©CLIC.HÉ - Webmagazine trimestrale di fotografia e realtà visuale - All rights reserved - Direttore Responsabile: Luigi Torreggiani - Editore: Associazione Culturale Deaphoto - Reg. Trib. Firenze N° 5767 del 14/04/2010
Luglio 2014
n° 16
www.clic-he.it
ABITO
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Editore: Ass. Culturale Deaphoto Direttore responsabile: Luigi Torreggiani Photo-editor: Giulia Sgherri Caporedattori: Paolo Contaldo Sara Severini Niccolò Vonci Progetto grafico e impaginazione: Luciferi Visionibus - Arezzo
ABITO Editoriale
pag. 5
Presentazione alle immagini
pag. 7
ABITO - SERVIZI
Foto di copertina: Valentina Parisi In redazione: Sabrina Ingrassia Silvia Berretta Chiara Micol Schiona Tiziana Tommei Alberto Ianiro Collaboratori fissi: Sandro Bini Diego Cicionesi Caterina Caputo Servizi tematici: Claudia Gori Valentina Parisi Emma Grosbois Flora Controli Francesca Cesari Rosella Centanni Luca Moretti Stefano De Grandis Rudy Laschi Simone Padelli Recensioni: Lidia Passaro 6Glab Eventi: Sandro Bini
Resilio
pag. 8
Derma
pag. 22
Fabbrica Habitat
pag. 34
In my skin
pag. 40
In the room
pag. 44
N(u)ove donne in salotto
pag. 56
Nuovi arrivi vecchie abitudini
pag. 64
Oikia
pag. 72
Totò Dinamite
pag. 78
Where they live
pag. 84
RUBRICHE Interview: Massimo Siragusa
pag. 91
Nouvelle vague: MLB Ferrara
pag. 95
Storyboard: il rischio di fotografare il paesaggio
pag. 99
RECENSIONI Spoleto, white golden dark, Francesco Bosso
pag. 103
Roma, Frida
pag. 107
EVENTI San Gimignano, Elliott Erwitt, Icons
pag. 111
Firenze, Pontormo e Rosso Fiorentino
pag. 113
Francesca Cesari
Editoriale
ABITO
di Luigi Torreggiani Abito: questa parola dal plurimo significato è decisamente intrigante: affascina perché in grado di indagare aspetti profondissimi dell’essere umano, anche se spesso ben visibili in superficie. Qui la fotografia, per fortuna, ci viene in aiuto: restringe il campo, approfondisce, scarta. Il vivere un luogo, l’indossare un oggetto, il frequentare abitualmente situazioni e persone è ciò che ognuno di noi fa in
Abito è qualcosa che stringiamo
ogni attimo della vita (ma anche
sulla nostra pelle, ogni istante.
dopo di essa e ben prima di na-
Abitare un luogo significa viver-
scere!). Da sempre si abita, per
ne l’anima, seppur nella banali-
sempre si abita, in ogni attimo si indossa qualcosa, anche se nudi. Abito deriva poi dal termine latino “habitus”, che significa so-
“tutto ciò che siamo destinati o soliti avere con noi”
tà di ogni giorno. Habitus è, da vocabolario, “tutto ciò che siamo destinati o soliti avere con noi”: destino o scelta, tutto si abita, tutto si indossa.
stanzialmente “modo di essere”,
è molto interessante osservare
“disposizione dell’animo”, “figu-
come tanti fotografi, quelli scelti
ra”, “apparenza”, “vestimento”…
per questo numero ma anche
altri termini che si accumulano,
quelli che, nonostante gli otti-
stratificando il mistero di una
mi lavori, sono stati esclusi per
parola.
questioni di spazio, hanno affrontato la sfida lanciata da questa parola, dicendoci che è giusto, che serve, che
Un vocabolo che forse può mettere ordine a questo fiu-
è essenziale riflettere su luoghi e oggetti, anche nella
me in piena di significati è “intimità”.
loro intima banalità; che la fotografia è un mezzo ancora più che attuale per questo scopo: essa, che milioni di persone in continuo aumento utilizzano come forma espressiva e narrativa, è in fondo il “vestito” che noi umani facciamo indossare al Pianeta che abitiamo. Un abito che, come ogni vestito che si rispetti, in fondo mostra… nascondendo.
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Flora Controli
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Presentazione alle immagini
ABITO
di Paolo Contaldo
Abito è indagine. Possiamo rimanere disarmati davanti alle “pareti invisibili” del progetto di Stefano De Grandis, immergerci in due coraggiosi e diversi percorsi di rivelazione affrontati da Claudia Gori e Valentina Parisi, incontrare e vivere “Totò Dinamite” nelle immagini fiaba di Rudi Laschi, fare un viaggio fino all’Islanda “glaciale” di Simone Padelli. Ci sono poi i luoghi incompiuti, in bilico tra promesse e abbandono di Luca Moretti.
Abito è indagine
Percorriamo con Emma Grosbois le strade della desolata e inumana “Prato Fabbrica Cinese”, che tutto produce e tutto nasconde.
Poi sono le donne il centro dello sguardo. Single, determinate e realizzate quelle del “salotto” di Rosella Centanni, “semplicemente” mamme nelle foto intime e preziose di Francesca Cesari. Con Flora Contoli lo sguardo passa alla superficie, ma non rimane distante alla “dichiarazione” che il tatuaggio porta con sè. Buona visione.
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Claudia Gori
RESILIO
BIO
Nasce nel 1986 a Prato. Si trasferisce a Roma per studiare giornalismo a La Sapienza. Capisce
presto di voler raccontare con le immagini, piÚ che con le parole e decide di affiancare al lavoro lo studio della fotografia presso il Centro Sperimentale di Fotografia Adams. Inizia a fotografare la sua casa e la sua famiglia, per poi uscire fuori e affrontare temi di rilevanza sociale con uno sguardo sempre teso agli aspetti psicologici ed emotivi delle persone. Adesso è tornata in Toscana dove svolge come free lance la professione di fotografa e porta parallelamente avanti progetti fotografici a breve e lungo termine.
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ABITO
ci corrisponde, almeno in parte. Quello è il nostro posto, il posto della verità, dove esporre le fragilità,
Questo lavoro fotografico nasce
fino al sonno vigile.
essere centrati, fermi, liberi.
dall’esigenza
La psiche è plastica e, come tale,
E adesso che ti sei trovato, quanto
percorso, quello del riconoscimento
può trasformarsi.
sei disposto a farti riconoscere?
di se stessi.
Alimentare il dubbio ci fa procedere
Adesso è il tempo più faticoso
Vuole esplorare e lasciarsi guidare
a singhiozzi e ci allontana dal
da abitare. Nel momento in cui ci
su quella strada che esplora le
tentativo di infrangere le zavorre
mettiamo realmente al centro inizia
pieghe riposte della propria natura
che ci tengono ancorati al mondo
un’altra strada, la più faticosa: la
umana: è una scelta consapevole.
regolare.
pianura.
Ascoltare gli impulsi che mettiamo
Dimenarsi dai grovigli che abbiamo
Non è una rinascita, è semplicemente
quotidianamente
pedissequamente
la presa di coscienza che si ha la
di
raccontare
a
tacere
un
e
tessuto
assecondarli significa smascherare
nell’età della ragione, quella in
capacità
di
saltare,
prendendo
la psiche che ci protegge dagli
cui dovremmo darci una forma e
un’altra direzione.
inganni, ci preserva da uno stato di
invece una forma non ce l’abbiamo,
E’ il posto della resilienza, non della
sospensione comoda, che ci culla
ci rende liberi di cercare il posto che
resistenza.
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adesso è il tempo piÚ faticoso da abitare
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E adesso che ti sei trovato, quanto sei disposto a farti riconoscere?
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Valentina Parisi
DERMA
BIO
Valentina Parisi è nata a Roma nel 1982, dove vive e lavora. Dopo aver insegnato allʼUpter – Università Popolare di Roma, attualmente dirige un laboratorio fotografico per ragazzi/e
disabili presso la Fattoria Sociale La Terra dei Sogni. Nel 2014 ha vinto la borsa di studio alla Scuola Romana di Fotografia. Diplomata in fotografia allʼIstituto Superiore R.Rossellini e laureata in Lettere, ha collaborato con la Casa Internazionale delle Donne e partecipato a numerose mostre collettive. Nel 2008 ha vinto Il Premio della Critica per la Biennale DʼArte Contemporanea di Reggio Emilia e nel 2009 ha presentato la sua prima mostra personale mettendo in scena diversi linguaggi comunicativi. Nel 2012 alcuni dei suoi autoritratti sono stati pubblicati nel volume edito da Rubbettino Editore, IL CORPO SOLITARIO di Giorgio Bonomi. Nel 2013 è stata selezionata per il PROGETTO P a cura della Galleria Gallerati, ammessa alla mostra fotografica Il Dovere delle Donne, curata da
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Officine Fotografiche e selezionata da Fotografia Femminile – Osservatorio Nazionale.
ABITO Derma è una storia vera. I personaggi sono reali. Lo spazio è quello familiare. E’ la mia storia, è il disperato tentativo di liberarmi da un pantano ricostruendo la mia identità.
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disperato tentativo di liberarmi
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Emma Grosbois
FABBRICA HABITAT
BIO
Dopo gli studi di filosofia Emma Grosbois si trasferisce a Berlino grazie ad una borsa Europa dove
lavora presso una galleria di fotografia. Deciderà di dedicarsi alla fotografia. Vive a Firenze dove studia e lavora. Sta attualmente completando il corso triennale di fotografia presso la Fondazione Marangoni a Firenze. Il suo lavoro si incentra sull’immagine intesa come luogo di aggregazione dove confluiscono significati, storie e memorie.
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ABITO Sulla strada tra Firenze e Prato :
la possibiltà di disporre di spazi distinti
la zona dell’ Osmannoro, alla ricerca
per il lavoro il riposo o la vita familiare.
dei segni del quotidiano dei cinesi
Il lavoro pervade ogni momento delle
nello spazio in mezzo alle fabbriche.
giornate dei migranti lavoratori cinesi,
Un
che
il tempo libero è una dimensione che
attraversa questi spazi con uno
non è compresa in queste esperienze
sguardo accurato a ciò che lo
migratorie”.
circonda e che potrebbe raccontare
Diversità
qualcosa sul mondo in cui sta
distretto industriale in transizione
vivendo.
di Massimo Bressan ed Elizabeth L.
“Molto spesso i lavoratori non hanno
Krause.
osservatore
a
piedi
e
separazione
in
un
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alla ricerca dei segni del quotidiano
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Flora Controli
IN MY SKIN
BIO
“Quelle di Flora sono fotografie pittoriche che sembrano inoltrarsi in zone sconosciute della realtà,
alle quali si può applicare la bella definizione di Dante della pittura concepita come “visibile parlare” (Silvano Agosti – regista e scrittore). Flora Contoli, artista fotografa e performer autodidatta, nasce a Roma nel ’77. Laureata in antropologia, ha all’attivo la realizzazione di molteplici esposizioni
personali
e la presenza in
esposizioni collettive in tutta Italia, segnalazioni in concorsi e organizzazione di eventi artistico-culturali.
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Le sue opere sono presenti in diverse collezioni private.
ABITO Il corpo è la nostra prima dimora. In my skin è un progetto che esplora la dimensione intima di un corpo che si racconta attraverso una scrittura di sè indelebile offerta alla lettura del mondo. Protetti dall’ombra o indagati dalla luce, la fragilità e la forza di esistere, soli, nella propria assoluta unicità, rivelati di fronte al mondo.
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Francesca Cesari
IN THE ROOM
BIO
Francesca Cesari (1970) è una fotografa che vive e lavora a Bologna. Ha una laurea in Storia dell’Arte
Contemporanea e un Diploma del London College of Communication in Professional Photographic Practice. La sua ricerca si concentra sulle persone fotografate a luce ambiente. I temi che predilige riguardano principalmente la famiglia, la maternità e il rapporto tra le generazioni.
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ABITO La dimensione appartata e silenzio-
si rende custode del cambiamento.
sa del luogo in cui una madre ad-
Una parentesi sospesa in un terri-
dormenta il bambino attraverso
torio separato dal resto, dove devo-
l’allattamento al seno.
zione e tenerezza convivono con
Il passaggio tra la veglia e il sonno
il risvolto alienante di una routine
dei piccoli, con il progressivo am-
che si ripete innumerevoli volte.
morbidirsi del corpo e l’abbandono
Questi gli aspetti principali che le
di ogni resistenza e ostinazione, fino
immagini vogliono esplorare, per
ad arrendersi alla totale passività.
descrivere le sfumature di un mo-
La presenza solida e consapevole
mento privato e simbiotico, esclusi-
della donna, che accompagna que-
vo dell’esperienza della maternità.
sta transizione verso l’incoscienza e
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Rosella Centanni
N(U)OVE DONNE IN SALOTTO
BIO
Rosella Centanni è nata e vive ad Ancona. Ha iniziato ad appassionarsi di fotografia dagli anni ’90. Ha partecipato a corsi
riguardanti la progettazione di un lavoro fotografico, la tecnica del bianconero, la luce, il ritratto, il reportage e la manipolazione di pellicole Polaroid.
Ha realizzato, oltre a varie iniziative
fotografiche, diverse mostre personali, tra le quali “Nello Yemen” (2001), “Il vivere..”(2003), “Oltre lo schermo e sulla scena”(2004), “Sviluppi in scena” (2005), “Al Passetto.. un lungo giorno d’estate” (2008), “Suk-ki di fiaba”(2009), “Sguardi” (2011), “Respiri” e “Oltre lo sguardo” (2012), “N(u)ove donne in salotto” (2014). Nel 2010 ha curato la mostra fotografica “Tra miseria e splendore” nell’ambito
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del Festival Internazionale Adriatico – Mediterraneo ad Ancona.
ABITO L’idea del mio lavoro riguarda il
di ricominciare daccapo, di andare
“circolo”, il salotto delle mie amiche.
avanti dando un senso alla propria
Salotto come luogo aperto della
vita. Donne che si realizzano in vari
casa, in cui si riceve, ci si ascolta ci
campi, dal lavoro, alla pittura, dalla
si confronta e, nello stesso tempo,
scrittura al volontariato.
luogo in cui ci si rilassa e si sta con
Il mio scopo è quello di delineare lo
se stessi. Il nido in cui si è soli, ma
stile di vita scelto dalle nove donne
non ci si sente soli. Sono donne
nell’affrontare la loro condizione di
single o per libera scelta o per
single attraverso vari percorsi, per
una condizione sofferta. Donne
raggiungere il proprio equilibrio. Un
che si sono rimesse in gioco ed
piccolo campione riguardante un
hanno trovato la forza e la dignità
aspetto della donna di oggi.
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Luca Moretti
NUOVI ARRIVI VECCHIE ABITUDINI
BIO
Luca
Moretti
40
anni,
vivo
a
Vecchiano in provincia di Pisa. Prendo fotografie da circa 4 anni.
Mi interessa il paesaggio, quello antropizzato, forse perchè è l’unico possibile.
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ABITO Osservazioni su Marina di Pisa
nelle architetture tradizionali, nelle
Un paesaggio in bilico tra le
abitudini popolari, un equilibrio
possibilità prospettate dal nuovo
precario dove i versi del D’Annunzio
porto
ma
risuonano ancora con tutta la loro
ancora incompleto, e quella legata
forza, anche se qualche ricco russo
ad un passato fatto di un turismo
comincia a sbarcare, probabilmente
a corto raggio, di prossimità. Un’
ignorando cosa sia il solleone.
turistico,
scintillante
atmosfera decadente che persiste
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Stefano De Grandis
OIKIA
BIO
Fotografo a
Milano,
trentenne dopo
la
con
base
formazione
universitaria umanistica, entra nel mondo della fotografia seguendo la cronaca nazionale occupandosi di temi di stringente attualitĂ , pubblicando sui principali quotidiani e settimanali nazionali. Parallelamente ha portato avanti in questi anni progetti personali di ricerca fotografica e giornalistica legata principalmente a temi sociali e ambientali. Sempre attento ai cambiamenti della societĂ non smette di indagare i risvolti strutturali, le cause e conseguenze che questi mutamenti
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comportano.
città dietro questi cumuli di cartoni,
ABITO
a fare da contrasto stridente tra la vita normale di tutti i giorni e la loro
Vivono sulla strada, mangiano sulla
nel migliore dei modi: dietro pareti
condizione di povertà. E’ così che,
strada e la strada è la loro casa.
di cartone alla ricerca di una sorta di
a colorare le parteti invisibili delle
E’ difficile chiamarla tale, ma tutto
privacy, in sacchi a pelo multistrato
loro stanze sono le luci dei negozi
ciò che le migliaia di senzatetto
per ripararsi dal freddo, in teloni
di vestiti, delle banche, le scritte sui
hanno in quel metro e mezzo
raccattati in giro per difendersi
muri, e i porticati che di giorno sono
quadrato che li circonda è la loro
dagli
in
lo scenario della vita economica
unica soluzione abitativa.
economicissime tende. Tutta la loro
cittadina. Tutti loro vivono in un non
Si tratta di una soluzione alternativa,
vita è lì racchiusa, non c’è un tetto,
luogo a tutti gli effetti, che richiama
dettata dal bisogno di un riparo
non ci sono pareti, solo scenografie.
in maniera forte e tangibile di una
notturno, che li porta a sistemarsi
Ed ecco che si accendono le luci della
vera casa.
agenti
atmosferici,
o
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non ci sono pareti, solo scenografie
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Rudy Laschi
TOTò DINAMITE
BIO
Appassionato di fotografia da sempre, la mia prima macchina fotografica l’ho avuta in regalo da mio padre a 14
anni, da quel momento non ho mai smesso di fotografare. Ho seguito numerosi corsi di specializzazione fotografica cercando di essere al passo con questo mondo che si evolve ogni giorno. Collaboro da qualche anno con Dierre Fotografi seguendo eventi e cerimonie, in puro stile reportagistico. In passato ho fatto parte di alcuni club fotografici adesso abbandonati. Curo personalmente progetti fotografici legati prevalentemente al mondo del sociale. Interessato alla fotografia naturalistica, ho girato il mondo fotografando le altre culture e aspetti di vita
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quotidiana diverse dalle nostre.
ABITO Totò nel sottopassaggio di Piazza
manutenzione e una parte ludica
delle Cure a Firenze, c’è finito per
che passa attraverso la sua musica,
caso.
i suoi vecchi strumenti musicali e la
Ha trovato un luogo freddo e tra-
sua arte di intrattenere i bambini.
sandato ed ha cercato di trasfor-
Totò ama il sottopasso.
marlo.
Totò ama gli altri e ha cura della loro
E’ diventato così la casa da abitare:
quotidianità.
per se stesso e per gli altri.
“Io suono l’armonica perché è uma-
Ha messo a disposizione il suo ta-
na. Sa parlare alla gente e al musi-
lento ed ha cercato di renderlo
cista. E’ lo strumento più umano di
funzionale attraverso la continua
tutti i nobili strumenti”.
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la casa da abitare: per se stesso e per gli altri
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Simone Padelli
WHERE THEY LIVE
BIO
Simone Padelli nasce ad Arezzo nel 1986. Dopo aver conseguito la laurea triennale in fotografia e arti visive presso la Libera
Accademia di Belle Arti a Firenze, entra subito nel mondo del lavoro come fotografo di moda dipendente di Gucci. Dopo questa prima esperienza lavorativa, che lo tiene occupato un anno, si trasferisce a Londra, dove vive per circa un anno e mezzo e dove consegue un Master in Fotografia presso il London College of Communication nel 2012. Adesso lavora come Fotografo freelance e porta avanti progetti personali nel campo artistico e sociale. Ha avuto la possibilitĂ di esporre i suoi lavori in diverse mostre
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collettive e personali in Italia e a Londra.
ABITO Questo breve progetto fotografico è
L’essere umano non è presente
stato sviluppato in Islanda nel 2011.
nelle mie immagini, ma sono pre-
A discapito della bellezza naturale
senti alcuni dei suoi segni lasciati;
dei paesaggi dell’isola, mi sono sof-
le abitazioni notoriamente icone di
fermato a fotografare le abitazioni
calore e nido per il nucleo familiare
islandesi.
diventano strutture fredde, foriere
Ho tentato di tradurre quel senso
di isolamento e silenzio che si in-
di silenzio, pace e isolamento che
tersecano e si incastrano tra di loro
si percepisce viaggiando in Islanda,
all’interno della composizione foto-
fotografando con sguardo analitico
grafica.
e freddo le abitazioni.
Qui è dove loro vivono.
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Qui è dove loro vivono
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rubriche
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interview
Massimo SiraGusa A CURA DI ALBERTO IANIRO
Siciliano
classe
1958,
Massimo
paesaggio e di documentazione,
lavori, Teatro d’Italia, realizzato in
Siragusa è un fotografo di spicco
sull’orma
riferimenti
8 anni, vengono ritratte col suo
nel panorama internazionale che ha
culturali come Luigi Ghirri e la
taglio inconfondibile le principali
sempre rivelato, al contrario di molti
Scuola di Dusseldorf. E’ stato un
piazze italiane. Si dedica anche
suoi colleghi, particolare attenzione
importante ed affermato reporter,
all’insegnamento in workshop. ➤
al territorio nazionale. Si occupa
nonchè fotografo di Papa Wojtyła.
prevalentamente di fotografia di
In uno dei suoi ultimi ed apprezzati
visibile
di
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Spesso alcuni fotografi vengono
raccontare. Oggi sono più riflessivo e
Oggi è molto difficile vivere
accusati di essere troppo
mi interessa molto cercare e leggere i
di fotografia professionale.
esterofili, tu invece appari
segni che l’uomo lascia sul territorio.
Cosa insegni nei tuoi workshop
l’esatto contrario. Mi vuoi
ai giovani fotografi e come li
parlare della tua attenzione ai
Tanti lavori su sacro e profano,
consigli?
temi nazionali?
alcuni in cui la figura umana
Insegno
Io credo che l’Italia offra moltissime
non è mai visibile: i luoghi, i
la vita, a sapersi documentare, a
opportunità per un fotografo.
simboli, possono raccontare
non accontentarsi mai dei risultati
Per la sua bellezza, per le enormi
quanto i volti?
raggiunti. Se un ragazzo ama davvero
differenze presenti sul suo territorio e
Io credo che, alle volte, i luoghi
questo lavoro, ed ha talento, l’unico
per le sue contraddizioni. Io, inoltre,
sappiano essere anche molto più
consiglio che posso dargli è di non
mi trovo a mio agio quando lavoro su
espressivi e profondi dei volti. E poi
mollare e di credere in quello che fa.
temi che conosco a fondo e che posso
considero le mie foto d’interni (le case
costruire nel tempo.
disagiate o l’ultimo lavoro sui circoli
Ti chiedo un’ultima curiosità
Tutte condizioni che si realizzano
appena esposto a Roma) come dei
sull’«arte da indossare», cui hai
meglio lavorando su temi italiani.
veri e propri ritratti.
prestato le tue immagini.
Anche se, ogni tanto, la luce francese
ad
essere
curiosi
verso
È stato un gioco. Un produttore di Che ne pensi dell’avvento del
moda ha pensato di realizzare delle
multimedia che ultimamente si
T-shirt numerate e firmate con delle
Dalla Leica al grande formato.
affianca alle fotografie pure?
foto mie e di altri fotografi, e mi è
Cosa scatta nella mente di un
Mi incuriosisce e credo offra varie
sembrata una buona idea. un modo
fotografo e come cambia la
opportunità. Io stesso ho fatto, e sto
divertente di vivere la fotografia,
percezione?
ancora facendo, molte cose diverse
piuttosto che di guardarla soltanto. E
Ho scelto di fare il fotografo per
con il time-lapse e con il video.
poi, mi pare che il risultato sia proprio
mi rapisce…
curiosità verso il mondo, ma anche
carino, non credi?
per esprimermi. È inevitabile che la
Teatro d’Italia. Ghirri, i
mia evoluzione personale, il tempo
documentaristi statunitensi,
che passa e le vicende belle e brutte
la letteratura… cosa ti ha
della vita abbiano determinato un
influenzato di più?
cambiamento anche nel
Tutto!
modo di
intendere il mio stesso rapporto con
92 la fotografia e il modo di vedere e di
Ma,
forse,
soprattutto
la
letteratura. Dietro ogni foto c’è una pagina di un libro.
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rubriche
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nouvelle vague
MLB Ferrara A CURA DI tiziana tommei
Fortunatamente esistono spazi per
quale componente fondamentale
esistono livelli di fruizione molteplici
l’arte
del
dell’arte
contemporanea,
concepiti
sentire
contemporaneo.
Le
del
nostro
tempo,
è
e curati per fare cultura e non
barriere avvertite tra i non addetti
altrettanto vero che spesso sono gli
mercato. Infatti, se è vero che
ai lavori e l’arte attuale hanno
stessi pubblici a negare a sé stessi
l’arte
può
origine dall’incapacità di rapportarsi
di poterne godere. Accedere ad uno
bramata,
e vivere quest’ultima per quello
spazio in cui l’arte contemporanea è
è
che essa costituisce: una parte
parte della quotidianità, un luogo in
altrettanto vero che, ancora prima,
autentica e profonda dell’hic et
cui essa è sentita e restituita come
essa
nunc. Parafrasando, se è vero che
un elemento inalienabile del ➤
non
contemporanea circolare,
posseduta deve
e
non
essere
acquistata,
essere
riconosciuta
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vissuto: questo significa varcare
progetti site specific e in dialogo
di stare in un luogo non comune
la soglia di MLB – Maria Livia
con le mostre di Palazzo Diamanti.
e di essere presente. Ti emoziona,
Brunelli Home Gallery. Ma non
Perché il contesto, interno ed
ma allo stesso tempo ti mette in
solo. L’arte è concetto, emozione e
esterno, è insito nella filosofia di
condizione di riflettere, fornendo
relazione, e per questo necessita
MLB. Maschere che rendono liberi,
al visitatore stimoli costruttivi e
di progettualità e di un concept
che permettono di celarsi dagli
mirati. C’è una bambina, bellissima
curiatoriale skillato e lungimirante.
sguardi esterni, che proteggono
e vivace che si aggira per la casa/
Le mostre di MLB sono il frutto di
e
paradossalmente
galleria. Curiosa, aperta, ricettiva e
una lunga gestazione, di un lavoro
di mostrasi ed essere sé stessi.
sensibile: mi piace pensare che sia
che necessita di conoscenza, tempo
Fotografie nero su nero – un
il futuro. Nuove avanguardie non di
e attenzione ad ogni particolare.
virtuosismo che non può lasciare
artisti, ma di amanti e appassionati
In mostra fino al 4 maggio 2014 la
indifferenti. Il colpo di grazia nella
fruitori (non ho detto intenditori!)
home-gallery di Maria Livia Brunelli
comunicazione dell’opera è dato
del contemporaneo che verrà.
presenta Mustafa Sabbagh, artista
dall’allestimento: sei costretto ad
italo-giordano e noto fotografo
affrontare i burka di Sabbagh in
Ringrazio sentitamente Maria Livia
di moda, che, per l’occasione,
poco spazio e ad avere con essi un
Brunelli e Fabrizio Casetti per
espone
Un
dialogo ravvicinato. Assolutamente
l’accoglienza, la disponibilità, ma
dialogo inventato con Matisse”.
geniale. In tutto questo, quello che
soprattutto per il loro lavoro.
96 Come di consueto, MLB propone
avverti, è di vivere un’esperienza,
“Burka
moderni.
permettono
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rubriche
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Storyboard. Brevi racconti sulla fotografia
IL RISCHIO DI FOTOGRAFARE IL PAESAGGIO Documentarismo e denuncia nelle opere dei Nuovi Topografi italiani A CURA DI Chiara Micol Schiona
Geografia umana, memoria collettiva,
neo sul territorio è stata data, per ci-
italiani ed internazionali sul tema del
atteggiamento documentale e rap-
tarne solamente una, dalla mostra del
paesaggio, indagava e documentava le
presentazione della contemporaneità.
2008 “Atlante italiano 007 rischio pae-
condizioni fisiche e le trasformazioni
Sono questi i temi chiave su cui ruota
saggio. Ritratto dell’Italia che cambia”,
del nostro Paese. Qui si sono posti a
dagli ultimi vent’anni, gran parte dell’o-
promossa dalla Direzione generale per
confronto fotografi più “critici” e altri più
pera dei fotografi italiani, quei fotografi
l’Architettura e l’Arte Contemporanee
“poetici” nei riguardi del territorio ita-
che in particolar modo si occupano del-
(DARC) del Ministero per i Beni e At-
liano; parliamo di autori come Andrea
la rappresentazione del paesaggio.
tività Culturali (MiBAC). L’Atlante, che
Abati, Jordi Bernadó, Massimo Berruti,
La sintesi dello sguardo contempora-
presenta 150 fotografie di 15 fotografi
Andrea Botto, John Davies, David ➤
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glia, Ramallah, Gerusalemme e Atene. Il lavoro di Chiaramonte a Berlino inizia nel dicembre 1983, inviato da “Lotus” a fotografare le architetture di Alvaro Siza e l’insediamento di Oswald M. Ungers a Lützow Platz. “In Berlin”, lavoro esposto alla Triennale di Architettura di Milano, si compone di una selezione di 60 fotografie di medio e grande formato che documentano, attraverso le immagini delle architetture della città, le trasformazioni di Berlino contemporanea. La stessa analisi del tessuto delle città in piena trasformazione globale è posta da Olivo Barbieri che utilizza visioni dall’alto in “Site Specific, Milano 09” presente anch’esso alla Triennale di Architettura di Milano di quest’anno. Egli, alle fotografie, aggiunge anche film realizzati a partire dal 2004, che hanno coinvolto città quali Roma, Torino, Milano, Montréal, Amman, Shanghai, Las Vegas, Los Angeles, Siviglia, New York. Mentre Vincenzo Castella sposta l’attenzione sul senso di vertigine che le sue panoramiche producono allo spettatore, Giovanni Chiaramonte e Olivo Barbieri utilizzano l’immagine come Farrell, Carlo Garzia, Alex S. Maclean,
Guido Guidi, figura centrale della gene-
Walter Niedermayr, Fabio Ponzio, Ma-
razione di primi topografi, attento co-
rialba Russo, Paul Seawright, George
noscitore delle opere di Luigi Ghirri, ha
Tatge, Fulvio Ventura, Massimo Vitali.
fatto parte di questo gruppo di autori che agli inizi degli anni Ottanta ha rin-
urbano. Ciò che li accomuna, e li unisce, alla generazione dei Nuovi Topografi che deriva da Luigi Ghirri, è l’atteggiamento del
Dall’analisi del territorio italiano, iniziata
novato la tradizione fotografica italiana
probabilmente dalla mostra “Viaggio in
non ponendosi con un atteggiamento
Italia” del 1984 promossa da Luigi Ghir-
di denuncia del presente ma come ri-
ri, qui il filo conduttore non è la spiega-
flessione sul linguaggio fotografico.
zione con il passato bensì di lettura del
liana, ma il desiderio di raccontare una
Se Guido Guidi è più legato alle indagini
Quasi in reazione a questo atteggia-
storia, un Paese, un territorio. E’ eviden-
sul territorio, Vincenzo Castella, Olivo
te nella stazione di Livorno, ripresa da
Barbieri e Giovanni Chiaramonte sono
Giovanni Chiaramonte, la stessa assen-
fra quegli autori che utilizzano il tema
za di spazio-tempo che ritroviamo in
dell’architettura della città in continua
Olivo Barbieri, Mario Cresci e lo stesso
evoluzione; con la pubblicazione di “Siti”,
Luigi Ghirri, mentre l’architettura della
un atlante delle varie città toccate negli
propria città è analizzata da Mimmo Jo-
ultimi 10 anni, Castella ci pone di fronte
dice ed in modo più visionario da Cuchi
a panoramiche di città del Nord Europa
White.
e del Mediterraneo: Colonia, Amster-
zione del paesaggio o l’architettura ita-
100
colei che indaga nel dettaglio il tessuto
dam, Berlino, Milano ma pure Marsi-
fotografo di fronte alla geografia del suo territorio: non di confronto o opposicambiamento lento e costante. mento è l’opera dei fotografi di “Atlante italiano 007”: l’approfondimento e l’analisi più acuta quasi critica dello spazio inteso come memoria collettiva. Un autore come Andrea Abati infatti pone come centro focale della sua indagine fotografica la natura in rapporto all’individuo in un territorio in continua trasformazione, che convoglia nel suo
lavoro di denuncia sulla speculazione
trasformazioni del territorio lombardo,
zione, convogliano in quello che prece-
ambientale: “Usual Landascape”. Il sog-
dalle grandi città alle periferie; il Po,
dentemente avevamo posto come uno
getto è la Toscana, sua terra d’origine;
soggetto e filo conduttore, diventa l’ele-
dei punti su cui ruotava la concezione
l’architettura, elemento comune alla
mento grafico ed incisivo per disegnare
di paesaggio oggi: la memoria collettiva.
maggior parte dei Topografi italiani
il paesaggio. In tutto ciò il ruolo del pa-
come Gabriele Basilico, qui risulta in
trimonio culturale italiano sta mutando
Il compito, semmai ve ne fosse uno da
comunione con il territorio circostante.
il suo aspetto almeno per quanto ri-
definire, dei Nuovi Topografi è restituire
guarda l’ambito fotografico.
allo spettatore contemporaneo l’essen-
In modo differente le icone di Carlo Gar-
za della loro società attraverso immagini
zia, nel suo ultimo lavoro “Tre Stanze”, si
Luca Capuano è l’autore della più gran-
a volte simboliche ed evocative, come in
pongono come segnali di una nostalgia
de mostra fotografica mai realizzata
Carlo Garzia, oppure che evidenziavano
di un passato che quasi s’arrende alla
dedicata ai 44 Siti italiani inseriti nella
lo straniamento visuale di un intero pa-
modernità.
Lista del Patrimonio Mondiale dell’U-
ese come in Maurizio Montagna. Se una
La stessa nostalgia ed il vuoto che pro-
manità. “Il paesaggio descritto. Luoghi
crescita urbana troppo spesso legata
duce il senso di attesa della modernità
Italiani Patrimonio dell’UNESCO” tenuta
alle dinamiche di profitto trascura l’or-
è ben reso da “Billboards” di Maurizio
a Villa d’Este, raccoglie più di 450 imma-
ganizzazione dello spazio in relazione a
Montagna: oltre 700 cartelloni pub-
gini che raffigurano da il centro storico
chi “vive” il luogo, lo sguardo realistico
blicitari vuoti e senza nessun tipo di
di Napoli caro a un autore come Mimmo
e critico dei Nuovi Topografi può offri-
messaggio da evidenziare. Le geome-
Jodice, alla Modena di Luigi Ghirri. I due
re, forse, un’interpretazione originale e
trie, la ricerca del particolare invadono
poli, la sensibilizzazione nei confronti
personale di quello che chiamiamo “ge-
il progetto che viene sviluppato nella
della tutela dell’ambiente in cui viviamo
ografia umana”.
quasi totalità sul territorio milanese.
e la semplice e accurata documenta-
Le tre fasi svolgono funzioni differenti: la prima mette in luce sia la relazione tra i cartelli e lo spazio urbano e architetture, la seconda mette in relazione i cartelli con la vegetazione che invade i bordi delle strade extraurbane ed infine la terza include visioni notturne. Questa nostalgia viene metabolizzata da Vittore Fossati; egli, dal 2006, ha ricevuto da “Linea di Confine” l’incarico di analizzare il paesaggio naturale in netta relazione con le modifiche infrastrutturali del territorio. Qui ritroviamo il nonluogo, l’assenza della figura umana, l’immagine che nel tempo viene quasi bloccata, temi cari ai Topografi della prima generazione. Il suo lavoro è ben evidente in “Linea Veloce. Bologna Milano 2010”, progetto dove si documenta la costruzione della linea ad alta velocità sul tracciato Bologna-Milano, attraverso i fotografi John Gossage, Dominique Auerbacher, Walter Niedermayr, Vittore Fossati, William Guerrieri, Guido Guidi, Bas Princen. Centrale per Fossati è documentare le
101
recensioni
102
Spoleto. Festival dei Due Mondi
WHITE GOLDEN DARK
UN’INTERVISTA A FRANCESCO BOSSO A CURA DI 6Glab
E’ aperta a fine giugno a Spoleto
corso così come l’evoluzione della
come gli stati d’animo; lo spettatore
White Golden Dark, un trittico che
mia fotografia nell’arco degli ultimi
è testimone di questo mutamento e
raccoglie i tuoi precedenti lavori
10 anni. In queste tre serie si può
può seguirne il percorso attraverso
White World e Golden Light, insie-
identificare come soggetto comune
il ritmo dinamico dei colori: dal bian-
me all’ultimo nato After Dark. Cosa
il paesaggio, che è in realtà una vi-
co all’oro, dall’oro all’oscuro, e dall’o-
unisce queste tre opere?
sione nella quale si fondono in un
scuro al bianco come in una classica
White Golden Dark è un viaggio in
unicum atmosfere e stati d’animo.
ring composition. ➤
55 immagini che nasce dal desiderio
Nel corso di un arco temporale così
di raccontare il mio personale per-
ampio mutano il paesaggio così
103
Come mai la scelta del bianconero?
fino quasi a farli scomparire nei toni del
toni molto sfumati nelle variazioni e decli-
La scala dei grigi allude alle tante sfuma-
bianco. Dal 2012, poi, la mia ricerca si è
nazioni del bianco ad una visione assolu-
ture della realtà, senza la distrazione del
indirizzata verso l’incredibile varietà e ma-
tamente dark. Questo titolo, After Dark, in
colore. Il bianconero mi aiuta a immorta-
estosità della terra islandese con Golden
realtà vuole essere però un’apertura pro-
lare atmosfere delicate e poetiche che, al
Light, caratterizzata da immagini molto
iettata verso il futuro e, di conseguenza,
tempo stesso, rivelano l’intimo spirito del
contrastate con spettacolari tagli di luce.
un ritorno alla luce, che prepotentemente
luogo.
E’ la luce, infatti, che si tinge di oro e che
vuole tornare ad illuminare la scena.
mostra la preziosità atavica dei luoghi e la Per ripercorrere questo decennio e
loro memoria.
arrivare ad After Dark quindi dob-
Dove sono ambientati gli scatti di After Dark?
biamo partire dal bianco e dall’oro,
E così arriviamo ad After Dark, la
La volontà è stata quella di proseguire un
giusto?
tua ultima creazione. Cosa puoi dir-
discorso lasciato in sospeso con Golden
Esatto, in White World ho ricercato in-
ci a riguardo?
Light: ho allargato gli orizzonti uscendo
tensamente la natura, intesa come luogo
Questa opera è a suo modo un prosegui-
dall’Islanda e aprendo i confini al mon-
incontaminato e in un certo senso con-
mento di Golden Light che ha rappresenta-
do. Caraibi, Thailandia, Cina: i più svariati
trapposto a quello in cui viviamo abitual-
to una netta svolta stilistica nel mio lavoro
luoghi del pianeta. Possiamo dire che Af-
mente. La natura ci offre delle immagini
ed un’evoluzione rispetto a White World.
ter Dark raccoglie tutti quei luoghi in cui
ricche di dettagli e allo stesso tempo essen-
Questo cambiamento è rappresentato dal
la bellezza della natura reclama di essere
ziali: White World ha voluto riunire la to-
capovolgimento dei toni: fotograficamente
mostrata nella sua forma migliore.
104 talità di questi elementi, sovrapponendoli
parlando, si è passati da una visione dai
105
recensioni
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Roma. Scuderie del Quirinale
FRIDA
L’ARTISTA MESSICANA ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE A CURA DI LIdia passaro
«Dipingo autoritratti perché sono spes-
Helga Prignitz-Poda, dedicata all’arti-
lavori provenienti da diverse collezioni
so sola, perché sono la persona che co-
sta messicana e alla sua esuberante
comprende anche un cospicuo nucleo
nosco meglio» F.K.
produzione pittorica, primo atto di un
di fotografie di Leo Matiz e Nickolas
più ampio progetto che proseguirà in
Muray, ripercorre la complessa vicenda
Frida Kalho travolge Roma con l’ener-
autunno a Palazzo Ducale a Genova
biografica e l’intera carriera artistica di
gia straordinaria del suo spirito e della
concentrandosi sul rapporto dell’artista
Frida Kalho attraverso il filo condutto-
sua opera. Alle Scuderie del Quirinale
con Diego Rivera, suo compagno di vita
re dell’autoritratto, genere variamente
rimarrà infatti aperta fino al 31 agosto
e di passioni. La mostra romana, che
rielaborato dalla pittrice nel corso della
un’importante retrospettiva, curata da
oltre ad una vasta selezione di capo-
sua vita. Ritorna dunque sulla scena il ➤
107
tema della sofferenza – dalle profon-
e gli Stati Uniti d’America, da cui emerge
rivoluzionario all’Estridentismo, dal Sur-
de ferite fisiche e psicologiche seguite
tutta la sua insofferenza nei confronti
realismo a quello che decenni più tardi
al terribile incidente in cui fu coinvolta
del “paese del gringo”, ed in cui si sta-
prese il nome di Realismo Magico. Com-
ancora adolescente al dramma dell’a-
glia come su di un piedistallo a metà fra
pleta la mostra la selezione fotografica
borto e del desiderio di una maternità
il suo Messico ricco di storia e traboc-
che vede l’artista ritratta da Leo Matiz,
mai realizzata – che si fonde nel suo
cante di energia naturale e la sua nuova
fotografo, pittore, editore colombiano
fantasioso immaginario con i miti del
patria d’adozione, grigia e dominata da
molto celebre in Sudamerica, che du-
passato indigeno e delle tradizioni folk-
fabbriche fumanti, e ancora l’Autori-
rante il suo soggiorno in Messico fra il
loriche del suo popolo, nonché con la
tratto come Tehuana o Diego nei miei
’40 e il ’4 8 ebbe modo di conoscere e fo-
storia e lo spirito rivoluzionario del
pensieri, che già solo dal titolo tradisce
tografare Frida a Coyoacan, il quartiere
tempo, di cui Frida fu indiscussa pro-
la passione viscerale e tormentata che
di Città del Messico dove abitava fin da
tagonista. Fra le opere più significative,
sempre legò Frida al celebre muralista.
bambina, e Nickolas Muray, fotografo di
il giovanile Autoritratto con il vestito di
L’avvicendarsi delle opere lungo il per-
origine ungherese e amante dell’artista
velluto, dipinto per il fidanzato dell’epo-
corso espositivo intende inoltre gettare
per un decennio, che contribuì, con il
ca Alejandro Gómez Arias e ispirato ai
uno sguardo più ampio sull’intrecciarsi
celeberrimo ritratto-icona di lei seduta
di lui racconti della Venere botticelliana,
dell’arte della pittrice messicana con le
in abiti tradizionali messicani su di una
ma con l’atteggiamento apertamente
tendenze artistiche a lei contempora-
panchina bianca a New York, a costruir-
sensuale di una moderna dea dell’amo-
nee attraverso interessanti paralleli a
ne l’eterno mito di donna e di artista. Da
108 re, l’ Autoritratto al confine fra il Messico
cavallo dei continenti: dal Pauperismo
non perdere.
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eventi Elliott Erwitt ICONS Galleria d’arte moderna e Contemporanea “Raffaele De Grada”, San Gimignano (SI) 6 aprile – 31 agosto 2014
ARTICOLO COMPLETO E SERVIZIO FOTOGRAFICO: http://www.clic-he.it/?p=6775
110
San Gimignano
ELLIOTT ERWITT
ICONS
A CURA DI Sandro bini
La mostra, visitabile fino al 31 agosto, ripercorre la carriera e i temi principali della poetica del grande fotografo e artista americano Elliott Erwitt (1928), attraverso 42 scatti da lui stesso selezionati come i piĂš rappresentativi della sua produzione artistica. ď‚ž www.comune.sangimignano.si.it/it/eventi/elliott-erwitt-icons www.elliotterwitt.com
111
eventi Pontormo e Rosso Fiorentino Divergenti vie della “Maniera” Firenze- Palazzo Strozzi 8 marzo - 20 luglio 2014
ARTICOLO COMPLETO E SERVIZIO FOTOGRAFICO: http://www.clic-he.it/?p=6724
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Firenze
PONTORMO E ROSSO FIORENTINO
Divergenti vie della “Maniera” A CURA DI Sandro bini
Palazzo Strozzi ospita la grande mostra Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della “Maniera”, un’esposizione dedicata ai due pittori più anticonformisti e spregiudicati del Cinquecento italiano, fra i protagonisti del nuovo modo di intendere l’arte in quella stagione che Giorgio Vasari chiama ‘maniera moderna’. palazzostrozzi.org
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ABIT
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