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Maintenance and Facility Management
in questo numero
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% - CNS/AC-ROMA - Prezzo di copertina: â‚Ź 10,00
Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
ISSN: 1971-1735
Formazione: corsi CNIM per il secondo semestre 2008 ISO 14001 e D.lgs. 231/2001: opportunitĂ dei modelli organizzativi
Biomasse e valorizzazione energetica Il mercato italiano del Facility Management Imprese ed esigenze immobiliari Legislazione e Manutenzione: un contributo dal Ministero dell’Ambiente Olandese in evidenza
CEN, CNIM, UNI organizzano MM2009 Quarta edizione della Conferenza Internazionale sulla Gestione della Manutenzione e sul Facility Management
soci del CNIM AEM CALORE & SERVIZI
GEOCONSULT
ANAS
GROMA
APISOISERVICE
INARCASSA
ASSISTAL
INGEST FACILITY
AIPnD - Associazione Italiana Prove non Distruttive
MANUTENCOOP
AZIENDA USL 2 di LUCCA
MAPEI
AZIENDA USL 3 di PISTOIA
NUOVO PIGNONE - GE ENERGY OIL & GAS
CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano
PIRELLI Real Estate
COGNE ACCIAI SPECIALI
RFI - RETE FERROVIARIA ITALIANA
CONFARTIGIANATO IMPIANTI
ROMEO GESTIONI
COMUNE di MODENA
SAMI
CONSIGLIO NAZIONALE dei GEOMETRI
SIRAM - gruppo DALKIA
DIETSMANN
SI.MA.V.
EDISON
UNI - ENTE NAZIONALE ITALIANO DI UNIFICAZIONE
EFFECI
UNION KEY
ENI - Divisione AGIP
UNIONE NAZIONALE AMMINISTRATORI IMMOBILI
EURODEPURATORI
SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
FONDAZIONE E.N.P.A.M.
VITROCISET
sommario editoriale di Maria Rosaria Boni - Sapienza Università di Roma primo piano
MM2009 is coming dal CNIM
Formazione: offerta formativa CNIM secondo semestre 2008 tecnica
ISO14001 e D.lgs. 231: opportunità nell’applicazione dei modelli organizzativi ai reati ambientali
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Roberta Sartore - NETAMBIENTE.IT srl
Acquistare servizi di facility management: opportunità e rischi nel mercato italiano
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Roberto Cigolini - Politecnico di Milano, Fabiana Pala - IFMA Italia ricerca
Valorizzazione Energetica delle Biomasse
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Maria Rosaria Boni, Laura Virdis - Sapienza Università di Roma
Le esigenze immobiliari delle imprese: un confronto tra PMI e multinazionali
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Andrea Ciaramella - Politecnico di Milano international
Integral Advice on Maintenance, Fire, Energy, Installation Legislation / Nota Integrale sulla Legislazione riguardante la Manutenzione, il Rischio Incendi, l’energia e gli Impianti
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Hans Drooger - Ministero dell’Ambiente, Olanda
News
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Maintenance and Facility Management Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
Direttore responsabile Lorenzo FEDELE Comitato Scientifico Paolo MORELLI
STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL CNIM Consiglio Direttivo Aurelio MISITI
Presidente Comitato Certificazione e Orientamento Culturale del CNIM
Camera dei Deputati, Sapienza Università di Roma, Presidente Onorario del CNIM
Maria Rosaria BONI
Marcello MAURO
Sapienza Università di Roma
Angelo CARRINO
Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Presidente Onorario del CNIM
ANAS
Francesco Paolo BRANCA
Roberto CIGOLINI
Sapienza Università di Roma, Presidente del CNIM
Politecnico di Milano
Piero TORRETTA
Duccio GHIDETTI
Presidente UNI
ISPESL
Ugo Nicola TRAMUTOLI
Onorato HONORATI
Presidente CEI, Vice Presidente del CNIM
Sapienza Università di Roma
Adriano BIRAGHI
Ennio LAZZARO
Vice Presidente del CNIM
Ministero della Difesa
Francesco PITTONI
Carlo MESSINA CONSEL
Michela POLA ATECAP
Giuseppe RUBRICHI AMA
Maria Teresa RUFFO CONFAPI
Bruno VENDITTI
Vice Presidente del CNIM
Alfonso FERRAIOLI Rappresentante Ministero per lo Sviluppo Economico
Giuseppe NARDONI Rappresentante Ministero dell’Università e della Ricerca
Gian Piero PAVIRANI Rappresentante RFI
Enrico COMELLINI
Confartigianato
Rappresentante CEI
Responsabile di Redazione Serena LICCARDI
Direttore Gestionale e Rappresentante UNI
Redazione Tecnica Massimo CONCETTI, Roberto CUCCIOLETTA
Lorenzo FEDELE
Direzione e Redazione CNIM - Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione Via Barberini, 68 - 00187 Roma Tel. 06 4745340 / 42010534 - Fax 06 4745512 E-mail: ufficio.stampa@cnim.it - http://www.cnim.it Impaginazione e stampa EUROLIT, Roma - Tel. 06 2015137 - Fax 06 2005251 E-mail: eurolit@eurolit.it Hanno contribuito per questo numero Maria Rosaria BONI, Andrea CIARAMELLA, Roberto CIGOLINI, Hans DROOGER, Fabiana PALA, Roberta SARTORE, Laura VIRDIS Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 5/2007 del 19.01.2007. La raccolta dei dati personali dei destinatari della rivista è effettuata nel rispetto delle vigenti leggi sulla privacy (Dlg. 196/2003) ed è finalizzata all’invio della pubblicazione e ad eventuali comunicazioni ad essa collegate.
Elio BIANCHI Vitaliano FIORILLO Rappresentante Soci Ordinari Sapienza Università di Roma, Segretario Generale del CNIM
Il Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione è un ente senza fini di lucro costituito nel 1990, sotto l’alto Patrocinio del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, per promuovere la diffusione della cultura della Manutenzione. Il CNIM considera una corretta e ben pianificata Manutenzione un elemento essenziale per migliorare la produttività e la competitività delle imprese. la qualità di vita e la sicurezza delle persone, la salvaguardia dell’ambiente e l’uso razionale dell’energia. Il CNIM è stato individuato nel 1999 (DM 16/12/99) come il soggetto che meglio può occuparsi di coordinare l’elaborazione di studi e ricerche nel campo della Manutenzione.
editoriale
Maria Rosaria Boni Sapienza Università di Roma
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Le politiche ambientali mondiali ed in particolare dell’Unione Europea sono ormai da tempo orientate al miglioramento delle performance ambientali dei sistemi (attrezzature, infrastrutture, opere civili, prodotti, servizi, etc.). Il presupposto di base è integrare gli aspetti ambientali in ogni fase del ciclo di vita di un sistema, puntando a ridurre gli impatti soprattutto nella fase di progettazione. A tale riguardo appare significativo richiamare quanto definito dal punto di vista legislativo a livello europeo dalla Direttiva 2005/32/CE nota anche come “direttiva eco-design” o Energy Using Products (EuP) sui “prodotti che consumano energia”. La direttiva evidenzia l’importanza della fase progettuale del prodotto in cui si determinano il destino che esso avrà nell’ambiente ed il suo potenziale inquinamento; ciò richiede che le aziende interessate svolgano attività di progettazione ecologica (ecodesign), ovvero sviluppino prodotti attraverso l’applicazione di criteri orientati alla riduzione degli impatti ambientali. La progettazione ecologica, quale impostazione preventiva finalizzata all’ottimizzazione delle prestazioni ambientali, mantenendo inalterate le qualità d’uso, dunque presenta nuove ed effettive opportunità per ogni elemento della filiera, dal fabbricante al consumatore; in particolare, essa consente di valutare e ridurre gli impatti ambientali nella fase di progettazione dei sistemi che, come risultato, presentano una buona qualità almeno quanto quella dei sistemi classici e garantiscono migliori prestazioni ambientali. L’eco-progettazione utilizza un approccio integrato, nella relazione tra i sistemi e l’ambiente, su tre livelli: -- Valuta l’impatto ambientale non solo nella fase di realizzazione, di utilizzo o quando è diventato obsoleto, ma per tutto l’intero ciclo di vita. Inoltre sono inclusi l’estrazione e il trasporto delle risorse necessarie a realizzare il sistema, i processi di realizzazione, l’utilizzo e la manutenzione, nonché la dismissione e il trattamento dei rifiuti prodotti. -- Considera il sistema come un insieme di elementi in stretto rapporto fra loro, destinati a determinati scopi e finalità. Devono essere valutati tutti gli elementi che ser-
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vono ad un sistema qualunque esso sia per sviluppare le sue funzioni (consumi, imballaggi, reti energetiche, ecc.). -- Utilizza un approccio multicriterio nella valutazione dei differenti impatti ambientali che possono essere generati dal sistema lungo il suo ciclo di vita in modo da evitare lo scambio tra le diverse categorie di impatto (ad esempio riduzione delle risorse, effetto serra, tossicità ecc.).
Maria Rosaria Boni
Pertanto, l’approccio corretto può essere quello del Life Cycle Thinking, caratterizzato dal prendere in esame tutte le fasi del ciclo di vita del sistema, in un’ottica “dalla culla alla tomba” e di integrare questa visione nella fase di progettazione. Un approccio di eco-progettazione, definita a livello internazionale con Life Cycle Design, si basa sull’integrazione della progettazione classica con l’Analisi del Ciclo di Vita (LCA, Life Cycle Assessment), che è un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti potenziali associati ai sistemi lungo l’intero ciclo di vita. L’applicazione dell’eco-progettazione può giovare al tempo stesso sia alle aziende che a tutte le parti interessate al sistema ed in particolare alla collettività, perché risponde all’interesse comune di ottenere sistemi più efficienti con un minore impatto ambientale, con i seguenti vantaggi:
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editoriale
-- utilizzo razionale delle materie prime, recupero e riutilizzo dei materiali e delle acque reflue, con una riduzione dei costi; -- sistemi più sicuri e duraturi, che richiederanno minori risorse per funzionare; -- incremento delle disponibilità future di risorse per altri sistemi e prevenzione di eventuali danni ambientali, con un risparmio sui costi. Quanto sopra esposto in modo generale per i “sistemi”, appare particolarmente rilevante quando si parla dei sistemi “Opere civili”, i quali sono caratterizzati per diverse ragioni da una “aspettativa di vita” di gran lunga superiore a quella richiesta per altri sistemi e, inoltre, condizionano in modo significativo l’impatto ambientale. L’esperienza millenaria nel settore delle costruzioni civili e le opere che la storia ci ha consegnato “quasi integre” dal punto di vista strutturale, insegnano che se si opera in modo corretto nella definizione dello schema strutturale e dei particolari costruttivi, nella scelta dei materiali, nel proporzionamento delle materie prime, nella loro messa in opera ed in particolare nella manutenzione della struttura stessa durante la sua vita di servizio, l’opera può rispondere all’aspettativa di vita richiesta. A tale proposito è significativo riportare come esempio il caso del cemento armato (c.a.) oggi sempre più utilizzato
nella realizzazione delle opere, rispetto al quale una ecoprogettazione può consentire la riduzione dei fenomeni di corrosione ed aumentare di molto la durabilità e limitare conseguentemente il costo di gestione delle strutture in c.a. Risulta evidente, pertanto, che la progettazione di un’opera che tiene conto degli aspetti ambientali possa apparentemente determinare un impegno maggiore di risorse nella fase di progettazione e realizzazione, con conseguente maggiorazione dei costi di realizzazione; dall’altro lato è necessario però sottolineare i benefici, anche in termini economici, che si hanno dal punto di vista del sistema ambiente, della gestione e anche dal punto di vista della sicurezza, che si possono riscontrare per il resto della vita dell’opera. A tal proposito, è utile richiamare i risultati di una ricerca commissionata dall’allora Ministero dell’Industria al CNIM nel 1999 relativa alle opportunità di sviluppo ed occupazione nelle attività di Gestione e Manutenzione di Opere e Impianti. Tale ricerca ha confermato questo settore di attività come potenziale bacino di crescita occupazionale e per il quale è richiesta la necessità di interventi formativi a vari livelli come Corsi di Laurea e Master specifici, in modo da trasferire una idonea cultura di prevenzione per la salvaguardia ambientale agli operatori e agli addetti del settore.
ultim’ora Accordo Quadro CNIM - CEI È del 22 luglio l’accordo quadro siglato con il Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) che ha fra i punti fondamentali: - l’elaborazione e l’aggiornamento di norme e guide tecniche che siano di rilevante interesse per i settori d’attività nei quali l’artigianato e le piccole imprese risultano maggiormente attive e rappresentative; - la promozione e la realizzazione di progetti, studi, pubblicazioni, guide e manuali; - la progettazione e l’erogazione di attività formative, informative, seminariali e convegnistiche.
Protocollo di Intesa CNIM - ANPO - ANMDO Il 30 luglio il CNIM ha siglato un Protocollo di Intesa con ANPO (Associazione Nazionale Primari Ospedalieri) e ANMDO (Associazione Nazionale Medici Direzioni Ospedaliere). Lo scopo principale dell’accordo riguarda: - la promozione e la diffusione della cultura e dell’esperienza relativamente ai temi della qualità, della certificazione e della manutenzione, attraverso l’elaborazione di documenti tecnico-scientifici e la loro pubblicazione nelle riviste di settore; - la progettazione e l’effettuazione di attività informative, seminariali e convegnistiche integrando risorse e obiettivi specifici e utilizzando le competenze, le strutture e i sistemi di comunicazione delle rispettive organizzazioni.
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Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
primo piano
MM2009 - Conferenza Internazionale sulla Gestione della Manutenzione e sul Facility Management Quarta edizione
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La Conferenza Internazionale sulla Gestione della Manutenzione e sul Facility Management giunge, ad aprile 2009, al quarto appuntamento. La Manutenzione, attività tecnica complessa e disciplina sofisticata, è indispensabile ai fini dello sviluppo del mondo oramai prevalentemente costruito - e per la gestione in qualità e sicurezza di tutte le apparecchiature ed infrastrutture di cui ci serviamo. Al contempo, prosegue la diffusione delle tecniche di Facility Management, anche grazie alla tendenza al ricorso a formule contrattuali innovative del tipo “a risultato”, seppure in forme ancora non del tutto omogenee e con talune difficoltà dal punto di vista imprenditoriale ed organizzativo. Inoltre, sussiste ancora la mancata considerazione a livello ufficiale di un comparto economico unico per la Manutenzione, ad esempio dal punto di vista della contrattualistica commerciale e del lavoro, dal punto di vista della legislazione e della formazione universitaria. Anche a livello tecnico-progettuale, si accusa spesso un ritardo nella diffusione delle metodologie di progettazione, che comporta difficoltà ad attuare, in modo esaustivo e pienamente soddisfacente, i processi di manutenzione. A fronte di queste debolezze, si deve comunque rilevare che il bilancio di questi ultimi tre anni riguardo tali settori di attività e discipline, è comunque sostanzialmente positivo, sia sul piano economico che occupazionale, anche in virtù di iniziative che promuovono un assetto nuovo e più produttivo della manutenzione. Tra queste iniziative, anche la Conferenza Internazionale MM è stata unanimemente riconosciuta come efficace strumento di sensibilizzazione e diffusione della cultura manutentiva e dei processi tecnici ad essa correlati. Ha inol-
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tre contribuito a mettere in luce l’aspetto ingegneristico della manutenzione che deve essere intesa non come attività improvvisata o da effettuarsi a guasto avvenuto per “evitare il peggio”, quanto come disciplina dal forte contenuto tecnico che va progettata e gestita con estrema precisione e competenza. Sessioni A) Sessioni Tecniche: -- Manutenzione dei sistemi industriali -- Facility management, outsourcing, contrattualistica -- Manutenzione del costruito e del patrimonio artisticoarchitettonico Nelle sessioni tecniche vengono inclusi articoli e comunicazioni che riferiscono di studi modellistici, sperimentali, organizzativi ecc. caratterizzati da un significativo livello di innovazione rispetto alla letteratura internazionale di settore. B) Sessioni Speciali: -- Manutenzione in Sanità fra tecnologia e responsabilità -- Eco progettazione e gestione delle opere civili Nelle sessioni speciali i lavori presentati focalizzano uno specifico argomento e illustrano soluzioni innovative oppure best practice a livello internazionale descrivendone i vantaggi attesi. I lavori proposti dagli autori e scelti per l’inserimento in queste sessioni saranno affiancati da altre presentazioni ad invito. C) Sessioni Workshop: Nelle sessioni workshop vengono incluse le relazioni che presentano come una specifica impresa ha implementato
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Edizioni precedenti
primo piano
Sessione di apertura
Partecipanti
Partecipanti
Presentazione Lavori Gli autori possono inviare una breve sintesi (abstract) del lavoro che intendono presentare. Gli autori italiani dovranno inviare l’abstract sia in italiano che in inglese. I contributi che saranno giudicati meritevoli, verranno inseriti nel programma e pubblicati nel volume degli Atti. Tutti gli articoli (anche quelli degli autori italiani) verranno pubblicati in un unico volume degli Atti della Conferenza in lingua inglese. Tuttavia, gli autori italiani possono - se lo desiderano - inviare anche l’articolo in lingua italiana che verrà pubblicato (senza alcun costo aggiuntivo) nella rivista tecnica del CNIM “MM - Maintenance and Facility Management” che verrà distribuita a tutti i partecipanti a MM2009. Scadenze Invio abstract: 27 ottobre 2008 Notifica di accettazione: 7 novembre 2008 Invio del lavoro completo in lingua inglese per la pubblicazione negli Atti: 19 gennaio 2009 Invio del lavoro completo in lingua italiana per la pubblicazione nella Rivista: 26 gennaio 2009
Pranzo di lavoro
Relatori
Cena di chiusura
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una soluzione (tecnologica o organizzativa), illustrando difficoltà e vantaggi di implementazione. In queste sessioni si ha anche l’occasione per presentare l’azienda nel suo complesso, i prodotti e/o i servizi della stessa, oltre allo specifico problema indirizzato. Le sessioni workshop sono, quindi, organizzate in modo che - dopo la presentazione del relatore - vi sia adeguato spazio per il necessario approfondimento da parte del pubblico.
Premio per il Migliore Articolo Presentato Il Comitato di Programma valuterà il migliore articolo pervenuto e presentato da una Azienda e/o da una Università. La menzione e la premiazione avverranno durante la Sessione di Chiusura. Tutte le informazioni sul programma e sulle modalità di adesione a MM2009 sono disponibili nel sito internet costantemente aggiornato: www.mmconference.eu
Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
dal CNIM
Formazione: offerta formativa CNIM secondo semestre 2008 Calendario Formazione - Secondo Semestre 2008 Corso
Info CNIM e Sapienza Università di Roma
M1. Progettare e Gestire la Sicurezza * Obiettivi formativi: pianificazione e miglioramento della sicurezza. Ispezione del sistema tecnico e analisi dei rischi per la formazione di un giudizio di rischio “credibile”. Vengono inoltre trattati i fenomeni rischiosi più frequenti e il tema del fattore umano e dell’organizzazione della sicurezza (standard OHSAS), utile nell’ottica della gestione della sicurezza.
Numero ore: 24 Sede: CNIM e Sapienza Università di Roma Date: 24, 25, 26 settembre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 18.00 CNIM e Sapienza Università di Roma
M2. La Valutazione di Impatto Ambientale * Il corso ha l’obiettivo di rendere possibile l’acquisizione delle tecniche per la redazione e l’interpretazione di una Valutazione di Impatto Ambientale.
Numero ore: 24 Sede: CNIM e Sapienza Università di Roma Date: 13, 14, 15 ottobre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 18.00
M3. Sicurezza, Gestione e Manutenzione degli Impianti Elettrici * Il corso promuove la qualificazione a persona esperta PES, capace di analizzare i rischi e gli schemi di impianto, sia per strutturarne l’installazione che controllarne la gestione, e di definire e/o selezionare la procedura da attuare. Per i responsabili del servizio prevenzione e protezione il corso fornisce specifiche competenze relative alla prevenzione e protezione dei rischi di natura elettrica. Fornisce infine una informazione-formazione sulle attuali tecniche per definire le procedure di esercizio per gli impianti elettrici e sulla loro evoluzione in atto. L’intento della metodologia proposta è quella di fornire un approccio matematico-analitico alle procedure e stimolare e facilitare l’apprendimento e la progettazione, rendendone possibile una implementazione su software.
CNIM e Sapienza Università di Roma Numero ore: 24 Sede: CNIM e Sapienza Università di Roma Date: 27, 28, 29 ottobre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 18.00
CNIM e Sapienza Università di Roma M4. Gestione e Manutenzione delle Opere Civili * Obiettivi formativi: la individuazione e l’analisi dei fenomeni patologici che possono manifestarsi nelle costruzioni civili durante la loro vita di servizio costituiscono la premessa per l’adozione degli interventi atti a conservarne le capacità prestazionali.
M5. Il Sistema Edificio-Impianto: dalla Climatizzazione alla Diagnosi Energetica * Il corso ha l’obiettivo di fornire le nozioni necessarie alla corretta progettazione, gestione e conduzione degli impianti termomeccanici, anche al fine di permettere l’analisi del comportamento dei sistemi edificio-impianto. Vengono illustrati i criteri e le procedure per la diagnosi energetica degli edifici, dall’analisi dell’involucro al funzionamento degli impianti di climatizzazione estiva ed invernale. Vengono fornite le competenze tecniche di base necessarie per la redazione del certificato energetico e dell’attestato di qualificazione energetica così come indicato dal D.Lgs. 192/05 e s.m.i., anche per gli aspetti di proposta degli interventi di risanamento e miglioramento.
Numero ore: 24 Sede: CNIM e Sapienza Università di Roma Date: 19, 20, 21 novembre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 18.00
CNIM e Sapienza Università di Roma Numero ore: 24 Sede: CNIM e Sapienza Università di Roma Date: 1, 2, 3 dicembre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 18.00
* moduli professionalizzanti del master in “Ecoprogettazione e Gestione delle Opere Civili”
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dal CNIM Calendario Formazione - Secondo Semestre 2008 Corso
Info CNIM e UNI Numero ore: 24
Ingegneria di Manutenzione ** Il corso fornisce le conoscenze necessarie per l’avvio e lo sviluppo di progetti di manutenzione e di gestione della manutenzione di sistemi anche complessi. Approfondisce sia le tecniche per il calcolo di affidabilità di un sistema, sia quelle per effettuare l’analisi dei modi di guasto.
Sede: UNI Roma Date: 22, 23, 24 ottobre Sede: UNI Milano Date: 1, 2, 3 dicembre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 17.30 CNIM e UNI
Contrattualistica di Manutenzione ** Il corso approfondisce le conoscenze nell’ambito dei contratti e della disciplina degli appalti con riferimento alla normativa tecnica UNI per la contrattualistica di manutenzione. Approfondisce le conoscenze dell’outsourcing di manutenzione e del global service, dei contratti di gestione di servizi plurimi nell’ambito del facility management.
Numero ore: 16 Sede: UNI Roma Date: 17, 18 novembre Sede: UNI Milano Date: 16, 17 ottobre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 17.30 CNIM e UNI Numero ore: 16
Sicurezza nella Manutenzione ** Il corso approfondisce la conoscenza dei requisiti cogenti per la sicurezza - in base al D.Lgs. 81/08 - durante lo svolgimento dei lavori di manutenzione e presenta le modalità di gestione della sicurezza dei processi manutentivi anche dal punto di vista documentale (documento di analisi dei rischi, piani di sicurezza, piani di emergenza, verbali di registrazione).
Sede: UNI Roma Date: 17, 18 novembre Sede: UNI Milano Date: 16, 17 ottobre Sede AQM Provaglio D’Iseo (BS) Date: 22, 23 settembre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 17.30 CNIM e UNI Numero ore: 8
Qualità nella Manutenzione ** Il corso approfondisce la conoscenza e l’applicazione dei principi di gestione per la qualità nell’ambito dei processi di manutenzione e mira a migliorare le tecniche di analisi, pianificazione e monitoraggio dei processi di manutenzione, anche dal punto di vista documentale (manuale di manutenzione, procedure gestionali per la manutenzione, istruzioni operative per la manutenzione, registrazioni).
Sede: UNI Roma Date: 12 dicembre Sede: UNI Milano Date: 28 novembre Sede AQM Provaglio D’Iseo (BS) Date: 22 ottobre Orari: 9.00 - 13.00 e 14.00 - 17.30
** moduli del percorso formativo “Maintenance Expert” Numero ore: 24 Abilitazione del personale di manutenzione di ascensori e montacarichi (D.P.R. 162/99) Il corso è finalizzato alla preparazione per il superamento della prova teorico-pratica per il rilascio del certificato di abilitazione del personale di manutenzione di impianti ascensore e montacarichi.
Sede: CNIM Date: 6, 13, 23, 30 ottobre 6, 13, 20, 27 novembre Orari: 16.00 - 19.00
Ascensori: Manovra a mano. Istruzioni per effettuare la manovra di emergenza (art. 15 del D.P.R. 162/99) Il corso è finalizzato alla istruzione del personale di custodia per l’effettuazione della manovra di emergenza (manovra a mano) in caso di necessità.
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Numero ore: 3 Sede: CNIM Date: 7 novembre Orari: 15.00 - 18.00
Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
dal CNIM Anno accademico 2008 - 2009 da gennaio a dicembre 2009 CNIM e Facoltà di Ingegneria di Sapienza Università di Roma
Master Universitario di II livello in
ECOPROGETTAZIONE E GESTIONE DELLE OPERE CIVILI www.master-manutenzione.it Il Master in “Ecoprogettazione e Gestione delle Opere Civili” nasce dalla acquisita consapevolezza dell’importanza socio-economica e culturale delle tematiche ambientali e manutentive-conservative. Esso rappresenta una risposta concreta alla crescente esigenza di personale qualificato nel campo della Progettazione, Gestione e Manutenzione, che si pone sia nella amministrazione pubblica che privata, di grandi patrimoni civili. Il programma di studi proposto è finalizzato a fornire conoscenze specialistiche necessarie per progettare, gestire e mantenere in modo efficace ed efficiente le opere civili e ad effettuare lo studio di impatto ambientale relativamente alle stesse attività. Piano Didattico Moduli di base -- Ingegneria dei sistemi -- Il contesto sociale, economico, ambientale e normativo Moduli specialistici -- Lo sviluppo sostenibile -- Ecoprogettazione e gestione degli impianti (elettrici, termici etc) -- La valutazione di impatto ambientale* -- Il sistema edificio-impianto: dalla climatizzazione alla diagnosi energetica* -- Ecoprogettazione e gestione degli impianti di ingegneria sanitaria ambientale -- Gestione e manutenzione delle opere civili* Moduli avanzati -- Ingegneria della manutenzione -- Gestione e manutenzione dei sistemi di trasporto -- La gestione e la manutenzione degli ospedali e delle apparecchiature diagnostiche -- Sicurezza, gestione e manutenzione degli impianti elettrici* -- La contrattualistica e la gestione economica e finanziaria (eco-incentivi, project financing, etc) -- La gestione e la manutenzione degli impianti per il trasporto verticale e orizzontale delle persone e delle cose -- La qualità e la sicurezza nella manutenzione -- Sistemi informativi -- La simulazione per la gestione e la manutenzione -- La simulazione dei fenomeni di inquinamento -- Progettare e gestire la sicurezza*
* moduli professionalizzanti Il Master prevede inoltre una attività di tirocinio da svolgere presso una realtà del settore per un totale di 100 ore. Scadenza domanda di ammissione: 19 dicembre 2008 Informazioni dettagliate sui corsi presso la sezione Formazione e Convegni del sito internet del CNIM
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tecnica Roberta Sartore Environmental Consultant NETAMBIENTE.IT srl
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ISO14001 e D.lgs. 231: opportunità nell’applicazione dei modelli organizzativi ai reati ambientali
Crescono le certificazioni ambientali: l’Italia è il quarto Paese al mondo per numero di siti certificati ISO 14001, alle spalle di Giappone, Cina e Spagna e seconda solo a Germania e Spagna per Emas. Le aziende, pubbliche o private che siano, che vogliono puntare all’eccellenza soddisfacendo, al tempo stesso, alle richieste di consumatori sempre più attenti allo sviluppo sostenibile, devono misurarsi non solo con la qualità del prodotto - servizio, ma anche con l’impatto ambientale, e le richieste degli stakeholders. Integrare ambiente, oltre che sicurezza e salute e responsabilità sociale porta l’azienda ad una “Governance” di “Corporate Social Responsibility (CSR)”, ribadita anche in ambito legislativo, sia dall’Unione Europea, sia dal Governo Italiano, (documento di CSR emesso dal Ministero del Lavoro) ed è prevista per il quarto quadrimestre del 2008 la pubblicazione della norma ISO 26000 “linee guida in materia di responsabilità sociale”, in accordo alle relative dichiarazioni e convenzioni delle Nazioni Unite e dell’International Labour Organisation (ILO). Il Consiglio dei Ministri del 24 aprile 2007 ha approvato un disegno di legge recante “Disposizioni concernenti i delitti contro l’ambiente. Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della relativa disciplina”; in sintesi se ne riassumono i principi: 1) l’Ambiente diventa un bene tutelato anche dai Codici 2) il ddl è già in sintonia con la proposta della Commissione Europea 3) come per tutti i maggiori paesi europei anche per l’Italia i crimini ambientali verranno sanzionati dal Codice penale 4) le sanzioni penali significano maggiore consapevolezza dell’impatto dei crimini e maggiore efficacia dissuasiva 5) i reati ambientali non sono più reati “inferiori” 6) capacità di intervento anche su reati che coinvolgano più Paesi
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7) la nozione di Ambiente come bene da tutelare si estende oltre che ad aria, acqua e sole anche a flora e fauna 8) si prevede il reato di disastro ambientale anche colposo. 231, Ambiente e la Corporate Social Responsibility (CSR) Adottare comportamenti socialmente responsabili può produrre effetti positivi in molti campi. -- le pratiche di CSR contribuiscono a creare in azienda un ambiente migliore, più sicuro e motivante -- nei rapporti con i consumatori la CSR contribuisce a rafforzare il “valore del marchio”, attraverso lo sviluppo di un rapporto stabile e duraturo con i clienti, basato sulla fiducia e sulla fedeltà alla marca -- rafforzando la reputazione dell’impresa, la CSR riduce i rischi di iniziative di boicottaggio da parte di organizzazioni terze -- comportamenti socialmente responsabili riducono il profilo di rischio dell’attività commerciale, favoriscono migliori relazioni con le istituzioni finanziarie e portano ad ottenere più facilmente accesso alle fonti di finanziamento. La realizzazione di un sistema CSR e l’ottenimento delle Certificazioni ambientali, rappresentano, naturalmente, una scelta volontaria per l’azienda, ma la Corporate Social Responsibility comprende anche la responsabilità amministrativa delle aziende, introdotta in Italia tramite il Decreto Legislativo 231 del 2001. I reati per i quali l’Ente può essere chiamato a rispondere sono soltanto quelli espressamente indicati dal legislatore, e riguardano i seguenti ambiti: -- reati nei rapporti con la pubblica amministrazione -- reati di falso nummario -- reati societari -- reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico
Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
tecnica -- reati contro la personalità individuale -- reati di abuso di mercato -- reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell’igiene e della salute sul lavoro -- ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita -- reati transnazionali. In prospettiva i reati ambientali, con il disposto “231 ambiente”, saranno trattati in uno specifico articolo riguardante sanzioni pecuniarie ed interdittive in capo agli enti in relazione alla commissione di taluno dei delitti previsti dal Titolo VI bis c.p. ossia: -- esclusivamente sanzioni pecuniarie per i delitti di: inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.), danno ambientale( art. 452-ter c.p.), alterazione del patrimonio naturale, della flora e della fauna (art. 452-quinquies c.p.), traffico illecito di rifiuti (art. 452-septies, primo e secondo comma c.p.), traffico di materiale radioattivo o nucleare (art. 452-octies, primo comma, c.p.) -- sanzioni pecuniarie e sanzioni interdittive per i delitti di: disastro ambientale (art. 452-quater c.p.); traffico illecito di rifiuti quando la condotta ha ad oggetto rifiuti pericolosi o radioattivi o quando dal suddetto traffico ne derivi il pericolo concreto di una compromissione durevole o rilevante per l’ambiente o quando dal predetto traffico ne derivi il pericolo concreto per la vita o l’incolumità delle persone (art. 452-septies, terzo, quarto e quinto comma, c.p.); traffico di materiale radioattivo o nucleare quando da detto traffico ne derivi il pericolo concreto di una compromissione durevole o rilevante dell’ambiente o quando dal predetto fatto ne derivi il pericolo concreto per la vita o l’incolumità delle persone (art. 452-octies c.p. secondo e terzo comma c.p.) -- sanzione dell’interdizione definitiva dall’esercizio dell’attività se l’ente o una sua unità organizzativa vengono stabilmente utilizzati allo scopo unico o prevalente di consentire o agevolare la commissione dei reati di traffico illecito di rifiuti (art. 452-septies c.p.) e di traffico di materiale radioattivo o nucleare (art. 452-octies c.p.).
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Maintenance and Facility Management
L’art. 6 del Decreto 231 introduce una sorta di paracadute per la responsabilità dell’azienda se si dimostra che: -- l’organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi -- è stato affidato ad un organismo dell’azienda dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (Organismo di Vigilanza) il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza dei modelli e di aggiornarli -- gli autori del reato lo hanno commesso eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione. Il Decreto prevede volontariamente l’adozione del modello di organizzazione, gestione e controllo; la mancata adozione non è soggetta, perciò, ad alcuna sanzione, ma espone l’azienda a rischi relativi ai reati sopra menzionati: il modello assume, quindi, una forte valenza di prevenzione, al pari dei sistemi di certificazione volontari ISO 14001 ed EMAS. Peraltro si cita la Consob, che nell’ambito delle modifiche al Regolamento dei mercati di Borsa Italiana Spa, attuate con la delibera 15786 del 2007, ha disposto che le società appartenenti al segmento del mercato azionario STAR fossero obbligate ad adottare il modello di organizzazione, gestione e controllo entro il 31 marzo 2008. L’integrazione del modello 231 nei sistemi di gestione ambientale Tralasciando i reati societari, e limitando l’attenzione al campo ambientale, tre sembrano essere i punti nodali del modello 231 per il funzionamento di un corretto sistema di prevenzione: -- l’analisi preliminare per individuare i rischi penali dell’azienda -- la conoscenza dettagliata della normativa vigente e periodici aggiornamenti -- la corretta gestione della documentazione incluse autorizzazioni e certificazioni -- l’individuazione e la separazione delle competenze. Utilizzando gli strumenti documentali e di processo previsti dalle certificazioni volontarie ISO14001/EMAS, l’azienda può gestire in maniera conforme anche le richieste del D.lgs 231 e perseguire l’ottenimento delle certificazioni secondo il flusso di seguito riportato:
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tecnica i. mappatura dei processi aziendali e analisi ambientale iniziale includente l’identificazione degli aspetti ambientali e la valutazione della loro significatività ii. mappatura della struttura organizzativa, nomina di un rappresentante della direzione, istituzione di un Organo di Vigilanza per la 231 iii. emissione della politica aziendale e dei programmi di raggiungimento obiettivi iv. addestramento/formazione personale con creazione consapevolezza sui rischi di generare impatti ambientali, incidenti, reati penali di tipo amministrativo. v. emissione procedure di gestione e monitoraggio processi tra cui controllo degli aspetti ambientali significativi, gestione delle risorse finanziarie, sistema sanzionatorio interno, codice etico vi. stesura e applicazione di procedure di controllo operativo
vii. compilazione ed archiviazione delle registrazioni del sistema di gestione ambientale viii. audit interno di verifica applicazione del sistema e reporting alla direzione ed altri organi ix. certificazione/attestazione da parte di un ente terzo La tabella 1 mostra, invece, come, rispetto ai requisiti ISO 14001:2004, si possano inserire le richieste del D. lgs. 231, evidenziando anche come lo stesso sia sorretto dalla ruota del miglioramento di Deming - PDCA. Conclusioni Il D.lgs. 231/2001 introdurrà a breve la responsabilità amministrativa per le aziende per i reati di carattere ambientale; il sistema che sarà introdotto dal decreto, in ogni caso, può essere gestito alla stregua di altri sistemi di gestione ambientale (es. EMAS, ISO 14001).
SPIRALE DEMING
REQUISITO UNI EN ISO 14001
REQUISITO 231
PLAN
4.3.1 aspetti ambientali 4.3.2 prescrizioni legali e altre prescrizioni 4.3.3 obiettivi, traguardi, programma
Individuazione degli aspetti critici per la prevenzione dei reati amministrativi ed analisi dei rischi. Politica sull’etica degli affari individuazione di obiettivi e indicatori prestazionali
DO
4.4.1 Risorse, ruoli, responsabilità e autorità 4.4.2 Competenza, formazione e consapevolezza 4.4.3 Comunicazione 4.4.4 Documentazione 4.4.5 Controllo dei documenti 4.4.6 Controllo operativo 4.4.7 Preparazione e risposta alle emergenze
Nomine dei membri dell’Organo di Vigilanza. Comunicazione interna ed esterna. Formazione e sensibilizzazione al rispetto dei dettami del Codice Etico e creazione delle competenze di gestione del sistema 231. Definizione delle modalità di archiviazione, identificazione, accesso e tempi di conservazione delle registrazioni amministrative. Gestione degli aspetti ambientali significativi e delle emergenze.
CHECK
4.5.1 sorveglianza e misurazioni 4.5.2 valutazione del rispetto delle prescrizioni 4.5.3 Non conformità, azioni correttive e azioni preventive 4.5.4 controllo delle registrazioni 4.5.5 audit interno
Messa a punto delle procedure di monitoraggio punti critici e delle procedure di conformità legislativa. Attività di auditing dell’Organo di Vigilanza (OdV), segnalazione/rilevazione delle non conformità rispetto alla 231 all’Odv/da parte dell’Odv. Azioni correttive, preventive.
4.4.6 Riesame della direzione
Riesame periodico del funzionamento del sistema 231
ACT
Tabella 1. Requisiti UNI EN ISO 14001 e requisiti D.lgs. 231
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tecnica ma anche di migliorare la funzione di organizzazione-amministrazione-controllo nell’ambito della governance societaria, nonché l’immagine di efficienza, trasparenza ed etica commerciale di una azienda virtuosa. - Schema di disegno di legge recante «disposizioni concernenti i delitti contro l’ambiente». Delega al Governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della relativa disciplina approvato il 24 aprile 2007. - Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. - UNI EN ISO 14001:2004 sistemi di gestione ambientale. - Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, a norma dell’articolo 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300.
bibliografia
Il Decreto legislativo 81 del 9 aprile 2008 in materia di tutela della salute e sicurezza sul lavoro prevede, all’art. 30, che il modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa di cui al decreto legislativo n. 231, deve essere adottato ed efficacemente attuato. Deve essere assicurato in questo modo un sistema aziendale per l’adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi e in sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione aziendale definiti conformemente alle Linee guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL), o al British Standard OHSAS 18001:2007 si presumono conformi ai requisiti richiesti dal modello organizzativo. L’integrazione dei sistemi ambiente-qualità-sicurezza apporta benefici organizzativi, semplificando ad esempio la gestione documentale, e consente di sviluppare la logica della gestione unificata dei processi. I modelli organizzativi stabiliti dal D.lgs. 231/2001 costituiscono strumenti capaci non solo di evitare le pesanti sanzioni (risk analysis) previste dalla legge a carico delle società,
- Progetto CSR-SC - Ministero del Welfare - Dicembre 2002.
PROGETTARE E GESTIRE LA SICUREZZA Roma, 24, 25, 26 settembre 2008 un corso di formazione per -- approfondire la conoscenza dei requisiti cogenti per la sicurezza -- approfondire e migliorare le tecniche di analisi e valutazione dei rischi -- fornire indicazioni per la gestione migliorativa continua della sicurezza. Destinatari professionisti; ispettori di enti pubblici e privati (enti notificati e di certificazione); addetti aziendali con compiti nella sicurezza. Programma -- Il rischio di infortunio nei sistemi tecnici (ambienti, impianti, macchine, cantieri) -- Introduzione ad alcuni fenomeni rischiosi: Rischi da guasto e Rischi da esposizione -- Il fattore umano e l’organizzazione: la gestione degli errori e l’organizzazione della sicurezza (il modello gestionale OHSAS; Ruoli e compiti principali) -- Dalla politica per la sicurezza all’attuazione del modello gestionale -- Metodologie di analisi dei rischi -- Pianificazione e conduzione dell’ispezione di sicurezza -- La pianificazione del miglioramento della sicurezza Il programma del corso è allineato con quanto previsto dall’art. 32 comma 6 del D.Lgs. 81/08. In particolare i contenuti tengono conto di quanto previsto al punto 3, lettere b e c dell’accordo sancito il 26.01.2006 in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, pubblicato nella G.U. n.37 del 14.02.2006.
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tecnica Roberto Cigolini Politecnico di Milano, Dipartimento di Ingegneria Gestionale
Fabiana Pala IFMA Italia
Acquistare servizi di facility management: opportunità e rischi nel mercato italiano
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L’esternalizzazione, terziarizzazione o - come qualcuno è solito dire - l’outsourcing è uno dei temi di gestione d’impresa più dibattuti degli ultimi anni: osteggiato con forza dai sindacati e perseguito dalle aziende pubbliche e private come modello per il raggiungimento degli obiettivi di creazione di valore, è considerato da alcuni il principale strumento per il raggiungimento dell’efficienza, da altri puro sfruttamento legalizzato. Il modello di riferimento incentiva la focalizzazione delle aziende sulle proprie competenze distintive (core competence) e l’acquisizione di professionalità qualificate (knowhow) dal mercato e ha una propria validità e ragion d’essere. Spesso, purtroppo, l’applicazione del modello è l’anello debole della catena. Chiaramente, benefici e criticità che le esternalizzazioni portano sono legati in larga misura agli obiettivi che le imprese stesse si propongono di ottenere con questa operazione. Le opportunità I benefici conseguibili possono riguardare tre dimensioni principali della gestione d’impresa: -- quella strategico - organizzativa; -- quella operativa; -- quella economico - finanziaria Le opportunità strategico-organizzative Esternalizzare dei servizi, in primo luogo, consente all’impresa di liberare risorse e concentrarle sul proprio core business. Ricorrere all’outsourcing, infatti, significa affidare ad un’entità esterna tutto il complesso di problematiche legate alla gestione di un servizio che non fa parte dell’ attività principale dell’azienda. Alleggerita dall’onere di svolgere “in casa” questo compito, l’organizzazione rivolgerà tutta la sua attenzione verso le proprie competenze di base, così da sfruttarle al massimo e divenire più com-
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petitiva. Il passo più importante, da questo punto di vista, è l’identificazione precisa dei confini del proprio business centrale: fatto ciò, l’azienda potrà affidare in outsourcing attività che ritiene lontane dal core business, liberando le risorse precedentemente impegnate nella gestione dei servizi in questione. La scelta di esternalizzare un servizio, se operata con cura, conduce anche ad affidare una delle proprie attività ad una società specializzata, quindi in grado di svolgerla con un elevato standard qualitativo: i concorrenti dell’azienda che ha terziarizzato si troveranno dunque a competere sul campo del business centrale e con uno specialista esterno, che fa dell’attività ricevuta in outsourcing il suo business centrale. In più, gestire ed erogare un servizio internamente porta all’azienda anche il gravoso onere di seguire lo sviluppo tecnologico di quello specifico settore, col risultato che, spesso, chi fa “in casa” si ritrova ad utilizzare tecniche e attrezzature arretrate rispetto allo stato dell’arte disponibile per quel servizio: affidare quest’ultimo a degli specialisti, garantisce che questa attività sia svolta utilizzando le tecnologie più avanzate disponibili, colmando in breve tempo il gap eventualmente accumulato negli anni. Infine, esternalizzare dei servizi ha la diretta conseguenza di ridurre la complessità aziendale, donando all’organizzazione maggiore flessibilità e velocità di risposta: due caratteristiche decisive per eccellere nei mercati più competitivi. Il management si troverà quindi a gestire un’azienda più snella, dinamica e focalizzata - proprio perché ha a disposizione più risorse per le proprie attività centrali - e, di conseguenza, riuscirà a rispondere in modo più efficiente, efficace e rapido al mutamento ambientale. Le opportunità operative Affidarsi ad un’entità esterna per l’esecuzione di determinate attività consente di evitare le rigidità operative le-
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tecnica gate al funzionamento dei processi organizzativi: laddove l’accordo di outsourcing preveda un legame strategico forte tra i due attori (partnership), con ampia condivisione degli obiettivi in termini di qualità, efficienza ed efficacia, il fornitore tenderà a essere proattivo. Ciò significa che spesso il fornitore sarà in grado di rispondere alle necessità dell’azienda in maniera molto più tempestiva e flessibile rispetto a quanto sarebbe stato in grado di fare la struttura interna dell’azienda stessa. Liberati dal vincolo della gerarchia interna, i processi decisionali acquistano maggiore fluidità. Inoltre, il ricorso a specialisti qualificati può creare un circolo virtuoso che investe la qualità delle attività svolte diffondendo in azienda la cultura del miglioramento continuo.
terminandoli prima del loro effettivo sostenimento, in un’ottica di miglioramento continuo dei prodotti e dei processi e di ricerca della best performance. Infine, se il processo di outsourcing prevede il trasferimento al fornitore esterno di impianti e strutture funzionali all’attività esternalizzata, l’azienda otterrà un’ulteriore riduzione dei costi, ponendo le basi per la totale eliminazione dei flussi finanziari riconducibili alle attività esternalizzate e creando l’opportunità di impiegare le risorse liberate in attività alternative interne all’azienda.
I rischi In modo duale rispetto ai vantaggi che un’operazione di outsourcing eseguita in maniera efficace può portare, vale la pena di esaminare anche i problemi principali che posLe opportunità economico-finanziarie sono sorgere nel corso dell’attività di esternalizzazione: I benefici dell’outsourcing dal punto di vista economico, anch’essi riguardano le tre dimensioni: strategico - orgasono molti e di varia natura, anche se spesso non tutti im- nizzativa, operativa ed economico - finanziaria. mediatamente evidenti. In primo luogo, alcuni vantaggi derivano dalla trasforma- I rischi strategico-organizzativi zione in costi variabili di quelli che prima erano costi In un’operazione di outsourcing uno dei rischi maggiori è fissi: è un beneficio talvolta di difficile quantificazione, dato legato alla possibilità di perdere il controllo e le conoche il costo interno di un’attività è di difficile misurazione scenze relative all’area esternalizzata: nel caso in cui il e spesso le caratteristiche del servizio in outsourcing sono rapporto instaurato con il fornitore esterno non sia di vera e propria partnership, l’azienda potrebbe perdere di vista diverse da quelle del servizio erogato internamente. Un ulteriore beneficio economico deriva dalla migliore qua- le modalità con cui viene gestita l’attività esternalizzata. lità dell’attività offerta dal fornitore esterno: quest’ultimo è Per questo motivo, è sempre essenziale poter disporre di spesso in grado di garantire costi minori per l’erogazione un sistema di controllo, così da verificare costantemente del servizio perché non solo può vantare una miglior co- il livello qualitativo del servizio, l’effettivo impiego delle rinoscenza dell’attività, ma può anche distribuire su più sorse, i costi sostenuti e la coerenza tra l’attività esternaclienti i suoi investimenti in risorse umane e tecniche, rea- lizzata e quelle rimaste all’interno: senza un sistema con lizzando di fatto economie di scala. Alcune opportunità di queste caratteristiche, di fatto si perde il controllo di attiriduzione dei costi per l’azienda derivano anche dalla ces- vità di cui si è sottostimato il valore strategico. sione di attività o processi che all’interno appaiono sottoutilizzati o che, per l’impossibilità di sfruttare economie Analogamente, un rapporto scarsamente collaborativo tra di scala e di specializzazione, implicano un impegno ec- azienda e fornitore, a causa delle asimmetrie informative cessivo in risorse umane e tecniche rispetto alle esigenze tra le due parti, può aggravare la fuoriuscita di compee alle dimensioni dell’impresa. tenze operative che la terziarizzazione necessariamente Sempre parlando dei possibili vantaggi economici legati comporta, perché reca anche la perdita delle conoscenze all’outsourcing, quando l’azienda instaura con soggetti e delle informazioni indispensabili alla valutazione manaesterni un rapporto di partnership di lungo termine che geriale dell’area esternalizzata. Tra queste conoscenze vi prevede la condivisione degli obiettivi, discende automa- sono proprio anche quelle necessarie all’eventuale e raticamente la tendenza ad adottare un approccio di target pida ricostruzione all’interno dell’organizzazione delle atcosting: si tratta di cercare l’ottimizzazione dei costi de- tività affidate in outsourcing.
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tecnica I rischi operativi Le criticità operative più significative sono legate alla corretta individuazione delle attività da esternalizzare, alla ricerca del fornitore esterno, alla scelta della forma contrattuale da impiegare e alla gestione del rapporto con il fornitore. In fase di analisi dei tempi e delle modalità con cui operare l’esternalizzazione è indispensabile identificare accuratamente quali attività spostare all’esterno: questo implica un passaggio di fondamentale importanza, ovvero la corretta valutazione dei costi sostenuti all’interno per le attività considerate, così da poterle confrontare con i costi proposti dal fornitore. L’operazione di outsourcing può rendere necessario anche rivedere il modo nel quale vengono svolte alcune attività, interne all’azienda, che sono direttamente collegate con il servizio esternalizzato: diviene perciò necessario riesaminare e ripensare alcuni meccanismi organizzativi interni, distribuire in maniera diversa compiti e responsabilità tra le funzioni e sviluppare nuove funzioni che supportino le attività di coordinamento e di interfaccia con il fornitore. Un’ulteriore difficoltà è legata alla scelta del fornitore: è indispensabile analizzare con estremo rigore le caratteristiche dei potenziali candidati, soprattutto se si intende avviare con il fornitore esterno una relazione di partnership strategica. La selezione presuppone uno studio accurato dei fornitori presenti sul mercato non solo sotto il profilo economico, ma anche circa il livello di affidabilità. Va poi verificato che i candidati posseggano le infrastrutture tecniche, umane e finanziarie capaci di garantire solidità e stabilità per le attività svolte, nonché un management competente e aperto al cambiamento. I candidati devono anche mostrare un elevato livello di esperienza, capacità progettuali, modalità di fornitura che permettano la misurabilità economica dei risultati, attitudine al rapporto di partnership con il cliente e la capacità di governo di processi complessi. I rischi economico - finanziari I rischi economico - finanziari sono connessi principalmente all’eventualità di aver sottostimato alcuni costi generati dalle fasi di ricerca del fornitore, di negoziazione e - soprattutto - di controllo e di regolazione del rapporto.
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Altri costi evitabili possono sorgere da una definizione poco accurata sul prezzo della fornitura nella sua componente variabile. Infine, se l’azienda delega una serie di attività al fornitore esterno riuscendo a concludere una negoziazione sul prezzo molto vantaggiosa e successivamente trova utile delegare altre attività, ma è diventata dipendente dal fornitore dal punto di vista operativo e strategico, potrebbe non essere più in grado di spuntare un prezzo allineato con il mercato, incorrendo anzi in costi spropositati rispetto al contenuto e all’importanza delle attività successivamente esternalizzate. Come instaurare la partnership col fornitore Dopo aver analizzato i vantaggi e i rischi legati ad un’operazione di esternalizzazione, è importante mettere a fuoco i passaggi fondamentali per una corretta scelta della società cui affidare il servizio, che in estrema sintesi, riguardano: -- analisi dello status quo; -- analisi delle esigenze; -- analisi del mercato; -- individuazione delle alternative allo status quo; -- valutazione di opportunità e rischi; -- decisione; -- ricerca delle competenze sul mercato; -- gara; -- scelta della società di facility management; -- definizione sistema di controllo. La scelta relativa al grado di esternalizzazione e alle modalità di ricorso al mercato non può, infatti, prescindere dall’analisi dello status quo e, in particolare, dall’analisi della funzione di facility (Facility Management Department) in termini di competenze, ruoli e responsabilità. Alla base del processo di cambiamento vi deve sempre essere una fase analitico - decisionale che parte dall’identificazione delle esigenze e giunge alla scelta della strategia di gestione dei servizi e del mix di competenze interne ed esterne necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati. Durante questa fase vengono analizzate le possibili alternative allo status quo e valutati benefici e rischi di ciascuna per giungere alla decisione finale. Si tratta di un passaggio che coinvolge l’intero management aziendale
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tecnica e che vede il facility manager e la struttura degli acquisti impegnati nel processo decisionale. Compito del facility manager è, in particolare, sintetizzare le esigenze aziendali, raccogliere tutte le informazioni necessarie e conciliare i diversi punti di vista del management aziendale per poter giungere alla migliore soluzione. Una volta definita la politica da attuare si passa alla fase di implementazione che comprende la realizzazione della politica prescelta e comporta l’introduzione delle competenze individuate. A seconda della scelta effettuata, alcune competenze saranno “acquistate” direttamente mediante inserimento di nuove risorse, oppure saranno individuati sul mercato uno o più fornitori. Fondamentale, come già visto, è la definizione di un sistema di controllo dei risultati che consenta di verificare la bontà delle scelte e di apportare le opportune modifiche. L’ultimo stadio del processo è la fase di monitoraggio che consiste nel confronto tra gli obiettivi prefissati e i risultati raggiunti e nell’analisi del gap. Si tratta dunque del momento “della verità”, durante il quale viene valutata la bontà della politica scelta e vengono pianificati gli eventuali interventi correttivi. Il mercato dei fornitori in Italia Dopo aver messo in luce sia le opportunità sia i rischi connessi con l’esternalizzazione dei servizi e aver chiarito le linee guida metodologiche per instaurare una partnership efficace col fornitore, è opportuno completare il quadro con uno sguardo alla composizione del mercato del Facility Management nel nostro Paese. A questo proposito, è utile adottare la classificazione operata da IFMA Italia, che divide gli operatori presenti sul mercato in tre macro-categorie: -- Fornitori mono e multiservizio. -- Gestori di servizi specifici. -- Società di Facility Management. Fornitori mono e multiservizio I fornitori mono e multiservizio sono certamente la categoria più diffusa nel nostro panorama economico: hanno maturato nel tempo una competenza nell’erogazione del servizio, del quale forniscono esclusivamente la parte
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operativa, sviluppando con il cliente un rapporto basato sulla singola prestazione. Queste realtà hanno la loro specificità sia nell’erogazione di servizi ad alto contenuto di manodopera (ad esempio le pulizie) sia in quelli legati ad un elevato contenuto tecnologico (ad esempio le manutenzioni degli impianti tecnologici). La maggior parte di questo genere di fornitori operano a livello locale per aziende di piccole dimensioni, mentre altri sono diventati interlocutori privilegiati di operatori più grandi, ritagliandosi così il ruolo di sub-fornitori in una filiera più articolata e complessa. Molti fornitori monoservizio, negli anni, hanno subito o promosso processi di fusione e acquisizione, allo scopo di aumentare le dimensioni e il peso economico della propria organizzazione, così da competere sul mercato con i maggiori player presenti. Gestori di servizi specifici I gestori di servizi specifici possono essere definiti come specialisti nella gestione di un determinato servizio. La loro offerta è caratterizzata da una forte integrazione verticale: essi sono in grado di rispondere globalmente alle esigenze del cliente dallo sviluppo del servizio, passando per l’erogazione, fino alla fase di controllo. Si caratterizzano per essere aziende fortemente competitive in una determinata attività, per la quale hanno maturato solide abilità gestionali, tecnologiche e operative, e sono in grado di garantire al cliente un servizio completo. Queste aziende hanno il loro punto di forza nella capacità non solo di erogare il servizio, ma di gestirlo in toto, sfruttando sinergie interne e risorse qualificate. Questa categoria di fornitori può essere identificata direttamente dagli specifici servizi erogati: progettazione e gestione spazi, gestione documentale, gestione flotte auto, gestione viaggi aziendali ecc. Società di facility management Le società di facility management sono soggetti economici in grado di porsi sul mercato come gestori di più servizi e di instaurare con il cliente una vera e propria partnership, orientata alla garanzia sul risultato e alla piena condivisione degli obiettivi. La loro nota caratteristica è quella di saper rispondere efficacemente alle esigenze del cliente. Sono aziende snelle
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tecnica e dinamiche che, attraverso la competenza e la professionalità delle proprie risorse, offrono al cliente managerialità, occupandosi in prima persona dell’acquisto, dell’erogazione e del controllo del servizio. Questi soggetti hanno come interlocutori d’elezione le aziende di medie e grandi dimensioni; possiedono un’elevata capacità di spesa e sono dotate delle più evolute tecnologie per la gestione delle informazioni. Quest’ultima caratteristica, in particolare, è utile per fornire al facility manager dell’azienda cliente le necessarie garanzie di trasparenza, soprattutto per quanto concerne gli eventuali contratti di sub-fornitura. Il fornitore è perciò in grado di effettuare la contabilità di tutte le attività e degli interventi, fornire un sistema automatizzato di raccolta delle informazioni e dotarsi, ove richiesto, anche di un call center che funzioni da interfaccia tra utente finale e fornitore, così da fornire una prima risposta per i problemi che insorgono quotidianamente e rilevare puntualmente la soddisfazione del cliente (customer satisfaction).
-- Offerta di servizi, ovvero non tanto la capacità di erogare il servizio con personale proprio, quanto il possesso del know-how necessario per la progettazione, la gestione e il controllo di tutti i servizi appartenenti alle tre macroaree di applicazione della disciplina. -- Presidio contrattuale, ovvero l’operatore deve essere in grado di onorare contratti che contemplino lo stabilirsi di un rapporto di partnership e con i quali si impegna a raggiungere i risultati concordati. Il contratto deve includere e specificare: -- - livelli di qualità del servizio (service level agreement SLA); -- - indicatori di performance (key performance indicator - KPI); -- - bonus e/o penali in funzione dei risultati raggiunti; -- - trasparenza nella gestione (open book approach); -- - clausola di partnership. -- Gestione delle informazioni, ovvero l’operatore deve saper gestire le informazioni e integrarle con quelle a disposizione del cliente: un flusso costante di informazioni è un requisito fondamentale per la corretta esecuzione dei servizi; è importante fornire ai clienti interni il più rapido e ampio accesso ai dati relativi ai servizi, in modo che possano valutarne i livelli quantitativi e qualitativi: queste valutazioni saranno poi la base per definire, assieme al cliente, le politiche e le strategie di gestione.
Le principali società di facility management che operano in Italia hanno provenienze diverse, ovvero: -- imprese che, sfruttando la loro posizione e competenza tecnica, hanno ampliato la gamma di servizi offerti e acquisito managerialità; -- imprese che nascono come spin-off di grandi gruppi industriali e fanno della gestione integrata dei servizi il loro business principale dopo aver operato un passaggio dal mercato captive a quello libero; -- filiali di multinazionali estere che, sfruttando il know- -- Monitoraggio e controllo, ovvero la società deve aver how acquisito colgono, anche attraverso acquisizioni, sviluppato (e utilizzare) un sistema di prequalifica dei fornitori e possedere un sistema di analisi dei risultati; le possibilità offerte dal mercato italiano. deve inoltre aver studiato un modello di rilevazione della Affinché un operatore possa essere qualificato come socustomer satisfaction da sottoporre ai clienti interni, cietà di facility management deve possedere le seguenti cioè i diretti utilizzatori dei servizi. caratteristiche: -- Capacità di management, ovvero l’operatore deve possedere abilità manageriale comprovata dalla composizione del personale dipendente (dirigenti, tecnici e impiegati) e dalla presenza di personale di gestione presso i propri clienti (site manager, building coordinator, responsabile workplace ecc.).
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Ringraziamenti Gli autori desiderano ringraziare la Dott.ssa Mariantonietta Lisena e la Dott.ssa Maria Elisa Dalgrì di IFMA Italia per il loro contributo.
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ricerca Maria Rosaria Boni, Laura Virdis
La valorizzazione energetica delle biomasse
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La produzione di energia da biomasse comprende processi che sfruttano una grande varietà di materiali di natura estremamente eterogenea. La biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili ovvero trasformati in altre sostanze (solide, liquide o gassose) di più facile utilizzo negli impianti di conversione. Il termine biomassa comprende quindi una notevole quantità di sostanze con caratteristiche fisico-chimiche anche molto diverse fra loro; tali caratteristiche, ed in particolare il contenuto di acqua e il rapporto carbonio/azoto (C/N), consentono di individuare il processo
Sapienza Università di Roma
di conversione della biomassa più idoneo per ricavarne energia (Tabella 1). Se ad esempio si considera un tessuto vegetale con un contenuto di carbonio molto superiore a quello di azoto (C/N≥30), siamo di fronte ad un composto organico “di rinforzo” (come la lignina) che presenta una struttura chimica molto complessa, con conseguente difficile biodegradabilità ed elevato potere calorifico; viceversa se tale rapporto è minore, i tessuti vegetali sono vitali, verdi, ricchi di acqua, di proteine e quindi idonei ad una degradazione operata da microrganismi con conseguente ridotto potere calorifico.
Tabella 1. Materia prima, processi di conversione e usi finali delle biomasse
categoria di biomasse
proprietà
processi di conversione
prodotti
usi finali
Legna da ardere e residui lignocellulosici agroforestali (secchi)
C/N>30 H2O<35%
Combustione Pirolisi Gassificazione
Sottoprodotti agricoli putrescibili (umidi)
20<C/N<30 H2O>35%
Digestione anaerobica
Biogas
Effluenti zootecnici
H2O≥35% C/N>30
Digestione anaerobica
Biogas
Piante zuccherine
70<H2O<90 20<C/N<30
Fermentazione alcolica
Etanolo e derivati
Miscela con benzine
Colture agricole ad alto contenuto in zucchero e amido
H2O>35% C/N qualsiasi
Idrolisi e fermentazione alcolica
Etanolo e derivati
Miscela con benzine
Colture agricole oleaginose
H2O>35% C/N qualsiasi
Estrazione di oli ed esterificazione
Biodiesel
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Maintenance and Facility Management
Calore, Oil, Gas
Energia termica e/o elettrica per utenze a punto fisso o distribuito Energia termica e/o elettrica per utenze a punto fisso o distribuito Energia termica e/o elettrica per utenze a punto fisso o distribuito
Usi motoristici o per riscaldamento in parziale sostituzione del gasolio
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ricerca siede la più vasta superficie agricola dell’Europa, punta molto anche sulla produzione di biodiesel ed etanolo, per il cui impiego, come combustibile, ha adottato una politica di completa defiscalizzazione. La Gran Bretagna invece, ha sviluppato una produzione trascurabile di biocombustibili, ritenuti allo stato attuale antieconomici, e così si è dedicata, in particolare, allo sviluppo di un vasto ed efficiente paese contributo % delle biomasse agli usi energetici primari sistema di recupero del biogas dalle discariche, sia per usi termici che elettrici. La Svezia e l’Austria, che contano USA 3,2 su una lunga tradizione di utilizzo della legna da ardere, Europa 3,5 hanno continuato ad incrementare tale impiego sia per ri- Finlandia 18 - Svezia 17 scaldamento che per teleriscaldamento, dando grande im- Austria 13 pulso alle piantagioni di bosco ceduo che, come fornitura - Italia 2,5 di materia prima, hanno rese 3÷4 volte superiori alla Tabella 2. Contributo delle biomasse agli usi energetici primari in al- media. Nel quadro europeo dell’utilizzo energetico delle biocuni paesi masse, l’Italia si pone in una condizione di scarso sviluppo, nonostante l’elevato potenziale di cui dispone; si valuta, inNel mondo allo stato attuale le biomasse soddisfano solo il fatti, che la disponibilità di biomasse residuali (legno, resi15% circa degli usi energetici primari (ovvero dell’elettricità dui agricoli e dell’industria agroalimentare, rifiuti urbani e e del calore) con 1.230 miliardi di tonnellate equivalenti di dell’industria zootecnica), in Italia, corrisponde ad un ampetrolio all’anno (Mtep/anno); tale valore mostra però una montare di circa 66 milioni di t di sostanza secca l’anno, forte disomogeneità fra i vari Paesi, basti pensare ai Paesi equivalente a 27 Mtep. in via di sviluppo, con 1.074 Mtep/anno, che in media sod- Un recente studio realizzato da ITABIA per Enitecnologie disfano il 38% della propria domanda energetica, per con- (Virdis, 2007) ha consentito di stimare le quantità di protro in altri casi l’impiego della risorsa può arrivare anche dotti, sottoprodotti, scarti e rifiuti lignocellulosici disponibili allo stato attuale in Italia. I risultati di tale studio si possono fino al 90% (Boni & Rubrichi, 2007). Un altro discorso è da farsi per i Paesi industrializzati riassumere secondo quanto segue: dove, invece, le biomasse contribuiscono solo in percen- -- I residui delle colture erbacee ed arboree, la cui effettuali molto ridotte agli usi energetici primari rispetto ai tiva disponibilità è stata stimata in circa 8 milioni t/anno, Paesi in via di sviluppo (mediamente il 3% pari a 156 sono in gran parte utilizzati (paglie di cereali). L’assenza Mtep/anno); in particolare, gli USA ricavano il 3,2% della di organizzazioni (contoterzi) capaci di raccogliere, impropria energia dalle biomasse, l’Europa il 3,5%, con perballare e stoccare i sottoprodotti, rendono aleatoria la centuali di utilizzo diverse a seconda dello stato (Tabella possibilità di considerare tali materiali una materia 2); l’Italia, con il 2,5% del proprio fabbisogno coperto prima per processi di tipo industriale. È inoltre oppordalle biomasse, è al di sotto della media europea (Boni & tuno ricordare che, essendo tali residui sostanzialmente Rubrichi, 2007). stabili e dotati di un elevato potere calorifico, possono L’impiego delle biomasse in Europa soddisfa, dunque, una trovare impiego per la produzione di biocombustibili soquota piuttosto marginale dei consumi di energia primaria lidi (pellet) o di materiali compositi (truciolati, addensati, e inoltre il reale potenziale energetico è sfruttato solo paretc…). zialmente. -- Le biomasse forestali sono attualmente utilizzate per la I Paesi del centro-nord Europa sono all’avanguardia nello produzione di legname da opera o da riscaldamento. sfruttamento delle biomasse come fonte energetica, Lo sviluppo tecnologico e operativo di filiere dedicate avendo installato grossi impianti di cogenerazione e teleriallo sfruttamento dei sottoprodotti (ramaglie, segature, scaldamento alimentati a biomasse. La Francia, che poscortecce, etc…) non si è, fino ad oggi, registrato in ItaI residui agroforestali, i sottoprodotti agricoli ed industriali, le colture dedicate (oleaginose e zuccherine), gli effluenti zootecnici e la Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU) rappresentano le biomasse più promettenti (Tabella 2).
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ricerca lia. Se ciò accadesse, si potrebbe rispondere alla richiesta di un mercato nazionale crescente per biocombustibili solidi (pellets, chips, briquettes) attualmente soddisfatta da prodotti importati. -- Un elevato interesse potenziale è collegato allo sfruttamento dei rifiuti agro industriali la cui disponibilità è stata stimata in circa 4 milioni di tonnellate annue (come sostanza secca). Frequentemente si tratta di veri e propri rifiuti ai quali attualmente va associato un costo per il corretto smaltimento e quindi si tratta di fatto di materie prime potenziali a prezzo negativo. In particolare potrebbero essere approfondite le possibilità di impiego delle “bucce e semi di pomodoro”, “pastazzo di agrumi” e “sanse vergini umide” di olivo. Certamente i vincoli di stagionalità limitano l’utilizzo di tali materie prime che dovrebbero essere inserite in un ciclo produttivo in esercizio senza soluzioni di continuità nell’arco di un intero anno.
-- contributo nullo all’incremento del tasso di CO2 in atmosfera; -- l’autonomia energetica locale di Aziende agricole o di lavorazioni del legno. Nell’ottica della diversificazione delle fonti rinnovabili, inoltre, lo sfruttamento a fini energetici delle biomasse rappresenta, in particolare per l’Italia, un importante giacimento energetico potenziale, che potrebbe permettere di ridurre la vulnerabilità nell’approvvigionamento delle risorse energetiche e limitare l’importazione di energia elettrica.
Processi di conversione I processi di conversione delle biomasse in energia o vettori energetici possono essere suddivisi in processi biochimici e processi termochimici. I processi di conversione biochimica permettono di ricavare energia attraverso reazioni biochimiche operate da funghi e microrganismi sotto particolari condizioni, e sono idonei per biomasse caratterizzate da un rapporto C/N inVantaggi feriore a 30 e un tenore di umidità alla raccolta superiore Il vantaggio ambientale più rilevante dell’utilizzo delle bio- al 30%; tra queste ultime si possono citare le colture acmasse come fonti energetiche è rappresentato dall’oppor- quatiche, alcuni sottoprodotti colturali (foglie e steli di bartunità di emettere nell’atmosfera solo la quota di anidride babietola, ortive, patata, ecc.), i reflui zootecnici e alcuni carbonica assorbita dalle biomasse durante il loro ciclo di scarti di lavorazione (borlande, acqua di vegetazione, ecc.), vita, non contribuendo all’incremento dell’effetto serra na- nonché la Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani turale. Le biomasse si possono considerare risorse prima- (FORSU). rie rinnovabili e, quindi, inesauribili nel tempo, purché I processi di conversione termochimica sono basati sull’avengano impiegate ad un ritmo complessivamente non su- zione del calore che permette le reazioni chimiche necesperiore alle capacità di rinnovamento biologico. In realtà, sarie a trasformare la materia in energia e sono utilizzabili quindi, esse non sono illimitate quantitativamente, ma per per i prodotti ed i residui cellulosici e legnosi in cui il rapogni specie vegetale considerata la quantità disponibile è li- porto C/N presenti valori superiori a 30 ed il contenuto di mitata dalla superficie ad essa destinata, nonché da vincoli umidità non superi il 30%. climatici ed ambientali. Le biomasse più adatte a subire processi di conversione Lo sfruttamento a fini energetici delle biomasse può assu- termochimica sono la legna e tutti i suoi derivati (segatura, mere un ruolo strategico, contribuendo ad uno sviluppo so- trucioli, ecc.), i più comuni sottoprodotti colturali di tipo stenibile ed equilibrato del pianeta. ligno-cellulosico (paglia di cereali, residui di potatura della Un impiego diffuso delle biomasse può comportare notevoli vite e dei fruttiferi, ecc.) e taluni scarti di lavorazione (lolla, vantaggi a livello economico, ambientale ed occupazionale, pula, gusci, noccioli, ecc.). in quanto esse possono garantire: Tra le varie tecnologie di conversione energetica delle biomasse alcune possono considerarsi giunte ad un livello di -- la valorizzazione di residui agroindustriali; -- nuove opportunità di sviluppo per zone marginali e/o ri- sviluppo tale da consentirne l’utilizzazione su scala induduzione di surplus agricoli tramite la sostituzione di col- striale, altre necessitano invece di ulteriore sperimentazione al fine di incrementare l’efficienza energetica e ridurre ture tradizionali con colture energetiche; i costi operativi. -- la possibilità di sviluppo di nuove iniziative industriali;
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ricerca Le principali tecnologie attualmente disponibili sono: -- combustione diretta -- carbonizzazione -- pirolisi -- gassificazione -- la digestione anaerobica -- fermentazione alcolica (bioetanolo) -- estrazione di oli (biodiesel)
combinati ad olio pirolitico appaiono i più promettenti, soprattutto in impianti di grande taglia, mentre motori a ciclo diesel, utilizzanti prodotti di pirolisi, sembrano più adatti ad impianti di piccola potenzialità.
La combustione diretta viene generalmente attuata in apparecchiature (caldaie) in cui avviene anche lo scambio di calore tra i gas di combustione ed i fluidi di processo (acqua, olio diatermico, ecc.). La combustione di prodotti e residui agricoli si attua con buoni rendimenti, se si utilizzano come combustibili sostanze ricche di glucidi strutturati (cellulosa e lignina) e con contenuti di acqua inferiori al 35%. Le biomasse utilizzabili a tale scopo sono: -- legname in tutte le sue forme; -- paglie di cereali; -- residui di raccolta di legumi secchi; -- residui di piante oleaginose (ricino, catramo, ecc.); -- residui di piante da fibra tessile (cotone, canapa, ecc.); -- residui legnosi di potatura di piante da frutto e di piante forestali; -- residui dell’industria agro-alimentare
Il processo di gassificazione consiste nell’ossidazione incompleta di una sostanza in ambiente ad elevata temperatura (900÷1.000°C) per la produzione di un gas combustibile dotato di basso potere calorifico inferiore, variabile tra i 4.000 kJ/Nm³ (gassificatori ad aria) ed i 14.000 kJ/Nm³ (gassificatori ad ossigeno). Valori intermedi (10.000 kJ/Nm³) si ottengono nel caso di gassificatori a vapor d’acqua. I problemi connessi a questa tecnologia, ancora in fase di sperimentazione, sono legati principalmente alle caratteristiche del gas che si ottiene, che presenta un basso potere calorifico e contiene diverse impurità (polveri, catrami e metalli pesanti) che limitano il suo utilizzo come vettore energetico (problemi connessi con il suo immagazzinamento e trasporto). La riduzione dei costi di trasporto può essere realizzata trasformando il gas in alcool metilico (CH3OH), che può essere agevolmente utilizzato per l’azionamento di motori. Il metanolo, caratterizzato da un potere calorifico inferiore dell’ordine di 21.000 kJ/kg, può essere successivamente raffinato per ottenere benzina sintetica, con potere calorifico analogo a quello delle benzine tradizionali.
La carbonizzazione è un processo di tipo termochimico che consente la trasformazione delle molecole strutturate dei prodotti legnosi e cellulosici in carbone (carbone di legna o carbone vegetale), ottenuta mediante l’eliminazione dell’acqua e delle sostanze volatili dalla materia vegetale, per azione del calore. La pirolisi è un processo di decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuto mediante l’applicazione di calore, a temperature comprese tra 400 e 800°C, in completa assenza di un agente ossidante, oppure con una ridottissima quantità di ossigeno. I prodotti finali della pirolisi sono sia gassosi, sia liquidi, sia solidi, in proporzioni che dipendono dai metodi di pirolisi (pirolisi veloce, lenta, o convenzionale) e dai parametri di reazione. La principale limitazione di tale processo di conversione è rappresentata dalla difficoltà di ottenere dei prodotti finali di elevata qualità ai fini di un loro utilizzo come combustibili. In prospettiva, anche con riferimento alle taglie degli impianti, i cicli
La digestione anaerobica è un processo di conversione di tipo biochimico che avviene in assenza di ossigeno; essa consiste nella degradazione operata da microrganismi, di sostanze organiche complesse (lipidi, protidi, glucidi) contenute nei vegetali e nei sottoprodotti di origine animale, con produzione di una miscela di gas (biogas) costituita per il 50÷70% da metano e per la restante parte soprattutto da CO2 ed avente un potere calorifico medio dell’ordine di 23.000 kJ/Nm³. Il biogas raccolto viene trattato (eliminazione di alcuni composti eventualmente presenti quali ad esempio H2S) compresso ed immagazzinato e può essere utilizzato come combustibile per alimentare caldaie a gas per produrre calore o motori a combustione interna (adattati allo scopo a partire da motori navali a basso numero di giri) per produrre energia elettrica. Gli impianti a digestione anaerobica possono essere alimentati mediante residui ad alto contenuto di umidità, quali le deiezioni animali, i reflui civili, i rifiuti alimentari e la FORSU.
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ricerca I maggiori ostacoli di carattere organizzativo sono da ricercarsi nella difficoltà di istituire Consorzi o Associazioni di impresa tra produttori agricoli, industriali e imprese di servizi per la fornitura, la lavorazione delle biomasse, la gestione e la manutenzione degli impianti e, infine, la distribuzione dell’energia elettrica e/o termica prodotta. I principali punti di debolezza del sistema di valorizzazione energetica delle biomasse in Italia possono essere riconL’estrazione di oli è un processo che permette di estrarre oli dotti ad alcuni aspetti: dalle piante oleaginose (soia, colza, girasole, ecc.). Caratte- -- numerosità e frammentarietà di normative sia giuridiche ristica comune di tutte le oleaginose è quella di essere ricche tecniche; che di materie proteiche che, dopo l’estrazione dell’olio, sono -- difficoltà di identificazione delle “biomasse” e separaimpiegabili nell’alimentazione animale sotto forma di panelli. zione dai rifiuti; Le principali piante che si trovano in Europa sono la colza e -- elevati costi di approvvigionamento della materia prima; il girasole (i principali Paesi produttori europei sono, per la -- assenza di una filiera agricola; colza, la Germania, la Francia, la Gran Bretagna e la Dani- -- scarso coinvolgimento delle popolazioni locali. marca; per il girasole, la Francia, la Spagna e l’Italia); la coltivazione della soia, invece, si trova principalmente in America In particolare la difficoltà di sviluppo del settore dello sfrut(Stati Uniti, Brasile e Argentina). Gli oli possono essere utiliz- tamento energetico delle biomasse è legata principalmente zati come combustibili nello stato in cui vengono estratti op- al superamento delle barriere non-tecniche (finanziamenti pure dopo esterificazione (biodiesel), ed il loro utilizzo ha dei costi di investimento alquanto elevati, Politica Agricola destato ormai da tempo un notevole interesse, sia per la di- Comunitaria, diffusione delle informazioni). sponibilità di tecnologie semplici di trasformazione ed utiliz- Da quanto sopra esposto si evince come, ai fini di uno svizazione, sia perché consentono bilanci energetici accettabili, luppo su larga scala del sistema nazionale di valorizzazione sia, infine, per la riutilizzazione dei sottoprodotti di processo energetica delle biomasse, risulti fondamentale l’adozione (es. utilizzando la glicerina in raffineria a integrazione o in al- e la corretta gestione di una filiera organizzativa che comternativa al petrolio grezzo (Holmgren, 2005)). prenda sia la produzione attraverso colture dedicate, sia la raccolta e quindi l’utilizzo per fini energetici. Conclusioni Il costante aumento dei prezzi dei combustibili fossili e le in- APER “Report Bioenergie 2007-2008”, 2008. certezze sulle garanzie di approvvigionamento, unite alle - Boni M.R., Rubrichi G. Seminario “Riduzione dell’uso di recenti politiche europee volte all’incentivazione delle fonti combustibili fossili attraverso energia da fonti rinnovabili energetiche rinnovabili, stanno contribuendo negli ultimi ed in particolare da biomasse” Roma, 10 luglio 2007. anni ad un interesse crescente per l’utilizzo delle biomasse - Holmgren J. “Opportunities for biorenewables in oil recome risorsa energetica (APER, 2008). fineries” Proceedings of 1st International Biorefinery In tale contesto, il mondo scientifico si sta muovendo attraWorkshop. Washington D.C. July 20-21, 2005. verso la realizzazione di studi e ricerche rivolti all’individua- Pramanik T., Tripathi S. “Biodiesel: clean fuel of the future”. Hydrocarbon Processing 84(2): 49-54, 2005. zione di processi innovativi per lo sfruttamento di nuove tipologie di biomasse con elevata resa energetica - un esem- Virdis L. “Produzione di idrogeno da rifiuti mediante l’utilizzo di microrganismi non fototrofici” Tesi di dottorato pio è rappresentato dal processo che consente di produrre in Ingegneria ambientale XIX ciclo, Dipartimento di Idraubiodiesel dalla jatropha curcas (Pramanik & Tripathi, 2005). lica, Trasporti e Strade, facoltà di Ingegneria, Sapienza Nel nostro Paese tuttavia, nonostante l’elevata disponibilità di Università di Roma, 2007. biomasse residuali, tale settore non ha raggiunto ancora applicazioni tali da assumere una dimensione reale di mercato.
bibliografia
La fermentazione alcolica è un processo di tipo micro-aerofilo che opera la trasformazione dei glucidi contenuti nelle produzioni vegetali (come la canna da zucchero) in etanolo. L’etanolo (come tale o in forma di ETBE) rappresenta un biocarburante sul quale si ripongono le maggiori aspettative data l’attuale competitività economica dell’etanolo prodotto in paesi emergenti con l’adatto clima rispetto agli idrocarburi.
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ricerca Andrea Ciaramella Politecnico di Milano
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Le esigenze immobiliari delle imprese: un confronto tra PMI e multinazionali
Qualsiasi attività economica ha bisogno di spazi adeguati per potersi svolgere in maniera conforme ai propri obiettivi e soprattutto in modo efficace ed efficiente. In Italia, la relazione tra le imprese e gli spazi/contenitori che ne ospitano l’attività è spesso caratterizzata da scelte occasionali e spontanee, raramente frutto di scelte strategiche: in una fase in cui il più importante impegno delle aziende è rappresentato dal governo del cambiamento e dalla capacità di dare risposta alle mutevoli necessità del mercato, emerge frequentemente la difficoltà delle imprese di presidiare con consapevolezza e strumenti adeguati la complessità delle problematiche immobiliari. È questo uno degli elementi individuati dalla prima fase della ricerca avviata dal Politecnico di Milano e Assolombarda, nata con l’obiettivo di mettere in luce le principali aree/categorie di problemi riconducibili al rapporto tra l’impresa e i “contenitori” in cui essa svolge la propria attività. L’indagine qualitativa, che ha individuato 12 aziende rappresentative di un campione di oltre 100 analizzate, ha permesso di individuare alcune problematiche rilevanti, relative ai cambiamenti insediativi, alla gestione del patrimonio immobiliare, alla gestione dei servizi. Particolarmente evidente è la differenza di approccio alle problematiche immobiliari tra piccole medie imprese e grandi imprese multinazionali. Cambiamenti insediativi Le modifiche insediative delle aziende sono generalmente determinate da: il cambiamento della sede occupata, l’ampliamento della sede attualmente occupata, l’accorpamento in un’unica sede (concentrazione delle attività), la dismissione della sede, se di proprietà. La PMI gestisce queste attività con risorse interne: il direttore di produzione, i consiglieri o l’amministratore delegato. Qualunque cambiamento, l’ampliamento della sede attuale, ove gli indici urbanistici lo consentano, o la realizzazione ex novo della sede, avviene mantenendone la pro-
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prietà. Gli obiettivi prioritari: il contenimento dei costi e il soddisfacimento delle proprie esigenze in termini produttivi. Da qui deriva la necessità di agire con notevole tempestività. Quello della rapidità di risposta ai problemi è un elemento rispetto al quale la PMI sembra avere maggiori capacità in confronto all’impresa di maggiori dimensioni; quest’ultima infatti generalmente fa riferimento a modelli e prassi corporate che spesso obbligano a tempi decisionali e di implementazione delle decisioni piuttosto lunghi. Le difficoltà: contenuta disponibilità di spesa e criticità nel rapporto con la pubblica amministrazione, non sempre pronta a dare risposte efficaci nei tempi necessari. Le grandi imprese e le corporate affrontano i problemi di carattere insediativo attraverso un team interno, costituito da personale che specificamente si occupa di tali problematiche e che cura la fase decisionale preliminare. In genere questa attività viene svolta da una funzione di “corporate real estate” o da un “ufficio tecnico-immobiliare” che pianifica e gestisce le strategie insediative sulla base di criteri che l’azienda utilizza a livello internazionale. Il team interno ha il compito di filtrare le direttive provenienti dalla corporate e trasmetterle ai tecnici competenti. Si prediligono soluzioni in locazione per ragioni di tipo fiscale con contratti 6+6 per spazi a uso ufficio e lassi temporali maggiori per spazi produttivi. Tra i criteri di scelta insediativa: la disponibilità di infrastrutture, la qualità edilizia e architettonica (flag building) e soprattutto lo standard di servizi offerti dalla proprietà dell’immobile e dal contesto territoriale, che devono essere adeguati alle esigenze specifiche. A questo proposito è necessario sottolineare come l’offerta di edifici di qualità venga giudicata in genere insoddisfacente: è molto difficile per questo tipo di aziende trovare edifici che rispondano ai requisiti e ai criteri qualitativi stan-
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ricerca dard, soprattutto in grado di assecondare la frequente necessità di trasformazione degli spazi che caratterizza l’attività delle aziende oggi. Gestione del patrimonio immobiliare Il patrimonio immobiliare delle PMI è legato prevalentemente agli immobili strumentali alla produzione. Il mantenimento degli immobili strumentali in proprietà è considerato una condizione indispensabile per l’accesso al credito bancario. Questo elemento, che coinvolge da vicino il sistema bancario del nostro Paese, grava particolarmente sulle piccole imprese, mentre non rappresenta un problema per le grandi, per le quali l’accesso al credito non necessariamente è vincolato all’offerta di garanzie reali. Gli aspetti più penalizzanti per questo modello di gestione sono quelli connessi all’immobilizzazione di ingenti risorse. Infatti, nei casi in cui una riorganizzazione produttiva comporti una concentrazione e quindi la liberazione di spazi all’interno della
MACRO AMBITI D’INDAGINE
CAMBIAMENTI INSEDIATIVI - Cambiamento di sede - Ampliamento per crescita dell’attività - Accorpamento per motivi strategici o per riduzione dell’attività - Dismissione
GESTIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE - Composizione del patrimonio: strumentale, a reddito
sede, la dismissione dell’immobile o una sua parziale locazione risulta difficile. Nelle grandi imprese e nelle corporate si riscontra sempre la presenza di personale interno specificamente operante nel settore properties o facente capo ad un “ufficio tecnico” che ha il compito di gestire il patrimonio immobiliare dell’azienda (strumentale o a reddito). Nelle corporate il trend attuale è quello di dismettere il patrimonio immobiliare dell’azienda acquisita preferendo la locazione alla proprietà. Per la scelta degli immobili si seguono specifiche guide lines derivanti dall’incontro tra le esigenze dell’azienda locale e le direttive della corporate. Sempre più frequentemente gli immobili per le grandi aziende vengono commissionati da investitori istituzionali su richiesta esplicita dell’azienda che pertanto redige una sorta di progetto preliminare calibrato sulle proprie specifiche esigenze, demandando a terzi la sua realizzazione. La gestione dei servizi
RISORSE UTILIZZATE
CAMPIONE
STRATEGIA ADOTTATA
CRITICITÀ E TREND
Piccola-Media Impresa
- Interne: amministratore - Incarico a consulente di fiducia
- Ampliamento o nuova costruzione di proprietà - Criteri scelta: costi, soddisfare le proprie esigenze
- Minore capacità o volontà di spesa - Rapporti con la P.A. - Spostamento del personale
Grandi Imprese Corporate
- Team interno cura la fase decisionale - Incarico a società immobiliari
- Locazione - Criteri scelta: localizzazione, qualità edilizia e servizi - Direttive dalla corporate
- Trovare sul mercato il prodotto corretto nella zona voluta - Trend: riorganizzazione o concentrazione
Piccola-Media Impresa
- Interne: amministratore - Incarico a consulente di fiducia
- Immobili in proprietà
- Grandi capitali immobilizzati - Difficoltà dismissione o locazione parziale immobile
Grandi Imprese Corporate
- Interne: responsabile settore properties
- Immobili in locazione - Direttive dalla corporate per grandi operazioni
- Rapporti con la proprietà: necessità dei tenant poco recepite
Tabella 1. Indagine sui cambiamenti insediativi e sulla gestione del patrimonio immobiliare nelle imprese
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ricerca MACRO AMBITI D’INDAGINE
RISORSE UTILIZZATE
CAMPIONE
STRATEGIA ADOTTATA
Piccola-Media Impresa
- Interne: amministratore - Incarico a consulente di fiducia
- Servizi minimi indispensabili - Qualità media - Servizi erogati con personale interno o fornitori esterni - Contratti con singoli fornitori - Criteri scelta: rapporto costo/qualità
Grandi Imprese Corporate
- Interne: responsabili di settore che operano autonomamente - Esterne: General contractor - Servizi all’azienda gestiti direttamente da struttura centrale di facility
- Vasta gamma di servizi - Servizi interamente esternalizzati - Contratti con singoli fornitori che operano a livello globale - Criteri scelta: alti standard qualitativi
GESTIONE DEI SERVIZI - Servizi alla persona - Servizi all’azienda - Servizi all’edificio
CRITICITÀ E TREND
- manca visione strategica - massa critica insufficiente - costo preponderante rispetto alla qualità
- La frammentazione dei contratti causa disomogeneità - Direttive della corporate restrittive o poco funzionali - Trend: gestione centralizzata per intera corporate, modello multiservizi.
Tabella 2. Indagine sulla gestione dei servizi nelle imprese
Nelle PMI la scelta dei servizi è prevalentemente legata alle esigenze di produzione ed è pertanto affidata all’amministratore, al direttore di produzione o a una persona di fiducia. I servizi sono erogati da personale interno o esterno, a seconda della tipologia e della capacità dell’impresa di svolgere l’attività. I contratti vengono stipulati con i singoli fornitori scelti sulla base del rapporto qualità/prezzo. Le principali criticità: la dimensione dell’impresa, che non permette il raggiungimento di una “massa critica” di fabbisogni tale da consentire l’accesso ad un altro mercato di servizi; dall’altro, la mancanza di una visione organizzativogestionale strategica. Infine, essendo il contenimento dei costi uno dei parametri prioritari di scelta dei fornitori, spesso si riducono anche le attese sul livello qualitativo. Le grandi imprese e le corporate gestiscono la fornitura di servizi impiegando risorse interne, responsabili di settore che operano autonomamente, o affidando l’incarico all’esterno con la formula del general contractor. I servizi vengono governati con un approccio strategico e manageriale: la corporate indica direttive e modelli cui le sedi locali de-
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vono attenersi. In alcuni casi queste direttive risultano restrittive e poco funzionali alle esigenze locali anche perché in molti casi legati a specifica normativa nazionale (per esempio nell’ambito della sicurezza, dell’energia, delle tematiche ambientali) e diventano di difficile implementazione. I fornitori vengono scelti secondo alti standard qualitativi, sanciti contrattualmente; il livello di controllo dei servizi è mantenuto all’interno dell’azienda. La tendenza attuale porta le corporate a gestire i servizi centralmente con gare internazionali, al fine di contenere i costi e uniformare l’offerta. La corporate indica l’elenco dei servizi base, le modalità di scelta dei fornitori e gli standard qualitativi. Per quanto riguarda i modelli di contratto si cercano sempre più fornitori multiservizi, al fine di ridurre il numero di interlocutori, semplificando in questo modo la gestione. In alcuni casi, nonostante le direttive corporate, permane la difficoltà per le sedi locali di attuare un total facility management a causa della mancanza di operatori con le caratteristiche richieste nel panorama attuale dell’offerta. Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
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Integral advice on Maintenance, fire, energy, installation legislation Nota integrale sulla legislazione riguardante la manutenzione, il rischio incendi, l’energia e gli impianti
Hans Drooger Ministero dell’Ambiente, Olanda
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Attualmente vi sono grandi differenze nelle modalità vigenti per le ispezioni di manutenzione nei Paesi Bassi. Ecco perché è bene considerare le misure antincendio, le ispezioni di manutenzione o di installazione. I motivi per cui vengono eseguite delle ispezioni sono veramente molto diversi. Le ragioni dell’esecuzione di un’ispezione potrebbero essere: -- farsi una idea delle condizioni di manutenzione degli impianti della proprietà, -- alterazioni nella produzione razionale e/o nell’utilizzo degli edifici e degli impianti, -- cambiamenti nella legislazione e nei regolamenti, -- cambiamenti nella domanda del mercato e della società, -- l’influenza dei media, -- la responsabilità sociale, -- il miglioramento dell’immagine, -- i risparmi energetici e/o ambientali ecc. Per esempio, consideriamo il Decreto sull’Edilizia, la legislazione sulla Salute e la Sicurezza, l’Environmental Management Act o una norma NEN (Netherlands Standardization Institute), le misure antincendio, la sicurezza personale, ecc..; i risultati di queste ispezioni si sovrappongono gli uni agli altri o non si integrano a sufficienza. Inoltre, il fatto di eseguirli separatamente porta ad un aumento dei costi e ad una grande mancanza di chiarezza per il cliente. Il cliente vede diversi Enti e rivolgersi a Enti che effettuano ispezioni sulla base delle istruzioni dell’Agenzia Governativa per l’Edilizia richiede molto tempo. Una ispezione BOEI potrebbe essere la soluzione. Un’ispezione BOEI valuta l’impiantistica sulla base di quattro aspetti, vale a dire il Fuoco (incendi), la Sicurezza, la Manutenzione (Onderhoud), l’Energia negli Impianti. Tale metodo di ispezione che si basa sulla norma olandese di Costruzione Edifici (NL-SfB) e che viene integrata da una analisi dei rischi, indica chiaramente e semplicemente per ogni disciplina quali attività dovrebbero essere eseguite e quali sono i costi da prevedere. Se i requisiti tecnici, funzionali e rappresentativi del cliente/utente (eisen) e le richieste (TFRew) vengono inclusi nella ispezione BOEI, a quel punto sarà possibile trasformare il tutto in una Direttiva Definitiva (DO) e in un possibile piano futuro. Una ispezione BOEI offrirà molti vantaggi ai clienti e utenti dell’Agenzia Governativa per l’Edilizia (Rijksgebouwendienst). Essa è attenta al Cliente (Klant), orientata al Cliente (Klant), efficace, efficiente e offre informazioni esplicite sul risultato dell’ispezione (KKEEE).
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Il risultato è che il cliente deve vedere e valutare un minor numero di Enti. Il cliente contribuisce al risultato finale. Tutte le problematiche vengono valutate in base ad una analisi dei rischi. Inoltre, l’ispezione BOEI esplicita rappresenta una base manuale per la redazione di un Piano Tecnico e Funzionale Pluriennale di Manutenzione. Richieste e requisiti tecnici, funzionali e rappresentativi del cliente/utente vengono così considerati e tenuti in conto nel MOP grazie ad una analisi dei rischi. L’Agenzia Governativa per l’Edilizia trarrà il massimo vantaggio dall’ispezione BOEI se c’è la volontà di introdurre delle modifiche alle ispezioni di manutenzione. I locali adibiti ad ufficio potranno essere per esempio ispezionati ogni sei anni anziché ogni tre anni. Ispezionare parte del patrimonio edilizio ogni anno semplifica la spesa e aumenta il controllo delle ispezioni e migliora il calendario delle attività di manutenzione e di ristrutturazione. Per edifici ad alto rischio, come ad esempio prigioni e monumenti, è possibile svolgere un’ispezione limitata una volta ogni tre anni riguardante la manutenzione e la prevenzione antincendio e fare una Previsione Pluriennale di Manutenzione (MOP) basata sulla analisi dei rischi. Dopo sei anni, dovrebbe essere svolta una ispezione BOEI particolareggiata, supportata da una analisi dei rischi e da una MOP completa. In alcuni casi è consigliabile supportare l’ispezione BOEI con un’analisi dei rischi. L’integrazione di un’analisi dei rischi è utile quando l’edificio e/o l’impianto hanno superato la loro durata di vita prevista (o quasi) mentre le ispezioni dimostrano che gli elementi di base sono ancora in una condizione (3) tre. Ciò è raccomandabile anche se vi sono ampie sezioni degli edifici e degli impianti che hanno più di quindici anni, in caso di desideri o richieste supplementari dei clienti e/ o di richieste per impianti interni e di clienti, e nel caso di acquisto o affitto di installazioni che hanno più di dieci anni. Piano di Manutenzione Strategica per Clienti: abbiamo cercato di descrivere meglio la necessità di ispezioni integrali tramite il Documento d’Ispezione BOEI (che consolida le ispezioni da una diversità di discipline in una ispezione integrale). È già stato fatto un certo numero di presentazioni semplici anche estendibili a questo scopo. In ogni caso, sempre in qualità di proprietari di un bene immobiliare governativo, non possiamo risolvere tutto solo con un’ispezione BOEI. Non abbiamo ancora organizzato i requisiti e le richieste funzionali, tecniche e rappresentative del cliente anche se ciò è veramente importante per quel che riguarda le sue aspettative sull’edificio. Abbiamo sempre delle difficoltà a raggiungere un sistema integrale esplicito a partire da una MOP (Previsione Pluriennale di Manutenzione), che ci aiuti a pianificare, a preparare ed a implementare la manutenzione. Si rivela abbastanza impossibile controllare il lavoro che viene fatto sulla base della MOP per cui ci limitiamo a monitorare la qualità e il finanziamento. È bene pianificare sia le questioni importanti che quelle meno rilevanti, in particolare: -- clienti/utenti con richieste e requisiti tecnici, funzionali e rappresentativi, -- come dovrebbe essere fatta una MOP, -- le modifiche dovrebbero essere di facile implementazione - ciò implica un alto grado di informatizzazione, -- come si può prevenire che un consulente interno/esterno o un team tecnico ripetano continuamente interventi già fatti o parti di questi interventi.
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international Integral maintenance advice maintenance, fire, energy and safety is a total overview of the maintenance status of your premises lacking? Do you feel that you cannot make a good appraisal of outlay, between the costs and the quality? The Government Buildings Agency (GBA) has developed an integral method to gain insight into this at one and the same time, making a good appraisal possible. The advantages are: your participation as customer, less inconvenience during implementation and cost limitation. In this paper I am going to tell you something about the current situation, its advantages and disadvantages and how things could be done differently. In chapter 1, I talk a little about it in the GBA; in chapter 2 about the current situation; chapter 3 explores the various inspection methodologies; chapter 4 is about the new approach and chapter 5 contains the conclusion and a view of possible further developments. The Government Building Agency
Government Buildings Agency as the appropriate place for all their housing matters. The Government Buildings Agency is a consultant, project manager and administrator for its clients. The GBA also advises users of its buildings with regard to urban development planning, monuments, architecture, visual art and sustainability, for example. The Government Architect plays an important role in this. He promotes and monitors the urban development planning and architectonic quality of government buildings. Monuments and the use of art in government buildings get especial attention. The Government Architect also advises the government - whether requested to or not - about architectural policy and area development in the Netherlands The Government Buildings Agency has been an agency of the Ministry of Public Housing since 1999 General Administration Hans Drooger works within General Administration. General Administration is responsible for keeping premises in a good state of repair, so that clients are able to successfully conduct their affairs. General Administration continually undertakes action to improve its service and is therefore always looking out for innovation in the area of inspections, maintenance prognoses and carrying out maintenance.
Figure 1: Clockwise from left above: Palais â&#x20AC;&#x153;Het Looâ&#x20AC;?, houses of Parliament, Prison and Taxesbuilding
Figure 2: Small history of legislation
The GBA is the largest property owner in the Netherlands The Government Buildings Agency takes care of housing government services, independent managing bodies and international organisations. The properties are distributed across the country and vary from museums to prisons and from centuries old monuments to brand new office buildings. With a total portfolio of around 2,200 properties more than 7 million m2 - the GBA is the largest real estate owner in the Netherlands. Consultant, project manager and administrator Government organisations can apply to the
Reason for the New Methodology We have several inspections within the GBA, namely GBA condition methodology, this specifies the GBA properties maintenance situation and the financial means required for it. This methodology has been used by the GBA since 1989. In the meantime, the methodology has been recognised nationally and has been made the norm (Nederlandse Eenheids [Netherlands Unit] Norm 2767) and is used throughout the entire maintenance market. The methodology is likewise very applicable for performance contracts.
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international safety inspection (nen 3140 inspection EU 50â&#x20AC;Ś), an inspection based on the arbo (health and safety) legislation into the safety of the electrical installations fire scans, here a scan of a property is carried out in order to be able to advise to what degree a property is fire resistant energy certificate (EnergyPerformanceAdvice-Utilitybuilding), this is a compulsory investigation on behalf of the EU in order to limit use of energy in utility buildings. All these (and other inspections/testing as well, particularly of installations, and compulsory according to legislation and rules) cause a great deal of inconvenience to the clients/users of buildings, in view of the fact that they are carried out at different times over the years There are many overlaps in the various inspection methodologies; in addition the outcomes of the various inspection methodologies may advise opposing measures, or even measures that reinforce each other. In addition the various inspections are carried out at different moments, as can be seen in the accompanying schedule. The MEFI inspection methodology has been developed in order to cope with this. The MEFI stands for Brand-Onderhoud-Electrische veiligheid en - Installaties (Fire-Maintenance-Electrical safety and - Installations). In this method all aspects (condition, safety, fire safety and energy performance) of a property are looked into at one moment in time, and a recommendation is given for the measures to be taken. This allows insight into the risks, on the basis of which an accurate assessment can be made regarding which interventions ought to be carried out or not.
A considerable backlog in maintenance to government buildings was ascertained more than10 years ago; this resulted in a sizeable extra monetary claim. Parliament required excellent substantiation for this. For it was apparent that when different parties put in an estimate for maintenance this produced very large differences. In the end a methodology was put into operation that took care of: -- Uniformity and consistency -- Maintenance planning for 10 years -- Indicator technical quality of stock -- Costs indicator.
Figure 4: Timeline now
-- Allocation budget from a central point -- Accountability to politics -- Rental reports -- Material choices -- Cost implications -- Design and implementation faults
Description of the Methodology The Condition Measurement Figure 5: Aspect priority matrix
How does the methodology generally work? Buildings are split into components in conformity with NLsfB, (a methodology of Swedish origin). Each component is evaluated for faults which are recorded in manuals. Naturally the extent of the fault is also looked at. Together this is linked to an aspect/priority matrix.
Figure 3: Maintenance on heating system
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The aspect and priority matrix ensures that client and those giving instructions can come to clear agreements on quality and money.
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Table 1
Fault, intensity and size and aspect/priority matrix all together produce a condition score for the component, varying from 1 (new building) to 6 (demolition). All the components together form the condition score of a building or of the main groups separately (climate, electricity, transport and construction). All the buildings together provide the condition score for the stock. It now possible to indicate, in an unequivocal manner, whether the maintenance money is being correctly applied. Last year the methodology was converted into the NEN 2767. With the condition measurement we are thus able to give a picture of the need for maintenance of a property in an unequivocal manner. There are, however, still many other investigations that have to represent partial aspects of construction and installations, for instance: -- Fire safety -- Legionella and asbestos etc. -- Energy management -- Electro technical safety. Etc. etcâ&#x20AC;Śâ&#x20AC;Ś. (In order to sum up this entire row you need an A0 paper printed with 10 point letter type). These most important investigations and inspections will be gone into in more detail below. b-Installation Inspection (II) Inspections deploying NEN3140 and NEN3840 are legally compulsory for electro-technical installations. This is not
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the case as far as climate installations are concerned. There are a number of marks of quality which include the SCIOS-hallmark for heating installations and the STEK-hallmark for freon containing chilling machines. There is, however, no clear structure in the tests and inspections for climate installations, such as for electro-technical installations. In the meantime, a NEN commission has been appointed to set up various matters for climate installations. Installation inspections and the Government Buildings Agency
Figure 6: Elect. Safety?
At the present moment the Administration board - having become aware of this through experience - already carries out installation inspections. There is, however, a limit to the computerisation and standardisation of these models. Present GBA inspections may be differentiated into installation
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international inspection and comfort research. Research into comfort often reveals that something is wrong with the physics of the building and the installation. In the meantime, the following standard has been devised. -- client discussion -- tour through building and technical areas -- if necessary place data loggers -- supplementary installation research by means of -- inspecting, testing and adjusting the installations -- NEN 3140 and NEN 3840 inspection -- 24 hour management at distance Fire prevention Inspection (BI)
Figure 7: Burnt out facade Schiphol airport
The fire prevention inspection has no clear legislative framework at the moment. With regard to fire prevention, an existing building must comply with the regulations prescribed by the municipal building regulations of the time. In addition, a number of things are legislated for regarding fire safety in the building decree. Fire department organisations - including the Netherlands Institute for Fire Brigades and Disaster Relief (Brandweer en RAmpenbestrijding) have been trying to incorporate checking and preventative functions into a legal framework for years. At present, this has only been realised on a municipal level. Fire prevention specialists view a property, while possessing scarcely any knowledge of the building and the installations. This leads to confusing situations and discussions with the user of the property. The user has moreover responsibility for the userâ&#x20AC;&#x2122;s permit, while he/she is often not an expert in these matters. Again this leads to confusing communication between the user, the fire brigade and the Government Buildings Agency.
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Fire scan Transport, Public Works and Water Management The Ministry of Transport, Public Works and Water Management (Verkeer en Waterstaat) pointed out the above problem, and subsequently commissioned TNO to develop an inspection methodology. The Board of Management of the Government Buildings Agency then inspected Transport, Public Works and Water Management property using this method as a guideline. Management then transformed the TNO methodology into a programme that has retrieved a lot of time. At present, this programme is being amended in consultation with the NIBRA, so that it can be applied to the inspections of properties for the Custodial Institutions Service. The Government Buildings Agency has a number of trained personnel for fire prevention and testing in the A&A and Management boards.
Utility and integration The information derived from a fire prevention inspection, may be very well employed when developing a Maintenance Over years Prognosis. It is therefore important that a fire prevention-inspection is carried out periodically. At present no legal period has yet been determined. The length of time between inspections will be discussed later in the report. Energy Inspection (EI)
Figure 8: Greenhouse effect
In 2002, the European Parliament articulated in the 2002/91/EG directive, how the member states of the European Union should deal with energy performance relating to buildings. European policy is determined by the theme â&#x20AC;&#x2DC;Change in Climateâ&#x20AC;&#x2122; among other things, with the greenhouse effect and the damage to the ozone layer as principal subjects. In Kyoto (Japan), the European Union (EU) committed itself to reducing greenhouse gas emissions by eight percent in
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international the period 2008 - 2012 compared to 1990. In the EU context, The Netherlands agreed to make a reduction of six percent in 2010 compared to base year 1990. Since January 2006, the member states of the European Union have been obliged to adapt their national legislation to the requirements of the 2002/91/EG. The directive contains the following points: The general framework of a method for calculating the integrated energy performance of buildings Application of minimum requirements for the energy performance of new buildings Application of minimum requirements for the energy performance of existing large buildings undergoing a radical renovation The energy certification of buildings The regular testing of Central-Heating boilers and air-conditioning systems in buildings and one-off total testing of heating systems of which the boiler is older than fifteen years. Each building will have to undergo a EPA-U inspection every 10 years, the Energy Performance Advice-Utility An EPA-U must be carried out at a change-over of tenants An EPA-U must be carried out on conveyance (sale) of a building EPA-U and the Government Buildings Agency The EPA-U recommendation provides information on energy saving measures in a building, and because of this is an ideal instrument to utilise for the Maintenance Over years Prognosis. It is therefore very important to the GBA that the Netherlands Standard for Buildings is used in this connection. For this method is the methodology the GBA uses for inspections and for drawing up the Meerjaren Onderhouds Prognose. A work group has been assembled for this, comprising people who have a good eye for maintenance, energy and the NL-SfB. The Board of Management has 20 trained EPA-U advisors by now. The A&A Board has 7 EPA-U trained people. The Board of Management and A&A Board have initiated a common pilot for 9 properties and the path to certification has been mobilised in co-operation with the ISSO, VABI and the DVD. This certification is important for the GBA. It stems from the idea that the GBA can then check and evaluate according to current value as much as possible. It is not nec-
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essary for the GBA itself to wish to inspect and advise on each building. Subcontracting these inspections to parties in the market is an option, in the same way as maintenance and fire prevention inspections; recommendations and inspections would be checked and used for the Maintenance Over years Prognosis. In co-operation with the VABI a single GBA programme will be set up for this, in which all supplementary GBA requirements and wishes are included. This should be included in its entirety in the Maintenance Over years Prognosis in a clear, structured way. We can see from the above description that multiple demands are made on properties. Reasons for carrying out an inspection may be equally diverse, for example on statutory grounds within Health and Safety legislation, the Environmental Management Act, or a NEN standard. The results of these inspections overlap or do not adequately supplement each other. This can lead to uncertainty for the user of government property. Moreover, carrying out several inspections raises costs. A MEFI-inspection may then offer a solution.
Figure 9: Timeline with MEFI
Figure 10: Lots of overlaps and doubling-up
MEFI What is a MEFI A MEFI-inspection evaluates a property on four aspects, namely Fire (Brand) safety, Maintenance (Onderhoud), Energy en Installations. Based on the Netherlands Standard
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international for Buildings (NL-SfB) and supplemented by a risk analysis, this inspection method very clearly and simply indicates per discipline which activities should be carried out and which costs are involved. A MEFI-inspection can offer a solution for this. A MEFI-inspection assesses a property on four aspects, namely Fire (Brand) safety, Maintenance (Onderhoud), Energy en Installations, underpinned by and incorporating a risk analysis. Based on the Netherlands Standard for Buildings (NL-SfB), this inspection method clearly and simply indicates per discipline which activities should be carried out and what costs are associated. A very explicit and qualitatively good Maintenance Over years Planning may be realised based on this information. Examples A maintenance inspection reveals that the 25 year old central-heating boiler ought to be replaced. If the requirements a modern heater room must comply with are not taken into consideration here, this will have major financial consequences for planning and implementation. There will then be no financing left over for it. After all, a modern heater room should comply with many requirements mentioned in the building decree, bearing in mind fire prevention, constructions and energy performance for example. The same 25 year old boiler is replaced by a state-of-theart HR boiler, because the Integral replacement (Vervanging) (IV) indicates this. In addition, the window frames and the glazing are replaced and the roof is insulated. All good, stand-alone measures to economise on energy. It is, however, of vital importance that the distribution net be adapted to this new energy conserving boiler. Otherwise - in spite of the energy saving measures - an unnecessary amount of energy will be used, and complaints about temperature comfort may occur because the regulating technology has not been adapted. The same 25 year old boiler is replaced. All kinds of duct grids in the heater room are replaced/extended. These ducts and grids go through the fire resistant construction. If no financing regarding fire prevention measures are included in the maintenance inspection, then the heater room will not pass the legal requirements for starting operation. (At present it often happens that the general state of affairs does pass, but that it still does not comply with re-
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quirements on a number of points. With a great deal of possible risks to safety as a consequence.) Advantages of a MEFI Inspection MEFI-inspections may offer the Government Buildings Agency many advantages. A few examples of this are: Client friendly. The client will have to receive fewer companies having to conduct diverse inspections on the instructions of the GBA. Client oriented; The client can make his influence count by including his requirements and wishes regarding technology, functionality, â&#x20AC;&#x153;representativrnessâ&#x20AC;? in the report, Efficient; conducting a MEFI-inspection once is less timeconsuming than conducting four separate inspections. Effective. The unique MEFI-inspection constitutes a handy basis for drawing up a functional MOP Explicit; the current results of the different inspections overlap each other or do not complement each other adequately. This problem is solved by an explicit MEFI-inspection. Based on the Netherlands Standard for Buildings (NL-SfB) and supplemented by a risk analysis, this inspection method clearly and simply indicates per discipline which activities should be carried out and which costs are involved. How do you complete MEFI-inspections, the risk analysis?
Figure 11: High risks and low risks
The picture is completed by augmenting a MEFI-inspection with a risk analysis. We have developed a simple aid to this end, based on the international FMECA methodology. What does this instrument look like? The most important risks from the various inspections are set against the building components. They are then scored for chance (scale rising from 1 to 4), and after this any outcomes, also scale 1 to 4; it then follows that chance times outcome indicates the risks. This is then at least 1x1 and at most 4x4. The great advantage of
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international this simple instrument is that necessary measures can be assessed together with the client, occupant, and/or user. The addition of a risk analysis is useful if the building and/or Installation has exceeded its technical life span (or has almost done so) yet the inspections show that the main components are still in a condition (3) three. This is also advisable if the large sections of the building and installations are older than fifteen years, in the case of supplementary client wishes and/or requirements for interior and user installations, and in the case of purchase or hiring of property older than ten years. Recommendations for arriving at MEFI A MEFI-inspection is advisable subject to the GBA being prepared to make adjustments to the maintenance inspection. inspections should be alike regarding style, adjustments are necessary for this, namely: The adjustment of the inspection cycle. At present all properties are inspected every three years. This is possible if distinction is made between high-risk and less risky properties: High-risk properties including penitentiaries and monuments. It is proposed to carry out a limited inspection for these properties every three years with regard to maintenance and fire prevention, and make a Maintenance Over years Prognosis based on a risk analysis. After six years, an exhaustive MEFI-inspection will be held, supported by a risk analysis and a comprehensive MOP. Less risky properties, normal office buildings. Inspect 16 percent of the stock every year, so that after six years 100 percent has been inspected. The advantages of this: -- reduction and spread of the quantity makes spending and preparation simpler -- improved checking of inspections -- improved time planning for maintenance activities and renovation activities -- making MOPs is simpler -- client wishes are reflected better in the MOP Example A maintenance inspection conducted in 2001 revealed that the building management system ought to be replaced in 2002. There were plans to replace the boiler in 2005 and the air conditioning in 2007. This is how replacement is oc-
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curring at the moment, without taking into account the risk of breakdown if no replacement occurs. There is also no account taken of energy consumption and fire prevention and any other combination of systems, such as for example fire alarms and security systems. Even worse, whether or not this is all necessary for the user/client and whether there are further Technical, Functional and Representative requirements and wishes is scarcely taken into account, if at all. Introducing a risk analysis could enable a decision to renew the building management system together with the boilers in 2005. It is then naturally advisable to include the airconditioning, replacing it ahead of time. By communicating this to the client/user in time, it is also possible to include his/her wishes in the technical and financial sense. Conclusion Below is a reproduction in diagram form of how MEFI could work. The client/user occupies the centre stage, in addition to the MEFI-inspection. A risk analysis is produced for both the MEFI-inspection and the client/user. The totality of MEFI-inspection and the client/user is converted into a Maintenance Over years Prognosis. This attempts to finally arrive at a DO (Definitive Outline).
Figure 12: Time and Value Maintenance
By linking a number of separate methodologies in order to give a picture of maintenance, safety and energy consumption, integral recommendations can be given in these areas. Inconvenience to the client is considerably limited due to the fact that parties concerned visit less frequently, the number of overlaps between investigations is drastically curtailed. This brings down costs considerably too. By adding a risk analysis, the client can become much more involved in the entire process and a better assessment can be made regarding which measures should be taken and when, etc.
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news
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Infrastrutture strategiche: programma del triennio 2009-2013
Il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), nella riunione del 4 luglio 2008, ha espresso parere favorevole sul programma infrastrutture strategiche allegato al DPEF 2009-2013, e ha dato l’incarico agli uffici preposti di fornire un quadro aggiornato dei dati finanziari e di avanzamento delle opere già sottoposte al Comitato. Tenuto conto sia delle opere già avviate (come il Mo.SE. o gli intereventi sulle aree metropolitane e sulla Salerno Reggio Calabria), sia delle opere da mettere in cantiere nel prossimo triennio, è emersa la seguente proposta: -- 14 miliardi di euro da provenienza pubblica -- 30 miliardi di euro da provenienza privata. È stato altresì definito un programma di azioni che sia in grado, nei primi cento giorni di Governo, di ridare incisività alle azioni e di superare le crisi del sistema, vicine, in alcuni casi, ad uno stato di irreversibilità. L’Allegato Infrastrutture al DPEF si compone dei seguenti 11 Capitoli: -- le strategie dell’ Unione Europea -- l’operato dei primi sette anni della legge obiettivo -- stato di avanzamento del piano decennale delle infrastrutture strategiche -- le interazioni tra l’offerta infrastrutturale e l’organizzazione della domanda di trasporto merci e passeggeri -- le criticità riscontrate nell’attuazione del piano decennale delle infrastrutture strategiche -- le emergenze nella organizzazione dell’assetto trasportistico e logistico del Paese -- le azioni strategiche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel breve e medio periodo -- l’infrastrutturazione organica del Paese ed il rapporto con il territorio -- gli strumenti normativi ed amministrativi necessari per perseguire gli obiettivi definiti nel quadro delle azioni strategiche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
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-- quadro globale delle risorse attivate dalla legge obiettivo e da altre fonti di finanziamento coerenti con le finalità della legge obiettivo e prospettazione di possibili forme di finanziamento alternative -- considerazioni conclusive Si è così tentato di produrre un vero diagramma di Gantt articolato nelle seguenti macro-aree di intervento: -- il riassetto del Ministero e delle società controllate -- la sicurezza nei lavori pubblici e nei trasporti. -- la dimensione internazionale della mobilità -- l’offerta di trasporto sempre più coerente alle esigenze della gente e del mondo della produzione e del commercio -- l’infrastrutturazione organica del Paese ed il rapporto con il territorio -- una nuova politica della città e della casa. Infine, sempre nell’Allegato Infrastrutture, sono affrontate emergenze quali: -- il Mezzogiorno -- l’offerta di trasporto pubblico locale -- l’organizzazione funzionale di alcuni impianti portuali -- la nostra competitività nel trasporto e nella logistica -- la crisi dell’offerta di trasporto ferroviario in assenza di risorse -- il rapporto con le Regioni -- il rapporto con i Sindacati
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La graduatoria delle Università Italiane La gara fra Università è già aperta su docenza, organizzazione della didattica e ricerca. Lo impongono i nuovi obblighi ministeriali sulla trasparenza e i «requisiti necessari»: per continuare a esistere, infatti, i corsi dovranno contare su un numero adeguato di docenti di ruolo (almeno 4 per anno di corso) e mostrare agli aspiranti studenti cosa possono offrire davvero, in fatto di successi occupazionali, risultati accademici degli
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news posizione in graduatoria
Ateneo
punteggio ottenuto
posizione in graduatoria
Ateneo
punteggio ottenuto
31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60
Napoli “Federico II” Roma “Tor Vergata” Brescia Basilicata Milano Verona Reggio Calabria Della Calabria Salerno Milano Bicocca Bergamo Molise Roma tre Foggia Cassino Catania Sassari Catanzaro Cagliari Roma “La Sapienza” Messina Bari Macerata Lecce Teramo Stranieri di Perugia Napoli Orientale Chieti Pescara Palermo Napoli Parthenope
468 462 460 440 428 420 403 402 398 397 395 379 375 365 354 354 348 340 340 337 322 321 312 288 278 277 277 257 255 164
8 9 10 11 12 13
Roma Lumsa Roma San Pio V Napoli Suor Orsola Milano Iulm Enna Bari Lum
407 393 367 300 300 237
Bra Scienze gastronomiche
540
UNIVERSITÀ STATALI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Milano Politecnico Trieste Modena e Reggio Emilia Pavia Trento Torino Politecnico Ferrara Genova Firenze Perugia Siena stranieri Padova Siena Parma Piemonte orientale Napoli II università L’Aquila Ancona Venezia IUAV Pisa Udine Benevento Camerino Torino Varese Insubria Bari Politecnico Bologna Venezia Cà Foscari Viterbo Tuscia Urbino
721 713 708 677 666 657 634 601 600 595 592 591 578 576 567 566 558 557 553 550 546 532 521 520 519 518 495 477 476 470 UNIVERSITÀ NON STATALI
1 2 3 4 5 6 7
Milano Bocconi Milano San Raffaele Roma LUISS Milano Cattolica Castellana LIUC Bolzano Aosta
720 693 593 527 527 507 433
UNA SOLA AREA DI STUDIO 1 2
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Roma Iusm Roma Campus Biomedico
Maintenance and Facility Management
265 753
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news studenti e curricula dei professori. Molti di questi fattori avrebbero dovuto trovare spazio nell’Anagrafe dei laureati, che il Ministero però non ha ancora fatto partire (è prevista dal 2005). L’ampliamento dei parametri rispetto alle indagini degli anni scorsi conferma che le posizioni di testa sono una partita ristretta fra pochi atenei. Quest’anno a primeggiare è il Politecnico di Milano, che torna in testa dopo aver ceduto 12 mesi fa il primo posto all’Università di Modena e Reggio Emilia, oggi al terzo posto dietro a Trieste. Lontane dalla vetta sono invece le Università più grandi, spinte in basso dai problemi classici delle grandi strutture. A spingere il Politecnico milanese in vetta alla classifica generale non è un singolo primato, ma i piazzamenti ottenuti con continuità in quasi tutti gli indicatori. Quelli relativi alla ricerca, soprattutto sulla capacità di attrarre finanziamenti esterni, non smentisce la fama dell’ateneo, che tuttavia non si allontana quasi mai dalle prime 10 posizioni nemmeno quando si parla di didattica. Merito, ancora, degli studenti del Politecnico di Milano, tra i più puntuali alla laurea (il 36% ottiene nei tempi il titolo di primo livello, contro una media italiana ferma 10 punti sotto), e tra i meno “rinunciatari” (il tasso di abbandoni al primo anno è dell’11%). Gli studenti più rapidi in assoluto, invece, si trovano alla Bocconi, dove solo il 18% dei laureati ha ultimato gli studi fuoricorso. La graduatoria stilata dal Sole 24 Ore ha preso in considerazione i seguenti indicatori di qualità: i docenti di ruolo; la disponibilità economica da destinare alla ricerca, le entrate provenienti da fonti di finanziamento esterne da destinare alla ricerca; la percentuale di matricole con il voto di maturità più alto e la percentuale degli immatricolati provenienti da fuori regione. Nella tabella vengono riportati i punteggi complessivi ottenuti dagli Atenei con gli indicatori di qualità (massimo 900 punti), considerando che ogni indicatore eroga 100 punti al primo posto e scende progressivamente fino a zero. Il punteggio è la somma degli indicatori.
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Pulizia dei Treni: bando di gara europeo per le FS È in scadenza il contratto delle ditte che si occupano della pulizia dei treni FS. Dopo lo scandalo degli insetti sui treni del 2005, che ha comportato un’operazione di disinfestazione da 630 milioni su 1.700 carrozze, il problema sembra tutt’altro che risolto. Sono decine, infatti, i rapporti negativi dei capotreno FS a causa dei servizi di pulizia, aggiudicati tre anni fa sempre alle stesse “inamovibili” imprese, che non hanno superato l’esame di un controllore-terzo chiamato in causa dalle associazioni dei consumatori. Benché, infatti, le Ferrovie dello Stato paghino circa 200 milioni l’anno per il servizio di pulizia, il risultato non è affatto soddisfacente. Per riuscire ad ottenere un servizio migliore, Trenitalia ha bandito una gara europea e ha scelto di inasprire le penali e non rescindere i contratti per inadempienza contrattuale. Chi si aggiudicherà la gara europea dovrà assumere i 5.600 lavoratori. Secondo l’amministratore delegato, infatti, i treni non sono sporchi a causa di cattivi lavoratori, ma perché i lavoratori sono gestiti male, mancano di adeguata formazione e non sono spronati da incentivi. L’iniziativa della gara europea serve soprattutto per reperire sul mercato forze fresche a cui affidare il compito di migliorare il delicato servizio e per fare un passo in avanti in tema di qualità del servizio offerto dalle FS, per il quale la pulizia sembra il vero tallone d’Achille. Solo, infatti, il 58% dei passeggeri di Eurostar e Intercity è soddisfatto della pulizia delle carrozze. Una percentuale ancora più bassa tra i pendolari e con un andamento, nei primi mesi del 2008, addirittura, in peggioramento. Eppure, per pulire i nostri treni si spendono circa 200 milioni di euro/anno, con un costo medio a carrozza di 20mila euro/anno. Praticamente, quasi un addetto a vagone. D’ora in avanti, afferma l’amministratore delegato Moretti, ci sarà spazio solo per capitolati rigorosi, prestazioni facili da verificare e da sanzionare in caso di risultati inadeguati. Nel bando, in attesa di essere pubblicato sulla Gazzetta europea, è
Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
news IL CNIM DA IL BENVENUTO AD UN NUOVO SOCIO Eurodepuratori spa è entrata a fare parte delle Organizzazioni associate al CNIM lo scorso 16 luglio. La Società è stata costituita nel 1972 a San Giacomo delle Segnate (Mantova) allo scopo di affrontare e risolvere i problemi ambientali, in particolare quelli relativi alla depurazione e al riutilizzo delle acque reflue industriali delle aziende zootecniche ed alimentari. La Società si è quindi rapidamente sviluppata con la realizzazione di impianti per le più significative industrie del nord Italia. Per quanto riguarda il settore energetico, le attività di ricerca e sviluppo nelle tecnologie legate alle fonti di energia alternativa hanno consentito importanti esperienze nella progettazione, realizzazione e messa in esercizio di impianti di recupero ed utilizzo di biomasse e impianti di produzione ed utilizzo di biogas. Nel settore ambientale, il know-how della Società si è esteso al trattamento delle acque primarie per la loro potabilizzazione, per il trattamento completo delle acque di falda, per il trattamento finale migliorativo, tramite le specifiche tecnologie chimico-fisiche di abbattimento metalli, osmosi inversa, disinfezione, denitrificazione. Dalla sua costituzione ad oggi Eurodepuratori spa ha realizzato centinaia di impianti di trattamento, conseguendo importanti risultati in termini di miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori, riduzione dei costi di esercizio, automazione e affidabilità dei processi. La Società è inoltre presente nelle attività di bonifica e di ripristino degli ecosistemi degradati, con particolare attenzione alle zone lacustri e alle acque a rischio di eutrofizzazione, nonché ad aree degradate da attività industriali dimesse o da impianti di smaltimento rifiuti. Le principali aree di intervento sono: Depurazione reflui industriali e speciali: progettazione e realizzazione di impianti di trattamento di reflui industriali e civili sia di piccole che di grandi dimensioni, ad elevato livello di automazione, anche con sistemi di telecontrollo. Approvvigionamento e potabilizzazione: progettazione e realizzazione di impianti biologici per la rimozione di ferro, ammoniaca e manganese. Impianti chimico-fisici per la rimozione dei nitrati, dell’idrogeno solforato e dell’arsenico. Servizi di gestione e di manutenzione: tecnici qualificati e di provata esperienza operano nel settore. I sistemi informatici consentono di monitorare e gestire dalla sede aziendale il processo sugli impianti dotati di telecontrollo. Interventi di sistemazione ambientale: realizzazione di grandi interventi ambientali atti a ristabilire l’ecosistema naturale del territorio. Bonifica di zone lacustri e controllo dei fenomeni di eutrofizzazione. Biogas: progettazione e realizzazione di impianti di biogas per la produzione di energia elettrica o direttamente avviato in caldaia per produrre calore.
inoltre previsto il divieto di partecipare a più di due lotti per ogni regione e a non più di tre lotti distribuiti su diverse regioni. L’aggiudicazione, inoltre, sarà effettuata in base al nuovo criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, tenuto conto delle caratteristiche tecniche dell’offerta. Il valore totale dell’operazione è di 73 milioni di euro, con una taglia media dei lotti intorno ai 2/3 milioni di euro. Le società interessate a partecipare alla gara devono presentare manifestazione d’interesse entro il 22 luglio. Entro il 3 settembre avverrà la selezione delle ditte e il 10 settembre ci sarà l’invio delle lettere d’invito a presentare le offerte, che dovranno essere recapitate entro il 30 ottobre. Per il 28 novembre è prevista l’aggiudicazione in modo da consentire di iniziare i lavori già per l’inizio del 2009 e sperare, così, in treni più puliti.
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Sicurezza: l’impegno della Provincia di Roma L’assessore al lavoro della Provincia di Roma, Massimiliano Smeriglio, percorre con due iniziative la strada verso la sicurezza sul lavoro e il contenimento degli incidenti che continuano a verificarsi in ambienti lavorativi. La Provincia ha stanziato un milione e quattrocentomila euro che finanzieranno le iniziative di un bando in fase di pubblicazione per incoraggiare le imprese a promuovere la sicurezza attraverso corsi di informazione e di formazione. Inoltre, gli assessorati e gli uffici provinciali lavoreranno per definire le nuove regole degli appalti. La nuova delibera riguarderà l’abolizione del sistema al massimo ribasso e comprenderà gli standard di sicurezza che ogni impresa dovrà rispettare per partecipare alle gare, oltre all’obbligo di formazione in materia di si-
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news curezza per i dipendenti delle ditte che si sono aggiudicate l’appalto. Inoltre, prevede controlli più stringenti sui cantieri che dovranno portare, in caso di irregolarità, alla immediata denuncia e alla rescissione dei contratti. Infine, sarà realizzato un albo delle imprese che dimostrino la piena applicazione delle regole sulla informazione e formazione in materia di sicurezza ai propri dipendenti. Solo le imprese iscritte all’albo potranno partecipare ai bandi di gara della Provincia.
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Rapporto INAIL 2007 Il 15 luglio alla presenza del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, è stato presentato dal Presidente dell’INAIL, Vincenzo Mungari, il Rapporto annuale 2007. Il bilancio infortunistico dell’INAIL per l’anno 2007 si presenta - alla data di rilevazione ufficiale (30 aprile 2008) - più favorevole rispetto a quello del 2006, soprattutto per quel che riguarda gli infortuni mortali. L’INAIL ha registrato, infatti, 912.615 denunce di infortuni avvenuti nel 2007, ovvero 15.500 casi in meno rispetto al 2006, con una flessione dell’1,7 per cento. In particolare: -- il calo infortunistico è più consistente in agricoltura (9,4%), mentre per i dipendenti dello Stato si è registrato un aumento dell’1,5%: -- in crescita gli infortuni in itinere, dai 92.497 casi del 2006 ai 94.503 del 2007 (+2,2%); -- dal punto di vista territoriale la riduzione degli infortuni ha riguardato tutte le regioni italiane, ad esclusione della Sicilia (+4,1%), del Lazio, della Calabria e della Provincia autonoma di Bolzano; -- oltre il 60% degli infortuni è concentrato nel Nord industrializzato (nel Nord-Est, ad esempio, sono stati denunciati quasi 299.000 casi, cioè un terzo del totale nazionale); -- hanno fatto registrare sensibili incrementi in termini di infortuni i lavoratori parasubordinati e i lavoratori interinali (rispettivamente, +13,6% e +5,7% rispetto al 2006);
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-- i lavoratori stranieri assicurati nel 2007 all’INAIL sono quasi tre milioni (+19,5% rispetto al 2006); in crescita gli infortuni sul lavoro, con 140.579 denunce contro le 129.303 del 2006 (+8,7%). Per quanto riguarda le “morti bianche”, sono stati denunciati all’INAIL per il 2007 (ma il dato è provvisorio) 1.170 casi, ovvero 171 in meno rispetto ai 1.341 del 2006. In particolare: -- poco più del 50 per cento delle morti bianche sono state causate dalla circolazione stradale; -- gli infortuni mortali sul lavoro sono diminuiti del 18,1% rispetto al 2006; ma sono aumentati dell’8% gli infortuni mortali in itinere; -- i settori più rischiosi sono risultati quelli dell’Industria pesante, delle Costruzioni e dei Trasporti. Infine, per quanto riguarda l’andamento delle malattie professionali, nel 2007 l’INAIL ha acquisito 28.497 denunce: quasi 2000 casi in più rispetto al 2006 (+7%), con un aumento comprensibile, se si considera che: a) negli ultimi anni è stata segnalata una possibile sottostima del fenomeno “tecnopatico”; b) si è invocato un più consistente intervento delle istituzioni in tema di prevenzione e di estensione della tutela assicurativa; c) l’INAIL si è impegnata in una campagna di informazione rivolta in particolare ai medici di famiglia. Su questa tematica, è bene segnalare che: -- rispetto al 2006 le denunce di malattie professionali per l’Industria e Servizi registrano un aumento del 6,4%; anche in agricoltura c’è una recrudescenza del fenomeno (+14%); maggiore l’aumento, in termini percentuali, tra i dipendenti dello Stato (+22,6%); -- in massima parte il fenomeno “tecnopatico” è rappresentato da malattie per le quali occorre provare l’origine professionale, soprattutto ipoacusia e sordità; -- è più che raddoppiato nell’ultimo quinquennio il numero dei casi denunciati di alcune patologie quali: tendiniti, affezioni dei dischi intervertebrali, artrosi e sindrome del tunnel carpale. Anno 2 Numero 4 Luglio Agosto 2008
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