FOTOGRAFIA e COSPLAY ritrattistica visual storytelling post-produzione
Claudia Quagliarini 869788 A.A. 2018/2019 Tesina di fotografia Fotografia in ambito cosplay: ritrattistica, visual storytelling e post-produzione Corso di Storia contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva Docenti: P. Castelli, S. Giusti Corso di Laurea in Design della Comunicazione Politecnico di Milano IN COPERTINA Opera: Puella Magi Madoka Magica Cosplayer: VICRERIN (Homura Akemi) Foto di: tinkimil Gennaio 2018
FOTOGRAFIA IN AMBITO COSPLAY: ritrattistica, visual storytelling e post-produzione
Opera: Love Live! School Idol Festival Cosplayer: evil.dwarf (Nico Yazawa); eleonora.cosplay (Eli Ayase); _.idk.nan.molla._ (Umi Sonoda); echo.maru (Honoka Kosaka); bexxincosplay (Kotori Minami); cherry_blews (Nozomi Tojo); aki_saiko (Maki Nishikino); princessclaracosplay (Hanayo Koizumi) Foto di: Marcella Fava Ottobre 2016
COSPLAY Il termine “cosplay” è un neologismo giapponese nato nel 1984 ad opera di Nobuyuki Takahashi, coniato per un articolo uscito su My Anime in seguito alla sua partecipazione alla quarantaduesima edizione del World Science Fiction a Los Angeles. Esso si origina a partire dai due termini inglesi “costume” e “play”, e indica la pratica dei fan di prendere parte a raduni o convention interpretando il ruolo dei propri eroi preferiti. Con la progressiva espansione, negli anni, del settore dell’intrattenimento in ambito di fumetti, giochi di ruolo, videogiochi
e serie tv, anche le fiere del fumetto hanno acquisito sempre più rilevanza a livello contenutistico e mediale, e con esse il cosplay. Anche l’acquisto di apparecchi fotografici di vario livello è divenuto più accessibile, e ciò ha portato un numero crescente di persone ad interessarsi alla fotografia nell’ambito delle convention. La fotografia cosplay è quindi diventata una sorta di genere a sé stante, con i propri criteri, tecniche, obbiettivi; vi sono tuttavia alcune influenze importanti da cui, coscientemente o meno, essa prende spunto e in cui affonda le proprie radici. 5
IL RITRATTO FOTOGRAFICO Il ritratto in fotografia è il genere dedicato all’acquisizione di immagini di una persona o un gruppo di persone che abbiano una somiglianza al soggetto pari alla realtà. Esso si può considerare la prima applicazione di massa della fotografia dell’Ottocento. Questo avvenne grazie alle numerose aperture di studi di ritratti, al fenomeno “carte de visite” e in seguito al ritratto d’autore, di cui Nadar fu uno degli esponenti principali: la peculiarità dei suoi scatti derivava dal fatto che essi miravano a ritrarre il fascino e la psicologia del soggetto. Dall’Ottocento a oggi, il ritratto è stato molto più di un’espressione artistica, calandosi in contesti anche sociali, politici, culturali, in una diversità di utilizzo molto vasta.
Immagine satirica realizzata nel 1893 con la tecnica dell’esposizione multipla. L’intento è parodico nei confronti dei lunghi tempi di esposizione necessari nei primi studi fotografici di metà Ottocento, spesso dotati di “Brady stand”: dei supporti esterni per aiutare il soggetto a mantenere la posa.
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Autoritratto di Robert Cornelius: si ritiene il primo ritratto fotografico realizzato. È datato ottobre 1839, e si avvale della tecnica del dagherrotipo.
La “carte de visite” (CdV) fu brevettata dal fotografo André Adolphe Eugène Disdéri nel 1854. Le dimensioni erano pari a 54x89mm. Le CdV divennero popolari intorno al 1859, sino a circa il 1870, quando vennero sostituite dalle “cabinet card”, di dimensioni più ampie, e infine dalla fotocamera Brownie di Kodak, che rese i ritratti accessibili anche alle masse, in casa propria.
Ritratto dell’attrice francese Sarah Bernhardt ad opera di Félix Nadar (1864). Nadar si occupava inizialmente di caricature, e solo intorno al 1855 spostò la sua attenzione sulla fotografia, in particolare i ritratti. Con Nadar (che potremmo paragonare ad un “fotografo delle star”), la fotografia non ha più una mera funzione documentaristica, ma assume una sua poetica. 7
Opera: N. 6 Cosplayer: Himeyu (Shion) Foto di: Jessica Tarabella Marzo 2018
Si può dire che la fotografia cosplay tragga la sua forza principale proprio da questa versatilità del genere del ritratto, in quanto lo stesso soggetto-personaggio può essere rappresentato secondo approcci differenti. Dal momento che una parte integrante del cosplay è l’interpretazione, il soggetto dovrà somigliare non a sé, ma al personaggio, agendo spesso in maniera simile ad un attore che posa per un poster o un’immagine promozionale.
Opera: JoJo’s Bizarre Adventures Cosplayer: Riss (Giorno) Foto di: avid.exposure Marzo 2019
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I criteri di composizione e realizzazione di una foto sono quindi un incrocio fra la ritrattistica d’autore che mira a rappresentare un modo di essere o un’emozione, la fotografia di moda che ha come obbiettivo la costruzione e comunicazione del fascino del proprio modello, e un’azione di marketing che punta a impressionare lo spettatore attraverso situazioni, concetti e storie inquadrate all’interno di un’immagine.
Come è possibile vedere dalle immagini, la fotografia in ambito cosplay, evolvendosi, non si è più limitata al solo spazio delle convention, ma ha sperimentato altre ambientazioni, sia in esterno che in studio, aprendo le possibilità a risultati sempre nuovi.
(a lato) Opera: Love Live! School Idol festival Cosplayer: cherry_blews (Nozomi Tojo) Foto di: Marcella Fava Gennaio 2018 (sotto) Opera: Love Live! School Idol festival Cosplayer: aki_saiko (Maki Nishikino) Foto di: Andrea Maldarelli Luglio 2018
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VISUAL STORYTELLING Una parte estremamente importante della fotografia cosplay risulta dunque essere, spesso, la capacità di non limitarsi alla raffigurazione del soggetto, ma l’ambire alla creazione di un ambiente, un mood, una storia che ruoti attorno allo scatto. È qualcosa di molto vicino al concetto di “visual storytelling” (o anche visual narrative), ovvero l’arte di comunicare una serie di messaggi attraverso l’utilizzo di uno o più mezzi visivi; esso può trovare numerose applicazioni tanto nel marketing quanto nella creazione di altri media.
Il fotogiornalismo nacque insieme alla fotografia di guerra. Il primo reporter ufficiale fu Roger Fenton per l’Illustrated London News, il quale si occupò della Guerra di Crimea (1853-1856). La foto ritrae il fronte di Balaclava (1855)
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Il fotogiornalismo, in particolare, è quella branca del giornalismo che impiega la fotografia per raccontare una storia, e lo fa seguendo un preciso codice etico di imparzialità e aderenza alla realtà nel corso della narrazione. Pur avendo tutt’altri intenti e metodi, la fotografia in ambito cosplay mantiene questa componente di visual storytelling, in quanto si cerca spesso di calare il soggetto in situazioni che sia riproducano le scene dell’opera di appartenenza, sia evochino in qualche altro modo tale contesto.
“A picture is worth a thousand words”: le prime apparizioni di questo detto di lingua inglese si hanno intorno al 1910, in contesti di annunci pubblicitari di vario genere.
“Migrant Mother” è una foto scattata da Dorothea Lange nel 1936, che raffigura le condizioni di povertà di una madre impiegata come bracciante in California. Dal 1930 al 1970 il fotogiornalismo ha vissuto un’epoca d’oro, anche grazie a innovazioni tecnologiche come le fotocamere compatte 35mm di Leica.
Con l’avvento del digitale e il declino dei giornali stampati, anche il fotogiornalismo ha subito dei cambiamenti, per lo più relativi al controllo sulla non manipolazione degli scatti tramite programmi di editing. Una folla di gente attende di bagnarsi nel Gange durante una festività induista. (Steve McCurry, 2011) 11
Opera: Tomb Rider (2013) Cosplayer: Nixie Sweet (Lara Croft) Foto di: pi.creative Ottobre 2018 In questa serie di scatti cosplayer e fotografo si sono impegnati per ricreare la sequenza iniziale del gioco, in cui la protagonista raggiunge un’isola deserta dopo un naufragio.
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Opera: Detroit: Become Human Cosplayer: Andrea Garrone (Connor); Chiara Cozzani (Kara) Foto di: Jessica Tarabella Novembre 2018
Opera: My Hero Academia Cosplayer: luffypeach (Izuku Midoriya) Foto di: Giulia Franzoni Marzo 2019
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Generale Ulysses S. Grant davanti alle sue truppe in Virginia, durante la Guerra Civile Americana, 1864 circa. In realtà si tratta di tre fotografia separate:
la testa di Grant è stata presa da un suo ritratto; il cavallo e il corpo appartengono al maggior generale Alexander M. McCook; lo sfondo raffigura un gruppo di prigionieri Confederati .
POST-PRODUZIONE Considerando i mondi e le ambientazioni d’origine che appartengono al cosplay, risulta evidente che ogni intento di riproducibilità e fedeltà si scontra inesorabilmente con la realtà in cui viviamo. Per tale motivo, all’interno della fotografia cosplay è ampiamente diffusa la pratica del fotoritocco, anche molto avanzato, per dare ai propri scatti non solo un’atmosfera più evocativa, ma dei toni, colori, circostanze che richiamino – o replichino – l’opera di riferimento. La manipolazione delle immagini fotografiche è una pratica che è nata e si è sviluppata in parallelo con la storia della fotografia, così come le sue implicazioni 14
etiche e ideologiche. Ora come allora, gli scopi più diffusi sono la correzione di difetti nel soggetto, nell’ambientazione o nello scatto, il miglioramento e il bilanciamento dell’immagine, l’impiego e la sperimentazione degli strumenti di manipolazione per uso artistico. In ambito cosplay si rende spesso necessario un utilizzo anche esteso del fotoritocco: sul soggetto, per quanto riguarda dettagli estetici come la resa del colore degli occhi o del costume; sull’atmosfera dello scatto, per avvicinarla all’idea che si intende realizzare; sull’ambiente, spesso ricorrendo ad azioni di fotomontaggio, per trasformarlo in un mondo fittizio.
Stalin, così come altri leader politici autoritari, era solito cancellare dalle fotografie ufficiali quei collaboratori che finivano per non godere più del suo favore. Nella foto originale (sinistra) troviamo alla sua destra Nikolai Yezhov,
un ufficiale della polizia segreta, che fu giustiziato nel 1940 in seguito al periodo delle grandi purghe. Questo portò alla sua damnatio memoriae, e alla rimozione della sua persona da tutte le foto in cui era ritratto al fianco di Stalin.
GQ Magazine, febbraio 2003. Kate Winslet, presente a figura intera sulla copertina, ha dichiarato che “la dimensione delle sue gambe sia stata ridotta di circa un terzo”. L’alterazione dei corpi nel settore della moda e della pubblicità è stato un problema sin dagli anni Ottanta. Con l’avvento del digitale le modifiche, ora più accessibili, si sono fatte più invasive, rendendo necessarie persino campagne di sensibilizzazione. 15
Opera: Puella Magi Madoka Magica Cosplayer: momochii_ (Madoka Kaname) Foto di: Dizzymonogatari Aprile 2013
Opera: FATE/ Stay-night Cosplayer: Itsuki-chan (Sakura Matou) Foto di: Dizzymonogatari Marzo 2016
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Opera: Persona5 Cosplayer: Irene Asperti (Ann Takamaki / Panther) Foto di: Jessica Tarabella Febbraio 2018
Opera: Love Live! School Idol festival Cosplayer: cherry_blews (Nozomi Tojo) Foto di: Giuzzys Cosplay PH Maggio 2018
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BIBLIOGRAFIA J. Berger, “Capire una fotografia”, contrasto, Roma, 2014 a.a.v.v., “Dizionario di fotografia”, RCS Libri S.p.A, Milano, 2001
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La fotografia in ambito cosplay, per quanto di recentissima nascita e diffusione, si rifà a molte pratiche e paradigmi estetici e compositivi intrecciati profondamente con la storia della fotografia sin dalla creazione di questo mezzo. La peculiarità di quella che in alcuni casi può forse essere considerata un’arte, sta nel mettere in comune esperienze e canoni provenienti da ambiti anche molto diversi fra loro, con l’intenzione di dare vita a mondi e storie appartenenti a numerosi media differenti.