Scenario 2: Col dei Bòs e Tofane
Lagazuoi
Tofana di Ròzes
Forcella Col dei Bòs
Lagazuoi
Col dei Bòs Fanis
Torri del Falzarego
Col del Bòs
• L’attacco italiano verso il Col dei Bòs e l’omonima Forcella iniziò il 7 luglio 1915, con l'obiettivo di sfondare in Val Travenanzes e raggiungere a nord di Cortina la strada per Dobbiaco e la Val Pusteria.
• La 79^ Compagnia del Battaglione Belluno attaccò a sinistra della cima, per i dirupi che dalla Val Costeana salgono al Col dei Bòs, la 78^ Compagnia al centro, contro la Forcella Col dei Bòs, e la 106^ Compagnia a destra, sotto il Castelletto. Il 45° Reggimento Fanteria attaccò invece per il canale tra Col dei Bòs e Cima Falzarego.
• Dopo quattro giorni di aspri combattimenti, il Battaglione Belluno riuscì a occupare la Forcella Col dei Bòs
• La cima del Col dei Bòs rimase tuttavia inespugnata, fino all'ardito colpo di mano del Caporale Angelo Schiocchet, alpino della 79^ Compagnia, che insieme ai soldati Mezzacasa e Fabio Leone della 77^ Compagnia, riuscì a sorprendere il presidio austroungarico, mettendolo in fuga, nel pomeriggio del 10 luglio 1915. La 79^ Compagnia del Battaglione Alpini Belluno occupò Col dei Bòs la notte stessa.
Gli Ospedaletti, strutture sanitarie fatte costruire dagli Italiani nel 1916 al riparo dai
bombardamenti austriaci: le Torri del Falzarego proteggevano infatti questi edifici
Gli Ospedaletti oggi
Tofana di Ròzes
Dolomia Principale
Formazione di Travenanzes
Formazione di Heiligkreuz
Dolomia Cassiana
Assalto alla Forcella
Col dei Bòs
Primi tentativi di conquistare il Castelletto
Tofana di Ròzes
Occupata dagli Italiani la Cima della Tofana di Ròzes e la Cima del Col dei Bòs, rimaneva il Castelletto ad interrompere la linea del nuovo fronte di guerra, strategicamente in mano agli Austriaci
Col dei Bòs
Salendo alla Forcella Col
dei Bòs
Salendo verso la Forcella del Col dei Bòs si incontrano massi scuri
appartenenti alla Formazione di Heiligkreuz
Ai piedi del Castelletto
QUOTA GASPARD
IL NASO
Prima idea degli Italiani: conquistare dall’alto il Castelletto calandosi dalla cima della
Tofana di Ròzes e raggiungere la zona del Naso sopra le postazioni nemiche: troppo pericoloso!!!
Camino dei cappelli
Camino Vallepiana - Gaspard
Galleria degli obici
Galleria mina
Il conte Ugo Ottolenghi di Vallepiana, con l’aiuto della guida valdostana Gaspard, in 16 giorni risale lungo il camino che da allora porta il suo nome: viene
conquistata la Quota Gaspard sopra il Castelletto (giugno-luglio 1916). A questo
si aggiunge la scalata del «camino dei cappelli» per raggiungere lo Scudo
compiuta in varie ricognizioni da Eugenio Tissi di Vallada Agordina, noto, insieme
all’ing. Malvezzi, per aver diretto i lavori per la mina del Castelletto.
Scudo
La Gran Guardia
Il Castelletto - Schreckenstein
Le squadre di minatori lavorarono su quattro turni di sei ore ciascuno con circa 25-30 operai per squadra. Furono scavati oltre 500 metri di gallerie ed asportati
2200 metri cubi di roccia viva.
La sezione della galleria variò da mt. 1,80x 1,80 a mt. 2x2
La carica totale fu di 35 tonnellate di sola gelatina
esplosiva al 92% di nitroglicerina
Il 3 luglio iniziarono i lavori di caricamento della mina che proseguirono fino alle ore 15 del 9 luglio, venne poi
intasata la galleria che portava alla camera di scoppio con calcestruzzo e sacchi di terra. La mina esplose alle ore 3,30
del giorno 11 luglio 1916
Lagazuoi di Mezzo
Lagazuoi Grande
Formazione di Heiligkreuz
Lagazuoi Nord
Cima Fanis Sud
Dolomia Principale
Formazione di Travenanzes
Dopo l’esplosione della mina del Castelletto, il fronte austriaco si ritira
fino alla zona cosiddetta dei Sassi
Costone Gasserdepot
Tre Sassi
Due Dadi
Sasso Ventaglio
Val Travenanzes
Sasso Triangolare
Valòn Bianco
Sasso di sbarramento
Tofana di Ròzes
Castelletto
Sasso Misterioso
La faglia che separa il Castelletto dalla Tofana di Ròzes
Sasso Misterioso
Così chiamato dagli Italiani perche gli alpini venivano come «risucchiati» e sparivano in quella zona, era chiamato dagli Austriaci Gespaltener Fels, roccia spaccata a causa della profonda spaccatura . Al suo interno gli austriaci erano annidati e potevano sparare sugi nemici che avanzavano.
Qui, nel 1916, avvenne la caduta dei battaglioni Belluno e Monte Pelmo
Sasso Misterioso
POSTO POLIN
ROCCA
ROCCHETTA
QUOTA GASPARD
NASO
GRANDE GROTTA
SASSO MONDIN
Tofana Terza
Tofana di Ròzes
Tofana di Mezzo
Masarè
SCENARIO 3: FONTANANEGRA
Forcella Fontananegra
Il 5 luglio 1915 arriva il generale Cantore
12 – 17 –
20 luglio 1915: si susseguono gli scontri alla Forcella
Fontananegra
11 luglio 1915: muore il generale Cantore
22 luglio: conquista di Punta Marietta
2 agosto 1915: conquista di Fontananegra
18 settembre 1915: conquista della Tofana Prima (o di Ròzes)
Nemesis e Tre Dita
9-10 luglio 1916: conquista delle Tre Dita dopo attacco fallito il giorno precedente
9 luglio 1916: conquista della Nemesis . Il sottotenente Carugati individua l’unica via d’accesso al torrione impedendo ai
Kaiserjaeger di riconquistarne la cima.
Gli scontri continuano al Masarè, tra i Sassi del macereto: il 9
luglio 1916 dei 125 soldati austriaci schierati, solo 18
riuscirono a salvarsi e scendere nella sottostante Val
Travenanzes
Salendo dal Rifugio Dibona a Fontananegra
Tridente degli Inglesi
Verso Fontananegra
Torrione Ovest Tridente degli Inglesi
Punta Marietta EX Rifugio Cantore
Forcella di Fontananegra verso la Tofana di Ròzes
Tre Dita
Torre di Fanis
Cima Fanis Nord
M. Cavallo
M. Casale
Nemesi
M. Castello
Masarè
Per conquistare definitivamente la Forcella Fontananegra in mano austriaca, bisognava conquistare le Tre Dita e la Nemesi a difesa del Valòn de Fontananegra che scende in Val Travenanzes.
Masarè
Foglio Geologico Cortina d’Ampezzo
SCENARIO 4: SON POUSES
Sòn Pouses
In previsione di un attacco italiano lo sbarramento naturale di Sòn Pouses era stato fortificato già a partire dal 1913.
I primi combattimenti si ebbero nei giorni 7 e 8 giugno 1915: gli italiani vennero respinti
Altri assalti andarono a vuoto nel periodo dal 7 al 27 giugno 1916
Sòn Pouses non venne mai conquistata dagli italiani
Alla fine dell'ultima glaciazione il Torrente Boite, per regressione della sua testata, cattura le acque dei Torrenti Fanes, Travenanzes e Felizon che precedentemente scendevano verso la Val di Landro per immettersi nel Rienza (Bacino dell'Adige): oggi invece, a seguito della cattura, confluiscono nel bacino del Piave.
Cattura del Torrente Boite
Vecchio spartiacque del T. Boite
Lo spartiacque si è spostato a Cimabanche
GRAZIE A TUTTI PER LA PAZIENZA E L’ATTENZIONE