Clamer Informa Maggio 2022

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Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo

Euroflora 20 22 Genova capi tale del floroviv aismo

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Eurofl ora 20 22 Genov a capit ale del flo rovivai smo

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Mensile tec nic scientifico o di orticoltura floricoltura e vivaismo

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Clamer informa Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo

Spedito per oltre 40 anni in versione cartacea ai soli abbonati in tutta Italia, Clamer informa da Gennaio del 2016 abolisce l’abbonamento, la spedizione postale e la stampa, diventando il primo mensile storico della filiera paperless ed esclusivamente digitale.

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Mensile tecnico scientifico di floricoltura orticoltura e vivaismo

Euroflora 20 22 Genova capit ale del floroviv aismo

Una scelta radicale, coraggiosa e deci5 samente ecologica. La quantità di carta, inchiostro e film plastico utilizzati per la stampa e spedizione di 4000 pezzi 11 mesi all’anno non è trascurabile. Se poi prendiamo in considerazione tutte le riviste sul mercato, la quantità di carta e plastica in circolazione è impressionante. Oltre a ciò il numero di numeri spediti è incrementato esponenzialmente così come il numero di lettori. Ogni numero è liberamente condivisibile con amici e colleghi. Non si tratta di un’anteprima o di una versione limitata ma della rivista vera e propria.

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Tony Christensen: Modiform e sostenibilità

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Dümmen Orange: Freek Tromp a capo della Business Unit

“Giardini diffusi”: Franciacorta in fiore is on the road!

La tradizione incontra l’innovazione: La nuova serie di pelargonium Santana resiste alle intemperie e vanta un’ampia gamma di colori

Invito prove varietali floricole primaverili-estive Centro Po di Tramontana

Chiusi gli esami abilitanti: i candidati sono 2.000 (mai così tanti)!

Alberi non nativi, il punto alla FEM con esperti internazionali

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Ridurre la plastica nel florovivaismo: cosa ne pensano i garden center?

Sfogliare la biodiversità: risorse genetiche e biopatriarchi pugliesi

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Danni da bostrico dopo Vaia: finestra didattica per gli studenti FEM

Mercato di Fiori di Pescia. Orlandini Cia Toscana Centro: “Grazie a Niccolai e De Cristofaro. Ora mettere a reddito la struttura”

Firmato un accordo di collaborazione scientifica tra l’associazione dei produttori italiani di mele e la Libera Università di Bolzano

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Con Euroflora 2022 Genova torna ad essere capitale del florovivaismo

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Euroflo ra Genova 2022 capita le del flo roviva ismo

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Dümmen Orange: Freek Tromp a capo della Business Unit

Dümmen Orange nomina Freek Tromp a capo della Business Unit che si occupa di piante tropicali. Si assumerà la responsabilità di guidare l’esecuzione della strategia globale dell’azienda ibridatrice e di promuovere l’ulteriore crescita del business delle piante tropicali

ambizioni personali e professionali, e contribuirà ad accelerare la crescita di Dümmen Orange nel settore delle piante tropicali.

Nella sua nuova posizione, Freek succederà a Wander Tuinier, che ha scelto di lasciare il suo ruolo di Business Unit Head – Tropicals e assumere l’incarico di direttore commerciale per l’Europa e l’Asia.

Questo nuovo ruolo si avvicina maggiormente alle sue

Prima di entrare a far

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parte della Business Unit Tropicals, Freek Tromp era a capo dell’unità Quick Plug di Dümmen Orange. “Freek ha una comprovata esperienza come capo di una Business Unit di successo e siamo molto lieti di accoglierlo nuovamente in questo ruolo nella Business Unit che si occupa di piante tropicali”, afferma Keith Cable, Presidente Americas di Dümmen Orange. “Il suo solido background manageriale, così come la sua esperienza strategica e operativa rappresentano un’ottima scelta.”

“Questa è una fantastica opportunità che mi permetterà di coniugare la mia esperien-

Freek Tromp

za come responsabile della business unit con l’ambizioso programma di Dümmen Orange nel settore delle piante tropicali”, afferma Freek Tromp. “Condivido pienamente la convinzione di Dümmen Orange riguardo al potenziale della tecnologia di ibridazione avanzata per guidare le innovazioni, e sono entusiasta all’idea di poter lavorare con i numerosi clienti della sezione piante tropicali di tutto il mondo”.

Nel segmento Tropicals, Dümmen Orange offre una vasta gamma di varietà, forme e

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colori di Phalaenopsis, Anthurium e Succulente.

Dümmen Orange è un’azienda leader a livello globale nell’ibridazione, propagazione e sviluppo di fiori recisi, bulbi, succulente, piante da vaso, piante da aiuola, piante perenni e piante tropicali. Il suo fatturato annuo è di circa 370 milioni di euro. L’azienda impiega 7.500 addetti in tutto il mondo. Oltre a un’ampia rete commerciale e di marketing, Dümmen Orange dispone anche di una rete diversificata di impianti di produzione specia-

lizzati e di un team di livello mondiale dedicato alla ricerca e sviluppo di prodotti innovativi a valore aggiunto per la propria clientela. Ricercatori e ibridatori collaborano per migliorare le caratteristiche delle colture, come il colore dei fiori, la fragranza e il portamento, ma anche tratti meno visibili come la resistenza alle malattie, la resa e la durata in vaso o nel punto vendita. Dümmen Orange sviluppa prodotti per una vasta gamma di tipologie di piante nel settore floricolo e vanta un imponente portafoglio varietale.

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“Giardini diffusi”: Franciacorta in fiore is on the road!

Per questa XXIII edizione, Franciacorta in fiore si reinventa e si allarga estendendosi a diversi comuni franciacortini per valorizzare ancora di più il suo territori

I Giardini diffusi sono un’iniziativa promossa dal Comune di Cazzago San Martino e dalla Proloco Comunale in collaborazione con Terra della Franciacorta con l’obiettivo di diffondere la rassegna anche fuori dai suoi confini e promuovere le peculiarità territoriali attraverso

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giardini disegnati e realizzati da professionisti qualificati, allo scopo di mostrare al grande pubblico le nuove tendenze nella progettazione degli spazi verdi.

Dal 20 maggio al 5 giugno i visitatori avranno l’occasione di godersi un tour della Franciacorta tra questi angoli caratteristici.

Franciacorta in Fiore… e dintorni Franciacorta in fiore… e dintorni nasce con lo scopo di rilanciare non solo la rassegna Franciacorta in Fiore, ma anche la terra che la ospita.

grare il programma di iniziative tradizionalmente legate a Franciacorta in fiore.

In tal senso, l’amministrazione comunale ha coinvolto nel progetto le realtà più importanti attive sul territorio (Terra della Franciacorta, Strada del Franciacorta e Fondazione Cogeme) e con loro sta costruendo un palinsesto di eventi che andranno a completare e inte-

L’obiettivo è di valorizzare l’unione del territorio, dei prodotti di queste terre, dei vigneti e dei fiori edibili utilizzati nella ristorazione e che hanno assunto, negli anni, un’importanza sempre maggiore sia per il sapore che per il gusto estetico dei piatti.

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La tradizione incontra l’innovazione: La nuova serie di pelargonium Santana resiste alle intemperie e vanta un’ampia gamma di colori

Le sette varietà della serie di Pelargonium interspecifico donano nuovo impulso alla gamma, garantendo tra l’altro un’elevata tolleranza al caldo rispetto ai gerani zonali tradizionali.

I pelargonium sono parte integrante del giardinaggio da aiuola e contenitore quanto il sole è parte integrante dell’estate. Tuttavia, questa non è l’unica ragione per la quale la nuova serie Santana di Dümmen Orange è l’acquisto imperdibile di questa stagione.

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e possono resistere facilmente a periodi di siccità e persino a forti piogge. Poiché richiedono fondamentalmente un minore quantitativo di acqua, si adattano molto bene alla tendenza dei consumatori che attualmente sono soliti richiedere piante robuste, rispettose dell’ambiente e a basso consumo idrico da usare in aiuola ed in contenitore in giardino, sul patio o sul balcone.

Prestazioni eccezionali in giardino I Pelargonium hanno la fama di essere piante relativamente robuste e dalla fioritura prolungata. La serie Santana porta queste caratteristiche a un livello superiore. Le varietà Santana sono tutte altamente resistenti agli agenti atmosferici e si comportano eccezionalmente bene in giardino nelle condizioni climatiche più disparate. Sono significativamente più tolleranti al calore rispetto alle varietà standard

Sette accattivanti varietà L’ampia gamma di colori delle sette varietà Santana include tutti i colori principali, in modo tale da soddisfare qualsiasi produttore e cliente finale: varie tonalità di rosso, di bianco e varietà bicolore. Il bianco puro di Santana White, il rosa caldo di Santana Pink e il meraviglioso lilla di Santana Purple sono una delizia per gli occhi. La varietà rosso fuoco Santana Fire e la varietà rosso intenso Santana Red rappresentano le sfu-

Santana Pink

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mature di rosso classiche dei gerani, mentre la varietà bicolore Santana Splash (bianca a macchie rosa) e Santana Red Splash (rosa a macchie rosse) garantiscono un tocco affascinante e giocoso alla serie.

Perfetto abbinamento I produttori apprezzeranno particolarmente l’uniformità del portamento e la precocità di questa nuova serie. Ciò permetterà loro di programmare in maniera ottimale i tempi di coltura e di rivendita sul mercato per garantire la fornitura tempestiva e affidabile del quantitativo richiesto di Pelargonium di elevata qualità a grossisti e consumatori. La nuova serie Santana è destinata a conquistare sia i coltivatori che il cliente finale. Disponibile in sette colori, la fioritura abbondante costituita da fiori di grandi dimensioni con petali arrotondati contrasta splendidamente con il fogliame

Santana Purple

verde scuro. In grado di produrre una grande quantità di fiori lussureggianti e duraturi, questa serie di gerani fa un’ottima figura in vaso, in contenitore e in basket ed è perfettamente a proprio agio sia in casa o in giardino in contesti tradizionali o nell’ambito di contesti più sofisticati. Poiché tutte e sette le varietà Santana sono Pelargonium interspecifici, sono tutte ugualmente caratterizzate da un portamento semi-tappezzante che assicura grande volume e una

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co, una notevole tolleranza al calore, un’ottima resistenza alle intemperie e un’eccezionale resa in giardino. Le singole varietà della serie sono state appositamente selezionate per garantire una maggiore durata e resistenza.

In questo modo sarà possibile godere della bellezza delle piante e allo stesso tempo sentirsi a proprio agio nel rispetto dell’ambiente. E tutto ciò da inizio primavera fino a ottobre!

copiosa fioritura. Questo rende i Pelargonium della serie Santana un’eccellente varietà da giardino!

Caratteristiche rivoluzionarie I product manager di Dümmen Orange prevedono un grande futuro per la nuova serie. Non c’è da stupirsi, vista l’importanza delle caratteristiche della serie Santana: un Pelargonium interspecifico con un basso fabbisogno idri-

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Invito prove varietali floricole primaveriliestive Centro Po di Tramontana

Presso il Centro sperimentale ortofloricolo Po di Tramontana è visitabile, previo appuntamento, il confronto varietale di Dipladenia e Coleus

Presso il Centro sperimentale ortofloricolo Po di Tramontana è visitabile, previo appuntamento, il confronto varietale di DIPLADENIA, coltivazione in vaso 14, con varietà commerciali e in test, di tutti i principali ibridatori.

A causa dei tempi di invaso dilazionati, si specifica che, per il TEST DI COLTIVAZIONE IN SERRA: • il materiale SYNGENTA-

LAZZERI- SUNTORYGRAFF-LANNES sarà visitabile dal 26 maggio p.v.

• per il materiale SELECTADUMMEN si consigliano altri 10-15 gg.

Da giugno a settembre saranno visitabili, sempre su appuntamento, i TEST ESTIVI IN FIORIERA: • DIPLADENIA • COLEUS DA TALEA E DA

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vazione nel settore primario Centro Sperimentale Ortofloricolo “Po di Tramontana”, via Moceniga, 7 - 45010 Rosolina (RO) Dr.ssa Giovanna Pavarin Tel. 049-8293955 cell. 346-6786008

SEME, con esposizione al sole e con ombreggio.

Per informazioni o appuntamenti si può rispondere a questa mail o utilizzare i numeri di telefono riportati.

Agenzia veneta per l’inno-

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Chiusi gli esami abilitanti: i candidati sono 2.000 (mai così tanti)!

“Bruciato” anche il record del 2021: +18% sull’anno precedente

ha raggiunto la soglia dei 2.000 candidati (1.950 per l’esattezza, ma stanno ancora affluendo le ultime domande spedite a mezzo raccomanda-

Il 5 maggio si sono chiusi i termini per presentare domanda di partecipazione agli esami abilitanti 2022 e sembra non avere fine la corsa dell’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, che

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tegoria, né del settore agrario né di altro settore professionale, ha mai saputo eguagliare; tutto questo nei peggiori anni del nuovo secolo, funestati dalla pandemia da COVID 19 che ha penalizzato fortemente l’economia e l’occupazione.

ta), così frantumando il risultato del 2021 (1.646 candidati) che era stato a sua volta il migliore di sempre.

Nell’arco di soli quattro anni, dal 2019 al 2022, l’Albo degli Agrotecnici ha più che raddoppiato i propri numeri (passando dai 963 candidati del 2019 ai 1.950 ed oltre del 2022), con una crescita media di oltre il +25% all’anno, per quattro anni di seguito.

Risultati che nessuna altra ca-

Benchè servano ancora parecchi giorni per controllare tutte le domande pervenute (e quelle ultime che perverranno postalmente durante questa settimana) dall’esame

Semi di fiori perenni

LATHYRUS ’Heavenly Blues’

LOBELIA ’White Cardinal’

3700 specie e varietà www.jelitto.com NUOVO

GENTIANA ’Bella Alpinella’

ALCEA ’Purple Rain’

ALLIUM ’Mixed One’

Produzione · Ibridazione · Tecnologia del seme Jelitto Staudensamen GmbH · Germania · www.jelitto.com · info@jelitto.com Telefono 0049 50 71/98 29-0 · Telefax 0049 50 71/98 29-27

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delle prime 683 domande (un terzo del totale) è possibile valutare la qualità degli aspiranti professionisti. Nel ricordare che all’Albo, oltre ai soggetti in possesso di laurea magistrale o di primo livello, si possono ancora iscrivere i diplomati in agraria (seppure con modalità diverse), in generale nel corrente anno: • crescono i laureati magistrali, che salgono al 23% (contro il 21,48% del 2021) del totale, cioè pari a quasi 450 unità; • diminuiscono di circa tre punti percentuali i laureati di primo livello, pari al 38% (contro il 41,81% del 2021) cioè pari a 780 candidati; • crescono di quasi tre punti percentuali i diplomati da Istituti Tecnici Agrari (ex-Periti agrari) che salgono al 22% (contro il 19,60% del 2021) cioè pari a quasi 430 unità;

• pressochè stabile la percentuale dei diplomati da Istituti Professionali Agrari (ex-Agrotecnici), pari al 17% (contro il 17,11% del 2021) cioè 330 candidati.

Fra le lauree magistrali (LM) si registrano le seguenti dinamiche: • crescono ancora di cinque punti percentuali le LM in Agraria, pari al 45% del totale (il dato è significativo, perché nel 2021 si registrò una elevata crescita di questa categoria, che dunque prosegue); • crescono di due punti per-

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lauree del settore Biotecnologico, pari al 9%; • sono sostanzialmente stabili le lauree del settore Agrario/Produzioni animali, al 64% del totale; • diminuiscono di due punti le lauree del settore Ambientale e Naturalistico, pari al 17% del totale; • stabili le lauree minori (Ingegneria ambientale, Architettura del Paesaggio, Chimica, Economia aziendale, ecc.), nell’insieme pari al 10%.

• Da ultimo l’andamento dei diplomati in agraria (che tuttora

centuali le LM in Scienze ambientali e naturali, ora al 24%; • crescono di due punti le LM in Ingegneria ambientale ed Architettura del Paesaggio, pari all’11%; • diminuiscono di un punto le LM in Biologia/Biotecnologia, ora pari all’11%; • diminuiscono di sette punti le altre LM “minori”, nell’insieme pari al 9%; • se ne deduce pertanto un ulteriore rafforzamento degli iscritti delle LM “tipiche” della professione (settore Agrario, Forestale, Ambientale, Naturalistico ed Alimentare) nonché di quelle del settore ingegneristico.

Fra le lauree di primo livello (L) si registrano invece trend di segno parzialmente diverso rispetto alle LM: • crescono di due punti percentuali le

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si possono iscrivere all’Albo, seppure con un percorso diverso dai laureati): • dopo il fortissimo aumento dello scorso anno, sale ancora di oltre tre punti percentuali l’incidenza dei diplomati da Istituti Tecnici Agrari (exPeriti agrari), ora di poco superiore al 56% del totale dei diplomati; • di contro, pertanto, diminuisce di quasi oltre tre punti percentuali l’incidenza dei diplomati provenienti da Istituti Professionali Agrari (ex-Agrotecnici), pari a poco meno del 44%.

strazione della validità delle policies messe in atto dagli Agrotecnici e che si basano su quattro punti: massima assistenza agli iscritti; difesa delle competenze professionali (nel rispetto della concorrenza); moltiplicazione degli “incubatori” di lavoro professionale, per avviare all’attività i più giovani ed i neo-iscritti; una Cassa di previdenza con performances altissime e costi molto bassi.

Sono evidentemente queste le ragioni che fanno registrare fra i candidati agli esami un crescente numero di persone

Gli Agrotecnici detengono inoltre un altro primato: quello di essere l’Albo maggiormente preferito dai giovani che scelgono di avviarsi alla professione fra i quattro esistenti nel settore agrario (Agrotecnici ed Agrotecnici laureati, Agronomi, Periti agrari e Tecnologi alimentari), peraltro con un numero di candidati crescente nel tempo, plastica dimo-

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che dichiarano di essere già iscritte in altri Albi (soprattutto Agronomi e Periti agrari, ma anche Ingegneri e Tecnologi alimentari) e già in attività, ma che desiderano accedere ai vantaggi offerti dall’Albo degli Agrotecnici; si tratta di un numero di candidati che si aggira ogni anno intorno al 5% del totale (86 persone nel 2021), dunque ridotto, ma significativo, perché conferma il crescente appeal degli Agrotecnici anche nei confronti di chi ad un Albo professionale già è iscritto ed esercita l’attività.

Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati

diminuzione dei diplomati exAgrotecnici). E’ evidente che la costante attenzione verso le esigenze degli iscritti e l’impegno nell’accompagnarli e nel tutelarli nel mondo del lavoro professionale vengono sempre più capite ed apprezzate.

Questo ovviamente ci responsabilizza moltissimo: sentiamo il peso di dover rispondere alle esigenze di un così gran numero di giovani (il doppio rispetto a quattro anni fa) ma faremo di tutto per non tradire la fiducia che hanno riposto in noi”.

“Siamo molto soddisfatti del risultato -dichiara Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati-, peraltro ottenuto in un anno non facile, così come non era certamente facile superare i risultati dello scorso anno, quando avevamo registrato una fortissima crescita in tutte le tipologie di lauree (con la sola

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Alberi non nativi, il punto alla FEM con esperti internazionali

Si è conclusa la conferenza finale del progetto Alptrees dedicato a promuovere la conoscenza, i rischi e le opportunità degli alberi non nativi

diventare selvatiche e quindi competere e sovrastare le specie autoctone, trasformando significativamente gli equilibri degli ecosistemi. Ne deriva che questi alberi esotici vanno, quindi, attentamente studiati e monitorati singolarmente per creare adeguati piani di azione e

Le specie arboree non native sono state introdotte nell’area alpina per scopi ornamentali perché si adattano meglio agli ambienti cittadini e risultano più resistenti ai cambiamenti climatici. Possono però causare problemi ecologici perché alcune di loro, se sfuggono agli ambienti urbani, possono

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gestione.

Il progetto europeo Alptrees, che ha visto nei giorni scorsi l’incontro conclusivo alla Fondazione Edmund Mach, promuove la conoscenza degli alberi non nativi per contribuire ad una strategia transnazionale europea finalizzata alla loro gestione sostenibile (in inglese “Non Native Trees” NNT), indagando benefici e potenziali rischi.

Il progetto è coordinato dall’Istituto di ricerca forestale, rischi naturali e paesaggio di Vienna. Accanto ai partner istituzionali francesi, tedeschi, austriaci e sloveni, l’Italia è rappresentata dal Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach, che coordina il Workpackage “Policy implementation, stakeholder engagement & ca-

Alberi non nativi

pacity building” del progetto, dal Comune di Trento e dal Consorzio Langhe Monferrato e Roero. Con il ruolo di “osservatore” è presente il Servizio foreste della Provincia autonoma di Trento.

Nello Spazio Alpino Europeo, che comprende le regioni dei paesi europei che si affacciano sulle Alpi, sono presenti circa 150 specie arboree autoctone e oltre 500 specie non autoctone. La maggior parte di queste ultime sono esclusivamente per ornamento e quindi per scopi urbani. Ad esempio, la robinia, l’ailanto, l’acero ame-

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ricano, il ciliegio tardivo, l’abete di Douglas, il pioppo ibrido e l’olmo siberiano sono solo alcune delle circa 100 specie di alberi non nativi presenti in Italia.

Ma quali sono i vantaggi e i rischi che possono causare queste specie esotiche? I vantaggi includono la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, il contributo alla bioeconomia,

Docufilm trailer Alptrees

le infrastrutture verdi urbane e periurbane più resilienti e la riduzione dei rischi di eventi naturali distruttivi. Tuttavia, l’albero non nativo può, in determinati casi, diventare invasivo e quindi può comportare rischi per la biodiversità autoctona e il funzionamento dell’ecosistema.

Nel corso dell’evento sono presentati i principali risultati delle attività di ricerca, che includono anche un docufilm divulgativo di 50 minuti sul progetto, realizzato nel 2021 in 5 paesi (Italia, Francia, Germania, Austria e Slovenia) e 14 location con la collaborazione di 21 istituzioni italiane ed europee.

Un albero non nativo -campus FEM

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Ridurre la plastica nel florovivaismo: cosa ne pensano i garden center?

Per il 66% degli intervistati, riutilizzare la plastica è più semplice che cercare materiali alternativi, di difficile reperibilità

Quali sono i fattori che rallentano la riduzione dell’utilizzo della plastica nel florovivaismo e quali le azioni da intraprendere nell’immediato per una maggior sostenibilità del settore? La domanda è stata rivolta ai garden center dell’associazione AICG. L’iniziativa fa parte del progetto SUSFLO, sul riutilizzo della plastica nel florovivaismo e di materiali al-

ternativi ecosostenibili, finanziato da Fondazione Cariplo e guidato da Fondazione Minoprio, e che vede il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli studi di Milano come responsabile scientifico. Obiettivo: capire a che punto è il settore nella diminuzione dell’impiego delle plastiche.

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Secondo il 50% degli intervistati, la problematica maggiore per la riduzione della plastica nel settore è la difficoltà di approvvigionamento di prodotti non plastici. Tesi sostenuta anche da Stefano Donetti, proprietario dell’Azienda Floricola Donetti di Romagnano Sesia e presidente AICG: “C’è una grossa necessità di investimento nella ricerca per poter trovare materiali alternativi validi, fondamentali per poter innescare il cambiamento”.

Stefano Donetti

gli intervistati tra i soci AICG, i quali ritengono che la strada più immediata e percorribile nel breve periodo è quella del riutilizzo di materiali plastici esistenti e già in commercio.

Secondo il 30% degli intervistati la produzione di piante orticole e la produzione di piante ornamentali sono i primi due ambiti in cui sarà possibile ridurre l’utilizzo di plastica. Questo dato è facilmente spiegabile vista la stagionalità di questi tipi di produzioni e il ridotto periodo di permanenza sugli scaffali. Al contrario, per le piante di grandi dimensioni o che hanno una permanen-

È stato chiesto inoltre un parere sull’utilizzo di materiali alternativi non plastici al fine di sostituire le plastiche o ridurne l’uso. A questo proposito Donetti aggiunge: “Sicuramente ad oggi è più facile ed economico pensare al riutilizzo di materiali plastici che all’utilizzo di nuovi ed ecosostenibili”. L’affermazione è condivisa anche dal 66% de-

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caratteristiche sia della pianta sia del contenitore che si vuole utilizzare, per evitare perdite e danni all’azienda.

za in vaso per lunghi periodi, come per esempio le piante da frutto, è necessario utilizzare materiali resistenti. Tuttavia, come riferisce Donetti, “ad oggi non si trova sul mercato un prodotto vaso adatto per supportare la crescita di piante di grosse dimensioni”. Per questo motivo è fondamentale incrementare la ricerca in questo campo, studiare le

Dai dati raccolti emerge però un risvolto positivo, infatti per la maggior parte dei soci AICG entro 5 anni sarà avvenuta una reale riduzione dell’uso della plastica. Questo confermato anche da Donetti che afferma che per il cambiamento “Deve esserci cooperazione all’interno della filiera”. E ribadisce che secondo lui il mercato è pronto al cambiamento, i clienti sono influenzabili ma mancano i materiali e supporto tra le varie componenti della filiera.

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Sfogliare la biodiversità: risorse genetiche e biopatriarchi pugliesi Regione Puglia e Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territorialidell’Università di Bari presentano i libri “Registro regionale risorse genetiche autoctone” e “Biopatriarchi di Puglia. Il futuro della biodiversità”.

Sono stati presentati mercoledì 18 maggio, nell’Aula Magna di Agraria, a Bari, i due volumi che sanciscono lo straordinario lavoro di recupero, caratterizzazione e conservazione delle risorse genetiche autoctone svolto dalle università e dagli enti di ricerca pugliesi grazie al PSR Puglia.

I due libri, editi dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, descrivono in dettaglio 95 varietà vegetali e 8 razze animali locali, espressione del vasto patrimonio di agrobiodiversità della Puglia, e raccontano la storia di 26 straordinari agricoltori (“biopatriarchi”) custodi della memoria collettiva, ancor prima che dei loro orti,

vigneti o frutteti. Nel “Registro regionale risorse genetiche autoctone”, oltre al nome della varietà e al nome comune e botanico della specie, sono riportati la descrizione dei caratteri morfologici, notizie storiche e curiosità, sinonimi e denominazioni dialettali, caratteristiche tecnologiche, ambito locale di riferimento,

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luogo di conservazione e rischio di erosione genetica o estinzione (basso se uguale a 9, medio se compreso tra 10 e 18, alto se è maggiore di 18) calcolato sulla base di nove fattori, relativi al numero di agricoltori/allevatori e alle superfici interessate alla coltivazione o allevamento. Nel libro dedicato ai “biopatriarchi”, oltre alle foto e alla biografia degli agricoltori, sono riportate e descritte le varietà che questi custodi hanno contribuito a mantenere negli agroecosistemi locali.

regionale per la tutela e conservazione delle risorse genetiche autoctone, minacciate di erosione genetica o a rischio di estinzione, di interesse agrario, forestale e zootecnico. La tutela viene affidata alla Regione attraverso il coinvolgimento di agricoltori per la conservazione in situ, di centri di ricerca per la conservazione ex situ e il sostegno di una Commissione tecnico-scientifica, al fine di costituire una “Rete regionale” di tutela delle risorse genetiche autoctone.

Le varietà e razze locali ripor-

Con la Legge Regionale n. 39 del dicembre 2013, la Regione Puglia ha attivato un sistema

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tate nel libro, con almeno due foto per ogni risorsa genetica, non sono state oggetto di un programma organizzato di miglioramento genetico, sono caratterizzate da un adattamento specifico alle condizioni ambientali e di coltivazione della Puglia e sono strettamente associate con gli usi,

le conoscenze, le abitudini, i dialetti e le ricorrenze dei pugliesi.

I libri saranno disponibili (gratuitamente) nella versione elettronica sul sito www.settimanabiodiversitapugliese.it

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Danni da bostrico dopo Vaia: finestra didattica per gli studenti FEM

Focus su infestazioni di bostrico tipografo, monitoraggio con trappole e sorveglianza del territorio

didattico sul problema del bostrico nelle foreste trentine.

Ha riscosso grande interesse da parte degli studenti della Fondazione Mach l’incontro

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nare su problematiche contingenti e di significativa importanza, ha rappresentato per gli alunni un’esperienza concreta di confronto con ricercatori e professionisti.

Gli interventi proposti agli studenti dell’articolazione Gestione Ambiente e Territorio hanno riguardato il problema degli scolitidi nell’arco alpino, le strategie gestionali dei boschi bostricati e le prospettive future, la biologia e la dinamica di popolazione attuale nel triveneto, la gestione dei boschi altoatesini in seguito ai ripetuti schianti e gli esempi di gestione delle emergenze nel comune di Levico.

Una finestra formativa proposta nei giorni scorsi dal Centro Istruzione e Formazione dal titolo “Gli scolitidi tra cambiamenti climatici e interventi selvicolturali” che ha visto coinvolgere le diverse realtà che si occupano di fronteggiare questa problematica, a cominciare dalla stessa FEM con le attività di sperimentazione e monitoraggio curate dal Centro Trasferimento Tecnologico ma anche con gli esperti della Provincia autonoma di Trento, dell’Università di Padova, della Provincia autonoma di Bolzano e del Comune di Levico.

Un appuntamento che, oltre all’approfondimento discipli-

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Trappole per la cattura del bostrico. A destra la Tap Trap, risultata la più efficace

diffusione ed entità progressivamente crescenti dal 2019 al 2021.

Il monitoraggio con trappole a feromoni e la sorveglianza del territorio permettono di seguire il fenomeno e delineare la dinamica di popolazione dell’insetto, con implicazioni anche nella previsione dell’evoluzione delle infestazioni, resa complessa in un contesto di cambiamento climatico. Parallelamente alle strategie di contenimento tradizionali (bonifica fitosanitaria) si sperimentano tecniche di controllo innovative, quali “trap trees” e “push&pull”.

Durante l’incontro è stato spiegato che le infestazioni di bostrico tipografo sono una naturale conseguenza degli eventi calamitosi che comportano abbattimento di grandi quantità di massa legnosa.

Nelle Alpi nordorientali a seguito della tempesta Vaia sono stati messi in atto i necessari interventi di prevenzione, consistenti nello sgombero in tempi rapidi delle aree schiantate, compatibilmente con le capacità organizzative locali.

Nonostante ciò, le pullulazioni di bostrico si sono sviluppate e i danni manifestati in tutte le Regioni interessate, con

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Mercato di Fiori di Pescia.

Orlandini Cia Toscana Centro: “Grazie a Niccolai e De Cristofaro. Ora mettere a reddito la struttura”

Boccata d’ossigeno per tutti i produttori floricoli della Valdinievole: in arrivo 3 milioni di euro per scongiurare

Una vera e propria boccata d’ossigeno per tutti i produttori floricoli di Pescia e della Valdinievole, dopo che la giunta regionale ha deliberato un contributo straordinario di 2 milioni di euro per l’adeguamento dell’edificio del Merca-

to dei Fiori (Mefit), in modo da scongiurarne la chiusura. A questi si aggiunge 1 milione di euro annunciato dal Commissario prefettizio di Pescia.

“Finalmente vediamo la fine di un incubo – sottolinea il pre-

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quindi evitare il possibile sequestro da parte dell’autorità giudiziaria per pericolo. Il termine ultimo imposto dalla procedura già avviata è il 22 giugno: dopo quella data i vigili del fuoco avranno sessanta giorni per fare un sopralluogo ed altri trenta per riferire all’autorità giudiziaria. Ma se i lavori saranno già partiti – i tempi ci sono – sequestro e chiusura potranno essere evitati.

sidente di Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro, Sandro Orlandini – i produttori potranno svolgere la loro attività anche dopo il 22 giugno. Un ringraziamento particolare va al consigliere regionale Marco Niccolai, che sempre, con grande costanza e passione, si è impegnato per arrivare a questa soluzione, prendendosi in carico questa difficile crisi che ha investito il nostro territorio e la nostra economia.

Un grazie altrettanto grande va al vice prefetto Vittorio De Cristofaro, commissario a Pescia dal 1 febbraio, che dal momento del suo insediamento al Comune di Pescia si è impegnato in prima persona per arrivare ad una soluzione positiva, aggiungendo 1 milione di euro, alle risorse della Regione”.

“Il passo successivo – aggiunge Orlandini – sarà quello di completare l’agibilità dell’intera struttura per permettere, oltre al mercato dei fiori, lo svolgimento di eventi, fiere, mostre-mercato, convegni, all’interno del Mefit, così da mettere a reddito una struttura che può auto-finanziarsi e mantenersi nel futuro. Intanto le risorse in arrivo sono un punto di partenza, che danno quelle certezze che nei giorni scorsi non c’erano”.

I soldi messi dalla Regione sono indispensabili – come ha spiegato il viceprefetto De Cristofaro - per avviare la messa in sicurezza dello stabile e

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Firmato un accordo di collaborazione scientifica tra l’associazione dei produttori italiani di mele e la Libera Università di Bolzano

Da sinistra, Massimiliano Tagliavini (unibz), Damiano Zanotelli (unibz), Giulia Galli (unibz), Ennio Magnani (Presidente Assomela), Paolo Lugli (unibz), Georg Kössler (Presidente del Consorzio Mela Alto Adige) e Alessandro Dalpiaz (Direttore Assomela)

Il progetto, collegato ad un dottorato di ricerca, avrà una durata di tre anni e l’obiettivo di quantificare le emissioni di CO2 del ciclo di vita della mela e proporre strategie per la loro riduzione

Assomela, l’associazione che riunisce circa 75% dei produttori italiani di mele, tra cui i Consorzi VOG (Marlene), VIP (Val Venosta), Melinda e la Trentina del Trentino-Alto Adi-

ge, finanzierà un nuovo progetto di ricerca presso la Libera Università di Bozen-Bolzano sull’impronta ambientale della produzione delle mele. La cooperazione tra Assomela e

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unibz è iniziata già nel 2010 sostenendo ricerche mirate a caratterizzare i flussi di CO2 e di acqua nei meleti, migliorare l’efficienza nell’uso dell’acqua di irrigazione, quantificare l’impiego di energia Ennio Magnani (Presidente Assomela), Paolo Lugli (unibz) nel ciclo colturale e di conservazione dei frutti e determinare l’impron- emissioni di CO2 del settore, ta carbonica delle mele italia- in linea con gli obiettivi strategici europei che prevedono un ne.

Il nuovo progetto, che com- azzeramento delle emissioni pleta il cofinanziamento da entro il 2050. Questo percorso parte di Assomela di una bor- di collaborazione tra Universisa di dottorato triennale sul tà e mondo produttivo è un Piano Operativo Nazionale valido esempio di “sistema” (PON – Dottorati su temati- che potrà contribuire a miche Green) di cui è respon- gliorare la “sostenibilità” del sabile il ricercatore e docente ciclo produttivo, individuando Damiano Zanotelli, mirerà ad delle strategie che aiuteranno approfondire maggiormente il a mantenere la competitività tema dell’impronta carboni- del settore con risultati positica della mela, dal campo fino vi sia in termini economici per allo scaffale del distributore, l’economia delle aziende, che nonché ad ipotizzare un per- di ricadute sociali che di salvacorso che porti a migliorare guardia dei valori ambientali e il saldo tra assorbimenti ed territoriali.

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fino allo scaffale del distributore, incluso il packaging e il trasporto fino ai mercati nazionali e internazionali. Vorremmo così continuare a lavorare in modo trasparente per migliorare e perfezionare le strategie sostenibili che consentano l’abbattimento delle emissioni di CO2”, afferma Georg Kössler, presidente del Consorzio Mela Alto Adige.

“Gli obiettivi strategici dell’Unione Europea mirano ad accelerare la transizione verso un sistema agro-alimentare neutrale rispetto al cambiamento climatico e più resiliente ai suoi impatti. Con questo progetto in collaborazione con Assomela si intende gettare le basi per individuare le pratiche percorribili al fine di ridurre al minimo l’impronta carbonica della mela, sia riducendo le emissioni di CO2 che migliorando la capacità di dei meleti di sottrarre CO2 dall’atmosfera, conclude Damiano Zanotelli.

L’accordo, che avrà durata triennale, è stato firmato oggi mercoledì 11 maggio dal Rettore della Libera Università di Bolzano, prof. Paolo Lugli, dal presidente di Assomela, Ennio Magnani, e dal presidente del Consorzio Mela Alto Adige, Georg Kössler.

“Si tratta di una tappa verso nuovi modelli di sostenibilità, che evidenzia un percorso, intrapreso da oltre 10 anni, da parte del mondo melicolo italiano”, commenta Ennio Magnani, Presidente di Assomela. “I risultati di questo studio saranno utili per approfondire l’impronta carbonica della produzione di mele italiane e continuare a migliorare la performance ambientale - indispensabile per garantire la competitività alle nostre imprese sul mercato ortofrutticola nazionale ed internazionale”.

“Con il nuovo progetto verrà analizzata l’impronta carbonica dell’intero processo produttivo delle mele: dal campo

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AIPV DAY 2022 - Seconda edizione “GIARDINIERE 4.0”

24 e 25 giugno - Parco della Fondazione Minoprio – Vertemate con Minoprio (CO)

l’evento si era svolto in una sola giornata) di parte espositiva, di dimostrazioni e prove in campo all’aperto integrate da seminari e workshop nelle sale convegno della Fondazione Minoprio.

Dopo il successo della prima edizione, il 24 e 25 giugno torna AIPV DAY, l’evento nazionale organizzato da AIPV - Associazione Italiana Professionisti del Verde presso il Parco della Fondazione Minoprio (Vertemate con Minoprio – Como) che chiama a raccolta il mondo del verde professionale.

Sarà una seconda edizione più ricca di contenuti ed opportunità: due giorni (l’anno scorso

Il tutto con l’obiettivo di favorire l’incontro tra i professionisti del verde, creando occasioni di confronto tra colleghi, scambi con le più importanti

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tenuti dell’evento che intende delineare un professionista al passo con i tempi, in grado di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per migliorare le proprie condizioni di lavoro ed implementare la produttività puntando su qualità e sicurezza. Senza però mai dimenticarsi che il suo lavoro si svolge quotidianamente a contatto con la natura; AIPV DAY 2022 sarà quindi l’occasione per riflettere sul-

aziende del settore e proponendo approfondimenti tematici che rispondano alle reali esigenze e problematiche lavorative del mondo del verde professionale, in un’ottica di crescita e aggiornamento.

Grande spazio sarà dato a formazione e aggiornamento professionale: non a caso il titolo di questa edizione è “Giardiniere 4.0”, un manifesto programmatico dei con-

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le sfide future, gli strumenti innovativi e le nuove opportunità di sviluppo partendo sempre dal doveroso rispetto per l’ambiente naturale circostante e dalla volontà di contribuire a raggiungere gli ambiziosi ma necessari obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile (ONU SDGs).

Circa 40 le aziende presenti con prodotti o servizi rivolti ai professionisti del verde che si occupano di gestione, progettazione, costruzione e cura delle aree a verde: macchinari ed attrezzature più performanti; prodotti per la cura del verde (sementi, concimi…) sempre più rispettosi dell’ambiente; programmi di gestione e progettazione, dia-

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gnosi e valutazione al servizio del miglioramento produttivo; sistemi di irrigazione; prodotti florovivaistici; arredi da giardino; abbigliamento tecnico…

Sarà un’occasione unica per conoscere e testare in prima persona le ultime novità del settore e per anticipare i trend nel mondo del verde professionale.

Orari: Venerdì 24 giugno dalle ore 9:00 alle ore 18:00 Sabato 25 giugno dalle ore 9:00 alle ore 18:00 Modalità di ingresso: Ingresso gratuito previa iscrizione al link AIPV DAY 2022 - AIPV Per informazioni: Tel 0341.1849450 351.9691794

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Clamer informa Maggio 2022

AZiende/Prodotti

Dümmen Orange: Senecio Mandala e Mandala Plus

Due nuove accattivanti serie di Senecio da interno ed esterno disponibili in una vasta gamma di colori Ai blocchi di partenza per la prossima stagione, troviamo due nuove serie di Senecio che rappresentano un’opzione estremamente interessante e sostenibile sia per i produttori

che per i consumatori: Mandala e Mandala Plus. Queste due nuove serie di Dümmen Orange sono adatte sia per la coltivazione invernale che per

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quella primaverile e i loro colori audaci saranno in grado di spazzare via la tristezza e il grigiore dell’inverno.

Colori audaci La parola Mandala si riferisce a un disegno geometrico focalizzato verso il centro. Se si guarda una pianta fiorita dall’alto, si può capire perché il nome Mandala è particolarmente appropriato. La serie Mandala è disponibile in una vasta gamma di freschi colori primaverili dal blu e viola al rosa e al color salmone, oltre ad alcune bellissime varietà bicolore. Entrambe queste nuove serie ibride di facile manutenzione di Senecio cruentus (noto anche come cineraria) sono disponibili in cinque diversi colori: Mandala Blue Charme, Peach, Pink Bicolor (bicolore rosa chiaro e scuro), Purple e Salmon, e Mandala Plus Blue Charme (blu con cerchio chiaro intorno al cuore), Plus Rose Charme (rosa-borgogna con cerchio

chiaro intorno al cuore), Plus Royal Blue (blu molto profondo), Plus Sky Blue (con cerchio chiaro intorno al cuore) e Plus Violet Bicolor (con cerchio chiaro intorno al cuore).

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Naturalmente compatto Tutte le varietà di entrambe le serie Mandala hanno portamento naturalmente compatto e ben ramificato. Ciò significa che richiedono un miore impiego di brachizzanti e nanizzanti rispetto a molte altre serie sul mercato. Gli steli corti contribuiscono alla struttura generale compatta e piacevole della pianta, mentre le foglie scure contrastano meravigliosamente con i colori vibranti dei fiori.

annuali da giardino e contenitore annuali a fioritura molto libera sono adatte per la coltivazione all’interno o all’esterno. Le varietà Mandala sono la scelta ideale per chi cerca una pianta da appartamento, mentre le piante più grandi della gamma Mandala Plus caratterizzate da una fioritura prolungata sono più adatte per il giardino. Le piante possono essere coltivate in vasi da 12-13 cm. Mandala Plus può essere coltivato anche in vasi o contenitori da 14-17 cm. In base alla varietà il portamento delle piante è da mediamente a molto vigoroso.

Fioritura abbondante Queste nuove serie di piante

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Riduzione del fabbisogno idrico Oltre alla vasta gamma di colori, un ulteriore vantaggio delle serie Mandala e Mandala Plus per i consumatori è la loro abbondanza di fiori, che le rende ideali per creare diversi vivaci schemi di piantumazione in giardino, sul patio o sul balcone. Le varietà della serie Mandala sono anche estremamente accattivanti come pianta solitaria. Un ulteriore vantaggio è il ridotto fabbisogno idrico rispetto alle altre varietà di Senecio in commercio. Questa caratte-

La dimensione del fiore varia da media a grande. Entrambe le serie sono mediamente precoci e sono tutte ideali per la coltivazione in contenitore.

Se coltivate durante l’inverno, la loro precocità le colloca tra la settimana 10 e la settimana 15, quindi le piante sono pronte contemporaneamente agli osteospermum, alle primule e ai garofani da vaso. Possono anche essere coltivate in primavera per ottenere una fioritura iniziale tra la settimana 16 e la 20, contemporaneamente a piante annuali come le petunie o la calibrachoa.

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ristica è particolarmente rilevante in condizioni climatiche mutevoli, dato che il Senecio normalmente richiede una fornitura regolare e costante di acqua. I consumatori chiedono sempre più spesso piante annuali da aiuola, da giardino e contenitore che siano più tolleranti al calore e alla siccità! altre serie di Senecio, principalmente a causa del loro ridotto fabbisogno idrico, di calore e di brachizzanti. Inoltre, gli addetti all’ibridazione hanno già in serbo altri entusiasmanti colori da aggiungere alla serie!

Il punto di vista dei product manager Anche i product manager di Dümmen Orange sono entusiasti di queste nuove varietà: Entrambe le serie Mandala sono più sostenibili di molte

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La concimazione delle piante ornamentali e da fiore reciso Manuale di coltivazione di Giorgio Rampinini Libro in rielaborazione presto disponibile in edizione digitale

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Cap 2 Gli elementi minerali

Gli elementi nutritivi Fosforo

seconda parte

sostanze di riserva di tuberi e semi.

L’analisi chimica di un tessuto vegetale mostra che, in rapporto all’azoto e al potassio, il fosforo viene assorbito in quantità inferiore di circa 10 volte, ma non per questo ricopre un ruolo trascurabile nella crescita della pianta.

Il fosforo partecipa a molti processi vitali come il trasferimento di energia, fotosintesi, metabolismo degli zuccheri; é presente negli acidi nucleici, nelle pareti cellulari e nelle

Fonti e nutrizione Il fosforo in natura non si trova allo stato puro, ma sotto forma di minerali fosfatici di calcio, di ferro e di alluminio.

Nei terreni neutri o leggermente alcalini, le forme di fosfato si trasformano in fosfati di calcio diventando insolubili (Vedi figura: Solubilità dei fosfati nel terreno in funzione del pH). Nei terreni debol-

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Solubilità dei fosfati nel terreno in funzione del pH mente acidi i fosfati di calcio si solubilizzano, ma riducendo ulteriormente il pH si formano fosfati di ferro e di alluminio, poco disponibili per le piante. La scarsa solubilità dei fosfati fa si che nella soluzione circolante la loro concentrazione sia molto bassa e che per soddisfare l’assorbimento della pianta sia necessario il ricambio della soluzione diverse volte al giorno. Il dilavamento è di conseguenza insignificante e quindi il fosforo

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tende ad accumularsi nel terreno; nonostante ciò si tende a concimare ulteriormente.

Nei terreni ricchi di sostanza organica il fosforo ivi contenuto e quello dell’humus si liberano lentamente e possono essere utilizzati dalle piante.

Nei terricci a base di torba la capacità di fissare il fosforo sotto forma di fosfati insolubili é insignificante per cui l’elemento, apportato con la concimazione, rimane solubile e disponibile per le piante, ma

soggetto al dilavamento.

Il fosforo viene assorbito dalla pianta sotto forma di ione ortofosfato H2 PO4 , in condizioni di neutralità.

Nei terricci torbosi il contenuto di P205 é di 100-200 mg/l per quelli da trapianto e di 200-400 mg/l per quelli da invasatura.

E’ un elemento molto mobile all’interno della pianta e migra nelle zone di neoformazione delle cellule. I sintomi di carenza appaiono, quindi, prima sulle foglie vecchie.

In realtà la carenza di fosfo-

ro rimane latente per molto tempo prima che compaiano i sintomi.

La pianta rallenta la crescita, stenta a radicare e le foglie diventano di color verde scuro; negli stadi avanzati le foglie inferiori e lo stelo assumono una colorazione rossastra per la formazione di antociani e poi mostrano delle macchie nere.

L’eccesso di fosforo non causa danni particolari alla pianta; nel terreno viene rapidamente insolubilizzato dal calcio e dai microelementi; nei terricci

Carenza di fosforo - deficient corn radish - Ravanello 57

Antagonismi fra i diversi elementi nutritivi

può portare a clorosi ferrica. Alcune piante come la Poinsettia reagiscono all’eccesso di fosforo con ritardi della crescita e necrosi marginali delle brattee. Più sensibili sono alcune piante legnose che reagiscono con un rallentamento della crescita che, talora, può essere sfruttato per migliora-

re la fioritura, come: Rhododendron, Camellia, Magnolia, Elaeagnus, Skimmia, Erica, Calluna, Cytisus, Hydrangea, Senecio, Viburnum, Chamaecyparis.

Molto più sensibili al fosforo sono alcuni generi di origine australiana che reagiscono, a livelli di fosforo ben tollerati dalle altre piante, con ritardi di crescita, forte clorosi, necrosi

Carenza di fosforo su pomodoro

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Sintomi di carenza di fosforo imporporimento delle foglie inferiori di Crisantemo x-morifolium fogliare e disseccamento, citiamo i generi Grevillea, Protea, Banksia, Hakea, Daviesia, Acacia, Leucadendron, Leucospermum, Isopogon; al loro interno esistono forti differenze di sensibilità fra le specie.

Nell’Hydrangea la concimazione fosforica interviene nella regolazione della colorazione delle infiorescenze: la carenza di fosforo e l’acidità del substrato permettono all’alluminio di solubilizzarsi e di essere assorbito dalle piante dove, reagendo coi pigmenti antocianici dei fiori, determinala colorazione blu.

Al contrario la presenza di fosforo insolubilizza l’alluminio ed i pigmenti fiorali possono mantenere la colorazione naturale rosa o rossa.

Potassio E’ un componente delle rocce più antiche e si libera lentamente per l’azione degli agenti atmosferici; nel terreno é

Carenza di potassio K su Poinsettia

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Carenze di potassio K contenuto sotto 4 forme: • come costituente della struttura cristallina dei minerali; • fissato negli strati intermedi delle argille; • come ione K’ scambiabile sulla superficie dei complessi umico-argillosi; • disciolto nella soluzione circolante; Le forme utilizzabili direttamente dalle piante sono le ultime 2.

Nel terreno le piante assorbo-

no il potassio della soluzione circolante e quello scambiabile emettendo ioni idrogeno (H+); gli ioni assorbiti vengono parzialmente rimpiazzati, nella soluzione del terreno, dal potassio fissato. Nei substrati per floricoltura raramente esiste potassio (K) fissato e la capacità di scambio cationico (C.S.C.) é bassa e solo una parte di essa é disponibile per il potassio (K), la pianta deve quindi contare su regolari apporti che ristabili-

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scano la concentrazione della soluzione circolante e che ricarichino la capacità di scambio cationico (C.S.C.). Inoltre il legame fra il potassio e la sostanza organica é piuttosto debole e quindi l’elemento viene facilmente dilavato: per contrastare questo fenomeno nella composizione dei terricci a base di torba é stata introdotta l’argilla, la corteccia compostata, la vermiculite, quest’ultima ha una dotazione propria di potassio (K).

Nella pianta il potassio (K) é l’elemento con carica positiva presente in maggiore quantità; non ha alcuna funzione strutturale o plastica, viene assorbito come ione K+ e tale rimane nei tessuti; é dotato di una eccezionale mobilità a livello cellulare e dell’intera pianta. Il potassio agisce direttamente nel neutralizzare gli acidi organici prodotti nella cellula e nello stabilizzare le soluzioni colloidali cellulari mantenendo lo stato di idratazione necessario all’attività

Carenza di Potassio su patata

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metabolica. Il potassio agisce indirettamente come regolatore del bilancio idrico, influenza favorevolmente la fo-

tosintesi regolando l’apertura degli stomi, la migrazione dei fotosintetati e preservando l’integrità strutturale dei cloroplasti; interviene nel metabolismo dei composti azotati ed attiva parecchi enzimi.

Se la disponibilità non é limitante il potassio viene spesso assorbito dal vegetale in quantità notevoli, superiori all’effettivo fabbisogno (consumo di lusso) per cui é importante più della concentrazione totale il suo rapporto con l’azoto.

Le ultime ricerche sulla nutrizione minerale del ciclamino dimostrano come il rapporto di assorbimento fra azoto (N)

Carenza di Potassio su zucchine e ossido di potassio (K20) sia eguale a 1,2 (N:K=1), precedenti sperimentazioni davano

Carenza di potassio su Soia

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(CNIH, 1986) a 2,25 (Miura, 1978), a 2,38 (Penningsfeld 1962).

La maggior parte delle piante assorbe azoto (N) e ossido di potassio (K2O) secondo un rapporto vicino a 1, altre presentano delle differenze.

(Vedi tabella).

Nelle piante ornamentali da vivaio generalmente il rapporto N:K2O è a favore dell’azoto, nella coltivazione in contenitore invece aumenta il fabbisogno di ossido di potassio (K2O) fino a invertire il rapporto nel caso di alcune essenze come la Forsythia e il

Carenza di Potassio su cucumis sativus molta più importanza all’apporto di potassio per cui il rapporto N : K2O variava da 1,9

Carenza di potassio

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Rapporto ottimale di N:K2O

Poinsettia, Ciclamino, Begonia elatior, Bouvardia, Asparagus pl.

Ciclamino (fioritura), Crisantemo, Petunia, Fuchsia, Spathiphyllum, Cineraria

1:1

1:1,2

Saintpaulia, Sinningia, Gerbera, Primula, Garofano, Begonia x “Lorraine” Pelargonium, Hydrangea

1:1,5-2

Azalea, Erica, Rosa, Adiantum, graminacee

1,5-2:1

marginale; la pianta tende ad appassire perché aumenta il consumo di acqua a parità di crescita.

I sintomi di carenza sono più marcati se é presente un eccesso di concimazione azotata; in tal caso i tessuti restano teneri e soggiaciono più facilmente all’attacco dei patogeni.

Spesso i coltivatori tendono ad eccedere nelle concimazioni potassiche pensando di migliorare la qualità del prodotto, inveNecrosi marginale delle foglie di ce l’eccesso, per antagoPoinsettia e carenza di Potassio K nismo, porta alla riduzio-

Viburnum tinus. I sintomi di carenza di potassio (K) compaiono sulle foglie basali che presentano delle maculature bianche clorosi e necrosi

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Carenza di Potassio su Latuca sativa

Carenza di Potassio su Spinacia oleracea

ne dell’assorbimento di calcio (Ca) e magnesio (Mg) e quindi a una effettiva riduzione della

qualità intrinseca del prodotto.

Egualmente si ritiene che un forte apporto di potassio mi-

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Sintomi di carenza di potassio sulle foglie del vegetale al freddo in base ai risultati dell’analisi del terreno e ulteriori arricchimenti in potassio (K) dello stesso possono non sortire gli effetti voluti.

Nei terricci torbosi il contenuto di potassio (K), come di ossido di potassio (K2O), è di 100-300 mg/l (trapianto) e di 200-500 mg/l (invasatura).

L’eccesso di potassio (K) non é dannoso direttamente per la pianta che tende al consumo di lusso, però causa un aumento della concentrazione salina del substrato con danni alle radici e riduzione nell’as-

gliori la resistenza al freddo delle piante legnose. Gli esperimenti non hanno mai confermato questa supposizione dei coltivatori.

Il livello di potassio ottimale per la crescita é il medesimo che per la resistenza al freddo. E’ però vero che una carenza di potassio può tradursi in maggiori danni da gelo.

D’altro canto la relazione fra il contenuto di potassio (K) nei rami (senza foglie) delle piante a foglia caduca e il livello di potassio (K) nel terreno é molto debole per cui non é prevedibile il comportamento

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sorbimento di acqua.

Tale possibilità viene sfruttata apportando ad alcune piante, come le viole del pensiero, delle forti concimazioni di solfato di potassio allo scopo di ridurre l’allungamento e contenere lo sviluppo vegetativo.

Progressione carenza di Potassio struttura migliore e della decomposizione della sostanza organica.

Nei substrati per la coltura in vaso vengono, di solito, usate torbe acide, cioè con la capacità di scambio cationico (CSC) occupata in gran parte da ioni idrogeno (H+). Quando una soluzione concimante bagna la torba gli elementi minera-

Calcio E’ uno degli elementi più abbondanti sulla terra, nella crosta terrestre è contenuto al 3,6%; il minerale più abbondante sulla terra é la calcite (CaCO3). Il calcio ha una grande influenza sui risultati di una coltivazione, perché svolge numerose azioni positive a livello della neutralizzazione degli acidi, del bloccaggio degli ioni Al tossici, del controllo del pH, della flocculazione delle particelle più fini di terreno favorendo la formazione di una

Carenza di Calcio

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li contenuti, nella soluzione, allo stato di ioni (Ca++, Mg++, K+ ...) vengono scambiati con quelli fissati sulla fase solida che sono essenzialmente ioni idrogeno (H+) per cui la composizione della soluzione si altera e il pH scende notevolmente soprattutto se si usano acque poco dure.

Per evitare questo problema la torba deve essere preparata mediante una correzione con idrati o carbonati di calcio e magnesio.

La quantità da aggiungere per m3, per aumentare di 1 unità il pH, varia da 1 a 2 Kg e dipende dalle caratteristiche dei materiali. Per avere dei risultati affidabili conviene effettuare delle prove su una piccola quantità, in modo da disegnare una curva di neutralizzazione della torba disponibile e da questa calcolare la quantità di elementi basici (idrato, carbonato) da aggiungere per arrivare al pH voluto e per ottenere un rapporto fra Ca++ e Mg++, adsor-

Carenza di Calcio biti sulla fase solida, pari a 4.

L’aggiunta di calcio migliora anche la capacità di scambio della torba. Il contenu-

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to di calcio (Ca) nelle piante è maggiore nelle foglie e nei tessuti più vecchi, mentre quelli in corso di sviluppo, i fiori e i frutti ne sono poveri.

La sua caratteristica essenziale é la ridotta mobilità all’interno del vegetale a tal punto che nella stessa pianta le foglie più adulte hanno accumulato una concentrazione elevata, mentre quelle giovani mostrano segni di carenza perché il calcio (Ca) migra solo in senso acropeto (verso l’alto) nei vasi xilematici, per cui la carenza si manifesta sugli organi giovani.

Il calcio nella pianta svolge molte funzioni importanti: interviene nella neutralizzazione degli acidi organici e minerali precipitandoli sotto forma di sali insolubili; regola la permeabilità cellulare impedendo l’assorbimento di livelli tossici di altri cationi; partecipa alla formazione dei costituenti della parete cellulare, regola la elasticità delle cellule, attiva alcuni enzimi, inte-

Carenza di Calcio Marciume apicale pomodoro

ragisce con i fitormoni, svolge un ruolo di messaggero degli stimoli esterni.

La carenza di calcio é poco frequente nelle colture in piena terra se non nel caso di terreni molto acidi, mentre sono più frequenti nelle coltivazioni in vaso con terricci ricchi di torba acida e con acque povere di elementi minerali.

La carenza si manifesta con

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Una conseguenza piuttosto frequente della carenza di calcio è la necrosi marginale delle brattee della Poinsettia, fisiopatia associata specificatamente a bassi livelli di calcio dei tessuti delle zone marginali delle brattee, anche se non è stata ancora dimostrata una relazione di causa-effetto.

Le cause della carenza di calcio (Ca), oltre che alla mancanza dell’elemento del substrato in conseguenza al mancato apporto nel terriccio e nell’acqua o al rapido dilavamento dovuto a pH bassi, sono: a livello dell’assorbimento, l’antagonismo con gli altri cationi (Mg+, K+, NH4+, Na+) e una eccessiva salinità del substrato; a livello del trasporto, condizioni di clima caldo e umido che ostacolano la traspirazione e quindi la distribuzione dell’elemento verso gli organi in sviluppo.

Per la prevenzione della carenza di calcio é fondamentale la concimazione di base con-

un ingiallimento dei margini delle foglie giovani seguito dall’arrotolamento e poi dalla necrosi; nei casi acuti l’apice vegetativo muore e le gemme ascellari stentano a vegetare; gli steli fiorali tendono a piegarsi. Le radici sono sensibili alla carenza di calcio (Ca), la loro stentata crescita nelle torbe non calcitate (pH<3,5) é dovuta alla carenza dell’elemento più che all’azione del pH; anche le talee richiedono che il substrato contenga una certa quantità di calcio, pari al 40-70% della capacità di scambio cationico (C.S.C.).

Carenza di calcio su cucurbitacee

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tenente l’elemento sotto forma di idrossido o di carbonato se contemporaneamente si deve sorreggere il pH o sotto forma di solfato (gesso) se non é necessario.

La quantità é funzioSintomi di carenza di calcio ne del tipo di materiale calcitante, delle caratsu patata teristiche chimiche del patibili. substrato, della pianta e della Spesso la carenza di calcio qualità dell’acqua. non dipende dalla disponibiIn corso di coltura il calcio lità dell’elemento, ma dalla é fornito, maggiormente, sua scarsa mobilità. Quindi dall’acqua di irrigazione nel gli interventi devono apportacaso di acque poco cariche o re il calcio direttamente dove di quella piovana, la soluzione è carente mediante irrorazioconcimante deve contenere ni di cloruro di calcio o chelati calcio nell’equilibrio con gli aldi calcio dirette verso le foglie tri elementi richiesti dalla colgiovani e gli organi in formativazione. zione.

Data l’incompatibilità, nella L’eccesso di calcio non é disoluzione madre, di calcio con rettamente fitotossico per le H2PO4- o SO4-- bisogna adottapiante, però la variazione del re una speciale formulazione pH del substrato causato dal della stessa oppure lavorare carbonato porta a una insolucon due soluzioni madri che bilizzazione del fosforo e dei contengono, separatamente, microelementi. gli elementi minerali incom-

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Clamer informa Aprile 2022

TECNICA

Christine Casey 1, Ann Chase 2

Pratiche correnti di lotta integrata ai parassiti nella produzione di piante ornamentali da vaso e giardino Parte terza

Dipartimento di entomologia e nematologia, University of California, Davis Chase Agricultural Consulting, Cottonwood, AZ

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Efrididi (Scatella stagnalis – Mosca grigia) Gli Efrididi adulti (Scatella stagnalis) sono responsabili della diffusione di patogeni del sistema radicale nelle serre e grandi popolazioni di Efrididi sono in grado di lasciare un grande quantitativo di materiale fecale su fiori, foglie ed etichette delle piante.

Gli Efrididi (Scatella stagnalis) sono in grado di infestare qualsiasi coltura ornamentale da giardino e sono presenti in numero maggiore in presenza di condizioni climatiche fresche ed umide. Misure di controllo e contenimento potrebbero non essere sempre necessarie.

cate per questi insetti e di conseguenza la maggior parte dei coltivatori inizierà i trattamenti sulle coltura una volta rilevato un gran numero di esemplari adulti o un grande quantitativo di materiale fecale sulle piante. In genere gli sciaridi, solitamente controllati utilizzando gli stessi prodotti antiparassitari usati per gli Efrididi, compaiono per primi e quindi gli Efrididi vengono controllati ed eliminati di conseguenza.

Gli Efrididi (Scatella) sono abbastanza facili da rilevare nelle colture ornamentali da giardino. Le trappole adesive gialle sono attrattive per gli adulti, che hanno una forma distintiva facilmente riconoscibile. Non esistono soglie di attenzione specifiche pubbli-

I controlli chimici sono destinati agli

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stadi larvali e vengono distribuiti sul terreno per aspersione. I prodotti antiparassitari raccomandati sono i regolatori della crescita degli insetti diflubenzuron, pyriproxifen e ciromazina. Le larve di Efrididi si nutrono di alghe e la lotta e prevenzione della formazione di alghe in serra è un’opzione di controllo efficace.

dall’esterno e all’interno della serra trasportati sul materiale vegetale e sugli indumenti degli addetti alle serre. Questi acari si nutrono a livello degli apici vegetativi delle piante, causando arresti della crescita e deformazioni della nuova vegetazione, sintomi che spesso vengono scambiati per una patologia della pianta. Entrambi questi acari colpiscono diverse colture di

Il coleottero Atheta coriata si può utilizzare per il controllo biologico degli Efrididi, ma il suo impiego non è molto comune.

Acari tarsonemidi – acaro pallido del ciclamino, acaro dell’argentatura (Stenotarsonemus pallidus, Polyphagotarsonemus latus) Questi acari di colore bianco giallastro sono visibili solo al microscopio. Si spostano

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piante ornamentali e da aiuola, anche se non sono presenti con regolarità. A causa del fatto che le lesioni provocate sulle piante vengono spesso confuse con alcune fitopatologie, queste non vengono trattate adeguatamente causando perdite significative nella coltura.

dei trattamenti non appena si manifestano i sintomi.

I prodotti antiparassitari per il controllo degli acari includono abamectina, clorfenapir e spiromesifen, tutti somministrati utilizzando uno spruzzatore idraulico.

Alcuni coltivatori effettuano rilasci profilattici dell’acaro predatore, Neoseiulus cucumeris, su specie o cultivar che sono solite subire

Un programma di monitoraggio regolare è difficile perché questi acari, che non producono ragnatele, non si vedono ad occhio nudo ed è necessario utilizzare un microscopio.

Una volta che un coltivatore riscontra un’infestazione significativa, può istituire un programma di monitoraggio regolare che prevede l’avvio

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infestazioni con regolarità.

Cocciniglie cotonose e altre specie (Pseudococcus longispinus, Planococcus citri, Pseudococcus affinis) Le cocciniglie sono insetti dal corpo molle, lunghi da 0,3 a 0,6 centimetri. Il corpo è ricoperto da una secrezione cerosa bianca; la massa delle uova è invece ricoperta da un materiale bianco e soffice.

Una lunga coda è solitamente visibile nel caso del Cotonello

NB. In Rosso sono segnalati i prodotti REVOCATI mentre in Verde quelli AUTORIZZATI, in ARANCIONE i prodotti in scadenza o alcuni formati autorizzati. longiraggiato (Pseudococcus longispinus). Tutti gli stadi immaturi e le femmine adulte sono mobili, anche se si

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muovono lentamente; solo i maschi sono alati e i maschi adulti hanno le ali e volano per accoppiarsi. Il Cotonello longiraggiato e il cotonello degli agrumi rappresentano le specie di cocciniglia più comuni sulle piante ornamentali da vaso e da giardino.

Le cocciniglie infestano tutte le parti aeree della pianta mentre Pseudococcus viburni si sposta su e giù per la pianta, dalle radici al fogliame. La massa cotonoso delle uova e il corpo bianco e cotonose delle cocciniglie risultano sgradevoli alla vista e la nuova vegetazione infestata risulta talvolta deformata. Le cocciniglie lasciano anche depositi di melata, ai quali se-

gue la formazione di muffe fuligginose (fumaggine). Forti infestazioni causano l’ingiallimento e la caduta delle foglie.

Le cocciniglie sono parassiti occasionali delle piante da

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aiuola, ma le infestazioni da cocciniglia sono più probabili se il coltivatore produce anche una coltura di fiori da reciso che è un ospite preferenziale della cocciniglia. Se è necessario intervenire per controllare l’infestazione da cocciniglia, i trattamenti vengono solitamente effettuati con cadenza settimanale perché questo insetto è difficile da eliminare con i pesticidi attualmente disponibili.

uno spruzzatore idraulico.

Alcune specie di insetti antagonisti sono state commercializzate in passato ma non sono attualmente disponibili con regolarità.

Il monitoraggio consiste nell’ispezione visiva delle piante e i coltivatori dovranno avviare i trattamenti subito dopo aver individuato la prima cocciniglia.

Gli antiparassitari raccomandati comprendono i neonicotinoidi attualmente consentiti ed i regolatori della crescita degli insetti (kinoprene e pyriproxifen). Viene spesso utilizzato anche il piretroide bifentrin. Tutti gli antiparassitari vengono somministrati per aerosol tramite

Bruchi (specie varie) Durante la produzione di piante ornamentali da vaso e da giardino possono manifestarsi sulla coltura diverse specie di bruchi parassiti. Questi comprendono Nottue delle crocifere larve di falena,

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Spodoptera, Prodenia, bruchi legionari,

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Agrotidi, larve di Noctua pronuba, larve di Olethreutes ferriferana e Tortricidae (tortrici). L’infestazione da nottue è solitamente la più comune. Questi inset-

ti si introducono in serra per mezzo di materiale vegetale infestato o sotto forma di farfalle o falene adulte (gli adulti

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di alcune specie sono attratti dalle luci della serra). Le larve sono piccole (circa 3 mm) subito dopo la schiusa, quindi le piante vanno ispezionate attentamente una volta giunte in serra, alla ricerca di even-

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tuali piccole larve. Il colore di queste larve sarà verde, marrone, nero o bruno-rossastro a seconda della specie. Sono disponibili trappole a feromoni per gli adulti di alcune specie, ma vengono utilizzate raramente. dei bruchi parassiti; le larve possono anche cibarsi dei getti o delle gemme, causando un’eccessiva ramificazione; formare ragnatele, legature o causare l’arrotolamento delle

Se non vengono individuati tempestivamente, i danni possono rendere le piante invendibili. I danni alle piante comprendono principalmente il consumo di foglie da parte

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Il biopesticida Bacillus thuringiensis kurstaki è maggiormente efficace quando le piccole larve si nutrono attivamente, quindi è meglio utilizzarlo in presenza di un programma di monitoraggio.

foglie; in alcuni casi, cibandosi, possono recidere il fusto delle piante alla base. Gli antiparassitari raccomandati sono a base di spinosad, clorfenapyr o novaluron. Tutti gli antiparassitari vengono somministrati per aerosol tramite uno spruzzatore idraulico.

Fine terza parte

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Clamer informa Maggio 2022

eventi e fiere

Con Euroflora 2022 Genova torna ad essere capitale del florovivaismo

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La prima stima è di 240 mila presenze, boom nei social, aumenta la presenza di aziende, istituzioni, investitori “Sboccia” la proposta di utilizzare il marchio e il format di Euroflora per promuovere il florovivaismo italiano nel mondo Chiusa a Genova la XII edizione di Euroflora, la Mostra Internazionale del fiore e della pianta ornamentale, che si è svolta nei Parchi e nei Musei di Nervi dal 23 aprile all’8 maggio.

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La prima stima parla di 240mila presenze complessive, i dati definitivi saranno resi noti nei prossimi giorni e, a seguire, una valutazione dell’indotto elaborata dall’ufficio studi della Camera di Commercio di Genova. Si

tratta di un successo, ottenuto nonostante le condizioni atmosferiche non certo clementi che hanno caratterizzato i 16 giorni della kermesse.

Un’edizione in cui Euroflora è

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tornata alla ribalta come il più importante evento europeo per la promozione delle eccellenze florovivaistiche italiane e estere.

I visitatori – provenienti da

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ogni parte d’Italia – hanno potuto ammirare il meglio del florovivaismo italiano e non solo. 90 i giardini allestiti, 10 pro-

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getti di architettura del paesaggio realizzati dopo un concorso estremamente selettivo, “Micro-

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paesaggi”, più di 300 partecipanti tra grandi collettive e singole aziende, espressione

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delle eccellenze produttive del Paese, Comuni e realtà istituzionali di primo piano come

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il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il Ministero della Transizione Ecologica, l’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori e l’Associazione Florovivaisti Italiani.

Uno dei risultati più importanti è stato il ritorno delle grandi aziende florovivaistiche italiane, sia

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a livello di singole aziende, sia sotto l’egida delle collettive regionali. Erano rappresentate tutte le regioni italiane, con un’ampia partecipazione del Sud Italia (per la prima volta era presente una collettiva di florovivaisti calabresi, insieme a quelle campana, siciliana, sarda e

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alle presenze della Puglia) e con importanti aziende liguri, toscane, piemontesi, laziali,

emiliane, pugliesi e sarde, oltre alle presenze ufficiali della Regione Liguria, con oltre

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È cresciuto anche il numero di espositori esteri, tra i quali c’è da segnalare l’Olanda, la cui

3000 metri quadrati di esposizione, delle Regione Piemonte e della Regione Marche.

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Roma, è stata progettata dallo stesso paesaggista di Floriade Expo, il grande evento che si tiene ogni dieci anni nei Paesi Bassi, quest’anno in programma dal 14 aprile al 9 ottobre. Da aggiungere poi le partecipazioni di Francia con Nantes, Spagna con Murcia, Principato di Monaco con il Jardin Exotique, Cina e Stati Uniti con Columbus

area espositiva, fortissimamente voluta dall’ambasciata del Regno dei Paesi Bassi a

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Ohio.

Numerose anche le sollecitazioni per “esportare” il marchio e il format di Euroflora per le presenze del prodotto florovivaistico italiano in ambito internazionale, in particolare nei paesi emergenti.

Anche i risultati sul fronte internet e social sono stati davvero importanti: Boom di contatti per il sito ufficiale

rispetto all’edizione 2018 con un più 30% di visitatori unici (901mila il totale), più 45%

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di sessioni e più 45% di pagine viste (3 milioni e 120mila). Le visualizzazioni dei video sono state 4 milioni e 700mila. Per quanto riguarda i profili social si è registrato un incremento del 300% dei follower su Instagram passando da 3.000 ai 9.235 di oggi. Anche su fb l’incremento è notevole.

Premiati i vincitori dei 257 concorsi in programma.

I primi a salire sul palco del Mirador i professionisti, i tecnici e i giardinieri

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di Aster, accolti dal presidente Ferrando, dal vicesindaco Massimo Nicolò, dal ceo di Aster Antonello Guiducci e dal direttore di Euroflora Surace. A loro è andato un riconoscimento personale per il grande lavoro e la passione che hanno dimostrato in tutte le fasi di Euroflora.

In attesa di Euroflora 2025, il prossimo appuntamento è nel 2024 con le gemellate Floralies di Nantes, da poco nominate Floralies de France.

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