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©CLIC.HÉ - Webmagazine trimestrale di fotografia e realtà visuale - All rights reserved - Direttore Responsabile: Antonella Di Girolamo - Editore: Associazione Culturale Deaphoto - Reg. Trib. Firenze N° 5767 del 14/04/2010

n° 21

novembre 2015

w w w. c l i c - h e . i t

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HOT



Editore: Ass. Culturale Deaphoto Direttore responsabile: Antonella Di Girolamo Photo-editor: Giulia Sgherri Caporedattore area temi: Paolo Contaldo Caporedattore area operativa: Sabrina Ingrassia Caporedattore area recensioni ed eventi: Sara Severini

HOT Editoriale

pag. 5

Presentazione alle immagini

pag. 7

Caporedattore rubriche: Niccolò Vonci Progetto grafico e impaginazione: Luciferi fine art LAB - Arezzo luciferi.it

Foto di copertina: Tino Garcia In redazione: Sabrina Ingrassia Niccolò Vonci Silvia Berretta Chiara Micol Schiona Tiziana Tommei Alberto Ianiro Collaboratori fissi: Sandro Bini Diego Cicionesi Caterina Caputo Servizi tematici: Antonella Monzoni Tino Garcia Nino Cannizzaro Nuccio Zicari Paola Rossi Sandro Bini

HOT – SERVIZI Volevo essere Mina

Pag. 8

Maldito

Pag. 18

Vucciria reload

Pag. 34

L’ultimo Ferragosto

Pag. 48

Somewhere in southern Italy

Pag. 58

Pesci d’acqua dolce

Pag. 68

recensioni La fotografia in viaggio è Cortona On the Move

Pag. 81

Museo di Altona ad Amburgo

Pag. 85


Tino Garcia


Editoriale

HOT

di antonella di girolamo Anto’ fa caldo … In quello spot, diventato tormentone degli anni novanta, c’era tanto caldo. Quello desiderato e quello sofferto. Il caldo climatico, quello spossante, quando nei torridi pomeriggi agostani non si ha la forza di fare nulla se non cercare la via del refrigerio e, costretti a rallentare, possiamo goderci momenti di sospensione. Il caldo delle luci dorate che ci suggerisce un’atmosfera coinvolgente e dai sentimenti avvolgenti, nelle stanze più private o nei luoghi più intimi. Il caldo piccante quando il messaggio sensuale può infiammare i corpi e le menti, in spazi di gioco e provocazione. Il caldo tepore, quello che senti sulla pelle quando si esce dal guscio dopo un inverno da dimenticare. Ma il caldo può essere anche temuto. Nel mondo dove vogliamo far vivere i nostri occhi possiamo incontrare il caldo del tormento e dell’estasi, dove il fuoco distrugge ma forse appaga. Ma lo stesso fuoco può scaldare il cuore se è condivisione nella ricerca di legami. Il caldo è dei movimenti e delle tensioni sociali. Ma la stessa tensione che ci ospita in quei luoghi, difficili e faticosi, disvela la nostra appartenenza. Il caldo è quello che cerco e trovo. ■

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Nino Cannizzaro


Presentazione alle immagini

HOT

di paolo contaldo Bisogna dare il benvenuto a chi magari ha opinioni diverse ma viene a partecipare a un evento condiviso. Pietro Ingrao Opinioni o forse visioni, diverse. Quelle di questo numero sono voci distinte per calore e struttura. Maldito di Tino Garcia è un lavoro sullla forza e importanza dei ricordi e sulla lotta per trattenerli dall’oblio. Poi è il mercato HOT della Vucciria. Siamo a Palermo con Nino Cannizzaro, siamo nella pancia e nel cuore della gente, profumo e calore. Nuccio Zicari ci conduce in spiaggia, nel giorno di ferragosto. Tende, gonfiabili, e tanto altro in una giungla al limite dell’affollamento e delle “ultime tracce di una democrazia del divertimento”... Il Grande caldo, trasforma tutti in “Pesci d’aqua dolce”. Sandro Bini ci regala uno bel reportage sul torrentismo balneare. Sull’occasione, in Toscana, di godere di una natura riscoperta e alternativa al solito weekend marittimo. Paola Rossi ci porta a Sud. Lei viaggia da sola, sa ben condurre, emozionare e regalare libertà allo sguardo. Somewhere in Southern Italy è un viaggio intimo, potente. Trasformazione e gioia nel racconto di Antonella Monzoni. “Volevo essere Mina” diventa una bella opportunità di fuga e ironia sulla immobilità del quotidiano. ■ buona luce, buono sguardo

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Antonella Monzoni

Volevo essere Mina

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HOT Una notte, mentre si stava divertendo in discoteca, un amico gli propone di cantare al karaoke una canzone di Mina. Applauditissimo, gli si apre un mondo. Un mondo di musica e spettacolo, di abiti e trucchi femminili, di Regina dell’immagine, di drag queen. Un’altra vita. â–

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gli si apre un mondo

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Antonella Monzoni

BIO

Antonella Monzoni vive a Modena. Pratica una fotografia di reportage profondamente umanista con una spiccata cifra intimista tesa all’assimilazione culturale del ricordo. Nei suoi lavori, i simboli e i luoghi della memoria diventano tracce di appartenenza. Così in Madame (Premio Mario Giacomelli 2007 e Selezione

PhotoEspana-Descubrimientos

2008), in Somewhere in Russia (Premio Chatwin per la fotografia 2007) e in Silent Beauty

(Menzione

d’onore

International

Photography Awards 2008). Nel 2009 con “Ferita Armena” riceve la Menzione Speciale Amnesty International Festival dei Diritti ed è finalista al Premio Amilcare Ponchielli e selezionata al Visa pour l’Image di Perpignan. Sempre nel 2009 vince il Best Photographer Award al Photovernissage di San Pietroburgo e nel 2010 è proclamata Autore dell’Anno FIAF. Dal 2011 fa parte del Collettivo Synap (see). Nel 2012 riceve il primo premio VIPA, Vienna International Photo Award. Nel 2015 le è riconosciuto il Premio Internazionale Scanno per la Fotografia. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Alcune sue opere fanno parte della Collezione fotografica della Galleria Civica a Modena. Il libro Madame (Polyorama Edizioni) ha ricevuto nel 2012 la menzione speciale al Premio Marco Bastianelli. ■ www.antonellamonzoni.it

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Tino Garcia

maldito

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HOT Maldito es un trabajo que plantea

y en cronistas de nuestros errores. De

una reflexión sobre los recuerdos y lo

esta manera los declaramos culpables

que estos representan. Habla sobre

y los castigamos intentando hacerlos

cómo estos recuerdos se convierten

desaparecer en un vano intento de

en la única prueba existente de que

que al destruir nuestros recuerdos

algo realmente sucedió; de que algo

conseguimos negar nuestro pasado,

aunque no queramos aceptarlo es real

conseguimos convertirlo en algo que

y vivido, de esta manera se convierten

nunca ocurrió. ■

en únicos testigos de nuestro pasado

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desaparecer en un vano intento

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Tino Garcia

BIO

Tino García, fotógrafo de Ponferrada

que

lucha por plantear con su trabajo un juego en el que conduce la dualidad espectadorobra

y la proyecta en un nuevo plano;

observador-observado. En este nuevo plano es el propio artista el que se reta a sí mismo a reflexionar sobre los estrechos límites de la sociedad, a reconocer una fuerza exterior opresora mientras desata una fuerza interior artística que a veces se esconde, a veces se revuelve, pero que siempre existe. Aficionado a experimentar, amante del autorretrato, de la fotografía con dispositivos móviles y en los últimos tiempos del collage digital. En sus obras nos encontramos la crónica de un viaje interior que aspira a convertirse en espejo. ■

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Nino Cannizzaro

Vucciria Reload

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HOT “Luci, ombre, anima e resistenza

natura, scovato per la strada con tanto

della Vucciria di Palermo. Da mercato

limone. “Ciumi ri vinu” e schiuma di

storico a centro della movida notturna”.

birra, fili volanti, venditrici ambulanti,

Alla crocevia di culture e commerci

bombole del gas, estetica del degrado

per secoli, nel cuore di Palermo e

urbano e locali notturni che hanno

dell’antico quartiere della Loggia, la

smarrito i confini tra dentro e fuori.

“vanniata” della Vucciria e la confusione

Senza rinunciare ai segnali di fumo che

che porta nel nome l’antico mercato

arrivano dalle viscere di mangiafuoco

della

cambiano

e da quell’anima cotta alla brace da

profumo ma non l’anima. Il profumo di

“u’ stigghiolaru”, o gustata sin dal

un cambiamento che resiste agli urti.

medioevo “cu u pani cu a meusa”

“Ammucciato” negli anfratti di Vucciria

insieme a tradizioni e identità. ■

capitale

siciliana,

come “lu Purpu vugghiutu”, schivo di

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dalle viscere di mangiafuoco

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Nino Cannizzaro

BIO

Nino Cannizzaro è nato a Palermo, vive a Bagheria e dove lo porta la fotografia, amata da sempre, praticata dal 2007, con uno sguardo al paesaggio umano e urbano. â–

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Nuccio Zicari

L’ULTIMO FERRAGOSTO una giornata popolare

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HOT

frigo, teglie di cibo di ogni genere, barbecue, gruppi elettrogeni, frigoriferi, casse musicali, stereo, lampadine,

Il termine Ferragosto deriva dalla

associazioni

delle

sono solo alcuni degli oggetti che si

locuzione latina feriae Augusti (riposo di

varie corporazioni, centinaia di gite

possono osservare per rendere il più

Augusto) indicante una festività istituita

grazie all’istituzione dei Treni popolari di

possibile confortevole la permanenza

dall’imperatore Augusto nel 18 a.C.

Ferragosto, con prezzi molto scontati.

sulla spiaggia. E come dimenticare

L’antico Ferragosto, aveva lo scopo di

L’iniziativa offriva la possibilità anche alle

l’immancabile muluni d’acqua (anguria)

collegare le principali festività agostane

classi sociali meno abbienti di visitare

sotterrato sulla battigia per mantenersi

per fornire un adeguato periodo di riposo

le città italiane o di raggiungere le

fresco sotto il cocente sole africano.

anche detto Augustali, necessario

località marine o montane. Nel tempo,

Queste usanze, pur trasgredendo

dopo le grandi fatiche profuse durante

la celebrazione di questa festività ha

ogni forma di regolamento e legalità,

le settimane precedenti. La ricorrenza

assunto connotazioni e usanze pagane

rappresentano la testimonianza di una

fu assimilata dalla Chiesa cattolica.

e

tradizione millenaria, di una ritualità di

Intorno al VII secolo, si iniziò a celebrare

alle

una

usi e costumi che rischia di scomparire

l’Assunzione di Maria, festività che

connotazione originaria. Nelle giornate

con la privatizzazione dei lidi e le misure

fu fissato il 15 agosto. La tradizione

del 14 e 15 agosto, centinaia di uomini,

di rigore delle amministrazioni locali.

popolare della gita di Ferragosto

donne, bambini, famiglie, usano dirigersi

Esse rappresentano le ultime tracce

nasce invece durante il ventennio

verso le spiagge libere delle coste

di una democrazia del divertimento,

fascista. Dalla seconda metà degli

siciliane dove mettono in atto una vera

della convivialità e della giovialità che

anni venti, nel periodo ferragostano

e propria colonizzazione temporanea

ereditiamo dai nostri avi. ■

il regime organizzava, attraverso le

del litorale. Tende, gazebi, recinti, borse

religiose mode

dopolavoristiche

differenti ma

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adattandosi

mantenendo




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democrazia del divertimento

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Nuccio Zicari

BIO

Curiosità

e

creatività

in

una

ricerca

continua sono proprietà che da sempre lo caratterizzano. Fin da principio manifesta la sua poliedricità d’interessi associando gli studi di Medicina e Chirurgia, che porta a compimento, all’amore per l’Arte. Agli esordi si dedica alle arti figurative, dal disegno alla pittura, ma in seguito il suo incontro con la fotografia fa sì che questa diventi la sua vera passione e ne segni il percorso futuro. Da autodidatta studia meticolosamente la Storia dell’Arte e della Fotografia e ne perfeziona gli aspetti tecnico-comunicativi durante la sua permanenza a Milano frequentando la Fondazione Internazionale per la Fotografia FORMA, la Nuova Accademia di Belle Arti NABA, l’Accademia di Fotografia JOHN KAVERDASH e la LEICA Akademie. E’ da sempre sostenitore della necessità di un confronto diretto e ravvicinato con la fotografia, così si confronta con molteplici soggetti e conosce vari autori che daranno un’impronta fondamentale nello sviluppo del suo stile e della sua personale visione fotografica. Il suo principale interesse è l’aspetto documentario della fotografia, che considera imprescindibile, sia nel racconto di storie brevi sia nei progetti a lungo termine. ■

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Paola Rossi

Somewhere in Southern Italy

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HOT

fregatene!”. Eccitazione, scoperta di suoni e meccanica. Mi parla anche della lentezza, mi dice che devo imparare ad

Hot come “having an intense feeling”. Di

po’ a guardare prima di decidermi.

aspettare.

questo avevo voglia quel rovente giorno

Poi prendo la sua macchina: non la

Passione

d’agosto quando decisi di partire da sola,

so usare bene, non so giocare con i

Ci sono momenti unici e rari in cui ti capita

all’improvviso, dalla provincia di Bologna

parametri, non ci capisco nulla. Scatto.

di incrociare lo sguardo di una persona

verso il Sud Italia. Senza programmare

La luce è lì con me, io sono lì con me.

e osservi che la mente inizia a sentire e i

nulla, ma con la sola voglia di scoprire

Luoghi

sensi a pensare. L’immaginazione parte,

un nuovo sguardo, il mio sguardo, verso

Osserviamo

suo

non riesci a fermarla e l’istinto spinge a

tutto quello che avrei incontrato.

cambiamento. “Luce? Mi confida una

volerla vivere. Il presente è una passione

Calore

donna capricciosa”. In quei giorni mi

costante, che deve essere vissuta e

Una casa a Napoli. Mi sono appena

mette fra le mani diverse macchine. La

bruciata quotidianamente. Come è

svegliata. I sensi sono puri e sensibili

mia prima volta con la pellicola. Con

capitato a me in tanti momenti di questo

nel torpore del primo mattino che

modo duro mi grida: “Scatta, caccia

viaggio. ■

tutto sembra sospeso. Resto lì un

fuori la tua personalità e del resto

la

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luce

e

il




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Luce?

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Paola Rossi

BIO

Amo incontrare tutto ciò che può sviluppare l’intelligenza estetica, cioè la facoltà di percepire il bello. Circa un anno fa, in un momento particolare, incontro la fotografia. Inizio da autodidatta a studiarla, a leggerla e a praticarla. Mi affascina scoprire ed ascoltare cosa il mio sguardo riesca a catturare in quell’istante della mia vita. ■

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Sandro Bini

Pesci d’acqua dolce

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HOT Alternativa alla spiaggia, il torrentismo

salata. Comuni, proloco, parchi, si

balneare si va diffondendo nella mia

sta organizzando offrendo facilitazioni

regione, la Toscana, fra giovani e famiglie

e servizi. Tutto ciò porta rispetto al

come nuove forme di divertimento e

passato, una maggiore affluenza in questi

riposo estivo. Ragioni economiche,

splendidi luoghi che i pionieri guardano

climatiche (il grande caldo), ma anche

con allarme e nostalgia. La rete ci mette

di spostamenti piĂš rapidi, lanciano

lo zampino diffondendo le attrattive di

una vera e propria sfida al tradizionale

una natura davvero allettante, e forse

pendolarismo del weekend verso il mare

anche queste mie foto contribuiranno al

che vede incolonnati per ore migliaia

lancio. â–

di

automobilisti

amanti

dell’acqua

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nuove forme di divertimento

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Sandro Bini

BIO

Fotografo, docente di fotografia, fondatore e Direttore responsabile di Deaphoto, mi occupo prevalentemente

dell’organizzazione

delle

attività progettuali didattiche ed espositive dell’Associazione. La mia ricerca è incentrata soprattutto a un’indagine sulle relazioni fra l’uomo e il paesaggio contemporaneo e sulla dialettica critica fra percezione e fruizione dei luoghi, legata alla contestualizzazione della propria esperienza. Dal 2009 sono curatore di “Binitudini, spazio di riflessioni visive, teoriche e pratiche sul gesto fotografico contemporaneo”. Dal 2015 di “Archidiario” un abbecedario di parole e immagini fra flusso e memoria. ■

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recensioni

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mostra

LA FOTOGRAFIA IN VIAGGIO è CORTONA ON THE MOVE A CURA DI diego cicionesi

Il festival, giunto quest’anno alla quinta

diversi, ma approda al viaggio interiore,

estreme conseguenti al fenomeno

edizione,

pone domande imponenti e prepotenti

dell’immigrazione, nell’alienazione che

di

che rimangono addosso allo spettatore

deriva

visione, aldilà dei linguaggi personali

durante e dopo la mostra. Ci sono

sia dal crollo di punti di riferimento,

e autoriali, delle specifiche esperienze

temi che riportano all’attualità, al senso

crollo che sancisce la fragilità del

e ambientazioni geografiche. Offre

di precarietà e di ingiustizia. Troviamo

modello industriale moderno, di una

un’analisi del “viaggio” che parte

espresso in alcuni lavori il bisogno e

presunta società del benessere e che

sicuramente da una dimensione fisica

il tentativo di trovare delle certezze,

probabilmente porta con se’ messaggi

e tradizionale, da distanze e continenti

anche in aree di isolamento, in situazioni

ancora più devastanti come l’ipotesi

è

caratterizzato

particolarmente da

ricco,

un’uniformità

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sia

dall’espansione

urbana


della fine del modello capitalistico e una

un luogo desolato come una cava o

set cinematografici di molti spaghetti

forte crisi di identità dell’Europa intera.

una discarica, che vediamo diventare

western, che oggi vivono solo all’interno

Partendo da questi presupposti si può

spiaggia (Bizet Didier , “A Route of

di visite turistiche in discutibili tour (Alvaro

osservare il progetto di Giovanni Troilo

Melancholy”;

Gronsky

Deprit e Michela Palermo , “Dreaming

“Le ville noir” che ci mostra come una

“Pastoral”). Accanto a questo scenario,

Leone”). C’è un uso del tempo inteso

provincia apparentemente o idealmente

ci sono vie di fuga marittime, lontane

come rifugio. In genere la fotografia

tranquilla del Belgio, assista inerme ad

fisicamente e mentalmente, c’è la

aiuta nel fare un confronto con il proprio

un vero e proprio naufragio dell’identità

voglia di allontanarsi, di prendere il

passato e con le proprie memorie.

sociale e dei modelli di coesistenza,

largo (il progetto di Mattia Insolera

Esiste anche l’idea però di rifugiarsi nel

dove non esiste altro che l’esigenza di

“Sixth Continent”) senza aver chiaro

futuro, anticipandolo, prevedendolo,

trasgredire e di prendere le distanze dal

da cosa e verso dove fuggire ma

immaginandolo. Il riferimento è ad un

passato in modo visibile, sovraesposto,

con l’intento di riscoprire gli antichi

progetto molto bello di un fotografo

eccentrico. C’è uno sguardo che

fasti del mediterraneo. C’è l’amara

americano (Philip Toledano, “Maybe”)

continua ad analizzare ancora le

consapevolezza che i muri, intesi come

che sconvolto dalla morte della madre

regioni dell’est Europa, questa terra di

entità fisica di separazione/difesa, non

e dalla fine di una agio esistenziale,

nessuno, con città che si espandono,

sono terminati con il crollo di quello

proietta tutti gli scenari possibili della

che assorbono le campagne senza

di Berlino ma ne esistono a decine a

propria vita futura, fotografandosi su

riuscire più ad essere ne’ l’una nè

sancire la sconfitta di ogni possibile

set che lo vedono in tutte le identità

l’altra cosa. Viene banalmente, forse

dialogo e capacità di comunicare (Kai

che è stato capace di ricostruire.

ingenuamente da chiedersi come si

Wiedenhofer , “Confrontier”). Ci sono

Dall’emarginazione di chi “deraglia”

faccia a vivere e soprattutto a creare un

mondi fantastici decaduti in cui isolarsi,

e non ritrova una giusta condizione

contesto di divertimento o ricreatività in

come i deserti del sud della Spagna,

di vita a una grandezza sfarzosa e

Alexander

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stucchevole, il fotografo ha voluto

rappresentate ancora irrisolte mentre

una straordinaria coerenza espressiva

vedere se stesso in questo delicato

solo alcune hanno trovato compimento

sintetizzata in 20 foto in buona parte

gioco del “come sarò”. Un festival dove

in terre ancora da comprendere. Una

inedite. Un mondo reso essenziale e

il viaggio è uno smarrimento fisico, che

menzione

del

ricondotto a simboli elementari ma in

ci trasporta dentro a uno smarrimento

festival va alla mostra dedicata a Mario

continuo mutamento. Ogni elemento

esistenziale, interiore: tutti in cerca

Giacomelli, che sicuramente merita un

del presente affonda le proprie radici

di un nuovo lido dove approdare.

commento a parte. “Sotto la pelle del

nella memoria ed ogni sforzo è rivolto

Non esistono soluzioni, non esistono

reale” è il viaggio interiore dell’artista

a trattenere il Tempo affinchè questo

formule e diverse sono le situazioni

dagli anni’60 al 2000, che ci mostra

possa non svanire mai.

speciale

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all’interno


recensioni

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museo

MUSEO DI ALTONA AD AMBURGO RACCOLTE STORICHE E FOTOGRAFIA A CURA DI davide tatti

Altona è dal 1937, con provvedimento

del nord Europa. Si consolidò ad

sovrastanti diventarono parte del regno

del regime, un distretto di Amburgo,

Altona, dal 1611, un’ampia comunità

di Prussia, che venne poi assorbito

posto sul lato occidentale del perimetro

ebraica, in quanto la vicina Amburgo

nell’intera

urbano; precedentemente era città

imponeva agli ebrei limitazioni sul

l’anno successivo le città circostanti

autonoma. Fu fondata nel 1535 come

numero degli ingressi, tasse più alte e

ad

un villaggio di pescatori, divenne dal

non concedeva permessi di soggiorno

confluendo in un unico agglomerato

1640 al 1864 territorio di proprietà

permanenti. Dopo la guerra del 1864

amministrativo.

della Danimarca, assumendo i caratteri

tra la Confederazione tedesca e la

strutturali di uno fra i maggiori porti

Danimarca, nel 1867 Altona e la regioni

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Germania

Amburgo

persero

nel

1936;

autonomia,

Il museo di Altona, inaugurato nella


sua sede attuale nel 1901, nasce con

la

La

settentrionale tedesco. A queste si

un’impostazione pedagogica e un

biblioteca consta di 78.000 volumi

aggiungono le collezioni numismatiche,

approccio universalistico, criteri che

sulla storia del nord della Germania.

quelle di ceramiche, vetri, giocattoli,

portano alla raccolta di documenti sulla

Molto ricco è l’inventario di oltre un

abiti, tessuti, arredamento di produzione

storia politica, economica, sociale e

milione e mezzo di cartoline illustrate,

seriale o artigianale del periodo 1750

materiale del territorio circostante, molti

raccolte dal 1875. Una fra le collezione

– 1900. Infine si segnalano la raccolta

dei quali hanno valore etnografico.

più rilevanti riguarda l’ambiente marino,

di oggetti della cultura ebraica, oltre a

Dal 1950 le collezioni del museo si

la pesca e modelli di imbarcazioni,

quelle di argenti e metalli non ferrosi

orientano anche verso la storia culturale

provenienti

nord

come ottone e rame, formata da oggetti

e le arti visive; in tempi più recenti

Europa. Il fondo fotografico raggruppa

recuperati prima della fusione richiesta

intere sale sono state adibite per

materiale dalla metà dell’Ottocento fino

dall’industria bellica, durante le ultime

l’infanzia, dotandosi di apparati didattici

alla metà del secolo successivo, tra cui

due guerre. In una mostra temporanea,

per l’apprendimento e fruizione delle

immagini dei fotografi Carl Ferdinand

dal 19 giugno al 22 novembre 2015,

collezioni. Le raccolte del museo di

Stelzner

il museo di Altona presenta “Silenziosi

Altona comprendono numerosi fondi,

Hollnagel (1895-1983). Un’attenzione

agricoltori

primo tra questi è l’archivio storico, che

particolare

di

nord della Germania nella fotografia.

comprende le mappe della città al XVI

dagherròtipi,

ferròtipi:

L’esposizione propone un punto di

al XXI secolo, documenti di aziende e

120 esemplari fra le prime forme di

vista analitico sulla rappresentazione

istituzioni amministrative e culturali. Un

fotografia. I dipinti, la grafica e l’incisione

iconografica tipica della Germania tra il

fondo particolare è quello composto

formano un altro fondo, costituitosi

1860 e il 1950, dove le scene raffiguranti

da porzioni di beni architettonici,

dal 1863 fino alla contemporaneità:

paesaggi o ritratti sono costruite con

recuperati da edifici distrutti durante

documenta l’evoluzione del paesaggio

gusto pittoresco, con schematizzazioni

seconda

guerra

dalle

mondiale.

coste

(1805-1894) merita

la

ambròtipi

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del

e

Walter

raccolta e

e

robusti

pescatori”:

il


nette e tratti molto riconoscibili nei

museo di Altona ha promosso una

scultore berlinese Paul Türpe (1859-

caratteri e nelle situazioni: come nella

collaborazione con il museo della città

1944): inaugurata il 1° giugno 1900,

foto

(1911)

di Danzica, in Polonia, con una serie

rappresenta la lotta impari fra due

tra il marinaio e la consorte di Anton

di mostre dal titolo “Tücken” (insidie),

centauri che si contendono un pesce,

Bruhn. In una prospettiva di maggiore

allo scopo di mettere a confronto

evidente allegoria della rivalità tra

oggettività si inserisce invece un’altra

artisti provenienti da entrambe le città,

Amburgo e Áltona e dell’auspicio che

mostra temporanea: “Focus Altona:

sollecitandoli a proporre lavori su quelle

a quest’ultima vengano riconosciuti

fotografia dal distretto”, fino all’11

“insidie” e tranelli che si nascondono

meriti superiori. Il lato a sud della

ottobre 2015. La selezione riguarda

negli ambiti delle relazioni sociali e

piazza è stato destinato invece a un

materiale contemporaneo e storico,

politiche, ma con ironia e leggerezza.

monumento commemorativo: nel 1941

che risale fino ai primi decenni del

L’installazione attuale, presente fino

iniziò la deportazione sistematica degli

Novecento, come la foto del mercato

all’11 ottobre, è “barriera corallina”

ebrei da Altona, entro due anni nel

del pesce del 1931 di Emil Puls Klein;

di Anja Fussbach: composta da

‘43 fu demolita la Grande Sinagoga

in questo caso però il focus è posto

materiale plastico di consumo, in

e bombardato il quartiere ebraico. In

sulla

del

una forma di accatastamento che

memoria degli ebrei scomparsi l’artista

contesto urbano: la sua costruzione,

sembra germinare, realizza una parodia

americano Sol LeWitt (1928-2007)

abbattimento e ricostruzione in una

dei materiali preziosi e della loro

ha progettato la scultura “Black Form”

prospettiva economica globalizzata.

mercificazione. Il dialogo e confronto

composta da un muro nero di mattoni

Evidenzia

dinamica

tra storia e linguaggi contemporanei,

lungo oltre 5 metri, alto e profondo 2

la fotografa Johanna Klier con suoi

proposto dal museo di Altona, lo si

metri, disposto di fronte al palazzo del

paesaggi urbani di condomini uffici e

trova già consolidato nella “Platz der

Comunale, allineato al prolungamento

strutture commerciali. “Focus Altona”

Republik”, sul cui lato occidentale

assiale dell’edificio. Il blocco murale

è un progetto inserito nell’insieme delle

è disposta la facciata del museo; a

oscura in prospettiva la visione frontale

attività della Triennale di fotografia di

nord invece è stato collocato come

del palazzo istituzionale, producendo

Amburgo.

l’attenzione

monumento celebrativo in bronzo la

uno spazio e un simbolo nero per

sulle arti visive contemporanee, il

fontana Stuhlmann, progettata dallo

riflettere sull’olocausto.

della

“conversazione”

trasformazione

bene

repentina

questa

Mantenendo

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CLICK. LA FOTOGRAFIA NON È SEMPLICE SCATTO. SE PENSO CHE CON UN’INNOCUA PRESSIONE POTREI AFFERRARE QUEL VAPORE SFUGGENTE, QUEL MOMENTO FUGACE, LA VISIONE FLUIDA CHE È LA VITA, NON POSSO CHE LASCIARMI AFFERRARE DA UN’UNICA AFFASCINANTE IDEA: L’IMMAGINE. CLICK. LA FOTOGRAFIA NON È SEMPLICE IMMAGINE. UN OCCHIO, UNO SGUARDO NON BASTANO. COMPOSIZIONE, ESPOSIZIONE. NON È IL SOGGETTO CHE FA L’IMMAGINE. È IL SEGRETO INTORNO AL SEGRETO, IL NON DETTO, L’INNATA VALENZA MAGICA, UNA POETICA DEL POTER ESSERE: RICONOSCIMENTO SIMULTANEO DEL SIGNIFICATO DEL REALE. REALTÀ CHE FU, REALTÀ CHE È, REALTA CHE SARÀ. CLICK. LA FOTOGRAFIA NON È SEMPLICE REALTÀ. NON DIRE NIENTE, CHIUDERE GLI OCCHI, LASCIARE CHE IL PARTICOLARE RISALGA DA SOLO ALLA COSCIENZA AFFETTIVA. È PIÙ CHE REALE. È LA REALTÀ VISTA, ESPERITA, BLOCCATA E RICREATA: È IMMAGINAZIONE, PERCHÉ IL REALE NON PUÒ GIUNGERE AL GRADO DI PERFEZIONE CUI ESSA TENDE. È UNA FANTASIOSA BATTAGLIA CONTRO LO SBIADIRSI DELLA VITA, CONTRO L’AFFIEVOLIRSI DELLE SENSAZIONI. È IL PERDURARE DELLA POSSIBILITÀ. SE LA BELLEZZA E IL DIAVOLO SONO LA STESSA COSA, LA LUCE PUÒ FARE TUTTO E LE OMBRE LAVORANO PER ME. NON MI SONO MAI CHIESTO PERCHÉ SCATTASSI DELLE FOTO. SO CHE IN ESSA RIVIVO SCHEGGE DI ISTANTI PASSATI, SENSAZIONI CHE RISCHIO DI DIMENTICARE, ATTIMI CHE NON TORNANO PIÙ. MI RICORDANO CHI SONO. CLICK. LA FOTOGRAFIA È UNA SFIDA.

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