Periodico trimestrale di opinioni e notizie - Anno XII. N° 47 - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB MO.
IN CORSO Opinioni e notizie in CMB NUMERO
47 04/2018
Sale il sipario In estate il Teatro Galli di Rimini riapre i suoi spazi dopo il recupero cominciato nel 2014
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INDICE / COLOPHONE
Scripta manent Parola di verbale. La grave situazione politica ed economica che si è venuta creando in Italia dopo l’8 settembre ha, purtroppo come era inevitabile, fatto sentire i suoi tristi effetti anche sulla nostra Cooperativa. La situazione della Società è seria e preoccupante, particolarmente per quanto riguarda il nostro cantiere di Littoria. Fin dal 9 settembre, in seguito alla situazione creata dalla reazione delle forze armate tedesche alla nostra dichiarazione di armistizio, praticamente il cantiere si era venuto a trovare isolato da noi.
Tratto dal verbale del Consiglio direttivo della Cooperativa muratori
IN QUESTO NUMERO
IN CORSO
PAG. 4 / INAUGURAZIONI
Il depuratore che parla col mare
Opinioni e notizie in CMB
L’impianto avviato lo scorso 9 marzo è dotato di una tecnologia che difende l’equilibrio dell’ecosistema marino
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PAG. 5 / PRIMO PIANO
inCorso
Volata finale per il Teatro Galli A Rimini gli ultimi interventi sull’edificio neoclassico prima della riapertura
PAG. 9 / ASSEMBLEA
2018-2020: CMB continua a crescere Il Piano industriale consolida l’attività del gruppo e punta sull’estero e i servizi di facility
14 novembre 1943
NUMERO
Periodico trimestrale di opinioni e notizie Anno XI. N° 47 Direttore responsabile: Paolo Zaccarelli Redazione: Francesca Martinelli, Sara Lelii, Luca Padovano, Federico Sarti Contatti: Martinelli. Francesca@cmbcarpi.it Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB MO . Proprietario: CMB Società Cooperativa Via Carlo Marx, 101, CARPI (MO) . Registrato al Tribunale di Modena il 26/06/2006 con il n° 1810. Progetto grafico: Hic Adv Stampa: Formagrafica
inCorso on-line
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Codice alfanumerico
PAG. 15 / CITYLIFE
Cantieri Gastronomici i Con i soci in trasferta
L’insegna Generali sulla Torre Hadid Grandi manovre in elicottero nel quartiere CityLife per montare gli elementi di una gru
Continua il nostro viaggio nei cantieri d’Italia, dove i nostri soci si concedono qualche evasione culinaria. Questa volta la tappa è a Bolzano.
a
Stampato su carta certificata FSC® proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.Per info: www.fsc-italia.it
TERNO AL LOTTO
CMB sotto scatto
In questo numero ospitiamo le immagini fotografiche di Roberto Meschiari, che descrivono la montagna, per lui un’autentica passione. Le immagini evocano sensazioni, fanno percepire l’aria frizzante delle alture, catturano paesaggi affascinanti dall’ampio respiro, altre riportano scorci che hanno a che fare con vicende drammatiche di alcuni di questi luoghi, per finire con installazioni artistico-naturalistiche molto particolari.
Ecco cosa significano i codici in testa ad ogni pagina A = anno di pubblicazione N = numero della rivista P = numero di pagina
Gioca i nostri numeri
RUBRICHE IN CORSO P. 3 / CORREVA L’ANNO Millenovecentocinquantacinque
P. 14 / PAGINE IT BIM, la tecnologia che osserva il cantiere
P. 18 / DIALOGHI Vite di cantiere
P. 20 / SCANNER CMB sotto scatto
P. 22 / CANTIERI GASTRONOMICI Una "mischung" di sapori a Bolzano
P. 23 / BREVI MA INTENSE News dalla nostra cooperativa
km della condotta 7 isottomarina del depuratore di Trieste
stampi in legno 88 glicreati su misura
per la realizzazione dei laterizi al Teatro Galli di Rimini
della gru 20 l’altezza utilizzata per installare l’insegna Generali sulla Torre Hadid
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STORIA / MAESTRA DI VITA
Correva l’anno
Immagini da un altro secolo
1955
A cura di: Francesca Martinelli
Costruzione del ponte sul torrente Dardagna L’antico ponte, sulla strada che collega Fanano a Porretta Terme sull’Appennino emiliano, è stato distrutto durante la Seconda guerra mondiale. Sulla destra si vedono i resti delle precedenti murature, mentre risaltano le imponenti impalcature in legno.
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EVENTI / INAUGURAZIONE
Trieste, il depuratore che parla col mare L’impianto avviato lo scorso 9 marzo è dotato di una tecnologia che permette il trattamento biologico a terra e difende l’equilibrio dell’ecosistema marino. L’assessore regionale Vito: “Un’opera strategica”
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o scorso 9 marzo, il nuovo depuratore che CMB ha realizzato a Trieste è stato avviato in esercizio provvisorio. I lavori, durati circa tre anni, sono cominciati con la deviazione delle acque del torrente Baiamonti. Si è passati poi alla realizzazione di un edificio dedicato a uffici e alle opere di ampliamento del precedente impianto di depurazione, lavorando su cinque piastre poggiate su 800 pali e con muri di 9 m di altezza per 60 cm di spessore gettati in opera e separati tra loro da giunti sismici. Fra le lavorazioni sono stati previsti cinque
attraversamenti ferroviari per collegare il nuovo impianto con il precedente. La più importante novità dell’impianto consiste nel trattamento biologico a terra, che abbatte le sostanze nutrienti contenute nei reflui, come azoto e fosforo, grazie a una condotta sottomarina di 7 km dotata di 600 torrini diffusori grazie al quale è il mare ad abbattere questi elementi che diventano un nutrimento per la fauna marina. L’impianto è inoltre dotato di una tecnologia che consente di bilanciare l’intensità del trattamento in base allo stato del
mare garantendo un perfetto equilibrio dell’ecosistema marino del Golfo di Trieste. «Un'opera strategica per il territorio, che per la città di Trieste significa poter disporre di un impianto di depurazione all'avanguardia e innovativo da un punto di vista ambientale». Parole dell'assessore regionale all'Ambiente ed energia del Friuli Venezia Giulia Sara Vito, presente alla cerimonia per l’avvio dell’impianto assieme al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, al presidente Hera Tomaso Tommasi di Vignano e al consigliere delegato di CMB Roberto Davoli.
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PRIMO PIANO / RESTAURI
Volata finale per il Teatro Galli Ancora pochi mesi e alla città di Rimini sarà restituito nella sua bellezza l’edificio neoclassico progettato dall'architetto Luigi Poletti. L’intervento di CMB, tra scavi e confronti con le Soprintendenze, è cominciato nel 2014 a cura di Arnaldo Tamburini e Claudio Camellini / foto di Paolo Lorenzi
PRIMO PIANO / RESTAURI
S
arà un’emozione la riapertura del Teatro Galli di Rimini. Ancora pochi mesi e i lavori, che prevedono l’ultimazione del museo che raccoglie le stratigrafie dell’opera e l’installazione degli speciali impianti audio-video e le luci di scena, saranno conclusi. L’appuntamento è previsto entro l'estate e sarà un evento che abbraccerà la città nel clou della stagione turistica. Progettato nel 1841 dall’architetto Luigi Poletti di Modena, illustre esponente dell’architettura neoclassica in Italia e ultimo dei grandi architetti pontifici, il Teatro Galli di Rimini fu costruito tra il 1843 ed il 1857. Grazie al suo progetto, introdusse a Rimini nu-
merose innovazioni all’architettura teatrale ottocentesca: contrario alla ripetitività seriale dei vari ordini di palchetti, l’architetto aveva infatti previsto un sistema di arcate su piedritti per il primo ordine e un colonnato con ordine gigante per il secondo e terzo ordine di palchi. L’architetto applicò ai massimi livelli tutti i principi dell’architettura neoclassica avvalendosi delle migliori maestranze per la realizzazione degli stucchi e dei decori di sala nei colori del bianco e dell’oro, scelte che rendevano la sala maestosa e al contempo ariosa e leggera. Inaugurato il 16 agosto 1857 con “Aroldo”
di Verdi il teatro fu protagonista di fiorenti stagioni liriche. Durante la Seconda guerra mondiale, il 28 dicembre 1943 una bomba colpì la zona del palcoscenico cui seguì una seconda bomba nella zona della sala il 30 dicembre. Nel complesso danni non irreparabili, se non fossero stati seguiti da saccheggi e demolizioni, quando la parte danneggiata venne usata come cava di materiali da costruzione. Il Foyer, comprendente le scale circolari di accesso e il ridotto, non subì invece danni e a periodi alterni fu utilizzato fino al 2011, anno in cui sono iniziati i lavori di restauro conclusi da CMB nel 2015.
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UN PO' DI NUMERI
2.800 mq superficie coperta 26,10 m altezza massima 2 livelli interrati 6 livelli fuori terra 20,90 m profondità palcoscenico 756 posti complessivi 276 posti in platea 500 mq sala musica 480 mq sala balletto 21 milioni di euro
Amintore Galli nel rispetto della ricostruzione filologica della sala, al contempo conforme alle attuali normative antisismiche, antincendio, impiantistiche, igieniche, con una macchina scenica moderna e tecnologicamente avanzata e con una particolare attenzione alla acustica.
Il restauro
Un progetto di ricostruzione filologica
Negli anni Ottanta è maturata la volontà del Comune di Rimini di restituire alla città il teatro nella sua interezza, idea concretizzata nell’ultimo decennio grazie alla perseveranza dell’attuale sindaco Andrea Gnassi e all’impegno del Rup (responsabile unico del procedimento), ingegner Massimo Totti, e del suo ufficio tecnico. Al termine di un lungo dibattito culturale sulla modalità della ricostruzione, l’Amministrazione ha abbracciato la scelta della restituzione filologica e tipologica. Il progetto è stato coordinato dalla Soprintendenza regionale per i beni e le attività culturali dell’Emilia Roma-
gna stabilendo di consolidare, restaurare e recuperare al nuovo uso e al godimento ogni membratura, parte, finitura o decorazione superstite della fabbrica; riprodurre le proprietà e il comportamento acustico della sala scomparsa; salvaguardare l’atmosfera dell’edificio distrutto; aggiornare le dotazioni impiantistiche e scenografiche, col ricorso a tecnologie di ultima generazione e raffrontarsi alle caratteristiche costruttive e tecnologiche del nostro tempo. Non la riproduzione pedissequa del manufatto così come si presentava prima della distruzione bellica ma un progetto complesso, ottimale per realizzare il teatro di Rimini
I lavori di ricostruzione veri e propri sono stati preceduti da due impegnative campagne di scavi archeologici svoltesi tra il 2012 e il 2013, scavi che hanno interessato sia la zona della sala che del palco. Tra il 2014 e il 2015 gli scavi sono proseguiti nell’ambito dei lavori di ricostruzione appaltati al raggruppamento di imprese composto da CMB e Idrotermica di Forlì. Per la complessità dell’opera è stato necessario organizzare i lavori di ricostruzione in due ambiti, il corpo della sala e quello della torre scenica, eseguiti poi in due differenti fasi. Nel corpo della torre scenica, per l’esecuzione degli scavi archeologici ci si è confrontati con varie difficoltà: la prima è stata quella di eseguire le indagini a una quota inferiore a quella della falda acquifera e al di sotto delle vecchie murature “polettiane”. Per ovviare a tale difficoltà, sono stati realizzati diaframmi perimetrali a contenimento del fronte di scavo. Superato l’impedimento generato dall’acqua di falda, è stata affrontata la difficoltà per l’esecuzione dello scavo archeologico in corrispondenza delle fondazioni delle pareti perimetrali esterne con il rischio di comprometterne la stabilità statica. In concerto con la Direzione lavori del Comune di Rimini e la Soprintendenza per i beni archeologici si è convenuto di spostare provvisoriamente le
PRIMO PIANO / RESTAURI
pareti esistenti con uno speciale sistema di binari metallici e martinetti idraulici. Una volta effettuata la traslazione delle due pareti, sono proseguite le indagini archeologiche che hanno portato alla luce un sito funerario, una basilica paleocristiana e i resti di Ariminum, la Rimini romana, rinvenimenti che, una volta documentati, sono stati rimossi. L’attività archeologica si è protratta dall’agosto 2015 fino all’aprile 2016. Ultimate le indagini archeologiche, per poter procedere allo scavo del terreno sterile all’interno delle paratie dei diaframmi, si è proceduto all’installazione di un sistema di opere provvisionali a contrasto del regime di forze gravanti sui diaframmi stessi. Il sistema ha consentito l’esecuzione in sicurezza dello scavo e il successivo raggiungimento della quota di fondazione fissata in progetto. Una volta realizzata la platea di fondazione si è proceduto allo smontaggio del primo ordine di puntoni idraulici, e una volta costruito il primo solaio si è proceduto allo smontaggio del secondo ordine. Realizzata la struttura del secondo solaio si è proceduto a riportare i muri precedentemente traslati nella posizione originaria.
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Nella Sala, a seguito del rinvenimento dei resti murari di una domus ecclesia risalente al III-IV secolo d.C., in accordo con la Direzione Lavori e le Soprintendenze, si è scelto di non rimuoverne le stratigrafie, ma di renderle visionabili al pubblico attraverso la realizzazione di un museo. L’edificio è costituito da quattro vani scala di accesso ai piani, realizzati in calcestruzzo armato in opera mentre gli elementi costitutivi il resto della struttura dell’edificio, travi e pilastri in cemento armato, sono stati realizzati in stabilimento, per poi essere assemblati e completati in cantiere secondo un processo semi industrializzato. Tale metodologia ha consentito una riduzione dei tempi di esecuzione e ha portato al completamento della struttura della sala nell’estate del 2016, il corpo costituente la torre scenica è stato completato nell’estate 2017, mentre nell’autunno sono state completate le coperture delle capriate in legno lamellare. Parallelamente, sono state effettuate tutte le attività di consolidamento dei paramenti murari esistenti, l’ancoraggio degli stessi alle nuove strutture in cemento armato, liberandoli di fatto dalla loro funzione strutturale. Per quanto riguarda le porzioni di murature perimetrali da ricostruire ex-novo, il progetto di restauro filologico è stato particolarmente attento, partendo dalla meticolosa analisi delle preesistenze. I paramenti esterni infatti non presentano un profilo banalmente verticale, ma rientranze e sporgenze in un giustapporsi di masse murarie caratterizzate da piedritti, arcate, cornici, aggetti. La realizzazione dei laterizi in mattoni faccia vista ha previsto la creazione di 88 stampi in legno su misura, che ripropongono le geometrie originali dei singoli elementi, e che sono stati utilizzati per riprodurre a mano circa 250mila pezzi posti in opera con una singolare tecnica di “stilatura” dei giunti, studiata appositamente per armonizzare la trama muraria delle nuove murature con quelle preesistenti. A oggi risulta completato tutto il paramento murario del teatro, ma proseguono i lavori di finitura e la realizzazione della sofisticata e complessa impiantistica della sala e della torre scenica. Grande attenzione è stata data alla qualità della percezione sonora e acustica delle attività teatrali nella cavea, nella fossa dell’orchestra e nel palcoscenico; la stessa che è stata attribuita all’isolamento acustico passivo tra i diversi ambienti del teatro e all’isolamento da rumori provenienti dall’esterno e da quelli degli impianti meccanici. Nel dicembre 2017, poi, CMB in qualità di mandataria dell’Ati CMB-Decima-F.lli Franchini si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione degli impianti speciali audio, video e luci di scena e dei corpi illuminanti storici costruiti seguendo le forme originali attraverso il rinvenimento della documentazione dagli archivi storici del Comune di Rimini.
ASSEMBLEA / PROSPETTIVE
2018-2020: CMB conferma le prospettive di sviluppo
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Il Piano industriale per il prossimo triennio consolida l’attività del gruppo e punta sull’estero e la valorizzazione dei servizi come scelta strategica a cura della redazione / foto di Fabio Boni
ASSEMBLEA / PROSPETTIVE
M
entre il settore costruzioni in Italia fatica a ripartire, CMB approva il suo Piano industriale 2018 – 2020 consolidando il modello di sviluppo già avviato negli anni scorsi, inserendovi tuttavia alcuni elementi di novità che dovrebbero porre le basi per una più decisa fase di crescita. Pur continuando ad agire come grande impresa di costruzioni a livello nazionale, il prossimo triennio si caratterizzerà per lo sviluppo dell'attività all’estero e per la valorizzazione della capacità di offerta integrata del gruppo dalla costruzione alle successive fasi di gestione dell’immobile, anche grazie al contributo della società controllata Arcoservizi Spa.
Il Piano industriale 2018 – 2020 è stato presentato ai soci sabato 17 febbraio, nella sede centrale di CMB a Carpi, e l’appuntamento ha visto la partecipazione del sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli e il presidente di Legacoop Lombardia Luca Bernareggi. “Per prima cosa – ha esordito il presidente Carlo Zini nel suo intervento – vorrei sottolineare a tutti i presenti che stiamo approvando un Piano industriale che rappresenta una svolta”. “CMB riprende la crescita – ha precisato – dopo una fase che potremmo anche definire quasi bellica, che ha letteralmente demolito l’industria delle costruzioni. Spero vivamente e mi auspico che venga impedito di scendere oltre questo livello, altrimenti
verrà fatto un ulteriore danno a un settore già in estrema difficoltà”. È stato Marcello Modenese invece a illustrare il Piano industriale 2018 – 2020: “Gli obiettivi principali sono quelli di portare i ricavi nel 2020 a oltre 650 milioni di euro, con un utile netto di circa 6 milioni, in modo da rafforzare il proprio posizionamento competitivo sul mercato delle costruzioni in Italia e puntare sulla crescita internazionale e sui servizi. Il portafoglio ordini dovrà attestarsi a 3 miliardi di euro a fine 2020 con un tasso di crescita annuo al +3% e sarà determinato per 1.100 milioni da lavori in Italia, per 250 milioni da lavori all’estero e per 1.650 da concessioni e servizi. L’obiettivo da perseguire è quello di portare
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L’evoluzione sociale di CMB di Giuseppe Grimaldi
Vorrei richiamare due cambiamenti epocali che hanno caratterizzato gli anni Settanta, non tanto per gli aspetti tecnico-economici, che sicuramente ci sono stati, quanto per la valenza sociale contenuta in questi cambiamenti, che per la loro natura definisco mutazione genetica. Mi riferisco al riconoscimento della figura di socio anche agli impiegati ed alla unificazione fra Cooperativa Braccianti e Cooperativa Muratori Carpentieri e Cementisti che nel 1977 sfociò nella CMB di Carpi. Li unisco perché sono accomunati da un’unica caratteristica: lo scontro fra due realtà diverse per cultura, per esperienze di lavoro, che, nella circostanza fu vissuto in modo drammatico dal vecchio socio cooperatore che con queste scelte si sentiva defraudato della sua cooperativa, sentiva di perdere la propria identità. Oggi, naturalmente quei cambiamenti non possono che essere valutati positivamente sia sul piano sociale che imprenditoriale. A dimostrazione di quanto sto dicendo vi racconto due episodi vissuti personalmente. Anno 1970, ingegnere appena assunto dalla CMB, sono stato catapultato sul cantiere dell’Autostrada della Cisa sull’appennino parmense: era un grande cantiere con circa 250 operai, la sera
la componente servizi del fatturato a circa il 20% e quella estera al 10% del giro d’affari nel 2020, per incrementarne la valenza strategica nell’impresa”. Sui mercati internazionali CMB mira, del resto, a esportare le sue specializzazioni in ambito ospedaliero e nella realizzazione di edifici alti, in modo da competere sulla qualità dell’offerta in grado di fornire. CMB imposta il suo Piano industriale puntando sullo sviluppo nelle aree di specializzazione e di esperienza per l’impresa: le costruzioni per committenti pubblici e grandi clienti privati, oltre all’area del project financing e dei servizi ospedalieri. Tutto questo mentre avanzano a pieno regime alcune grandi commes-
se in Italia come l’ospedale di Pordenone e la Torre Libeskind per CityLife a Milano e procede la fase di progettazione dell’ospedale universitario di Odense in Danimarca. Fra le strategie adottate da CMB per tutelare la crescita, nonostante la crisi del settore dell’ultimo decennio, è stata fondamentale la gestione della struttura patrimoniale e finanziaria del gruppo che è stata mantenuta solida e ben equilibrata con un livello di indebitamento inferiore rispetto alla media di settore. Con riferimento alle politiche delle risorse umane, dopo aver concluso il processo di riorganizzazione aziendale e aver assistito a una riduzione degli organici degli ultimi anni, nel prossimo triennio verranno assunte oltre
cosa si faceva? Si giocava a carte. Io non avevo mai praticato alcun gioco di carte, ho perso la partita e un vecchio socio commenta in dialetto: “Bene, siamo proprio a posto, se l’ingegnere fa il suo lavoro per come gioca a carte, la CMB ha fatto proprio un bell’acquisto!”. Potete immaginare il mio sconforto, ma ferito nell’orgoglio, ho reagito, mi sono ripreso subito, sfidandolo in una rivincita e mettendo in palio la solita bottiglia di lambrusco. Come sapete la carta aiuta e bagna i principianti: ho vinto e gli ho detto “D’ora in poi se vuoi sederti al mio tavolo devi prima fare un corso di almeno tre mesi”, da quel momento tutte le volte che mi incontrava nei corridoi, da lontano, alzando la mano e sorridendo mi salutava scuotendo la testa: “Ingegnere!”. L’episodio dell’unificazione: eravamo riuniti in pompa magna in questa sala, alla presenza del notaio, per approvare il nuovo Statuto. Dopo che è andato via il notaio è intervenuto il presidente della ex Braccianti per commentare l’evento, iniziando così: “Bene compagni – rivolgendosi ai suoi – ieri sera avevamo due miliardi di crediti, oggi ne abbiamo due di debiti! Fantastico no?”. Chissà cosa direbbe se potesse vedere i bilanci odierni!
150 unità, tra la capogruppo e le società partecipate. Si tratterà di giovani sotto i 35 anni che verranno inseriti in percorsi di formazione e crescita per maturare le competenze necessarie a superare le nuove sfide che l’impresa sarà chiamata a compiere nei prossimi anni. L’assemblea si è conclusa con l’introduzione delle attività relative ai 110 anni di CMB, che sono state brevemente rappresentate da Paolo Zaccarelli, e con gli interventi di Barbara Maccioni che ha illustrato la complessità e le potenzialità di sviluppo e crescita per il futuro sul mercato estero e la conclusione di Giuseppe Grimaldi, storico direttore tecnico dell’impresa.
PRESENTAZIONE ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI
ASSEMBLEA SEZIONE SOCI ROMA
ASSEMBLEA SEZIONE SOCI MILANO
Sabato 26 maggio 2018 ore 9:30
Mercoledì 23 maggio 2018 ore 15:00
Giovedì 24 maggio 2018 ore 15:00
Sede Centrale Via Carlo Marx, 101 - CARPI
Uffici CMB Viale Franco Angeli, 5 - ROMA
Hotel The Hub Milano Via Privata Polonia, 10 - MILANO
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE CARPI – Da eleggere due consiglieri ARLETTI RITA
RICCIO UGO
Dottoressa in Giurisprudenza ha 43 anni in CMB da 16 anni Legale Divisione Centrale CONSIGLIERE USCENTE
Geometra ha 53 anni in CMB da 20 anni Capo commessa CONSIGLIERE USCENTE
RAIMONDI LUCA
SOGLIA IGOR
Ingegnere ha 47 anni in CMB da 20 anni Project engineer immobiliare
Ingegnere ha 46 anni in CMB da 13 anni Responsabile servizi tecnici Divisione Centrale
MILANO – Da eleggere due consiglieri ANZANI OSCAR
NOTO GIOVANNI
Geometra ha 59 anni in CMB da 17 anni Tecnico immobiliare
Ingegnere ha 54 anni in CMB da 18 anni Capo commessa
CACIOPPO EMILIANO
SALVO TOMMASO
Dottore in Economia ha 44 anni in CMB da 11 anni Direttore Divisione Territori CONSIGLIERE USCENTE
Ingegnere ha 42 anni in CMB da 10 anni Capo commessa CONSIGLIERE USCENTE
ROMA – Da eleggere un consigliere BALESTRA SALVATORE
SIGNORINI CLAUDIO
Ha 54 anni in CMB da 34 anni Operatore macchine
Dottore in Economia ha 45 anni in CMB da 9 anni Responsabile commerciale area Lazio CONSIGLIERE USCENTE
CANDIDATI 2018 LE COMMISSIONI ELETTORALI
REGOLAMENTO Il Consiglio di Amministrazione rinnova cinque dei suoi componenti, due appartenenti alla sezione soci Sede, due appartenenti alla sezione soci Lombardia, uno appartenente alla sezione soci Lazio. Il Consiglio di sezione soci Sede rinnova uno dei suoi componenti. I candidati sono due. Il Consiglio di sezione soci Lombardia rinnova due dei suoi componenti. I candidati sono quattro. Il Consiglio di sezione soci Lazio rinnova due dei suoi componenti. I candidati sono quattro.
Le Commissioni Elettorali delle tre Sezioni Soci che hanno avanzato le proposte dei candidati riportate in queste pagine, erano così composte: SEDE
LOMBARDIA
LAZIO
Baldini Alfredo e Campedelli Luciano, nominati dall'Assemblea dei Soci nel 2017, Davoli Roberto quale rappresentante del Consiglio di Amministrazione e coordinatore.
Colombo Igor e Rosa Andrea, nominati dall'Assemblea dei Soci nel 2017, Cambiaghi Fabio quale rappresentante del Consiglio di Amministrazione e coordinatore.
Goldoni Mauro e Spera Mirella, nominati dall'Assemblea dei Soci nel 2017, Pietricola Carlo quale rappresentante del Consiglio di Amministrazione e coordinatore.
CONSIGLIO DI SEZIONE SOCI CARPI – Da eleggere un consigliere FONTANA GIANNA
FRANZINI MASSIMILIANO
ha 47 anni in CMB da 27 anni Capo contabile ufficio fornitori CONSIGLIERE USCENTE
ha 44 anni in CMB da 18 anni Capo commessa
LOMBARDIA – Da eleggere due consiglieri BOTTA LORENA
GATTI GIORGIO
GIANNINI CONCETTA
ZAINA ERNESTO
ha 39 anni in CMB da 16 anni Assistente tecnico CONSIGLIERE USCENTE
ha 48 anni in CMB da 24 anni Contabile lavori CONSIGLIERE USCENTE
ha 51 anni in CMB da 18 anni Addetta amministrativa
ha 53 anni in CMB da 17 anni Magazziniere centro servizi CONSIGLIERE USCENTE
LAZIO – Da eleggere due consiglieri CALENDI ANNAMARIA
DE LILLIS LUCA
FELICIANI MARIO
LUCARINI ANTONIO
ha 59 anni in CMB da 29 anni Specialista controllo QSA CONSIGLIERE USCENTE
ha 49 anni in CMB da 16 anni Muratore
ha 60 anni in CMB da 30 anni Direttore di cantiere CONSIGLIERE USCENTE
ha 55 anni in CMB da 27 anni Elettricista centro servizi CONSIGLIERE USCENTE
PAGINE IT / INNOVAZIONE
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PAGINE I.T.
Nuovi strumenti, nuove tecnologie, nuove relazioni
A cura di: Luca Padovano
BIM, la tecnologia che osserva il cantiere Innovazione per CMB significa guardare lontano per riuscire ad essere ancor più competitivi. Il Building Information Modeling spinge a virtualizzare l’opera prima di realizzarla
O
ggi siamo in compagnia di Paolo Dondi, project manager Divisione Centrale. Paolo è stato tra i primi a implementare sui suoi cantieri le esperienze di utilizzo della metodologia BIM, sperimentata e applicata nel comparto Citylife a Milano, oltre che in diversi altri cantieri CMB. Questo ci permette di fare il punto della situazione. Buongiorno Paolo, il BIM è ormai sulla bocca di tutti, il mercato lo richiede sempre più spesso, in Italia e all’Estero, qui in CMB stiamo passando dalla fase “pionieristica” (impostata ormai un lustro fa dall’ingegner Bettini) a quella di consolidamento e diffusione di queste metodologie. Tu che ne pensi? Stiamo sperimentando il BIM sull’Ospedale di Pordenone e devo dire che questa grande novità mi ha subito positivamente impressionato, anche se ci siamo immediatamente scontrati con le difficoltà di questo cambiamento culturale prima che tecnico, a partire dalla fase di progettazione. Quali sono secondo te le principali aree di cambiamento? Che miglioramenti ci possiamo aspettare? L’approccio metodologico alla progettazione cambia radicalmente. Se prima la progettazione era una rappresentazione anticipata e necessariamente indicativa di quanto poi si andava a realizzare, il BIM impone di analizzare compiutamente ogni singolo dettaglio della futura costruzione, integrando tra loro i componenti del progetto (impiantistico, strutturale,
architettonico) come se si dovessero effettivamente realizzare sul momento. In sostanza è vero che il BIM spinge a virtualizzare l’opera, quasi costruendola su computer, prima che in cantiere. Questo aiuta ad anticipare i problemi e a risolverli già in fase progettuale senza aspettare la realizzazione effettiva. Ma devo dire che il miglior risultato si ottiene quando la competenza nella realizzazione si sposa con l’avanzamento della fase progettuale e le due professionalità, fino a ieri separate temporalmente e soprattutto per sensibilità e obiettivi, lavorano assieme, focalizzate sul medesimo risultato. Hai sintetizzato perfettamente quello che a noi sembra l’obiettivo finale, ovvero connettere le fasi di progettazione, costruzione e poi in seguito gestione, in un unico processo “digitalizzato” che permetta a CMB di costruire più velocemente e con maggiore efficienza opere da gestire con profitto negli anni successivi. Io rilancio. Quando a Pordenone abbiamo raggiunto un buon livello di dettaglio sulla parte strutturale e architettonica, abbiamo compreso di avere una “scatola vuota” che senza gli impianti aveva meno valore di quello che avrebbe potuto avere. La conseguenza di ciò, lo dico da “canuto” uomo di cantiere con un occhio al mercato, è l’assoluta necessità di aggredire con convinzione la progettazione anche della parte impiantistica, per poi spingersi sulla parte realizzativa e infine sulla successiva gestione quando possibile.
Questo significa in sostanza rivedere il “prodotto CMB”, valorizzando a tutto tondo la realizzazione dell’ambiente costruito, per potersi aprire anche al successivo servizio integrato. Insomma, qualità della costruzione unita alla qualità del servizio diventano priorità competitiva. Esatto. Questo naturalmente significa investimento e grande impegno per migliorare l’impresa, costruire da zero nuove professionalità, mettere in comunicazione tra loro le professionalità che già esistono. Alla fine il BIM ci spinge a cambiare approccio, metodologie e soprattutto mentalità. Devo dire che questa sfida entusiasma me e il gruppo con cui sto lavorando. In questo percorso, a che punto siamo? Uso una metafora automobilistica: Bettini ha progettato nella galleria del vento l’automobile, il nostro BIM Manager Andrea Vanossi la sta collaudando e facendo scuola guida ai futuri piloti, l’IT sta lavorando per migliorare cinghia di trasmissione e centralina, tutti quelli coinvolti sono le ruote su cui deve correre l’automobile. Adesso CMB nel suo complesso deve essere in grado di preparare un fondo stradale liscio e senza buche su cui far correre la macchina alla massima velocità. E a questo punto, l’ufficio legale deve preoccuparsi di non farci prendere multe. Grazie e in bocca al lupo. In bocca al lupo a tutti.
CITYLIFE / TORRE HADID
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L’insegna Generali conquista la Torre Grandi manovre nel quartiere CityLife. Un elicottero ha trasportato in quota gli elementi della gru montata a tempi di record per installare la targa a cura della redazione / foto di Domenico Cichetti
CITYLIFE / TORRE HADID
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l quartiere CityLife si è svegliato assistendo a una vera impresa la mattina del 10 aprile: CMB, impegnata nell’ultimare le finiture della Torre Hadid, sta avviando i lavori per il montaggio dell’insegna della società Generali, che ne farà il suo headquarter milanese. Per riuscire a trasportare le circa 170 tonnellate di componenti metallici utili a comporre l’insegna è stato necessario installare in cima alla torre ormai completa una gru Liebherr 85 EC-B, alta 20 metri con 35 metri di braccio e in grado di sollevare carichi massimi di 5 tonnellate. Per riuscire a collocare la gru, con
un’operazione delicata, è stato indispensabile l’intervento di un elicottero, unico nel suo genere e arrivato dalla Svizzera, che ha trasportato in quota tutti gli elementi della gru, montati in tempi record da operai specializzati. Per motivi di sicurezza alcune aree del parco Citylife, interessate dai sorvoli dell'elicottero sono state chiuse al pubblico. Nel frattempo continuano a ritmo spedito i lavori per il "Curvo", il grattacielo disegnato da Daniel Libeskind che ospiterà la sede di Pwc. Il nuovo edificio si svilupperà in 175 metri di altezza e 31 piani, di cui 28 direzionali, per oltre 33.500 metri quadri di superficie comples-
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siva. Al vertice troverà poi spazio la "Corona", un ampio volume vetrato che completerà l’andamento sferico di tutto il concept architettonico, ispirato alla cupola rinascimentale. L'edificio darà le spalle a Largo Domodossola e si affiancherà alle altre due torri iconiche di CityLife, Torre Isozaki e Torre Hadid. Ad assistere alle suggestive manovre del pilota dell’elicottero e al lavoro degli operai alle prese con il montaggio della gru erano presenti oltre al project manager di CMB Marco Cruciani, l’amministratore delegato Armando Borghi e il direttore tecnico Marco Beccati di CityLife.
DIALOGHI / STORYTELLING
DIALOGHI
A tu per tu con i soci
VITE DI CANTIERE Mirko Casarini da 40 anni lavora nei cantieri CMB. Come tecnico capocantiere ha contribuito alla realizzazione di sette ospedali. Oggi è impegnato nella costruzione del nuovo ospedale di Pordenone
1978: la fusione tra Muratori e Braccianti era appena avvenuta. Come era la CMB di quegli anni? Sono stato assunto nell’estate in cui mi sono diplomato geometra e la CMB stava impostando il primo corso per giovani capicantiere: oltre ad alcuni elementi di teoria, che andavano dalla tecnologia dei materiali fino alla psicologia del lavoro, era previsto un affiancamento in cantiere. Bisogna immaginare che ai tempi il capocantiere era una sorta di semidio, stava al comando e a lui rispondeva tutto il personale di cantiere che era solo quasi esclusivamente diretto. Inoltre stabiliva come fare gli acquisti, di che materiali, in quali quantità. CMB era fatta essenzialmente dalle persone che l’avevano fatta crescere dal Dopoguerra agli anni Ottanta: persone dure e ruvide, ma che trasmettevano grande umanità e quei valori coi quali ero cresciuto. Come è stato il tuo battesimo in cantiere? Chi sono stati i tuoi primi maestri? Appena assunto trascorsi qualche mese con Luciano Fregni. Lui mi diceva che dovevo immaginarmi l’opera come una fotografia del lavoro da fare. Dopo la parentesi del militare fui mandato ad affiancare Lauro Catini nella costruzione della scuola superiore Meucci e nel cantiere del Palazzetto dello sport di Carpi, lì lavoravo attivamente in cantiere montando i prefabbricati. Poi arrivai a fare il mio primo lavoro come capocantiere, una scuola a Finale Emilia: la mattina partivamo tutti dal centro servizi, io guidavo il furgone carico di operai che dormivano sia all’andata che al ritorno. Facevo le ordinazioni di materiale coi gettoni dalla cabina telefonica, ancora prima del telefono con la campanella! Quando ti sei misurato la prima volta con un cantiere per la realizzazione di un ospedale? Era il 1992 e si trattava di un ampliamento per l’ospedale di Mirandola, abbiamo realizzato con struttura prefabbricata e
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in cemento armato in opera, la parte che ancora oggi ospita il pronto soccorso e l’emergenza. Poi, con un passaggio su Carpi per la realizzazione delle scuole medie Fassi e il parco Bollitora, sono stato inviato a Camaiore per la costruzione dell’ospedale della Versilia, poi al Sant’Agostino – Estense a Baggiovara (MO), al Sant’Anna a Ferrara, dove sono stato solo per circa un anno, all’ospedale dell’Altovicentino, Borgo Roma e Borgo Trento a Verona e infine oggi al nuovo ospedale di Pordenone. Come è organizzato il cantiere per la realizzazione di un ospedale? Di quali elementi bisogna tenere conto per governarlo al meglio? Quando l’appalto è molto esteso e complesso, come ad esempio nel caso di un ospedale, si lavora su diversi cantieri in contemporanea, ciascuno dei quali presidiato da un capocantiere e tutti quanti supervisionati dalla figura del tecnico capocantiere che si occupa ormai, più che delle singole lavorazioni, di organizzazione, programmazione e
coordinamento: deve avere la visione d’insieme dell’opera. Inoltre è necessario interpretare le potenzialità e i punti di forza di tutti i lavoratori per cercare di sviluppare il lavoro al meglio e creare una squadra motivata al raggiungimento di un obiettivo comune. Serve un gruppo affiatato per governare la complessità di un ospedale e io amo molto lavorare con i giovani perché sono solari, energici e infondono nuovi stimoli anche a chi possiede il bagaglio dell’esperienza. Come è cambiata la figura del capocantiere dagli anni Ottanta a oggi? Quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi di questi cambiamenti? I capicantiere in CMB all’inizio degli anni Ottanta hanno avuto una sorta di crisi identitaria quando si è cominciato a parlare e inserire i subappaltatori nei cantieri. Ci si chiedeva il perché e dove stava andando la cooperativa e che ci sarebbe stato un peggioramento della qualità dei lavori. Per questo la figura storica del capocantiere si è evoluta in senso tecnico, trovandosi a governare
l’organizzazione, la programmazione e la qualità delle lavorazioni portate avanti da altri. I giovani capicantiere non sono esperti riguardo l’esecuzione diretta delle lavorazioni per cui diventa quindi fondamentale trasmettere loro la conoscenza della valutazione delle tempistiche, del controllo della qualità e, non ultimo, del “fare” sicurezza. Il rischio più grande che si possa correre forse sarebbe quello di non esternalizzare più solo le lavorazioni del cantiere ma anche le sue figure direttive, ma il know how acquisito di CMB è prezioso e va preservato. Del resto per investire servono giovani da formare, avere una fucina di capicantiere in grado di assorbire l’esperienza e la complessità a cui ci si trova davanti nell’organizzare un cantiere. Che cosa vorresti dire a un giovane capocantiere che comincia il suo percorso in CMB adesso? Sicuramente che sarà un lavoro duro e faticoso sia a livello fisico che intellettuale ma anche di piccole e grandi soddisfazioni. Che solo in CMB avrà la possibilità di essere formato in materia di sicurezza, controllo della qualità, teoria e pratica delle lavorazioni in affiancamento a capicantiere. Nel nostro settore ogni neoassunto, che sia tecnico o amministrativo, dovrebbe avere un contatto diretto con il mondo “cantiere”: in tale contesto si impara come comportarsi e dialogare lavorando tutti insieme per un obiettivo comune. Oggi si rischia di creare troppa distanza fra cantiere e uffici, occorre valorizzare quelle caratteristiche anche un pò ruvide ma umane che hanno fatto la cooperativa negli anni.
EFFETTO CMB / MESSA A FUOCO
di Domenico Cichetti
CMB sotto scatto Roberto Meschiari
Roberto ha una passione vera per l’ambiente montano e ne registra i momenti migliori tramite la fotografia; ci propone pertanto immagini affascinati dall’ampio respiro, altre in cui riporta scorci che hanno a che fare con vicende drammatiche di alcuni di questi luoghi, per finire con installazioni artistico-naturalistiche molto particolari. Ad un primo sguardo, il suo utilizzo della fotografia potrebbe risultare quasi “monotematico”, se invece ci si sofferma ad osservare i suoi scatti la mente comincia ad immaginare le sensazioni reali che si potrebbero provare in quei luoghi, svelando una delle piccole magie che la fotografia è in grado di regalare: stimolare l’immaginazione. Interessante anche il testo accompagnatorio di alcune di esse, compendio utile a capirne il significato.
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1. Lo spirito dell’orso 2. Lo spirito dei caprioli 3. Il Cervino 4. Al cospetto dell’Eiger 5. Sulla via della Jungfrau 6. Croce di vetta 7. Ingresso museo con vista cima Linke
Il mio approccio alla fotografia non è a certamente di un approccio tecnico o professionale; non è l’oggetto della ‘passione’. La fotografia è il mezzo con cui fissare l’immagine, nel modo più fedele possibile; deve restituire le sensazioni che si provano davanti al soggetto, nel tempo. L’oggetto della “passione” è la montagna, in tutte le sue forme possibili. Punta Linke Questa cima posta a oltre 3.600 metri di altitudine, si trova nel gruppo Ortles Cevedale al confine tra Trentino e Lombardia. Durante la prima guerra mondiale, dalla sottostante Val di Peio, fu realizzata una teleferica per rifornire il comando avanzato austriaco ed il relativo presidio militare, posti sulla cresta che collega Punta Linke al Vioz fino al Palon de la Mare. Nel corso dell’ultimo decennio, grazie a una campagna di scavi condotta nei periodi estivi, è stato possibile recuperare molto materiale e attrezzature dell’epoca, rinvenute in alta quota; con questo materiale è stato allestito un piccolo museo, nella ex stazione di transito della teleferica stessa. Si tratta, probabilmente, di uno dei musei più alti in giro per le Alpi, e costituisce una tappa obbligata per gli appassionati che dalla val di Peio salgono al rifugio Mantova al Vioz. Nel 2018 ricorre il centesimo anniversario della fine della prima guerra mondiale, che ha visto su quelle cime affrontarsi su schieramenti opposti Italiani ed Austriaci. Cima Linke è una testimonianza di quegli avvenimenti tragici ormai lontani, e ci ricorda l’importanza di preservare la Pace di cui abbiamo goduto in tutti questi anni. 1. xxxxxxxxx 2. xxxxxxxxx 3. xxxxxxxxx 4. La mamma è sempre la mamma
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ALTRE STORIE / FUORI DALLE MURA
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Cantieri Gastronomici
A cura di Irene Russo
iIn viaggio con i soci in trasferta UNA "MISCHUNG" DI SAPORI A BOLZANO Gli uomini di CMB assaporano la Mitteleuropa e i suoni della lingua tedesca
Fra i frutteti della prima periferia a sud di Bolzano regna la quiete. Sembra il luogo ideale dove riconquistare il benessere dopo un trauma o un grave incidente, oppure tentare di conservare la maggiore autonomia possibile in caso di demenza. Per tenersi in forma, i bolzanini sfruttano il tempo libero pedalando lungo le tante piste ciclabili che segnano il territorio. Qui sorgerà la nuova Clinica privata Waldner, con i suoi spazi dedicati alla riabilitazione e la piscina terapeutica. Il direttore di cantiere Alfredo Baldini è cresciuto in Germania fino all’età di 11 anni e non storce il naso quando i camionisti lo salutano con Gute Morgen o gli chiedono l’Adresse. Certo, a 11 anni contava più il calcio che il calcestruzzo e da grande Alfredo ha dovuto imparare la differenza fra Tiefbau (“scavo”) e Rohbau (“struttura in cemento armato”), oppure l’importanza della Baugenehmigung (“concessione edilizia”) per procedere nel lavoro. È stato selezionato per gestire il cantiere in un’area dove molti fornitori capiscono l’italiano ma non lo parlano, ed è più facile che al ristorante ti servano in tavola degli Spätzle che due spaghetti.
“I fornitori di calcestruzzo mi parlano in tedesco, ma è una lingua che conosco da quand’ero bambino. E sono abituato a mangiare gli Spätzle: li compro sempre al supermercato di Carpi” Alfredo Baldini direttore di cantiere
Non è solo una questione di lingua ma di cultura. Per lavorare in questo territorio proiettato verso la Germania, è importante avere dimestichezza con la mentalità tedesca. E anche se non ama i canederli al fegato, Alfredo si sente a casa. A Berlino ha gestito un cantiere negli anni in cui la capitale tedesca ha cominciato a cambiare aspetto da un giorno all’altro, dunque conosce bene i pregi e i difetti dell’approccio teutonico: “I tedeschi danno
il meglio quando programmano tutto. Ma se subentra un problema, a volte si bloccano” spiega. Qui entra in gioco la decantata creatività italiana: “Siamo maestri del problem solving e sappiamo adattarci. I tedeschi sono molto meticolosi, ma fanno una cosa alla volta. Noi ci ingegniamo per farne tre, in tutti i modi”. La miscela fra le due culture trova la sua espressione più saporita in cucina, dove si può gustare il connubio fra la tradizione culinaria tirolese e quella italiana, sfumate da una certa influenza viennese. A Bolzano si mangiano Brezel, crauti e Würstel, il Kaiserschmarrn di ascendenza asburgica, ma anche gli svizzeri Rösti a base di patate. Alfredo ha sempre acquistato i prodotti tipici altoatesini anche nei supermercati di Carpi, per esempio gli Spätzle da saltare in padella con panna e pancetta. Eppure, uno dei suoi locali preferiti a Bolzano si chiama “Al Tortellino”, che si orienta sulla più classica cucina italiana.
LORO SONO QUI
DOVE MANGIARE Restaurant Mendelhof* Imbiss Kampill Pasticceria Lintner *Sconti speciali per i lavoratori del cantiere
Spätzle
A pranzo il punto di riferimento è il Ristorante Mendelhof, locanda in stile sudtirolese dove servono piatti tipici bolzanini quasi scomparsi, come la zuppa di vino. A cena ogni tanto si ferma a mangiare una grigliata mista al Kampill, un curioso locale dove ci si siede nelle panche dentro a enormi botti di vino. Gli operai invece usufruiscono della cucina dell’albergo dove alloggiano, si spostano poco e non frequentano il centro città. Anche per i due tecnici di CMB che seguono il cantiere, i ritmi di lavoro non lasciano spazio agli svaghi e le piste ciclabili fanno parte del paesaggio. Ad ogni modo, con il fine settimana arriva la parte più dolce della vita: ha la fisionomia di uno strudel profumato della Pasticceria Lintner, caricato in auto prima di partire, gentile omaggio per far tutti felici.
I NUMERI DEL CANTIERE Attività costruzione della clinica privata Waldner Persone coinvolte 2 tecnici e circa 28 operai Provenienza del personale Carpi, Brescia (subappaltatori) Importo lavori 21 milioni Inizio lavori dicembre 2017 Consegna prevista dicembre 2019
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FLASH / DAL MONDO CMB
Brevi ma intense ✄ Ritagli di vita cooperativa DANIMARCA
ACQUISIZIONI
CMB SI AGGIUDICA L’OSPEDALE DI KOGE
CMB, in joint venture con Itinera, società di grandi opere del gruppo Gavio, si è aggiudicata il progetto di ampliamento e ricostruzione del Polo universitario ospedaliero della città di Koge, centro urbano situato a sud di Copenaghen, in Danimarca. Il valore del progetto è di circa 295 milioni di euro. Promosso dalla
BOLOGNA
EVENTO
SUCCESS IN CATTEDRA CMB, fra le attività previste per la divulgazione del progetto di ricerca europeo SUCCESS, lo scorso 27 febbraio ha partecipato all'incontro "Analisi e proposte per i Centri di consolidamento per le costruzioni" tenutosi a Bologna. CMB ha portato la sua esperienza maturata nel centro di consolidamento per la costruzione (CCC) realizzato per il cantiere della nuova linea di tram a Firenze. Oltre allo stoccaggio di materiale, che non può essere immagazzinato in loco, il CCC ha portato importanti benefici per la gestione delle attività di costruzione; la consegna delle quantità necessarie per le attività quotidiane; la riduzione dei ritardi; un'organizzazione più semplice e flessibile di forniture e scorte nel CCC.
“Denmark, Region Zealand”, l’attuale struttura ospedaliera verrà ampliata e ristrutturata portandola da una superficie di circa 64mila mq e 296 posti letto ad una superficie complessiva di 185mila mq e 789 posti letto. L’obiettivo finale, che vede la conclusione dei lavori nel 2024, è quello di trasferire nella nuova struttura, che prenderà il
nome di Zealand University Hospital, tutti i reparti di cura, pronto soccorso/emergenza e di ricerca della regione di Zealand. Con questa aggiudicazione CMB e Itinera rafforzano la loro presenza nel settore ospedaliero danese, essendo oggi in fase di progettazione il nuovo ospedale di Odense per un valore di circa 390 milioni di euro.
INBACHECA
annunci dal mondo CMB
ASSEMBLEE - PRESENTAZIONE BILANCIO 2017 Le date delle assemblee CMB da segnare in agenda sono le seguenti: MERCOLEDÌ 23 MAGGIO alle ore 15 negli uffici di CMB in viale F. Angeli 5 ROMA
GIOVEDÌ 24 MAGGIO alle ore 15 Hotel The Hub Milano via Privata Polonia, 10 MILANO
SABATO 26 MAGGIO alle ore 9.30 nella sede centrale di CMB in via C. Marx 101 CARPI (MO)
Si ricorda a tutti i soci di presentarsi muniti di tessera sociale. Se in possesso di delega è necessario essere muniti sia della delega (su modello dell’ufficio soci di riferimento) che della tessera sociale del delegante. Per ogni eventuale necessità o richiesta di chiarimento potete contattare per la divisione soci Sede Luana Gasparini, per la divisione soci Milano Marialuisa Cammarata, per la divisione soci Roma Paola Zesi. Vi aspettiamo numerosi.