#47
GRAVITA’
Aprile 2022
Contaldo Responsabile area temi Paolo Sabrina Ingrassia Redattrice area temi Responsabile area recensioni Diego Cicionesi Giulia Sgherri Sandro Bini Alberto Ianiro Paolo
Contaldo
Editore Progetto grafico
Immagine di copertina
Photoeditor Comunicazione Webmaster Grafica Web
Associazione Culturale Deaphoto Niccolò Vonci
Noviembre
005 006 024 042 058 076 090 106 120
Introduzione alle immagini Io sono Corpo Paraclimbing Vertigine e ordine Sussurro bianco Dipeso Cecilia è dappertutto Iconica Gravis
132 Fotografia, moda e deviazione dalla norma
Paolo Contaldo Agata Katia Lo Coco Aldo Frezza Noviembre Andrea Hackl
Daniela Errico Federica Zucchini
Daisy Peluso Rossana Battisti
Davide Tatti
INTRODUZIONE ALLE IMMAGINI
Il paraclimbing è pura forza e leggerezza. Aldo ci racconta di una gravità azzerata e di una sfida continua..
Noviembre, tandem creativo ci offre uno sguardo sul cambiamento. Stabile e instabile, vecchio e nuovo. E’ ancora polvere quel “sussurro bianco” che Andrea trasforma in danza.
Daniela ci porta difronte al luogo vuoto. Quello della mancanza di scelte. Condanna immobile. Poesia per immagini quella di Federica. Ode a nonna Cecilia ricordo indelebile e gentile. Le icone di Daisy sono “confronto”, passato e futuro, vero o immaginario.. Con Rossana si chiude il viaggio nella trasformazione, materia illuminata.
PAOLO CONTALDO
Cominciamo con Agata. Scomponiamo e diamo nuovo ritmo alla narrazione. Il corpo è centro della scena e della leva pubblicitaria.
IO SONO CORPO 006
AGATA KATIA LO COCO
007
008
Nell’era post digitale, si parla dell’importanza del digitale, della sua gravità, intesa come incidenza nel nostro vivere. Oggi, è il nuovo “consumer mindset”, ha un certo peso sul mercato e ne definisce le relazioni. In una società in cui i consumatori sono sempre più esigenti, l’attenzione si concentra sul corpo e la comunicazione è fondamentale nella promozione e nell’elevazione del prodotto. Sono moltissimi gli spot pubblicitari che mettono la persona al centro, vertendo sul peso, rilevanza e valore del corpo, in un’interazione gravitazionale. Agata Katia Lo Coco propone una ri-narrazione dello spot Adidas “Impossible nothing”, attraverso foto scattate alla tv e presentate come fotogrammi cinematografici. Le sequenze sono in scatto multiplo per cogliere il movimento dello spot in azione, ri-animano i corpi delle donne atlete, in nuovi colori, bagliori, donando loro una nuova vita. Una trasformazione dell’immagine, in cui l’unità si estende fondendosi con l’ambiente, con le cose. Gianna Panicola
009
010
011
012
013
014
015
016
017
018
019
020
021
022
Bio:
Agata Katia Lo Coco. Visual Artist. Vive in Sicilia e altrove. Laureata al D.A.M.S. con una tesi su Almodòvar. Studia Estetica all’Università di Barcellona. Fotografa e filmmaker professionista, al contempo, conduce una propria ricerca visuale: un tempo altro scorre nei suoi scatti, flusso di un Tutto universale. Tra i recenti progetti: “Questo è l’uomo”, ideato e curato da Simona Guerra, in mostra presso Spazio Piktart. Gianna Panicola è critico d’arte e curatore. Suo il testo “Io sono corpo”.
023
PARACLIMBING 024
ALDO FREZZA
025
026
Paraclimbing è la speciale sessione delle gare di arrampicata sportiva destinata agli atleti diversamente abili. Suddivisi in diverse categorie secondo il loro grado di “difficoltà” (problemi motori, amputati di braccia o di gambe, in carrozzina, ipovedenti, non vedenti, atleti con problemi psichici), gli atleti sfidano lungo le pareti artificiali degli stadi molte gravità. Non solamente la forza di gravità terrestre, quella che tende a spingere ogni corpo verso il suolo e che si vince a forza di braccia e di complicate posizioni in equilibrio tra le prese a volte veramente minime dei percorsi di gara. Ma si issano al di sopra di una diversa gravità, il peso della loro condizione, ciò che ai più appare come un “handicap”, una “disabilità”. Superano così difficoltà che fermerebbero atleti “normodotati”. Ben determinati a vincere, conservano però sentimenti di stima, rispetto, solidarietà ed amicizia verso i loro compagni ed i coach, che vanno al di là di razza, nazionalità, capacità.
027
028
029
030
031
032
033
034
035
036
037
038
039
040
Bio
Giornalista, fotografo, scrittore. In anni passati specializzato in tematiche di “Montane” (alpinismo, arrampicata, natura, trek, ecc), collaborando con articoli e foto, per le maggiori testate del settore. Negli ultimi anni la sua fotografia si va spostando verso i progetti a lungo termine, di fotografia documentaria e concettuale. Autore di libri di viaggio e di fotografia. Tra essi, “Non correre”, vincitore del premio Marco Bastianelli come miglior libro autoprodotto del 2021 2015 Festival “R-evolution Summer Edition”, Porto Empedocle
041
VERTIGINE E ORDINE 042
NOVIEMBRE
043
044
Momenti di una vita mutante, prendendo sentieri tortuosi e barcollando giù dalla scogliera. A poco a poco tutto gira vertiginosamente, quel misto tra paura ed euforia che mi porta verso l’ignoto. Acqua agitata che erode i miei angoli e fessure, aria dominante dagli angoli. Chiarezza sempre illuminante dentro che si riflette in ciò che mi circonda. Metamorfosi delle mani dell’alieno che mi rendono un luogo di rifugio. Cammino in avanti, a volte faccio un passo indietro, raggiungo l’estasi e cado anche nel vuoto. Ma sono ancora quello che ero, a volte più fermo e a volte più fragile. Sempre dentro la mia verità. Abbiamo l’idea che il rock sia forte, duro e pesante. Il passare del tempo sta lasciando il segno su di esso. Lo rende fragile, lo rende instabile, rendendolo qualcosa di nuovo e in continua evoluzione. Il corso ci riunisce con il nostro centro di gravità. La fortuna del camminatore è l’opportunità di un corpo a corpo con la sua esistenza. Immergendosi in un altro ritmo, in un nuovo rapporto con il tempo, lo spazio e gli altri.
045
046
047
048
049
050
051
052
053
054
055
056
Bio:
Siamo due amici che crescono artisticamente insieme da molti anni. Ognuno di noi ha ampliato le proprie conoscenze in materia di editing, fotografia, linguaggio e suono. Abbiamo anche partecipato a festival di fotografia e fotolibri, abbiamo esposto i nostri progetti in diversi spazi e abbiamo tenuto workshop sul rapporto della fotografia con la carta. Attualmente, stiamo creando un progetto in una residenza artistica e modifichiamo idee di altri artisti che vogliono portare il loro lavoro nel formato del libro.
057
SUSSURRO BIANCO 058
ANDREA HACKL
059
060
Come la polvere proviene dalla montagna, la montagna è dentro ogni granello di polvere e, ascolta, ognuno ha il suo polso.
Questa serie fotografica fa parte del progetto interdisciplinare OF RAVENS AND GODS, un documentario sensoriale e sperimentale di un pellegrinaggio attraverso i Pirenei che ho intrapreso nel 2020. L’opera è ispirata al buddismo e alla mitologia e una testimonianza della dimensione mistica del mondo che ci circonda, un’ode alla natura e a questa magnifica terra. White Whisper è una meditazione sull’esistenza e la storia; sul corso del tempo, sul decadimento e la rinascita in tutte le sue forze; che tutti gli strati sono profondamente interconnessi, il passato all’interno del presente e il presente che porta con sé il seme del futuro.
061
062
063
064
065
066
067
068
069
070
071
072
073
074
Bio:
Andrea Hackl è coreografo, performer & visual artist, con sede ad Amsterdam e in Austria. Come artista indipendente, ha lavorato e girato a livello internazionale con il proprio lavoro performativo e nelle esibizioni di altre compagnie e coreografi.
Il suo lavoro performativo è, soprattutto, una celebrazione della vita. Ama la poesia all’interno della fisicità del corpo umano. Processi trasformativi, rito di passaggio e catarsi sono temi essenziali per il suo lavoro e la sua esplorazione e la sua pratica artistica è ispirato all’impollinazione incrociata, l’alchimia del lavoro interdisciplinare. Ha ballato con compagnie e coreografi come Jasper van Luijk / SHIFFT (@Korzo Productions), Cascade Dance Theater, Emanuel Gat Dance, United C, Suzy Blok e ha girato importanti luoghi e festival in tutto il mondo. Il suo lavoro è stato presentato a livello internazionale, in Europa / Scandinavia, Nord / Centro America, S / E Asia e India. Andrea Hackl è una regista pluripremiato e ha prodotto film di danza che sono stati presentati nei festival di tutto il mondo. Il suo lavoro Silent Fragments ha recentemente vinto due premi: per il miglior film [Cinedanza Festival, Modena Italia] e la migliore coreografia [InShadow Festival, Lisbona Portogallo]. Ha esplorato le proiezioni e il mezzo della video installazione nel suo lavoro coreografico.
075
DIPESO 076
DANIELA ERRICO
077
078
La comunicazione legata alla volontà altrui condiziona i rapporti tra le persone nel presente, e influisce alle volte anche sulle future interazioni. Quando a decidere è solo uno e l’altro deve rispettare una scelta, il silenzio della quotidianità può diventare grave, pesante, difficile da alleggerire quanto più si protrae. Dipeso deriva da dipendere e diventa anche “di peso”.
079
080
081
082
083
084
085
086
087
088
Bio:
Daniela Errico (Brindisi, 1981) deve alla curiosità trasversale, alla sperimentazione e alla condivisione del sapere, ciò che adesso costituisce il suo bagaglio artistico e formativo. Tra i soci fondatori della prima associazione fotografica del territorio brindisino, “Cantierimmagine”, (membro del consiglio direttivo per tre mandati), è protagonista nel tempo di mostre individuali e collettive, autrice di copertine di libri, workshop tematici e segue numerose manifestazioni musicali in Puglia, realizzando shooting per gruppi e musicisti.
089
CECILIA E’ DAPPERTUTTO 090
FEDERICA ZUCCHINI
091
092
Una città invisibile di Italo Calvino si chiama Cecilia: è una città continua. “ I luoghi si sono mescolati, disse il capraio, Cecilia è dappertutto”. Mia nonna si chiamava Cecilia. Il suo amore gentile e generoso si è infilato con pazienza in tutte le pieghe della vita, cercando di lasciare impronte leggere e un’eredità di ricordi e sentimenti preziosa.
093
094
095
096
097
098
099
100
101
102
103
104
Bio:
Federica è nata a Foligno nel 1975, in pieno inverno. Ama la primavera, quella stagione operosa che spalanca porte e finestre, che dipinge i muri e mette il rossetto sulle labbra. È madre di tre figli. Si prende cura di loro con amore ,le spine che trafiggono i fianchi non mancano,le piace fare la mamma. E’ imprenditrice agricola, produce olio extra vergine di oliva e gestisce un piccolo agriturismo. Ama la natura,camminare sulle montagne e abbracciare il silenzio di quei sacri luoghi alti. Ama leggere e immaginare tutte le vite possibili. E’ fotografa per vocazione, racconta con devota perseveranza la vita la famiglia la quotidianità. Si è avvicinata alla fotografia nel 2012, da quel momento ha iniziato a fabbricare ricordi con struggente nostalgia.
105
ICONICA 106
DAISY PELUSO
107
108
Il progetto dal titolo “Iconica” mette in scena la convergenza tra icone in un anacronismo applicato a immagini di forte influenza rinascimentale combinate con oggetti contemporanei in un duello estetico ed espressivo tra presente e passato. Questi anonimi personaggi rinascimentali femminili, sospesi in un attimo di contemplazione o estasi, generato dal proprio oggetto iconografico, fanno riferimento ad un determinato vizio o ad una dipendenza, per denunciarne gli aspetti del vivere quotidiano legati all’essere e all’agire. Un hic et nunc (qui e adesso) ma con uno sguardo rivolto al quod (ciò che è stato) e al quid fiet (ciò che diventerà). Un’evoluzione della società, dell’uomo e del mondo stesso grazie al progresso e alle innovazioni. Pertanto, in quest’ottica si valuta la gravità, intesa come responsabilità, valore ed importanza, degli oggetti e delle azioni dell’individuo, delle ripercussioni e delle conseguenze, spesso negative, che possono avere tali strumenti nelle nostre mani. In questo sorta di limbo temporale, lo spettatore si trova a un passo tra il vero e l’immaginario, fermo in una riflessione sul passato e sul futuro.
109
110
111
112
113
114
115
116
117
118
Bio:
Daisy Peluso è un’artista pugliese. Nei suoi lavori, trovano incontro elementi di tradizione pittorica classica e quelli dell’innovazione fotografica, in un connubio audace in grado di fonderli in un’unica realtà. Affronta tematiche sociali spesso anche umanistiche attraverso un velato manto di ironia, invitando l’osservatore alla riflessione. Vincitrice di alcuni premi come quello Bper Banca, Huffington post “fiducia e speranza nel futuro” (2021) e protagonista di esposizioni e pubblicazioni come quella presso il C.I.F.A nella settima edizione della biennale dei giovani fotografi italiani (2021) e sulla rivista Fotografare Magazine novembre 2021.
119
GRAVIS 120
ROSSANA BATTISTI
121
122
“Gravis” significa pesante, pertanto, la parola gravità significa “essere pesanti” ed è questa la condizione che sperimentiamo ogni giorno della nostra vita. Siamo fatti di materia, di ferro, di calcio, idrogeno, carbonio e questa materia si espone, si moltiplica, si degrada e cambia forma. Ma oltre i confini del corpo si cela una corrente che attraversa l’esistere placidamente. Queste mie fotografie si compongono di questa luce rarefatta, diafana e trasparente dello spirito, vogliono ricordarmi che a volte sono semplicemente materia, ma altre volte sono possibilità divina intravista e sentita in alcune occasioni della vita.
123
124
125
126
127
128
Bio:
Rossana Battisti è nata nel 1978. Definisce la sua fotografia una fotografia emozionale e le sue opere hanno un forte potere evocativo Rossana fotografa il sogno, l’invisibile, l’inconscio e nei suoi lavori c’è una malinconia soffusa che ammanta ogni cosa. Le sue sperimentazioni fotografiche sono intime e concettuali, gli autoritratti si basano su vissuti interiori personali, turbamenti e moti dell’anima. Le sue opere sono per lo più autobiografiche, simboliche e la poesia crepuscolare e la natura sono alcuni degli elementi che compongono le sue opere. La sperimentazione è una parte importante del lavoro di Battisti: oltre al suo uso della fotografia su pellicola e alla sua esplorazione di diverse tecniche fotografiche, rullini e processi di sviluppo, l’artista integra altre pratiche come la scrittura a mano, la pittura, il collage e così via. Le influenze di altri campi artistici sono visibili nella sua pratica: poesia e letteratura nelle pagine dei suoi libri stampati, ad esempio, o la teatralità delle sue pose o del trucco in alcuni autoritratti. Queste diverse fonti di ispirazione le servono per migliorare ed esprimere meglio la sua voce interiore. Ambientazioni magiche, natura incantata, a volte con una maschera o tenendo in mano oggetti simbolici Battisti prende per mano lo spettatore e lo invita a unirsi al suo universo misterioso e affascinante. Nel mondo della fotografia è Roxy Beat.
129
130
SEQUENZA
DEADLINE 15 GIUGNO
Invia un servizio composto da un minimo di 5 a un massimo di 15 immagini* con titolo, breve testo di presentazione, liberatoria e bio dell’autore a temi@clic-he.it *Formato Jpeg Lato Lungo 2500 Pixel
Successione Seguito Narrazione
131
FOTOGRAFIA, MODA E DEVIAZIONI DALLE NORME 132
DAVIDE TATTI
Un interesse particolare si è sviluppato negli ultimi due anni per gli autori che si sono occupati di fotografia di moda negli anni che vanno dal 1950 ad oggi, lo evidenzia il calendario delle mostre milanesi che tentiamo di ripercorrere. Un tratto distintivo di queste esposizioni è la proposta di materiale fotografico che rappresenti non solo la produzione editoriale canonica, ma affronti temi collaterali o distanti dalle mode, oppure metodi operativi diversi o talvolta antitetici a quelli della moda. A Peter Lindbergh ha dedicato un’ampia antologica Armani
Silos dal titolo “Heimat. A Sense of Belonging”, da febbraio 2020 fino ad agosto 2021, dove “Heinant” si traduce come “luogo dello spirito”. Lindbergh, nato in Polonia nel 1944, ha ambientato più volte i suoi servizi fotografici di moda in contesti urbani industriali, come quello di Duisburg, che non fungono solo da scena prospettica, ma diventano soggetto della fotografia al pari delle modelle, con una costruzione della scena simile al racconto filmico. In queste fotografie di Lindbergh il contesto urbano richiama la realtà storico-sociale, invece la figura femminile è l’ideale personificato. 133
culto per il corpo, che diventa il centro del desiderio, come se la sessualità si consumasse molto di più nello sguardo sul corpo, invece che realizzarsi nella relazione.
La produzione fotografica di moda di Gianpaolo Barbieri, nato a Milano nel 1938, si avvia nel 1964 con la rivista Novità che nel 1966 diventa Vogue Italia, consolidandosi anche in ambito internazionale nei decenni successivi. Nella propria fondazione ha presentato a settembre del 2021 una scelta della propria produzione personale a tema erotico dal titolo Uncensored. Queste fotografie tolgono una sorta di autocensura adoperata da Barbieri nel ritratto di moda, per manifestare senza inibizioni il 134
La galleria specializza in fotografia di moda 29 Arts in Progress, dedica una monografia in due parti a Mario Testino, nato in Perù nel 1954, da ottobre 2021 al 26 marzo 2022. Durante la scelta del materiale da proporre Testino ha voluto recuperare
dal proprio archivio delle fotografie inedite, realizzate nei contesti commerciali, ma scattate come delle istantanee che abbandonano la griglia dell’immagine pubblicitaria, per rapportarsi all’emotività di ragazze e ragazzi che fanno da modelli.
socialmente distanti dalla produzione industriale della moda come quelli siciliani. Per la mostra antologica che Still Fotografia gli ha dedicato, da ottobre 2021 a gennaio 2022, sono state scelte alcune immagini che invece più rispettano il canone della fotografia di moda. Questo evidenzia che per il fotoreporter sia possibile spostare il baricentro verso un altro ambito, per concedersi un’alternativa alle regole dell’informazione, e collocare il suo ruolo al servizio della committenza con cui collabora. Il percorso professionale di Irving Penn, (Stati Uniti 1917-2009) si incanala verso una direttrice che valorizza principalmente gli aspetti
L’attività di fotoreporter di Ferdinando Scianna, si è confrontata con la moda producendo immagini dove il prodotto è stato ricontestualizzato in ambienti 135
compositivi e formali della fotografia di moda, generando una “scuola” negli anni Cinquanta del Novecento. In occasione della mostra 136
antologica presso la Cardi Gallery, da settembre a dicembre 2021, vengono riproposte tra le altre alcune fotografie dove Penn si orienta
di motocilisti che si muoveva con azioni ai limiti della legalità. Penn, portando in studio i motociclisti, riesce a non cancellare i loro caratteri ruvidi, anzi ricollocandoli in un ambiente neutrale li evidenzia. Oliviero Toscani, di cui ricorre l’ottantesimo compleanno nel 2022, sottolinea ancora una volta il legame tra fotografia di moda e arti visive, sgomberando il focus dall’oggetto di moda per concentrarsi sull’identità simbolica del soggetto fotografato. Questo è il caso di Andy Warhol ritratto da Toscani negli anni Settanta, nell’atto di produrre un’immagine di sé stesso, pratica di cui Warhol era maestro. La serie di fotografie che Toscani dedica a Warhol è stata messa in mostra dalla Galleria Antonio Colombo tra settembre e ottobre 2021. verso una lettura socioantropologica dei soggetti: è il caso della foto che riprende alcuni membri degli Hells Angels, gruppo organizzato
La Triennale di Milano sceglie di mettere in evidenza la produzione ritrattistica di Giovanni Gastel (Milano 19552021), che è una parte ristretta 137
rispetto a quella molto più ampia riservata alla moda. La mostra allestita alla Triennale da dicembre 2021 a marzo 2022, è una galleria di ritratti in gran parte realizzati con criteri uniformi, dove l’espressività del soggetto viene congelata, come se la fotografia fosse testimone non tanto della persona raffigurata, ma del momento in cui quel soggetto si confronta con il fotografo, il cui ruolo resta centrale.
138
Il valore nella fotografia di moda può essere anche dato in misura minore dalla tecnica, ma più da una forte personalità eccentrica raffigurata, come quella della giornalista Anna Piaggi (Milano, 1931-2012), che attraverso il proprio guardaroba citava stili e periodi storici differenti. Questa pratica è stata ben documentata dalla raccolta di foto istantanee, realizzate come un album non professionale, ora esposte con altro materiale documentario nella mostra presso la Fondazione Sozzani dal 20 gennaio al 27 marzo 2022. L’ultima edizione del Photo Vogue Festival tenutasi dal 18 al 21 novembre 2021, ha tentato di costruire una rassegna della fotografia di moda contemporanea, che si rapporta costantemente alle tecniche di narrazione per immagini, e al documentario sociale. Un riconoscimento, tra i 35 partecipanti al concorso, è stato assegnato al progetto
fotografico di River Claure nata in Bolivia nel 1997, che ha saputo fotografare le componenti etniche dei soggetti con uno sguardo interno all’ambito sociale. La moda tramite la fotografia riproduce immagini di nuovi corpi, oggetti e atteggiamenti, che tentano di cambiare dei canoni in precedenza stabiliti, ma una più significativa deviazione dalle norme consolidate accade quando la fotografia di moda, per ampliare e mantenere alta l’attenzione del pubblico, ricerca degli scambi con altri ambiti che tecnicamente o nei contenuti le sono distanti. Questo debordare verso le arti visive, il cinema, la fiction seriale, il reportage sociale, l’immagine erotica, permette alla fotografia di moda di riferirsi a tematiche escluse che dalla fotografia più commerciale, la quale per
necessità di vendita raffigura un abito o un accessorio in modo parallelo e “indicale”, ha necessità di realizzarsi come un’impronta del soggetto esterno. La fotografia di moda che genera un’immagine fedele, non si riferisce a contenuti complessi, ma sostituisce nell’immaginario del pubblico la percezione dei prodotti. L’aumento dei canali di vendita on-line verificatosi dal 2020, ha favorito la crescita esponenziale della fotografa da catalogo. Per
139
coinvolgere il pubblico in narrazioni più articolate, la fotografia di moda ha bisogno di citare e imitare altre arti, pur restando comunque una rappresentazione virtuale, che vuole appagare gli osservatori, persuaderli che l’immagine vista sia una condizione desiderabile e raggiungibile. Nella fotografia di moda si ha difficoltà a riconoscere uno specifico stilistico, perché tutti gli stili vengono imitati dal sistema della moda, di conseguenza anche la fotografia che la veicola e la determina fa lo stesso gioco. Ciò che può costituire una specificità, si rintraccia con 140
molta più evidenza nell’atto performativo delle persone fotografate, modelli e modelle, che di fronte all’obiettivo fotografico assumono posture, pose e comportamenti; in questa asserzione seguiamo la tesi centrale che ha sostenuto Claudio Marra, contenuta nel suo saggio del 2004 ancora di riferimento: “di fronte a una buona immagine di moda noi entriamo in contatto con qualcosa d’altro, qualcosa di più suggestivo che non sia la pura informazione sul prodotto. Di fronte alla fotografia di moda noi sostanzialmente sperimentiamo una possibilità
di comportamento, o almeno la immaginiamo, la desideriamo, perché l’immagine ci propone una sorta di prototipo di vita, un’esperienza di stili e di modi d’essere. Seppur virtualmente, la moda vive già dentro la fotografia”1. Davide Tatti
1 Claudio Marra, Nelle ombre di un sogno, storia e idee della fotografia di moda. 2004, Pearson Paravia Bruno Mondadori.
Didascalie delle immagini: 001. Peter Lindbergh, Amanda Cazalet, Duisburg 1984 002. Gian Paolo Barbieri, Il cigno nero, Milano 2000. Courtesy of Fondazione Gian Paolo Barbieri. 003. Mario Testino, New York, 1997. Courtesy of 29 ARTS IN PROGRESS gallery. 004. Ferdinando Scianna, Marpessa, 1987. Courtesy Still Fotografia 005. Irving Penn, Hells Angels, San Francisco, 1967 006. Oliviero Toscani. Andy Warhol, 1971-1975 007. Giovanni Gastel, ritratto di Germano Celant, senza data. 008. Anna Piaggi, fotografia istantanea, archivio Associazione culturale Anna Piaggi, senza data 009. River Claure, “Warawar Wawa” Figlio delle stelle, 2021. 010. Claudio Marra, Nelle ombre di un sogno. Fotografia di Davide Tatti
141