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Maintenance and Facility Management
in questo numero
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% - CNS/AC-ROMA - Prezzo di copertina: € 10,00
Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008
Qualità: le Aziende certificate dal CNIM Progettare e gestire la sicurezza: una proposta di analisi
Benefici e Costi nel processo di Certificazione della Qualità Benefici e Costi nel processo della Certificazione Prodotto Logica Fuzzy e Politica Manutentiva Strategie di Manutenzione Complessa per Sistemi Multi Componente in evidenza
Eco progettazione degli Impianti e delle Strutture
un percorso formativo in 5 moduli didattici professionalizzanti CNIM e Sapienza Università di Roma
ISSN: 1971-1735
soci del CNIM AEM CALORE & SERVIZI
GROMA
ANAS
INARCASSA
APISOISERVICE
INGEST FACILITY
ASSISTAL
MANUTENCOOP
AIPnD - Associazione Italiana Prove non Distruttive
MAPEI
AZIENDA USL 2 di LUCCA
NUOVO PIGNONE - GE ENERGY OIL & GAS
AZIENDA USL 3 di PISTOIA
PIRELLI Real Estate
CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano
RFI - RETE FERROVIARIA ITALIANA
COGNE ACCIAI SPECIALI
ROMEO GESTIONI
CONFARTIGIANATO IMPIANTI
SAMI
COMUNE di MODENA
SIRAM - gruppo DALKIA
CONSIGLIO NAZIONALE dei GEOMETRI
SI.MA.V.
DIETSMANN
UNI - ENTE NAZIONALE ITALIANO DI UNIFICAZIONE
EDISON
UNION KEY
EFFECI
UNIONE NAZIONALE AMMINISTRATORI IMMOBILI
ENI - Divisione AGIP
SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
FONDAZIONE E.N.P.A.M.
VITROCISET
GEOCONSULT
sommario editoriale di Paolo Morelli - Presidente Comitato Tecnico e di Orientamento Culturale CNIM primo piano
Formazione: Eco progettazione degli Impianti e delle Strutture dal CNIM
Certificazione di Qualità: le Aziende del CNIM tecnica
Certificazione di Qualità: il processo di certificazione, i benefici, i costi
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Massimo Concetti - Responsabile tecnico Certificazione Sistemi di Qualità CNIM
Certificazione Impianti: il processo di certificazione, i benefici, i costi
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Roberto Cuccioletta - Responsabile tecnico Certificazione Prodotto CNIM ricerca
Analisi di criticità mediante logica fuzzy e definizione della politica manutentiva
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Massimo Santoro - C. Engineering srl international
Modelling and Simulation of Complex Maintenance Strategies for Multi-Component Systems / Modellatura e Simulazione di Strategie di Manutenzione Complessa per Sistemi Multi Componente
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Valérie Zille, Christophe Bérenguer, Antoine Grall - Université de Technologie de Troyes, Antoine Despujols, Jérôme Lonchampt - EDF R&D Division l’analisi
Progettare e Gestire la Sicurezza fra “sviste” e Testo Unico - D.Lgs. 81/08
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Lorenzo Fedele - Sapienza Università di Roma, CNIM, CEN
News
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Maintenance and Facility Management Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008
Direttore responsabile Lorenzo FEDELE Comitato Scientifico Paolo MORELLI
STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CNIM Consiglio Direttivo Aurelio MISITI
Presidente Comitato Certificazione e Orientamento Culturale del CNIM
Camera dei Deputati, Sapienza Università di Roma, Presidente Onorario del CNIM
Maria Rosaria BONI
Marcello MAURO
Sapienza Università di Roma
Angelo CARRINO
Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Presidente Onorario del CNIM
ANAS
Francesco Paolo BRANCA
Roberto CIGOLINI
Sapienza Università di Roma, Presidente del CNIM
Politecnico di Milano
Piero TORRETTA
Duccio GHIDETTI
Presidente UNI
ISPESL
Ugo Nicola TRAMUTOLI
Onorato HONORATI
Presidente CEI, Vice Presidente del CNIM
Sapienza Università di Roma
Adriano BIRAGHI
Ennio LAZZARO
Vice Presidente del CNIM
Ministero della Difesa
Francesco PITTONI
Carlo MESSINA CONSEL
Michela POLA ATECAP
Giuseppe RUBRICHI AMA
Maria Teresa RUFFO CONFAPI
Bruno VENDITTI
Vice Presidente del CNIM
Alfonso FERRAIOLI Rappresentante Ministero per lo Sviluppo Economico
Giuseppe NARDONI Rappresentante Ministero dell’Università e della Ricerca
Gian Piero PAVIRANI Rappresentante RFI
Enrico COMELLINI
Confartigianato
Rappresentante CEI
Responsabile di Redazione Serena LICCARDI
Direttore Gestionale e Rappresentante UNI
Redazione Tecnica Massimo CONCETTI, Roberto CUCCIOLETTA
Lorenzo FEDELE
Direzione e Redazione CNIM - Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione Via Barberini, 68 - 00187 Roma Tel. 06 4745340 / 42010534 - Fax 06 4745512 E-mail: ufficio.stampa@cnim.it - http://www.cnim.it Impaginazione e stampa EUROLIT, Roma - Tel. 06 2015137 - Fax 06 2005251 E-mail: eurolit@eurolit.it Hanno contribuito per questo numero Christophe BÉRENGUER, Massimo CONCETTI, Roberto CUCCIOLETTA, Antoine DESPUJOLS, Lorenzo FEDELE, Antoine GRALL, Jérôme LONCHAMPT, Paolo MORELLI, Massimo SANTORO, Valérie ZILLE Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 5/2007 del 19.01.2007. La raccolta dei dati personali dei destinatari della rivista è effettuata nel rispetto delle vigenti leggi sulla privacy (Dlg. 196/2003) ed è finalizzata all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad essa collegate.
Elio BIANCHI Vitaliano FIORILLO Rappresentante Soci Ordinari Sapienza Università di Roma, Segretario Generale del CNIM
Il Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione è un ente senza fini di lucro costituito nel 1990, sotto l’alto Patrocinio del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, per promuovere la diffusione della cultura della Manutenzione. Il CNIM considera una corretta e ben pianificata Manutenzione un elemento essenziale per migliorare la produttività e la competitività delle imprese. la qualità di vita e la sicurezza delle persone, la salvaguardia dell’ambiente e l’uso razionale dell’energia. Il CNIM è stato individuato nel 1999 (DM 16/12/99) come il soggetto che meglio può occuparsi di coordinare l’elaborazione di studi e ricerche nel campo della Manutenzione.
editoriale
Paolo Morelli Presidente Comitato di Certificazione e Orientamento Culturale CNIM
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La Certificazione, così come definita nella Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17000:2005, è una “attestazione di parte terza relativa a prodotti, processi, sistemi o persone”. Contrariamente a quanto comunemente si crede, essa non è nata ieri. Antiche iscrizioni testimoniano che già ai tempi degli Egizi e dei Greci veniva verificata e certificata la rispondenza ai requisiti di specifiche caratteristiche come la dimensione dei blocchi di pietra che formavano le piramidi o alcuni componenti delle colonne dei templi greci. A quei tempi i requisiti venivano definiti da decreti governativi.
Paolo Morelli
in quanto documenti elaborati mediante consenso ed approvati da organismi universalmente riconosciuti, costituiscono l’anello di collegamento fra fornitore e cliente definendo requisiti comunemente condivisi. In tale contesto, riprendendo la definizione di Certificazione summenzionata, vediamo come essa, in definitiva, costiOggi la Norma UNI EN ISO 9000:2005, definisce come Re- tuisca una attestazione di rispondenza a Norma, rilasciata quisito una esigenza o una aspettativa che può essere con un Marchio da un Organismo terzo, al fine di garantire espressa, generalmente implicita o cogente e come Qua- al consumatore la necessaria tranquillità che le proprie lità il grado in cui un insieme di caratteristiche intrinseche aspettative vengano soddisfatte. È quindi naturale che un’Impresa che ritenga di aver ragsoddisfa i requisiti. Con tali definizioni, la Norma allarga il concetto di Qualità giunto l’ottimizzazione dei propri processi e dei propri prodotti, voglia darne visibilità ai Clienti tramite un Marchio di anche al soddisfacimento di esigenze non esplicitate. Diventa cioè compito dell’Impresa, che voglia produrre beni Qualità rilasciato da un Organismo di Certificazione. Il nuo servizi “di qualità”, capire quali siano le vere esigenze o mero sempre crescente di aziende che reclamizza i propri aspettative dei clienti e fare in modo che il proprio prodotto prodotti - dando ampia evidenza alle certificazioni conseguite - dimostra come questo bisogno sia stato ormai acquisito. le soddisfi pienamente. Una volta ciò avveniva facilmente in virtù del rapporto di- Purtroppo però si deve anche riscontrare come non semretto esistente fra produttore e cliente. Ora, in un mercato pre la Certificazione compensi le Imprese con un ritorno che allontana sempre di più il produttore dal consumatore, adeguato all’investimento effettuato. I motivi di tale disilluintuire le esigenze e le aspettative di terzi è cosa estrema- sione sono diversi. mente difficile, se non impossibile. Ecco allora che inter- Innanzitutto, c’è la molteplicità dei Marchi, i quali non viene il ruolo fondamentale delle Norme Volontarie. Esse, hanno tutti la stessa visibilità. Nel decidere a quale Orga-
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editoriale
nismo di Certificazione rivolgersi occorre tenere ben presenti le proprie esigenze ed orientarsi di conseguenza. Se si opera in un mercato internazionale, un Marchio non conosciuto all’estero non ha l’atteso valore, nonostante i mutui riconoscimenti fra Organismi di Accreditamento. In certi casi, può essere più vantaggioso fare un investimento superiore rivolgendosi ad un Organismo di Certificazione ben noto, piuttosto che risparmiare per un marchio di modesto valore. È necessario inoltre avere ben chiara la differenza fra Certificazione di Prodotto e Certificazione di Sistema. Trattasi di cose profondamente diverse. Il Marchio riportato sui Prodotti attesta la “Certificazione di Prodotto”; attesta, cioè, che un campione, sottoposto a prove di laboratorio, risponde ai requisiti, ma non sempre esso garantisce che tutta la produzione sia come il campione. Se la produzione non è supportata da un sistema aziendale rispondente a ben precisi requisiti, sono ineluttabili processi di deriva che portano ad uno scadimento delle caratteristiche del prodotto o servizio erogato. La “Certificazione di Sistema (ISO 9000)” si propone appunto di attestare che l’organizzazione aziendale è in grado di garantire la costanza della qualità, ovvero della rispondenza ai requisiti nel tempo. Le due Certificazioni si integrano a vicenda, e l’Impresa deve essere consapevole che affrontarne una, senza l’altra significa costruire qualcosa di incompleto. Anche il messaggio che si dà ai Clienti deve essere coerente. Molto spesso la pubblicità che troviamo sui giornali o nei manifesti è impostata in modo ambiguo. Tutto ciò crea confusione e sovente fa sorgere nei Clienti aspettative che non trovano effettivo riscontro con conseguente disaffezione. A tutto ciò aggiungasi che un’altra possibile ambiguità nasce dalla stessa definizione di “Attestazione” data dalla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17000:2005. È chiaro che mentre una Certificazione a Norma significa per l’utente finale la garanzia che un determinato prodotto risponde a precisi requisiti ampiamente riconosciuti, ben diversa situazione è quella di certificazione rispetto a Specifiche Tecniche, documenti cioè di carattere privato che forniscono regole e caratteristiche limitatamente ad uno specifico Contratto. Pur senza mettere in discussione i contenuti di
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tali documenti, c’è da segnalare che essi fissano caratteristiche che non sono state assoggettate al processo normativo e che quindi possono essere espressione di considerazioni individuali o di parte. È bene che l’utente ne sia al corrente. Ultimo, ma non trascurabile aspetto, è quello della effettiva interiorizzazione della Qualità in azienda. Spesso - e specialmente quando la Certificazione viene vissuta come mera necessità per poter partecipare ad appalti pubblici - l’impresa si affida ad un consulente esterno. Forte è, però, il rischio di trovare persone prive di adeguata professionalità, che magari riescono anche a fare ottenere il sospirato Certificato a costi irrisori, ma comunque senza che nell’impresa si realizzi quel miglioramento organizzativo che è essenziale per garantire un ritorno economico all’investimento fatto. Certo, si potrà essere presenti sul mercato e partecipare alla competizione, ma l’investimento non darà nessuno dei tanti benefici che derivano da un Sistema aziendale messo in regime di Qualità. Solo questo, infatti, porta a significative riduzioni nei costi di produzione, a miglioramenti nei rapporti interdipartimentali, a minori incidenti sul lavoro e ad un prodotto migliore. Proprio per evidenziare tali benefici, è stata da poco pubblicata la norma ISO 10014:2006 “Quality management Guidelines for realizing financial and economic benefits” (Gestione per la qualità - Linee guida per realizzare benefici finanziari ed economici). In essa si dimostra come l’applicazione dei sistemi di gestione per la qualità non è una pura questione formale, legata a teorie astratte di organizzazione aziendale, né può essere relegata alla sfera - a volte inaccessibile - dei tecnicismi. Al contrario, essa produce vantaggi concreti e benefici economici precisi e quantificabili che possono essere debitamente messi in luce. Un Sistema Qualità di facciata, basato su documenti artefatti e non assimilati dall’organizzazione, non porta ad alcuno dei suddetti benefici, anzi, al contrario, comporta confusione nei ruoli e messaggi non coerenti con la realtà, con conseguenti effetti che possono essere estremamente negativi nell’armonia dell’Impresa e nell’immagine percepita dall’esterno. Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008
primo piano
Formazione: Eco progettazione degli Impianti e delle Strutture
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Nel settore Manutenzione e nelle tematiche relative, si rende sempre più necessaria una “formazione executive”, ovvero una formazione dedicata alla qualificazione di chi lavora: flessibile, integrabile, adatta a tutti i livelli aziendali (dall’esecutivo, all’operativo al manageriale) e suscettibile di certificazione. Anche per tenere il passo con l’Unione Europea, è oggi più che mai opportuno che chi è chiamato ad assumere precisi ruoli di responsabilità tecnica si qualifichi e si aggiorni professionalmente attraverso percorsi formativi erogati da Enti opportunamente individuati allo scopo. Sono questi i motivi che hanno portato il CNIM e Sapienza Università di Roma a progettare il percorso formativo in “Eco progettazione degli Impianti e delle Strutture”. Il percorso prevede cinque moduli fruibili in modo flessibile dai discenti, ovvero in base alle loro specifiche esigenze di formazione. Sono strutturati su base intensiva, corrispondente a 24 ore di formazione, con fasi di test ed esercitazioni, oltre che di lezioni frontali. I relatori sono sia docenti universitari che esperti del settore provenienti dal mondo industriale per meglio integrare gli aspetti più prettamente accademici alle buone pratiche d’Azienda. Di seguito, sono elencati i moduli, gli obiettivi formativi e il loro programma di dettaglio. PRIMO MODULO La Valutazione di Impatto Ambientale 8, 9 e 10 settembre Destinatari: specializzandi, professionisti, amministrazioni pubbliche. Obiettivi Formativi: acquisizione delle tecniche per la redazione e l’interpretazione di una V.I.A. Programma di Dettaglio: L’evoluzione del concetto di Ambiente. Inquadramento storico della V.I.A. Normativa di riferimento. Interazione
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dei fattori aria-acqua-suolo e paesaggio. Valutazione di impatto sul Paesaggio. Tecniche numeriche di analisi paesaggistica. Simulazione per la verifica degli interventi ambientali. Gli esempi di Craco (MT) e Castellammare di Stabia (NA). Beni materiali e patrimonio culturale. Procedimento per la V.A.S. Procedimento per la V.I.A: metodologia e criteri. L’analisi costi-benefici. La concertazione negoziale tra gli attori coinvolti come strumento di miglioramento delle procedure. Gli esempi: discariche, impianti energetici, infrastrutture. SECONDO MODULO Sicurezza, Gestione e Manutenzione degli Impianti Elettrici 15, 16 e 17 settembre Destinatari: Il corso è di interesse sia per i progettisti, gestori, manutentori ed operatori degli impianti elettrici sia per i responsabili del servizio prevenzione e protezione RSPP (D.Lgs 626/94). Obiettivi Formativi: Il corso promuove la qualificazione a persona esperta (PES), capace di analizzare i rischi e gli schemi di impianto, sia per strutturarne l’installazione che controllarne la gestione, e di definire e/o selezionare la procedura da attuare. Per i responsabili del servizio prevenzione e protezione il corso fornisce specifiche competenze relative alla prevenzione e protezione dei rischi di natura elettrica (comma 4 art.8 bis DLgs 626/94 e successive modifiche). Fornisce infine una informazione-formazione sulle attuali tecniche per definire le procedure di esercizio per gli impianti elettrici e sulla loro evoluzione in atto. L’intento della metodologia proposta è quella di fornire un approccio matematico-analitico alle procedure e stimolare e facilitare l’apprendimento e la progettazione, rendendone possibile una implementazione su software.
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primo piano Programma di Dettaglio: Destinatari: Il corso è di interesse per i progettisti (ingegneri e archiEsercizio degli impianti elettrici: sicurezza e getetti), gestori, manutentori ed operatori che si occupano di stione. efficienza energetica dell’involucro edilizio e degli impianti Manutenzione e Gestione: legislazione di riferimento in di climatizzazione negli edifici civili. Il corso è aperto anche particolare Norma EN 50110 (CEI 11-48), Norma CEI 11agli studenti delle facoltà di Ingegneria ed Architettura che 27/1, testo unico sulla sicurezza del lavoro. Competenza, intendano arricchire il proprio percorso formativo. addestramento ed idoneità per l’esecuzione dei lavori. OrObiettivi Formativi: ganizzazione e funzioni delle attività lavorative. Il corso si propone di fornire le nozioni necessarie alla La globalizzazione dell’impiantistica elettrica: prevenzione corretta progettazione, gestione e conduzione degli iminfortuni in Europa ed in Nord America. pianti termomeccanici, anche al fine di permettere l’aI rischi derivanti dall’arc-flash ed altri rischi elettrici. Dinalisi del comportamento dei sistemi edificio-impianto. spositivi di Protezione Individuali. Vengono illustrati i criteri e le procedure per la diagnosi Principi elettroforensi su incidenti di origine elettrica. Casi energetica degli edifici, dall’analisi dell’involucro al fundi incidenti fatali. zionamento degli impianti di climatizzazione estiva ed inQuadri a prova d’arco interno. Le soluzioni IEC/EU per i vernale. In particolare sono fornite le competenze quadri elettrici di media e bassa tensione. tecniche di base necessarie per la redazione del certifiL’impatto della architettura degli impianti elettrici sulla sicato energetico e dell’attestato di qualificazione energecurezza e sulla integrità. Nodi di sorgenti, di carico e nodi tica così come indicato dal D.Lgs. 192/05 e s.m.i., anche flottanti. per gli aspetti di proposta degli interventi di risanamento Procedure di esercizio, lavoro e manutenzione. e miglioramento. Progettazione globale e permanente degli impianti eletProgramma di Dettaglio: trici. Criteri progettuali e manutentivi. Procedure per l’esercizio in sicurezza degli impianti eletProprietà dell’involucro edilizio. trici: lo spazio degli stati elettrici ed un nuovo linguaggio Comportamento termico dell’involucro edilizio in regime operativo per la formazione e la progettazione delle prostazionario e variabile nel tempo: proprietà termoigromecedure. triche delle strutture opache e vetrate di edifici; inerzia Il Programma Parise: i diagrammi di Eulero Venn, le tatermica delle strutture “pesanti”; contributo energetico belle di verità, le matrici operative e le mappe delle trandelle strutture trasparenti; criteri di calcolo dei carichi tersizioni. mici in periodo invernale ed estivo; sistemi passivi e attivi Procedure per la messa in sicurezza. di contenimento del fabbisogno energetico. Difettosità terProcedure per l’integrità del sistema (continuità dell’alimoigrometriche dell’involucro edilizio. Prevenzione ed inmentazione). terventi di risanamento. Attività applicative. Esecuzione di manovre mediante moTipologie impiantistiche e soluzioni di risparmio delli di simulazione su PC. energetico. Comfort microclimatico; fondamenti di impianti di climaTERZO MODULO tizzazione tradizionali e di ultima generazione; recuperatori di calore: tipologie ed efficienze energetiche in regime Il Sistema Edificio-Impianto: dalla Climatizzazione di funzionamento invernale ed estivo; centrali termiche e alla Diagnosi Energetica frigorifere; refrigeranti ecocompatibili - prestazioni tecni22, 23 e 24 settembre che delle principali componenti di impianto - normativa di riferimento. I contenuti del corso possono essere considerati propedeutici alla qualifica che si renderà necessaria per la reImpianti civili da fonti rinnovabili. dazione del Certificato di Qualificazione Energetica, come Impianti solari termici per la climatizzazione invernale ed previsto dal D.Lgs. 192/05 e s.m.i. estiva e per la produzione di acqua calda sanitaria: tipo-
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primo piano logie impiantistiche e stato dell’arte; impianti di microcogenerazione e trigenerazione in ambito civile; contributo degli impianti fotovoltaici al risparmio energetico degli edifici. Certificazione energetica degli edifici. Normativa di riferimento: inquadramento normativo comunitario, normativa nazionale, D.Lgs. 192/05 e s.m.i. e relative linee guida nazionali; disposizioni transitorie; ruolo delle regioni e stato di avanzamento delle norme locali di attuazione; certificato e attestato di qualificazione energetica; indicatori di prestazione energetica degli edifici; influenza delle variabili climatiche e geometriche nella determinazione del limite di fabbisogno energetico di un edificio; calcolo del fabbisogno di energia primaria per la produzione dell’acqua calda sanitaria; cenni al calcolo del fabbisogno di energia per la climatizzazione estiva. QUARTO MODULO Gestione e Manutenzione delle Opere Civili 6, 7 e 8 Ottobre
partecipanti al corso di formazione: SIMC - Il Sistema Informativo di Manutenzione Computerizzato, 17 e 18 aprile 2008
QUINTO MODULO L’Attività di Ispezione ai fini della Verifica della Conformità 13, 14 e 15 ottobre
Destinatari: Destinatari: tecnici, liberi professionisti, consulenti, funzionari che opediplomati o laureati in discipline tecniche. Il corso offre rano nel settore della gestione e conservazione delle una formazione ad ampio spettro utile per gli ingegneri opere civili. che operano o che volessero operare in qualità di ispetObiettivi Formativi: tori di impianti di sollevamento. la individuazione e l’analisi dei fenomeni patologici che Obiettivi Formativi: possono manifestarsi nelle costruzioni civili durante la il corso si prefigge di formare tecnici in grado di effetloro vita di servizio costituiscono la premessa per l’adotuare le attività di ispezione, ovvero il complesso di attività zione degli interventi atti a conservarne le capacità prefinalizzate alla valutazione sistematica del grado di ristazionali. spondenza di un impianto a requisiti specificati, effettuate Programma di Dettaglio: per mezzo di osservazioni e giudizi supportati da misure, le opere civili: materiali e strutture. Grandi opere. Elencaprove e metodologie di controllo (UNI CEI EN 45004). zione difetti sottostrutture. Processi di deterioramento e di Programma di Dettaglio: fessurazione delle opere di calcestruzzo armato. Elementi Normativa di riferimento. Ruoli e responsabilità nelle attiper la diagnosi delle opere d’arte: considerazioni sugli aspetti vità di ispezione degli impianti. Elementi sulla progettageologici. Difetti tipici degli edifici relativi alle fondazioni. Dizione e costruzione dei sistemi oggetto dell’ispezione, fetti tipici degli edifici relativi alle strutture di muratura e di analisi dei rischi, metodologie di analisi dei rischi: requiacciaio. Difetti tipici degli edifici relativi agli impianti elettrici. siti e finalità, Affidabilità, disponibilità e manutenibilità, Difetti tipici degli edifici relativi agli impianti tecnici. Ispezioni analisi dei sistemi complessi, ispezione di sistemi comstrumentali con tecniche non distruttive. Monitoraggio delle plessi ai fini della messa in esercizio e della verifica peopere con prove dinamiche. Contributo della geotecnica ad riodica e straordinaria (tecnici, tecnologici, industriali, un programma di manutenzione. strutturali). Parte specializzante settore ascensori.
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dal CNIM
Certificazione di Qualità, le Aziende del CNIM
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Il Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione ha una propria Società di Servizi, il CNIM srl, che è un Organismo accreditato dal Sincert per la Certificazione dei Sistemi di Gestione per la Qualità in conformità alla norma UNI EN ISO 9001:2000. L’accreditamento è il procedimento con cui un organismo riconosciuto attesta formalmente la competenza a svolgere funzioni specifiche. È una scelta volontaria dell’organismo che intende così impegnarsi nel dare evidenza di un valore aggiunto con riferimento alla professionalità, correttezza e trasparenza della propria attività. Un documento della Direzione Generale dell’allora Ministero delle Attività Produttive si riferiva all’accreditamento secondo le indicazioni seguenti: “l’accreditamento è fondamentale per il corretto funzionamento di un mercato della valutazione della conformità trasparente e guidato dalla qualità. È fondamentale per l'industria che, in quest'area, necessita di un servizio adeguato per poter essere pienamente competitiva. È fondamentale per le autorità pubbliche, sia nazionali sia europee, per poter avere un livello appropriato di fiducia nei certificati rilasciati ovunque in Europa e così facilitare la libera circolazione dei prodotti per tutta la UE. È infine fondamentale per gli stessi organismi di valutazione della conformità, per aiutarli a dimostrare in maniera imparziale la loro competenza tecnica, assicurando tra gli stessi una concorrenza trasparente e di qualità”. È stata inoltre sottolineata, in questa sede, l'importanza di avere un’attività di accreditamento libera da ragioni commerciali; in quanto essa deve essere considerata da tutti (autorità pubbliche, accreditatori, organismi di valutazione, mondo industriale) come livello ultimo di controllo delle attività di valutazione; in altri termini, l’accreditamento deve essere garanzia di imparzialità, indipendenza - soprattutto dalla consulenza - competenza ed internazionalità. La classificazione EA (European Accreditation) individua una suddivisione dei settori merceologici nei quali le organizzazioni operano; per questi settori, gli organismi di certificazione devono assicurare adeguate “esperienze, competenze e risorse” affinché possano certificare i sistemi di gestione per la qualità. Il CNIM è attualmente accreditato nei seguenti settori: EA 18 - Macchine, Apparecchi ed impianti meccanici (Machinery and Equipment) EA 19 - Macchine Elettriche ed Apparecchiature Elettriche ed Ottiche (Electrical and Optical Equipment) EA 28 - Imprese di costruzioni, Installatori di impianti e servizi (Construction) EA 33 - Tecnologia dell’Informazione (Information tecnology) EA 35 - Servizi professionali di impresa (Firm professional service) L’elenco che segue riporta la lista aggiornata a maggio 2008 delle Aziende certificate dal CNIM in base alla norma UNI EN 9001:2000, con l’indicazione delle attività sviluppate da ciascuna realtà aziendale. AZIENDA A.C.E. APPALTI COSTRUZIONI EDILI S.p.A. AGRICOLA LIETA S.p.A.
REGIONE Lazio Lazio
AT & T s.r.l. Costruzioni Generali
Sardegna
BELLOTTI S.r.l.
Emilia Romagna
BG COSTRUZIONI S.r.l.
Sicilia
BIEMME IMPIANTI S.a.s. di Bruno Menniti & C. BLUTERMO SERVIZI di Caldiraro Antonio & C. s.n.c. BRAMBILLA SERGIO & C. S.a.s.
Lazio Lazio Lombardia
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SCOPO ATTIVITÀ Progettazione e costruzione di edifici civili e industriali. Progettazione, costruzione e manutenzione di edifici civili e industriali e di impianti tecnologici connessi. Costruzioni di edifici civili e industriali; lavori stradali; acquedotti e fognature, realizzazione di restauri monumentali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Costruzione di edifici civili e industriali, e strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Realizzazione e manutenzione di impianti tecnologici e speciali. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile.
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dal CNIM BRUGNOLO MARIO C. ENGINEERING s.r.l.
Lombardia Liguria
C.A.R. di ARCOLIN GAETANO C.E.M.A. COSTRUZIONI S.r.l.
Lombardia Sicilia
C.L.M. s.r.l. C.M.A. S.r.l. Costruzioni Meccaniche Ascensori
Lazio Marche
CALIGARIS GILBERTO S.N.C. di CALIGARIS M. e A.
Piemonte
CAMEDDA COSTRUZIONI S.r.l.
Sardegna
CAMERANO GINO
Piemonte
CAPETTA S.n.c. CASELLA ANGELO CAVARRA VINCENZO
Piemonte Emilia Romagna Sicilia
CECCHINI SERVICE S.r.l.
Emilia Romagna
CENTRO ROMA 86 S.r.l. CICCOTTI PAOLO
Lazio Lazio
CIEMME SERVICE di Carlo Mameli
Sardegna
CIRIGNOTTA FILIPPO CLIMA SERVICE 2000 di Sileo Domenico CO.GE.I. S.r.l. CO.ROM.AR. Cooperativa Romana Artigiani a r.l.
Sicilia Basilicata Lazio Lazio
CO.SA.CO. S.r.l.
Sardegna
COEBI RESTAURI s.r.l.
Sardegna
COGEMA COSTRUZIONI s.r.l.
Lazio
COGETA S.r.l. COLIS Consorzio Lavanderie e Industrie Sanitarie
Lazio Sardegna
COMBUSTIBILI NUOVA PRENESTINA S.r.l.
Lazio
CONDIM S.p.A
Lazio
CONSORZIO SERVIZI PLUS s.c.a.r.l. CONTROLCAR SYSTEMS s.r.l. COOP SERVICE - Società Cooperativa di produzione e lavoro D.E.A. DISINFESTAZIONI Giuseppe Armetta di Fabrizio Armetta & C. s.n.c. DA RE s.r.l. DE VIVO S.p.A.
Lazio Lazio Sicilia Lazio
DE.MO di Dettori Ardo e Moreddu Antonio S.n.c. DEDALO COMMUNICATION S.n.c. DEL GAUDIO OSVALDO DI CORI SERGIO s.r.l. DINO TOFANARI di Guido Tofanari e Stefano Tofanari DO.RO.P. S.r.l. ECOFLORA 2 s.r.l. EDIL GILA S.r.l. EDIL M.A. di Manca Antonello
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Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, coordinamento e supervisione dei servizi di esercizio e di manutenzione degli impianti industriali nei settori oil & gas, petrolchimico, ecologico, energia, ed attività di formazione connessa. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Costruzione di edifici civili e impianti tecnologici in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione e posa in opera di strutture metalliche su progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione, produzione, commercializzazione, installazione e manutenzione di ascensori, montacarichi e piattaforme elevatrici. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile, e installazione di bruciatori e caldaie. Costruzione di edifici civili, restauro e manutenzione di beni immobili sottoposti a tutela e realizzazione di strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Conduzione, installazione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Manutenzione e conduzione impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, restauro e manutenzione di edifici civili e di beni sottoposti a tutela, scavi archeologici ed attività strettamente connesse. Progettazione, produzione, installazione, assistenza, commercializzazione di impianti di sollevamento e attrezzature accessorie (accessori di sollevamento) e relative manutenzioni. Costruzioni di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione e posa in opera di strutture metalliche in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di misuratori fiscali - registratori di cassa. Manutenzione di strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Installazione impianti elettrici, telefonici e trasmissione dati. Manutenzione ed esecuzione di impianti idrico-sanitari, termici, di condizionamento, elettrici, elettrici di emergenza, di cabine di trasformazione MT/BT, opere di assistenza muraria agli impianti elettrici. Costruzione di edifici civili e industriali, di strade, acquedotti e fognature, ristrutturazione e manutenzione di beni immobili, installazione di impianti di pubblica illuminazione, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione di edifici civili ed industriali e restauro di beni immobili sottoposti a tutela in accordo a progetti esecutivi forniti dal committente. Costruzione e ristrutturazione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Realizzazione di impianti di illuminazione in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Studio, progettazione ed erogazione dei servizi di noleggio, lavaggio, sterilizzazione e distribuzione di materiali tessili attraverso l’assegnazione alle proprie consorziate anche nell’ambito di gare d'appalto pubbliche e/o private. Coordinamento delle attività delle Aziende Consorziate. Progettazione, installazione, gestione, manutenzione e controllo impianti termici, di ventilazione, di condizionamento, elettrici, telefonici, radiotelefonici, televisivi e simili anche in regime di global service. Diagnosi energetica ed ambientale di edifici ed impianti. Fornitura di prodotti petroliferi. Progettazione, installazione, manutenzione e conduzione di impianti di condizionamento, riscaldamento, elettrici, antincendio, idrico-sanitario e gas. Coordinamento delle attività delle proprie consorziate nel settore dei servizi. Assemblaggio di antifurti meccanici-elettronici per autoveicoli. Verifiche impianti termici. Progettazione ed erogazione di servizi di derattizzazione, disinfestazione e sanitizzazione.
Friuli Venezia Giulia Conduzione e manutenzione di impianti termici, anche in qualità di terzo responsabile. Basilicata Progettazione, installazione, conduzione e manutenzione di opere e impianti tecnologici. Progettazione, costruzione e manutenzione di edifici civili e industriali. Sardegna Realizzazione e manutenzione reti per la distribuzione del gas, realizzazione reti idriche e fognarie in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Lazio Progettazione e realizzazione di servizi di comunicazione di impresa. Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Lazio Costruzione e manutenzione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Toscana Lavori di carpenteria metallica ed installazione di infissi su progetti esecutivi forniti dal cliente. Lazio Manutenzione di strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Lazio Progettazione e manutenzione di opere in verde. Lazio Manutenzione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Sardegna Costruzione di edifici civili, restauro e manutenzione di beni sottoposti a tutela e manutenzione di strade, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.
Maintenance and Facility Management
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dal CNIM EDIL MOTER S.r.l.
Lazio
EDILE ORGOSOLO SOCIETA' COOPERATIVA
Sardegna
EDILMAN COSTRUZIONI S.r.l.
Lazio
EDILMEN S.r.l.
Lazio
EDILMURA S.r.l. EDILURB S.r.l.
Sardegna Lazio
ELETTRICA P.N.P. S.n.c. ELETTROIMPIANTI DI CACCAMO EPIFANIO & C. S.a.s.
Lazio Sicilia
ELETTROMARCHE S.n.c. ELETTROTERMICA S.n.c. di CAMPISI & GAMBINO
Marche Liguria
ELMA IMPIANTI S.n.c.
Sardegna
ELMECH INGEGNERIA s.r.l.
Marche
EREDI DI BELFIORE GIUSEPPE s.r.l.
Sicilia
ETTINI ROMANO di ETTINI MATTEO EURO SERVIZI SOCIETA' COOPERATIVA SOCIALE EUROCOSTRUZIONI S.r.l.
Lombardia Lazio Sardegna
EURODISINFESTAZIONI SOC. COOP. EUROGARDEN S.r.l.
Lazio Lazio
EUROTHERMA s.r.l.
Piemonte
FELIX IMPIANTI S.r.l.
Abruzzo
FRATTINI GIANPAOLO & C. S.n.c.
Veneto
G.M. S.r.l.
Lazio
GAMMADUE S.r.l.
Lazio
GARAU GIAN CARLO
Sardegna
GE.CO.MAR. S.r.l.
Sardegna
GEMELLI APPALTI S.r.l. GENTILI & ROCCHI S.r.l.
Lazio Marche
GEOCONSULT S.r.l. GEOTEC s.n.c. GESAL S.r.l.
Lazio Sardegna Lazio
GIANROS s.r.l.
Lazio
GORI IMPIANTI S.r.l. HINTELCO SISTEMI S.r.l.
Veneto Lazio
I.C.C.I.S. S.r.l.
Sardegna
I.C.S. IMPRESA COSTRUZIONI SPECIALI S.r.l.
Lazio
I.M.A.R.T. s.a.s.
Toscana
IDEALCLIMA LAVORI S.r.l.
Lazio
IDROTERMICA DUETTI di Telesca Rocco e C. S.a.s.
Basilicata
IMPRESA COSTA GIUSEPPE s.n.c.
Sardegna
IMPRESA COSTRUZIONI GENERALI ING. MICHELE VIGNOLA & C. s.r.l.
Basilicata
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Costruzione di edifici civili e opere stradali, realizzazione di reti fognarie, acquedotti, opere a verde e di arredo urbano, lavori in terra, demolizione di opere civili. Costruzione di edifici civili e industriali, strade e opere di urbanizzazione in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione, costruzione e manutenzione di edifici civili e industriali, restauro di edifici monumentali. Ristrutturazione, manutenzione e consolidamento di edifici civili, installazione di impianti elettrici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione e costruzione di edifici civili. Progettazione e costruzione di edifici civili e industriali, installazione di impianti tecnologici. Installazione e manutenzione di impianti elettrici e realizzazione di quadri elettrici in BT. Progettazione, installazione e manutenzione impianti elettrici in bassa, media e alta tensione, cabine secondarie, impianti elettrici civili e industriali. Installazione e manutenzione impianti elettrici. Installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, installazione, manutenzione di impianti elettrici civili e industriali; cablaggio strutturato; installazione e manutenzione di quadri elettrici, impianti telefonici, impianti di automazione, TV Sat, impianti di climatizzazione, termoidraulici e di sicurezza. Progettazione e erogazione di servizi di collaudo ed analisi tecniche nel campo dell'ingegneria, attività in materia di ingegneria. Costruzione di edifici civili e industriali, strade, opere di evacuazione in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione e manutenzione di opere a verde. Realizzazione e manutenzione di strade e opere complementari in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Servizi di derattizzazione, disinfestazione, disinfezione, bonifica ambientale in genere. Progettazione, realizzazione e manutenzione di opere a verde, arredo urbano e impianti sportivi. Manutenzione integrata di opere delle pertinenze autostradali: verde, sicurezza, segnaletica, raccolta e trasporto rifiuti. Installazione, conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, installazione, trasformazione, ampliamento di impianti di riscaldamento, condizionamento, idrici-sanitari, antincendio e gas. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, installazione, conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, installazione, manutenzione e riparazione di ascensori e montacarichi. Manutenzione e riparazione di scale mobili. Installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Costruzione di edifici civili e industriali, movimento terra, verde pubblico e arredo urbano in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione di edifici civili e industriali e impianti tecnologici connessi in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Ristrutturazione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Conduzione, installazione e manutenzione impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Prove e controlli di laboratorio su materiali da costruzione. Servizi geotecnici, prove e controlli di laboratorio sui materiali da costruzione. Manutenzione e ristrutturazione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione e ristrutturazione di edifici civili con impianti tecnologici in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, installazione, manutenzione di impianti elettrici e di telecomunicazione. Erogazione di servizi di Facility Management connessi. Installazione di linee aeree e interrate MT/BT, manutenzione di linee elettriche e cabine secondarie, allacci ed illuminazione pubblica. Costruzione, manutenzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente, movimento terra. Installazione, su progettazione fornita dal cliente, e manutenzione di sistemi ponti radio analogico-digitali per impianti di comunicazione e telecomunicazione. Progettazione, installazione e manutenzione impianti tecnologici connessi agli edifici civili ed industriali, ristrutturazione e restauro di immobili storici. Conduzione, installazione e manutenzione impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Installazione e manutenzione di impianti elettrici, idrici, di condizionamento e antincendio. Costruzione di opere stradali e complementari, opere di irrigazione e di evacuazione in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione e realizzazione di edifici civili e industriali, acquedotti e fognature.
Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008
dal CNIM IMPRESA COSTRUZIONI Geom. ANGELO MORO
Sardegna
IMPRESA DI COSTRUZIONI GEOM. PIER GAVINO CUCCURU Sardegna IMPRESA GEOM. SERRA PIETRO G.B.
Sardegna
IMPRESA LA.PE.MA. S.r.l. IMPRESA MANCINI S.r.l.
Lazio Lazio
IMPRESA MARIO LOI
Sardegna
ING. MERONI IMPIANTI E SERVIZI S.a.s.
Lombardia
L'ASSITECNICA s.n.c.
Sardegna
LEDDA COSTRUZIONI S.n.c. di Ledda Lucio & C.
Sardegna
LUSTEMA s.r.l. MA.RE.CO. s.r.l. MALTHEA s.r.l.
Lazio Lazio Lazio
MAR.AS. di Marcolini Maurizio & C. S.n.c.
Lazio
MAR.LU. COSTRUZIONI di M.G. POMPILI & C. S.a.s.
Lazio
MARCHI S.n.c.
Sardegna
MARUKA APPALTI S.r.l.
Lazio
MASTROLIA GIUSEPPE
Puglia
MORINI IMPIANTI DI MORINI MASSIMO
Emilia Romagna
MOVISTRADE S.r.l.
Sardegna
NEMO di Visalli Nicola NOVELLI SERVIZI S.n.c. di Andrea Novelli e C. NUOVA TERMOTECNICA S.r.l. O.V.RA. S.n.c. di VIGOLO & C.
Campania Toscana Lombardia Veneto
ORTHOROMA di Massimo Onorato P.I.E.C.I. S.r.l. PA.SER. s.r.l. PAOLACCI MARCELLO S.r.l.
Lazio Lazio Sardegna Lazio
PENSUTI COSTRUZIONI S.r.l. PERLA BIANCA S.r.l. PETRUCCI DOMENICO
Lazio Sardegna Lazio
PIRAZZOLI di Pirazzoli Massimo & C. s.a.s.
Piemonte
PONTEGGI TUBOLARI S.p.A. PONZO VINCENZO PULITECNICA s.r.l. R.E.C. STUDIO 2001 S.r.l. RECKON S.r.l.
Sicilia Lombardia Sardegna Lazio Sardegna
RUSSO VINCENZO
Puglia
S.A.P.E. S.r.l. S.A.R.M. di Latini Giovanni
Lazio Lazio
S.G.S. s.r.l. S.I.A.R. S.r.l. S.I.CO.R. 2000 S.r.l. S.I.M. - Società Impianti e Manutenzione S.r.l.
Sardegna Lombardia Lazio Lazio
S.P.E.A. s.a.s. di Alberto Venturi
Lazio
SACIET S.r.l.
Lazio
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Maintenance and Facility Management
Costruzione di edifici civili, acquedotti, fognature, manutenzioni stradali e realizzazione di opere a verde, su progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione e ristrutturazione di edifici civili ed industriali in accordo a progetti esecutivi del cliente. Realizzazione di impianti elettrici, sanitari, fognari e di riscaldamento in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione di opere stradali e complementari, acquedotti, opere di irrigazione, di evacuazione, di sistemazione idraulica e bonifica, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione e costruzione di edifici civili. Progettazione, costruzione, manutenzione e consolidamento di edifici civili e impianti tecnologici. Ristrutturazione di edifici civili ed industriali, costruzioni stradali e movimento terra, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Installazione, manutenzione e conduzione impianti termici, anche in qualità di terzo responsabile. Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di misuratori fiscali e prodotti elettrici ed elettronici per ufficio e negozi. Costruzione di edifici civili ed industriali, strade, autostrade, acquedotti e fognature in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione, installazione e manutenzione di ascensori e scale mobili. Manutenzione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione e ristrutturazione di edifici civli e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione, installazione, riparazione e manutenzione di impianti elevatori, scale mobili, montacarichi e apparecchi vari di sollevamento. Costruzione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente, realizzazione impianti elettrici, idraulici, termici e di condizionamento. Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di misuratori fiscali - registratori di cassa. Progettazione, costruzione e manutenzione di edifici civili ed industriali e dei relativi impianti tecnologici. Conduzione, installazione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Installazione di impianti elettrici civili e industriali, realizzazione di illuminazione pubblica e cabine elettriche in BT e MT. Costruzione di strade, acquedotti, fognature, movimento terra e demolizioni in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Conduzione di impianti iperbarici. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile e installazione di bruciatori e caldaie. Realizzazione di protesi ortodontiche. Progettazione e realizzazione di impianti elettrici e opere edili connesse. Erogazione servizi di pulizia. Esecuzione di lavori stradali e opere fognarie, manutenzione di opere civili, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione, ristrutturazione e manutenzione di edifici civili e impianti tecnologici. Noleggio di articoli tessili piani e confezionati alle imprese pubbliche e private. Costruzione e manutenzione di edifici civili e strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Progettazione, installazione, conduzione e manutenzione di impianti termici, e impianti elettrici ad essi vincolati, anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, assemblaggio e installazione di quadri elettrici vincolati agli impianti termici. Progettazione, montaggio e manutenzione di ponteggi tubolari. Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Servizi di pulizia alle imprese. Ristrutturazione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di misuratori fiscali e prodotti elettrici ed elettronici per ufficio e negozi. Conduzione, installazione e manutenzione di impianti termici, anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione e realizzazione di edifici civili. Progettazione, installazione, riparazione e manutenzione di ascensori, piattaforme elevatrici e montacarichi. Prove e controlli di laboratorio su materiali da costruzione. Progettazione, manutenzione e riparazione di impianti ascensori elettrici ed oleodinamici. Costruzione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione di edifici civili e realizzazione di impianti elettrici in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione di strade, acquedotti e fognature, opere fluviali di difesa e sistemazione idraulica, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Lavori in terra. Lavori di edilizia e di impianti elettrici, idraulici, termici e di condizionamento, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente.
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dal CNIM SAGI SERVICE snc
Installazione, manutenzione, assistenza tecnica, vendita e verificazione periodica di misuratori fiscali e prodotti elettrici ed elettronici per ufficio e negozi. SALES APPALTI S.r.l. Lazio Progettazione e costruzione di edifici civili. SALVATORE MERELLA s.r.l. Sardegna Costruzione di edifici civili, realizzazione di strade e opere connesse, acquedotti e fognature e strutture in legno, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SANNA MARIO & VENTURI BRUNO s.n.c. Sardegna Sistemazione opere fluviali e costruzione di edifici civili, acquedotti e fognature, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SANNASCENSORI s.n.c. di Sanna Gianfranco e Manca Piero Sardegna Montaggio, manutenzione e riparazione impianti ascensore. SAR.EL. di Murru M. & C. s.a.s. Sardegna Costruzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali, costruzione di strade, esecuzione di lavori di pubblica illuminazione, realizzazione di impianti tecnologici, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SARDAPPALTI OLBIA s.r.l. Sardegna Costruzioni e manutenzioni stradali, di acquedotti e fognature in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SATEMA S.r.l. Lazio Progettazione e realizzazione di edifici civili e industriali. SCRIVANTI di Sergio e Renzo Scrivanti - S.n.c. Piemonte Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile e installazione di bruciatori e caldaie. SE.S.A. s.r.l. Sardegna Costruzione di edifici civili ed industriali e relative opere complementari; esecuzione di lavori stradali, movimentazione terra e finitura di opere, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SERVIZI s.n.c. di Carretta Gloria e Calafiore Massimo & C. Sicilia Progettazione e costruzione di edifici civili e industriali e relativi impianti. SGRO ALBERTO ALVARO DANIELE Sicilia Ristrutturazione e manutenzione di edifici civili e industriali, restauro e manutenzione di beni sottoposti a tutela, finiture di opere generali di natura edile, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SICURSTRADE S.r.l. Sardegna Installazione, manutenzione e gestione di impianti per la segnaletica luminosa e la sicurezza del traffico; installazione e manutenzione di impianti di illuminazione pubblica e opere murarie complementari e accessorie su progettazione fornita dal cliente. SIRIO SYSTEM s.r.l. Sardegna Installazione, manutenzione, assistenza tecnica e verificazione periodica di misuratori fiscali e registratori di cassa. SIZ S.n.c. di Ziveri Claudio & C. Emilia Romagna Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Installazione e manutenzione di impianti termo-idrico-sanitari, condizionamento, raffrescamento centralizzato, antincendio e gas, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SO.FIN.GI. S.r.l. Sardegna Costruzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali su progettazione fornita dal cliente. SO.GE.IM. S.r.l. Sardegna Costruzione e manutenzione di acquedotti, fognature e strade in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. Costruzione di opere fluviali, di difesa, di sistemazione idraulica e di bonifica in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SOCOP S.r.l. Lazio Costruzione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. SOLAR IMPIANTI S.r.l. Lazio Costruzione e ristrutturazione di edifici civili e industriali in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. STUDIO E S.r.l. Lazio Costruzione di edifici civili in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. STUPARICH CLAUDIO Friuli Venezia Giulia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. T.S.I. TERMO SERVIZI INDUSTRIALI di Pietro Paolo Pozzoli Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile e installazione di bruciatori. TARAS QUIRICO s.r.l. Sardegna Manutenzione e realizzazione di impianti tecnoclogici, impianti per la trasformazione MT/BT e la distribuzione di energia elettrica su progettazione fornita dal Committente. Costruzione di edifici civili ed industriali in accordo a progetti forniti dal Committente. TECHNO SKY s.r.l. Lazio Progettazione ed erogazione di servizi di logistica (installazione, manutenzione e assistenza tecnica HW e SW) per impianti e sistemi elettronici ed infrastrutture a supporto delle operazioni relative alla navigazione aerea. TECNO PA di Piredda Anthony Sardegna Programmazione e manutenzione di sistemi di controllo, preferenziamento e centralizzazione del traffico, installazione e manutenzione di impianti semaforici in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. TECNO-IMPIANTI S.n.c. di SEMENZATO CLAUDIO & C. Veneto Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. TERMOCALOR di CERREIA FUSO GIANNI Piemonte Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile e installazione di bruciatori e caldaie TERMOIDRAULICA D'ANDREA ANTONIO Basilicata Installazione, manutenzione e ristrutturazione, in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente, di impianti idrosanitari, di riscaldamento e di climatizzazione, pannelli solari, riscaldamento a pavimento, impianti aspirapolvere centralizzati. TERMOTECNICA DI PAOLA S.r.l. Lazio Manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. TERMOTECNICA MATTAVELLI S.a.s. Lombardia Installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. TREVISAN IMPIANTI s.r.l. Veneto Progettazione, installazione, manutenzione e conduzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. Progettazione, installazione, manutenzione di impianti idrico-sanitari e di climatizzazione. Installazione e manutenzione di impianti elettrici, antincendio e aria compressa. V.I.P. GARDEN s.r.l. Lazio Progettazione, realizzazione e manutenzione di opere a verde. VAZZANA ENERTEC S.r.l. Sicilia Costruzione di metanodotti in accordo a progetti esecutivi forniti dal cliente. VE.CO.RI. S.n.c. di RIPAMONTI FERDINANDO & C. Lombardia Conduzione e manutenzione di impianti termici anche in qualità di terzo responsabile. VITROCISET S.p.A. Lazio Progettazione, installazione, manutenzione, assistenza tecnica per impianti e sistemi elettronici complessi e software. ZANZI SERVIZI S.p.A. Lazio Progettazione, installazione e riqualificazione tecnologica degli impianti tecnologici. Pianificazione ed erogazione di servizi di manutenzione di impianti tecnologici anche in regime di Global Service.
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Sardegna
Anno 2 Numero 3 Maggio Giugno 2008
tecnica Massimo Concetti
Certificazione Qualità: il processo di certificazione, i benefici, i costi
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Qualità significa capacità di soddisfare esigenze, di tipo materiale e morale, economico e sociale, esplicitate in forma di requisiti – non generici, ma concreti e misurabili – attraverso adeguati processi di regolamentazione e normazione. La realizzazione della qualità consiste, pertanto, nel conferire – ai prodotti e servizi di una determinata organizzazione e, più in generale, alle attività socio-economiche proprie di un determinato contesto – la capacità di soddisfare i bisogni/requisiti correlati. L’assicurazione della qualità, a sua volta, consiste nel garantire al “mercato”, inteso nella sua accezione più ampia come l’intero contesto socio-economico di riferimento, con un adeguato livello di confidenza, che tale capacità effettivamente sussista. Essa non costituisce di per sé un fine che è invece rappresentato dalla realizzazione della qualitàbensì uno strumento inteso ad ingenerare negli stakeholders sufficiente fiducia circa l’effettiva capacità di soddisfazione delle proprie necessità. È del tutto evidente che la competitività di un’organizzazione – intesa come capacità di creare valore per sé e per i propri stakeholders con crescente affermazione sul proprio “mercato” – è strettamente
Responsabile tecnico Certificazione Sistemi di Qualità CNIM
ed univocamente correlata alla sua capacità di produrre e assicurare qualità, nelle diverse forme e gradi applicabili. Sulla base di tale significato del termine “qualità”, la certificazione dei sistemi di gestione per la qualità rappresenta il processo attraverso il quale un soggetto terzo assicura che una organizzazione (produttrice di beni o fornitrice di servizi) è strutturata e gestisce le proprie risorse ed i propri processi produttivi in modo da riconoscere e soddisfare determinati bisogni di qualità (economica, ambientale, etica, ecc..), tramite conformità ai requisiti stabiliti dai riferimenti normativi applicabili (inclusa le leggi ove rilevanti). La certificazione rappresenta una forma “indiretta” di assicurazione della qualità e, come tale, gode dei vantaggi, ma risente altresì dei limiti propri di tale natura. In particolare, la certificazione può essere considerata come un processosistema complesso, costituito da diversi elementi che interagiscono tra loro secondo regole definite e con il fine di migliorare l’intero sistema produttivo e la soddisfazione di tutte le parti interessate. Una esemplificazione del processo-sistema di Certificazione può essere schematizzata secondo quanto segue (figura 1).
Figura 1: Schema del Processo-Sistema di Certificazione della Qualità (SGQ)
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Maintenance and Facility Management
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tecnica Nello schema di cui alla figura 1, si possono individuare tre categorie fondamentali: -- le imprese e le organizzazioni in genere produttrici di beni e servizi (parte prima), che svolgono un ruolo primario nella costruzione della qualità sia pure con il supporto delle altre componenti del sistema; -- i clienti, ovvero gli utenti e consumatori (parte seconda), che definiscono, direttamente o indirettamente, gli obiettivi della qualità (bisogni da soddisfare); -- l’“infrastruttura”, costituita dagli Enti di Accreditamento e dagli Operatori specializzati nella valutazione di conformità (Organismi di Certificazione) indipendenti dalle due parti “contrattuali” precedenti (parte terza). Come per ogni sistema complesso, l’affidabilità dello stesso, e pertanto la sua efficacia, dipende dall’affidabilità di ogni singolo elemento/sotto-sistema e quando uno solo non garantisce un livello accettabile di affidabilità, l’intero sistema ne risente. Sulla base di tale visione appare chiara la necessità, al fine di ottenere il risultato finale, che ogni sotto-sistema funzioni nel rispetto delle dovute relazioni. Nello specifico, di seguito sono evidenziate alcune delle possibili criticità: -- il Modello Gestionale, nel caso in esame definito attraverso i requisiti specificati nella norma UNI EN ISO 9001:2000, determina la “bontà” di tali certificazioni. Se il modello è inadeguato, la corrispondente certificazione di conformità risulta, per definizione, anch’essa inadeguata, cioè non in grado di fornire i risultati attesi. Questo aspetto, di estrema criticità, meriterebbe una approfondita analisi; in questa sede ci si limita ad osservare, da un lato, che il riferimento normativo debba sempre essere considerato con giusto senso critico, evitando di riporre in esso e nella relativa certificazione, aspettative che non possono essere soddisfatte, e dall’altro che è dovere del sistema di certificazione e di accreditamento contribuire al miglioramento delle norme di riferimento, impegnandosi nelle attività di formazione sia in sede nazionale che internazionale; -- l’ottenimento della certificazione, da parte di una Organizzazione, del proprio Sistema di Gestione per la Qualità (SGQ), dovrebbe rappresentare l’ultimo passo di una serie che la stessa Organizzazione ha intrapreso dal momento in cui ha deciso ed avviato il percorso di
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implementazione, all’interno della propria struttura organizzativa, del Sistema di Gestione per la Qualità conforme ai requisiti della norma UNI EN ISO 9001:2000 e allo stesso tempo il primo passo verso il miglioramento continuo. Ciò significa che, nel momento in cui l’Organizzazione decide di investire delle risorse nella progettazione, nello sviluppo e nella implementazione del SGQ, è fondamentale che tale scelta strategica sia principalmente voluta per accrescere la cultura manageriale dell’azienda e stimolata dalla ricerca del miglioramento della soddisfazione dei clienti e dell’efficienza/efficacia dei processi aziendali. Quando le ragioni per le quali una organizzazione implementa il proprio SGQ sono lontane da quelle appena descritte, i risultati sono scarsi e a volte completamente assenti. Inoltre, l’eventuale supporto fornito da società di consulenza specializzate, dovrebbe essere adeguatamente progettato per poter impostare un percorso di trasferimento di competenze e lasciare nel tempo alle società di consulenza, al limite, il puro ruolo di supervisione, provvedendo autonomamente allo sviluppo e al miglioramento del SGQ; -- gli Organismi di Certificazione (OdC) dovrebbero contribuire alla maturazione culturale della organizzazione e grazie alla loro attività di audit dovrebbero garantire un valore aggiunto alle Organizzazioni verificate. Allo stesso tempo, in qualità di soggetto terzo, ogni organismo di certificazione dovrebbe operare al fine di tutelare la collettività attraverso il rilascio dei certificati. Quando un OdC decide di operare con le finalità appena descritte, deve necessariamente impostare un percorso di crescita continua della propria struttura organizzativa e delle competenze di tutto il personale coinvolto nei processi di certificazione. Rispetto a quanto appena detto, il rapido proliferare di OdC che si è verificato negli ultimi anni, strettamente legato ad altri fattori di natura maggiormente commerciale, potrebbe rappresentare un elemento di rischio per l’affidabilità dell’intero sistema di certificazione nazionale. Nonostante la complessità e le criticità del sistema, le certificazioni dei sistemi di gestione (e, in particolare, dei sistemi di gestione per la qualità, ISO 9000 e affini) hanno conosciuto, nell’ultimo decennio, un grandissimo sviluppo.
Anno 2 Numero 2 Marzo Aprile 2008
tecnica In Italia, ad oggi, il sistema sopra esemplificato ha permesso l’ottenimento della certificazione del relativo Sistema di Gestione per la Qualità in conformità alla norma UNI EN ISO 9001:2000 da parte di circa 120.000 Organizzazioni. Tali certificazioni sono state rilasciate da circa 75 Organismi di Certificazione che operano secondo i regolamenti SINCERT e secondo le norme EN 45012 o ISO/IEC 17021. Questi dati pongono l’Italia al primo posto in Europa per numero di certificati ISO 9001 rilasciati. Ciò potrebbe apparire molto positivo anche se allo stesso tempo potrebbe celare dei “meccanismi commerciali” poco chiari. I dati dovrebbero significare che molte aziende in Italia hanno adottato standard organizzativi e gestionali di alto livello, ma è pur vero che la crescita del numero delle certificazioni rilasciate ha spesso coinciso con obblighi contrattuali e requisiti fissati prevalentemente dai grandi committenti privati o da enti pubblici. In tal senso, un caso è rappresentato dall’introduzione del meccanismo di qualificazione delle imprese di costruzione, che pone come requisito contrattuale il possesso del certificato di qualità. In questo panorama, i principali problemi correlati al valore delle certificazioni, cioè al loro grado di assicurazione dell’effettiva capacità del sistema certificato di erogare la qualità attesa, nonché al loro corretto utilizzo, possono essere i seguenti: -- difficoltà di applicazione efficace da parte delle organizzazioni della norma ISO 9001, interpretazione inadeguata e applicazione riduttiva della norma stessa con conseguente rischio di vanificare le grandi potenzialità – in termini di miglioramento della qualità erogata dai corrispondenti sistemi di gestione e di rafforzamento della credibilità del sistema di certificazione; -- elevato numero di certificazioni rilasciate e conseguente difficoltà di esercizio di un efficace controllo sulle stesse da parte degli OdC; -- forte competizione commerciale tra Organismi e conseguente tendenza al ribasso dei costi e della qualità delle prestazioni; -- elevato numero di Organismi di Certificazione e conseguente difficoltà a conseguire e garantire l’armonizzazione dei comportamenti, sulla base di un adeguato comun denominatore di qualità;
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-- aspettative non corrette riposte dal mercato nel valore e significato delle certificazioni in oggetto; deve essere chiaro a tutti che le certificazioni di sistema – se ben fatte – forniscono concrete garanzie circa l’impegno della organizzazione certificata a gestire le risorse e i processi in modo da erogare la qualità attesa; esse hanno tuttavia dei limiti di cui occorre tenere debito conto. L’esperienza maturata dal CNIM, che opera come Organismo di Certificazione accreditato dal SINCERT fin dal 1995 e che è stato uno tra i primi enti in Italia a certificare i Sistemi di Gestione per la Qualità aziendali, oltre ad avere permesso di evidenziare le criticità ed analizzare le problematiche di cui sopra, ha permesso di verificare nel tempo la crescita delle Organizzazioni che già da qualche anno operano secondo i requisiti indicati nella norma ISO 9001. In particolare, le aziende di “successo” mostrano - e hanno sempre mostrato - una particolare “cura” ed attenzione al proprio Sistema di Gestione per la Qualità e hanno investito negli anni tempo e risorse per migliorare sempre più le attività e i processi aziendali anche ispirandosi ai principi del ciclo PDCA (Plan-Do-Check-Act). Tale risultato dimostra che, per le aziende, la implementazione di un sistema di gestione per la qualità e la certificazione dello stesso può rappresentare lo strumento principale per ottenere nel tempo il miglioramento della soddisfazione dei clienti e i necessari risultati di efficacia e di economicità, il tutto attraverso una sistematica pianificazione, esecuzione, controllo e miglioramento di tutti i processi primari e di supporto dell’organizzazione. Infine, risulta utile evidenziare alcuni aspetti interessanti legati allo sviluppo e alla diffusione delle certificazioni. In particolare, in epoca recente, accanto alla classica domanda di qualità economica di cui sopra – che permane forte in quanto ormai, di fatto, imposta dalle leggi di mercato – si è andata affermando una domanda di nuove e più ampie forme di qualità, intese alla soddisfazione di una più vasta gamma di bisogni espressi da un più ampio contesto di parti interessate (stakeholders) e che possono essere, a buon diritto, riassunte nel termine “qualità sociale” o qualità della vita tout court. Tali nuove domande sono destinate a conferire un ulteriore impulso alla crescita della
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tecnica cultura e della prassi della valutazione di conformità, arricchendone i contenuti ed il valore. Fra le nuove, emergenti domande di qualità le più rilevanti sono quelle relative: -- alla qualità ambientale che è chiamata a tutelare i bisogni della collettività presente e futura nel quadro dello sviluppo sostenibile e può essere conseguita tramite approccio, sia sistemico (certificazione di sistema di gestione ambientale – norma ISO 14001), sia di prodotto (etichette ambientali di vario tipo, inclusa la dichiarazione ambientale di prodotto). -- alla qualità del lavoro; che è intesa a tutelare i bisogni di salute e sicurezza dei lavoratori ed è conseguibile tramite un adeguato approccio di sistema (certificazione di sistemi di gestione per la sicurezza e salute sul lavoro – norma OHSAS 18001). Tale Certificazione inoltre è particolarmente importante anche in relazione alla pubblicazione del nuovo testo unico sulla Sicurezza negli
Ambienti di Lavoro (D.Lgs. n.81 del 9 aprile 2008 “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n.123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”) il quale, all’Art.30 “Modelli di Organizzazione e di Gestione”, indica quale migliore modello organizzativo e di gestione delle attività legate alla salute e alla sicurezza, quello definito conformemente alla norma OHSAS 18001:2007. La risposta a queste nuove, emergenti, domande di qualità rappresenta la sfida per il futuro del moderno sistema per la qualità e, in relazione a tali sfide, il CNIM nell’ambito dell’area Certificazione Sistemi di Gestione ha operato la costruzione dei relativi schemi di certificazione e ha attivato i servizi di certificazione dei Sistemi di Gestione Ambientale rispetto alla norma UNI EN ISO 14001 e dei Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicurezza in conformità alla norma OHSAS 18001:2007.
La Gestione della Sicurezza per la Tutela della Responsabilità delle Imprese Il D.Lgs. 81/2008 introduce la responsabilità amministrativa dell'impresa in caso di infortunio oltre alle eventuali responsabilità penali. Il CNIM, nell’ambito dell’area Certificazione Sistemi di Gestione, ha attivato la certificazione dei Sistemi di Gestione per la Salute e la Sicurezza in conformità alla norma OHSAS 18001:2007. L’attivazione di tale servizio è conseguenza di due rlevanti circostanze: 1. l’art. 30 del D.Lgs. 81/2008 “Modelli di Organizzazione e di Gestione” indica come migliore modello organizzativo, ai fini della “efficacia esimente della responsabilità amministrativa” quello definito conformemente alla norma OHSAS 18.001:2007. 2. lo staff del CNIM - anche in virtù del legame con il mondo della ricerca e universitario, soprattutto con la cattedra di “Sicurezza degli Impianti Industriali” di Sapienza Università di Roma - ha maturato una profonda consapevolezza delle problematiche tecnico-progettuali e gestionali legate al perseguimento di un minore numero di infortuni, alla migliore tutela delle responsabilità e alla superiore economicità nella definizione delle azioni di miglioramento per la sicurezza. L'Azienda “Combustibili Nuova Prenestina” di Roma, già certificata dal CNIM rispetto alla norma ISO 9001:2000, è tra le prime aziende ad avere richiesto il nuovo servizio di certificazione che il CNIM ha attivato.
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tecnica Roberto Cuccioletta
Certificazione Impianti: il processo di certificazione, i benefici, i costi
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Il processo di certificazione La libera circolazione dei beni è una conquista del mercato unico; l’Unione Europea, a tale scopo, ha messo a punto una serie di procedure sia per rendere possibile tale obiettivo, sia per impedire la creazione di nuovi ostacoli agli scambi. Tali meccanismi si basano sul riconoscimento reciproco e sull’armonizzazione tecnica. I prodotti fabbricati o commercializzati legalmente in qualsiasi paese dell’Unione Europea devono poter circolare liberamente nel territorio di ogni stato membro, purché tali prodotti soddisfino livelli di protezione equivalenti a quelli imposti dallo Stato membro di esportazione e dove essi siano commercializzati nel territorio del paese esportatore. In assenza di misure comunitarie, gli Stati membri hanno la facoltà di legiferare sul proprio territorio. La nuova strategia in materia di armonizzazione tecnica e normalizzazione ha generato una nuova tecnica regolamentare, che ha fissato i seguenti principi: -- l’armonizzazione legislativa si limita ai requisiti essenziali che i prodotti immessi nel mercato nella Comunità devono rispettare per poter circolare liberamente all’interno della Comunità stessa; -- le specifiche tecniche dei prodotti che rispondono ai requisiti essenziali fissati nelle direttive vengono definite in norme armonizzate; -- l’applicazione di norme armonizzate o di altro genere rimane volontaria e il fabbricante può sempre applicare altre specifiche tecniche per soddisfare i requisiti previsti; -- i prodotti fabbricati nel rispetto delle norme armonizzate sono ritenuti conformi ai corrispondenti requisiti essenziali fissati nelle relative direttive di prodotto. Oltre ai principi del nuovo approccio è necessario stabilire condizioni per una valutazione affidabile della conformità. L’introduzione del nuovo approccio ha, quindi, comportato un perfezionamento della procedura di valutazione della conformità, che è stata resa più flessibile nell’arco dell’intero processo di fabbricazione con la conseguenza di averla potuta adeguare alle esigenze delle singole operazioni.
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Responsabile tecnico Certificazione Prodotto CNIM
L’approccio globale ha introdotto un approccio modulare, suddividendo la procedura di valutazione della conformità in una serie di operazioni - i cosiddetti moduli - che differiscono tra loro in base alla fase di sviluppo del prodotto (ad esempio, progettazione, prototipo, produzione piena), al tipo di valutazione effettuata (ad esempio controllo della documentazione, approvazione del tipo, garanzia qualità) e alla persona responsabile della valutazione (fabbricante o terzo). La valutazione della conformità si basa pertanto su quanto segue: -- attività interne di controllo della progettazione e della fabbricazione da parte del fabbricante; -- esame del tipo svolto da terzi più attività interne di controllo della produzione da parte del fabbricante; -- esame del tipo o della progettazione da parte di terzi più approvazione da parte di terzi del prodotto o dei sistemi di garanzia qualità della fabbricazione o verifica su prodotto da parte di terzi; -- verifica di un unico prodotto da parte di terzi per le fasi di progettazione e fabbricazione; -- approvazione da parte di terzi dei sistemi di garanzia di qualità totale. La certificazione di un prodotto, atto finale della valutazione di conformità, è un mezzo per assicurare che esso sia conforme ad una specifica norma tecnica o ad altri documenti normativi. La norma UNI EN 45011 specifica i requisiti che devono possedere gli organismi di certificazione, la cui osservanza ha lo scopo di garantire che gli stessi attuino sistemi di certificazione di terza parte in modo coerente ed affidabile, facilitando così la loro accettazione a livello sia nazionale che internazionale, e potere agevolare, in questo modo, il commercio internazionale. La dichiarazione della conformità a norme specifiche o ad altri documenti normativi si esprime mediante certificati o marchi di conformità.
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tecnica esplosione), e tutte le altre direttive applicabili all’uso delle attrezzature di lavoro. All’attività di certificazione è correlata l’attività di ispezione di impianto o di prodotto. Le norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro prevedono una “funzione” di prevenzione e protezione dai rischi che devono essere svolte all’interno dell’azienda. Alcune persone vengono designate a fare parte del servizio di prevenzione e protezione, col compito di individuare i fattori di I benefici L’attività di certificazione di un prodotto, per quanto detto rischio presenti nella struttura aziendale. Altre norme nasopra, si inquadra in una tipologia di servizio di natura co- zionali impongono, per alcune tipologie di impianti, verifiche gente. Qualsiasi prodotto per poter essere commercializ- periodiche condotte da enti di terza parte. zato deve essere dotato di marcatura CE. E’ innegabile che Le Direttive di nuovo approccio prescrivono che ogni protale obbligo contenga dei benefici intrinseci soprattutto dal dotto commercializzato (macchina, impianto a pressione, ascensore, giocattolo ecc.) sia corredato dal libretto di istrupunto di vista della sicurezza e della qualità della vita. La legislazione in materia di igiene e sicurezza del lavoro è, zioni per l’uso e la manutenzione. All’interno di tale docucome sappiamo, oggetto di un costante aggiornamento mento deve essere indicata la periodicità cui sottoporre il dettato dagli obblighi comunitari. Le innovazioni introdotte prodotto in manutenzione e la tipologia di ispezioni che denel sistema legislativo italiano sono state attuate sulla base vono essere effettuate. delle politiche comunitarie di integrazione che riguardano Le direttive da una parte, quindi, impongono la presenza sia le azioni sociali sia quelle per la libera circolazione delle della marcatura CE, dall’altra impongono che il fabbricante merci. Le azioni sociali hanno prodotto direttive che hanno preveda, già in fase di progettazione, gli usi futuri in siculo scopo di determinare i requisiti minimi di igiene e sicu- rezza, la manutenzione e le ispezioni periodiche cui i prodotti rezza a tutela di tutti i lavoratori della Unione Europea. Un devono essere sottoposti per garantire il mantenimento dei esempio di recepimento di queste direttive è stato il D.Lgs requisiti essenziali di sicurezza. 626/94 e i suoi successivi adeguamenti, sino all’ultimo L’ispezione di un impianto o di un prodotto può essere esetesto unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008). Le azioni in materia di libera circolazione delle merci, come guita, come detto, o dal personale interno di una azienda detto, hanno portato alla emanazione di direttive di pro- o da personale esterno, direttamente da un professionista dotto, tra le quali ricordiamo la direttiva macchine, recepita o attraverso un ente di terza parte. Le modalità di conduin Italia con il D.P.R. 459/96, che presentano implicazioni zione di una verifica o i controlli che devono essere eseguiti, a prescindere da chi li esegue, devono garantire - è bene anche sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro. La citazione nello specifico della Direttiva Macchine è do- ribadirlo - il mantenimento in sicurezza di un bene o di un vuta al fatto che al suo interno sono stabiliti i requisiti di si- impianto. curezza e le caratteristiche tecniche che devono possedere L’attività di ispezione, così come definita dalle norme, è le macchine ed i componenti di sicurezza per garantire la volta ad accertare la conformità a regolamenti, norme o libera circolazione degli stessi all’interno dei paesi dell’U- specifiche per conto di clienti privati, delle organizzazioni nione; anche gran parte delle attrezzature utilizzate negli di appartenenza, e/o di autorità ufficiali. ambienti di lavoro rientrano nel campo di applicazione della I parametri dell’ispezione possono includere questioni di direttiva. Insieme alla Direttiva Macchine, è bene citare quantità, qualità, sicurezza, adeguatezza all’uso, e del conanche la Direttiva Ascensori, la Direttiva PED (Apparec- tinuo soddisfacimento della sicurezza di impianti o sistemi chiature a Pressione), la Direttiva ATEX (nome convenzio- operativi. I criteri generali, che questi organismi devono nale della direttiva 94/9/CE per la regolamentazione di soddisfare affinché i propri servizi siano accettati dai clienti apparecchiature destinate all’impiego in zone a rischio di e dalle autorità di controllo, necessitano di essere armoNella norma europea il termine “organismo di certificazione” è utilizzato per indicare qualsiasi Ente che gestisca un sistema di certificazione di prodotto. Il termine “prodotto” è utilizzato nel senso più ampio e comprende i processi ed i servizi; il termine “norma” è utilizzato per comprendere altri documenti normativi come specifiche o regole tecniche.
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tecnica nizzati in una norma europea; la norma che ha armonizzato tale attività è la ISO/IEC 17020. Tale norma copre le funzioni di organismi e del personale la cui attività può includere l’esame di materiali, prodotti, installazioni, impianti, processi, procedure di lavoro, oppure servizi, e la determinazione della loro conformità con i requisiti, oltre alla successiva relazione sui risultati di queste attività ai clienti e, ove richiesto, all’autorità di controllo. L’ispezione di un prodotto, una installazione o un impianto può riguardare qualunque fase di vita dell’oggetto, compresa la fase di progettazione. Una tale attività richiede, di regola, l’esercizio del giudizio professionale nella fornitura del servizio, in particolare quando si accerta la conformità. Così come sopradescritta, si potrebbe erroneamente pensare che l’attività di certificazione e di ispezione sia di interesse unicamente per i prodotti utilizzati in ambiente lavorativo. Tale precisazione non sarebbe tanto superflua se il legislatore non avesse pubblicato il Decreto Legislativo 6 settembre 2005, n. 206 “Codice del Consumo”. Così come riportato nel decreto stesso “Il Codice del Consumo rappresenta il testo fondamentale di riferimento in materia di tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti. L’esigenza di raccogliere in un unico testo le disposizioni sulla tutela del consumatore è apparsa una necessità improcrastinabile, considerata la stratificazione normativa e vista l’esperienza degli altri Paesi Membri dell’Unione Europea. Per la prima volta, il Codice fa assumere un autonomo rilievo al diritto dei consumatori nell’ambito dell’ordinamento civile e la sua articolazione si ispira alle teorie sul processo di acquisto. Il Codice riunisce, coordina e semplifica le disposizioni normative incentrate intorno alla figura del consumatore, come cittadino conscio dei propri diritti e doveri…. Il Codice del Consumo va inquadrato nell’ambito della più generale disciplina del mercato, luogo di incontro della domanda ed offerta di beni e servizi, e porta vantaggi, non solo a beneficio dei consumatori, ma anche delle imprese e del mercato stesso: a) per i Consumatori: il Codice esalta la posizione giuridica del consumatore sia sul piano individuale che collettivo; migliora le regole sulla correttezza delle pratiche commerciali, sull’informazione e sull’accesso alla giustizia. b) per le Imprese: il Codice migliora la concorrenza, la tra-
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sparenza e l’informazione sul mercato, favorendo una migliore qualità dei prodotti e dei servizi. c) per il mercato: ne conseguirà un incremento del grado di fiducia dei consumatori e delle imprese nel funzionamento del mercato e quindi una crescita degli scambi a beneficio di tutta la collettività nazionale.” Il D.Lgs. 206/05, per quanto purtroppo poco conosciuto, chiarisce che la conformità di un prodotto e/o servizio rappresenta un beneficio per tutta la comunità dai consumatori alle imprese, riordinando le normative concernenti i processi di acquisto e consumo, al fine di assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori e degli utenti. Ai consumatori e agli utenti sono riconosciuti come fondamentali i diritti: a) alla tutela della salute; b) alla sicurezza e alla qualità dei prodotti e dei servizi; c) ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità; d) all’educazione al consumo; e) alla correttezza, alla trasparenza e all’equità nei rapporti contrattuali; f) alla promozione e allo sviluppo dell’associazionismo libero, volontario e democratico tra i consumatori e gli utenti; g) all’erogazione di servizi pubblici secondo standard di qualità e di efficienza. Qualsiasi prodotto commercializzato deve essere un prodotto sicuro, cioè, in condizioni di uso normali o ragionevolmente prevedibili, compresa la durata e, se del caso, la messa in servizio, l’installazione e la manutenzione; non deve presentare alcun rischio oppure unicamente rischi minimi, compatibili con l’impiego del prodotto e considerati accettabili nell’osservanza di un livello elevato di tutela della salute e della sicurezza delle persone, in funzione, in particolare, dei seguenti elementi: -- delle caratteristiche del prodotto, in particolare la sua composizione, il suo imballaggio, le modalità del suo assemblaggio e, se del caso, della sua installazione e manutenzione; -- dell’effetto del prodotto su altri prodotti, qualora sia ragionevolmente prevedibile l’utilizzazione del primo con i secondi;
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tecnica tro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra degli impianti elettrici pericolosi” viene chiarito che “l’individuazione dell’Ente verificatore al quale affidare la verifica spetta al datore di lavoro, il quale è tenuto ad affidare l’incarico ad Enti in possesso dei requisiti, formali e sostanziali, richiesti dalla legislazione e dalla normativa vigente. Al fine di evitare problemi (culpa in eligendo) ed ogni possibile contenzioso, sia di tipo economico sia di tipo tecnico, è opportuno che il datore di lavoro valuti alla luce della propria competenza, le offerte degli Enti verificatori tenendo conto, non soltanto dell’aspetto economico, ma I costi È difficile, a questo punto, poter definire un costo per la anche delle risorse impiegate per effettuare la verifica (ducertificazione essendo tale attività funzione di parametri che rata prevista, esperienza del verificatore, strumentazione possono variare dal tipo di prodotto oggetto di procedura di utilizzata, ecc). valutazione di conformità o dalla procedura scelta per rag- Tali criteri di qualificazione e scelta, purtroppo, sono scarsamente seguiti sia in ambito lavorativo sia in ambito civile. giungere l’obiettivo della marcatura CE. Tuttavia è d’uopo sancire un principio che, purtroppo, Gli esempi della scarsa attenzione all’utilizzo di prodotti certroppo spesso rappresenta una forte carenza per tutte tificati CE e alla esecuzione di un controllo periodico del quelle attività che hanno per oggetto la sicurezza e la tutela mantenimento dei requisiti essenziali di sicurezza dei prodotti utilizzati sono sotto gli occhi di tutti. delle persone. L’attività di certificazione e di ispezione non può essere vista Spesso si parla, ad esempio, di circolazione sul mercato di come un costo e, soprattutto, non può e non deve essere prodotti derivanti da mercati non comunitari sprovvisti della marcatura CE o - anche se provvisti della marcatura oggetto di ribasso. Tale concetto è stato ben affrontato nei lavori pubblici e ri- senza alcuna garanzia di controllo del possesso dei requipreso nel DPR n. 222 del 2003 “Regolamento sui contenuti siti di sicurezza richiesti. minimi dei piani di sicurezza nei cantieri edili”. In esso viene È indubbio, tuttavia, che la differenza di costo tra un prochiaramente detto che i costi per la sicurezza, in caso di dotto certificato e controllato rispetto ad un prodotto acquistato su un mercato “non ufficiale” può influenzare la gara, non devono essere oggetto di ribasso. Se tale aspetto è ben chiarito in ambito pubblico, analoga- scelta del cittadino. Tali scelte, però, potrebbero poi tramente non si può dire in campo privato dove troppo spesso sformarsi in rischi di infortuni, a volte anche gravi, tali da i criteri di scelta di un organismo di certificazione rispetto mettere a repentaglio non solo gli addetti ai lavori, ma ad un altro sono fissati solo ed unicamente sul “fattore anche i comuni cittadini. Nei cantieri edili si vedono spesso utilizzare attrezzature di prezzo”. È stato descritto nei paragrafi precedenti, in estrema sin- lavoro non marcate CE o modificate e si utilizzano dispositesi, un iter di certificazione e gli standard che devono se- tivi di protezione individuale di origine incerta. Altrettanto di frequente accade che chi è addetto al controllo, sottoguire gli enti di certificazione nelle loro attività. Il rispetto degli standard, la formazione degli ispettori, l’uso valutando l’importanza dell’utilizzo di attrezzature idonee, di strumentazione appropriata e tarata dovrebbero essere non segnali alle imprese tali inosservanze esponendo i lai parametri oggetto di valutazione nella scelta di chi poi cer- voratori a rischi elevati. Risulterebbe, forse, molto più facile calcolare i costi della tificherà o ispezionerà un impianto o un prodotto. Nella norma CEI 0-14 “Guida all’applicazione del DPR “non certificazione” o della “non ispezione”. 462/01 relativo alla semplificazione del procedimento per È noto che nella gestione della sicurezza i costi da sostela denuncia di installazioni e dispositivi di protezione con- nere in seguito al verificarsi di un infortunio sono molto più
-- della presentazione del prodotto, della sua etichettatura, delle eventuali avvertenze e istruzioni per il suo uso e la sua eliminazione, nonché di qualsiasi altra indicazione o informazione relativa al prodotto; -- delle categorie di consumatori che si trovano in condizione di rischio nell’utilizzazione del prodotto, in particolare dei minori e degli anziani. Un prodotto è sicuro, quindi, se marcato CE, se oggetto di manutenzione e se sottoposto periodicamente a controlli e verifiche.
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tecnica elevati di quello che si crede e possono distinguersi in due tipologie: i costi palesi e i costi nascosti. I costi palesi sono caratterizzati dal fatto che sono sostenuti in parte dal datore di lavoro ed in parte dalla collettività e sono: -- costi per l’assenza dell’infortunato, in quanto egli viene ugualmente retribuito; -- costi per la riparazione o la sostituzione di impianti e macchinari che possono eventualmente essersi danneggiati nel corso dell’incidente. I costi nascosti generalmente vengono sottovalutati nell’immediato, ma in realtà costituiscono la parte che incide maggiormente nell’economia dell’impresa. Anche in questo caso, parte di tali costi sono sostenuti dal datore di lavoro e parte dalla collettività. Questi costi sono rappresentati da: -- costo per perdita di produzione, causata dall’interruzione dell’attività lavorativa dell’infortunato e di altri colleghi eventualmente intervenuti in soccorso; -- costi per eventuali sequestri di impianti e macchinari disposti dalla magistratura per appurare la rispondenza o meno alle norme di sicurezza; -- costo per le ore di lavoro straordinario corrisposte ai colleghi per supplire alla mancanza dell’infortunato; -- costi per la ricerca e la formazione di nuovo personale in sostituzione dell’infortunato; -- costi per l’iniziale minor rendimento del nuovo personale; -- costi per spese legali, dovuti ad eventuali condanne civili e penali per la responsabilità del datore di lavoro nell’incidente verificatosi; -- costi dovuti all’incremento dei contributi previdenziali versati all’INAIL; -- costi per scadenze non rispettate; -- costi per perdita di immagine aziendale. L’utilizzo di un prodotto non certificato o non controllato può determinare un infortunio che non incide, quindi, solo sulla produzione, ma anche sull’immagine dell’Azienda, cioè sul modo in cui essa viene percepita dalla collettività. Impegnarsi sul fronte sicurezza è quindi un dovere morale in un mondo civile, oltre ad una concreta opportunità per trasmettere un messaggio positivo all’esterno.
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PP&C – Production Planning and Control Pubblicato il Numero Speciale sulla Manutenzione e sul Facility Management La prestigiosa rivista internazionale PPC - Production Planning and Control, edita da Taylor & Francis, ha pubblicato un numero speciale (4/giugno 2008) dedicato alla Manutenzione e al Facility Management. Lo speciale è stato curato da Roberto Cigolini, Marco Garetti e Marco Macchi (Politecnico di Milano) e da Lorenzo Fedele (Sapienza Università di Roma, CNIM) e contiene i migliori contributi forniti durante le passate tre edizioni della conferenza internazionale CNIM-UNI-CEN sulla Gestione della Manutenzione e sul Facility Management (MM). Di seguito, l’indice dei contributi inseriti nel numero speciale della rivista: - Guest editorial “Recent advances in maintenance and facility management”- Roberto Cigolini; Lorenzo Fedele; Marco Garetti; Marco Macchi - A generic asset management framework for optimising maintenance investment decision - Allen S. B. Tam; John W. H. Price - Project team effectiveness: the case for sufficient setup and top management involvement - S. A. McComb; D. M. Kennedy; S. G. Green; W. D. Compton - Managing facilities under the multi-service result-oriented approach: some insights coming from the field in Italy - Roberto Cigolini; Lorenzo Fedele; Angelo N. Villa - Facility management in the healthcare sector: analysis of the Italian situation - F. E. Ciarapica; G. Giacchetta; C. Paciarotti - Preventive maintenance optimisation of multi-equipment manufacturing systems by combining discrete event simulation and multi-objective evolutionary algorithms - A.OyarbideZubillaga; A. Goti; A. Sanchez - Determining the maximum periodic inspection interval for medium voltage motors using a Markov model - Giovanni Picciolo; Francesco Galli; Alessio Biamonti; Paolo Magni - Simulation-based maintenance support system for multifunctional complex systems - Won Young Yun; Ilkyeong Moon; Guerae Kim - A decision-making framework for managing maintenance spare parts - S. Cavalieri; M. Garetti; M. Macchi; R. Pinto - A case study-based analysis of spare parts management in the engineering industry - S. M. Wagner; E. Lindemann - E-maintenance: review and conceptual framework - E. Levrat; B. Iung; A. Crespo Marquez - Supporting total productive maintenance by mobile devices J.H. Thun - A strategy for decomposing large-scale energy-constrained sensor networks for system monitoring - D. Ball; R. Yan; T. Licht; A. Deshmukh; R. X. Gao.
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ricerca Massimo Santoro C. Engineering S.r.l.
Analisi di criticità mediante logica fuzzy e definizione della politica manutentiva
specifiche caratteristiche, e di stabilirne la politica manuParole chiave MEL, Analisi di Criticità, Logica Fuzzy, Tecnica di Clustering, tentiva in funzione di un fattore di rischio (RPN); il ricorso Politica Manutentiva, Frequenza Manutentiva. alla cluster analisys ha permesso, infine, l’individuazione e il raggruppamento di item della stessa tipologia ma con differenti livelli di criticità, per i quali si è provveduto alla Sommario Negli ultimi decenni il perseguimento di livelli sempre cre- rettifica della frequenza standard di manutenzione. scenti di produttività ed affidabilità degli impianti indu- Il codice di calcolo è stato sviluppato in ambiente Matlab striali, ha indirizzato la tecnica ingegneristica verso lo 7.0® e corredato di un’interfaccia grafica user-friendly sviluppo e l’implementazione di metodologie finalizzate al- eseguita in Visual Basic. l’ottimizzazione della politica manutentiva. A tal fine risulta indispensabile la corretta definizione della Il ricorso alla logica fuzzy criticità degli item di un impianto industriale, su cui poter Lo sviluppo di modelli matematici per la definizione del lipoi stabilire la politica manutentiva. vello di criticità degli item di un impianto, è al giorno d’oggi Tuttavia la valutazione del livello di criticità di un item, ri- considerato uno degli aspetti topici dell’ingegneria di masulta particolarmente onerosa e di difficile determinazione nutenzione: dal livello di criticità di un item, infatti, dipenquando si analizzano simultaneamente variabili quali im- dono la definizione della politica manutentiva (preventiva, patto ambientale, riflessi sulla produzione dell’impianto, correttiva, predittiva), la frequenza di esecuzione delle macosti di manutenzione, rilevabilità e tasso di guasto di un nutenzioni e, in ultima analisi, lo sviluppo del piano di maipotetico danneggiamento. nutenzione preventiva. Si comprende, quindi, quanto sia Per superare tali difficoltà ed avvalersi di una metodologia importante calcolare adeguatamente la criticità di un item capace di sintetizzare, da un lato la trentennale esperienza in relazione all’impianto cui appartiene. nel settore dell’ingegneria di manutenzione, e dall’altro di Tuttavia corrette analisi e modelli di calcolo della criticità analizzare simultaneamente le variabili elencate, la C.En- sempre più precisi richiedono una maggiore accuratezza gineering s.r.l. ha, recentemente, fatto ricorso nei suoi pro- e complessità del modello matematico, raggiungendo getti all’utilizzo di tecniche di soft-computing (fuzzy logic) oneri computazionali talvolta inaccettabili (Kosko 2002). A per stabilire il livello di criticità di un item, la politica ma- tal proposito Einstein nei suoi trattati su ‘Geometry and Experience’ era solito sostenere che “nella misura in cui le nutentiva e la relativa frequenza di applicazione. Nel presente lavoro viene illustrata l’applicazione di una leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non sono metodologia innovativa per la definizione della politica e certe; e nella misura in cui sono certe, non si riferiscono della frequenza manutentiva degli item costituenti una alla realtà”. nuova linea di produzione di un impianto NGL negli Emi- A ciò si deve aggiungere che l’approccio classico finora rati Arabi Uniti. adottato nel calcolo della criticità si basava nel considerare Tecniche di soft-computing, basate su Logica Fuzzy, ed le conseguenze derivanti da un ipotetico danneggiamento analisi di dati, eseguite con tecniche di clustering, hanno dell’item in termini di impatto ambientale, riflessi sulla proportato all’implementazione di un modello matematico in duzione e costi di manutenzione, traducendole, secondo grado di analizzare gli item di un impianto sulla base di una matrice di criticità, negli insiemi di Alta, Media, Bassa
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ricerca Criticità: in sintesi, la metodologia classica faceva ricorso essenzialmente ad una logica a due valori di verità (appartenenza/non-appartenenza all’insieme) che non permetteva l’effettivo utilizzo della conoscenza e dell’esperienza degli operatori spesso imprecisa e qualitativa per natura (Fedele 2004, Sangalli 2000,Veronesi 2003). La capacità degli esseri umani di trattare problematiche complesse e caratterizzate da elevati gradi d’incertezze o ambiguità, ha spinto la C.Engineering al ricorso di una metodologia intelligente per la definzione della criticità, in grado di emulare sempre più, il modo di pensare dell’uomo: la logica fuzzy. La teoria degli insiemi sfocati (fuzzy-logic) è uno strumento matematico adatto alla trattazione di argomenti che, per ambiguità insite nell’argomento stesso, o per incertezze derivanti da cause probabilistiche o statistiche, non trovano interpretazioni soddisfacenti nella classica teoria degli insiemi. Tale metodologia non considera frontiere nette tra gli insiemi, bensì graduali: non si parla più di appartenenza o meno di un elemento ad un insieme, ma di grado d’appartenenza (Fedele 2004, Kosko 2002). Il concetto risulta di facile comprensione dalla Figura 1
in cui le parole sono definite come insiemi fuzzy (Kosko 2002). Le regole linguistiche comunemente adoperate sono del tipo: “se la ridondanza dell’item è elevata e il tasso di guasto dell’item è basso allora l’impatto sulla produzione sarà basso”; in tale esempio gli aggettivi “elevato” e “basso” rappresentano insiemi fuzzy per le variabili numeriche “ridondanza” e “tasso di guasto”. Prescindendo da una trattazione matematica dettagliata per la quale si rimanda il lettore alla specifica letteratura (Fedele 2004, Klir 1995, Kosko 2002, Gurocak 1996, Sangalli 2000, Veronesi 2003), il sistema fuzzy può descriversi mediante tre steps, come illustrato nella Figura 2: -- Fuzzificazione: i dati numerici d’input vengono proiettati su insiemi fuzzy per stabilirne il loro grado d’appartenenza. -- Processo di Deduzione: sulla base di regole semantiche stabilite sull’esperienza degli operatori, definisce una relazione tra gli insiemi fuzzy delle variabili d’input e di output. -- Defuzzificazione: è il processo inverso della fuzzificazione mediante cui si ottiene il risultato numerico della variabile di output.
Figura 1: Rappresentazione di insiemi fuzzy
Ogni punto della curva avrà un grado d’appartenenza a ciascun insieme, tanto più elevato quanto più il punto si avvicina al centro dell’insieme. In pratica la conoscenza dell’impianto ed il senso comune degli esperti di manutenzione definiscono degli insiemi fuzzy (in Figura 1 rappresentati da toppe con diverse sfumature di grigio) che permettono di ricoprire il sistema che si vuol classificare (in Figura 1 rappresentato da una linea continua) Da un insieme di regole linguistiche stabilite sulla conoscenza degli esperti di manutenzione e sullo storico dei tassi di guasto dell’impianto, si ricava un algoritmo di classificazione della criticità (un sistema di regole fuzzy)
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Figura 2: Schematizzazione del processo fuzzy
Il codice FU.RI.AS Nel calcolo della criticità la C.Engineering ha, recentemente, sviluppato il codice di calcolo FU.RI.AS (Fuzzy Risk Assessment) in ambiente Matlab 7.0 ® ricorrendo, per la sua implementazione, alla logica fuzzy e a tecniche di raggruppamento di dati, cluster analysis.
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ricerca Il codice richiede in ingresso un elenco dei principali item meccanici suddiviso per impianto/unità funzionale/area d’impianto e contenente indicazione della tipologia di item (pompe, compressori, vessel, etc.), dei tag di manutenzione e delle relative descrizioni. Su tale elenco, il FU.RI.AS consente, inoltre, di eseguire operazioni di filtraggio dati allo scopo di soddisfare particolari esigenze, quali quella del calcolo della criticità per una specifica classe di item o per un’assegnata unità funzionale. La criticità viene calcolata con ricorso alla logica fuzzy definendo per ciascun item le seguenti variabili d’input: -- HSE (Health Safety Environment): il parametro tiene conto dell’impatto ambientale derivante da un ipotetico danneggiamento dell’item; è funzione della tipologia di fluido di processo e delle sue condizioni operative, pressione e temperatura. -- Ridondanza: rappresenta il numero di item con stessa marca, modello ed applicazione presente nell’impianto. Tale numero viene, comunemente, definito in sede progettuale per evitare fermi di produzione imputabili ad un guasto dell’item. -- Costo di Manutenzione: è un costo medio, definito sulla base dei costi della manodopera e delle parti di ricambio, ponderato sul numero di danneggiamenti delle diverse cause di guasto cui è soggetto l’item. Il costo della manodopera è funzione del costo orario delle maestranze coinvolte e del tempo medio di riparazione (MTTR): quest’ultimo è ricavabile da banche dati riconosciute a livello internazionale (esempio: OREDA) o dallo storico delle tempistiche registrate nel sistema informatico di manutenzione dell’impianto (CMMS). -- Tasso di Guasto: rappresenta il tasso di guasto medio dell’item ponderato sul numero di guasti delle diverse cause. -- Rilevabilità del danno: è un giudizio, espresso dal processista su una scala di valori nel range [1÷10], che indica una stima della facilità con cui un guasto può essere riscontrato in modo diretto: per la valutazione si esprime un giudizio di rilevabilità riferito a ciascuna causa di guasto dell’item e se ne calcola un valore medio ponderato sul numero di guasti delle diverse cause.
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Le variabili numeriche d’input vengono analizzate simultaneamente nel modello fuzzy, secondo regole linguistiche stabilite sull’esperienza degli esperti di manutenzione, per produrre in output un Risk Priority Number ([1÷1000]). Un esempio di regola adoperata è: “se l’HSE è alto & la Ridondanza è Bassa & il Costo è Elevato & la Rilevabilità è Media & il Tasso di Guasto è Elevato allora l’RPN sarà Alto”. Regole linguistiche di tal genere sono universalmente condivise e prescindono dalla soggettività dei singoli esperti. Il modello fuzzy adoperato nel presente lavoro è rappresentato da un sistema MISO (Multi Input - Single Output), tipo Mamdani, che adotta il centroide quale metodo di defuzzificazione per il calcolo dell’output. Il processo decisionale fuzzy alla base del calcolo e stabilito secondo l’esperienza degli esperti di manutenzione si traduce, nel codice FU.RI.AS, in una mappa a sei dimensioni dove le variabili d’input concorrono contemporaneamente alla definizione dell’output, RPN. La variazione dell’RPN viene riportata nelle Figure 3-4-5: trattandosi di una mappatura a sei dimensioni, l’andamento dell’RPN viene graficato considerando le variabili d’input due alla volta.
Figura 3: RPN vs HSE, Costi di Manutenzione
Figura 4: RPN vs Ridondanza, Costi di Manutenzione
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ricerca genei in un insieme di dati. Tale tecnica si basa essenzialmente sul concetto di “distanza” tra due elementi visto che l'appartenenza o meno di un elemento ad un insieme (il cluster) dipende da quanto questo risulta distante dall’insieme (Kaufman et al. 2005).
Figura 5: RPN vs Tasso di Guasto, Costi di Manutenzione
Calcolato il valore dell’RPN secondo il modello fuzzy, il FU.RI.AS provvede alla definizione della politica manutentiva in base alle seguenti assunzioni: RPN
Criticità
Manutenzione
0<RPN≤100
Bassa
Correttiva
100<RPN≤900
Media
Preventiva/ Controlli Funzionali
900<RPN≤1000
Alta
Predittiva e/o Preventiva
Figura 6: Esempio di Cluster Analysis
La Figura 6 mostra il risultato di un’analisi di cluster condotta su un set di dati volta all’individuazione di due raggruppamenti o clusters. Il codice FU.RI.AS implementa il metodo Fuzzy C-Means (FCM) quale tecnica di clustering. L’algoritmo si basa sulla minimizzazione della seguente funzione obiettivo (1):
(1)
Tabella 1: RPN e Politica Manutentiva
Per gli item sottoposti a Manutenzione Preventiva, il codice procede, in seguito, al calcolo della frequenza manutentiva, funzione dell’RPN. Tale passaggio risulta fondamentale poiché evita l’assegnazione della stessa frequenza manutentiva ad item della medesima classe ma con notevoli differenze in termini di RPN: la rettifica della frequenza standard di manutenzione rifletterà in tal modo il processo decisionale fuzzy che ha portato al calcolo dell’RPN. Per perseguire tale obiettivo è opportuno prima “raggruppare” item della stessa famiglia (pompe, compressori, etc.) aventi RPN simili, per poi modificare la frequenza standard di manutenzione della classe in funzione delle caratteristiche di ciascun gruppo: di qui il ricorso alla tecnica di Clustering. La Cluster Analysis Il Clustering è una tecnica di analisi multivariata dei dati volta alla selezione e al raggruppamento di elementi omo-
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in cui m è un numero reale, μij rappresenta il grado di appartenenza dell’item xi al cluster j e cj il centro del j-esimo cluster. La minimizzazione della funzione obiettivo avviene per via iterativa calcolando in ogni iterazione il nuovo grado di appartenenza (ij) ed il centro del cluster (cj) mediante la (2): (2)
L’iterazione termina quando:
(3) in cui ε rappresenta l’errore fissato nel range [0÷1] e k il numero dell’iterazione in corso: il procedimento iterativo fa
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ricerca sì che la funzione obiettivo Jm converga ad un minimo locale (Davè 2002, Kaufman 2005, Hathaway 1989). Nel presente lavoro tale tecnica è stata impiegata per individuare gruppi di item della stessa famiglia, soggetti a manutenzione preventiva, ed aventi RPN simili. Per i cluster caratterizzati da alti valori di RPN, il codice FU.RI.AS provvederà alla diminuzione della frequenza standard di manutenzione; viceversa, diminuirà la frequenza manutentiva per i clusters con i più bassi valori di RPN. Nell’esempio di Figura 6 sarà ridotta la frequenza manutentiva per gli item del Cluter I ed aumentata per gli item appartenenti al Cluster II. Tale applicazione porta alla definizione di un Piano di Manutenzione Preventiva dove le frequenze manutentive di item della stessa famiglia sono funzione della criticità (RPN). Eseguendo, inoltre, tale studio per un impianto già esistente, in cui sarà possibile estrarre da un CMMS lo storico dei tassi di guasto, si potrà rettificare la frequenza standard di manutenzione in funzione del tasso di guasto dell’item, attuando in tal modo i principi della RCM (Reliability Centred Maintenance). Modifica della Frequenza Manutentiva Per modificare la frequenza standard di manutenzione relativa ad una specifica famiglia di item (esempio: pompe), il FU.RI.AS calcola dapprima il valore medio della distribuzione degli RPN e computa la distanza rispetto al centro di ogni cluster (RPN medio del cluster). La frequenza manutentiva di ciascun cluster, e di conseguenza di tutti i suoi elementi, sarà variata, in positivo o negativo, in misura proporzionale alla distanza dal valor medio della distribuzione degli RPN, come illustrato nella Figura 7:
quenza manutentiva degli item costituenti una nuova linea di produzione di un impianto NGL negli Emirati Arabi Uniti. Nel seguito sono riportati i risultati dell’analisi condotta per 78 oggetti manutentivi della stessa classe: le pompe centrifughe. A seguito dell’analisi di P&ID, Data-sheet, liste ingegneria, sono state definite, per ciascun item, la variabili d’input richieste dal codice per il calcolo dell’indice di rischio RPN: la figura 8 riporta la distribuizone dell’RPN, calcolato per ciascun item.
Figura 8: Risultati Criticità
Considerato che gli item hanno un RPN compreso nel range [100÷900], tutte le pompe centrifughe esaminate rientrano nella classe di Media Criticità e saranno sottoposte a manutenzione preventiva. L’applicazione della Cluster Analysis ha portato all’individuazione di tre cluster, come visibile dalla Figura 9:
Figura 7: Modifica della frequenza standard
Applicazione ad un caso reale Il codice di calcolo FU.RI.AS è stato sperimentato per il calcolo della criticità, definizione della politica e della fre-
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Figura 9: Individuazione dei Clusters
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Cluster
N° Item
Frequenza (mesi)
Cluster I
16
10
Cluster II
22
11
Cluster III
40
13
Tabella 2: Esempio di modifica della frequenza standard
La nuova frequenza manutentiva di ciascun cluster riflette ora il livello di criticità stabilito sulla base dei parametri di HSE, Ridondanza, Costo di Manutenzione, Rilevabilità e Tasso di Guasto. I risultati ottenuti con l’applicazione del FU.RI.AS. vengono successivamente salvati in un file elettronico nel formato idoneo per la futura migrazione in un CMMS: tale file conterrà informazioni sul tag manutentivo, descrizione dell’item, RPN calcolato, politica e frequenza manutentiva, cluster di appartenenza. Il numero dei cluster da individuare dipende dalla dispersione dei dati nella distribuzione iniziale degli RPN: tanto più è elevata la dispersione, tanto maggiore sarà il numero dei cluster individuabili; tuttavia il buon senso e l’esperienza pratica suggeriscono di non superare il numero
massimo di 2-3 cluster, per non incorrere in problematiche di gestione operativa degli impianti e d’incremento di costi di manodopera. Vantaggi e svantaggi L’applicazione della metodologia, descritta nel presente lavoro, comporta i seguenti vantaggi: -- calcolo del livello di criticità in funzione di dati numerici oggettivi (esempio: costo di manutenzione, ridondanza, etc); -- possibilità di utilizzare lo storico dei tassi di guasto di un impianto già esistente modificando la frequenza manutentiva in funzione dei guasti pregressi; -- utilizzo della conoscenza e dell’esperienza degli esperti di manutenzione nella definizione delle leggi fuzzy che portano al calcolo della criticità; -- incremento dell’affidabilità dell’impianto; -- possibilità di modificare il tipo dei parametri d’input al modello sulla base delle specifiche esigenze dell’impianto. -- dati di output del FU.RI.AS forniti in file elettronico di facile consultazione e migrazione in un CMMS. E svantaggi: -- reperibilità dei dati d’input al modello (esempio: costo dei ricambi, tassi di guasto); -- maggiori difficoltà nella gestione operativa dell’impianto ed incremento dei costi di manodopera in caso di un numero di cluster troppo elevato; -- disponibilità della piattaforma Matlab 7.0 ® su cui poter eseguire il run del codice di calcolo.
- Davé R.N., Sen S., Robust Fuzzy Clustering of Relational Data, IEEE Transactions on Fuzzy Systems, Vol. 10, No. 6, 2002, pp. 713-727. - Fedele L., Furlanetto L., Saccardi D., Progettare e Gestire la Manutenzione, Mc Graw Hill, Milano, 2004. - Kaufman L., Rousseeuw P., Finding Groups in Data. An introduction to Cluster Analysis, Wiley & Sons Ltd, 2005. - Klir G.J. & Yuan B., Fuzzy Sets and Fuzzy Logic - Theory and Applications, Prentice Hall, 1995 - Kosko B., Il Fuzzy pensiero: teoria ed applicazioni della logica fuzzy, Baldini&Castaldi editore, 2002. - Gurocak H.B., Fuzzy rule base optimization of a compliant wrist sebsor for robotic, J. Robotic System, 1996. - Hathaway R.J., Davenport J.W., Bezdek J.C. “Relational duals of the c-means clustering algorithms“ Pattern Recognition, Vol 22, 1989, pp205-212 - Sangalli A., L’importanza di essere “fuzzy”. - Matematica e computer, Bollati Boringhieri, 2000. - Veronesi M, Visioli A, Logica Fuzzy. Fondamenti teorici e applicazioni pratiche, Franco Angeli, 2003.
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bibliografia
La frequenza manutentiva standard di dodici mesi, prevista per la classe delle pompe centrifughe, è stata modificata in funzione della distanza tra l’RPN medio della distribuzione iniziale e l’RPN medio di ciascun cluster, ottenendo i risultati della Tabella 2:
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international Valérie Zille, Christophe Bérenguer, Antoine Grall Université de Technologie de Troyes
Antoine Despujols, Jérôme Lonchampt EDF - R&D Division
Modelling and simulation of complex maintenance strategies for multi-component systems Modellatura e simulazione di strategie di manutenzione complessa per sistemi multi componente
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Chi si occupa di Manutenzione può scegliere fra più alternative quando si elaborano programmi di manutenzione dei sistemi. In particolare, viene scelta la strategia manutentiva (preventiva, correttiva o su condizione), le attività da svolgere (ispezioni, collaudi, riparazioni) e la relativa frequenza. Sui sistemi critici, Électricité de France applica un metodo RCM che prende in considerazione le conseguenze di eventuali errori e lo storico dei componenti dei sistemi. Tuttavia, i programmi di Manutenzione sono di solito basati in modo qualitativo sulle opinioni degli esperti. Fino ad ora, il metodo RCM non rende possibile prevedere né paragonare i diversi programmi di Manutenzione su criteri quantitativi come per esempio la disponibilità del sistema e i costi di Manutenzione. L’obiettivo di questo lavoro è di presentare un modello e di simulare programmi di manutenzione per potere fornire risultati quantitativi in grado di supportare le scelte fra diverse Attività di Manutenzione e diverse frequenze. Tale modello serve a paragonare i programmi di Manutenzione e, per un dato programma, permettere attività di Manutenzione Preventiva in grado di agevolare il processo decisionale quando il budget impone di cancellare o rinviare determinate attività manutentive. Un’altra utile applicazione riguarda l’accertamento degli effetti sulla disponibilità e i costi di Manutenzione di profili operativi per valutare la redditività attuale o eventuali modifiche. Il metodo proposto consiste in una struttura a modelli in due-stadi che mira a rappresentare sia una politica di manutenzione complessa che il comportamento funzionale e disfunzionale di un sistema multi-componente complesso. In un primo stadio, viene sviluppato un modello basico di componente livello per ogni componente del sistema. È una struttura di modello generica e modulare per il componente di manutenzione che ha l’obiettivo di descrivere i fenomeni di degradazione e i processi di Manutenzione che si sviluppano attraverso il tempo di missione. In questo modo, il modello rappresenta gli stadi fisici del componente (stadio nominale, stadi di degrado, stadi di errore), i propri stadi operativi (attività, stand-by, in manutenzione ecc…), i meccanismi di degrado e i loro fattori condizionanti (tempo, condizioni ambientali e operative, errori di altri componenti ecc…) e le diverse attività di manutenzione sviluppate nel componente (ispezioni esterne, ispezioni interne, sostituzioni programmate, collaudi, riparazioni, ecc…). Sulla base di questo modello generico, il secondo stadio consiste nella rappresentazione di un sistema di diversi componenti e nella simulazione del suo comportamento quando vengono applicati sia un determinato profilo operativo che un programma di manutenzione, in modo da stimare i costi di Manutenzione e la con-
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seguente disponibilità del sistema nel suo tempo di missione. Questo può essere fatto attraverso due modelli che descrivono rispettivamente il sistema in uso e i comportamenti di disfunzione. Infine, un quarto modello si occupa della manutenzione dei sistemi per operazioni di manutenzione che raggruppano procedure motivate da sospensione dell'attività di sistema o azioni eseguite in caso di manutenzione correttiva. Il modello è inoltre in grado di stimare le risorse che sono necessarie per gli interventi. Il modello completo è strutturato e modulare in quanto rende possibile la costruzione di semplici modelli che possono essere convalidati in modo indipendente, e in seguito associati per simulare sistemi complessi. Esso permette inoltre di considerare le interrelazioni fra i componenti del sistema e tenere in considerazione sia gli errori che le condizioni operative e ambientali. L’efficacia delle attività di Manutenzione è modellata in modo da rappresentare da un lato l’azione preventiva per prevenire l’usura dei componenti, dall’altro lato le azioni preventive e correttive per modificare e tenere sotto controllo l’evoluzione del meccanismo di degrado ed evitare il verificarsi di eventuali rotture. Il contributo principale di questo lavoro è il modello congiunto di strategie di manutenzione complessa a livello sia di sistema che di componente. Un altro importante punto di interesse è la distinzione fra gli stadi dei componenti e i meccanismi di degrado su cui agiscono le attività di manutenzione. Questo aspetto sembra fondamentale per la rappresentazione di attività di manutenzione alla luce di eventuali sintomi di usura e di fenomeni che possono rallentare l’evoluzione del degrado o diminuire la portata delle conseguenze. Questo articolo presenta la modellatura generica di un componente e l'approccio che viene sviluppato per modellare sistemi completi. L'approccio proposto è stato validato su un sistema lubrificante a turbo-pompa semplificata.
ability. At the second stage, a generic model of component is developed to describe the component failure and maintenance processes. A particular aspect is the representation of both the degradation mechanisms that lead to failure modes and the relative symptoms that can appear, in order Abstract When Maintenance managers work out preventive mainte- to get a precise description of the effects of the various nance programs of critical systems such as power plants, maintenance tasks carried out. they usually make choices between various alternatives on the basis of qualitative information provided by experts Introduction opinion. However, it would be useful to make it possible to Industrial Context estimate and to compare various maintenance programs The opening of the electricity market forces producers to be on quantitative criteria such as system availability and more competitive and to react quickly to the market maintenance costs. The present work proposes a two- changes. They must manage their plants as well as possistages modelling framework which aims at representing ble and more particularly the maintenance process, which both a complex maintenance policy and the functional and includes together current maintenance, unexpected maindysfunctional behaviour of a complex multi-component sys- tenance and restorations, and have a large impact on plant tem. A first stage consists in representing a system of sev- performances. However, optimisation of this process is eral components and simulating its behaviour when given complex because various, and sometimes antagonistic, crioperating profile and maintenance strategy are applied, so teria like availability, safety, and costs must be simultaneas to estimate the maintenance costs and the system avail- ously taken into account. Thus Maintenance managers Keywords Maintenance modelling, simulation, multi-component systems.
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international must establish a strategy considering various possible options among the nature of maintenance (corrective, preventive), the type of tasks (overhaul, monitoring, scheduled replacements...), their frequency, the maintenance line (repair on site or in workshop), etc. These choices are frequently based on qualitative information : experts opinion, good sense and intuition which could be helpfully complemented by quantitative information resulting from deterministic and/or probabilistic calculations. In order to work out the preventive maintenance programs in nuclear and fossil fired plants, EDF applies on critical systems a dedicated Reliability Centered Maintenance method (RCM) which makes it possible to determine the critical failure modes and to help the experts to propose applicable, effective, and economic preventive maintenance tasks. However, due to the probabilistic nature of the failures, it is not easy to compare different options on quantified bases. It is difficult to evaluate the results of the application of a maintenance program over several years, in terms of availability, safety level, and costs, and decisions are generally based on qualitative information. For this reason it appears convenient to develop methods to assess the effects of the maintenance actions and to quantify the strategies. Thus it would be possible to answer questions often met in the field of electricity production, regarding: -- the impact of a preventive maintenance program How to assess quantitatively the impact of preventive maintenance program in terms of availability and costs? How to make a rational choice among various options of preventive maintenance tasks? -- the impact of operating conditions How to calculate the impact of operating conditions on equipment reliability, system availability and maintenance costs? How much are the expenditures generated by a given plant operating profile? -- a maintenance tasks ranking In order to comply with budgetary constraints for example, how to identify the preventive maintenance tasks which could be differed or removed, without unacceptable consequences on performances? -- the actual state measurement of an equipment How to diagnose the degradation state of complex equipment so as to estimate its probable life expectation before restoration and the foreseeable expenditure?
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Scientific Context The assessment of complex maintenance program performances, resulting for example from implementation of RCM, encounters several methodological difficulties, which the resolution constitutes the scientific challenge of this work. These difficulties are due first to the complexity of the systems on which the maintenance programmes are implemented (systems constituted of several dependent components, with several degradation mechanisms and several failures modes possibly in competition to produce a system failure) and secondly to the complexity of the maintenance programmes (diversity of maintenance tasks). In the past several decades, maintenance policies have been extensively studied in the literature and numerous performances and costs models for maintenance strategies have been developed, see e.g. (Valdez-Flores and Feldman 1989). However, most of them are devoted to simple maintenance strategies (periodic maintenance, condition-based maintenance, age-based maintenance, â&#x20AC;Ś) with a finite number of actions and defined effects (perfect inspections, perfect replacements, minimal repair, â&#x20AC;Ś) and applied on single-unit systems, see e.g. (Dekker 1996; Mooustafa et al. 2004). Obviously, the framework for maintenance modelling of a system cannot result of a simple juxtaposition of elementary maintenance models of its components. Some approaches based on stochastic simulation allow taking into account more complex maintenance strategies but they generally aim at developing simulation techniques such as Monte Carlo simulation, or optimization procedures, see e.g. (Doyle 2004; Marseguerra and Zio 2000). Finally, only a few part of maintenance simulation works give an interest to components degradation and failure phenomena and to the effects of maintenance actions, which are described by classical modelling tool (Lifetime distribution for components failure process, single degradation phenomenon, perfect replacement or minimal repair, â&#x20AC;Ś). Overall Model Presentation Overall Model Equipment failure modes analysis are often carried out by using a FMECA matrix which contains, if complete, the necessary information to represent the complexity of the problem:
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international -- the equipment failure modes, i.e. according to standard EN13306, manner in which the inability of an item to perform a required function occurs. -- the degradation mechanisms which lead these failure modes to occur; -- the influencing factors which possibly affect the degradation mechanisms by starting them or by affecting their kinetics; -- the possible symptoms which make it possible to characterize the degradation level; -- the failures modes effects on the system and on the installation. The maintenance tasks which make it possible to detect and/or repair the equipment and which applies to degradations can be added in this FMECA matrix. To model reality as accurately as possible it is convenient to represent these various characteristics and these observations have resulted in working out an overall model, shown on figure 1, divided into four parts sharing information : -- “System dysfunction” modelling; -- “System operation” modelling; -- “System maintenance” modelling; -- Components modelling. The four modelling levels can be validated independently and then associated by mean of interactions in order to simulate complete systems.
it allows the evaluation of the system unavailability, due either to a failure either to some maintenance actions, and also the associated maintenance costs. The system operation model aims at describing the nominal behaviour and the operating rules of the system, defined as input data of the complete framework. This model interacts with the component model and evolves according to the operating profile and to the needs of the system : activating of a required component, stopping of a superfluous component, … Obviously the operating behaviour of the system cannot be described by the simple juxtaposition of the component-level models and it is necessary to take into account all the possible interactions and dependences between components. At this level one can model spare equipments, activating of defense systems in case of an equipment failure, stopping of a line in case of maintenance of one of its component, … In the system maintenance model, one can define the system maintenance strategy applied, whereas individual maintenance procedures will be considered only at the component modelling level. It allows describing grouping procedures that are used to take advantage of economics of scale due to economic or technical dependences between components in the case of opportunistic maintenance. This model might also include resources sharing and availability problems due to a limited number of repair teams or specific tools and spare parts stocks. Since all the models can be validated independently, one can decide to use different kinds of modelling tools as some are more appropriate to some cases than other. Thus, a possible representation of the system operation model can be made by using Petri Nets methodology to model the system operating rules, whereas a fault tree can describe the different scenarios leading to the system unavailability, either for dysfunctioning or for maintenance. Finally, one can model the system maintenance simply by iterating the maintenance rules.
Figure 1: Overall structure for maintenance modelling
Interactions between the Different Models The three system-level models and the component-level model interact together in order to represent completely Three Models to Describe the System Behaviour The system dysfunction model describes all the degrada- the system behaviour, its unavailability and expenditures, tion/failure scenarii of the system. It gives out the global knowing the behaviour of its components and the mainteperformance indicators of the maintained system. Indeed, nance tasks are carried out.
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international In addition, the model let us represent, for each degradation mechanism, the related symptoms or observations that appear and characterize its evolution. In fact, the detection of a symptom, using a condition-based maintenance task such as external inspection, condition monitoring or overhaul, gives information about the component degradation level and makes it possible to decide to carry out a preventive repair. So preventive maintenance tasks impact on the componentâ&#x20AC;&#x2122;s state, the symptom occurrence and the degradation level. Moreover, at each component degradation level, a component failure mode may occur, with an increasing occurrence probability, impacting on the system operation, and a corrective maintenance action would be then performed. In real multi-component systems, relations between degradation mechanisms, failure modes, symptoms and mainteGeneric Modelling of a Maintained Component Industrial complex systems are made of numerous com- nance actions increase in complexity due to their possible ponents whose availability is submitted to the failure mode dependences, at both component and system level. Indeed, a single component has more than one failure mode, each occurrences and the maintenance tasks carried out. Thus, the above-described system-level model is com- of them occurring due to the evolution of various degradation pleted by a second level devoted to the system components mechanisms that may interact together. Different maintenance actions can be carried out on the component in order and a basic model is developed for each component. It is a generic model which takes into account both the to avoid different degradations and a symptom can characphysical states (sound state, degraded, hidden or obvious terized different degradation mechanisms. Other complex failure, failure) and the functional states (in maintenance, dependences can be induced by the system structure. Figure 2 describes the various possible relations that have stand-by, operating) of a component. At this level, all the maintenance tasks defined for a com- to be taken into account to represent precisely components ponent are represented : predetermined maintenance tasks degradation/failure processes and maintenance, assuming (scheduled replacement), condition-based maintenance that more than one degradation mechanisms, failure tasks (external inspection, condition monitoring, test, over- modes, symptoms and maintenance actions interact. The haul) and corrective maintenance (repair). Other mainte- figure describes how the component degradation state, due nance policies such as opportunistic maintenance are to influencing factors, can be characterized by a symptom, defined at the system level model and their activation are which, if detected by a preventive maintenance task such made with help of information between the component- as external inspection, overhaul, condition monitoring, will lead to the activation of a preventive maintenance repair or level model and the system maintenance model. Degradation process is also modelled to describe the degra- replacement in order to impact on the component degradation mechanisms evolution, which may lead to the com- dation state. ponents failure modes occurrence, and the relative states of One of the difficulties encountered for the development of degradation of the component. This way of representing a generic representation of the degradation mechanism components degradation through different states of degra- evolution is that these mechanisms are influenced by many dation allows getting a more precise description of the com- environmental and operational factors. For example, some ponent behaviour and of the preventive maintenance tasks mechanisms would evolve according to operating time, which are carried out and which allow a possible return to a age, number of duty cycles, environmental conditions, degradation of an other component, etcâ&#x20AC;Ś lower level of degradation, depending on their efficiency. Component-level model gives information on components states (failure, unavailability for maintenance) and on maintenance costs to the three other system-level models which evolve according to this input data and possibility sent feedback data. For example, as shown on figure 1, the system operation model sends information to the component-level model to require the activating of a stand-by component or the stopping of an auxiliary component that has become useless after the repair of the main component. The system maintenance model can send data to the component-level model to force the maintenance of a component coupled together with a component already in maintenance.
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international In the following, we consider an equipment that can be degraded by two different degradation mechanisms, mechanism A and mechanism B, whose evolutions can lead to two different failure mode occurrences, respectively failure mode A and failure mode B. A Petri Net is built for each degradation mechanism to represent its evolution through three degradation levels and the respective risk of failure mode occurrence as simplified in figure 3 in the case of mechanism A. Figure 2: Various possible relations that must be modelled for a precise Transitions between two successive levels of degradation representation of component degradation and maintenance. Broken arrows represent other possible relations are fired according to probability laws taking into account the various influencing factors that can impact on the mechanism evolution. Use of Petri Nets and Monte Carlo Simulation The proposed generic methodology has been developed Failure modes can occur at each degradation level, with a using the Stochastic Synchronized Petri nets (SSPN) and it corresponding failure rate, represented by the firing of the has been coupled with the Monte Carlo simulation to com- corresponding transition. The more the degradation level is pute the performances assessment of industrial systems, important, the more the risk of failure mode occurrence is high. see e.g. (BĂŠrenguer et al. 2004). For systems dependability studies, SSPN offer a powerful Return to a lower degradation level is due to maintenance and versatile modelling tool that can be used jointly with task performance and depends of its effectiveness. Monte Carlo simulation, which is widely used in this kind of In the particular case described in figure 3, the return in work, see e.g. (Barata et al. 2002; Simeu-Abazi and Sas- the lowest degradation level for mechanism A is either due sine 1999). The SSPN use classical properties of Petri nets to a corrective repair, performed after the failure mode octo treat the sequential and parallel processes, with sto- currence, either to the performance of a specific preventive chastic and deterministic behaviours and flows of informa- task. tion called â&#x20AC;&#x153;messagesâ&#x20AC;? which are very useful in the proposed approach to characterize the interaction between the four level models. The application of the previous overall model on simplified real complex systems has given interesting results and led to further developments of representing. Simulations have been made to study the effects of parameters variation, such as maintenance tasks period, on the system behaviour. Then, further developments were carried out to get a precise representation of components degradation and failure processes and the relative impact of maintenance tasks. Focus: a Petri Nets Modelling to Compare Various Maintenance Programs We propose here a representation of the relations between degradation mechanisms and maintenance tasks by using Petri Nets to describe equipment behaviour and more especially what can be the benefit of symptom representation to compare different kinds of maintenance programs.
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Figure 3: Simplified Petri Net modelling of degradation mechanism A evolution. A comparable net will represent mechanism B evolution.
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international We also assume that two symptoms, symptom 1 and symptom 2, appear and evolve according to the degradation evolutions they characterize. Again, symptoms evolution is represented through various symptom levels, corresponding of intervals between thresholds. Symptoms and degradations evolutions can be different, depending on their nature and the various influencing factors that impact on them. However in the proposed example each level of symptom is linked to a given level of degradation. Thus, relations such as those described in tables 1 and 2 inform on the level of symptom knowing the level of degradation for each mechanism, and figure 4 give a simplified Petri Net representation of the evolution of symptom 2. Symp. 1 Levels 0
Mechanism A - Levels 0
1
2
X
1
Mechanism B - Levels 0
1
2
X X
2
X X
Figure 4: Simplified Petri Net modelling of symptom 2 evolution through various level. Transitions between successive levels are fired correspondingly to degradation mechanisms evolutions.
X
Table 1: Symptom 1 level knowing mechanisms A and B levels. Symptom 1 is specific to the degradation A.
Symp. 2 Levels
Mechanism A - Levels 0
0
X
1
X
2
1
2
Mechanism B - Levels 0
1
2
X X X
X
Table 2: Symptom 2 level knowing mechanisms A and B levels. Symptom 2 can appear due to the evolution of both the mechanisms
Both corrective and preventive maintenance tasks are considered. Figure 5 give a simplified Petri Net modelling of corrective maintenance, performed when a failure mode occurs (condition for transition firing). Concerning the preventive maintenance tasks, a distinction is made between the detection tasks, modelled as shown in figure 6, and the preventive repairs, modelled as shown in figure 7. Detection tasks are performed in order to characterize the component degradation state by observing a level of degradation or the relative levels of symptoms (measurements of degradation or symptoms are compared with given thresholds). Typically, these tasks are external inspections, condition-monitoring, tests or overhauls, and they are scheduled so they are performed after the corresponding period time is elapsed.
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Figure 5: Simplified Petri Net modelling of corrective repair performed after a failure mode occurrence
The task modelled in figure 6 aims at observing Symptom 1. Then, a preventive repair can be carried out conditionally to the detection tasks result, that is if a degradation has been notified, as shown on figure 7 regarding the repair of mechanism A. All the different maintenance tasks have effects on the component state and by the way, on the degradations and symtoms levels. This way of modelling a maintained component allows a detailed representation of how various maintenance tasks applied within a complex maintenance
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international
Figure 7: Simplified Petri Net modelling of preventive repair
program can impact on the program performances in terms of costs and system unavailability. Indeed, it makes it possible to model and simulate preventive maintenance programs composed of various type of tasks (external inspections, overhaul, condition-monitoring, test, scheduled replacement) so as to compute their performances and compare them on the basis of the effects of variations of parameters such as frequency or task type. Moreover, the representation of symptom and degradation make it possible to take into account the distinction between the various detection type tasks. In particular, preventive maintenance tasks such as overhaul are expensive and induce unavailability of the component but give a good information about component degradation state. Whereas other preventive tasks such as external inspections or condition-monitoring are less expensive and does not require the component to be stopped but are often based on some symptoms observations that can be different from the degradation mechanism really undergoing.
iour of a complex multi-component system. Further developments are carried out to build the complete model and more especially to improve the generic component model (by taking into account degradation mechanisms, maintenance tasks effectiveness and all the complex relations between influencing factors, degradation mechanisms, symptoms, failure mode, preventive and corrective maintenance) and the interactions between all the different model (possibly by using different modelling techniques). The approach consisting in representing how failure modes can occur due to degradation mechanisms that can be characterized by the observation of symptoms give a possible comparison of different types of maintenance programs.
Conclusions The objective of the work presented here is to model and to simulate the maintenance programs in order to provide quantitative results that could support choices between different maintenance tasks and frequencies. This is done by a modelling framework that represents both a complex maintenance policy and the functional and dysfunctional behav-
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- Barata, J.; C. Guedes Soares; M. Marseguerra; and E. Zio. 2002. “Simulation Modelling of Repairable Multi-component Deteriorating Systems for On-Condition Maintenance Optimisation”. Reliability Engineering and System Safety, vol. 76, 255-267. - Bérenguer, C.; E. Châtelet; Y. Langeron; and A. Despujols. 2004. “Modeling and Simulation of Maintenance Strategies using Stochastic Petri Nets” in MMR 2004 Mathematical Methods in Reliability (Santa Fe, USA). - Dekker, R. 1996. “Applications of Maintenance Optimization Models : a Review and Analysis”. Reliability Engineering and System Safety, vol. 51(3), 229-240. - Doyle, K.E. 2004. “On the Application of Stochastic Models in Nuclear Power Plant Maintenance”. European Journal of Operational Research, vol. 154(3), 673-690. - Marseguerra, M.; and E. Zio. 2000. “Optimizing Maintenance and Repair Policies via a combination of Genetic Algorithms and Monte Carlo Simulation”. Reliability Engineering & System Safety, vol. 68(1), 69-83. - Moustafa, M.S.; E.Y. Abdel Maksoud; and S. Sadek. 2004. “Optimal Major and Minimal Maintenance Policies for Deteriorating Systems”. Reliability Engineering and System Safety, vol. 83(3), 363-368. - Simeu-Abazi, Z.; and C. Sassine. 1999. “Maintenance Integration in Manufacturing Systems by using Stochastic Petri Nets”. International Journal of Production Research, vol. 37(17), 3927-3940. - Valdez-Flores, C.; and R.M. Feldman. 1989. “A Survey of Preventive Maintenance Models for Stochastically Deteriorating Single-Unit Systems”. Naval Research Logistics Quarterly, vol. 36, 419-446.
references
Figure 6: Simplified Petri Net modelling of detection task
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l’analisi Lorenzo Fedele Sapienza Università di Roma, CNIM, CEN
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Progettare e Gestire la Sicurezza fra “sviste” e Testo Unico - D.Lgs. 81/08
Gian Antonio Stella - che è diventato particolarmente famoso grazie al successo del libro “La Casta”, edito da Rizzoli - ha pubblicato sul “Corriere della Sera” dello scorso 12 aprile un ampio Focus intitolato “La Sicurezza ignorata”, il cui sottotitolo è “Italia al primo posto per incidenti sul lavoro”. A supporto di questa tesi, Stella offre alcuni dati statistici elaborati dall’Eurostat, l’Ufficio Centrale di Statistica della Comunità Europea. Tuttavia, i dati estratti sono parziali e non consentono di trarre la mesta conclusione contenuta nel titolo dell’articolo di Stella, ovvero che l’Italia è prima in Europa per incidenti sul lavoro; anzi è addirittura vero l’opposto. La svista è ben presto spiegata, dal momento che i dati sugli infortuni mortali presentati hanno le seguenti caratteristiche fuorvianti: a) i dati non sono normalizzati rispetto al numero dei lavoratori b) alcuni dati non provengono da sistemi assicurativi nazionali c) non si tiene conto che la modalità di denuncia dell’infortunio al sistema assicurativo nazionale è differente a seconda del Paese ed è peggiorativo per l’Italia.
considerare il Regno Unito, i cui dati non sono considerati affidabili da Eurostat. Come si vede, la situazione va interpretata praticamente nel senso opposto al titolo del Corriere della Sera. La Tavola 3 (Fonte: Eurostat), infine, nella quale si prendono in considerazione anche altri Paesi UE con dati storici affidabili, non solo conferma quanto si evince dalla Tavola 2, ma addirittura sancisce definitivamente il fatto che l’Italia si posiziona ben al di sotto della media europea per infortuni mortali sul lavoro. Ciò che colpisce, insomma, è, ancora una volta, la difficoltà nel trattare questioni tecniche gravi, come quelle inerenti alla Sicurezza dei sistemi produttivi. La stessa difficoltà che - almeno in parte - si riscontra nel recente “Testo Unico sulla Sicurezza”, nel quale appaiono trascurate due vere emergenze della Sicurezza, ovvero l’efficacia del controllo del rispetto delle norme e la qualità e la bontà tecnica delle Analisi dei Rischi. Da una parte, infatti, si riscontra l’insufficiente attività di controllo del rispetto della normativa esistente, a causa
In aggiunta a ciò, si lascia intendere che il fenomeno del lavoro nero renderebbe evidentemente peggiore la situazione. Ma non è così, giacché il lavoro nero, ovviamente, non è presente solo in Italia e i dati presentati sono tutti “al netto” di questo grave fenomeno. Nella successiva Tavola 1 (Fonte: Eurostat) sono illustrati i dati Eurostat sulla base dei quali il Corriere della Sera ha concluso che l’Italia è al primo posto in Europa per infortuni. Nella Tavola 2 (Fonte: Eurostat), invece, sono presentati i dati normalizzati rispetto al numero di lavoratori e senza
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Tavola 1: Infortuni sul lavoro mortali in alcuni Paesi UE. Grafico del Corriere della Sera del 12/04/2008
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l’analisi
Tavola 2: Infortuni sul lavoro mortali - Tassi di incidenza standardizzati per 100.000 occupati in alcuni Paesi UE.
delle scarse risorse messe a disposizione allo scopo. Dovendo realisticamente prevedere che l’entità di tali risorse, non solo non possa aumentare sensibilmente, ma anzi debba gradualmente ridursi nell’ottica di una superiore efficienza dell’apparato pubblico, l’unica soluzione percorribile è indubbiamente quella dell’affidamento dell’attività di controllo a particolari Enti (gli Enti di controllo) autorizzati dai Ministeri competenti e operanti in conformità alle normative tecniche che regolamentano le attività di ispezione (UNI CEI EN ISO 17020), garantendo la loro indipendenza e obiettività di giudizio. I numeri in gioco (milioni di soggetti da controllare, fra aziende produttive e cantieri, su tutto il territorio nazionale) dimostrano ampiamente come questa sia l’unica soluzione percorribile. In Italia, inoltre, si va diffondendo con un successo francamente preoccupante una redditizia attività “professionale” consistente nella produzione intensiva e standardizzata di documenti di analisi dei rischi, caratterizzati da contenuti tecnici assai modesti e/o da gravi carenze. Questa pessima abitudine va arrestata al più presto e chi si rende responsabile di fornire, generalmente nell’ambito di un contratto di consulenza che offre molte garanzie, tali documenti fotocopia deve essere perseguito anche disciplinarmente dai rispettivi ordini professionali (si pensi al reato di cui all’art. 437 del codice penale: “rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro”). È come se ci rivolgessimo ad un installatore di dispositivi di sicurezza (ad esempio le protezioni di una macchina industriale) e questo, anziché
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Tavola 3: Infortuni sul lavoro mortali - Tassi di incidenza standardizzati per 100.000 occupati in Paesi UE con dati affidabili.
montarci i dispositivi richiesti, ce ne montasse altri simili, però di cartone. Tali gravi disattenzioni da parte di chi ha o assume precise responsabilità nella stesura dei documenti di analisi dei rischi, se diversi anni fa potevano trovare una loro spiegazione nella penuria di riferimenti tecnici e scientifici, oggi non hanno più giustificazione e richiedono una attenta azione di censura dalla quale non ci si intende esimere. La Sicurezza è insegnata da oramai quasi vent’anni nella gran parte delle sedi universitarie, con corsi addirittura molto specifici sul tema della analisi dei rischi; ogni anno, inoltre, si laureano decine di ingegneri in Sicurezza, con un buon grado di specializzazione e, infine, si tengono conferenze nazionali e internazionali nelle quali le diverse tematiche della Sicurezza sono oggetto di approfondito sviluppo. La Sicurezza, dunque, può e deve essere fatta oggetto di progettazione nonché di continua gestione migliorativa, come suggerisce correttamente il Testo Unico. Pur rifuggendo da indebite generalizzazioni e nel pieno rispetto del lavoro altrui, sarebbe forse utile pubblicizzare maggiormente questi temi e la seria pubblicistica tecnica esistente al riguardo. Chi scrive ritiene che ciò sarebbe anche ben più rispettoso nei confronti dei lavoratori, delle vittime e delle loro famiglie.
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news Ricerca e innovazione nel settore della meccanica
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Giovedì 5 giugno dalle ore 14.00 alle 17.00 presso la sala B padiglione 35 del quartiere fieristico di Bologna è in programma la tavola rotonda: “Ricerca e Innovazione: Frontiere nel Settore della Meccanica”. La tavola rotonda si svolge all'interno della manifestazione R2B (Research to Business) ed è iniziativa del Coordinamento Nazionale della Meccanica. Alla tavola rotonda, il cui obiettivo principale è di evidenziare lo stato dell'arte e le opportunità di sviluppo dell'Ingegneria Meccanica, creando un virtuoso confronto fra mondo industriale ed accademico, parteciperà in qualità di relatore anche il Presidente del CNIM. Il Prof. Francesco Paolo Branca interverrà sul tema: “La ricerca nel campo della Manutenzione per il miglioramento della produttività delle Imprese”.
Rapporto INAIL: morti bianche in calo nel 2007 Il rapporto INAIL riguardante gli incidenti sul lavoro è stato diffuso lo scorso 30 aprile in occasione della giornata mondiale per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro proclamata dall’ILO, l’Agenzia dell'ONU che si occupa dei problemi connessi al lavoro. Secondo le stime dell’INAIL, le vittime sul lavoro nel 2007 sono state 1.260, in calo del 6% rispetto alle 1.341 del 2006. Degli incidenti mortali avvenuti nel 2007, 1.130 si sono verificati nel settore dell'industria e dei servizi; 115 nell'agricoltura e 15 fra i dipendenti dello Stato. In particolare, 295 riguardano il settore delle costruzioni. Più di un quinto sono avvenuti in itinere, ovvero lungo il tragitto casa-lavoro e viceversa. Sempre secondo l’INAIL, nell'ultimo triennio il settore maggiormente a rischio è stato quello della lavorazione dei metalli. Seguono a ruota, il settore della lavorazione dei materiali non metalliferi, della lavorazione del legno e delle costruzioni. Per quanto riguarda gli incidenti gravi, tali da causare danni permanenti al lavoratore, il settore delle costruzioni è al primo posto, seguito da
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quello della lavorazione del legno e della estrazione dei minerali. Il costo sociale degli infortuni sul lavoro (dato INAIL del 2005) è di 45,5 miliardi, che corrisponde al 3,21% del PIL.
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Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: il decreto legislativo nella Gazzetta Ufficiale Il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n, 81 recante “Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” è stato pubblicato nel supplemento ordinario n. 108 alla Gazzetta ufficiale n. 101 del 30 aprile 2008. Il nuovo decreto legislativo è composto da 306 articoli (suddivisi in 13 titoli) e da 51 allegati tecnici; nonostante l’entrata in vigore sia stata fissata per il 15 maggio, la parte principale del provvedimento, ovvero la valutazione dei rischi aziendali, sarà operativa solo dopo il 29 luglio, cioè a 90 giorni dalla pubblicazione. Il nuovo D.Lgs. n. 81/2008 sostituisce i decreti
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news legislativi n. 626/1994, n. 493/1996 e n. 494/1996, che sono stati il punto di riferimento di tutti gli addetti e gli operatori della sicurezza.
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ENI si aggiudica la belga Distrigas ENI palesa di essere entrata in trattativa esclusiva con la società francese Suez per l´acquisto del 57,25% della belga Distrigas. L’azione era stata anticipata dall’amministratore delegato, Paolo Scaroni, al termine della cerimonia - il 20 maggio a Roma - della consegna degli Eni Awards per la ricerca. Il cammino per rilevare la società belga non è stato certo stato semplice, il processo competitivo a cui hanno preso parte i principali competitors a livello europeo è stato lungo e articolato. Alla fine della corsa a tre, a cui hanno partecipato operatori nel settore del gas del calibro della francese EdF e della tedesca E.On, è stata Eni a proporre le condizioni migliori e ad avere quindi la meglio. Il periodo di trattativa esclusiva si estende fino al 29 maggio, giorno della firma del contratto di compravendita tra ENI e Suez. In questo frangente, ENI potrà completare la procedura relativa all’acquisizione. In particolare, questa intesa, che è soggetta all´approvazione della Commissione Europea, sarà direttamente correlata e condizionata alla fusione tra Suez e Gaz de France e alla rinuncia del diritto di prelazione di Publigaz, azionista pubblico belga che detiene il 31,25% di Distrigas. Per ENI l’operazione rappresenta un altro grande successo dopo la spagnola Endesa. Distrigas opera, infatti, da oltre 75 anni quale operatore di riferimento nella commercializzazione del gas nel Benelux, con vendite a clienti industriali, distributori locali di gas e produttori di energia elettrica. Inoltre, la società belga rappresenta uno dei principali snodi del gas in Europa. Grazie a questa posizione strategica, Distrigas potrà sviluppare le sue attività in Europa occidentale.
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Finanziamenti per la crescita e l’occupazione in Europa Un deciso cambiamento di priorità emerge dall’esame dei 450 programmi che aspirano ai finanziamenti UE per la politica regionale. Globalizzazione, cambiamenti climatici, fenomeni migratori e invecchiamento della popolazione sono le sfide attuali che la politica regionale dell’UE si appresta ad affrontare nel periodo 2007 - 2013. La maggior parte dei finanziamenti, tuttavia, saranno destinati a promuovere la crescita economica e l’occupazione. La parte più consistente dei finanziamenti sarà erogata tramite il Fondo sociale europeo (FSE), che opera dal 1957, in qualità di principale strumento dell’UE per investire nelle persone, aiutando i cittadini a potenziare la propria istruzione e le proprie competenze, per accrescere le opportunità di lavoro. Al fine di rispondere alle differenti esigenze, gli Stati membri e le regioni stilano singolarmente i programmi operativi dell’FSE Di seguito, un elenco degli obiettivi proposti: -- in Spagna, i finanziamenti alla ricerca e allo sviluppo saranno più che raddoppiati, passando a 8 miliardi di euro; -- Polonia, Italia, Grecia, Slovacchia e Spagna hanno destinato gli investimenti più sostanziosi al settore riguardante le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, che riceveranno 15,3 miliardi; -- la Finlandia spenderà 343 milioni di euro per aiutare le imprese appena costituite, mentre la Polonia intende ridurre da 60 a 7 giorni il periodo di tempo necessario per costituire una nuova società; -- quasi 26 miliardi di euro saranno investititi per migliorare la qualità dell’istruzione e formazione professionale, sostenendo, fra l’altro, progetti aventi lo scopo di promuovere l’apprendimento permanente e di ridurre il tasso di abbandono della scuola secondaria o dell’Università, soprattutto in Portogallo, Grecia e Italia;
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news -- 105 miliardi di euro saranno investiti per l’ambiente: la Lettonia, in particolare, ha in programma di portare dal 9% al 62% la percentuale della popolazione raggiunta dal suo piano di gestione delle acque reflue.
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Progetto “LABOR” per la sicurezza negli ambienti di lavoro Lo scorso 15 maggio è stato presentato all’INAIL il “Progetto Labor”, sotto l'egida dell'UPI (Unione delle Province Italiane) e finanziato dal DAR (Dipartimento Affari Regionali). Il progetto mira a combattere l'irregolarità del lavoro e a fare rispettare le norme sulla
sicurezza. La sperimentazione si condurrà in 44 province italiane e integrerà i dati di diverse strutture legate al mondo del lavoro. Il progetto rientra in un piano più generale che vuole incrementare l’utilizzo dell’informatica a favore della sicurezza e della regolarità del lavoro. L’incrocio dei dati favorirà l’ottenimento di un quadro completo delle situazioni di lavoro e la costituzione di indici di congruità per la rilevazione di eventuali criticità. Governo, regioni e province potranno collaborare insieme sul fronte dell'informatizzazione in modo da creare scambi di dati fra i servizi, le amministrazioni centrali, gli enti nazionali, quelli locali e le associazioni di categoria.
Progetto Europeo E-SUPPORT E-Support è un progetto triennale (2007-2009) finanziato dall'Unione Europea allo scopo di sviluppare uno strumento informatico affidabile e semplice da utilizzare. L’obiettivo principale è quello di aumentare la competitività delle piccole e medie Imprese Europee che operano nel settore della Manutenzione. E-Support si propone di fornire al tecnico che opera sul campo un sistema affidabile, flessibile, pratico e facile da utilizzare - attraverso il telefonino, computer portatili, PDCA- per il trattamento accurato di dati tecnici (impianti e schemi delle strutture e dei macchinari, descrizioni tecniche, ecc...). E-Support, partendo dal sistema già in dotazione nell’Impresa, includerà la gestione e lo sviluppo di dati tecnici e un sistema e-learning oltre a comuni strumenti logistici e organizzativi (piano di manutenzione, parti di ricambio, ordine di gestione, incidenza del cliente, allocazione dei compiti e gestione del tempo). Il sistema è a basso costo, facile da operare e manutenere e agevolmente configurabile dall'Impresa. Oltre al CNIM che rappresenta l’Italia e le Imprese Italiane che si occupano di Manutenzione, partecipano al progetto: Ungheria, Danimarca, Bulgaria, Spagna, Romania, Slovacchia, Turchia, Irlanda, Portogallo e Malta. Il sito internet allestito dai partners - http://www.fse-support.eu - è costantemente aggiornato e include lo stato dell’arte del lavoro di implementazione del software. È inoltre presente una versione demo del software, disponibile a scopo dimostrativo.
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