Cogito 424

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Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018


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EDITORIALE

LA TERRA DEI FUOCHI È TORNATA DI MODA E I MORTI CONTINUANO A ESSERE STRUMENTALIZZATI

La Terra dei fuochi, di cui ci siamo occupati nel numero scorso, continuando in un impegno partito negli anni ‘90, quando ancora non era di moda parlarne, è tornata a occupare spazi importanti in telegiornali, giornali e trasmissioni di approfondimento. Ed è tornata, prepotentemente, anche nel dibattito politico dove, ancora una volta, ci siamo ritrovati con dichiarazioni disarmanti da parte di chi non conosce neanche il fenomeno di cui vuole parlare, come dimostrano le parole di qualche ministro che mescola le difficoltà nella raccolta dei rifiuti ordinari con i roghi tossici nelle periferie e i rifiuti sotterrati, dimostrando di parlare, anche su questo tema, solo ed esclusivamente per slogan e frasi fatte. Ancora una volta, quindi, stiamo assistendo al solito teatrino e al solito scambio di accuse in cui è difficile capire dove comincia la ve-

rità e dove invece prevale la propaganda e la strumentalizzazione. E, in questo teatrino, vengono tirati in ballo ancora una volta i morti, meglio ancora se giovani, che, purtroppo, continuano a non mancare nelle nostre città e nelle nostre famiglie; morti usati per richiamare l’attenzione sulla Terra dei fuochi anche se non c’è alcuna certezza se quelle morti siano state provocate o meno da quei roghi e dall’inquinamento che c’è nelle nostre terre, visto che bambini e giovani muoiono anche in altre zone della nostra penisola e nel resto del Mondo, anche in posti dove la natura la fa ancora da padrone e l’inquinamento lo conoscono solo quando ne vanno a cercare il significato nei dizionari. La mancanza di dati certi resta uno dei ‘misteri irrisolti’ con cui ci siamo ritrovati a fare

i conti in questi decenni in cui ci siamo occupati di Terra dei fuochi tentando di andare al di là della retorica e della facile strumentalizzazione. Possibile che sia così difficile fare un censimento dei malati di tumore per capire una volta su tutte se c’è o meno un’incidenza maggiore rispetto alle altre zone d’Italia? Perché non si prendono i dati relativi alle esenzioni per patologie tumorali rilasciate in queste zone e le si confrontano con quelle registrate nelle altre provincie e regioni italiane? E’ così difficile chiedere a tutti i medici di famiglia o alle Asl questi dati? Perché non lo si fa? A chi conviene continuare ad avere quest’incertezza che non fa altro che alimentare le paure immotivate verso le produzioni agricole e manifatturiere del nostro territorio?

Possibile che non si riesca a sapere se è vero che qui ci si ammala di più di tumore? A chi conviene lasciare l’incertezza che distrugge anche l’economia locale? Avere un quadro chiaro e certo dei malati di tumore tra chi vive nei comuni tra Napoli e Caserta che rientrano nell’area della cosìddetta Terra dei fuochi potrebbe aiutarci a capire meglio se e quanto l’inquinamento abbia influito sulla salute di chi respira i fumi dei roghi che periodicamente vengono appiccati. Tornando alla necessità dei dati, per assurdo, non è importante sapere quanti muoiono di tumore, ma quanti si ammalano. Sull’esito della malattia, infatti, ci sono diverse casuse

che possono condizionarlo legati alla possibilità di accesso alle cure e alla prevenzione, su cui si dovrà comunque intervenire per colmare gap inaccettabili e ingiusti, ma sapere se in questo territorio c’è più facilità di essere colpiti da malattie tumorali dovrebbe essere il primo passo per un’operazione verità che impedisca di aggiungere altri mali a quelli provocati dai roghi. L’economia campana, ancora in gran parte basata sulle produzioni agricole, infatti, ha pagato tantissimo, in ter-

mini di riduzione delle vendite, la campagna mediatica sulla Terra dei fuochi, e, proprio ora che si stava riprendendo, rischia di conoscere un’altra stagione nera con la chiusura di attività imprenditoriali, la perdita di posti di lavoro e il rischio di dare altri terreni, abbandonati, ai malintenzionati che li useranno per accatastare rifiuti che poi interreranno o bruceranno in un circolo vizioso dannoso per questi territori e che, tutto sommato, fa comodo alle imprese del Nord.

L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo)


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PRIMO PIANO

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

LA PAURA DI DENUNCIARE D

omenica 25 Novembre, ricorre la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questa data fu ufficializzata dall’ONU in ricordo del brutale assassinio nel 1960 IN BREVE delle tre sorelle Mirabal considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Leónidas Trujillo, il dittatore che controllava la Repubblica Dominicana a metà del Novecento. Il 25 novembre 1960, infatti, le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da militari e portate in un vicino luogo nascosto. Lì furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. Ogni 48 ore si registra un caso di femminicidio e in grandissima percentuale l’assassino è il partner o l’ex partner, marito, compagno o fidanzato che sia. Si parla di “morti annunciate” perché quasi sempre si arriva al tragico epilogo di una relazione sofferta e di violenze pregresse subite dalle persone che dovrebbero rappresentare un porto sicuro e invece si dimostrano come i più spietati dei carnefici. Perché le donne non si ribellano a mariti, compagni o fidanzati aggressivi, verbalmente o fisicamente? Forse una delle domande più complicate, ma lasciando la parola agli esperti risponderebbero: “Sono molteplici le motivazioni della mancata ribellione della donna. Senso di colpa, timore dell’abbandono e mancanza di sostegno esterno sono le motivazioni principali. Molto spesso gli aggressori riescono a rimandare la responsabilità della violenza sulla donna che ne è vittima: se tu fossi più complice, se tu non fossi sempre arrabbiata, se tu mi lasciassi in pace quando sono nervoso. Queste sono alcune delle frasi collegate agli atti di violenza” dichiara la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente Eurodap, Associazione Europea Disturbi da attacchi di Panico e Direttore della Clinica dello stress nella capitale. “Molto spesso le vittime di violenza possono trovare delle difficoltà nel ricevere aiuto. La mancanza di un supporto sociale, parentale e istituzionale è sicuramente uno degli elementi che maggiormente concorrono a frenare la ribellione. Le vittime si trovano così sole, impaurite dalle continue minacce del partner, e spesso senza una via di fuga concreta. A volte sono proprio gli amici e parenti stretti a giudicarle, colpevolizzandole di voler distruggere la famiglia. Nel pensare sociale è ancora fortemente radicata, sia che si parli di violenza sessuale che di quella familiare, l’idea che la vittima ‘non è vittima’. Si dà per scontata una sua responsabilità nello scatenare la reazione dell’aggressore. Questo è il vero problema sociale con il quale ci dobbiamo confrontare” ricorda. Chiaramente l’area a Nord di Napoli non è immune dal fenmomeno. Giusto per ricordare i casi più recenti, tutti ricorderanno la strage familiare di Frattaminore nel dicembre del 2016: una denuncia mai formalizzata da Caterina Perotta, uccisa con suo figlio di 3 anni strangolato da suo marito, Gennaro Iovinella, morto poi suicida poco dopo impiccandosi nell’androne del palazzo. Disoccupazione e disagio dopo la chiusura di un’attività che portava Caterina ad essere sempre la vittima delle violenze e delle insoddisfazioni da parte del marito, tanto che, come dichiaravano alcuni parenti e amici, erano sul punto di separarsi. Altro caso di violenza nell’area nord è la storia dell’afragolese Noemi, portato all’attenzione anche della redazione di Chi l’ha Visto: il giornalista Paolo Fattori ha raccontato la storia di Noemi, una vita di drammi e violenze, un bambino voluto contro tutti, ma dopo pochi mesi scompare nel nulla. Noemi vive ad Afragola, ha avuto un’infanzia molto difficile. Uscita dal collegio, comincia a lavorare, poi conosce un giovane algerino, i due si innamorano. Nel giro di pochi mesi si sposano, lei si converte al Corano, ma quel paradiso dura poco. In poco tempo tutto si trasforma in un inferno, lui diventa violento e quando nasce il loro bambino le cose peggiorano e Noemi si mostra disperata e racconta le violenze subite e delle difficoltà di dover riabbracciare suo figlio tenuto nascosto da suo padre. I dati del 2018 sono ancora parziali, ma non sembrano modificare la tendenza già evidente nel 2017, anche se c’è un calo. Secondo il rapporto Eures (che elenca le statistiche degli omicidi volontari in cui sono vittime le donne) nei primi 10 mesi dello scorso anno le donne uccise nel nostro Paese sono state 114, pari ad una vittima ogni due giorni. In particolare, si tratta del 36,3% degli omicidi registrati nel periodo preso in considerazione. Eures, che ha stilato il “Quarto rapporto sul femminicidio in Italia”, ha fornito anche i dati su un anno completo, cioè quelli sul 2016: sono state uccise 150 donne, il 37,1% del totale degli omicidi, la percentuale più alta in Italia dal 2000. Sempre secondo Eures, dal 2000 al 2016 sono diminuiti gli omicidi: erano 754 nel primo anno del nuovo millennio a fronte dei 404 del 2016. Si tratta del 46,4% in meno. Al contrario, è allarmante il rapporto tra la percentuale di femminicidi e il totale degli assassini: si passa infatti dal 26,4% (199) del 2000 al 37,1% del 2016 (150). Il lavoro dei Centri antiviolenza non è semplice, per la carenza di fondi ma anche per un clima non sempre favorevole, come ricorda la scritta apparsa qualche tempo fa fuori lo sportello del Centro antiviolenza del Comune di Frattamaggiore, in piazza Umberto I. Dagli sportelli territoriali dei centri antiviolenza dei comuni di pertinenza del nostro giornale, i dati sono tristemente in linea con la media nazionale: molte informazioni, poche denunce e il terrore soprattutto da parte di mamme non dipendenti economicamente con figli piccoli di non avere un luogo dove andare. Ma raccogliamo positivamente la notizia che giunge dall’ambito 21 e in particolar modo dal comune di Casalnuovo per la prima condanna per stalking: è stata depositata la sentenza con il quale un uomo, denunciato dalla propria compagna, è stato condannato a dieci mesi di reclusione (pena sospesa) per i reati di stalking, molestie e calunnie ai danni della sua ex compagna. La donna casalnuovese, circa due anni fa, si è rivolta al centro antiviolenza comunale dell’ambito territoriale N21: dopo i primi colloqui e le denunce, la donna è stata guidata dalle esperte del centro che l’hanno supportata psicologicamente e legalmente durante tutto il percorso. “Il nostro centro Antiviolenza rappresenta una consolidata eccellenza per il territorio – ha dichiarato il sindaco Massimo Pelliccia – quando la mia Amministrazione si è insediata, abbiamo trovato una sola segnalazione agli atti. Con un lavoro di sensibilizzazione e informazione

di Angelica Argentiere

Anche l’area a Nord di Napoli si muove per aiutare le vittime di violenza, ma c’è ancora molto da fare. Continua a essere forte il timore di essere giudicate negativamente o di non farcela da sole


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PRIMO PIANO svolto nei primi mesi, siamo riusciti a far capire alle donne che non sono sole. Oggi l’attività del centro ha consentito di far emergere e contrastare i soprusi subiti da oltre 50 donne: storie di maltrattamenti e violenze, che spesso si ripercuotono anche su minori. Il numero del centro è attivo 24 ore su 24 e le esperte seguono ogni caso con grandissima dedizione. Questa condanna è un segnale importante per le donne che nel silenzio quotidiano subiscono maltrattamenti; è la prova che non si è soli e che giustizia può essere fatta”. Soddisfatte per il traguardo raggiunto anche le esperte del centro con sede in via San Marco: “Sono molto felice per l’esito di questo processo, siamo solo all’inizio e andremo avanti con forza – ha dichiarato Nunzia Cerbone, avvocato del centro – spero che questa storia possa rappresentare per le donne vittime di violenza un monito a difendersi e a denunciare vessazioni e soprusi”. Dai dati dell’ambito territoriale 17 che raccoglie i comuni di Frattamaggiore e Frattaminore, non li vede tra i comuni con le maggiori percentuali ( su 102 donne vittime di violenza, il 13,70 sono di Frattamaggiore, il 9,8 da Frattaminore) ma registra un dato dal forte impatto sociale: circa il 40% delle donne che si sono rivolte al centro LiberaMente Donna provengono dai comuni non di pertinenza dell’ambito territoriale, a testimonianza che molte donne hanno paura anche a rivolgersi nei centri legati al proprio paese, per timore di essere osservate e subire ancora più violenza domestica. Delle donne a cui è stato prestato servizio di assistenza legale e psicologica, solo poco più della metà ha denunciato il suo aggressore (un 52 % di denunciatarie contro il 48%), ma anche qui sono arrivati i primi risultati ‘giudiziari’ “con ben due condanne nei confronti di uomini maltrattanti” come ci racconta la sociologa Rossella Ianniciello, responsabile del Centro antiviolenza per l’Ambito N17. Per l’ambito 19, che mette insieme 3 comuni di nostra pertinenza, Afragola, Cardito e Caivano, ci ritroviamo di fronte a circa 50 donne vittime di violenza, dove però per il 60% ha sporto denuncia, e un 10% l’ha ritirata. Una grande percentuale di esse convive senza reddito proprio fisso, l’aggressore è il marito o partner convivente e si tratta di molte mamme di figli minori che assistono alla violenza del padre verso la loro madre. Un dato rilevante dell’ambito 19 rispetto agli altri è che la maggior parte delle denunce si riferiscono a un tipo di violenza più psicologica che fisica. La violenza psicologica è una forma subdola di maltrattamento, in quanto invisibile e silenziosa in quanto spesso rende inconsapevoli le donne di esserne vittime. Al pari di quella fisica, la violenza psicologica ha conseguenze devastanti per le donne, ma troppo spesso viene sottovalutata, e quindi è importante che la donna sappia comunque riconoscerla e porla all’attenzione dei centri antiviolenza territoriali.

AD AFRAGOLA UN PROGETTO FINANZIATO DA COSTA CROCIERE

U

na bella storia di riscatto contro la violenza di genere: il progetto Uscire dal Silenzio della Masseria Antonio Esposito Ferraioli, bene confiscato ad Afragola e finanziato da Costa Crociere Foundation che ricorda sul suo sito ufficiale: “Anche se il Mondo

si evolve alla velocità della luce, le sfide con cui le donne di tutto il Mondo si devono confrontare sembrano non cambiare mai. La povertà, la fame e la necessità di una casa sono ancora i problemi principali che affliggono le donne, seguiti dappresso da violenza e abusi. Se poi la donna è circondata da un contesto sociale improntato alla discriminazione di genere, diventa ancora più difficile capitalizzare l’istruzione in un impiego sicuro e duraturo. Il percorso è inframmezzato da ostacoli: da un percorso scolastico scoraggiato e infarcito di stereotipi, a discriminazione e divario salariale sul lavoro. La percentuale di donne occupate in Italia continua a essere inferiore al 50%, il 12,2% in meno rispetto alla media UE, e Napoli e provincia sono tra gli ultimi tre posti della classifica. Ma anche quando si riesce a far fronte a queste sfide, rimane un altro gravissimo ostacolo, l’abuso. Almeno un terzo delle donne in Italia ha subito qualche forma di violenza fisica o sessuale e in Campania il fenomeno è in crescita. Napoli ha il triste primato della provincia italiana con il più alto tasso di abusi da parte del partner, ben il 13,6%. Il progetto ‘Uscire dal silenzio’ offre una rete di sostegno, composta da consulenza psicologica e legale e da un luogo protetto per venti donne in condizioni di vulnerabilità, che qui verranno anche istruite sulla gestione d’impresa sociale e l’autoimpiego. Si legge: l’obiettivo finale è costituire un Gruppo di Acquisto Solidale, gestito da 10 donne. Le beneficiarie riceveranno consulenza sugli aspetti legali dell’impresa, la redazione del business plan, la gestione di un

sito di e-commerce e sull’organizzazione di una rete di promozione e distribuzione di prodotti provenienti dall’azienda agricola o da altri fornitori. Le donne coinvolte nella progettazione sono impegnate in una fase di formazione e la startup sarà operativo dall’inizio del 2019, ormai alle porte”.

E’ arrivato anche il contributo alla causa sociale dal Comune di Afragola che destinerà 1,5 milioni di euro, ottenuti grazie al fondo legalità del Ministero dell’Interno, per il corpo di fabbrica centrale, dove sono previste una zona dedicata all’accoglienza delle donne vittime di violenza e un’area per la vendita dei prodotti derivati dalla terra e dagli impianti di trasformazione che renderanno i beni raccolti in confetture e sott’oli. “Non capita spesso di fare qualcosa di bello nella tua terra, soprattutto in un bene confiscato” confida una delle dieci startupper che preferisce restare anonima, giovane originaria di Afragola e vittima di stalking: “Sappiamo che non sarà facile, ma questa è la nostra rivincita. Il gruppo è

molto affiatato e se dovessi scegliere che ruolo ritagliarmi in questa startup direi un ruolo operativo”.


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PRIMO PIANO

Convegno dell’Istituto degli Studi atellani a Frattamaggiore

di Angelica Argentiere IN BREVE

“IL DOLORE DELL’ANIMA” T

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Vincenzo Spadafora, ha annunciato le iniziative del Governo contro la violenza sulle donne e sono stati illustrati i dati relativi al lavoro del Centro antiviolenza LiberaMente donna

ra le varie iniziative promosse in vista della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, martedì 19 novembre, nella sala consiliare del Comune di Frattamaggiore, s’è tenuto il convegno sul tema “Il dolore dell’anima” organizzato dall’Istituto degli studi Atellani e moderato dalla professoressa Teresa Del Prete, responsabile del Dipartimento sulle problematiche femminili dell’Istituto. Dopo i saluti istituzionali del sindaco, Marco Antonio Del Prete, e dei vertici dell’Istituto, rappresentati dal presidente Francesco Montanaro e dalla vicepresidente Imma Pezzullo, ex compagna di scuola del sottosegretario alle pari opportunità, Vincenzo Spadafora, di cui ha ricordato l’impegno giovanile nell’Unicef e nel volontariato, si è entrati nel vivo della questione con gli interventi del dottor Gaetano Rossi, psicoterapeuta dell’asl di Caserta, che ha affrontato il tema delle ripercussioni psicologiche e psichiatriche delle violenze, e la sociologa Rossella Ianniciello, responsabile del Centro Antiviolenza Liberamente donna per l’Ambito N17, che ha illustrato i risultati del lavoro di due anni di attività del Centro che assiste le donne che vivono a Frattamaggiore, Frattaminore, Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano, ma anche donne che, per mancanza di strutture simili nei loro territori o per garantirsi una maggiore riservatezza, si sono rivolte allo sportello frattese piuttosto che a quello dei loro comuni. Nella sua relazione, la sociologa ha illustrato, nei dettagli, i dati, facendo emergere che “la

violenza contro le donne è trasversale e non riguarda, come spesso si pensa, solo i ceti sociali più deboli, per cultura o per reddito”. Un altro elemento che è emerso poi è che “alla base della violenza c’è spesso la convinzione che la donna sia un oggetto al punto che un uomo, nel rispondere al Magistrato che lo interrogava, diceva di non sapere ‘che non si poteva picchiare la moglie’ considerando quindi la violenza una parte integrante del rapporto di coppia”.

A concludere l’incontro è stato l’intervento del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Vincenzo Spadafora, visibilmente emozionato quando ha parlato del suo impegno nel volontariato ai tempi in cui frequentava il liceo Durante, che ha ricordato quanto sulla sua scelta di far parte di questo Governo che vede insieme due forze politiche diverse abbia influito l’opportunità di potersi occupare di temi di cui s’è sempre occupato, tra cui quelli delle pari opportunità e della violenza contro le donne e l’impegno che lìha visto protagonista nelle ore immediatamente precedenti il convegno: “Oggi è un grande

giorno dopo un incontro di Governo tenutosi alla prefettura di Caserta di cui sono molto soddisfatto perché, per la prima volta, si è firmato un atto importante con il Governo per la terra dei fuochi che non sia solo un atto simbolico, non era una passerella ma un tentativo di mettere insieme quelle cose mai fatte per la nostra terra. Un passo in avanti importantissimo che ha visto l’entrata a gamba tesa del Governo”. “Da parte mia c’è la grande voglia di fare bene, dalla parte della politica, degli impegni che avevo già seguito come volontario e attivista del mio territorio, la differenza la fanno le persone, la passione e la determinazione insieme a impegno e competenze. Non possiamo permetterci di trasferire ai ragazzi che la politica è tutto lo stesso schifo: si può fare la differenza. Non è facile, anche il Movimento 5 stelle di cui faccio parte ha le sue responsabilità politiche e allora quello sulla violenza sulle donne è stato un tema molto dibattuto in questi primi mesi di sottosegretariato e abbiamo fatte cose ben precise” ha poi detto Spadafora sottolineando che “i dati presentati per quest’area dalla dottoressa Ianniciello sono in linea con la media nazionale e sono dei dati che esigono una risposta forte e immediata da parte del governo. Il lavoro fatto bene in precedenza di campagne di sensibilizzazione e piani territoriali sono stati ripresi ma sono state altresì attivate le condizioni per cui questi piani potessero diventare operativi, mettendoci le risorse e le persone competenti”. “Sono orgoglioso dell’approvazione del piano del 21 novembre” ha continuato il sottosegretario ricordando che “è un piano che ha visto impegnati me e i miei colleghi, in particolar modo la ministra Giulia Bongiorno, molto attenta a queste tematiche: quello della violenza sulle donne è un tema che dev’essere affrontato a 360 gradi e noi dobbiamo lavorare sul sistema sanitario che deve avere a livello nazionale una rete di aiuto e sostegno per le donne vittima di violenza. Dobbiamo avere un lavoro di formazione nuovo delle forze dell’ordine, della Polizia, dei Carabinieri e tutti i primi interlocutori, delle prime Istituzioni con cui si interfacciano le donne vittima di violenza quando trova il coraggio di reagire e denunciare. Dobbiamo avere un maggiore numero di centri antiviolenza con l’apertura di centri intermedi: le condizioni di povertà o di dipendenza reddituale impone che ci siano delle dimore di potersi sostenere in un periodo determinato di tempo di affiancamento alla denuncia, inserendo le donne in percorsi di formazione al fine di renderle indipendenti economicamente, considerando anche la difficoltà di molte donne che scelgono di non denunciare per non essere giudicate male, perché come spesso accade nei nostri territori è molto semplice che si vengano a sapere le cose, rendendo difficile la riservatezza e il compromettere la dignità senza la paura di sentirsi giudicate. In questo piano interministeriale sono state inserite anche le risorse economiche per renderlo operativo in pochi mesi cosi da dare gli strumenti necessari per realizzarsi e rilanciando una fase di monitoraggio e punto di verifica per vedere l’andamento delle cose da qui a sei mesi. Il Dipartimento delle pari opportunità ha stabilito la somma di 33 milioni di euro. Questo lo uniremo a una forte campagna di comunicazione e sensibilizzazione soprattutto verso i ragazzi. Molto spesso quando si va a fondi dei casi di cronaca, si radica sempre negli aggressori la concezione della donna come qualcosa che si possiede. Questa distorsione va agevolata e raccontata bene soprattutto alle nuove generazioni, di ragazzi sempre connessi ma molto spessosoli, cresciuti in contesti senza punti di riferimento”.


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CRONACA Chiusi i termini per la presentazione delle domande

CONCORSI CASALNUOVO: E’ POLEMICA C ome avevamo ricordato nel numero scorso, il Comune di Casalnuovo di Napoli ha indetto diversi bandi di concorso, per titoli ed esami, per assumere 22 agenti di Polizia municipale, 9 istruttori amministrativo, 2 istruttori tecnici e 2 istruttori direttivi informatici da assumere con contratto a tempo indeterminato e part-time. Una grande notizia, indubbiamente! Una notizia che scuote gli animi e dona speranza ai tanti giovani e non che sono in cerca di lavoro. Erano anni che non veniva indetto un concorso pubblico per il comune di Casalnuovo, nonostante i numerosi pensionamenti e la forte carenza di personale, soprattutto nelle fila della polizia municipale. E infatti sono arrivate duemila domande di partecipazione! Un boom di richieste che rende anche l’idea della voglia di trovare un lavoro stabile. Le paure e le incertezze in merito alle procedure di selezione sono tante, sui social network si leggono numerosi dubbi e tante domande, molti cittadini si chiedono: saranno limpide le selezioni? vincerà la meritocrazia? E alcuni già sentenziano che “sarà tutto truccato”.... L’italiano medio, si sa, è tendente al lamento, al disfattismo, quindi sarebbe ora, in ogni caso, di rimboccarsi le maniche, smetterla di lamentarsi e darsi da fare al massimo delle proprie possibilità per poter riuscire. Accanto a questo spirito, però ovviamente, visto che non viviamo nel paese dei balocchi, occorre vigilare, vigilare, vigilare! E cercare di capire tutte le anomalie, come quella della scelta di bandire concorsi per lavori part time e non a tempo pieno. Come abbiamo spiegato nel numero scorso, potrebbe essere stato un modo per evitare di coprire i posti vacanti con la mobilità, preferendo fare concorsi veri e propri. Ma come si svolgeranno effettivamente le procedure di selezione del personale? I concorrenti, una volta superate le preselezioni, affronteranno le prove scritte e orali potendo ottenere un massimo 30 punti per ciascuna prova e gli altri punteggi che concorreranno a formare la graduatoria saranno valutati in base a curriculum vitae ed esperienze varie. “Tutto sarà gestito nel massimo della trasparenza e della correttezza delle normative vigenti in materia” dichiara il Sindaco Massimo Pelliccia aggiungendo: “il Comune, infatti, ha scelto di affidare ad una società esterna, da

individuare attraverso apposita procedura pubblica, la gestione delle prove di pre-selezione indispensabili alla stesura delle graduatorie”.

Su questa decisione di affidare a una società esterna la procedura selettiva, che a breve entrerà nel vivo, sono nate polemiche però. “Siamo l’unico ente locale che bandisce un concorso e non si affida al Formez” afferma il consigliere Antonio Corcione: “Per questo nell’eventualità le procedure concorsuali procedano così come da bando segnalerò alle autorità

di Marina Greco

IN BREVE

Dopo i dubbi sui motivi che hanno spinto l’Amministrazione a bandire concorsi per posti a tempo determinato, ora si chiede la massima trasparenza sulle selezioni e perché ci si è affidati a una società privata per le preselezioni

competenti le scelte alquanto discutibili di far presiedere le commissioni valutatrici a personale dell’ente. Serve la massima trasparenza. Non basta dire che bello il nostro concorso. Serve che il concorso sia fuori da ogni discutibile dubbia interpretazione di selezione dei partecipanti. Per questo non capisco, così come ha fatto la Regione Campania, la scelta di non affidare all’ente dello stato specializzato in procedure di questo genere, il Formez, tutta la gestione del concorso. Vigileremo e saremo attenti in nome della meritocrazia e della trasparenza sotto le quali questo concorso si deve svolgere”. D’altro canto il Sindaco garantisce massima trasparenza e “grande senso di responsabilità verso i cittadini e verso tutti coloro che aspirano a ricoprire ruoli nella pubblica amministrazione”.

Inoltre proprio il Sindaco di Casalnuovo lancia un appello al presidente della Regione, De Luca, che ha dichiarato di voler avviare una procedura selettiva per la selezione oltre diecimila risorse da collocare negli enti pubblici della regione che ne faranno richiesta: “Siamo disponibili anche noi a mettere a disposizione

degli altri soggetti le graduatorie al fine di collocare le figure professionali presso gli Enti che, come noi, lottano ogni giorno contro la carenza di personale”. L’obiettivo del Sindaco è anche far in modo che pure altri soggetti pubblici possano attingere personale dalle graduatorie che il Comune di Casalnuovo di Napoli stilerà con il concorso. Per il momento restiamo in attesa di scoprire il calendario delle prove preselettive e le modalità di scelta dell’ente selezionatore, confidando che tutto avvenga secondo la massima trasparenza.


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POLITICA

Incontro in redazione con il Sindaco di Afragola, Claudio Grillo

“E’ VERO, VOLEVO DIMETTERMI” “ di Antonio Iazzetta

IN BREVE

Grillo parla di alta velocità, rifiuti, inchiesta Conad e tanto altro e non smentisce la minaccia di mollare: “Ma non sono pentito della scelta di candidarmi perché ho ancora voglia di dare un mio contributo. Sono pronto ad ascoltare tutti, ma alla fine decido io”

Non nascondo che quello che avete scritto è vero. Ho minacciato le dimissioni. Forse anche perché sono estraneo alla politica, ma, di fronte a logiche che saranno anche normali in politica ma che non conoscevo e non comprendo, ho pensato davvero di dimettermi. Forse ho esagerato, ma quando ti rendi conto che portare avanti il programma per cui hai deciso di candidarti, la rabbia sale e ti porta anche a minacciare le dimissioni”.

Risponde così il sindaco di Afragola, Claudio Grillo, alla domanda sulla fondatezza delle voci di dimissioni che avevamo riportato nel numero scorso. Nel colloquio avuto in redazione, il primo cittadino afragolese non nasconde i problemi in maggioranza, anche se non è ancora arrivato a chiedersi: “Ma chi me l’ha fatto fare?”.

“No. Questo a dire il vero, no. Sono ancora animato dalla voglia di fare qualcosa di buono per la città in cui sono nato e vivo. Voglio ancora dare il mio piccolo contributo per migliorare la qualità della vita ad Afragola. Anzi, queste difficoltà che sto incontrando sono anche uno stimolo ad andare avanti per dimostrare che c’è anche un altro modo di fare politica che metta da parte personalismi e polemiche inutili; solo così potremo spingere anche tanti che ora si tengono lontani dalla politica ad avvicinarsi e questo è uno degli obiettivi che mi pongo da qui alla fine della consiliatura: Portare energie nuove nella politica afragolese”. Che ci potessero essere problemi con una coalizione così variegata era prevedibile, ma si aspettava un clima così conflittuale che ha portato a un rallentamento dell’avvio dell’attività amministrativa? “Se dicessi che sono stato sorpreso da questo clima sarei un ipocrita. Sapevo che io ero stato scelto perché ero un

candidato in grado di mettere insieme anime diverse e storie politiche diverse, comprese quelle di chi ha avuto ruoli importanti nella politica cittadina e sovracomunale. Sono però impegnato, giorno per giorno, a superare i conflitti che ci sono stati, che ci sono e che ci saranno. Ascolto tutti e mi confronto con tutti, ma poi decido io perché è questo il mio compito, il motivo per cui gli afragolesi hanno deciso di affidarmi la guida della città”. Le cronache politiche riportano conflitti soprattutto con Forza Italia. Il rapporto con le altre forze politiche è più tranquillo? “Sì, ho avuto problemi con Forza Italia ma credo che siano stati ormai superati. Non mancheranno altre occa-

sioni di scontro, con loro e con le altre forze politiche e civiche che mi sostengono, ma resta ferma una cosa: io antepongo il rapporto personale a quello politico nel senso che io ci metto la faccia e mi impegno, al di là delle bandiere politiche, a rappresentare tutte le anime della mia coalizione. Sono io il garante della tenuta della maggioranza”. Il principio di anteporre le bandiere politiche vale anche per le opposizioni? Con il sindaco uscente, Mimmo Tuccillo, che ha deciso di restare in Consiglio comunale, per esempio, ha

intenzione di collaborare? “Certo, con lui e con tutti i rappresentanti dell’opposizione. Tuccillo ha una lunga storia politica, in città e fuori, e gli auguro di avere altri ruoli di

primo piano. Con lui sono aperto al confronto nel bene della città, senza chiaramente mettere in discussione la realizzazione del nostro programma. Ne abbiamo già dato prova recentemente con l’approvazione della mozione con cui chiediamo agevolazioni sulle spese per la gestione dei rifiuti in cambio della disponibilità a far costruire sul nostro territorio un impianto di compostaggio”.

A proposito, c’è il rischio di non costruirlo più visti i ritardi… “Il rischio c’è, tanto che la Regione c’ha già minacciati di revocare l’anticipo che c’è stato dato per i ritardi accumulati dalla precedente Amministrazione e non ancora recuperati da questa che guido io. C’è comunque tutto l’impegno a portare avanti il progetto che, voglio ripeterlo, non avrà conseguenze sulla qualità dell’aria in città, sia perché fuori dalla città, in un’area al confine con Caivano, sia perché sarà realizzato un impianto moderno e non inquinante”. Parlando di rifiuti, non si può non parlare delle difficoltà nella raccolta dei rifiuti in città…. “Sì, ci sono problemi, ma sono dovuti anche all’appalto deciso dalla precedente Amministrazione. Anche il fatto di prevedere un passaggio pomeridiano per la raccolta dell’indifferenziato, in qualche modo, disincentiva alla raccolta differenziata. C’è tanto da lavorare, ma serve anche la collaborazione dei cittadini, vecchi e


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POLITICA nuovi afragolesi e con nuovi afragolesi mi riferisco ai tanti immigrati che vivono nella nostra città”. I rifiuti continuano a invadere anche le periferie, con vere e proprie discariche, come quella che si sta creando all’ingresso della Masseria Ferraioli. A proposito, che sta succedendo? Che intenzioni avete per quel bene confiscato alla camorra? “Abbiamo intenzione di valorizzarla al meglio. Mi sto incontrando costantemente con le realtà che hanno ottenuto la gestione del bene e vogliamo trovare una soluzione condivisa alle varie problematiche emerse”. Ma c’è la possibilità di una revoca della gestione e magari di una vendita del bene, come previsto dal decreto sicurezza voluto da Salvini? “Non posso escludere nulla, anche se la strada che stiamo percorrendo è quella di continuare con la gestione attuale, ma è chiaro che vanno riviste alcune cose”. Nei giorni scorsi è stato abbattuto il cedro secolare di piazza Gianturco. E’ vero che è colpa dei lavori fatti male dalla ditta che ha fatto i lavori e che avete intenzione di chiedere un risarcimento? “Sì, se fosse confermato che il cedro è stato danneggiato dai lavori, chiederemo un risarcimento che vada al di là del valore economico dell’albero che era parte integrante della storia della nostra città. Certo è che sui lavori in piazza e nel vicino viale Sant’Antonio va fatta massima chiarezza. Mi dispiace che l’abbattimento sia stato deciso e fatto nel corso della mia sindacatura, ma purtroppo non c’erano alternative perché la relazione era abbastanza chiara e parlava di un pericolo grave e imminente e non potevo rischiare che cadesse sui passanti o sugli automobilisti di passaggio nella piazza”. Afragola è già piena di luci natalizie… “Da cittadino ho sempre pensato che spendere soldi per le luminarie a pochi giorni da Natale era inutile e, quindi, ora che sono Sindaco ho voluto muovermi con molto anticipo anche per creare motivi di attrattiva per la nostra città. Accenderemo le luci il 24 novembre, a un mese dal Natale e non spenderemo neanche un euro in più rispetto allo scorso anno. E, nelle spese, rientrano anche tutte le altre attività previste, compreso il mercatino che faremo a ridosso dell’Immacolata”. Lei è un imprenditore molto attivo anche nel settore della grande distribuzione. Come rilanciare quelli afragolesi? “Io da sempre dico che Afragola può essere la città del commercio e mi riferisco sia ai piccoli negozi che alla grande distribuzione. Servono politiche che favoriscano entrambi che possono convivere e non devono temersi a vicenda. Nell’area urbana dobbiamo creare le condizioni per i centri commerciali naturali, mentre nelle aree dove c’è la grande distribuzione bisogna attrarre investimenti. Per la zona dell’Ipercoop un aiuto concreto arriverà dalla realizzazione della linea

Napoli Cancello che molti vedono come una jattura visto che i lavori interesseranno anche l’area dei parcheggi. Io invece la vedo come un’opportunità visto che ci sarà una fermata della nuova linea proprio in quell’area. In questo modo sia chi viaggia con l’alta velocità che chi viaggia sulla linea regionale potrà arrivare in treno in quella zona”. E nella zona del Cantariello, quella dove ci sono Ikea e Leroy Merlin? Lì sembra che gli affari vadano bene, ma non mancano i problemi... “Sì, le vendite sembrano buone, ma anche lì bisogna intervenire con interventi che rendano quell’area più vivibile. E un passo importante potrà avvenire anche con lo svincolo che Ikea dovrebbe costruire a sue spese, stando a una sentenza ottenuta dalla precedente Amministrazione. Stiamo vedendo cosa ci sia di vero e come ottenere quello svincolo che sarebbe utile anche per la viabilità interna ad Afragola visto che chi vive a Sud della città potrebbe usare quello svincolo senza dover attraversare tutta la città per andare a prendere l’asse mediano e poi l’autostrada”. La sua Amministrazione sta facendo i conti anche con un’inchiesta che sta facendo chiarezza sulle autorizzazioni all’apertura della Conad. Tra gli indagati c’è anche Aniello Baia, assessore della sua Giunta. Nel caso in cui fosse rinviato a giudizio gli chiederà di dimettersi? “Io mi auguro che tutto si risolva nel migliore dei modi, senza arrivare al giudizio. Ma, nel caso in cui dovesse essere rinviato a giudizio, mi appellerò alla sensibilità di ognuno, ma chiaramente prenderò anche i miei provvedimenti. E mi riferisco chiaramente anche alle altre persone coinvolte in questa vicenda che vede protagonisti anche alcuni funzionari e dirigenti”. L’area intorno alla stazione dell’alta velocità è stata al centro del dibattito nel corso della campagna elettorale. Che c’è di nuovo oltre alle tante buone intenzioni? “Al momento nulla. E nulla si potrà fare se non si avvierà un tavolo che metta insieme tutte le Istituzioni che possono fare qualcosa. A quel tavolo io chiederò che si cominci subito a preoccuparsi di creare dei collegamenti degni di quella stazione che è sempre più frequentata. Qualcosa si sta già muovendo con l’avvio a breve dei lavori per la costruzione del collegamento con la Napoli Cancello”. Quindi non l’ha fatta una telefonata al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per spingerlo a valutare l’ipotesi di costruire lo stadio in quella zona? “No, perché non c’è ancora un progetto preciso di quel che si vuole fare lì. Poi è chiaro che se mi chiamasse, sarei pronto ad ascoltarlo e valutare se è una buona opportunità per Afragola”.

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CRONACA

Si discute del futuro della Masseria Ferraioli

UNA STORIA DA CONTINUARE? M

entre a Roma si gettano le basi per un’ingenuità discutibile sulla possibilità di vendere i beni conIN BREVE fiscati alla criminalità organizzata (magari alla criminalità stessa?) anche a privati, come previsto dal Decreto sicurezza, ad Afragola si porta avanti un modello di gestione e riqualifica degli spazi in un bene confiscato condiviso sul piano nazionale e, questo Settembre, raccontato all’Università di Bologna per la Summer School “Lavoro e legalità”. La Masseria Antonio Esposito Ferraioli è un edificio circondato da 12 ettari di terreno in via Procida, di fronte ai centri Leroy Merlin e Ikea. La sua storia inizia con la confisca definitiva nel luglio del 1996 a Vincenzo Magliulo, testa del clan Magliulo che, assieme al clan Moccia, ha gestito la vita economica e sociale della città. Dal 2016 affidato tramite bando dal Comune di

di Rossella Palmieri

L’area sequestrata al clan Magliulo al centro di polemiche. Ripercorriamo la storia e proviamo a fare chiarezza su quanto è stato fatto e quanto si intende fare nei prossimi mesi

Afragola a un’associazione temporanea di scopo di cinque soggetti (Consorzio Terzo Settore, CGIL Napoli, Sott’e’ncoppa, “L’uomo e il Legno” e cooperativa Giancarlo Siani). Il progetto di riutilizzo del bene, in chiave fortemente imprenditoriale, ha visto dapprima un nuovo nome per questo luogo: Antonio Esposito Ferraioli. Sindacalista e cuoco, vittima innocente di camorra nel ‘78 a Pagani per aver denunciato l’utilizzo di carne avariata nella mensa della FATME, l’azienda in cui Tonino cucinava per i propri colleghi. Ucciso a 27 anni per aver intralciato un business d’oro della criminalità. Con il coraggio di Tonino e la volontà di restituire e ricordare l’anima agricola di questa città, i gestori della Masseria danno il via agli incontri di progettazione partecipata nel settembre 2017. Incontri aperti al pubblico per raccogliere idee, dubbi e proposte su iniziative e progetti da mettere in campo “a casa propria”. Da qui

LUNEDÌ 26 NOVEMBRE ARRIVA IL MINISTRO COSTA

Dopo un tour nella Masseria parteciperà a un incontro in Comune dove si farà chiarezza

di Rossella Palmieri

Negli ultimi tempi sono state diffuse calunnie e false notizie sulla gestione della Masseria. Una “piccola” macchina del fango, orchestrata da esponenti di secondo piano della politica locale e da qualche blogger” hanno scritto Giovanni Russo dell’associazione Sott’e’ncoppa

e Gianluca Torelli, rappresentante della CGIL Napoli, attraverso una nota pubblica condivisa dal sito ufficiale della Masseria Ferraioli rispondono a domande, e insinuazioni, per fugare ogni dubbio che da questa estate, per aumentare nei mesi di settembre e ottobre, hanno gettato nel mirino dei media locali questo progetto di riutilizzo di un bene confiscato alla criminalità. Tra le domande più frequenti, lo stato di salute dei terreni della Masseria che, come spiegano gli stessi gestori, sono stati più volte analizzati e nessuna sostanza inquinante che possa danneggiare la coltivazione è stata mai rilevata. “Questa estate a causa di un incendio vicino ma fuori i terreni della Masseria qualcuno ha volutamente alzato un polverone sulla presenza di cinque

tubi di amianto, integri e messi in sicurezza secondo le norme, sul perimetro alle nostre spalle insinuando una nostra ingenuità o peggio, connivenza con il “pericolo” amianto e i vicini orti urbani” racconta Giovanni Russo precisando: “Per la rimozione, attendiamo l’ok di Asl e Comune. Un “ok” che nonostante sollecitazioni durate più di un anno e mezzo, non è ancora arrivato. Ad arrivare però è stata la richiesta da parte del Comune di provvedere alla rimozione dei rifiuti a spese dell’ATS, una richiesta da subito accettata nell’interesse della risoluzione, quanto prima, del problema (ormai bersaglio di facili mire) ma resta comunque la sorpresa”. Gli attacchi però, non riguardano solo l’amianto. A catturare l’interesse sono altri due grandi simboli di questo bene: il pescheto e gli orti urbani. “Quando ci è stata affidata la Masseria abbiamo trovato una parte del pescheto gravemente ammalata di armillaria. Molte di quelle stesse piante

furono, poi, date alle fiamme da alcuni soggetti, circostanza che abbiamo puntualmente denunciato alle autorità. Quelle fiamme distrussero un pescheto che però di fatto era già moribondo e trascurato. Il nostro lavoro è stato davvero complicato: abbiamo operato in condizioni difficilissime, e separare manualmente i tronchi bruciati dalla plastica degli impianti di irrigazione, rimuovendo dalla terra ogni frammento, ha richiesto mesi, oltre che una spesa economica molto importante, di cui ci siamo fatti carico senza nessun ritorno. Una volta rimossi gli alberi abbiamo dovuto rimuovere anche le radici, per evitare che l’armillaria potesse restare nel terreno e per la stessa ragione siamo stati costretti a mantenere ferma la zona dove c’erano gli alberi malati, per dare il tempo a questo fungo di smettere di essere pericoloso per le future coltivazioni”. In quella parte di terreno ora ci sono i 1.704 alberi di specie rare e in via di estinzione che vanno a formare il “Museo vivente della


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CRONACA

nascono gli orti urbani: 100 orti affidati nel successivo dicembre a famiglie, associazioni, scuole del territorio per far scoprire la bellezza della natura e di un luogo abbandonato per più di 20 anni. Un progetto ambizioso che ha portato, in un anno, alla formazione di una vera comunità di centinaia di persone che ogni giorno vanno in Masseria a curare la propria terra, stringono legami e partecipano alla vita della città. In primavera con la fioritura del pescheto e le giornate di sole, si sono tenuti gli eventi della pasquetta e del primo maggio. “Abbiamo avuto, per entrambi gli eventi, un’affluenza di

esperienza che ora, viaggia per l’Italia nelle storie di quei ragazzi”.

prova del nove a metà del nostro percorso decisamente superata. Ha dimostrato che oltre alla comunità degli ortolani e dei volontari che si spendono su questi terreni, abbiamo il sostegno di molte altre persone in giro per la Campania, e anche fuori, che credono in quello che stiamo facendo” ha detto Gianluca Torelli della Cgil Napoli.

Ed è con la prima settimana dei campi di E!State Liberi che si è avuta l’inaugurazione del Museo vivente della Biodiversità, 1.704 nuovi alberi, piantati dai gestori della Masseria, di specie in via d’estinzione e autoctone che si stendono in filari con un duplice compito: quello di dare la possibilità a questa città e ai suoi bambini di conoscere la natura e i suoi frutti, e quello di ricordare vittime innocenti di camorra attraverso un percorso di memoria. Nelle 6 settimane di campi sono state apposte le prime targhe con incise le storie di coraggio, di vita quotidiana, di persone interrotte dalla violenza criminale di chi, con ogni mezzo, sottrae la libertà. Ma è dal prossimo 26 novembre che inizierà a battere il vero cuore della Masseria: dieci donne vittime di violenza o disoccupate, dopo aver partecipato nei mesi passati a un corso di formazione, daranno vita all’Associazione di Promozione sociale “M.I.A.” che si occuperà di commercializzare e distribuire i prodotti della Masseria. Il progetto, realizzato grazie al contributo di Costa Crociere Foundation, realizzerà così uno degli obiettivi dei gestori della Masseria: sconfiggere la camorra sul piano economico, dando lavoro di qualità e dimostrando che la legalità conviene, che la legalità crea sviluppo e nuova occupazione.​ “Come bene confiscato alla criminalità abbiamo sentito l’esigenza di

campeggiato nel pescheto della Masseria e vissuto il bene. Hanno visitato Afragola, conosciuto il presidio locale di Libera e incontrato numerose testimonianze di familiari di vittime innocenti” racconta ancora Gianluca Torelli sottolineando “sono stati momenti intensi e di profonda crescita, per loro come per noi. La comunità degli ortolani è stata preziosissima in questo, hanno cucinato i prodotti degli orti, raccontato questa

Torelli aggiungendo: “Il 30 Agosto, in coincidenza con l’ultima settimana di campi e con l’anniversario della morte di Tonino Ferraioli, abbiamo onorato il suo coraggio con la presenza del fratello, Mario e del presidente della Camera, Roberto Fico, che ha sistemato la targa di Ferraioli nel nostro Museo e ribadito, ancora una volta, l’importanza di questa esperienza e di chi ogni giorno fa fronte comune contro le mafie”.

oltre duemila persone. Le famiglie arrivavano e chiedevano “possiamo entrare gratis?” e noi rispondevamo “Signora ma questo posto è anche suo!” ci dice Giovanni Russo, direttore Masseria

Ferraioli. Con la pasquetta è partito un crowdfunding per la costruzione dell’impianto d’irrigazione per gli orti urbani. Un altro piccolo successo che ha visto, il mese scorso, l’avvio dei lavori in Masseria. “Il crowdfunding è stato un momento molto importante per noi, una

Ma la vera messa in prova sono stati i campi di E!State Liberi di Libera - contro le mafie che questa estate, per 6 settimane, ha visto la Masseria ospitare centinaia di ragazzi e volontari dello Spi (Sindacato Pensionati Italiani). “Ogni settimana abbiamo avuto un gruppo diverso, i ragazzi hanno

legare questo progetto di stampo agricolo all’importanza di un’educazione alla memoria, all’impegno, alla trasmissione di valori necessari come la libertà, la dignità umana, il coraggio. Farlo attraverso i filari del Museo ci è sembrata l’occasione migliore. La natura ha sempre da insegnare, questa volta ci insegna a ricordare” continua Gianluca

biodiversità”, di cui ogni filare è dedicato alla memoria di una vittima innocente della camorra come Antonio Esposito Ferraioli, Gerardo​d’Arminio, Silvia Ruotolo e altri. Inaugurato questa estate dai ragazzi dei campi di E!State Liberi. “La procedura per affidare gli orti è poco chiara? Il bando per l’affidamento è stato scritto durante assemblee di cittadini aperte a tutti. Il regolamen-

to allo stesso modo. Abbiamo garantito la massima partecipazione dando la possibilità di modificare mese per mese le regole della nostra comunità dall’assemblea degli ortolani: basta fare una proposta di modifica e questa verrà discussa. Per richiedere l’orto, bisogna compilare un piccolo modulo disponibile sul sito della Masseria. In questo momento ci sono 120 orti affidati e circa 90 richieste in attesa, la cui graduatoria viene rispettata scrupolosamente e si procede ad affidare gli orti che si liberano in ordine cronologico. Insomma, si potrebbe essere più chiari e limpidi di così?”commenta Gianluca Torelli precisando: “Abbiamo allontanato quattro ortolani in questo primo anno di lavori per gravi mancanze di rispetto delle nostre regole. Fino a ora, gli orti affidati sono stati circa 200, tra questi qualcuno ha rinunciato per mancanza di tempo, altri per impegni di lavoro o per motivi personali, e nuovi ortolani hanno preso il posto di chi lasciava il proprio orto”. Lunedì 26 novembre intanto la Masseria Ferraioli sarà aperta per una visita guidata dagli stessi gestori e volontari che animano il bene dalle 9.30 alle 10.30, in occasione anche della presentazione dell’associazione di promozione sociale M.I.A., nata dal progetto con Costa Crociere Foundation, per poi spostarsi dalle 11.00 al convegno che si terrà presso il Comune di Afragola, con il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, il sindaco di Afragola, Claudio Grillo, e il sindaco della Città metropolitana, Luigi De Magistris, per raccontare quanto è stato fatto in questo primo anno di gestione e dei progetti futuri. “Chiederemo alle Istituzioni del territorio, di sostenerci attivamente in questo difficile cammino, perché la lotta contro le organizza-

zioni malavitose deve essere compito dell’intera società e non dei singoli. Un ruolo di primo piano spetta al Comune: grazie al nostro lavoro e alla sinergia con la precedente Amministrazione, siamo riusciti a portare ad Afragola un finanziamento di 1 milione e mezzo di euro per ristrutturare la Masseria. Sono fondi europei dedicati ai beni confiscati alle mafie. Il Comune di Afragola, con il quale siamo in grande sintonia e in costante contatto, adesso ha il compito di valorizzare e non disperdere questo patrimonio: Noi faremo la nostra parte, ma solo grazie alla collaborazione tra Istituzioni, cittadini e associazioni si può vincere la battaglia contro le mafie. Noi continueremo a fare la nostra parte col sostegno di una comunità di cittadini che finalmente ha un luogo in cui stare insieme, a contatto con la propria terra” ci hanno detto i gestori della Masseria.


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CRONACA

Ennesima inchiesta sulla gestione dei rifiuti in Campania

TREMANO CARDITO E CASALNUOVO N

di Angelica Argentiere IN BREVE

La Procura di Napoli ha avviato perquisizioni e controlli in diversi comuni tra Napoli e Caserta. L’obiettivo è capire se ci sono state irregolarità nell’assegnazione degli appalti per favorire la camorra

ubi all’orizzonte per le Amministrazioni comunali di Cardito e Casalnuovo che, insieme ad altre delle province di Napoli e Caserta, sono al centro di una nuova inchiesta della Procura di Napoli che potrebbe portare alla luce irregolarità nella gestione dei rifiuti. Ad annunciare l’inchiesta è stato il procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo, sottolineando che i suoi sostituti stanno indagando su una serie di appalti assegnati nei comuni di Caserta, Aversa, Cardito, Casandrino, Sant’Arpino, Recale e Casalnuovo, dove i carabinieri del Nucleo di tutela ambientale hanno dato il via ad una serie di verifiche per accertare l’esistenza di irregolarità. In particolare, i magistrati della Procura di Napoli stanno indagando su presunti “traffici organizzati

di rifiuti, realizzati nel quadro di una vasta e ramificata attività di illecito condizionamento delle funzioni pubbliche deputate alla gestione del ciclo dei rifiuti in Campania e, in particolare, alla gestione degli appalti dei servizi di raccolta, trasporto e smaltimento affidata alle cure di amministrazioni comunali”.

Una nuova inchiesta sui rifiuti che va ad aggiungersi alle tante che hanno interessato la Campania negli anni scorsi e che punta anche a verificare la presenza e l’influenza dei clan all’interno del ciclo

dei rifiuti campani. Al momento non si sa ancora quanti e chi siano gli indagati, ma l’inchiesta vede coinvolti sicuramente amministratori pubblici che, insieme a funzionari, dirigenti e tecnici dei comuni citati. Con loro sarebbero finiti nell’inchiesta anche rappresentanti di Campania Ambiente e Servizi e della Sapna, le due società della Regione che si occupano di rifiuti. A condurre gli accertamenti la Direzione distrettuale antimafia che ha anche avviato una serie di perquisizioni in uffici di alcuni Sindaci e funzionari pubblici per acquisire atti necessari alle indagini.

PRIMA COMUNIONE A CAIVANO PER AURORA

La bambina simbolo della Terra dei fuochi ha scelto la Chiesa di don Maurizio Patriciello

U

di LLB

n giorno da ricordare per Aurora, una dei bimbi che vivono nell’area della Terra dei fuochi ammalate di tumore. Nei giorni scorsi, infatti, la dodicenne, che vive a ridosso della discarica Resit di Giugliano, ha preso la prima Comunione nella Chiesa di San Paolo apostolo, quella del parco verde di Caivano gestita da don Maurizio Patriciello. In tantissimi sono venuti ad augurarle il meglio e Aurora ha ringraziato tutti dicendo di aver deciso “di prendere la prima comunione nella chiesa del Parco Verde di Caivano perché qui ci sono bambini più sfortunati di me”. Aurora, nonostante la sua lotta contro il tumore, ha sempre avuto un’attenzione particolare per gli altri bambini, come dimostra anche la sua decisione di destinare i soldi raccolti in occasione della sua prima Comunione per comprare regali da destinare ai bambini ricoverati negli ospedali napoletani. Tra coloro che sono andati a Caivano ad augurarle il meglio c’era anche uno dei suoi idoli, Gigi D’Alessio, che, a sorpresa, è arrivato nel rione della ricostruzione alla periferia della città. “Aurora è il simbolo della Terra dei Fuochi e oggi, nella giornata in cui ha fatto la prima Comunione, io non potevo mancare” ha detto D’Alessio postando la foto che li ritrae insieme sui social.


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Vertice di mezzo Governo nella Prefettura di Caserta

CRONACA

IL PIANO PER LA TERRA DEI FUOCHI

C

ome annunciato dopo l’ennesimo rogo in un sito di raccolta e lavorazione dei rifiuti in Campania, una parte del Governo, quella costituita dai Ministri che hanno competenze sul tema, si sono incontrati a Caserta, nella sede della Prefettura, insieme al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, per mettere a punto un “Piano d’azione sulla Terra dei Fuochi”. Si chiama così, infatti, il documento firmato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, dal ministro del lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dal ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dal ministro per il Sud, Barbara Lezzi, dal sottosegretario al Ministero della Salute, Armando Bartolazzi, dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e dai prefetti di Caserta, Raffaele Ruberto, e Napoli, Carmela Pagano. “È un piano d’azione, non è un protocollo d’intesa, un accordo di pro-

Regione, De Luca, che, a un certo punto, ha addirittura abbandonato il vertice, ritornando solo dopo la mediazione del Prefetto di Caserta, ma senza firmare la parte del documento in cui si faceva riferimento alla possibilità di estendere sul piano regionale il progetto Epica di raccolta dei dati messo a punto da alcuni medici di base e pediatri. “Non abbiamo firmato il secondo protocollo per Terra dei Fuochi” ha detto De Luca “perché accennava a soggetti

che, da generale della Forestale prima e dei Carabinieri forestali, poi, indagò sulle discariche della camorra e che oggi è il ‘padre’ del documento. Presidio, intelligence e repressione Il piano prevede che l’esercito vada immediatamente a presidiare quei siti di lavorazione dei rifiuti che, secondo le prefetture di Napoli e Caserta, sono a rischio di incendi dolosi, così come richiesto da più parti nei giorni scorsi. Almeno, in questo modo, si annullerà quasi del tutto il rischio di incendi simili a quelli che hanno interessato gli impianti di Pascarola, San Vitaliano, Marcianise e Santa Maria a Vico, mettendo a rischio la raccolta dei rifiuti nelle nostre città. Cento Carabinieri esperti in indagini ambientali saranno distaccati sul territorio per rafforzare l’attività di intelligence e repressione. Il progetto prevede una definizione chiara delle competenze dei vari organi dello Stato (forze dell’ordine, vigili del fuoco e Asl) e di come devono rapportarsi fra di loro per evitare incomprensioni e contrasti. Si punta anche a un migliore coordinamento come spiega Costa: “Sapere e indicare in una sorta di coordinamento completo chi fa cosa. Il

Immediata la replica dei medici che stanno portando avanti il progetto Epica, tra cui quella del frattese Luigi Costanzo: “Perché si ha paura dei medici di medicina generale?

gramma. È una cosa che mostra i muscoli dello Stato in tutte le sue declinazioni” ha commentato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa

cittadino deve sapere in ogni momento che, se accade una cosa, avrà delle risposte e da chi. E coloro che rappresentano la pubblica amministrazione devono sapere come colloquiare fra di loro”.

“Nel Piano vengono date scadenze precise su quando si devono effettuare le attività di monitoraggio dell’aria, del terreno, delle produzioni agricole. Coinvolti medici e pediatri che sono le prime sentinelle della salute” - ha poi aggiunto il titolare del Ministero dell’Ambiente precisando: “Noi vogliamo che questi medici pediatri e di base siano presenti in questo grande coordinamento”. Proprio sul coinvolgimento di medici di base e pediatri c’è stato uno dei maggiori motivi di contrasto con il presidente della

privati in relazione al controllo dei dati oncologici e per la Regione c’è un solo ente che li certifica, il Registro Tumori, la sanità pubblica. Noi non interloquiamo con ciarlatani che incontriamo nelle piazze protocollati ai Ministeri”.

di Antonio Cerbone IN BREVE

Finalmente arrivano i militari per evitare altri incendi negli impianti di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti. Non mancano le polemiche con De Luca e Salvini che hanno abbandonato il vertice e la conferenza stampa

Perché si ha paura di Epica? Un metodo che non vuole assolutamente sostituirsi al Registro dei tumori che ha dati “ufficiali fermi al 2012” ma solo implementarlo, dando la possibilità al decisore politico di usufruire di dati pronti, “attendibili” (i medici di Medicina generali sono le uniche e vere antenne epidemiologiche del territorio) consentendo a chi deve pianificare e distribuire le risorse economiche in termini di prevenzione primaria e presa in carico.di farlo su dati reali e non su meri dati statistici”.

Lo stesso Costanzo poi ha provato a spiegare, ancora una volta, cosa sia Epica sottolineando che è “un progetto ideato e realizzato da medici di medicina generale che sono “medici convenzionati”, quindi pubblici e non privati, evidentemente qualcuno ha ricevuto informazioni sbagliate! Lo studio ha coinvolto tutti i medici di base e i pediatri di Casoria che, in maniera gratuita, hanno incrociato i loro dati interfacciandosi con gli uffici catastali del Comune per “geolocalizzare” le patologie e con l’ufficio epidemiologico del distretto di Casoria che ha “pulito” i dati, per così dire “grezzi”. Lo studio è stato più volte presentato e illustrato ai massimi vertici aziendali e al pubblico attraverso convegni, servizi sulla carta stampata e sui media”. Oltre alla polemiche di De Luca, s’è notata, alla fine del vertice, l’assenza del ministro degli interni, Salvini, alla conferenza stampa. Un’assenza evidente per uno come lui che non si perde mai un’occasione per farsi vedere davanti a una telecamera. A giustificare la sua assenza, molto probabilmente, i malumori nel Governo con i Cinque Stelle, a cominciare da Di Maio, che hanno respinto la sua proposta di costruire altri termovalorizzatori in Campania.


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CRONACA

Ancora disagi per i collegamenti tra Napoli e la provincia

QUALCHE SPIRAGLIO PER CTP A

ncora senza soluzioni le problematiche della Compagnia Trasporti Pubblici, l’impresa che opera nelle province di Napoli e Caserta: lavoratori fermi con gli stipendi al mese di settembre e arretrati dei buoni pasto da marzo, pochi i mezzi in servizio a causa della mancata manutenzione degli stessi, e, soprattutto, la persistenza dei disagi per i viaggiatori. Il sindaco della Città Apprendiamo da fonti CTP che, nel mese di novembre sui 140 autometropolitana, Luigi bus programmati da piano di esercizio, suddivisi tra 53 Arzano, 24 Pozzuoli e 63 Teverola, appena 44 sono in strada. L’azienda è ancora de Magistris, ha in attesa dei fondi per la manutenzione che dovrebbe essere erogati risposto a Di Maio: a breve, ed entro la fine del mese dovrebbe essere prevista la famosa presentazione dei bilanci e del piano industriale. La salviamo da peggiorare la situazione per i viaggiatori si aggiunge il momentaneo black-out della sezione “reclami e soli. Ma, intanto, ci Asuggerimenti” del loro sito www.ctp.na.it: un messaggio di errore “servizio temporaneamente non disposono ritardi anche nibile”, che acuisce ancora di più la distanza tra azienda e chi vorrebbe usufruirne, atteso che il numero verde 800.48.26.44 rimanda al sito e alla casella di posta elettronica info@ctp.it. per lo sblocco Anche i sindacati non stanno facendo mancare il loro contributo per un tentativo di risoluzione dell’annodei soldi stanziati sa questione. “Chiediamo subito lo sblocco dell’avanzo di bilancio della città metropolitana a partire dall’esercizio finanziario dalla Regione per in corso”. Così Adolfo Vallini, rappresentante dell’Unione Sindacale di base. aggiustare i pullman Vallini ha poi spiegato le azioni di protesta, a partire dallo sciopero dello scorso martedì 6 novembre, presso la sede di Città Metropolitana di piazza Matteotti: in tale occasione, un presidio di lavoratori ha ribadito i momenti di difficoltà e le possibili vie d’uscita alla crisi; al sit-in si sono aggregati alcuni dipendenti dell’indotto della CTP: in particolare, alcuni rappresentanti della dittà SAMIR, impresa cui è affidato l’appalto dei servizi di pulizia, che vanta un credito di 880 mila euro e, a sua volta, non paga i propri dipendenti da due mesi. Inoltre, apprendiamo dal sito di questa sigla sindacale, www.usb.it, che una delegazione dipendenti autoferrotranvieri è stata ricevuta dal vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, in occasione della sua giornata a Napoli di lunedì 19 novembre: l’incontro era finalizzato ad avere un intervento del Ministro del Lavoro dei 5Stelle di sollecito verso il sindaco della Città metropolitana di Napoli, Luigi De Magistris, per lo sblocco dei 6 milioni di euro che la Regione Campania avrebbe già trasferito nelle casse dell’Ente di piazza Matteotti e che dovrebbero essere erogati alla CTP. I fondi che rischiano di essere annullati se lo sblocco non avverrà prima del 30 novembre prossimo. Pronta la risposta del primo cittadino che ha dichiarato di ringraziare Di Maio ma di voler salvare la CTP da soli. “Sono ore decisive – conclude Giuseppe Cirillo, il consigliere di Città Metropolitana delegato ai Trasporti – Stiamo sul problema da tempo. L’attenzione è massima e stiamo facendo del nostro meglio per il salvataggio di quest’azienda. Il Sindaco De Magistris ha approvato il 21 novembre una delibera di variazione al bilancio 2018 che prevede lo stanziamento di € 4.200.000,00 a favore della CTP, somma che servirà a ricapitalizzare quest’azienda che sta vivendo un momento di forti difficoltà economiche. Tali difficoltà si ripercuotono sulla qualità del servizio e sulle condizioni dei dipendenti della società. La proposta di variazione di bilancio sarà sottoposta, per l’approvazione definitiva, al Consiglio Metropolitano”.

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Importante operazione nel Parco verde

CRONACA

DURO COLPO AL TRAFFICO DI DROGA E nnesimo colpo allo spaccio di droga nel Parco verde di Caivano e questa volta a finire in manette anche un nome ‘eccellente’ della criminalità locale, quello di Rosa Amato, detta ‘Rosetta a terrorist’, che è stata arrestata insieme ai figli, Domenico Sabatino e Vincenzo Bellezza, e ad altre quattro persone. Tutti e sette sono ritenuti responsabili di associazione finalizzata al traffico e alla commercializzazione di sostanze stupefacenti e sono state arrestate nel corso di un’operazione portata a termine dalla Squadra mobile di Napoli, coordinata dalla locale Direzione distrettuale antimafia. Le indagini, svolte dalla Squadra mobile, hanno documentato l’esistenza e l’operatività di una ramificata organizzazione criminale dedita al traffico e alla cessione di sostanze stupefacenti, promossa e diretta da Rosa Amato alias “Rosetta a terrorist” e dai figli Domenico Sabatino e Vincenzo Bellezza, attività svolta, prevalentemente, all’interno del “Parco Verde” di Caivano. Le investigazioni, portate avanti anche grazie alla collaborazione di alcuni pentiti, hanno accertato il ruolo rivestito da ciascuno degli associati con una precisa suddivisione e distribuzione di ruoli e di compiti. Le intercettazioni hanno evidenziato con chiarezza che gli indagati avevano la continua disponibilità di sostanza stupefacente destinata alla distribuzione all’interno della piazza di spaccio del Parco Verde dove venivano vendute sostanze di diverso tipo, in particolare cocaina, crack e hashish. La vendita al minuto della sostanza stupefacente sul territorio di Caivano si realizzava attraverso un preciso sistema collaudato che conferma quanto

denunciammo anni fa. Il Parco Verde ha ormai sostituito Scampia come piazza di spaccio più grande d’Italia. In questo caso, gli inquirenti hanno evidenziato la realizzazione di un sistema che prevedeva un’attenta predisposizione di turni di servizio da parte di coloro che svolgevano il ruolo di pusher e vedette in modo da assicurare la operatività continua della piazza di spaccio anche nelle ore notturne limitando o rendendo difficile il lavoro di controllo delle Forze di Polizia; c’era anche un sistema e addetti al recupero delle somme lasciate in sospeso dagli spacciatori o da qualche tossicodipendente. E a rendere tutto simile a un ‘lavoro regolare’ c’erano stipendi collegati alle funzioni svolte. A distanza di poche ore, poi, un nuovo blitz, portato a termine dai Carabinieri della stazione di Caivano, ha portato al sequestro dell’appartamento del capo-piazza, sequestrando anche un kalashnikov nascosto nel sottoscala di una palazzina e avvolto in una t-shirt e plastica per proteggerlo dalla polvere. Al piano superiore della palazzina i militari hanno scovato due vani mimetizzati nel muro che si aprivano tramite un telecomando: al suo interno 3,3 chili di hashish, 410 grammi di cocaina, 71 di marijuana, un revolver con matricola abrasa, due pistole semiautomatiche con matricola abrasa, munizioni e materiale per il confezionamento di droga. Sempre all’ultimo piano scovati due appartamenti completamente abusivi. Uno, dallo stile kitsch, era abitato da un congiunto di un capo-piazza che è stato denunciato. L’altro era in fase di costruzione. Nel corso del servizio arrestato in flagranza un pusher 52enne di Crispano già noto alle forze dell’ordine.

di Antonio Cerbone

IN BREVE

Arrestata Rosetta a terrorist’ e due suoi figli. Erano a capo di un’organizzazione con ruoli e stipendi definiti. Il rione alla periferia di Caivano si conferma come la principale piazza di spaccio, superando ormai anche Scampia


16 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

CRONACA

Si rasserena il clima tra Amministrazione e associazioni a Frattamaggiore

“RIPARTIAMO PER LA CITTÀ” L di Antonio Cerbone

IN BREVE

L’annullamento di Bici in città autunnale e il ritardo nella pubblicazione e il ritardo nella pubblicazione dell’Albo delle associazioni aveva rallentato il lavoro e ridimensionato il ruolo della Consulta, ma un incontro ha chiarito la situazione per poter avviare una collaborazione proficua

a Consulta delle Associazioni di Frattamaggiore, costituita lo scorso giugno 2017, racchiude tutte le associazioni iscritte all’ albo comunale (circa 22). L’incontro e il confronto fra Istituzioni pubbliche e le forme associative favoriscono l’integrazione fra intervento pubblico e privato-sociale, per perseguire diverse finalità nell’interesse di entrambi i soggetti. Tuttavia, in questo primo anno di attività, la Consulta non sembra aver avuto il lancio desiderato sia per rodaggio di un meccanismo totalmente nuovo al Comune di Frattamaggiore, sia perché la collaborazione si è rivelata come una semplice partecipazione a eventi comunali senza aver mai avuto il ruolo “consultivo” di interfaccia tra politica e associazionismo che ne rappresenta il tratto caratterizzante. Ne abbiamo parlato con il presidente della Consulta, Sergio Frattini, che ci ha fornito un chiarimento sulla questione, prendendo spunto anche da un recente incontro tenutosi nella casa comunale: “Con mesi di ritardo gli uffici

comunali hanno finalmente pubblicato il nuovo Albo comunale delle associazioni aggiornato al 2018 ed è stato possibile così riprendere i

lavori della Consulta che, attualmente, conta ventidue associazioni afferenti a cultura, ambiente e volontariato. Nelle ultime settimane, a seguito delle polemiche scaturite dalla decisione di non tenere l’edizione autunnale della “Bici in Città”, una delle manifestazioni cittadine di maggiore seguito, si era venuto a creare un clima non positivo tra l’Amministrazione comunale e il mondo associativo, alimentato dalla decisione della politica di non coinvolgere la Consulta nella programmazione degli eventi per la prossima edizione del Natale Durante Fest che pure l’anno scorso aveva visto la partecipazione attiva di diverse associazioni, producendo buoni risultati. Per questo c’è stato un incontro chiarificatore con il Sindaco a cui hanno preso parte anche il vicepresidente della Consulta delle Associazioni, Orazio Ferro, e l’assessore al ramo, Gennaro Alborino, in cui è stato ribadito il ruolo di rappresentanza della Consulta, nel reciproco rispetto tra Istituzioni e al di sopra di qualsiasi polemica politica, poichè le associazioni cittadine, specie quelle più attive sul territorio, costituiscono un patrimonio e una ricchezza per tutta la comunità frattese e auspicano di poter contribuire sempre di più al bene della città”.

CON LE FESTE DI NATALE TORNA CESTONESTO

T

di Pietro Cerbone

orna, anche per le feste di fine anno del 2018, il CestOnesto di Sottoterra. Sottoterra è un movimento antimafie che opera tra le province di Napoli e Caserta e che, tra le varie iniziative che propone, prevede anche questo progetto embrionale di collaborazione etico sostenibile territoriale. Questo progetto è nato con i fondi 5 x 1000 2013 e punta alla valorizzazione dell’Onestà. Il materiale di cui è composto questo cesto è cartone riciclato e riciclabile e i prodotti contenuti rispondono tutti ai principi etici dell’iniziativa. L’obiettivo, infatti, è proprio ortare a conoscenza di tutti quelle piccole e piccolissime realtà silenziose che operano nelle nostre città viaggiando sulla strada dell’etica e della sostenibilità. Le prime edizione, nel 2016 e nel 2017, hanno riscontrato un grande successo, grazie a prodotti artigianali come il torrone o la birra, o a prodotti ecologici come i sacchetti biodegradabili e tanto altro. I promotori dell’iniziativa, poi, ci spiegano che “Onesto è chi non si

nasconde e persegue un ideale per il miglioramento della vita nei nostri territori spesso sottovalutati nel loro potenziale consumo critico. L’antimafia non ha bisogno di eroi, né di etichette, ma di gente onesta che insiste e resiste. L’obiettivo è portare a conoscenza e a coscienza delle realtà silenziose che operano nelle nostre città viaggiando sulla strada dell’Etica e della Sostenibilità. Vogliamo riscoprire la nostra terra investendo nelle sue storie virtuose.

L’idea è quella di raccogliere nel tradizionale cesto delle festività i frutti di tali realtà”. “In Cestonesto trovano casa di volta in volta le migliori esperienze di aziende, scuole, associazioni e le loro collaborazioni: processi virtuosi, produzioni locali, storie di coraggio, espressione di talenti, racconti dal territorio, tradizione e innovazione, buone pratiche, soluzioni ecosostenibili. Collaborazioni fruttuose” hanno aggiunto ricordando che “Cestonesto vuole far emergere tali realtà dal silenzio e dallo scetticismo per far sì che, nel corso degli anni, questa idea sperimentale possa fungere da nucleo di partenza di un progetto più ampio che ponga le basi della diffusione di un consumo critico e consapevole, che cambi le proprie abitudini in modo da accordare la propria preferenza ai prodotti che posseggono determinati requisiti etici e sostenibili e a coloro che operano nel rispetto dei territori e delle persone che lo vivono”.

All’interno del pacco del 2018 troveremo caserecce di grano antico, birra artiginale, prodotti di aziende che hanno denunciato il racket, realizzazioni artistiche a opera degli studenti del liceo artistico Sereni di Cardito, gadget delle associazioni, passate di pomodoro secondo la vecchia tradizione e tanto altro. I volontari dell’associazione di volontariato Sottoterra Movimento Antimafie vi aspettano presso la loro sede in Frattamaggiore via Trento 53 ed è possibile prenotarli sul sito www.sottoterra.org o via mail all’indirizzo info@sottoterra.org o sull’omonima pagina fb.


17 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

Ennesimo incidente nei pressi di una scuola

CRONACA

“VOGLIAMO I DISSUASORI”

Vogliamo i dissuasori per difendere i nostri figli e quanti rischiano la vita nei pressi delle scuole a causa della forte velocità di auto e moto”. A chiederlo i genitori della scuola Marconi di Frattamaggiore, in via Vittorio Emanuele, dopo l’incidente che ha provocato il ferimento di Gino Costanzo, uno dei collaboratori scolastici della scuola diretta dalla professoressa Angela Vitale. Era intento a garantire la sicurezza di alunni e insegnanti che stavano per salire a bordo di un pullman per andare in gita quando è stato travolto da uno scooter che, inizialmente, si pensava fosse stato tamponato da un’auto che era poi scappata. Ulteriori accertamenti invece avrebbero chiarito che non c’era stato alcun tamponamento e il ragazzo che era alla guida dello scooter aveva perso il controllo del mezzo. Dinamica a parte, comunque, l’episodio, che, per fortuna, non ha provocato conseguenze gravi al collaboratore scolastico che è tornato al lavoro dopo qualche giorno, ha riproposto con forza il tema della sicurezza a ridosso

delle scuole. Di sicurezza delle strade adiacenti le scuole si parla purtroppo solo quando avvengono episodi come quello accaduto a Frattamaggiore o di ben più gravi come quello che provocò la morte di uno studente quindicenne del liceo artistico di Cardito nel 2010. La morte dello studente a Cardito, tra l’altro, è solo la punta di un iceberg di incidenti provocati da quanti usano le strade, anche quelle a ridosso delle scuole, come piste su cui sfrecciare ad alta velocità. Senza alcun rispetto per la vita delle persone. La soluzione più semplice, vista l’impossibilità di garantire un controllo costante e continuo di tutte le scuole da parte della Polizia municipale, sembra essere quella dei dossi che alcune Amministrazioni comunali hanno già messo, come nel caso di via Volta a Frattamaggiore, a ridosso della succursale del liceo classico Durante, ma anche ad Afragola, in corso Aldo Moro, a ridosso della sede della Mozzillo, giusto per fare qualche esempio.

di di Antonio Cerbone Valerio Cerbone

IN BREVE

Proteste dei genitori dopo l’incidente che ha provocato il ferimento di un collaboratore scolastico della Marconi di Frattamaggiore. C’è poca attenzione sul tema, nonostante la morte di uno studente a Cardito, nel 2012


18 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

CRONACA

Abbandono e vandali rischiano di avere la meglio

SALVATE DELPHINIA E CAIVANO ARTE di Antonio Trillicoso

IN BREVE

Il centro sportivo è stato chiuso qualche settimana fa e si rischia la vandalizzazione prima della nuova assegnazione. E il teatro aspetta ancora un nuovo bando per affidarne la gestione

L

a Delphinia ha chiuso definitivamente. Il centro sportivo costruito con i fondi della legge post terremoto 80 e che per trent’anni ha assicurato a bambini, giovani e adulti non solo di Caivano la possibilità di fare attività sportiva, correttiva e agonistica è ormai solo un lontano ricordo. Poche settimane fa il gestore, che l’ha gestito per anni, ha abbandonato la struttura utilizzata soprattutto per la piscina da migliaia di giovani e che è stata subito vandalizzata. Conosciuto soprattutto per la piscina, il centro sportivo Delphinia è dotato di palestra coperta e scoperta per basket e pallavolo e attrezzature per aerobica e pesistica, campo di calcetto, piste per l’atletica e campi di basket esterni oltre ad un parco con percorso vita e giochi per bambini. In poche settimane le erbacce hanno preso il sopravvento nel parco e i vandali e i ladri hanno fatto il resto: ringhiere esterne divelte e derubate per essere vendute, il parcheggio esterno che poteva contenere centinaia di auto è luogo prediletto per tossicodipendenti e si svolge una fiorente attività di spaccio di sostanze stupefacenti. Ed è stato abbandonato da tempo anche dagli autisti ctp che avevano lì il capolinea. A ricordarlo c’è solo la struttura ormai quasi del tutto distrutta che serviva come ufficio nei minuti di pausa. La struttura poteva contare anche su un percorso di paintball dove squadre di giovani e meno giovani si sfidavano in modo divertente al gioco della guerra e pure quello è ormai perso co,e tutto il resto. “Questa chiusura crea un ulteriore danno alla cittadinanza – dice uno dei dirigenti di una società sportiva di Cai-

vano – adesso saremo costretti ancora di più a dover utilizzare le strutture private e invevitabilmente aumenteranno i costi”.

Adesso tutto è preda dell’abbandono e di malintenzionati che appena riusciranno ad entrare nei locali porteranno via prima di tutto cavi elettrici per rivendere il rame contenuto all’interno, poi porteranno via tutto quanto si potrà portare via e vandalizzeranno vetrate e uffici. Il tutto seguendo una trama già nota perché già sperimentata in tante altre strutture abbandonate a Caivano e nei comuni vicini. Tutti i frequentatori della struttura pubblica sono stati dirottati nel centro Nemea di Cardito gestito dagli stessi imprenditori che per anni hanno gestito il Delphinia. E, infatti, c’è chi dice che la chiusura sia stata voluta per favorire la crescita del centro Nemea, una struttura modernissima sulla statale sannitica tra Cardito e Afragola. Ma con quote di iscrizione e mensilità doppie rispetto alla struttura di Caivano che era di proprietà pubblica. Nulla di illegale perché nessuno può costringere un imprenditore a gestire una struttura pubblica che potenzialmente puà sfavorire un suo investimento, ma è inevitabile pensare che l’apertura del centro Nemea abbia influito sulla decisione di abbandonare la gestione dell’impianto caivanese. Dal Comune di Caivano, amministrato dalla Commissione prefettizia, viene assicurato che l’impianto sportivo verrà salvato. Anche se il fatto che non si sia pensato per tempo a una gara per affidarne la gestione non è un buon segnale. Intanto, allo stato attuale e viste le condizioni dell’impianto, qualsiasi imprenditore che eventualmente vorrebbe gestirlo dovrebbe accollarsi una spesa molto alta per eseguire i lavori che lo renderebbero di nuovo praticabile. Dal Comune fanno sapere anche che la ditta che fino a poche settimane fa gestiva il centro alla periferia di Caivano nei pressi del Parco Verde non pagasse quanto dovuto da alcuni anni e quindi sarà necessario anche avviare le azioni legali per il recupero di quei soldi. A poca distanza, nella stessa area c’è anche il teatro l’Auditorium CaivanoArte che aspetta da tre anni la nuova gara di appalto per la gestione che, al momento, viene affidata con continue assegnazioni temporanee. “E’ una struttura grande che non può essere abbandonata – dice Nicola Castaldo, direttore della struttura teatrale – Quando funziona a pieno regime oltre ad essere un polo culturale

importante per tutta la zona tra la provincia Nord di Napoli e Caserta, riesce a creare un indotto con forniture di materiale e di manovalanza specialistica”.

Fortunatamente è ancora funzionante pur non avendo una stagione teatrale grazie al prolungamento del contratto rinnovato di anno in anno del Teatro Augusteo di Napoli che con non poche difficoltà riesce a preservare la struttura dai vandali e dell’incuria. La struttura, dotata di circa 700 posti viene utilizzata da compagnie e associazioni per i loro spettacoli. E lo stesso destino è toccato anche alla sala per 80 posti e all’anfiteatro all’aperto. Utilizzo che non ha alcunchè a vedere con gli anni passati quando il Caivano Arte era diventato un punto di riferimento culturale di livello almeno regionale. La posizione strategica del centro sportivo Delphinia e dell’Auditorium CaivanoArte li rende facilmente raggiungibili e accessibili. A poca distanza c’è l’uscita della Nola-Villa Literno che immette alle autostrade e collega bene le due provincie di Napoli e Caserta, quindi ci sono tutte le potenzialità per un rilancio, ma di certo ci sarebbe bisogno prima di tutto di un impegno concreto e costante da parte dell’Amministrazione comunale e, quindi, della Commissione prefettizia. Il rischio è che, vista anche la zona periferica, si rischi di creare un altro luogo di spaccio e altre attività illegali.


19 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

Domenica 2 Dicembre 2018 VERSACE

Festeggerà con Noi il 25° Anniversario

VI ASPETTIAMO! C.SO A. DE GASPERI, 42 - AFRAGOLA (NA)

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20 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

CRONACA

AIUTIAMO ANGELICA ROMANO

di Pasquale Porzio

U

na bella storia di solidarietà arriva da Casalnuovo e vede protagonista Angelica Romano. Angelica è una ricercatrice, nonché presidente dell’associazione “Un ponte per” e referente regionale di “Libera contro le mafie” nella città di Casalnuovo. IN BREVE Due ruoli, quelli ricoperti da Angelica, che alimentano le attività di due associazioni che lottano contro l’illegalità manifestata sotto diversi aspetti: “Un ponte per” ha come scopo la prevenzione di nuovi conflitti, in particolare in Medio Oriente, mentre “Libera” si batte da anni per la giustizia sociale e la tutela dei diritti, minacciati dalla criminalità organizzata. Tra i tanti volontari che predicano la pace, l’uguaglianza e il ricordo di vittime innocenti in queste due associazioni, c’è anche Angelica che, circa un mese fa, ha scoperto di essere affetta da una gravissima forma di leucemia mieloide. Per combattere e tentare di sconfiggere questa tremenda malattia, che si sviluppa nel midollo osseo, sono necessarie trasfusioni di sangue quotidiane, non sempre garantite dagli ospedali vista la scarsa affluenza di donatori. Analogamente a quanto accaduto per Alex, bambino alla ricerca di un donatore compatibile per debellare la malattia rara di cui soffre, Angelica ha rivolto un appello a tutti coloro che possono aiutarla con una semplice donazione. Le sue parole, direttamente dal letto dall’Ospedale Cardarelli di Napoli dove è ricoverata emozionano: “Ragazze e ragazzi vi chiedo una cortesia. Da pochi giorni ho scoperto di avere una forma

Gara di solidarietà per donare sangue per la volontaria casalnuovese e tutti quelli che ne hanno bisogno

di leucemia mieloide e sono ricoverata al reparto ematologia del Cardarelli. Tutti i giorni, noi tutti, uomini, donne aspettiamo sacche di sangue e piastrine. Ci servono per tenerci in vita. Arrivano sempre la sera perché non ci sono donatori. È possibile donare dalle 8 alle 13 tutti i giorni tranne quelli festivi. Lo so che uno non ci pensa ma ieri è morto un ragazzo di 18 anni, ricoverato nella stanza a fianco alla mia. Iscrivetevi anche per donare il midollo. Non avete idea del bisogno che c’è qui”.

Pochi periodi e coincisi, ma diretti e pronunciati da una donna come Angelica che non si è mai tirata indietro quando si trattava di dare una mano al prossimo. E proprio per questo motivo noi tutti dobbiamo aiutarla per far sì che riesca a battere questa malattia e vincere l’ennesima battaglia della sua vita. Questa volta, tuttavia, non si tratta di una guerra sociale, in cui Angelica ha sempre fatto sentire la propria voce, ma di un conflitto dove è fondamentale il supporto di chiunque. Il motto della donna, combattente e strenua sostenitrice della solidarietà, è: “L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona” di Rigoberta Menchù Tue, Premio Nobel per la Pace nel 1992. Questa frase, che suona come precetto di vita, è indicativa per comprendere l’animo grande dell’attivista, mai risparmiata per chi ha avuto bisogno. Infatti, subito dopo il suo appello, si sono verificati flussi di donazioni anche lontani dal reparto di Ematologia del Cardarelli, al padiglione E, nel reparto di Medicina trasfusionale. Sia nei comuni del napoletano sia a Volla, all’istituto comprensivo di via Napoli a San Giovanni Bosco, si è continuata la raccolta di sangue per andare a infoltire le scorte di sangue, non sempre sufficienti per i ricoverati. Questa iniziativa, solidale ed estremamente generosa, deve essere supportata da tantissimi altri enti, che hanno il dovere di sensibilizzare la questione e tentare di raccogliere quanto più sangue possibile per trovare la tanto sperata compatibilità. Angelica è un esempio da seguire, non solo per le azioni compiute nel passato recente, ma soprattutto per il modo in cui sta affrontando la malattia, lottando con gli artigli per rimanere aggrappata a una vita che ama troppo e che ha sempre usato per difendere i più deboli. Siamo certi che riuscirà nella sua impresa e darà un’immensa soddisfazione a parenti e amici, tornando ad occuparsi del bene comune e della pace. Noi siamo con te, Angelica! E rilanciamo il tuo invito a donare sangue per te e per tutti quelli che ne hanno bisogno.


21 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

RELIGIONE

AVVIATO L’ANNO ACCADEMICO DI LECTURA PATRUM NEAPOLITANA E ’ iniziato, nella serata dello scorso 10 no-

vembre al Tempio del Volto Santo, l’anno accademico delle lezioni della “Lectura Patrum Neapolitana”, l’iniziativa culturale religiosa, fondata nel 1980 da suor Antonietta Tuccillo, il compianto padre Giacinto Ruggiero e il professor Antonio Vincenzo Nazzaro, che fa della divulgazione delle opere dei Padri della Chiesa la sua ragione d’essere. Lectio magistralis di monsignor Enrico dal Covolo, rettore magnifico emerito della Pontificia Università lateranense e vescovo di Eraclea all’apertura del 39° ciclo di lezioni del sodalizio. Il presule ha dissertato sul tema “Ambrogio maestro di formazione spirituale”. Partendo dalla sua biografia (359-397), e, in particolare, facendo riferimento alla “Vita di San’Ambrogio” scritta dal suo segretario Paolino di Milano, dal Covolo ha tratteggiato la figura di questo Dottore della Chiesa, vescovo e patrono di Milano: vissuto nel quarto secolo, Ambrogio è uno dei Padri della Chiesa, autore di molte opere teologiche, ancora oggi tra gli indiscussi riferimenti nella letteratura patristica. “Vorrei introdurmi al nostro tema – così l’incipit dell’accademico - partendo dal giorno della morte del Santo, avvenuta nella notte tra il 3 e 4 aprile del 397, per riflettere su due dettagli del racconto di Paolino. Anzitutto, questi afferma che fu Onorato, vescovo di Vercelli, ad assistere Ambrogio con gli estremi conforti della fede. Successivamente, merita la massima attenzione il riferimento al profeta Elia”. Continuando, dal Covolo ha analizzato la figura di questo Santo, sottolineando gli aspetti teorici e dottrinali del suo magistero spirituale: “Sant’Ambrogio, autore del testo “Fuga dal mondo” – ha ripreso il vescovo - è affascinato dall’ideale monastico e della contemplazione di Dio. Ed Eusebio, primo vescovo di Vercelli, fu uno dei suoi modelli. Tuttavia, resta anche un maestro di vita spirituale e di formazione sacerdotale, ed è decisivo nella sua vita anche l’incontro con Sant’Agostino”. Per finire, il Monsignore ha messo in luce i legami tra Eusebio, Ambrogio e Agostino: “Molti tratti accomunano questi tre Santi vescovi, ma due, in particolare, sono centrali nella formazione spirituale del cristiano: l’ascolto orante della Parola e l’esercizio della carità. A noi cristiani del Duemila, questi tre santi affidano il testimone che

è passato tra le loro mani, perché la fede, la speranza e l’amore possano vincere il mondo”. Buona la partecipazione al convegno: un uditorio di circa 100 persone, attente e qualificate: in sala, tra gli altri, alcuni professori universitari, la madre generale, suor Leonia Buono, e uno stuolo di religiose del Cristo Re. “Ringrazio sua eccellenza dal Covolo – ha commentato il professor Nazzaro - per questa lezione che è una sintesi pastorale di Sant’Ambrogio. Non è facile eseguire una sintesi così efficace. Il titolo prometteva meno di quanto il discorso abbia dato”. Per finire il professor Nazzaro ha letto un inno di Cristina di Lagopesole dedicato a Sant’Ambrogio: in presente nel “Flos Sanctorum” nella pagina del 7 dicembre quando la Chiesa ricorda questo Vescovo e dottore della Chiesa.

P

di Antonio Boccellino

IN BREVE

Si rinnova l’appuntamento religioso culturale nel Tempio del Volto Santo di Capodimonte

rossimi seminari: Il prossimo incontro è fissato per sabato 12 gennaio 2019, ore 17, quando il professor Domenico Marafioti, preside emerito della PFTIM di Napoli, leggerà “Teodoreto di Cirro, Commento alle Lettere di Paolo”, a cura di Padre Perreti, pubblicato da Paoline Edizioni, 2017. A seguire: Sabato 16 febbraio 2019, ore 17, Marino Balducci, professore aggiunto di Letteratura cristiana nella Facoltà teologica - Dipartimento di Italianistica dell’Università di Stettino (Polonia) leggerà Jacopo Sannazaro, Il parto della Vergine a cura di Prandi e Ursini (Corona Patrum Erasmiana - Ser. Humanistica) Torino, Loescher, 2018; Sabato 16 marzo 2019, ore 17, Marcello Marin, ordinario di Letteratura cristiana antica nell’Università di Foggia, leggerà Eusebio di Cesarea, Domande e Risposte sui Vangeli a cura di Zamagni (Letture cristiane del primo millennio) Paoline Edizioni, 2018; Sabato 13 aprile 2019, ore 17 Clementina Mazzucco, ordinaria di Letteratura cristiana antica nell’Università di Torino leggerà Cipriano, A Demetriano a cura di Gallicet e Veronese (Corona Patrum Erasmiana - Ser. Patr. 3) Torino, Loescher, 2018; Sabato 18 maggio 2019, ore 17 Giuseppe Caruso, Preside dell’Istituto Augustinianum – Roma leggerà Eusebio di Cesarea, Vita di Costantino a cura di Franco, Bur, 2009. E’ prevista l’attribuzione di crediti per gli studenti della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale e per i Dottorandi dell’Università di Napoli Federico II che abbiano partecipato alle Lecturae.


22 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

CALCIO

Bilancio delle squadre di calcio a Nord di Napoli

CONTINUA IL MOMENTO POSITIVO

C

ontinua la striscia di risultati positivi delle squadre a Nord di Napoli che, nelle ultime due giornate dei rispettivi campionati, hanno dato dimostrazione della propria forza. L’unica nota negativa arriva dalla Virtus Afragola Soccer, ultima nel Girone A di Prima categoria. IN BREVE La Frattese, prima in classifica e padrona assoluta del Girone A del Campionato di Eccellenza, continua a vincere: ben sei vittorie in altrettante partite giocate e un ruolino di marcia casalingo strepitoso. Complice il pareggio interno del Giugliano, diretta concorrente per la vittoria finale, i nerostellati hanno allungato in classifica, approfittando della battuta d’arresto dei gialloblù, portandosi a 5 punti di vantaggio sulla seconda forza del Girone A. L’1-4 esterno rifilato alla Virtus Ottaviano, fanalino di coda del campionato, nella gara valevole per la decima giornata, aveva portato le firme di Allegretta, Grezio, Aracri e Monaco Di Monaco, preparando al meglio la compagine nerostellata all’incontro successivo e rafforzando il primato. Infatti nell’undicesima giornata di campionato, quella di domenica scorsa, la squdra di mister Ciaramella ha ospitato in casa il Barano Calcio, squadra ostica e ben posizionata in campo. Il divario tecnico, tuttavia, si è palesato sin dalle prime battute, in quanto la gara è stata giocata a senso unico. Dopo diverse occasioni per sbloccare il match al 22’ del primo tempo Umberto Improta capitalizza un ottimo cross dalla destra di Sparano e porta la Frattese in vantaggio. Per il resto della gara la squadra ospite è in balìa dei padroni di casa che vanno più volte vicini al raddoppio e gestiscono la gara. Mentre la partita sembra volgere al termine sul risultato di 1-0, al 71’ un autogoal del difensore isolano Monti chiude i giochi e fa sfumare ogni speranza di rimonta per il Barano. Archiviata anche questa pratica, la Frattese, sostenuta da uno Ianniello caloroso e pieno, sale a quota 28 punti e pensa già al prossimo impegno, che la vedrà opposta all’Afro Napoli United in trasferta. Una partita impegnativa che testerà le abilità dei nerostellati, protagonisti di un ottimo momento di forma e consapevoli delle proprie capacità. Analogo il periodo vissuto dalla Vis Afragolese che condivide il terzo posto con il Gladiator, entrambi a 21 punti e in piena corsa per una promozione. Di fondamentale importanza è stato il ritorno alla vittoria in casa contro l’Aversa Normanna che ha ridato fiducia a una squadra dall’immenso potenziale tecnico. La vittoria per 1-0, seppur di misura, ha permesso ai rossoblù di smuovere la classifica e fare un passo in avanti. Domenico Maggio, ex di giornata, è stato l’autore del goal che al 72’ ha fatto esplodere di gioia il pubblico accorso al “Moccia” e ha piegato la resistenza aversana. Infatti nell’ultima partita di campionato la Vis è riuscita a strappare un preziosissimo pareggio esterno con il Giugliano, dimostrando di poter lottare con le altre e di poter dare filo da torcere. La gara, priva di goal, ha comunque offerto un grande spettacolo tra due squadre blasonate e composte da giocatori esperti e talentuosi. In Promozione il Casalnuovo occupa la quinta posizione in classifica, a quota 20 punti, ed è reduce da due pareggi utili perché maturati con il Forza e Coraggio Benevento, quarta forza del girone, in trasferta e con il Marcianise capolista. Infatti il pareggio esterno della decima giornata ha avvalorato le ambiziose aspettative della squadra di mister Marotta che ha saputo soffrire e mantenere il risultato sullo 0-0. Al Comunale “Domenico Iorio”, invece, contro il Marcianise i padroni di casa hanno dovuto inseguire per buona parte della gara, in quanto Pingue al 32’ ha portato in vantaggio gli ospiti. Solo al 51’ il forte esterno d’attacco Palma ha pareggiato i conti ed ha ristabilito di nuovo la parità. Trova la tanto attesa vittoria, la prima in campionato, il Real Frattaminore, in Prima categoria, che sconfigge per 0-3 il Casavatore grazie alle reti nel primo tempo di Parrella e Liguori, miglior marcatore della squadra, e nella seconda frazione di Pezzella. Già nel precedente incontro, pareggiato 3-3 con il Lacco Ameno, si erano intravisti segnali di ripresa e la squadra stava iniziando a proporre un buon gioco. Con questa vittoria giunge a quota 5 punti ed è a sole quattro lunghezze dal Lacco Ameno, escluso, attualmente, dalla zona play-out. Nella stessa categoria il Cardito calcio dá continuitá di risultati con il pareggio casalingo per 2-2 con il Plajanum, grazie alla doppietta di Giovanni Malasomma, e la vittoria esterna contro il Città di Marano, in cui hanno timbrato il cartellino uno scatenato Malasomma e Rocco Mugione. L’attuale posizione in classifica, un ottimo quarto posto, 13 punti guadagnati in sette partite e la vetta distante soli tre punti, è un risultato importante per i ragazzi di Dello Margio che devono cercare di continuare su questa strada per sognare la promozione. Chi deve assolutamente invertire la tendenza è la Virtus Soccer Afragola, ferma a 2 punti nel fondo della classifica e su cui aleggia il fantasma della retrocessione. Dopo la sconfitta esterna con la Barrese Fc per 2-0, nell’ultimo match ha ottenuto un pareggio in rimonta contro la Real Grumese in casa. Nella prima mezz’ora di gara gli ospiti sono andati in vantaggio con Falace e hanno raddoppiato con Cristofaro, ma al 39’ Morlando accorcia le distanze. Al 67’ sempre Morlando completa la rimonta e regala un pareggio che rappresenta una speranza da non smarrire perché il campionato è appena iniziato.

di Pasquale Porzio

La Frattese vince e stacca le avversarie, ma l’Afragolese continua a sperare nella promozione


23 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

CINQUE ARRESTI AD AFRAGOLA. BRUCIARONO UN CAMION DEI RIFIUTI PER IMPORRE IL PIZZO

Nonostante le inchieste e gli arresti degli ultimi tempi, il clan Moccia continua a imporre il pizzo e questa volta a finire nel mirino è stata la ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti ad Afragola. E, per costringere il titolare a versare la tangente, gli uomini del clan, nell’agosto 2017, bruciarono anche un autocompattatore. Cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed eseguite dai Carabinieri. Il raid fu messo in atto l’11 agosto 2017 dopo l’ennesimo tentativo estorsivo cui il titolare della società non aveva dato seguito. Tre affiliati del clan fecero irruzione nell’area di stazionamento dei mezzi e dopo aver intimato con la minaccia delle armi agli autisti di scendere dai veicoli, incendiarono l’autocompattatore.

BATTESIMO

auguri alla piccola Ginevra per il suo santo battesimo Tantissimi

dai cugini Anna Maria, Raffaele, il piccolo Maurizio e la famiglia Franzese.

VISITE CARDIOLOGICHE GRATUITE AGLI ALUNNI. DELLA SCUOLA STANZIONE DI FRATTAMAGGIORE

Continua il progetto “Il Futuro nel cuore” promosso dal Rotary Afragola - Frattamaggiore – Porte di Napoli con il patrocinio dell’Asl Napoli 2 Nord per offrire ai ai bambini del comprensorio rotariano la possibilità di diagnosticare eventuali malattie cardiovascolari con visite gratuite in alcune scuole del territorio. L’iniziativa, coordinata dal professor Marco Mucerino, docente di Cardiochirurgia del Dipartimento di Medicina dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, giovedì 29 novrembre 2018, farà tappa a Frattamaggiore, nella scuola media Massimo Stanzione, per un appuntamento coordinato da Pasquale Del Prete, consigliere comunale, presidente del Consiglio d’istituto e membro del Rotary.

COMPLEANNO Buon copleanno a Roberto Operoso che ha compituto 39 anni il 21 novembre scorso

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Per il numero 424 ci siamo occupati di... L’editoriale Primo Piano sulla violenza sulle donne: la paura di denunciare Ad Afragola un progetto con Costa crociere nella Masseria Ferraioli Il dolore dell’anima. Spadafora a Frattamaggiore Concorsi Casalnuovo. E’ polemica anche sulla gestione Intervista al sindaco di Afragola, Claudio Grillo Masseria Ferraioli, una storia da continuare? Lunedì 26 il ministro Costa arriva nella Masseria Ferraioli Rifiuti. Un’inchiesta fa tremare Casalnuovo e Cardito Prima comunione per Aurora, simbolo della Terra dei fuochi Il piano per la Terra dei fuochi del Governo Ctp. Qualche spiraglio e qualche speranza di rivdere il servizio Duro colpo allo spaccio di droga nel Parco verde di Caivano Associazioni e Amministrazione comunale di Frattamaggiore. E’ pace Torna Cestonesto di SottoTerra Movimento antimafie Protesta dei genitori delle scuole: Vogliamo i dissuasori Salviamo Delphinia e Caivano Arte dal degrado Aiutiamo Angelica Romano Al via Lectura Patrum 2018 / 2019 Il bilancio delle squadre di calcio dell’area a Nord di Napoli Notizie flash Tanti auguri a....

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24 - Cogito

Anno XXVI - numero 424 - sabato 24 Novembre 2018

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