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LIBERTA’
Ottobre 2021
Contaldo Responsabile area temi Paolo Sabrina Ingrassia Redattrice area temi Responsabile area recensioni Diego Cicionesi Giulia Sgherri Sandro Bini Alberto Ianiro Paolo
Contaldo
Editore Progetto grafico
Immagine di copertina
Photoeditor Comunicazione Webmaster Grafica Web
Associazione Culturale Deaphoto Niccolò Vonci
Daniela Calò
005 Introduzione alle immagini 006 Whiteout, la responsabilità di essere liberi 024 Animalia 2021 044 Confidenze dai luoghi Vada 1998 058 Libertà 068 Lapidario
078 La fotografia e il design Luca Gilli e Alecio Ferrari
Paolo Contaldo
Francesco Lo Russo Iara Di Stefano
Sandro Bini Daniela Calò Roberta Baldaro
Davide Tatti
INTRODUZIONE ALLE IMMAGINI
Pagine bianche che ripuliscono lo sguardo da inutili distrazioni. Anche i nostri punti di riferimento lasciano il passo allo stupore. Francesco cancella il superfluo e ci ricorda quanto dobbiamo alla natura. Iara gioca con le provocazioni, mixa realtà e rappresentazione. Disegna il vero o il falso.
E' mare diverso quello di quando finisce l'estate. Sa di vento e acqua come superficie. Regala profondità e sogno. Foto rilette, libere di cambiare quelle di Sandro. Piccoli grandi manifesti di libertà quelli offerti da Daniela. Non una storia, non un racconto, appunti per riconquistare lo sguardo.
PAOLO CONTALDO
Roberta, matita e luce. Ci racconta la mancanza di movimento. Libertà incastrate nella paura e distanza.
WHITEOUT LA RESPONSABILITÀ DI ESSERE LIBERI 006
FRANCESCO LO RUSSO
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Whiteout, termine utilizzato dagli inglesi per identificare una particolare condizione meteorologica in cui la visibilità e il contrasto sono fortemente ridotti da neve, nebbia o sabbia, si trasforma in un avvertimento. Essere liberi è una responsabilità. Il titolo, evocativo quanto dicotomico, introduce il lavoro fotografico che ho condotto in compagnia di zoe. L’orizzonte scompare dalla vista, il cielo e il paesaggio appaiono privi di contorni, i punti di riferimento vengono a mancare ma la bellezza è ancora lì, esaltata da uno sguardo soggettivo che contrasta la tendenza attuale di un’immagine spersonalizzata. Un viaggio tra quello che stiamo perdendo e ciò che possiamo salvare, con l’obiettivo di invertire la rotta e sensibilizzare al rispetto di ciò che la natura ci ha regalato. L’unica via per continuare a respirare quell’aria di libertà che gli ambienti naturali custodiscono da sempre.
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Bio:
Sono nato in Puglia, sul mare, ma la vita mi ha portato in Abruzzo e, tra le sue meravigliose montagne, è nata la mia passione per il cammino e la fotografia. Una fotocamera in regalo è stata l’occasione per scoprire un nuovo mondo. Il sentiero è la dimensione che anelo: che siano vette, boschi, altopiani oppure vallate non importa.
Il viaggio è ciò che conta e trovo che la fotografia sia l’unico modo per prendere appunti significanti, senza che parole ridondanti possano offuscarne l’essenza.
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ANIMALIA 2021 026
IARA DI STEFANO
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La mano dell’uomo preda la terra e le creature che la abitano, definisce i confini, conta le perdite e gli esuberi, disegna e disfa aree protette per se stesso, forse illudendosi di essere bravo, di essere attento, di essere nel giusto. Del resto, abbiamo la capacità di ricreare animali verosimili, in serie e meno ingombranti. Se si rompono, basta sostituirli. Perciò: «buona notte dunque, caro lettore. Torna a casa, chiuditi bene a chiave nella tua gabbia, dormi sereno e fa’ bei sogni. Fino a domani».1
1(Grandville, scènes de la vie privée et publique des animaux, 1842)
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Bio
Nasco a Roma nel 1979. Sono una fotografa mezzosangue, mi occupo di storie immaginate realmente accadute. Ho esposto e pubblicato quando mi si sono presentate le occasioni giuste.
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CONFIDENZE DAI LUOGHI / VADA 1998 044
SANDRO BINI
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Se ben ricordo questa serie e stata scattata in pellicola bn in una mattinata di settembre nella spiaggia comunale di Vada, località balneare in provincia di Livorno, credo nel 1998. Il fatto che a più di vent’anni di distanza queste immagini possano evocare in me un sentimento di libertà e liberazione, forse per la natura dei soggetti e il senso arioso degli spazi e il simbolismo degli elementi, potrebbe essere pure uno “scherzo” della memoria, un dato soggettivo, emozionale. Ma quello che adesso per me più conta, non solo da un punto di vista sentimentale ma anche concettuale è, oltre alla libertà del ritrovamento e del recupero, l’aggiornamento sensibile dei dati: il ripensamento al presente di quelle fotografie provenienti dal passato, l’anarchia dell’anacronismo e l’archeologia dello sguardo.
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Bio:
Sandro Bini, fotografo, curatore, docente di fotografia, fondatore e Direttore dell’Associazione Culturale Deaphoto di firenze, si occupa prevalentemente dell’organizzazione e conduzione delle attività didattiche, espositive ed editoriali di Deaphoto. La sua ricerca fotografica è incentrata sopratutto sull’indagine delle relazioni fra l’uomo e il paesaggio contemporaneo e sulla dialettica critica fra percezione e fruizione dei luoghi, legata alla contestualizzazione della propria esperienza e della propria memoria.
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DANIELA CALO’
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Libertà è ciò che si presume di meritare
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Bio:
L’occhio del mio smartphone vuole raccontare un mondo che non sa di essere in posa, un mondo che viene distrattamente catalogato come normale e invece è una collezione di allettanti enigmi. Ciascuna fotografia non è dunque un volo inquieto, ma una sghemba carezza. Non importa dove, a chi o a che cosa; di certo alle contraddizioni di una società che, oltre che perdutamente bella, è anche beffardamente e inevitabilmente caduca. Mi chiamo Daniela Calò e vivo a Roma.
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LAPIDARIO 068
ROBERTA BALDARO
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2020, Fotografia digitale, stampa digitale su carta, disegno a matita, cm 40,5x15, tiratura 1/1 Lapidario inciampa sul non detto, trascina quel gran peso come fosse normale.Sentenzia e prende solenne decisioni, incidendole con grandi solchi. Si lascia cose alle spalle, oppure le blocca, piazzando ostacoli. Pietrificato, prima imita il mondo, poi si burla del confronto. Nell’agosto 2020, ho fotografato alcune roulotte dentro un camping, mi sono dedicata solo alle numerose - vuote e trascurate nonostante l’alta stagione. Stampata una selezione su carta da disegno, ho disegnato lateralmente delle pietre, curvandone la natura originaria per imitare la forma di queste case (im)mobili. La serie “lapidario” condensa così il senso dei giorni chiusi in casa (primavera 2020), elabora la lontananza, l’apprensione, persino il lutto e contempla l’impedimento per quel che questo ha generato: riflessione, giudizio, coscienza.
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Bio:
Fotografo il paesaggio e disegno ipotesi. La fotografia non è perimetro o consacrazione di un luogo scelto, la fotografia è solo l’inizio.
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SENSIBILE
DEADLINE 15 DICEMBRE
Invia un servizio composto da un minimo di 5 a un massimo di 15 immagini* con titolo, breve commento scritto, liberatoria e bio dell’autore a temi@clic-he.it *Formato Jpeg Lato Lungo 2500 Pixel
fragile profondo reattivo
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LA FOTOGRAFIA E IL DESIGN. LUCA GILLI E ALECIO FERRARI. 078
DAVIDE TATTI
Di fronte ad un oggetto d’uso, l’approccio fotografico più comune per poterlo rappresentare e commercializzare, è quello di fornire un surrogato dell’oggetto, un’immagine sostitutiva che ne prefigura le qualità, rendendola virtualmente apprezzabile, disponibile per un possibile acquirente. Gli stili fotografici, anche differenti, si muovono in questa cornice che fornisce i limiti e le funzioni della fotografia del design: si va dalla rappresentazione più nitida e oggettiva, con lo studio scientifico della rappresentazione del colore, al fotoritocco più spinto che conferisce una brillantezza
e una quantità di dettagli inverosimili, fino alla contestualizzazione sociale dell’oggetto, rappresentandone l’uso fatto dalle persone. Come semplice esempio di questi tre metodi, possiamo fare ricorso all’immagine di una caffettiera per com’è, per come vorremmo che fosse, infine la caffettiera che si mostra mentre la usiamo. Nell’ultimo salone del mobile di milano, tenutosi dal 5 al 10 settembre, con tutte le attività promozionali nel fuorisalone disseminate nella città, la necessità di adoperare strumenti digitali, destinati a informare e sollecitare l’interesse per prodotti ed
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con i luoghi fisici, la loro effettiva dislocazione nella città, che siano negozi, sale espositive, cortili di palazzi storici. Ad esempio, i vecchi edifici in condizioni di abbandono, recuperati temporaneamente per delle mostre di design dell’arredamento, mostrano nelle fotografie il fascino dell’accostamento tra vecchie stanze e oggetti nuovi, ma nella realtà sono complessi architettonici inabitabili, situati in contesti urbani di modesta qualità sociale. Ora questi fabbricati sono oggetto di una campagna di marketing territoriale, finalizzata a eventi, ha scalzato l’uso trovare investitori per una tradizionale della stampa su ristrutturazione edilizia e carta di cataloghi, dépliant urbana, che sotto l’etichetta e cartoline illustrati da della riqualificazione, miri fotografie e grafiche, sia all’aumento esponenziale e perché le funzioni di ricerca speculativo del valore degli sono estese e immediate, sia immobili. Un esempio fra perché il pubblico percepisce tutti: gli edifici adiacenti al in molti casi come ridondate vecchio ospedale militare di la stampa. Ma il passaggio via saint bon, riutilizzati dalla accelerato al digitale, avvenuto piattaforma alcova1; gli interni anche per le necessità di delle vecchie stanze sono “smaterializzazione” imposte fotografati come fossero il alla nostra congiuntura storica terreno ideale di incontro tra un dai fenomeni di pandemia, decadentismo sublime e una spesso fa perdere il contatto 080
nuova apertura all’innovazione tecnica: si è capaci con la fotografia di rendere attraente ciò che ordinariamente verrebbe scartato.
di inattese qualità formali e cromatiche. Alecio ferrari, che nasce a milano nel 1995, si laurea in graphic design presso la falmounth university. La sua fotografia ricerca dapprima In questo contesto sono stati proposti due approcci autoriali un approccio narrativo e documentario al ritratto, ma alla fotografia dei prodotti con uno sviluppo formale industriali: uno presso il estetizzante: il semplice nuovo superstudio maxi di via evento quotidiano diventa moncucco, con una mostra di nella sua fotografia un atto luca gilli “passaggi di stato”, visivamente non ripetibile. l’altro presso il negozio di Questa caratteristica gli ha arredamento mo.1950 Di via permesso di collaborare con sforza, con l’installazione fotografica di alecio ferrari2, dal marchi di moda e di design del prodotto, evitando però titolo “the instant of change”. gli standard strettamente Alecio ferrari distribuisce commerciali, per dedicarsi le stampe fotografiche nel al rapporto dell’oggetto o negozio in modo non lineare, dell’abito con le persone, trovando un rapporto estetico con i contesti e gli ambienti tra gli arredi, che in parte si in cui vengono collocati. affacciano sulle vetrine, e l’ambiente urbano circostante. La destinazione della sua fotografia è prevalentemente Gli oggetti fotografati sono quella editoriale, tra le sue materiali industriali in fase di collaborazioni ne ha stabilito cambiamento di stato, ripresi con ambiguità, in modo che la una di particolare costanza e qualità con l’editore c413, percezione del materiale sia che pubblica anche l’omonima equivoca. La stessa tecnica rivista. fotografica, la combinazione delle luci e della composizione, Alla percezione e conoscenza non predetermina l’esito finale dell’architettura è dedicata dell’immagine, ma si apre invece la mostra “passaggi all’imprevisto, alla scoperta di stato” di luca gilli, ospitata 081
contemporaneamente alle altre esposizioni di arredamento presso il nuovo superstudio maxi. Lo stesso superstudio maxi è stato oggetto della campagna fotografica, ora in mostra, durante la quale sono state riprese da luca gilli le varie fasi di ristrutturazione del vecchio capannone industriale, per convertirlo nell’attuale padiglione: un edificio di circa settemila metri quadrati, nel suo interno strutturato come open-space. L’art director flavio lucchini, tra i coordinatori di superstudio, racconta l’esperienza con luca gilli: “prima che cominciassero i lavori di rigenerazione di quella vecchia fabbrica abbandonata, che sarebbe diventata il superstudio maxi, luca gilli aveva già chiesto di seguirne il percorso con la sua fotocamera. In silenzio e in solitudine, al gelo o sotto il sole cocente, nel caos del cantiere ogni tanto compariva, e scattava.”4 L’estetica del cantiere è un tema più volte approfondito da luca gillli, perché evidenzia quella nervatura, poi coperta, ma che costituisce la sostanza 082
dell’edificio. Gilli stesso da una definizione di cantiere: “un tempo convulso e rumoroso, è quello del cantiere; un luogo caotico in tensione dove materiali, forme e colori, forze e azioni, funzioni e relazioni scalpitano, si agitano, incedono verso un destino comune, ricercano un’armonia complessiva, una loro soddisfazione concreta e reciproca nel solco della visione progettuale”.
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Luca gilli, che è nato nel 1965, laureato in scienze naturali, si dedica alla ricerca scientifica presso l’università di parma. L’interesse per la fotografia come ambito dell’arte contemporanea, lo porta dal 2004 a modificare la professione.
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Lo spazio architettonico segmentato e ricostruito dall’obiettivo della fotocamera, anche attraverso l’uso intensivo della sovraesposizione, è un tema centrale nella sua estetica.
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Note
Didascalie
Com/it/
4 Alecio Ferrari, the instant of change, presso mo.1950 Milano 4-18 Settembre 2021
1 Alcova: piattaforma per il design 1 Alcova piattaforma dell’arredamento: https://alcova. per il design. Xyz/images Fotografia di 2 Alecio Ferrari, sito personale: Agnese Bedini e Melania Dellegrave, https://www.Alecioferrari.Com/ DSL Studio. 3 Alecio Ferrari nella rivista c41: https://www.C41magazine.Com/ 2 Alecio Ferrari, The instant of change. 1 the-instant-of-change/ 4 Superstudio magazine: http:// 3 Alecio Ferrari, The instant of change. 2 www.At-superstudiomagazine. 5 Luca Gilli, sito personale: https://www.Lucagilli.Com/
5 Luca Gilli, Passaggi di stato. 2021 6 Luca Gilli, Passaggi di stato. 2021
07 Luca Gilli, Passaggi di stato, presso Superstudio maxi. Milano 4-10 Settembre 2021
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Davide Tatti. Nato in Sardegna, ha completato la formazione a milano. A partire dal disegno industriale, si è indirizzato verso la grafica editoriale e fotografia, preferendo progetti di ambito culturale.
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