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Martha Friel: turismo, la carica dei silver travellers

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PANTERE GRIGIE

PANTERE GRIGIE

L'INTERVISTA

TURISMO, LA CARICA DEI SILVER TRAVELLERS

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SABINA MONACI

Tanti, con molto tempo libero e liberi di viaggiare tutto l’anno. Sono i silver travellers, ovvero gli over 60 che, in pensione, hanno voglia di vivere e scoprire il mondo. Stoppati dalla Pandemia e dai divieti sono ora in procinto di ripartire, vaccinati e più prudenti. Ma per andare dove? E per fare cosa? Lo chiediamo a Martha Friel, docente di management del turismo all’Università IULM di Milano, autore di numerosi libri tra cui – gli ultimi - “Innovazione e cultura. Start-up entrepreneurship per l’arte e il turismo culturale” (Fondazione Santagata, 2020, con Paola Borrione), “Spettacolo dal Vivo e Turismo” (Franco Angeli, 2021).

Domanda. Viaggiare è una delle attività dei pensionati, sacrificata molto nell’ultimo anno e mezzo a causa della pandemia. Siamo nella fase della vaccinazione e della ripartenza cosa possiamo consigliare agli anziani per i prossimi mesi? Risposta. Tutti noi abbiamo dovuto rinunciare a viaggiare sia per le vacanze e gli short break a cui eravamo abituati e che facevano parte integrante del nostro modo di vivere, sia – aspetto molto importante - per andare a trovare i nostri affetti lontani. C’è quindi una grande voglia di ritornare a muoversi, a prescindere dalle età. Ora, con i vaccini, in Italia e in Europa la situazione si sta stabilizzando, permettendo nuove aperture e una semplificazione e maggiore chiarezza delle regole. Difficile dare consigli specifici perché ciascuno di noi ha maturato in questi mesi una propria personalissima lista di priorità alla riapertura. Personalmente credo che, per qualche mese ancora, valga la pena prediligere destinazioni nazionali o comunque internazionali di prossimità che ci consentano una pianificazione più semplice e sicura della vacanza.

D. Il turismo, dopo lo tsunami Coronavirus, tornerà lo stesso o ci saranno dei cambiamenti a lungo termine o permanenti soprattutto nelle rotte internazionali?

R. Inevitabilmente la crisi senza precedenti del turismo causata dalla pandemia ha avuto una serie di conseguenze sulla domanda e sull’offerta. Sul fronte della domanda, è certo che le persone torneranno a viaggiare: in Italia e in Europa per quest’anno, e poi progressivamente verso le destinazioni di lungo raggio, appena l’andamento delle campagne vaccinali nei diversi paesi e il ripristino dei collegamenti aerei lo consentirà. Ciò che cambierà, che sta già

cambiando, è ciò che ricercheremo nei nostri viaggi e nelle nostre vacanze: passioni, interessi ed esperienze arricchenti e di valore - in termini culturali ma anche di benessere psicofisico – sono e saranno i fattori che ci spingeranno a muoverci. Abbiamo poi imparato a prendere in considerazione attività nuove e destinazioni diverse, a prenotare all’ultimo minuto e a modificare la permanenza (penso per esempio al grande sviluppo del turismo outdoor, del turismo in bici, del turismo nelle destinazioni minori ecc.). Quest’anno di pandemia ci ha poi spinto a valutare con più attenzione aspetti quali la presenza in un luogo di servizi sanitari di qualità, le policy di cancellazione di strutture ricettive e vettori, e a utilizzare ancora di più la tecnologia digitale e l’online booking anche per servizi e attività come i trasporti pubblici, la visita a musei, la partecipazione a eventi culturali e cosi via. Sta dunque cambiando il nostro modo di valutare la destinazione, le sue caratteristiche, l’offerta complessiva, i servizi, anche nella prospettiva di un mutato mix lavoro/ vacanza (con le cosiddette “workation”), per chi lavora ancora. Sul fronte della domanda, molte cose sono cambiate, con le destinazioni che si stanno attrezzando per rispondere a queste mutate esigenze.

D. Il passaporto vaccinale (digital green pass) potrà aiutare a ritornare alla normalità?

R. Sicuramente sì, la sua implementazione a livello europeo è fondamentale per riprendere a viaggiare e, guardando all’Italia, per riportare flussi di turismo straniero nel nostro Paese. Si tratta di uno strumento che non solo ci consentirà di spostarci con più facilità, perché rimuoverà le restrizioni alla libera circolazione e gli obblighi di quarantena, ma che ci permetterà di tornare a vivere anche i luoghi con maggiore sicurezza. Penso per esempio alla sua applicazione per l’accesso agli spettacoli, agli eventi culturali ecc. Al di là della sua funzione primaria, permetterà poi anche una semplificazione e una uniformazione delle regole che aiuterà a migliorare l’informazione per i turisti. Un fattore da non sottovalutare: la difficoltà nel

comprendere le regole di accesso e rientro dalle destinazioni può essere molto scoraggiante per il turista.

D. L’economia d’argento diventerà sempre più forte nei prossimi anni man mano che le numerose generazioni dei baby boomers andranno in pensione. Come possiamo organizzarci e semmai modificare l’offerta turistica a misura degli over 65?

R. Nonostante la grande importanza della silver economy per molti settori, solo di recente si è sviluppata una reale consapevolezza sull’impatto dei mutamenti demografici sulla competitività dei sistemi turistici. In Europa più di un quinto della popolazione è composto da persone di età pari o superiore ai 65 anni: nel pre Covid-19, il numero di turisti di questa fascia d'età stava aumentando così come la durata dei soggiorni. Si tratta infatti di persone che viaggiano molto, entro i confini del proprio paese ma non solo e che, se possono, fanno vacanza più volte l'anno, preferibilmente fuori stagione. La frequenza e le caratteristiche dei viaggi di "gray hair globe trotters", dotati di potere d'acquisto e tempo libero, rende il loro contributo all'industria turistica fondamentale, garantendo lo sviluppo delle attività turistiche anche nei periodi di spalla. Attenzione però a considerare questa categoria di viaggiatori come un unicum: si tratta di persone di età diverse e con esigenze diversificate e non necessariamente in pensione, visto l’innalzamento dell’età pensionabile. Molte destinazioni si stanno quindi attrezzando per conoscere e capire meglio le abitudini dei silver travellers– anche in relazione a caratteristiche quali il grado di istruzione, lo stato di salute ecc. – e per individuare le leve e i servizi necessari per attrarli, dal miglioramento dell'accessibilità fisica e culturale dei luoghi alla presenza nelle destinazioni di adeguate strutture sanitarie, a particolari servizi come la gestione dei bagagli. Anche il tema delle competenze digitali è particolarmente rilevante quando si parla di questo mercato e, su questo fronte, la pandemia ha sicuramente dato un contributo importante alla riduzione del digital divide.

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