Clamer Informa Ottobre 2022

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Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo
Anno XLVII Ottobre 2022 10 Cinforma lamer Amevo e Modiformper il rivoluzionariovaso per orchidee

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pubblicità Clamer informa Mensile scientificotecnico di floricolturaorticoltura e vivaismo Anno XLVII Ottobre 2022 10 Cinforma lamer perAmevoeModiform vasoilrivoluzionario perorchidee Ottobre 2022
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Clamer informa

Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo

Cinforma

lamer

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Ottobre 2022 Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo Anno XLVII Ottobre 2022 10
Amevo e Modiformper il rivoluzionariovaso per orchidee pubblicità

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Cinforma

lamer

Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo Anno XLVII Settembre 2022 9
Dümmen
Orange presenta la nuova Dalia Revelation Ci

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MyPlant 23: Focus verde sportivo

Esami abilitanti 2022 alle professioni agrarie. Crescono ancora gli agrotecnici: +21%

Assemblea AssoFloro

ISMEA ed AGROTECNICI insieme per sup portare imprese, professionisti e giovani del settore agricolo e agroalimentare

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77 Mensile scientificotecnico di floricolturaorticoltura e vivaismo Anno XLVII Ottobre 2022 10 Cinforma lamer perAmevoeModiform vasoilrivoluzionario perorchidee Ottobre 2022 presenta Cinforma lamer Amevo e Modiform sviluppano un rivoluzionario vaso leggero per orchidee
Cinforma lamer Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo Anno XLVII Luglio 2022 7 Cinforma lamer Modiform Online il catalogo 2022-2023 Luglio Mensile scientificotecnico di floricolturaorticoltura e vivaismo Anno XLVII Agosto 2022 8 Cinforma lamer presentaDümmenOrange IntrinsaTMaCultivate’22 Agosto Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo Anno XLVII Settembre 2022 9 Cinforma lamer Dümmen Orange presenta la nuova Dalia Revelation Settembre

Indice

Articoli Articoli

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2/2 Ottobre 2022
30 78 60 56

informa

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Focus verde sportivo

Verde Sportivo è

più importante e accreditato

espositivo e culturale per tutti i livelli operativi

filiere interessate,

progettazione alla

manutenzione

all’innovazione.

Cuore delle relazioni istituzionali e

di un comparto fondamentale per l’economia dell’intero Paese,

Verde

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Ottobre 2022 Clamer
MyPlant 23:
il
evento
delle
dalla
normativa, dalla
alle forniture,
commerciali
l’area
Sportivo di Myplant proporrà I fuoriclasse del settore Verde Sportivo si danno appuntamento a Myplant & Garden 2023il 22-23-24 febbraio

un parterre espositivo e un calendario di incontri unici in Italia.

temi del programma:

nuove tecnologie per la manutenzione dei manti erbosi

sistemi innovativi di irrigazione sostenibile

gestione impianti sportivi

ottimizzazione terreni e campi sportivi

novità normative del com parto

infrastrutture e connessioni territoriali

Sportivo catalizza il più rilevante patrimonio di conoscenze e opportunità di affari, contatti e relazioni tra imprese, leghe, associazioni e federazioni sportive, grounds manager, PPAA.

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Alcuni
• efficienza energetica • testimonianze internazionali • materiali e soluzioni • progetto e paesaggio • smart mobility • certificazioni tappeti erbosi Verde

Esami abilitanti 2022 alle professioni agrarie. Crescono ancora gli agrotecnici: +21%

Raggiunti i 2.000 candidati, raddoppiati in soli quattro anni

La professione di Agrotecnico ed Agrotecnico laureato non conosce crisi ed i dati degli esami abilitanti 2022 lo dimostrano. E’ stata infatti raggiunta la soglia dei 2.000 candidati (1.990 per l’esattezza), il numero più alto in assoluto. Alle spalle degli Agrotecnici arrancano gli altri Albi di settore, con numeri decisamente inferiori.

Seppure questa ecceziona le crescita sia stata favorita - così come per tutti gli altri Albi- dallo svolgimento on-line della prova, la primazia degli Agrotecnici era solida da tem-

po essendo, dal 2012 ininterrottamente, questo il primo Albo di settore come candidati agli esami abilitanti.

La presenza dei laureati I laureati magistrali Fra le diverse Classi di laurea che accedono all’Albo degli Agrotecnici laureati crescono ancora, rispetto all’anno pre cedente - a sua volta caratte rizzato da un robusto incremento -, i laureati magistrali, nel complesso aumentati ancora del +8,80%, ma con si-

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gnificative differenze fra le diverse lauree.

Infatti le lauree magistrali in scienze agrarie e forestali ed in scienze produzioni animali aumentano di oltre il 30%; bene anche le lauree magi strali in scienze ambientali e naturali, in crescita di oltre il 16%. Diminuiscono invece le lauree magistrali in biotecnologie e quelle non specifiche del settore.

Nel corrente anno è stato valutato per la prima volta anche il voto di laurea con risultati interessanti: sceglie l’Albo degli Agrotecnici laureati chi

ha voti più alti. Ben il 41% dei laureati magistrali che hanno presentato domanda per diventare “Agrotecnico laureato” ha infatti ottenuto il massimo dei voti (110 oppure 110 e lode. Ed il 3% di loro vanta anche la “menzione”). Ciò comporta evidentemente una maggiore qualificazione di questi futuri professionisti.

I laureati di primo livello Nell’insieme i laureati triennali fanno registrare un +14,70%, con aumenti in pressochè tutte le tipologie di provenienza ma in particolare -ed a differenza delle magistrali- in bio-

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tecnologie agrarie, categoria che segna un incremento di quasi il 50%. Bene anche scienze agrarie e forestali, con +9%; ma meglio fanno i laureati in scienze produzioni animali con oltre +11%.

Fra i laureati triennali il mas simo dei voti si riscontra in meno casi, pari complessivamente all’11% del totale, soprattutto concentrati nella fascia 110 e lode, con anche alcune “menzioni”.

La presenza dei diplomati All’Albo possono (ancora) iscriversi anche i diplomati in agraria (diplomi di “agrotecnico” e di “perito agrario”), sep pure dovendo svolgere un ti rocinio di 18 mesi, preliminare all’esame.

Fra le tipologie dei diplomi quello di “perito agrario” è largamente prevalente, in crescita rispetto all’anno precedente, addirittura del +53% (in numero, 483 persone. Se poi

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aggiungiamo anche i laureati con quel diploma, il numero complessivo dei “periti agrari” sale a 639 unità). E’ del tutto evidente che questi diplomati, potendo scegliere fra più Albi quello per loro migliore, scelgono quello degli Agrotecnici.

Fanalino di coda, invece, i di plomati “agrotecnici” che, seppure in crescita (+14%), lo sono meno della media generale; in sintesi essi sono l’ultima categoria fra quelle che accedono alla professione, forse quasi residuali. A dimostrazione della profonda trasformazione compiuta dalla

categoria professionale, ormai prevalentemente composta -nei nuovi accessi- da laureati (e, in minor parte, da diplomati “periti agrari”).

I “trasferimenti” da altri albi Un ulteriore fenomeno interessante è quello rappresentato da candidati agli esami abilitanti di Agrotecnico ed Agrotecnico laureato che dichiarano (anche se tutti non lo fanno, per reticenza) di essere iscritti in altri Albi (per questi soggetti pertanto il conseguimento di una ulteriore abilitazione è

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evidente presupposto per un successivo trasferimento di iscrizione).

I numeri sono ovviamente contenuti (pari al 3,3% di tutti i candidati), ma significative le provenienze: la maggior parte è in “trasferimento” da un altro Albo agrario e poi dal settore dell’ingegneria am bientale. Piccoli numeri, si di ceva, ma che si cumulano ne gli anni. “Siamo sin troppo soddisfatti -ha dichiarato Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati-, sono numeri, insieme ad una qualità dei candidati, che superano ogni più rosea previsione.

Mi verrebbe da dire, se non fosse un paradosso, che sono numeri fin troppo alti, che fa tichiamo a gestire. Ciascuno di questi 2.000 candidati ha infatti esigenze individuali e diverse: noi vogliamo poterli concretamente aiutare tutti, anche nell’avvio della pro-

fessione. E dal momento che siamo passati, in soli quattro anni, da 1.000 a 2.000 nuovi ingressi, la nostra struttura si trova davvero sotto forte pressione, ma non deluderemo nessuno.”

Non nasconde la sua soddi sfazione nemmeno l’Agr. Dott. Alessandro Maraschi, “Coordinatore” del Comitato Amministrativo della Gestione previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati “La sinergia fra la Gestione previdenziale ed il Collegio Nazionale ha dato buoni frutti anche quest’anno. Del resto

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la nostra Gestione previdenziale, per quanto piccola, ha inanellato performance di tut to rispetto. Negli ultimi dieci anni (dal 2012 al 2021) il numero dei nostri professionisti in attività è cresciuto in media del 6% all’anno. Ogni anno, per dieci di seguito. Nessuna altra categoria ha saputo fare di meglio. Contemporaneamente crescono anche i redditi medi dichiarati ed il numero di previdenti che sceglie di pagare volonta riamente (Maraschi sottolinea “volontariamente”) aliquote più alte.

Anche quel 3% di candidati, già iscritti in altri Albi ed in

procinto di lasciarli per quello degli Agrotecnici e degli Agro tecnici laureati, sono convinto che lo faccia, fra l’altro, per la validità delle policy previdenziali che abbiamo saputo mettere in atto”.

Le prospettive future Con il corrente anno accademico sono partite le nuove “LP-Lauree professionalizzanti”, con 11 corsi di laurea, de stinati ad aumentare rapida mente.

Queste lauree prevedono la partecipazione dell’Albo degli Agrotecnici laureati alla formazione dei nuovi laureati e sono direttamente abilitanti alla professione.

Gli esami di abilitazione “tradizionali” inizieranno il 22 novembre prossimo, e si protrar ranno per due setti mane circa, secondo il calendario disposto da ciascuna delle 38 Commissioni giudicatrici.

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Invito Assemblea AssoFloro

Roma, Palazzo Rospigliosi, 4 Novembre 2022

Il 4 Novembre a Roma, presso Palazzo Rospigliosi, si svolgerà l’Assemblea di AssoFloro, aperta a rappre sentati di Enti, istituzioni, asso ciazioni di categoria della filiera del verde: floricoltura, vivaismo, arboricoltura, giardinaggio, garden center.

L’incontro sarà l’occasione per fare il punto e riflettere, insieme, su progetti, opportunità e problematiche emergenti. Il PNRR, entrato nella fase ese cutiva, è una opportunità di crescita importante per il nostro settore, che è strategico nei confronti delle sfide con-

temporanee, come il cambiamento climatico, la sicurezza alimentare, o le calamità naturali, fornendo servizi anche al benessere umano.

Un settore che vede impegnate, compreso l’indotto, oltre 200.000 imprese, per un valore di circa 2,5 miliardi di euro di fatturato.

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Oggi però alcuni comparti, dopo l’emergenza Covid, l’aumento dei costi delle materie prime, la guerra tra RussiaUcraina e infine il caro ener gia, affrontano una grave crisi e rischiano di essere messi in ginocchio.

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Per potere organizzare al meglio l’evento, restiamo in attesa di un Suo cortese cenno di riscontro, possibilmente entro giovedi 27 ottobre presso la segreteria dell’Associazione (mail a: segreteria@assofloro.it)

ISMEA ed AGROTECNICI insieme per supportare imprese, professionisti e giovani del settore agricolo e agroalimentare

Raggiunti i 2.000 candidati, raddoppiati in soli quattro anni

Siglato nel pomeriggio del 4 ottobre, a Roma l’Accordo di collaborazione tra il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e

degli Agrotecnici laureati (CNAAL) e l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Ali

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mentare (ISMEA).

I Presidenti dei due Enti, Roberto Orlandi e Angelo Frascarelli, apponendo le rispettive firme sul documento hanno dato formale avvio ad un’attività siner gica finalizzata a supportare e a sostenere imprese, professionisti e giovani del settore agricolo e agroalimentare.

ISMEA svolge, nell’ambito dell’attuazione delle politiche e dei programmi comunitari, nazionali e regionali, le funzioni di organismo nazionale per i servizi informativi, assicurativi e finanziari e costituisce forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese agricole e le loro forme associate, con l’obiettivo di favorire l’informazione e la trasparenza dei mercati, agevolare il rapporto con il sistema bancario e assicurativo, favorire la competiti-

vità aziendale, ridurre i rischi inerenti alle attività produttive e di mercato e favorire il ricambio generazionale in agricoltura.

Il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è l’organo esponenziale dell’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, che da oltre dieci anni è ininterrottamente il primo del settore agrario come numero di candidati agli esami abilitanti “Quest’anno è stato raggiunto il record storico delle iscrizioni, con quasi 2.000 candidati alla sessione d’esame abilitante che si aprirà il mese prossimo

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Roberto Orlandi Angelo Frascarelli

- ha evidenziato il Presidente Orlandi-; di questi circa 1.200 sono laureati e tutti hanno un forte bisogno di formazione ed orientamento al lavoro profes sionale”.

Il Presidente Frascarelli ha sottolineato l’importanza della nuova PAC che, sebbene non ancora definita compiutamente, è ormai certa nei suoi punti fondamentali, così da poter già ora essere illustrata agli imprenditori agricoli. Si tratta di un aspetto, questo, che sta particolarmente a cuore al

Presidente di ISMEA, avendolo lungamente seguito nel corso della precedente attività acca demica.

Delle molte misure di intervento che ISMEA promuove in favore del settore agricolo, al momento due in particolare interessano i liberi professionisti: PIU’ IMPRESA (contributi a fondo perduto e mutui a tasso zero) e quella sugli Interventi Fondiari (acquisto terreni) dove per quest’ultima l’avvio nella presentazione delle do mande è ormai imminente.

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Per entrambe queste Misure, e per ogni altra gestita da ISMEA, i due Presidenti hanno convenuto di svolgere eventi formativi dedicati ai liberi professionisti ed agli iscritti nell’Albo; “E’ interesse preci puo di ISMEA - ha evidenziato il Presidente Frascarelli- avere pratiche presentate in modo completo e perfetto, e che riguardino soggetti ammissibili. Pratiche mal presentate o riferite a soggetti inidonei gravano ISMEA di istruttorie inutili, rallentando gli interventi e la capacità di spesa. E’ dunque necessario che i liberi professionisti siano ben informati e possano quindi trasferire alle imprese queste informazioni.”

Il Presidente Orlandi ha pienamente condiviso questa impostazione, sottolineando l’importanza di organizzare eventi formativi per i propri iscritti “Sempre nell’ultimo decennioha detto Orlandi - il numero dei nostri professionisti che hanno avviato per la prima volta l’at-

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tività (desunto dalle iscrizioni alla Cassa di Previdenza) si è incrementato all’anno in media del 6%. Ogni anno, per dieci di seguito. Si tratta di un aumento occupazionale che non trova uguali in nessuna altra categoria professionale, e certamente in nessuna delle altre del settore agro-alimentare. Se vogliamo continuare a crescere ed a dare risposte lavorative ai nostri iscritti, in particolare a quelli nuovi ed a quelli che si cancellano da altri Albi per trasferirsi nel nostro, dobbiamo investire sempre più nella formazione e nell’in formazione. L’Accordo appena sottoscritto con ISMEA va nella giusta direzione”. Non è nemmeno il primo di questo tipo realizzato dall’Albo, basti pensare all’analogo Accordo sottoscritto con INVITALIA, per la Misura “Resto al Sud”, e con ANPAL , con l’obiettivo di favorire l’incontro tra professionisti, imprese ed il sistema di istruzione e for mazione (gli ITS).

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Il complemento perfetto per un’estate radiosa: Leucanthemum Sweet Daisy Izabel

La ricca serie Sweet Daisy di Dümmen Orange ha recentemente dato il benvenuto a Izabel, una nuova e attraente varietà gialla come il sole, perfetta per la creazione di

aiuole estive perenni. Questa nuova varietà di margherite Shasta di colore giallo, porta il sole direttamente in giardino, in vaso, sul balcone

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o sul patio, ma an che in gruppo in aiuole di grandi dimensioni. La prima varietà gialla della serie Questa ulti ma novità è la setti ma varietà della serie Leucanthemum ma ximum Sweet Daisy. Le sei varietà a fiore bianco vanta no già un aspetto unico. Dalle forme classiche e semplici dei fiori a quelle più stravaganti, ce n’è per tutti i gusti. Quan do Sweet Daisy Izabel, la prima varietà gialla dell’assortimento, inizia a fiorire, i suoi petali sono di un giallo intenso e brillante. Man mano che i fiori maturano, assumono un delicato colore giallo crema. Il centro leggermente più scuro contrasta meravigliosamente con i petali dal momento in cui il fiore inizia a sbocciare a quello in cui sfiorisce.

Come le altre varietà di que sta serie, la Sweet Daisy Izabel, a crescita eretta, presenta una struttura uniforme, un fogliame verde intenso e una densità uniforme di fiori ro busti. È anche un compagno ideale per la semina combinata come parte di uno schema di semina resiliente e diversificato. Izabel è estremamente compatta e ben ramificata, il che consente la formazione di

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un gran numero di fiori su ogni pianta, conferendole un aspetto accattivante.

Adatta a vasi di varie misure

Per quanto riguarda le dimensioni dei vasi, i coltivatori avranno l’imbarazzo della scelta: Sweet Daisy

Izabel si adatta perfettamente alla produzione in vasi da 15 cm, ma è fantastica anche piantata in coppia in contenitori da 17 a 19 cm di diame tro. La produzione in questa tipologia di contenitore garantisce un buon equilibrio tra l’altezza della pianta, di circa 40-50 cm, e le dimensioni del vaso. Le giovani piante di Izabel vengono fornite non cima-

te in vassoi da 104 celle. Abbiamo anche in programma di ampliare il nostro popola re assortimento “Power Quix” con la nuova varietà Sweet Daisy. Si tratta di un assorti mento vario di giovani piante perenni svernate, destinate a contenitori da 3 o 2 litri.

Ideale per il punto vendita nei mesi di giugno e luglio Tutte le varietà della nostra splendida serie di margherite Shasta sono ideali per il punto vendita nei mesi di giugno e luglio. Ognuna di esse crea un impatto visivo unico: Sweet Daisy Birdy con i suoi grandi fiori bianchi e puri, Sweet Daisy Cher

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con i suoi straordinari fiori ar ricciati, Sweet Daisy Rebecca con i suoi fiori semidoppi con petali sfrangiati e Sweet Daisy Sofie con i suoi petali bianchi scanalati o a forma di cucchiaio. Sweet Daisy Christine e Sweet Daisy Jane dimostrano con disinvoltura che anche la forma classica del fiore è perfettamente valida. Tutte le varietà fioriscono nel primo anno di coltivazione e raggiungono un’altezza mas sima di 40 cm (Cher e Sofie) o circa 50 cm (Birdy, Christi ne, Izabel, Jane e Rebecca).

Oltre alle ottime caratteristi che di coltivazione, tutte le va-

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rietà della serie Sweet Daisy vantano fantastiche prestazioni in giardino e si adattano perfettamente a qualsiasi tipo di abbinamento di piante perenni stiate progettando per l’estate 2023.

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perenni da fiore reciso Ranuncolaceae Perenne da fiore reciso Helleborus Cinforma Tratto dalla monografia di Clamer Informa Perenni da fiore reciso Acquista online lamonografia completa Clicca qui

SPECIE e VARIETA’

Il genere é composto da circa 25 specie originarie dell’Europa cen tro-meridionale e dell’Asia occiden tale, tutte erbacee perenni, in gran parte rizomatose a crescita simpodiale. Le infiorescenze o i fiori singoli sono apicali; la corolla é composta da 5 sepali mentre i petali sono tra sformati in net tari imbutiformi disposti attorno agli stami. Le foglie sono palmato-composte o profondamente lobate, senza stipole.

Le specie sono suddivise su 6 sezioni ma, per comodità, vengono raggruppate in due gruppi: caulescenti ed acauli: le prime producono steli che

H. atrorubens

portano foglie e fiori in una infiorescenza terminale mentre le seconde formano un rizoma dal quale si originano delle foglie vere e i fiori contornati da brattee.

Dal punto di vista botanico questa divisione é scorretta in quanto la differenza fra i due gruppi é limitata al diverso

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Clamer informa - perenni da fiore reciso H.orientalis sp. orientalis (da Rice e Strangman) Sopra: H. niger A destra: H.purpurascens

Clamer informa - perenni da fiore reciso allungamento dello stelo ed inoltre molte specie hanno un comportamento intermedio. Helleborus niger é diviso in due sottospecie:

Helleborus niger ssp niger, con fiori di 6-8 cm di diametro, é originario di Alpi, Appennini, Germania meridionale, Au stria, Slovenia e Croazia;

Helleborus niger sub.sp ma cranthus ha fiori di 8 - 11 cm di diametro ed é originaria solo dell’Italia settentrionale e della Slovenia. È una pianta con rizomi ramificati e compatti; le giovani radici sono bruno pallido e quelle adulte nera-

stre. Le foglie sono sempreverdi, cuoiose, divise in 7-9 segmenti, dentati verso l’api ce, verde scuro in Helleborus niger ssp niger, verde bluastro, più lanceolate e crenate in Helleborus niger ssp macranthus.

Gli steli fiorali sono carnosi, punteggiati di rosso e portano, in inverno,

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H. niger (foto Nachtvlinder) Helleborus niger ssp. macranthus (foto web)

fiori solitari a coppa, la cui co lorazione varia dal bianco al rosa scuro al giallo, con ‘singolo occhio’ centrale verdastro.

Dalla sottospecie Helleborus niger ssp niger sono stati selezionate le varietà: ‘Praecox’, fioritura a fine ottobre, fiori sfumati di rosa, da cui é stata cavata la selezione ‘Buis’, a stelo rigido e fiori medi.

Helleborus niger ssp ‘Praecox’

Altre varietà sono: ‘Van Keesen’ , fiori grandi e stelo robusto; ‘Bold’ molto precoce; ‘Haller’ e ‘Hannover’, molto adatte alla forzatura.

Dalla sottospecie Helleborus niger ssp. macranthus sono state selezionate: ‘Altifolius’, fiori sfumati di rosa e lunghe foglie; ‘Mad. Fourcade’, fioritura precoce, foglie verde chiaro, fiori medi; ‘St. Brigid’, foglie con lungo picciolo, verde lucido; fiori grandi bianco soffuso di rosa e ‘occhio’ verde, alti 20-25 cm;

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Clamer informa - perenni da fiore reciso H. niger (foto Jelitto)

Clamer informa - perenni da fiore reciso

‘White Magic’, foglie piccole e tondeggianti, fiori bianchi su peduncoli rigidi e molto numerosi; ‘Marion’, fiori doppi bianco puro; ‘Potter’s Wheel’, fiori di 12 cm, bianco purissimo con ‘occhio’ verde chiaro:

Helleborus atrorubens, Yugoslavia settentrionale; alto 30-45 cm; foglie tondeggianti pedate, caduche, con i due segmenti esterni suddivisi ul-

H. Orientalis-Hybr. Lady-Series ‘Double Ladies Mixed’ (foto Jelitto)

teriormente; fiori in infiorescenze terminali, color porpora più o meno intenso o puro; fioritura in marzo-aprile; arriva in fioritura al 2° anno dalla semina.

Helleborus orientalis, originario della Bulgaria e della Turchia; alto 45 cm; foglie sempreverdi, palmate e divise in 5-11 segmenti; quello centra le é indiviso, gli altri suddivisi in misura variabile; fiori verdi H. niger x H. atroruben (foto Rampinini)

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o bianco crema, nel le sottospecie abchasicus rossastri e nella sottospecie guttatus, verde chiaro o crema con punteggiature rosse o porporine. Sono coltivate molte varietà con fiori dal bianco, al giallo, al verde, al rosa, al porpora, al bruno, semplici o doppi, a co lori pieni o punteggiati,

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Clamer informa - perenni da fiore reciso H. Orientalis-Hybr. Ibridi (foto Jelitto) H. Orientalis-Hybr- Mix (foto Jelitto) Vaso fiorito di H. orientalis (foto Nachtvlinder)

Helleborus purpurascens, originario dell’Europa orientale fino all’Ucraina; alto 30 cm; foglie caduche, palmate con 5 segmenti suddivisi; fioritura in dicembre; fiori da verde porpora a verde bluastro.

H. purpurascens (foto Jelitto) H. purpurascens (foto web)

Gli incroci tra ibridi naturali od artificiali di Helleborus orientalis con altre varietà o con altre specie ha generato un gruppo di varietà ibride carat terizzate da una estesa gamma di forme e colorazioni dei fiori e dalla facilità di coltivazione.

Tutte le specie di Helleborus sono veleno-

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Clamer informa - perenni da fiore reciso molto appariscenti. H. purpurascens (foto web)

Clamer informa - perenni da fiore reciso se per la presenza, in tutte le parti vegetali, ma soprattutto nel rizoma, della elleborina; di questa caratteristica biso gna tenere conto durante le operazioni colturali come la divisione dei ceppi, la raccolta dei fiori ed adottare delle misure di protezione per evitare il contatto col veleno.

H. hybridus a fiore di anemone (foto Nachtvlinder)

COLTIVAZIONE

Lo sviluppo dell’Helleborus niger avviene secondo un ritmo preciso a cui devono adeguarsi le operazioni colturali.

Da gennaio a marzo lo sviluppo delle foglie e delle radici é molto lento; dopo la fioritura muoiono le foglie vecchie, le parti di rizoma più adulte e gli steli fiorali non fruttificati. In primavera con l’innalzarsi del la temperatura e l’allungarsi del giorno vengono prodotte le nuove foglie dalle gemme dei giovani rizomi, poi vengono emesse le corone di nuove radici che resteranno funzionali fino alla primavera successi-

va; la spinta delle nuove radici permette, durante l’ estate, lo sviluppo di altre foglie e di nuove gemme vegetative sul rizoma; alla fine dell’ estate la rizogenesi rallenta e si formano le gemme generative che si sviluppano solo dopo un periodo di vernalizzazione di 3-6 settimane a temperature prossime a 0°C. Ogni rizoma forma la gemma a fiore dopo 2 foglie (2 cicli vegetativi) alla base della seconda foglia; durante lo sviluppo dei fiori, alla base dello stelo, crescono nuovi rizomi che rinnoveranno il ciclo.

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Moltiplicazione generativa

La moltiplicazione generativa di Helleborus niger viene poco utilizzata a causa della difficoltà di geminazione e della disformità delle popolazioni ottenute. I semi vanno rac colti poco prima della matu rità, sottoposti ad immediata imbibizione, mescolati a un substrato mantenuto sempre umido ed esposti al regime termico consigliato (vedi Temperatura).

Numero di semi Per 1000 piante calcolare 1020 gr di semente. Spargere 2-5 gr di seme per seminiera olandese. Le piante da seme fioriscono dopo 16-30 mesi di

coltura, la selezione per i caratteri favorevoli viene effettuata dopo 3 anni e la forzatura inizia dopo 4-5 anni.

Substrato per la semina Per la semina utilizzare un sub strato molto drenante, contenente una parte di argilla, portato a pH 6-7 e concimato solo con calcio, magnesio e microelementi. La superficie dei seminati va ricoperta da uno strato di 5 mm di sabbia silicea per ridurre la formazione di muschi e alghe.

Le seminiere vengono esposte alla vernalizzazione avendo cura di evitare di fare gelare il substrato.

Germinazione e invasatura

Da una semina in agosto la germinazione inizia in gennaio, in maggio i germinelli possono essere invasati in vasi da 8-9 cm oppure in agosto in vasi da 12-14 cm. Dopo l’ invasatura crePiantine da seme di H. niger (foto Nachtvlinder)

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Clamer informa - perenni da fiore reciso

Clamer informa - perenni da fiore reciso

are un ambiente fresco ed umido per favorire la ripresa, in seguito le piante verranno alimentate con fertirrigazioni settimanali a 0,1-0,15% fino alla fine di ottobre. Le piante ven gono svernate sotto un cassone o un tunnel non riscaldato. In primavera le piantine in vaso da 8-9 cm vengono rinvasate in vasi da 12-14 cm. Se le condizioni colturali estive sono corrette, alla fine del 2° anno le piante hanno raggiunto una forza tale da portare, durante l’inverno, 10-15 fiori.

Fioritura e selezione

Al momento della fioritura viene effettuata la selezione destinando le piante con tanti fiori e con corti peduncoli alla vendita come vaso fiorito, quelle con fiori con lunghi peduncoli alla produzione del reciso mentre quelle non fiorite o vengono riservate alla vendita come perenni da giardino oppure riselezionate durante

la forzatura dell’anno successivo.

Dalla selezione della popolazione ottenuta dai semi che germinano più rapidamente é stata selezionata la varietà ‘Praecox’ che arriva in fioritura dopo 1 anno di coltura, dopo 18 mesi può produrre 4 infio rescenze e dopo 3 anni una abbondante produzione. La semina di H. atrorubens e H. orientalis non pone problemi particolari.

Moltiplicazione

Nella pratica le selezioni per fiore reciso e gli ibridi vengono moltiplicati per divisione dei

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Piantine da seme di H. orientalis (foto Nachtvlinder)

Clamer informa - perenni da fiore reciso ceppi adulti. L’operazione si effettua in gennaio-aprile, dopo la fioritura e prima che le nuove foglie e le gemme a fiore siano formate. I rizomi vengono divisi in parti comprendenti 2-4 occhi, le foglie adulte vengono eliminate e le radici accorciate. Le piante così ottenute sono forzabili dopo 2-4 anni di coltivazione in campo o in contenitore.

E però preferibile effettuare l’operazione dopo la com-

pleta maturazione delle foglie primaverili e quando sono in formazione le nuove radici. La divisione in maggio-giugno richiede molta attenzione perché le parti non devono ap passire e andare in carenza nutrizionale prima che le radi ci riprendano la loro funzione; ha il vantaggio di fare ottenere una produzione più abbondante e una fioritura di migliore qualità già dal primo anno. Da una pianta di 3 anni si ottengono 40-60 parti formate da un solo rizoma. La divisione in giugno-luglio, quando vengono formate le nuove radici alla base del rizo ma, permette di ottenere un

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Clamer informa - perenni da fiore reciso numero maggiore di giovani piante rispetto a quella invernale. Tale pratica viene usata per accelerare l’introduzione di nuove selezioni e per produrre le piante destinate alla produzione dei vasi fioriti. La divisione del ceppo viene spinta fino ad ottenere parti composte da un solo rizoma, una foglia, alcune radici inte gre e 1-2 giovani gemme laterali. Da una di queste parti (rizomi semplici) dopo 1 anno si ottengono 5-7 nuove piante e dopo 3 anni 30-40. Dopo 18 mesi un rizoma semplice permette di produrre un vaso da 16 cm con 12-20 fiori.

Trapianto

Le parti vanno piantate, in vasi da 7-9 con un substrato povero di sali e con pH 6-7, con le radici mantenute integre ed avvolte nel fondo del vaso e con la base della foglia interrata di 2-3 cm; in seguito vengono collocate in un ambiente umido, ombreggiato e fresco per favorire la ripresa.

Concimazione

Dopo 3 settimane si iniziano le concimazioni a 0,5-1 gr/l di un concime completo e dopo 4-5 settimane si procede alla rinvasatura dei rizomi in vasi da 12-14 per la produzione di vasi fioriti per Natale.

I rizomi doppi, collocati in vasi da 12-14 all’ inizio di giugno, permettono di vendere, a Na tale, piante con 4-8 fiori.

I rizomi semplici o doppi possono essere piantati direttamente, a gruppi di 3, in vasi da 20 cm, per produrre fiore reciso nel medesimo anno. I rizomi semplici possono essere piantati, entro la fine di agosto, in piena terra sistemata ad aiuole sopraelevate e

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Clamer informa - perenni da fiore reciso arricchita con abbondante so stanza organica ma povera di sali solubili, ad una distanza di 20x20 cm.

Sesto d’impianto Dalla piantagione alla primavera successiva, il fabbisogno di concime é di 8-10 gr di N per mq, una quantità eguale é necessaria dall’aprile al luglio seguente. Dopo un anno dall’impianto le piante vengono distanziate estirpando una riga su due e, dopo 4-6 set timane, una pianta su due in modo che le rimanenti restino spaziate a 40x40 cm, al 3° anno si procede ad un ulteriore diradamento a 80x40 cm. La profondità di impianto dei

rizomi é di 2-3 cm. Le piante estirpate vengono invasate in vasi da 16-18 cm e destinate alla produzione di vaso fiorito. Le piante vanno protette con una struttura utilizzabile come ombrano durante l’estate e come ambiente per la forzatura in inverno.

Tipologia di terreno concimazione Scegliere un terreno ben dre nato, profondo, ricco di so stanza organica, con pH 6,5-7, povero di sali, limoso o limoargilloso. Alla lavorazione del terreno viene distribuita la concimazione di fondo a base di letame e concimi organici ed eventuali correttivi secondo i risultati dell’ analisi chimica. In corso di coltura in tervenire, da apri le a ottobre, con fertirrigazioni settimanali a base di un concime a prevalenza potassica, alla dose di massima di 1,5 gr/l;

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Clamer informa - perenni da fiore reciso oppure distribuire, in aprile, 40 gr per mq di concime complesso granulare con azoto a lenta cessione; ulteriori apporti sono necessari in agosto e settembre. Gli Helleborus sono sensibili agli accessi di salinità e di azoto che fa voriscono le infezioni di Co niothyrium. Durante la forzatura le fertirrigazioni con nitrato di potassio a 1,5 gr/l stimolano l’allungamento del peduncolo.

Sintomi di eccesso di fosforo su H. niger (foto Rampinini)

Il fabbisogno di elementi nutritivi di una coltura di 3 anni é di 10-15 gr di N per mq e per anno. A causa del pH ele vato possono insorgere delle carenze di ferro e di altri mi croelementi che devono essere curate mediante apporti di chelati o di preparati specifici.

Coltivazione in contenitore La coltivazione in contenitore ha il vantaggio di una maggiore flessibilità nella forzatura, una migliore omogeneità nella produzione e di arrecare un minore stress alle piante.

Vengono impiegati contenitori da 401 con 3 piante o da 101 per 1 pianta, in quanto devono consentire la coltura per 4-5 anni. Al momento della forzatura i contenitori vengono pal-

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Clamer informa - perenni da fiore reciso lettizzati per poter essere trasportati in serra senza grossi problemi. Questo metodo é, attualmente, il più economico perché consente di occupare la serra solo da novembre a febbraio e di forzare le piante annualmente.

Substrato per la coltivazione in contenitore

Per la coltivazione in contenitore usare una miscela di torba grossolana, argilla e corteccia compostata in modo che la struttura si mantenga stabile a lungo e assicuri un perfetto drenaggio; per la concimazione di base mescolare 2-3 Kg per m3 di cornunghia oppure 1-2 Kg di concime a cessio ne controllata con una durata di 8-9 mesi, ammendare con carbonato di calcio e magnesio (dolomite) per portare il pH a 6,5-7,5. Dal 2° anno soddisfare il fabbisogno nutritivo mediante fertirrigazioni quindicinali ad una concentrazione

di 1-1,5 gr/l di un fertilizzante tipo 15:5:25.

Rinvaso

Le piante vanno rinvasate e divise ogni 4-5 anni perché i rizomi si infittiscono eccessivamente e la loro crescita risulta ostacolata.

Forzatura

Per la forzatura si possono praticare diversi sistemi. Il più semplice é quello di coprire la coltura con serre mobili o con un tunnel di film plastico dotati di ventilazione e riscaldamento, in modo da controllare il clima interno; con questa pratica le piante possono

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H. niger forzato senza foglie (foto Rampinini)

Clamer informa - perenni da fiore reciso essere forzate tutti gli anni senza danno; viene usato per le varietà ‘Bold’, ‘Hanno ver’, ‘Haller’ e ‘Praecox’ (per quest’ultima non é necessario il riscaldamento).

Un altro metodo prevede, a inizio novembre, l’estirpazione, cercando di non danneggiare le radici e la defogliazione; i ceppi vengono poi collocati, in serie successive, su bancali coperti con un telo nero le 2 settimane iniziali e riscaldati prima a 6-8°C e poi a 14°C.

Le selezioni a stelo lungo come ‘Haller’, ‘Hannover’ non richiedono l’oscuramento; le

varietà ‘Keesen’ e ‘Buis’ sono molto adatte a questo metodo e sopportano temperature fino a 18°C.

Dopo la forzatura le zolle vengono conservate in un cassone con una protezione di paglia, per essere poi divise o ripiantate. Questo sistema a causa dell’indebolimento delle piante, viene praticato ad anni alterni.

Durante la forzatura le piante richiedono concimazioni con soluzioni di nitrato di potassio allo 0,075% per irrigidire il peduncolo ed ingrossare la corolla. Tale pratica é funzionale solo sulle piante in contenitore

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e su quelle in piena terra con un apparto radicale integro.

Produzione annuale

La produzione di una pianta, da divisione nell’anno, é di 5-8 steli, nel 2° anno di 30 e nel terzo di 80. La produzione per una coltura in contenitore con 8 piante per mq é di 200-300 steli, per quella in piena terra di 150-250.

Con le varietà ‘Haller’ le rese possono essere raddoppiate nella forzatura in zolla.

Umidità e irrigazione

Durante l’estate mantenere un livello costante di umidità nel terreno e nell’ambiente, senza ristagni e colpi di secco; una umidità relativa molto elevata deve essere evitata alla germogliazione e nella forzatura.

Lotta alle infestanti

Il controllo delle erbe infestanti è importante per una coltura che rimane in posto per molti anni; in preemergenza delle malerbe distribuire monolinu ron (7 gr per 100 mq), linuron

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Clamer informa - perenni da fiore reciso

Clamer informa - perenni da fiore reciso (5 gr per 100 mq) simazina, clorprofam; un certo controllo si ottiene stendendo uno stra to di pacciamatura a base di paglia, pula di riso, corteccia, che oltretutto protegge le radici da un eccessivo riscaldamento del terreno e mantiene un migliore microclima a livello delle foglie.

di crescita, illuminate artifi cialmente ad una intensità di 2000-3000 lux per 12-16 ore al giorno. Le piante in coltura richiedono un ombreggiamento piuttosto pesante in modo da realizzare una luminosità di 5.000-15.000 lux e da mantenere un clima fresco e umido.

TEMPERATURA

LUCE

Si tratta di una pianta non sensibile al fotoperiodo. La germinazione sembra favorita dall’assenza di luce. Durante le prime 2 settimane di forzatura é possibile portare la temperatura a 15°C e coprire la coltura con un telo nero per allungare i peduncoli, rendere più bianchi i petali e ingrossare le corolle, però tale pratica au menta i rischi di attacchi fungini. La forzatura può essere effettuata in sale

I semi di Helleborus niger richiedono un periodo di imbibizione di 10 settimane a 20°C, seguito da uno di eguale durata a 0-5°C; dalla comparsa dei primi germinelli la germi nazione viene fatta prosegui re alla luce a 12-14°C. La ra dicazione delle parti ottenute

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Clamer informa - perenni da fiore reciso da divisione estiva richiede una temperatura di 15-23°C. Una buona fioritura si ottiene dopo aver soddisfatto il fabbisogno di freddo (vernalizzazione) esponendo le piante per 20-40 giorni ad una temperatura di 0-6°C.

La raccolta dei fiori deve essere sospesa quando la temperatura ambientale scende sotto 5°C. Le piante in vaso di Helleborus niger e Helleborus atrorubens vengono forzate, inizialmente, a 8-12°C e poi a 12-18°C.

La forzatura viene iniziata a 4-8°C, dopo 10 giorni la temperatura ambientale viene alzata a 6-10°C e negli ultimi 4 giorni a 12-16°C. Il regime termico dipende dalla varietà: Helleborus niger `Haller’ ri chiede valori più bassi: 2-5°C all’inizio, poi 4-8°C e, alla fine, 10°C, un massimo di 1516°C per la fioritura forzata di Natale.

Temperature comprese fra 8 e 16°C garantiscono un fiore di migliore qualità e con un peduncolo più rigido. I fiori recisi vanno messi, rapida mente, in acqua e raffreddati a 1-2°C; la conservazione in camera fredda a 1°C può essere prolungata per una decina di giorni.

RACCOLTA e IMPIEGO

I fiori vengono recisi quando i petali sono distesi e i primi due giri di stami sono distac cati dal fascio centrale; quel li in bocciolo non si aprono e quelli completamente aper-

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Clamer informa - perenni da fiore reciso ti non durano; vanno messi rapidamente in acqua e raffreddati a 1-2°C. I fiori vanno recisi e non estirpati per non danneggiare il nuovo rizoma in sviluppo alla base dello stelo.

La durata in vaso é di 8-12 giorni prolungabile di 1 settimana mediante l’impiego di conservanti come Chrysal AVB.

È possibile conservare il fiore reciso, fino a 10 giorni, in ca-

mera fredda con una umidità relativa del 98% e una temperatura compresa tra 1°C e 2-5°C la conservazione può essere protratta solo per 3 giorni.

I fiori vengono confezionati in mazzi da 10.

Le piante in vaso fiorite non hanno foglie, in alcuni casi vengono arricchite con fron de recise durature inserite nel substrato.

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Macchie nere – Coniothyrium hellebori Sintomi: sulle foglie si sviluppano delle mac chie bruno scuro decorate da una debole anellatura, che si estendono dai margini verso il centro, fino ad un diametro di 1-3 cm; le lesioni possono svilupparsi anche sugli steli, sui peduncoli, sui petali compromettendo la fioritura; le foglie finiscono per ingiallire e seccare. Le infezioni sono più frequenti sulle coltivazio ni coltivate su terreno acido e troppo fertile. Il fungo sverna sui residui vegetali.

Macchia nera su fiore (foto Rampinini)

NB. In Rosso sono segnalati i prodotti REVOCATI mentre in Verde quelli AUTORIZZATI, in ARANCIONE i prodotti in scadenza o alcuni formati autorizzati.

Macchia nera su foglia (foto web)

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Clamer informa - perenni da fiore reciso MALATTIE E PARASSITI Macchia nera su foglia (foto Rampinini)

Clamer informa - perenni da fiore reciso

Difesa: eliminare le foglie infette prima della vegetazione; mantenere un pH corretto del terreno mediante le calcitazioni; evitare la prolungata bagnatu ra della chioma; dalla germogliazione tratta re per irrorazione abbondantemente ogni 2 settimane, con ossicloruro di rame, benzilimidazolici, clorotalonil, dithianon, Euparen.

Peronospora Peronospora pulveracea

Sintomi: le foglie nuove rimangono piccole, arricciate e mostrano, sulla pagina supe riore, delle macchie irregola ri, grigiastre o brune; in cor rispondenza delle quali, sulla pagina inferiore, si sviluppa una muffa bassa, biancastra; le piante infette fioriscono precocemente ma i fiori sono piccoli e sfumati di bruno.

L’inoculo sopravvive sui residui colturali ma anche sulla parte ipogea della pianta.

Difesa: eliminare le piante precocemente infette; in prevenzione irrorare, ogni 7-10 giorni e colpendo anche la pagina inferiore, mancozeb, Previcur, Aliette, Fongarid, sali di rame, clorotalonil.

Fusariosi - Fusarium culmorum, Fusarium oxysporum

Sintomi: la base degli steli diventa brunastra e marcisce; la pianta appassisce. Alcuni germogli iniziano ad ingial lire e le foglie seccano a co minciare dall’attaccatura del picciolo; i tessuti conduttori dello stelo imbruniscono estesamente.

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Peronospora pulveracea Helleborus orientalis (foto web)

Difesa: ruotare le su perfici; eliminare le piante infette; selezio nare le piante madri; osservare le norme di prevenzione; irrorare regolarmente benzilimidazolici, prochloraz.

Muffa grigia Botrytis cinerea

Sintomi: durante la forzatura sulle foglie compaiono delle larghe chiazze di marciume, sui fiori delle fini punteggiature brune.

Difesa: evitare densità eccessive, la prolungata bagnatura del fogliame e umidità relativa molto elevate; irrorare

Rovral, Euparen, Sumisclex, Scala, TMTD.

Marciume del colletto Sclerotinia sclerotiorum

Sintomi: la chioma ingial lisce ed appassisce a causa del marciume della base degli steli; sulla parte marcescente si sviluppa un micelio bianco e cotonoso con organi di conservazione prima biancastri e poi bruni.

Muffa grigia (foto Rampinini)

Difesa: eliminare prontamente le piante infette; evitare i terreni umidi e pesanti; trattare ai primi sintomi con Rizo lex, dicloran, Rovral.

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Clamer informa - perenni da fiore reciso Fusarium culmorum Helleborum (foto web)

Clamer informa - perenni da fiore reciso

Epialide del mughettoKorscheltellus lupulinus

Sintomi: le piante avvizzi scono e si disseccano a causa di estese erosioni a carico dei rizomi, causate da larve lunghe circa 40 mm, bianche, col capo bruno-rossastro e più largo del resto del corpo.

Difesa: i sintomi compaiono a macchie d’olio; sulle zone interessate spargere Temik, irrigare con soluzioni di clorfenvinfos o di parathion.

Nematodi fogliari - Aphelenchoides ritzemabosi

Sintomi: sulle foglie si vedono delle macchie gialle e poi brune, limitate dalle nervature; le foglie ingialliscono e cessano; lo sviluppo viene rallentato.

Difesa: eliminare le piante fortemente infestate; spargere Temik, irrorare con Metasystox R, Lannate, Vertimec.

Nematodi radicali Pratylenchus spp

Sintomi: le piante crescono stentatamente, ingialliscono, muoiono precocemente; l’ apparato radicale é fortemente ridotto e marcescente. t

Difesa: a causa della convergenza di sintomi con altri patogeni fare identificare l’ agente patogeno; trattare distribuendo sulla coltura Temik, Nemacur; selezionare le piante madri.

Limacce - generi vari

Sintomi: foglie, steli e fiori presentano delle ampie erosioni e abrasioni superficiali che possono compromettere la produzione; sulle parti colpite si notano delle strisce di muco lucente.

Difesa: in prevenzione, dall’inizio della germogliazione, spargere granuli di esca a base di metaldeide, Mesurol Esca.

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Clamer informa - perenni da fiore reciso AVVERTENZE

I metodi di difesa indicati sono frutto dell’esperienza dell’autore, delle informazioni raccolte presso gli ope ratori del settore e dei riscontri bibliografici, tuttavia le condizioni di applicazione, la condotta delle colture, lo stato delle piante, la sensibilità varietale ed il clima condizionano pesantemente i risultati, per cui i trat tamenti riportati (prodotto commerciale, concentrazione, modalità di applicazione) devono essere intesi dal lettore come una indicazio ne di larga massima, per la quale non è possibile accettare alcuna responsabilità. Sarà cura del lettore effettuare delle prove di valida zione nelle proprie condizioni per accertare eventuali controindicazioni. Nella formulazione degli interventi di difesa, non si inteso dare alcuna particolare

evidenza ai prodotti commerciali indicati, ne per quelli non riportati deve intendersi alcuna esclusione pregiudiziale; semplice mente per ragioni di spazio, è stato indicato un solo formulato per ciascun principio attivo.

Alcuni dei prodotti commerciali indicati non sono registrati in Italia, potrebbero non essere più registrati al momento della pubblicazione, non essere registrati sulle colture ornamentali o per le coltivazioni sotto protezione o per quella partico lare applicazione.

La loro menzione in questo volume, dovuta all’efficacia dimostrata, serve a completare l’informazione fornita.

La decisione di un loro eventuale impiego spetta unicamente al coltivatore che deve essere consapevole delle conseguenze legali che ne potrebbero derivare.

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Amevo e Modiform sviluppano un rivoluzionario vaso leggero per orchidee

Un vaso sostenibile con caratteristiche uniche di drenaggio e aerazione

Leusden, Ottobre 2022 - Il grossista di giardinaggio Amevo e il produttore di sistemi di

imballaggio Modiform hanno sviluppato insieme un rivoluzionario vaso leggero per la

Aziende/prodotti 56 Ottobre 2022 Clamer informa

coltivazione di orchidee unico nel suo genere. Questo nuovo vaso termoformato da 12 cm non è solo più leggero di oltre il 25% rispetto ai vasi esistenti stampati a iniezione, ma garantisce anche un drenaggio e un’aerazione ottimale grazie a un foro situato al centro della base conica. Un prodotto che unisce miglioramenti nella coltivazione, innovazione e sostenibilità! Questo vaso è rivoluzionario e soddisfa gli standard stabi liti dai rivenditori per ridurre il consumo di plastica. Il nuovo vaso rende anche più efficien te il caricamento sui bancali e può essere integrato in qualsiasi sistema di automazione.

Foro di drenaggio

Il direttore di Amevo, Folke van Dorp, ha dichiarato: “Il foro centrale rende il vaso ideale per i coltivatori di orchidee che ricevono le giovani piante in zolletta. Il foro alla base del cono crea una sorta di effetto camino, che aiuta la zolletta

ad asciugarsi meglio nel sub strato in fase di coltivazione” Mark Bertens, responsabile commerciale di Modiform, ha aggiunto: “l’idea di questa soluzione termoformata è venu ta al personale di Amevo durante una visita agli impianti di produzione Modiform. Ab biamo sviluppato il prodotto congiuntamente e Modiform ne ha realizzato la produzione. Oltre a ridurre il peso del

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vaso, abbiamo migliorato le operazioni di caricamento dei bancali in serra facendo in modo che il vaso possa essere integrato praticamente in qualsiasi sistema di automazione”. I vasi trasparenti a 17 o 25 fori sono realizzati in po lipropilene riciclato al 100% e possono essere completamente riciclati dopo l’uso. Il prodotto è brevettato e certificato Cyclos, a conferma che può essere riciclato attraverso il sistema di riciclaggio dei rifiuti domestici. Questo vaso è disponibile esclusivamente presso Modiform e Amevo su ordinazione”.

Sostenibili insieme Questo innovativo vaso è significativamente più leggero rispetto a vasi analoghi attualmente sul mercato. Van Dorp ha assistito alla crescita della domanda di imballaggi più leggeri in orticoltura. Con Horizon2025, Modiform si è posta l’obiettivo di collaborare con l’intera filiera per re

alizzare un cambiamento so stenibile nel settore e questo nuovo vaso da coltivazione rientra nel progetto. Van Dorp ha anche notato che i principali rivenditori e centri di giardinaggio sono alla ricerca di sistemi che contribuiscano a ridurre il loro impatto ambientale. “Un altro fattore importante è la scarsità di mate rie prime. Immettendo nella catena di approvvigionamento un quantitativo minore di materiali da imballaggio più leggeri, stiamo dando il no stro contributo alla risoluzione del problema. Questo vaso da coltivazione più leggero offre numerosi vantaggi”.

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Scan me Vorresti conoscere di più? Scannerizza il QRcode o contattaci a modiform.com/it/brands/pristine Senza coloranti aggiunti Il materiale nella sua forma più pura 100% polistirolo (PS) riciclato Il materiale riciclato determina il colore Pristine significa puro. I vassoi Pristine sono vassoi senza coloranti aggiunti. Così è il materiale riciclato a determinare il colore dei vassoi. Si tratta di plastica nella sua forma più pura! Il modo più semplice per rendere il tuo business sostenibile. I vassoi da trasporto Pristine diventeranno lo standard di Modiform. Desideri ricevere un campione del portavaso Pristine? Contatta pure il Servizio di assistenza vendite.

informa

Vantaggi e svantaggi della coltivazione a temperatura più bassa

Viene stimato che circa 80% del costo di riscaldamento di una serra é imputabile al periodo notturno. Nelle zone settentrionali il riscaldamento costituisce una delle maggiori voci del costo di produzione di una pianta in considerazione

della lunghezza delle notti in vernali. Il forte aumento del costo dei carburanti ha colto impreparati molti coltivatori e ha ridotto i loro profitti. Le previsioni sul costo del car burante per il presente non sono buone ed é probabile

60 TECNICA
Ottobre 2022 Clamer

che i prezzi elevati perduri no per qualche tempo. Molti produttori sono sul punto di decidere se ridurre la temperatura delle serre, però tale strategia oltre a ridurre il co sto del riscaldamento porta a un probabile prolungamento del tempo di coltivazione.

Questo articolo prende in considerazione i vantaggi e gli svantaggi della riduzione della temperatura della serra ed esamina l’impatto di una tem peratura minore sulla qualità, la durata della produzione e sulla difesa chimica. In particolare verranno discussi l’impatto della temperatura sulla germinazione, sulla velocità di sviluppo della pianta, sulle caratteristiche qualitative della fioritura e della ramificazione, sull’incidenza e sul

controllo delle malattie e dei parassiti e se l’allungamento del tempo di coltura a causa della ridotta temperatura può annullare i risparmi che i coltivatori sperano di realizzare con tale accorgimento. Verranno anche esaminati i mezzi fisici per risparmiare sul costo di riscaldamento.

Impatto sulle piante Germinazione É importante mantenere una temperatura adatta durante la germinazione. La germinazio ne e lo sviluppo iniziale delle

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piantine sono tra gli stadi del la crescita vegetali più sensibili alla temperatura. Valori troppo elevati o troppo ridotti ritardano la germinazione, riducono la percentuale di semi germinati e diminuiscono la uniformità di germinazione. Inoltre temperature minori di 21°C possono favorire il marciume da Pythium. Per gran parte delle specie la temperatura del substrato, durante la germinazione, dovrebbe essere mantenuta tra 22 e 24°C.

Le piante, affrancate e che crescono attivamente, sono, in maggioranza, molto più tolleranti verso temperature più fresche dei semi in germinazione. É importante ricordare che:

1) la temperatura del pa vimento può essere da 5 a 11°C più bassa di quella a livello del bancale 2) nelle notti serene la temperatura delle foglie é più bassa di quella ambientale. Non collocate i seminati sul

pavimento se non é riscaldato e non cercate di risparmiare abbassando la temperatura durante questo stadio.

Velocità di sviluppo La velocità di sviluppo (p.e. la produzione di nuove foglie) dipende dalla temperatura media giornaliera a cui sono esposte le piante. La velocità di produzione delle foglie aumenta al crescere della tem peratura media (Fig.1). Sopra una certa temperatura massima la velocità si riduce. Quin di la pianta arriva in fioritura più velocemente se coltivata con una temperatura più calda rispetto a una più bassa.

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Tuttavia la pianta coltivata “troppo calda” avrà un tempo di produzione più lungo.

Dalle ricerche, che sono state effettuate all’Università del Minnesota sugli effetti della tempe ratura e sul tempo per la fioritura di alcune im portanti piante annuali, (Tab.1) é emerso come l’impatto della tempe ratura sia diverso fra le specie (Fig.2). Cioè la coltivazione a temperature più basse ha aumentato il tempo di pro duzione più per alcune piante che per altre. Più esattamente la riduzione della temperatura da 20 a 16°C ha fatto aumentare il tempo per la fioritura per l’Impatiens “Super Elfin” da 54 a 78 giorni. Al contrario la medesima riduzione ha incremen tato il tempo per la fioritura della Petunia “Purple Wave” da 57 a 88 giorni, ben 31 in

più. Molti coltivatori pensano, probabilmente, di abbassare la temperatura della serra più dei 4°C di questi esperimenti. Inoltre la riduzione di 1°C fa ritardare la fioritura di

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Tab. 1. Effetto della temperatura sul numero di giorni per la fioritura di varietà di Impatiens wallerana, Petunia x hybrida, Viola x wittrockiana. Le piante sono state coltivate alla temperatura indicata

Varietà 12,2°C 16,1°C 20°C 23,9°C

Ritardo nella fioritura se la temperatura viene ridotta di 1° C (giorni)*

I.wallerana

'Super Elfin Lipstick - 72 54 47 3,12

P.x hybrida

'Avalarnche Pink' 88 74 47 39 4,8 P.x hybrida 'Dreams Rose' 84 67 46 37 3,92 P.x hybrida 'Purple Wave' 112 88 57 45 5,58

V. x wittrockiana

'Colossus Yellow Blotch 95 82 63 58 2,58 V. x wittrockiana 'Crystal Bowl Supreme Yellow' 72 63 51 46 2,17 V. x wittrockiana 'Delta Pure White' 88 71 61 53 1,92

V. x wittrockiana

'Sorbet Blackberry Cream' 68 60 50 45 1,92

* per temperature fra 12,2 e 23 9 °C — pianta morta in queste condizioni

“Purple Wave” di circa 6 giorni (Tab.1).

Sarà più conveniente tenere la temperatura elevata ed

anticipare la fioritura o abbassare la temperatura e prolungare la coltivazione? La risposta dipende in parte anche

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dai costi strutturali dello stabilimento. La temperatura influenza anche il tempo fra la visibilità del bocciolo e l’antesi. Per esempio se la tempe ratura viene aumentata da 12,7 a 23,9°C questo lasso di tempo per il Lilium longiflorum si riduce da 42 a 27 giorni (Fig.3). In generale vi é solo un piccolo vantaggio nel portare la tempe ratura media oltre 22°C per tutte le piante.

Pressione di malattia

Una considerazione molto im portante da fare quando si coltiva a bassa temperatura riguarda il potenziale aumento della pressione di malattia che risulta da 3 fatti:

1) alcuni patogeni sono più attivi a temperatura bassa;

2) le piante, i bancali ed i pavimenti rimangono bagnati più a lungo dopo ogni irriga zione, fornendo una maggiore possibilità di germinazione

alle spore dei patogeni

3) la salute di qualche pianta viene indebolita Le malat tie causate da Pythium, Rhizoctonia e Thielaviopsis sono favorite dalla bassa tempera tura; più precisamente il marciume delle giovani piante da Pythium é più dannoso da 12 a 20°C.

Non solo i marciumi dello stelo vengono stimolati dalla bassa temperatura. La Thielaviopsis é un patogeno che causa il marciume bruno delle radici e, sfortunatamente, sta diventando un problema comune sulle piante quasi fi-

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nite di viola del pensiero, vin ca e petunia, sia a bassa che ad alta temperatura. L’ottimo termico per l’attività della Thielaviopsis é 16,6°C. Un altro patogeno molto diffuso e stimolato dalla bassa temperatura é la muffa grigia. La Botrytis é un problema sulle piante quasi finite e viene favorita dalle temperature fresche. Precedenti ricerche hanno identificato in 21,6°C il suo ottimo termico e in 15°C quello per la produzione delle spore. Quando le piante ven gono coltivate ‘fresche’ consumano, ovviamente, meno acqua di quando sono tenu te a temperatura più calda. Quindi dopo ogni irrigazione le piante rimangono bagnate più a lungo e l’acqua stagnante impiega più tempo ad eva porare. La combinazione di questi due fattori può aumentare la pressione del marciume radicale. Parecchie malattie richiedo no la presenza di acqua allo stato liquido per germinare. Il

mantenimento di una temperatura più bassa in serra può facilitare l’insediamento delle malattie. É molto importante esaminare regolarmente le piante per la presenza di malattie ed aver pronto un piano di difesa prima che si manifesti la necessità. Ecco alcuni consigli per ridurre la perico losità delle malattie quando si coltiva a bassa temperatura.

1) Non collocare le seminiere sul pavimento, la cui temperatura può essere minore di 5-10°C rispetto a quella all’altezza del bancale. Inoltre tale collocazione prolunga il perio do di tempo in cui é presente in serra dell’acqua stagnante, creando un’opportunità per la germinazione delle spore fun-

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gine. Sollevare le seminiere di pochi centimetri significa far aumentare la temperatura e ridurre il tempo di contatto con l’acqua stagnante.

2) Tenere il pavimento ed i bancali i più asciutti possibile

3) Fare circolare l’aria a tutti i livelli della serra, non solo a quello del bancale, riduce il tempo di permanenza dell’acqua stagnante dopo ogni irri gazione

4) Se possibile usare il riscaldamento basale. Il riscaldamento delle seminiere alla temperatura appropriata ri duce l’aggressività delle malattie stimolando la crescita delle piante e portando la temperatura oltre l’ottimale per lo sviluppo del marciu

me. Se la serra non dispone di un riscaldamento di bancale si possono usare i pannelli riscaldanti che sono costosi da installare ma, a lungo ter mine, riducono il costo del riscaldamento.

A bassa temperatura anche l’attività chimica risulta ridotta. Quindi ci vuole più tem po per vedere i risultati di un trattamento antiparassitario. É importante non aumentare la dose di applicazione.

Controllo degli insetti La temperatura é il fattore che influisce maggiormen te sul ciclo degli insetti; una bassa rallenta il ciclo vitale (Tab.2). Per esempio riducendo la temperatura da 26,6

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Tab. 2 - Effetto della temperatura sulla durata del ciclo vitale di insetti comuni nelle serre

Insetto

Afide verde del pesco

Afide del melone

Sciaridi

Ditteri efreclidi

Acari tetrariclidi

Frankliniella o.

Trialeurodesv

Berrisia t.

Variatore del ciclo vitale in risposta alla temperatura

Aumenta da 6 a 20 gg se la temp. Diminuisce da 20 a 10°C (ciclo partenogenetico)

Aumenta da 7 a 10 gg se la temp scende da 25 a 20°C (ciclo partenogenetico)

Aumenta da 12 a 27 gg se la temp. scende da 26,6 a 12,8°C

Aumenta da 10 a 16 gg se la temp. scende da 339 a 22,8

Variabile, generalmente aumenta da 8 a 28 gg se la temp. scende da 30 a 15°C

Aumenta da 7 a 13 gg se la temp. scende da 36,7 a 16 7°C

all'incirca da 21 a 26 gg a 27,2° C e da 32 a 39 gg da 18,3 a 23,9° C

Aumenta da 16 a 31 gg se la temp. scende da 30 a 20°C

a 12,8°C il ciclo vitale degli sciaridi passa da 12 a 27 giorni. Egualmente il ciclo della

Frankliniella passa da 16 a 31 giorni se la temperatura viene ridotta da 30 a 20°C. Quindi può risultare necessario aumentare l’intervallo fra due trattamenti per mantenere lo stesso numero di interventi per ogni singolo ciclo.

Fioritura

Un impatto positivo della riduzione della temperatura della serra é rappresentato dal fatto che spesso la dimensione ed il numero dei fiori aumenta al decrescere della temperatura. Per esempio riducendo la temperatura da 24,4 a 15°C, il diametro dei fiori del crisantemo “Bright

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Golden Anne” aumenta. Il numero di fiori per infiorescenza del geranio zonale “Veronica” passa da 15 a circa 50 se la temperatura si riduce da 29,4 a 12,2°C. Egualmente la riduzione della temperatura da 25 a 15°C fa aumentare il numero di fiori per infiorescenza della Fu chsia “Dollar Princess” da 3 a 6 e la larghezza della corolla da 46 a 77 mm.

Ramificazione

Un altro potenziale aspetto positivo della riduzione della temperatura di coltivazione é l’aumento della qualità grazie alla maggiore ramificazione. Per esempio nelle piantine della Fuchsia “Dollar Princess”, il numero di ramificazioni dopo la cimatura aumenta da 6 a 12 riducendo la temperatura da 22,2 a 12,8°C (Fig.5).

Peso secco

La riduzione della sola tempe ratura notturna fa aumentare il peso secco della pianta, un aspetto della qualità. Per

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esempio le piante di Impatiens Nuova Guinea ‘Mimas’ coltivate a 25°C di giorno e di notte avevano accu mulato un peso secco totale dello stelo di 6,3 gr mentre riducendo la temperatura notturna a 15°C il peso secco saliva a 7,1 gr, con un aumento del 13% (Tab.3).

Tuttavia il cambiamento della temperatura può influenzare l’uso del peso secco da parte della pianta. Più esattamente la riduzione della temperatura notturna da 25 a 15°C ha inibito quasi completamente la fioritura dell’Impatiens N. Guinea. Le piante spesso hanno un ottimo termico per la fioritura. Il peso secco dei fiori dell’Impatiens ‘Mimas’ era maggiore quando le piante venivano tenute a 20°C costanti. Se sia la temperatura diurna che quella notturna si scostavano da 20°C il

peso secco dei fiori diminuiva (Tab.3).

Altezza della pianta Come ricordato sopra si stima che l’80% del costo del riscal damento di una serra é imputabile al periodo notturno. Quindi se si pianifica di ridurre la temperatura é molto probabile che ci si concentri sulla ri duzione di quella notturna. La differenza fra la temperatura diurna e quella notturna é conosciuta per la sua influenza sull’allungamento. Maggiore é il DIF e maggiormente la produzione tende ad allun-

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Tab. 3 - Effetto della temperatura del giorno e della notte sul peso secco di stelo, foglie, fiori e dell’intera chioma dell’Impatiens N. Guinea ‘Mimas’. I dati tra parentesi rappresentano la percentuale sul peso secco totale. Le piante sono state coltivate con un fotoperiodo di 9 h e le misurazioni effettuate dopo 51 gg di trattamento di temperatura

Temperatura notte °C

C

C 30°C

Peso secco totale (g)

15 2,8 6,3 7, 1 6,7 20 4,6 6,3 6,7 6,8 25 4, 7 5, 9 6, 3 6 8 30 2,3 4,8 4,7 4,2

Peso secco dello stelo (g) 15 0,06 (2%) 1,02 (16%) 1,28 (18%) 1,43 (21%) 20 0,07( 1%) 0,86 (14%) 1,14 (17%) 1,42 (21%) 25 0,07 (1%) 0,83 (14%) 1,08 (17%) 1,30 (19%) 30 0,04 (2%) 0,72 (15%) 0,82 (17%) 0,83 (20%)

Peso secco delle foglie (g) 15 2,69 (95%) 3,87 (62%) 4,46(63%) 4,41 (0416) 20 2,88 (63%) 3,28 (52%) 4,29 (64%) 4,49 (66%) 25 3,30 (71%) 3,71 (63%) 4,16 (66%) 4,95 (72%) 30 2,26 (97%) 3,67(77%) 3,71 (75%) 3,37 (79%)

Peso secco dei fiori (g) 15 0,08 (3%) 1,38 (22%) 1,34 (19%) 0,87 (13%) 20 1,60 (35%) 2,12 (34%) 1,29 (1936) 0,87 (15%) 25 1,30 (28%) 1,33 (23%) 1,05 (17%) 0,59 (9%) 30 0,03 (1%) 0,38 (8%) 0,18 (4%) 0,04 (1%)

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15°
20°C 25°

garsi o a ‘filare’ (Fig.6). Quindi riducendo solo la temperatura notturna ci si deve attendere un aumento dell’allungamento e di conseguenza la coltura può richiedere un aumento della frequenza o del la concentrazione dei trattamenti nanizzanti. In alternativa l’impiego di una riduzione della temperatura all’alba può diminuire la necessità di nanizzanti.

Le piante si allungano maggiormente alla fine della notte e all’ini zio del mattino. La riduzione della temperatura per 30’ o 60’ prima dell’alba e il man tenimento della bassa temperatura per le prime ore del giorno può ridurre il numero di trattamenti nanizzanti richiesti da una coltivazione. Questa pratica viene chiamata ‘cool morning drop’ o ‘cool morning dip’.

É reale il risparmio?

É bene considerare che, a seconda di quanto viene ridotta la temperatura, può anche diminuire il numero totale di produzioni che ruotano nella serra. Se l’azienda é strettamente dedicata alla produzione di piante annuali primaverili o ha la necessità di produrre un certo numero di raccolti ad ogni stagione, la riduzione

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Produzione elettrica in Italia

della temperatura, alla fine, può non fare risparmiare alcunché. Come discusso prima la riduzione della temperatura fa aumentare la durata del ciclo di produzione rallentando la velocità di sviluppo. Quindi é importante confrontare il costo totale del riscaldamen to, necessario per condurre a termine una produzione con la temperatura tradizionale, rispetto a quello derivante dall’adozione di una tempe ratura più bassa che comporta un minore costo giornaliero per un periodo più lungo.

Un esempio che può illustrare come la riduzione della tem peratura può influenzare l’impiego energetico durante l’intero ciclo di produzione di una pianta é quello della Petunia

‘Purple Wave’. Dall’equazione in Fig.2 si può prevedere che la ‘Purple Wave’ fiorirà in 64 giorni a 20°C; come esem pio consideriamo di ridurre la temperatura da 20°C costanti a 20°C di giorno e a 14,4°C di notte, dato il forte consu-

mo notturno. Quindi la nuova temperatura media giornaliera é di 17,2°C; dalla equazione in Fig.2 si può ricavare che il nuovo tempo di fioritura per la ‘Purple Wave’ sarà di 80 giorni. Confrontando il consu mo di carburante, disponibile in bibliografia, per un regi me termico con 20°C costanti rispetto a uno con 20°C di giorno e 14,4°C di notte nel la zona di Minneapolis (Minnesota – USA – stato molto freddo) si può vedere come la produzione della ‘Purple Wave’ richieda circa il 6% in più di energia col 2° regime rispetto al primo a causa del prolungamento del tempo di coltura. Questo é un esempio estremo. Il ritardo di fioritu ra per le piante coltivate ad una media di 16,1°C rispetto ad una di 20°C varia, per le piante della Tab.1, da 9 giorni per alcune varietà di Viola del pensiero a 22-27 per altre varietà di Petunia prese in esame. Tuttavia é importan te valutare che l’aumento del

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tempo di coltivazione, dovuto a un regime termico più freddo, può annullare il risparmio di energia ottenuto inizial mente riducendo la temperatura della serra. Quali piante non dovrebbero essere coltivate fredde?

Non tutte le piante da aiuola si adattano a un regime di bassa temperatura dopo la germinazione e le fasi iniziali di crescita. Gli esempi più evidenti sono Vinca, Celosia, Cleome, Cosmos, Gomphrena, Portulaca e girasole. Queste piante vengono influenzate negativamente dall’abbassamento della temperatura. Per risolvere il problema si può scegliere o di non coltivarle o

di tenerle insieme in una se zione della serra mantenuta più calda o con i bancali riscaldati.

Piante che crescono bene col fresco Parecchie piante annuali si comportano molto bene an che a bassa temperatura, come la bocca di leone, l’alisso, il garofano e la viola. La qualità di queste essenze non viene compromessa dalla bassa temperatura ma il loro tempo di produzione viene comunque prolungato.

I mezzi fisici per risparmiare energia

Influenza della copertura sulla perdita di calore I diversi materiali di copertu-

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ra hanno differenti coefficienti di dispersione del calore. Un singolo strato di vetro o di film plastico disperde circa il doppio rispetto a una lastra plastica a doppia parete. L’installazione di uno schermo interno può ridurre notevolmente il consumo di energia perché riduce di circa la metà la perdita attraverso la copertura e diminuisce il volume di aria da riscaldare. Perché spendere soldi per riscaldare la parte alta della serra quando le piante sono posizionate 3-6 metri più in basso? Il costo della installa zione dello schermo interno viene recuperato rapidamente grazie al risparmio di energia. Ecco alcuni suggerimenti per ridurre il consumo di car burante nel breve e nel lungo

periodo:

uso degli schermi interni

riduzione delle perdite per convezione

riscaldamento localizzato

movimento dell’aria per eliminare i punti freddi

installare un sistema di ri scaldamento efficiente

tarare i sensori della temperatura

isolare il perimetro della serra

usare una copertura a doppia parete

impiantare i frangivento

scegliere il carburante più economico

esplorare fonti alternative di carburante Il costo del riscaldamento può mantenersi tale per lungo tempo quindi l’ottimizzazione della efficienza del sistema di riscaldamento diventa una priorità per ogni nuovo piano di espansione dello stabilimento. Vi é una minore possibilità nel mi glioramento delle strutture esistenti per risparmiare

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energia, ma alcuni dei suggerimenti forniti si applicano in qualsiasi situazione. Viene spesso detto che coltivare é più un’arte che una scienza; questo é certamente molto vero quando il coltivatore cerca un modo originale per risparmiare energia senza sa crificare la qualità della pianta e, quindi, la redditività.

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Fibra di legno: l’importanza della qualità

Da alcuni anni le aziende florovivaistiche stanno iniziando a conoscere una “nuova” componente dei substrati di coltivazione: la fibra di legno. Quando ci si trova di fronte ad una “novità” in generale e, in questo caso, parliamo di substrati di coltivazione, e ad una prospettiva molto positiva nel

potenziale di questi nuovi materiali, la presenza di offerte sul mercato naturalmente aumenta e, come potremmo ri cordare nel caso dell’avvento della torba o nelle offerte dei diversi componenti dei sub strati di coltivazione, occorre fare un po’ di distinzioni e precisazioni.

Attualita’ 78 Ottobre 2022 Clamer informa
Prima parte Daniela Beretta

In realtà la fibra di legno non è del tutto “nuova”. Come rivela Brian Jackson, professore associato e diret tore del laboratorio di analisi dei substrati dell’Università del North Carolina, uno dei massimi scienziati esperti nel settore, nasce in Europa come componente dei substrati di coltivazione negli anni 70, ma fino al 2005 non ha riscontrato grande interesse. Ad oggi si stima che ci siano in com mercio circa 40 tipologie diverse di fibra di legno.

In un articolo di Greta Chiu, pubblicato su Greenhouse Canada, (July, 2020), il crescen te interesse verso la fibra di legno viene attribuito a diversi fattori, così come la tendenza ad aumentare la quota percentuale di fibra di legno

adottata nelle miscele. Questo ha generato un effetto “domino”: sempre più aziende, a partire dal Nordamerica, hanno iniziato ad utilizzarla e, dopo anni di prove e applicazioni, confidano nell’utilizzo del materiale, lo dichiarano e quindi, come accade anche da noi, l’esempio delle grandi aziende è il migliore stimolo e la migliore garanzia di suc cesso per ogni nuova applicazione.

Aumenta anche la comunica zione relativa alle azioni adottate nelle aziende: incontri, articoli, seminari in cui si parla di fibra di legno, si scambiano

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le esperienze, se ne discute. È il modo migliore per la diffusione di un crescente interesse verso questa componente. Lo stesso Jackson afferma che, grazie alla sua esperienza e posizione lavorativa ha contatti con oltre un centinaio di ditte di produzione di substrati da 13 paesi dei 5 continenti.

Un’altra motivazione per l’incremento nell’interesse dell’utilizzo della fibra di legno in proporzio-

ni superiori nelle miscele può essere anche il costo, sicuramente competitivo con le componenti più tradizional mente presenti come la torba, e più recentemente, la fibra di cocco.

C’è fibra e fibra. Essendo un prodotto relativamente nuovo rispetto alle componenti più storiche e tradizionali delle miscele di substrati, ci sono ancora ampi spazi di discussione per quanto riguarda la sua “standardizzazione” o,

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più in generale, caratterizzazione.

Tra i fattori che possono influenzare in modo significativo le caratteristiche fisicochimiche della fibra di legno ci sono la specie arborea da cui si ricava la fibra e i processi a cui viene sottoposta.

A questo proposito il profes sor Jackson ne elenca 5 diversi, di cui 3 prevalenti. Alcuni di questi richiedono macchi nari molto precisi e costosi, che permettono di igienizzare il prodotto “fibra” ed elevarlo a materiale per il “substrato”. Uno tra questi è il processo di estrusione.

Con la fase di estrusione, la materia ligneo-cellulosica viene sottoposta a una trasformazione fisico-meccanica che la fa letteralmente “esplodere”, sfibrandola e rendendola soffice e porosa. In questa fase la temperatura raggiunge i 125-130°C per qualche minuto. Quindi si passa alla vagliatura che separa il materiale grossolano da quello fine

e infine alla calibrazione che rende il prodotto uniforme. I diversi processi che subisce il legno devono infatti portare ad una caratterizzazione delle proprietà del prodotto ottenuto, sia in termini di granulo-

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metria che di caratteristiche fisico chimiche del prodotto finale. Occorre che i coltiva tori siano in stretto contatto con i produttori di fibra di legno per conoscere le singole proprietà del prodotto finale o anche per richiederne alcune specifiche per la propria situazione colturale. Trattandosi di una componente ancora nuova per molti coltivatori, il materiale va adattato alle proprie esigenze e realtà aziendali, sia in termini di specie coltivate, sia in termini di strutture e modalità di riscaldamento, irrigazione, ecc.

La fibra di legno è un “mondo”, come lo sono le diverse torbe che abbiamo sul mercato. Occorre quindi fare chiarezza proprio per poterci orientare e orientare i coltivatori che si troveran no a scegliere tra materiali e componenti probabilmente molto diversi tra loro nell’offerta come prezzi, tipologia, in termini di materiale di pro

venienza, ovvero specie di partenza utilizzate e di tratta menti subiti dalla fibra stessa. Ci troveremo, e in parte già ci troviamo, a dover scegliere, anziché tra diversi tipi di torba, tra diverse tipologie di fibra di legno.

Possiamo affermare che si sta assistendo ad un processo di cambiamento simile a quello avvenuto negli anni 90, in

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cui, al substrato preparato in azienda si è sostituita la torba, come componente prin cipale, inerte, sterile, adatta alla gran parte delle coltivazioni in vaso e che, solo dopo molti anni, si è imparato a conoscerne le diverse tipologie e granulometrie adatte alle diverse situazioni aziendali e coltivazioni. I motivi di questo passaggio possono risiedere: nella sostenibilità ecologica, economica, nella maggiore disponibilità delle nuove componenti rispetto alla torba.

Sostenibilità economica: non è questa la sede in cui

trattare l’argomento specifico della convenienza economica all’utilizzo della fibra di legno nella miscela in sostituzione di altre componenti, ma basta fare qualche piccola ricer ca e rendersi conto che anche questo può essere un valido motivo per la sua adozione. Inoltre nonostante l’aumento dei costi dell’energia, i prezzi della fibra risulterebbero comunque contenuti e competitivi rispetto alla torba.

Disponibilità: il prodotto fibra di legno può essere considerato a tutti gli effetti un prodotto dalla disponibilità teoricamente illimitata e dal

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Tab. 1 - Fattori di emissione delle materie prime torba, fibra di cocco, ammendante compostato verde, fibra di legno prodotta in Italia Materia prima Fattore di emissione (kg CO₂/t) Torba 1.208 Fibra di cocco 361 Ammendante compostato verde 113 Fibra di legno 187

Tab. 2 - Impatto sulla risorsa acqua delle materie prime torba, fibra di cocco, ammendante compostato verde, ammendante compostato misto, fibra di legno prodotta in Italia

Materia prima Impatto idrico (mc/t)

Torba 9.000 Fibra di cocco 2.449

Ammendante compostato verde < 100

Fibra di legno 0,13

percorso più tipico dell’economia circolare: dalla natura alla natura. Ciò che è stato piantato come albero ritorna alla natura nel terreno e di nuovo è la base su cui crescere nuovi organismi vegetali. La produzione della fibra di legno non risente della stagionalità né delle condizioni meteorologiche.

La giusta proporzione. Non è facile passare da un tipo di substrato ad un altro: utiliz zando le miscele tradizionali da molti anni conosciamo tempi e modi di concimazione, bagnatura, e, di conseguenza, introducendo una com

ponente nuova, è necessario adattare queste tecniche alla nuova composizione, anche e soprattutto, ad esempio, in termini di ritenuta d’acqua. Dalle analisi effettuate presso il laboratorio di analisi dei substrati dell’Università del North Carolina per osservare la porosità ed il movimento dell’acqua in: fibra di cocco, corteccia, torba e fibra di le gno, attraverso la tomografia, la torba è risultata essere una miscela eterogenea di parti celle fibrose e di steli parzialmente decomposti; mentre il cocco, che sembra essere molto simile alla torba, è risultato più omogeneo e composto da

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particelle di forma granulare e particelle spugnose. La cor teccia di pino è risultata la più grezza, con particelle distri buite su due strati (periderma più denso, brillante, chiaro, e strati meno densi con floe ma e cellule parenchimatiche espanse).

La fibra di legno, invece, si è distinta per caratteristiche diverse dalle altre, con una rete di fibre allungate. Queste diverse strutture interne han-

no come conseguenza diversi comportamenti per quanto riguarda le dimensioni e la forma dei pori che vanno a contribuire alla porosità e di conseguenza possono essere più adatti ad un sistema di irrigazione o ad un altro (subirrigazione, flusso e riflusso o altro). Inserendo la componente “fibra di legno” il substrato rimane umido più a lungo; studi recenti rilevano che in generale, soprattutto

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nella prima fase di coltivazio ne, si tende a bagnare meno frequentemente.

L’elevata porosità e ritenzione idrica, possono portare ad una più veloce disidratazione in superficie, anche se il contenuto di acqua è sufficiente. In genere si nota una migliore radicazione, dovuta ad una maggiore disponibilità idrica ed aereazione del substrato. Spesso si nota uno sviluppo più rapido, una migliore pene trazione delle radici e minore incidenza di malattie, dovuto in parte ad una maggiore porosità e drenaggio, che porta, infine, ad una maggiore pro duzione. Un altro aspetto, da molti approfondito (Durand

S. et al., 2021) riguarda la migliore capacità idrofila della fibra di legno nei confronti della torba. In una miscela a base di torba in cui viene aggiunta la fibra di legno migliora l’efficienza di reidratazione. Il problema è quindi stabilire la giusta proporzione: fino a che punto ci possiamo spingere ad inserire fibra di legno? Si può andare dal 15 al 100% per alcune colture; verosimilmente, e da prove effettuate personalmente, con fibra di legno di produzione italiana (vedi foto) in base alla fase colturale e alla specie, è possibile utilizzare nella miscela percentuali che vanno dal 15 al 30, 50, 70%.

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