Cmagazine Gennaio

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CMAGAZINE.IT

n.1

CASTEL GANDOLFO

A SPASSO NEI GIARDINI DEL PAPA CIAMPINO

DON GIUSEPPE TODDE UNA VITA PER GLI ALTRI

TERZULLI

LA BUFALA DELLE DIMISSIONI #ViRaccontoLitalia

IL FASCINO DI ROCCA CALASCIO C-magazine - n째1 di Gennaio 2015 - Supplemento 17 stagione 2014/2015 Editore Calcio a 5 Live SRL - Direttore responsabile Francesco Puma Redazione Via Trento 44 A, Ciampino (RM) - Tel. Redazione 329.44.20.244 Rivista periodica, indipendente, a distribuzione gratuita - e-mail: info@cmagazine.it - Registrato presso il Tribunale di Velletri il 25.10.2007 - Registrazione n. 2507

CHIARA VITALI E CLAUDIA ROMANI

DA ROMA A MIAMI


"L'abito dei Sogni" SECONDA EDIZIONE

MARTEDI 27 GENNAIO 2015 una delle puntate sarà registrata presso l'atelier

DAVINO SPOSE ISCRIVITI PER PARTECIPARE AI CASTING maria@davino.it


L’editoriale

Gennaio 2015

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E ARRIVA. ARRIVA SEMPRE. L’incrocio. La deviazione. La persona. Lo sguardo. Il momento in cui ti rendi conto che per poter decollare devi andare controvento, che soltanto tu devi scegliere a cosa dedicare ogni istante della tua vita. Il momento in cui ti guardi allo specchio e non vedi te stesso, ma quello che gli altri hanno voluto per te. Il momento in cui il mondo conosciuto salta in aria. Sei tu. La tua storia. La responsabilità più grande che hai è quella di andare dietro ai tuoi sogni. E se non lo fai c’è soltanto una ragione: la paura. Dietro la paura si nasconde la persona che vuoi essere. Che ti distrugga o che ti permetta di ricostruirti dipende da te. La mente non è più una tua alleata ma un campo di battaglia: è una guerra fra te e te stesso, non ci sono altre persone nel tuo cammino. Perché il vero timore non è quello di non essere all’altezza delle sfide che la vita ti pone davanti, ma quello di essere consapevole delle proprie potenzialità. Scordati del passato. Non importa quante delusioni tu abbia vissuto, quanti colpi tu abbia incassato. Fa’ che il resto della tua vita diventi il meglio della tua vita. Non sei una vittima. Comincia a capire che sei molto più forte, molto più importante di qualsiasi paura tu possa avere. Allora essa passerà dalla tua parte e lotterà al tuo fianco. Ma non sarà facile. Se fosse facile lo farebbero tutti. Crollerai, ci saranno giorni in cui il corpo e il cuore faranno così male che non riuscirai ad alzarti e desidererai che la persona che vuoi essere non fosse mai esistita. In quei giorni, non arrenderti. Perché sarà allora -quando non avrai niente, quando avrai perso i soldi, le forze, il respiroche comincerà tutto. Perché troverai un cammino lì dove credevi non ci fosse niente. Perché troverai te stesso Pensaci. Pensaci bene. Hai molto da perdere: le finte certezze, i punti di riferimento che fino a questo momento sembravano incrollabili, le mete ambite che non hanno niente a che vedere con la tua vera natura. E davanti a te si aprirà un mondo in cui niente sarà più come prima.

SONO INIZIATI I SALDI

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SONO INIZIATI I SALDI

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CASTELLI MON AMOUR L'INTERVISTA - Claudia Romani MODA ARTE E STORIA SCIENZE BENESSERE CULTURA VIAGGI UOMO E NATURA CINEMA SPORT CUCINA QUANDO VIVERE GIOCHERELLANDO OROSCOPO

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CASTELLI

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Ciampino

ATTUALITÀ

GIUSEPPE

UNA VITA PER GLI ALTRI

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Ciampino anche il sole fece fatica ad uscire lo scorso 3 gennaio. Alle due di pomeriggio e scortata dalla polizia locale, la salma di monsignor Giuseppe Todde arrivò nel santuario della Beata Vergine Maria, in viale Kennedy. La sua chiesa del cuore, quella che aveva diretto e curato per quasi 40 anni, con una dedizione possibile soltanto in un uomo della sua statura umana e spirituale.

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i ragazzi provenienti da famiglie disagiate nell’Istituto di Gesù Divino Operaio, di cui si occupò per molti anni, fino a diventare parroco del Santuario della Beata Maria Vergine del Rosario. La parrocchia di Viale Kennedy è stata per anni un punto di riferimento per i sacerdoti argentini fin dagli anni 90, quando l’allora vescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio li inviava ad imparare l’italiano, prima di intraprendere i voti sacerdotali, dal caro amico Giuseppe. Papa Francesco -che quando venne per la prima volta a Castelgandolfo lo vide in prima fila tra la folla di fedeli in Piazza della Libertà, scese dall’auto e andò ad abbracciarlo- ha mandato tramite il suo ufficio parole di grande cordoglio, stima e affetto e la sua benedizione per la prematura scomparsa di monsignor Todde.

TODDE

Ad accoglierlo migliaia di persone, i suoi parrocchiani, una folla commossa che si è stretta intorno al fratello Francesco per accompagnare don Giuseppe nel suo ultimo viaggio. Tanti comuni cittadini, amici, ma anche i rappresentanti istituzionali, le autorità civili e religiose della zona, tra cui i comandanti della polizia locale Roberto Antonelli e dei carabinieri luogotenente Antonio Blaconà, il sindaco di Ciampino Giovanni Terzulli con l’intera giunta comunale, l’ex sindaco Simone Lupi e molti altri rappresentanti politici e delle associazioni locali di volontariato. La Messa fu officiata da monsignor Frando Marando, Vicario Generale della Diocesi

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Redazione

di Albano. Un lungo applauso scrosciante e commosso accolse, sia all’entrata che all’uscita della chiesa, la bara di monsignor Giuseppe Todde -sempre don Peppino nei cuori di tutti quelli che lo amarono- che morì nell’ospedale Regina Apostolorum di Albano nel giorno di Capodanno, a seguito di una complicazione del morbo di Parkinson. La malattia l’aveva fiaccato soltanto nel fisico, mai nell’animo. Questo sardo di nascita ma ciampinese di adozione arrivò in città negli anni 60 dalla terra dei nuraghi -il suo paesino, Villaurbana, in provincia di Oristano-. Lasciò le tombe dei giganti per

Lui, tifoso del Cagliari e anche padre spirituale della Squadra Nazionale Cantanti, era un uomo di spessore umano e culturale e di un’intensa, coraggiosa e appassionata attività pastorale a contatto dei suoi parrocchiani, e non ha mai mancato di mettersi in prima fila a servizio degli altri. Il nuovo parroco del santuario, nominato dal vescovo Marcello Semeraro, è don Rosario Scaccia, sacerdote 49enne di origine siciliana, che dovrà sostituire don Peppino nell’opera pastorale nel popoloso quartiere ciampinese.

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Ciampino

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Ufficio Stampa COMUNE DI CIAMPINO

ATTUALITÀ

nessuno dovrebbe provare in questo mondo. Una nuova cura, quella fatta da un piatto caldo, tanta musica ed allegria. Nessun 'trionfalismo egocentrico', perché, grazie al cielo, esistono ancora tante persone che, in silenzio e senza ricevere nulla in cambio, continuano a donare amore a chi ne ha più bisogno ed in qualsiasi forma. Queste parole suonano però sentite e doverose all'inizio del nuovo anno. L'augurio è che ognuno di noi non perda mai la gioia di vivere ma che, anzi, ritrovi anche nell'altro il proprio 'ritorno personale'.

Riposto il grembiule nell'armadietto, resta nel cuore e nella testa la straordinaria forza dello stare insieme, i sorrisi e gli occhi di un bambino, quelli che, come sussurrava il cantautore Pino Daniele, "sanno parlare, sanno cercare"… per "amarsi ancora nonostante tutto, ai confini del mondo". L'Amministrazione comunale di Ciampino ringrazia: CIAMBOTTA, IPERDEM, IL MOLISANO, LA BONTA', LA BRICIOLA, LA CARTARIA DI VIA DEI LAGHI, LA PASTICCERIA FRATELLI CICOGNA.

nella foto: il personale che ha partecipato all'iniziativa "Apettando la Befana": Polizia, Servizi Sociali e Segreteria del Sindaco

ASPETTANDO LA BEFANA

CIAMPINO INIZIA L'ANNO 2015 ALL'INSEGNA DELLA VICINANZA E DELLA SOLIDARIETÀ

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na serata diversa, speciale, quella trascorsa presso il Comando di Polizia Locale di Ciampino alla vigilia dell'Epifania. Per il terzo anno consecutivo, infatti, dopo un mese di preparativi, si tornano a trascorrere alcune ore della propria vita con quella di alcune persone che non hanno avuto la fortuna di festeggiare come avrebbero voluto queste festività 2014/2015. Una serata, dunque, che è come fosse il trailer di un film o la copertina di un libro: è il riassunto del lavoro

che c'è dietro le quinte, ogni giorno, e che vede dipendenti dei servizi sociali ed agenti di polizia, oltre agli operatori di case famiglia e delle associazioni socioassistenziali, impegnati sul territorio per sostenere con sincera dedizione tanta gente che vive sola nella nostra Città. Molto spesso anche solo una parola, due chiacchiere, un po' di sano ascolto. Altre volte, invece, come il 5 gennaio 2015, accade che basti una cena, gentilmente offerta da alcune attività produttive locali, per dimenticare i brutti sogni, le difficoltà, la solitudine, l'emarginazione sociale e quel senso di diversità che

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Il Comandante della Polizia locale di Ciampino, Roberto Antonelli, che ha ricevuto in regalo un piccolo presepe fatto a mano dai bambini di una Casa Famiglia


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CASTELLI

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Redazione

ATTUALITÀ

Ciampino

LA BUFALA DELLE

DIMISSIONI

Terzulli fa chiarezza: "Nessuna autosospensione"

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l Sindaco di Ciampino, Giovanni Terzulli, fa chiarezza in merito alle presunte voci di una sua autosospensione o dimissioni o sospensioni da parte di terzi dalla nomina a Sindaco, apparse su alcune testate giornalistiche online poco prima delle festività natalizie e che, di fatto, hanno provocato inutile allarmismo, preoccupazione e perplessità tra i cittadini. “Sono pienamente nelle mie funzioni di Sindaco e non c'è stata da parte mia alcuna autosospensione. In questo momento ho semplicemente delegato il mio vice, Carlo Verini, per le nomine e per le firme dei contratti di lavoro. Questo atto si è reso necessario, in via del tutto precauzionale a seguito della nomina del nuovo amministratore di ASP, incaricato proprio per la sua esperienza e competenza in materia di società pubbliche. La presunta inconferibilità di questa nomina sarebbe dovuta al fatto che lo stesso è anche liquidatore della società Albalonga, cosa che potrebbe essere in contrasto con le indicazioni della recente legge Severino, che

prevederebbe la sospensione del potere di nomina per tre mesi, per chi la fa, lasciando inalterato ogni altro potere del Sindaco. Non un autosospensione dalla carica e neanche le dimissioni, ma un semplice atto fatto per eccesso di zelo per non rischiare di inficiare gli atti di nomina fatti nelle ultime settimane". "Credo, che l'opposizione provi a giocarsi così il suo ruolo, creando confusione per legittimare la sua presenza nelle aule del Consiglio comunale e per far vedere che è vigile; certo è, che perde di credibilità chi mette in giro false notizie sulle mie dimissioni o sulla sospensione dalla carica di Sindaco, cosa peraltro facilmente verificabile nei fatti”. “Tanto rumore per nulla, dunque. Per quanto mi riguarda, infatti, l'Amministrazione comunale continua a svolgere con serenità e con profonda determinazione il proprio lavoro per il bene della Città. Le cose da fare

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per Ciampino sono ancora molte e noi pensiamo solo a governare. Le polemiche, i veleni, gli attacchi li lasciamo agli altri. Ora più che mai la nostra Città ha bisogno che si lavori, insieme, senza perdere tempo. Abbiamo molti obiettivi per questo nuovo anno, che porteremo a termine grazie all'impegno delle persone e ad un lavoro condiviso da tutti”.


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CASTELLI

Ciampino

ATTUALITÀ

INVITIAMO SUBITO A CIAMPINO

IL SENATORE RENZO PIANO E IL SUO G124

L'architetto e senatore a vita Renzo Piano

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olti politici locali si sono recentemente espressi a Ciampino su temi: urbanistici, edilizi ed architettonici. Ovviamente ognuno per la propria parte politica e quindi senza una strategia condivisa. In generale siamo senza un progetto strategico: serio, robusto, strutturato ed “elegante” di città presente e futura. I problemi sul tappeto, che toccano direttamente o indirettamente la città aeroportuale, del resto sono tanti.

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a cura di Domenico DI PIETRO

Elenchiamoli: Il Print Xa2 Ciampino, La Barbuta con il progetto Leroy Merlin, Il Piano integrato Zona G4 di Via Reverberi/Viale Kennedy, L’Ex Spada, Il presunto project finance per il Poliambulatorio e il vecchio scheletro di Via Calò, l’IGDO, il progetto del parco archeologico del sito Muro dei Francesi con la questione collegata della realizzazione della zona 167, il sottopasso di Casabianca. Siamo vero e proprio caso nazionale. Tesi condivisa

anche dal giornalista Gian Antonio Stella del “Corriere della Sera”, che in data 30.10.2014, per esempio, a proposito di Ciampino e della sua area archeologica del sito di Muro dei Francesi ha scritto:« Se il Tar dovesse oggi dar ragione ai palazzinari, su quell’area archeologica sorgeranno altre dieci palazzine che andranno a impastarsi nell’orrenda poltiglia cementiera della più brutta periferia romana». Dopo aver “massacrato” dal punto di vista dell’immagine il nostro territorio, definito appunto una «brutta periferia romana», ha criticato pesantemente anche la politica amministrativa del Comune. Stella ha scritto, infatti, che:« Stupisce l’insistenza del Comune (Comune in pugno a quel Pd che si spaccia per essere attento ai temi dell’ambiente e della bellezza) contro ogni vincolo, fino a ricorso al Tar». Dopo averci massacrato dal punto di vista del marketing territoriale, il giornalista del “Corriere della Sera”, non ci ha fatto fare una bella figura nemmeno dal punto di vista politico ed amministrativo sul più importante giornale italiano. Del resto Stella non afferma nulla di strano. Si è detto è scritto più volte che Ciampino è una città oggettivamente “bruttina” e che probabilmente più che di nuove costruzioni avrebbe urgentemente bisogno di: ristrutturare, ammodernare e ricucire il patrimonio edilizio ed architettonico esistente. Sarebbe necessario, ovviamente, anche un percorso di attenta analisi del territorio, con il capillare censimento del patrimonio edilizio presente all’interno dei confini comunali, portando avanti anche la logica della Smart City.

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sa di immobile, di istituzionale. La cultura è anche rompere i tabù, non può e non deve mai essere intimidente. Una volta -ha continuato il senatore Piano- esportavamo gli stili architettonici, ma oggi non è più così, oggi non esportiamo modelli formali ma un’idea di urbanità. Credo che la bellezza sia oggi nella trasparenza , nella luce». Anche basandosi su questi concetti molto profondi, l’Architetto e senatore a vita Renzo Piano, ha deciso di occuparsi delle periferie che rappresentano la città del futuro, o se preferite, il futuro della città. Lo sta facendo attraverso il gruppo di lavoro G124, che prende il nome dal numero dell’ufficio del senatore a Palazzo Giustiniani, trasformato in un laboratorio per progettare la riqualificazione delle periferie delle città italiane. Il territorio di Ciampino potrebbe essere perfetto per mettere in pratica le idee del senatore Piano e del suo Staff. Basterebbe solo proporsi e chiedere ad alta voce aiuto. In fondo siamo un vero e proprio caso nazionale e siamo “bisognosi” di cure e di nuovi progetti. L’invito al coinvolgimento del senatore Piano è rivolto ovviamente alla nostra classe politica locale. L’indirizzo a cui scrivere è quello della segreteria del senatore Renzo Piano ed è il seguente: giovanna.giusto@senato.it.

Renzo Piano, ha scritto recentemente su “La Repubblica” che:«La cultura, la frequentazione della bellezza, il sapere, ci rendono persone speciali. Qualsiasi lavoro facciate nella vita, ciò che vi renderà unici sarà la vostra dimensione culturale. E per cultura non intendo qualcoScheletro di via Cala


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CASTELLI

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Redazione

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ATTUALITÀ

Ciampino

CIAMPINO, FOLGARELLA E SVILUPPO URBANISTICO INTERVISTA AL CONSIGLIERE COMUNALE

DI FABIO L'

Amministrazione comunale di Ciampino sta intensificando gli incontri con la Commissione tecnico Urbanistica per discutere sulle modifiche che intende apportare sul PRG vigente. Abbiamo intervistato l’esponente consiliare di Forza Italia, Gian Massimo Di Fabio. Consigliere, può illustrarci l’iniziativa urbanistica, promossa dall'amministrazione comunale? “In qualità di consigliere della Commissione tecnico Urbanistica sono venuto a conoscenza di un piano di sviluppo abitativo di una considerevole area del quartiere Folgarella e, volendo utilizzare un gergo tecnico, dell’area G4 del PRG vigente”. Quando parla di sviluppo abitativo a cosa si riferisce con precisione? “Il progetto prevede l’edificazione di 8 palazzine, 4

Quartiere Folgarella

da 2 e 4 da 3 piani, un centro commerciale e un’ edificio pubblico nel quadrante che insiste tra Viale Kennedy, Via Reverberi, Via Lucrezia Romana e più precisamente il terreno di 18.421 mq di proprietà Galassini. In estrema sintesi si prevede un insediamento residenziale stanziale di 160/200 persone che, unitamente all’affluenza degli avventori del centro commerciale, svariate centinaia se non migliaia di persone al giorno, andranno ad aggravare un’area già fortemente congestionata. Basti pensare che una mia mozione per realizzare un breve senso unico sulla strettoia di via Lucrezia Romana, che va da via Reverberi verso il GRA, fu respinta dall'Amministrazione comunale in quanto quel senso unico avrebbe congestionato la Viale Kennedy già altamente trafficata e a questo punto non si capisce come questa volta, con un progetto del genere, quella strada non ne risente”. Può indicarci le sue perplessità in merito alle modifiche che l’amministrazione intende apportare? “Si tratta di un progetto che stravolge quanto stabilito dal PRG vigente che prevede, a fronte di un’area edificata, un 50percento destinato ad uso pubblico ed un coefficiente di edificabilità ben stabilito, mentre con

questo progetto, queste clausole vengono pressoché radicalmente variate ad appannaggio del privato senza concedere, apparentemente, molti vantaggi economici all’amministrazione comunale e quindi di riflesso ai residenti del quartiere. Inoltre siamo fortemente preoccupati del sottodimensionamento dell’impianto di depurazione delle acque, attualmente prossimo al collasso, nonché del grande impatto veicolare sul traffico cittadino”. Più in generale, qual è la posizione del suo partito, Forza Italia, in merito a questa tematica? “Sicuramente siamo a favore dello sviluppo dell’area, purchè in totale rispetto di quanto previsto dal PRG vigente, in quanto quella parte del quartiere è fortemente carente di servizi per il cittadino come ad esempio l'assenza di gas diretto sulla Via Reverberi. Inoltre il quartiere interessato è già fortemente penalizzato in quanto alcune aree sono soggette ad allagamenti continui causati dalle acque meteore. Pertanto siamo favorevoli ad un’armonizzazione dell’area, auspicando che in futuro possa anche essere servita dai mezzi pubblici, attualmente inesistenti su Via L. Romana e Via Reverberi, per il collegamento di quella periferia con il resto della città”.


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CASTELLI

Ciampino

"FAMOSE DU' PASSI"

L’APOTEOSI DI

OMERO

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Omero, un bassorilievo del III secolo a.C. in marmo ritrovato sull’Appia Antica nel 1805 e ora esposto al British Museum di Londra. La controversia sull’attribuzione dell’opera, dibattito iniziato ormai due secoli fa, non è ancora giunta a conclusione, ma molto probabilmente l’autore di questo prezioso ex voto fu Archelao di Priene su richiesta di un poeta sconosciuto, come ringraziamento per la vittoria conquistata in un agone poetico. Con fine senso pittorico, proprio delle scuole asiatiche dell’arte ellenistica, in vari ordini simulanti le pendici di un monte sono rappresentati Zeus, il coro delle Muse e, dentro un antro, presso l’omphalos, Apollo Citaredo. Nell’ordine inferiore è la figurazione che ha dato il nome al rilievo. A sinistra in trono è Omero, incoronato da Oikuméne e da Chronos: la terra abitata, lo spazio e il tempo; due figure simboliche ai lati del trono, e un topo e una rana presso lo sgabello sotto i piedi del poeta, indicano le opere di lui: l’Iliade, l’Odissea e la Batracomiomachia. Dinanzi al poeta è un altare su cui sacrificano insieme le personificazioni della Storia, del Mito, della Poesia, con due fiaccole in mano, della Tragedia e della Commedia; chiudono la scena a destra altre figure simboliche, la Natura, la Virtù, la Memoria, la Fede e la Sapienza. La loro aggiunta dovette essere consigliata all’artista dalle idee letterarie e filosofiche in voga nell’ambiente in cui egli lavorava, o anche dal committente stesso, per conto del quale egli scolpì il marmo.

L

a vicinanza di Roma e la forte presenza nella zona di ville di epoca romana rese possibile il ritrovamento di magnifici reperti archeologici nel territorio di Ciampino nel corso dell’Ottocento. In quel periodo, però, molti di questi gioielli dell’arte antica sono andati perduti o sono stati venduti, cosicché Ciampino non ospita praticamente nessuno di quei tesori ritrovati, che sono ora nei tanti musei di Roma, al Vaticano, a Londra, oppure mostrati in bella vista nei palazzi d’epoca o in alcuni casi sparsi per il mondo e sconosciuti a tutti. Nel 1880 venne alla luce la villa di Quinto Voconio Pollione durante i lavori per la realizzazione di una linea ferroviaria. In questo grande fabbricato a pianta rettangolare furono ritrovate diverse sculture, tra cui l’Apollo Citaredo, ottimamente conservato e ora nei Musei Vaticani, l’Apollo Pithios esposto nelle scalinate di Palazzo Valentini, un Eroe, un Marsia, una Vestale, capitelli corinzi e “tavole iliache”, ovvero bassorilievi rappresentanti poemi omerici ora conservati nei Musei Capitolini a Roma.

Gennaio 2015

Redazione

Il bassorilievo l’Apoteosi di Omero

In altri punti del territorio sono stati inoltre scoperti sarcofagi, rilievi in marmo, statue e monete varie, un edificio medievale con un’ara di peperino, resti di ville, tombe a capanna lucerne e frammenti di sculture. Ma uno dei reperti archeologici più impressionanti rinvenuti nel territorio ciampinese è, senza dubbio, l’Apoteosi di

Infatti la figura di poeta che si vede presso la grotta di Apollo, è certamente colui che, in occasione della vittoria riportata in un agone poetico (il premio fu il tripode che è rappresentato dietro di lui), volle porre il rilievo come ricordo del suo trionfo e forse anche insieme come attestato della sua devozione al grande poeta ellenico. In alto: resti della Villa di Quinto Voconio Pollione


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CASTELLI

Albano Laziale

Ufficio Stampa COMUNE ALBANO LAZIALE

ATTUALITÀ

CONCLUSA CON UNA

STANDING

OVATION

LA 28A EDIZIONE

DEL FESTIVAL LISZT

S

i è conclusa con una standing ovation la 28a edizione del Festival Liszt di Albano. La pianista Leonora Armellini, considerata tra i giovani talenti del nostro tempo, ha ricevuto dopo la sua altissima esecuzione un’interminabile richiesta di bis da parte del numeroso pubblico che ha occupato tutti gli spazi possibili di Palazzo Savelli, sia della Sala Nobile che delle sale adiacenti.

Grande soddisfazione da parte del Sindaco Nicola Marini, e del Direttore artistico Maurizio D’Alessandro, che ha espresso nella sua introduzione l’entusiasmo per questo Festival diventato negli anni una eccellenza italiana, come sottolineato recentemente anche nella trasmissione dedicata al Festival da Radio Classica Milano Finanza.

Così D’Alessandro: “E’ stato altissimo lo standard degli artisti che hanno partecipato e raffinati e rari i programmi musicali ascoltati. Il pubblico è notevolmente aumentato durante tutti i concerti del Festival , sottolineando con la sua presenza l’accoglimento dei contenuti della manifestazione volti alla diffusione di vera cultura e quindi fuori da logiche di mero spettacolo”. Inoltre un vivo apprezzamento è giunto sia dall’Ambasciata d’Ungheria in Italia che dalla stessa Accademia d’Ungheria in Roma, le quali con un messaggio hanno ringraziato gli organizzatori, esprimendo soddisfazione per il grande successo di tutto il Festival.

la piada di Lella di Rimini fatta a mano

un posto tranquillo con tavoli anche all’esterno


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CASTELLI

Albano Laziale

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"FAMOSE DU' PASSI"

CIMITERO STORICO

l cimitero della chiesa di Santa Maria della Stella, su via Appia Antica, fu utilizzato dalla comunità di Albano per 41 anni, a partire dal 1833, compresi i tristi giorni dell’epidemia di colera. Il risveglio politico, economico e sociale che portò la città di Albano nelle prime decadi dell’Ottocento ad un nuovo splendore iniziò agli inizi del Settecento con l’acquisto da parte della Camera Apostolica del Principato di Albano, detenuto in precedenza, tranne alcune interruzioni, dalla casata dei Savelli. Questo momento di particolare rifioritura della città, che inizia ad espandersi oltre la cinta muraria medievale, è ben descritto da Francesco

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Redazione

Giorni nella sua “Storia di Albano”. Le porte urbiche, poste sui principali assi viarii della città, ricalcavano in parte quelle preesistenti dei Castra Albana, ma furono per lo più create durante il Medioevo quando la città ebbe la necessità di difendersi dalle invasioni barbariche e moresche nonchè dalle continue lotte tra le nobili casate dell’epoca. Queste porte venivano anche chiuse per evitare contagi di pestilenze e colera, in quei tempi abbastanza frequenti. Il rapido incremento demografico, dovuto al commercio che animava la città, favorì l’espansione urbanistica e, conseguentemente, si verificò la necessità di erigere un nuovo cimitero.

Il luogo di sepoltura pubblico del tempo, rappresentato dalla navata sinistra dell’antica Cattedrale di Albano, ormai circondata da abitazioni, si era infatti rivelato insufficiente ad ospitare nuove sepolture. Numerose furono le proposte per individuare un nuovo spazio idoneo e tra le tante merita un cenno il progetto, datato al 1820, che proponeva la costruzione del nuovo cimitero all’interno delle strutture dell’Anfiteatro albano motivando tale scelta con l’economicità della realizzazione e con la constatazione che già in epoca medievale varie pareti all’interno dei fornici furono utilizzate per ospitare loculi cimiteriali. La scelta definitiva cadde, fortunatamente, su un’area di proprietà pubblica e il nuovo cimitero fu costruito nel 1833 lungo la Via Appia Antica, al di fuori dell’abitato, presso la chiesa di S. Maria della Stella. Quattro anni dopo la costruzione del cimitero si registrò in Albano il primo caso di colera che già il mese precedente era scoppiato a Roma, ed oltre cento vittime vi furono tumulate. Nel 1867 un nuovo spaventoso contagio colpì la città e le salme furono molto più numerose. L’area occupata dal nuovo impianto architettonico non era molto vasta ma il progettista aveva previsto, secondo l’uso del tempo, venticinque profondi pozzi, contenenti una serie di loculi sovrapposti e spazi riservati ai notabili disposti lungo il recinto perimetrale. L’accesso al cimitero avveniva in origine attraverso la porta aperta sul lato destro della Chiesa di S.Maria della Stella. Tale ingresso, attualmente, è chiuso e nascosto all’interno da un piccolo altare mentre all’esterno è ancora visibile. Dall’esame delle epigrafi possiamo notare che la stragrande maggioranza delle vittime del colera fu sepolta in tutta fretta nei pozzi mentre solo quattro di esse eb-

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bero l’onore di un epitaffio e di una sepoltura individuale: la regina d’Austria e suo figlio e gli Zuavi Olandesi, questi ultimi ricordati per l’aiuto fornito alla popolazione durante l’epidemia. Il cimitero fu utilizzato fino agli anni 1870-1875. Il tempo e l’incuria hanno arrecato non pochi danni alla struttura. La perdita di varie epigrafi e l’asportazione di marmi lo hanno danneggiato ma, paradossalmente, hanno contribuito a conferire una visione romantica del luogo. Dalle epigrafi emergono sentimenti, emozioni e anche interessanti notizie sulla Albano del tempo. Concludendo sarebbe più corretto chiamare questo cimitero comunale “storico” e non “del colera”, come viene solitamente chiamato. Pur non possedendo, infatti, una statistica reale di tutte le sepolture è evidente che gli eventi del colera, per quanto incisivi e drammatici, risultano circoscritti in soli 31 giorni mentre il cimitero ha assolto la sua funzione per ben 41 anni.


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CASTELLI

Ariccia

Redazione

ATTUALITÀ

INAUGURATO IL SOTTOPASSO DI

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VIA MONTEGIOVE naugurato il sottopasso di via di Montegiove, in territorio del Comune di Ariccia a confine con quello di Lanuvio e Genzano.

È una bella giornata, quella odierna, che ha visto presenti alla cerimonia di inaugurazione di questa utile opera pubblica i Sindaci di Ariccia, Genzano, Lanuvio e Nemi e di molti amministratori locali. Un’opera pubblica finanziata ed appaltata dalla Provincia di Roma sotto la guida dell’ultimo Presidente Nicola Zingaretti e dall’allora assessore ai Trasporti Amalia Colaceci, per un ammontare complessivo di 1,2 milioni di euro. “Oggi inauguriamo – afferma soddisfatto il Primo cittadino di Ariccia Emilio Cianfanelli – un’opera fortemente voluta dalla nostra comunità, un’opera finanziata grazie alla lungimiranza dell’allora Presidente

della Provincia Nicola Zingaretti e che la nostra Amministrazione ha progettato nel quadro del più ampio assetto viario e della mobilità dell’area dell’Ospedale dei Castelli, che con oggi vede realizzato oltre al sottopasso di via Montegiove anche il collegamento di via Antica Corriera tra Ardeatina e Nettunense. Per il 2015 poi appalteremo, su finanziamento regionale, i lavori di riqualificazione viaria di Vallericcia aggiungendo così un altro tassello per il potenziamento della nostra rete viaria. Eliminiamo oggi, poi, il primo passaggio a livello sulla Roma-Velletri che permetterà grandi vantaggi in termini di celerità e sicurezza nel collegamento tra la Nettunense e i nostri comuni sull’Appia, specie Genzano, Nemi ed Ariccia nord”.


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CASTELLI

Ariccia

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Redazione

"FAMOSE DU' PASSI"

VI nel 1789, con la bonifica delle Paludi, per rettificare il tratto tra Roma e Terracina, fece realizzare la via Appia Pignatelli, il cui nome è tuttora conservato nel tratto tra Roma e l’attuale statale. Giunti ad Albano, per raggiungere Ariccia si doveva superare un marcato dislivello. Prima si pensò ad una deviazione di circa 2 km per raggiungere Genzano attraverso Vallericia, discostandosi da Ariccia. In seguito, Gregorio XVI, assiduo frequentatore dei Castelli Romani, volle agevolare la viabilità e ordinò la costruzione di viadotti tra il centro storico di Ariccia e Genzano di Roma.

Particolare del ponte

I

PONTE DI ARICCIA

l ponte di Ariccia, un maestoso viadotto situato fra i chilometri 23 e 24 della Strada statale 7 Via Appia, fu costruito nel XIX secolo per migliorare il tracciato della via Appia tra Albano Laziale ed Ariccia. La via Appia Antica del 312 a. C. corrispondeva al tracciato settecentesco e alla odierna strada omonima. Partiva da Roma, raggiungeva Albano, scendeva verso Vallericia, attraversava un gran-

dioso viadotto in peperino, di cui si rilevano ancora pochi resti, per risalire verso Genzano di Roma. All’inizio del Medioevo, la caduta dell’Impero Romano, nonostante gli interventi strutturali fatti eseguire dall’imperatore Teodorico, segnò il decadere della stessa via. L’impantanarsi delle Paludi Pontine ne fu la causa. Papa Pio

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L’opera, però, fu realizzata nel 1847, dopo la sua morte, durante il pontificato di Pio IX che controllava personalmente i lavori eseguiti dall’architetto Giuseppe Bertolini. Il monumentale ponte di Ariccia con le colonne di travertino alle quattro teste per ricordare i miliari della via Appia Antica, fu completato e inaugurato nel 1854. Risulta ben inserito nella scenografia della piazza di Corte di Ariccia, realizzata nel 1661 ed il 1672 da Gian Lorenzo Bernini.

Pio IX, medaglia emessa per l’inaugurazione del ponte

americani sul cielo di Ariccia ed Albano. Si pensò all’inizio allo scoppio di una deposito di munizioni, invece era saltato in aria il ponte monumentale. Durante la giornata saltarono anche altri ponti e viadotti nella zona, si dice per ritardare l’arrivo degli americani. Sembra invece più attendibile l’ipotesi che a far saltare il viadotto siano stati gli stessi americani per impedire la fuga dei tedeschi. Questa voce sembra essere confermata da una dichiarazione del 22 gennaio 1992, rilasciata ad Anzio da un militare italo-americano che partecipò alle operazioni per minare il ponte.

La consegna dei lavori avvenne il 25 giugno 1946. Il 24 dicembre 1947 vennero ultimate le opere per assicurare il transito, il 24 marzo 1948 e cioè dopo ventuno mesi dalla consegna è stata definitivamente completata la ricostruzione del viadotto, il quale conserIl 1º febbraio 1944 il ponte e il vicino torrione va pienamente l’aspetto dell’antica opera. settecentesco di Palazzo Chigi andarono di- Ancora oggi il ponte preserva il suo aspetto strutti a seguito dell’attacco degli aerei anglo- imponente e storico.


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Castel Gandolfo

RESTAURO

FONTANA DEL

BERNINI deliberato l’affidamento per l’avvio del progetto di restauro della Fontana del Bernini a Castelgandolfo

I

l Rotary Club Castelli Romani ha manifestato la volontà di regalare al Comune di Castel Gandolfo il Progetto di Restauro della Fontana del Bernini, presentato in un convegno l’ottobre scorso, in cui hanno dato il proprio contributo autorevole illustri studiosi e tecnici del settore. L’Amministrazione Comunale di Castel Gandolfo nella seduta di martedì 2 dicembre, ha deliberato la volontà di accogliere l’offerta del Rotary e pertanto, in occasione dello scambio degli auguri di Natale, i Rotariani consegneranno al Sindaco Milvia Monachesi gli atti del convegno e i relativi supporti grafici posti all’ingresso della casa municipale. “Siamo veramente felici di contribuire in maniera concreta alla rivalutazione del patrimonio storico di Castel Gandolfo -ha dichiarato Antonio Rizzo, Presidente del Rotary Castelli Romani-. È un’ occasione unica e siamo ben lieti di apportare un valore aggiunto ai beni artistici del nostro Paese”.

Ufficio Stampa COMUNE DI CASTEL GANDOLFO

ATTUALITÀ


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CASTELLI

Castel Gandolfo

“FAMOSE DU’ PASSI”

Giardini del Belvedere

I GIARDINI DEL PAPA P er Giovanni Paolo II era la residenza estiva ufficiale; per Benedetto XVI quella in cui ha trascorso i primi mesi dopo le dimissioni. Con Francesco, invece, le Ville Pontificie di Castel Gandolfo, almeno per il momento, hanno decisamente cambiato funzione. Il Papa, infatti, finora si è recato nel paesino dei Castelli Romani ben poche volte e non solo: Bergoglio ha anche deciso di aprire al pubblico il Giardino Barberini che mette in mostra le sue bellezze naturali e archeologiche durante le visite guidate. Proprietà del papa dai “patti” del 1929, C magazine e andato a visitarlo per voi: per poterlo raccontare a chi non ha la possibilità di recarvisi personalmente o per offrire qualche consiglio a chi, invece, ha già pensato di trascorrere un’ora e mezzo (tanto dura il tour) in un

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luogo ricco di natura, cultura spiritualità. Prima di tutto, però, un po’ di storia. I Patti Lateranensi, firmati nel 1929 tra l’Italia e la Santa Sede, riconoscevano a quest’ultima la proprietà del Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo con le adiacenti Villa del Moro e Villa Cybo e obbligavano l’Italia a cederle anche “la Villa Barberini in Castel Gandolfo con tutte le dotazioni, attinenze e dipendenze”. A tutto questo Pio XI aggiunse l’acquisto di alcuni orti verso Albano per impiantarvi una azienda agricola che, ancora oggi, fornisce prodotti alla Santa Sede. Complessivamente le Ville Pontificie hanno un’estensione di circa 55 ettari (11 in più dell’intera Città del Vaticano), di cui 30 tenuti a giardino e i restanti 25 destinati all’attività agricola. Sostare davanti al Giardino delle Magnolie, nel quale

spicca lo stemma di Pio XI (un’aquila nera in volo e tre palle rosse) camminare nei viali delle Rose, delle Erbe aromatiche, dei Lecci, ammirare i capolavori dell’arte topiaria, affacciarsi al Belvedere dal quale nei giorni di cielo sereno si vede il mare, ha il sapore di un viaggio all’indietro nel tempo. Perché tornano alla mente le immagini di Giovanni XXIII mentre passeggia per i viali in compagnia del segretario personale Loris Capovilla; di Paolo VI, che trascorreva a Castel Gandolfo due mesi l’anno e che fu il primo a utilizzare l’elicottero per arrivarci; di Giovanni Paolo II che prega nel Giardino della Madonnina, una “cappella naturale” in cui fanno bella mostra di sé piante di hibiscus, nella varietà bianca e gialla (i colori vaticani), appositamente creata e intitolata proprio a papa Wojtyla; di Benedetto XVI, che cammina con monsignor Gaenswein nei giorni successivi alla decisione di lasciare il trono di Pietro.

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Risulta evidente come la visita al Giardino Barberini propone itinerari -naturalistico, archeologico e spirituale- strettamente legati tra loro. Sceglierne uno significa percorrere anche gli altri ed è questo che rende l’ora e mezzo trascorsa in questi viali un’esperienza unica. Vissuta, tra l’altro, in uno Stato estero perché tutta la residenza di Castel Gandolfo gode dell’extraterritorialità, allo stesso modo della Città del Vaticano: “Il Papa è un capo di Stato a tutti gli effetti”, ricorda il direttore delle Ville Pontificie Osvaldo Gianoli, che non ha perso le speranze di vedere Francesco passeggiare per i giardini: “Anche se chiamasse domani, noi saremmo già pronti a ospitarlo”.

E il viaggio nel tempo e nel silenzio che avvolge il Giardino Barberini può andare ancora molto più indietro. Le Ville Pontificie di Castel Gandolfo sono state costruite sui resti della residenza di campagna di Domiziano; resti visibili che costituiscono uno degli aspetti più interessanti della visita. Il teatro, costruito per un uso privato dell’imperatore, poteva ospitare fino a cento persone. Insieme con le gradinate, durante la visita è possibile vedere quello che resta dei camerini degli attori, le tavolozze in terracotta sulle pareti con le riproduzioni degli spettacoli (le locandine di oggi), i frammenti dei marmi che ornavano la costruzione. Al tempo di Domiziano risale anche il criptoportico che ha visto passeggiare al coperto l’imperatore che, nei 300 metri originari (ne rimangono 120), si metteva al riparo dal maltempo e da sguardi indiscreti. In alto: Resti del criptoportico di Domiziano In basso: Giardino Specchi e Fontana Nettuno


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Frascati

“FAMOSE DU’ PASSI”

ALLA SCOPERTA DI

VILLA ALDOBRANDINI Villa Aldobrandini: mostro scolpito nella roccia del giardino

ALLA SCOPERTA DI

VILLA ALDOBRANDINI

L

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a Villa Aldobrandini è una delle sei Ville Tuscolane che si trovano nel comune di Frascati (in cui sorgono anche le ville Falconieri, Lancellotti, Sora, Torlonia, Tuscolana o Rufinella). Altre due sono nel territorio di Grottaferrata (Villa Grazioli e Villa Muti) e due in quello di Monte Porzio Catone (Villa Mondragone e Villa Parisi). Questa zona, detta “del Tuscolo” (perché sottostante allo storico Monte Tuscolo) fa parte della più ampia area dei Colli Albani, detta anche “dei Castelli Romani”. L’origine del nome “Castelli Romani” risale al Medioevo, quando nume-

rose famiglie patrizie della capitale si erano costruite castelli e fattorie fortificate in questa zona fertile, che le teneva lontane dalla povertà incombente sulla capitale. Nel Cinquecento le famiglie della nobiltà papale migliorarono i loro castelli nel Tuscolano, iniziando a costruire delle lussuose residenze per gli ozi estivi, il raccoglimento e la preghiera. Esse diventarono un vero e proprio status symbol e per questo furono incaricati grandi architetti. Non tutte le ville sono giunte fino a noi (alcune distrutte dalla guerra, altre assorbite nei tessuti urbani) ma molte di esse sono giunte ai nostri

giorni con un buon livello di conservazione. Ancora oggi quest’area costituisce una meta privilegiata dai romani per le sue attrattive paesaggistiche e peculiarità enogastronomiche. L’intera area fa parte del Parco Regionale dei Castelli Romani che comprende, oltre il Monte Tuscolo, tutti i comuni dell’area, compreso Castelgandolfo, dove sorge il complesso delle Ville Pontificie che, per origini ed architetture, avrebbero buone ragioni per figurare tra le Ville Tuscolane. Frascati è situata sul versante romano dei Colli Albani, a 300 m.s.l.m., con vista sulla Capitale e sulla Campagna Romana fino al mar Tirreno, e Villa Aldobrandini è costruita ad una quota tale da dominare l’abitato di Frascati stessa. Questa villa è una delle sei collocate nel territorio comunale di Frascati. Per la sua posizione è soprannominata “il Belvedere”. Nel 1550 Monsignor Alessandro Rufini aveva realizzato qui una villa di carattere rustico sui resti di una villa romana. Essa fu rivenduta per debiti e finì al Referendario Apostolico Paolo Capranica finchè non fu requisita dalla Camera Apostolica. Venne così in possesso di Papa Clemente VIII che nel 1598 la regalò al nipote Pietro Aldobrandini in segno di gratitudine per aver riportato Ferrara sotto l’egida papale. Questo incaricò Giacomo Della Porta di una ristrutturazione per renderla un palazzo di rappresentanza. Ulteriori lavori furono eseguiti da Carlo Maderno e Giovanni Fontana, in specie riguardanti gli assetti esterni ed i giardini, i terrazzamenti ed il “Teatro delle acque” e quindi nei primi decenni del seicento la Villa presentava più o meno l’aspetto attuale. Nel 1683 gli Aldobrandini vendettero la Villa alla famiglia Pamphili (che realizzò l’alta siepe di delimitazione) dalla quale, nel 1760 passò ai Borghese. Gli Aldobrandini la riacquistarono nel 1837 e ne sono tuttora proprietari. Oggi Villa Aldobrandini è la più monumentale delle Ville Tuscolane: essa si erge in posizione scenografica -in alto sulla piazza Marconi, la più vasta della città- ed il suo parco ha il grande cancello d’ingresso sulla piazza stessa che finisce col costituire un’anticamera alla villa

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stessa. Del resto nell’antichità doveva essere proprio così, visto che su piazza Marconi sorgono le Scuderie Aldobrandini, ora adibite ad attività culturali dal comune di Frascati. Alla sommità di una serie di terrazzamenti, si erge questa enorme struttura di tre piani, sovrastata da un attico a due piani che culmina con un timpano. Nel parco circostante si trova un giardino che una volta doveva essere molto suggestivo perché raccoglie tutti gli accorgimenti scenografici che hanno fatto grande l’arte del giardino in Italia (grotte, vasche, nicchie). Grande ri-

Villa Aldobrandini: facciata principale

levanza hanno i suoi saloni, affrescati dai migliori artisti dell’epoca, tra cui il Cavalier d’Arpino e il Domenichino. Oggi la Villa, che non ha tutti gli interni nelle migliori condizioni di mantenimento, è sede di attività di rappresentanza in alcuni saloni restaurati ed è gestita dalla proprietà Aldobrandini. Riguardo ai buoni propositi di qualche ente appositamente costituito anche per “assicurare la migliore conoscenza delle Ville Tuscolane”, di questa villa è ben visibile soltanto la facciata mentre manca, sul posto, qualsiasi indicazione circa la possibilità e condizioni di accesso.


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EVENTI

Frascati

SERENA BONANNO PRESENTA

Art&Food

villamercede

Quando l'arte incontra il buon gusto 25 Gennaio 2015 ore 19,00 - FRASCATI

C

i ritroviamo nuovamente a parlarvi di quello che ormai diventerà un appuntamento fisso dei castelli romani: “ Food&ART”. Questo evento, si svolge nella meravigliosa struttura di Villa Mercede, in Via Tuscolana 20 Frascati (Roma), Hotel 4 stelle attrezzato di ogni comfort. La prima “ edizione” di questo format ideato da Serena Bonanno, ha trovato il consenso di tutti coloro che hanno partecipato: la cucina “ artistica” dello chef Paolo Martizi, abbinata alle opere d' arte esposte e all' esibizione a sorpresa di un corpo di ballo di Street Dance, ha lasciato nei 5 sensi di tutti una piacevolissima sensazione. Siamo convinti come i responsabili di Villa Mercede e Serena Bonanno che, consentire ad artisti che hanno voglia di farsi conoscere di esporre le proprie opere ( quadri, sculture ...) nella sala del ristorante “ la cucina con vista”, dia luogo ad un perfetto connubio tra l'arte culinaria, il relax di un apericena, della buona musica, lo spettacolo del corpo di ballo e soprattutto la vista mozzafiato su Roma che fa da cornice perfetta ad una

serata diversa dalle solite. La prossima serata si svolgerà il 25 Gennaio 2015, quindi se volete partecipare alla selezione artisti affrettatevi!

SERENA BONANNO PRESENTA I PROSSIMI PROTAGONISTI DELLA SERATA

POTRESTE ESSERE VOI!

Per Partecipare al CASTING di “ FOOD&ART” ed esporre le proprie opere GRATUITAMENTE scrivete a:

serenabonanno@tiscali.it oppure chiamate L'Hotel Villa Mercede e chiedete di Serena Bonanno per il “Food&Art” allo 06/9424760. Ci raccomandiamo di inviare le fotografie delle vostre opere e un curriculum vitae.

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Genzano

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“FAMOSE DU’ PASSI”

quasi totalmente invariate le sane proprietà alimentari del pane. Ad avere la meglio sull'argomento, tra tutto il Lazio, è Genzano che una decina di anni fa si aggiudicò il riconoscimento IGP (indicazione geografica protetta) per il proprio pane tipico: il pane casareccio.

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"indicazione geografica protetta" .

L'arte della panificazione a Genzano è una tradizione che inizia tanti anni fa nelle case dei contadini. Fino agli anni '50 erano le donne a produrre il pane nelle proprie case, per poi andare nei forni pubblici a legna chiamati anticamente "socce". I contadini seminavano diverse varità di grano gli uni accanto agli altri creando una farragine.

PANE CASARECCIO DI GENZANO

I

l pane è un alimento antichissimo, si può definire quasi una cultura, sopratutto nella regione Lazio e oramai possiamo chiamarlo una vera e propria tradizione. Fin dai tempi dell'imperatore Augusto, nell'antica Roma, erano presenti oltre 400 forni pubblici e decine di mulini nella zona Tevere. Ancora oggi il

pane rimane un alimento di prima necessità, ma sopratutto un alimento sano. Tante sono le qualità, le varietà e le forme del pane oggi; si varia il grano, quindi la farina, che dà diversi colori al pane ma anche diversi sapori lasciando però

Dall'antichità ciò che è cambiato sul pane di Genzano è ben poco. Il sapore rimane lo stesso, quel profumo è unico e originale. Ciò che sicuramente si è trasformato nel corso degli anni è il modo di impastare; non più le mani delle donne, ma macchine impastatrici, che però non contraddicono la qualità di questo prodoto tipico e tradizionale. Il pane casareccio ha ancora oggi un gran successo nel paese, infatti è uno dei prodotti tipici più venduti che troviamo a Genzano, ma non solo, in quanto viene trasportato la notte e venduto il giorno dopo in altri paesi del Lazio, compresa Roma. Questo tipo di pane possiamo trovarlo nella forma di una pagnotta o di un filone. Fuori rimane molto croccante con una crosta marrone scuro, mentre la mollica è color bianco avorio rimanendo molto mormida e spugnosa. Cosa molto importante è il mantenimento di questo pane per diversi giorni. Come già detto in precedenza il pane casareccio di Genzano è stato proclamato prodotto di alta qualità con il marchio IGP, infatti su ogni pagnotta o filone troveremo un bollino assolutamente igenico che stà a certificare che il prodotto è a

Dopo aver impastato la farina con acqua, lievito naturale e sale, l'impasto viene fatto lievitare per circa un'ora per poi essere spianato e fatto riposare in casse di legno coperte da teli di canapa. In fine viene ricoperto da una spolverata di cruschello o tritello e viene infornato nei forni a legna. Il pane casareccio quindi, è un prodotto che consigliamo a tutti, sia per le qualità alimentari e salutari, sia per il buonissimo profumo e sapore di questo pane speciale. A renderlo protagonista ogni anno è la oramai famosa e tradizionale "Festa del pane casareccio" che si celebra a Genzano dal 1989.


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Grottaferrata

Redazione

“FAMOSE DU’ PASSI”

TRACCE

BIZANTINE A GROTTAFERRATA

A

lle pendici dei Colli Albani sorge l’abbazia di Santa Maria di Grottaferrata, l’unico tra i monasteri bizantini diffusi nel Medioevo nell’Italia meridionale e centrale ad essere sopravvissuto. La sua fondazione risale al 1004 per iniziativa di un gruppo di monaci provenienti dalla Calabria Bizantina, guidati da San Nilo e San Bartolomeo di Rossano. Il complesso di edifici appartenenti ad epoche diverse, poggia sui ruderi di un’antica villa romana del I secolo a. C. ed ha l’aspetto di un castello grazie all’imponente opera difensiva voluta dal cardinale Giuliano della Rovere, tra il 1472 e il 1503. Lo stemma dell’abbazia è un giovenca con le lettere ON: l’animale probabilmente fa riferimento alla leggenda per cui Federico II di Svevia, nel saccheggiare l’abbazia nel 1241, avrebbe portato via un pregiato gruppo bronzeo attribuito a Mirone, raffigurante un uomo ed una giovenca. Nel Settecento fu realizzato il convento nel quale alla fine del XVIII fu allestita la biblioteca monastica, un tempo custode di manoscritti e incunaboli dal X al XV secolo, in parte trasferiti e in parte perduti durante il periodo

Museo Archeologico Nazionale dell’Abbazia di San Nilo, affresco, XII sec.

napoleonico (tuttavia sono ancora conservati i codici liturgici e musicali bizantini). Nel 1931 l’abbazia si dotò del Laboratorio di Restauro del Libro Antico, dove furono restaurati il “Codex Atlanticus” di Leonardo da Vinci e numerosi libri danneggiati dall’alluvione di Firenze nel 1966. Ancora oggi è presente nell’abbazia la comunità di monaci di rito greco-cattolico, l’unica ad essere rimasta anche dopo lo Scisma d’Oriente (1054) in comunione con la Chiesa di Roma, pur conservando la tradizione del rito bizantino.


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Marino

Redazione

“FAMOSE DU’ PASSI”

Veduta di Marino (Gaspar van Wittel, 1719)

LA BIBLIOTECA DI MARINO I naugurata nella primavera del 1984, la sede fu intitolata alla poetessa Vittoria Colonna, che a Marino ebbe i suoi natali, e venne inserita entro la degna cornice storica della casina di caccia dei Colonna -l’antica Villa di Belpoggio con il suo celebre parco egregiamente celebrata dal pittore Van Wittelcon i dovuti ammodernamenti.

Il Parco, sorto agli inizi del 1600 sui pendii di Belpoggio come giardino vigna, includeva il casino di caccia, a pianta quadrata, che aveva un affaccio su una scala ellittica presente ancor oggi, che ne prolungava la vista fino al piazzale principale. Nell’Ottocento la casina veniva trasformata, restaurata e il parco stesso riadattato,

conservando soprattutto il viale di antichi lecci. Oggi il parco si presenta con due accessi centrali che collegano i due viali principali. Al suo interno è collocata la biblioteca, che conta oltre 26000 volumi di collezione contemporanea adulti e ragazzi, e oltre 13000 volumi e documenti di carattere storico e umanistico donati da privati cittadini. All’interno del Consorzio SBCR delle biblioteche, la biblioteca di Marino è sede del Centro di Documentazione Locale per tutto il territorio castellano, custodendo documenti (circa 1.800) che ne testimoniano eventi, personaggi, cultura e tradizioni attraverso materiali anche multimediali. Ospita inoltre l’Archivio storico comunale dall’unità di Italia fino al 1952.


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Monte Porzio

Redazione

ATTUALITÀ

IL PRESEPE DI MONTE PORZIO CATONE

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A PAPA BERGOGLIO

ell’anticamera dell’appartamento di papa Francesco presso la Casa di Santa Marta è custodito il presepe donato dagli Amici del Presepe di Monte Porzio Catone, si tratta di un diorama di scuola romano-spagnola, volutamente spoglio di case, dove trova collocazione la grotta. È stato preparato utilizzando come materiale del polistirene, del gesso, della yuta e del legno, con luci a led per l’illuminazione. Per rappresentare la Natività sono state scelte della statue in resina provenienti da Montserrat, in Spagna. «Per l’Amministrazione e per la città è un grande onore - spiega l’assessore alla cultura, Gianluca Minucci - che un presepe donato dagli Amici del Presepe di Monte Porzio Catone sia custodito nell’anticamera di papa Francesco». Il Papa “venuto dalla fine del Mondo” ha in qualche modo lambito anche la piccola cittadina di Monte Porzio Catone confermando

«un’importante tradizione che negli anni si è sviluppata nella città di Monte Porzio Catone - conclude il sindaco, Emanuele Pucci - e che ci ha reso oltre che città del vino, delle orchidee, dell’arte anche città dei presepi» Ricordiamo a tutti che fino all’11 di gennaio sarà possibile visitare la Mostra dei Presepi e dei Diorami di Monte Porzio Catone che giunta alla sua XVIIesima edizione si svolge in suggestivi locali del Centro Storico.

ORARI MOSTRA DEI PRESEPI:

Feriale: Ore 16.15-19.00 Semi-festivo: Ore 10.00- 12.30, 16.30-19.15 Festivo: Ore 9.30- 13.00, 15.00 -19.30.

ex pasticceria rita


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Monte Porzio

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Redazione

“FAMOSE DU’ PASSI”

Roma svolgono la loro attività di ricerca presso la sede di Monte Porzio Catone che offre una struttura ottimale da un punto di vista organizzativo. La sede di Monte Porzio Catone include alcune infrastrutture dedicate alla divulgazione scientifica quali l’AstroLAB (Laboratorio interattivo di Astronomia aperto al pubblico ed alle visite scolastiche) e il Monteporzio Telescope (MPT). Nella struttura di Monte Mario l’OAR coordina l’attività divulgativa del Museo Astronomico e Copernicano e della Torre Solare, mentre l’ edificio principale è riservato alla sede centrale dell’ Istituto Nazionale di AstroFisica (INAF). L’Osservatorio di Roma è sempre stato un istituto indipendente del Ministero dell’ Educazione e della Ricerca (MIUR), fino alla fondazione dell’ Istituto Nazionale di AstroFisica (INAF) nel 2002. Oggi è uno dei 20 Osservatori Astronomici ed Istituti dell’INAF. L’OAR è caratterizzato da un’ampia varietà di interessi culturali in diverse tematiche scientifiche che spaziano dallo studio del Sistema Solare a quello delle Galassie distanti e dell’Universo nel suo complesso.

HO VISTO UNA STELLA

L’

Osservatorio Astronomico di Roma è stato fondato nel 1938, nell’ antica Villa Mellini sul promontorio di Monte Mario a Roma. Nello stesso periodo è stato fondato un nuovo Osservatorio a Monte Porzio Catone che avrebbe dovuto ospitare un grande telescopio rifrattore. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale ha posto fine al progetto. Nel 1948, l’edificio di Monte Porzio Catone è stato assegnato all’ Osservatorio Astronomico di Roma. Nel 1965 è stata inaugurata una nuova stazione osservativa a Campo Imperatore (2200 m s.l.m.), sul Gran Sasso

d’ Italia (a circa 100 km da Roma). Tale infrastruttura è stata equipaggiata inizialmente con un telescopio Schmidt avente un’apertura di diametro 60 cm. Successivamente nel 1997 è stato inaugurato il telescopio infrarosso AZT24 dal diametro di 1.1 m frutto di una collaborazione scientifica con l’Osservatorio di Pulkovo e l’Osservatorio di Teramo. Tale strumentazione è oggi utilizzata per alcuni programmi scientifici e per attività didattica e di divulgazione. Dal 1988 i ricercatori dell’ Osservatorio Astronomico di

L’ampia varietà delle ricerche effettuate dagli astronomi dell’OAR consente di fornire un’ampia offerta didattica presso le tre Università di Roma. Infatti, ogni anno, su richiesta dei Dipartimenti di Fisica delle Università romane, vengono tenuti dai ricercatori dell’OAR diversi corsi e seminari. All’OAR lavorano attualmente 40 ricercatori assieme a 38 unità di personale tecnico amministrativo. Lo staff di ricerca è composto da 6 AO (Astronomi Ordinari), 9 AA (Astronomi Associati), 25 RA (Ricercatori Astronomi). Un totale di 25 assegnisti e 14 dottorandi sono attualmente inseriti nei vari gruppi di ricerca dell’OAR. Presso l’ OAR è disponibile una fornitissima biblioteca scientifica e adeguate strutture di calcolo. È disponibile inoltre una foresteria per i vari collaboratori scientifici.

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L’OAR è uno degli istituti INAF più produttivi e le attività di ricerca che vi si svolgono sono spesso inserite nei programmi scientifici strategici in Europa e nel mondo. Il numero totale di pubblicazioni referate tra il 2004 ed il 2007 è stato di 547 mentre il numero delle citazioni è stato di circa 7200. L’attività di ricerca che si svolge presso l’OAR coinvolge le 5 principali aree tematiche di ricerca dell’ INAF, in particolare: Galassie e Cosmologia; Stelle e Mezzo Interstellare; Sistema Solare; Astrofisica Relativistica; Tecnologia (sviluppo, nuove strumentazioni, ecc).


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Nemi

“FAMOSE DU’ PASSI”

Anche il grande Turner, che aveva visitato, come molti dei suoi conterranei, questi luoghi e saputo della leggenda, ne aveva tratto ispirazione per uno dei suoi più bei quadri dove il piccolo lago vulcanico, che gli antichi chiamavano ‘lo specchio di Diana’, appariva cristallino e circondato da oscure selve nelle quali certamente avrebbe potuto ancora aggirarsi la temuta dea dei boschi. Il nome di Nemi si fa derivare da nemus, bosco, e molti poeti e scrittori latini, come Vitruvio, Strabone e Ovidio, si lasciarono sedurre dalle sue bellezze. Pio II, nei suoi commentari, lo definì abitato da ninfe e da muse.

Panoramica del Lago di Nemi

BOSCHI, NINFE E MUSE “

P

er gli aspetti della natura avviene come per l’arte: molto ne è stato scritto, eppure solo chi li vede con i propri occhi li dispone in un nuovo rapporto” (Goethe)

Conoscete la leggenda del ramo d’oro? Il ramo d’oro fu quello che Enea colse per invito della Sibilla prima di accingersi al viaggio nel regno dei morti. Secondo gli antichi, a questa leggenda era collegata una stra-

na usanza: solo chi fosse riuscito a strappare un ramo dell’albero che cresceva nel recinto del santuario di Diana a Nemi, uccidendo il sacerdote che vigilava su quei luoghi, poteva succedergli come “re del bosco”. A partire da questo sacro e sanguinario rito, uno studioso scozzese, James G. Frazer, elaborò il più completo studio sull’antropologia religiosa nel mondo, un’opera di quasi 900 pagine che è punto di riferimento per ogni studioso.

Insomma pochi furono quelli che sfuggirono all’incanto di questo delicato paesaggio lacustre, in grado di stimolare l’animo dell’artista con le sue atmosfere elegiache, quasi crepuscolari. Un ambiente dove l’espressione selvaggia della natura -siamo dopotutto nel cono di un antico vulcano- è avvolta al mito, alla celebrazione dell’antichità classica, all’immagine del pittoresco.

Il lago di Nemi (John Robert Cozens, c. 1777)

Oggi il paesaggio è un poco mutato. Nella verdeggiante conca del lago si affastellano lunghe serre e spicca dall’alto il lungo edificio che ospita i modelli di due famose navi romane. A saper cogliere però il fascino di siti così tanto celebrati dalla storia, anche oggi una breve passeggiata offre un meritato compenso. Come George Sand scenderemo allora a piedi al lago “che è molto grazioso: un diamante di acqua turchina, incastonato nella roccia tra i fiori e il fogliame”. E come lei faremo un bouquet o semplicemente ci lasceremo sedurre dalla strana flora e dai ricordi mitologici di questo suggestivo antro naturale. Il lago di Nemi (William Turner, 1828)

via ennio quirino visconti, 16 - 00100 ROMA Tel.: 06 3260 9192

marika.brunetta@yahoo.it

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Rocca di Papa

INIZIATA LA CONSEGNA DEI KIT A DOMICILIO. IL 12 GENNAIO RIAPRE L’ISOLA ECOLOGICA

È

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ATTUALITÀ

PORTA A PORTA

iniziata già dalla settimana scorsa la consegna a domicilio dei kit per la raccolta differenziata porta a porta nei quartieri Campi d’Annibale e Vivaro, da parte degli operatori Aimeri accompagnati dagli agenti della Polizia Locale. Tutte le utenze in questi giorni stanno ricevendo a casa i contenitori colorati e le buste biodegradabili, nonché il ca-

Gennaio 2015

Redazione

lendario di raccolta e l’informativa riguardo la corretta differenziazione dei rifiuti. L’attività di consegna andrà avanti per tutto il mese di gennaio, affiancata da ulteriori incontri per sensibilizzare la cittadinanza, per poi arrivare al ritiro definitivo dei cassonetti su strada dal mese di febbraio.

Tra meno di due mesi il porta a porta sarà esteso a tutto i quartieri della città di Rocca di Papa e potrà nuovamente contare sulla disponibilità dell’isola ecologica di via Borgo Valle Vergine Campagna. L’inaugurazione dell’area, dopo i lavori di adeguamento, è prevista per il giorno lunedì 12 gennaio 2015.

costi del servizio, che sappiano essere a totale carico dei contribuenti, e quindi avere riduzioni sulle bollette Tari. Per raggiungere questo traguardo però abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, di comportamenti rispettosi dell’ambiente e delle regole del porta a porta, che ci permettano ora, con i traguardi raggiunti, di

“Finalmente riusciamo a concludere un percorso fondamentale per il decoro cittadino e la sostenibilità ambientale – dichiara l’assessore all’Ambiente Mauro Fei – ma il nostro impegno non si esaurisce qui. Abbiamo il fermo obiettivo, coinvolgendo ora tutta la cittadinanza e avendo nuovamente a disposizione l’isola ecologica, di raggiungere alte percentuali di differenziazione dei rifiuti, e di conseguenza diminuire drasticamente il conferimento in discarica”. “Portare meno rifiuti in discarica ci permetterà di abbassare sensibilmente i

beneficiare economicamente della pratica di differenziazione dei rifiuti. L’Amministrazione, dal canto suo, ha scelto di consegnare a domicilio il kit per la raccolta per intervenire drasticamente sull’evasione -conclude Fei- e sta già lavorando sulla predisposizione del nuovo bando di gara europeo, che per il nuovo anno affiderà nuovamente il servizio di raccolta e conferimento dei rifiuti sempre nell’ottica della riduzione della TARI, garantendo il target qualitativo del servizio”.


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CASTELLI

Rocca di Papa

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Redazione

“FAMOSE DU’ PASSI”

MONTE CAVO

er una volta pensiamo solo alle cose belle e proviamo ad affermare, con eroica certezza, di amare il nostro territorio e quindi di essere grati di vivere nei Castelli Romani, per mille motivi diversi. Uno di questi è il meraviglioso monte, di natura quasi incontaminata, che sorge da secoli nel territorio di Rocca di Papa. Stiamo parlando di Monte Cavo.

Questa fu una montagna sacra per i popoli preromani del Lazio e in seguito anche per i Romani, poiché vi sorgeva il tempio di Iuppiter Latiaris, una delle più ambite mete di pellegrinaggio per i popoli latini e nei secoli di dominazione romana. Sono molti i personaggi che dal XVIII secolo in poi hanno lasciato la loro testimonianza e hanno colto fonte di ispirazione dalla bellezza del panorama. Innanzitutto Johann Wolfgang von Goethe, che

risaltò il fatto che dalla cima del monte si potessero ammirare contemporaneamente sia il Lago di Nemi che il Lago Albano, ma anche Hans Cristian Andersen, George Sand, Gioacchino Belli, Massimo d’Azeglio e molti altri. Attualmente Monte Cavo è un importante centro di trasmissione radio-televisiva, essendo il principale sito laziale in termini di popolazione raggiunta. Ma questa presenza massiccia di trasmettitori sulla sommità del monte ha provocato le proteste della popolazione preoccupata per i possibili effetti derivati dall’elettrosmog mentre i tradizionalisti pagani romani ritengono la presenza delle antenne una profanazione di quello che per loro è ancora un luogo sacro e ne chiedono la rimozione. Ai posteri l’ardua sentenza.



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CASTELLI

Ufficio Stampa COMUNE ROCCA PRIORA

Rocca Priora

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ATTUALITÀ

ROCCA PRIORA SALUTA

VIRNA LISI

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“FAMOSE DU’ PASSI”

FESTA DI

S.ANTONIO ABATE

L’ATTRICE GIRÒ IN PAESE UNO DEI SUOI PRIMI FILM

L’

amministrazione comunale di Rocca Priora si unisce al cordoglio di tutta l’Italia per la scomparsa di Virna Lisi, una delle più grandi attrici di sempre, molto legata anche al territorio dei Castelli Romani. Oltre ad avere una villa nella campagne di Marino, infatti, dove visse per un lungo periodo negli anni ‘60, Virna Lisi girò una delle sue prime pellicole, “Il padrone delle ferriere” del 1958, proprio a Rocca Priora. Lo ricorda il vicesindaco, Federica Lavalle, che sottolinea come sia “un vanto per il nostro paese aver ospitato un’attrice dello spessore di Virna Lisi, icona di stile ed eleganza che ha segnato intere generazioni”. Anche Giuseppe De Righi, presidente della Comunità Montana dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini, ha voluto sottolineare “il legame del nostro territorio con una grande donna e una grandissima attrice”. De Righi ha ricordato i giorni delle riprese, nel 1958: “la scena che mi è rimasta più impressa è stata quella girata in parrocchia, visto che allora ero un chierichetto”. Il sindaco Damiano Pucci ha ribadito “il saluto di tutta la nostra comunità ad una grande del nostro cinema, protagonista della vita culturale dal dopoguerra ad oggi”.

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R

occa Priora, con i suoi 768 metri s.l.m è il comune più alto dei Castelli Romani. Questa sua “vocazione” geografica lo porta, statisticamente, ad essere il paese più freddo dei Castelli, con una media annuale di circa cinque gradi inferiore a quella di Roma. L’inverno è freddo e lungo con temperature che spesso scendono sotto lo zero. La neve può cadere abbondante e perdurare al suolo diversi giorni. Sembrerà strano, eppure proprio in questo periodo, tra il freddo e il gelo, intorno alla terza settimana di gennaio, si svolge a Rocca Priora una delle ricorrenze più sentite da questo comune e dai suoi abitanti. Si tratta della festa in onore di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. L’evento, giunto quest’anno alla 164esima edizione, è orga-

nizzato dalla Confraternita di Sant’Antonio Abate, attiva nel paese dalla metà del 1800, in collaborazione con la parrocchia Santa Maria Assunta in Cielo e con il comune di Rocca Priora. Momento clou della festa, che in tutto copre un periodo di circa dieci giorni, è in genere la domenica mattina, con la benedizione degli animali che sfilano in carri allegorici realizzati prevalentemente in legno decorati con frutta e pane. A seguire stand gastronomici e la premiazione dei carri più belli.Una grande festa, insomma, per grandi e piccini. E un’occasione in più per fare una passeggiata nel centro storico di Rocca Priora, scoprendo così da vicino le tradizioni di una festa divenuta ormai secolare. Buon divertimento a tutti!

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CASTELLI

Velletri

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Redazione

“FAMOSE DU’ PASSI”

MUSEO CIVICO

elletri affonda le sue radici in una storia millenaria, infatti fu una delle antichissime città del popolo dei Volsci e già all’epoca di Anco Marzio, intorno al V secolo a. C, si faceva il nome di Velitrae, in occasione di un epocale scontro tra i Volsci e i Romani. A testimoniare questo contesto storico, oltre ai numerosi reperti che nel corso dei secoli si sono accumulati in questo territorio, c’è un’importante struttura che ha sede proprio nel centro storico di Velletri: il Museo Civico Archeologico “Oreste Nardini”. Riaperto da alcuni anni dopo una serie di restauri ed interventi sulla struttura, accoglie oggi alcune opere considerevoli, come il famoso Sarcofago di Velletri o Sarcofago delle Fatiche di Ercole. Fin dal 1600 umanisti e prelati si cimentarono nel rac-

cogliere antichità che affioravano nel territorio di Velletri, dando vita così al Museo Borgiano, alla Collezione Ginnetti e al Museo Diocesano, che in buona parte sono poi confluite nel Museo Civico Archeologico inaugurato nel 1920 dall’ingegner Oreste Nardini, Regio Ispettore ai Monumenti e Scavi di Velletri. I reperti che poi comporranno il Museo furono visti anche da Johann Wolfgang von Goethe, il quale ne decantò la bellezza nel suo libro Italienische Reise (Viaggio in Italia). Il museo si divide in due sezioni: Itinerario archeologico e Itinerario di Geopaleontologia e preistoria dei Colli Albani. Oggi buona parte delle opere più pregevoli, come la Pallade di Velletri sono conservate al Louvre di Parigi, lontane da Velletri. Tuttavia il museo merita lo stesso una visita.


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L’INTERVISTA

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a cura di Jonathan Nemesi Foto: Mark Campbell www.modelmayhem.com

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Parlaci della tua famiglia. Sono figlia unica! Sono cresciuta con i miei genitori, nonni e sempre tanti gatti! Mia madre si chiama Antonella ed è storico dell’arte; mio padre Antonio ed è ingegnere. Le radici abruzzesi ce le hai nel cuore? Sempre! Amo L’Aquila e ce l’ho nel cuore. Appena posso torno dalla mia famiglia! Cosa ne pensi dell’Italia e della sua situazione? L’Italia è il paese più bello del mondo! Abbiamo un patrimonio artistico eccezionale, cultura e tradizioni antiche! Cibo, moda, marchi che tutti ci invidiano ma la situazione attuale non è delle migliori. Io un’idea politica ben precisa ma in questo momento c’è poca differenza nonostante chi governi. Spero nel tempo si possa superare questo momento delicato. Ma ci vogliono figure nuove meno corrotte che pensino alla gente e non alle proprie tasche.

CLAUDIA ROMANI

DA ROMA A MIAMI

C

ari lettori, per voi un’intervista speciale ad una donna speciale ed in gamba che ho conosciuto 8 anni fa e vale la pena conoscerla anche perché rappresenta l’Italia in America e voglio farla conoscere anche a voi... anche se già la conoscete. Claudia Romani, nata il 14 aprile 1982 a L’Aquila in Abruzzo, è una modella. È apparsa sulle copertine quali GQ e Maxim e nel 2006 è stata votata come una delle “100 donne più sexy del mondo” da FHM Danimarca. Dal 2010, ha sede a Miami in Florida .

Intanto Claudia ti ringrazio per aver aperto le porte di casa tua a Miami al C magazine e per l’amicizia che ci lega da anni. Ma voglio far conoscere ai nostri lettori la vera Claudia Romani. Grazie, Jonathan! Spero di farmi conoscere sempre di più e non essere solo un’immagine. Com’è stata la tua infanzia? Tranquilla, serena, felice. Sono cresciuta all’Aquila in una famiglia unita, sana, normale.

Torneresti a vivere in Italia? Vivo a Miami e qui ho trovato la mia dimensione. Amo la vita all’aria aperta e il modo di lavorare degli americani! Spero però di passare più tempo in Italia. Che studi hai conseguito? Ho frequentato il Liceo Linguistico all’Aquila, poi ho studiato Multimedia Design a Copenhagen e Letteratura inglese a Londra. Pensavi di arrivare dove sei ora? Non mi ritengo arrivata. Sono perfezionista e punto in alto! Devo e posso ancora fare molto... SPERO! Quando cominciò la tua carriera e come? A Copenhagen, dopo essere stata notata in spiaggia da

un talent scout della rivista FHM. Il lavoro poi e’ stato molto e non semplice, ma non ho mai smesso di crederci e di amare quello che faccio! Come ti sei ritrovata in Florida a Miami Beach dall’Aquila in Abruzzo? Ho studiato a Copenhagen, poi vissuto a Londra. Dopo quasi 10 anni al freddo, un viaggio a Miami Beach mi ha fatto innamorare del clima tropicale e della vita all’aria aperta. Ho subito avuto anche buone opportunità lavorative! Da quel momento Miami è diventata la mia realtà.


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L’INTERVISTA L’esperienza che ricordi di piu lavorativamente parlando? Ogni lavoro è una piccola soddisfazione. Un qualcosa che si aggiunge ad una fitta lista. Adoro vivere esperienze diverse ogni giorno. Maxim, FHM, Samsung, GQ, Toyota... Essere madrina del Miami United e dell’Aquila Calcio, il programma TV per il quale ho lavorato, i concorsi vinti, i viaggi di lavoro.

CLAUDIA ROMANI Tutte esperienze indimenticabili. La svolta che ti fa oggi essere la fotomodella e top model Claudia Romani? La dedizione. Sono più di 10 anni che mi sveglio al mattino credendoci e lavorando. Poi di colpo una foto scattata in spiaggia viene notata e pubblicata su siti di gossip e sembra che dal nulla e senza fare nulla io sia dappertutto. Ma vari addetti al settore e followers erano da tempo a conoscenza del mio lavoro. Ami il tuo lavoro? Troppo! Anche se è dura a volte. Perché è dura? Si ricoprono molti ruoli, quello della “protagonista” di un servizio non è l’unico. Inoltre spesso si e’ soggetti a pregiudizi e critiche. Gli orari e e condizioni non sono sempre “top” come molti immaginano. Bisogna essere sempre in forma e sapere accettare molti no. La bellezza aiuta nella vita e nel lavoro? La bellezza aiuta al primo impatto, deve essere però supportata da molto altro.

www.claudiaromani.it Claudia Romani

Come si vive con la consapevolezza di essere bella? Lavoro molto sul mio aspetto. Mantenere le curve al posto giusto come molte donne mediterranee ben sanno è un “work in progress”. Sono sana, vegetariana, sportiva e tutta naturale. Ho qualche difetto... Ma per fortuna in molti apprezzano il mio look. Mi piace avere un aspetto piacevole per me stessa prima di tutto. I tuoi hobby? Nuotare, viaggiare, passeggiare, andare in palestra.

Le tue passioni? Il mio lavoro, gli animali, viaggiare, il Milan. Cosa ami della vita? La famiglia, i gatti, i dolci, il calcio, scoprire cose nuove, incontrare persone speciali... Sei innamorata? L’amore non è solo tra uomo e donna, l’amore è vita. Pensi di sposarti? Trovo che il matrimonio sia un pezzo di carta e se si è felici e ci si sceglie ogni giorno non è necessario. Sono però anche romantica e perché no... sarebbe bello farlo una volta nella vita. Vorresti avere figli? Non ho preso questa decisione. Per ora non sono troppo materna a dire la verità! Ma mai dire mai. Quale è il tuo sogno nel cassetto? Poter lottare per chi non ha una voce: gli animali in difficoltà, i bambini che vivono nei paesi poveri, ecc.

Cosa vuoi fare da grande? Essere nei media, magari facendo più TV ed avendo mie linee di prodotti. Oggi ti reputi più attrice, modella, show girl? Modella ma non convenzionale. Mi piace essere formosa e promuovere le forme. Non sono alta 2 metri, non ho 18 anni. Una donna può essere bella ed apprezzata rispettando il proprio tipo fisico ed a qualsiasi età. Non esiste secondo me un canone universale di bellezza! Mi piace rappresentare marchi, prodotti ecc in cui credo veramente. Amo fare TV e spero in futuro di poterne fare di più. Per le vacanze torni in Italia? Appena posso! Ci vuoi confessare qualcosa? Non ho mai preso la patente. Forse dovrei? Ti ringrazio per averci accolto nel tuo mondo e dato la possibilità di conoscere Claudia Romani. Non ci resta che farti un “in bocca al lupo” per la carriera e vita privata e rivederti presto. Crepi! E grazie Jonathan e a voi!


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Tendenze

MODA

CHIARA VITALI

MAI DIRE

MAI

U

na scritta indelebile che ha tatuato sul suo corpo e la rappresenta nel suo pensiero. 40 anni, moglie e mamma. Un lavoro come impiegata, ed ecco che 3 anni fa intraprende il suo percorso di fotomodella, inizialmente come un gioco, ora una passione che porta avanti con impegno. Testimonial di una nota griffe di prodotti per unghie, la TatyNails, modella per il progetto fotografico “Viareggio Nuda”, selezionata per la copertina, a fianco di una splendida camaro 1967 della noleggiocamaro.it, sulla nota rivista italiana di auto americane “Cruisin”, editoriali pubblicati e in pubblicazione su magazine on line come, ArtAbout e Elate Lab, fascia Miss Over and Fashion per la Fotomodella Italiana, recensione su Affari Italiani ed infine interviste su quotidiani cartacei e virtuali, come Nonsolomodanews Italia, Il Caffè, Castelli News e Agenda Moderna. Una fotomodella over, con 23 tatuaggi, un corpo minuto, versatile nel proporsi in più tipologie di generi fotografici, dal fashion al glamour, dal beauty

Gennaio 2015 Redazione

al provocante nudo artistico. Sempre alla ricerca di nuove esperienze lavorative per misurarsi con i propri limiti, attenta ad imparare a gestire il proprio corpo posando per diversi fotografi ed arricchendosi ad ogni esperienza fotografica. Si propone in maniera seria, perché trasformare una passione in un lavoro vuol dire svolgerlo con professionalità, precisione e puntualità. Più di un fotografo con cui ha collaborato ha notato la sua unicità nell’essere una “over” che sposa un’immagine moderna con una sensualità affermata esibendola come fosse il suo naturale modo di essere. Presta attenzione alla propria salute fisica, coniugando una corretta alimentazione e la pratica di sport, al fine di farsi trovare pronta per ogni genere fotografico che gli venga proposto. Disposta a raggiungere traguardi importanti, ma con la fermezza di non scendere a compromessi, confidando nei suoi valori morali e nel suo indubbio fascino che si esalta di fronte all’obbiettivo della macchina fotografica.

Chiara Blue Eyes www.chiaravitali@ymail.com

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Arte e Storia

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STORIA E CIVILTÀ

a cura del Dott. Carlo Eugenio Morganti Storico

TRADITIO

LEGIS IL PRIMATO PAPALE

I

Basilica di Santa Costanza (Roma, IV secolo)

l primato dei successori di Pietro nei primi tempi non fu espresso con formule dogmatiche, con decreti e canoni. Germogliò a guisa di seme, sviluppandosi con le circostanze. L’Archeologia Cristiana è fondamentale in questo senso, per comprendere il primato petrino nella prima comunità cristiana. Nelle antiche sculture cimiteriali, dopo quella di Gesù Cristo (440 volte), compare più frequentemente l’effige di Pietro (212 volte), mentre quella di Paolo appare solo 47 volte, quella di Mosè 37, quella di Daniele 11 volte.

Al tempo di Diocleziano appartiene la denominazione Papa: “Papa Meus, Papa Tuus”, “Babbo mio, Babbo tuo”. Il Papa romano solo alla fine del V secolo vestì la “dalmatica”, tunica dalle maniche ampie e corte. L’imperatore Costantino pose sul capo di Papa Silvestro il berretto frigio che compare nei monumenti verso il secolo XII a forma conica ed avente per base una corona. Diventò dunque la Tiara e più tardi Triregno. La seconda corona venne aggiunta nel XIII secolo e la terza durante l’epoca Avignonese.

Il successore di Pietro per lunghi secoli fu chiamata semplicemente “Episcopus”, Vescovo di Roma; la denominazione “Pontifex Maximus” compare più tardi e divenne comune al tempo dell’Umanesimo, quando l’antico linguaggio liturgico venne sostituito dal fraseggiare pagano. Ricordo che nella Roma Antica l’Imperatore aveva l’appellativo di “Pontifex Maximus”, avendo oltre alla potestà temporale quella religiosa, spirituale.

Il “Liber Pontificalis” è la raccolta delle biografie dei pontefici romani, disposte in ordine cronologico, da San Pietro, ed Onorio II (1130). Fu composto in tempi diversi da vari autori. Nelle catacombe di Ciampino al decimo Miglio della Via Latina vi è una pittura che si può definire dogmatica in quanto rappresenta Gesù Cristo che consegna a San Pietro il rotolo della Legge, a conferma del suo primato sugli altri Apostoli.


Arte e Storia

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ARTE CAPITOLINA

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LA MOSTRA

a cura di Eleonora Bacaloni

Mostra in corso dal 29 ottobre 2014 al 8 marzo 2015 PALAZZO BRASCHI - ROMA

SCATTI DI ROMA “BASILICO, BERENGO, GARDIN, BOSSAGLIA, CHIARAMONTE, CRESCI, GHIRRI, GUIDI, JEMOLO, KOCH”

L

a mostra fotografica porta alla luce immagini e scatti di Roma realizzati in vent’anni, dal 1986 al 2006. L’esposizione presenta lo sviluppo del paesaggio urbano della capitale negli ultimi decenni, mettendo in mostra quelli che sono i molteplici cambiamenti derivanti dall’eccezionale attività dell’uomo nel Comune di Roma. I fotografi si sono soffermati in particolar modo sul paesaggio urbano, sulle periferie nate a partire dagli anni ‘60, sulla vita dei cittadini alle prese con vari problemi come il traffico, sulla storia che

caratterizza ogni angolo della città, sulle trasformazioni urbane e architettoniche causatedalle grandi opere. La mostra si propone di essere, oltre che un omaggio a Roma, anche uno spunto di riflessione sul concetto di fotografia contemporanea legata alla “facies urbana”. Le fotografie presentano celebri luoghi e siti romani come Piazza San Pietro, Castel Sant’Angelo, Piazza Navona, il Pantheon, il quartiere di Trastevere, Campo dei Fiori; ma anche immagini dei cantieri delle grandi opere pubbliche.

Orari di Apertura dal Martedì alla Domenica ore 10.00 - 20.00. La biglietteria chiude alle 19.00. 24 e 31 dicembre ore 10.00-14.00. Chiuso il lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio.

Biglietti intero € 11,00; ridotto € 9,00. Per i cittadini residenti nel territorio di Roma Capitale (mediante esibizione di valido documento che attesti la residenza): intero € 10,00; ridotto € 8,00.

www.museodiroma.it

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Scienze

ISTRUZIONE

Gennaio 2015 a cura di Rosella CANELLA

con gli animali e attraverso la sua esplorazione il bambino sviluppa un atteggiamento curioso ed attento nei confronti della natura e degli esseri viventi che ci vivono. La maestra in classe può avvicinare e incuriosire il bambino a questo mondo. Come? Raccontando storie che descrivano la vita nella fattoria e che illustrino immagini degli animali che ci vivono. Dai racconti la maestra passerà ad una fase pratica in cui i bambini, con materiali diversi, potranno realizzare sagome di animaletti propri della fattoria. Suggerimenti - Trascorrere una giornata in una fattoria a contatto con la natura e gli animali che ci vivono. I bambini potranno osservare, ascoltare, toccare tutto ciò che fino ad ora avranno visto sui libri o in televisione.

BAMBINI E NATURA F ar conoscere ai bambini gli animaletti della fattoria significa avvicinarli in modo semplice e coinvolgente al grande tema della natura. Come?

Attraverso una fase di scoperta guidata in cui l’insegnante predispone conversazioni con domande-stimolo e simulazione dei versi degli animali, in cui il bambino ha un ruolo attivo e attraverso una fase di libera

scoperta ed esplorazione in cui il bambino liberamente esplora le immagini, le storie, le musiche e tutto il materiale che trova a disposizione. Il rapporto dei bambini con gli animali è sempre più indiretto e mediato dai mezzi di comunicazione. È per questo che nasce il desiderio di far esplorare al bambino un mondo che a volte è poco considerato. La fattoria è un luogo che offre la possibilità di entrare a contatto

“Educare il bambino a prendersi cura degli esseri viventi. Le cure premurose verso piante e animali sono la soddisfazione di uno degli istinti più vivi dell’anima infantile. Nessuna cosa è più capace di questa di risvegliare un atteggiamento di previdenza nel piccolo che è abituato a vivere senza pensare al domani, ma quando sa che gli animali hanno bisogno di lui e che le pianticelle si seccano se non le innaffia. Il suo amore va collegando l’atto di oggi con il rinascere del giorno seguente” - Maria Montessori.

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Scienze

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MEDICINA

a cura di Lorena FANTAUZZI

DIMMI CHE COLORE INDOSSI

Lei vede una persona. Vestita di nero, con passo deciso e montatura di occhiali a forma di goccia cosa pensa? Che è sicuramente una persona spigolosa ma che ha voglia di sorridere. Gli occhiali a forma di goccia indicano il sorriso, a forma rotonda tipo quelli che indossa Costanzo vogliono dire che abbiamo a che fare con una persona cotta ma con un carattere particolare.

E TI DIRÒ

CHI SEI

Lei in sintesi è una sorta di santone? Ma no! Uso le vecchie metodologie. Vedo entrare una persona nel mio studio (in zona Prati n.d.r.) e da come si muove, che colori indossa, gli accessori riesco a capire già delle cose, me ne faccio una piccola idea. Poi devo chiaramente visitarlo per avere un quadro completo per fare una anamnesi giusta. Devo toccarlo, sentirne l'umidità del corpo, la temperatura, i tessuti. Come diceva Proust poi l'80% di quello che sanno i medici lo devono ai loro pazienti.

Intervista a Ivo Pulcini, luminare della medicina sportiva e medico di alcuni tra i più noti personaggi internazionali

I

vo Pulcini, icona della medicina sportiva, osteopata, medico del Dalai Lama, specializzato in Medicina dello Sport e Alimentazione, in Cardiologia e Scienze dell'Alimentazione. Positivo, solare, prezioso oratore e uditore, semplice e pragmatico, nella sua pura vocazione di medico, ha a cuore la salute e la bellezza di tutti, nel corpo e nell’animo. "Attraverso i colori, come ci vestiamo, siamo in grado di poter capire come sta il nostro corpo". Attraverso i colori sappiamo che cosa vuol dirci il nostro corpo. La sua è una tecnica olistica? Siamo come ci rappresentiamo. La postura, i colori che indossiamo, anche la montatura dei nostri occhiali sono importanti. Tutto ci riconduce ad una sintomatologia. La mia è la tecnica

della medicina manuale che dovrebbe esser praticata da molti miei colleghi. Prescrivere valanghe di medicine non serve a volte. Secondo i casi chiaramente. Ma se si possono evitare, meglio.

Azzurra di basket, Presidente del Panathlon Club Roma e della Commissione Scientifica nazionale del Fair Play (Coni). Già Consigliere dell'Ordine dei Medici e Odontoiatri di Roma e Provincia, Consigliere del Direttivo ARCA Lazio. Ha fondato la prima azienda biologica del Lazio: Sanitars s.r.l. È medico di tutti coloro che hanno raggiunto primati e guinness sportivi importanti. Promotore di iniziative annuali di solidarietà nella Capitale, tra cui la Partita del Cuore e il Gala di solidarietà del 5 gennaio. Autore di molte pubblicazioni, poliglotta, ha studiato e lavorato molto in Italia e all’estero, in particolare in Germania, con riconoscimenti professionali a livello nazionale ed europeo. È maestro della “terapia del sorriso”. È Presidente dell’Associazione “Un cuore per tutti, tutti per un cuore onlus”, medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica Italiana per l’impegno a favore dell’infanzia, avendo salvato insieme al suo gruppo 1650 bambini cardiopatici. Premiato anche con il Premio Comunicare L'Europa 2013.

I vip di cosa soffrono? Vivono con dei conflitti interiori a volte per non aver raggiunto il successo sperato o per altre motivazioni più recondite. Spesso e volentieri tutte le loro emozioni ricadono sulla schiena come dolori, lombosciatalgie, gli stessi sintomi di un trauma da incidente stradale.

Ivo Pulcini con Fabrizio Frizzi

CL IMPIANTI

s.n.c.

TERMICI - IDRAULICI - SOLARI CONDIZIONAMENTO

Medico di Miss Italia, Direttore Sanitario della S. S. Lazio, docente in Medicina dello Sport all’Università degli Studi di Roma La Sapienza, già docente in Medicina dello Sport e Pronto Soccorso all'Isef, medico federale della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio, della Federazione di Pentathlon Moderno e Tiro a segno, medico sportivo di diverse associazioni tra cui la Stella

CL

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Ivo Pulcini con Claudio Lotito

Marco 349.8326470 Massimiliano 339.3794140 Via Vittorio Veneto, 4 - 0043 CIAMPINO Email: climpianti.snc@libero.it


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Scienze

GRAVIDANZA

a cura della Dott.ssa Francesca IASELLA

Gennaio 2015

Ostetrica gravidanzaroma@gmail.com 3281718809 FB: Ostetrica Gravidanzaroma Francesca

tegrazione di vit B 12, quindi, non c'è motivo di cambiare abitudini.

BENESSERE IN GRAVIDANZA, PRIMO PASSO:

L'ALIMENTAZIONE

"

S

iamo quello che mangiamo” sosteneva nell’Ottocento il filosofo L. Feuerbach. In gravidanza, come nella vita di tutti i giorni, una corretta alimentazione è alla base di una vita sana e quindi, se non ci sono problematiche particolari, la mamma può continuare con lo stile alimentare di sempre. L'unica integrazione raccomandata sin dall'epoca del pre-concepimento è quella di Acido Folico (circa 400 microgrammi al giorno), è una vitamina del gruppo B, importante per la prevenzione della spina bifida e altre malformazioni. L'Acido Folico si trova in alcuni alimenti, dei quali è bene aumentare il consumo: verdure a foglia verde (spinaci, lattuga), agrumi, legumi, cereali, frutta (kiwi e frutta secca).

In gravidanza non serve "mangiare per due", ma è opportuno mangiare due volte meglio. Il fabbisogno energetico giornaliero aumenta solo a partire dal secondo trimestre, cioè dalla 13ª settimana, di circa 300 kcal , per poi arrivare a circa 400 Kcal a termine di gravidanza. Nel primo trimestre, l’aumento di peso della mamma dovrebbe essere legato esclusivamente all’aumento del volume del sangue e alla crescita dell’utero. In una donna normopeso, l'aumento può non esserci affatto o essere nell'ordine di 1 kg. Al termine della gravidanza una donna normopeso non dovrebbe aumentare più di 12/14 kg circa. È bene ricordare che il fabbisogno aggiuntivo di energia e l’aumento di peso va comunque stabilito individualmente e varia a secon-

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da dell’IMC (Indice di massa corporea) pre gravidanza. Quali alimenti è meglio consumare? Gli alimenti da prediligere sono quelli freschi e di stagione, evitando cibi precotti o inscatolati per la presenza di conservanti. Via libera quindi alle verdure di tutti i tipi, dalle insalatone estive ai caldi minestroni invernali. Una merenda con un buon frutto è l'ideale. Le fibre contribuiscono a regolare la funzione intestinale, riducono l'assorbimento dello zucchero e del colesterolo, favoriscono il raggiungimento del senso di sazietà. Meglio assumere con moderazione sia i carboidrati, preferendo quelli integrali, sia i formaggi grassi. Ben vengano le proteine della carne magra (5/6 porzioni a settimana rossa e bianca), sia del pesce (fino a 3 porzioni a settimana e preferendo quello di piccola taglia ricco di omega 3 e povero di mercurio come il salmone e il pesce azzurro). È bene non superare una porzione da 100 g alla settimana di grandi pesci predatori (pesce spada o luccio). Evitare il pesce crudo per il rischio di listeria e anisakis, a meno che non sia stato con certezza opportunamente abbattuto. Le proteine possono essere assunte anche attraverso le uova, senza superare 2 a settimana, e i legumi, almeno una volta a settimana. I legumi, insieme al tofu e al seitan possono fornire, a chi non mangia carne e derivati, tutto l'apporto proteico necessario. Per chi segue un regime alimentare vegetariano o vengano l'unica raccomandazione è l'in-

Per le loro specifiche caratteristiche alcuni cibi devono essere assunti con alcune accortezze. Ad esempio gli alimenti di derivazione animale come carne, insaccati, affettati e uova, devono essere consumati solo se ben cotti da chi è a rischio toxoplasmosi. Nessun problema per il prosciutto cotto e la mortadella (già cotti). Sempre per il rischio di toxoplasmosi, è bene lavare accuratamente frutta e verdura con acqua e bicarbonato lasciando a bagno per 15/20 minuti. Per quanto riguarda le uova crude (contenute nei dolci per esempio) l'unico escamotage è quello di utilizzare uova crude ma

pastorizzate: chiedete sempre se hanno utilizzato questo tipo di uova per poter gustare un tiramisù in tutta sicurezza. Le uova pastorizzate sono vendute anche nel banco frigo dei grandi supermercati. La caffeina (caffè o thè) può essere consumata con moderazione (1 al dì). Ultimo, ma primo per importanza, è l'alcool vietatatissimo per le molteplici e gravi ripercussioni sulla salute del bambino che nascerà.



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Scienze

PSICOLOGIA

Gennaio 2015

a cura della Dott.ssa Daniela OLIVIERI Via M. Francesi, 159 - CIAMPINO P.zza Roma, 2 - FRASCATI 06.7963545- 338.2436372

2) “Ancorarlo” nei suoi successi Per rafforzare la memoria dei successi (quali che siano: anche un goal alla partita all’oratorio) può essere utile creare un “calendario dei successi”, sul quale annotarne uno ogni settimana perché sia immediatamente visibile. 3) Criticarlo, ma in modo costruttivo Se rompe un piatto apparecchiando, non bisogna aggredirlo immediatamente. In generale, funziona molto bene la “regola del sandwich”: un complimento, una critica, un complimento (“Grazie per avermi aiutato, ma non hai ancora sistemato camera tua. Ah, dimenticavo: ancora bravo per l’8 in matematica ).

IL BAMBINO E L'AUTOSTIMA

L

a stima di sé è l'arma fondamentale per riuscire nella vita e si costruisce principalmente durante l'infanzia.

Parola dello psicologo e pedagogo francese Bruno Hourst, secondo il quale è proprio la mancanza di autostima il maggior freno allo sviluppo e all’espressione delle proprie capacità. Aiutato dai genitori, dunque, un bambino può crescere sano e forte non solo nel fisico ma anche nello spirito.

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Psicologa e Psicoterapeuta

Ma come possono i genitori aiutarlo a crescere consapevole di se e del proprio valore? Sotto trovate 7 semplici regole da applicare nella vita di tutti i giorni, oltre ai consigli sull'importanza di rafforzare la memoria del successo e il senso di invisibilità. Ecco le regole per coltivare l'autostima di tuo figlio 1)Dargli obiettivi realistici Per evitare che si scoraggi, se l’obiettivo è impegnativo si può aiutare il bambino a tagliare il traguardo attraverso alcune tappe.

4) Credere in lui Basta una frase: “Ho fiducia in te, ce la farai”. Sembra una banalità, ma il fatto di sapere che qualcuno crede il lui, per il bambino è fondamentale, e lo aiuta ad aver fiducia nelle proprie capacità per affrontare senza paura anche situazioni nuove. 5) Sostenerlo Quando lo scoramento prende il sopravvento a causa di una caduta nella strada verso il traguardo, bisogna aiutare il bambino a rialzarsi. Facendogli capire che nella vita un fallimento può sempre capitare, ma che alla lunga gli sforzi vengono comunque ricompensati. 6)Fare il tifo per lui Il rafforzamento positivo nei confronti del bambino si ottiene anche con piccole cose: “Bella questa pettinatura”, “la tua stanza è molto più ordinato di una volta”… Però bisogna evitare di fare l’errore di sovrastimare le

sue capacità: dirgli in continuazione “sei un genio”, per esempio, rischia di essere controproducente. Perché, alla prova dei fatti, potrebbe accorgersi di non essere veramente a un livello molto più alto di compagni e amici. E cadere dall’alto di un piedistallo fa più male. 6) Fargli coltivare i suoi talenti La buona riuscita a scuola non sempre va di pari passo con le capacità di ciascuno. Quindi, per preparare un bambino alla vita, è bene fargli coltivare i suoi talenti e le sue passioni, senza pregiudizi 7) Coltiva la memoria del successo Secondo lo psicologo e pedagogo francese Bruno Hourst, in un articolo pubblicato sul proprio sito, per aiutare i propri figli a diventare degli adulti sicuri di se e del proprio valore bisogna coltivare la “memoria dei successi”: se un bambino si rifiuta di fare qualcosa perché non è certo di riuscire, non saprà mai davvero se invece sarebbe stato in grado di svolgere quel compito. “Il rifiuto – spiega Hourst Piccole vittorie, senza dubbio, che però possono spingere il bambino a raggiungere traguardi più ambiziosi grazie alla “memoria del successo”. L’errore comune, rimarca invece il pedagogo, è quello, commesso da molti genitori e insegnanti, “di rimarcare più spesso l’errore rispetto alla buona riuscita, instillando l’idea che il successo è “normale” mentre lo sbaglio è “anormale”. Per di più sostenendo l’idea moralizzatrice che non è bello vantarsi e che bisogna sviluppare la modestia nei bambini. Invece il rifiuto di riconoscere i successi non aiuta né a crescere né a far radicare la fiducia in sé e l’autostima del piccolo”.


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Scienze

PSICOLOGIA

Gennaio 2015

a cura del Dott. Felice STATI Psicologo e Psicoterapeuta f.stati@tiscali.it

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e/o convivenza, traslochi, figli- mettono sempre a dura prova la coppia. Uno dei motivi principali che fanno entrare in crisi una coppia è l’assurda convinzione di vivere con il partner ciò che non è stato possibile vivere nel passato. Così l’altro deve essere come vogliamo noi, non dovrà mai cambiare e soprattutto non dovrà mai deludere. Quante volte si sente in seduta la frase: “Ma lui/ lei è un’altra persona”. In questo rifiuto spesso siamo talmente miopi che non ci rendiamo conto che siamo noi i primi a rifiutare. In virtù del fatto che l’amore non è una “pratica chiusa”, amare significa ascoltare, valorizzare, stimare l’altro. Ma significa anche scusare i limiti dell’altro. Scusare il nostro partner ogni volta che questo sarà necessario. Amare significa anche non imporsi.

AMARE NON È UNA

PRATICA CHIUSA L

a scelta in amore si rinnova ogni giorno, ogni ora, ogni secondo. Amare una persona non è come relazionarsi con l’altro dando per scontato che è così e sarà sempre così. Amare è una conquista. Sempre. Spesso in seduta dico alle coppie

che si rivolgono a me: “Guardate che l’Amore non è una pratica chiusa”. Quando pensiamo di aver incontrato la persona giusta a volte incappiamo comunque nelle difficoltà. Le difficoltà sono legate al cambiamento inevitabile della vita. Ogni fase di passaggio -matrimonio

Vale a dire non assumere comportamenti predefiniti. Questo allontana. Aspettare e saper attendere invece avvicina e permette il confronto autentico. Amare vuol dire trovare insieme una nuova modalità di affrontare le avversità che la vita ci pone dinanzi. Certo è che per poter amare l’altro e gli altri occorre saper amare noi stessi. Il problema più grande in questo caso è sapersene accorgere. Molte volte non ci rendiamo neanche conto che non ci vogliamo bene. Pertanto il primo passaggio è concedersi di amare noi stessi ed il resto è una naturale conseguenza fatta di impegno, pazienza, fiducia e creatività.

Psicoterapeuta individuale e di gruppo per: - Crisi d’ansia ed attacchi di panico - Stati depressivi ed elaborazione dei lutti - Difficoltà nel gestire i ruoli genitoriali - Disturbi di dipendenza (gioco, alcool, sostanze stupefacenti, sesso) Psicoterapia di coppia per: - Incomprensioni di coppia - Difficoltà Procreative - Tradimento


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Scienze

GRAFOLOGIA

a cura della Dott.ssa Antonella FELIGETTI Via Col di Lana,126 - CIAMPINO antonella.feligetti@libero.it 339.1507377

AFFINITÀ DI COPPIA CON LA GRAFOLOGIA

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ra le tante scritture che mi capita di ricevere ve ne sono alcune che appartengono ai due membri di una coppia. Spesso le persone che hanno una relazione affettiva si scambiano bigliettini e missive, alle volte vere e proprie lettere, anche se vivono sotto lo stesso tetto e si vedono tutti i giorni. Sempre di più la scrittura accompagna i momenti di crisi, quelli nei quali le parole non bastano e si rendono necessari chiarimenti e spiegazioni scritte. A questo proposito mi sono soffermata sulle caratteristiche grafologiche che depongono per una buona relazione affettiva. Ho coniato la metafora della guida dell’auto per la buona conduzione della relazione. Ai due partner occorrono similitudini e diversità paragonabili al freno e all’acceleratore di un’auto e dialogo (la frizione) per facilitare il cambiamento ad ogni fase del ciclo vitale. Ma in cosa devono essere simili le scritture di due persone che si amano: innanzitutto in chiarezza e leggibilità. Soltanto se c’è la volontà di farsi comprendere i due partner potranno instaurare una buona relazione. In secondo luogo l’inclinazione del tracciato, meglio se a destra, renderà possibile la comprensione reciproca

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Psicoterapeuta Grafologa

e la possibilità di “mettersi nei panni dell’altro” quando le incomprensioni dovessero raggiungere livelli importanti. Infine il calore, dato dalla pastosità del tratto, dovrebbe essere presente in entrambe le scritture. Per darvi una piccola idea di come con la grafologia si possa individuare l’intesa di coppia descriveremo le firme di alcuni personaggi celebri che formano o hanno formato una coppia.

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nome, ad indicare l'importanza che dà alla sua persona, piuttosto che alla sua famiglia di provenienza. Entrambe le firme presentano quel gesto che fa virare a sinistra la finale della parola ad indicare un ritorno verso se stesso, il cosiddetto riccio di nascondimento, ovvero la tendenza a non mostrare apertamente i propri sentimenti, a mentire: probabilmente la coppia non ha brillato per trasparenza e chiarezza e questo non ha permesso loro di durare nel tempo: l'eccessivo egoismo non aiuta. Il Dunque in questa coppia sembra essere possibile una nascondimento si è verificato soltanto a beneficio dei certa flessibilità nella conduzione del rapporto. Proba- fans o ha minato profondamente anche il loro rapporto bilmente nei rapporti sociali Michelle non ha problemi intimo? a mettersi in disparte e a dare al proprio uomo la conduzione delle operazioni, mentre sull'educazione delle figlie potrebbe assumere un atteggiamento di intransigente dominanza (finali acerate e lunghe: desiderio di avere l'ultima parola). questo caso con il cognome del marito la notevole pastosità del tratto, semplificato e veloce, come quello di Barak lo spazio tra nome e cognome fa pensare ad una migliore capacità, rispetto a quella del marito di cedere il passo in una eventuale disputa. Michelle sa "lasciare spazio" se occorre e non sente la necessità imperiosa di portare il proprio punto di vista alle sue più estreme conseguenze.

Ma occupiamoci per un momento di due coppie celebri che non hanno funzionato: Elisabetta Canalis e George Clooney e Gigi Buffon con Alena Seredova. Sopra: Gianluigi Buffon - Sotto: Alena Seredova

Barack Obama

Nella firma iperlegata ed ipersemplificata, tranne che nelle maiuscole grandi, ovalizzate, con la maiuscola del cognome tagliata da un gesto fortemente affermativo, ma dal tratto pastoso di Barack Obama troviamo decisionalità e dolcezza. In quella della moglie Michelle che tra l'altro firma in

Michelle Obama

Sopra: George Clooney - Sotto: E. Canalis

Alla firma di Alena Seredova con aste gonfie ed arrotolamenti, fortemente inclinata si contrappone quella dal tratto fine e molto prolungata in alto e in basso dell'ex marito che sembra aver riconosciuto ad Alena un atteggiamento di grande conciliazione perfino in sede di separazione legale. Entrambe le firme hanno comunque una notevole inclinazione ad indicare forte propensione ai rapporti sociali.

Nel primo caso la firma ipersemplificata di Clooney e dal calibro molto piccolo mal si accosta a quella dalle aste In entrambe le coppie: Insieme per gli altri più che per gonfie e arrotolate della Canalis che firma con il solo sé stessi?


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Scienze

WEB

a cura di Giuseppe SCHETTINO

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okkei.it Seo Specialist e Consulente di Marketing

MOBILE MARKETING

CRESCITA ESPONENZIALE NEL 2015

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l mobile marketing ha avuto una crescita in questi ultimi anni molto elevata, basti pensare un attimo al numero di persone che hanno uno smarpthone con la connessione al web, era facile immaginarlo. Tutte le aziende, grandi o piccoli che siano, stanno ormai studiando modi diversi di fare marketing low cost, il che non vuol dire trovare il modo di fare marketing a basso costo, ma anche trovare il modo di spendere soldi che in un lungo periodo possano rendere. Ebbene alla luce della grande penetrazione nel mercato di dispositivi mobili connessi alla rete mobile l’investimento più oculato e propedeutico da fare è proprio quello relativo al mobile marketing. Prima di parlare di quali siano i diversi aspetti che compongono il mobile marketing vogliamo mostrarvi dei numeri che ne giustifichino l’investimento ed le tante parole profuse in questo blog e nel resto del web. I dati che vedrete nell’infografica sono reperiti da varie fonti, da Google ad emarketer, la cosa a cui teniamo di più è il concetto relativo al mobile

marketing. Arrivare direttamente nella tasca dei vostri clienti. Con il mobile marketing infatti è possibile arrivare direttamente nelle tasche dei vostri clienti, con una APP, un SMS, un Video, una chat, un Advergame, insomma i modi sono incredibilmente vasti per un dispositivo così piccolo. Grazie ai servizi geolocalizzati, come ad esempio le facebook ads o gli adwords di google è possibile anche impostare campagne geolocalizzate per veicolare traffico al sito di potenziali clienti che se non acquistano subito possono poi essere raggiunti con strumenti di remarketing. In pratica una volta visitato il vostro sito, ovunque essi siano nel web potranno essere raggiunti poi dal vostro annuncio. Uno strumento potente che lascia comprendere quanto sia evoluto il marketing attualmente, e se invece di provare a vendergli un prodotto al potenziale cliente provassimo a fargli scaricare una APP realizzata apposta per noi avremmo poi modo di contattarlo in qualsiasi momento con delle comunica-

zioni mirate grazie a delle notifiche push.

che permetterà di:

Finito qui? No, perché alla base del funzionamento del mobile marketing vi sono i dati personali, più si conosce dei propri clienti, dei propri utenti sul sito web, più la comunicazione potrà diventare mirata ed a basso costo. Ovviamente richiedere i dati personali delle persone non è una cosa automatica, innanzitutto bisogna che questi firmino la liberatoria per il trattamento dei dati personali. Vi è poi un discorso di incentivi, infatti un cliente sarà più invogliato a lasciare i propri dati in cambio di un vantaggio immediato o successivo. Niente di più o di meno di quanto non fate già al supermercato, da Ikea o altrove. Impostare un sistema di marketing professionale e degno di una grande azienda è semplice, non è costoso come si può pensare e permette di creare le basi per una crescita costante nel tempo. I costi. Con 400 Euro potrete acquistare una piattaforma, un programma, molto simile nell'uso a Facebook,

- Realizzare il vostro database di clienti - Creare pagine web adatte a tablet, smartphone e pc senza sapere nulla di web - Monitorare i risultati, fattore indispensabile - Essere coperti a norma di legge sull'utilizzo dei dati personali - Realizzare codici coupon - Sfruttare i social network per Aumentare i FAN o le condivisioni delle vostre offerte. - Inviare le vostre offerte via SMS o whatsapp (con cautela) ai vostri clienti. Non è un miracolo, è semplicemente una tecnologia che è stata pensata per le piccole e medie imprese che lavorano a contatto con i clienti. Se volete maggiori informazioni inviate un sms al numero che trovate nell'immagine in basso, così avrete un esempio concreto di cosa potreste acquistare.


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Scienze

ASTROLOGIA

Astrologa

ASTROLOGIA

TRANSPERSONALE A

ll'inizio degli anni ‘50 il celebre psichiatra C. G. Jung confidò ad un collega che egli era solito studiare il cielo natale dei suoi pazienti, rivelando la sua fiducia in una disciplina che la cultura del suo tempo rifiutava e alla quale, proprio le sue ricerche e le sue intuizioni sul mondo degli Archetipi e sulla natura dell'Inconscio collettivo, hanno fornito preziosi supporti teorici.

Gennaio 2015

a cura di Maria GIANNETTI

sione dell'esperienza umana. Nel campo della psicologia, in particolare, si è affermata la Psicologia Transpersonale, ad opera di S. Grof e A. Maslow, che estende la sua indagine a quella sfera che trascende i limiti dell'ego e che vede l'individuo immerso in una realtà più vasta, in intima connessione con la totalità e aperto alla consapevolezza unitaria e globale del suo esistere. Paranatellonta (XIII secolo)

A mezzo secolo di distanza qualcosa è cambiato: l'evoluzione del pensiero e della coscienza ha aperto nuovi ambiti di esplorazione alle scienze umanistiche e ha indicato la dimensione spirituale come terreno di espan-

La psicologia transpersonale apre alla comprensione dell'inconscio che è più vasto da quello descritto dalla psicanalisi, prende avvio dagli studi di Jung e di Roberto Assagioli, analizzando il lato spirituale dell'es-

sere umano che non è soltanto un'unità bio-psichica ma un insieme aperto e collegato ad una dimensione transpersonale. Il prefisso “trans” infatti indica “al di là” e questo significa che va oltre il singolo individuo e comprende una dimensione spirituale più ampia. Proprio dalla psicologia Transpersonale, giunge un significativo riconoscimento del ruolo dell'astrologia, come strumento per comprendere noi stessi e la nostra relazione con il cosmo. Infatti L'Astrologia studia le corrispondenze tra i movimenti planetari e l'esperienza umana: non si basa sulle cause ma sulle corrispondenze, supponendo una relazione sincronica tra pianeti, psiche umana ed eventi esterni.

indicano forze, funzioni, esperienze di vita, stati d'animo dell'individuo... Il primo ad usare l'astrologia in chiave archetipica è stato l'astrologo francese Dane Rudiar che ha enfatizzato l'importanza di studiarla non solo per comprendere il nostro io ma per inserirlo in un processo più grande che comprende tutto il Cosmo.

L'astrologia transpersonale descrive il mondo come un sistema ordinato secondo modelli e collegato come parte integrante del Tutto : la vita umana non è il risultato del caso ma segue una traiettoria preordinata, sintonizzata con i movimenti dei corpi celesti. Il pensiero astrologico presuppone, inoltre, l'esistenza di Archetipi che esprimono tutte le dimensioni della realtà e che vanno al di là della persona. Questa visione archetipica si riallaccia al pensiero junghiano che ha introdotto la parola “archetipo” prendendola dal filosofo greco Platone che parla di idee archetipiche. Ad esempio ogni cosa che è bella nel mondo, esiste perchè c'è un principio di bellezza con cui può essere messa a confronto. In questo senso è come se ci fosse una divinità della bellezza che è poi l'Archetipo di Venere. Studiando l'astrologia si comprende che tutti i significati dei pianeti si riconducono a poteri archetipici interpretabili come dei e dee. Dal punto di vista astronomico i pianeti hanno dei corpi fisici che possono essere collegati a questi archetipi e

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Edoardo III d'Inghilterra si consulta con gli astrologi sull'oroscopo del figlio (XIV secolo)


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Benessere

BELLEZZA

Benessere a cura di

BELLEZZA

Letizia LONGO Hair Stylist

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a cura di Belli Come il Sole Salone di bellezza e benessere

EPILAZIONE LASER CAPELLI: TENDENZE INVERNO 2015

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cco le pettinature che rappresenteranno la nuova stagione. Anche per questa stagione le nuove tendenze capelli vi permetteranno di sbizzarrirvi nella scelta di tagli, colori e pettinature che preferite. Le principali “linee-guida” prevedono lunghe chiome mosse o lisce per lo più impreziosite da frange come dettagli unici e irrinunciabili ideali per valorizzare al meglio lo sguardo. Per i corti invece differenti sono le varianti, da quelle più ordinate a quelle più scolpite. È quindi possibile optare per tagli più corti e semplici da gestire; largo quindi a bob evergreen o dallo stile androgino abbinati a rasature o ciuffi asimmetrici dal sapore punk. Sarà più che mai lo styling a mettere la firma al vostro stile. Via libera ai look dall’impronta più rock o a quelli d’ispirazione

retrò. Altro dettaglio fondamentale “la riga” da portare laterale oppure centrale ma rigorosamente definita, a cui si contrappongono lunghezze leggermente mosse in modo naturale. Sceglietela anche con i capelli raccolti lasciando cadere qualche ciuffo ai lati del viso. In netta contrapposizione con i trend precedenti ecco quelli “selvaggi”. Di straordinaria bellezza l’effetto beach waves dalla texture salina per dare ai capelli un effetto finto trasandato e spettinato. Anche il raccolto è spettinato e i capelli si colorano di tonalità pastello. Oltre alle trecce anche lo chignon è protagonista delle passerelle ma in versione spettinata. Basta alla definizione assoluta, sì invece ad uno chignon che sembra fermato in pochi secondi per un risultato easy-chic.

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l laser a diodo ci permette di andare ad agire su quelle zone particolarmente ricche di peli con una azione sicura che garantisce risultati impareggiabili. Vi permetterà di liberarvi dei peli superflui, affidandovi nelle mani di un esperto che utilizzerà una tecnica certificata scientificamente. Il laser a diodo può agire in tutte le zone ricoperte da peli. È efficace sia per chi si trovi ad affrontare un’alta concentrazione di bulbi piliferi in una zona, sia per chi vorrebbe invece rimuovere quei pochi peli che rendono una zona brutta da vedersi e da accarezzare. È possibile offrire sedute personalizzate per tipologia di cute e di pelo. La luce pulsata ha come obiettivo la melanina che è presente anche sulla cute. Il tempo di ricrescita varia dai 21 ai 30 giorni. Il laser a diodo, non essendo aggressivo sulla melanina, permette di trattare con suc-

cesso anche fototipi più scuri senza rischi. Il tempo di ricrescita varia dai 45 ai 60 giorni. Sono tecniche testate, che se vengono messe in opera da personale specializzato non ci sono danni sulla cute. Il trattamento non è doloroso e non crea in genere problemi di alcun tipo. L’unica sensazione che avvertirete è quella di un leggero riscaldamento della vostra cute che molti trovano piacevole. Una seduta dura pochi minuti. Tra una seduta e l’altra possono passare 60-90 giorni, a seconda della zona. In genere difficilmente si hanno meno di cinque sedute. Gli specialisti in Italia che si affidano a questa tecnologia sono tanti e non per cavalcare una moda. Gli studi scientifici parlano di una rimozione dell’80% nell’area trattata per i primi 6 mesi, che arriva a picchi del 90% per il primo anno, per poi tornare a quota 80 – 85% per il secondo anno.



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Benessere

BELLEZZA

a cura di Serena FORTE Nail Artist & Nail Trainer FB: Serena Forte Master Taty Nails 328.4963712

SMALTO GEL

COS’È E A CHI È ADATTO

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o smalto gel semipermanente è più duraturo, circa tre settimane, si può applicare su unghie naturali che si desiderano di diverso colore e si può stendere dall’estetista. Affidarvi alla professionalità di un’estetista il costo varierà dai 15 ai 35 euro circa, ma non dovrete pensare a nulla se non alla scelta della nuance che più vi piace. A differenza di un normale smalto per unghie, lo smalto gel ha le caratteristiche di un gel, la cui texture va fotopolimerizzata per fissarsi sull’unghia sotto lampada a raggi ultravioletti. Rispetto ai gel usati, lo smalto gel può essere rimosso con uno specifico solvente oppure con un’accurata limatura. Lo smalto gel si stende sulle unghie come un normale smalto tradizionale, coprendo tutta l’unghia, ma per fissarlo l’unghia deve poi essere esposta ai raggi UV, che rimarrà così intatto e brillante, senza sfaldarsi. La prima cosa da fare è comunque quella di eseguire una buona manicure, sistemare le cuticole, passare la

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PER LA VOSTRA BELLEZZA CI FACCIAMO IN 2!

DA GENNAIO

limetta, e modellare le unghie in base alla proprie preferenze. A questo punto potete applicare lo smalto gel base che dovete poi fotopolimerizzare con la lampada UV. Stendete poi il lo smalto gel del colore da voi scelto e fotopolimerizzate: se fate altre passate per avere una tonalità più intensa, per ogni applicazione dovrete fotopolimerizzare. Infine applicate lo smalto gel sigillante, fotopolimerizzate e pulite gli eventuali eccessi con il cleaner. Voilà, in circa 10 minuti avrete unghie perfette per quasi un mese! Lo smalto gel è indicato: A chi ha unghie naturali non rosicchiate e non alterate da onicofagia, (disturbo compulsivo che porta a mangiare le proprie unghie in modo ossessivo). A chi non vuol ricorrere a una vera e propria ricostruzione delle unghie, ma desidera avere una manicure perfetta e che duri nel tempo. A chi non ama la bombatura tipica delle unghie ricostruite. A chi ha poco tempo da dedicare alla manicure e cerca una soluzione duratura, ma non troppo invasiva.

Un Diavolo per Capello è in collaborazione con:

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Benessere

SALUTE

a cura di Tiziana

VESPERTILLI

Gennaio 2015

Biologa e Consulente sull’igiene e la sicurezza degli alimenti

cell: 347.7208617 studiosigen@virgilio.it - tives6@virgilio.it

LA MAGIA DELLA MUSICA

E IL SUO POTERE TERAPEUTICO

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econdo lo Zanichelli la musica è “l'arte dell'organizzazione dei suoni nel corso del tempo e nello spazio”. Definizione riduttiva, infatti, la musica è tanto ma tanto altro. Secondo Platone “La musica è la miglior medicina dell'anima” mentre secondo Nietzsche “Senza musica la vita sarebbe un errore”. L'intero corso della vita d'ogni singolo individuo è accompagnato dalla musica e riascoltare un determinato brano che ci ha fatto innamorare o ci lega in qualche modo ad un periodo preciso della nostra esistenza, ci

fa emozionare. Un brano musicale suscita piacere, anche quando lo si ascolta per la prima volta, grazie all'attivazione di alcune aree legate ai meccanismi di aspettativa e ricompensa. Al di là delle differenze individuali, l'ascolto della musica classica evoca in tutti lo stesso schema di attivazione delle strutture cerebrali . In particolare ascoltare la musica classica non e' solo un piacere dello spirito ma un aiuto concreto per ritrovare la salute compromessa dai ritmi spesso stressanti della vita contemporanea.

E' noto come uno stress eccessivo possa causare gravi danni all'organismo, in particolare al sistema cardiocircolatorio. Il carico di responsabilità, i pensieri negativi ricorrenti e le vite stressanti che conduciamo hanno bisogno di essere allentati, per evitare che lo stress diventi cronico. La ricerca ha dimostrato come la musica classica, abbia un evidente effetto terapeutico, rispetto al jazz, al rock o al pop per i quali non si è riscontrato. Alcuni degli effetti positivi della musica sul nostro organismo sono: 1) Riduzione del livello di stress e di cortisolo nel sangue 2) Incremento della felicità con l’apporto di serotonina 3) Migliore comunicazione tra i neuroni del nostro cervello 4) Riduzione del battito cardiaco e della pressione sanguigna 5) Crescita del piacere ,attraverso il rilascio di dopamina Musica quindi non solo come puro piacere ma come terapia! Il termine terapia è solitamente collegato ad ambiti strettamente farmacologici, ma la Musicoterapia è in

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questo caso l'eccezione che conferma la regola. L'utilizzo della musica con scopo curativo si perde nella notte dei tempi. Molti esempi ci arrivano dalla civiltà egizia, dall'antica Grecia. Nella Bibbia un passo narra di come David guarisca Re Saul dalla depressione utilizzando il suono dell'arpa. Ascoltando la musica di Mozart si hanno benefici sulla memoria e l'apprendimento, migliora la concentrazione e la produttività. Su pazienti affetti dall' Alzheimer la musica può apportare beneficio riducendo le conseguenze negative tipiche della loro condizione. La musica lenisce il dolore dopo un'operazione chirurgica, permettendo di diminuire la somministrazione di antidolorifici, con conseguente riduzione degli effetti avversi dei farmaci come nausea e vomito. La musicoterapia viene utilizzata anche per pazienti terminali, malati di cancro, per il controllo del dolore e per favorire il rilassamento. Nelle sale parto le madri che ne hanno beneficiato hanno richiesto una somministrazione ridotta di farmaci anti-dolorifici durante il travaglio, perché la musica ha indotto la visualizzazione di immagini positive ed il rilassamento. Ascoltare la musica per due o tre ore al giorno nel periodo successivo ad un ictus facilita il recupero della memoria verbale, stimola la capacità di concentrarsi e migliora l'umore prevenendo la depressione. Ascoltando le note di una canzone è possibile sentire brividi e lacrimare ed è possibile aver voglia di lottare e sembra incredibile eppure è accaduto che pazienti in coma si siano risvegliati. Questa è la magia della musica! La musica non occorre spiegarla, occorre saperla ascoltare e viverla. Quando uscite di casa non dimenticate di mettere nel vostro lettore mp3 qualche brano di musica classica, qualche melodia di Mozart, non vi salverà la vita ma vi aiuterà a vivere meglio!!!!



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Food&Drink Cultura

a cura di

VI RACCONTO L’ITALIA

#ViRaccontoLitalia #Cmagazine

Michele LAURENZANA

Gennaio 2015

@mitchLAURENZANA www.michelelaurenzana.com - www.viraccontolitalia.it Foto copertina: Diana CHESSA

IL FASCINO SENZA TEMPO DELLA

LAGHI DI BALME (TO) Autore: @MarcoAnfossi

ROCCA DI CALASCIO

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ccoci alla terza tappa del nostro viaggio nel cuore dei luoghi meno conosciuti e più affascinanti della nostra Italia, un’esplorazione unica resa possibile grazie alle centinaia di vostre fotografie condivise sui social network, ogni settimana, con l’hashtag #ViRaccontoLitalia #CMagazine. Questo mese abbiamo scelto come meta uno dei castelli più suggestivi al mondo: quello di Rocca Calascio, situato nell’omonimo comune della provincia de L’Aquila, in Abruzzo. Una rocca millenaria che domina l’altopiano di Navelli e la Valle del Tirino, ergendosi sui resti del vecchio borgo ormai disabitato nei pressi dell’attuale paese di Calascio, un piccolo comune con poco più di 170 anime. Facendo qualche indagine storica, le origini del forte risalgono all’anno Mille, periodo in cui fu

costruito il maschio centrale utilizzando pietra bianca e conci squadrati. Il torrione originario fu poi circondato, in epoca successiva, da una cinta muraria merlata e da quattro torri angolari che avevano una funzione difensiva. Il castello, con i suoi 1460 metri d’altitudine, domina i monti del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, tanto da essere considerato una delle costruzioni fortificate più alte in Europa, e comunque la più elevata d’Italia. Tuttavia, i numeri da record che riguardano Rocca Calascio non finiscono qui: la roccaforte è stata recentemente classificata dal National Geographic come uno dei 15 castelli più belli del mondo. A far compagnia al forte abruzzese in questa prestigiosa classifica ci sono strutture del calibro del Castello di Windsor in Inghilterra, e altre straordinarie costruzioni

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come il Potala tibetano, il castello di Matsumoto in Giappone, il castello di Praga, il castello di Kronburg in Danimarca e Castel del Monte, in Puglia. Ma l’aspetto più peculiare della storia moderna di Rocca Calascio è il grande interesse che suscita nei registi di tutto il mondo che scelgono proprio il forte come location cinematografica sin dagli anni Trenta. Alcune tra le pellicole più famose girate nel castello: “Il nome della Rosa”, thriller medievale tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco realizzato nel 1986, con Sean Connery; “Lady Hawke”, pellicola del 1985 con la bellissima Michelle Pfeiffer; “Il viaggio della sposa” dell’italiano Sergio Rubini e, più recentemente, “The American” con George Clooney, film girato interamente in provincia de L’Aquila. Per visitare il castello di Rocca Calascio vi consiglio di percorrere a piedi il sentiero che parte proprio dal centro di Santo Stefano di Sessanio, comune limitrofo. Un percorso di trenta minuti, o poco più, che vi permetterà di lasciarvi coinvolgere da altri luoghi d’interesse storico e culturale presenti nell’area, inevitabile suggerirvi il piccolo tempio di Santa Maria della Pietà e delle rovine del vecchio borgo di Calascio, abbandonato dai suoi abitanti in seguito al devastante terremoto del 1703, uno dei numerosi sismi che hanno tristemente scandito la storia dell’Abruzzo nei secoli. Come sempre, cerco volutamente di dosare le informazioni sulle mete di questi viaggi. L’obiettivo è quello di concedere a voi la libertà -e la curiosità- di approfondirne la conoscenza. Viviamo in un Paese con un’eredità storico culturale unica, è un po’ come avere un posto in prima fila: sarebbe da poco furbi non approfittarne.

COME PARTECIPARE pubblica su qualsiasi social network una foto scattata da te, anche con uno smartphone, con il nome del posto in cui ti trovi e taggala con #ViRaccontoLitalia #Cmagazine! Tutte le immagini saranno inserite nel tag BOARD ufficiale sul sito www.viraccontolitalia.it Arte, storia, natura. Luoghi, sapori, profumi. I mille volti del Paese più bello del mondo raccontato da voi, con voi. SIENA Autore: Siena Bike Tour


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Cultura

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LIBRI

a cura dI Fabrizio RINALDI

UN UOMO di ORIANA FALLACI I

n attesa del film prodotto da Fandango, torna in libreria nella collana BUR “Opere di Oriana Fallaci” il bestseller tradotto in ben diciannove Paesi che ha portato Oriana Fallaci al successo planetario.

Pubblicato per la prima volta nel 1979, romanzoverità crudo e appassionato, racconta la storia di Alekos Panagulis, eroe della Resistenza greca nella lotta ai Colonnelli e compagno per anni della vita di Oriana. Un libro indimenticabile, un grido d’amore e disperazione, uno struggente inno alla libertà. È il 1° maggio del 1976 quando Alexandros Panagulis detto Alekos, eroe solitario nella lotta greca contro la tirannia e il potere, muore tragicamente a causa di un «sospetto» incidente stradale. Per partecipare al funerale, milioni di persone si accalcano per le strade di Atene al grido «Zi, zi, zi!, Vive, vive, vive». Si apre così “Un uomo”, si apre dalla conclusione, dalla fine della vita di Alekos e della storia d’amore con Oriana. L’incipit del libro, di una bellezza struggente, rappresenta certamente una delle vette letterarie raggiunte dalla Fallaci. Dopo il flash sul funerale,

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regime non riusciva a trovare uno stratagemma per eliminarlo senza destar sospetti nell’opinione pubblica. È così che Alekos Panagulis, diventato ormai il paladino della resistenza greca, si era trasformato in un vero e proprio eroe del suo popolo. Ma col tempo il popolo dimentica gli eroi, e «i suoi aguzzini» ben lo sapevano: dopo parecchi cambi di prigione e altrettanti tentativi di fuga, dopo mesi di sofferenze e innumerevoli scioperi della fame, per Alekos era stato costruito un carcere personalizzato, di supersicurezza: Boiati. Rinchiuso per anni al buio in pochi metri quadraAlekos e Oriana ti, vittima della mancanza di cibo la narrazione riprende da qualche anno addietro, e il lettore e di terribili condizioni igieniche, Alekos era forse rivive con Oriana il crollo di Panagulis, a partire dal suo ten- impazzito? Le immagini disegnate dalle poesie che tativo di uccidere il tiranno Papadopulos e dal conseguente scriveva sui rarissimi pezzi di carta che gli capitaarresto. Mantenendosi saldamente in bilico tra romanzo e vano sotto mano rasentavano forse la follia, o nel reportage, la Fallaci narra la lotta personale di Alekos contro suo esilio forzato aveva trovato la forza sufficiente la tirannia, il suo disperato tentativo di fuga e l’inevitabile per progettare la vendetta e mantenersi sano di l’arresto – violento ed emblematico della rigidità del regime mente? Oriana Fallaci, che dopo la scarcerazione greco –, soffermandosi a lungo sulla detenzione, le costanti lo incontrerà per un’intervista e vivrà con lui anni di torture fisiche e psicologiche patite, il castigo esemplare in- amore, deliri e ossessioni, racconta in questo libro il periodo più bello e forse più tormentato della sua flitto al ribelle. vita. Un amore profondo, viscerale, che si intreccia Condannato a morte infinite volte, era stato graziato infinite a una battaglia né pubblica né privata, alla ricerca volte; torturato con barbarie indicibili, aveva resistito senza disperata della libertà portata avanti da un eroe parlare, senza cedere alle minacce; e intanto la sua fama da tragedia greca, un sognatore inguaribile, forse si era diffusa non soltanto all’interno dei confini greci e il soltanto un uomo.


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Arte&Cultura Cultura

M uMUSICA SicA

Gennaio 2015

a cura di Marco Bartoccioni

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a cura di Marco BARTOCCIONI mbartoccioni@libero.it musicista www.marcobartoccioni.com

GABRIELLA

MARTINELLI SEGUI GABRIELLA SU:

La nuova voce italiana promessa del mercato discografico

Gabriella Martinelli

G

abriella Martinelli, una nuova voce Italiana, che finalmente sgomita tra i big a circolo chiuso e pian piano è riuscita a tenere testa a grandi voci del nostro paese. Un carisma incredibile, riesce a tenere il pubblico incollato e partecipe ai suoi concerti, cosa che ormai nel nostro paese sembra diventare un miraggio. Gabriella ha una caratteristica meravigliosa che la contraddistingue, sa stare sul palco con una grazia e allo stesso tempo con una decisione unica. Ho avuto il piacere di vedere diversi suoi Live, sempre diversi, sempre nuovi, ma soprattutto sempre molto spontanei. Nulla di preparato, a volte neanche la scaletta. “In un labirinto ad est” - “E’ in Puglia che inizia il mio percorso musicale: studi classici, troppo da metter in crisi l’adolescente anima rock. Un corso musicale alle scuole medie e poi il Conservatorio. Inizio a scrivere per dire. Oggi scrivo per comunicare. Mi diverte disegnare i personaggi e nei Caffè nascono le storie. Parole e musica insieme

TrudyVolo

come fosse una regola dettata da chi le regole, non le segue: la chitarra aiuta il testo. Infermiera delle nostalgie, scrittrice insonne, interprete con qualche responsabilità in più”. Recente è la collaborazione con Alberto Bertoli (figlio di Pierangelo Bertoli) nelle voci del suo disco “Bertoli”, prodotto dai Nomadi. Nel 2014 è tra gli 8 vincitori della XXV Edizione del Festval ‘Musicultura’ con il brano “In un labirinto ad est”, di cui autrice, presente nella Compilation Musicultura, distribuita in Italia da Egea Music. E’ voce Italiana dell’evento “Come to my home, in Africa. Festival di musica e arte Internazionale

nato da un’idea di Driss Alaoui Mdaghri, ex ministro del Marocco, poeta e figura nota tra gli intellettuali marocchini. Nel 2013 è concorrente di The Voice Of Italy in onda su Rai 2. Ospite all’Etruria Eco Festival nel 2012, e nel 2008 da una collaborazione con la Universo esce l’album ‘Oltre la follia’. Nel 2009 partecipa come sfidante al programma X Factor in onda su Rai 2 nella categoria di Morgan. Nel Maggio del 2012 accompagnata da un amplificatore a batteria, chitarra e microkorg canta le sue canzoni sotto le sedi delle major Italiane e le radio: il 6 Maggio è ospite della Pina a Radio Deejay e, di Alessandro Cattelan nella trasmissione radiofonica in onda su Radio 105 intitolata ‘105 all’una’. Anche Repubblica s’interessa alla sua iniziativa e Il 6 Giugno la rende protagonista del servizio “Il Tour di Gabriella sotto le Major”.


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Arte&Cultura Cultura

M uMUSICA SicA

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a cura di Marco BARTOCCIONI Redazione musicista

SU IL SIPARIO! È ARRIVATO

PIANOLINK

Irene Ripa ci racconta tutti i segreti di un modo alternativo, innovativo e 100% italiano di pensare alla musica.

M

arco Leonardi, Moreno Paoletti, Irene Ripa e Andrea Vizzini. Quattro musicisti milanesi che in un contesto di crisi non hanno avuto paura e hanno deciso di dare vita ad un progetto culturale senza paragoni. Loro sono i fondatori di “PianoLink”, un’associazione che nasce con uno scopo ben preciso: “Vogliamo creare uno spazio nuovo, non solo fisico, ma anche virtuale ed ideale che sia in grado di stimolare, produrre e connettere il maggior numero di idee ed energie culturali e musicali”. In vesti di musicisti e insegnanti di allievi di tutte le età e livelli, hanno immaginato un luogo di incontri e di scambi culturali. “La genesi delle idee non è mai difficile, è il mondo creativo di ognuno di noi a fornire abbondante linfa vitale. Più onerosa è la realizzazione di queste idee e la comunicazione dei progetti, in un panorama tanto affamato di novità e ricco di proposte già originali”. Ma gli sforzi non sono stati vani e questo vivaio di collegamenti musicali ha trovato un eccezionale riscontro di pubblico: il

sito web del progetto ha registrato oltre 10.000 visualizzazioni a poco più di due mesi dal lancio. “Il nostro flusso di idee ci ha reso possibile un naturale approccio ai mezzi di comunicazione. Siamo felici di ricevere quotidianamente email di complimenti per le nostre iniziative e siamo riusciti a rendere partecipi del progetto già un buon numero di musicisti professionisti, dilettanti e appassionati”. La forza di “PianoLink”, grazie anche al consolidato background musicale dei suoi fondatori, risiede nell’aprire nuove prospettive e rendere possibili iniziative finora impensabili. “Il nostro obiettivo è quello di mettere gli uni di fronte agli altri, i grandi musicisti a tutti gli appassionati”. Perché oltre alle normali attività che interessano un’associazione musicale, si propone “come strumento di conoscenza e mediazione tra i musicisti e le persone del settore dell’arte e dello spettacolo. Invitiamo i lettori a visitare il sito e a creare gratuitamente un profilo sul nostro Wall”. Le idee non si fermano e il 2015 sarà un anno molto impegnativo. “Un punto di nostro interesse è l’attenzione rivolta al pubblico degli “amatori”. Siamo i primi a proporre il primo workshop “Pianoforte ed orchestra” e “Canto ed orchestra” dedicato espressamente a pianisti e cantanti non professionisti di ogni

età”. A questi innovativi percorsi didattici si aggiunge un workshop di “Song Writing and Producing”. I corsi danno la possibilità a pianisti e cantanti amatori e appassionati di preparare un brano da suonare o cantare durante un concerto pubblico finale, con una vera orchestra sinfonica. “I corsi sono rivolti a coloro che abbiano una certa dimestichezza con la pratica musicale e che abbiano voglia di farsi guidare in questo percorso. L’intento è di coccolare questo nutrito popolo di amatori, regalando loro un’esperienza da professionisti”. L’associazione non vede l’ora di accogliere nuovi soci per poter dare vita alle sue idee. “Sostenere un’associazione dal punto di vista economico è sempre importante, quanto divulgarne e condividerne principi e attività. “Associare” è “accomunare”. Vogliamo trovare o risvegliare l’interesse e la passione per la musica come legame profondo e viscerale”.“PianoLink” avvicina i contesti, con la convinzione che l’arte e la musica abbiano tanto da dire se si abbattono alcuni muri che ne ostacolano l’espressione. “La parola “crisi” deriva dal greco “krino”: separare, discernire, valutare. Siamo nel momento in cui riconsiderare i nostri passi e scegliere la direzione da prendere. L’arte, la musica, la poesia, sono le consigliere in grado di far prendere i cuori verso la giusta inclinazione”.


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Cultura

LETTERE e POESIA

a cura di Marzia MANCINI marzia51@hotmail.it

Gennaio 2015 del dolce swing di Michael Bublè, quando ascolto la sua musica la mia immaginazione prende il volo e non fa più ritorno e delle volte finisce per creare poesie! Il rumore delle stoviglie si è adattato al ritmo della musica e mi ha trasportato in un elegante sala da ballo e come una Cenerentola dei tempi moderni, a cui si fa un chiaro riferimento nella poesia, ad aspettarmi c’era il principe azzurro forse un po’ insolito, ma più autentico,

più sincero, di quelli che non si perdono in chiacchiere e convenevoli ma che ogni giorno affronterebbero il drago sputafuoco per renderti felice, insomma quelli che ti amano davvero! Quando arriva la mezzanotte e la musica finisce ti accorgi che ti è rimasta una scarpetta o direi una poesia che ti ricorda che la realtà è importante ma che senza immaginazione sarebbe come un film in bianco e nero e che anche nei gesti più banali possiamo sorprenderci.

Insapono, sfrego e sciacquo

UN TOCCO DI MAGIA C ari lettori, per cominciare con una spinta positiva questo nuovo anno ho creato e scritto una poesia dalle note frizzanti che tra il classico ed il moderno ci guida attraverso un viaggio romantico. Insapono, sfrego e sciacquo è una poesia dalle tinte rosa, che mostra come un gesto tanto banale e noioso come quello di lavare i piatti che vede coinvolte molte donne, casalinghe o lavoratrici e per fortuna anche qualche uomo, possa trasformarsi in un sogno ad occhi aperti che porta in un mondo lontano che possiamo dipingere con i colori che più ci piacciono e sentirci libere di spaziare. Consiglio sempre di leggere la poesia prima di proseguire onde evitare di essere condizionati dalle mie

parole. Una sera come tante è diventata un momento d’ispirazione e di creatività che ha fatto nascere un’altra delle mie poesie, proprio così, una di quelle sere in cui arriviamo stanche morte e l’unico desiderio che abbiamo è quello di svenire sul letto per risvegliarci il giorno seguente, ed invece raccogliamo le ultime forze rimaste e come dei zombie ci incamminiamo verso la cucina e a meno che non abbiamo una lavastoviglie che ci aspetta a braccia aperte, dobbiamo rimboccarci le maniche e armarci di freddi guanti di gomma e volendo di un grembiulino che ci ripari dagli spruzzi d’acqua. Qualche volta per alleviare questa pesante routine metto un po’ di musica direttamente dal mio cellulare e scelgo una delle voci più belle al mondo, sto parlando

Spruzzi e sprazzi Piatti e pentolini sporchi di routine Insapono, sfrego e sciacquo Forchette, tazzine e padelline Insapono, sfrego e sciacquo Coltelli, cucchiai e cucchiaini Insapono, sfrego e sciacquo Una danza a ritmo ma senza musica E poi… Crack! La tua voce rompe la realtà Il sapone non odora più di limone Ma un intenso profumo di swing Entra nelle narici e il sangue in note si trasforma Chiudo gli occhi e parto… Guanti di gomma lisa spariscono e Un velluto diva avvolge le dita Il grembiule scolorito annega nello sfarzo Lo spillo fa venire vertigini a piedi dormienti Un fermaglio arrugginito si brilla di amanti. La carrozza dei sogni porta lontano…

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Ogni passo affonda tra le nuvole Che si tingono di mille emozioni e Macchiano l’abito d’amore In un istante io ti vedo! Un principe insolito, Non invita a ballare ma Rende la vita un’infinita danza. Suona il rintocco e una scarpetta Sotto il grembiule s’è persa.

Marzia Mancini


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Viaggi

A SPASSO IN EUROPA

Gennaio 2015 Redazione

Tra Piazza del Duomo e Piazza della Signoria sorgono tesori architettonici come la Chiesa di Orsanmichele e il duecentesco Palazzo del Bargello, oggi Museo Nazionale, tra i più importanti al mondo per la scultura del XV-XVI secolo. Da non perdere la cinquecentesca Loggia del Mercato Nuovo, chiamata anche Loggia del Porcellino per la caratteristica statua in bronzo, in realtà raffigurante un cinghiale, considerata un portafortuna, e il grandioso Palazzo Strozzi, di fine Quattrocento-inizio Cinquecento, con un magnifico cortile interno.

RACCONTANDO

FIRENZE

U

na città che ha mantenuto inalterato il proprio fascino e lo splendore del passato. Così si presenta Firenze, capoluogo della Toscana. Una città incantevole che non smette mai di sorprendere, con i suoi capolavori d’arte, i marmi colorati delle chiese e le architetture che ne rievocano il fasto e il ruolo svolto nello sviluppo della cultura e dell’arte rinascimentale.

Cuore pulsante di Firenze è Piazza del Duomo, con il complesso monumentale della Basilica di Santa Maria del Fiore -sormontato dalla maestosa cupola del Brunelleschi-, il Battistero di San Giovanni -magnifico esempio di romanico fiorentino-, il Campanile di Giotto -un capolavoro di architettura gotica fiorentina-. Alle spalle del Duomo sorge il Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore, dove è possibile ammirare una preziosa

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raccolta di opere provenienti dalla Cattedrale, dal Battistero e dal Campanile. Piazza della Signoria rappresenta il polo storico della vita civile e ospita la trecentesca Loggia dei Lanzi, la Fontana di Nettuno e il Palazzo della Signoria o Palazzo Vecchio, uno dei monumentisimbolo della città, davanti al quale sorgono alcune famose statue tra cui una copia del famoso David di Michelangelo. Accanto alla piazza vi è la maestosa Galleria degli Uffizi, sede di uno dei musei più importanti del mondo, che include opere di Botticelli, Michelangelo, Leonardo da Vinci e molti altri grandi artisti. Elemento architettonico di particolare rilievo della Galleria è il Corridoio Vasariano progettato dal Vasari alla metà del Cinquecento che collega la struttura con Palazzo Vecchio e con Palazzo Pitti.

Di particolare suggestione è il quartiere medievale di Santa Croce, dominato dall’omonima Basilica, famosa per gli affreschi di Giotto e per custodire le tombe di molti illustri italiani, tra cui Michelangelo, Galileo e Machiavelli. Meritano una visita anche lo straordinario complesso monumentale di San Lorenzo e quello conventuale di Santa Maria Novella, con la chiesa che conserva celebri affreschi e preziose opere d’arte e il Museo, comprendente il famoso Chiostro Verde e il Cappellone degli Spagnoli. Attraverso l’antico e suggestivo Ponte Vecchio, disseminato di storiche botteghe orafe, si raggiunge il quartiere di Oltrarno, dove si incontra la scenografica piazza dominata da Palazzo Pitti, l’imponente e sfarzoso palazzo che fu residenza dei Medici e dei Lorena, con il meraviglioso parco, il Giardino di Boboli, splendido esempio di giardino all’italiana. Ancora nell’Oltrarno, da non tralasciare il panoramico Piazzale Michelangelo, meta prediletta dai turisti per la meravigliosa vista su Firenze e sulle colline circostanti, e la Chiesa di San Miniato al Monte, uno dei migliori esempi di romanico fiorentino.


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Food&Drink Uomo e

Natura

AMICI ANIMALI

È PASSATO

BABBO NATALE F

ino all'ultimo ho cercato di resistere ma, mentre scartavo l'ultimo dei regali sotto l'albero, non ho potuto fare a meno d pensare che anche quest'anno Babbo Natale abbia lasciato qua e la batuffoli pelosi e scodinzolanti per la felicità di quei fortunati bambini che tanto li avevano desiderati. Non voglio parlare dell'opportunità o meno di questo tipo di regalo perché tanti si è già detto, fiumi di parole sono state pronunciate o scritte e personalmente penso che l'ADOZIONE di un cane o di un gatto vada proposta ai nostri figli in maniera diversa che non sotto forma di regalo, sfruttando tra l'altro un momento educativo molto importante che veda coinvolte la responsabilità, l'assunzione di compiti, l'accettazione di un nuovo componente della famiglia.

Gennaio 2015 a cura di

Nicoletta BY DOG'S

Comunque sia arrivato, adesso, a metà gennaio, ci ritroviamo il ciuffetto di peli scodinzolante che si intrufola dappertutto, che vuole sempre giocare, che anche se combina qualche disastro ci vede sempre incurvare le labbra in un sorriso, ancora. Purtroppo (per fortune per lui) il pelosetto, che ancora somiglia molto ad un peluche, è dotato da Madre Natura di un corpicino magnifici e funzionante: in poche parole cacche e pipì dappertutto, e qui i sorrisi sono molto meno!

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cilita la digestione e la regolarità intestinale. Lasciare la ciotola del cibo a disposizione per massimo 20 minuti a pasto, spuntini continui significano digestione continua con quello che ne consegue. Comunque fondamentalmente tutto ciò che insegnerete al vostro cucciolo in questo primo periodo sarà la base della vostra convivenza, quindi evitate di dargli

Non scoraggiatevi, tutto questo passerà presto, occorre solo molta pazienza e soprattutto la consapevolezza che il cucciolo, al pari dei nostri neonati, acquisirà poco alla volta la capacità di regolare il proprio intestino. Naturalmente il cucciolo d'uomo e quello di cane hanno tempi e soprattutto meccanismi diversi per acquisire tale capacità. Nel cane il raggiungimento del “coraggio” di fare fuori di casa i propri bisogni gisiologici è legato alla maturazione sessuale: da piccoli faranno anche chilometri senza fare assolutamente nulla per poi liberarsi appene rientrati a casa. Da adulti, ma anche da cuccoloni, questo gesto assume il significato di “marcare il territorio”: in effetti i cani non coprono i loro bisogni. In casa perciò potrete attrezzarvi con pannoloni assorbenti da pavimento dove indurlo a recarsi quando capite che è il momento (ci si può aiutare anche con appositi attrattivi) ma, se comunque trovate bisognini in giro non punitelo, piuttosto premiatelo quando si reca spontaneamente sul pannolone, funziona decisamente meglio. Importante è naturalmente un'alimentazione specifica per la tipologia del cane e l'età in mesi (preferibilmente croccantini) da somministrare ad orari regolari, ciò fa-

abitudini che non sarete disposti ad accettare in futuro, abituatelo a stare solo, a rispettare regole, fatelo socializzare con suoi simili e con gli esseri umani, se avete dubbi consigliatevi con il veterinario o con esperti comportamentalisti. Konrad Lorenz ebbe a dire: “Quando decidete di prendere con voi un animale, pensate a tutte le cose negative che questo comporterà. Le cose positive verranno da sole e saranno tantissime”. Buon anno a tutti!


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Cinema

RECENSIONI

Gennaio 2015 a cura di Riccardo

MUCCHINO

LA GRANDE

BELLEZZA

Per quanto Toni Servillo sia sempre un grande attore, a teatro e al cinema (questo è il suo quarto film con Sorrentino) il suo Jep è di lancinante genialità, capace di giudicare e giudicarsi, «siamo tutti sull’orlo della disperazione, non abbiamo altro rimedio che farci compagnia, prenderci un po’ in giro». Con la dolce inflessione

Sono momenti di magia, in cui si lascia andare al ricordo di un amore inconcluso della prima giovinezza, quando il suo futuro era intatto e pieno di preziose promesse ormai fallite. Sono le pause dal baccano e dal caos, in cui si può ritrovare la grande bellezza: quella di una città meravigliosa, consegnata ai turisti, invisibile ai romani, ma non a Sorrentino che è arrivato nella capitale solo 6 anni fa. Il film inizia proprio con una visione immensa ed eterna dal Gianicolo, talmente stupefacente che il cuore di un turista giapponese non regge, mentre si leva un canto sublime di musica sacra. E la bellezza austera di Roma apparirà ogni tanto, come un prezioso reperto della sua storia, mentre la folla dei privilegiati guarderà le facce rifatte delle signore, l’agitarsi nel ballo sguaiato degli uomini di potere, il mondo di Ultracafonal e del matrimonio di Valeria Marini. Attorno a Jep una folla di personaggi dalle vite naufragate nel denaro e nella menzogna, tutti attori di talento: da Carlo Verdone, il poeta fallito e l’innamorato respinto che torna al paese, a Sabrina Ferilli, la spogliarellista in età cui Jep dice con tenerezza, «è stato bello non fare l’amore con te»; e tutti gli altri, tra cui Isabella Ferrari, Iaia Forte, Massimo de Francovich, Roberto Herlitzka.

di Paolo Sorrentino

C

on “La grande bellezza” Paolo Sorrentino sembra voler convincere che sì, quella che racconta è davvero “una Babilonia disperata” nel cuore oscuro e invidiato della capitale: e sembra riuscirci con la forza delle immagini e i virtuosismi visivi (di Luca Bigazzi), con il montaggio implacabile (di Cristiano Travaglioli), la colonna sonora (di Lele Marchitelli), che stordisce con la disco music e incanta con la musica sacra, una sceneggiatura (di Sorrentino, che è un vero scrittore, e Umberto Contarello) veloce e crudele. Non è più il tempo della Roma de “La dolce vita” di Fellini, con il suo ormai perduto paradiso di confusione e peccato, né quello della Roma de “La terrazza” di Scola, in cui politica e cultura erano già un pretesto di vite intaccate da indifferenza e corruzione. Ma “La grande bellezza”, 53 anni dopo Fellini e 33 dopo Scola, è altro, e all’inizio del film l’autore lo spiega con l’esergo tratto da “Viaggio al termine della notte” di Céline: «Il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco, la sua forza, va dalla vita alla morte. Uomini, bestie, città e cose, è tutto inventato».

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In questo viaggio inventato eppure così vero, ci accompagna Jep Gambardella, re della mondanità capitolina, ridotto a fare il giornalista ma diventato famoso con “L’apparato umano”, il suo unico romanzo, scritto a 20 anni, perché poi «Roma ti deconcentra». Ogni tanto porta a letto una bella donna ricca «ma a 65 anni non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare», la notte si pigia con quelli che contano, per ballare sulle terrazze o negli attici ultimo design, o si affloscia sui divani «a parlare di vacuità, perché non vogliamo misurarci con la nostra meschinità».

napoletana, le giacche, arancioni o gialle sui pantaloni bianchi, la sigaretta tra le dita, il sorriso compiacente di chi è sempre al centro della festa ma non della sua vita: e che ritrova nella solitudine dell’alba, quando insonne cammina nella città come disabitata, la speranza che forse riuscirà a tornare a scrivere.

In quelle vite scontente e incapaci di trovare serenità e senso, Sorrentino fa scivolare via la morte, come un fastidio, che ha il suo momento solenne solo nell’occasione mondana del funerale. Poi viene cancellata: il vedovo sicuro di dedicare ogni suo pensiero all’amatissima moglie defunta, si consola subito con una nuova, servizievole compagna, la madre che ha perso il figlio va a far beneficenza in Africa, Jep rifiuta la morte dell’amica come se fosse solo un trucco, «perché prima c’è stata la vita, anche se nascosta sotto il blabla».


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Cinema LA STORIA DEL CINEMA

T

a cura di

Jonathan NEMESI

colori” (1952) e “Totò all’Inferno” (1954)]. Al culmine della popolarità in teatro, prima dello scoppio della guerra, interpretò due pirotecniche saghe dell’umorismo surreale: “Animali pazzi” (1939) scritto dal commediografo Achille Campanile e “San Giovanni decollato” (1940, Zavattini); “Il ratto delle sabine” (1945) descrive con esuberanza il mondo dei guitti da cui usciva Totò stesso (e che Fellini avrebbe rappresentato in “Luci del varietà”): la fame, la miseria, i bisticci, gli amori, il cinismo degli impresari e del pubblico.

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sfrattato]; oppure parodie cinematografiche: “Fifa e arena” (1948); “Totò le mokò” (1949) “L’imperatore di Capri” (1949, Comencini); “Totò sceicco” (1950); “Totò Tarzan” (1949). Questi film messi in piedi alla meno peggio erano costruiti attorno a temi fissi: i tic teatrali di Totò, una splendida fanciulla di cui il brutto e goffo napoletano s’invaghisce (residuo della soubrette teatrale), la burla nei confronti dell’attualità di massa (per esempio il divismo), l’equivoco (in genere lo scambio di persona). Totò, sfruttato fino all’osso (tre film nel ‘48, cinque nel ‘49), ebbe modo di imporre una maschera di povero asociale, un po’ mariuolo, ma furbo e imprendibile, genio nell’arte di arrangiarsi, pronto a derubare la propria madre e indifferente a tutti i codici.

TOTÓ

otò nacque a Napoli da famiglia piccolo borghese e cominciò a calcare i palcoscenici durante la Prima Guerra Mondiale come macchiettista e mimo. Fin dagli esordi impose la sua straordinaria capacità parodistica e la sua disarticolata gestualità; i suoi sketch nascevano in effetti dal connubio fra questi due elementi: una dialettica stravolta, sintatticamente inoppugnabile ma semanticamente assurda, che scherniva la retorica e l’altezzosità e al contempo misurava la goffaggine del sottoproletario che vuol darsi una dignità da borghese rispettabile, o addirittura da aristocratico di alto lignaggio; e un movimento frenetico da marionetta, ereditato dai clown e

dai saltimbanchi, che riportava la maschera a dimensioni infantili (il riso beffardo con gli occhi divaricati e le membra scomposte). Mezzo nobile decaduto e mezzo miserabile, Totò condensava secoli e secoli di tradizioni comiche napoletane adattandole a questa sua maschera reale, alla schizofrenia napoletana che di ogni povero fa un aspirante ricco. Dall’avanspettacolo alla rivista la maschera grottesca di Totò riprese il linguaggio beffardo della comicità popolare, fatto non di barzellette (che presuppongono un sillogismo di stampo intellettuale) ma di lazzi [gli sketch più famosi vennero raccolti in “Totò a

Totò e Anna Magnani

“I due orfanelli” lanciò definitivamente Totò nel cinema. I produttori misero al suo servizio registi disponibili come Mario Mattoli, Camillo Mastrocinque e Anton Giulio Bragaglia e gli fornirono canovacci consistenti a volte soltanto nel titolo. Totò ci ricamava sopra all’infinito, con un’inventiva e un’esuberanza scatenate. Gran parte dei soggetti riguardavano fatti d’attualità: “Totò al Giro d’Italia” (1948), all’epoca della rivalità Coppi-Bartali; “Totò cerca casa” (1949) [un impiegato statale con famiglia numerosa vaga da un giaciglio all’altro, ma viene sempre

Con Aldo Fabrizi in Guardie e ladri (1951)


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LA STORIA DEL CINEMA

Totò

Mitica scena del caffe ne La banda degli onesti (1956); Gli onorevoli (1963)

Negli anni Cinquanta Totò si libera del colorito parodismo rivistaiolo e si abbandona a più libere fantasie comiche, prendendo spunto dalla favolistica, dal teatro napoletano e dalle vicende di tutti i giorni e smorzando il cinismo del suo personaggio in un fondo di umana solidarietà: “Guardie e ladri”, parabola sul furto e l’onestà, sull’eterna lotta fra il ladro e la guardia (Fabrizi), il primo che ruba per mantenere la famiglia, il secondo che deve catturarlo per conservare il posto, due uomini resi nemici dai rispettivi ruoli sociali, ma che finiscono per stringere amicizia e la guardia, dopo aver consegnato il ladro alla giustizia, continuerà a mantenerne la famiglia. “47 morto che parla” (1951, Bragaglia); “Totò e i re di Roma” (1951, Steno); “Un turco napoletano” (1953, Scarpetta e Feydau) ; “Totò e Carolina” (1954, Mattoli); “Dov’è la libertà?” (1962, Rossellini); “I due marescialli” (1961, Corbucci); “Totò terzo uomo” (1951, Mattoli). Vengono poi i film in coppia con Peppino de Filippo e le farse corrosive di Steno

e Mastrocinque, con Totò che si ripete a soli scopi di cassetta, che ricicla gli stessi canovacci e le stesse situazioni. Il miglior duetto con De Filippo è forse “Signori si nasce” (1960) ; “Letto a tre piazze” (1960, Steno) ; “Totò, Peppino e la malafemmina” (1956, Mastrocinque). Fra i film degli ultimi anni “I due colonnelli” (1963). Maschera impareggiabile della commedia dell’arte, eccezionale istrione, straordinario animale da palcoscenico, attore capace di nobilitare con una battuta improvvisata lì per lì sulla scena il più banale dei film, spesso misconosciuto da vivo, riconosciuto grande una volta scomparso. Dopo un lungo silenzio, la sua impareggiabile comicità, che spazia dal più crudo realismo al surreale, dall’assurdo alla farsa scatenata, è stata riscoperta dal grande pubblico e quell’omino incredibilmente vestito in uno stile pseudo-inglese, quella marionetta snodata e disarticolata è tornato a farci ridere e divertire ma anche a riflettere e meditare. Totò rappresenta il trasgressore vincente, un eroe dei

miserabili che attaccava il Potere, ma soprattutto le convenzioni e i codici di comportamenti e i miti di massa, tutto ciò che era in qualche modo conforme, con la forza della beffa. La galleria di personaggi proposta da Totò è un affresco universale della miseria: Totò-Cenerentolo che vive ora da principe, ora da barbone; Totò-clown che raggira i borghesi con la sua retorica alogica; Totò-martire della società che vuole privarlo della sua fantasia; Totò-criminale che attenta alla società; Totò-umiliato che inneggia alla dignità dell’uomo; Totò che attraversa la Storia da Cleopatra a Coppi, dall’Inferno ad Atlantide, ed è sempre lui, straccione scalognato furbo e dal portamento nobile; Totò che con un’allocuzione smaschera la cattiva coscienza del mondo; Totò-Pulcinella, eroe sottoproletario in piena era borghese; Totò tutto carne e niente spirito; Totò regressione primitivista: il suo volto era il condensato dei secoli di fame, di paura, di miserie, di catastrofi, di quella fabbrica di umanità che è Napoli. Totò disse: “Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore, perché questo è un bellissimo Paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire...”. Ricordiamolo come grande attore ma anche grande uomo.

In alto: Totò con Eduardo De Filippo; Sotto: la folla ai funerali, e Totò con Anna Magnani

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Sport

CALCIO

a cura di Ufficio Stampa POLISPORTIVA CITTA' DI CIAMPINO

COPPA ITALIA

ESPUGNATA LA TANA DELLA VALLE DEL TEVERE

I

Una vittoria arrivata dopo un “filotto negativo” in campionato che aveva fatto crescere la tensione. “Eravamo reduci da un solo punto nelle ultime tre gare e quindi questo successo ci regala entusiasmo e serenità”, spiega Ciucani che comunque già è proiettato oltre. “Con la testa siamo già a domenica mattina, quando al “Superga” arriverà il Tormarancio ultimo della classe. Non guardiamo mai alla classifica dell’avversario e non

lo faremo domenica: ciò che conta è portare a casa il risultato pieno e tornare a rincorrere una Lepanto che finora ha tenuto un ritmo altissimo. Noi, però, siamo fiduciosi di poterli riacciuffare”. Il giovane centrocampista sta trovando un discreto spazio nell’ultimo periodo, segno evidente della fiducia che mister Baiocco ripone in lui. “Mi sono sempre impegnato al massimo negli allenamenti e ora il tecnico mi sta utilizzando con continuità -conferma Ciucani-, ovviamente sono felice perché non è semplice ritagliarsi spazio in una squadra così forte ed è un orgoglio giocare al fianco di giocatori di grande livello come quelli che compongono la rosa del Città di Ciampino”.

CALCIO A 5

Foto di Marta CANTARELLI

TRIONFO

CITTÀ DI CIAMPINO

l Città di Ciampino avanza nella Coppa Italia di Promozione: grazie al “bis” del 2-1 dell’andata, la squadra di mister Baiocco ha violato anche il campo della Valle del Tevere. “È stata una gran vittoria -dice il centrocampista classe 1994, Jacopo Ciucani- perché di fronte c’era un avversario di spessore e il risultato dell’andata non ci dava certezze. La gara è stata molto tesa perché la posta in palio era alta, siamo contenti di essere riusciti a qualificarci. Dopo il gol del vantaggio siglato da Tornatore su calcio di rigore nel primo tempo, la Valle del Tevere è rimasta in nove uomini in avvio di ripresa, ma ci ha sorpreso sull’unica nostra disattenzione segnando il gol dell’1-1. A quel punto ci siamo guardati in faccia consapevoli della nostra forza e grazie alla rete di Tornatore a un quarto d’ora dalla fine abbiamo messo al sicuro la qualificazione”.

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a cura di Redazione CALCIO A 5 LIVE

VIRTUS CIAMPINO Le giallorosse conquistano la Coppa Italia Regionale di Serie C Femminile

S

abato 3 aveva conquistato la finale con una straordinaria rimonta sulla Virtus Fenice, domenica non è riuscita a fermare la corazzata Virtus Ciampino nell’atto conclusivo della Final Four: la favola della Briciola in Coppa Lazio si ferma solamente di fronte allo strapotere delle giallorosse, che offrono un’altra prestazione di grande livello e conquistano il trofeo nella splendida cornice del PalaCesaroni di Genzano grazie alle reti di Signoriello, de Luca e de Luna. Le voci della vittoria - “E’ stata una due giorni perfetta – dice il tecnico delle giallorosse Marco Zaccagnini -. Nove gol realizzati, zero subiti, l’avevamo immaginata e preparata così. Sono molto soddisfatto, abbiamo giocato due ottime partite e contro un avversario che non molla mai come la Briciola, siamo rimaste sempre concentrate. La squadra è stata super e ha meritato. ora testa al grande obiettivo del campionato: questa coppa ti dà ancor maggior consapevolezza, al contrario dello scorso anno, quando usciti in semifinale, subimmo un calo durante la stagione”. Gli fa eco la presidentessa Paola Marcone: “Fa sempre piacere vincere, puntavamo alla coppa, non l’abbiamo mai negato. Questo è un passo importante per un percorso che è indirizzato verso un titolo nazionale come

la Coppa italia regionale. Ci godiamo questo momento. Complimenti alla Briciola che ci ha dato filo da torcere. ora dobbiamo ricaricare le pile in vista del campionato. durante queste feste, fra influenze e febbri non ci siamo allenate al meglio, ora festeggiamo e ci godiamo il momento. Ho sempre creduto che le giovani siano il motore di questo sport, bisogna lavorarci e lo stiamo facendo: anche grazie a dei bravi tecnici, arrivano in prima squadra giocatrici che poi fanno la differenza. il lavoro è tanto e duro, ma paga. Al palazzetto era presente il gruppo delle nostre Giovanissime, è sempre bello avere un seguito simile”.


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Sport

NUOTO

Gennaio 2015

a cura di Fabio SORRENTINO

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di competenze e conoscenze acquisite sperimentando altri sport.

Freestyle Swimming Pool www.asfreestyle.it

Inoltre c’è anche un grande beneficio di tipo pratico relativo alla sicurezza dei bambini: frequentare un corso di nuoto da piccolissimi -d’inverno- significa anche -in estate- giocare al mare, nell’acqua, da soli e con gli amici, in condizioni di maggior sicurezza. Fondamentale per la buona riuscita di un corso di nuoto è poi l'insegnante come in tutti gli sport sarà lui o lei ad indirizzare vostro figlio, nel modo migliore, verso l’acquisizione di nuove capacità e sicurezze: professionilità, dedizione e amore sono ingredienti fondamentali che al freestyle swimming pool non mancano. TUTTI IN sia da un punto di vista psicologico. I bambini, impa- ACQUA! rando a nuotare, sviluppano capacità di coordinamento, capacità di resistere alla fatica, imparano a gestire la respirazione, e tutto questo avviene in un ambiente “atraumatico”, come l’acqua in cui non si corre il rischio di farsi male.

NUOTO COME UN PESCIOLINO

I

l nuoto è lo sport completo per eccellenza: favorisce uno sviluppo armonioso e completo del bambino e costituisce un mattone su cui poi si potrà contare per sperimentare altre attività sportive.

Il nuoto è da sempre considerato lo sport più “completo” per eccellenza, perché fa muovere gli arti superiori ed inferiori del corpo, sviluppa le capacità motorie di ogni parte del corpo e, per questo, viene consigliato dagli esperti a tutti i bambini, a partire dai cinque anni

di età, più o meno. Prima di questa età sono consigliati corsi di Acqua baby o acquaticitá , che servono a far prendere ai bambini confidenza con l'acqua e, nel tempo, avvicinarli ai movimenti tipici del nuoto vero e proprio. Il nuoto, più di ogni altro sport, è indicato come la primissima attività sportiva da svolgere. I benefici, infatti, sono molti sia da un punto di vista fisico, nella formazione della struttura ossea e muscolare di un bambino,

Da un punto di vista psicologico, poi, il nuoto -spiegano gli esperti- aiuta i bambini ad acquistare sicurezza in sé stessi e nelle proprie capacità, in un ambiente che gli è in qualche modo già noto, visto che hanno passato i primi 9 mesi della loro vita immersi nell’acqua della pancia di mamma. I bambini inoltre, imparano ad andare sott’acqua senza paura, a tuffarsi e a divertirsi, in tutta sicurezza con l’assistenza di un istruttore, a sperimentare le loro capacità. Per capire l’importanza del nuoto nella primissima età dei bambini, gli esperti si avvalgono di un’immagine estremamente chiara. Bisogna immaginare la vita sportiva di un bambino come una piramide di mattoni: alla base ci devono essere gli sport formativi per eccellenza, come appunto il nuoto o la ginnastica artistica, con queste basi i bambini potranno ampliare il loro bagaglio


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Sport

TENNIS

a cura di Fabio SORRENTINO Freestyle Swimming Pool www.asfreestyle.it

TENNIS CHE PASSIONE! PER DIVERTIRSI E RESTARE IN FORMA AL FREESTYLE SWIMMING POOL SI PUÒ!

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acchetta e palline sono consigliate a tutte le età, ma non dimenticate riscaldamento e idratazione. E, soprattutto, non strafate: un’ora per tre giorni è la “dose” consigliata per gli adulti. I più giovani possono raddoppiare. Il tennis è da sempre uno degli sport più amati e seguiti nel nostro Paese. E i grandi tornei come Wimbledon non fanno altro che aumentare questo affetto. Perché non provate anche voi a imitare le gesta di Djokovic, Murray o del nuovo fenomeno australiano Kyrgios, che ha eliminato il campione spagnolo Nadal? Sappiate che scendere in campo un’ora per tre giorni alla settimana è la “dose” consigliata per gli adulti che vogliono tenersi in forma divertendosi, per tenersi in forma e spezzare la monotonia di una giornata lavorativa, ricavando due ore di break al centro della giornata. I più giovani possono raddoppiare: due ore per

tre sedute settimanali, praticandolo a livello agonistico, come sport vero e proprio. Perché scegliere il tennis? Perché favorisce la corsa e migliora la struttura fisica, soprattutto nei ragazzi. Ma soprattutto è uno sport completo, perché migliora l’adattamento cardiovascolare alla resistenza, alla fatica e migliora la muscolatura e il lavoro fisiologico delle articolazioni. Si può praticare dai 6 agli 80 anni. I più giovani adattano al massimo le proprie capacità psicofisiche; gli anziani possono graduare la resistenza in base all’intensità dello sforzo, purché ci sia una preparazione fisica generale adeguata. È da sfatare, infine, il luogo comune che il tennis sia uno sport asimmetrico: se l’allenamento e la preparazione di base sono completi e se il ragazzo ha già compiuto i 14 anni, potrà sviluppare un fisico perfettamente armonico. Certo, come tutti gli sport non si diventa professionisti in un giorno.


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Food&Drink Cucina

a cura di

FOOD PACKAGING

Valentina DELLE FRATTE

Gennaio 2015

Designer

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food.packaging.design@gmail.com

EMBALLAGE & MANUTENZION - THE DIELINE AWARDS 2014

NUOVI PACKAGINGS

NUOVE LOGICHE

A

Parigi dal 17 al 20 Novembre si è svolto“Emballage 2014” - Salone internazionale dell'imballaggio e della manutenzione. L'esposizione è stata ospitata dal quartiere Espositivo di Paris Nord Villepinte. L'evento ha ottenuto adesioni da parte della critica giornalistica. Come da premesse sono riusciti a tenere alto il livello concorrenziale fra i partecipanti. Sono stati registrati circa 1570 espositori di cui la metà internazionali. Gli imballaggi hanno oramai un posto sicuro nei saloni espositivi. Il pubblico ha reso noto come “Emballage 2014” abbia offerto la possibilità alle aziende manifatturiere e ai designers di decodificare tutte le evoluzioni avvenute. Uno dei temi centrali dell'evento è stato quello della strategia creativa e delle tendenze di packagings. Un altro tema è stato quello dell'E-commerce, drive e imballaggi, sfide e novità: Il mondo va verso un packaging ancora più accattivante ed intelligente. Il packaging del futuro è tecnologico e digitale, trae le sue influenze dalla stampa 3d (argomento che tratteremo in futuro). L'evento accoglie inoltre innovazioni il cui valore è incentrato sulla funzionalità e l'usabilità degli imballaggi nel settore lavorativo, nei magazzini e canali di distribuzione fino a soddisfare esigenze di vita quotidiana in casa. A questo si collega la Norma UNI 11377/2010

“Usabilità Dei Prodotti Industriali”. La norma definisce i contenuti teorici e metodologici del “Processo di progettazione orientata all’utente” (approccio UserCentred Design). Andrew G. il fondatore del famoso blog “The Dieline”, ha saputo attirare l'attenzione dell'audience sul tema “Packaging di oggi e di domani” con l'evento “The Dieline Awards 2014” che si è rivelato “l'evento nell'evento” presentando le migliori realizzazioni di Emballage 2014. La missione è quella di istruire i designer del futuro a progettare un packaging che sia in grado di rispettare le esigenze ambientali globali. Il futuro degli imballaggi si eleva ad un gradino più alto. Le materie prime (cartone, plastica, vetro, metallo, legno), il confezionamento, l'etichettatura, il film per la chiusura ermetica, la tracciabilità, la marcatura, le macchine di codifica, il trasporto e il settore terziario, modificano il loro aspetto non solo in termini estetici ma anche in termini ingegneristici e di logistica. Questo mese propongo ai lettori due progetti innovativi presenti a Emballage & Manutenzion.

Moda Clicquot direttamente dal R'Pure Studio Un abito “Pop” al design packaging dell'iconica bottiglia del Marchio noto Veuve Clicquot. I progettisti hanno creato questo packaging speciale, l'imballaggio diventa un secchiello del ghiaccio con un solo scatto. Per scatto si intende quello che avviene durante l'estrazione del contenitore dal coperchio cilindrico di rivestimento in cartone giallo. Inoltre, la confezione è funzionale e riutilizzabile. Ancora una volta Veuve Clicquot ha dimostrato di avere l'approccio giusto per rinnovare l'universo degli imballaggi e dare al proprio marchio un meritato posto di prestigio nella categoria Wine & Champagne. Dolina prima realizzazione di Birra artigianale da Burgos (Spagna) Questa bevanda analcolica è di “Brebajes del Norte”, realizzata per lui dallo studio Moruba fondato dai designers D. Morales and J. Euba. Il nome Dolina è stato preso dal sito archeologico meglio conosciuto come la Sierra de Atapuerca. Atapuerca importante sito archeologico d'Europa, è stato il filo conduttore del lavoro di ricerca che ha permesso di sviluppare il packaging così come è stato presentato durante l'evento, “la scoperta” parola che viene molto usata nel settore della ricerca archeologica assume in questo frangente un ruolo artistico - grafico. I designers hanno realizzato un particolarissimo disegno tutto da scoprire: si tratta di un'etichetta che è possibile asportare grattando semplicemente la macchia di colore grattabile senza pregiudicarne la stampa sottostante come sui “gratta e vinci”. Il cliente arriva ad avere un'esperienza diretta con l'etichetta del packaging. Durante la fase di sgraffio sulle zone di colore oro, la scoperta affiora come in uno scavo archeologico. Si scopre infatti il cranio di Homo Heidelberguensis. Sono sicura che almeno gli archeologi sapranno apprezzare questa misteriosa birra analcolica durante gli scavi, per i più tradizionaliti c'e sempre un buon Veuve Clicquot. Buona spesa!


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Food&Drink Cucina

IL RICETTARIO

a cura di Ricky CHEF food.packaging.design@gmail.com

PENNE CON

RADICCHIO

e FUNGHI

INGREDIENTI PER 4 PERSONE: - 400 g di penne -300 g di funghi porcini - 1 cespo di radicchio - 1 spicchio d'aglio - Prezzemolo q.b. - Olio extravergine di oliva q.b. - Sale q.b.

PREPARAZIONE: Pulite i funghi. Tagliateli a pezzetti e teneteli da parte. Prendete il radicchio, eliminatene l’estremità e lavate accuratamente le foglie, tagliatele a listarelle e mettetele in padella con 1 filo d’olio e 1 spicchio d’aglio, sbucciato e leggermente schiacciato. Dopo 7-8 minuti di cottura (il radicchio si sarà ridotto in volume), potete unire in padella i funghi e farli andare per 8-9 minuti, aggiustando di sale. Nel frattempo mettete a bollire l’acqua salata per la pasta e, quando avrà raggiunto il bollore, fatevi poi cuocere le penne. Una volta cotte al dente, scolate le penne e mettetele in padella con i funghi, il radicchio e il prezzemolo, precedentemente lavato e tritato finemente. Fate insaporire per 2 minuti e servite il piatto.

MODA


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Food&Drink Cucina

IL RICETTARIO

food.packaging.design@gmail.com a cura di Ricky CHEF

SFOGLIA DI

TROTA

SALMONATA

INGREDIENTI PER 4 PERSONE: - 5 patate a pasta bianca - 500 g di trota salmonata - 1 cucchiaino di prezzemolo tritato - 250 g di pasta sfoglia pronta - 2 spicchi di aglio - 1 uovo - olio di oliva extra vergine - sale

PREPARAZIONE: Lavate e lessate le patate in abbondante acqua per circa 15 minuti fino a renderle tenere. Una volta cotte sbucciatele e schiacciatele con una forchetta.Tritate il carpaccio di pesce, prepararte il prezzemolo, rivestite una teglia con un foglio di carta da forno e su altri due fogli disegnate e ritagliate due semplici forme di pesce, una leggermente pi첫 grande dell'altra. Sbucciate e tritate l'aglio, rosolatelo velocemente in un padellino antiaderente insieme a 3-4 cucchiai d'olio, aggiungete il pesce, salatelo e cuocetelo per 4-5 minuti aromatizzando alla fine con il prezzemolo e le patate. Stendete la pasta sfoglia molto sottile ricavando 2 rettangoli lunghi quanto le forme disegnate sulla carta, appoggiatevi sopra queste ultime e con una rotella taglaipasta ricalcate e ritagliate la stessa forma. Stendete la sfoglia pi첫 piccola nella teglia, spennellatela con l'uovo sbattuto, adagiatevi sopra il ripieno di pesce, coprite con la seconda sfoglia, sigillando bene i bordi e terminate spennellando con l'uovo rimasto. Cuocete in forno a 190째C per 20 minuti fino a rendere il pesce dorato, portate in tavola e servite.


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Food&Drink Cucina

IL RICETTARIO

a cura di Ricky CHEF food.packaging.design@gmail.com

ARANCE

SOFFICI

INGREDIENTI PER 6 PERSONE: - 6 arance - 3 uova - 3 cucchiai di farina - 80 g di zucchero - 1 bicchiere di grand marnier - zucchero a velo

PREPARAZIONE: Tagliate con un coltellino appuntito, dopo averle lavate, la parte superiore delle arance, svuotatele completamente della polpa e del succo, che terrete da parte, e lasciatele scolare. Sbattete i tuorli con lo zucchero finchÊ otterrete una crema bianca e spumosa. Aggiungete alla crema la farina, il liquore, la polpa, ridotta in piccoli pezzi se troppo grande, e il succo delle arance e amalgamate bene. Montate gli albumi a neve ben ferma e uniteli alla crema mescolando accuratamente. Riempite le arance con il composto e mettetele in forno a 160 °C per 25 minuti. Cospargetele con zucchero a velo e servitele subito.


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quando vivere diventa

UNA IMPRESA CHE TIPO DI

DONNA SEI?

L

e morfologie del corpo ci aiutano a conoscerci meglio, a scegliere l'attività sportiva più adatta, a vestirci in modo adeguato e a decidere i trattamenti estetici specifici per le nostre esigenze. Esistono quattro tipologie di fisico. Normalmente le persone presentano un mix di caratteristiche di tutte le costituzioni, ma in genere una in particolare risulta dominante. MORFOLOGIA LINFATICA: è un soggetto dalla fisicità corpulenta e rotonda, ha spalle strette e arrotondate con un torace largo e corto, le gambe sono voluminose e gonfie. Presenta un viso rotondo. MORFOLOGIA SANGUIGNA: ha una costituzione robusta con spalle larghe e leggermente arrotondate,il torace è voluminoso e le gambe ben sviluppate. Di solito la forma del viso è ovale. MORFOLOGIA BILIOSA: ha un aspetto armonico con spalle larghe e rettilinee, il torace è ben rappresentato e la vita è stretta,le gambe sono slanciate e modellate. Il suo viso è quadrato o rettangolare. MORFOLOGIA NERVOSA: la sua forma corporea è longilinea e magra, le spalle sono strette e rettilinee anche il torace è stretto,le gambe sono lunghe e magre. Solitamente ha un viso triangolare. Prenota una check up gratuito nel nostro centro.

a cura di Anaïs


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quando vivere diventa

UNA IMPRESA

Gennaio 2015

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a cura di Evolution MUSCLE&FITNESS

2 ANNI DI

SUCCESSI

LA EVOLUTION MUSCLE & FITNESS SPEGNE LA SUA SECONDA CANDELINA CON UN BILANCIO NETTAMENTE POSITIVO, E SI PREPARA AL FUTURO CON TANTE SOPRESE E NUOVI SERVIZI PER I PROPRI CLIENTI, VECCHI E NUOVI.

L

a Evolution Muscle & Fitness spenge la sua seconda candelina con un bilancio nettamente positivo e si prepara al futuro con tante sorprese e nuovi servizi per i propri clienti, vecchi e nuovi. Un nuovo anno da vivere insieme, tra benessere, eventi , stage, master class e divertimento. Un luogo dove incontrarsi e condividere la passione per lo sport e il vivere bene. Questo e molto altro è l’Evolution Muscle & fitness, un giusto connubio tra professionalità

e cordialità, sempre al passo con i tempi e pronta ad offrire la soluzione giusta ad ogni esigenza. Una struttura di circa 1600 mq, con 3 sale destinate a corsi di fitness, danza, arti marziali, attività studiate e programmate per adulti e bambini, una sala pesi di 750 mq che risulta essere la più grande e fornita dei Castelli Romani, adatta ad ogni tipo di allenamento, fruibile dal neofita e dal professionista pluripremiato. Un reparto cardiofitness fornito di 10 tappeti, 4 cycles, 2 cycles Recline,

3 Ellipticals, 1 Wave tutti rigorosamente Tecnogym e l’ultima grande novità 1 Climbmill ( scala mobile), ultima generazione Matrix. Orari fitness diversificati per tutte le esigenze, la programmazione 2015 prevede infatti, un planning settimanale con 60 ore di fitness suddivise in allenamento Body mind che comprende lezioni di ginnastica dolce, pilates, pilastretch e ginnastica posturale e thai Ji Quan, allenamento cardio con le grandi novità introdotte quest’anno, Walking, Walk-Pump e Super Jump, tonificazione, zumba, lezioni di allenamento funzionale, circuit training e trx. Un settore danza ben strutturato sotto la direzione della maestra ANNA MARIA RIZZO che vanta anni di esperienza nel settore, una professionista che segue la programmazione didattica (dalla danza baby fino agli adulti, con corsi di classico e moderno, passo a due e repertorio) e gli spettacoli di danza. Danza del ventre, che riscuote sempre un buon consenso grazie alle proprietà fisiche e psicofisiche. L’Evolution ospita inoltre, la scuola di salsa TIMBARTIST che offre corsi di salsa cubana, gestualità femminile, bachata sia per adulti che per bambini. Una struttura gestita in modo eccelso da imprenditori che mettono al primo posto il benessere degli utenti, attraverso un attenzione meticolosa ad ogni particolare e servizio. Un rapporto qualità prezzo senza eguali, l’Evolution infatti

vanta prezzi modici e in concorrenza con qualsiasi altra struttura dei Castelli Romani ( offrendo pacchetti personalizzati e rateizzabili, prezzi speciali per under 18, over 65, nuclei famigliari e formule speciali solo mattina e solo week end) ma con un impianto all’avanguardia nel settore e con servizi gratuiti al clienti come asciugamani in sala, acqua potabile con bottigliette personalizzate in omaggio, sala pesi e sale fitness aromatizzate con 70 litri di profumo settimanali, area benessere inclusa in tutti i pacchetti e WiFi gratuita. Una “macchina da guerra” che non si ferma mai, sempre pronta ad accogliere le richieste dall’esterno e le novità del mercato, per migliore il servizio giorno dopo giorno, è infatti in procinto di attivazione l’APP mobile per sistemi Android e IOS, la prima grande novità del 2015, per permettere al cliente di essere costantemente informato sulle novità, sulle promozioni, sugli eventi, sulle lezioni aperte, visionare foto, orari delle lezioni, comunicazioni del desk, lo stato del proprio abbonamento e dandogli la possibilità di poter prenotare le lezioni comodamente dal proprio telefono. Il prossimo appuntamento è per il 18 gennaio con l’Open Day per inaugurare il nuovo anno, lezioni gratuite e aperte a tutti, parenti e amici e per provare le novità in programmazione.

Via Mura dei Francesi - 164L CIAMPINO (RM) Tel: 06 796 1090 www.evolutionciampino.it - evolution.ciampino@gmail.com


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quando vivere diventa

UNA IMPRESA

BIBO BAR

IL NUOVO LOCALE DI CIAMPINO

Un nuovo punto di ritrovo a Ciampino, per gli amanti della colazione, del buon cibo e dell'Happy Hour.

a cura di Bibo BAR


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Motori

MOTORI

a cura di Johnny D'AVINO

BMW i3

MAZDA 3 skyactive evolve

P

rovvista di uno sterzo preciso e di sospensioni solide, la Mazda 3 assicura una guida piacevole anche con il motore più piccolo della gamma: un moderno 1.5 a benzina da 101 CV fluido nel funzionamento e parco nei consumi. Buone l’abitabilità e la capacità del baule. L’allestimento Evolve ha tutto quel che serve per la sicurezza e anche il “clima” bizona, ma a differenze del più ricco Exceed (abbinabile soltanto ai motori più potenti) non può essere arricchito con optional tecnologici come il cruise control con radar di distanza.Alla linea filante di questa cinque

EURO

porte giapponese corrispondono interni piuttosto spaziosi, anche se l’accesso ai posti dietro è poco agevole. Il raffinato 1.5 a iniezione diretta di benzina, abbinato a un cambio manuale gradevole da utilizzare, è fluido e poco assetato. Fra le curve, inoltre, si apprezzano la tenuta di strada e le buone qualità dello sterzo. La Evolve è ricca in rapporto al prezzo e offre di serie anche il navigatore, ma non può essere arricchita di alcuni dispositivi riservati all’allestimento Exceed, offerto soltanto con i motori di cilindrata superiore.

SURGELATI

ITALIA R

Con una lunghezza di 4 metri, la BMW i3 rientra perfettamente nelle dimensioni tipiche di un'auto da città, capace di sgusciare nel traffico e trovare parcheggio senza eccessive difficoltà. Ma la i3 non pare essere pensata per i grandi viaggi: lo spazio per i bagagli è limitato e pensato per una coppia senza particolari necessità di trasporto, ma è versatile: oltre al bagagliaio posteriore ce n'è infatti uno anteriore, perfetto per i piccoli acquisti. Si fa perdonare però con uno stile veramente anticonvenzionale, e decisamente futuristico. A contribuire all'utilizzo urbano della BMW elettrica è l'autonomia, che arriva a 100 km: un "difetto" comune a tutte le auto elettriche, che necessitano di frequenti ricariche, ma che non diventa penalizzante nell'utilizzo cittadino. In compenso la i3 regala una attenzione particolare alla tecnologia usata e ai materiali utilizzati per il montaggio: alluminio per il telaio e carbonio per la cellula.

Mercedes classe S La nuova Classe S rispetto alla precedente serie W221 introdotta quattro anni addietro esteticamente non è cambiata di molto. Più che di restyling si può parlare di leggero aggiornamento che non ne ha cambiato l'aplomb austero ma comunque, a suo modo, sportiveggiante. Nuova la calandra, più affusolata, qualche listello cromato sui paraurti leggermente più spigolosi, specchietti retrovisori ridisegnati, scarichi integrati nel paraurti posteriore e soprattutto nuovi gruppi ottici con tecnologia LED (52 in tutto), più attuali e sicuramente più in linea con le attuali esigenze di risparmio energetico. Tutti interventi molto discreti che hanno ridotto notevolmente i consumi. Con un giro di chiave la Mercedes S 400 Hybrid si mette silenziosamente in moto e le manovre nei primi metri rivelano una ottima agilità per questa limousine lunga oltre 5 metri. L'azione dello sterzo è sempre morbidissima e anche la visibilità è ottima, grazie alla ampia finestratura e in retromarcia ai poggiatesta posteriori abbattibili attraverso un pulsante.



Gennaio 2015

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a cura di ARMANDO FARAGĂ’ armando.farago@gmail.com

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OROSCOPO

Gennaio 2015

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a cura di Mauro Gabbiadini

Gennaio

ARIETE

Gennaio sarà un buon mese per chiarire eventuali situazioni tese con familiari e amici. I tuoi progetti finalmente inizieranno a prendere forma e potresti vedere i primi risultati da subito.

TORO

Gennaio potrebbe essere un po’ turbolento per i rapporti con gli amici o i familiari. Sarai irritabile e insofferente. Ricorda: certe persone non meritano la tua tolleranza e stai iniziando a rendertene conto.

GEMELLI

La tua comunicativa sarà fresca, vivace, allegra potrai godere di giornate dinamiche e coinvolgenti per quanto riguarda la vita sociale. Non sarà, però, un periodo del tutto sereno. Qualche problemino lo troverai nel tuo cammino.

CANCRO

Gennaio si metterà in moto lentamente, ma inesorabilmente ti porterà situazioni positive e molto valide sembra essere davvero la quiete dopo la tempesta! Eh, caro Cancro, che dire, era anche ora!

LEONE

Un po’ di nervosismo serpeggerà all’interno delle tue relazioni interpersonali e chiunque ostacolerà la tua volontà potrebbe incorrere nel tuo giudizio. Cerca di mantenere la pazienza.

VERGINE

Positiva partenza di mese, all’insegna della serenità e della voglia di festeggiamenti. Il pianeta si prepara a seminare zizzania nelle tue relazioni interpersonali, Potrai contare sul tuo solido realismo.

BILANCIA

Questo mese ti promette momenti sereni, rilassanti e piacevoli. Nelle tue relazioni interpersonali torneranno a regnare accordo. Potresti migliorare la tua vita sociale, buon periodo per tantissimi periodi.

SCORPIONE

Qualche nuvola si addenserà nel tuo cielo, tensioni in famiglia, con gli amici e perfino con le persone più care. Nonostante qualche battibecco qua e là, vedrai che alla fine tutto passerà.

SAGITTARIO

Dialogo, simpatia, lucidità mentale e gennaio potrebbe regalarti parecchie soddisfazioni e perfino un’occasione che stavi aspettando da tempo. Ricorda sempre che capirai subito quale sarà la cosa giusta da fare.

CAPRICORNO

Le stelle ti suggeriscono di lanciare i tuoi progetti subito. Gennaio sarà un periodo calmo Potrai chiarire con i familiari se ci sono motivi di disaccordo in atto.

ACQUARIO

Mese promettente. Sarai vivace, comunicativo e avrai voglia di espandere i tuoi orizzonti. Potresti non stare fermo un attimo. Alcune belle sorprese ti aspettano per il compleanno.

PESCI

Ottima partenza e ottima chiusura Le stelle ti consigliano di sfruttare questo periodo per fare chiarezza dentro di te. Goditi anche questi bei momenti per divertirti e fare quello che ti piace.




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