Periodico trimestrale di opinioni e notizie - Anno VIII. N° 34- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB MO.
IN CORSO Opinioni e notizie in CMB NUMERO
34
12/2014
Fuori dal tunnel
Cade l’ultimo diaframma della Variante di Valico
A 05 / N 17 / P 02
INDICE / COLOPHONE INDICE / COLOPHONE
Scripta Scripta manent manent Parola di verbale. Parola di verbale.
"Il Presidente informa che è stata vinta la gara dell'Ospedale di Crotone… Il Direttore dice di aver chiesto la Le altre gare cui si è partecipato convocazione del Consiglio dovendo e di cui si conosce l'esito sono state fare delle Comunicazioni riguardanti perdute… Presidente e Vice Presidente la sua carica. Domenica scorsa, egli riferiscono al Consiglio sullo stato di prosegue, fui nominato dal Consorzio disagio in cui si trovano gli operai di Provinciale delle Cooperative Direttore Carpi a Milano per quanto riguarda Tecnico al momento non c’è nulla da i viaggi. Siccome ora ci sono due fare, ma stante il contratto in corso cantieri: uno a Milano Gallaratese qui io ho bisogno di avvertire tre mesi e uno a Monza, con la previsione di prima la Società che non posso restare aprirne poi un altro a Pieve Emanuele, impegnato pel nuovo anno. … essi vanno a sostenere, pro capite, Il Presidente si compiace dell’attestato una spesa di molto superiore a quella di fiducia dimostrato al nostro da loro sostenuta in passato". direttore, ma nutre fiducia che continuerà a servire questa Società per lungo tempo. Tratto dal Verbale del Consiglio Direttivo Tratto dal VerbaleMuratori della Cooperativa delmaggio Consiglio Direttivo 29 1967 della Cooperativa Muratori
31 Agosto 1915
IN QUESTO NUMERO IN QUESTO NUMERO PAG. 5 / PRIMO PIANO PAG. 4 / MILANO Livorno, tutto un altro porto Un waterfrontdi d’eccellenza, a portata di mano. Festa Santae il futuro Barbara nel cantiere Italsarc Sulla 9 Salerno-Reggio si scava la galleria di Mormanno PAG. / PRIMO PIANO /Calabria APPROFONDIMENTO e si celebra la protettrice dei minatori con la comunità
Waterfront, tra terra e mare PAG. 5 / ZOOM PAG. 13 / SETTORE OSPEDALIERO
Cade l’ultimo diaframma Orizzonte Puglia Svolta cruciale nella galleria Val di Sambro
La cooperativa pianta i cantieri in una regione complessa, ma in grado di offrire interessanti prospettive di sviluppo.
A 08 / N 34 / P 02
IN CORSO IN CORSO Opinioni e notizie in CMB Opinioni e notizie in CMB
NUMERO
18 34
NUMERO
IN CORSO Periodico trimestrale di opinioni e notizie Anno V. N° 18 inCorso
Periodico trimestrale di opinioni e notizie Direttore responsabile: Paolo Zaccarelli Anno VIII. N° 34 Segretaria di redazione: Francesca Martinelli Direttore responsabile: Paolo Zaccarelli Spedizione inFrancesca Abbonamento Redazione: Martinelli, Postale - 70% - DCB MOLelii, . Paolo Andreoli, Sara Proprietario: CMBFederico Società Sarti Cooperativa Luca Padovano, Via Carlo Marx, 101, CARPI (MO) . Contatti: Martinelli. Francesca@cmbcarpi.it Registrato al Tribunale di Modena il 26/06/2006 Spedizione in Abbonamento con il n° 1810. Postale - 70% - DCB MO . Proprietario: Società Cooperativa Progetto grafico:CMB hicadv Via Carlo Marx, 101, CARPI (MO) . Stampa: Nuova Grafica Registrato al Tribunale di Modena il 26/06/2006 con il n° 1810. Progetto grafico: hicadv Stampa: Nuovagrafica
IN CORSO on-line PAG. 14 / ACQUISIZIONI PAG. 16 / NUOVE NORME
Una nuova linea per Firenze 10 condotta Entroin il 2017 si viaggerà in tram da Carreggi a Fortezza Uno strumento per riconoscere i diritti di ciascuno e prevenire la discriminazione.
PAG. 18 / SCHEDA LAVORO PAG. 18 / MERCATO
L’Expo avanza, Milano cresce I delegati dell’esposizione nelle sette torri di CMB Chi sale e chialloggeranno scende
Puoi scaricare questo inCorso on-line e gli altri numeri all'indirizzo: Puoi scaricare questo www.cmbcarpi.it/incorso e gli altri numeri all'indirizzo:
http://www.cmbcarpi.it/ comunicazione_houseorgan. php?categoria=house
Codice alfanumerico Ecco cosa significano i codici inCodice testa ad alfanumerico ogni pagina AEcco = anno di significano pubblicazione cosa i codici Nin= testa numero dellapagina rivista ad ogni PA= =numero pagina anno didi pubblicazione N = numero della rivista P = numero di pagina
La Classifica 2010 del mensile "Costruire"
PAG. 20 / AUTOSTRADE
Collaborazioni inCorso Oltre a personale interno CMB, la redazione di inCorso si avvale di collaboratori alcuni esterni
IRENE RUSSO Copywriter dell'agenzia Hicadv, aaaa bbbb ccccc, suo l'articolo a pag.9
PAOLO LORENZI Fotografo professionista dal 19XX, e accanito sostenitore del Modena Calcio. I suoi scatti corredano l'articolo su l'autostrada A28 alle pag. 20, 21 e 22
Prossima uscita Conegliano Veneto L’autostrada A28 è destinata a cambiare in meglio la mobilità in un’area ad alta densità abitativa e di traffico.
RUBRICHE CORSO RUBRICHE ININCORSO PAG. PAG.33/ /CORREVA CORREVAL’ANNO L’ANNO
PAG. PAG. 12 21//INCURSIONI INCURSIONI
PAG. 4 / CARTA BIANCA Dalla di Incorso PAG.redazione 12 / DIALOGHI
PAG. 23 / BREVI MA INTENSE Notizie dalle sedi CMB PAG. flash 23 / BREVI MA INTENSE
Millenovecentoventotto Millenovecentoquarantatre
Vite di cantiere
PAG. 10 / PAGINE I.T. Il sistema che cambia
PAG. 16 / SCANNER I soci fotografano
Il mondo oltre CMB Frank Underwood e l’amoralità dello spettatore
News dalla nostra cooperativa
Il marchio della gestione forestale responsabile
Stampato su carta certificata FSC® proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Per info: www.fsc-italia.it
TERNO AL LOTTO TERNO AL LOTTO Gioca i nostri numeri Gioca i nostri numeri
CMB impegnato nel 25 Personale cantiere A28 Le torridell'Autostrada di CMB 7Percentuale a Cascina Merlata 32 di L'anno donne di soci cui parla Orwell suo noto romanzo 84Glinelincontri nella prima fase 70 delGiorno progetto della"Linneo" caduta diaframma della 8 dell'ultimo Variante di Valcio
A 08 / N 34 / P 03
STORIA / MAESTRA DI VITA
Correva l’anno 
Immagini da un altro secolo
1943
A cura di: Francesca Martinelli
Durante la Seconda Guerra Mondiale Nonostante la guerra e i pagamenti continuamente ritardati, la Cooperativa Muratori continua a lavorare in Italia e anche a Pola in Istria. Qui gli operai posano fra le impalcature di un fabbricato in costruzione: stanno realizzando un capannone.
A 08 / N 34 / P 04
COSENZA/ INFRASTRUTTURE
Festa di Santa Barbara nel cantiere Italsarc Di Paolo Zaccarelli
L
o scorso 4 dicembre, in occasione della ricorrenza di “Santa Barbara” il cantiere Italsarc ha festeggiato, come da tradizione, la Santa protettrice dei minatori. A Mormanno, dove si sta scavando l’omonima galleria di 4.500 metri sul macrolotto 3.2 dell’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, si sono svolte le celebrazioni che hanno riunito per la santa messa e il successivo pranzo tutto il personale del cantiere, le comunità locali, l’Anas, le autorità civili e militari, il sindacato e i vertici di CMB e Ghella. La festa è stata anche un momento di significativo coinvolgimento delle comunità locali, che attendono la conclusione dell’opera. A testimoniare questo legame con il territorio alcune letture dei bambini delle scuole elementari di Mormanno. La celebrazione di Santa Barbara, orchestra-
Sulla Salerno-Reggio Calabria si scava la galleria di Mormanno e si celebra la protettrice dei minatori con la comunità.
ta dai direttori tecnici di Italsarc – l’ingegner Maurizio Benucci (CMB) e il geometra Maurizio Ferroni (Ghella) –, è stata anche l’occasione per fare il punto sull’avanzamento dei lavori che stanno procedendo speditamente, rispettando i programmi e le aspettative del committente e delle imprese socie. Scavare gallerie continua ad essere, nonostante le innovazioni tecnologiche, un lavoro complesso e ad alto rischio. La ricorrenza di Santa Barbara – una delle sante più venerate al mondo, protettrice dei minatori e di tutti coloro che svolgono lavori pericolosi – è un momento importante di raccoglimento per i tecnici e le maestranze che, con il loro non facile compito svolto con abnegazione e competenza, trasformano i progetti in infrastrutture.
A 08 / N 34 / P 05
ZOOM / INTERVENTO IN DETTAGLIO
Ultimo diaframma nella Val di Sambro L’8 novembre passerà alla storia: niente più code interminabili tra Sasso Marconi e Barberino. Alla cerimonia di inaugurazione c’era anche il presidente Renzi. A cura della Redazione
ZOOM / INTERVENTO IN DETTAGLIO
L
’ultimo diaframma è saltato. L’8 novembre, nella galleria Val di Sambro, l’Italia e CMB hanno festeggiato la conclusione degli scavi della Variante di Valico, un’opera che rimarrà nella storia e che affiancherà un tratto critico dell’Autostrada del Sole. Ad abbattere l’ultimo ostacolo fisico tra Sasso Marconi e Barberino del Mugello è stata CMB, capofila di un gruppo di imprese che si aggiudicò il lotto a Val di Sambro nel 2005. La cerimonia in galleria ha raccolto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, i vertici di Autostrade per l’Italia, gli operai e i tecnici di CMB, oltre a numerosi sindaci e autorità come l’ex presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani. In un momento ad alto valore simbolico, l’onore di tagliare la cravatta a Renzi per
celebrare la chiusura del cantiere è toccato al presidente della cooperativa Carlo Zini. La Variante di Valico è una conquista e non solo per CMB. La storia del tracciato comincia nel 1982 e arriva fino ad oggi tra autorizzazioni, nuove normative e burocrazia. Un percorso difficile che oggi, finalmente, vede la sua conclusione. Non a caso Renzi, nel suo intervento, ha voluto legare la fine degli scavi all’immagine di un’Italia affaticata ma capace «uscire dal tunnel», di reagire.
Il tracciato Se l’Autostrada del Sole è stata il simbolo del boom economico, oggi la Variante di Valico rappresenta una sfida ingegneristica di livello europeo per adeguare
A 08 / N 34 / P 06-07
La Variante di Valico in numeri • 59 km di tracciato potenziato (32 km in variante) • 41 nuove gallerie per 57,3 km di carreggiata • 50% del tracciato complessivo in galleria • 41 nuovi viadotti per 16,4 km di carreggiata • 7,9 milioni di metri cubi di terra scavati in galleria • 14,5 milioni di metri cubi di terra movimentati • 4 miliardi di euro di costo dell’opera
VANTAGGI DEL NUOVO TRACCIATO • Percorso più breve di 3 km • Quota di valico più bassa di 226 metri • 15 minuti di tempo risparmiati • Minori emissioni inquinanti, con un risparmio annui di circa 100 milioni di litri di carburante
ZOOM / INTERVENTO IN DETTAGLIO
il tratto Bologna-Firenze alle nuove esigenze di traffico. Il tracciato, che sarà aperto alla fine del 2015, si sviluppa per un totale di circa 59 km e attraversa due Regioni (Emilia Romagna e Toscana) e otto Comuni. Quarantacinque gli interventi complessivi: 23 viadotti e 22 gallerie. In dettaglio si tratta di 28,7 km realizzati in galleria e 10,6 km in viadotto, mentre i restanti 19,7 km sono realizzati in sede naturale o trincea. La sezione stradale sarà composta da tre corsie (una di emergenza) per senso di marcia, con spartitraffico centrale. Le pendenze del profilo longitudinale si manterranno intorno al 2%. La quota di valico, rispetto agli attuali 716 metri, sarà abbassata a 490 metri per rendere più veloce l’attraversamento. Il nuovo tracciato sarà più corto dell’attuale di circa 3 km e permetterà di risparmiare circa 15 minuti di viaggio.
Le difficoltà La Variante si sviluppa in uno dei territori morfologicamente e geologicamente più complessi d’Europa. Per questa ragione il lavoro è stato molto complesso e ha richiesto interventi altamente tecnologici che hanno fatto lievitare il costo dell’opera dai 2,5 miliardi di euro previsti nel 1997 a 4 miliardi di euro. La sezione di scavo è imponente, mai vista su terreni così problematici. Per realizzare l’opera sono stati scavati gli stessi metri cubi di terra (circa 8 milioni di mc) del tunnel sotto la Manica o del traforo del Gottardo. La lunghezza delle gallerie realizzate è però nettamente inferiore e questo richiede maggiore attenzione per evitare il rischio di frane. Una sfida vinta Autostrade per l’Italia festeggia un traguar-
do a lungo atteso. L’amministratore delegato Giovanni Castellucci parla di una sfida vinta tra mille difficoltà, un traguardo raggiunto senza pesare sulle tariffe, che rimangono le più basse d’Europa e del mondo. «Questa – ha annunciato – è una delle pochissime opere europee di dimensioni mondiali in termini di ammontare complessivo di attività. È una sfida vinta, una sfida che parte da molto lontano. Autostrade per l’Italia cominciò a parlare della Variante nel 1982. Quando nel 2001 ho cominciato il mio lavoro è stata una delle prime responsabilità che mi sono assunto. Quell’anno il Ministro dell’Ambiente aveva imposto di ripartire da zero nella progettazione della Variante. La prima decisione che presi, anche con un po’ di incoscienza, fu quella di fare ricorso al Tar contro il decreto del Ministero. Vincemmo. Così, dall’agosto 2001, partì un’avventura
A 08 / N 34 / P 08-09
che, nel 2006, ci permise di completare l’iter delle autorizzazioni». Raccontando la storia della Variante, Castellucci tocca un nervo scoperto, quello della burocrazia. «Di fronte alle difficoltà – ha continuato l’amministratore delegato – tecnici e maestranze hanno trovato ogni volta la soluzione giusta, nonostante il freno della burocrazia e il continuo terremoto delle norme. Questa è una sfida che abbiamo vinto tutti grazie alla passione, alla capacità, alla voglia di prendersi qualche rischio, sempre necessario per progredire. Alcuni aspetti però non possono essere persi di vista: sono trascorsi ben 24 anni dalla prima idea all’ultima autorizzazione. Non possiamo più evitare di affrontare un tema cruciale: come si decidono e come si portano avanti le grandi opere. Oggi si perde troppo tempo a far girar carta. Per il progetto della Barberino-Firen-
ze Nord sono stati prodotti 4mila elaborati e sono state necessarie ben 42 firme. Trentuno nuove leggi dal 2001 ad oggi hanno poi determinato la necessità di riprogettare pezzi o parti della Variante. Per il futuro serve più essenzialità. Oggi siamo nel cantiere CMB e se siamo qui adesso – e non tra un mese o fra un anno – è perché CMB ha lavorato molto bene, con grande dedizione e grande senso di responsabilità complessiva».
Il cantiere-comunità Un lavoro complesso e faticoso, un capitolo di storia che conferma il ruolo della CMB tra le più importanti realtà nel settore dell’edilizia. Il presidente della cooperativa, Carlo Zini, ha spiegato come le grandi opere nascono grazie alla dedizione e al lavoro di tanti professionisti e operai che nel cantiere condividono esperienze di vita: «Siamo
orgogliosi del lavoro svolto – ha affermato Zini. Qui gli operai hanno lavorato su tre turni e, in alcuni momenti, nei campi base c’erano anche 500 persone, una comunità che ha avuto come suo ‘sindaco’ il direttore tecnico del cantiere. Qui, in raccordo con la Regione Emilia Romagna, abbiamo istituito un protocollo della sicurezza e il maggior incidente registrato è stato quello di un operaio che si è dato una martellata su un dito. Questo per una cooperativa, per un’impresa è motivo di grande soddisfazione: bisogna lavorare in sicurezza». «Oggi – ha proseguito Zini – è anche il momento dei rimpianti. Quando sentite l’escavatore battere per l’ultima volta è come se finisse un pezzo di vita. In questi anni di lavoro, la comunità del cantiere ha visto nascere bambini e bambini che oggi hanno terminato le scuole. C’è una prospettiva
ZOOM / INTERVENTO IN DETTAGLIO
di vita nelle gallerie. Abbiamo cominciato con il Monte Bianco, le gallerie del raccordo sull’Asti-Cuneo, poi siamo arrivati qui. Siamo gli eredi di una grande tradizione che è quella cooperativa, il consorzio delle cooperative di costruzione che all’inizio del ‘900 ha fatto la Direttissima delle ferrovie. Eravamo nei lotti dell’Autostrada del Sole e poi siamo stati nel Cavet (Consorzio alta velocità Emilia Toscana). Noi veniamo da lontano: oggi facciamo 110 anni di storia. All’inizio del ‘900 alcuni braccianti si era messi insieme per cercare condizioni di vita migliori, e oggi siamo qui».
Zini prende in mano un vecchio libro di Ivano Barberini, storico presidente della Lega nazionale cooperative, “Come vola il calabrone”, un percorso storico che ricostruisce la storia della cooperazione. «Siamo dei calabroni – ha continuato Zini – Non si capisce come una società di persone senza fini di lucro possa andare in giro per il mondo e avere successi di questo tipo. Se ce l’ha fatta la CMB, auguri per l’Italia».
Un simbolo per l'Italia A dare il via alle operazioni di abbattimento del diaframma è stato il presidente del
Consiglio Matteo Renzi, che ha paragonato la conclusione degli scavi della Variante all'uscita del Paese dalla lunga crisi. «Quando Zini ci parlava – ha esordito Renzi – ho pensato alla gioia e anche all'amarezza di quando si chiude un cantiere, a chi in quel cantiere ha lavorato per tanti anni. A nome del governo devo, innanzitutto, dire grazie. Percorrere il tratto appenninico dell'autostrada è sempre stata un'esperienza meravigliosa ma difficile, per chi ama la macchina. Con l'eliminazione dell'ultimo diaframma abbiamo concluso la parte delle gallerie, ma il lavoro non è
A 08 / N 34 / P 10-11
L'ITALIA FRENATA DA LEGGI E FIRME: UN PROGETTO LUNGO 33 ANNI Dal 1982 al 2006. Sono stati necessari ben 24 anni dall’idea di realizzare la Variante di Valico per arrivare all’ultima autorizzazione. Troppi cambiamenti normativi (31), troppe firme (42), una pesante burocrazia hanno appesantito la storia della Variante che sarà aperta al traffico tra un anno. Il primo progetto di raddoppio dell’A1 nel tratto appenninico risale al 1982, con l’emanazione della legge 531/82 “Piano decennale per la viabilità di grande comunicazione e misure di riassetto del settore autostradale”, che autorizza il completamento e l’ammodernamento di itinerari di grande comunicazione.
1990
Successivamente alla redazione dello Studio di impatto ambientale dell’opera, la Società Autostrade firma le convenzioni con i Ministeri dei Lavori pubblici e dell’Ambiente, le Regioni Toscana ed Emilia Romagna, l’Anas e gli enti locali interessati alla realizzazione dell’opera.
1992
Il progetto viene approvato dalle Regioni ai fini localizzativi e dall’Anas in linea tecnica.
1996
Il Governo approva l’intervento di potenziamento della Bologna – Firenze.
1997
Autostrade per l’Italia, con l’estensione della concessione fino al 2038, inizia la fase del progetto definitivo, con l’impegno di costruire un nuovo tratto di Variante in grado di rispondere alle nuove esigenze di traffico.
Agosto 2001
Con delibera del Consiglio dei Ministri, trova conferma il tracciato originario approvato dall’Anas e dalle Regioni nel 1992 (Variante)
Novembre 2001
Si chiude la Conferenza dei Servizi, con prescrizioni che determinano un ulteriore iter di approvazioni.
2002
L’iter autorizzativo giunge a compimento nell’anno della costituzione degli Osservatori ambientali e socio-economici per la realizzazione della Variante di Valico previsti nelle Convenzioni con le Regioni Emilia Romagna e Toscana.
2006
Autostrade per l’Italia ottiene l’ultima autorizzazione per far partire gli ultimi lavori.
ancora terminato. Questo Natale sarà comunque l'ultimo senza la Variante aperta al traffico. Presto potremo percorrere tre chilometri in meno, risparmiare circa un quarto d'ora di percorrenza, evitare le file sempre segnalate tra Barberino del Mugello e Ronco Bilaccio. La velocità e la qualità dell'attraversamento sarà decisamente migliore. Per questa ragione la Variante di Valico migliorerà la qualità della vita di chi percorre l'autostrada». Prima del taglio della cravatta in segno di prosperità per il futuro e i prossimi lavori,
Renzi ha voluto lanciare un messaggio di speranza. «Mi piace pensare – ha continuato – che questo lavoro l'abbia fatto tutta l'Italia. Io vorrei che di fronte all'abbattimento di questo ultimo diaframma tutti avessero un pensiero: insieme all'ultimo blocco di roccia si abbattono anche le nostre paure. L'Italia è molto più forte e grande di come viene descritta. I problemi ci sono e non sono sottovalutati, ma come avete dimostrato con questa opera, siamo molto più forti delle difficoltà che abbiamo davanti, molto più bravi degli altri e molto più in grado di scrivere una
pagina di storia che sia anche futuro e non soltanto passato. Il lavoro che è stato fatto con la Variante è il simbolo del Paese, che è in una galleria, in un tunnel di rassegnazione. Ma ha la capacità di uscirne». Renzi rintraccia nell'ultimo diaframma i tabù che bisogna abbattere. «Con il cuore in mano vi chiedo – ha concluso Renzi – di continuare a credere che questo Paese è capace di fare cose giudicate altrove improbabili». La cravatta è tagliata, l’ultimo blocco di roccia abbattuto e gli operai della CMB festeggiano l’incontro con i lavoratori dell’impresa Toto.
DIALOGHI / STORYTELLING
A 08 / N 34 / P 12
VITE DI CANTIERE DIALOGHI
A tu per tu con i soci
Intervista a Giuliana Bergianti, impiegata da oltre 10 anni nell’ufficio Amministrazione del Personale di CMB. Dallo scorso giugno è entrata a far parte del Consiglio di Amministrazione, eletta con tantissimi voti. Forse perché tutti la conoscono e hanno avuto modo di apprezzare il suo lavoro.
A 08 / N 34 / P 13
DIALOGHI / STORYTELLING Ciao Giuliana, ti sei laureata in Giurisprudenza… Cosa ti ha spinto a entrare in CMB? Una crisi di vocazione. Lavoravo come avvocato in uno studio, ma l’impatto col Tribunale non è stato per nulla piacevole. Avevo bisogno di staccarmi dai ritmi della professione legale: per qualche mese ho lavorato in un ufficio spedizioni, poi ho mandato il curriculum a CMB. Non avendo ricevuto risposta al primo tentativo, l’ho inviato una seconda volta... A quel punto Paolo Zaccarelli mi ha chiamata per capire se ero davvero disposta a cambiare mestiere. Qual è stata la tua prima impressione, una volta entrata in una realtà cooperativa? Per me CMB era un altro mondo: una realtà complessa, apparentemente caotica, dove avevo molto da imparare. In quella fase, i nuovi colleghi mi sono stati di grande aiuto e hanno avuto la pazienza di insegnarmi diverse cose in poco tempo. Certo, la formazione di avvocato mi ha aiutata nella ricerca di atti normativi, oppure quando era necessario recarsi in tribunale… Ma per occuparsi di paghe e contratti bisogna possedere i ferri del mestiere. Lavori all’Ufficio Amministrazione delle Risorse Umane: cosa ci puoi raccontare del tuo lavoro, vista la particolarità di vederti “passare davanti” gran parte del personale di CMB? C’è qualche episodio che ricordi con piacere? Sono spettatrice di decine di storie, perché in questo ufficio passano davvero tutti… C’è chi viene a comunicare la nascita di un figlio, chi invece è costretto a ricorrere agli ammortizzatori sociali. Davanti a me scorre una vasta gamma di umori… Una volta, qualche anno fa, in un solo giorno sono passati in centinaia: era la vigilia delle ferie natalizie e c’era un clima di festa, si distribuivano le tredicesime e i pensionati stavano ritirando le strenne. E tutti entravano nel mio ufficio per farmi gli auguri. Com’è cambiata nel tempo la gestione delle risorse umane? La gestione delle risorse umane risente dei cambiamenti epocali. All’inizio del mio incarico, nel 2002, la cooperativa stava vivendo un periodo di successo, in linea con l’andamento dei mercati. Si facevano assunzioni a valanga e tanti giovani – me compresa – sono entrati a far parte della cooperativa. Adesso le assunzioni sono ferme, i giovani sono invecchiati e le pratiche riguardano spesso la cassa integrazione. Ma per quanto mi riguarda il volume del lavoro da sbrigare è rimasto più o meno lo stesso. CMB è un’impresa con un’alta percentuale di personale maschile rispetto a quello femminile: da donna, come vivi questa situazione? È una situazione che non noto neanche,
“In CMB, la maggior parte delle donne lavora in ufficio. Forse perché è difficile conciliare le esigenze della famiglia con la vita del cantiere, lontano da casa”
visto che il mio lavoro si svolge per lo più lontano dai cantieri, dagli ambienti prettamente maschili. Qui a Carpi la percentuale delle donne è pari a quella degli uomini, più o meno. Per altro, in CMB c’è un’attitudine consolidata a tenere conto delle esigenze dei lavoratori, a favorire la conciliazione tra vita familiare e lavorativa. Abbiamo sei tipi di part time diversi (dal 50% all’87%) e mettiamo in pratica tutto quello che la legge prevede per garantire un’organizzazione più flessibile della giornata lavorativa. Una buona chance per tutti, soprattutto per le donne con figli. Da qualche mese ricopri il ruolo di Consi-
gliere di Amministrazione. Cosa significa per te “fare il Consigliere” in CMB? Significa guardare la cooperativa da un punto di vista diverso, entrare nell’ambito dell’organizzazione e delle scelte cruciali. È una bella responsabilità anche dal punto civile e penale, di cui sono profondamente consapevole per via della mia formazione di avvocato. Per il momento, sono in fase di studio: preferisco intervenire sugli aspetti che conosco meglio e pormi in posizione di ascolto rispetto agli ambiti nei quali non ho molta esperienza. Dicono che ci voglia almeno un anno per entrare “nella parte”, ma per fortuna in Consiglio di Amministrazione c’è già chi ha molta più esperienza di me.
SCHEDA LAVORO / TRANVIA DI FIRENZE
Da Careggi a Fortezza in 11 fermate
Di Mario Milazzo
La linea 3.1 si intreccia con la Firenze-Scandicci, costruita da CMB nel 2010. La conclusione è prevista per l’agosto 2017.
C
ontinuano i lavori per l’estensione della tranvia di Firenze. Il primo collegamento (T1), che collega il capoluogo toscano con Scandicci, è entrato in funzione nel febbraio 2010 e oggi il progetto si sviluppa con gli interventi per la realizzazione delle linee 2 e 3. CMB realizzerà le opere civili della Linea 3.1 (primo lotto) con Dicos Spa; per coordinare la progettazione e l’esecuzione le due imprese hanno fatto nascere la società consortile a responsabilità limitata Trafiter. I lavori, che riguardano un tracciato di circa 3.400 metri, sono partiti lo scorso maggio con lo spostamento dei sottoservizi (reti idriche, fognarie, gas, elettriche e telefoniche) e la conclusione è prevista per l’agosto 2017. La Linea 3 della tranvia di Firenze si sviluppa su di un tracciato sostanzialmente a raso che si muove dal viale G. B. Morga-
gni, ovvero dal capolinea Carreggi, fino a Piazza Bambini e Bambine di Beslan (zona di fronte la Fortezza da Basso). Sono previste nove fermate (di cui due sono con banchine sdoppiate su rami a singolo binario di andata e ritorno), quattro opere d’arte (muretti in cemento armato nella zona del sottopasso Statuto, intervento di consolidamento del ponte esistente sul torrente Mugnone, nuovo sottopasso carrabile di viale Strozzi e viale Milton e nuovo ponte provvisorio sul torrente Mugnone) e un bivio in linea per le interconnessioni con la Linea 2.
Sei macrocantieri Durante la fase di costruzione la Linea 3.1 viene suddivisa in sei macrocantieri e relative sottofasi, le cui attività, regolate da apposite “ordinanze” rilasciate dall’Ufficio Mobilità del comune di Firenze, hanno inizi differenziati per ridurre al minimo i disagi alla cittadinanza. Ogni fase è accompagnata da una progettazione viabilistica con l’individuazione di flussi di traffico e segnaletica provvisoria. Lo scartamento della linea tranviaria sarà quello classico di 1.435 mm e non sono state previste variazioni di scartamento nelle curve che presentano raggi ridotti. La sede tranviaria avrà una larghezza diversa a seconda del posizionamento dei pali per il sostegno della linea di contatto. Quando i pali sono in posizione centrale fra i binari, la larghezza minima in rettilineo sarà
pari a 7,10 m. (misurata all’esterno dei cordoli di bordo), mentre con i pali laterali ai binari o con linea di contatto sospesa, la larghezza minima in rettilineo sarà pari a 6,50 m. (misurata all’esterno dei cordoli di bordo). I cordoli che delimitano la sede tranviaria saranno realizzati in elementi di pietra nella zona della Fortezza, e in elementi di conglomerato cementizio nelle restanti zone. L’organizzazione dei materiali prevista nel progetto garantisce una differenziazione cromatica (e anche tattile) tra la sede e l’ambiente circostante costituendo, di
A 08 / N 34 / P 14-15
INTERVENTO IN DETTAGLIO Fermate con banchine Per tutta l’estensione la linea dispone di 11 fermate con banchine attrezzate con pensiline e impianti di illuminazione. Unica eccezione è la fermata Fortezza, dove non sono presenti le pensiline. Le fermate sono di tre tipologie: con banchine laterali e sede a doppio binario, con banchina laterale e sede a singolo binario, con banchina centrale e sede a doppio binario. La fermata a banchina centrale prevede la realizzazione di un unico marciapiede tra i binari di linea che sarà raccordato alle estremità, mediante un piano inclinato con pendenza variabile a seconda dei casi e comunque inferiore all’8% (normalmente 5%), alla quota della pavimentazione stradale per favorire l’accesso dei disabili al piano di fermata, in conformità alle norme vigenti in materia di abbattimento delle barriere architettoniche.
Sottostazioni elettriche Le sottostazioni elettriche (SSE) sono ospitate in tre edifici (Carreggi, Rifredi e Costituzione) lungo la linea. I fabbricati sono realizzati in conformità ai requisiti delle apparecchiature ospitate (trasformatori, quadri elettrici, convertitori per la TE, servizi elettrici annessi) e hanno dimensioni planimetriche di 15.96 metri per 10.96 con un’altezza complessiva
fatto, un primo livello di protezione e assicurando un corretto inserimento nel contesto urbano circostante. In alcune tratte sono previsti ulteriori elementi di “separazione visiva” costituiti da una serie di calotte sferiche in metallo poste sulla sommità del cordolo, a intervalli regolari di circa ml 1.0 e con la funzione di “dissuasori” per rimarcare ulteriormente la separazione tra la sede e il piano stradale o il marciapiede. Un secondo “livello” di protezioni “visive” si è ottenuto tramite l’utilizzo di segnaletica che, oltre a quella classica verticale su pali, prevede
la realizzazione di segnali “a terra” opportunamente dislocati (ad esempio in corrispondenza degli attraversamenti orizzontali della sede). Seguendo la stessa logica, la cordonatura dei marciapiedi delle fermate è stata dotata di luci circolari incassate e calpestabili che fungono da veri e propri delimitatori visivi del marciapiede stesso rispetto alla sede. Infine una appropriata segnaletica “a terra” in materiale tattile servirà tutto il marciapiede di fermata (fascia di sicurezza, indicazione dei flussi pedonali, segnali monitori). L’utilizzo di ringhiere metalliche (o paletti con catenelle) è previsto anche in tutti i casi dove la sede tranviaria sia particolarmente vicina a un marciapiede pedonale e sia assolutamente necessario minimizzare il rischio di invasione della sede da parte dei pedoni. Sono previsti parapetti di metallo anche nell’ambito di alcune fermate; la loro funzione è duplice: proteggere gli utenti dal traffico veicolare sul lato stradale del marciapiede di fermata e impedire che l’accesso a quest’ultimo possa avvenire in punti diversi dalle rampe disposte alle due estremità del marciapiede stesso. La sede tranviaria ospita i dispositivi di armamento, i sostegni delle linee di contatto, i dispositivi di segnalamento, di localizzazione dei tram e di controllo semaforico, con le relative vie cavi per le comunicazioni, il controllo e la distribuzione dell'energia elettrica ai dispositivi lungo linea e nelle fermate.
di 4.32 metri. La SSE Careggi è più grande (12 metri per 17) perché ospita un locale per il riposo del personale di servizio tranviario ed un servizio igienico.
Opere d’arte La principale opera d’arte presente sulla Linea 3.1 è il sottopasso stradale “Milton-Strozzi”. Il sottopasso viene realizzato su una strada esistente ed è composto da due carreggiate separate ognuna a due corsie percorse nello stesso senso di marcia. In superficie, la sistemazione urbanistica prevede la realizzazione della linea 3.1 posta in affiancamento al sottopasso lungo viale Strozzi (lato giardino della Fortezza da Basso). Ai bordi della tranvia si realizzeranno aree verdi, con percorsi pedonali che collegano la fermata Strozzi con la viabilità di superficie e con il Parco della Fortezza. Dal punto di vista strutturale le opere di sostegno del sottopasso sono realizzate attraverso la tecnica dei pali CSP (pali secanti), il tappo di fondo è costituito da un trattamento colonnare con pali plastici con funzione, oltre che di tenuta idraulica, di consolidamento strutturale per il contrasto orizzontale alle paratie. La copertura è realizzata con travi prefabbricate di diversa sezione. Le pareti verticali, infine, sono rivestite con lastre in pietra naturale Santafiora.
EFFETTO CMB / MESSA A FUOCO
SCANNER
a
I soci fotografano
A 08 / N 34 / P 16
A cura di: Andrea Rosa
Eleonora Corradi UNA FOTOGRAFA IN CMB Sono nata a Carpi nel 1971 e lavoro in CMB dal 1999 nell’area Risorse Umane. Già da piccola mi piaceva fotografare per fissare i ricordi di una vacanza, di amici, di familiari, di occasioni importanti. La prima macchina fotografica che mi hanno regalato è stata una compatta Olympus con la pellicola. Il salto di qualità è avvenuto quando mi hanno regalato una reflex analogica, una Nikon F60, ma con l’avvento del digitale e la nascita del mio primo figlio mi sono dotata di una Nikon D90. Ho frequentato un corso base di Photoshop per il desiderio di riuscire a “correggere” le foto in fase di post-produzione, ma credo che nulla come la padronanza tecnica possa agevolare la riuscita di una bella foto. Nell’aprile 2012, in occasione di un breve viaggio a Parigi, ho scattato numerose foto utilizzando la Nikon D90 e una fotocamera compatta, una Lumix Panasonic.
1
1. I tetti di Parigi dal Sacro Cuore 2. Tavolozza di un artista a Piazza du Tertre 3. Libreria Shakespeare and Co. 4. Le cabaret Lapin Agile 5. Giardini Tuileries 6. L’uomo che attraversa i muri della novella di Marcel Aymè 7. Mercato dei fiori dell’Ile de la Citè
A 08 / N 34 32 / P 17
2
3
5
4
6
7
OPERE / HOUSING SOCIALE
A 08 / N 34 / P 18
L’Expo avanza, Milano cresce Sette torri e 400 alloggi ospiteranno i delegati dell’esposizione universale. CMB sta realizzando diversi interventi dell’intero comparto. Di Alessandro Zuccoli / Foto Paolo Lorenzi
OPERE / HOUSING SOCIALE MILANO Nei prossimi anni, ai 400 alloggi ne verrano aggiunti altri 200
S
ette torri per un totale di quasi 400 alloggi, un grande intervento di edilizia sociale che crescerà nei prossimi anni e che, temporaneamente, ospiterà i delegati che arriveranno a Milano per Expo 2015. Nell’ambito della riqualificazione urbanistica dell’area di Cascina Merlata a Milano, CMB sta concludendo l’intervento di Housing sociale per conto di Euromilano Spa. Qui la cooperativa è già presente con gli appalti per le opere di urbanizzazione dell’intero comparto, per il parcheggio dei mezzi pubblici di Expo e con i propri lotti di iniziative immobiliari di Città Contemporanea. Nei prossimi tre anni, agli attuali 400 alloggi ne saranno aggiunti altri 300, facendone uno dei più importanti interventi di edilizia sociale in Italia.
Team al lavoro Nell’acquisizione e realizzazione dell’intervento CMB ha messo in campo e fatto va
A 08 / N 34 / P 19
OPERE / HOUSING SOCIALE
lere l’alta specializzazione ormai ottenuta nella gestione di questo tipo di interventi di edilizia residenziale con criteri di industrializzazione del processo. Il lavoro è frutto delle esperienze di un team immobiliare ormai esperto, dalla progettazione al controllo agli acquisti, oltre alle competenze nella gestione dei servizi integrati. In fase transitoria, gli alloggi saranno messi a disposizione dell’esposizione universale. Qui, per tutta la durata dell’esposizione, saranno ospitati delegati provenienti da tutti i paesi espositori. Si tratta di un esempio più unico che raro in Italia di sinergia tra investimento privato e utilità pubblica. Il Fondo di investimento Immobiliare (gestito da Beni Stabili Gestioni Spa), che assume la proprietà degli edifici, subentrerà infatti solo in un secondo tempo, mentre durante l’esposizione Euromilano affitterà gli immobili a Expo per l’alloggiamento dei delegati.
Dall’Expo al futuro Tutto ciò è reso possibile grazie a una limitata serie di opere provvisorie di adattabilità che saranno poi rimosse dopo l’esposizione e che servono per rendere più adeguati gli ambienti alla destinazione d’uso temporanea. Il taglio degli appartamenti, ad esempio, è stato adattato all’alloggiamento di più persone mediante la predisposizione di pareti a secco che individuano locali aggiuntivi e che saranno poi rimosse. Nei bagni le vasche saranno posate solo in fase successiva e sostituite provvisoriamente da docce, mentre i locali condominiali al piano terra sono provvisoriamente convertiti in spazi di utilità pubblica come lavanderie, ambulatorio, sportello bancario, locale per il culto, palestra, tavola calda. Dopo la manifestazione, oltre alla rimozione e al ripristino di queste opere, l’incarico di CMB (mandataria in consorzio con altre tre imprese milanesi) prevede la rimessa “a nuovo” dell’immobile mediante una serie di interventi concorda-
ti con il Committente, quali ad esempio la sostituzione dei componenti (infissi, oscuramenti, sanitari, pavimentazioni, ecc.) danneggiati o ammalorati, la ritinteggiatura delle pareti, la revisione degli impianti.
Capacità di sistema Per l’ottimizzazione e l’efficacia di questi interventi assume grande importanza la capacità di sistema che CMB possiede in modo sempre crescente. Una capacità che si declina nell’idea di disciplinare la consistenza di queste opere – già in fase contrattuale di affidamento ai fornitori – inserendone la previsione negli oneri o nelle garanzie, oppure sfruttando la leva fornita dalle polizze assicurative o la recente acquisizione dei servizi di gestione e manutenzione da parte del settore project e service della Divisione dei Territori. Il beneficio finale è quello di recuperare marginalità proprio su questi interventi “di servizio” a vantaggio dell’intera commessa di costruzione più tradizionale.
/ P 22 A 07A/ 08 N 34/ N/ 34 P 20-21
ALTRE STORIE / NON SOLO CALCIO
Incursioni
1000 parole scritte da Rudi Ghedini
✎ Argomenti a tema libero
Orwell, molto oltre l'attualità TESTO FINTO
A trent’anni di distanza, 1984 lascia un retrogusto amaro.
Leggo più che posso, l’Ottocento, il Novecento e i contemporanei, seguo un pugno di scrittori che non mi hanno mai deluso – Roth, McEwan, Simenon, Hornby - e ho rinunciato a contrastare un paio di lacune: evito i Premi Nobel (ammesso che sappia chi sono: a volte non li ho nemmeno sentiti nominare) e i libri in vetta alle classifiche, i più recensiti, pubblicizzati, quelli che vanno in tv. È una forma di snobismo, la mia, che si è imposta fin dall’adolescenza, e ha fatto sì che leggessi con anni di ritardo la Tamaro di Va’ dove ti porta il cuore, o ignorassi deliberatamente titoli che quasi tutti gli amici avevano letto. Questa premessa serve a motivare un’eccezione: Orwell, 1984. Lo lessi, appunto, nel 1984 – preceduto da un’illuminante intervista per l’Unità di Nando Adornato a Enrico Berlinguer. Lessi il romanzo nell’anno fatale, quando era sulla bocca di tutti. E ho pensato di rileggerlo a trent’anni di distanza, ora che nessuno ne parla. Rileggere è diverso. Perdi l’effetto sorpresa, confronti le sensazioni dell’altra volta, ritrovi certi passaggi indelebili e altri che hai dimenticato, ti chiedi come sei cambiato, se stavolta rimani colpito da tutt’altro. Rileggere è un lusso che mi concedo troppo poco. Siccome la memoria non fa che peggiorare, e dimentico cose lette, viste e ascoltate, è consolante pensare che in vecchiaia riaprirò pagine a cui sono affezionato e mi sembreranno come nuove. Ma veniamo a Orwell e al suo capolavoro. Perché di capolavoro si tratta. Non per lo stile: anzi, è una lettura faticosa, dolorosa, con un lin-
guaggio più ruvido e pesante di quanto non siamo, dello stesso autore, l’Omaggio alla Catalogna o La fattoria degli animali. Ma la capacità visionaria di Orwell – che pubblicò Nineteen EightyFour nel 1948, in piena Guerra Fredda – continua a risultare profetica anche senza il Muro di Berlino, e non solo perché il Grande Fratello è diventato un format la cui logica voyeuristica ha dilagato in tanti programmi televisivi. Quanto all’ambiguità delle tecnologie dell’informazione, mi limito a ricopiare quel che diceva Berlinguer: “Ci vogliono limiti precisi all’uso dei computer come alternativa alle assemblee elettive. Tra l’altro non credo che si potrà mai capire cosa pensa davvero la gente se l’unica forma di espressione democratica diventa quella di spingere un bottone… Credo che nessuno mai riuscirà a reprimere la naturale tendenza dell’uomo a discutere, a riunirsi, ad associarsi”. Nell’anno 1984, la Terra è suddivisa in tre grandi superstati Oceania, Eurasia, Estasia - governati da regimi totalitari, in perenne guerra fra loro. Londra è la città principale di Oceania. Qui il regime ha come capo supremo il Grande Fratello, personaggio misterioso di cui nessuno conosce la vera identità. Il controllo è assicurato da onnipresenti telecamere, gli individui sono osservati nelle loro case, per strada, negli uffici, nelle scuole. Non esiste privacy. La “psicopolizia”, la polizia del pensiero, interviene a ogni minimo cenno di ribellione. La propaganda è costante, martellante, ininterrotta: in ogni angolo della città sono affissi manifesti che ritraggono il
Grande Fratello con i suoi slogan. C’è un Partito Interno, formato dal 2% della popolazione (chi comanda, i privilegiati), un Partito Esterno (al quale appartiene il protagonista, Winston Smith) e una grande massa chiamata prolet. In apparenza, il regime indirizza ogni sforzo tecnologico per vincere la guerra. In realtà, le esigenze della produzione bellica sono la scusa per non migliorare le condizioni di vita della popolazione, e la colpa è ovviamente del nemico, dei traditori. Winston Smith ha 39 anni, è magro, capelli biondi, “la pelle raschiata da ruvide saponette e da lamette che avevano perso il filo da tempo”. Lavora al Ministero della Verità, aggiorna e corregge le notizie pubblicate su libri e giornali. Per rendere coerente e infallibile la strategia del Partito, il passato va continuamente rettificato: “Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato”. Il regime ha imposto il bispensiero e la neolingua, due più due può non fare quattro, dipende dalle circostanze. Viene continuamente riscritto il vocabolario, per limitare i concetti a disposizione, mediante la sottrazione di parole adatte a esprimerli. Winston non riesce più a sopportare questo lavaggio del cervello. Ma ribellarsi significa morire, sparire senza lasciare traccia. La ribellione prende la forma di un diario. Comincia a scriverlo nell’intervallo di pranzo del 4 aprile 1984, approfittando di un angolo dell’appartamento fuori dalla portata delle telecamere. Tenere un diario è assolutamente vietato, Winston vi riversa pensieri e ricordi. Da tempo sta osservando una
ragazza bruna. È lei ad avvicinarlo, passandogli un foglietto con scritto “Ti amo”. È ancora lei a organizzare il primo appuntamento, quando gli dirà che di chiamarsi Julia. Comincia il periodo più felice e inebriante della vita di Winston Smith. “Nessuna emozione era più pura, perché ogni cosa era mescolata con la paura e con l’odio. Il loro amplesso era stato una battaglia. L’attimo di godimento, una vittoria. Era un colpo inferto al Partito. Era un atto politico”. La prima volta che si vedono nudi, nella stanza segretamente affittata sopra un robivecchi prolet, Winston si vergogna per quanto è pallido e magro, con le vene varicose sui polpacci. In quell’occasione idilliaca, Julia e il lettore scoprono che Winston ha una sola tremenda paura: i topi… A Orwell bastano questi due dettagli – topi e vene varicose – per definire un inedito modello di eroe, in cui il lettore non potrà che identificarsi. Dal 1948, questo romanzo si è imposto come un modello essenziale nell’ambito delle distopie, o utopie negative. Fermandosi alla superficie, l’interpretazione più immediata rimanda a una critica radicale del regime sovietico; ma se così fosse, rileggerlo oggi non provocherebbe particolari emozioni. In realtà, Orwell pone il problema del potere, del potere in quanto tale, di ogni potere che riduce i cittadini a sudditi, li controlla e li manipola, e fa rabbrividire l’ubiquità delle tecnologie dell’informazione, oggi che la tracciabilità di ogni individuo è pressoché totale. Riletto a trent’anni di distanza, 1984 mi ha lasciato un retrogusto più amaro di allora.
A 08 / N 34 / P 22
ALTRE STORIE / NON SOLO CALCIO
L'ultima Incursione ✎ Saluti di fine rubrica
1000 parole scritte da Rudi Ghedini
IL COMMENTO DEI REDATTORI Rudi Ghedini è stato una presenza fissa nei numeri di In Corso. Le sue incursioni – come dice il termine – sono delle azioni impreviste in territorio “nemico”, ma in sei anni anche i temi più eccentrici ci sono divenuti ormai familiari. Seguendo le sue passioni stagionali, Ghedini ci ha parlato di cambiamenti climatici (mai passati di moda), di sballo e tasso alcolico, di strategie e sconfitte scacchistiche e di protesta antirazzista nel mondo dello sport. Ha affermato con cupezza che “i giovani sono inquietanti”, mentre con la massima serietà ha ritrovato il mito di Sisifo nella caccia fallimentare di Wile E. Coyote, l’inseguitore di Road Runner nel cartone animato della Warner Bros. Ci ha raccontato di quando i nuotatori Tommie Smith
e John Carlos, davanti al podio, hanno alzato il pugno coperto da un guanto nero in segno di protesta, indifferenti di fronte alla bandiera a stelle e strisce. O delle sconfitte dello squadrone Terzo Reich, mal tollerate in campo come in battaglia: quando i nazisti affrontarono gli ucraini nello stadio di Kiev, spararono in alto dei colpi di mitra per seminare il panico. Per Ghedini, il campo sportivo è uno specchio in cui si riflette il mondo con le sue dinamiche. In una partita di calcio possono concretizzarsi le teorie più filosofiche e il pallone Bazuca, protagonista dei recenti mondiali del Brasile, è un pretesto per smascherare le politiche inique e gli interessi del governo brasiliano. Alcuni personaggi, già memorabili, hanno trovato po-
I RINGRAZIAMENTI DEL DIRETTORE Narra la leggenda che un certo numero di affezionati lettori attendesse impaziente l’uscita di in Corso, non per scoprire a quale progetto fosse dedicata la copertina, ma per leggere il contributo di Ghedini. Ora, questi lettori dovranno accontentarsi di seguire Rudi attraverso il suo blog. Ghedini con questo numero termina, dopo circa dieci anni, la collaborazione con il nostro giornale. Con queste poche righe, sperando di interpretare il pensiero dei lettori, vogliamo trasmettere il nostro ringraziamento a Ghedini per la preziosa
sto tra le pagine di InCorso proprio grazie alla penna di Ghedini. Tra questi, l’appena defunto Steve Jobs che ci invita a non sprecare il tempo, mentre il torbido Frank Underwood della serie TV “House of Cards”, capace di menzogne spregevoli, ci aiuta a capire come va il mondo. Proprio in quest’ultimo articolo, Ghedini cita Matteo Renzi: “La formazione politica può avvenire anche attraverso le serie tv americane”. Se dunque vi state chiedendo cosa c’entravano tutti questi temi con una cooperativa di costruzioni, vi risponderemo parafrasando il premier: “La formazione edilizia può avvenire anche attraverso le pagine di Rudi Ghedini”. A presto, Rudi. La Redazione
I SALUTI DI RUGI GHEDINI e originale collaborazione. Con le sue incursioni Ghedini ha contribuito ad allargare i confini inevitabilmente ristretti di un giornale aziendale; scrivendo di letteratura, sport, cinema, calcio, fumetti, cinema, serie tv ci ha aperto un mondo fantastico ma sempre collegato alla realtà della politica e dell’agire umano. Ci piace pensare che in Corso abbia una sua originalità, come la nostra cooperativa, anche perché ha avuto un collaboratore come Rudi Ghedini. Cari saluti. Paolo Zaccarelli
Ho cominciato a scrivere su Cmb In Corso una decina d’anni fa, questa è l’ultima Incursione perché “bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà”, come suggeriva Guccini. Saluti e ringraziamenti vanno a chi mi ha chiesto di scrivere e a chi ha trovato il tempo di leggermi. Finisce qui, Rudi Ghedini (rudighedini@gmail.com)
A 08 / N 34 / P 23
FLASH / DAL MONDO CMB
Brevi ma intense ✄ Ritagli di vita cooperativa MILANO
OPERE
ROMA
GETTATE LE FONDAMENTA DEL GRATTACIELO HADID Ancora un maxi-intervento ad opera di CMB. In poco più di due giorni, nel weekend del 5 dicembre, è stata posata la gigantesca platea di fondazione che reggerà il grattacielo Zaha
Hadid nell’area di Citylife a Milano. Si tratta di un’opera da record, tra quelle di maggiori dimensioni realizzate in Italia: misura 56,6 per 54,15 metri, con uno spessore di 2 metri e mezzo. Per le fondamenta sono stati utilizzati 7.500 metri cubi di calcestruzzo in un unico getto, una sorta di elemento monolitico in grado di reggere un edificio che si alzerà per circa 186 metri. Una volta consolidata, sulla platea partirà la realizzazione degli elementi strutturali dell'edificio – la struttura centrale verticale e i pilastri tortili esterni – che conferiranno alla torre la forma tortile immaginata da Hadid. Il lavoro di posa ha richiesto un particolare coordinamento logistico per assicurare, nell'arco di circa 50 ore, un conferimento continuo di cemento che ha coinvolto una trentina di betoniere sempre in viaggio (da 4 punti di approvvigionamento diversi esterni alla città). In cantiere erano in funzione quattro pompe mobili che hanno riempito la gigantesca cassaforma, oltre a una pompa di riserva pronta per eventuali sostituzioni d'emergenza. In tutto sono stati necessari 750 viaggi di betoniere. CMB ha scelto di operare nel fine settimana per evitare complicazioni logistiche e limitare al minimo le interferenze del viavai delle betoniere con il traffico urbano.
INCONTRI
COOPERAZIONE DEL FUTURO NEL CONGRESSO LEGACOOP
Codice cooperativo: fare l’impresa del nuovo millennio. Dal 16 al 18 dicembre, all’Auditorium della musica di Roma, si è svolto il 39esimo congresso nazionale di Legacoop, un importante appuntamento che ha voluto riflettere sul futuro della cooperazione e del Paese. Tra i relatori dell’evento il presidente Mauro Lusetti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, i ministri Franceschini, Poletti, Lupi, Padoan, Martina, don Luigi Ciotti, la presidente dell' “International cooperative alliance” Pauline Green, oltre a numerosi esponenti del mondo cooperativo italiano. Legacoop vuole avviare un nuovo ciclo espansivo della cooperazione per sostenere la ripresa. Questo, come è emerso nel corso degli interventi del congresso, significa andare oltre l’esperienza
storica della cooperazione, che da strumento difensivo dei ceti sociali marginali evolve in un soggetto capace di mettere a punto un tessuto imprenditoriale e sociale proiettato nel futuro. Il Vecchio continente con “Europa 2020” pensa a disegnare una strategia per una crescita “intelligente sostenibile e inclusiva” per riposizionarsi nell’economia globale. E la cooperazione segue questa strada con il progetto “Cooperazione 2020”. Per arrivare a risultati la cooperazione conta su alcuni punti di forza: il patrimonio valoriale, la dedizione dei soci, le competenze professionali, la sua dimensione europea e internazionale. L’intenzione è, soprattutto, quella di far crescere l’Alleanza delle cooperative italiane. Il congresso, in questo senso, ha dato il suo contributo.
IN CORSO RETROSCENA