CityLife MAG • N. 4 • DEC 2018

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ARCHITE T T U R A

N AT U R A

DESIGN

I N T E R I OR

Vivere in CityLife, un racconto attraverso le vostre parole. I primi mesi di vita dell’asilo nido BabyLife.

A RT E

V I A G GI

T EC NOLOGIA

F U M ET T I

La Cooperativa del Sole, chi si prende cura degli orti. La nuova apertura di Peck, gastronomia simbolo di Milano.

NUMERO 4 • DICEMBRE 2018 • TRIMESTRALE


INFOGRAFICA

CITYLIFE IN CIFRE

DI SUPERFICIE

RIQUALIFICATA

9,6 MILIONI DI VISITATORI

IN CITYLIFE SHOPPING DISTRICT NEL PRIMO ANNO DALL'APERTURA

26,5 120 SAN SIRO VOLTE IL CIRCUITO DEL PALIO DI SIENA

CIRCA

366.000 MQ

POSTI AUTO 2.000 PER UNA LUNGHEZZA PARI A

VOLTE I POSTI A SEDERE DI

OLTRE

170.000 MQ

POSTI DI LAVORO NELL’AREA

PARI A

DI PARCO

10 VOLTE

LA SUPERFICIE DI PIAZZA DUOMO

G. Bacis

10.000

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EDITORIALE

Living CityLife Gentili lettori, Vivere in CityLife si sta rivelando, anno dopo anno, un’esperienza sempre più ricca di novità e cambiamenti. Il cantiere della torre PwC cresce sempre di più, definendo il disegno delle Tre Torri ormai emblematico nel panorama della nuova Milano. Lo Shopping District, a un anno dall’apertura avvenuta il 30 novembre 2017, può vantare un numero di visitatori pari a 9,6 milioni. L’apertura dei campi di Padel ha contribuito ad ampliare l’offerta sportiva del nostro distretto, affiancandosi ai preesistenti campi da tennis e riscuotendo un grande successo. In questo numero abbiamo raccolto i pareri e le esperienze di chi lavora, vive o semplicemente si trova di passaggio tra le vie del nostro parco, nello Shopping District o anche nelle strade limitrofe, per poter consapevolmente affermare che questo è un quartiere che offre un’ampia possibilità di scelta: tempo libero, lavoro e sport che si uniscono armoniosamente tra la bellezza del verde e la maestosità delle torri e delle residenze. Vi racconteremo, inoltre, dell’azienda che entrerà nella torre Libeskind appena sarà ultimata: PwC, PricewaterhouseCoopers, con un’intervista all’amministratore delegato di PwC Italia dottor Giovanni Andrea Toselli. Daremo spazio alle novità in vista delle festività natalizie con le installazioni in piazza Tre Torri dell’innovativo albero di Natale di Huawei e della pista di pattinaggio che permetterà agli appassionati di divertirsi dal 5 Dicembre sino al 28 Febbraio. Parleremo, inoltre, dei nuovi lavori di viabilità che stanno interessando viale Duilio e largo Domodossola con un’intervista al Direttore delle Opere Pubbliche e Sviluppo Residenziale l’arch. Roberto Russo. Infine ci occuperemo d’arte con la casa d’aste BASEZERO e la galleria d’arte Dellupi, di design con una visita a uno splendido attico delle residenze Libeskind, di food con le aperture del ristorante Attimi dello chef tre stelle Michelin Heinz Beck e dello storico tempio della gastronomia milanese Peck e di tanto altro ancora.

Buona lettura.

Armando Borghi CEO CityLife

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CITYLIFE MAG NUMERO 4 DICEMBRE 2018

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Tutti i volti di CityLife ARCHITETTURA

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Intorno a CityLife ARCHITETTURA

Il Direttore delle Opere Pubbliche e Sviluppo Residenziale ci mostra come cambierà la viabilità in seguito ai lavori attualmente in corso.

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Vivere BabyLife ARCHITETTURA

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Il Sole in CityLife NATURA

Chi sono i ragazzi che si prendono cura degli Orti Fioriti e come nasce la Cooperativa del Sole.

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Astrazione e ricerca ARTE

Hans Hartung in mostra alla galleria Dellupi con tele astratte che raccontano la ricerca formale dell’artista.

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Abbiamo visitato l’asilo nido di CityLife insieme alle educatrici, che ci hanno raccontato la quotidianità in questa struttura.

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ARTE

Nuove opere in arrivo nel Parco delle Sculture: Untitled e Beso si uniranno alle altre installazioni.

Un racconto corale fatto da chi vive e frequenta il quartiere.

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Il potere evocativo dell'arte

City Padel is now open! EVENTI

Una giornata dedicata allo sport che ha dato il via a una stagione di grande successo per il padel.

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Fast & Gourmet EVENTI

L’inaugurazione di Attimi di Heinz Beck che porta nello Shopping District la sua proposta stellata.


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40

30 44 48

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L’arte non ha prezzo EVENTI

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Che cos’è BASEZERO, un sistema di aste che ha trovato in CityLife una nuova casa e tanti acquirenti appassionati.

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Cumano DESIGN

PwC

INTERVISTA

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Idea di casa DESIGN

Il racconto di un attico delle residenze Libeskind sui toni del grigio e del blu petrolio.

That’s Peck!

SHOPPING BRAND FOCUS

La gastronomia più amata di Milano arriva in CityLife con una proposta tra modernità e tradizione.

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L’intervista alla società che nel 2020 si trasferirà nella torre Libeskind, attualmente in costruzione.

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SHOPPING DISTRICT

Tanti laboratori creativi organizzati per i più piccoli frequentatori di CityLife Shopping District.

Il tavolino opera di Achille Castiglioni ispirato alle atmosfere di fine Ottocento.

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È qui la festa?

I mille colori della flânerie LIFESTYLE FUORI MURA

Continua il nostro tour alla ricerca di negozi, laboratori e storie che impreziosiscono il quartiere.

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CityLife story FUMETTO

Vita, avventure e quotidianità dei residenti di CityLife e dei loro animali!

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ARCHITETTURA

Tutti i volti di CityLife testi Emanuela Brumana

A. Cherchi

A ogni ora del giorno CityLife accoglie persone con obiettivi diversi: c’è chi va al lavoro, chi si ritaglia un po’ di tempo per sé, chi fa shopping, chi un giro con il passeggino e chi scatta fotografie. Per mettere insieme tutti questi modi di frequentare il quartiere abbiamo pensato a un articolo che desse voce ai loro racconti. E voi, come vivete CityLife?

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ARCHITETTURA

A

rchitettura, arte, natura: sono questi i pilastri su cui si regge il progetto CityLife, che dalla sua nascita è riuscito a portare una ventata di internazionalità a Milano, cambiando un po’ anche il modo in cui i milanesi vivono la città. Perché grazie agli eventi, all’orto ma anche alla bellezza del quartiere, le persone hanno riscoperto il piacere della partecipazione e del vivere comune. E proprio perché sono le persone, perché siete voi il motore di CityLife, abbiamo deciso di chiedervi che cosa significhi vivere quest’area, che cosa ne pensate, come vi trovate. Ne è emerso un racconto corale, fatto di tanti modi diversi di vivere CityLife: ci sono i giovani, attratti soprattutto dal cinema e dai negozi; ci sono le famiglie che apprezzano il parco, dove trascorrono giornate all’aperto senza però rinunciare alle offerte della città; ci sono i lavoratori che frequentano quotidianamente l’area. E poi c’è chi vive a CityLife e i turisti attratti dall’architettura. Insomma, la proposta di CityLife è varia e altrettanto vari sono i modi in cui le persone hanno accolto questo nuovo volto di Milano.

Le interviste Emanuela, da una panchina del parco: «Mi piacciono il parco e l’architettura. È un luogo di Milano in cui si può vedere tanto cielo».

Matteo e Jacopo, due giovanissimi fotografi: «È bello venire qui: c’è il parco ed è anche divertente. Ci sono tanti negozi, c’è il cinema. Poi visto che a me piace fare fotografie è proprio il posto giusto!» Giovanna, la voce fuori dal coro: «Non riesco ad abituarmi: sembra una Milano che non è Milano. Forse perché è così diversa dal resto della città. Il lato positivo è che qui non c’è il caos che caratterizza altre zone di Milano, l’atmosfera è piacevole. Solo, mi sembra tutto così perfetto da essere quasi finto». Benjamin, un giovane studente finlandese: «When I came here for the first time, I was like “Wow!”» («Quando sono venuto qui la prima volta, ho pensato: “Wow!”») Camilla e Sergio, una coppia: «Venivamo spesso con i nostri amici, così la prima volta che siamo usciti, siamo venuti qui. Ci è venuto spontaneo, è un posto tranquillo, che conosciamo e dove non ci si annoia».

M. Antinori

PAROLA AI GIOVANI Grazie al cinema, agli eventi e alle proposte più smart, CityLife richiama l’attenzione di molti giovani, incuriositi da questa nuova realtà urbana. C’è anche chi trova qui aspetti inediti altrove: il grande parco con le installazioni di arte contemporanea è di sicuro un luogo dove i giovani (e non solo, in verità!) amano sedersi a chiacchierare, ma c’è anche chi studia, ascolta musica o prende il sole. Anche chi è a Milano da poco conosce la zona e viene qui per visitare uno dei luoghi più “caldi” della città, per farsi ispirare e per scattare fotografie. Fra i giovani, però, c’è anche qualche voce fuori dal coro che rimprovera a CityLife l’essere un luogo completamente diverso dal resto della città, come un’isola distaccata dal contesto. Aspetto questo che invece ad altri piace: l’architettura contemporanea, le torri, l’assenza del consueto caos meneghino invogliano i ragazzi a venire qui (e anche i loro genitori a lasciarli liberi di frequentare una zona sicura e piacevole). Insomma, le nuove generazioni leggono in maniera diversa la proposta, ma anche i più scettici non riescono a essere completamente negativi nel loro giudizio, riconoscendo che comunque da quando il progetto è diventato realtà, l’intera area si è trasformata, risultando più vivibile e a misura d’uomo.

S. Sirgiovanni

S. Sirgiovanni

Giacomo e Gianluca, due fratelli videomaker di professione: «Veniamo qui a fare fotografie: è un posto che ci dà sempre tante ispirazioni. Sembra di camminare in un render che si è trasformato in realtà. Chissà, forse diventerà il nuovo centro di Milano!»

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ARCHITETTURA

S. Sirgiovanni

Le interviste

VIVERE A CITYLIFE Chi abita nelle residenze partecipa quotidianamente a quella che è la filosofia di CityLife: essere una grande famiglia che ha adottato ed è a sua volta stata adottata da questa zona di Milano. La partecipazione è alta, non solo agli eventi, ma alla quotidianità fatta di luoghi condivisi e rapporti di vicinato che uniscono persone provenienti da ogni parte del mondo. Anche chi non vive nelle residenze ma abita nelle case limitrofe ha apprezzato il cambiamento che ha investito l’area e sottolinea come il quartiere sia cambiato in meglio, diventando più vivibile, sicuro e con una proposta difficilmente trovabile altrove. Ecco perché a qualsiasi ora del giorno ci sono persone che passeggiano, chiacchierano, si rilassano, si allenano: perché CityLife è un po’ la continuazione di casa propria e riesce ad accogliere anche chi viene da fuori, facendo sentire che Milano può essere un luogo fruibile e a misura di giovani, famiglie, lavoratori, dogsitter, bambini, runner, shopping addicted…

Paola, che porta a spasso il cane: «È cambiata la vivibilità della zona. Adesso qui è bello venire anche solo per passare un quarto d’ora nel verde o nello Shopping District. Evito giusto il fine settimana, quando c’è più gente. Nonostante sabato e domenica ci sia maggior confusione, è indubbio che CityLife ha portato una migliore qualità della vita rispetto al passato, ed è una cosa a cui ci si abitua in fretta e di cui ci si rende conto solo quando arriva gente da fuori, che si guarda intorno stupita e meravigliata. Diciamo che se un maggior indotto di confusione è il prezzo da pagare, son ben contenta!» Stefano, fermato durante la corsa: «È bello potersi allenare all’aria aperta, soprattutto quando l’autunno regala ancora giornate così belle! Vengo qui perché abito poco lontano e preferisco farmi una corsa nel parco che chiudermi in palestra». Simona, dalla scala delle metropolitana: «È il futuro. Scriva pure che anche le ultra cinquantenni amano il futuro». Cinzia, appena uscita dal lavoro: «Il primo giorno qui, l'impatto è stato forte. C'è stato anche chi ha sofferto di veritigni!»

S. Sirgiovanni

LAVORARE A CITYLIFE Al mattino, dalla metropolitana, si vedono diverse persone salire in piazza Tre Torri e dirigersi verso i grattacieli, dove inizieranno una nuova giornata lavorativa. Ma che cosa si prova a lavorare in questa versione meneghina della City? Quali sono state le reazioni quando gli impiegati delle torri hanno visto per la prima volta CityLife? Il coro di voci è unanime: hanno avuto la sensazione di entrare nel futuro dalla porta principale, sperimentando un nuovo modo di vivere gli spazi lavorativi e la città.

Stefania, inquilina di CityLife: «È un bel vivere! Sono qui da tanto: ho visto nascere la torre Hadid e adesso sto assistendo alla crescita della terza torre. È tutto un work in progess di cui è bello fare parte: ho visto il parco diventare sempre più bello e animarsi di tante famiglie coi bambini, cosa gradevolissima. E poi ci sono le installazioni d’arte, tutte molto belle, danno quel tocco in più. Io sono appassionata di fotografia e mi danno molti spunti: ho fotografato il piedone con la neve e adesso c’è Coloris… e poi gli eventi! C’è sempre un evento! Per non parlare del cinema, dei ristoranti: è tutto molto piacevole! Abbiamo ormai delle giornate fisse: una sera al cinema, una sera l’hamburger, l’altra la pizza. Insomma è gradevole, si vive bene! E poi ho vicini di tutto il mondo: siamo una piccola comunità multietnica».

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ARCHITETTURA

Le interviste

LA VITA NELLO SHOPPING DISTRICT Camminare per CityLife Shopping District è un’esperienza sempre diversa. I ritmi qui cambiano di ora in ora. Ci sono momenti in cui il tempo scorre via tranquillo: alcune persone fanno shopping, nella food hall c’è chi studia, chi lavora, chi beve un caffè. Poi all’improvviso l’area si anima: è iniziata la pausa pranzo e i lavoratori delle torri scelgono CityLife Shopping District per sperimentare ogni volta una proposta gastronomica diversa. Con l’arrivo del pomeriggio, le persone che frequentano il distretto commerciale cambiano: aumentano infatti i giovani che, finita la scuola, si regalano un pomeriggio di shopping. Durante i fine settimana poi CityLife Shopping District è pieno a qualsiasi ora, complice il perfetto mix di brand, food e cinema. Anche se l’occhio esperto di chi lavora nei negozi dice che non c’è mai la calca rumorosa che caratterizza gli altri centri commerciali e che rende l’esperienza di visita confusa e chiassosa: qui, anche grazie alla clientela selezionata, l’atmosfera è sempre piacevole. A volte più vivace, altre più rilassata ma comunque mai caotica. La tranquillità che caratterizza la vita dello Shopping District è un valore aggiunto anche per chi frequenta la food hall. Poter sostare in un’area poco rumorosa, pensata in modo che ognuno possa ritagliarsi la propria postazione, invita sia i lavoratori sia i giovani studenti a fermarsi a un tavolo, aprire libri e computer e concentrarsi. Per chi lavora nei negozi, però, la grande particolarità dello Shopping District di CityLife è il parco: lo sbocco esterno dove passare la pausa pranzo è un valore aggiunto spesso introvabile altrove. Parlando con le persone impegnate nello shopping o anche solo in un momento di relax trascorso guardando le vetrine emerge che nell'immaginario di molti il vero tratto distintivo di CityLife Shopping District è l’architettura firmata da Zaha Hadid. Il calore del legno e l’avvolgenza delle curve della struttura, così come i banconi scultorei immersi in aree di ampio respiro rendono l’esperienza di shopping gradevole, tanto da farne non solo un luogo in cui ci si reca per comprare ma anche uno spazio da vivere e frequentare.

Daniela, commessa di un negozio di abbigliamento: «È un centro commerciale diverso dagli altri: il livello è medio-alto, la clientela è selezionata. Non c’è mai la ressa che c’è negli altri centri commerciali. Si gira sempre bene, l’atmosfera è sempre godibile». Elettra e Alessia, commesse di un negozio di abbigliamento: «È un luogo vissuto maggiormente nel weekend, ma è anche vero che chi lo frequenta in settimana viene qui per comprare. Non è un centro commerciale come gli altri: c’è una clientela selezionata, il livello è medio-alto. Da primavera a fine estate ci godiamo il parco. Chi lavora nei centri commerciali sa quanto uno spazio esterno in cui trascorrere la pausa pranzo sia importante! Inoltre, grazie al servizio di vigilanza, ci sentiamo tranquille. È un bel quartiere da vivere, anche grazie agli eventi organizzati: le persone rispondono alle proposte di CityLife ed è bello vedere la zona ancora più animata e vivace». Eleonora e Camilla, due studentesse universitarie: «Veniamo qui spesso, sia perché CityLife è vicino alla nostra università sia perché ci sono tanti tavoli ed è un ambiente tranquillo fino all’ora di pranzo». Jeff, lavoratore: «È un posto piacevole, non troppo affollato e non troppo rumoroso. Ma la vera cosa che amo è la luce: poter vedere il cielo quando lavori è un plus. In questo luogo sento che l’architettura è stata pensata per servire i miei bisogni: lavoro in un open space ma ho comunque la mia postazione, la mia privacy».

Antonio e Simone, in pausa pranzo: «Noi lavoriamo qui e ci piace è avere tutte queste proposte concentrate in un unico luogo. Possiamo decidere ogni giorno di provare un ristorante o una cucina diversa e così non ci si annoia mai».

M. Scaravati

M. Antinori

Stefania, abitante di CityLife: «La cosa che mi ha colpita di più è il profumo del legno. Quando entri, sembra di entrare in un bosco. E poi queste onde molto belle…».

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ARCHITETTURA

Intorno a CityLife testi Edoardo Carugo

In questo quarto numero del nostro Magazine dedicato al vivere in CityLife, abbiamo intervistato per voi l’architetto Roberto Russo, Direttore delle Opere Pubbliche e Sviluppo Residenziale, che ci ha raccontato qualcosa in più sui lavori in corso su viale Duilio, largo Domodossola e viale Boezio e sul futuro della viabilità dell’area.

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ARCHITETTURA

I

ncontriamo una figura centrale per lo sviluppo dell’area di CityLife: l’arch. Roberto Russo, Direttore delle Opere Pubbliche e Sviluppo Residenziale, che condivide con noi la planimetria e il progetto sulla viabilità.

Direttore, può raccontarci che cosa sta avvenendo nella viabilità intorno a CityLife e perché sono in corso questi lavori? Le attività riguardano la realizzazione dei sottoservizi (fognatura, polifora, acquedotto e gas a servizio della Torre Tcc) e le finiture stradali secondo il nuovo assetto viabilistico previsto e approvato dal Comune di Milano. Quindi le attuali modifiche alla viabilità rispecchiano già la configurazione definitiva? Non esattamente: l’attuale configurazione viabilistica è provvisoria, ma non si discosta molto da quella futura. Le planimetrie che potete vedere raffigurano la situazione attuale e quella definitiva: al momento è rimasta intatta la direzione di marcia con la corsia preferenziale bus e autobus, è stato spostato il percorso ciclopedonale verso il Vigorelli ed è stata inserita una rotonda provvisoria in zona Gattamelata, Fiera. Il portale di Porta Carlo Magno è stato demolito per dare spazio all’uscita della futura viabilità interrata e alla realizzazione del Parco. È importante sottolineare come con l’assetto definitivo: • via Gattamelata diventerà a doppio senso di marcia e non ci sarà più il divieto che attualmente impedisce di percorrerla in ambo i sensi; • verrà aperta una pista ciclabile in connessione con quella che abbiamo già realizzato in via Gattamelata, che permette di raggiungere il parco Portello e il Monte Stella; • verrà consegnata alla città un’altra importante area verde che darà continuità esterna al Parco di CityLife. Può dirci quanto dureranno i lavori?

Le planimetrie che mostrano il prima e il dopo della viabilità dell’Asse Domodossola e di tutta l’area limitrofa a CityLife: a sinistra il risultato a lavori ultimati; sotto invece lo stato precedente all'intervento.

La situazione che riguarda la parte a sud degli uffici di CityLife (viale Duilio) e dell’Asse Domodossola sarà provvisoria per almeno un paio di mesi: verrà alternato l’accesso all’Asse Domodossola per garantire sempre almeno un ingresso e un’uscita. L’apertura della viabilità definitiva è invece prevista per la fine del prossimo anno. Grazie Direttore per tanta precisione! Grazie a voi! �

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ARCHITETTURA

Vivere BabyLife testi

foto

Eleonora J. Annembi

Simone Sirgiovanni

A settembre l’asilo nido BabyLife ha aperto le porte ai bambini. Spazi ampi, un’impostazione green e il costante dialogo tra aule e natura: le educatrici ci raccontano i primi mesi di vita del nido, che nella forma ricorda un piccolo villaggio. Tante le sfide e i progetti ispirati da questa struttura sostenibile e a misura di bambino.

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ARCHITETTURA

S

ono passati quasi dieci mesi da quando abbiamo incontrato lo studio di architettura 02Arch, che vincendo il concorso promosso da CityLife in collaborazione con Federabitazione Lombardia, Confcooperative e AAA architetticercasi™, ha potuto realizzare il progetto per l’asilo nido BabyLife. Da settembre, la struttura è ufficialmente operativa e così, grazie all’aiuto della direttrice Andreina Cozzi, abbiamo incontrato le educatrici, che ci hanno raccontato com’è lavorare in questa struttura, definita “l’asilo nido più green di Milano”. «Fare l’educatrice è un lavoro stimolante, e farlo in una struttura improntata al risparmio energetico lo è ancora di più» ci dice Stefania, educatrice della sezione lattanti: nelle stanze le luci si accendono e spengono automaticamente quando rilevano una presenza, mentre in bagno l’acqua non si spreca grazie a un getto misurato. Sono piccoli dettagli che però contribuiscono a dare l’idea di quanto si sia scesi, in fase di progettazione, nel particolare per limitare davvero in ogni modo l’impatto della struttura. Un approccio che è bello trasmettere anche ai bambini nella quotidianità. Un altro fattore su cui il progetto ha puntato molto, e che le maestre ci confermano essere stato apprezzato da genitori e bambini, è il costante dialogo che la struttura ha con la natura: «Con i mezzani e i grandi abbiamo sfruttato molto il giardino, finché il tempo lo ha concesso. Uno spazio all’aperto così grande è introvabile in altre strutture di Milano.» questa volta è Alessandra, educatrice della sezione mezzani, a parlare. «Anche le grandi vetrate che ci sono in ogni aula permettono di essere sempre a contatto con la natura. Fuori da ogni classe poi c’è un piccolo patio ed è bello poter pensare, in primavera, di spostare alcune attività e laboratori all’aperto.» I progetti futuri però si spingono anche un po’ più un là: «Abbiamo aderito a un progetto del Rotary per creare un piccolo orto: un modo in più per sfruttare il giardino e per permettere ai bambini di toccare con mano la natura.» Un’altra particolarità della struttura è il Patio delle farfalle: una teca di vetro situata nell’ingresso dell’asilo nido, in cui sono presenti diverse piante. «Piace molto ai bambini: la sezione dei grandi l’ha spesso usata come momento di scoperta e osservazione» dice Stefania.

Angolo morbido, pensato per la motricità libera e giocattoli di stoffa e legno: anche la ricerca dei materiali con cui i bambini entrano in contatto è stata oggetto di studio da parte di 02Arch e viene quotidianamente portata avanti e arricchita dalle educatrici e dalla direttrice della struttura.

CityLife ha effettuato la ripiantumazione di settantadue piante in due zone di Milano. Un numero non casuale, pari infatti al numero di bambini ospitati da BabyLife. Una cifra simbolica e un regalo che vuole celebrare queste nuove vite che cresceranno nell’asilo nido di CityLife.

Ma come hanno reagito bambini e genitori a questa struttura? Bene, ci raccontano le educatrici. Durante la fase dell’inserimento le mamme hanno vissuto ogni momento della routine quotidiana insieme ai loro bambini e hanno potuto così sperimentare in tutto la struttura e le sue possibilità. Dal canto loro, i bambini sembrano apprezzare l’idea dello studio 02Arch di pensare a un asilo nido a loro misura: i mobili bassi permettono ai bambini di avere libero accesso ai giochi e questo da un lato è sicuramente funzionale e dall’altro permette al bambino una scoperta libera e autonoma, senza mediazioni dell’adulto. La sfida iniziale è forse stata più per le educatrici, che si sono trovate a pensare a una quotidianità in spazi molto ampi: «Negli altri asili nido le aule sono più raccolte e quindi qui abbiamo spostato e sperimentato, fino ad arrivare a una personalizzazione degli spazi che rispondesse appieno alle necessità nostre e dei bambini. Abbiamo ricreato sia nelle aule sia negli spazi comuni le aree per il gioco simbolico, molto amato; abbiamo dedicato una parte dell’aula alla pappa e una ai giochi di scoperta. Sono spazi che si possono davvero sfruttare al meglio: si vede che è una struttura pensata per essere funzionale e adattarsi a diverse soluzioni» dice Alessandra. Di pari passo, quindi, bambini ed educatrici stanno imparando a conoscere e a modellare gli spazi dinamici, colorati e accoglienti dell’asilo nido BabyLife, che grazie alla sua particolarità non manca di far sorgere ogni giorno nuove idee per il futuro: da laboratori a progetti che nascono favoriti proprio dalla struttura, approcciabile e sfruttabile in infiniti modi. �

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NATURA

Il Sole in CityLife testi Edoardo Carugo

A. Cherchi

Il racconto di chi lavora negli Orti Fioriti in CityLife: una storia lunga più di trent’anni, fatta di amore per il territorio, passione e tante, tantissime sfide. La Cooperativa del Sole è un progetto sociale che si è evoluto, è tornato sui suoi passi e ha saputo allargare i propri confini, diventando un punto di riferimento per chi ama i prodotti genuini e le aziende che propongono un modello di economia virtuoso.

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NATURA

D

opo tanti focus sugli Orti Fioriti in CityLife e le iniziative organizzate in quest’area ai piedi delle torri, abbiamo deciso di dare voce a chi quotidianamente si prende cura di piante e fiori e lo fa mettendo in gioco un’esperienza trentennale e un grande amore per il verde. Stiamo parlando della Cooperativa del Sole, una realtà che ha sede alle porte di Milano e che coniuga un forte impegno sociale alla volontà di avvicinare quante più persone al mondo dei giardini. Abbiamo parlato con Paolo Stella, membro della cooperativa, che ci ha accompagnato lungo questa storia: «La Cooperativa del Sole nasce con l’idea di dare spazio e lavoro ad alcuni ragazzi portatori di handicap. Tutto è iniziato lavorando un terreno datoci in gestione dal Comune, ma nel corso degli anni la cooperativa è cresciuta e ora siamo un’azienda con più di venti dipendenti. Coltivando ortaggi, abbiamo poi pensato di aprire una piccola rivendita che, tre anni fa, si è trasformata in un negozio, dove vendiamo i nostri prodotti ma anche quelli di agricoltori locali». L’idea, infatti, è quella di valorizzare l’Est Ticino: un’area che, ci racconta Paolo, è autosufficiente dal punto di vista della produzione di ortaggi, latticini, carni, farine e riso. Proprio per proporre ai consumatori la ricchezza di questo piccolo microcosmo, la Cooperativa del Sole ha creato un sistema di distribuzione dei prodotti locali, selezionando personalmente i propri partner: «Scegliamo i fornitori secondo tre criteri: la territorialità, le produzioni “virtuose”, ossia prediligendo quelle aziende che attuano processi produttivi legati alla sostenibilità ambientale, e infine il biologico».

Sul futuro della Coopertiva del Sole, Paolo ci racconta qualcosa in più: «Vorremmo allargare la proposta al non territorio, offrendo anche tutti quei prodotti che qui non si trovano, come il vino o la frutta. Per esempio abbiamo due produttori locali di mele, che però hanno volumi piccoli e, per soddisfare la richiesta, abbiamo iniziato a collaborare con un ragazzo della Valtellina: lavora da solo e produce mele buonissime!». Anche il locale dove è situato il negozio ha una storia e simboleggia i rapporti che si sono creati negli anni tra la Cooperativa del Sole e le aziende agricole locali: «Questo spazio è proprietà dell’agriturismo Cascina Caremma e ce lo ha dato in affitto: un gesto che chiude simbolicamente questo cerchio di filiera» ci racconta Paolo.

A. Cherchi

La Cooperativa del Sole non è solo coltivazione e vendita, ma cerca anche di diffondere il più possibile il proprio messaggio e lo fa attraverso conferenze, attività ludico-didattiche nelle aziende agricole, nel bosco urbano del Comune, fondato nel 2000 o negli splendidi giardini delle ville storiche presenti sul territorio.

Una proposta ben chiara che è riuscita a fare breccia nel cuore dei consumatori, tanto che Paolo ci racconta le risposte positive sia da parte delle persone più giovani vicine alla filosofia ambientalista sia da parte delle signore che fanno la spesa per la famiglia e che, con anni di esperienza alle spalle, sanno riconoscere con facilità un buon prodotto. «Ecco, vedere queste signore che si vengono a servire da noi è il più grande certificato di qualità in cui potessimo sperare!» ci confida Paolo. Ma come è arrivata in CityLife la Cooperativa del Sole? Attraverso l’architetto Filippo Pizzoni, collega di Paolo alla Scuola di Agraria del Parco di Monza. Dalla stima reciproca nasce questa collaborazione, i cui frutti sono visibili a tutti. Proprio parlando di Orti Fioriti in CityLife proviamo a scucire a Paolo qualche indiscrezione sul futuro dell’area: «Non posso dirvi molto, se non che vorremmo implementare la parte in cui coltiviamo frutta e verdura, perché ci siamo accorti che i frequentatori amano portare a casa i prodotti dell’orto. Vorremmo quindi trovare un equilibrio tra la parte fiorita e quella produttiva, in modo da accontentare la richiesta, che quest’anno è stata davvero altissima! C’è sempre gente che frequenta l’orto e che, vedendo la sua evoluzione nel corso di questi anni, ha recepito un messaggio importante: la natura non si costruisce a comando e non è soggetta ai nostri tempi, ma è vero esattamente il contrario. Chi ha vissuto CityLife e l’orto ha potuto vedere questo processo con i propri occhi: siamo partiti da un terreno di riporto, asfittico, morto e, grazie all’impegno e alla passione di tutti noi, siamo riusciti ad arrivare a creare l’orto com’è oggi». Proprio la passione è il minimo comune denominatore che unisce il progetto di Orti Fioriti e quello della Cooperativa del Sole: quest’ultima, ci racconta Paolo, nasce da una sorta di resilienza territoriale, è un progetto pensato per salvaguardare un territorio e i suoi prodotti e per trasmettere la cultura del giardino e dell’orto. E in fondo, è la stessa idea alla base degli orti di CityLife: proporre in città uno spazio verde, dove toccare da vicino la stagionalità, i prodotti e sporcarsi le mani coccolando la terra e gustando poi i frutti di tanto lavoro. �

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S. Sirgiovanni

ARTE

Il potere evocativo dell'arte testi Edoardo Carugo

Le opere Untitled e Beso hanno in comune la semplicitĂ attraverso cui gli artisti che le hanno pensate riescono a far emergere significati potenti, spostando di poco la nostra attenzione, giocando con i rimandi e agendo sulle nostre abitudini. Il Parco delle Sculture di CityLife si arricchirĂ nei prossimi mesi con queste due installazioni, pensate per far riflettere gli spettatori.

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ARTE

UNTITLED (1)

BESO (2)

Indiana d’origine, Shilpa Gupta indaga con il suo lavoro il tema delle identità culturali e di come i poteri forti agiscono sulle comunità locali e nazionali. Non è un caso, quindi, che la sua opera pensata per il parco di CityLife contenga un forte rimando all’iconografia popolare e al contempo proponga una potente riflessione sul nostro contemporaneo. Untitled prende infatti ispirazione delle famose tre scimmie sagge che si coprono rispettivamente gli occhi, le orecchie e la bocca: questa immagine divenuta famosa in tutto il mondo dà corpo al principio del «non vedere il male, non sentire il male, non parlare del male». Un messaggio di cui si può dare una doppia lettura: c’è chi lo interpreta come un invito a evitare pensieri negativi, preferendo parole e azioni rivolte al bene; c’è chi invece lo associa a un atteggiamento di omertà. Proprio quest’ultima lettura viene in qualche modo attualizzata da Shilpa Gupta, che con le sue quattro figure umane scolpite nel marmo che si coprono occhi, orecchie e bocca a vicenda vuole criticare lo spirito individualista dei nostri giorni, che ci permette con troppa facilità di accecare i nostri sensi e la nostra coscienza.

Ogni cosa può avere un lato meraviglioso e questo Wilfredo Prieto lo sa bene. L’artista cubano formatosi a L’Havana presso l’Higher Institute of Fine Arts è abituato a utilizzare nelle sue opere oggetti comuni, che sono normalmente sotto gli occhi di tutti, per creare metafore evocative. I suoi lavori sono piccole rivoluzioni, che Prieto mette in atto con un minimo intervento sul reale e permettendo così allo spettatore di vedere gli oggetti con occhi nuovi. Ne è un esempio l’opera che verrà installata nel parco di CityLife: si tratta di due massi, posti uno accanto all'altro, che si toccano in un unico punto. L’aspetto geniale, che rivoluziona completamente il modo di guardare alle due rocce, sta nel titolo: Beso. Improvvisamente emerge il significato di quell’unico punto di tangenza fra le due gigantesche pietre: simulano l’atto di un bacio. L’idea è quella di portare nel cuore di Milano elementi presi sulle montagne le pietre infatti sono state individuate dall’artista nel corso di lunghe ricerche sul campo – ponendo così in dialogo un’area dove già architettura e natura coesistono, con luoghi più selvaggi e incontaminati.

TORRE PWC TORRE GENERALI

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Mappa del Parco delle Sculture, con indicata la collocazione non ancora definitiva delle opere.

TORRE ALLIANZ

2

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ARTE

Hans Hartung, T1963-U25, olio su tela

Astrazione e ricerca testi Eleonora J. Annembi

Colore e mezzi espressivi sempre diversi: sono questi gli ingredienti che stanno alla base dell’arte di Hans Hartung, artista stimato da Kandinskij. Hartung fece della ricerca sul segno la parte più importante della propria produzione, soprattutto dal dopoguerra in poi. Proprio su questi anni si concentra l’esposizione ospitata dalla galleria Dellupi Arte in CityLife.

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ARTE

È

la seconda volta che la galleria Dellupi Arte, situata nelle residenze Libeskind, propone in mostra i lavori di Hans Hartung: questa volta sono esposte venti opere, quindici tele e una selezione di raffinati lavori su carta, che vanno a creare una piccola antologia dell’operato dell’artista. La mostra, dal titolo Hans Hartung. Beyond Abstraction è visitabile fino al 26 gennaio 2019 e propone una riflessione sul cambiamento del linguaggio espressivo dell’artista franco-tedesco. Il percorso espositivo si snoda di pari passo con la riflessione cronologica: partendo dagli anni Cinquanta, dove prevale ancora un linguaggio fortemente segnico, la mostra si concentra sugli anni Sessanta e Settanta, quando Hartung sviluppa una nuova gestualità e sperimenta inediti strumenti. L’esposizione termina con i dipinti della maturità, eseguiti negli anni Ottanta: le sue creazioni più liriche, in cui il gesto è completamente libero di esprimersi. Questi acrilici descrivono uno dei momenti forse più affascinanti della carriera dell’artista, dove segni e colature di colore esprimono un potenziale armonico che arriva a delle punte di poesia del tutto inaspettate, nelle quali si riconoscono reminiscenze di elementi naturali o paesaggistici. «La ricchezza della sua produzione, la varietà delle soluzioni tecniche impiegate, unite al desiderio di sperimentazione – afferma la curatrice Ilaria Porotto – contraddistinguono Hans Hartung e ne fanno uno tra i più significativi protagonisti dell’arte astratta. La sua pittura, libera da vincoli ed etichette, ha caratterizzato l'arte del secondo Novecento, influenzando generazioni di artisti più giovani». Nelle opere in mostra appare evidente come Hartung declini il suo linguaggio in un segno pittorico fremente e vitale. Come ben rappresentato da alcune delle tele esposte, per ottenere ciò l’artista si avvale di strumenti nuovi, sperimentando utensili comuni e oggetti di uso quotidiano, come rulli, spazzole, rami e rastrelli da giardino, ma anche aerografo, spruzzi e compressori. Hartung elabora così una personalissima modalità stilistica e operativa. In capolavori come T1962-U4, anch’esso in mostra, una nuvola di colore indefinito si dissolve in una profondità spaziale popolata da linee sinuose o nervose, accostate o intrecciate l’una all’altra, scalfite nello strato pittorico. Il quadro si trasforma in energia primigenia ed esperienza lirica: un’arte completamente astratta, priva anche nel titolo di ogni tipo di riferimento, che riesce però a essere trampolino verso l’infinito, capace di suscitare emozioni e generare bellezza. �

Guardando i segni che Hans Hartung ha dipinto sulla tela si ha la sensazione di guardare opere a cavallo tra la pittura e la grafica. Una poetica che indaga le potenzialità espressive del gesto creativo caratterizza il suo linguaggio artistico.

Hans Hartung, T1982-K40, acrilico su tela

Hans Hartung, T1977-E2, acrilico su masonite

Hans Hartung, P10-1975-H23, pastello su cartone baritato

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EVENTI

City Padel is now open! testi

foto

Edoardo Carugo

Simone Sirgiovanni

Potete chiamarlo paddle all’inglese o padel preferendo la dicitura originale: si tratta dello sport da racchetta più amato del momento. Nel precedente numero di CityLife Mag vi abbiamo spiegato le sue regole e ora vi raccontiamo come è andata l’inaugurazione dei campi in CityLife, avvenuta il 25 settembre.

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EVENTI

I

mmediatezza e condivisione: questi i due punti cardine che fanno del padel lo sport del momento. Le regole semplici e la possibilità di giocare due contro due hanno permesso allo sport di origine messicana, ma spagnolo e argentino d’adozione, di conquistare nel mondo più di dieci milioni di giocatori. È con queste premesse che arriva a CityLife City Padel Milano: un’area dedicata allo sport di racchetta a metà strada tra il tennis, lo squash e il raquetball. I campi sono aperti a tutti, dai principianti curiosi di avvicinarsi a questo sport ai giocatori più esperti fino alle aziende che possono qui organizzare Team Experience Tailor Made, perché per riuscire nel padel, oltre a indiscutibili doti fisiche, servono anche velocità di pensiero, flessibilità, coordinamento (qualità indispensabili nella vita di tutti i giorni, lavorativa e non). Qui sarà possibile giocare in compagnia, ma anche prendere lezioni individuali o di squadra per impratichirsi. L’intuizione di portare a CityLife il padel è da attribuirsi a Demetrio Albertini, fondatore e Managing Director dell’agenzia di sport marketing Dema4, all’ex calciatore oggi allenatore Gigi Casiraghi e a Lorenzo Alfieri, che afferma: «Strategia, visione e velocità di decisione sono fondamentali per segnare il punto in questo fantastico sport». Gli fa eco Demetrio Albertini: «Il padel è tattica di gioco allo stato puro. Energia, determinazione e divertimento sono il giusto mix per innamorarsi di questo sport». Sempre su questa linea continua Casiraghi: «È uno sport da “area di rigore”. Il fiuto per il punto è fondamentale. Il padel ha fatto riemergere la mia natura di attaccante». I quattro campi di CityLife sono stati inaugurati martedì 25 settembre in una giornata interamente dedicata allo sport: Gustavo Spector, allenatore della Nazionale Italiana di padel dal 2014 e Hugo Sconochini, ex cestista e campione di padel, sono stati coach d’eccezione e hanno affiancato i giocatori, consigliandoli e aiutandoli con le loro dritte. Inoltre si è tenuto un torneo per le testate giornalistiche che ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Roberto Cravero, Massimo Paganin, Cristian Brocchi, Massimo Oddo, Hugo Sconocchini. Presenti anche lo chef Davide Oldani e Albertino di Radio Deejay. Se vi capita di passare dai campi di padel, lasciatevi tentare dal richiamo della racchetta e innamoratevi anche voi di questo sport, che ora potete praticare all’ombra delle torri di CityLife, in un polo pensato e dedicato agli appassionati della racchetta. �

Non potevano mancare alla giornata inaugurale dei campi di padel i tre ideatori del progetto: l'ex calciatore Demetrio Albertini, l'allenatore Gigi Casiraghi e Lorenzo Alfieri, Country Head di J.P. Morgan Asset Management per l'Italia.

DOVE NASCE IL PADEL? Nonostante il padel spopoli oggi in Spagna e Argentina, le suo origini sono da ricercarsi in Messico. È il 1969 ed Enrique Corcuera si trova a fare di un ostacolo un’opportunità. Vorrebbe infatti costruire un campo da tennis nella sua villa, ma la presenza di alcuni muri ne impedisce l’installazione. Decide quindi di incorporarli nell’area da gioco e, insieme a un amico, stila il regolamento di un nuovo sport che prevede anche l’utilizzo delle pareti intorno al campo. In pochi anni la nuova disciplina raggiunge Spagna e Sudamerica, diventando un vero must tra gli appassionati degli sport da racchetta. Siamo negli anni Ottanta e il padel sbarca in America: presso il The Houstonian, un hotel di Houston, venne realizzato il primo campo nella storia del Paese a stelle e strisce. Per vedere però il padel praticato in Italia dobbiamo aspettare gli anni Novanta: da allora la fama del padel non si è più fermata, arrivando oggi, nel 2018, alla realizzazione dei primi campi meneghini.

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EVENTI

Fast & Gourmet testi

foto

Emanuela Brumana

Simone Sirgiovanni

Da quando il locale ha aperto, ha suscitato interesse e curiosità: stiamo parlando di Attimi, la proposta di Heinz Beck il cui scopo è avvicinare l’intensità della cucina stellata ai ritmi più serrati dei frequentatori dello Shopping District. Il ristorante è stato inaugurato il 19 ottobre e questo è il racconto, fatto attraverso parole e immagini, di una giornata in cui la cucina è stata protagonista indiscussa.

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EVENTI

S

iamo quello che mangiamo. Citando il filosofo tedesco Ludwig Andreas Feuerbach, lo chef Heinz Beck riassume la propria filosofia culinaria e la proposta che vuole portare a Milano con Attimi in CityLife Shopping District, locale inaugurato il 19 ottobre. Una giornata di festa, a cui hanno partecipato sia lo chef di Friedrichshafen sia i partner Chef Express del Gruppo Cremonini, mentre madrina dell’evento è stata la bellissima Gaia Bermani Amaral. Un’occasione per raccontare la strada fatta in tutti questi anni, le idee legate alla proposta pensata per Milano e, perché no, un momento per lasciar intendere che i piani per il futuro stanno già prendendo forma: Cristian Biasoni, Amministratore Delegato di Chef Express, ha infatti lasciato trapelare che «il format casual ma arricchito dal know-how di uno chef pluristellato è certamente replicabile, sempre in contesti premium dove il cliente può scegliere secondo i ritmi e il tempo a disposizione». Lo chef, in merito, si lascia scappare poche indiscrezioni: vista la giornata dedicata al progetto milanese, si concentra sulla proposta che qui a Milano, così come già avviene a Roma, propone agli avventori menu della durata di trenta, quarantacinque o sessanta minuti. Perché l’idea del fast non deve necessariamente viaggiare in coppia con il concetto di junk. Sempre prendendo in prestito parole illustri, in questo caso quelle di Cesare Pavese: «Non si ricordano i giorni. Si ricordano gli attimi». Sebbene il cliente che fa shopping non guardi l’orologio quanto il cliente che si siede a tavola in un aeroporto, anche a Milano il fattore tempo è importante, tanto che lo stesso chef, riflettendo sulle diversità dei due ristoranti dice: «Il tempo di seduta del cliente è mediamente più lungo di quello di Roma, ma dobbiamo essere preparati alla ristorazione veloce anche qui». Attimi non offre però solo menu calibrati su fasce di tempo specifiche, ma affianca a questa proposta un’offerta che copre l’intero arco della giornata: dalla colazione con la pasticceria appena sfornata, al bistrot per pranzi e cene veloci, dalla proposta cocktail per l’irrinunciabile rito dell’aperitivo al vero e proprio ristorante, con menu più elaborati. Lo chef Beck ci spiega il perché di questa offerta variegata: «Abbiamo realizzato il concept Attimi pensando a un cliente moderno e dinamico, per questo offriamo diverse soluzioni: per venire incontro a esigenze diverse, bisogni diversi e disponibilità di tempo diverse». Ciò che però non viene meno è la qualità della materia prima e il rispetto con cui viene trattata: «Attimi si fonda sulla ricerca degli ingredienti e su una cucina leggera, che però non rinuncia al gusto. La vera sfida è portare una cucina di livello e sana in un centro commerciale!». Proprio parlando di CityLife Shopping District, lo chef Beck ci rivela di aver già usufruito della proposta entertainment firmata Anteo, e non nasconde l’orgoglio di aver aperto un suo locale a Milano: «È una città cosmopolita e CityLife ne incarna la spirito. Lo si vede già da questo centro commerciale: è diverso dagli altri a cui siamo abituati, è un luogo bellissimo». �

TRADURRE UNA FILOSOFIA IN IMMAGINE Presente all’inaugurazione anche Fabio Novembre, il cui studio ha firmato il progetto e gli arredi del ristorante. Una sinergia che ha permesso la trasposizione della filosofia di Attimi, fatta di eccellenza ma anche di inclusività, in un ambiente da vivere. Ecco allora che le due anime del progetto si traducono in colori: un grigio più chiaro per la parte più dinamica del bar bistrot e un grigio più scuro per il ristorante. Questo dualismo si ripropone anche nella scelta delle luci, che si fanno via via più soffuse verso la parte del dining, più vissuta alla sera e quindi più bisognosa di atmosfera. Le tinte fredde e le linee pulite e geometriche sono poi spezzate da guizzi di colori vividi, come le immagini delle pareti o i séparé.

Proprio per far convivere le diverse anime di Attimi, lo spazio è stato studiato in modo da ricavare una sala per il bistrot e il ristorante e un bancone affacciato sulla food hall dello Shopping District, dove si vendono i panini, per i clienti più fast.

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EVENTI

L’arte non ha prezzo testi Eleonora J. Annembi

A CityLife l’arte è di casa: nelle residenze Hadid è tornata per il terzo anno di fila AstaLife, l’asta organizzata da BASEZERO che permette a giovani collezionisti e artisti emergenti di approcciare il mondo dell’arte e un pubblico nuovo. Un’occasione per investire su opere d’arte partendo da una base d’asta uguale per tutti i pezzi proposti: zero euro.

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EVENTI

Emozioni di Natale testi Edoardo Carugo

Il 5 dicembre in piazza Tre Torri Huawei ha consegnato il suo regalo alla città: un albero di Natale che, sfruttando l’Intelligenza Artificiale, riesce a riconoscere le emozioni e le trasforma in spettacoli di luci e colori. Un’idea basata sull’innovazione ma anche sul coinvolgimento delle persone, che diventano protagoniste di questa piccola magia natalizia.

T

ILLUSTRAZIONE: S. Sirgiovanni

ecnologia ed emozione: queste le idee alla base del futuristico albero di Natale regalato da Huawei a Milano e collocato in piazza Tre Torri. Grazie alla doppia Intelligenza Artificiale di HUAWEI Mate 20 Pro, l’albero è in grado di riconoscere le emozioni e trasformarle in colori e luci. Uno spettacolo sempre nuovo, che parla di voi: non dovete far altro che scattarvi una fotografia presso i totem installati in CityLife o inviare da casa il vostro selfie per assistere a uno spettacolo che sa di magia. HUAWEI Mate 20 Pro infatti attribuisce a ogni emozione riconosciuta nella fotografia un colore e illumina l’albero con affascinanti giochi di luce. I regali di Huawei non sono però finiti qui! C’è il concorso “Scatta la tua felicità” che premia una fotografia a settimana con un HUAWEI Mate 20 Pro e, al termine del contest, la fotografia più votata vincerà un viaggio in Lapponia, terra d’origine di Babbo Natale. L’albero di Natale più emozionante di sempre è stato acceso il 5 dicembre, giorno in cui si è tenuta una grande festa, che ha visto la partecipazione di personaggi del mondo della musica e dello spettacolo e che ha dato ufficialmente il via ai festeggiamenti in CityLife. �


MAPPA ARTISTICA DI CITYLIFE



EVENTI

Pattinare sotto le torri testi Eleonora J. Annembi

Per godere appieno della magica atmosfera natalizia, CityLife ha allestito una pista di pattinaggio su ghiaccio all’ombra delle torri. Un’occasione per stare all’aperto divertendosi in compagnia!

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al 5 dicembre al 28 febbraio, per tutta la durata dell’inverno ma soprattutto per tutta la durata delle festività natalizie (e anche per una romantica pattinata di San Valentino!), potete venire a pattinare sul ghiaccio nell’area più innovativa della città. In piazza Tre Torri è stata infatti allestita una pista di pattinaggio su ghiaccio di trenta metri per dodici, aperta dalle 16:00 alle 20:00 dal lunedì al sabato, la domenica dalle 11:00 alle 22:00 e nei giorni delle festività natalizie dalle 15:00 alle 22:00. E se non avete i pattini, non preoccupatevi! Li potete noleggiare sul posto per 5 euro l’ora! �


EVENTI

C

he Milano sia una città attenta all’arte non è un mistero, lo testimoniano i dati di accesso ai musei e alle mostre organizzate in città. Allo stesso modo, però, il mercato dell’arte è sempre stato visto come un mondo chiuso, accessibile solo a una ristretta cerchia di persone in grado di fare investimenti spesso cospicui per aggiudicarsi un’opera già altamente quotata. A rivoluzionare il settore è arrivata BASEZERO, idea di quattro giovani amanti dell’arte e del collezionismo, che nel 2014 si sono inventati un format nuovo, incentrato appunto su aste in cui la base di partenza fosse zero e i rilanci fossero di cinquanta euro. In questo modo, l’arte diventa accessibile a più persone e gli stessi artisti, di riflesso, vedono crescere il proprio potenziale pubblico di acquirenti. Un format davvero innovativo che negli anni ha permesso al mercato dell’arte di disfarsi della nomea di mondo chiuso, per aprirsi anche ai collezionisti più giovani e agli artisti meno noti. «Crediamo sia arrivato il momento di pensare in un modo nuovo alla crescita del mercato dell’arte in tempi di crisi» dicono i fondatori Stefano Baldo, Francesco Palermo, Alessandro Prada e Alessandra Pighini, che aggiungono: «La bellezza, con BASEZERO, può tornare a entrare nelle case della maggior parte delle persone». Una filosofia ben riassunta dal claim che si legge sul sito: “L’arte che cresce con te”. Ma che cosa si trova a queste aste organizzare da BASEZERO? Come già detto, opere di artisti emergenti ma anche di personalità di spicco dell’arte degli ultimi cinquant’anni, grafiche e pezzi di design. Insomma, un concetto di arte che va al di là della sola pittura e che prova ad abbracciare, oltre che un pubblico più vasto, anche settori diversi. �

CHI SONO I FONDATORI DI BASEZERO Quattro sono i nomi che hanno dato vita a BASEZERO: c’è Stefano Baldo, esperto di comunicazione e appassionato di arte, fumetti, auto d’epoca, orologi, musica, basket; c’è Francesco Palermo, che arriva da generazioni di collezionisti e si definisce “cultore della bellezza”; c’è Alessandro Prada, esperto del mercato dell’arte contemporanea e collezionista; e infine c’è Alessandra Pighini, appassionata di sfide e dall’animo razionale.

È stato possibile fare la propria offerta per le opere all’asta attraverso il sito di BASEZERO, dove questa volta le opere sono state visibili dal 15 novembre con una pre-asta online; oppure ci si è potuti recare direttamente alla mostra nelle residenze Hadid o, infine, telefonare.

DOVE L’ARTE È DI CASA Nel mese di novembre CityLife ha ospitato nuovamente questa asta rivoluzionaria, che all’idea di una base zero associa anche l’approccio itinerante: i collezionisti non si recano nella sede della casa d’asta, ma sono invitati di volta in volta in location uniche, ricche di cultura e fascino. Per questa edizione si è scelto di tornare nelle residenze Hadid: «Abbiamo organizzato la prima asta in CityLife nel 2016 e replicato l’esperienza l’anno successivo. Vista la risposta positiva, dal 2018 abbiamo deciso di raddoppiare, prevedendo due aste all’anno» ci racconta Francesco Palermo. «Il Direttore Commerciale ha creduto nella nostra idea per diffondere cultura e bellezza, così ci ha messo a disposizione questa splendida location. Per BASEZERO, l’incontro con CityLife ha rappresentato una notevole opportunità perché, oltre a entrare nelle case dei residenti con opere di giovani artisti, ha consentito di valorizzare talenti non ancora espressi. Per noi questo quartiere è un punto nevralgico, che racchiude lo spirito vitale di Milano e che avvicina la città alle più moderne capitali europee». Un incontro felice, insomma, sia per i giovani fondatori di BASEZERO sia per CityLife, che consolida ulteriormente il proprio legame con l'arte. La mostra delle opere presentate all’asta è stata allestita tra il 24 e il 25 novembre e il 29 novembre si è tenuta la serata durante la quale le opere sono state battute e assegnate al miglior offerente, come da tradizione. �

Dal primo evento tenutosi nello Spazio Tadini Casa Museo a oggi BASEZERO ha proposto all’asta quasi mille opere, vendendone più di ottocento, per una percentuale di aggiudicazione che si aggira intorno all’83%.

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DESIGN

Cumano

Colore e ispirazione testi Eleonora J. Annembi

Un’opera apparentemente semplice, che nasconde la firma di uno dei più grandi nomi del design italiano: Achille Castiglioni. Il tavolo Cumano, attraverso linee pulite e un meccanismo pensato per prediligerne la praticità, è stato realizzato in tanti colori, che danno un mood sempre diverso a quest’opera, selezionata nel 1981 per l’ambito Compasso d’Oro.

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DESIGN

Nonostante sia ispirato ai tavolini da esterno e realizzato in modo da resistere all'aperto, il tavolino Cumano è adatto ad arredare con semplicità anche gli interni di un'abitazione.

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a piacevole rilassatezza del sorseggiare un drink seduti in un bar all’aperto: questa sensazione e l’immagine dei tavolini da bar di fine Ottocento sono state il motore che ha dato il via al genio creativo di Achille Castiglioni per la realizzazione di Cumano, il tavolino pieghevole disegnato nel 1977 per Zanotta, azienda fondata nel 1954 e da allora sempre protagonista della storia del design italiano. Selezionato per il Compasso d’Oro nel 1981, Cumano è nella sua semplicità un capolavoro che unisce funzionalità ed estetica. Le linee grafiche che ne caratterizzano la struttura a tre gambe rendono il tavolino leggero da un punto di vista visivo, nonostante sia poi in realtà un’opera assai robusta, vista la scelta di realizzarlo in acciaio, un materiale solido e resistente. Il gioco di incastro fra i tre piedini, che si incrociano al centro per poi diramare verso l’esterno e andare a sorreggere il top, rende la struttura dinamica e interessante. Oltre alla resistenza e all’estetica, Cumano punta però anche sulla praticità e sulla comodità: una volta chiuso, infatti, occupa pochissimo spazio e il foro presente sul piano permette di appenderlo a un gancio e rende così semplice riporlo in un mobile, in soffitta o in qualsiasi locale dove lo spazio scarseggia. Il tavolino firmato Castiglioni è disponibile in diversi colori: dal seducente nero al vivace amaranto, dall’elegante bianco all’intenso corallo. Queste colorazioni sono state ottenute mediante la verniciatura a fuoco, un procedimento che imprime il colore in modo indelebile senza penalizzarne la brillantezza. Un’opera apparentemente semplice, che con la sua eleganza si è guadagnata un posto nei più grandi musei di design del mondo, dal Die Neue Sammlung di Monaco, all’Israel Museum di Gerusalemme, dall’Indianapolis Museum of Art al Fond National d’Art Contemporain di Parigi. �

ZANOTTA Con i suoi prodotti innovativi sia dal punto di vista formale sia dal punto di vista tecnologico l’azienda ha ottenuto per ben tre volte il Compasso d’Oro. Zanotta è stata in grado, nel corso degli anni, di tradurre in prodotti belli e pratici la sempre mutevole cultura dell’abitare, collaborando anche con nomi di spicco del panorama del design internazionale, dal già citato Achille Castiglioni a Gae Aulenti, da Joe Colombo a Bruno Munari. Una storia in cui bellezza e innovazione vanno a braccetto, tanto che ogni anno, Zanotta partecipa a mostre e manifestazioni per promuovere l’arte, l’architettura e la moda.

Una volta chiuso, il tavolino Cumano risulta così compatto da apparire quasi bidimensionale: un plus che lo rende pratico e versatile in qualsiasi contesto.

CITYLIFE MAG › 31


INTERVISTA

PwC

Il nostro futuro nel "Curvo" testi Edoardo Carugo

Dopo più di due anni di ricerca, la società PwC ha trovato in CityLife, e più precisamente nella torre Libeskind, la sua nuova sede milanese. Giovanni Andrea Toselli, Amministratore Delegato di PwC, ci spiega quali sono i principali fattori che hanno portato la società a scegliere “Il curvo”, progetto che rispecchia l’approccio innovativo della società al lavoro.

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INTERVISTA

G

iovanni Andrea Toselli risponde alle nostre domande e ci racconta cosa ha spinto il network internazionale PricewaterhouseCoopers a scegliere “Il curvo” come futura sede milanese.

Che cosa cercava PwC per la sua nuova sede di Milano? La scelta di PwC di ricercare una nuova sede per la città di Milano, che ospita gli uffici più grandi e l’offerta di servizi più articolata del mercato italiano, è nata da differenti istanze interne ugualmente importanti e tra loro sinergiche. Da un lato una riflessione circa l’evoluzione dei servizi professionali, oggi soggetti a cambiamenti e sfide sempre nuove, in particolare guardando allo sviluppo prospettico dei prossimi dieci anni. Dall’altra parte l’ascolto delle richieste delle nostre persone per un approccio al lavoro sempre più incentrato su integrazione di tecnologia, “contaminazione” delle competenze, flessibilità e condivisione, oltre che per ambienti sempre più confortevoli. Che cosa vi ha colpito della torre Libeskind, oggi torre PwC, e per quale motivo avete deciso di sceglierla come vostra sede? La torre risponde appieno alle istanze di cui sopra. Inoltre, è stata progettata per accogliere i più avanzati concept e le più innovative tecnologie per quanto riguarda la sicurezza e, essendo inserita in un’area ricca di servizi alla persona e molto efficace da un punto di vista di trasporti e logistica, risponde appieno alle strategie di welfare aziendale di PwC. Sarà comunque la sicurezza, secondo concezioni di ultimissima generazione, uno degli elementi più innovativi del progetto.

La torre progettata dall’architetto Daniel Libeskind si fonda sul pensiero di uno spazio fluido e in continuo movimento. Come questa idea si adatta alla vostra visione del lavoro attuale e futuro? La scelta della nuova sede di Milano non si è limitata alla scelta di uno “spazio fisico”, ma di uno spazio capace di abilitare un nuovo modo di lavorare, costruito intorno alle specifiche esigenze dei diversi team di lavoro di PwC. Le aziende tecnologiche hanno contributo a modificare l’immaginario collettivo circa uffici all’avanguardia e innovativi, capaci di combinare performance aziendali, la piena espressione delle proprie risorse ed elevati standard qualitativi nella vita professionale. PwC, con questa scelta, intende compiere un passo ulteriore in tale direzione, anche attraverso la scelta di spazi e soluzioni coerenti con i propri valori, in grado di valorizzare competenze e talenti. La torre PwC, nella modulazione e strutturazione dei suoi spazi, sarà espressione di un modo nuovo di lavorare: aperto, dinamico e collaborativo, pensato per favorire la contaminazione di idee e progetti. Un “motore” per la crescita di PwC e un amplificatore per le sue competenze. Come vi ponete nei confronti della città che ospita la torre e di CityLife? La nostra sede costituirà un pezzo della nuova City di Milano, disegnata e costruita in equilibrio fra le esigenze di business e di qualità della vita, dove già oggi alcuni fra i più importanti player dell’economia italiana sono situati. A buon diritto diventerà uno degli edifici più rilevanti del nuovo skyline di Milano. �

VERSO IL CIELO Il terzo palazzo di Milano continua a crescere! Al momento i lavori della torre progettata da Daniel Libeskind, architetto polacco naturalizzato americano, hanno raggiunto il ventiduesimo piano del solaio, mentre il core centrale svetta dall’alto dei suoi venticinque piani ultimati sui ventotto totali della torre. Intanto, ai primi piani, si è cominciato a rivestire la struttura con i pannelli di vetro che caratterizzeranno sia l’estetica de “Il curvo”, in accordo che le altre due torri esistenti, sia la sostenibilità del progetto, dato che il vetro permette di sfruttare al massimo la luce naturale e ridurre così i consumi energetici.

SOLUZIONI IN TUTTO IL MONDO PricewaterhouseCoopers, nota anche con l’acronimo PwC, è un network internazionale, operativo in oltre centocinquanta Paesi con un totale di circa duecentocinquantamila dipendenti (di cui circa cinquemila in Italia). PwC fornisce servizi di direzione strategica, di revisione di bilancio e di consulenza legale e fiscale. L’azienda si pone l’obiettivo di «dare risposte innovative e di qualità a problematiche complesse» unendo la conoscenza dei mercati locali a un’organizzazione di respiro globale.

A partire dal 2020, i tremila professionisti di PwC si trasferiranno nella torre Libeskind, accolti dalle parole di Aldo Mazzocco, amministratore delegato di Generali Real Estate SpA e presidente di CityLife: «Quale miglior tenant di PWC per un edificio così bello e rappresentativo della nuova forza di Milano e della centralità di CityLife nell’attrarre in città le migliori aziende del mercato globale».

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DESIGN

Idea di casa

Atmosfere minimal e dettagli inaspettati testi

foto

Emanuela Brumana

Gisel Romero

Una famiglia innamorata delle residenze Hadid, dove ha vissuto, ci racconta che ha trovato la propria casa ideale in uno degli attici disegnati da Daniel Libeskind. Intrecci, sinergie e scelte che hanno portato ad avere un’abitazione unica nel suo genere, con una divisione dei locali alternativa rispetto al progetto originale e un arredamento che stupisce per la sua coerenza e la sua eleganza.

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DESIGN

G

rigio, nero e blu petrolio declinati in morbidi velluti, pareti colorate, tele, essenze del legno, vetrate, elementi in ferro. La coerenza estetica è la prima cosa che si avverte entrando in questo attico delle residenze Libeskind, dove i progetti e gli arredi sono frutto di uno studio a più mani: da un lato, ovviamente, i padroni di casa con le proprie esigenze, il proprio gusto e le proprie idee, e dall’altro gli architetti Andrea Angelini e Francesco Marescotti. «Andrea è stato un mio compagno di classe alle elementari» ci racconta la padrona di casa. «I suoi genitori lavorano da sempre nell’arredamento e hanno un negozio storico in via Marghera qui a Milano, chiamato Curiosità.» Questa non è però la prima collaborazione fra la famiglia e lo studio: già per i precedenti appartamenti in CityLife hanno lavorato insieme e, grazie a quest’ultimo progetto, il legame che li unisce si è rafforzato: «Hanno un pregio: non forzano la mano per mettere la propria firma. Hanno ascoltato le nostre richieste e i nostri bisogni». Bisogni come quello di avere diversi armadi che però non spezzassero la pulizia degli ambienti: ecco allora che dall’ingresso fino a una delle porte che dà accesso alla zona notte è stata studiata una boiserie apparentemente solo decorativa, ma che in realtà nasconde armadi e aperture che, una volta chiusi, danno l’effetto visivo di una parete lineare, non interrotta da maniglie o cerniere. Dal bianco dell’ingresso si passa al legno entrando nella zona giorno: l’essenza riveste anche la parete a doppia altezza che collega i due livelli dell’attico. La scelta qui è stata quella di utilizzare pannelli di spessori diversi, per dare dinamicità a una parete importante, che altrimenti sarebbe risultata statica. Un arredamento pulito nelle linee, quindi, e che al contempo stupisce attraverso dettagli che muovono l’ambiente pur mantenendone l’armonia. Anche la scala è stata studiata per non essere ripetitiva e per essere allo stesso tempo in dialogo con il resto della casa: fra le varie proposte presentate dagli architetti, la coppia ha scelto il progetto che prevede una ringhiera in ferro per la prima rampa e un pannello in vetro trasparente per la seconda. Non si può non notare che i due materiali sono stati scelti in accordo con quelli usati nella parete del piano superiore - visibile dalla zona giorno - fatta appunto di vetro profilato in ferro nero. �

IL CUORE RUSTICO DELLA CASA Nella zona giorno e in cucina si possono vedere due pilastri in cemento, non coperti o tinteggiati: «Sono elementi strutturali che non si possono togliere e non ha senso mascherare» ci dice il padrone di casa. «Fanno parte della casa, sono la casa. Dipinti di bianco avrebbero perso di significato, mentre così sono un elemento in contrasto con il resto dell’arredamento. Io poi amo il cemento, un materiale che spesso nei viaggi in Giappone ho visto lasciato grezzo: ho voluto riportare nella nostra casa questa idea».

Un altro elemento di arredo che caratterizza l'attico, conferendo all'ambiente un'atmosfera avvolgente, è la luce naturale che entra dalle finestre a doppia altezza.

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DESIGN

I due terrazzi sono stati caratterizzati con arredi diversi, che ne definiscono le destinazioni d'uso: il primo, arredato con divanetti e tavolini, rappresenta il proseguimento esterno della zona giorno. Il secondo, invece, posto allo stesso livello della cucina e della sala da pranzo, è stato arredato con un grande tavolo, ideale per le cene estive all'aperto.

LA PROVENZA E IL GIAPPONE A CITYLIFE I due terrazzi dell’attico sono stati curati nell’arredamento e nella scelta delle piante da Roberto Benatti, definito dai padroni di casa «un mago dei paesaggi». Il progetto è partito da alcune suggestioni date dalla famiglia, come l’amore per la Provenza, motivo per cui nel terrazzo del piano superiore si vedono ulivi e oleandri. Per il terrazzo del piano inferiore, invece, la proposta è stata quella di usare piante orientali, come l’acero rosso. La vera particolarità del progetto sono i vasi in corten, appositamente realizzati, che riprendono le linee e i colori delle residenze: «Piano piano cambieranno e assumeranno i toni che caratterizzano il progetto di Libeskind: erano neri e il loro colore è destinato a mutare nel tempo, evolverà pian piano, crescerà insieme alle piante».

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DESIGN

Al piano superiore, contrariamente a quanto immaginato in origine, sono state collocate la cucina e la sala da pranzo. «Inizialmente era prevista la camera da letto padronale, ma era una soluzione che non ci convinceva» ci racconta il proprietario. Il risultato è un attico unico nel suo genere, che gioca con gli ambienti, divisi da pareti vetrate che riprendono, internamente, le grandi finestre che caratterizzano le residenze Libeskind. La cucina è stata realizzata da Minimal cucine: «Volevamo un arredamento che rispecchiasse il loro nome: minimal. Mi piace l’idea che tutto sia nascosto e, una volte chiuse le ante, non si veda più nulla. Questo e la preferenza del nero sono state le due direttive che abbiamo dato loro» ci spiega il padrone di casa. Le ante sono realizzate in legno con laccatura liquid metal, che riproduce l’effetto del metallo sia al tatto che alla vista. Il top dell’isola è in marmo iraniano: un dettaglio che racconta la storia di questa famiglia, poiché la proprietaria è originaria dell'Iran. Nella sala da pranzo, affacciata sulla zona giorno sottostante, il grande protagonista è il tavolo realizzato da G Lab, azienda di Davide Grosso. La necessità di un tavolo di grandi dimensioni e il bisogno di averlo composto da più pezzi per questioni logistiche di installazione hanno dato vita a questo pezzo unico in ferro, con la parte centrale decorata con l’impressione di un telo di lino sul metallo. «Non è il solito legno o il solito vetro. Mi piace il ferro: un materiale caldo, con delle imperfezioni che lo rendono intrigante e l’idea che muterà nel tempo lo rende interessante» racconta il padrone di casa. �

In dialogo con l'arredamento della stanza, i padroni di casa hanno scelto di appendere qui la tela opera dell'amico Francesco Carozza: un cerchio giallo su fondo bianco che, collocato sulla parete blu petrolio, spicca creando un interessante contrasto di colori. La linearità geometrica della cucina è ripresa dall'illuminazione, che alterna LED e faretti, riproducendo sul soffitto l'ingombro dell'isola.

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DESIGN

Luci che scendono dal soffitto ed eleganti lanterne appoggiate a terra: in un ambiente semplice anche le scelte d'illuminazione diventano protagoniste, arredando la stanza.

TOCCHI DI COLORE Le tre camere da letto si trovano tutte al primo piano dell'abitazione. Ciò che le accomuna è la semplicità degli arredi e la ricerca improntata sui materiali, a cui viene dato il compito di scaldare e caratterizzare gli ambienti. Ecco allora che nella camera padronale, in un gioco di contrasti, diventa protagonista il letto bordato di elegante velluto blu, che risalta grazie alla scelta del decoro chiaro della parete alle spalle. Un perfetto equilibrio di toni chiari e scuri che riesce nella semplicità a caratterizzare l'ambiente. Anche nelle camere dei bambini dominano i toni neutri, come il nocciola e il grigio, che diventano una tela in grado di valorizzare, di volta in volta, decorazioni e dettagli caratterizzanti. Così, nella cameretta della figlia, spiccano sul copriletto bianco i cuscini rosa: un tocco di femminilità che dà subito brio alla stanza.

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DESIGN

Anche le opere d'arte presenti richiamano i toni dell'arredamento, contribuendo a dare coerenza stilistica all'abitazione.

L'illuminazione dall'alto è un focus che punta l'attenzione sulle opere d'arte.

In uno dei bagni presenti al primo piano, i toni tenui sono improvvisamente interrotti da un marmo ricco, che ricopre le pareti rendendo l'ambiente avvolgente ed elegante.

In ogni ambiente sono appesi alle pareti diversi quadri: c’è una tela incastonata in una nicchia nella boiserie dell’ingresso, alcuni quadri nelle camere dei bambini, come quello di Rita Scarpelli dal titolo Sticks and stone acquistato qualche anno fa all’evento AstaLife e una tela blu di Gottlieb dal titolo Midnight, appartenuta alla nonna del proprietario, che segue la famiglia da anni e che si armonizza alla perfezione con i toni scelti per arredare casa. Anche al piano superiore, nella sala da pranzo e in cucina, si ritrovano alcune opere d’arte: uno è un regalo di un amico di famiglia, Francesco Carozza, che ha iniziato a dipingere dopo un sogno così preciso nei contenuti da non poter essere ignorato. L’altro quadro nella sala da pranzo è di Riccardo Gusmaroli: «Un pezzo preso nella galleria Cavaciuti arte, che fa tanta ricerca, non ha mai pezzi banali e sa consigliare e guidare l’acquirente nella scelta» ci spiega il padrone di casa, che continua raccontandoci come nasce l’approccio della famiglia all’arte: «Sono opere che ci hanno seguito di casa in casa. Non sono state scelte seguendo le quotazioni di mercato, ma solo il nostro gusto: quando guardiamo un’opera d’arte dobbiamo sentire piacere nel vederla, nel farla entrare in casa». Una casa in cui l'intera famiglia si è velocemente ambientata: «I bambini si trovano spesso con i figli dei vicini a giocare in giardino. È come una corte di una volta, in cui si vivono anche gli spazi comuni all’aperto. Ecco, per me che da piccolo venivo in questa zona a giocare a pallone, il confronto tra passato e presente è pazzesco: vedere com’è diventata la realtà che frequentavo da ragazzino, fa impressione» racconta il proprietario, a cui fa subito eco la moglie: «È una zona ricca di proposte e servizi, che offre tanti modi di essere vissuta. Una volta che vivi qui diventa poi davvero impossibile pensare di andartene». �

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SHOPPING DISTRICT

È qui la festa? testi

foto

Edoardo Carugo

Simone Sirgiovanni

All'interno di CityLife Shopping District ogni occasione è buona per divertirsi, creare, sperimentare e viaggiare con la fantasia. Lo sanno bene i bambini che hanno partecipato numerosi ai laboratori e agli eventi organizzati per loro: pittura, trucco, carving art e craft che hanno permesso loro di sperimentare alcuni tra i giochi più amati e innovativi e di vivere appieno le atmosfere horror di Halloween e la magia del Natale.

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SHOPPING DISTRICT

A

caratterizzare CityLife Shopping District non sono solo la ricca selezione dei brand e l’architettura studiata da Zaha Hadid, ma anche l’attenzione ai visitatori più piccoli, a cui vengono proposti laboratori ed eventi. In questi mesi sono e saranno tante le iniziative organizzate nella galleria, nella Food Hall e in piazza Tre Torri pensate per rendere la permanenza dei bambini stimolante e creativa. Halloween e Natale sono senza dubbio due feste che si prestano a diventare protagoniste di laboratori e creazioni realizzate a mano, ma ci sono stati anche incontri in cui i bambini hanno potuto giocare liberamente con prodotti di qualità e popolari come la sabbia cinetica, la 3D pen, i mattoncino LEGO e la mitica Barbie. DOLCETTO… O LAVORETTO? Streghe, zucche, lanterne che illuminano la notte: Halloween è arrivato a CityLife e nello Shopping District sono stati organizzati tantissimi laboratori dedicati ai più piccoli. Già, perché nonostante Halloween sia una festa incentrata sulla paura, piace molto anche ai bambini, ingolositi dai dolcetti regalati e affascinati dall’idea di trasformarsi in mostriciattoli dispettosi per una notte. Ma se la festa dura solo poche ore, a CityLife il divertimento si è prolungato grazie ai tanti laboratori previsti. Ci sono stati incontri a tema, come quello che si è tenuto sabato 27 ottobre e che ha coinvolto tantissimi bambini nella realizzazione della propria lanterna ispirata alla storia di Jack O’Lantern, da cui prende origine la festa di Halloween. O come il laboratorio intitolato “Dipingi la zucca”, che ha mostrato ai più piccoli la ricchezza decorativa e la vivacità dei teschi messicani del Dia de muertos: le zucche sono state dipinte e trasformate in teschi che non fanno paura, ma la fantasia ha avuto il sopravvento e così sono diventate anche pipistrelli e gatti neri. Immancabile l’amatissimo truccabimbi, che ha trasformato i bambini in creature fantastiche, ispirate ai protagonisti di Halloween e non solo! �

L'idea di questi laboratori è quella di offrire ai bambini momenti divertenti ma anche creativi: una proposta sempre nuova e anche per questo sempre tanto apprezzata dai bambini e dai genitori.

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SHOPPING DISTRICT

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SHOPPING DISTRICT

SPAZIO ALLA CREATIVITÀ Nel mese di novembre la festa è continuata, ma scheletri e mostriciattoli sono tornati nell’armadio e sotto il letto. I laboratori proposti si sono infatti ispirati ai giochi più amati: la penna 3D utile per spronare i bambini a sperimentare tutte le dimensioni spaziali, l’amatissima, intramontabile Barbie e la sabbia cinetica, un materiale ipoallergenico che si mantiene umido e che permette di costruire sculture sempre nuove senza sporcare o appiccicarsi ai vestiti. I laboratori sono stati molto apprezzati dai piccoli partecipanti, ma anche dai genitori che hanno da un lato coinvolto i figli in divertenti attività creative e dall’altro si sono potuti concedere un po’ di shopping. ARRIVA IL NATALE! Con l’arrivo del mese di dicembre, CityLife Shopping District si tuffa nell’atmosfera natalizia, complice anche l’importante partecipazione di Huawei. Ai piedi del futuristico albero regalato alla città, infatti, il colosso cinese della tecnologia ha ricreato il villaggio di Babbo Natale: uno spazio in cui i bambini possono scattarsi fotografie e scrivere l’importantissima letterina, che potrà poi essere stampata o inviata tramite e-mail, perché anche Babbo Natale è al passo coi tempi! In piazza Tre Torri sono poi previsti tanti eventi dedicati ai più piccoli, come la lettura usando il linguaggio dei segni del libro “I tre piccoli coniglietti”: l’11 dicembre Babbo Natale ha letto la favola ai bambini della Comunità Sorda Italiana. La traduzione della storia nel linguaggio dei segni è stata possibile grazie all’app Huawei Story Sign. L'intero CityLife Shopping District si è addobbato a festa: nella galleria è stata allestita una postazione con una ricca decorazione in vischio, in modo che i visitatori possano scattarsi un selfie mentre, come da tradizione, si scambiano un bacio e nella Food Hall è stata installata una gigantesca palla di neve in cui i clienti possono entrare e farsi scattare una fotografia. Come da tradizione, il 6 gennaio tutto questo sarà portato via dalla Befana, che distribuirà caramelle e dolciumi. Un dolce ricordo di questi mesi che lo Shopping District ha dedicato ai più piccoli. �

A rendere unici e divertenti questi laboratori è anche la presenza di brand popolari e amati dai più piccoli, come Barbie e LEGO.

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SHOPPING BRAND FOCUS

That’s Peck! testi Eleonora J. Annembi

Gastronomia, ristorante, enoteca e cocktail bar: queste le proposte che Peck ha deciso di portare a CityLife, per raccontare anche qui, nella Milano del futuro, una storia fatta di amore per la gastronomia, ricerca dell’eccellenza e rispetto della materia prima.

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SHOPPING BRAND FOCUS

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Milano c’è un luogo che è sinonimo di enogastronomia di qualità. Un luogo diventato il simbolo dell’amore per le materie prime, di prodotti freschi e di un servizio d’eccellenza. Stiamo parlando di Peck, un negozio che affonda le sue radici nella storia meneghina: le sue origini sono infatti da ricercarsi nel 1883, quando Peck era solo una bottega situata in via Orefici. Qui, Francesco Peck, salumiere proveniente da Praga vendeva salumi e carni affumicate. Nel corso di più di cento anni, però, il piccolo negozio-laboratorio è cresciuto, ha allargato la propria proposta e si è ritagliato un posto speciale nei cuori e sulle tavole dei milanesi, tanto che difficilmente nei loro menu natalizi mancano le tipiche proposte firmate Peck, come il famoso lingotto di paté o l’irrinunciabile panettone. Nonostante oggi sia presente in diversi Paesi nel mondo, dal Giappone alla Corea del Sud, e offra anche la possibilità di acquistare i propri prodotti attraverso uno store online, Peck ha la sua sede principale nella centralissima via Spadari: milleduecento metri quadri che racchiudono banchi di gastronomia dove è possibile comprare e gustare salumi e formaggi, macelleria, pane e pasta fresca; una pasticceria e l’enoteca più fornita di Milano.

È dal primissimo dopoguerra che nel negozio di via Spadari fanno la loro comparsa i piatti pronti, in seguito a un'intuizione fortunata di Giovanni e Luigi Grazioli, allora proprietari del negozio. In quegli anni, sui principali quotidiani appaiono anche le prime pubblicità, come questa immagine natalizia, segno di una rinnovata strategia di comunicazione.

L'idea di Peck è quella di portare in CityLife la filosofia della piccola gastronomia di quartiere, dove trovare ogni giorno una vasta selezione di piatti pronti, proprio come avviene già nella bottega storica di via Spadari.

C’è però una grande novità: Peck apre le porte di un nuovo punto vendita all'interno di CityLife Shopping District. In piazza Tre Torri il tempio della gastronomia presenterà una sintesi della sua ricca offerta, racchiudendo in trecento metri quadri il meglio della propria proposta. Ci sarà l’angolo gastronomia, dove sarà possibile acquistare una selezione dei prodotti e parte dell’assortimento della produzione a marchio Peck. L’idea è di portare a CityLife la filosofia della piccola gastronomia di quartiere, dove trovare salumi, formaggi, pasta fresca beneficiando della qualità di un marchio conosciuto e di riferimento nel settore. Non mancherà poi il ristorante, in costante rimando con i prodotti venduti nel negozio e pensato per valorizzare le materie prime anche attraverso uno spettacolo quasi rituale: i clienti potranno infatti ammirare i banconieri all’opera, intenti a preparare pietanze in grado di stupire il palato e coccolare al contempo gli occhi. La proposta del ristorante cambierà dal pranzo alla cena, per venire incontro alle esigenze della clientela, che spesso sono diverse a seconda del momento della giornata. Infine, nel negozio Peck in CityLife ci sarà un angolo enoteca che proporrà più di trecento etichette selezionate dall’ampia proposta del negozio di via Spadari. La vera novità, però, pensata per far dialogare il nuovo negozio con l’anima dinamica di CityLife è la proposta dei cocktail per invogliare i frequentatori a fermarsi per un aperitivo vivace. Disegnato dall’architetto Tiziano Vudafieri, il negozio Peck in CityLife corona il sogno di Leone Marzotto, Vice Presidente della Società, che ha affermato: «Mi affascina il contrasto tra un quartiere così moderno e la tradizione della nostra gastronomia, ci piace l’idea di proiettarci nel futuro». �

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LIFESTYLE FUORI MURA

I mille colori della flânerie testi Emanuela Brumana

Le strade intorno a CityLife continuano a raccontarsi attraverso le piccole botteghe e i negozi che le animano. Quattro luoghi dove scoprire i benefici della natura, il sapore esotico del curry, il piacere di ritornare bambini e la sostenibilità dello shopping.

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LIFESTYLE FUORI MURA

BIOPROFUMERIA | la naturale

Saki, via Emanuele Filiberto 4, 20149 Milano www.sakicosmesinaturale.it

Prendersi cura di sé e contemporaneamente non nuocere all’ambiente: questa è l'idea che anima la bioprofumeria Saki da quando, nel 2012, ha aperto in via Emanuele Filiberto. La passione della titolare Elena per la fitoterapia comincia però diversi anni prima, quando decide di produrre da sé preparati naturali per curare alcune allergie. Lo strabiliante potere dei principi attivi di origine naturale lascia a bocca aperta Elena che decide così, insieme al marito, di condividere con il mondo le conoscenze apprese. Ecco come nasce Saki, un luogo dove ogni prodotto viene selezionato secondo rigidi standard di sostenibilità, dove l’etichetta “bio” non viene usata per moda ma come specchio di una filosofia di vita. Elena però non si accontenta di vendere prodotti amici dell’ambiente: Saki organizza anche giornate formative, per permettere di toccare con mano la qualità della propria offerta.

ABBIGLIAMENTO | il sostenibile

Mosè Bianchi 13, via Mosè Bianchi 13, 20149 Milano www.mosebianchi13.it

In un ambiente elegante e accogliente trova spazio Mosè Bianchi 13, il negozio dell’usato dove si possono trovare capi firmati e scelti con la massima cura tra tanti arrivi giornalieri. Non si tratta di un comune negozio di abiti di seconda mano: nello showroom di duecento metri quadri collocato all’interno di un palazzo storico si trovano capi firmati dai più ricercati stilisti italiani e internazionali, accessori di pelletteria esposti con cura in un angolo dedicato, collezioni di bijoux e persino una selezione di home decor di qualità. La novità del format sta proprio nell’esposizione che ricorda più quella di un negozio di alta moda che di una bottega dell’usato: un dettaglio non indifferente che ha permesso a Mosè Bianchi 13 di ritagliarsi un posto d’onore nel panorama dello shopping milanese.

SPEZIERIA | l’etnica

Tutte le spezie del mondo, via Vittoria Colonna 11, 20149 Milano www.tuttelespeziedelmondo.it

Il giallo della curcuma, il rosso della paprika, il verde dell’aneto. E ancora, il profumo avvolgente della vaniglia o quello pungente della cannella. Siamo a Milano, ma qui si respirano gli aromi di Tutte le spezie del mondo, bottega nata dalla passione della titolare Francesca, che nella vita ha viaggiato molto, scoprendo il mondo con i propri occhi. Tornata a Milano ha creato nel 2013 questo laboratorio aperto il martedì e il mercoledì, che seleziona e vende prodotti di qualità e di non sempre facile reperimento, con un occhio di riguardo al packaging, pensato per dare risalto ai profumi e ai sapori delle spezie, dei tè e delle miscele di sali. Per un viaggio in un Paese lontano che vorreste visitare o per ritrovare i profumi che vi sono rimasti nel cuore, entrate in questa spezieria e improvvisamente non vi sembrerà più di essere a Milano.

GIOCATTOLI | il divertente

Il treno dei giochi, via Giacomo Griziotti 8, 20145 Milano www.iltrenodeigiochi.it

È da quattro anni che Il treno dei giochi ha aperto a Milano: due vetrine coloratissime che nascondono un negozio di giocattoli pensato a misura di bambino, dove si possono trovare prodotti educativi e divertenti, idee regalo creative e giochi per i più piccoli, come peluche e carillon. Il catalogo raggruppa le migliori marche presenti sul mercato, per una proposta affidabile e di qualità. Il bello de Il treno dei giochi però è che non si limita a essere un semplice negozio ma sa coinvolgere con feste e iniziative tutto il quartiere. Non è un caso se il titolare cita come proprio motto nel lavoro e nella vita questa splendida frase di Pablo Neruda: «Un bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé».

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NUMERO 4 - DICEMBRE 2018

Direttore editoriale

LODOVICA DAL POZZO

Direttore creativo

SIMONE SIRGIOVANNI

GIORGIA BACIS

Collaboratori redazionali

ARMANDO BORGHI

KATIA D’ADDONA

Fumetti e mappa TEA AZZENA

CEO CityLife

Direttore commerciale CityLife

I primi mesi di vita dell’asilo nido BabyLife.

A RT E

VIAGGI

T E C N OL OG I A

F U ME T T I

NUMERO 5 • MARZO 2019

Coordinamento CityLife LUDOVICA DE MARIA MARIANA DE MARCO

Stampa

GRAFICHE FILACORDA srl

ALESSANDRO e CONSUELO per averci accolto nel loro splendido attico ANDREA CHERCHI per aver condiviso con noi le sue immagini di Milano ANDREINA COZZI e le educatrici per averci portato dentro a BabyLife LUDOVICA DE MARIA per il lavoro svolto insieme su questo e sui numeri precedenti GIUSEPPINA FLORIS per il prezioso supporto con PwC ALBERTA GARUSI per il fondamentale collegamento con lo Shopping District CLAUDIO GUIDO per la consueta disponibilità nel fornirci informazioni sull’avanzamento lavori FRANCESCO MAMMANA e GIORGIO MARIGLIANO per tutte le info sull’albero di Natale Huawei GIUSEPPINA ORTEGA per l’immediata risposta alla richiesta sull’attico FRANCESCO PALERMO per averci raccontato il progetto BASEZERO CLAUDIA PASINI per l’aiuto con eventi, Padel e galleria Dellupi PIERLUIGI ROSSI e GIUSEPPE RANDAZZO per il costante lavoro di integrazione delle attività di Generali con CityLife

ROBERTO RUSSO per gli aggiornamenti sulla viabilità LUCIA SILVA per i lavori “green” che andremo a realizzare nell’area PAOLO STELLA per l’appassionato racconto de La cooperativa del sole EMMA URSICH per l’inizio di una collaborazione di sicuro successo

CityLife Mag è pubblicato da FEELGOOD 1986 srl, editore della rivista Foro Buonaparte, 68 - 20121 Milano - Tel. +39 02 36768300 - Capitale sociale 10.000 € - P. IVA 09161810966 Per la lista completa e aggiornata degli eventi e la lettura di contenuti extra visita il blog www.citylife-mag.it

La nuova apertura di Peck, gastronomia simbolo di Milano.

NON PERDERTI IL PROSSIMO CITYLIFE MAG

GIORGIO LAZZARO

MARINA REISSNER per le soffiate sulle future opere del Parco delle Sculture

La Cooperativa del Sole, chi si prende cura degli orti.

NUMERO 4 • DICEMBRE 2018 • TRIMESTRALE

Un ringraziamento speciale a:

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I N T E R I OR

Vivere in CityLife, un racconto attraverso le vostre parole.

Illustratrice

Redattrice e copywriter

Correttrice di bozze

DE S I G N

Fotografi

ANDREA CHERCHI GISEL ROMERO SIMONE SIRGIOVANNI

EMANUELA BRUMANA ELEONORA J. ANNEMBI EDOARDO CARUGO KATIA D’ADDONA

N AT U R A

Foto di copertina: A. Cherchi

ARCHITETTURA


ZUCCA Con l’autunno negli Orti Fioriti in CityLife la maturazione delle zucche raggiunge il suo massimo splendore: tante le varietà apprezzate sia per il gusto dei frutti sia per la loro funzione ornamentale.


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Se non siete curiosi,

lasciate perdere. Se non vi interessano gli altri, ciò che fanno e come agiscono, allora quello del designer non è un mestiere per voi. Achille Castiglioni

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