento per l’alta moda o trasformarsi in una grandiosa installazione artistica o infine essere la sede di un importante covent garden. Tutte proposte in linea con gli usi più recenti della struttura, legati alla fashion week o a eventi privati. �

B. Mancini

in cemento e sormontata da altri due piani che ne seguono il disegno. Qui erano ubicate le tribune, concepite in modo da essere rapidamente e diversamente assemblabili a seconda della tipologia delle iniziative: erano infatti composte da un sistema di elementi modulari in ferro del peso massimo di cinquanta chili l’uno, facilmente spostabili e trasportabili. Il pubblico accedeva alle tribune da due imponenti sottopassaggi collegati agli ingressi, senza quindi attraversare l’area centrale dove sorgeva la pista, per non comprometterne l’integrità.

Dallo Shopping District di CityLife si può vedere la facciata Nord del Padiglione 3, mentre quella Ovest raccorda vecchio e nuovo tramite la piazza Alberto Burri, parte del parco pubblico.

PADIGLIONE 3 O PALAZZO DELLE SCINTILLE? L’attuale nome, ossia Padiglione 3, deriva dalla numerazione degli edifici della fiera, ma spesso si fa riferimento all’edificio opera di Vietti Violi chiamandolo Palazzo delle Scintille. Un nome decisamente evocativo, ma legato a un passato progetto che voleva trasferire il MuBa, il Museo dei Bambini, proprio in questo padiglione. L’idea è però stata abbandonata e il museo ha trovato sede nella Rotonda della Besana. Ciò che l’immaginario collettivo non ha abbandonato è stato il nome.

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ARCHITETTURA

Si comincia! testi Edoardo Carugo

Mentre Milano si è svuotata per le vacanze estive, a CityLife sono iniziati i lavori propedeutici alla costruzione delle residenze Libeskind. Abbiamo incontrato il Direttore Commerciale che ci ha spiegato che cosa è stato fatto e ci ha sorpresi con qualche dettaglio in più.

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ARCHITETTURA

D

opo l’estate incontriamo il Direttore Commerciale che ci racconta come procedono i lavori delle nuove residenze Libeskind, che sono andati avanti nonostante il resto della città si sia come al solito fermato per la pausa estiva. Direttore, ci può aggiornare sullo stato di avanzamento dei lavori? Sappiamo che CityLife non si è fermata nemmeno nel mese di agosto! Esatto, a luglio abbiamo chiuso il campo da golf per poter dare inizio ai lavori, alle nuove palificazioni, al supporto dei palazzi e alla messa in sicurezza delle paratie sulla strada. Il tutto è stato iniziato nel mese di agosto in modo da recare il minor disturbo possibile ai residenti. A questo punto, la domanda sorge spontanea: state per iniziare a costruire le nuove residenze Libeskind? Non ho detto questo. Abbiamo iniziato con i soli lavori propedeutici. Per la costruzione vera e propria si vedrà tra poco. Speriamo di potervi dare aggiornamenti al più presto, anche perché ad oggi sono rimasti solo undici appartamenti liberi nelle residenze Hadid e ventinove nelle residenze Libeskind. Direttore Commerciale, questa volta ci ha dato date e cifre abbastanza precise: non siamo abituati a tanti dettagli! Scusatemi, ho avuto un eccesso di zelo! �

Dopo mesi di indiscrezioni, i lavori hanno ufficialmente preso il via nel lotto destinato alle future residenze Libeskind.

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NATURA

La natura a portata di mano testi

foto

Emanuela Brumana

Andrea Cherchi Simone Sirgiovanni

Ve lo abbiamo raccontato con le parole di Filippo Pizzoni, ve lo abbiamo mostrato attraverso le illustrazioni di Tea, ma siete voi che partecipando alle sue iniziative lo avete fatto vivere: il racconto di una stagione nell’orto di CityLife tra visite scolastiche, raccolta degli ortaggi e corsi per riscoprire la natura, anche in città .

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NATURA

I ragazzi delle Cooperativa del Sole si prendono cura quotidianamente degli Orti Fioriti in CityLife. Insieme a loro hanno lavorato anche gli allievi della Scuola di Agraria del Parco di Monza, segno che quest'area verde è conosciuta e apprezzata anche fuori dai confini milanesi.

D

opo che ne è stata annunciata l’apertura al pubblico in occasione della serata inaugurale di Orticola, la stagione degli Orti Fioriti in CityLife è sbocciata con una proposta varia e articolata. Aperti sette giorni su sette dalle 9:00 alle 13:00, gli orti sono stati felicemente accolti sia dagli abitanti del quartiere sia dai visitatori. «Ogni giorno è dedicato a una particolare iniziativa» racconta Paolo Stella della Cooperativa del Sole, che ha in gestione la cura degli orti. Così il lunedì gli orti sono aperti ai soli residenti che possono raccogliere direttamente frutta e verdura. «Hanno capito la filosofia dell’iniziativa: non vieni qui a fare la spesa, ma a prendere due, tre zucchine da cucinare subito. Poi c’è chi torna e ci porta i muffin salati fatti con le verdure che ha raccolto.» Una risposta positiva, insomma, che mette l’accento sull’idea di chilometro zero e partecipazione che sta alla base dell’intero progetto CityLife. Due giorni a settimana, poi, negli orti si organizzano corsi pratici su prenotazione, mentre una mattinata è dedicata alle scuole: «Al momento abbiamo avuto diverse classi delle elementari, anche di scuole non milanesi, e persino alcuni boy scout» continua Paolo, a conferma che la ricchezza didattica offerta degli Orti Fioriti è stata recepita: in quest’area si possono scoprire le piante eduli spontanee o i prodotti ortofrutticoli di Paesi lontani come l’Asia, il Sud America, l’Africa che raccontano i nuovi mercati in espansione e che destano la curiosità di molti. Per chi fosse interessato, poi, il sabato mattina gli Orti Fioriti sono aperti al pubblico e si organizza un piccolo mercatino durante il quale si vendono i prodotti dell’orto e di altre aziende agricole sempre gestite dalla Cooperativa del Sole. Infine, dal 4 luglio gli Orti Fioriti vivono anche di sera: estate è sinonimo di aperitivi all’aperto e di pranzi en plein air, così per soddisfare questo bisogno è stato inaugurato Gud CityLife, il chiringuito metropolitano dove è possibile consumare pasti a chilometro zero, ammirando le colorate fioriture delle aiuole o contemplando le splendide architetture di CityLife. �

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ARTE

Il futuro nell’arte testi

foto

Eleonora J. Annembi

Simone Sirgiovanni

I lavori proseguono nel Parco delle Sculture di CityLife e mentre l'installazione Coloris ha preso forma durante l'estate, vi raccontiamo altre due opere che verranno collocate nel parco realizzato da ArtLine nei prossimi mesi: Palco dell'Estinzione e Ophrys, due strutture che nel loro guardare al futuro raccontando il passato, si mimetizzano perfettamente con l'area che li ospita.

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ARTE

COLORIS (1)

PALCO DELL'ESTINZIONE

OPHRYS

Un’esplosione di colore tinge il Parco delle Sculture: l’installazione Coloris, opera dell’artista camerunense e belga d’adozione Pascale Marthine Tayou, vuole esplorare attraverso il linguaggio universale del colore il tema dell’identità culturale. Tayou, che durante la sua carriera ha preso parte a molte esposizioni internazionali, è uno degli artisti africani più noti al mondo. Con la sua arte approccia diversi media, dalla fotografia al video e al disegno, attraverso cui analizza il complesso tema della circolazione di oggetti, idee e persone nel mondo. L’installazione che ha realizzato per il Parco delle Sculture di CityLife è composta da una pavimentazione in calcestruzzo raffigurante il planisfero terrestre su cui sono piantati un centinaio di pali metallici colorati e di altezze diverse, dai sei ai dodici metri, sulla cui sommità è posto un uovo. Un villaggio globale dai confini indefiniti, ma gioioso e allegro, che ha il compito di custodire qualcosa di fragile: un equilibrio facile da spezzare, importante da conservare.

Come sarà la Terra fra cinquanta, cento e centocinquanta anni? A queste domande risponde l’opera dell’artista italiana classe 1985 Adelita Husni-Bey, intitolata Palco dell’Estinzione. La struttura dell’opera ricorda la stratificazione geologica e i tre livelli, corrispondenti alle tre ere future, sono ricoperti da disegni realizzati durante alcuni workshop pubblici sul tema dell’estinzione, il cui scopo è appunto riflettere su come sarà la vita sul nostro pianeta nel futuro. Sopra la struttura, pensata per essere vissuta come un’area contemporanea e quindi fruita liberamente, svetta una grande nuvola fatta da pannelli solari, che fa del Palco dell’Estinzione una fonte di energia pulita gratuita e libera, perché fruibile attraverso alcuni accessi situati sulla struttura stessa.

Nella serra Ophrys progettata da Linda Fregni Nagler il passato si innesta nel presente attraverso una serie di rimandi a ciò che era e non è più: nel perimetro superiore della serra sono istoriate lastre fotografiche in vetro che riproducono le immagini di specie botaniche estinte, primo evidente richiamo a un passato purtroppo andato perduto. Il secondo forte richiamo è nascosto nel materiale utilizzato, ossia il vetro: forse pochi sanno che in fotografia, prima dell’introduzione della cellulosa, il vetro era il supporto dei negativi fotografici. Questa serra, però, abbraccia anche il futuro: lo spazio sarà dato in paternariato al Dipartimento di Bioscienze dell’Università degli Studi di Milano all’Orto Botanico di Città Studi, le cui ricerche si concentreranno sul ripopolamento delle specie botaniche autoctone rare e in via di estinzione. Un’opera d’arte che si inserisce perfettamente nel parco di CityLife, dove vivono specie botaniche e arboree tipiche della Pianura Padana e delle Prealpi.

TORRE LIBESKIND TORRE GENERALI

1 TORRE ALLIANZ

Mappa del Parco delle Sculture, con indicata la collocazione delle opere. Il posizionamento de Il Palco dell'Estinzione e Ophrys è ancora in via di definizione.

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ARTE

L’arte del collage Thomas Berloffa a CityLife testi Simone Arson

Thomas Berloffa, Banana veil, collage

Grafica, collage e costante contaminazione: l’arte dal sapore contemporaneo di Thomas Berloffa arriva in mostra in autunno alla Penthouse Libeskind. Una personale che porta in primo piano il lavoro dell’artista che, negli ultimi anni, ha conquistato la scena dell’arte italiana.

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ARTE

W

hile the moon rides è il titolo della personale dell’artista e designer Thomas Berloffa ospitata all’interno della Penthouse Libeskind di CityLife a partire dal 4 Ottobre. La mostra, curata da Ada Masoero e supportata dalla galleria Ncontemporary, raccoglie quasi trenta lavori compiuti dal 2013 a oggi da Berloffa in un’installazione pensata per dialogare in modo diretto con gli spazi espositivi non convenzionali della residenza milanese progettata da Daniel Libeskind. La sua attività artistica comincia nel 2000 a Torino: Thomas Berloffa si è dedicato per lo più al design e alla grafica, arrivando a ricevere una menzione d’onore durante la XX edizione del Compasso d’Oro e a essere inserito dalla Triennale di Milano tra i più interessanti giovani designer attivi nel nostro Paese. Nel 2013 però, durante un soggiorno presso la casa di Marina Abramović, Berloffa ha cominciato a creare una serie di collage per lo più con l’ausilio di ritagli e strappi raccolti sulle riviste americane. Questi lavori, scaturiti da un’iniziale collaborazione con la musicista Antony Hegarty, hanno poi continuato a essere sviluppati negli anni a venire, diventando la principale forma di espressione del libero flusso di pensieri di Berloffa. «Con Antony, abbiamo iniziato uno scambio artistico creando collage insieme e abbiamo passato un paio di pomeriggi di lavoro rubandoci pezzi di giornale e colori. Alla fine di questa esperienza mi sono trovato con un collage firmato a quattro mani con Antony e con quattro opere che hanno dato inizio alla serie in mostra a CityLife» spiega l’artista. All’interno della Penthouse Libeskind, Berloffa presenta una selezione di lavori accomunati dalla tecnica utilizzata e dall’ispirazione trovata nel suo lavoro di designer e nel suo interesse verso gli aspetti più nascosti e ironici della vita familiare. Il titolo stesso della mostra è mutuato da un’opera presente all’interno della personale, dove immagini del consumismo e della società occidentale sono messe in relazione a elementi ancestrali e cupi. Tra i lavori esposti, inoltre, ci sono due bozzetti creati in occasione di una delle tante collaborazioni con il gruppo musicale Afterhours e il suo leader, Manuel Agnelli. Questi lavori, con al centro l’immagine dello stesso Agnelli da bambino, dimostrano tangibilmente il rapporto continuo che esiste nella ricerca di Berloffa tra l’elemento artistico e la sua attività di grafico e designer. �

Thomas Berloffa, New York City, collage

Thomas Berloffa, Holywater, collage

Thomas Berloffa, W.M.R., collage

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FOTOGRAFIA

Milano, semplicemente testi

foto

Edoardo Carugo

Andrea Cherchi

L’occhio di un fotografo innamorato della sua Milano, in grado di cogliere il volto del passato e le tensioni verso il futuro: Andrea Cherchi, curatore della pagina Facebook Semplicemente Milano, ci racconta attraverso i suoi scatti la città e il quartiere di CityLife.

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FOTOGRAFIA

D

alle sue fotografie traspare un amore immenso per la città di Milano: abbiamo chiesto ad Andrea Cherchi di raccontarci qualcosa di più su questa sua grande passione.

Come hai iniziato a fotografare Milano? Ho iniziato a fotografare Milano tanti anni fa, spinto dalla curiosità e dalla mia passione per la storia di questa città e aiutato dai racconti di mio padre, che qui è nato e cresciuto. Ogni particolare, anche quello meno conosciuto dai turisti, ti parla e ti racconta una storia. Per chi ama la fotografia, poi, Milano è una risorsa davvero preziosa. Ti concede di spaziare dall’antico al moderno con grande facilità e spesso questi due opposti si incontrano creando scenari unici. Un esempio è lo scorcio molto amato e fotografato della statua di Giuseppe Verdi in piazza Buonarroti con alle spalle la Torre Hadid. Milano è così. Ricordi la tua prima impressione quando hai visto CityLife? Giorno dopo giorno e piano dopo piano, sapevo di essere di fronte a un cambiamento epocale per Milano. Mi emozionava anche il montaggio e lo smontaggio di una gru. Per me che, da bambino, ero abituato a vedere la fiera e gli studi storici della Rai, assistere a un cambiamento del genere è stata un’emozione forte. Più guardo CityLife e più sono convinto di essere di fronte a uno dei posti più belli del mondo. E adesso aspettiamo tutti il “Curvo”. Difficile raccontare l’entusiasmo nel vederlo crescere: è come veder crescere un bambino. Vi sembrerà eccessivo, lo so, ma chi ama Milano come me prova queste emozioni. Qual è stato il tuo primo soggetto di CityLife? Ho iniziato a fotografare la crescita progressiva dei grattacieli. Non ricordo un momento esatto, però considero la mia prima foto ufficiale di CityLife quella della Torre Hadid illuminata a festa per l’inaugurazione dello Shopping District. C’è un angolo di CityLife che ami particolarmente fotografare? In assoluto la dedica a Leone Delagrange posta all’esterno del Palazzo delle Scintille e che recita: «Da qui un uomo volò quando volare era sogno. Il sogno concretato non sia oggi meta ma sempre stimoli a più alte conquiste». In questa scritta mi riconosco e, soprattutto, riconosco quello spirito milanese fatto di conquiste e di ambizione. �

ANDREA CHERCHI Nato a Como nel 1969, Andrea Cherchi è giornalista pubblicista e fotografo. Dopo aver conseguito il diploma alla Scuola Interpreti di via Silvio Pellico a Milano e dopo la laurea in Lingue, inizia a collaborare con alcune testate giornalistiche locali e nazionali, presso le quali inizia a pubblicare i suoi scatti. È autore di alcuni libri fotografici e presto uscirà una sua pubblicazione interamente dedicata a Milano. Appassionato della storia del capoluogo lombardo, cura una pagina facebook molto seguita dal titolo “Semplicemente Milano” dove raccoglie aneddoti e immagini della città, esaltando soprattutto la convivenza di storia e innovazione che la rende unica nel suo genere.

Milano è una città che sa stupire da qualsiasi angolazione la si guardi, compreso il cielo. Certo, non tutti possiamo godere di questa prospettiva privilegiata, ma questi scatti ci rendono partecipi della bellezza della città vista dall'alto.

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FOTOGRAFIA

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FOTOGRAFIA

Un giro per Milano può essere emozionante come un giro su una giostra: tanti sono i volti di questa città che negli anni ha saputo adottare tradizioni di culture lontane, mantenendo allo stesso tempo le proprie. Un mix che si ripropone anche quando si va alla ricerca del nuovo e del vecchio in questa città che è fortemente legata alla propria storia ma è anche capace di guardare al futuro.

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FOTOGRAFIA

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FOTOGRAFIA

La geometria urbana è mossa non solo da strade ed edifici, ma anche dai Navigli tanto cari alla città e ai suoi abitanti.

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CINEMA

Anteo, oltre il “solito” cinema testi Edoardo Carugo

Un omaggio ai vecchi cinema di Milano e una visione che trasforma le programmazioni a cui siamo abituati: CityLife Anteo porta all’ombra delle tre torri la filosofia che lo caratterizza, volta a trasformare i cinema in luoghi dinamici e accattivanti, in grado di soddisfare i gusti di un pubblico sempre più ampio ed esigente.

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SPORT

A tutto paddle testi Emanuela Brumana

A CityLife sono stati installati i campi di paddle, lo sport che sta spopolando in tutto il mondo. Si preannuncia quindi un autunno ricco per gli sportivi, che potranno dedicarsi a questa nuova disciplina e non solo. Tanti sono gli eventi in programma, tutti da scoprire nella nostra mappa tematica!

C

3m

’è uno sport proveniente dall’Argentina che sta conquistando sempre più appassionati anche in Italia, mettendo d’accordo amanti del tennis e dello squash. Si tratta del paddle, una disciplina che è la combinazione di molti sport di racchetta: le regole sono molto simili a quelle del tennis, così come le palle utilizzate mentre la racchetta è una specie di pagaia solida e forata, il paddle racquet che dà il nome al gioco. I campi, che questa estate sono stati installati a CityLife, sono più piccoli di quelli del tennis: non superano i venti metri di lunghezza per dieci di larghezza, ma la vera particolarità è che i lati sono chiusi da muri trasparenti alti tre metri che fanno parte dell’area di gioco, quindi se la palla vi rimbalza contro, il gioco può proseguire, proprio come nello squash. Dopo i campi di Bologna, Roma e Taranto, città da sempre molto legate al tennis, il paddle arriva anche a Milano! Pronti a scendere in campo? �

m 20 10 m


MAPPA SPORTIVA DI CITYLIFE



Greenest chiringuito in Milan Per una pausa pranzo veloce a km zero o un aperitivo sfizioso immersi nel verde.

CITYLIFE URBAN GARDEN

Aperto tutti i giorni negli Orti Fioriti in CityLife dalle 11:00 alle 23:00


CINEMA

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ette sale, millecentottantaquattro posti a sedere, oltre tremila metri quadri costituiscono CityLife Anteo, un nuovo “luogo cinematografico” per la città di Milano, nella splendida area del Podium Hadid, nel cuore di CityLife Shopping District. Aperto nel dicembre 2017, presenta sale modernissime, realizzate con una chiara ricerca estetica e funzionale, tutte fornite di proiettori 4k di ultima generazione, audio Dolby e poltrone ispirate al design anni Cinquanta chiamate “Poltrone Milano”, realizzate dall’architetto Riccardo Rocco. Anteo CityLife nasce in linea con la vocazione del progetto Anteo di superamento del concetto di sala cinematografica che, specialmente in un centro metropolitano come Milano, deve diventare sempre di più uno spazio culturale multifunzionale e multidisciplinare. Ogni sala porta il nome dei numerosi cinema di Milano che, ahinoi, hanno cessato l'attività: la rosa dei nomi è stata definita con un concorso digitale aperto al pubblico. Ogni partecipante ha potuto omaggiare il cinema che più gli è rimasto nel cuore. Ecco così che abbiamo le sale Maestoso, Aurora, Capitol, Mignon, Ariston, Zenit e Corallo, che ogni giorno a partire dalle ore 13:00 fino all’1:00 di notte propongono al pubblico una programmazione per tutti i gusti: partendo da un’offerta culturale all’insegna della cinematografia di qualità, del cinema indipendente e d’autore, ma anche film per ragazzi e per famiglie. La programmazione è inoltre arricchita da rassegne rivolte a pubblici diversi e proposte in varie fasce orarie, anteprime ed eventi speciali; tra queste, la programmazione estiva di cinema all’aperto AriAnteo CityLife, posizionata nell’area adiacente allo Shopping District e Fuoricinema, appuntamento per Milano e per il mondo del cinema dal 14 al 16 settembre 2018. Tutto questo viene ben riassunto dalle parole di Lionello Cerri, Amministratore Delegato di Anteo: «L’idea che intendiamo portare avanti con il progetto Anteo è quella di un cinema che entra nel tessuto sociale. Anche con CityLife Anteo vogliamo superare il concetto di sala cinematografica finora conosciuto, con attività sempre più innovative che vadano oltre la semplice offerta cinematografica».

FUORICINEMA 2018 Dal 14 al 16 settembre, CityLife si anima con la terza edizione di Fuoricinema, una maratona non stop di incontri diurni e proiezioni notturne, un evento dall’anima pop totalmente gratuito: artisti del mondo del cinema, della musica e dello spettacolo, italiani e internazionali, incontrano il pubblico con la moderazione di giornalisti e conduttori nella splendida cornice di CityLife. Il villaggio Fuoricinema con il suo palco, il maxischermo, i millecinquecento posti a sedere, gli stand street food che abbracciano l’area, il market place solidale, l’area bambini attrezzata e spazi dedicati al relax sarà un luogo unico per vivere la città. L’iniziativa è prodotta da Fuoricinema srl, Anteo, Associazione Visione Milano, Corriere della Sera e CityLife, in collaborazione con Sky Cinema, RTL, Gruppo Mondadori e patrocinata dal Comune di Milano con la direzione artistica di Cristiana Capotondi, Cristiana Mainardi, Gino & Michele, Gabriele Salvatores, Lionello Cerri. Tutti pronti, allora, per passare le calde sere di fine estate a perdersi nelle storie che la Settima Arte ha creato per noi! �

Accoglienti e pensate in modo che ciascuna abbia un proprio "carattere": le sette sale di Anteo rappresentano il meglio sia dal punto di vista delle prestazioni audiovisive sia del comfort.

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DESIGN

Monroe Chair Rigore e sensualità testi Emanuela Brumana

L’eleganza del nero e la morbidezza dello schienale disegnato ricalcando le curve di una delle più grandi bellezze del cinema hollywoodiano: nella sedia firmata da Arata Isozaki i dettagli e i materiali raccontano l’amore dell’architetto e designer giapponese per il passato, ma trasmettono anche la sua passione per una ricerca formale non fine a se stessa.

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DESIGN

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n Giappone esiste uno stile letterario risalente al XIII secolo e chiamato honkadori, il cui tratto distintivo è l’evidente richiamo che il poeta fa a un testo preesistente, in modo che risulti palese ai lettori il punto di partenza da cui egli ha poi sviluppato la propria opera. La Monroe Chair firmata da Arata Isozaki è un chiaro esempio di honkadori: l’attenzione per le opere del passato è infatti uno dei temi ricorrenti nell’estetica di Isozaki, sia nelle creazioni di design che in quelle di architettura. Guardando questa sedia non passano certo in secondo piano i riferimenti alla famosa Hill House Chair di Charles Rennie Mackintosh, come la finitura nera e lo slancio verticale, sottolineato dallo schienale stretto e lungo, alto centoquaranta centimetri. Dalla sedia ispiratrice però Isozaki si discosta nell’orientamento dei listelli di legno dello schienale, che nella sua Monroe Chair sono posizionati in verticale, andando a sottolineare ancora di più l’altezza, anche se il vero tratto distintivo è la curvatura dello schienale. Visto di profilo, infatti, è sensualmente mosso da curve ispirate alle foto di nudo di Marilyn Monroe, da cui appunto la sedia prende il nome. Il risultato è il contrasto fra la rigidità geometrica della struttura e questo morbido vezzo che dà dinamicità, rendendo nel complesso la sedia più comoda dell’originale, come lo stesso Isozaki afferma: «The Mackintosh chair is very uncomfortable, I changed that by applying Marilyn Monroe's curve to the design». Inizialmente progettata nel 1973 per una banca giapponese, la Monroe Chair è stata prodotta dalla ditta italiana ICF, quindi dalla canadese Sunar e dal 1981 dalla giapponese Tendo. A oggi, però, risulta fuori produzione, ma si può ammirare al Philadelphia Museum of Art in quanto icona del design moderno made in Japan. �

Un cerchio che si chiude Isozaki si è ispirato, per la sua Monroe Chair, alla sedia di Charles Rennie Mackintosh. L’architetto e designer scozzese si ispirò a sua volta al design giapponese, alla pulizia delle linee e al rigore formale che lo caratterizzano.

Osservato di profilo, lo schienale della Monroe Chair parte con una leggera curvatura che si propaga in maniera via via crescente al resto dello schienale, arrivando fino alle gambe posteriori, anch'esse incurvate. Interessante è il contrasto che si viene a creare con le gambe anteriori, rigidamente verticali. Basta quindi guardare questo dettaglio per cogliere le due anime ispiratrici alla base della creazione di Isozaki.

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INTERVISTA

Studio Berlucchi Il Padiglione 3: storia di un restauro testi Emanuela Brumana

In attesa di scoprire quale destinazione verrà scelta per il Padiglione 3, abbiamo intervistato l’ingegner Berlucchi, titolare dello studio che ne ha curato il restauro, per un racconto ravvicinato dei lavori e dell’edificio che, a CityLife, fa da raccordo tra il passato e il futuro della città.

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INTERVISTA

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icola Berlucchi risponde alle nostre domande e ci racconta il restauro del Padiglione 3 diretto dal suo studio, facendoci così scoprire il dietro le quinte di questo grande intervento conservativo.

Il vostro studio si occupa da oltre sessant’anni del recupero di edifici sottoposti a vincolo monumentale. Quali peculiarità ha questo approccio all’architettura? A mio avviso rispetto all’intervento sul nuovo si tratta di una vera e propria disciplina progettuale a sé stante: si parte da un manufatto storico che va rispettato e valorizzato, senza voler inserire a tutti i costi la propria firma e senza voler fare un intervento in rottura col passato. Abbiamo a che fare con edifici che hanno centinaia di anni di storia e il nostro intervento non ha il diritto di cancellarli né di modificare irrimediabilmente secoli di cultura materiale. Il nostro approccio vuole mantenere un gusto originale, senza tuttavia cadere nell’imitazione o nella progettazione in stile, altrettanto criticabile. Il vostro studio ha sede a Brescia, ma lavora in tutto il mondo. Che rapporto avete con la città di Milano? Oltre che essere la città dove ho studiato e insegno, Milano rappresenta senza dubbio l’unica città italiana vitale dal punto di vista delle costruzioni e dell’innovazione, seppur abbia a mio parere il difetto di rimanere un po’ chiusa rispetto alla cerchia di professionisti esterni alla città. Come valutate la conservazione di un edificio storico come il Padiglione 3 rispetto a un quartiere così contemporaneo come CityLife? Il contrasto tra Padiglione 3 e Citylife è molto forte, forse anche estremo per una sorta di decontestualizzazione e musealizzazione del Padiglione stesso in un'area che è diventata irriconoscibile rispetto al momento della sua costruzione nel 1920. Ma a parte le valutazioni storico-critiche il risultato estetico è ottimo, il Padiglione ne guadagna grazie al contrasto con il contesto e, quando avrà una sua destinazione d’uso, avrà raggiunto lo scopo della sua conservazione. Scopo che non è quello di essere una quinta storica bensì di continuare a vivere e a essere utilizzato. In che condizioni era il Padiglione 3 prima del vostro intervento? Era in condizioni di abbandono totale e credo abbia seriamente rischiato di essere demolito; immagino che, come spesso capita in Italia, dobbiamo alla Soprintendenza la sua salvezza. Le facciate erano ricoperte da strati informi di tinte e rappezzi cementizi, anni di cattivo uso e ampliamenti poco rispettosi ne avevano fatto un manufatto semi industriale di basso pregio. Il restauro ha potuto mettere in evidenza la cura del dettaglio e dei materiali del progetto del 1920 di Vietti Violi, quando si costruiva con qualità e attenzione a ogni aspetto. Come vi siete rapportati al lavoro? Come avete mosso i primi passi? L’approccio è oramai standardizzato nel mondo del restauro: dopo un’attenta ricerca storica per comprendere la storia dell’edificio, si effettua un rilievo dei materiali costitutivi, anche con l’aiuto di indagini di laboratorio e un rilievo dello stato di conservazione e delle alterazioni subite dalla struttura. A questo

punto, si procede con la progettazione dell’intervento. Seguire questo percorso significa studiare e riconoscere le peculiarità del monumento, per conservarle e valorizzarle. Per il Padiglione 3, ad esempio, i temi più delicati a cui abbiamo dedicato particolare attenzione sono stati il restauro e l’integrazione dei serramenti con una doppia finalità di conservazione ma anche di risparmio energetico, per la futura fruizione e la reintegrazione delle parti decorative mancanti. Che approccio avete deciso di avere rispetto all’architettura originaria? Si è trattato più di un intervento conservativo o di ricostruzione? Come già accennato, il nostro approccio è sempre conservativo e guidato dal massimo rispetto per il manufatto; non abbiamo ricostruito, abbiamo ricucito le lacune, abbiamo valorizzato i materiali e i colori originari, abbiamo risolto i punti critici facilmente soggetti a decadimento e degrado. Ci sono stati interventi volti a migliorare l’impatto energetico della struttura? Il vero restauro si compie quando si ridà vita al manufatto, lo si rende nuovamente utile e vivo. Sebbene al momento non si sappia ancora con certezza quale nuova destinazione avrà il Padiglione 3, il progetto ha comunque tenuto conto che dovrà essere utilizzato al meglio e per tale ragione sono state mantenute tutte le uscite/accessi possibili e progettati i serramenti con i migliori standard energetici. Per quanto riguarda le parti in muratura si potrà ad esempio studiare l’inserimento, dal lato interno, di una coibentazione che includa il tutto in una alta classe energetica. Quale pensate sia, architettonicamente parlando, il dettaglio più interessante dell’edificio? La dimensione! E anche la cura dei cementi decorativi e delle graniglie colorate impiegate: una cura dei dettagli davvero pregevole nonostante si trattasse di un padiglione per esposizioni temporanee. C’è stato qualcosa – un dettaglio o un elemento architettonico – che vi ha sorpresi in fase di lavorazione? La principale sorpresa è venuta dallo studio dei materiali e dalla sapienza costruttiva di cui sono testimonianza. Paradossalmente, le parti più danneggiate sono state quelle che ci hanno permesso di capire come fosse fatto effettivamente l’edificio, inclusi gli accorgimenti e i ripensamenti occorsi in cantiere, oltre alle tecniche di finitura emerse durante i lavori. Ad esempio, sotto vari strati di tinte, tutta la parte basamentale era formata da un intonaco a graniglia cementizia che imitava a perfezione la pietra, come una sorta di basamento in lastre di granito. E così pure l’attico superiore, la fascia sommitale in copertura, non era tinteggiata ma realizzata con una graniglia a base di marmo giallastro così da nobilitare i prospetti. Grande qualità costruttiva e gusto, aspetti che credo abbiano pienamente giustificato la scelta di conservare il Padiglione come segno del passato, in un’area che vede la medesima attenzione e qualità costruttiva applicata al contemporaneo. �

In questo prospetto è rappresentata la condizione in cui versava la facciata del Padiglione 3 prima del restauro.

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DESIGN

Abitare in un sogno firmato Libeskind testi

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Emanuela Brumana

Beatrice Mancini

Che cosa significa vivere a CityLife, in una casa che porta la firma di un grande architetto? Ce lo racconta la famiglia che vive in uno degli attici delle residenze Libeskind, arredato seguendo la bussola delle proprie passioni, come il design, l’arte e la letteratura.

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DESIGN

Protagonista indiscusso di questa casa è il legno, un materiale caldo e accogliente che è stato posto sul pavimento, sulle pareti e usato in molti elementi d'arredo.

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a luce naturale che invade gli ambienti. Le essenze del legno, da quelle più tenui del parquet a quelle più intense e contrastate dei pannelli degli armadi a muro, elegantemente mossi da un motivo a bugnato asimmetrico. E poi l’arte, presente in ogni stanza, sotto forma di tele, illustrazioni, sculture e cataloghi. In questo attico delle residenze Libeskind ogni elemento d’arredo racconta la storia e gli interessi di chi lo abita, perché nonostante tutto «la casa è un posto da vivere», come dice il padrone di casa raccontandoci le scelte fatte in materia di arredamento e gestione dello spazio. «La bussola è stata scegliere ciò che ci piace, e questo vale sia per i pezzi d’arte sia per le finiture e i mobili». Perché, come suggerisce un’evocativa immagine raccontata proprio dal padrone di casa, arredare questa casa in CityLife è stato un po’ come modellare su di sé il sogno disegnato da Daniel Libeskind. Uno dei tratti distintivi di queste residenze sta proprio nella scelta dell’architetto americano di non prevedere muri rigidamente ortogonali ma pareti morbide e curve che, se da un lato obbligano a uno sforzo immaginifico maggiore nella scelta dell’arredamento, dall’altro creano ambienti più avvolgenti ed emozionali. L’attico, consegnato alla famiglia con già alcuni elementi posati, è stato poi progettato, arredato, ultimato e in parte ripensato insieme all’architetto Paola Gambetti che ha lavorato in perenne sinergia con i padroni di casa. Il risultato forse più spettacolare e sorprendete di questa collaborazione è la scala a chiocciola che domina il salotto e che si sviluppa intorno a un corpo centrale, sinuosamente avvolto da un rivestimento elicoidale: a differenza degli altri attici delle residenze Libeskind che hanno la scala addossata alla parete che separa soggiorno e zona notte, in questa casa la scala è protagonista; una scultura fra le sculture che già arredano la zona living. �

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DESIGN

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DESIGN

Infatti, altra caratteristica di questa stanza è che ogni angolo nasconde un dettaglio da scoprire e ammirare: dal lampadario Agnes di Lindsey Adelman alla libreria Veliero di Franco Albini; dalla grande tela di Schifano alla nicchia con le coloratissime sculture in vetro di Murano. Questo caleidoscopio di arte e design è morbidamente illuminato dalla luce naturale che entra dalle vetrate a doppia altezza, interrotte solo dal caratteristico decoro esterno in legno delle case disegnate da Libeskind. Su questo livello sono poi presenti la cucina, ampliata rispetto al progetto originale, due bagni e le camere da letto, dove la ricerca artistica non viene meno ma anzi dialoga con la realtà più intima delle camere. Inoltre dalla cucina e dall’ingresso si aprono due ampie terrazze che affacciano su CityLife e regalano una splendida vista della città. Al piano superiore, invece, è stato ricavato uno studio che si apre sulla terza terrazza, resa ancora più godibile da una vasca idromassaggio all’aperto. «Vivere a CityLife per me significa vivere in un’area di Milano a cui sono legato e di cui ho seguito lo sviluppo. Oggi è un quartiere interessante e attraente, internazionale e aperto a tutti grazie anche alla ricchezza delle proposte culturali» ci dice il padrone di casa, che in questa abitazione ha saputo ricreare la stessa vivacità artistica, abbracciando così il sogno che lo stesso Libeskind ci ha confessato nella sua intervista: una casa che non è solo riparo, ma che anche in grado di incarnare l’anima di chi la vive. �

Vetro, piante ed essenze naturali: su questi elementi si gioca il continuo rimando tra interno ed esterno, che permette alle terrazze di diventare un ambiente coerente e comunicante con l'intera abitazione.

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SHOPPING DISTRICT

Rivoluzione tecnologica testi

Eleonora J. Annembi

Lo Shopping District di CityLife è definito “il centro commerciale del futuro” non solo per la sua bellezza architettonica ma anche per la selezione dei brand presenti, che rende l’esperienza di shopping unica nel suo genere. Vi presentiamo tre aziende che, all’ombra delle torri, trasportano i visitatori nel futuro.

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SHOPPING DISTRICT

DJI AUTHORIZED STORE

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on solo un punto vendita, ma un vero e proprio luogo di incontro e crescita grazie alla consulenza personalizzata e alla possibilità di partecipare a workshop gratuiti: DJI, colosso cinese leader mondiale nella produzione di droni, è arrivato a CityLife nel novembre del 2017 e da allora continua a destare interesse e curiosità nei frequentatori dello Shopping District, attratti da questo brand sinonimo di efficienza e affidabilità. Quello milanese è il secondo punto vendita in Italia in ordine temporale, aperto a un anno esatto di distanza dal negozio romano, ma il primo dal punto di vista della grandezza: in questo ampio spazio sito nella Galleria Anna Castelli Ferrieri si possono trovare tutte le proposte DJI per un uso sia amatoriale che professionale. Il brand, nato nel 2006 nella regione dello Shenzhen, è stato uno dei primi al mondo nella produzione di un quadricottero per uso civile e da allora non ha fatto che crescere, arrivando nel 2015 a una valutazione di mercato stimata intorno ai dodici miliardi di dollari. DJI si è fatta conoscere a livello globale grazie al modello Phantom, uno dei più venduti del suo catalogo, che si è evoluto nel corso degli anni: già la seconda versione, lanciata nel 2014, aveva diverse funzionalità elettroniche e automatismi come l’auto-landing, la trasmissione video wi-fi a terra e il return-to-home. La versione 3, presentata l’anno successivo, si è classificata come il miglior drone più venduto al mondo, anche se il vero successo è stato il lancio del Phantom 4, in collaborazione con Apple, che unisce il design dell’azienda americana alle prestazioni sempre migliori firmate DJI: una batteria che permette oltre mezz'ora di volo, il sistema avoid collision che consente di evitare gli ostacoli in aria e la funzionalità sport mode, che lancia il drone alla velocità di 80 chilometri orari, dando così la possibilità di effettuare riprese video di soggetti in movimento ad alta velocità. La continua e innovativa ricerca firmata da DJI non si ferma mai. Lo dimostra uno degli ultimi prodotti messi sul mercato dall’azienda, che è diventato in poco tempo uno strumento irrinunciabile per chi fa della narrazione della propria vita una passione o anche una professione. Stiamo parlando di Osmo Mobile 2, un gimbal per smartphone, cioè uno stabilizzatore pensato per realizzare filmati in movimento, in grado di bilanciare la minima vibrazione di uno skateboard fino all’intenso movimento di un salto. La capacità di anticipare i bisogni del pubblico ha permesso a DJI, nel corso degli anni, di arrivare a vendere prodotti sempre più performanti, rivoluzionando il settore delle riprese video e della fotografia aerea, ma anche annoverando tra le fila degli appassionati sempre più dilettanti affascinati da questi prodotti avveniristici.

Il team fondatore di DJI proviene dalla progettazione di centraline di volo per elicotteri. In pochi anni la loro esperienza si è riversata con enorme successo nella produzione di droni e gimbal, innalzando da subito gli standard qualitativi dell’intero mercato e diventandone un punto di riferimento assoluto, avendone conquistato il 70%.

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SHOPPING DISTRICT

Uno spazio espositivo dove i prodotti sono mostrati con sapienza: pochi elementi d'arredo bianchi e neri pensati per dare risalto a tutti gli innovativi prodotti Dyson.

DYSON DEMO STORE

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ome tutti, ci sentiamo frustrati quando i prodotti non funzionano come dovrebbero. Come ingegneri, possiamo fare qualcosa per cambiare la situazione. Il nostro lavoro ruota intorno all'invenzione e al miglioramento. Inizia con queste parole di James Dyson la storia di uno dei brand tecnologici più conosciuti e apprezzati al mondo. Nel 1978 in seguito a un problema con il suo aspirapolvere, Dyson si chiese se poteva applicare anche a quel piccolo elettrodomestico la tecnologia ciclonica usata solitamente per mantenere puliti i macchinari industriali. Cinque anni e oltre cinquemila prototipi dopo, creò il primo aspirapolvere al mondo senza sacchetto. Lanciato sul mercato giapponese, il successo fu immediato. Qualche anno dopo, nel 1991, l'invenzione fu premiata all’International Design Fair. Oggi, a distanza di trent’anni, i prodotti Dyson sono venduti in sessantacinque Paesi, ma la ricerca che ha caratterizzato la storia di quest’azienda non intende fermarsi: i suoi oltre mille ingegneri ogni giorno si mettono al lavoro cercando soluzioni per i problemi reali e quotidiani della gente. Senza però dimenticare le questioni più grandi, come l’impatto ambientale delle macchine: un aspirapolvere senza sacchetto produce meno sprechi; motori potenti ma compatti permettono di ridurre l’energia necessaria per il trasporto. Insomma, l’idea alla base di Dyson è ottenere di più con meno, in modo da mettere sul mercato prodotti sempre migliori ma sprecando sempre di meno. Per toccare con mano tutte le innovazioni e i prodotti creati da quest’azienda all’avanguardia ci si può recare in un unico posto in Italia: Dyson Demo Store a CityLife. Centotrenta metri quadri dove sperimentare in prima persona tutti i benefici della tecnologia Dyson nel campo dell’aspirazione, grazie alla proposta completa degli aspirapolvere senza filo o in quello del personal care, grazie alle styling station dove provare Dyson Supersonic, noto anche come “il phon con il buco”; e dove si possono anche scoprire i nuovi prodotti firmati Dyson per l’illuminazione e il trattamento dell’aria. Aperto nel marzo 2018, lo store è da subito stato oggetto di grande interesse da parte del pubblico, ansioso di scoprire le ultime novità dell’azienda.

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SHOPPING DISTRICT

HUAWEI EXPERIENCE STORE

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nnovazione è la parola d’ordine intorno a cui è stato progettato e pensato il primo flagship store Huawei in Europa, che ha aperto in CityLife nel 2017, consolidando così il ruolo chiave che ha il mercato italiano per il colosso cinese. Innovativo è il concetto stesso di negozio, che abbandona la semplice idea di punto vendita per trasformarsi in un’esperienza immersiva: un experience hub dove non solo sono esposte le ultime novità del brand, ma che coinvolge i visitatori facendogli vivere un vero e proprio viaggio attraverso pareti intelligenti che parlano più lingue, maxi ledwall avvolgenti e display interattivi. Tutto questo grazie anche alla presenza di personale appositamente formato, in grado di raccontare la storia di Huawei, di affiancare il cliente e soddisfare tutte le sue necessità, dall’aggiornamento del sistema operativo alla ricerca della perfetta personalizzazione dei device. Inoltre in negozio sono organizzati eventi e corsi, dal videomaking alla fotografia, passando per lo yoga e il fumetto: l’idea è quella di coinvolgere il pubblico, trasformando le sue grandi passioni in occasioni per conoscere la tecnologia e la filosofia del brand. Innovativo è anche il modo che ha Huawei di rappresentare il proprio spirito green: nel negozio è installato un pavimento che sfrutta una tecnologia in grado di trasformare il calpestio delle persone in energia. Inoltre, nello store è stato inserito un giardino interattivo: un ambiente dove accanto a piante vive si innestano fiori LED creando un ibrido di grande impatto scenografico e simbolico, che va a sottolineare la reale possibilità di un’esistenza armonica tra natura e tecnologia. Innovativa è infine la filosofia di Huawei: l’azienda nata nel 1987 da un’idea di Ren Zhen Fei si basa sul sogno di poter vivere in un mondo interamente connesso e smart, dove la tecnologia sia sempre più intelligente e renda la vita migliore. Per realizzare questa visione, Huawei investe ogni anno in ricerca e sviluppo e non è quindi un caso che, in tutta Italia, l’azienda abbia scelto CityLife come sede del suo flagship store, un quartiere che è «il luogo con le tecnologie più avanzate dove si possa aprire un negozio», stando alle parole di James Zou, general manager per il nostro Paese della Divisione Consumer.

Innesti vegetali su pareti tecnologiche, immense aree bianche e arredi dal design leggero: il flagship store di Huawei a CityLife apre le porte sul futuro della tecnologia.

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SHOPPING BRAND FOCUS

Il gusto degli Attimi testi Eleonora J. Annembi

Contro la credenza che per essere fast bisogna scendere a compromessi con la qualità apre a CityLife Attimi by Heinz Beck, che ripropone il modello già sperimentato a Roma, dove le persone possono gustare squisiti menù calibrati sul tempo a loro disposizione. Un approccio nuovo alla cucina, pensato per modellarne i ritmi sulle esigenze quotidiane.

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SHOPPING BRAND FOCUS

Non solo le celebri stelle Michelin celebrano il talento di Heinz Beck: lo chef ha collezionato fino a oggi quattro cappelli nella guida de L'espresso, un giudizio di 95/100 in quella del Gambero Rosso e tre stelle del Veronelli.

ARRIVA PECK Peck, il tempio della gastronomia che dal 1883 rappresenta l’eccellenza milanese, a novembre aprirà per la prima volta un locale al di fuori del proprio quartiere storico, e lo farà proprio a CityLife. In uno spazio di trecento metri quadri con ampio dehor esterno vivranno anime diverse: gastronomia, enoteca, cocktail bar e bistrò, perché Peck qui vuole proporre il meglio della propria offerta «con lo spirito di servire il quartiere con una bottega di eccellenza» come spiega l'Amministratore Delegato Leone Marzotto.

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a food court dello Shopping District di CityLife si arricchisce con una nuova proposta: Attimi by Heinz Beck, il Bar Bistrò Dining firmato dal famoso chef tristellato della Pergola di Roma, reso ancor più accattivante dall’architettura e dagli arredi firmati Studio Novembre. Attimi, nato da una partnership tra Chef Express, società del Gruppo Cremonini, e Beck&Maltese Consulting, è stato lanciato nel 2017 nell'aeroporto di Roma Fiumicino, con un’offerta alla carta e tre menù degustazione studiati in funzione del tempo a disposizione dei viaggiatori: trenta, quarantacinque o sessanta minuti. A CityLife, Attimi porta la sua filosofia e il suo approccio al cibo: si tratta infatti di un indirizzo casual dining a Milano, uno spazio dove l’eccellenza dell’alta cucina diventa inclusiva, non solo nel prezzo, ma anche nelle atmosfere e nel design. Un’esperienza che, complessivamente, punta al coinvolgimento e alla soddisfazione dei palati e del cuore del pubblico e che il famoso chef, riconosciuto come uno dei più noti esponenti della gastronomia mondiale, spiega così: «con Attimi, portiamo a Milano uno spazio casual dining per recuperare il piacere del pasto, senza compromessi; sia che si fermi al tavolo, o che opti per il bistrot o per un aperitivo, il cliente avrà la possibilità di scegliere tra diversi menù moderni, costruiti su modelli alimentari coerenti con i ritmi della sua giornata e del suo tempo a disposizione. Attimi è un modo completamente nuovo di vivere l’eccellenza alimentare». Gli fa eco Cristian Biasoni, Amministratore Delegato di Chef Express: «Attimi by Heinz Beck conferma ancora una volta la passione della nostra azienda per i progetti di altissima qualità e che si prestano a essere replicabili in realtà diverse. Aprendo a Fiumicino l’obiettivo era far vivere emozioni indimenticabili, speciali a chi viaggia. A CityLife vogliamo suscitare l’emozione della cucina di altissimo livello in un contesto urbano di lavoro e di svago, quale è l’ambiente offerto da uno dei centri commerciali più sofisticati che siano mai stati realizzati». Con i suoi centoventuno posti a sedere, divisi tra l’interno e il godibile dehor esterno, Attimi, vincitore del Foodservice Award 2017 – Premio Speciale per l’innovazione, arriva quindi a Milano, dove si appresta a unire ottimi piatti a un’offerta bar-bistrò con un ricco calendario eventi. �

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LIFESTYLE FUORI MURA

Il dolce ritmo della flânerie testi Edoardo Carugo

Non si ferma il nostro viaggio attraverso le strade intorno a CityLife, alla ricerca di antiche botteghe e piccoli negozi da raccontarvi. Quattro luoghi dove scoprire il fascino delle antiche tradizioni, il dolce gusto di una coccola, la gioia di sentirsi a casa e dove sperimentare l’abbandono alla danza.

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LIFESTYLE FUORI MURA

RISTORANTE | l’ospitale

Mes Amis, via Domodossola angolo via G. Da Procida, 20145 Milano Tel. 02 39434364 ● www.mesamismilano.it

Il ristorante Mes Amis è il luogo ideale dove passare una serata in compagnia o dove gustare un pranzo veloce e piacevole, godendo appieno dell’ospitalità dei padroni di casa. In questo ambiente luminoso ed elegante il cliente si sente a casa, avvolto dai profumi dei piatti della tradizione e incuriosito dalle rivisitazioni gastronomiche che strizzano l’occhio al futuro della ristorazione. La carta passa agevolmente dalla tradizionale cotoletta alla milanese a un piatto di mezze maniche servito in una forma di parmigiano. La zona dedicata alla cucina è un affascinante ambiente arredato in stile rètro, separato dalla sala solo da una parete in vetro, di modo che i sapienti gesti dei due cuochi all’opera non restino un segreto da dietro le quinte ma coinvolgano e stupiscano i clienti.

CALZOLAIO | l’artigiano

Ciccone the Master, via Albani 52, 20148 Milano Tel. 02 83644717 ● www.cicconethemaster.com

A soli cinque minuti a piedi dalla fermata della metropolitana Lotto si trova una bottega artigiana che racchiude la storia e la passione di un’intera famiglia e le mescola all’uso di nuove tecnologie e nuove forme di comunicazione. Ciccone, questo il nome del negozio e del mastro calzolaio, è un laboratorio che non si limita a vendere scarpe, ma le confeziona su misura e promette di far vivere al cliente «un’esperienza unica» fatta di dialoghi, personalizzazione e assistenza all’acquisto. Un’esperienza, insomma, che sa di tempi andati, quando dietro a ogni capo d’abbigliamento si nascondevano saperi ed esperienze che oggi si possono ritrovare all’interno di questo piccolo negozio poco distante da CityLife.

SCUOLA | la sperimentale

Scuola di danza Metiss’Art, via Angelo Morbelli 7, 20149 Milano Tel. 02 36529113 ● www.metissart.org

Metiss’Art non è una semplice scuola di danza, ma un progetto che vuole condurre i suoi ballerini attraverso un percorso personale e artistico guidati da uno staff di professionisti. Non si tratta solo di imparare danze etniche tradizionali, come la danza del ventre, il flamenco o le danze berbere, ma di comprenderne l’effetto positivo sulla mente e sul corpo. Proprio per questo, accanto all’insegnamento delle varie discipline, sono proposti percorsi di meditazione e formazione: un approccio pionieristico, che mette in primo piano una visione olistica della persona. Metiss’Art non propone questo approccio solo agli adulti ma anche ai bambini, dall’età prescolare in su per insegnare loro come sviluppare, attraverso il movimento, l’empatia e la sinergia rispetto al resto del gruppo e l’armonia con se stessi e il proprio corpo.

PASTICCERIA | la dolce

Pasticceria Correggio Milano, via Correggio 14, 20149 Milano Tel. 02 4690887 ● www.pasticceriacorreggiomilano.it

C’è una ricetta semplice dietro alle creazioni della Pasticceria Correggio Milano: dedizione, cura del dettaglio e un’accurata selezione delle materie prime. Unendo questi semplici ingredienti, i pasticceri realizzano piccole coccole per viziare il palato dei loro clienti: c’è una sfiziosa proposta di piccola pasticceria, ci sono torte realizzate per andare incontro ai gusti più diversi e non manca nemmeno una proposta salata, che include vari stuzzichini per un aperitivo in compagnia. Questo e molto altro viene preparato nel laboratorio adiacente al bancone, dove i pasticceri e gli chef, armati di farina, burro e zucchero, creano gustose evasioni che promettono di trascinarvi in un impareggiabile viaggio gustativo.

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TECNOLOGIA

Sempre più in alto testi

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Eleonora J. Annembi

Andrea Cherchi

Dopo lo straordinario fotoracconto dell’installazione della gru in cima allo “Storto”, ecco le spettacolari immagini del logo Generali che prende forma sul grattacielo firmato da Zaha Hadid. Lettere e pannelli alti quindici metri coronano la sommità di una delle tre torri del complesso, in cui a luglio i dipendenti della compagnia assicurativa hanno fatto ufficialmente il loro ingresso.

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TECNOLOGIA

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a torre firmata da Zaha Hadid è cresciuta di quindici metri in seguito all’installazione del logo “Generali” in cima al grattacielo, che è arrivato così a toccare i centonovanta metri d’altezza. Ricorderete di sicuro la spettacolare operazione che vi abbiamo raccontato nel secondo numero che lo scorso aprile ha tenuto tutti con il naso all’insù: quando cioè un elicottero della Heliswiss ha trasportato sulla sommità dello “Storto” la gru che è servita a montare la gabbia d’acciaio e a installare la corona rosso fiammante che, da luglio, domina la torre. Le lettere che compongono la scritta “Generali” e il leone, simbolo della compagnia proprietaria della torre, sono stati trasportati a una a una da terra e sono state poi installate sui pannelli del tipico rosso associato proprio a Generali. Chi ha assistito ai lavori d’installazione ha quindi potuto vedere le lettere che risalivano lungo la facciata fino a raggiungere la sommità della torre. Un’operazione spettacolare che regala una corona sgargiante alla splendida opera di Zaha Hadid. �

Operai che si muovono a quasi duecento metri d'altezza: vedere il logo "Generali" progredire significa assistere allo spettacolare lavoro di questi operai acrobati.

CITYLIFE MAG › 47




NUMERO 3 - SETTEMBRE 2018

A R C HITETTU R A

LODOVICA DAL POZZO

Direttore creativo

SIMONE SIRGIOVANNI

Fotografi

Fumetti e mappa TEA AZZENA

V IA G G I

TEC N OLOG IA

F U M ETTI

Un gioiello della storia di Milano: il Padiglione 3. Gli Orti Fioriti in CityLife si animano, il racconto di una stagione nel verde. Intervista allo Studio Berlucchi che ha curato il restauro del Padiglione 3. Le proposte tecnologiche dello Shopping District di CityLife. Cinema dentro e fuori: la visione di Anteo.

CEO CityLife

ARMANDO BORGHI

Direttore commerciale CityLife

NUMERO 3 • SETTEMBRE 2018 • TRIMESTRALE

GIORGIO LAZZARO

NON PERDERTI IL PROSSIMO CITYLIFE MAG

Coordinamento CityLife

NUMERO 4 • DICEMBRE 2018

LUDOVICA DE MARIA

Stampa

GRAFICHE FILACORDA srl

Un ringraziamento speciale a: LUCA BONAFEDE per averci mandato la mail con le immagini della zona di costruzione delle nuove residenze ALESSANDRO BORGO per l’attività nella realizzazione del progetto paddle ANDREA CHERCHI per le sue spettacolari fotografie e il racconto della sua visione di Milano ALBERTA GARUSI per le lunghe conversazioni e le tempestive informazioni sullo Shopping District CLAUDIA PASINI per essere sempre di enorme aiuto su molti frangenti MARCO MENDOLA per le correzioni e le immagini di molti articoli INES BOSSI per sopportare le continue richieste NICOLA BERLUCCHI per averci raccontato gli interventi di restauro del suo studio sul Padiglione 3 GIORGIA CERESA per avere avuto l’illuminazione e aver fatto da tramite per l’attico Libeskind THOMAS BERLOFFA per averci inviato i testi e le immagini delle opere della mostra EMANUELA CERIZZA per aver significativamente accelerato la realizzazione dello shooting interior ANDREA MARIOTTI per averci inviato, re-inviato ed inviato ancora le immagini della zona Rb2 LA FAMIGLIA che ci ha aperto le porte del suo spettacolare attico FLAVIO DOLCE per i testi e le immagini di DJI FRANCESCO MAMMANA per i testi e le immagini di Huawei SARA SIMONINI, LUCA MACARIO E FRANCESCO CAMURRI per l’articolo su Attimi di Heinz Beck MONICA TOMASETTI E MARTINA POZZO per il pezzo su Anteo Cinema ADALBERTO CAPRARI, LEONE MARZOTTO E MATTEO ZACCARIA per l’articolo su Peck ISABELLE CONNER per aver sopportato le continue mail del direttore commerciale DANI GABOR per la realizzazione del nuovo marchio MARINA REISSNER per le informazioni sul Padiglione 3 e sull’avanzamento dei lavori del Parco delle Sculture PIERLUIGI ROSSI per il prezioso legame di marketing costruito tra CityLife e Generali EMMA URSICH per l’aiuto su tante attività di marketing ELENA SCOVAZZI per il coordinamento con il marketing dello Shopping District ROBERTO RUSSO per la gestione del progetto Paddle La COOPERATIVA DEL SOLE per la preziosa e costante attività negli Orti Fioriti UGO FAVA per la realizzazione del bellissimo Chiringuito nel parco ROBERTO POLONI di ICF per l’aiuto nel ricostruire la storia della Monroe Chair di Isozaki MARCO GIORGI per averci mandato immediatamente il logo del chiringuito ... e a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare anche questo terzo numero.

CityLife Mag è pubblicato da FEELGOOD 1986 srl, editore della rivista Foro Buonaparte, 68 - 20121 Milano - Tel. +39 02 36768300 - Capitale sociale 10.000 € - P. IVA 09161810966 Per la lista completa e aggiornata degli eventi e la lettura di contenuti extra visita il blog www.citylife-mag.it

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A RTE

GIORGIA BACIS

Collaboratori redazionali

KATIA D’ADDONA

IN TER IOR

Illustratrice

Redattrice e copywriter

Correttrice di bozze

DES IG N

ISTANTANEE DELLA NUOVA MILANO

ANDREA CHERCHI BEATRICE MANCINI SIMONE SIRGIOVANNI

EMANUELA BRUMANA ELEONORA J. ANNEMBI SIMONE ARSON EDOARDO CARUGO KATIA D’ADDONA

N ATU R A

Foto di copertina: D. Bombelli

Direttore editoriale


UVA Tempo di vendemmia negli Orti Fioriti in CityLife, dove con l’arrivo di settembre cominciano a maturare i primi grappoli d’uva.


ÂŤ

The most important thing

an artist can do is confront society with something it has never seen before, something in a sense improper. I've always felt that the most important thing is finding a way of escaping the framework or aesthetic consciousness with which I am burdened. Arata Isozaki

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