Clamer Informa Marzo 2022

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Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo

Dümmen Or ange: Erysimum c ompatti WallArt

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Marzo 2022 Anno XLVII


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Marzo 2022

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Mensile tec nic scientifico o di orticoltura floricoltura e vivaismo

Dümm en Ora nge: Erysim um co mpatt i WallA rt

Marzo 202 2

Anno XLV II

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Marzo 2022

Clamer informa Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo

Spedito per oltre 40 anni in versione cartacea ai soli abbonati in tutta Italia, Clamer informa da Gennaio del 2016 abolisce l’abbonamento, la spedizione postale e la stampa, diventando il primo mensile storico della filiera paperless ed esclusivamente digitale.

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Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo

Dümmen Or ange: Erysimum co mpatti WallArt

Una scelta radicale, coraggiosa e deci3 samente ecologica. La quantità di carta, inchiostro e film plastico utilizzati per la stampa e spedizione di 4000 pezzi 11 mesi all’anno non è trascurabile. Se poi prendiamo in considerazione tutte le riviste sul mercato, la quantità di carta e plastica in circolazione è impressionante. Oltre a ciò il numero di numeri spediti è incrementato esponenzialmente così come il numero di lettori. Ogni numero è liberamente condivisibile con amici e colleghi. Non si tratta di un’anteprima o di una versione limitata ma della rivista vera e propria. Marzo 2022 Anno XLVII

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Nuovi prodotti: Dümmen Orange

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Indice

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Ulteriore sviluppo dei vassoi TrayC ancora più sostenibili

“Good Vibes con i Gerani” Come scegliere i fiori simbolo della bella stagione

MiPAAF: nel Consiglio dei Ministri via libera alla rinegoziazione dei debiti delle aziende agroalimentari e al credito d’imposta cedibile per il caro carburanti

Emergenza nazionale sugli approvvigionamenti delle materie prime. Il monito di Compag: garantire la reperibilità dei fertilizzanti

La rovinosa lite dei periti agrari (che non ne azzeccano una) contro gli agrotecnici

Agricoltura: premi dell’UE per la produzione biologica

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Mensile tecn ico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo

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Dümm en Oran Erysim ge: um co mpatt i WallArt

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Dümmen Orange: Erysimum compatti WallArt

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Si può ridurre la plastica nel florovivaismo? In che modo?

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Articoli

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Mensile tecni scientifico co di orticoltura floricoltura e vivaismo

Dümm en Oran Erysim ge: um co mpatt i WallAr t

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Ulteriore sviluppo dei vassoi TrayC ancora più sostenibili Ampliamento della gamma di prodotti inclusi nel sistema di resi a ciclo chiuso

aggiunge coloranti al prodotto, è il materiale riciclato stesso a determinare il colore di questi vassoi. Inoltre, tutti i modelli attualmente disponibili, si possono riutilizzare più volte. Il sistema TrayC è concepito in modo da garantire che i vassoi utilizzati rimangano all’interno di un sistema a ciclo chiuso. Ciò rappresenta un ulteriore passo verso la

Il sistema a ciclo chiuso che comprende i vassoi TrayC, che Modiform ha lanciato insieme a Landgard all’inizio del 2021, sarà ampliato per includere altri sei nuovi vassoi. Con i cinque modelli aggiunti in precedenza, TrayC comprende ora undici vassoi. I vassoi sono realizzati al 100% in polistirene riciclato (PS) – il che significa nessun impiego di plastica vergine. Poiché Modiform non

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la gamma TrayC sono quindi molto più di semplici vassoi; sono una parte importante di un sistema circolare molto più grande. Con il programma Horizon2025, Modiform si è impegnata a lavorare con l’intera catena di approvvigionamento per generare un cambiamento sostenibile nel settore. A questo proposito, John van der Maarel (direttore di vendite a Modiform) ha così commentato, `siamo fieri di aver dato inizio e di proseguire questa questa innovativa forma di collaborazione con Landgard. È uno degli esempi di collaborazione con l’intera catena di

sostenibilità del settore. Landgard recupera i vassoi utilizzati per la consegna di piante alle catene fai da te tedesche tramite un sistema di reso. In un punto di raccolta centralizzato, i vassoi vengono smistati e riordinati per il loro riutilizzo o riciclaggio. Se il riutilizzo non è più possibile, Modiform ricicla internamente i vassoi trasformandoli in nuovi vassoi. L’uso uniforme di un tipo di materiale – in particolare del polistirene riciclato – aumenta il tasso di riciclaggio. Ciò rende il processo di riciclaggio più semplice, più efficiente e di conseguenza più sostenibile. I vassoi del-

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per certo che sta facendo una scelta sostenibile.”

approvvigionamento che ci avvicina a raggiugere gli obiettivi che ci siamo prefissati con il programma Horizon2025 che aspira alla chiusura del ciclo delle materie prime e all’elminimazione della plastica vergine dal ciclo di produzione. Con TrayC, il nostro cliente sa

Modelli TrayC I nuovi vassoi inclusi sono adatti per vasi da 9-13 cm e su ogni ripiano dei carrelli danesi si possono caricare fino a cinque o sei vassoi. Per quanto

Panoramica dei modelli TrayC Modello

Numero vasi per vassoio

VassoioC Universal

Dimensione vaso

Numero di vassoi per ripiano

9 - 12 cm

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TrayC 09.12

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9 cm

6 (72 piante)

TrayC 11.08

8

10/10,5/11 cm

6 (48 piante)

TrayC 13.06

6

13 cm

6 (36 piante)

TrayC 13.08

8

12/13 cm

5 (40 piante)

TrayC 11.10

10

10,5/11 cm

5 (50 piante)

TrayC 11.14

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10,5/11 cm

4 (56 piante)

TrayC 09.24

24

9 cm

4 (96 piante)

TrayC 09.20

20

9 cm

4 (80 piante)

TrayC 12.12

12

12 cm

4 (48 piante)

TrayC 13.10

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13 cm

4 (40 piante)

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dotti nel colore grigio chiaro/ nero, ma d’ora in poi verranno prodotti interamente in nero. Con l’aggiunta dei nuovi modelli, TrayC sarà ulteriormente implementato presso i negozi Landgard Cash & Carry. I coltivatori possono utilizzare i vassoi TrayC anche in altre situazioni. È possibile riconoscere i modelli TrayC dal logo TrayC.

riguarda gli altri modelli TrayC per misure di vaso diverse, si possono caricare fino a quattro vassoi su ogni ripiano. Questi modelli sono stati pro-

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“Good Vibes con i Gerani” Come scegliere i fiori simbolo della bella stagione

sta indiscusso, alla casa, dove come elemento di decorazione porta una ventata di nuovo e di fresco. I Gerani sono molto amati dagli Europei, tanto che oggi sono più di 26 milioni quelli acquistati per essere sfoggiati sui balconi. Ma come possiamo sceglierli al meglio? Scopriamolo grazie ai consigli degli

La bella stagione è sinonimo di energia positiva e di risveglio della natura: i fiori sbocciano e grazie ai loro colori vivaci ci circondano di ‘Good Vibes’. Pianta simbolo di questo periodo il Geranio, che con le sue sfumature fluo è l’alleato perfetto per trasmettere ‘buone vibrazioni’: dalle serre dei vivai, dove diventa protagoni-

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esperti di Pelargonium for Europe, l’associazione impegnata nella campagna divulgativa dedicata alle piante di Geranio e attiva a livello europeo. Pollice Verde sì o Pollice verde no? I Gerani sono fiori estremamente versatili, perfetti ad esempio per personalizzare balconi e davanzali dalla primavera sino all’autunno; inoltre esistono in diverse varietà e colori che li rendono adatti a tutti i gusti. Aspetto da non sottovalutare: sono ideali anche per chi non ha il pollice verde! Si tratta infatti di una

tipologia di piante in grado di resistere sia in luoghi molto soleggiati che poco ombreggiati, sopportano molto bene il caldo e se ci si dimentica di innaffiarli non ne risentono molto. Check List per Riconoscere i Gerani di qualità • 1) Struttura cespugliosa? Sì! Se un Geranio ha un ‘portamento cespuglioso’, ovvero molto pieno (tanto da nascon-

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non in modo uniforme. Mentre invece le piante coltivate con temperature moderate sono di qualità migliore, anche se ci metteranno più tempo prima di svilupparsi appieno. • 2) Molti boccioli = Pianta di qualità Se una pianta di Gerani presenta diversi boccioli, allora significa che è di qualità. Le piante migliori si iniziano a coltivare già durante il mese di gennaio: questo permette che crescano lentamente e più robuste e, di conseguenza, che siano pronte ad affrontare il sole estivo per sbocciare completamente.

dere completamente la terra nei vasi) significa che è una pianta di qualità e dai fiori pregiati. Questa tipologia di struttura a cespuglio appunto - oltre ad avere una motivazione genetica, è anche sicuramente favorita dal modo in cui i Gerani vengono coltivati all’interno delle serre. Nello specifico: i fiori coltivati con temperature molto alte, durante le giornate uggiose di marzo, sono soliti crescere a vista d’occhio ma

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• 3) Occhio al vaso: il Geranio deve essere ‘comodo’ Ogni dimensione di Geranio ha una sua giusta collocazione: - vasi di 11-13 cm sono i più adatti per essere piantati nei vasi rettangolari, ‘cosiddetti’ da balcone. Grazie alle molteplici radici possono svilupparsi al meglio e riempire bene lo spazio a disposizione anche in termini di volume; - i Gerani extra-large, venduti in vasi più grandi di 13 cm di diametro, non amano ‘sentirsi costretti’ e per questo richiedono vasi o fioriere

spaziosi; - esistono anche delle varianti più piccole, di solito disponibili in confezioni da 6, ma richiedono un filo pazienza in più: questo perché impiegano diverso tempo prima di arrivare al livello dei Gerani più grandi. • 4) Il momento giusto per comprare: da metà aprile in avanti Il momento migliore per acquistare i Gerani è da metà aprile in poi, quando le serre

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durante le ore notturne (da metà maggio in poi). Se invece si decide di acquistarli prima di questo periodo, è bene coprirli con del pluriball per proteggerli in caso di gelo.

si riempiono! Non sottovalutare però le temperature che vanno tenute sotto controllo: i Gerani possono, infatti, stare all’aperto in modo permanente solo se siamo sicuri che i fiori non patiscono il freddo

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MiPAAF: nel Consiglio dei Ministri via libera alla rinegoziazione dei debiti delle aziende agroalimentari e al credito d’imposta cedibile per il caro carburanti

Tre, in particolare, i provvedimenti di interesse agricolo approvati su proposta del Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali

Il Consiglio dei Ministri ha approvato importanti provvedimenti contro il caro energia e misure di sostegno alle filiere più colpite dalla crisi ucraina.

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Stefano Patuanelli. Il primo provvedimento prevede la rinegoziazione e la ristrutturazione dei mutui agrari. In particolare, per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, il Governo ha stabilito la possibilità di rinegoziare e ristrutturare i mutui in essere e allungare fino a 25 anni il relativo periodo residuo di rimborso. Inoltre, nel rispetto del regime de minimis, ISMEA è autorizzata a prestare una garanzia gratuita a favore di agricoltori e pescatori. A tal fine il Governo ha rafforzato il fondo di garanzia pubblica che è stato recentemente rivisto nel suo funzionamento, prevedendo la possibilità di estendere

Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli

le garanzie fino a 5 milioni di euro per il singolo beneficiario. Ciò permette di contrastare la crisi di liquidità delle imprese agroalimentari connessa all’eccezionale incremento dei costi dell’energia e delle materie prime. Il tema della redditività é al centro di tutto il decreto del Governo che delinea misure a favore di tutte le aziende italiane, agendo sulle accise dei carburanti, sui crediti di imposta, sulle misure di monitoraggio e trasparenza dei prezzi, sulla rateizzazione delle bollette energetiche, sui contratti pubblici, sull’autotrasporto, sulla golden power e sulla cybersicurezza. Presidi

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efficaci a tutela delle aziende italiane, con positivi riflessi sulle imprese agroalimentari, destinatarie anche di specifici provvedimenti. Viene poi incrementato di ulteriori 35 milioni di euro il Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura già previsto dalla Legge di bilancio 2022. Inoltre, il Decretolegge introduce una misura che contrasta direttamente il caro carburanti, mediante un contributo sotto forma di credito di imposta per l’acquisto di carburanti destinato alle imprese agricole e della pesca. Il contributo straordinario è pari al 20 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante effettivamente utilizzato nel primo trimestre solare dell’anno 2022, entro i limiti stabiliti per gli aiuti di Stato. Il Governo prevede il che credito d’imposta sia anche cedibile dalle imprese beneficiarie ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito

e gli altri intermediari finanziari. Infine, viene ampliata la possibilità di utilizzare il digestato come fertilizzante per terreni. La proposta si rende necessaria per favorire l’utilizzo dei sottoprodotti vegetali e degli scarti di lavorazione delle filiere agroalimentari come fertilizzante e per sopperire la mancanza di prodotti chimici a seguito della crisi russo-ucraina. Ciò contribuisce alla diffusione di pratiche ecologiche e di economia circolare nella fase di produzione del biogas, alla riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici, all’aumento di materia organica nei suoli e alla limitazione dei costi di produzione.

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Emergenza nazionale sugli approvvigionamenti delle materie prime. Il monito di Compag: garantire la reperibilità dei fertilizzanti

legate alle politiche europee che rischiano di aggravare la situazione degli approvvigionamenti e di non garantire sicurezza alimentare. C’è urgenza di lavorare sulla reperibilità dei fertilizzanti.

Roma, 14 Marzo 2022. Mauro Acciarri, Vice-Presidente con delega ai cereali di Compag - Federazione Nazionale dei commercianti di prodotti per l’agricoltura, in merito all’aggravarsi dell’emergenza sugli approvvigionamenti delle materie prime, ammonisce: è diventata necessaria un’urgente revisione delle scelte

Compag, la Federazione Nazionale delle rivendite agrarie e dei centri di stoccaggio,

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che rappresenta un settore il cui fatturato è stimato a circa 3,8 miliardi di euro, non nasconde la seria preoccupazione per la scarsa disponibilità delle materie prime e per l’aumento dei costi energetici. Lo fa per voce del suo Vice-Presidente Mauro Acciarri, intervenuto al tavolo convocato giovedì scorso dal Sottosegretario Centinaio del Mipaaf per affrontare la situazione emergenziale relativa ai cereali. “Apprezziamo che il Governo abbia voluto ascoltare le nostre istanze. In questa situazione è innanzitutto necessario garantire la sicurezza alimentare per tutti e, pertanto, rivedere le scelte legate alle politiche UE che rischiano di ridurre le zone produttive e la disponibilità di mezzi tecnici, che rappresentano un elemento imprescindibile per ga-

rantire la produzione agricola. Le politiche europee, in questo momento storico, dovrebbero incentivare la produzione di materie prime, fondamentali per il nostro fabbisogno”. La scarsa disponibilità di fertilizzati, legata alla situazione russa e al forte aumento dei costi energetici, ha comportato anche la chiusura dello stabilimento italiano del prin-

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cipale produttore di urea a livello UE. Le ripercussioni sulla campagna attuale dei cereali saranno importanti, in particolare su grano e mais. Il prezzo dell’urea ha infatti superato i 1000 €/ton proprio in un momento in cui si avrebbe grande necessità di queste materie prime, fondamentali per la produzione alimentare italiana. Solo per i cereali, la cui campagna è attualmente in corso, si stima che la necessità di urea potrà essere di 8-10 milioni di quintali. Compag propone al Governo

di intervenire in emergenza al fine di rimettere in produzione lo stabilimento italiano e prevedere anche dei contributi che rendano accessibile il prezzo dell’urea. Bisogna inoltre riformulare le attuali limitazioni nell’utilizzo di altre forme di fertilizzanti, come, ad esempio, i liquami.

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La rovinosa lite dei periti agrari (che non ne azzeccano una) contro gli agrotecnici

Con la sentenza n. 2889/2022 il TAR Lazio ha respinto l’ulteriore ricorso dei Periti agrari, questa volta anche condannandoli a risarcire gli Agrotecnici

richiesta -a prescindere da quanto ufficialmente dichiarato dai Periti agrari e ritenuto irrilevante dai giudici- derivano probabilmente dalla crescente disparità nel numero dei candidati agli esami abilitanti delle due categorie, dove quella degli Agrotecnici supera di più volte l’altra. A guardare i numeri di chi chiede l’abilitazione, infatti, l’Albo dei Periti agrari non sembra passarsela bene, con in media (nell’ultimo quinquennio) solo

Con la sentenza n. 2889/2022, pubblicata ieri, il TAR Lazio ha respinto l’ulteriore ricorso del Collegio Nazionale dei Periti agrari contro l’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e, vista la palese inammissibilità dell’azione giudiziaria, anche condannando i ricorrenti al pagamento delle spese di lite; il ricorso giudicato riguardava la “pretesa” dei Periti agrari di ottenere gli elenchi dei candidati agli esami abilitanti della professione concorrente. I motivi di questa singolare

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ed in particolare quello degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati. Che infatti vanta numeri oltre tre volte più alti (1.128 candidati ogni anno, in media). Il confronto non va meglio nemmeno se applicato allo specifico segmento dei diplomati con specifico titolo di “perito agrario”; nel 2021 quelli di loro che hanno scelto di sostenere gli esami abilitanti di Agrotecnico ed Agrotecnico laureato sono stati in numero superiore rispetto a quelli che hanno scelto l’Albo che porta

345 candidati all’anno (un numero insufficiente anche solo a rimpiazzare le cancellazioni), determinando un oggettivo declino demografico, che peraltro risulta difficile da giustificare, considerando che l’Albo dei Periti agrari ha ancora aperto il “doppio canale” di iscrizione (cioè sia diplomati che laureati), che teoricamente gli garantisce un’ampia platea di potenziali soggetti iscrivibili, i quali tuttavia nella realtà da quell’Albo si tengono ben distanti, preferendo gli altri dello stesso settore,

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nazionale di quella categoria pare soprattutto ossessionato dai risultati ottenuti dall’Albo degli Agrotecnici (come se le eventuali incapacità proprie derivassero dai meriti altrui), nei confronti dei quali da anni ha avviato o permesso una campagna di denigrazione e disinformazione, accompagnandola anche da aggressive azioni giudiziarie, ma senza nulla ottenere. E meno risultati ottiene, tanto più si incaponisce, come quei giocatori d’azzardo compulsivi, che più perdono e più alzano la posta in gioco (fino ad indebitare i propri familiari, chiamati infine a saldare il conto). Così pure l’ultima azione giu-

la loro specifica denominazione: un dato clamoroso, che dovrebbe far riflettere l’Albo perdente sulla validità delle sue policy. La situazione in cui versano i Periti agrari ha inevitabili effetti anche sulla relativa Cassa di previdenza che, stando ai bilanci, nell’ultimo quinquennio ha visto contrarsi il numero dei professionisti attivi, apparentemente di poco (-0,4%, ma i numeri “reggono” solo grazie ai pensionati che ancora lavorano), un dato però che appare ben più negativo se confrontato con il forte aumento (+27%) dei professionisti iscritti alla Cassa degli Agrotecnici, registrato nello stesso intervallo di tempo. Nonostante tutto questo l’Albo dei Periti agrari non sembra impegnato ad interrogarsi sulle ragioni del declino, per trovare rimedi, mentre il Presidente

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diziaria intentata dai Periti agrari contro gli Agrotecnici. Nel 2021 i candidati agli esami abilitanti di Agrotecnico ed Agrotecnico laureati sono stati oltre 1.600, quattro volte di più dei 400 candidati agli esami di Perito agrario; verosimilmente per giustificare un così negativo risultato, senza per questo mettersi in discussione, il Presidente dei Periti agrari ha addotto “anomalie” nei requisiti, assentite dagli Agrotecnici nell’ammissione dei candidati per così aumentarne il numero (ma, incongruamente, non le ha denunciate alla competente Autorità giudiziaria, limitandosi a farne argomento polemico), quindi presentando ricorso al TAR del Lazio chiedendo di avere l’elenco dei candidati agli esami abilitanti dell’altra categoria, una richiesta in precedenza già respinta dall’Albo degli Agrotecnici (in quanto i Periti agrari

non hanno ovviamente parte nelle loro procedure abilitanti) e perciò non ripetibile. Dello stesso avviso il TAR Lazio che ha rigettato il ricorso qualificandolo come “inammissibile” e, dal momento che l’azione giudiziaria è apparsa gratuita, questa volta anche condannando il Collegio Nazionale dei Periti agrari a risarcire gli Agrotecnici delle spese di giudizio. Soldi che dovrebbero servire alla tutela degli iscritti nell’Albo dei Periti agrari, od a migliorarne le condizioni, e non ad inseguire le derive narcisistiche dei loro dirigenti.

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Agricoltura: premi dell’UE per la produzione biologica

Janusz Wojciechowski, Commissario per l’Agricoltura, ha dichiarato: “Sono orgoglioso di vedere che i premi dell’UE per la produzione biologica sono diventati realtà. Abbiamo lavorato duramente per far sì che i premi facessero seguito all’istituzione della giornata dell’UE per la produzione biologica, che dall’anno scorso di celebra ogni 23 settembre. La produzione biologica svolge e svolgerà un ruolo chiave nella transizione a sistemi alimentari sostenibili e non possiamo

Oggi la Commissione europea, il Comitato economico e sociale europeo (CESE), il Comitato delle regioni (CdR), il COPA-COGECA e l’IFOAM Organics Europe presentano i primi premi dell’UE per la produzione biologica. I premi, che andranno a riconoscimento dell’eccellenza lungo la catena del valore biologico, verranno attribuiti agli attori migliori e più innovativi nella produzione biologica dell’UE. Sarà possibile candidarsi dal 25 marzo all’8 giugno 2022.

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raggiungere questo obiettivo senza i vari attori della filiera biologica. Questi premi rappresentano una grande opportunità per celebrarli, promuovendo nel contempo esempi di buone pratiche in tutta l’UE. Incoraggio tutti gli attori del settore biologico a candidarsi”.

I sette premi sono il primo esempio di premi per la produzione biologica a livello dell’UE e si inseriscono nel solco del piano d’azione per lo sviluppo della produzione biologica, adottato dalla Commissione il 25 marzo 2021.

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Si può ridurre la plastica nel florovivaismo? In che modo?

Così i direttori dei garden center hanno risposto all’intervista di SUSFLO - Sustainable Flower project

Quali strategie si possono attuare nel settore del florovivai-

smo per la diminuzione dell’impiego di plasti-

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che? La domanda è stata rivolta ai direttori dei garden center partner del progetto SUSFLO, nato per favorire il riutilizzo della plastica nel florovivaismo e l’uso di materiali alternativi ecosostenibili. Stime recenti indicano infatti che in Italia il settore consuma ogni anno circa 440 milioni di vasi in polipropilene che una volta gettati rappresentano un problema ambientale non trascurabile; inoltre, anche se avviati al riciclo, vanno lavati e conferiti correttamente e il loro recupero rappresenta un ulteriore costo energetico.

valide alternative alla plastica e che riescano a supportare la crescita di piante anche per lunghi periodi” dichiara Enrica Calleri, responsabile di Ideal Verde, a Castano Primo.

“Ad oggi non sono ancora presenti nel mercato contenitori di piante di materiali che siano

Per il momento dunque non sembrano molte le strade da percorrere per rinunciare alla plastica, o per riciclare quella che proviene dal florovivaismo. Claudio Tibaldo, responsabile reparto piante del Gruppo

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Flover di Desio, dichiara “Ad ogni modo ci sono sempre più aziende che stanno coltivando in vasi ecosostenibili anche se la trasformazione è un aggravio del costo che va ad incidere sul prezzo finale”. Ai direttori di garden center è stato però chiesto quale potrebbe essere un punto di partenza per azioni pratiche di contrasto alla plastica. “Se penso a un ambito del settore florovivaistico da cui si potrebbe iniziare a eliminare la plastica mi viene sicuramente in mente la lavorazione dei fiori recisi e l’orticoltura” propone Davide Pirruccio, responsabile commerciale di Viridea. “Questo tipo di prodotti è caratterizzato da stagionalità e da un ciclo breve di vendita, cioè rimangono poco in vaso e sui bancali dei negozi” prosegue Massimiliano Carra-

ro, di Agricola Shop di Varese “il che ci consente di utilizzare

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materiali alternativi”.

noprio con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli studi di Milano come responsabile scientifico) intende proprio suggerire una riflessione sul problema e proporre azioni puntuali per il contenimento della plastica, suggerendo ai consumatori la scelta di vasi completamente biodegradabili, da interrare insieme alla pianta, o la riconsegna dei vasi nei garden center aderenti per un corretto smaltimento e la diminuzione dell’utilizzo delle plastiche.

Gli intervistati ritengono poi che per aumentare l’interesse dei consumatori verso prodotti plastic free e verso un riutilizzo del materiale plastico occorrano politiche ambientali che stimolino il consumatore ad adottare scelte d’acquisto sostenibili, ad esempio con finanziamenti che possano supportare i produttori, certificazioni che garantiscano la qualità del contenitore, oppure incentivi per il corretto smaltimento e riciclaggio dei rifiuti. “Sicuramente il processo di riduzione delle plastiche nel settore è già iniziato” spiega Claudio Tibaldo, “però è fondamentale darsi degli obiettivi concreti con dei tempi che vanno rispettati” conclude Davide Pirruccio. Il progetto SUSFLO – Sustainable Flower project (finanziato da Fondazione Cariplo e guidato da Fondazione Mi-

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Tratto dalla monografia di Clamer Informa Perenni da fiore reciso

Asteraceae Perenne da fiore reciso

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Helenium

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- perenni da fiore reciso

SPECIE e VARIETA’

Il genere é composto da circa 40 specie originarie dell’America settentrionale e centrale. Si tratta di piante erbacee con capolini, di colore dal giallo al bruno e al rosso, portati in corimbi all’apice di steli ramificati nella parte superiore. Le foglie sono alterne, lanceolate, intere o leggermente dentate, spesso decorrenti. La fioritura avviene da maggio a settembre. Helenium autumnale (Helenium grandiflorum): Stati Uniti, steli alati e alti 80-150 cm; con foglie sessili, lanceolate, leggermente serrate; capolini di 5 cm, giallo oro, con ligule larghe e leggermente pendenti. Helenium bigelovii:

Stati Uniti occidentali; 60-70 cm; foglie oblungolanceolate e ottuse; capolino con disco giallo bruno e ligule giallo scuro; la varietà ‘Superbum’ è adatta al fiore reciso. Helenium hoopesii: Stati Uni-

Helenium autumnale (foto web)

Helenium hoopesii (foto web)

Helenium bigelovii (foto web)

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- perenni da fiore reciso

ti centrali; 100-120 cm; steli non alati di colore giallo verde; foglie oblungo-spatolate che formano una larga rosetta basale; capolini con disco emisferico, di colore giallo e ligule strette, allungate, leggermente dentate, di colore

giallo oro; molto adatto al fiore reciso. Sono coltivate molte varietà interspecifiche, divise commercialmente in 3 categorie secondo l’epoca di fioritura. Quelle precoci sono: ‘Goldene Jugend’, alta 80 cm, giallo oro e centro giallo, fioritura in giugno-luglio; ‘Moerheim Beauty’, 80 cm, rosso rame vellutato e centro scuro, rifiorente e molto produttiva; ‘Waltraut’, 80-100 cm, robusta, giallo oro e bruno, fiori grandi; ‘Tip Top’, altezza 60 cm; portamento eretto, compatto; foglia verde intermedio, lanceolata; fiore giallo

Helenium ‘Goldene Jugend’ (foto web)

Helenium Moerheim Beauty (foto web)

Helenium ‘Waltraut’ (foto web)

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- perenni da fiore reciso

Helenium bigelovii ‘Tip Top (foto Jelitto)

Helenium flexuosum (foto Jelitto)

intenso con cono prominente di colore marrone molto scuro; fioritura giugno-agosto di facile coltivazione; zone di rusticità Z4 - Z8; terreno asciutto, ben drenante; posizionamento in pieno sole; pianta mellifera; Helenium flexuosum, altezza 80 cm; portamento eretto; fiore giallo con disco marrone; fioritura giugno-settembre; zone di rusticità Z3 - Z9; terreno

umido di media consistenza; posizionamento in pieno sole; pianta mellifera; Helenium hoopesii, altezza 60 cm, fiore giallo, fioritura maggioluglio; portamento eretto; foglie grigio verdi, grandi, velenose, lanceolate (le piante sono velenose per le pecore); zone di rusticità Z3 - Z8; terreno umido, posizionamento pieno sole o mezza ombra. Le varietà a fioritura media in

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- perenni da fiore reciso

Helenium Flammenrad (foto web)

Helenium hoopesii (foto Jelitto)

luglio-agosto sono: ‘Blutentisch’, 80 cm, giallo oro a centro bruno; ‘Flammenrad’, 150 Helenium ‘Kanaria’ (foto web)

cm, giallo oro sfumato di rosso rame; ‘Kanaria’, 110 cm, giallo chiaro con centro più intenso; ‘Königstiger’, 120 cm, giallo oro con largo margine rosso bruno, ‘Kupfersprudel’, 110 cm. grandi fiori color bruno ramato; ‘Margot’ 80 cm, rosso bruno con margine giallo in-

Helenium Blutentisch (foto web)

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- perenni da fiore reciso

Helenium ‘Königstiger’ (foto web)

Helenium ‘Zimbelstern’ (foto web)

tenso; ‘Zimbelstern’, 120-130 cm, fiori molto grandi, gialli sfumati di bruno e fiori del raggio ondulati; ‘Helena Gold’, altezza 120 cm, fiore giallo oro, fogliame verde, lanceolato; fioritura Luglio - Ottobre, fiorisce fin dal primo anno; portamento robusto, ben ramificato; zone di rusticità Z3 - Z8; posizionamento in pieno sole; pianta mellifera; ‘Helena Red Shades’, altezza 120 cm, fiore grande, singolo, rosso bruno; foglia verde lanceolata; fioritura luglio-ottobre, fiorisce fin dal primo anno; zone di rusticità Z3 - Z8; gradisce terreno medio; posizio-

Helenium ‘Königstiger’ (foto web)

Helenium ‘Margot’ (foto web)

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- perenni da fiore reciso

Helenium autumnale ‘Helena Gold’ (foto Jelitto)

Helenium ‘Helena Red Shades’ (foto Jelitto)

namento in pieno sole; pianta mellifera. Le varietà tardive, a fioritura in agosto-settembre, sono: ‘Baudirektor Linne’ 110-120 cm, a fiori grandi e molto persistenti, rosso vellutato a centro bruno; ‘Goldrausch’, 140-150 cm, giallo oro con margini bruni e disco scuro, crescita compatta e allargata; ‘Bs Septembergold’, 110 cm. giallo luminoso; ‘Rotgold’,

Helenium ‘Baudirektor Linne ’ (foto web)

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- perenni da fiore reciso

Helenium ‘Goldrausch’ (foto web)

Helenium ‘Wild form’ (foto Jelitto)

le wild form, altezza 150 cm, fiore giallo oro, fioritura agosto- ottobre; zone di rusticità Z3 - Z8; terreno di media consistenza; posizionamento in pieno sole; pianta mellifera.

COLTIVAZIONE

Helenium ‘Rotgold’ (foto Jelitto)

La moltiplicazione per semina viene usata per le specie come Helenium hoopesii, Helenium bigelovii, Helenium autumnale

alto 120 cm, agosto-settembre, nei colori giallo, arancio e bronzo; Helenium autumna-

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- perenni da fiore reciso

‘Praecox’ e Helenium autumnale ‘Rotgoldì’. Per 1000 piante calcolare 1 gr di semente. Trapianto Le giovani piante sono trapiantabili dopo 4-5 settimane; dopo altre 5-6 settimane le piante sono pronte alla vendita Helenium ‘Flammenrad’ (foto web) in contenitori alveolari Helenium autumnale, mentre da 6-7 cm oppure dopo 7-8 per Helenium hoopesii è nesettimane in vasetti da 10 cm. cessaria una stagione in più. Periodo di semina Le semine di febbraio permettono di avere una buona fioritura nella tarda estate del medesimo anno nel caso di

Moltiplicazione agamica Per le varietà da fiore reciso si ricorre alla moltiplicazione agamica. La divisione viene effettuata in inverno prima della germogliazione e in autunno dopo la fioritura; le parti vengono invasate o impiantate direttamente in aiuola. Le talee vengono raccolte da piante madri, poste a vegetare sotto protezione, e messe a radicare in serra per Helenium ‘Konigstiger’ (foto web) avere materiale pronto

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- perenni da fiore reciso

alla vendita a fine estate. Per ottenere una maggiore quantità di giovani piante si ricorre alla separazione degli stoloni e alla moltiplicazione per talea di radici.

Concimazione Il terreno viene ammendato con torba o letame maturo e una concimazione di base ottenuta con 100 gr per mq di concime complesso equilibrato.

Terreno e substrato di coltura Scegliere un terreno ricco di sostanza organica, di medio impasto, fertile e fresco; evitare quelli secchi o troppo umidi.

Lotta alle infestanti Prima dell’impianto lavorare superficialmente e più volte per ridurre le infestanti stagionali ed intervenire con disseccanti sistemici su quelle perenni. Le parti ottenute da divisione del ceppo o da separazione degli stoloni vengono impiantate a fine inverno, le giovani piante da seme e da talea in maggio-luglio.

Sensibilità al secco Lo Helenium reagisce alla siccità con l’ingiallimento e il disseccamento delle foglie basali.

Helenium ‘Konigstiger’ (foto web)

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- perenni da fiore reciso

Distanza d’impianto La distanza di impianto dipende dal vigore varietale e dalla durata di sfruttamento; per facilitare la scerbatura meccanica piantare a file singole distanziate di 100 cm oppure a file binate distanziate di 5060 cm, lasciando tra le piante 40 cm. Preferire una posizione protetta dai venti oppure sostenere le piante con tutori laterali e 2 strati di rete a maglie grandi.

il primo anno, di 8 il secondo e di 10-12 il terzo; ‘Rotgold’ al 2° anno può produrre 18 steli per pianta. Concimazioni di copertura Il fabbisogno di sostanze nutritive viene soddisfatto da 2 concimazioni in copertura, nel periodo maggio-giugno, ottenute con la distribuzione di 50 gr/mq di concime granulare complesso. Il massimo fabbisogno di elementi nutritivi coincide con il periodo di allungamento degli steli fiorali, durante il quale il terreno va, anche, mantenuto costantemente umido.

Durata economica dell’impianto La durata economica dell’impianto da fiore reciso è di 3 anni; la produzione è di 3 steli

Helenium ‘Margot’ (foto web)

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Irrigazione Irrigare regolarmente fino alla fioritura e dopo l’impianto delle giovani piante evitando, però, ogni eccesso. Rompere regolarmente la crosta che si forma dopo le irrigazioni per aspersione oppure


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- perenni da fiore reciso

evitarne la formazione mediante uno strato di pacciamatura organica o l’uso di sistemi di irrigazione localizzata. Prevenire l’inerbimento L’ inerbimento viene combattuto medianHelenium ‘Waltraut’ (foto web) te leggere lavorazioe più adatti alla commercializni del terreno o distribuendo zazione. erbicidi come Kerb (in inverno Per la decorazione dei giardiin preimpianto alla dose di 40 ni Hellenium viene impiantato gr per 100 mq), Gesatop (in alla densità di 3-4 piante per preemergenza a 10-20 gr per mq, Hellenium hoopesii a 6 100 mq), Venzar (prima della per mq. germogliazione e in preemergenza. alla dose di 20 gr per 100 mq).

LUCE

Preferire una posizione soleggiata per avere fiori recisi di buona qualità; la sensibilità al fotoperiodo non è conosciuta.

Programmazione Le varietà tardive e più alte possono essere tagliate, a fine maggio-inizio giugno, ad una altezza di 30-40 cm in modo da ritardare la fioritura a settembre-ottobre quando il mercato è più ricettivo e da aumentare la produzione di steli più robusti, lunghi 80-100 cm

TEMPERATURA

La germinazione dei semi avviene in 8-12 gg a 22°C; le giovani piante vengono coltivate a 9-13°C per mantene-

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- perenni da fiore reciso

non lasciare i fiori all’asciutto per più di 5-6 ore. La durata in vaso è di 4-6 giorni, l’aggiunta di conservanti la prolunga a 10-12 giorni. La produzione di questi fiori recisi è conveniente per le aziende che vendono direttamente ai consumatori in quanto si ottengono grosse quantità su superfici ridotte.

re compatta la chioma; la radicazione delle talee richiede 2-4 sett. a 20-22°C.

RACCOLTA e IMPIEGO

Gli steli vengono raccolti quando i fiori sono aperti a metà e messi rapidamente in acqua; la conservazione in acqua è necessaria anche durante la catena commerciale;

NB. In Rosso sono segnalati i prodotti REVOCATI mentre in Verde quelli AUTORIZZATI, in ARANCIONE i prodotti in scadenza o alcuni formati autorizzati.

Helenium ‘Baudirektor Linne’ (foto web)

Helenium ‘Kanaria’ (foto web)

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- perenni da fiore reciso

MALATTIE E PARASSITI Marciume Radicale Pythium spp Sintomi: le piante ingialliscono, appassiscono e disseccano; le radici sono colpite da un marciume bruno scuro che provoca la disorganizzazione dei tessuti corticali. Difesa: osservare le norme di prevenzione; trattare per irrigazione con soluzioni di Previcur, Fongarid, Apron, Aliette. Tracheomicosi Verticillium spp Sintomi: le foglie ingialliscono a partire dai margini e poi seccano; i sintomi compaiono inizialmente da un solo lato della chioma e poi la interessano interamente; gli steli, in sezione trasversale, mostrano un imbrunimento dei tessuti conduttori. Difesa: osservare le norme di prevenzione ruotando le superfici a coltura, moltiplicando solo piante madri selezionate, eliminando prontamente

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- perenni da fiore reciso

asciutti, impianti troppo fitti e gli eccessi di azoto; dall’inizio della infezione irrorare ripetutamente Saprol, Nimrod, Thiocur, e altri antioidici.

le piante infette; irrigare con soluzioni di Benlate od Octave per evitare la diffusione della infezione. Mal Bianco Erysiphe cichoracearum Sintomi: su steli, foglie e fiori si sviluppano macchie tondeggianti di un deposito basso, polverulento, biancastro; le macchie poi si estendono e confluiscono; i tessuti sottostanti necrotizzano e la vegetazione viene rallentata. Difesa: evitare terreni troppo

Maculatura fogliare Entyloma spp Sintomi: sulle foglie si notano delle macchie gialle o brunastre, delimitate dalle nervature, che poi su entrambi i lati si ricoprono di fruttificazioni biancastre. Difesa: l’infezione è favorita da prolungate bagnature del fogliame e si perpetua sui residui di coltura; scegliere posizioni ben ventilate, spaziare adeguatamente, combattere le erbe infestanti, pulire le piante a fine stagione e allontanarne i residui; trattare durante il periodo di sviluppo dei fiori con triazolici inibitori della sintesi degli steroli, o ripetutamente con Dithane.

Helenium (foto web)

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- perenni da fiore reciso

Nematodi fogliari Aphelenchoides spp Sintomi: sulle foglie si manifestano delle aree acquose, clorotiche e poi brune, ben delimitate dalle nervature; le foglie molto infette seccano e Helenium autumnale (foto web) l’intera pianta può morire. irrorare dall’inizio della inDifesa: selezionare le pianfestazione Neoron, Danitol, te madri; ridurre le irrigazioni Matacar, Vertimec, Brigata, per aspersione; eliminare le Nexter. piante infette; irrorare ripetutamente con Vertimec, LanVirosi - Hel. VS, Hel. VY nate, Metasystox R; spargere Sintomi: le ligule mostrano Temik. delle rotture di colore, sono distorte e in numero ridotto; Acari tetranichidi le foglie evidenziano mosaicaSintomi: la pagina fogliare ture, decolorazioni ad anello, superiore mostra delle decodeformazioni; la pianta risulta lorazioni puntiformi, poi innanificata. giallisce e secca; sulla pagina Difesa: allontanare prontainferiore si notano i piccoli pamente le piante infette; selerassiti rossastri o giallastri. zionare le piante madri utilizDifesa: irrigare regolarmenzando solo piante madri sane. te durante i periodi siccitosi;

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- perenni da fiore reciso

AVVERTENZE I metodi di difesa indicati sono frutto dell’esperienza dell’autore, delle informazioni raccolte presso gli operatori del settore e dei riscontri bibliografici, tuttavia le condizioni di applicazione, la condotta delle colture, lo stato delle piante, la sensibilità varietale ed il clima condizionano pesantemente i risultati, per cui i trattamenti riportati (prodotto commerciale, concentrazione, modalità di applicazione) devono essere intesi dal lettore come una indicazione di larga massima, per la quale non è possibile accettare alcuna responsabilità. Sarà cura del lettore effettuare delle prove di validazione nelle proprie condizioni per accertare eventuali controindicazioni. Nella formulazione degli interventi di difesa, non si inteso dare alcuna particolare

evidenza ai prodotti commerciali indicati, ne per quelli non riportati deve intendersi alcuna esclusione pregiudiziale; semplicemente per ragioni di spazio, è stato indicato un solo formulato per ciascun principio attivo. Alcuni dei prodotti commerciali indicati non sono registrati in Italia, potrebbero non essere più registrati al momento della pubblicazione, non essere registrati sulle colture ornamentali o per le coltivazioni sotto protezione o per quella particolare applicazione. La loro menzione in questo volume, dovuta all’efficacia dimostrata, serve a completare l’informazione fornita. La decisione di un loro eventuale impiego spetta unicamente al coltivatore che deve essere consapevole delle conseguenze legali che ne potrebbero derivare.

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AZiende/Prodotti

Dümmen Orange: Erysimum compatti WallArt

Nuovo punto di forza tra le piante perenni: la gamma di Erysimum compatti WallArt sarà in grado di trasformare qualsiasi sistemazione a verde in un’opera d’arte Gli ibridi di Erysimum sono piante da fiore popolari per la

creazione di bordure perenni. Fioriscono presto e atti-

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Serie con fiori grandi e uniformi In inglese Wall Art significa “murales” o arte murale, qualcosa che non si è soliti associare alle piante o ai fiori. Ma con le nuove varietà di Erysimum Berry Lemonade, Citric, Pearl e Pink Lemonade, l’azienda ibridatrice dimostra che l’idea funziona benissimo anche con le sistemazioni a verde. Questi ibridi semieretti

rano molti insetti con la loro fragranza. Dümmen Orange lancia simultaneamente quattro nuove fantastiche varietà ibride compatte di Eriysimum che compongono la nuova serie WallArt. I fiori grandi e uniformi con colori che vanno dal delicato bianco perla al rosso rosato vivo e al viola sono perfetti per qualsiasi bordura perenne, ma sono in grado di arricchire anche qualsiasi balcone o patio.

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di Erysimum producono fiori molto uniformi e grandi e sono caratterizzati da un portamento compatto, robusto e ben ramificato, una lunga finestra di fioritura e una fragranza molto intensa. Delicato e robusto nel contempo Nel gruppo delle varietà multicolore, Berry Lemonade è uno dei colori più particolari della serie WallArt. I colori delle sue infiorescenze spaziano dal giallo intenso e rosso arancio a suggestive tonalità di lilla e viola. Un fan-

tastico gioco di colori con una serie di sfumature intermedie in grado di tenere il passo con la tavolozza di colori di qualsiasi artista di strada. I colori dei fiori contrastano splendidamente con il verde fresco delle foglie. Pink Lemonade è una nuova varietà di Erysimum che ha un gioco di colori simile ma leggermente più delicato e contenuto nel complesso rispetto a Berry Lemonade. Dominano sfumature di colore dal giallo tenue al giallo intenso e lilla, che si stagliano meravigliosamente sulle fresche foglie verdi.

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de di Erysimum sono alte circa 15-20 centimetri e sono in grado di fiorire fin dal primo anno. La loro stagione di fioritura naturale è la primavera. La serie WallArt è solo leggermente resistente al gelo (-3°C) ma sverna facilmente in serra fredda. Un altro bonus per i coltivatori: le varietà della gamma WallArt non richiedono vernalizzazione per l’induzione a fiore e possono quindi essere coltivate come perenni estive in grado di fiorire fin dal primo anno. In questo caso possono essere coltivate anche all’aperto. Per i consumatori, il posizionamento ideale per questa

Nel gruppo degli Erysimum gialli il nuovo WallArt Citric è altrettanto fresco e originale. I suoi fiori radiosi variano da sfumature tenui a intense di giallo limone, in grado di creare riflessi radiosi e accattivanti in qualsiasi sistemazione a verde. Nel gruppo degli Erysimum bianchi, Pearl ha un aspetto complessivamente più raffinato grazie ai suoi delicati fiori color perla. È anche una fantastica perenne estiva Tutte e quattro le varietà ibri-

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perenne che ama il caldo è in pieno sole, in un giardino roccioso o su un balcone esposto a sud. Ampia gamma di piante perenni La nuova serie WallArt è un’ulteriore aggiunta accattivante e di facile manutenzione alla vasta gamma di perenni Dümmen Orange. I nuovi ibridi di Erysimum migliorano notevolmente qualsiasi sistemazione a verde e possono essere facilmente abbinati a moltissime piante annuali e perenni da giardino e da balcone. E non è tutto: sono in arrivo molte altre novità dai colori intensi! Una vera attrazione, anche per i coltivatori che sono sono soliti produrre piante perenni.

Orange, sia i coltivatori che i consumatori potranno contare su prodotti sostenibili. Con piante altamente resilienti e una grande varietà e diversità sia nei colori che nelle bellissime forme di fiori e foglie, il successo è garantito - sia per i coltivatori nell’arco di tutto il periodo di coltivazione che per i consumatori che le pianteranno in giardino, sul balcone o sul patio.

L’intera gamma di perenni di Dümmen Orange viene ibridata e prodotta con la massima cura. Poiché la resilienza naturale è una caratteristica chiave delle piante di Dümmen

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eventi e fiere

Myplant & Garden 2022, il grande ritorno In presenza e in sicurezza, 650 aziende in esposizione e quasi 19mila visitatori hanno confermato essere Myplant il centro, riferimento e motore di tutte le filiere del verde in Italia e non solo

nizzatori stanno già lavorando sulla prossima edizione (22-24 febbraio 2023). Un’edizione importantissima,

Milano, 28 febbraio 2022 - Si è appena chiusa nei padiglioni di FieraMilano Rho la VI edizione di Myplant, e gli orga-

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la VI, che ha segnato il ritorno in presenza del più importante e decisivo momento commerciale, culturale e relazionale dei principali attori delle filiere del verde vegetale e costruito. Dal 23 al 25 febbraio si sono finalmente riaperte le porte dei padiglioni del Salone internazionale del Verde, dove le imprese del comparto (20% dall’estero – soprattutto da Olanda, Danimarca, Germania e Francia) hanno potuto mostrare vis a vis tutte le novità a un numero altissimo di visitatori professionali (18.650) – apprez-

zatissimi dagli espositori per l’alto livello di preparazione, serietà e concretezza - che hanno percorso e ripercorso i 45.000mq dei padiglioni 12, 16 e 20 in cerca di prodotti, soluzioni, progetti, contatti e idee per alimentare un business in ottima salute. Un business che a Myplant ha fruttato molti ordinativi, intercettato clienti e canali potenziali, rinvigorito relazioni sbiadite o distanti, ha gettato le basi per costruire alleanze, valutare nuove strade e sperimentare nuove solu-

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zioni imprenditoriali. Ma non solo: mondo della politica, dell’imprenditoria, della rappresentanza, delle professioni hanno riconosciuto e alimentato questo successo, partecipando a incontri, convegni e dibattiti di altissimo livello tecnico e dalla grande visione strategica. Importanza del verde per la qualità della vita, la salute e il benessere dentro e fuori gli ambienti domestici e urbani, rigenerazione delle città, opportunità e criticità interne ed esterne al settore – PNRR, bonus verde, transizione energetica, transizione ecologica, fabbisogno e costi imprenditoriali - e poi cambiamenti climatici, qualità della vita, bellezza, salute, abitudini green, verde sportivo, Innovation Technology, Green Business, ambiente, sostenibilità, innovazione e trend di consumo sono alcuni dei

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temi emersi con prepotenza negli ultimi mesi attorno al tema del verde e che sono stati approfonditi in fiera: confermando le date di febbraio, l’organizzazione di Myplant & Garden ha riproposto con grande forza e autorevolezza l’Italia quale riferimento imprescindibile – commerciale, produttivo, logistico e culturale – nel contesto fieristico dell’industria e dei mercati internazionali del verde. Nonostante le incertezze di questi anni, cui si sono aggiunte quelle degli ultimissimi giorni, Myplant è stata in grado di organizzare l’incoming di 116 delegazioni ufficiali di buyer internazionali da trenta Paesi, soprattutto dall’Europa - principale mercato di sbocco dei prodotti italiani (84% dell’export) -, il 44% dei quali dall’Est Europa, dal bacino meridionale del Mediterraneo

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(10% dei buyer) e dal Medio Oriente, importante mercato – floricolo, vivaistico e progettuale - emergente (10% dei buyer). Le delegazioni si sono dichiarate ampiamente soddisfatte e colpite per la qualità della manifestazione e l’offerta straordinaria per profondità, quantità e varietà delle proposte degli espositori.

da insegne internazionali di vendita, marchi della distribuzione continentale (cate-

A costoro si sono aggiunti in autonomia – dichiaratisi incerti sino all’ultimo circa la reale possibilità che un evento di queste dimensioni potesse davvero realizzarsi - altri 150 buyer, anch’essi provenienti

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Svizzera, Ungheria, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Slovenia, Croazia, Grecia, Austria, Belgio, Regno Unito per quanto riguarda l’Europa; importanti le presenze di compratori da Israele, Cipro, Arabia Saudita, Turchia, Iran, Kuwait, Qatar; comprensibil-

ne Garden Center, GD, DIY, Home & Garden, e-commerce), responsabili di progetti di rigenerazione urbana, dirigenti pubblici, sviluppatori immobiliari, rappresentanti di circuiti alberghieri, turistici e sportivi internazionali. Picchi di ingresso da Romania,

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Romagna. Più di 200 (10% dall’estero, soprattutto da Olanda, Germania e Spagna) gli ingressi di giornalisti, operatori televisivi, blogger, cui va il ringraziamento della Direzione per la vicinanza mostrata e l’esplosione mediatica – cui si è accompagnata quella Social data all’evento fieristico.

mente residuali quelle dalle Americhe (USA e Brasile) e dall’Estremo Oriente (Cina, Giappone, Corea del Sud, Indonesia). In termini generali, la provenienza degli espositori è stata per l’80% dall’Italia. A guidare le classifiche regionali, spicca la Lombardia, seguita da Veneto, Toscana ed Emilia-

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grande vivacità del Pad. 12, dedicato da un lato al mondo del reciso e della decorazione home & garden, dall’altro al verde, al garden care e alle soluzioni per i punti vendita. Il Pad. 16 ha dato prova di forza e completezza, concentrando l’offerta soprattutto sul settore dei fiori e delle piante in vaso. Il Pad. 20, ritmato dagli eventi dedicati al paesaggio e al verde sportivo da un lato, alla arboricoltura, alla manutenzione del verde e ai macchinari dall’altro, ha messo in mostra una selezione di

La rapida panoramica dei padiglioni, complessivamente composta da una maglia espositiva di 4,5ha, ha ribadito la

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prodotti da vivaio, proponendo con forza le potenzialità di una sinergia sempre più necessaria tra il mondo dell’architettura green, della pianificazione urbana, della fornitura e della manutenzione del verde, sia esso sportivo, pubblico, privato e dell’accoglienza. “Ciò che è accaduto – affermano gli organizzatori – è qualcosa di straordinario. Le aziende hanno risposto al richiamo di Myplant riconoscendone il valore, e i visitatori si sono mobilitati. Le energie messe in campo da tutti si sono sommate e moltiplicate. Abbiamo attivato nuove straordinarie collaborazioni, avviato progetti nuovi da sviluppare e irrobustito la solidità di molte situazioni: lavoriamo già su alcuni aspetti da rafforzare e ingrandire – anche in termini di spazi espositivi – nei padiglioni di FieraMi-

lano Rho nei prossimi anni, a partire dall’appuntamento del 2023: la settima edizione di Myplant & Garden si terrà dal 22 al 24 febbraio”.

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TECNICA

Christine Casey 1, Ann Chase 2

Pratiche correnti di lotta integrata ai parassiti nella produzione di piante ornamentali da vaso e giardino Parte prima

da giardino) e per la decorazione di balconi e d’interni (piante da vaso). Questo gruppo di prodotti comprende

Le piante ornamentali da vaso e giardino vengono prodotte per essere utilizzate nel paesaggismo all’esterno (piante

Dipartimento di entomologia e nematologia, University of California, Davis Chase Agricultural Consulting, Cottonwood, AZ

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circa un centinaio di specie di piante e diverse centinaia di varietà. Non tutti i coltivatori producono lo stesso mix di piante, anche se ci sono alcune specie di piante comuni a tutti i coltivatori. Alcune piante appartenenti alla stessa specie possono essere prodotte e utilizzate sia come piante da giardino che come piante da vaso, mentre altre sono coltivate esclusivamente per uso

in vaso o in aiuola e giardino. Gli artropodi, le malattie e gli organismi infestanti comuni si presentano su tutte le specie di piante coltivate. In California, la produzione di queste piante è rapida; un ciclo di produzione di otto-dieci settimane rappresenta solitamente la norma. La maggior parte dei coltivatori realizza i propri profitti grazie alla rapida rotazione di un gran numero

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di piante, che si traduce in una bassa tolleranza ai danni provocati dai parassiti e in opzioni limitate per il controllo biologico. Controllo degli insetti/acari Esistono diversi importanti insetti artropodi parassiti in grado di colpire le piante ornamentali da vaso e da giardino in produzione. Questi insetti parassiti vengono descritti sotto in ordine di importanza e gravità.

insetto piccolo (1,5 millimetri circa), altamente mobile e polifago. I tripidi possono insinuarsi nelle serre attraverso gli impianti di ventilazione e le porte, essere trasportati in serra sui vestiti o per mezzo di piante e talee infestate, o rimanere in vita tutto l’anno su eventuali erbacce e le infestanti presenti in serra. I danni da tripidi e da Frankliniella di solito si manifestano sotto forma di fogliame o fiori deturpati, stentati o distorti, o sotto forma di aree bianche su foglie o petali. Potrebbe essere visibile del materiale fecale nero sul tessuto danneggiato. I tripidi e gli esemplari di Frankliniella spesso si

Tripide occidentale dei fiori - Frankliniella occidentalis Il tripide occidentale dei fiori Frankliniella occidentalis è un

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nutrono all’interno dei boccioli in fase di sviluppo cosicché il danno non risulta visibile fino a che il fiore non si schiude, e a quel punto la pianta potrebbe essere talmente danneggiata da risultare invendibile. I tripidi occidentali dei fiori sono inoltre vettori di pericolosi tospovirus come l’impatiens necrotic spot virus (INSV) ed il tomato spotted wilt virus (TSWV). I tripidi e la Frankliniella possono infestare qualsiasi coltura ornamentale da giardino in numero sufficiente da causare danni e la perdita di piante, anche se la presenza di questi parassiti è solitamente più bassa in primavera e in autunno. I tripidi occidentali dei fiori infesteranno tutte le piante della serra a meno che non vengano adottate prontamente

misure di controllo. In caso di infezione da INSV o TSWV potrebbe andare perduto l’intero raccolto. I programmi di monitoraggio dei tripidi e della Frankliniel-

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la occidentalis includono il ricorso a trappole adesive (gialle o blu) e l’ispezione diretta delle piante. Le trappole adesive possono essere utilizzate per tracciare i cambiamenti nella popolazione ed avviare eventuali contromisure prima che le piante subiscano danni significativi. Una soglia d’azione di 10 tripidi/trappola/settimana è stata determinata per la coltivazione di rose da reciso in serra dalla Rose Pest Management Alliance.

La rotazione dei prodotti antiparassitari è essenziale, poiché i tripidi occidentali dei fiori sono noti per aver sviluppato una resistenza in passato. I principi attivi raccomandati includono spinosad, novaluron, avermectin, neem e alcuni degli insetticidi neonicotinoidi autorizzati. Molti coltivatori usano ancora insetticidi a base di carbammati (mesurol), organofosfati (acefato) e piretroidi (fenpropatrina) nonostante la disponibilità di efficaci pesticidi a rischio ridotto. La maggior parte dei trattamenti viene effettuata con uno spruzzato-

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re idraulico, anche se alcuni coltivatori usano attrezzature specializzate per l’applicazione in grado di nebulizzare gli antiparassitari a formare gocce di dimensioni molto più piccole (nebulizzatore: 30-60µ vs. spruzzatore idraulico: 100-400µ).

non adeguatamente controllate. I coltivatori sono inoltre soliti lasciare vecchie piante da fiore invendute in serra e la loro tempestiva rimozione contribuisce anch’essa al controllo dei tripidi occidentali dei fiori. Sostituire le pavimentazioni delle serre in terra o ghiaia con cemento può ridurre sostanzialmente il livello di infestazione da Frankliniella di tripidi poichè quest’ultima si impupa nel terreno, ma per alcuni coltivatori questa operazione ha un costo proibitivo.

Le erbacce in serra sono ospiti sia di tripidi occidentali dei fiori che di tospovirus e possono avere un impatto significativo sul numero di tripidi e di virus presenti in serra se

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Vi sono indicazioni che l’uso di un fertilizzante a base di silicato di potassio possa rendere le piante più resistenti agli attacchi dei tripidi occidentali dei fiori anche se ciò deve ancora essere sottoposto a sperimentazione su larga scala nella produzione industriale. Suggeriamo tuttavia di incorporare questa soluzione nel vostro programma di gestione integrata dei parassiti. Il controllo biologico include il biopesticida BotaniGard (Beauveria bassiana), che è più efficace durante l’autunno e la primavera quando la riproduzione dei tripidi è più lenta e c’è poca pressione migratoria verso la serra. L’acaro predatore del suolo, Hypoaspis miles, viene rilasciato facilmente e può fornire un controllo a lungo termine se distribuito sulla pavimentazione in serra. Questo prodotto è tuttavia incompatibile con molti fungicidi. L’efficacia dell’acaro predatore Ne-

oseiulus cucumeris usato in combinazione con spinosad è stata dimostrata nell’ambito della produzione di piante da giardino nel Massachusetts, ma questo insetto predatore non è ancora comunemente utilizzato in California e in altri stati. L’acaro preda-

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tore Amblyseius swirskii, un efficace predatore di tripidi e mosche bianche, sta ultimamente prendendo piede in California. Anche l’insetto predatore Orius insidiosus si può utilizzare per il controllo biologico dei tripidi, tuttavia la

diapausa invernale

naturale viene raramente utilizzato nelle serre californiane. Ragnetto rosso Tetranychus urticae Il ragnetto rosso è un piccolo (1,5 mm circa) artropode parassita altamente mobile e polifago. Questi piccoli acari possono introdursi in serra portati dal vento e dalle correnti d’aria o spostarsi dal

può

limitarne l’uso e per questo motivo questo nemico

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vecchio materiale vegetale infestato presente in serra sulle nuove piante in coltivazione. Sono anche facilmente diffusi dal personale in serra. I ragnetti rossi si cibano della maggior parte delle piante ornamentali da giardino e da vaso. Gli acari, nutrendosi, creano aree punteggiate bianche sul fogliame e antiestetiche ragnatele sulle piante. Gli acari sono in grado di infestare qualsiasi coltura di piante da giardino e da balcone in numero sufficiente da causare problemi e giustificare l’adozione di contromisure e la loro presenza nella coltura può essere determinata solo

per mezzo di un’attenta e accurata ispezione delle piante. Un piano di campionamento per determinare la presenza-assenza di acari basato su una soglia di intervento di cinque acari mobili per foglia è stato ratificato dalla Rose Pest Management Alliance, ed un piano di campionamento simile

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per determinare la presenzaassenza di acari è stato ratificato anche per le colture di impatiens da giardino (Impatiens walleriana). Poiché esiste sul mercato un gran numero di acaricidi efficaci, la maggior parte dei coltivatori è solita semplicemente iniziare un programma di lotta non appena viene rilevata la presenza di acari sulle piante. Solitamente il programma di difesa prevede trattamenti con acaricidi ogni dieci-quattordici giorni con uno spruzzatore idraulico. La rotazione dei prodotti antiparassitari è essenziale, poiché gli acari sono noti per aver sviluppato in passato una resistenza ai prodotti utilizzati. I prodotti acaricidi raccomandati includono preparati a base di abamectina, bifenazato, acequinocyl, fenpyroximate, spiromesifen, clorfenapyr, olio bianco, prodotti a base di neem e gli inibitori della crescita degli acari hexythiazox e clofentazine.

Uno studio svolto in Kansas ha dimostrato che l’acaro predatore, Phytoseiulus persimilis, è efficace quanto i prodotti antiparassitari a base di bifenazato nel controllo dei ragnetti rossi su impatiens. Fine prima parte

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Clamer informa Marzo 2022

TECNICA

Tommaso Cataldi 1 tommaso.cataldi@uniba.it Ilario Losito 1 ilario.losito@uniba.it Pietro Santamaria 2 pietro.santamaria@uniba.it

Microortaggi di specie oleaginose: una promettente fonte di acidi grassi essenziali

I microortaggi di soia, chia, colza, girasole e lino contengono acidi grassi essenziali di tipo omega-6 (in particolare l’acido linoleico) e omega-3 (soprattutto l’acido alfa-linolenico). È quanto emerge dai risultati di una ricerca condotta dall’Università di Bari Dipartimento di Chimica Università degli Studi di Bari Aldo Moro Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali Università degli Studi di Bari Aldo Moro

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Nell’arco di circa tre decenni, i microortaggi, plantule raccolte pochi giorni dopo la germinazione e ottenute da semi di piante edibili normalmente consumate nella forma matura, hanno fatto molta strada in termini di importanza per la gastronomia e la nutrizione umana. Da semplici curiosità culinarie, proposte alla fine degli anni Ottanta da chef californiani per guarnire ed abbellire i loro piatti, essi sono infatti diventati oggetto di crescente interesse per la capacità di fornire composti benefici per l’uomo, come vitamine, carotenoidi, fenoli, glucosinolati, spesso presenti in quantità superiori a quelle dei corrispondenti prodotti maturi. In virtù di ciò, nonché della possibilità di es-

sere cresciuti in spazi ristretti

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e raccolti in tempi relativamente brevi, ne è stata ipotizzata anche la coltivazione in stazioni orbitanti o colonie spaziali, al fine di contribuire ad una sana alimentazione degli astronauti con prodotti naturali vegetali. In un recente studio, pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Agricultural and Food Chemistry dell’American Chemical Society, due gruppi di ricerca afferenti ai dipartimenti di Chimica e Scienze AgroAmbientali e Territoriali dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro hanno aperto un possibile nuovo fronte di interesse in questo contesto. Infatti, i ricercatori hanno preso in esame i microortaggi di soia, chia, lino, girasole e colza, piante di cui vengono sfruttati a scopo alimentare prevalentemente i semi, o tal quali o per estrar-

ne olii. Lo studio ha analizzato la componente lipidica dei cinque tipi di microortaggio, in particolare i glicerofosfolipidi, costituenti fondamentali delle membrane biologiche, caratterizzati dalla presenza nella loro struttura di un’unità di glicerolo legata ad un gruppo polare e a due acidi grassi

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polare: fosfatidil-coline (PC), -etanolammine (PE), -gliceroli (PG), -inositoli (PI). Attraverso la quantificazione è stato possibile evidenziare un contenuto rilevante (fino a 500-600 mg totali per 100 g di microortaggio liofilizzato) di tali composti soprattutto nei microortaggi di chia, lino e colza. Inoltre, nei cinque microortaggi è stata osservata una specifica distribuzione quantitativa delle quattro

a lunga catena. Avvalendosi di un metodo di analisi avanzato, basato sull’accoppiamento fra la cromatografia liquida ad interazione idrofila e la spettrometria di massa in trasformata di Fourier (HILICFTMS), i ricercatori hanno riconosciuto nelle cinque tipologie di microortaggio circa 60 diversi glicerofosfolipidi nella loro forma intatta, suddivisi in quattro classi principali, in base alla natura del gruppo

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classi di composti. Lo studio delle strutture dei glicerofosfolipidi ha messo in luce la frequente presenza in esse di acidi grassi essenziali di tipo omega-6, in particolare l’acido linoleico, e omega-3, soprattutto l’acido alfa-linolenico. Il confronto con studi precedenti, dedicati al profilo lipidico dei semi delle cinque piante in esame, ha evidenziato la tendenza all’aumento della quantità di acido alfalinolenico nei microortaggi rispetto ai semi. L’effetto è risultato particolarmente evidente nella micro chia, in cui

è stato stimato un quantitativo di circa 160 mg di acido alfa-linolenico per 100 g di prodotto liofilizzato, una quantità non trascurabile rispetto al fabbisogno giornaliero umano di tale composto, stimato fra 1 e 2 g. Lo studio apre nuove stimolanti prospettive nel già vivace contesto di ricerca sui microortaggi, suggerendo la possibilità di considerare quelli ottenuti da piante oleaginose come fonti aggiuntive di acidi grassi essenziali nella dieta quotidiana, un aspetto

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che potrebbe rivelarsi particolarmente interessante nell’ambito di diete di tipo vegetariano o vegano. Riferimento bibliografico Castellaneta A., Losito I., Leoni B.,

microgreens. Journal of

Santamaria P., Calvano C.D., Catal-

Agricultural

di T.R.I., 2022. Glycerophospholi-

Chemistry

pidomics of five edible oleaginous

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and

Food


Clamer informa Marzo 2022

Piante

Angelo Signore 1 angelo.signore@uniba.it Pietro Santamaria 1 pietro.santamaria@uniba.it Gabriella Sonnante 2 gabriella.sonnante@ibbr.cnr.it

Come salvare dall’estinzione e promuovere una antica varietà di carciofo: il caso del ‘Carciofo di Lucera’

La rivista Horticulturae ha pubblicato i risultati su recupero, caratterizzazione e conservazione del ‘Carciofo di Lucera’, antica risorsa genetica a rischio di estinzione Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali Università degli Studi di Bari Aldo Moro 2 Istituto Idi Bioscienze e Biorisorse Consiglio Nazionale delle Ricerca di Bariz 1

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Le attività che i ricercatori dell’Università e del CNR di Bari hanno sviluppato sono otto: 1. Storia (acquisizione di informazioni attraverso un accurato lavoro di indagine bibliografica e territoriale); 2. Recupero (ricerca e raccolta di materiale per la propagazione agamica della varietà locale); 3. Conservazione ex situ; 4. Caratterizzazione (morfologica e genetica, compresa quella agronomico-produttiva); 5. Risanamento fitosanitario e registrazione; 6. Banche dati; 7. Redazione di schede descrittive; 8. Conservazione in situ.

apice piano e brattee esterne violette con sfumature verdi e una spina appena accennata. Durante il recupero della risorsa dal campo, sono state raccolte diverse informazioni che hanno permesso di retrodatare la coltivazione del carciofo in Puglia di circa 200 anni. Finora si è sempre rite-

Sono state recuperare tre popolazioni di ‘Carciofo di Lucera’ coltivate da pochi contadini, ubicate nell’agro del comune di Lucera. I capolini principali hanno forma ovoidale, con

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fermata anche nelle opere architettoniche, come si evince dal bassorilievo posto sull’architrave di una residenza nobiliare denominata “Palazzo Lombardi” (XVIII sec.), che potrebbe derivare dal riuso di materiali architettonici provenienti dalla fortezza svevo-angioina del XIII secolo situata a Lucera (Fig. 2). Grazie alla caratterizzazione molecolare basata su 17 marcatori SSR (Simple Sequence Repeats) negli stessi loci precedentemente ottenuti in 11 varietà di carciofo rappresentanti i principali gruppi morfo-agronomici, il ‘Carciofo di

nuto che la coltivazione del carciofo si sia diffusa dall’Italia Meridionale verso quella Settentrionale. Le fonti storiche attribuiscono agli Spagnoli, i quali verso la seconda metà del Quattrocento controllavano Napoli e la Sicilia, l’introduzione di questa specie. In questa pubblicazione viene formulata un’ipotesi diversa: non gli Spagnoli, ma i Saraceni sarebbero stati gli artefici di tale introduzione. La presenza del carciofo a Lucera fin dall’antichità è con-

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nel database hanno prodotto una scheda tecnica che sarà utilizzata dai tecnici regiona-

Lucera’ è da ascrivere al tipo ‘Romanesco’ (fig. 3). Tutte le informazioni raccolte

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li per destinare finanziamenti agli “agricoltori custodi” e, eventualmente, per mantenere tale risorsa nel suo sito di coltivazione originario per la conservazione in situ. Inoltre, l’attività di risanamento mediante micropropagazione e termoterapia ha consentito di avere piante madri dalle quali poter ottenere carducci sani per la propagazione agamica. Oggi il “Carciofo di Lucera” viene coltivato in orti di ridotte dimensioni da pochissimi agricoltori anziani o pensionati e, forse per questo motivo, le pratiche agronomiche sono spesso manuali con modesti input e macchine operatici. Sulla base di queste risultanze, sarà fondamentale il ruolo degli enti locali per conserva-

re questa risorsa vegetale e, perché no, per renderla protagonista di un itinerario di agrobiodiversità e di promozione culturale nella città di Lucera. Riferimento bibliografico Signore A., Di Giovine F., Morgese A., Sonnante G., Santamaria P., 2022. An Integrated Management of Vegetable Agro-Biodiversity: A Case Study in the Puglia Region (Italy) on the

Artichoke

Landrace

‘Carciofo di Lucera’. Horticulturae, 8, 238.

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