Gennaio 2023
Clamer informa
Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo
lamer
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Gennaio 2023
Varietà di Poinsettia rossa di grande effetto per coltivatori e consumatori
Stelle di Natale rosse di sicuro effetto in ogni periodo della stagione festiva
Le stelle di Natale sono ancora la pianta in vaso più popolare durante il periodo natalizio. I coltivatori possono scegliere tra una vasta gamma di varietà per soddisfare la domanda. Dümmen Orange offre tre varietà rosse di spicco in grado di far battere il cuore a qualsiasi coltivatore: Imperial Red, Freya e Grande Italia.
Queste tre stelle rosse sono abili giocatrici di squadra, assolutamente affidabili in produzione e ideali per una coltivazione sostenibile. I vantaggi di queste varietà risultano an-
Freya cora più evidenti in un momento in cui i prezzi energetici sono in aumento. Le brattee di un rosso meravigliosamente intenso le rendono un successo in quello che è ancora il segmento cromatico più importante per le stelle di Natale.
Ideale per colture ad alta densità La robusta forma a V della po polare varietà Imperial Red la rende perfetta per la col tivazione ad alta densità. Questa varietà rossa me dio-precoce è adatta anche per la finitura a temperature più fresche ed è quindi ideale per la produzione nelle regio ni settentrionali. Il suo tempo di risposta di otto settimane e il suo vigore medio rendono Imperial Red perfetta per il periodo di vendita di fine novembre/inizio dicembre. In formato midi, standard o
Freya
maxi, cattura l’attenzione nel punto vendita con le sue brattee rosso vivo che sovrastano, contrastandolo, il fogliame verde scuro. I ciazi persistenti e durevoli fanno sì che queste meravigliose stelle di Natale continuino a deliziare i consumatori per molto tempo una volta portate a casa.
Requisiti di produzione ridotti
Come la Imperial Red, la varietà rossa NanoBract Freya è un gioiello assoluto in termini di densità di coltivazione e di bassi requisiti di Imperial Red
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produzione. È eccezionalmente adatta alla produzione in grandi volumi ed il portamento a V della pianta consente l’uso di colture ad alta densità e metodi di produzione sostenibili. Questa varietà, caratterizzata da brattee di medie dimensioni di un caratteristico rosso vivo, è ideale per la coltivazione in vasi da 12 cm. Ciononostante, la varietà NanoBract può essere coltivata con successo anche come pianta mini o midi in vasi da 13 cm. Indipendentemente dalle dimensioni del vaso, le brattee rosso vivo della pianta si trovano tutte alla stessa al-
tezza e sono ancora ben visibili anche dopo l’imbustamento, che risulta facile e veloce. A tale proposito, Freya ha conquistato il titolo di “Poinsettia Champion” per la regione dell’Europa centrale!
Molto vigorosa e resistente al caldo Grande Italia - un’altra varietà caratterizzata da un portamento a V - sicuramente all’altezza del suo nome. Molto vigorosa e tollerante al caldo, è ideale per la coltivazione nelle regioni più calde dell’Europa meridionale. Questa “Poinsettia Champion” dell’Europa meridionale è molto economica da coltivare grazie al suo basso fabbisogno energetico, che però non la rende suscettibile alla botrite. Il tempo di risposta di questa bellezza medio-precoce è di 8 settimane, il che la rende perfettamente adatta per le principali settimane di vendita. Le sue
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brattee presentano una colorazione precoce e distinta, che consente di commercializzare le piante prima del tempo, e i suoi ciazi che si aprono lentamente garantiscono l’alta qualità delle piante fino al momento dell’acquisto e oltre.
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Grazie al suo portamento vigoroso, questa varietà attraente con brattee rosso scuro è estremamente adatta alla coltivazione in vasi di dimensioni da 14 cm fino alla creazione di alberelli.
Segui la stella polare: la nuova varietà dalle brattee di un bianco puro brillante in un cielo pieno di stelle di
Natale Brilla chiara e luminosa come la stella polare, solo un po’ più vicino a casa. Euphorbia pulcherrima Polar Star è la nuova varietà di Poinsettia bianca dell’azienda ibridatrice internazionale Dümmen Orange. La poinset-
Polar Star
tia lanciata di recente ha brattee bianche pure che
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mantengono il loro colo re senza ingiallire, anche dopo l’acquisto.
Colore unico I coltivatori di oggi hanno il lusso di scegliere tra un ampio spettro di varietà di stelle di Natale bianche. Il co lore “bianco”, tuttavia, possie de un’ampia gamma di sfuma ture. Numerose sfumature dal color crema all’albicocca molto delicato e persino al giallo limone tenue fanno ancora parte di questo gruppo cromatico. Le vere varietà bianche pure, d’altra parte, sono una rarità. Soprattutto se si parla di un bianco puro in grado di conservare il proprio candore in produzione in varie condizioni, e per lungo tempo una volta giunto in casa del consumatore finale. Nel lanciare la nuova va-
rietà Polar Star, Dümmen Orange è riuscita a creare una vera stella. Piante sorprendenti Non sono solo le brattee di colore bianco puro a rendere questa nuova varietà medio-
precoce la stella splendente del segmento delle Poinsettie. Polar Star è anche più facile e affidabile da coltivare rispet to alle altre poinsettie bian che, anche grazie al suo for te apparato radicale. Questa straordinaria nuova varietà è anche fedele al suo nome, dal momento della produzio ne fino al consumatore finale, perché Polar Star mantiene il suo bianco puro e brillante per tutto il tempo, senza ingiallire.
Crescita vigorosa Per i coltivatori, questa nuova varietà è una vera e propria risorsa su cui poter contare. Oltre ad avere radici robuste, è anche una varietà molto vigorosa, per cui non è necessario un rinvaso precoce Le piante sono ben ramificate, il che le rende ideali per la coltivazione in vasi di dimensioni da medie fino ai grandi contenitori. Sono particolarmente adatte alla produzione come piante midi, standard, maxi e alberelli. Il tempo di risposta
di questa novità è di 8 settimane.
La nuova varietà Polar Star è veramente un talento eccezionale tra le poinsettie bianche. Tutti coloro che sono alla ricerca di una varietà speciale e accattivante non potranno resistere a “Polar Star” di Dümmen Orange. Chi potrebbe biasimarli? La nuova varietà è assolutamente accattivante! Sia in produzione che una volta giunta alla sua destinazione finale.
Candide Bellezze Polar Star si aggiunge all’am-
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pio assortimento di Poinsettie bianche di questa rinomata azienda ibridatrice. Nel segmento medio-precoce, con un tempo di reazione di otto settimane, ci sono altre varietà di poinsettia affidabili come Infinity Polar, Frozen e la recente aggiunta Moni. Infinity Polar è un’altra Poinsettia robusta, con delicate brattee bianche, particolarmente adatta alla produzione nei formati standard fino agli alberelli.
Infinity Polar
Frozen ha grandi brattee bianche ed è perfetta per la produzione in vasi da 12 a 17 cm. Moni, invece, è una varietà mediamente vigorosa che può essere coltivata in vasi di dimensioni medie o maxi. Questi formati mettono ulteriormente in risalto le sue brattee di colore bianco puro e le sue buone proprietà colturali.
Moni
Myplant & Garden: la fotografia del florovivaismo italiano
Il Salone internazionale del Verde (FieraMilano-Rho, 2224 febbraio 2023) commenta l’andamento registrato dal settore nel 2021: “Produzioni italiane ed export da record.
Le classifiche delle Regioni e le sfide da affrontare”
Myplant & Garden, la fiera internazionale leader del verde professionale, diffonde e commenta gli ultimi rilevamenti ufficiali (annata 2021) della produzione orto-florovivaistica italiana.
Toscana, Liguria, Sicilia, Lombardia, Lazio, Puglia, EmiliaRomagna, Veneto e Piemonte guidano nell’ordine la classifica delle regioni italiane che registrano il più alto valore alla produzione del settore florovivaistico nazionale, cresciuto
del 5% nel 2021 rispetto all’anno precedente.
Un valore che nel 2021 ha sfiorato i 2,8 miliardi di euro (il 4,6% della produzione a prezzi di base dell’agricoltura italiana), il dato più alto delle ultime annate prese in esame. La produzione di fiori e piante in vaso nel 2021 è stata pari a quasi 1,3 miliardi di euro (+5,1% rispetto al 2020), ge-
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Produzione florovivaistica a prezzi base in Italia - 2021
Euro (mio) 2021
Euro (mio) 2020
Euro (mio) 2019 Euro (mio) 2018 Euro (mio) 2017 var. % 2021/20
fiori e piante ornamentali 1294,82 1230,71 1269,396 1165,629 1162,555 +5,2 vivai 1487,42 1417,65 1445,071 1398,835 1375,606 +4,9 canne e vimini 2,109 2,020 2,093 2,150 2,260 totale aggregato 2784,35* 2650,383 2.716,560 2.556,614 2.540,421 +5
*2823 secondo l’Eurostat Fonti: elaborazioni Myplant su dati CREA e ISTAT nerata per il 39% dalle regioni del Nord-ovest e per il 35% da quelle del Sud e delle isole. La produzione dei vivai, pari a 1,5 miliardi di euro (+4,9%), deriva per il 60% dalle regioni centrali. L’Istat certifica così la ripresa del trend di crescita dopo la crisi pandemica. Le realtà produttive italiane sono concentrate soprattutto in 4 regioni: Liguria, che ha il primato delle aziende che coltivano fiori in piena
aria; Toscana e Lombardia, dove sono presenti le principali attività vivaistiche ornamentali arbustive e forestali; Campania, dove le aziende sono specializzate soprattutto nella coltivazione di fiori in coltura protetta.
La Toscana mantiene saldamente il primato delle produ-
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zioni vivaistiche nazionali, con un fatturato alla produzione di 816 milioni di euro (+4% sulla media 2019-2020). Le produ-
zioni floricole, invece, vedono stabilmente la Liguria al vertice con 386 milioni di euro (+4,6% sul biennio precedente).
I dati regionali del florovivaismo italiano: valore produzione VIVAISMO
Regione (000 €) 2021 (000 €) 2020 % economica su produzione nazionale Classifica nazionale
TOSCANA 815.787 777.251 ca 55% produzione nazionale 1° classificato
LOMBARDIA 148.375 141.366 ca 10% produzione nazionale 2° classificato SICILIA 83.280 79.968 ca 5.5% produzione nazionale 3° classificato
A seguire, le altre regioni. Non si notano scostamenti particolari rispetto ai ritmi produttivi e di crescita degli anni passati, con l’eccezione della attività vivaistica del Friuli-Venezia Giulia, che ha scavalcato di misura il Piemonte:
Emilia-Romagna 62.906 ca 4,2% produzione nazionale 4° classificato Puglia 60.220 ca 4,1% produzione nazionale 5° classificato
Friuli Venezia Giulia 58.831 ca 4% produzione nazionale 6° classificato
Piemonte 57.878 ca 3,9% produzione nazionale 7° classificato Veneto 46.444 ca 3% produzione nazionale 8° classificato Lazio 43.741 ca 2,9% produzione nazionale 9° classificato
Marche 26.682 ca 1,8% produzione nazionale 10° classificato
Fonti: elaborazioni Myplant su dati Istituto CREA e ISTAT
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I dati regionali del florovivaismo italiano: valore produzione FIORI E PIANTE
Regione (000 €) 2021 (000 €) 2020 % economica su Classifica nazionale
LIGURIA 385.887 364.963 ca 30% produzione nazionale 1° classificato SICILIA 183.083 173.000 ca 14% produzione nazionale 2° classificato
CAMPANIA 149.869 145.534 ca 11.5% produzione nazionale 3° classificato
A seguire, le altre regioni: Lazio 126.380 ca 9,7% produzione nazionale 4° classificato Puglia 98.377 ca 7,6% produzione nazionale 5° classificato Lombardia 96.734 ca 7% produzione nazionale 6° classificato Emilia Romagna 70.959 ca 5,5% produzione nazionale 7° classificato Veneto 67.444 ca 5% produzione nazionale 8° classificato Toscana 49.141 ca 3,8% produzione nazionale 9° classificato Piemonte 18.687 ca 1,4% produzione nazionale 10° classificato
Fonti: elaborazioni Myplant su dati Istituto CREA e ISTAT
Nel comparto fiori e piante in vaso non si notano scostamenti rispetto ai ritmi produttivi e di crescita degli anni passati. Grazie a queste performance, come anticipato, Toscana e Liguria guidano la
classifica delle produzioni italiane floricole e vivaistiche nel loro insieme, così composta: Toscana (30%) Liguria (14%) Sicilia (9,6%) Lombardia (8,9%)
Lazio (6%) Puglia (5,7%) Emilia-Romagna (4,8%)
Veneto (4%) Piemonte (2,75%).
Cresce l’export, bene la bilancia commerciale
Considerato un vero e proprio prodotto di eccellenza dai mercati e i consumatori internazionali, il florovivaismo italiano registra la continua crescita della domanda dall’estero.
“In quanto grande piazza internazionale degli affari del verde – affermano da Myplant - registriamo con soddisfazione che l’export, centrale per lo sviluppo del settore, ha segnato un nuovo record storico, superando ampiamente il miliardo di euro”. L’Italia conferma il ruolo di esportatore netto del prodotto orto-florovivaistico: anche nel 2021 il valore alla produzione dell’export ha raggiunto i 1143 milioni di euro (903 nel 2020).
Il saldo positivo della bilancia commerciale è di 550 milioni di euro (contro i 423 del 2020).
I 28 Paesi dell’UE sono il principale mercato di sbocco dei prodotti italiani (ca 80%).
Secondo i dati Eurostat, nel 2021 il valore complessivo della produzione europea, compresi i bulbi e le piante da vivaio, è stato di circa 20 miliardi di euro, dei quali quasi 7 miliardi di euro prodotti nei Paesi Bassi.
Il 70% dell’export italiano è venduto, nell’ordine, in Francia, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Svizzera. Paesi Bassi (75%), Germania, Spagna e Belgio sono invece i principali mercati di approv-
vigionamento (import) per l’Italia. “Si tratta di un dato che avevamo anticipato a gennaio 2022 – sottolineano gli organizzatori -quando abbiamo notato l’impennata dell’export del prodotto florovivaistico italiano fin dal I trimestre. Oltre a ciò, il ‘sentiment’ di molte imprese del settore era positivo. Tuttavia, avevamo segnalato che la ripresa del settore era minacciata dall’impennata dei costi di produzione dovuti all’aumento a doppia cifra dei prezzi delle materie prime per imballaggi, energia, concimi e costi di trasporto”. Quarantamila ettari di eccel-
lenza internazionale tra ombre e opportunità
Da inizio 2022, dopo aver superato la profondissima crisi innescata dall’emergenza pandemica, il comparto produttivo tricolore è tornato a subire una fortissima pressione sistemica.
Come già denunciato da Myplant, il quadro inflattivo, i costi energetici e le incertezze della cornice politica internazionale stanno colpendo duramente le imprese ostacolando le produzioni, alimentando l’aumento dei prezzi, impedendo la programmazione produttiva e frenando gli scambi internazionali.
Secondo Coldiretti, nel primo semestre 2022 l’export del comparto ha segnato un +9% sul medesimo periodo del 2021, ma le importazioni del primo semestre 2022 hanno registrato un +60%, mettendo a serio rischio il saldo della bilancia commerciale di fine anno.
Secondo le stime di Assoflo-
ro, l’aumento dei costi energetici diretti per il comparto è impressionante: quasi +100% estate 2022/estate 2021 per l’elettricità; il prezzo del gasolio ha registrato un +80% nella primavera 2022 rispetto a quella 2021; il costo del metano, a luglio 2022 ha superato il +1200% rispetto al medesimo mese del 2021. “Ciononostante, i nostri padiglioni saranno gremiti grazie alla fiducia e allo sforzo delle imprese, che hanno eletto la nostra fiera come ‘il place to be’ per incontrarsi, realizzare business, intercettare nuovi trend, programmare il futuro. Un futuro che intendiamo tracciare tutti insieme: il florovivaismo è una industry in grado di contribuire favorevolmente alle problematiche climatiche e ambientali, dalla
forestazione urbana ai benefici economici, salutistici ed estetici che ne derivano. Stiamo assistendo a una impennata di sensibilità e attenzione per il verde: dalla politica al sistema delle costruzioni, dalla valorizzazione degli spazi aperti ai temi della rigenerazione urbana, alla riforestazione delle città, passando per la consapevolezza di quanto le piante possano fare per combattere i cambiamenti climatici. Poi c’è l’esplosione della dimensione domestica del green living, i trend crescenti delle microcoltivazioni, la cura dei propri spazi all’aperto (balconi, terrazzi, giardini), la coscienza del legame tra verde e bellezza, tra verde e salute, e così via. Ambiti tutti in cui il florovivaismo può assumere un ruolo da protagonista”
Per gli Agrotecnici il 2022 è stato
l’anno “migliore
di sempre”
Candidati agli esami abilitanti +20,90%. Quota di genere +21,37%. Abilitati +2,12%. Incremento netto professionisti in attività +6%, rispetto al 2021
Il 2023 è appena iniziato ed inevitabilmente si fanno i bilanci dell’anno da poco concluso. Il 2022 è stato per molti un anno difficile sotto diversi aspetti (la guerra russo-ucraina, la crisi energetica, l’inflazione galoppante, il rallentamento dell’economia che si avvia ad una recessione, ecc.) per l’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è invece stato un anno professionalmente straordinario. I primi dati raccolti lo testimoniano.
• 1. I candidati agli esami di Stato abilitanti. Se il numero dei giovani che sostengono lo
specifico esame abilitante rappresenta l’indice dell’attrattività di una professione, allora quello degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è altissimo. Il numero dei candidati 2022 è stato infatti pari a 1.990, +20,90% rispetto all’anno precedente
(che, a sua volta, era stato quello che aveva fatto registrare i dati più elevati di sempre). Si veda anche il grafico qui sotto. Negli ultimi dieci anni (2013-2022) l’incremento dei candidati agli esami abilitanti è stato il più alto rispetto ad ogni altra professione ordinistica: +103,60%. • 2. La “quota di genere”. Nel 2022 le donne che hanno scelto di conseguire l’abilitazione alla professione di Agrotecnico ed Agrotecnico laureato sono state 687, pari al 34,52% di tutti i candidati;
buona percentuale, leggermente superiore a quella dello scorso anno (34,38% pari a 566 candidate), rispetto al quale tuttavia l’aumento delle esponenti di sesso femminile cresce numericamente del +21,37% (+121 candidate. Si veda anche il grafico nella pagina accanto. Negli ultimi dieci anni (2013-2022) l’incremento delle donne agli esami abilitanti è stato elevatissimo: +126,73%.
3. Gli esiti degli esami di Stato abilitanti 2022. Dei 1.990 candidati solo 1.317 (il
66,18 %) ha conseguito l’abilitazione alla professione. La percentuale dei promossi è in linea con la media storica ma è nettamente inferiore a quella dell’anno precedente; nel 2021 infatti i promossi furono il 78,31%, oltre 12 punti percentuali in più. Evidentemente alcune commissioni d’esame hanno riscoperto una maggiore severità, forse anche eccessiva. In ogni caso il numero degli abilitanti 2022 è il più alto nella storia dell’Albo, +2,12% rispetto a quello -pure notevole- dello scorso anno. Negli ultimi dieci anni
(2013-2022) l’incremento degli abilitati è stato travolgente: +109,05%.
4. I posti di lavoro creati. Per i liberi professionisti un nuovo “posto di lavoro” coincide con l’apertura di P.IVA collegata allo specifico Codice ATECO di Agrotecnico ed Agrotecnico laureato (attualmente il 74.90.12) e la successiva iscrizione alla relativa Cassa autonoma di Previdenza; quest’ultima non ha ancora i dati definiti del 2022 ma dalle anticipazioni fornite si registra un incremento delle nuo-
ve P.IVA aperte il oltre il 9% rispetto al 2021. Togliendo al numero dei nuovi professionisti quelli delle cessazioni (che pur sempre vi sono) l’incremento netto dei nuovi professionisti in attività nel 2022 registra un tondo +6% rispetto all’anno precedente. Un dato oggettivamente di rilievo, considerato il non positivo andamento economico dell’anno appena concluso. Anche i redditi appaiono in crescita. Negli ultimi dieci anni (2013-2022) l’incremento dei professionisti in attività (nuove P.IVA aperte meno quelle cessate) è stato del: +70,20%. Esprime legittima soddisfazione Roberto ORLANDI, Presidente Nazionale degli Agro-
tecnici e degli Agrotecnici laureati “Il 2022 è stato per noi un anno che ha fatto registrare risultati senza precedenti, oltre ogni più rosea previsione e forse anche eccessivi. Per la prima volta abbiamo toccato la soglia dei 2.000 candidati agli esami abilitanti, un numero così elevato da portarci largamente ai vertici delle quattro professioni agrarie, davanti ad ogni altro “competitor”. La cifra del nostro Albo -prosegue Orlandi- è quella di avere creato strutture o definito accordi per aiutare i giovani ed i neoprofessionisti ad avviarsi concretamente al lavoro autonomo. Siamo però strutturati per fare fronte ad una media di 800-900 persone all’anno e qui siamo ad oltre il doppio. Vorrà dire che lavoreremo il doppio, ma certamente non deluderemo nessuno di coloro che a noi si sono rivolti, chiedendo di essere assistiti nel loro percorso di crescita professionale e personale. Nel 2023 affronteremo anche ulteriori sfide di
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modernizzazione della nostra professione e dell’Italia; partiremo con le nuove “lauree professionalizzanti”, i cui primi corsi sono già partiti in alcuni Atenei e che prevedono un forte coinvolgimento dell’Ordine professionale nella formazione (fino ad un terzo del periodo) e rilasciano titoli direttamente abilitanti alla professione, che evitano l’esame di Stato successivo. Sotto questo profilo ci siamo battuti, con successo, perché una stessa laurea sia “pluri-abilitanti”, cioè consenta al laureato di potere scegliere in quale Albo professionali iscriversi, fra diversi simili: ritengo che ciò rappresenti un elemento di forte modernizzazione nel sistema ordinistico, troppo spesso chiuso su sé stesso. Sempre nel 2023 avvieremo poi, con il Governo e con il mondo accademico, i tavoli tecnici per rendere tutte le attuali lauree di tipo tecnico direttamente “abilitanti” alla professione, andando quindi
nella generalità dei casi al superamento dell’esame di Stato post-lauream, anche se per questo occorreranno almeno 4-5 anni. Ma l’importante è iniziare questo lungo percorso.”
La cifra dell’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è sempre stata quella della modernità e della concorrenza, che mette al centro l’iscritto, il professionista, assicurandogli il massimo delle opportunità di crescita e di lavoro “Su questa strada continueremo ad operare: un Ordine professionale ha infatti senso di esistere solo se è utile ai propri iscritti, è aperto alla concorrenza, è utile al Paese.”
All’assemblea dei vivaisti nuovi passi verso il laboratorio di autocontrollo fitosanitario
Il progetto d’investimento in una struttura privata per l’autocontrollo fitosanitario nel Distretto vivaistico di Pistoia presentato all’assemblea del 12 dicembre dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI). Intervenuti a spiegarne le ragioni il georgofilo Riccardo Russu, ex direttore del Servizio Fitosanitario Regionale, e Pio Federico Roversi, direttore del CREA Difesa e Controllo. Sia l’Accademia dei Georgofili che il CREA DC sosterranno attraverso propri esperti la realizzazione del Laboratorio di Autocontrollo Fitosanitario, garantendo il necessario supporto tecnico scientifico. Il presidente di AVI Magazzini: «chi vede nel vivaismo un’attività con un futuro non può non partecipare a questo in-
vestimento, che sarà proporzionato alle dimensioni aziendali». Favorevoli al progetto gli esponenti istituzionali presenti, fra cui il sindaco di Pistoia Tomasi, il vicepresidente della Provincia Giacomelli e le consigliere regionali Fratoni e Bartolini con il collega Niccolai. Il presidente del Distretto Ferrini: «sempre più compresa la strategicità del vivaismo, che è ormai produzione primaria». Approvati all’unanimità il bilancio preventivo del 2023 di AVI e la conferma per altri 3 anni del revisore dei conti.
La normativa europea sulla protezione delle piante e la riforma del sistema fitosanitario nazionale rendono l’investimento in un laboratorio privato di autocontrollo fitosanita-
rio quasi indispensabile per i vivaisti del Distretto Vivaistico-Ornamentale di Pistoia. E la sua presenza sarebbe un forte vantaggio competitivo per il Distretto, probabilmente più efficace per l’immagine delle piante pistoiesi di qualunque altra certificazione. È quanto emerso il 12 dicembre a Pistoia all’assemblea di fine anno dell’Associazione Vivaisti Italiani (AVI), soggetto referente del Distretto Vivaistico-Ornamentale. Assemblea durante la quale è stato approvato all’unanimità il bilancio preventivo del 2023 e il presidente Luca Magazzini ha riepilogato il lavoro svolto
nel 2022, riservando un ampio focus appunto al progetto di investimento per la creazione di un laboratorio di autocontrollo fitosanitario privato nel distretto, a cui AVI sta lavorando da alcuni mesi nel contesto di un protocollo d’intesa recentemente rinnovato con l’Accademia dei Georgofili e in collaborazione con il CREA. Su questo investimento potrebbero essere convogliate richieste di cofinanziamento pubblico nell’ambito di bandi come quello in arrivo sui contratti di distretto del PNRR. Per illustrare le motivazioni scientifiche e non solo del progetto, sono stati invitati a
parlarne a margine dell’assemblea di AVI l’accademico dei Georgofili Riccardo Russu, già direttore del Servizio Fitosanitario Regionale (SFR) della Toscana, e Pio Federico Roversi, direttore nazionale del Centro di Ricerca Difesa e Controllo del CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) e referente per l’Istituto nazionale di riferimento per la protezione delle piante. Nei loro interventi hanno spiegato che, in estrema sintesi, i regolamenti europei in materia fitosanitaria hanno reso gli operatori professionali sempre più responsabili dello stato di salute delle piante e, come stabilito dalla riforma del sistema fitosanitario dell’anno scorso (D.lgs n. 19 del 2 febbraio 2021), lo stato di salute deve essere attestato da laboratori riconosciuti dal Servizio
Fitosanitario Nazionale (SFN) come idonei a svolgere analisi non ufficiali su richiesta delle aziende. D’altra parte il sistema pubblico costituito dai Servizi Fitosanitari Regionali non ce la fa da solo a controllare l’enorme quantità di materiale vegetale che arriva nei punti di ingresso del nostro Paese, e nel frattempo però le minacce fitosanitarie da organismi nocivi come la Xylella sono sempre in agguato. Quindi sarebbe davvero auspicabile un laboratorio fitosanitario autogestito dai vivaisti in grado di rispondere alle esigenze distrettuali. Nella sua relazione il presidente di AVI Luca Magazzini, dopo
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aver ringraziato il presidente del Distretto vivaistico-ornamentale Francesco Ferrini per «il coinvolgimento con cui ha svolto il suo incarico», ha detto sul progetto di laboratorio di autocontrollo che «ci sono le condizioni per realizzarlo e rafforzare così sulla difesa fitosanitaria per i vivai» e che questo «agirebbe sulla qualità delle produzioni pistoiesi anche nei confronti di Paesi concorrenti». Magazzini ha fatto sapere che a questo proposito sono d’accordo tutti i presidenti delle tre associazioni di
categoria agricole pistoiesi e ha osservato che conviene a tutti i vivaisti, grandi e piccoli, perché, per inquadrare il tipo di rischio, se, ad esempio, il tarlo asiatico, che è stato rapidamente debellato da Pistoia, si fosse diffuso in certe zone del distretto poi «si sarebbero dovute immobilizzare intere aree di produzione». Inoltre ha precisato all’indirizzo delle aziende vivaistiche più piccole che l’investimento sul laboratorio sarà ovviamente ripartito fra le imprese in maniera proporzionale alle dimensioni
aziendali con criteri precisi e in modo trasparente.
Luca Magazzini ha messo in evidenza anche altre delle attività di AVI a supporto del Distretto nel corso del 2022. Fra queste, gli incontri con i dirigenti dell’Asl «per dare seguito al percorso volto a migliorare sia da parte dell’Asl che da parte nostra le modalità di vigilanza sulla sicurezza e i rischi dei lavoratori nei vivai» - che sono sostanzialmente limitati alla fase dei «trattamenti, quasi sempre obbligatori, per la protezione delle piante» - con la ricerca di «sempre nuove soluzioni». Ma anche la ricerca di tecnologie dirette a incrementare la sostenibilità e circolarità della produzione, testimoniata dall’arrivo di nuovi sponsor, e l’esplorazione di varie strade per migliorare la gestione idrica, come ad esempio l’ipotesi di utilizzo delle acque re-
flue depurate per l’irrigazione nei vivai, che consentirebbe di gravare molto meno sulle falde. E infine il percorso avviato per un progetto insieme al Distretto forestale della Montagna Pistoiese con cui partecipare all’imminente bando del PNRR sui contratti di distretto, che consentirà di investire in primo luogo in energie rinnovabili, ma anche in innovazione e promozione. Il presidente del Distretto Francesco Ferrini ha affermato che, anche se quest’anno l’andamento di mercato è andato meno bene, resta fermo il fatto che dopo tanti anni «si è compresa la strategicità delle produzioni vivaistiche, che
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sono diventate una produzione primaria». «Quest’anno –ha chiosato – ho partecipato a circa 70 conferenze più o meno tutte legate al verde e al suo ruolo». Ferrini ha tra l’altro osservato che nell’attività vivaistica c’è già molta economia circolare e di più ce ne sarà in futuro. E ha poi sottolineato che, anche se la cittadinanza sembra non comprendere appieno gli sforzi dei vivaisti verso la sostenibilità, «fino alla fase in cui le piante sono in coltivazione nel vivaio la produzione vivaistica ha un impatto positivo sull’ambiente; solo dal momento in
cui escono dai vivai per essere vendute può diventare, per problemi legati ai trasporti, un’attività a impatto negativo». Consenso unanime per il progetto di struttura per l’autocontrollo da parte degli esponenti istituzionali presenti all’assemblea di AVI che sono intervenuti sull’argomento. «Questo è un tema pre-competitivo che deve coinvolgere tutte le aziende perché così costa meno – ha detto il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi –. Ricordiamoci che il tarlo asiatico è costato 1,5 milioni di euro». «Dalla riunione
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emerge una visione compiuta delle esigenze del vivaismo – ha detto la consigliera regionale Federica Fratoni -. Il laboratorio mi sembra strategico e qui sorge anche la suggestione di abbinarvi un marchio sulle piante». Per Fratoni sul vivaismo è riduttivo accontentarsi di candidature a singoli bandi e bisognerebbe fare dei «ragionamenti strategici». Positiva sul laboratorio anche la collega in Consiglio regio-
nale Luciana Bartolini, per la quale significherebbe «miglior sicurezza e vantaggi per l’economia, perché un marchio potrebbe essere una ciliegina sulla torta». Bartolini ha reso noto che sta interloquendo con il ministero delle infrastrutture sulla questione dell’asse dei vivai. Mentre il consigliere regionale Marco Niccolai ha evidenziato che ci troviamo a una svolta nel settore agricolo, a seguito dell’approvazione del-
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la Commissione Europea del Piano nazionale sulla Pac e dell’avvio da gennaio della nuova programmazione: «cambierà la nomenclatura e non si parlerà più di PSR, arriveranno in tutto 750 milioni di euro, tutti come cofinanziamenti». Il vicepresidente della Provincia di Pistoia Gabriele Giacomelli ha detto: «nei limiti delle nostre competenze saremo a disposizione» accanto ai Comuni del Distretto. Sì al bilancio preventivo 2023 e conferma di Paola Fanti Paola Fanti, revisore dei conti, ha illustrato il bilancio preventivo di cassa del 2023, che prevede 130.500 € di entrate e uscite (mirando al pareggio) e non registra significative novità, poiché le entrate attese il prossimo anno, sia tramite
le quote associative che attraverso le sponsorizzazioni, restano sostanzialmente le stesse del 2021.
Il bilancio è stato approvato all’unanimità dai presenti in assemblea Voto favorevole unanime ha ricevuto anche la proposta di conferma di Paola Fanti al ruolo di revisore dei conti per il prossimo triennio.
AZIENDE/PRODOTTI
Vilosa, primo vivaio a passare all’uso dei vassoi Pristine di Modiform
“La
sostenibilità è una scelta ovvia per i nostri clienti” Clamer informa
Quando Modiform ha lanciato il nuovo vassoio Pristine, il vivaio olandese Vilosa non ha perso tempo. I vassoi, re-
filiere più sostenibili. Pristine significa puro e intatto, un nome davvero appropriato, in quanto i vassoi sono realizzati in un materiale riciclato nella sua forma più pura.
Vilosa coltiva piante da vaso di alta qualità e come missione si propone di offrire prodotti che soddisfino tutti. Non soltanto i propri clienti, ma anche il resto del mondo. Perciò, esattamente come per Modiform, la sostenibilità è una priorità assoluta. Rick van Luijk (responsabile commerciale Vilosa): “Quando
Mark Bertens di Modiform ci ha informati del lancio di Pristine, non abbiamo esitato. I vassoi Pristine hanno la stessa qualità a cui siamo abituati, si adattano perfettamente ai nostri processi e sono una scelta sostenibile. Non abbiamo avuto alcun dubbio nel passare al loro uso. Come produttori crediamo di dover fare scelte importanti, anche per i nostri clienti. Quanto più sostenibile il nostro modo di operare,
tanto più automaticamente sostenibile la loro reazione”. Una convinzione condivisa anche da Modiform. Mark Bertens (responsabile commerciale Modiform): “Modiform ha espresso una forte ambizione di sostenibilità, a cui collaboriamo con tutta la filiera con il proposito di bandire la plastica nuova entro il 2025. Chiudere il ciclo dei materiali è dunque di vitale importanza. Dal momento che i vassoi Pristine non contengono né plastica nuova, né coloranti aggiunti, possiamo ritirarli presso i vivai e riciclarli internamente. Dopodiché ne realizziamo nuovi prodotti riciclabili. Proprio come Vilosa, vogliamo rendere facile per i nostri clienti scegliere automaticamente la sostenibilità. È un passo nella direzione giusta e Vilosa è uno dei pri-
mi vivai a passare completamente dall’utilizzo dei vassoi neri a Pristine”.
Senza coloranti aggiunti In passato ai vassoi veniva aggiunta una piccola quantità di colorante per uniformarne il colore, eliminando quest’operazione possono riscontrarsi differenze cromatiche. Non nell’ambito di un solo ciclo di produzione, bensì durante i vari momenti della stessa.
Secondo Rick la cosa non rappresenta un problema, né un ostacolo. Il colore nero intenso uniforme non è più la norma, è invece l’eventuale scostamento minimo a mostrare che si tratta di un prodotto sostenibile. Rick: “Guardiamo sempre all’input e all’output. Utilizzando i vassoi Pristine non vi è alcun deterioramento dei materiali impiegati, in quanto il 100% di quello che ora compone un vassoio, tornerà a essere un vassoio”.
Transizione Che Vilosa sia all’avanguardia nel campo della sostenibilità è evidente dall’adozione di Pristine. I vivaisti che desi-
derino effettuare una transizione sostenibile possono già utilizzare i vassoi da trasporto. Seguiranno poi i vassoi da coltivazione, e il periodo di transizione per realizzare tutti i vassoi in Pristine durerà un anno. Rick van Luijk: “In Modiform abbiamo trovato un buon partner con cui rendere la filiera più sostenibile. Abbiamo visto di persona in che modo Modiform ha impostato il processo di riciclo nella propria fabbrica e questo, oltre a ispirarci fiducia, ci dà la sicurezza che i vassoi smaltiti avranno una nuova vita”.
SPECIE e VARIETA’
Il genere comprende oltre 200 specie originarie delle zone temperate dell’emisfero boreale. Il gruppo degli Iris x barbata porta fiori formati da 3 sepali pendenti (ali) decorati al centro da una striscia di ‘barba’ di colore vivace e diverso e nella zona basale da variazioni cromatiche contrastanti. L’assortimento di colori é molto ampio ed é presente ogni possibile sfumatura o combinazione tranne il rosso puro. Inoltre i petali di alcune varietà hanno una particolare struttura, per cui delle goccioline di linfa emergono sulla superficie del tessuto ed evaporano lasciando dei piccoli cristalli regolari che riflettono e rifrangono la luce conferendo una lucentezza sorprendente al fiore.
Iris germanica é un clone sterile coltivato da molto tempo e la cui origine non è conosciuta, alto 80 cm, con vessilli porpora chiaro e ali violetto
Iris
scuro con barba gialla.
Iris germanica var. florentina coltivato in Toscana ma quasi scomparso dai campi, con fiori bianchi sfumati di azzurro, dai suoi rizomi si ricava una sostanza aromatizzante.
Gli ibridi che costituiscono il gruppo degli ibridi di Iris x barbata derivano dalla selezione di incroci naturali tra Iris pallida e Iris variegata, migliorati, successivamente,
di 70 cm;
• Barbata intermedi, fra 40 e 68 cm, derivati in origine dalla ibridazione di Iris germanica e Iris chamaeiris e attualmente dall’incrocio di Barbata alti con B. nani e dall’apporto di materiale genetico proveniente da Iris pumila, Iris melitta e Iris balkana.
Fra gli Iris barbata intermedi e gli Iris barbata alti ci sono i gruppi:
• x barbata da bordura, con steli molto ramificati e barbata alti miniatura con grandi fiori portati su steli molto corti.
• Iris x barbata nani venduti anche come Iris pumila, una delle specie che più hanno avuto influenza sul gruppo assieme a Iris chamaeiris, Iris attica, Iris griffithii e Iris flavescens, hanno un’ altezza
inferiore a 38 cm e sono molto precoci di fioritura con steli poco o non ramificati, foglie corte e falciformi.
Gli Iris barbata nani vengono suddivisi in nani standard e nani miniatura, alti fino a 10 cm.
Per la produzione del fiore reciso sono adatti i barbata alti ed intermedi, mentre i nani vengono utilizzati perla decorazione di giardini rocciosi e per la formazione di bordure.
COLTIVAZIONE
La moltiplicazione per semina viene utilizzata solo nella produzione di nuove varietà. Per la propagazione commerciale si ricorre alla divisione dei rizomi e al successivo impianto in luglioottobre in modo che la nuova pianta abbia tempo di stabilizzarsi per poter fiorire la primavera successiva; divisioni ed impianti più tardivi danno una minore percentuale di piante fiorite. Per gli Iris barbata nani la divisione dei ceppi viene anticipata a maggio. La ceppaia da moltiplicazione viene estirpata e il rizoma viene separato in sezioni apicali formate da 1 o 2 ventagli di foglie che vengono tagliate a 15-20 cm. Anche la parte più vecchia del rizoma che possiede delle gemme dormienti può essere divisa in
sezioni che vengono messe a vegetare in vasetti. Le parti apicali di rizoma hanno la capacità di fiorire l’anno dopo. Le parti possono essere impiantate direttamente a dimora oppure in vasi da 16-20 cm.
Tipo di terreno Scegliere un terreno minerale, anche forte ma ben drenato, meglio siccitoso che umido, con un pH di 6,87,3.
Concimazione Apportare come concimazione di base della sostanza organica umificata e con un basso tenore di azoto.
Secondo i risultati dell’analisi chimica distribuire scorie Thomas e solfato di potassio oppure un concime complesso a prevalenza potassica alla dose di 80 gr per metro quadrato. Durante la coltura intervenire in copertura a fine inverno e dopo la fioritura ma prima della crescita delle nuove radici con un concime a prevalenza fosfopotassica alla dose di 80 gr per mq nella prima distribuzione e di 50-60 nella seconda.
Attenzione Un eccesso di azoto rende le piante sensibili
all’allettamento degli steli fiorali e al marciume batterico.
Collocazione rizomi
I rizomi vanno collocati orizzontalmente e superficialmente in modo che siano a malapena coperti dalla terra, negli anni successivi anche se i rizomi diventano visibili alla superficie della terra non è necessario ricoprirli con terreno o sostanza organica; uno strato di letame maturo o di pacciamatura organica può essere steso fra le file per contenere le erbe infestanti.
Irrigazione
Dopo l’impianto irrigare abbondantemente per assestare il terreno e favorire la radicazione; negli anni successivi le irrigazioni sono necessarie durante la fioritura e nei periodi di siccità estiva per quanto queste piante sopportino molto bene anche una prolungata carenza idrica.
Sesti d’impianto
L’impianto viene effettuato a 80x60 cm per le varietà alte e molto vigorose, a 50-70x50 cm per quelle medie e per le altre specie.
Lotta alle infestanti L’interfilare può essere lavorato, durante la stagione estiva, per eliminare le malerbe e arieggiare il terreno, avendo cura di non danneggiare i rizomi e di non ricoprirli con il terreno. La eliminazione delle erbe infestanti perenni viene effettuata, al momento della preparazione del terreno, con disseccanti ad azione sistemica; dopo l’impianto e in preemergenza si può distribuire Venzar alla dose di 10 gr per 100 mq oppure Ron-
star granulare a 12 gr per mq; durante i mesi invernali si può
intervenire in preemergenza con isoxaben alla dose di 1 Kg per ha oppure Kerb a 40 gr per 100 mq. La durata economica dell’impianto é di 4-5 anni. Un rizoma in 3 anni produce 20-30 ventagli di foglie.
LUCE
Si tratta di piante con una forte esigenza di luce; richiedono posizioni molto soleggiate.
TEMPERATURA
Si tratta di una coltura da pien’aria in grado di sopportare un’ampia varietà di climi; per la germinazione i semi ri-
Iris pumila
chiedono un periodo di vernalizzazione invernale oppure la permanenza, mescolati con sabbia umida, in camera fredda a 4-5°C per 4-5 settimane. Le piante in vaso possono essere anticipate collocandole, in gennaio o febbraio, in una serra con una temperatura notturna di 13°C per favorire la radicazione e lo sviluppo iniziale delle foglie; dopo che le piante sono
ben radicate la temperatura viene ridotta di 9°C di notte e portata a 13-15°C di giorno. Per la fioritura sono necessarie 7-9 settimane a 13°C minimi; prima della vendita esporre le piante a valori più bassi per indurire i tessuti.
RACCOLTA e IMPIEGO
Gli steli sono pronti alla recisone quando il fiore inferiore è mezzo aperto o quello superiore mostra il colore. La scelta delle varietà consente di distribuire la fioritura da aprile a giugno. Dopo la raccolta gli steli vengono privati delle foglie e imballati per il
trasporto, che però non deve durare più di 36 h. La durata in vaso di ogni singolo fiore é di 4-6 giorni, lo stelo fiorisce completamente se si ha cura di reciderne regolarmente la base per favorire l’assorbimento dell’ acqua. La produzione é di 3 steli il primo anno, di 6 il secondo, di 8-10 il terzo. NB. In Rosso sono segnalati i prodotti REVOCATI mentre in Verde quelli AUTORIZZATI, in ARANCIONE i prodotti in scadenza o alcuni formati autorizzati.
MALATTIE E PARASSITI
Marciume del rizoma - Botrytis convoluta
Sintomi: i rizomi germogliano stentatamente in primavera, presentano zone di marciume grigio brunastro, depresso, tendenzialmente secco che si estende anche alle radici; sulle parti marcescenti si formano gli organi di conservazione del fungo sotto forma di sclerozi neri con un diametro di circa 1-1,5 cm. La base delle foglie marcisce e si ricopre di micelio fungino brunastro. Difesa: eliminare le parti infette; evitare posizioni ombreggiate ed umide; dopo la divisione disinfettare le sezioni con polvere fungicida oppure immergerle in una soluzione di Benlate; irrigare le
zone dove si verifica l’infezione con soluzioni di benzilimidazolici, Rovral, dicloran, Sumisclex.
Antracnosi Mycosphaerella spp, Heterosporium spp
Sintomi: sulle foglie si notano delle macchie ovali grigia-
Antracnosi
stre contornate da un alone giallo e poi scuro, in seguito le lesioni tendono a confluire provocando il disseccamento del lembo a partire dall’ apice. Difesa: eliminare le foglie più colpite; trattare ripetutamente nei periodi più umidi, con Mancozeb, Antracol, Daconil, Euparen, Rovral, Sumisclex, sali di rame, Saprol.
Ruggine
Puccinia iridis
Sintomi: le foglie mostrano delle macchie necrotiche allungate, quasi rettangola-
ri, su cui si differenziano delle pustole brunastre; la pianta deperisce e stenta a fiorire.
Difesa: dai primi sintomi irrorare Baycor, Thiocur, Plantvax, Saprol.
Marciume batterico - Erwinia carotovora
Sintomi: la pianta stenta a vegetare, in giallisce ed appassisce; la base del germoglio e le parti giovani del rizoma sono colpite da un marciume molle che disorganizza gli organi colpiti trasformandoli in un ammasso acquoso. Sono soggetti al marciume i rizomi interrati, collocati in
terreni umidi e ricchi di azoto. Difesa: scegliere una posizione e un terreno confacente; concimare in modo equilibrato; combattere gli insetti terricoli; ruotare le superfici; irrigare moderatamente le colture in vaso rispettando il ritmo di crescita delle radici; eliminare le parti marcescenti; disinfettare i tagli praticati al rizoma con polvere fungicida; irrorare abbondantemente con sali di rame.
Afidi - Aulacorthum spp, Dysaphis spp. Rhopalosiphoninus spp Sintomi: su foglie, fiori e germogli si notano delle ridotte popolazioni di insetti verdi che causano deformazioni fogliari; abbondanti colonie di afidi di colore giallo grigio che portano al disseccamento dei boccioli fiorali; alla base del germoglio si notano degli afidi di colore verde scuro che causano deformazioni e decolorazioni delle foglie. Difesa: dalla comparsa dei
Afidi
primi parassiti irrorare Confidor, Hostaquick, Pirimor, Lannate, piretroidi.
Tripidi - Thrips simplex Sintomi: le foglie presentano delle estese lesioni argentee; i fiori mostrano rotture di colore, deformazioni e disseccamenti. Sulla chioma si vedono dei sottili insetti di colore bruno, molto mobili.
Difesa: dai primi sintomi irrorare Orthene, Lannate, piretroidi.
Mosca dell’iris
Hylemyia servadeii
Sintomi: i boccioli non evolvono e diventano una massa marcescente a causa dell’ attività alimentare di larve apode, bianche, lunghe 5-7 mm; su foglie, steli fiorali e soprattutto brattee e boccioli, si vedono delle piccole lesioni acquose causate dall’ attività di ovodeposizione di mosche nerastre e grigio cenere lunghe circa 7 mm. Difesa: raccogliere i fiori infestati.
Tentredini
Rhadinoceraea micans
Sintomi: sulle foglie e sui boccioli si notano rosure a carico dei margini del
lembo e dei petali causate da larve di colore grigio, lunghe 8-10 mm, col capo bruno e con punteggiature nere sulla parte dorsale.
Difesa: dai primi sintomi irrorare Lannate, carbaril, piretroidi, diazinone, fenitrotion.
Lumache Arion sp., Deroceras sp. e altri generi
Sintomi: sulle foglie, steli e sui fiori si notano delle larghe erosioni con asportazione totale o parziale dei tessuti; sulle parti interessate si notano strisce di muco lucente. Difesa: nei periodi di elevata umidità spargere esche avvelenate a base di metaldeide o Mesurol esca.
AVVERTENZE
I metodi di difesa indicati sono frutto dell’esperienza dell’autore, delle informazioni raccolte presso gli operatori del settore e dei riscontri bibliografici, tuttavia le condizioni di applicazione, la condotta delle colture, lo stato delle piante, la sensibilità varietale ed il clima condizionano pesantemente i risultati, per cui i trattamenti riportati (prodotto commerciale, concentrazione, modalità di applicazione) devono essere intesi dal lettore come una indicazione di larga massima, per la quale non è possibile accettare alcuna responsabilità. Sarà cura del lettore effettuare delle prove di validazione nelle proprie condizioni per accertare eventuali controindicazioni. Nella formulazione degli interventi di difesa, non si inteso dare alcuna particolare
evidenza ai prodotti commerciali indicati, ne per quelli non riportati deve intendersi alcuna esclusione pregiudiziale; semplicemente per ragioni di spazio, è stato indicato un solo formulato per ciascun principio attivo.
Alcuni dei prodotti commerciali indicati non sono registrati in Italia, potrebbero non essere più registrati al momento della pubblicazione, non essere registrati sulle colture ornamentali o per le coltivazioni sotto protezione o per quella particolare applicazione.
La loro menzione in questo volume, dovuta all’efficacia dimostrata, serve a completare l’informazione fornita.
La decisione di un loro eventuale impiego spetta unicamente al coltivatore che deve essere consapevole delle conseguenze legali che ne potrebbero derivare.
Clamer informa
TECNICA
Forzatura delle perenni Campanula carpatica ‘Blue Clips’
Il genere Campanula comprende oltre 300 specie, parecchie delle quali sono, da secoli, popolari piante da giardino.
Campanula carpatica é nati-
va dei monti Carpazi dell’Europa orientale; le indicazioni di questo articolo si applicano solo a questa pianta e possono non essere valide per altre specie di Campanula
Campanula carpatica sopporta inverni rigidi e ha una estesa stagione di fioritura. La pianta cresce come un cuscino alto 22-30 cm ed é ideale per giardini rocciosi o come bordura delle aiuole fiorite. I fiori blu o bianchi, sono campanulacei, rivolti verso l’alto e portati sopra il fogliame (Fig. 1). Questa attraente e appariscente pianta é usata normalmente nei giardini di piante perenni in America e Europa. La Campanula carpatica é un’importante coltura da vaso fiorito del nord Europa, é attraente e costituisce una du-
Fig. 1 - C. carpatica ‘Blue Chips’ in vaso da 10, un vero incanto
Fig. 2 - Campanula carpatica ‘Blue Clips’ e ‘White Clips’
ratura decorazione del giardino. Questa pianta risponde fortemente al fotoperiodo; in tal modo i coltivatori possono controllarne la crescita e programmarne precisamente la fioritura. Varietà Le varietà da seme più comuni nel nord America sono ‘Blue Clips’ a fiori blu lavanda e ‘White Clips’
a fiori bianco puro (Fig. 2). Introduzioni più recenti sono ‘Deep Blue Clips’ con fiori blu lavanda scuro, la serie ‘Uniform’ e ‘Karl Foerster’ che é un clone, a fiori lilla blu, coltivato diffusamente in Europa. Le informazioni fornite in questo articolo sono state provate principalmente su ‘Blue Clips’ e parzialmente con ‘White Clips’. Per quanto gli autori pensino che anche altre varietà di Campanula carpatica rispondano in modo simile, queste indicazioni possono non essere appropriate per tutte. Esigenze per la induzione fiorale
La lunghezza del giorno é il principale fattore di controllo della fioritura in Campanula carpatica ‘Blue Clips’ e ‘White Clips’. Questa specie é a giorno lungo obbligato e non fiorisce sotto il giorno corto.
Dimensione della pianta Le giovani piante di ‘Blue
C.
Clips’ possono essere indotte a fiore ed é stata osservata la fioritura di piantine, con 9-11 foglie, ancora nei contenitori alveolari se la germinazione era avvenuta sotto giorno lungo.
In tutti gli stadi di crescita prima della forzatura a fiore, ‘Blue Clips’ deve essere coltivata sotto una lunghezza del giorno minore di 13 ore per evitare una prematura induzione a fiore e per stimolare l’accestimento. La lunghezza naturale del giorno in tardo inverno e ad inizio primavera é ideale per questo stadio. Dopo il primo aprile la lunghezza naturale del giorno sarà troppo lunga per fare accestire la pianta, se é necessario ottenere questo scopo é bene oscurare le piante fino all’inizio della forzatura a fiore. L’accestimento porta ad una pianta finita di migliore
Fig. 3 - Le piante sono state messe sotto giorno lungo immediatamente dopo il trapianto da un contenitore da 128 fori, quando avevano circa 8-10 foglie. Il giorno corto era applicato come 4 h di interruzione della notte. La foto é stata fatta dopo 8 settimane di giorno lungo (10 sett. a 5°C, 8 sett. a 20°C, senza giorno corto).
qualità, con un maggiore numero di fiori al momento della vendita (Figg. 3 e 4).
Fig. 4 - Le piante, dopo il trapianto da un contenitore alveolare da 128 fori, sono state fatte accestire per 3 settimane con un fotoperiodo di 9 h prima di esporle al giorno lungo. All’inizio del giorno lungo le piante avevano circa 15-17 foglie. La foto é stata presa dopo 7 settimane di giorno lungo, (10 sett. a 5°C, 10 sett. a 20°C, 3 sett. di giorno corto).
Vernalizzazione
La vernalizzazione non é richiesta per la fioritura di ‘Blue Clips’; l’esposizione al freddo non accelera significativamente la fioritura e ha poco effetto sull’aspetto della pianta. Tuttavia il freddo non é dannoso e le piante possono essere svernate in un frigorifero o in una serra fredda a 2°-7°C o anche a temperature più basse.
Fotoperiodo Sotto un fotoperiodo di 12 ore o meno, ‘Blue Clips’ rimane vegetativo e forma una compatta rosetta di foglie.
L’induzione fiorale avviene quando il fotoperiodo supera 14 ore ed é accelerata sotto un giorno di 16 ore o con l’interruzione della notte per 4 ore. (Fig. 5).
Da quando l’iniziazione fiorale é avvenuta e si vedono i boccioli, la fioritura avverrà anche se la pianta viene successivamente posta sotto giorno corto.
Sotto il fotoperiodo corto si riduce una parte dell’allungamento legato alla ‘levata’ sotto giorno lungo, quindi la
Fig. 5 - Fotoperiodo critico per la C. carpatica. Tutte le piante sotto il giorno di 16 h o con 4 h di interruzione della notte, alla fine, hanno fiorito. Meno del 60% ha fiorito con il giorno di 14 h e nessuna con un fotoperiodo più corto di 14 h (0 sett. a 5°C, 8 sett. a 20°C; fotoperiodo da 10 a 24 h + interruzione della notte, percentuale di fioritura)
pianta resterà più compatta. Il trattamento di giorno lungo può iniziare in qualunque momento da quando la pianta ha formato un minimo di 15 foglie e deve continuare almeno fino a quando i boccioli diventano visibili. Il giorno lungo può essere ottenuto allungando il periodo di luce a 16 ore o interrompendo la notte per 4 ore dalle 22 alle 2. La fioritura sarà ritardata se l’interruzione della notte é minore di 4 ore (Fig.6). Illuminazione ciclica Sono stati anche testati 2 programmi di illuminazione ciclica illuminando le piante per il 10% o il 20% delle 4
Fig. 6 - Efficacia di diversi trattamenti di interruzione della notte sulla fioritura di C. carpatica. La fioritura era più lenta con una interruzione di 4 h. Sono stati provati due programmi di illuminazione ciclica con le luci in funzione per il 10% o il 20% della interruzione notturna. Il programma al 10% (6’ di luce e 54’ di buio) non ha provocato l’induzione fiorale. Sotto il 20% (6’ di luce e 24’ di buio) alla fine tutte le piante hanno fiorito, ma la fioritura era ritardata e non uniforme (9 sett. a 20°C, interruzione della notte per 0-0,5-1-24 h, 4 h al 10- o al 20%, percentuale di fioritura)
ore di interruzione della notte (Fig.6). Il programma al 10% (luce per 6 minuti e buio per 54 minuti) non era efficace nell’indurre la fioritura. Con il programma al 20% (luce per 6 minuti, buio per 24 minuti) tutte le piante alla fine hanno fiorito ma la fioritura risultava ritardata e non uniforme. Per ottenere una fioritura rapida ed uniforme l’interruzione della notte deve essere di 4
Indicazioni fondamentali per ‘Blue Clips’
• 1. Il fotoperiodo é fondamentale. La lunghezza del giorno deve essere minore di 13 ore fino all’inizio della forzatura, poi esporre a 16 ore di luce o 4 ore di interruzione notturna.
• 2. Crescere le piante sotto un fotoperiodo più corto di 13 ore fino a quando hanno formato almeno 15 foglie. Questo periodo di crescita aumenta il numero finale di fiori.
• 3. Forzare con temperature fresche, 20°C o meno. Le piante forzate a 16°C erano più attraenti come numero e dimensione dei fiori rispetto a quelle forzate a valori più elevati.
• 4. Le piantine da contenitori da 128 fori sono adatte al vaso da 10 cm, quelle da 50 o meno fori vanno bene per il vaso da 15 o da 4 litri.
• 5. Il trattamento di vernalizzazione non é richiesto per la fioritura e ha poco effetto sul tempo di fioritura e sull’aspetto della pianta. Le piante sono piuttosto rustiche e possono essere mantenute o svernate in un frigorifero o in una serra fredda.
Tipi di lampade
Le lampade ad incandescenza, al sodio ad alta pressione, a fluorescenza bianca-fredda, o alogene sono efficaci, ma
ore e con le luci accese per l’intero periodo. quelle incandescenti causano un maggiore allungamento dello stelo rispetto alle altre fonti luminose. L’intensità luminosa minima deve essere
Tempo di Coltivazione Pratiche Colturali Temperatura Fotoperiodo
Semina Germinazione o acquisto delle piantine
20°-22°C Giorno più corto di 13 ore 9-11 sett.
2-3 sett.
Crescita fino alla formazione di 15 foglie 18°-20°C Giorno più lungo di 13 ore Conservazione a 1°-7°C se necessario (vernalizzazione non richiesta)
Inizio Forzatura
16°C 10-11 sett. antesi
19°C 8-9 sett. antesi
21°C 7-8 sett. antesi
16 ore di luce o 4 ore di interruzione della notte Dal bocciolo visibile all’antesi 16°C = 26 gg 19°C = 22 gg 21°C = 20 gg
Tab. 1. Schema di produzione per Campanula carpatica ‘Blue Chips’ di 50-100 lux. Quando vengono usate le lampade incandescenti é necessario installare una potenza di circa 15 W per mq. ‘Blue Clips’ é molto sensibile alla luce ed una intensità di 5 lux può indurre una fioritura parziale.
I coltivatori devono tenere presente che la luce proveniente da altre serre può influenzare lo sviluppo di ‘Blue Clips’ e potrebbe inavvertitamente causare l’induzione a fiore su piante destinate a crescere.
Moltiplicazione
Campanula carpatica può essere moltiplicata facilmente per talea o per seme; nel Nord America generalmente si ricorre alla semina e, benché sia presente una certa variabilità fra i germinelli, le varietà disponibili sono piuttosto uniformi. La germinazione richiede la luce e quindi i piccoli semi non vanno ricoperti. Ad una temperatura media di 20°-22°C la germinazione richiede 14-20 giorni. I germinelli vanno esposti ad un fotoperiodo inferiore a 14 ore per mantenerli vegetativi. In genere le piantine in contenitori da 128 fori hanno 8-12 foglie e in quelli da 50 fori hanno 12-17 foglie. Substrato e concimazione
E’ importante usare un terriccio molto drenante; il pH va mantenuto intorno a 6. La campanula richiede un livello moderato di concima-
zione e la fertirrigazione costante a 100-150 mg/l di N, 10-20 di P2O5 e 100-150 di K2O é adeguata.
Luminosità e spaziatura Durante la forzatura primaverile esporre alla piena luce naturale, durante quella invernale e di inizio primavera l’illuminazione supplementare di potenza ha notevolmente migliorato la qualità della pianta.
Irrigazione
Le piante vanno mantenute uniformemente bagnate senza eccessi e carenze; la ripetuta siccità ritarda la fioritura e riduce la qualità.
Controllo dell’altezza ‘Blue Clips’ é naturalmente piuttosto compatta e forma, generalmente, una pianta fiorita ben proporzionata; se necessario si possono impiegare diverse tecniche colturali per controllare l’allungamento. Le piante coltivate sotto un DIF
C. carpatica ‘Blue Chips’
(differenza matematica fra la temperatura diurna e quella notturna) positivo sono più alte di quelle cresciute sotto un DIF negativo o eguale a 0. Anche la riduzione della temperatura per due ore intorno all’alba riduce l’altezza finale della pianta secondo gli esperimenti effettuati alla Università del Michigan. La temperatura media non influenza l’altezza della pianta.
Il tipo di lampade usate per il fotoperiodo ha effetti sull’allungamento. Le lampade incandescenti
causano un maggiore allungamento rispetto a quelle al sodio ad alta pressione, a quelle alogene o a quelle a luce fluorescente bianca-fredda, a causa della maggiore proporzione di radiazioni rosso lontano da loro emesse.
Fig. 7 - Risposta della C. carpatica a trattamenti nanizzanti frequenti e a forte dose. Irrorazioni iniziate dopo 10 giorni di giorno lungo. La prova é servita ad individuare l’efficacia dei prodotti e non il dosaggio utile (12 sett. a 5°C, 9 sett. a 20°C, 4 trattamenti ad intervalli di 10 giorni)
I nanizzanti possono essere usati per regolare l’altezza; si sono dimostrati utilizzabili A-Rest, Alar, Bonzi, Cycocel, Sumagic (Fig. 7).
Temperature e programmazione
Il tempo di reazione, dopo l’inizio del giorno lungo, dipende dalla temperatura di forzatura: circa 10-11 settimane a 15°C, 8-9 a 18°C, 7-8 settimane a 21 °C.
É preferibile forzare a 16°20°C in quanto i fiori sono più grandi a temperature più fresche (Fig.8).
‘Blue Clips’ é disponibile come piantina in contenitori alveolari di diverse dimensioni o come pianta da piena terra a strappo. Le piantine da un contenitore da 128 fori sono adatte al vaso 10, quelle in contenitore da 50 o meno fori sono impiegabili per vasi da 15 cm o da 20 cm. ‘Blue Clips’ sono in genere
uniformi ma mostrano una qualche variabilità nel tempo di reazione (Fig.9). In una prova con 194 piante l’apertura del primo fiore é avvenuta in un periodo di 10 giorni. La variabilità in una popolazione di ‘White Clips’ era simile. Le piante restano attraenti a lungo perché i fiori si aprono in successione.
Malattie e parassiti
‘Blue Clips’ é sensibile al mar-
ciume radicale e basale causato da Pythium e Rhizoctonia. L’impiego di un terriccio molto drenante può aiutare a prevenire questi problemi. Le foglie possono essere infettate dalla muffa grigia per cui é importante mantenere asciutta la chioma. Pochi parassiti infestano la ‘Blue Clips’, solo gli acari possono diventare un problema. Dato che i trattamenti insetticidi possono danneggiare i fiori, é importante combattere i parassiti prima della fioritura. Post raccolta
Fig. 8 - Influenza della temperatura di forzatura sulla fioritura della C. carpatica. Le piante hanno fiorito più rapidamente a temperatura elevata ma i fiori hanno subito una rilevante riduzione di dimensioni all’aumento della temperatura. La temperatura giornaliera media non ha influenzato l’altezza della pianta (10 sett. a 5°C, 9 sett. di forzatura a 15-1821-24-27°C)
Le condizioni nel punto vendita o in casa sono differenti da quelle della serra. L’acqua non viene somministrata rego-
larmente ed i danni da salinità sono un problema potenziale se il terriccio, ben concimato, viene lasciato seccare. Per ottenere la massima durata é bene ridurre le concimazioni verso la fine del ciclo; 2 o 3 settimane prima della vendita irrigare con acqua non concimata o ridurre la concentrazione del fertilizzante, specialmente di azoto. La longevità del fiore é correlata alla produzione di etilene. In Europa una irrorazione con 6 mg/l di tiosolfato di argen-
Fig. 9 - Distribuzione delle piante allo stadio di 1° bocciolo visibile o 1° fiore aperto in una popolazione di 194 piante forzate a 18°C
to viene utilizzata poco prima della vendita per prolungare la durata. Tuttavia per ottenere un attraente vaso fiorito le piante richiedono un periodo di crescita vegetativa per accestirsi ed ingrossassi prima di essere indotte a fiore.
Clamer informa
FIERE/EVENTI
La fiera leader mondiale per l’orticoltura IPM ESSEN presenta le innovazioni e le tendenze per le piante, la tecnologia, la floricoltura e il commercio al dettaglio Tecnologia di tendenza, inno-
vazioni vegetali e concetti di vendita al dettaglio a colpo d’occhio
Il settore verde internazionale attendeva questo evento: IPM ESSEN riapre le sue porte dopo una pausa dovuta alla
pandemia. La fiera leader mondiale per l’orticoltura accoglierà i visitatori provenienti da tutto il mondo dal 24 al 27 gennaio 2023 con un programma ricco di contenuti, prodotti di tendenza e numerose opportunità di networking e di vendita. Alla Messe Essen sono attesi espositori da un totale di 45 nazioni. “Alla luce delle attuali sfide economiche ed ecologiche, il desiderio di uno scambio di informazioni e innovazioni è elevato. IPM ESSEN offre la piattaforma ideale per elaborare soluzioni su temi quali la produzione sostenibile, la fragilità delle catene di approv-
vigionamento o la carenza di lavoratori qualificati”. “Dopo tre anni molto movimentati, Essen sarà di nuovo il luogo di incontro del settore verde globale per quattro giorni con la Fiera Internazionale delle Piante IPM. Prevedia-
mo la presenza di oltre 1.300 espositori”, spiega Oliver P. Kuhrt, direttore generale di Messe Essen: “La risposta è eccellente, anche se il mercato asiatico è notoriamente reticente; purtroppo, le rigide norme di viaggio in particolare rendono ancora difficile la pianificazione della fiera quest’anno.”
Con il sostegno del British Department of International Trade e dell’Ambasciata britannica, la Gran Bretagna si presenterà come Paese part-
ner di IPM ESSEN 2023. Gli espositori dello stand comune nel padiglione 7 esporranno prodotti dei settori piante, tecnologia e attrezzature. Le aree espositive in sintesi L’area espositiva dedicata alle “Piante” è rappresentata dai padiglioni 1, 2, 5, 6, 7, 8 e dalla Galeria: dai fiori recisi, alle piante da aiuola e da balcone, alle erbe aromatiche, alle verdure da spuntino e
alle piante da interno, fino agli alberi di Natale, alle piante perenni e alle piante legnose. Tra queste, molte nuove varietà e varietà migliorate. Nuovi tour tematici dedicati agli alberi e alle piante perenni, con un punto d’incontro nel padiglione 6, dove verrà esposta e presentata una vasta gamma di piante sostenibili. Nell’area tecnica dei padiglioni 3, 4 e della Galeria, la produzione a risparmio energetico è uno dei temi dominanti. Con il nuovo Centro di innovazione per la tecnologia orticola nel padiglione 4, i visitatori specializzati avranno a disposizione un luogo esclusivo per scoprire le tecnologie intelligenti e ricevere consigli.
IPM ESSEN si svolgerà dal 24 al 27 gennaio 2023 presso la Fiera di Essen solo per i visitatori professionali, dalle 9.00 alle 18.00 dal martedì al gio-
vedì e dalle 9.00 alle 17.00 il venerdì. Ulteriori informazioni e biglietti sono disponibili sul sito: www.ipm-essen.de
Clamer informa
TECNICA
Coltivazione delle Primule: i concimi a lenta cessione sono vantaggiosi
Al Centro Sperimentale di Heidelberg sono state condotte delle prove su Primula ‘Tiara Golden Yellow’ e ‘Tiara Orange Rose’ per accertare con quale quantità di concime
a lenta cessione sia possibile ottenere primule di qualità corretta.
L’uso dei concimi a lenta cessione nelle colture fredde, come Primula, Viola, Myosotis
e Bellis, si diffonde sempre di più perché spesso sorgono delle difficoltà a seconda delle condizioni climatiche, nell’effettuare la fertirrigazione. In inverno il fabbisogno di irrigazione permane, per settimane, molto ridotto. Se si bagna troppo di frequente vi è il rischio del ristagno e del conseguente marciume radicale. Se il coltivatore allunga troppo l’intervallo fra le fertirrigazioni, il fabbisogno di 150 mg di N per pianta non viene soddisfatto senza una sostanziale concimazione di base. Le piante rimangono troppo piccole e hanno le foglie clorotiche o necrotiche per cui il conseguente lavoro di pulizia è costoso e intensivo di manodopera. Per ridurre il rischio di ristagno e nello stesso tempo soddisfare il fabbisogno nutrizionale della pianta, è conveniente
Figg. 1e 2 - Differenze di qualità per effetto dei diversi livelli di concimazione: Fig 1 ‘Tiara Orange Rose’, Fig2 ‘Tiara Golden Yellow’
impiegare i concimi a lenta cessione. Già nel terriccio per la primula vengono mescolati dai fabbricanti, a seconda delle esigenze dei clienti, dei concimi a lenta cessione. Inoltre anche ditte di terricci producono normalmente dei terricci per primule che contengono, oltre alla conci-
Tab. 1 - Contenuto di N nel terriccio e nella pianta
Apporto di N (mg N/vaso) N nella pianta(mg N/vaso)
N nel substrato a fine prova (mg N/vaso)
Somma (mg N/ vaso)
1 kg/m3 PG-Mix +
2 kg/m3 Osmocote 112 81 24 105 3 kg/m3 Osmocote 145 102 35 137 4 kg/m3 Osmocote 178 109 56 165 2 kg/m3 Osmocote con fertirrigazione (Primelsubstrat, Patzer) 170 125 39 164 1,5 kg/m3 Osmocote confertirrigazione (R.H.P. 16 PLUS, Klasmann) 154 112 37 149
mazione di base solubile, un concime a lenta cessione ricco di potassio.
Nel Centro Sperimentale di Heidelberg è stata condotta una prova per accertare con
quale quantità di concime a lenta cessione si possono ottenere primule di qualità corretta. Le prove sono state effettuate con le varietà ‘Tiara Golden Yellow’ e ‘Tiara Orange Rose’.
Prove ad Heidelberg Oltre ad 1 kg per m3 di concime complesso solubile PGMIX è stato mescolato al substrato Osmocote Standard High K 5-6 M (10-11-18) alla dose di 23-4 kg per m3. Inoltre sono stati testati i terricci specifici R.H.P. 16 PLUS di Klasmann e Primelsubstrat di Patzen che contengono, rispettivamente, 1,5 oppure 2 kg/m3 di Osmocote oltre a 1 kg di PG-Mix. Come nella pratica le piante sono state concimate in copertura con Flory 2 Mega a 0,06% in modo da apportare circa 60 mg di N per pianta. L’apporto totale di azoto variava fra le diverse parcelle fra 112 e 178 mg di N / pianta (Tab.1). Gli altri dati colturali sono esposti nel riquadro apposito.
Migliori risultati con la concimazione di base Come dimostrano le valutazioni di fine prova si possono ottenere delle primule com-
Dati colturali
Varietà: ‘Tiara Golden Yellow’ e ‘Tiara OrangeRose’ (Syngenta Seeds)
Invasatura: settimana 37 in vaso Ø 9
Terriccio : EE Primelsubstrat Patzer con 1 kg/m3 di PG-Mix e 2 kg/m3 di Osmocote, R.H.P. 16 PLUS Klasmann con 1 kg/m3 di PG-Mix e 1,5 kg/m3 di Osmocote Spaziatura: finale a 42 piante / mq
Temperatura: riscaldamento a 6°C giorno e notte
Ventilazione: 8°C giorno e notte, temperaturamedia effettiva: 11,8°C
Irrigazione: con acqua piovana, flusso riflusso, concordata da tensiometro (soglia a 130 hPa)
Concimazione: Osmocote Standard High K 56M (10:11:18) Scotts; Flory 2 Mega (16:6:26) Euflor
Nanizzante: 2 volte Desmel (0,05%) nelle settimane 42 e 44 Valutazione finale: nella settimana 7
merciabili senza fertirrigazione mescolando al terriccio 1 kg/m3 di PG-Mix e 2 kg/m3 di Osmocote. Le piante sono sufficientemente belle, ma più piccole e con foglie meno colorate rispetto a quelle con 3 o 4 kg di Osmocote. La migliore valutazione complessi-
va fra le piante dei tre livelli di concimazione l’hanno ottenuta le primule che sono state coltivate con 3 kg/m3 di Osmocote. Le piante erano omogenee e con una chioma media e compatta. Le piante della parcella con 4 kg/m3 avevano il diametro maggiore. Per quanto le foglie delle prime corone fossero troppo sviluppate in confronto a quelle successive, la causa di ciò può essere stata una cessione troppo veloce del concime provocata, nelle prime settimane di coltura, da temperature molto elevate (talora oltre 30°C). Nella fase successiva di coltivazione le
foglie sono rimaste notevolmente più piccole perché le temperature più basse hanno ridotto la cessione del concime e la velocità di crescita.
Le primule di grosse dimensioni e di ottima qualità, ottenute nei terricci Klasmann e Patzer, hanno ricevuto, oltre alla concimazione di base con concime a lenta cessione la fertirrigazione continua.
Le piante di queste parcelle hanno assorbito le maggiori quantità di azoto, rispettivamente 125 e 112 mg di N/pianta. Queste piante non solo nella prima metà della
1 kg/ m3 PGMix +
Tabella 2 - Risultati sperimentali
Diam. Della pianta (cm)
Diam dei fiori (cm)
‘Tiara Golden Yellow’
Valutazione complessiva 1
Colore foglie 2 Radicazione 1
1 kg/ m3 PGMix +
2 kg/m3 Osmocote 19,4 8,8 6,3 7,7 9,0 3 kg/m3 Osmocote 19,9 8,8 8,7 9,0 9,0 4 kg/m3 Osmocote 20,3 9,0 9,0 9,0 9,0 2 kg/m3 Osmocote con fertirrigazione (Primelsubstrat, Patzer)
1,5 kg/m3 Osmocote confertirrigazione (R.H.P. 16 PLUS, Klasmann)
21,3 9,2 9,0 9,0 9,0
21,3 9,3 9,0 9,0 8,3
‘Tiara Orange Rose’
2 kg/m3 Osmocote 19,8 6,2 7,3 7,3 9,0 3 kg/m3 Osmocote 19,5 6,2 8,7 9,0 9,0 4 kg/m3 Osmocote 21,2 6,4 8,3 9,0 9,0 2 kg/m3 Osmocote con fertirrigazione (Primelsubstrat, Patzer)
1,5 kg/m3 Osmocote confertirrigazione (R.H.P. 16 PLUS, Klasmann)
22,7 6,7 9,0 9,0 9,0
22,3 6,7 9,0 9,0 7,7
*1) valutazione complessiva radicazione (1-9): 1= pessima; 9 =ottima
*2) colore foglie (1-9): 1=molto chiara 9= verde scuro
coltivazione, ma anche nella seconda, hanno prodotto foglie grosse e proporzionate, con le singole corone di foglie disposte successivamente in modo armonico. Apparentemente la fertirrigazione continua ha avuto un effetto positivo sull’ottenimento di foglie di dimensione uniforme. L’ottima valutazione complessiva è stata convalidata dal diametro dei fiori, tendenzialmente maggiore. Le differenti concimazioni hanno avuto solo una influenza minima sul numero dei fiori e sulla radicazione. La crescita di entrambe le varietà di ‘Tiara’ hanno reagito ai diversi apporti di concime in modo simile.
Risultato
I risultati delle prove hanno mostrato che nella coltura delle primule, l’uso dei concimi a lenta cessione è vantaggioso. Piante, di media dimensione e di qualità buona o molto buona, sono state ottenute, nelle prove, con una concimazione di base con 1 kg/m3 di PG-Mix e 3 kg/m3 di Osmocote, senza concimazione in copertura. Per ottenere primule di grosse dimensioni e di ottima qualità è raccomandabile usare una concimazione di base con 1,5 o 2 kg/m3 di Osmocote integrata con la fertirrigazione continua.