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Torta di grano farro

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PANTERE GRIGIE

PANTERE GRIGIE

CNA Pensionati Torta di

Le nostre ricette grano farro

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Ricetta di Cesare Sanguinetti – Associato CNA La Spezia

INGREDIENTI PER 8 PERSONE

300 g. di grano farro (far bollire fino a cottura) - 50 g. di riso (far bollire fino a cottura) - 500 ml. di latte intero - 8 uova fresche - 300 g. di parmigiano grattugiato - 200 g. di pecorino sardo stagionato grattugiato - 200 ml di olio di girasole e per chi preferisce, secondo l'antica usanza olio extravergine di oliva - noce moscata sale qb. - pepe qb. Sfoglia: 300 g. di farina 00 - 2 cucchiai di olio – acqua - sale qb.

Preparazione della sfoglia: impastare la farina

aggiungendo l'olio, il sale e acqua fino a ottenere un impasto liscio ed elastico. Preparazione: sbattere le uova in un tegame; aggiungere sale, pepe, noce moscata, il parmigiano, il pecorino, l'olio extravergine di oliva e mescolare il tutto fino a ottenere un impasto uniforme. Aggiungere il grano e il riso (già lessati), il latte e mescolare bene. Ungere bene la teglia con olio, posare dentro la sfoglia dopo averla tirata bene con il mattarello. Versare il composto con il grano farro e cuocere per 30 minuti in forno a 180 °.

Nota: la torta è una spia antropologica e documenta l'uso di farro e riso notoriamente legati simbolicamente alla fecondità.

buon appetito!

Sarzana - SP Storia di una città cardine fra Liguria, Toscana ed Emilia.

Osservando le cucine dal centro alla periferia di Sarzana nasce un quadro di ricette di casa e, potremmo dire, invariate dall'unità d'Italia ad oggi. Gli ingredienti sono ricorrenti ma io ho un'opinione di una cucina più semplice alle periferie e molto dotta nelle case borghesi, dove emerge fin dal tardo Ottocento l'arrivo della nuova cultura dei libri di cucina, Artusi compreso. Sono convinta che vi siano state aree ben precise di rifornimento degli ingredienti del territorio. Il latte per esempio veniva senza dubbio dalle zone di Giucano e Carignano. Se ne ha documentazione postVentennio, di Luciano Luciani che racconta di quando era bambino e le donne dei due piccoli borghi di collina, si fermavano nei pressi della sua casa (alla Bradia) e si toglievano gli zoccoli per indossare le scarpe che si erano portate nella borsa. Venivano a vendere al mercato a seconda delle stagioni: castagne, farina dolce, olio, formaggio di mucca, ricotta. D'estate non mancava la frutta: fioroni, susine, pere, fragole. E in autunno noci, nocciole, peti martin. Sono semplici annotazioni di vita, con nomi di donna che hanno fatto la microstoria del territorio: la Gilda, la Arcisa, la Maria di Giulio, la Gemma… … Un piccolo particolare curioso: mettevano le ricottine in coppette di terracotta smaltate di verde e bianco all'interno per salvare l'igiene.

Gabriella Molli Pubblicista, studiosa di costumi gastronomici della Lunigiana storica

Dentro un piatto sarzanese passa la sua storia. La storia degli ingredienti racconta infatti passaggi, contatti, storie di vita, usi e costumi

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