Ca’ di Dio by Patricia Urquiola, Venezia - Interni Aprile 2022

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OSPITATA IN UN’EX CHIESA, LA LOBBY DELL’HOTEL CA’ DI DIO, RIVESTITA CON FINITURA MURALE AURA DI LA CALCE DEL BRENTA, È DOMINATA DA UNO CHANDELIER A TRE VELE COMPOSTO DA 14.000 CRISTALLI IN VETRO DI MURANO. FOTO SARA MAGNI. SOTTO, IL PALAZZO SITUATO NEL SESTIERE CASTELLO LUNGO LA RIVA DEGLI SCHIAVONI.

Il lusso sobrio e personalizzato del nuovo hotel Ca’ di Dio, progettato, come una sofisticata dimora veneziana dalla doppia anima – rigorosa e impeccabile – da Patricia Urquiola

L’ESSENZA DELLA ‘VENEZIANITÀ’ 2 aprile 2022 INTERNI

Il lusso – quello vero, non fine a se stesso – sta nell’attenzione esclusiva, intesa come personale e al tempo stesso discreta, riservata agli ospiti. A fare la differenza sono i dettagli, decorativi ed esperienziali. Con questo spirito, che disegna una nuova idea di ospitalità – autentica –, nasce a Venezia Ca’ di Dio, il nuovo hotel cinque stelle della collezione VRetreats situato nella zona dell’Arsenale, fulcro delle Biennali d’Arte e Architettura, elegantemente distante dagli itinerari turistici più battuti. Sottoposto da Alpitour World a un imponente – e sostenibile – intervento di restauro e riqualificazione, Ca’ di Dio presenta una nuova veste, firmata da Patricia Urquiola che ne ha curato il progetto di interior design e la direzione artistica, nella quale confluiscono due anime: il rigore dell’intervento nel Cinquecento di Jacopo Sansovino sul nucleo originale del Duecento, quando il complesso ospitava pellegrini in viaggio e donne in difficoltà, e la raffinatezza – impeccabile – di una dimora veneziana.

Dalle linee razionali, la facciata in pietra d’Istria, ridipinta in una sobria tonalità neutra, introduce in un edificio scandito da 442 finestre che conserva la configurazione originaria. Le stanze, ricavate dagli antichi alloggi e mantenute nella loro struttura di celle, si susseguono lungo ampi corridoi dal rigore monacale. La connessione al tessuto della città, ai suoi fasti, stucchi e decori, e al suo heritage, legato alle maestranze locali, emerge negli ambienti intimi e accoglienti. La trama delle stoffe, i vetri di Murano, le finiture tattili e le tonalità fluide rimandano alle gradazioni dell’acqua e ai riflessi della

Laguna enfatizzando un’eleganza preziosa declinata in chiave contemporanea. Il luxury hotel coniuga così l’austerità della struttura al calore di una tipica casa veneziana, con tanto di corti adibite a giardini, altane e porta d’acqua. Quella restituita è l’essenza della ‘ ‘venezianità’, priva di stereotipi: il general manager di Ca’ di Dio Christophe Mercier la definisce “Venessentia”. Esteso su 4.000 metri quadrati disposti su tre piani, l’albergo ospita 66 camere, di cui 57 Junior Suite, i due ristoranti Essential e Vero, il bar Alchemia, un’area wellness&spa e una sala lettura. Molteni&C ha partecipato a questo prestigioso progetto arredando tutte le camere con pezzi custom made disegnati ad hoc da Patricia Urquiola e allestendo i corridoi con elementi, quali

i controsoffitti in legno, i rivestimenti in tessuto e le panche. Negli ambienti interni trovano spazio anche alcuni prodotti di design delle collezioni dell’azienda, come i tavoli Filigree ideati da Rodolfo Dordoni e le sedie Woody di Francesco Meda. A impreziosire le stanze, le sofisticate boiserie tessili, la testiera avvolgente che incornicia in modo distintivo il letto, la lampade soffiate dai maestri dell’arte vetraria, i marmi opachi, gli specchi anticati, i tessuti pregiati e i contrappunti cromatici. Le finestre bordate di legno inquadrano squarci di Laguna: l’aura di Venezia aleggia in una sorta di abbraccio. Perché il lusso – quello vero – è fatto di gesti, gesti accurati di accoglienza personalizzata. ■ Claudia Foresti

DALLE CROMIE ACQUATICHE, LE 66 CAMERE DELL’HOTEL SONO CARATTERIZZATE DA MATERIALI E LAVORAZIONI LEGATI ALL’HERITAGE VENEZIANO. I SISTEMI DI ARREDO, DISEGNATI DA PATRICIA URQUIOLA, SONO STATI REALIZZATI SU MISURA DA MOLTENI&C. SOPRA, UNO DEI GIARDINI OSPITATI NELLE CORTI.

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