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Licence Partner Engel & Völkers Commercial Milano

Gianluca Sinisi Licence Partner Engel & Völkers Commercial Milano

grazie agli interventi di rigenerazione, si Creano sPazi Più idonei e Personalizzabili

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Partirei da un assioma, adesso più che mai il retail funziona se il fil rouge è l’esperienza. Il food lo insegna ed è fondamentale anche per gli altri settori, a partire dal fashion. Gli spazi commerciali devono quindi essere reinterpretati in questa chiave. Ralph Lauren, per esempio, riaprendo a Milano in via Spiga ha abbinato la moda alla ristorazione e, senz’altro, è il bar a far parlare più del negozio, permettendo di sperimentare l’atmosfera country chic statunitense. Durante la pandemia, sempre nel capoluogo lombardo, la proliferazione di dehor utilizzati da caffè e ristoranti ha di fatto modificato la percezione della città: se tutto questo viene abbinato anche al retail, o ad altre formule mixed-use, si alimentano una maggiore convivialità e l’esperienza della socialità. Non a caso, un’importante chiave di lettura del mercato retail meneghino sono gli interventi di rigenerazione degli immobili che creano spazi più idonei e personalizzabili, come il restyling di Hines in via Spiga, il progetto Ba59 in corso Buenos Aires con Nike e il Palazzo di Fuoco in piazzale Loreto che ospiterà Airness. Oppure il prossimo Odeon o, ancora, il Vetra Building che stiamo commercializzando. In questi nuovi progetti è possibile, tra l’altro, ottenere dai landlord anche agevolazioni all’ingresso più interessanti, incentivi maggiori e capital contribution per la ristrutturazione. Certo il Covid e i vari lockdown hanno riportato l’attenzione sui quartieri e sul servizio di

«proprio in Un’ottica mixed-Use, si stanno moltiplicando i servizi in sostitUzione di spazi retail che, anche per la loro dimensione, fanno più fatica a trovare tenant disponibili»

prossimità, oltre a aumentare lo sfitto retail pure nel centro storico che rischia un impoverimento. Bisognerà capire fino a che punto ci si spingerà con lo smart working, ovvero quale sarà in effetti il modello organizzativo del lavoro post-pandemia. Di sicuro si creerà un nuovo equilibrio non ancora ben delineato. Senz’altro, a fronte dell’aumento esponenziale dell’e-commerce determinato dall’emergenza sanitaria e dalla conseguente chiusura dei negozi, per un retailer garantire una multicanalità effettiva è diventato essenziale. Se infatti è innegabile che l’experience può essere realizzata prevalentemente in uno spazio fisico,

grazie al contatto diretto con le persone, è altrettanto vero che si può creare una controproducente esperienza negativa se in negozio il cliente non trova l’offerta disponibile online e non ha nemmeno l’opportunità di ordinarla in loco. Altro aspetto importante da non sottovalutare, e che riguarda soprattutto le città secondarie, è la progressiva chiusura dei negozi di grandi dimensioni precedentemente

occupati dalle insegne della fast fashion, che stanno ottimizzando il network. In questo caso non esistono altre categorie merceologiche in grado di subentrare. Tra l’altro, vacancy chiama vacancy: più si liberano spazi, in high street o centri commerciali, più è difficile trovare qualche tenant che voglia entrare. Anche perché il retail è fatto di flussi di persone e se mancano bisogna inevitabilmente cambiare via o location. Non a caso, in un’ottica mixed-use, si stanno moltiplicando i servizi come laboratori specialistici, centri diagnostici, centri odontoiatrici, attività di medicina di base, in sostituzione proprio del retail. •

▲►Immagini del progetto Vetra Building, Milano

Engel & Völkers Commercial Milano

photo Foto by BAMS

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▲ Il Franciacorta Outlet Village

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