ARCHI T E T T U R A
N AT U R A
DESIGN
I N T E R I OR
A RT E
Storia di CityLife
VIA GGI
T EC NOLOGIA
Healthy life
I cantieri ancora aperti
CityLife Shopping District
e uno sguardo al futuro.
le nuove aperture per vivere sani.
Archistar
Digital... su misura
Intervista esclusiva a Daniel Libeskind sulle nuove residenze.
Eligo, una realtà sartoriale 2.0 nel cuore di Milano.
Hall of fame
CityLife & FAI
La Torre Generali premiata a Cincinnati per la sua ardita architettura.
Intervista ad Angelo Maramai, Direttore Generale del FAI.
NUMERO 8 • DICEMBRE 2019 • TRIMESTRALE
Foto di Simone Sirgiovanni
CITYLIFE ALL TOWERS
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EDITORIALE
L'ultima grande tappa Gentili lettori, quest’anno si conclude con due grandi novità per CityLife: l’avvio della commercializzazione delle Residenze Libeskind 2 ai family&friends, che segna la conclusione del comparto residenziale, e la presentazione alla stampa del progetto che andrà a completare il quartiere. Selezionato a seguito di una gara internazionale fra importanti studi di progettazione e architettura, lo studio BIG - Bjarke Ingels Group, si è aggiudicato la vittoria con un progetto pensato per creare una interconnessione tra spazi privati e pubblici per una migliore vivibilità dell’area. Andremo a concludere poi il nostro racconto della storia di CityLife con l’ultimo capitolo dedicato alla progettazione della torre PwC, di cui ripercorreremo tutte le tappe fondamentali: dalla posa della prima pietra al completamento della crown; per terminare con uno sguardo al futuro con la descrizione del progetto dello studio BIG – Bjarke Ingels Group che ci darà una visione d’insieme di tutta l’area al termine dei lavori. In questo numero troverete, inoltre, due belle interviste: all’architetto Libeskind che ci ha parlato del suo rapporto con Milano e con CityLife, spiegandoci quali sono state le sue idee progettuali alla base del nuovo lotto residenziale di imminente realizzazione e al Direttore Generale del FAI, Angelo Maramai, che ci ha raccontato delle iniziative e dei successi di un’associazione sempre più conosciuta e apprezzata. Vi racconteremo poi del premio vinto dalla Torre Generali nella categoria High – Rise Buildings, dedicato ai grattacieli che spiccano per la sapienza progettuale e ingegneristica, conferito dall’American Concrete Institute, maggiore autorità e punto di riferimento mondiale per la progettazione, sviluppo e diffusione del calcestruzzo. Un premio che non fa che conferire ancora più lustro al nostro quartiere. Parleremo inoltre di arte, con un’intervista al duo di artisti milanesi Ornaghi e Prestinari, creatori di una delle installazioni del nostro Parco di Arte Contemporanea; di design, con il racconto della creazione della Wagenfeld lamp, uno dei pezzi iconici del Bauhaus; di lifestyle, con la storia di Eligo, una giovane start-up specializzata nell’alta sartoria Made in Italy e infine di wellness con le nuove aperture all’insegna del benessere all’interno di CityLife Shopping District. Immancabile poi l’appuntamento con il tabloid dove troverete tutti i dettagli sugli eventi più belli che hanno animato il nostro parco come la Half Marathon, mezza maratona che da sempre segna la chiusura della stagione delle corse per i runner milanesi; della seconda edizione della Wine Week , evento che punta a fare di Milano un luogo di riferimento del buon bere; e del Word Padel Tour, torneo che ha radunato i più grandi estimatori di questa neo pratica sportiva e di tanto altro ancora.
Buona lettura. Armando Borghi CEO CityLife
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SOMMARIO
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SOMMARIO
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NUMERO 8 dicembre 2019
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Storia di CityLife - Ultimo capitolo ARCHITETTURA
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Daniel Libeskind ARCHITETTURA
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Quattro passi nel quartiere ARCHITETTURA
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Il Made in Italy all’apice GRUPPO GENERALI
La Torre Generali premiata a Cincinnati per l'innovazione delle imprese di costruzione italiane.
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ARTE
Due gallerie milanesi ARTE
Incontro con due galleristi che, pur avendo sedi in altre città, non rinunciano alla "loro" Milano.
Le architetture di Vico Magistretti, uno dei protagonisti della rinascita post-bellica di Milano.
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Tra mito e futuro Intervista al duo Ornaghi e Prestinari, autori della scultura Filemone e Bauci del Parco di Arte Contemporanea.
Un'inedita intervista all'archistar che ha firmato il lotto residenziale di prossima costruzione.
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GRUPPO GENERALI
Le perle del patrimonio del FAI fotografate da Stefano Guindani esposte in Torre Generali.
L'ultima puntata della storia del distretto che ha rivoluzionato il volto di Milano.
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Banca Generali
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Wagenfeld lamp DESIGN
Il pezzo iconico che rappresenta lo spirito della scuola Bauhaus che festeggia 100 anni quest'anno.
SOMMARIO
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Design e business DESIGN
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Visita guidata ad un attico pensato per essere infinitamente customizzabile.
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#WELLNESS
SHOPPING BRAND FOCUS
Coppola arriva a CityLife SHOPPING BRAND FOCUS
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Flânerie, la cura del dettaglio LIFESTYLE FUORI MURA
Continua il nostro tour alla ricerca di negozi, laboratori e storie che impreziosiscono il quartiere.
I panni sporchi si lavano... fuori casa TECNOLOGIA
Una selezione di app che ci danno una mano nella nostra quotidianità domestica.
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Apre in CityLife il nuovo salone di Aldo Coppola, il coiffeur più glamour di Milano.
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LIFESTYLE
Quando la sartoria diventa smart: storia di una start-up che ha rivoluzionato il mondo degli abiti su misura.
Nuove aperture all’insegna del benessere: due palestre e un locale per vivere bene in città.
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Eligo Milano
Il FAI e Milano INTERVISTA
Le Giornate di Primavera, il rapporto con Milano e CityLife nelle parole di Angelo Maramai, Direttore Generale del FAI.
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Alkekengi ILLUSTRAZIONE
Il racconto di una pianta stagionale presente negli Orti Fioriti CityLife.
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ARCHITETTURA
Storia di CityLife Ultimo capitolo testi
foto
Patrizia Giordano
Alberto Fanelli Martino Negri Mario Tirelli
Con l’installazione della corona sul “Curvo” e la costruzione del secondo lotto di residenze, entrambe firmati dall’archistar Daniel Libeskind, il vasto progetto di riqualificazione della vecchia Fiera di Milano si avvia verso la fase conclusiva. Attualità sui cantieri in corso e sulle novità svelate lo scorso novembre: CityLife non ha finito di stupire i milanesi.
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ARCHITETTURA
Il Curvo
Il terzo e ultimo grattacielo di CityLife sarà terminato nel primo semestre del 2020 e dovrebbe accogliere i collaboratori di PwC dopo l’estate. Nel corso del 2019 gli abitanti di Milano hanno potuto assistere in diretta alla crescita della nuova torre, al ritmo di un piano a settimana. L’installazione della corona è l’ultima e delicata fase in cui attualmente si sta cimentando l'impresa di costruzioni. La struttura che completa la sommità della torre e che gli conferisce quel design particolare ispirato dalla Pietà Rondanini, il capolavoro incompiuto di Michelangelo conservato al Castello Sforzesco di Milano, o come dichiarato in altre interviste, che rappresenta l’inchino verso la torre firmata dalla collega Zaha Hadid, è costituita da elementi in carpenteria metallica composti da profili circolari tubolari in acciaio. La struttura principale ha una geometria dettata dall’involucro di cui costituisce il sostegno. La superficie della copertura è completata da pannelli fotovoltaici e il volume che racchiude è destinato a spazi tecnici tra i quali un ingegnoso sistema di binari e grigliati che permettono l’installazione della gru di pulizia delle facciate. Le quattro facciate sono composte da cellule appese alla struttura primaria in metallo. La posa procederà dal basso verso l’alto, come avvenuto per la parte bassa della Torre. La realizzazione dell'ultima porzione di struttura appena terminata, è stata molto complessa e ha richiesto un dettagliato lavoro di ingegneria per consentire gli assemblaggi dei diversi elementi in quota. Lungo tutto il perimetro della copertura è previsto un camminamento (catwalk) che permetterà l’accessibilità per la manutenzione. Un dispositivo luminoso specifico è stato progettato per accentuare l’effetto scenografico della sommità dell’edificio. �
TORRE LIBESKIND, EVOLUZIONE DEL PROGETTO
La torre firmata da Daniel Libeskind è passata attraverso più fasi di revisione per migliorare l'efficienza dell'edificio. L'ultima ha comportato una modifica delle facciate sul lato sud per evitare il riflesso dei raggi solari dovuti alla forma convessa della torre. Il progetto iniziale doveva essere meno alto e più curvo.
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ARCHITETTURA
Il parco pronto per accogliere altre opere
Anche il parco di CityLife è in fase di completamento. L’ultima porzione in lavorazione è quella che si estende tra il MiCo (Milan Convention Center) e CityLife Shopping District. In questa nuova area troveranno collocazione alcune delle opere di artisti affermati o giovani emergenti che andranno a completare il Parco di Arte Contemporanea, il primo museo d’arte contemporanea a cielo aperto di Milano. La nuova porzione di Parco, oltre a offrire ulteriori spazi verdi aperti alla cittadinanza, ospiterà anche una zona gioco per bambini di diverse fasce d’età e completerà il progetto dotando Milano di un parco modernamente concepito sotto il profilo della varietà di offerte (museo a cielo aperto, palestra open air, aree gioco, asilo nido e ampi spazi per utilizzo libero e altre attività). Nuove residenze (quasi) in vista
La costruzione del secondo lotto di residenze disegnate da Libeskind avanza secondo i tempi previsti. L’archistar ha dichiarato recentemente: «A partire dal successo del primo gruppo di edifici residenziali stiamo estendendo il progetto a una nuova ubicazione. I riferimenti al cortile classico milanese saranno ripresi, così come un grande spazio verde circonderà gli edifici che costeggeranno il grande parco. Nelle residenze invece sono previsti nuovi servizi tra i quali la zona fitness e la piscina». La commercializzazione dei nuovi appartamenti è iniziata a novembre per family&friends ovvero i residenti, le loro famiglie e amici, e coloro che hanno manifestato il proprio interesse. Nei primi mesi del 2020 partirà la seconda fase di vendita aperta a tutti.
Il parco è arredato da numerose sculture realizzate da artisti emergenti e autori di spicco. Le opere si innestano armoniosamente nel paesaggio che dialoga con esse in un gioco di prospettive e scorci che le incorniciano e valorizzano.
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ARCHITETTURA
Verso il futuro
Il grande spazio della porta Domodossola accoglierà una nuova imponente struttura, svelata lo scorso 15 novembre in occasione della conferenza stampa indetta per annunciare la scelta del progetto vincente. Sei sono state le proposte elaborate dai più importanti studi di architettura mondiali: il danese BIG che ha vinto il concorso, l’olandese UNstudio, il francese Dominique Perrault, lo studio Antonio Citterio Patricia Viel, e gli studi SOM - Skidmone, Owing & Merril e PLP Architecture. Il creativo Bjarke Ingels ha proposto la realizzazione di due edifici, uniti da una copertura a portico che, incorniciando le tre torri esistenti senza competere con queste in altezza, definirà un nuovo portale di accesso a CityLife da nord, attraverso un'estesa area verde che andrà ad arricchire ulteriormente la vivibilità del quartiere e costituirà un nuovo elemento di restituzione alla città di Milano. Uno spazio ibrido, composto da zone private all’interno delle costruzioni che accoglieranno uffici, e spazi aperti al pubblico nei cortili interni e sotto il lungo portico pensato per offrire alla città di Milano un nuovo grande spazio coperto. Terrazze a cascata con vista sulle Alpi e il Monte Rosa completeranno il progetto che occuperà una superficie pari a 53.500 metri quadri e che comporta una revisione dell'accesso dei veicoli alla Piazza e all'ingresso delle Torri. L’ispirazione per questa innovativa proposta, il giovane architetto danese, vincitore di importanti concorsi di progettazione in Europa come negli Stati Uniti, l’ha ricercata nella tradizione architettonica milanese che prevedeva delle costruzioni gemelle per marcare la prospettiva della morfologia urbana come si possono ancora oggi vedere in via Vittor Pisani, in piazza Duomo o ancora in Piazza Piemonte.
Gruppo BIG - Bjarke Ingels Group (foto pagina di destra)
I lavori cominceranno nel 2021 e il completamento dell’area è previsto tra la fine del 2023 e i primi mesi del 2024 per un investimento di più di 100 milioni di euro. Aldo Mazzocco, Amministratore Delegato di Generali Real Estate e Presidente di CityLife, ha dichiarato: «Abbiamo fatto un po’ fatica a decidere tra sei bellissime proposte progettuali, ma pensiamo di aver scelto un bel progetto, equilibrato, moderno e complementare col resto del compendio CityLife». Armando Borghi, Amministratore Delegato di CityLife, ha affermato infine che «Con CityLife ci siamo posti un obiettivo ambizioso che pensiamo di aver raggiunto: quello di rigenerare e riqualificare l’area della Fiera di Milano che abbiamo restituito integralmente alla città in una forma completamente rinnovata e fruibile da tutti». Una dichiarazione condivisa dai numerosi milanesi che ogni giorno fruiscono dei servizi del nuovo quartiere �
A BIG... PROJECT Tutte le immagini di questa pagina sono dei rendering del progetto dello studio BIG che ha vinto il concorso per l’ultimazione del progetto CityLife. Le due strutture che compongono l’opera architettonica sono di dimensioni diverse e sono collegate da un maestoso portico che si estende su una lunghezza di 140 metri e che offre alla città un nuovo grande spazio pubblico.
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INTERVISTA
Daniel Libeskind
L'architetto della memoria storica testi
Studio Libeskind
Lodovica Dal Pozzo
Daniel Libeskind parla delle nuove residenze di CityLife, delle fonti di ispirazione, delle specificità, del verde, del suo amore per Milano, di musica, sostenibilità e architettura contemporanea. Una visione a 360° del nuovo progetto.
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INTERVISTA
Dietro i suoi progetti ci sono sempre idee significative e riferimenti alla memoria storica. Cosa c’è dietro gli edifici residenziali di CityLife? Il progetto di CityLife rappresenta l’estensione della vita urbana, dell’anima e della storia di Milano nella contemporaneità. Si trattava di attualizzare la tradizionale architettura milanese per adattarla al XXI secolo, con particolare attenzione alla sostenibilità, introducendo l’utilizzo di tecnologie intelligenti e prendendo in considerazione tutti gli elementi che rendono la vita di oggi ricca di significato.
Che ruolo ha la sostenibilità nel progetto di CityLife? La sostenibilità è molto importante, puntiamo davvero ai più alti standard richiesti in Europa e in Italia. Utilizziamo l’acqua di falda, un impianto fotovoltaico, prevediamo dispositivi di condivisione, installiamo stazioni di ricarica per le auto, introduciamo la domotica, troviamo le migliori soluzioni per gestire la temperatura e l’acustica. Diamo vita a luoghi di pace, non costruiamo abitazioni, ma creiamo case. I suoi progetti riflettono sempre i valori di un’epoca; in che modo le residenze di CityLife sono case del nostro tempo?
Quando ero a Milano per progettare le prime residenze mi dicevano che l’architettura era meravigliosa ma chiedevano volumi più tradizionali all’interno. In questa seconda fase invece abbiamo il controllo anche sul design dell’interior e i clienti oggi cercano interni più contemporanei, con spazi più aperti inondati di luce. Di conseguenza abbiamo progettato open space e ciò non dipende dal concept di casa che cambia, ma dal lifestyle che evolvendo detta nuovi modi di vivere. C’è qualcosa di molto attuale in questi edifici.
Come ex-musicista professionista lei dichiara spesso che architettura e musica sono intrinsecamente legate. C’è un tema musicale in particolare che l’ha ispirata mentre progettava CityLife? L’architettura è davvero come la musica classica in versione contemporanea, perché si basa sul contrappunto, su canoni, su variazioni e un gran numero di dettagli che, armonizzati, offrono una visione più ampia del senso sinfonico delle proporzioni dello spazio. I diversi elementi di ogni residenza, l'equilibrio e la varietà hanno una struttura musicale. Non sono il frutto del sistema ripetitivo della tecnologia, ma rappresentano un approccio sculturale della musica. Ha vissuto a Milano per qualche anno, ci sono dei palazzi milanesi che le piacciono in modo particolare? Penso che camminando per Milano si percepisce la ricchezza della storia, con i suoi edifici che risalgono a centinaia di anni fa. Per me, ciò che è bello e unico di Milano, e che la rende così speciale, è proprio questa continuità nella tradizione, una tradizione che gioca il ruolo di cerniera magica del progetto di CityLife. Una somma di tradizioni tradotte nel senso del lifestyle contemporaneo.
A. Fanelli
Studio Libeskind
Lei ha sovente dichiarato che la verticalità è un’opportunità per la riqualificazione delle aree urbane per lasciare spazio alle aree verdi. In che modo le residenze interagiscono con il parco di CityLife? L’obiettivo principale del progetto CityLife era di fornire un immenso spazio verde composto da più elementi di dimensioni diverse, il grande parco pubblico per i cittadini e spazi più intimi per i residenti. L’integrazione del concetto di pubblico e domestico fa parte dell’idea del piano generale.
A. Fanelli
La zona residenziale di CityLife che ha progettato è composta da due gruppi di residenze; ci sono differenze importanti tra le prime residenze e quelle che saranno costruite nei prossimi mesi? Ebbene, a partire dal successo del primo gruppo di edifici residenziali stiamo estendendo il progetto a una nuova ubicazione. I riferimenti al cortile classico milanese saranno ripresi, così come un ampio spazio verde circonderà gli edifici che costeggeranno il grande parco. Nelle residenze invece sono previsti nuovi servizi tra i quali la piscina. Quindi possiamo dire che stiamo elaborando i futuri edifici a partire dal concept vincente delle prime residenze, ma in una nuova location che permetta di mantenere il grande parco di CityLife, elemento fondamentale del nostro masterplan.
I suoi palazzi sono molto diversi a secondo se si guardano dall’esterno o se si vivono all’interno. Ci sono due storie che li animano o fanno parte di una stessa esperienza? I palazzi sono come esseri umani. Non esiste solo la parte esteriore, il viso, le apparenze, i vestiti, ogni persona ha un’anima, un cuore e una mente. Allo stesso modo gli edifici non sono composti unicamente da elementi esterni, contengono un’anima che si traduce in intimità domestica che a sua volta influenza l’atmosfera in cui le persone si divertiranno a vivere. È così che l’interno genera l’esterno e l’esterno è inseparabile dall’interno. Lei disegna anche mobili. I volumi interni delle residenze di CityLife l’hanno ispirata? Sicuramente quando penso a un divano, a una sedia, a un tavolo, e ora ho una collaborazione con David Gill a Londra, penso sempre a CityLife, alla parte residenziale. Immagino quale potrebbe essere un bellissimo tavolo, una bellissima lampada. Credo che un mobile possa essere usato in modo universale, ma mi piace pensare a come l’oggetto interferirà con la luce, nel senso contemporaneo del termine, una luce che metta in rilievo la bellezza, una sorta di luminosità che penso sia l’energia del prossimo secolo. �
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ARCHITETTURA
Quattro passi nel quartiere Vico Magistretti testi
foto
Michela Moro
Simone Sirgiovanni
Vico Magistretti, designer e architetto, ha contribuito alla ricostruzione di Milano dopo la Seconda Guerra Mondiale. Una sorta di riqualifica post-bellica dove il verde e l’innovazione erano già al centro della questione. Passeggiata guidata.
Chiesa di Santa Maria Nascente in QT8
Dettaglio della Torre al Parco in via Revere 2-4
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Torre al Parco in via Revere 2-4
ARCHITETTURA
C
ity Life, uno dei simboli della Milano contemporanea, ha come contraltare i non lontani QT8 e il Monte Stella, conosciuto anche come la “Montagnetta di San Siro”, entrambi simboli della rinascita post-bellica. Fu un progetto a lungo termine pianificato e perseguito dall’architetto Paolo Bottoni, commissario straordinario dell’Ottava Triennale del 1947 che aveva come tema l’abitare; da qui l’acronimo QT8 - Quartiere Triennale ottava edizione, mentre la montagnetta fu dedicata a Stella, la scomparsa moglie dell’architetto. La ricostruzione era necessaria, le macerie dovunque. Il quartiere fu progettato con criteri urbanistici innovativi per l’epoca e con grande attenzione al verde; il parco del QT8, con i suoi 375.000 metri quadri, offriva ai ragazzini spazi ludici mai visti prima e aria pulita a tutti gli abitanti del quartiere. Si realizzarono per la prima volta edifici prefabbricati di diverse tipologie, su progetti di vari architetti, e Vico Magistretti, giovane architetto milanese e figlio d’arte nato nel 1920, vinse il concorso per il progetto della chiesa, snodo cruciale del quartiere. Partiamo dunque dal parco di CityLife per la nostra passeggiata architettonica sulle orme “del Vico” e ci dirigiamo nel cuore di QT8, sopra la fermata della metropolitana omonima. L’atmosfera generale è veramente tranquilla, pensiamo al sollievo di chi abitava qui dopo gli anni convulsi della guerra. L’edificio della chiesa di Santa Maria Nascente, progettato da Magistretti insieme con Mario Tedeschi, ha un pianta circolare, con il battistero annesso, ed è circondato dal verde. La giornata uggiosa ci fa apprezzare il portico che la circonda, e immediatamente emerge lo stile Magistretti, rigoroso ed elegante. Lo spazio interno è arioso e l’altare ben visibile da ogni posizione, i mattoni a vista si alternano al legno e il crocefisso realizzato in Val Gardena posa benevolente lo sguardo sugli astanti.
Chiesa di Santa Maria Nascente poco dopo la realizzazione
Lasciamo il luogo di culto per proseguire verso mete più borghesi ma altrettanto iconiche. La Torre del Parco, in via Revere, edificata tra il 1953 e il 1956, è frutto della scelta di Magistretti e Franco Longoni di mantenere il verde attorno all’edificio e svilupparsi in altezza. Per l’epoca una vera rivoluzione, con tanto di terrazza panoramica e condominiale sul tetto, e ancor oggi ai taxisti basta dire Torre del Parco per essere portati al posto giusto. Ricordo gli interni dell’abitazione di un’amica che aveva mantenuto negli arredi lo stile Magistretti, e ritrovo nell’ingresso la giusta misura di pesante, la pietra, e leggerezza, il vetro e le griglie: la razza non si smentisce. Qualche centinaio di metri più in là, in via Leopardi, un altro edificio di abitazioni progettato da Magistretti rimanda con i suoi mattoni a vista alla chiesa appena visitata, ma l’insieme è diverso. Sottoposto a un evidentemente costoso recupero/restauro è diventato opulento e non si ritrova nella ricchezza della proposta la milanesità sottile, scevra da decorazione, del grande Vico, ma certamente gli inquilini di oggi apprezzano la palestra affollata di nuovissimi macchinari per gli allenamenti. In realtà Magistretti ha lasciato molti segni in città, e il più famoso è certamente la “casa rossa” fra piazza San Marco e le vie Solferino, Pontaccio e Ancona, ma la scelta è di esplorare edifici meno conosciuti e più “in zona” per noi. Piazza Aquileia non è lontana, e il condominio progettato dall’architetto nel 1962-64
Edificio di piazza San Marco 1
occupa buona parte del lato lungo della piazza. È il risultato dell’accorpamento di due volumi indipendenti, che in realtà si percepiscono se ci si addentra nell’atrio, anche quello declinato in diversi spazi. Un gentile – e paziente portiere, chissà quanti studenti son passati di qua – ci lascia curiosare nell’atrio che si apre appunto sulla torre posteriore, più alta e articolata. Si ritrova qui un altro dei segni distintivi di questi edifici: le finestre d’angolo, luminose ed estroflesse rispetto ai muri, una specie di bow-window contemporanei. L’ingresso è denso di dettagli che anche utilizzati da soli basterebbero: le cassette della posta in legno sotto la guardiola del portiere, appoggiate sulla pietra grigia, le solide maniglie in ottone delle porte in vetro, le poltroncine stile De Padova in una zona d’attesa e le svariate lampade Omega, produzione Artemide 1960 - 1969, un classico del linguaggio di Vico Magistretti designer e oggi un punto fermo nelle vetrine di design d’epoca. Già, non dimentichiamo che Magistretti è stato anche un grande designer, dalla mano sempre solida, elegante e di qualità: la lampada Eclisse, i mille oggetti e arredi progettati per De Padova, tanto per dire. Entriamo in cortile, la torre dai pieni e vuoti articolati permette – leggo in un testo colto – diverse soluzioni abitative: «nel taglio degli alloggi, da sei piccoli appartamenti, a tre alloggi di un piano completo, sino a due duplex». Col naso in su sogniamo di altri tempi e altre vite, e forse intravediamo padrone di casa che con la gonna stretta e le perle al collo offrono il caffè a compìti ospiti. Chi volesse saperne di più può visitare lo studio museo Vico Magistretti in via Conservatorio 20, aperto al pubblico. Info: www.vicomagistretti.it �
Schizzo dell'edificio in via Leopardi 15
CITYLIFE MAG › 13
GRUPPO GENERALI
Il Made in Italy all’apice dell’ingegneristica mondiale testi Patrizia Giordano
L’ingegneria italiana premiata a Cincinnati dall’autorevole American Concrete Insitute per il grattacielo Generali di CityLife. Ulteriore riconoscimento per la creatività e l’innovazione che hanno dato vita allo "Storto" di Zaha Hadid.
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GRUPPO GENERALI
L’
American Concrete Institute è la maggiore autorità e il punto di riferimento mondiale per la progettazione, lo sviluppo e la diffusione dell’uso del calcestruzzo. Una giuria internazionale di professionisti giudica i progetti iscritti al concorso annuale indetto proprio per onorare l’ingegnosità e la creatività dei progettisti contemporanei. Torre Generali ha vinto il premio della categoria High-Rise Buildings ovvero dei grattacieli che spiccano per la sapienza progettuale e ingegneristica, riconoscendo da un lato l’audacia e le caratteristiche del progetto, dall’altro le metodologie innovative di progettazione che lo hanno reso possibile. La sfida progettuale dello Storto, la cui torsione colpisce a prima vista, risiede proprio in quell’effetto torsionale reso possibile grazie a un’alternanza tra calcestruzzo ed elementi in acciaio-calcestruzzo. «Questo riconoscimento celebra l’ingegneria italiana e la capacità di progettare opere che non hanno eguali dal punto di vista architettonico e tecnologico» ha dichiarato l’Ingegner Marco Beccati, Direttore tecnico di CityLife S.p.A. «La Torre Generali è stata una vera e propria sfida e l’abbiamo affrontata forti del nostro consolidato knowhow che ha portato alla realizzazione di un edificio che rappresenta una best practice a livello globale per tutti i futuri progetti di questo tipo». La Torre è concepita come una sequenza di piani che ruotano attorno a un asse verticale, con una struttura di 18 pilastri inclinati disposti sul perimetro di ciascun piano. La facciata della Torre, che copre una superficie di 15.000 mq, è stata realizzata con un sistema a doppia pelle, per garantire l’effetto estetico di torsione su quella esterna e la massima efficienza energetica ottenuta dalla pelle interna. La candidatura al premio è stata fortemente voluta da CityLife, che come sviluppatore ha creduto in questo progetto coraggioso e ha dato fiducia al “saper fare” dell’Ingegneria Italiana, da Redesco Progetti, la realtà italiana che ha progettato le strutture della Torre dalla fase preliminare al definitivo avanzato, ha seguito la progettazione strutturale esecutiva e costruttiva e ha garantito l'assistenza al cantiere, da ACI Italy Chapter, “ramo” italiano della più grande e importante associazione internazionale di ingegneria del calcestruzzo, e dal Collegio Degli Ingegneri e Architetti di Milano - CIAM1563, storico motore culturale e polo di riferimento milanese delle professioni legate al costruire. Un progetto al cui successo hanno contribuito Holcim (Italia) con la fornitura di calcestruzzo non solo per le torri Generali e PwC ma anche per la riqualificazione urbana di tutta l’area di CityLife, insieme a CMB, azienda italiana leader nel settore delle costruzioni, che ha realizzato la Torre Generali. �
Sopra: l'imponente coronamento rosso della Torre Generali svetta nei cieli di CityLife. Nella pagina a sinistra: una sezione della Torre Generali durante le primissime fasi della costruzione.
Nella foto, da sinistra: Randall W. Poston, Presidente ACI Chapter; Mauro Eugenio Giuliani, ingegnere e collaboratore della Redesco Progetti; professor Liberato Ferrara, ACI Italy alla premiazione ACI.
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GRUPPO GENERALI
Banca Generali
Al crocevia tra innovazione e patrimonio testi
foto
Patrizia Giordano
Stefano Guindani SGP
La Torre Hadid ha ospitato una mostra aperta al pubblico sulle meraviglie italiane in partnership con il FAI, Fondo Ambiente Italiano. Un’occasione per riscoprire alcuni tesori del Belpaese in uno scrigno della contemporaneità recentemente premiato a Cincinnati per l’audacia del progetto.
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GRUPPO GENERALI
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nnovazione e luce sono le idee che hanno animato la mostra fotografica “Meraviglie Nascoste” che ha messo in scena la bellezza del patrimonio artistico e culturale italiano. Il connubio è unico: raccontare attraverso l’occhio sensibile della macchina fotografica alcuni dei luoghi straordinari custoditi dal FAI, inserendoli nella cornice esclusiva della Torre Generali, il grattacielo avveniristico simbolo dell’Italia che guarda al futuro. Dall’8 ottobre al 15 novembre, Banca Generali ha così aperto al pubblico per la prima volta le porte dello “storto” di Citylife presentando l’iniziativa “Meraviglie Nascoste”, l’esposizione fotografica patrocinata dal FAI – Fondo Ambiente Italiano che ha raccolto 20 scatti raffiguranti alcuni dei palazzi storici, ville e chiese tra i più belli di tutta la Penisola. Un’iniziativa che si inserisce nella direzione intrapresa dalla Banca di stimolare la curiosità e portare l'attenzione sullo straordinario lavoro del Fondo e ai meravigliosi siti che custodisce e ospita con le Giornate FAI di Primavera, e che ora ha trovato una nuova veste grazie a questa mostra. Dedizione e cura del dettaglio per offrire una prospettiva inedita di alcuni dei luoghi più belli e affascinanti del nostro Paese, quali Villa Necchi Campiglio, il castello di Avio, Palazzo Pusterla, l’Abbazia di San Fruttuoso. Luoghi della nostra storia, che raccontano la ricchezza culturale e la bellezza dell’Italia, di cui è importante diffondere la consapevolezza e il messaggio dell’importanza della loro salvaguardia. «Da sei anni siamo al fianco del FAI con le Giornate di Primavera, e dopo aver contribuito all’apertura di oltre mille luoghi solitamente chiusi al pubblico, volevamo offrire qualcosa di speciale ed emozionante» spiega il Vice Direttore Generale di Banca Generali Andrea Ragaini. «Il connubio tra le immagini di Guindani, l’energia della torre e la magia di questi luoghi ha offerto lo spunto ideale per raccontare il nostro impegno non solo per la protezione del patrimonio artistico collettivo, ma anche per la valorizzazione del territorio, da portare avanti promuovendo una crescita sostenibile». Grande il successo di “Meraviglie Nascoste”, testimoniato dagli oltre 4000 visitatori: oltre ai dipendenti del Gruppo, molti sono entrati nella Torre Generali per camminare tra le bellezze italiane immortalate dagli scatti di Stefano Guindani e godere della location progettata dall’archistar Zaha Hadid. Il progetto ha coinvolto anche la fermata Tre Torri della M5, che per più di un mese ha ospitato un’anteprima esclusiva della mostra, e alcuni spazi dello Shopping District, offrendo al pubblico di CityLife la possibilità di andare alla ricerca delle Meraviglie Nascoste del nostro Paese. �
Sopra: il fotografo Stefano Guindani. Sotto: Andrea Ragaini, vice Direttore Generale di Banca Generali e Angelo Maramai, Direttore Generale del Fai nella hall della Torre Generali che ha ospitato la mostra "Meraviglie Nascoste".
CITYLIFE MAG › 17
ARTE
Tra mito e futuro testi
foto
Michela Moro
Alberto Fanelli
Intervista al duo milanese Ornaghi e Prestinari, che per CityLife ha creato la scultura Filemone e Bauci: una rivisitazione in chiave contemporanea, soprattutto dal punto di vista dei materiali, di un mito antico. I due artisti ci raccontano questa creazione e il loro approccio all’arte.
Filemone e Bauci, CityLife, 2019
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ARTE
F
Sono passati due anni, il vostro lavoro - anche vostra prima opera pubblica - si è sedimentato nel tempo. Come vi sembra sia cresciuto? Abbiamo potuto constatare alcune tracce del passare del tempo come la patina e piccoli dilavamenti dovuti alla pioggia, segni che la scultura ha perso un po' della sua novità per farsi più vera. Avete avuto reazioni dai frequentatori del parco? È un po' difficile per noi avere feedback, se non quelli delle visite organizzate o delle foto con commenti che i visitatori ci inoltrano sui social network. Saremmo curiosi di sapere cosa ne pensano le persone che vivono nell'area o che ci transitano abitualmente, se hanno sviluppato in qualche modo un legame affettivo con l'opera. Vi siete posti in relazione con i lavori degli altri artisti o siete andati per la vostra strada? Quando abbiamo progettato l'opera non avevamo idea di cosa avrebbero concepito gli altri artisti invitati e l'area di CityLife era un grosso cantiere. Abbiamo cercato di immaginarci quale sarebbe stata l'anima del luogo sulla base delle immagini render del progetto architettonico. Sapevamo che sarebbe nata un’area totalmente nuova per la città, per questo abbiamo voluto richiamare alla memoria un mito. Volutamente avete deciso per una scala ridotta rispetto agli edifici esistenti, ma adesso stanno crescendo grattacieli che prima non c’erano. Qualche ripensamento? No, assolutamente. Per la scultura abbiamo scelto volutamente una scala anti monumentale in relazione all'imponenza dei grattacieli circostanti. La nostra opera è stata pensata per “osservare” le torri ponendosi sotto di loro. L'idea è di due colonne abbracciate che guardano le nuove architetture. Uno sguardo sia al futuro sia alla città che cambia.
Come avete scelto il materiale da utilizzare, vista la vostra attenzione e oscillazione tra materiali tradizionali come alabastro, avorio, e novità? Il materiale è stato scelto perché rispondesse a un'esigenza anche funzionale oltre che estetica e concettuale. Le due colonne fungono da condotto per il ricambio d'aria dei locali sottostanti, per questo era indispensabile che fossero cave all'interno, come dei tubi. Ci piace che quest'opera non occupi uno spazio ma lo generi al proprio interno. Ci interessava inoltre che la scultura fosse frutto di un processo tecnico artigianale quindi abbiamo scelto di utilizzare l'alluminio attraverso il processo della fusione artistica a cera persa. Qual è la differenza tra un progetto pubblico come questo e altri che magari hanno committenze diverse? Soprattutto nella grande responsabilità che si sente di avere. Anche il registro artistico è un po' diverso, ci si concentra di più sul pubblico che fruirà l'opera e che non può scegliere se incontrarla o no. Per sua natura la scultura implica una fruizione più pubblica, ne tenete conto nel lavoro, anche quando partite da dimensioni più domestiche? La scultura nella storia dell'arte è sempre stata legata all'architettura e alla progettazione dello spazio pubblico esterno, anche in virtù dei materiali utilizzati. Nella nostra ricerca scultorea ci interessa anche l’aspetto di fragilità e leggerezza quindi ne risultano opere, spesso legate al domestico, che per loro natura richiedono di essere esposte in contesti maggiormente protetti con una fruizione più attenta. Ci sembra bello che all'interno della produzione di un artista non tutto sia pubblico ma, come nella vita, ci siano cose più intime di altre. Nelle vostre installazioni la tridimensionalità ha un ruolo preponderante. Come siete arrivati a questa scelta? Potremmo dire che ci interessa riflettere su temi legati alla scultura come il materiale e le superfici,
V. Ornaghi e C. Prestinari
ilemone e Bauci sono due colonne umanizzate che si abbracciano nel parco di CityLife, guardando i grattacieli che disegnano la nuova Milano. Nel mito invecchiano insieme, ospitali e accoglienti con gli dei, e l’augurio di convivenza e ospitalità per Milano è l’intento poetico di Ornaghi e Prestinari, scultori e autori del progetto. Il giovane duo milanese - Valentina Ornaghi è del 1986 e Claudio Prestinari del 1984 - ha alle spalle un attivo curriculum di poetici lavori, opere realizzate utilizzando tecniche molto diverse, dal ricamo alla fusione, con pratiche antiche o molto sperimentali, e si raccontano così: «Ci sforziamo di pensare alle cose come unite per non privarle della loro complessità: far coesistere piuttosto che separare».
Claudio Prestinari e Valentina Ornaghi, giovane binomio dell'arte contemporenea italiana.
o il dualismo tra pieno e vuoto, luce e ombra, assenza e presenza. Quest’analisi sul mezzo però può avvenire anche attraverso la fotografia, l’installazione o la pittura. Utilizzate spesso nuovi materiali – possiamo citare Inerti, 2017 granulare sinterizzato – cosa v’ispira nelle scelte, e come vi capitano? Si tratta di occasioni. Nel caso di Inerti, il lavoro nasce a seguito dell’invito da parte del distretto di Santa Croce sull’Arno e in particolare del Depuratore “Acquarno” a realizzare un’opera che riflettesse sulle problematiche legate al territorio e avevamo la possibilità di utilizzare materiali reperibili in loco. Abbiamo scelto di realizzare delle sculture con il granulare sinterizzato KEU2001, un cemento di colore nero, creato da Ecoespanso, che ottimizza come inerte il 70% del rifiuto dei processi di lavorazione della concia delle pelli essiccato e polverizzato. Riguardo alle sperimentazioni con la ceramica nel 2017 abbiamo vinto una borsa di studio del Museo Carlo Zauli e del Museo Internazionale delle Ceramiche per studiare a Faenza con i maestri ceramisti delle botteghe locali. �
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ARTE
Due gallerie milanesi Kaufmann Repetto e Fpac testi Michela Moro
Due gallerie milanesi che hanno sedi anche altrove: chi nella dinamica America, chi nella calda Sicilia. Francesca Kaufmann e Francesco Pantaleone ci raccontano le loro gallerie, la loro storia e il rapporto con la cittĂ di Milano e CityLife.
Photo: Andrea Rossetti
Photo: Marco Beck Peccoz
Genuardi/Ruta, Wormhole, 2019, curated by Samuel Gross, environmental installation, FPAC Milano
Anthea Hamilton, A is for... and, am, anxious, apple, adore... 2018 installation view, Kaufmann Repetto, Milano
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KAUFMANN REPETTO
FRANCESCO PANTALEONE ARTE CONTEMPORANEA
Appassionate ed eleganti, le sorelle Francesca Kaufmann e Chiara Repetto si dividono le sedi della galleria tra Milano e New York, rimanendo però milanesi nelle radici. La prima minuscola galleria aperta nel 2000 era nel cuore di Brera, poi nel 2010 si sono spostate in una zona non lontana ma nuova rispetto ai luoghi canonici dell’arte.
Fin dall’inizio della propria attività di gallerista Francesco Pantaleone si è distinto per la dinamicità e il vigore con cui ha affrontato l’arte contemporanea. Da qualche anno la sede milanese fa da contraltare a quella ormai consolidata di Palermo.
Vi siete spostate in questo spazio in tempi non sospetti; cosa ha motivato la scelta?
La storia della galleria è l’evoluzione di un desiderio. Milano è sempre stata una città attrattiva per me, è la città di Liliana Moro e il nostro profondo legame credo mi abbia orientato verso l’idea di “fare parte” di questo sistema. Così insieme al mio socio Giovanni Gasparini è nata la possibilità di intraprendere questo viaggio al nord, ed è stata una scelta coraggiosa e folle ma senza dubbio stimolante. Le nostre due gallerie sono due realtà diversissime e per certi versi complementari; l’una rigorosa e austera, proiettata verso l’Europa, l’altra mediterranea e accogliente, stimolante e imprevedibile. Credo che le due sedi possano essere complementari, l’una è strumentale all’altra, insieme si completano e mi rappresentano.
Com’è nata la galleria di Milano?
Siamo rimaste nella zona storica di Brera dove avevamo aperto nel 2000 perché ho sempre pensato che fosse importante avere un legame col nostro contesto storico, cosa che gli artisti che abbiamo ospitato negli anni hanno sempre apprezzato. Qual è la linea della galleria?
La nostra galleria da sempre si concentra sul lavoro delle tante artiste donne che il mercato e la critica hanno ignorato fino a tempi recenti. Abbiamo seguito fin dagli esordi artiste come Candice Breitz, Pae White, Latifa Echakhch, senza tralasciare però Gianni Caravaggio o Pierpaolo Campanini. Tant’è che a novembre abbiamo proposto una personale di Billy Sullivan, cui seguiranno a gennaio la mostra per i venti anni della galleria, ad aprile Judith Hopf e a maggio Sadie Benning.
La galleria di New York è diretta da mia sorella e socia Chiara Repetto. Negli ultimi anni io divido il mio tempo tra Milano, New York e Los Angeles, città molto diverse ma che mi danno stimoli e mi ispirano con modalità disparate. Indubbiamente il pubblico newyorkese è molto più attivo e ricettivo di quello italiano, il sabato per le gallerie è sacro a New York, mentre i milanesi scappano dalla città, e gallerie e musei sono deserti. A malincuore devo dire che dà molta più soddisfazione fare mostre a New York; anche il mercato americano è molto più attivo, forse il più attivo del mondo - ancora la Cina non l’ha battuto. Vorrei però aggiungere che gli italiani hanno collezioni più piccole ma più sentite e raffinate e tendono a dare meno peso all’aspetto speculativo dell’arte. CityLife è una realtà che sta mutando la città, insieme con tutta la nuova area progettata dagli archistar. Cosa pensi della nuova vita di Milano? E del museo a cielo aperto con opere site specific di artisti giovani e meno giovani? CityLife è lo spazio pubblico più rilevante che la nostra città ha dedicato all’arte contemporanea. I nostri artisti presenti sono Judith Hopf e Adrian Paci prossimamente.
Tutta questa architettura e arte, specialmente l’arte pubblica, è una novità per il grande pubblico; come viene assorbita? Mi sembra che il progetto di CityLife sia stato accolto molto bene dai milanesi e abbia aperto un interessante dibattito sull’arte pubblica che in Italia manca completamente. �
Saranno la seconda personale di Andrew Mania, bravissimo e raffinato artista inglese col quale lavoriamo da molti anni, e la nuova personale di Ignazio Mortellaro, potente e solido artista della galleria con un lavoro coltissimo su materiali e alchimia del pensiero; credo che sia ancora installata la sua bellissima fontana presso la fondazione Merz di Torino.
Francesca Kaufmann e Chiara Repetto
Hai anche una galleria a New York, com’è la vita di gallerista fuori piazza nel centro nevralgico dell’arte mondiale?
Le prossime mostre in città?
CityLife è una realtà che sta mutando la città, insieme con tutta la nuova area progettata dagli archistar. Cosa pensi della nuova vita di Milano? E del museo a cielo aperto con opere site specific di artisti giovani e meno giovani? Milano è sempre stata una città mutevole, intensa, capace di guardare in avanti. Questo era vero un tempo e lo è anche adesso; che sia contemporanea anche architettonicamente è un valore aggiunto. Milano è una metropoli, un cantiere di progetti culturali mainstream. Le scelte urbanistiche sono dettate dalla volontà di porsi come incubatore di energie e nuove visioni, una città che ha il supporto dell’amministrazione aperta all’innovazione. Tutta questa architettura e arte, specialmente l’arte pubblica, è una novità per il grande pubblico, come viene assorbita?
Francesco Pantaleone
Galleria d'Arte Kaufmann: Two naked woman, 2015 installation view, Kaufmann Repetto, Milano - Photo Nicolas Party,/ Lily van der Stokker, Exhibition of the medicines, 2019 installation view, Kaufmann Repetto, New York - Photo: John Berens
ARTE
Per rimanere aggiornati sulle mostre e i programmi di queste due gallerie, potete visitare il loro sito internet. Galleria Kaufmann www.kaufmannrepetto.com Galleria FPAC www.fpac.it
Seguo da vicino gli sviluppi della parte artistica poiché Liliana Moro sta lavorando da quasi due anni a una delle opere che arricchiranno le aree di CityLife. L’arte pubblica è parte di un progetto fondamentale per la città di Milano, ampliamento di una visione frutto di precise politiche economiche e culturali. Credo che la città sia abbastanza abituata al cambiamento, alla novità, a mettersi in discussione. Penso anche che i milanesi di nascita o d’adozione siano desiderosi di lasciarsi guidare verso questo cambiamento inarrestabile. �
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DESIGN
Wagenfeld lamp La forma al servizio della funzione testi Katia D'Addona
Uno dei pezzi iconici del Bauhaus, a cento anni dalla nascita del movimento, è ancora in produzione e continua a porsi come uno dei simboli indiscussi della scuola che ha gettato le basi del design moderno.
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DESIGN
T
rova le differenze. Sembra il gioco di un settimanale il compendio di informazioni pubblicato sul sito della TECNOLUMEN, l’unica azienda al mondo che detiene l’autorizzazione a produrre l’originale lampada Wagenfeld. La quantità di copie in circolazione e di impeccabili imitazioni della lampada progettata a quattro mani dal tedesco Wilhelm Wagenfeld e dallo svizzero Carl Jakob Jucker è tale che la società ha inserito nella pagina dedicata al prodotto un vademecum per riconoscere il modello autentico. Eppure al suo debutto sul mercato, nel 1924, non raggiunse il successo sperato. La ragione risiedeva nella realizzazione che ostacolava una produzione su vasta scala: i vari pezzi venivano assemblati a mano all’interno dei laboratori del Bauhaus a causa della riluttanza dei gruppi industriali dell’epoca - Walter Gropius, il fondatore della scuola, provò con insuccesso a cercare il sostegno di imprenditori come Henry Ford e John D. Rockfeller - a produrre gli oggetti di una neoavanguardia dai principi estetici talmente innovativi da apparire destabilizzante. Solo decenni dopo, a partire dal 1980, iniziò a essere prodotta in serie dalla TECNOLUMEN ed entrò in breve tempo nelle abitazioni private, nelle gallerie e nelle mostre d’arte dove spesso viene indicata come “Bauhaus lamp”. Non solo perché la lampadina racchiusa nella calotta sferica ha illuminato la scrivania di Walter Gropius, fondatore e primo direttore della scuola, ma soprattutto perché il suo design definisce ancora con chiarezza i principi fondativi del movimento. Primo fra tutti: la compenetrazione di arte e tecnologia industriale, enunciata nel manifesto del Bauhaus nel 1919. Nei quattordici anni di vita della scuola, chiusa nel 1933 perché invisa al nazismo, l’attività creativa entrò negli ingranaggi del processo produttivo, l’immaginazione dell’artista diventò complementare alla manovalanza dell’artigiano, la bellezza dell’opera d’arte assorbì l’utilità del prodotto. Prima nella sede di Weimar, poi in quella di Dessau e Berlino, il piano didattico del Bauhaus aveva significativamente escluso lo studio della storia dell’arte per porre gli allievi nelle condizioni di creare qualcosa di assolutamente nuovo. Nel 1924, in una delle lezioni del “Laboratorium für Design” (Workshop sul Design), il pittore e fotografo ungherese László Moholy-Nagy, chiese ai suoi allievi di progettare un oggetto che fosse riproducibile su scala e con materiali
industriali. L’allora studente Wilhelm Wagnefeld, che aveva alle spalle una pluriennale esperienza come operaio nelle officine metallurgiche, progettò una lampada da tavolo esplorando le potenzialità del vetro pressato, che fece il suo ingresso nel design industriale proprio attraverso la sua WG24 lamp. Sormontata da una cupola di vetro opaco e discretamente rifinita in metallo, la lampada Wagenfeld esprime la forma del cerchio in tre diverse espressioni: disco, cilindro e sfera. Fissato su uno stelo che poggia su una base di vetro trasparente, il paralume ha la forma di un globo imperfetto, tagliato in un punto per dirigere la luce verso il basso, adottando così un altro principio basilare del Bauhaus: la forma deve seguire la funzione. Nelle versioni successive, come nella WG25, il cilindro di vetro in cui è inserito il filo elettrico, fu sostituito dal metallo. Il prototipo del 1924 è esposto al Moma di New York e all’Archivio/Museo del Design di Berlino con la stessa naturalezza con cui, illuminando comodini e scrivanie, continua a illustrare la contemporaneità del gusto Bauhaus, che quest’anno celebra cento anni dalla sua fondazione. �
Sopra: gli elementi che costituiscono la famosa lampada. A fianco: Walter Gropius, primo direttore della scuola Bauhaus e un disegno con le proporzioni e i dettagli del globo della lampada in vetro pressato.
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DESIGN
Design e business Due facce del vivere in CityLife
testi
foto
Emanuela Brumana
Beatrice Mancini
Una nuova prospettiva sul vivere in CityLife: la visita a un attico delle residenze Hadid ci mostra l’alto potenziale di queste abitazioni, infinitamente customizzabili partendo da un arredamento neutro eppure di prestigio.
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DESIGN
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bitare in CityLife significa proiettare la propria vita nel futuro di Milano. Nei numeri passati vi abbiamo mostrato come le residenze si prestano a essere adattate alle più diverse esigenze: raccontano storie e quotidianità, diventano manifesti di architettura e interior design. In questo numero vi mostriamo un altro volto della vita in CityLife, quello che lo rende un’ottima occasione di investimento. È il caso della scelta di Roseto Prestige, firma che seleziona e gestisce immobili di alto livello: «CityLife è una zona ben servita grazie alla metropolitana oltre alle arterie autostradali principali. Inoltre gode di aree molto aperte e di ampio respiro, caratterizzate da un parco pensato per le famiglie ma anche per chi è in cerca di relax. Con l’arrivo dello Shopping District sono state soddisfatte anche le principali esigenze di shopping e di prima necessità. Infine, ma non meno importante, la sicurezza, il servizio di control room h24 e di videosorveglianza hanno portato tanta gente a scegliere di venire a vivere in CityLife» ci spiega l'AD della società Giuseppe Sciarrillo. E così Roseto Prestige attualmente gestisce nove appartamenti in CityLife, divisi tra le residenze Libeskind e Hadid, apprezzando delle prime l’idea della razionalità degli spazi, mentre delle seconde un concetto innovativo di architettura, unico nel suo genere. Questa penthouse si trova nelle residenze Hadid, riconoscibili per le linee morbide delle pareti e le ampie vetrate che trasformano anche la luce naturale in un elemento d’arredo. Il progetto originale è stato rivisto da un pull di architetti e interior designer che ha voluto ridisegnare gli spazi privilegiando la zona giorno, caratterizzata dal soffitto a doppia altezza. L’idea alla base del nuovo disegno era quella di riuscire a prevedere le esigenze dei potenziali clienti, offrendo con questa soluzione un ambiente di rappresentanza, luminoso e arioso, adatto anche a ospitare ricevimenti. Qui gli arredi (il divano, il tavolo, le sedie e le librerie) sono di Smania, marchio nato nel 1967 dall’estro creativo di Alberto Smania, famoso per la cura dei dettagli che eleva i singoli mobili al rango di opere d’arte. �
TANTI MODI DI FARE LUCE Nonostante la scelta di proporre un arredamento neutro, diversi sono i pezzi di design che caratterizzano gli ambienti. Molta cura è stata messa nella scelta dell’illuminazione. Nella zona living, sopra il tavolo da pranzo, c’è il lampadario Macchina della luce, dalla collezione Luci d’Oro di Enzo Catellani: una serie ispirata al calore del sole, del fuoco. Accanto al divano spicca poi la ben più nota lampada Arco di Flos, disegnata dai fratelli Castiglioni. Infine, nei soffitti sono state inserite delle gole luminose che richiamano la forma degli ambienti, caratterizzate da una tecnologia RGB che permette di scegliere il colore con una semplice impostazione del telecomando: dal blu al rosso a seconda se si preferisce un’illuminazione più fredda o più calda.
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DESIGN
Da questa zona ampia si passa alla cucina, dove le armadiature formano una parete liscia, senza maniglie e al centro della stanza domina un’isola-bancone; il tutto è opera di Boffi, azienda fondata del 1934 e che negli anni ha saputo evolversi diventando un marchio italiano di riferimento. Ciò che colpisce in questi locali è la scelta di tinte neutre ma mai banali, che si prestano a essere come una tela bianca infinitamente personalizzabile. Il tortora, il bianco, il greige sono scaldati da texture ricche e importanti. Al piano superiore si trova la zona notte: oltre alle stanze da letto i cui arredi sono di Molteni, e alle cabine armadio di Rimadesio si trova un’area hobby, una stanza versatile che può essere utilizzata sia come camera per gli ospiti aggiuntiva, sia come palestra, sia come scarpiera o ulteriore cabina armadio. Accanto alla camera master si trova poi un bagno caratterizzato dalle finiture in marmo nero venato di bianco: «La scelta è stata quella di rivestire pavimenti e pareti con il marmo con posa a casellario che richiede una progettazione di ogni lastra prima della posa». COME VELLUTO Non solo divani e sedie sono stati curati dal punto di vista materico: anche i muri sono stati trattati con una lavorazione chiamata Alpha Orient, «che al tatto dona la sensazione di accarezzare il velluto» ci racconta il proprietario. E non solo: l’effetto spatolato e cangiante sembra far rimbalzare la luce esterna, contribuendo ancora di più alla luminosità degli ambienti.
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Nonostante le diverse tinte utilizzate, i bagni sono accumunati da una ricerca del dettaglio che impreziosisce l'ambiente. Come i faretti LED colorati sopra la vasca a ricreare un cielo stellato o la nicchia in cui viene inserita la doccia, che muove lo spazio.
Nonostante sia una casa acquistata con l’intento di essere affittata, la scelta degli arredi è stata fatta con cura, pensando di creare ambienti accoglienti e allo stesso tempo versatili, per andare incontro ai gusti di ogni possibile inquilino: «Ogni volta cerchiamo di rifinire e arredare le nostre abitazioni come se dovessimo andare ad abitarci noi stessi», dice il titolare dell’agenzia, nonché proprietario dell’immobile. Sempre avendo in mente l’idea di realizzare un’abitazione dal carattere forte ma al contempo versatile, gli spazi esterni non sono stati arredati né con piante né con arredi. Unica concessione una jacuzzi installata sul terrazzo che affaccia sulla camera principale e la camera degli hobby da cui si gode di una splendida vista sul parco di CityLife: dai terrazzi si vedono le tre torri, ma anche alcune delle opere del Parco di Arte Contemporanea, come l’apprezzatissima Coloris. Questa penthouse è l’emblema delle due facce che CityLife rappresenta: bellezza, innovazione ma anche investimento economico che si presta a essere personalizzato e proposto a futuri inquilini giocando sulle facili sinergie che si creano tra design, tecnologia e prestigio. � Un piccolo spazio che crea l'illusione di continuità tra casa ed esterno, terrazzo e parco.
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SHOPPING BRAND FOCUS
Natked
Barry's Bootcamp
Poke House
#WELLNESS testi Emanuela Brumana
Le nuove aperture in CityLife Shopping District sono all’insegna del benessere. Due palestre dalle proposte radicalmente diverse sono state inaugurate da poco in CityLife. Dallo yoga all’allenamento studiato per perdere 1000 calorie in una sola sessione, la scelta della pratica sportiva da adottare è ormai possibile. Nello stesso registro segnaliamo una new entry nella ristorazione, una proposta sana ed equilibrata importata dalle Hawai.
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SHOPPING BRAND FOCUS
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hi pensa che la vita in città sia fatta di ritmi estenuanti, sedentarietà e cibo spazzatura mangiato di corsa davanti al monitor di un computer può ricredersi. In CityLife, luogo da sempre attento alla qualità della vita delle persone, hanno da poco aperto i battenti alcune realtà dove fare movimento e mangiare sano è divertente, facile e alla portata di tutti. Alla già ricca proposta food si è aggiunto un brand giovane, che propone pietanze di ispirazione californiana dove a farla da padroni sono il pesce, la frutta e la verdura. Le proposte fitness invece sono Natked, dove mente e corpo possono ritrovare la loro armonia attraverso lo yoga e una serie di trattamenti mirati, e Barry’s Bootcamp, un format rivoluzionario che fa della palestra un momento di condivisione e motivazione per superare se stessi. Ecco il nostro tour in CityLife Shopping District all’insegna della salute e del benessere.
NATKED, benessere a 360° Natked propone un metodo di allenamento che alterna movimenti altamente energici a esercizi di respirazione studiati da terapeuti professionisti che si sono ispirati allo yoga, a danze antiche e a tecniche di lotta tradizionale e che consentono, sessione dopo sessione, di scoprire o riscoprire il proprio potenziale. Tre sono i percorsi proposti da Natked: Elements, che permette, attraverso attività creative, di migliorare la propria percezione del corpo; Flow, per stimolare il corpo e allenarne la fluidità con specifici setting atletici; Strenght, pensato per potenziare il corpo, scolpendone i volumi. Natked propone anche lezioni di yoga, una pratica che quando è assidua può liberare le parti del corpo bloccate con movimenti gentili associati al respiro. Delle centinaia di pratiche yoga esistenti, da Natked avrete la possibilità di scegliere tra l’Hatha yoga, più contemplativo, che coinvolge la mente attraverso il respiro; il Prana Yoga flow, caratterizzato da sequenze fluide e il Vinyasa, uno stile più rigoroso, basato sulla forza fisica. Sempre per stimolare il corpo, Natked ha creato un’area chiamata Jungle: una struttura verticale che lavora sulla forza, la resistenza e la consapevolezza del proprio corpo. Un allenamento che va a favore delle articolazioni e della colonna vertebrale, che viene mossa in maniera naturale. A queste pratiche, Natked accosta servizi terapeutici come l’osteopatia, per riequilibrare il corpo dal punto di vista biomeccanico; il massaggio miofasciale, per eliminare tensioni o contratture, lo Shiatsu, che va a stimolare i meridiani energetici per ridare benessere e la crioterapia, cioè la terapia del freddo, che lavora come un antinfiammatorio naturale, che permette al corpo di mantenersi sano e giovane.
Movimenti più slow o corsi ad alto tasso di energia? In CityLife ognuno può scegliere la palestra più adatta alla propria idea di movimento. Natked
BARRY’S BOOTCAMP, un nuovo modo di andare in palestra Dimenticate l’idea che avete di palestra. Barry’s Bootcamp, realtà nata a West Hollywood nel 1998, ha completamente rivoluzionato l’idea di allenamento, dando vita a una palestra in cui la sala pesi e gli attrezzi vengono sostituiti da grandi aree dove fare allenamento di gruppo a ritmo di musica, immersi in una luce rossa (non a caso le sale di Barry’s Bootcamp sono anche note come Red Rooms). E non è solo l’ambientazione a essere innovativa: da Barry’s Bootcamp, infatti, anche la tessera dell’abbonamento annuale è stata sostituita da un sistema di iscrizione on-demand. Si compra un numero di lezioni che vengono caricate sull’account del cliente. A questo punto, dal sito si prenota il proprio posto durante una lezione, con totale libertà di orario, ma anche di sede. Così, se per caso siete in trasferta a Parigi, potete recarvi nella sede di Rue Réaumur e continuare il vostro allenamento. Anche perché le lezioni sono tenute in tutto il mondo in lingua inglese, in modo che ovunque vi troviate, riuscirete a seguire l’allenamento senza intralci linguistici. A rendere la proposta di Barry’s Bootcamp ancora più unica è il calendario dei corsi: non c’è bisogno di fare lo slalom tra orari e impegni, perché ogni giorno si allena un gruppo muscolare �
Barry's Bootcamp
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Poke House
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SHOPPING BRAND FOCUS
diverso. Nelle lezioni, disponibili in slot da 50 minuti, si unisce un allenamento cardio a esercizi mirati per aumentare la forza muscolare: una combinazione (brevettata!) in grado di bruciare fino a mille calorie, ma soprattutto di dar sfogo alle tensioni, aiutando i partecipanti a superare i propri limiti, fisici e mentali. The best workout in the world, dice lo slogan.
POKE HOUSE, la California a Milano Dal suo dehor in CityLife Shopping District, dove si può apprezzare il rinnovato skyline di Milano, i gusti e i colori di Poke House vi trasporteranno in California. Ma partiamo dall’inizio. Che cos’è un poke? È un piatto tipico della cucina hawaiana, servito di solito con pesce crudo, alghe, salsa di soia e semi di sesamo. In breve tempo, questo piatto il cui nome significa letteralmente “tagliare a pezzi” ha preso piede in America, venendo rivisitato a seconda della cucina locale. Da Poke House i clienti possono scegliere la proposta dello chef o comporre da sé la propria bowl, mixando riso, quinoa o insalata, pesce, frutta esotica, verdure e salse, rigorosamente home made. Il tutto è cucinato a vista, per coinvolgere i clienti non solo nella fase di scelta degli ingredienti o in quella di degustazione, ma anche nella preparazione del piatto. Scegliere un poke significa quindi scegliere un pasto sano ma gustoso e colorato; anche le bevande proposte sono state selezionate in quest’ottica: tè, estratti, smart water e più in generale bevande naturali, ma anche birre tropicali. L’idea di Poke House nasce dal sogno di Matteo Pichi e Vittoria Zanetti, due ragazzi che hanno deciso di portare a Milano i sapori del poke californiano, creando un ambiente giovane. Nel locale di circa 70 metri quadri si è dato largo spazio all’arredamento dai colori vividi e alle immagini dell’assolata costa californiana. Un angolo di città dove è estate tutto l’anno! �
Poke House
IN FORMA, CON STILE Per gli sportivi, CityLife Shopping District ha messo in campo una proposta fashion dedicata che raduna i migliori brand del settore. C’è lo store Adidas, che propone le più amate collezioni per il running, l’allenamento e il football in un locale arredato con design minimale. C’è Foot Locker, altro nome che non ha bisogno di presentazioni e che qui in CityLife offre anche un corner dedicato ai bambini, per coinvolgerli fin da giovani nel colorato mondo delle sneaker. Per i nuotatori c’è Jaked, un nome legato allo sportwear tecnico Made in Italy, immancabile divisa della pluricampionessa Federica Pellegrini. Non solo! Nello store in CityLife sono in vendita anche capi sportswear per tutti i giorni. Infine, per chi è alla ricerca di una proposta più ricca, c’è Snipes, un negozio multibrand per amanti dello sport.
Jaked
Il giusto outfit fa la differenza, quando si parla di allenamento: ecco perché CityLife Shopping District offre un'ampia proposta di sport wear.
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Coppola arriva a CityLife testi Emanuela Brumana
Nei trecento metri quadri situati in piazza Tre Torri, la creatività di Coppola jr. dà vita a un salone femminile e di carattere, dove tutta l’esperienza degli hairstylist Aldo Coppola è al servizio dei clienti in cerca di un taglio originale o di un trattamento all’avanguardia.
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SHOPPING BRAND FOCUS
STORIA DI UN INNOVATORE Tutto ha inizio nel salone del padre, dove Aldo Coppola fa il suo ingresso a 14 anni, continuando al contempo la propria formazione. Due anni dopo vince il campionato italiano nell’acconciatura femminile: ha ufficialmente salito il primo gradino della scala che lo porterà a diventare un’icona dell’hairstyle. Sono gli anni Cinquanta. Vent’anni dopo Aldo Coppola comincia a lavorare con alcuni settimanali femminili e con alcuni brand di moda come Giorgio Armani, Versace, Gianfranco Ferré, per cui cura le pettinature delle modelle durante le sfilate e i servizi fotografici. Il salone del padre è ormai lontano, e Coppola desidera aprirne uno tutto suo. In breve, il suo sogno si avvera e la realtà supera presto la fantasia: nel giro di poco tempo sono tre i saloni Aldo Coppola a Milano, e poco dopo crea una sua linea di prodotti per capelli. Nel 1991 apre il primo salone progettato da Philippe Starck in Corso Garibaldi, che diventa un punto di riferimento per il design e apre la strada alla nuova generazione di saloni Aldo Coppola. Nasce nel 1992 il franchising Aldo Coppola e, l’anno successivo, apre un’accademia completamente rivoluzionaria nel settore delle scuole per parrucchieri. Da allora, Aldo Coppola diventa un brand in continua ascesa, noto, apprezzato e diffuso in tutto il mondo.
E
sperienza, eleganza, estro. Queste le “3E” dietro l’apertura del nuovo salone Aldo Coppola a Milano, il decimo nel capoluogo lombardo. La prima cosa che si coglie entrando nei trecento metri quadri del salone di piazza Tre Torri è l’arredamento: il rosso laccato del bancone e dei wallpaper – i cui disegni sono realizzati da Aldo Coppola jr. - richiama la femminilità e la sensualità, tante poi le superfici a specchio e nere lucide, per un risultato graffiante e contemporaneo. I complementi d’arredo fanno parte della linea Dressing Beauty di Gamma&Bross, rivoluzionaria per quanto riguarda il modo di concepire il salone in quanto permette di “cambiare d’abito” i vari pezzi a seconda delle stagioni o delle mode; l’illuminazione fa parte della collezione ecolighting by Catellani&Smith, mentre le texture che arricchiscono le superfici sono accuratamente realizzate da GiPrint. Con la sua estetica, e appunto il suo estro, Coppola jr è riuscito a trasformare un salone di parrucchiere in una location innovativa e di design, che comunica al pubblico e ai clienti la sua forte identità. Un’identità il cui pilastro portante è sicuramente l’esperienza del brand. Coppola è nel mondo sinonimo di hairstyle d’avanguardia e di qualità, e il nuovo salone in CityLife vuole spiccare anche sotto questo aspetto. Tanti i prodotti e i trattamenti tra cui scegliere, così come tanti sono i partner della catena, dallo storico L’Oréal a Valmont, Shani e Fedua, i cui trattamenti, sapientemente offerti dalle beauty therapists Aldo Coppola, sapranno donare momenti di totale relax e bellezza. Da Aldo Coppola in CityLife le clienti potranno contare sull’esperienza degli hairstylist, in grado di esprimere la loro personalità attraverso tagli originali, destrutturati ma rispettosi dell’armonia e dell’unicità di ogni volto. Perché la vera mission dei saloni Aldo Coppola è dare un’offerta di qualità e servizi sempre più innovativi. Ecco allora che nel salone di CityLife si offriranno trattamenti noti come lo shatush, inventato proprio da Coppola nel 2001; il sistema di colorazione Aldo Coppola Infusion, che mixa con sapienza le proprietà intrinseche degli estratti vegetali e la più recente evoluzione della biotecnologia in campo cosmetico; il percorso Cocooning che unisce il trattamento Hair Therapy Aldo Coppola e un massaggio rilassante al corpo eseguito con oli caldi aromatizzati. In CityLife, Aldo Coppola riesce quindi a unire tradizione e innovazione, eleganza e Pop. Un regno dedicato alla bellezza che non poteva mancare in questo nuovo quartiere. �
ALDO COPPOLA FOR MEN Nel salone di CityLife non manca uno spazio dedicato all’uomo, dove i clienti possono pendersi cura di sé e del proprio look grazie ai prodotti naturali, che contraddistinguono l’offerta MR. COPPOLA. In un ambiente dal design accattivante, caratterizzato dall’estrema tranquillità rispetto al resto del salone, anche l’uomo può farsi coccolare usufruendo di tutta l’esperienza del marchio Coppola.
CITYLIFE MAG › 33
LIFESTYLE FUORI MURA
Flânerie, la cura del dettaglio testi Emanuela Brumana
Che si tratti della produzione o della scelta di un accessorio in grado di valorizzare un abito oppure della cura nel modo di trattare e utilizzare un ingrediente, è l’attenzione alle piccole cose che fa la differenza. Questa filosofia accomuna le quattro attività proposte in questo numero: un rinomato ristorante giapponese, una gioielleria storica, una pluridecennale azienda che produce guanti e un ristorante dall'approccio differente.
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LIFESTYLE FUORI MURA
RISTORANTE | lo stellato
IYO, via Piero della Francesca 74, Milano www.iyo.it
L’assoluto rigore della cucina giapponese, che trasforma la preparazione del cibo in una ritualità quasi sacra, si fonde con le tecniche di cottura e gli ingredienti occidentali, cancellando ogni confine geografico e gastronomico. Il ristorante IYO vuole essere la porta d’ingresso in un mondo focalizzato sul presente, che coglie il piacere e la bellezza del qui e ora, sia attraverso un ambiente ospitale ed elegante sia attraverso una cucina premiata nel 2015 con una stella Michelin. Lo chef Michele Biassoni propone pietanze concepite per rispettare ed esaltare le pregiate materie prime, aggiungendo un pizzico di originalità negli accostamenti e nelle preparazioni. Oriente e Occidente convivono anche nella carta dei vini, che unisce i più pregiati sakè a oltre ottocento etichette selezionate fra le più apprezzate in Italia e all’estero.
GIOIELLERIA | la versatile
Gioielleria Nogara, piazza VI febbraio 16, Milano www.gioiellerianogara.com
Quella della gioielleria Nogara è una storia iniziata oltre sessant’anni fa, nel cuore di Milano (tanto che l'attività è stata insignita della nomina di "Negozio Storico" dalla Regione Lombardia). Oggi, questa storia continua grazie alla conoscenza di un settore in cui non conta solo la proposta dei brand in vendita. Contano anche il sapere artigiano in grado di riparare un gioiello caro a un cliente, la capacità di un laboratorio orafo di realizzare un oggetto su misura, trasformando desideri e richieste in un gioiello di qualità, il cui valore rimanga inalterato nel tempo. Nel negozio-bottega di piazza VI febbraio troverete tutto questo, e anche molto altro: la gioielleria Nogara effettua infatti incisioni, manutenzione e in vendita c’è anche una vasta collezione di orologi e fedi nuziali.
RISTORANTE | il diverso
ALTRIMÉNTI, via Monte Bianco 2/A, 20149 Milano www.altrimenti.eu
La storia di ALTRIMÉNTI sembra un po’ un romanzo: due affezionati clienti rifiutano di vedere il ristorante chiudere e si impegnano per dargli nuova vita, contattando lo chef e il maître. Una storia unica, la cui particolarità ritorna anche nel nome del locale: ALTRIMÉNTI, un’alternativa, un nuovo modo di fare le cose. Qui si può venire per gustare la cucina contemporanea, bere un bicchiere di vino o per una pausa pranzo veloce. Nella sala principale, decorata con 76 stampe di alcuni grandi illustratori contemporanei, buona cucina e arte si uniscono, connotando ancora una volta l’anima unica di questo posto. Proprio perché da ALTRIMÉNTI si sta come a casa, il ristorante rimarrà aperto anche durante le festività natalizie, per accogliere vecchi e nuovi clienti.
NEGOZIO | lo storico
Restelli Guanti, corso Sempione 84, 20154 Milano www.restelliguanti.it
Sono quasi cento anni che la famiglia Restelli produce guanti. E lo fa con la dedizione artigiana di chi è consapevole che la cura del dettaglio e il materiale pregiato possono trasformare un accessorio in un’opera d’arte, in un’icona. Durante gli anni Venti, i guanti Restelli erano simbolo di eleganza di una Milano bene, attenta alla qualità e alla ricerca di un tocco sofisticato da sfoggiare quotidianamente. L’azienda cambia negli anni Cinquanta, quando il timone passa al figlio Piero, che introduce una collezione più sportiva che fa subito breccia nel cuore dei clienti. Negli anni, il marchio si conquista una fama mondiale, ma nonostante la crescita esponenziale del business, i pilastri fondanti non hanno mai vacillato. Come si legge sul sito: «non parlo mai del prezzo ma di amore, pazienza, storia e valore. Queste sì che sono cose che non hanno prezzo».
CITYLIFE MAG › 35
LIFESTYLE
Eligo Milano, l'alta sartoria diventa digital testi Katia D'Addona
Per un evento formale o per il tempo libero, l'abito su misura è sinonimo di classe e carattere. Oggi se ne occupa il sartorialist, una professione nata da una start-up, che ha già rivoluzionato stile e shopping di esperti e neofiti del buon gusto.
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LIFESTYLE
L’
eleganza è l’eccezione della moda: probabilmente l’ultima cifra dello stile che resiste all’aritmetica dei like. Basta consultare l’andamento dei post su Instagram, diventato il PIL del costume e delle tendenze in corso, per comprendere che l’eleganza è un set non ancora calcato dai selfie degli influencer. Anche se si tratta dei risultati di algoritmi social, la spiegazione viene ancora una volta dal linguaggio: a differenza della moda, l’eleganza non si può seguire, ma riguarda un modo di essere che può esprimersi anche, ma non necessariamente, attraverso la moda stessa. Com’è emerso dai catwalk della Milano Fashion Week dello scorso settembre anche i grandi protagonisti del settore come Gucci si muovono verso una più spiccata personalizzazione che lasci emergere, al di là delle tendenze, il carisma di una scelta. Da secoli è questo il principio dell’alta sartoria “su misura” che, lavorando sull’ampiezza del pantalone o sul taglio del taschino, ha adottato la personalizzazione come filo conduttore di ogni abito. A partire dalle botteghe napoletane dove addirittura l’imbottitura delle giacche e la lunghezza delle maniche è stata pensata per agevolare la gestualità partenopea mentre oltremanica, con epicentro nel quartiere londinese di Savile Row, l’aplomb maschile si veste con giacche “a clessidra”, rigide sulle spalle e strette in vita, l’ago delle grandi sartorie si muove da sempre per assecondare misure e lunghezze di una scelta quotidiana di stile. Il bandolo della matassa è stato ripreso nel 2016 da Eligo Milano che sul paradigma della scelta basa non solo il nome (Eligo, dal latino “scelgo”, è la stessa radice della parola “eleganza”), ma tutto il core business e il marketplace. «Io e gli altri fondatori ci siamo conosciuti nel corso di un MBA, nel corso del quale dovevamo studiare e proporre un modello di business per il mondo del fashion» racconta Giulio Manno, CRM di Eligo. «Ci siamo accorti che mancava un anello di congiunzione tra l’alta qualità del Made in Italy e il cliente finale». I quattro fondatori hanno ovviato a questa distanza introducendo il ruolo del sartorialist, figura professionale ibrida tra il sarto e lo stylist. «A differenza degli stylist, i sartorialist conoscono a fondo lo sviluppo del prodotto» spiega Manno. «Seguono un percorso di formazione all’interno della nostra Academy che fornisce loro competenze tecniche (dalla misurazione alla selezione del tessuto in base all’incarnato), business e digital». Ogni sartorialist è presente sulla piattaforma Eligo con un suo profilo, dove indica le linee guida del suo stile, la sua esperienza e localizzazione. L’utente del sito individua il suo sartorialist, lo contatta e decide se incontrarlo in ufficio, a casa o direttamente nello store. «La “scelta” che propone Eligo sta anche nella possibilità di decidere dove e quando usare i nostri servizi» sottolinea Manno.
Sopra: la sede di Milano in Corso Venzia 18. Sotto: una Sartorialist al lavoro per personalizzare l'abito del cliente.
In questa ricerca del look più adatto alle proprie esigenze, il momento più importante arriva all’appuntamento con il sartorialist, provvisto di tablet e di campionari dei migliori tessuti 100% Made in Italy che vantano una gamma di fornitori come Zegna, Barberis Canonico, Ariston e Cotonificio Albini. È il momento in cui si inizia a dare forma allo stile del cliente, se non ne ha ancora uno o si cerca di enfatizzarlo qualora abbia le idee più chiare. «La cosa più importante è sentirsi a proprio agio nell’abito che si indossa» racconta Rosssella Gadotti, sartorialist dello store di corso Venezia a Milano. «Il classico manager vuole essere sobrio, soprattutto per un outifit da lavoro cerca di non risultare eccessivo. O magari cerca l’originalità nei dettagli come la fodera interna della giacca o l’occhiello della camicia». Per definire un look completo si passano in rassegna gli accessori: scarpe, cinture e borse accompagnate da consigli di stile per diverse occasioni. «Il bello è anche uscire dagli schemi ogni tanto. Così diamo consigli anche su come rendere versatile un grande classico come lo smoking, suggerendo ad esempio la sfumatura di jeans da abbinare alla giacca per un aperitivo». Dopo l’ordine, occorrono dalle quattro alle cinque settimane per un abito e dalle cinque o sei settimane per una camicia, nel corso delle quali si fa una seconda prova con il sartorialist per lavorare su ogni dettaglio del fitting. Tra manager, legali e giovani che si affacciano sul mondo del lavoro o che si preparano a un grande evento, la richiesta dello stile impeccabile e personalizzato di Eligo è diventata contagiosa e ha portato alla formazione di 352 sartorialist in 40 città italiane e in altri importanti hub all’estero come Zurigo, Dubai, Abu Dhabi e Singapore. Dopo la pima volta da Eligo, molti clienti lasciano i loro dati, in modo da rendere ancora più veloce il servizio di consulenza per altre occasioni. Si crea così con il sartorialist quel rapporto di fiducia che un tempo si aveva con il sarto, interrotto da decenni di predominio del prêt-à-porter e fatto di consigli e stoffe pregiate cucite sull’esigenza di una narrazione di sé a partire da ciò che si indossa, seguendo il filo del buon gusto. �
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TECNOLOGIA
I panni sporchi si lavano... fuori casa
App (e non) per le nostre quattro mura testi Simone Sirgiovanni
Ho poco tempo, non ho tempo per capire cosa sia successo [...] Il tempo è la valuta in corso, lo guadagniamo e lo spendiamo. Così apre In Time, film del 2011 che ci proietta in una società distopica nella quale la moneta corrente è il tempo. I cittadini hanno un timer sul braccio, noi oggi (ancora) no ma la valuta, che ce ne accorgiamo o meno, è la stessa. Abbiamo sempre meno tempo a disposizione e sempre più app sullo smartphone che ci aiutano a risparmiarlo. Eccone alcune particolarmente utili che ci accompagnano nella nostra quotidianità domestica.
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TECNOLOGIA
A
TTENZIONE. Un utilizzo troppo intensivo di app che facilitano la vita domestica può produrre effetti più o meno deleteri di assuefazione tecnologica. Se ne consiglia un uso moderato e, in caso di dipendenza conclamata, si suggerisce caldamente la pressione del pulsante "disinstalla". Buona lettura!
I
l nostro modo di vivere la casa è cambiato, inutile negarlo. Viviamo in un mondo iperconnesso che ci chiede di essere sempre "sul pezzo", si corre, e tanto anche. Il tempo è diventata ormai la ricchezza più grande che ci rimane, l'unica che, nonostante l'esponenziale progresso tecnologico, non riusciamo (ancora) a creare. E allora come fanno le astute formichine rispetto alla cicala sprecona, quando una risorsa non possiamo ricrearla, risparmiamola! Ecco una selezione di siti internet (alcuni anche app) che possono aiutarci a salvare in dispensa un po' del nostro prezioso tempo.
EASYFEEL - la sensibile
Le faccende domestiche sono sempre una bella scocciatura per chi ha poco tempo dunque se non possiamo permetterci un company robot dove possiamo trovare una donna delle pulizie di fiducia? EasyFeel ci consente di prenotare a qualsiasi ora un professionista verificato per la cura della casa. E non solo. Tra i servizi offerti ci sono anche la pulizia di uffici, hotel, condomini e, se avete un vostro caro anziano o in difficoltà, la cura della persona con il servizio badanti. Il tutto è assicurato contro danni e infortuni. Molto easy!
STIRAPP - la specializzata
Una ricerca ci dice che il podio delle mansioni delle faccende domestiche più odiate se lo guadagna la stiratura. In effetti è quella che probabilmente fornisce il minimo risultato con il massimo sforzo. Bene, eliminiamola! Stirapp nasce come lavanderia online... a domicilio. Bastano pochi click e gli addetti suoneranno al nostro citofono, raccoglieranno i vestiti da lavare e stirare e dopo pochi giorni ce li riporteranno piegati e profumati a casa. Presente anche sotto forma di app perché si sa, è sempre il momento di ordinare una stiratura digitale.
PETME - l'affettuosa
Alzi la mano chi non ha un animale da compagnia al quale tiene come fosse un figlio. Vorremmo sempre averli con noi ma a volte capita che non ci possano accompagnare. Nessun problema, basta andare su Petme.it e scegliere tra oltre 10.000 dog sitter, cat sitter e pet sitter (referenziati) in tutta Italia. Potrete scegliere se portare il vostro figliolo a quattro zampe direttamente dal pet sitter oppure se far venire lui a casa vostra. Un sistema di recensioni a 5 stelle e una mappa in grado di filtrare per vicinanza vi daranno una mano a scegliere la persona giusta per lui. E se vorrete provare ad accudire voi altri amici a quattro zampe, cliccate su "diventa pet sitter" e buona pet experience!
IUTO - la provvidenziale
È sabato pomeriggio, tornate dalla palestra e... sorpresa! Lo scaldabagno non funziona. A chi non è mai capitato qualcosa di simile? Per rimediare a questi scomodi imprevisti c'è iUto. Finanziato anche da una piattaforma di crowdfunding, iUto è una web app semplice e intuitiva che contiene una rete di liberi professionisti pronti a mettersi al servizio del privato cittadino e delle imprese. Potrete sfogliare dal vostro divano le categorie di professionisti e scegliere quello più adatto a voi filtrando per necessità, recensione e distanza. Il vostro scaldabagno è in buone mani!
DRESSUP - la vanitosa
Il guardaroba è da sempre croce e delizia di uomini e donne. Lo apriamo e... crisi! Non sappiamo mai cosa indossare, ci manca sempre qualcosa o, più di frequente, non ci ricordiamo di averlo. DressUp promette di farci diventare gli stylist di noi stessi e risolvere le nostre ansie modaiole semplicemente chiedendoci di aprire il guardaroba e scattare dei selfie ai nostri abiti. Ecco che avremo un inventario diviso per tipologia di indumento, colore e stagione e potremo divertirci a creare una simulazione dei nostri abbinamenti preferiti. E per i più social non poteva mancare l'opportunità di condividere il proprio outfit. Vanitosi! �
UN MONDO IN TASCA
Easyfeel è solo su web
StirApp funziona in Lombardia e Emilia
Iuto è scaricabile dall'aprile del 2017
DressUp è ideata da Giacomo Parisi
Secondo alcune ricerche di mercato ogni proprietario di smartphone avrebbe in media 80 applicazioni delle quali ne utilizza meno della metà in circa 3 ore al giorno di connessione. Numeri già importanti destinati a crescere in un mercato che solo nel 2008 non esisteva nemmeno e nel 2016 valeva 1.300 miliardi di dollari. Oggi esiste un'app per qualsiasi cosa, dallo shopping alla mobilità alla gestione della casa e si stima che nel 2021 l’economia che ruota intorno alle app potrebbe diventare la terza a livello mondiale con 6.350 miliardi di dollari ovvero una crescita del 385% rispetto al 2016.
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INTERVISTA
Il FAI e Milano testi
foto
Emanuela Brumana
FAI - Fondo Ambiente Italiano
Prendersi cura del patrimonio e del territorio e, al contempo, renderli fruibili al grande pubblico: intervista ad Angelo Maramai, Direttore Generale del FAI, che ci ha raccontato le iniziative e i successi di questa associazione sempre piĂš conosciuta e apprezzata.
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INTERVISTA
A
ttraverso le parole di Angelo Maramai, Direttore Generale del FAI Fondo Ambiente Italiano scopriamo le bellezze storiche, territoriali e artistiche del nostro Paese, con un focus su Milano e su CityLife.
Quest’anno ricorrono dieci anni dalla sua nomina a Direttore Generale del FAI. Qual è il bilancio di questo lungo periodo? In che cosa il FAI è cambiato, in che cosa è rimasto uguale a se stesso?
Il bilancio di questo periodo è molto positivo: abbiamo lavorato con successo a un cambiamento del piano strategico, con prospettive temporali di lunga durata dei risultati che vorremmo raggiungere nel 2023. Grazie a questa strategia il FAI è molto cambiato ed è sempre più aperto alla partecipazione attiva di centinaia di migliaia di italiani. Ne è un segno l’aumento delle iscrizioni che è passato da poco meno di 70.000 a oltre 200.000. Risale al 1992 l’idea delle Giornate FAI di Primavera: la risposta da parte della gente è sempre positiva. Qual è secondo lei il vero plus di questa iniziativa? In Italia si percepisce sempre più chiaramente l’esigenza di riallacciare i legami con le radici storiche, culturali e artistiche della nostra società. Le Giornate FAI di Primavera ne sono una grande testimonianza. Abbiamo visto un aumento del numero di partecipanti da 30.000 nel 1993 agli oltre 770.000 visitatori del 2019. La rete di volontari del FAI è sempre più diffusa ed è stata in grado di aprire 1.100 beni nell’ultima edizione; beni che appartengono non solo al nostro patrimonio artistico ma anche al nostro patrimonio paesaggistico e alla storia dell’artigianato e dell’industria del nostro Paese. Una vera riscoperta a tutto tondo della nostra cultura!
ANGELO MARAMAI Classe 1961, Angelo Maramai comincia la sua carriera come Direttore Amministrativo del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, Festival lirico produttore di opere e concerti. Dal 1992 al 2009 è dirigente della Fondazione Telethon prima come Direttore Amministrativo e Finanziario, Direttore Risorse Umane e poi, dal 2007, come Condirettore Generale per la Gestione, con delega per la direzione del progetto della maratona televisiva Telethon e delle operazioni di fundraising connesse. Dal novembre del 2009 ricopre la carica di Direttore Generale del FAI – Fondo Ambiente Italiano, per il quale ha guidato la produzione dei piani strategici e operativi che hanno portato la Fondazione a raddoppiare il numero di iscritti e visitatori dei beni.
Milano è una città dalle mille facce: tempio della moda, città del design, centro nevralgico della cultura… Come si colloca il FAI rispetto a questa città e alla sua molteplicità di aspetti? Milano è la capitale del FAI, che nasce dalla sua borghesia illuminata. Il FAI ha preservato la sua concretezza “del fare” e continua a realizzare in maniera tangibile progetti di utilità sociale, sfruttando tutti gli elementi che caratterizzano positivamente la città, come ad esempio il costante sviluppo della sfera architettonica e urbanistica. Quando si pensa al patrimonio del FAI, ci si immagina grandi ville, castelli, abbazie… Eppure, con le Giornate FAI vengono aperti al pubblico anche edifici cardine della contemporaneità, come è stato per la torre Hadid di CityLife. Come si relaziona il FAI con queste nuove realtà architettoniche, nate con l’idea di scrivere una nuova pagina della città di Milano? E come lavorano insieme passato e futuro nel tessuto cittadino? Milano è la città che più di tutte le altre in Italia si proietta verso il futuro, quindi per sua natura accoglie con entusiasmo progetti che abbracciano il cambiamento, puntando all’eccellenza e permettendo a tutta la città di crescere e migliorare. La qualità del futuro deve però sempre restare in contatto e in dialogo con i grandi capolavori del passato.
Sopra: un interno di Villa Necchi Campiglio. Sotto: un'immagine del grande afflusso di gente all'apertura della Torre Generali durante la Giornata d'Autunno del FAI nel 2017.
Come si pone il pubblico rispetto a opere che fanno parte del patrimonio storico passato rispetto a edifici e architetture dei nostri giorni come le torri di CityLife? Nota una qualche differenza nell’approccio o nelle domande poste durante le visite? I milanesi accolgono le novità con grande aspettativa e curiosità, quindi le proposte non possono che essere di grande qualità. Ad esempio, nell’edizione 2017 delle Giornate FAI d’Autunno abbiamo avuto un’affluenza di visitatori con un’attesa di oltre cinque ore per entrare nella torre Generali, a riprova di quanto sia aperto il pubblico milanese. Come nasce il rapporto che lega il FAI a CityLife? L’amicizia con CityLife è nata dalla volontà dell’azienda di legarsi al nostro secondo evento nazionale più importante, le Giornate FAI d’Autunno, per invitare i cittadini a scoprire il nuovo quartiere dell’ex fiera di Milano, completamente riqualificato da CityLife. Uno stupendo inizio, che ci ha visto uniti nel mostrare un volto moderno del capoluogo lombardo, con un itinerario completamente studiato all’interno del quartiere e che ci ha permesso di presentare a un pubblico numerosissimo – sono stati centinaia i visitatori in coda per scoprire tutti i luoghi aperti nel quartiere – la bellezza di questa grande città che cambia. Proprio in virtù di questo successo passato, pensa che ci possa essere un’opportunità simile in futuro? Il successo dell’apertura di torre Generali nel 2017 ci ha reso enormemente fieri, ed è stata una testimonianza concreta del grande desiderio della cittadinanza di scoprire la propria città che cresce ed evolve. In linea con quanto costruito insieme negli anni il desiderio è di proseguire il rapporto con CityLife anche in futuro e continuare a mostrare ai cittadini le nuove bellezze del nostro territorio. �
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NUMERO 8 - DICEMBRE 2019
NATU R A
D E S I GN
I NTE R I O R
A RTE
Healthy life
Digital... su misura
Intervista esclusiva a Daniel Libeskind sulle nuove residenze.
CityLife & FAI
La Torre Generali premiata a Cincinnati per la sua ardita architettura.
Direttore creativo
SIMONE SIRGIOVANNI
Redattori e copywriter
EMANUELA BRUMANA KATIA D'ADDONA LODOVICA DAL POZZO PATRIZIA GIORDANO MICHELA MORO SIMONE SIRGIOVANNI
Inserto CityLife News a cura di EMANUELA BRUMANA
Correttrice di bozze KATIA D’ADDONA
Eligo, una realtà sartoriale 2.0 nel cuore di Milano.
Hall of fame
Direttore editoriale
TE C NO L O GI A
CityLife Shopping District le nuove aperture per vivere sani.
Archistar
LODOVICA DAL POZZO
V I A GGI
e uno sguardo al futuro.
Intervista ad Angelo Maramai, Direttore Generale del FAI.
Fotografi
ALBERTO FANELLI STEFANO GUINDANI SGP BEATRICE MANCINI MARTINO NEGRI SIMONE SIRGIOVANNI MARIO TIRELLI
CEO CityLife
NUMERO 8 • DICEMBRE 2019 • TRIMESTRALE
NON PERDERTI IL PROSSIMO CITYLIFE MAG
ARMANDO BORGHI
NUMERO 9 • MARZO 2020
Direttore commerciale CityLife GIORGIO LAZZARO
Coordinamento CityLife MARIANA DE MARCO
Stampa
GRAFICHE FILACORDA srl
Un ringraziamento speciale a...
MARTINO NEGRI e MARCO BECCATI per il consueto grande aiuto e per averci fornito dati e foto relative alla Torre PwC CLAUDIA PASINI per il costante e prezioso aiuto nel fornirci le informazioni sugli eventi GIUSEPPE SCIARRILLO per averci aperto le porte del suo splendido attico VALENTINA ORNAGHI e CLAUDIO PRESTINARI per avervi parlato dell’ispirazione che ha dato vita al loro progetto artistico VITTORIANA SIGNORINI e ALESSANDRO LOVATO che ci hanno supportato con grande professionalità nella realizzazione dell’articolo sull’interior EUGENIA PIRRO e CARLOTTA CALDERONI per averci portato un tocco di musical e social con il racconto dell’evento Huawei ALBERTA GARUSI per il supporto nel comunicare tutte le novità di Shopping District PAOLO STELLA per il consueto appassionato racconto degli orti e dei loro abitanti AMANDA DE BEAUFORT e DANIEL LIBESKIND per averci dato la disponibilità nel realizzare una bellissima intervista ELENA SCOVAZZI per l’ottima organizzazione della conferenza stampa del progetto di BIG e per il consueto ruolo di coordinamento con Gruppo Generali ANGELA CONVERTINI e CARMELA SANTOVITO per averci fornito il materiale sul premio High-Rise Buildings MARINA REISSNER per il costante supporto nel fornirci indicazioni sullo sviluppo del Parco CAROLINA CHIARA AMMENDOLA per averci fornito il materiale sulla Mostra fotografica “Meraviglie Nascoste” Lo staff di MILANO CITY PADEL DARIO FERRANTE, MARTINA RONCORONI e FRANCESCO MERLO per le informazioni sul Word Padel Tour PIERLUIGI ROSSI e GIUSEPPE RANDAZZO per la costante disponibilità e supporto nella realizzazione del Magazine KATIA MANCA e SERENA EUFEMI per il ruolo da tramite per l’intervista con il Direttore Generale del FAI
...e a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo nuovo numero.
I numeri arretrati di CityLife Mag sono disponibili sul sito www.city-life.it CityLife Mag è pubblicato da ELLEDIPI srl, 34 passage du ponceau - 75002 Parigi - Capitale sociale 20.000 € - P. IVA FR 56 450 149 208
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Foto: Gruppo BIG - Bjarke Ingels Group
A R C HI TE TTU R A
Storia di CityLife I cantieri ancora aperti
ALKEKENGI In autunno, non solo le zucche e le foglie degli alberi tingono di arancione gli Orti Fioriti CityLife: ci pensa anche l’alkekengi, un piccolo cespuglio le cui bacche giungono a maturazione protette da quella che sembra a tutti gli effetti una lanterna di carta. Proprio questa particolarità dà il nome alla pianta: alkekengi deriva infatti dalla parola araba latinizzata “al-kakang”, che significa “lanterna cinese”.
ÂŤ
Fare architettura significa costruire edifici per la gente, universitĂ , musei, scuole, sale per concerti: sono tutti luoghi che
diventano avamposti contro l'imbarbarimento. Renzo Piano
Âť
VERSACE, VENT'ANNI DI JUNGLE PRINT CON J.LO Pagina 2
PIAZZA TRE TORRI SI TINGE DI SOCIAL CON TIKTOK Pagina 3
LEGO SCHOOL BUS, ULTIMA FERMATA Pagina 5
ECCO LA VIGNA DI LEONARDO Pagina 7
CITYLIFE NEWS NOVITÁ - EVENTI - CURIOSITÁ
Dicembre 2019
www.city-life.it
MODA, NATURA, SPORT TRE MESI DI EVENTI
L’anno di CityLife si è chiuso con tre mesi di eventi quanto mai trasversali, un insieme di iniziative che hanno coinvolto bambini, ragazzi, adulti, appassionati di moda, di sport e di spettacolo. Segno che il distretto sta diventando sempre più un punto di riferimento per la città e i suoi abitanti. Nel Padiglione 3 si è tenuta la sfilata di Versace che ha fatto molto parlare di sé ed è già entrata nella storia PAGINA 2 . La vera consacrazione di CityLife arriva però dai più giovani, a cui sono stati dedicati diversi eventi, a partire da quello firmato LEGO®, che ha unito gioco e realtà aumentata PAGINA 5 , al live sponsorizzato da Huawei che ha visto le star di TikTok esibirsi in piazza Tre Torri PAGINA 3 . CityLife conferma anche la sua affinità con lo sport: i campi di padel hanno ospitato il più prestigioso torneo mondiale dello sport da racchetta PAGINA 4 , la Half Marathon ha coinvolto il distretto con il suo percorso cittadino PAGINA 6 e l’evento Soul Basket ha trasformato piazza Tre Torri in un campo a cielo aperto. E poi ancora: il racconto di Pets in the City PAGINA 5 , della vigna collocata all’ingresso di CityLife PAGINA 7 , dell’installazione in partnership con l’università Bocconi PAGINA 6 e le immancabili news dagli orti PAGINA 8 .
Sergio Bisi
Carlo Scarpato/SGP
Un successo che non accenna a diminuire
Inserto
DOLCETTO O TESCHIETTO? Sono stati ispirati ai Calavera, ossia ai teschi messicani del Dia de los Muertos, i laboratori di Halloween organizzati in CityLife Shopping District. Oltre al truccabimbi, tanti laboratori creativi che, dalle 12:00 alle 20:00 dal 30 ottobre al 3 novembre, hanno permesso a grandi e piccini di vivere appieno le atmosfere di puro terrore che Halloween, festa ormai sempre più amata e popolare anche da noi, esporta nel mondo intero.
CIN CIN DA RECORD La seconda edizione di Milano Wine Week, l’evento che punta a fare di Milano un luogo di riferimento del bere bene, ha avuto una preview sabato 5 ottobre in CityLife Shopping District. Un taglio del nastro che ha portato ad alzare in aria più dei 3000 calici dello scorso anno, per un brindisi da record. Ad allietare la serata ci hanno pensato i Funkasin Street Band e il vernissage dell’installazione HyperNature realizzata dall’artista inglese Bethan Laura Wood. Durante la manifestazione, CityLife è stata poi una delle location speciali che hanno ospitato, nei propri spazi, degustazioni, aperitivi e menu abbinati ai vini della settimana.
CITYLIFE NEWS è l’inserto di CITYLIFE MAG che racconta gli eventi, le nuove aperture e gli appuntamenti imperdibili che si svolgono nel distretto o che hanno come sponsor CityLife. Il progetto immobiliare nato nel 2007 è arrivato a maturità offrendo un nuovo lifestyle a coloro che hanno scelto di viverci e, più in generale, alla città di Milano. -1-
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JUNGLE DRESS VENT’ANNI DOPO
Il 20 settembre, il Padiglione 3 ha ospitato la sfilata di Versace che ha scritto un nuovo capitolo della storia del brand con la celebrazione del ventennale dell’abito Jungle Print indossato da Jennifer Lopez. In passerella anche un omaggio a Google.
La stampa Jungle apparve per la prima volte sulle passerelle delle sfilate Primavera-Estate 2000, ma fu quando la Lopez lo indossò ai Grammy del 2000 che l’attenzione del pubblico venne catalizzata dall’abito. E dalla sua indossatrice, ovviamente. Milioni di persone cercarono quell’immagine su internet, dando vita alla ricerca più grande in termini di numeri che Google avesse sperimentato fino ad allora. Ma era il 2000 e al colosso dei motori di ricerca mancava ancora lo strumento di cui la gente aveva bisogno: Google Immagini. Ricordando quella frenesia, Donatella Versace afferma: «Fu una cosa incredibile. Il mondo intero ebbe la stessa identica reazione: rimase a bocca aperta. Oggi viviamo in una società altamente tecnologica, ma allora era diverso. Pensare che un singolo abito, legato a un particolare momento, abbia portato alla
creazione di uno strumento che ora utilizziamo quasi senza farci caso, credo che sia una cosa straordinaria». Per celebrare questi vent’anni appena passati, la stampa Jungle è tornata in passerella nelle sue nuance originali, e declinata su diversi materiali, stampata sul metal mesh o ricamata con cristalli ed elementi tie-dye. E così, a vent’anni di distanza, Versace e Google si sono incontrati per celebrare quel momento che, in un modo o nell’altro, ha cambiato la storia -2-
Giulio Tanzini/SGP
Carlo Scarpato/SGP
C’
è stato un momento delle sfilate PrimaveraEstate 2020 che è già diventato iconico. Ed è avvenuto in CityLife, all’interno del Padiglione 3. Si tratta dell’istante in cui in passerella è apparsa Jennifer Lopez con indosso l’abito Jungle Print, che proprio in quell’occasione celebrava i suoi vent’anni.
di entrambi. Il binomio ha dato vita a un allestimento che ha trasformato il Padiglione 3 di CityLife in un Pantheon contemporaneo, con un soffitto a cupola e una scultura a forma di palma combinati con proiezioni di arte digitale. Grazie all’utilizzo di Google Tilt Brush, la stampa Jungle ha cambiato forma. Infine, utilizzando l’Assistente Google, Donatella Versace ha cercato in diretta su Google immagini dell’abito Jungle, un momento indimenticabile per gli appassionati del brand e di moda e tecnologia in generale.
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IL TALENTO AL DI LÀ DELLO SCHERMO
I talenti di TikTok, nuovo social network amatissimo dai più giovani, e di Instagram si sono ritrovati in piazza Tre Torri in occasione del Huawei P Smart 2019 DoubleTap. Una competizione che ha permesso ai fan di ammirare le esibizioni dei loro idoli social dal vivo.
Giacomo Miglierina
C
Organizzato dall’agenzia 2MuchTV e con Huawei come Title Sponsor, il tour si è concluso con la serata del 21 settembre a Roma, presso l’Atlantico.
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Giacomo Miglierina
Tanti i nomi che si sono alternati sul palco: nella categoria “Canto” Sespo e Valerio Mazzei, nel “Ballo” Marta Losito ed Elena Sofia Picone, nel “Video” Alessandro Montesi e Virginia Montemaggi. Un alternarsi di sfide tra giovani talentuosi che ha messo in difficoltà i giudici, che per la tappa milanese erano la giovanissima ballerina Emma Del Toro, il già affermato tiktoker italiano Tel J e lo youtuber Gianmarco Zagato.
Giacomo Miglierina
ityLife, quartiere già amatissimo dai ragazzi, ha messo a segno un altro colpo per ingraziarsi il cuore dei giovanissimi. Venerdì 6 settembre piazza Tre Torri ha ospitato la penultima tappa del tour Huawei P Smart 2019 DoubleTap: un evento in cui i talenti di TikTok e Instagram si sono esibiti per i loro fan. Una performance di Shade ha chiuso lo show.
LA PARTNERSHIP CON HUAWEI Vista la passione dei giovanissimi per smartphone sempre più performanti, ma allo stesso tempo convenienti e dal design accattivante, Huawei ha accompagnato ogni tappa del tour presentando i tre nuovi arrivati in famiglia: P Smart 2019, che si caratterizza per eccellenti performance racchiuse in un -3-
design ricercato, un ampio display e una doppia fotocamera potenziata dall’Intelligenza Artificiale; P Smart + 2019, dotato di tripla fotocamera potenziata dall’Intelligenza Artificiale e P Smart Z 2019, il nuovo smartphone tutto schermo, dotato di una fotocamera pop-up e un display Full HD.
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A COLPI DI RACCHETTA
City Padel Milano ha ospitato un torneo che non solo ha radunato i più grandi amanti della neo-pratica sportiva, ma ha dato loro la possibilità di guadagnare punti per accedere al World Padel Tour. Il resoconto nei dettagli.
S
pagna, Portogallo, Regno Unito, Svezia, Olanda e Italia. Questo l’elenco dei paesi che ospiteranno il World Padel Tour, il circuito professionale che stila una classifica mondiale dei giocatori di padel. L’Italia, dopo il successo di Roma, ha scelto Milano – per la precisione i campi di padel di CityLife – per ospitare il torneo della FIP Star, una nuova categoria nata dall’accordo tra la Federazione Internazionale di Padel e World Padel Tour. I partecipanti hanno così potuto ambire all’incremento del
BASKET IN CITYLIFE
I
l 7 e l’8 settembre i giovani milanesi in attesa dell’inizio della scuola hanno potuto cimentarsi nel basket in piazza Tre Torri. Tre campi, aperti dalla mattina al tramonto, hanno accolto in modo personalizzato tutti gli interessati: i più piccoli sono stati accuditi da educatori e allenatori che hanno potuto condividere le regole di base; i più grandi, già pronti a cimentarsi in giochi di squadra o
proprio ranking internazionale, puntando all’accesso al World Padel Tour, e quindi al professionismo. Dal 3 al 6 ottobre, 38 coppie maschili e 16 femminili si sono affrontate per la qualificazione alla finale che ha riunito, sul fronte maschile, Facundo Dominguez e Aris Homero Patiniotis Rojas che hanno battuto Ricardo Martinez Sanchez e Raul Marcos Duran
Grazie all’associazione Soul Basket, bambini e ragazzi hanno potuto conoscere le regole base della pallacanestro e cimentarsi in allenamenti e partite. Tutto questo in CityLife, all’ombra delle torri. allenamenti, avevano un terreno a loro disposizione, e un ultimo campo era riservato a mini tornei 2 contro 2 o 3 contro 3 per coloro che hanno maggiore spirito agonistico.
La due giorni è stata organizzata da Soul Basket, un’associazione sportiva dilettantistica che ha sede nei dintorni di CityLife e che ogni anno allena e disputa tornei in tutte le categorie, dal minibasket fino alla squadra seniores. -4-
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per 2 set a 0 (7-5/6-3), e su quello femminile, Noelia Marquez Rite e Carlotta Casali che si sono imposte su Chiara Pappacena e Giulia Sussarello con 2 set a 1 (6-3/4-6/6-4).
Ai vincitori sono stati assegnati punti validi sia per la classifica WPT sia per la classifica nazionale, oltre ai premi in denaro, 10.200 € così suddivisi: 6.000 € per il doppio maschile e 4.200 € per il doppio femminile.
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ra il 1° agosto quando, in piazza Tre Torri è iniziato il tour di LEGO® Hidden Side™, l’unico prodotto LEGO® che unisce gioco fisico e realtà aumentata. Un’esperienza di gioco fluida che comincia con un semplice mattoncino e finisce in un mondo fantastico, riservato ai bambini più coraggiosi. Già, perché questo mix di sogno e realtà è ambientato a bordo di uno school bus infestato dai
fantasmi! La storia parla di due giovani Youtuber, Jack e Parker che scoprono che la loro città, Newbury, è invasa da creature che non riescono a neutralizzare da soli.
Durante la Pet Week, CityLife ha dato il suo contributo ospitando due Pet Pool in cui cani di tutte le taglie hanno potuto divertirsi in acqua come se il mare fosse arrivato in città.
favorita la partecipazione attiva degli animali, che hanno trovato spazi pensati ad hoc per il loro divertimento, rendendoli soggetti attivi della manifestazione.
Lo school bus (che rappresenta uno dei possibili scenari di gioco dei set LEGO® Hidden Side™) ha viaggiato per 3.000 chilometri, coinvolgendo oltre 10.000 fan dei mattoncini colorati da Bari,
TUFFI A 4 ZAMPE
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i è chiusa il 6 ottobre Pets in the City, la prima edizione della fiera dedicata agli animali da compagnia, focalizzata sul loro benessere e su tutti gli strumenti a disposizione dei loro padroni per farli vivere sereni e felici. Assolutamente bandite, quindi, gabbie e vendita dei cuccioli: a Pets in the City si è
In quest’ottica sono state allestite due Pet Pool dal 28 settembre al 4 ottobre sponsorizzate da Monge, azienda leader nel settore del pet food italiano. Queste due piscine hanno regalato ai cani uno spazio in cui divertirsi, giocare e tuffarsi come se fossero al mare. Insieme a loro nelle vasche era presente anche il personale specializzato dell’associazione SOGIT di Carlo Bianco del Green Dog Club che ha -5-
Giocare con i mattoncini LEGO® non è mai stato così… terrificante! La nuova linea LEGO® Hidden Side™ torna in CityLife e coinvolge i più coraggiosi nella sua nuova esperienza di gioco, dove reale e virtuale offrono nuovi scenari grazie alla realtà aumentata.
a Cattolica, Arese e… Milano. L’avventura è finita lì dov’era iniziata, in CityLife, piazza Tre Torri. Sabato 5 e domenica 6 ottobre i bambini più coraggiosi si sono sfidati, scegliendo il set gioco fra quelli della serie Hidden Side™ e utilizzando gli iPad messi a disposizione per catturare quanti più fantasmi e salvare Newbury. Oltre a queste esperienze di gioco in realtà aumentata sono stati allestiti tavoli per il gioco libero e set fotografici per immortalare questa giornata dedicata ai mattoncini LEGO®.
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Simone Sirgiovanni
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veliabossi@ragnarock.eu
A CACCIA DI FANTASMI!
permesso un corretto approccio degli animali all’acqua. Attenzione e cura sono stati dedicati anche alla fase di uscita dall’acqua, curando l’asciugatura e la cura del pelo, per un completo benessere del cucciolo. Un’iniziativa social che ha portato online gli scatti migliori, chiedendo ai follower di votare le performance più simpatiche.
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MILANO LOVES RUN La mezza maratona che, come sempre in autunno, chiude la stagione delle corse per i runner milanesi, quest’anno ha sostenuto il progetto di inclusione sociale della Onlus Sport Senza Frontiere.
Ma non si tratta solo di una corsa per la città. Parallelamente
Come ulteriore supporto alla Onlus, Ganten Milano 21 HM ha lanciato Milano 2x5 Relay, una staffetta non competitiva e solidale.
all’evento sportivo, la Ganten Milano 21 Half Marathon ha lavorato anche sull’inclusione sociale, aderendo al progetto di Sport Senza Frontiere, Onlus che si batte per l’integrazione sociale attraverso lo sport. Un progetto per bambini e
UN PORTALE DIGITALE UNISCE LA CITTÀ
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novembre, in occasione dell’inaugurazione del nuovo campus e dell’apertura dell’anno accademico 2019/2020, l’università Bocconi ha organizzato una serie di installazioni nei luoghi simbolo della metropoli, piazza Tre Torri di CityLife inclusa. Una porta blu contenente un monitor connesso a un portale digitale ha permesso all’intera città di sintonizzarsi con la cerimonia di inaugurazione che si è svolta al nuovissimo campus Bocconi.
adolescenti svantaggiati che trovano supporto e senso di appartenenza nell’attività fisica. I partecipanti hanno potuto contribuire a questa causa direttamente dalla pagina web delle iscrizioni, scegliendo di destinare un contributo a Sport Senza Frontiere.
PhotoColombo
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el calendario dei runner milanesi la Ganten Milano 21 Half Marathon, che quest’anno si è tenuta il 24 novembre, occupa un posto d’onore. Due percorsi, uno di 21 l’altro di 10 chilometri, entrambi omologati FIDAL ed entrambi con formula agonistica o non competitiva, hanno toccato i luoghi simbolo della città, passando da angoli storici come il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace e da punti nevralgici della modernità milanese, come CityLife.
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L’apertura di questa porta, in contemporanea nei vari distretti cittadini, ha dato il via alla cerimonia di presentazione dell’Urban Campus Bocconi, una struttura progettata dal famoso studio di architettura giapponese SANAA, laureato del Pritzker Price nel 2010. Un nuovo passo avanti per l’ambizioso progetto che si estende su una superficie di 36mila metri quadrati e che risponde agli standard più esigenti di qualità architettonica e ambientale: gli edifici risponderanno alla norma -6-
Il ricavato della staffetta e in generale delle donazioni in fase di iscrizione ha permesso a 10 bambini delle periferie milanesi, che vivono in situazioni di difficoltà socio-economica di entrare nel programma di Sport Senza Frontiere e di beneficiare non solo di un anno di corso sportivo presso una delle associazioni collegate alla Onlus, ma anche di screening sanitari e di un monitoraggio psicopedagogico.
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Tutta Milano ha potuto partecipare all’inaugurazione del nuovo campus Bocconi. La porta blu, emblema dell’iniziativa, ha trovato spazio anche in piazza Tre Torri, ormai luogo simbolo della metropoli. NZEB (Nearly Zero Energy Buildings) prevista dalla Direttiva europea EPCB (2010/10/UE) che la regione Lombardia si è impegnata a rispettare fin dal 2016.
In occasione di questo evento, le porte si sono trasformate anche in intrattenitori grazie a un quiz sull’università, che ha permesso a chi ha giocato di scoprire la storia e le iniziative sempre più internazionali dell’ateneo milanese. •
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LA VIGNA DI LEONARDO
ARRIVA IN CITYLIFE
Un nuovo tassello che arricchisce l’animo naturale di CityLife che, pur fortemente integrato allo spirito metropolitano, si è da sempre impegnato per unire città e natura, attraverso il grande parco, gli orti, e ora la sua nuova vigna di ispirazione leonardesca.
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er testimoniare il proprio impegno nella causa “green”, il mondo della moda aveva allestito in piazza della Scala una vigna ispirata alla celebre vigna di Leonardo, che si trova vicino a Santa Maria delle Grazie, nel cortile della Casa degli Atellani. Era il tempo della Milano Fashion Week e ora che le luci delle passerelle si sono spente, la vigna ha trovato una nuova casa: CityLife. Le 170 piante sono state collocate all’ingresso principale del distretto, in via Ortese, disposte lungo cinque filari, in un’area di 1.500 metri quadri. Il vigneto di CityLife sarà animato da iniziative didattiche e ricreative per famiglie e bambini, durante i momenti salienti della coltivazione e della raccolta: un ulteriore opportunità per avvicinare le persone alla natura, ai suoi cicli e ai suoi rituali, portando in città un momento tipico della vita di campagna, ossia la vendemmia.
La Cooperativa del Sole, già impegnata nella cura degli Orti Fioriti CityLife, si occuperà di quest'area, nuovo tassello che il distretto dedica al verde.
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NON SOLO... "ORTI FIORITI"
Nuovi ospiti e tanti successi chiudono il bilancio della stagione 2019 degli Orti Fioriti CityLife. Come sempre, Paolo Stella ci racconta la vita quotidiana e gli eventi di questo speciale angolo verde di Milano.
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Ma non è soltanto la parte vegetale, giunta nel pieno del suo splendore, che ha attirato l’attenzione dei tanti visitatori di questi mesi. Come già vi abbiamo raccontato, da qualche mese l’orto ospita tre galline, inserite con l’idea di replicare la realtà agricola lombarda, in cui gli animali da cortile si muovevano liberi, compagni di vita e di lavoro dell’uomo. Paolo Stella, della Cooperativa del Sole, ci racconta come le tre galline degli Orti Fioriti CityLife stiano svolgendo bene il loro compito: «Sono ormai le vere star degli orti. Sono animali addomesticati, ci vengono incontro quando arriviamo e sono la testimonianza di come un numero contenuto di animali in un orto così grande non faccia danno, ma anzi aiuti. Le galline infatti lavorano il terreno muovendosi liberamente, contribuendo alla crescita dell’orto. Inoltre la loro presenza costituisce una lotta biologica ai parassiti».
Ed ora possono contare anche sulla compagnia! Da qualche settimana, infatti, si sono unite alla famiglia alcune mini-lepri,
Claudia Pasini
onostante il 31 ottobre gli Orti Fioriti CityLife abbiano chiuso per la pausa invernale, è sotto l’occhio di tutti che qualcosa è cambiato. I tempi della natura sono stati rispettati e quest’anno, nei mesi più freddi, l’orto appare comunque vivo grazie alle ormai numerose piante “adulte”.
entrate autonomamente nell’area, tenuto due laboratori nell’area bambini. «L’idea era quella di dove hanno trovato disponibilità trattare il tema “orti” mettendo di cibo, spazio e protezione. a fuoco il tema del cibo e della sostenibilità. Così abbiamo Altri ospiti più “tradizionali” di pensato di mostrare ai bambini questi mesi sono stati, come di come le piante non sono solo consueto, scolaresche e bambini cibo per l’uomo, ma hanno a loro venuti in visita per conoscere volta bisogno di nutrimento». la realtà di un orto urbano, la Il laboratorio, chiamato Caffè Lega Italiana Lotta tumori che delle piante, consisteva nel ha portato qui alcuni pazienti coinvolgere i piccoli partecipanti come supporto alle terapie e la per dare da bere alle piante una Fondazione Architetti, tornata due volte per conoscere meglio il soluzione di acqua, terriccio e guano di gallina. Proprio per progetto. via del loro ruolo, le tre galline sono state portate “in gita” in Accanto a queste visite, il fiera, dove hanno spopolato tra i calendario degli eventi si è partecipanti. infittito perché oltre all'abituale mercato del sabato mattina, Che sia dentro o fuori i propri i mercoledì sera GUD ha confini, l’obiettivo di Orti Fioriti organizzato aperitivi all’interno CityLife per il 2019 è stato degli orti. ampiamente raggiunto: l’area ha accolto nuovi alberi, nuovi ospiti Il successo degli Orti Fioriti vegetali ma anche animali, ma CityLife ha superato poi i confini soprattutto si è trasformato in del distretto per approdare a uno spazio vivo perché residenti Golosaria, fiera dedicata al food e visitatori ne hanno colto il di cui vi abbiamo parlato nello contenuto e il valore. • scorso numero. Paolo Stella ha -8-