ALBERTO BERTINI - GEOLOGIA E GUERRA NELLE DOLOMITI (Parte 3)

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Scenario 2: Col dei Bòs e Tofane

Lagazuoi

Tofana di Ròzes

Forcella Col dei Bòs

Lagazuoi
Col dei Bòs Fanis
Torri del Falzarego

Col del Bòs

• L’attacco italiano verso il Col dei Bòs e l’omonima Forcella iniziò il 7 luglio 1915, con l'obiettivo di sfondare in Val Travenanzes e raggiungere a nord di Cortina la strada per Dobbiaco e la Val Pusteria.

• La 79^ Compagnia del Battaglione Belluno attaccò a sinistra della cima, per i dirupi che dalla Val Costeana salgono al Col dei Bòs, la 78^ Compagnia al centro, contro la Forcella Col dei Bòs, e la 106^ Compagnia a destra, sotto il Castelletto. Il 45° Reggimento Fanteria attaccò invece per il canale tra Col dei Bòs e Cima Falzarego.

• Dopo quattro giorni di aspri combattimenti, il Battaglione Belluno riuscì a occupare la Forcella Col dei Bòs

• La cima del Col dei Bòs rimase tuttavia inespugnata, fino all'ardito colpo di mano del Caporale Angelo Schiocchet, alpino della 79^ Compagnia, che insieme ai soldati Mezzacasa e Fabio Leone della 77^ Compagnia, riuscì a sorprendere il presidio austroungarico, mettendolo in fuga, nel pomeriggio del 10 luglio 1915. La 79^ Compagnia del Battaglione Alpini Belluno occupò Col dei Bòs la notte stessa.

Gli Ospedaletti, strutture sanitarie fatte costruire dagli Italiani nel 1916 al riparo dai

bombardamenti austriaci: le Torri del Falzarego proteggevano infatti questi edifici

Gli Ospedaletti oggi

Tofana di Ròzes

Dolomia Principale

Formazione di Travenanzes

Formazione di Heiligkreuz

Dolomia Cassiana

Assalto alla Forcella

Col dei Bòs

Primi tentativi di conquistare il Castelletto

Tofana di Ròzes

Occupata dagli Italiani la Cima della Tofana di Ròzes e la Cima del Col dei Bòs, rimaneva il Castelletto ad interrompere la linea del nuovo fronte di guerra, strategicamente in mano agli Austriaci

Col dei Bòs
Salendo alla Forcella Col
dei Bòs

Salendo verso la Forcella del Col dei Bòs si incontrano massi scuri

appartenenti alla Formazione di Heiligkreuz

Ai piedi del Castelletto

QUOTA GASPARD

IL NASO

Prima idea degli Italiani: conquistare dall’alto il Castelletto calandosi dalla cima della

Tofana di Ròzes e raggiungere la zona del Naso sopra le postazioni nemiche: troppo pericoloso!!!

Camino dei cappelli

Camino Vallepiana - Gaspard

Galleria degli obici

Galleria mina

Il conte Ugo Ottolenghi di Vallepiana, con l’aiuto della guida valdostana Gaspard, in 16 giorni risale lungo il camino che da allora porta il suo nome: viene

conquistata la Quota Gaspard sopra il Castelletto (giugno-luglio 1916). A questo

si aggiunge la scalata del «camino dei cappelli» per raggiungere lo Scudo

compiuta in varie ricognizioni da Eugenio Tissi di Vallada Agordina, noto, insieme

all’ing. Malvezzi, per aver diretto i lavori per la mina del Castelletto.

Scudo La Gran Guardia

Il Castelletto - Schreckenstein

Le squadre di minatori lavorarono su quattro turni di sei ore ciascuno con circa 25-30 operai per squadra. Furono scavati oltre 500 metri di gallerie ed asportati

2200 metri cubi di roccia viva.

La sezione della galleria variò da mt. 1,80x 1,80 a mt. 2x2

La carica totale fu di 35 tonnellate di sola gelatina

esplosiva al 92% di nitroglicerina

Il 3 luglio iniziarono i lavori di caricamento della mina che proseguirono fino alle ore 15 del 9 luglio, venne poi

intasata la galleria che portava alla camera di scoppio con calcestruzzo e sacchi di terra. La mina esplose alle ore 3,30

del giorno 11 luglio 1916

Lagazuoi di Mezzo

Lagazuoi Grande

Formazione di Heiligkreuz

Lagazuoi Nord

Cima Fanis Sud

Dolomia Principale

Formazione di Travenanzes

Dopo l’esplosione della mina del Castelletto, il fronte austriaco si ritira

fino alla zona cosiddetta dei Sassi

Costone Gasserdepot Tre Sassi Due Dadi Sasso Ventaglio

Val Travenanzes

Sasso Triangolare Valòn Bianco Sasso di sbarramento

Tofana di Ròzes

Castelletto

Sasso Misterioso

La faglia che separa il Castelletto dalla Tofana di Ròzes

Sasso Misterioso

Così chiamato dagli Italiani perche gli alpini venivano come «risucchiati» e sparivano in quella zona, era chiamato dagli Austriaci Gespaltener Fels, roccia spaccata a causa della profonda spaccatura . Al suo interno gli austriaci erano annidati e potevano sparare sugi nemici che avanzavano.

Qui, nel 1916, avvenne la caduta dei battaglioni Belluno e Monte Pelmo

Sasso Misterioso

POSTO POLIN

ROCCA

ROCCHETTA

QUOTA GASPARD

NASO

GRANDE GROTTA

SASSO MONDIN

Tofana Terza

Tofana di Ròzes

Tofana di Mezzo

Masarè

SCENARIO 3: FONTANANEGRA

Forcella Fontananegra

Il 5 luglio 1915 arriva il generale Cantore

12 – 17 –

20 luglio 1915: si susseguono gli scontri alla Forcella

Fontananegra

11 luglio 1915: muore il generale Cantore

22 luglio: conquista di Punta Marietta

2 agosto 1915: conquista di Fontananegra

18 settembre 1915: conquista della Tofana Prima (o di Ròzes)

Nemesis e Tre Dita

9-10 luglio 1916: conquista delle Tre Dita dopo attacco fallito il giorno precedente

9 luglio 1916: conquista della Nemesis . Il sottotenente Carugati individua l’unica via d’accesso al torrione impedendo ai

Kaiserjaeger di riconquistarne la cima.

Gli scontri continuano al Masarè, tra i Sassi del macereto: il 9

luglio 1916 dei 125 soldati austriaci schierati, solo 18

riuscirono a salvarsi e scendere nella sottostante Val

Travenanzes

Salendo dal Rifugio Dibona a Fontananegra

Tridente degli Inglesi

Verso Fontananegra

Torrione Ovest Tridente degli Inglesi

Punta Marietta EX Rifugio Cantore
Forcella di Fontananegra verso la Tofana di Ròzes

Tre Dita

Torre di Fanis

Cima Fanis Nord

M. Cavallo

M. Casale

Nemesi

M. Castello

Masarè

Per conquistare definitivamente la Forcella Fontananegra in mano austriaca, bisognava conquistare le Tre Dita e la Nemesi a difesa del Valòn de Fontananegra che scende in Val Travenanzes.

Masarè

Foglio Geologico Cortina d’Ampezzo

SCENARIO 4: SON POUSES

Sòn Pouses

In previsione di un attacco italiano lo sbarramento naturale di Sòn Pouses era stato fortificato già a partire dal 1913.

I primi combattimenti si ebbero nei giorni 7 e 8 giugno 1915: gli italiani vennero respinti

Altri assalti andarono a vuoto nel periodo dal 7 al 27 giugno 1916

Sòn Pouses non venne mai conquistata dagli italiani

Alla fine dell'ultima glaciazione il Torrente Boite, per regressione della sua testata, cattura le acque dei Torrenti Fanes, Travenanzes e Felizon che precedentemente scendevano verso la Val di Landro per immettersi nel Rienza (Bacino dell'Adige): oggi invece, a seguito della cattura, confluiscono nel bacino del Piave.

Cattura del Torrente Boite Vecchio spartiacque del T. Boite
Lo spartiacque si è spostato a Cimabanche

GRAZIE A TUTTI PER LA PAZIENZA E L’ATTENZIONE

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