Anno XXVI - numero 452 - sabato 28 novembre 2020
Esposto lo striscione per Mario Paciolla Il Covid chiude il reparto di degenza oncologica del San Giovanni di Dio
A CARDITO
Torna alla luce lʼIpogeo di Caivano, testimonianza della civiltà atellana Primo Consiglio comunale on line per Crispano
SPECIALE
LʼULTIMA PIAZZA DOVE ESISTONO ANCORA LE SEDI DEI PARTITI
Anno XXVI - numero 452 - sabato 28 novembre 2020
Pillole di Storia a cura di Imma Pezzullo
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Una notizia ‘storica’ per l’area a nord di Napoli
L’Ipogeo di Caivano rivede la luce La maggiore testimonianza della civiltà atellana era custodita al MANN, ma ‘dimenticata’ da quasi cento anni
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La bellissima e importante notizia è stata data contemporaneamente dal neo eletto sindaco di Caivano, Vincenzo Falco, e dal direttore del MANN, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Paolo Guglierini MANN: l’IPOGEO DI CAIVANO sarà finalmente visitabile a 97 anni dalla sua scoperta e dal suo prodigioso recupero. Stando a quanto detto dal Direttore del Museo le prime visite si potranno fare nella prossima primavera. Circa un secolo fa, esattamente
nell’anno 1923, a Caivano ci fu una scoperta archeologica sensazionale: durante alcuni lavori di sterro del giardino di proprietà di Simone Serrao in via Principessa Margherita, attualmente via Libertini, nei pressi della Chiesa di Santa Barbara fu scoperta, per puro caso, a 5 metri di profondità, una tomba romana. Gli specialisti chiamati per analizzare il ritrovamento certificarono che era di una famiglia gentilizia “atellana” e la sua costruzione fu datata tra la
fine del I e l’inizio del II secolo dopo Cristo come ricorda Giacinto Libertini in uno studio a sua firma pubblicato nel 2005 dall’Istituto di Studi Atellani. Si diffusero le più varie e tutte false, tra queste c’era chi diceva che erano stati trovati sacchi pieni di monete d’oro e che la tomba era appartenuta a un attore delle famose commedie atellane. Nei mesi successivi alla scoperta, per la preoccupazione della tutela e della conservazione dell’importante monumento legata soprattutto al rischio di allagamento per piogge, si decise di smontarlo e trasportalo al Museo archeologico di Napoli. Una volta che i pezzi furono smontati e recuperati, furono conservati nel Museo. Solo dopo 4 anni, nel 1929, fu sistemata nel cosiddetto Cortile di Vanella del Museo con una opera ingegneristica che cercò di conservare l’originalità della tomba, pur se tutto l’involucro e le murature furono costruite con cemento, muratura di pietra e tufo e impermeabilizzazione della volta. L’unico intervento fatto dopo la sistemazione dell’ipogeo nel Cortile di Vanella fu il re-
stauro degli affreschi compiuto nell’anno 1942. L’Ipogeo di Caivano fu dall’origine considerato uno dei monumenti funebri più importanti dell’Italia romana ed è sicuramente il più importante reperto atellano pervenuto sino a noi in condizioni eccellenti. Agli occhi degli esperti della Soprintendenza, l’ipogeo di Caivano si presentò come una camera a pianta quadrata, coperta con volta a botte su cornice aggettante, che presentava lungo le pareti tre letti funebri dove, secondo i riti dell’epoca, vi erano i resti dei defunti; la bellezza dell’ipogeo era dovuta alla presenza sulle pareti e alla volta di varie e artistiche decorazioni dipinte. L’interno è completamente affrescato con paesaggi idillico-sacrali, vignette con nature morte, festoni, ghirlande, fiori e altri elementi. Nel corso degli anni l’ipogeo fu praticamente dimenticato, ma ora sarà finalmente reso visitabile e rappresenterà una delle testimonianze più importanti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’ipogeo rimarrà interrato nel giardino della Vanella del MANN e, per le sue caratteristiche strutturali, sarà visibile dal pubblico solo tramite una scalinata mentre per i diversamente abili sarà creato un sistema di accessibilità virtuale tridimensionale.
EDITORIALE
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La pandemia e i soliti incapaci e truffatori Ci siamo ritrovati a gestire la più grande pandemia degli ultimi cento anni con la peggiore classe politica a occupare le Istituzioni. È un dato di fatto incontrovertibile, purtroppo. Al di là di ogni considerazione e tenendo da parte tutte le considerazioni qualunquiste e populiste che sono ben lontane da me, come ben sa chi segue quel che scrivo o dico da anni. Ci sono chiaramente delle eccezioni positive, a livello locale, come a livello nazionale e internazionale, però sono, per l’appunto, eccezioni. E per questo rare. Nella maggior parte ci ritroviamo con gente che non ha ben chiara la drammaticità della situazione che stiamo vivendo. All’inizio era comprensibile, ci si ritrovava davanti a una cosa che non si conosceva, arrivavano le prime rassicurazioni, si facevano confronti con altri virus che ci avevano spaventato negli altri anni, rivelandosi poi meno pericolosi di quanto si ipotizzava…Ma poi tutti coloro che non credono agli asini che volano hanno preso coscienza della realtà e dei rischi per la tenuta del sistema sanitario prima ed economico dopo, con tutte le conseguenze sul piano sociale che non sono tardate ad arrivare. Una classe politica e istituzionale seria avrebbe dovuto fare quadrato, mettere da parte sondaggi, prospettive politiche personali o di partito e tutto quello che non aveva a che fare con un unico obiettivo: provare a uscirne al più presto e al meglio.
Non sto qui a elencare gli errori fatti a livello internazionale e nazionale. Ci sono pagine e firme più autorevoli e competenti a farlo. Io mi limito a vedere quello che succede intorno a noi e a quanto si sta facendo a livello regionale e, soprattutto, locale. Perché tutti, e sottolineo tutti, avrebbero potuto e dovuto fare di più. Purtroppo, anche nella gestione della pandemia con tutte le ripercussioni, sanitarie ed economiche, la stragrande maggioranza dei rappresentanti istituzionali ha assunto un atteggiamento teso soprattutto ad accrescere consenso, anche in modo illecito. E, spesso, questo si è tramutato nell’immobilismo. Non si faceva nulla, non si prendevano decisioni per non scontentare una categoria o un’altra, un portatore di voti o un altro, una famiglia ‘amica’ o un’altra… il tutto a discapito della comunità nel suo complesso. Altre volte invece si è fatto qualcosa solo per curare il proprio ‘orticello’. Un esempio l’abbiamo avuto con la distribuzione dei buoni spesa che il Governo mise a disposizione nel corso del primo lockdown per aiutare quelle famiglie che non riuscivano a mettere il piatto a tavola, per usare un’espressione ricorrente. Ebbene in tanti abbiamo visto che quei buoni sono andati a finire nelle mani di persone che potevano mettere il piatto e anche il bicchiere a tavola. E lo stesso è successo con i pacchi messi a disposizione da imprenditori e asEDITORE
Editrice Cogito srl QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME
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sociazioni che non si voltano dall’altra parte quando c’è da aiutare i meno fortunati. Quei buoni spesa e quei pacchi hanno fatto la solita fine che fanno certe cose quando sono affidate a gente che non pensa al bene comune ma solo ed esclusivamente al proprio interesse personale: Sono stati distribuiti, nella maggior parte dei casi, senza tener conto delle reali condizioni economiche delle famiglie e sono andati a finire in case dove non ce n’era alcun bisogno mentre sono rimaste a bocca asciutta persone che ne avevano davvero bisogno. Ora quelle voci, quelle sensazioni che tutti avevano avuto stanno cominciando ad avere conseguenze reali grazie ai controlli della Guardia di finanza che ha già denunciato 700 persone. Bene, benissimo. Ma i vari politici, rappresentanti delle Istituzioni e ‘traffichini vari’ che, dietro una falsa solidarietà, si sono impegnati dando quei buoni pasto in cambio di voti? Restano impuniti e ben saldi su quelle poltrone che hanno consolidato o conquistato anche grazie alla distribuzione a pioggia dei buoni pasto? Sarebbe cosa buona e giusta individuare e punire anche loro anche per evitare che la storia si ripeta ora che il Governo ha in mente di mandare altri soldi ai Comuni per acquistare altri buoni spesa da destinare alle famiglie che stanno affrontando con difficoltà questo secondo lockdown, meno duro, ma comunque portatore di tante difficoltà economiche.
Fotoreporter Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S. Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357
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No alle lezioni in presenza nell’area a nord di Napoli
Verso la riapertura delle scuole?
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Solo Casalnuovo ha riaperto le aule per asili e prime elementari. Ora si guarda al 30 novembre e al 7 dicembre
on l’istituzione della zona rossa in tutta la Campania, si sono limitati di molto i poteri dei Sindaci che non hanno altro da fare che garantire un controllo del territorio affinché siano rispettate le prescrizioni imposte dall’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che continuerà ad avere i suoi effetti fino al 3 dicembre quando si pensa di allargare un po’ i controlli per dare respiro all’economia in vista del Natale. Sempre se il numero di contagi e la velocità di trasmissione del virus hanno avuto il rallentamento sperato. Resta nelle mani dei Sindaci, però, la scelta della riapertura delle scuole e qui, a nord di Napoli, c’è stata una scelta pressoché unanime. Tutti i Sindaci, a eccezione di quello di Casalnuovo, non hanno riaperto le aule a partire da mercoledì 25 novembre, così come aveva imposto la Regione Campania. I Sindaci di Afragola, Caivano, Frattamaggiore e Frattaminore infatti hanno confermato la chiusura fino al 29 novembre e quindi, al momento di andare in stampa, lunedì 30 novembre bisognerebbe tornare in aula, mentre a Crispano la chiusura è stata già prorogata fino
al 5 dicembre. Il tutto chiaramente solo per gli asili, le scuole materne e le prime elementari mentre si sta ancora valutando l’apertura delle prime medie e delle altre scuole e, come anticipato da fonti della Regione, si terrà conto del nuovo DPCM previsto per gli inizi di dicembre, quindi pare probabile una riapertura solo per lunedì 7 dicembre che, poi, sarebbe il giorno prima della festa dell’Immacolata, quindi, molto più probabile che si apra per il 9 dicembre. A quel punto poi sorgerebbe la domanda: ‘E si apre a ridosso delle feste di Natale’? E non è da escludere che si decida di arrivare così a gennaio. Al di là delle decisioni di Regione, Governo e Comuni, infatti, bisogna tener presente le volontà reali dei genitori. Se è vero che i media hanno dato ampio risalto alle proteste di quei genitori che hanno chiesto di riaprire le scuole per le lezioni in presenza, è vero anche che, quando poi la Regione ha cominciato con una timida riapertura, solo per i più piccoli, sono stati tanti coloro che non hanno gradito e hanno cominciato a protestare perché non si sentono sicuri delle misure adottate nelle varie scuole che, per elementa-
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ri e materne, devono essere garantite dai Comuni e non da Città metropolitana e Regione. Per il resto, purtroppo, continua la lunga scia di contagi e di vittime e ormai gli stessi Sindaci hanno abbandonato, quasi del tutto, il conto e non danno più informazioni ai cittadini, forse perché loro stessi non riescono ad avere dati aggiornati dall’Asl Napoli 2 nord. La sensazione, purtroppo, è che si stia navigando a vista in attesa che le misure di restrizioni portino a un reale calo dei contagi che permetta di poter guardare con maggiore fiducia alle prossime settimane in attesa di quel vaccino che potrà davvero mettere la parola fine alla pandemia. E resta l’attesa per le misure che il Governo adotterà a partire dal 4 dicembre. Soprattutto i commercianti, gli artigiani e i vari esercenti della ristorazione aspettano con ansia provvedimenti di riapertura per limitare i danni per un 2020 che si è rivelato drammatico per chi ha attività economiche e imprenditoriali e ha dovuto chiudere più volte la serranda o limitare l’attività con l’obiettivo di limitare i contagi e quindi i ricoveri e le morti.
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Brutta notizia per gli utenti del ‘San Giovanni di Dio’
Chiuso il reparto di degenza oncologica
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’è il coronavirus, ma ci sono anche i tumori non meno importanti del Covid19. Purtroppo quello che si temeva si sta verificando. La continua ricerca per curare i pazienti colpiti dal Coronavirus sta togliendo risorse ad altre malattie. Il rischio che l’emergenza in atto monopolizzi l’attenzione collettiva a discapito delle altre, con le quali dovremo fare i conti anche quando l’epidemia sarà un ricordo, è ormai una realtà. La “rimozione” di tutto quello che non rimanda al virus, in termini di attenzione generale, è in corso. La nostra regione, e in particolar modo il bacino d’utenza dell’AslNa2nord era già in piena emergenza sanitaria per il gran numero di diagnosi di tumore e i posti erano spesso insufficienti e ora, come abbiamo annunciato sulla nostra pagina facebook, registriamo la chiusura del reparto degenza di pazienti oncologici dell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, gli unici sei posti letto previsti per ricovero da criticità di neoplasia dell’Asl Napoli2nord sono stati soppressi per ora. Solo sei posti letto erano stati previsti dal Piano sanitario regionale e ora non ci sono neanche più quelli. Al momento, però, l’ospedale che è stato a lungo al centro di una diatriba tra i Comuni di Frattamaggiore e Frattaminore che se ne contendevano la territorialità, resta un ospedale a tutti gli effetti. Non è diventato un Centro Covid come era stato prospettato. Per i pazienti oncologici resta però operativa soltanto l’area di Day
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A cura di Angelica Argentiere L’ospedale frattese non è diventato Centro Covid, ma ha ridimensionato l’assistenza per le altre malattie. Problemi anche per le ambulanze
Hospital. La decisione di sopprimere, seppur temporaneamente, il reparto ha creato non pochi problemi e ha portato anche alla cancellazione di ricoveri programmati. Chi avrà bisogno di un posto letto per degenze legate a criticità dovute a tumori ora dovrà rivolgersi a strutture esterne all’Asl Napoli2nord. La chiusura del reparto ha dato forza alle proteste di chi chiede che non sia abbassata la guardia nella prevenzione e nella cura dei tumori per evitare di dover fare i conti con un aumento della mortalità da cancro nel corso dei prossimi anni quando si avranno gli effetti della minore attenzione verso questa malattia in questo periodo. Un ulteriore aspetto della pressione sul sistema sanitario regionale si è avuto nei giorni scorsi quando, in diversi casi, come segnalato anche in alcune dirette da Nanotv, le ambulanze chiamate per assistere persone vittime di incidenti stradali o colpite da infarto sono arrivate con ritardi enormi. Questo per la mancanza di ambulanze che, spesso, restano per ore in attesa di poter ‘scaricare’ i pazienti malati di Covid nei vari ospedali. Alla fine di ogni trasporto, poi, l’ambulanza deve essere sanificata e, quindi, ci si ritrova con un’ambulanza che, in alcuni casi, può fare al massimo un solo trasporto al giorno. E tutto questo ha portato al fiorire di ambulanze gestite in modo illegale che chiedono somme altissime per trasportare i malati.
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La pandemia vista con gli occhi della mamma di un bimbo autistico
“La priorità è la salute di tutti”
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Antonia Lettera: “Non è giusto che non siano garantite misure di sicurezza per tutti”
i sono bambini che, anche in Campania, hanno avuto la possibilità di continuare ad andare a scuola, restando a casa solo per pochi giorni. Sono i bambini che hanno bisogno di percorsi educativi speciali e personalizzati, tra cui i bambini autistici. A Frattamaggiore c’è una mamma, Antonia Lettera, mamma di Emanuele, che è sempre in prima linea quando bisogna difendere i diritti di suo figlio e di tutti i bambini che hanno bisogno di un aiuto in più. Suo figlio e i bambini autistici come stanno affrontando questa pandemia? “Nella prima ondata tante famiglie si sono trovate a dover affrontare tutto da sole, e questo, per certi gradi di autismo, è davvero insostenibile. Per quanto riguarda Emanuele non abbiamo avuto nessuna difficoltà, ci siamo presi e gli abbiamo fatto prendere un periodo di sospensione da tutto; si continuava a lavorare sul quotidiano, a stimolarlo nello spazio dell’aiuto in casa. I problemi si sono presentati a fine lokdown quando sono emerse tante paure legate al dover uscire. Lentamente, esponendolo di continuo a ciò che gli faceva paura ne siamo usciti”. La scuola che frequenta si è organizzata per garantirgli la didattica in presenza
prevista anche ora che le scuole sono chiuse? “La scuola era ripartita nel migliore dei modi anche perché eravamo riusciti, dopo un ennesimo ricorso, a riavere la sua insegnante di sostegno. Un calvario, questo, a cui siamo sottoposti quasi ogni anno e che si rivela davvero controproducente: ogni volta bisogna ripartire daccapo. È sempre un terno al lotto! Quest’anno si presentava ancora più problematico se non ci fosse stata fin da subito una figura che già aveva un buon controllo educativo su di lui. Ci siamo trovati a dover stravolgere ciò che per lui ha significato lo stare a scuola in tutti questi anni: condivisione, avvicinamento all’altro, empatia, e ciò mi allarmava. Come l’avrebbe vissuta? Che danni psicologici gli avrebbe provocato il non doversi avvicinare all’altro? Ma Emanuele mi ha sorpreso, come ci sorprendono tutti i bimbi in questo momento. Si è adattato subito: la mattina saltava dal letto e chiedeva di andare a scuola. Non nego di essermi sentita una privilegiata (dare opportunità ad Emanuele di poter rientrare anche non indossando la mascherina) ma questo andava a discapito di tutti. Sarebbe potuto essere un veicolo di diffusione. Eticamente tutto questo non l’accetto: la continuità per loro a discapito della sicu-
Antonia Lettera rezza degli altri, no, non lo accetto. Una continua lotta con me stessa per mandarlo a scuola con la continua paura che potesse essere in qualche modo l’untore. E poi la rabbia che nasce dal fatto che non esistono ancora dei test rapidi e sicuri che garantiscano una solida sicurezza. Allora sì che si potrebbe parlare di scuola sicura! La preside, insieme alle insegnanti, ha fatto un lavoro magistrale, ma non basta. Ci vorrebbero screening veloci giornalieri.
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Anno XXVI - numero 452 - sabato 28 novembre 2020 Mi sarei aspettata la tutela per chi, impossibilitato a rispettare le linee guida, che impongono il metro di distanza dall’alunno, era sempre accanto a Emanuele con un rischio alto: lei proteggeva lui ma non viceversa. La scuola dopo un po’ di giorni ha aperto le porte per loro. Anche se si fosse presentato un solo bambino avrebbero dato a quest’ultimo la possibilità di frequentare. Capisco tante realtà in cui per questi bambini la dad non funziona (non funziona nemmeno per Emanuele) ma siamo in piena pandemia con un indice di contagio altissimo e se la continuità per lui dev’essere motivo di esposizione al pericolo senza un minimo scudo, allora preferisco che Emanuele stia a casa. Che si dia importanza e la giusta tutela a tutti. Sento discorsi che non mi appartengono, come quelli inerenti alla non inclusività di un sistema che riporta a scuola solo bambini con problematiche. Ed è così, non è inclusivo. Come non lo è stata la stessa partenza della scuola che ha abdicato alla sicurezza non approntando un piano di regolari screening. Ma che pretendono? È impensabile far rientrare tutti a scuola con questi numeri. Ma realmente si è fuori dalla realtà?” Gli altri servizi che riceveva li sta continuando ad avere anche in questo periodo? “Iniziano a esserci tantissimi contagi nei centri, nei semincovitti. Queste realtà rimangono aperte a rischio e pericolo per tutti. Fare un seriologico ogni due mesi
mi sembra francamente una presa per i fondelli!” Al di là delle difficoltà del periodo, quanta attenzione c’è verso i bambini autistici da parte delle Istituzioni? “L’attenzione da parte delle Istituzioni è ancora bassissima. Pensiamo al vuoto che c’è intorno a loro una volta chiusa la scuola. Un vuoto che ti trovi, tu genitore, a dover colmare. I campi estivi senza una figura specializzata che li accompagni sono del tutto inaccessibili per loro. Sono tra le tante mamme che sono state costrette ad abbandonare il proprio lavoro per garantirgli la continua assistenza di cui necessita. Il mio desiderio sarebbe quello di poter contare su una struttura che sia formata magari da operatori che devono fare tirocinio, ma affiancati da almeno due figure già formate; questo farebbe risparmiare tantissimo a livello economico e credo che ogni Comune possa tranquillamente lavorare intorno a questa progettualità, così da garantire tempo di qualità e momenti di svago dedicati. Ci aspettiamo che l’Ambito N17 che gestisce le politiche sociali ci ascolti per davvero e che i fondi siano canalizzati in progetti concreti e continui”. La legge regionale approvata nel 2017 e contestata anche da alcune associazioni ha cambiato realmente qualcosa? “È una legge che non è quello che ci aspettavamo: la presa in carico totale. Ti aspettavi un minimo che nemmeno è arrivato. Dalla diagnosi bisognava partire subito con interventi mirati, a cominciare
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dalla terapia Aba che risulta essere il sistema più efficace, ma assistiamo ancora a famiglie che da anni aspettano di poter accedere a un centro e questo è abbandono! Il non garantire il diritto alla cura, che per loro, se fatto in tempi precoci e con le giuste ore di terapie potrebbe portare ad una grande autonomia, significa non capire che si tratterebbe di un investimento che ti farebbe risparmiare tanto sul futuro”. Cosa manca soprattutto alle famiglie dove ci sono bambini autistici? “Manca l’ascolto reale, manca il senso di comunità. Questa pandemia è lo specchio di quello che è la nostra vita: genitori che devono abbando nare un lavoro per potersi occupare dei figli. Un’ eterna quarantena per stare più tranquilli e non arrecare disturbo. Purtroppo la vera inclusione, per come la penso io, è tutt’altra cosa. Loro passano la maggior parte della loro vita a doversi adattare a dei sistemi che non gli appartengono, li si vuole includere in dei giochi che tutto sono per loro tranne che un gioco. Una vita che inizia con continue frustrazioni, mai che ci siamo mossi a costruire qualcosa che realmente potesse avvicinarci al loro modo di essere. Sei incluso solo se rientri in certi stati della cosiddetta normalità ... Ed in questo tempo mi sono ritrovata a pensare di renderlo libero, libero di potersi esprimere come meglio gli si addice. E qui mi fermo ...ma non mi fermo ...”
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Riconoscimento internazionale per uno studio sul COVID-19
Una ricerca che parla ‘frattese’ >>
Flora Marzia Liotti, microbiologa originaria di Frattamaggiore, tra le autrici di un lavoro che ha valutato il grado di contagiosità di chi si ammala dopo essere guarito
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ra le tante ricerche sul Covid-19 fatte in questo periodo, ce n’è una che ha avuto l’onore di essere riportata sul sito ‘Jama Internal medicine’, uno dei più autorevoli. E tra i ricercatori che l’hanno portata avanti c’è anche Flora Marzia Liotti, trentatreeenne microbiologa frattese che lavora al Policlinico ‘Gemelli’ di Roma. Ha al suo attivo diverse ricerche e pubblicazioni, ma di certo quest’ultima è quella che le dà maggiore prestigio. Che risultati ha portato la ricerca a cui ha lavorato? “Abbiamo dimostrato che una proporzione considerevole (18.2%) di pazienti guariti dal COVID-19 può tornare ad avere un tampone positivo per il virus, dopo il recupero clinico e precedenti tamponi risultati negativi. Tuttavia, solo una minoranza di questi pazienti (3.1%) mostra un virus in attiva replicazione”. Perché era importante fare questa ricerca e per cosa può essere utile? “Questo studio nasce da un tentativo di chiarire alcune evidenze che si presentavano sempre più spesso cioè pazienti guariti dal COVID-19 che tornavano ad essere positivi al virus. Quindi volevamo capire il decorso dell’infezione, ma anche, soprattutto, lo stato di infettività e la possibilità di una nuova quarantena. Saranno necessari ulteriori studi ma sicuramente abbiamo dimostrato che di quelli che tornano ad avere un tampone positivo solo una piccolissima quota ha un virus attivo e quindi presumibilmente trasmissibile”. In questi giorni si parla molto di vaccini, vogliamo provare a fare un po’ di chiarezza? “Per fortuna si fa sempre più vicino il momento di un vaccino e anche più di uno, è normale aver preso tempo poiché bisognava capire qualcosa di questo nuovo
virus e di quale fosse il suo comportamento anche rispetto al sistema immunitario. Il prossimo problema, se di problema si può parlare, sarà di tipo organizzativo rispetto alla distribuzione, a quali paesi destinarlo per prima e la fascia della popolazione da privilegiare”. Ora che si parla di vaccini, stanno spuntando i No vax che spesso sono anche negazionisti e complottisti. Ma perché tanti non credono alla scienza? “La scienza non è per tutti, e spesso quello che non si capisce a fondo crea confusione e questo può dar vita a movimenti di persone che negano o comunque non accettano perché non capiscono”. Come convincere chi ancora non crede alla gravità della pandemia in corso? “Li avrei affiancati a medici, infermieri e microbiologi durante questi mesi scanditi da turni infiniti e massacranti, tutt’ora in corso”. Si avverte un radicale cambio di considerazione del lavoro dei sanitari, anche se nel corso di questa seconda ondata c’è anche chi ha messo sotto accusa medici, infermieri e quanti lavorano nel mondo sanitario, ma, per fortuna, restano una minoranza. L’avverte anche lei?
“In fondo c’è sempre stata una sorta di riverenza verso la figura del medico, non so se legata alla posizione geografica, tipicamente del sud, ma sicuramente in questa pandemia abbiamo vinto una fetta di notorietà noi microbiologi o in generale i ricercatori che eravamo dietro le quinte”. Lei è una ricercatrice, ma è rimasta in Italia. Quindi c’è possibilità di fare ricerca in Italia? “Conosco diverse persone che per inseguire una passione o anche semplicemente per lavorare hanno fatto le valigie e sono partiti. Ho sempre pensato che fossero degli impavidi ed avevano tutta la mia stima; ma ad oggi con qualche anno in più, affermo con certezza che ci vuole altrettanto coraggio a rimanere e farsi valere, e che volere è potere”. Pensa di tornare in Campania? Ci sono possibilità concrete di fare ricerca nella nostra regione? “Non escludo nulla, alla Campania sarò sempre legata per gli affetti e per i luoghi, e credo che si possa fare bene anche lì”. È chiaramente rimasta legata alla Campania, ma vive nel Lazio. Ha notato differenze sostanziali nella sanità delle due regioni? “Lavorando al Gemelli, sicuramente ho notato la differenza fra un posto pubblico ed uno privato. Questo non vuol dire che i pazienti siano visti come clienti, ma sicuramente c’è un’attitudine che fa muovere le cose in modo diverso”. Cosa non ha funzionato? Perché non siamo ancora riusciti a contenere il virus? “Non abbiamo imparato dalla storia, era prevedibile una seconda ondata, andavamo verso l’inverno, verso la vita sociale che si sviluppava in ambienti chiusi, abbiamo avuto troppa fretta e troppa voglia di normalità”.
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Polemiche dalle associazioni ambientaliste
Eliminata la Commissione Terra dei fuochi
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na novità inattesa dalle prime riunioni del Consiglio regionale della Campania: non è stata istituita, o meglio confermata, la Commissione Terra dei fuochi. Non che abbia ottenuto grandi risultati nella precedente legislatura, ma la mancata conferma ha creato non poche polemiche. Molte le reazioni, a cominciare da quelle delle associazioni ambientaliste, tra cui il WWF che, in un comunicato ha scritto: “Pur non essendo affatto risolto il problema scompare dalle Commissioni Speciali la Commissione Terra dei Fuochi presente nella passata legislatura, al contrario si registra nell’ultimo anno un incremento di tali reati; senza entrare nel merito politico di tale scelta il Wwf, associazione di protezione ambientale presente in Campania da oltre 40 anni, fu tra le prime a segnalare negli anni ’80 gli episodi criminali in danno alla natura e ai suoi abitanti (umani e non) di quella che sarebbe poi diventata tristemente nota come la “Terra dei Fuochi”. Ad oggi il problema è ancora
presente e vivo nonostante le promesse ed i lavori svolti dalle varie Commissioni”. Presi di mira soprattutto i rappresentanti di Cinque Stelle e Verdi che non hanno fatto mancare la loro replica. Valeria Ciarambino, leader dei Cinque Stelle e neo eletta vice Presidente del Consiglio, ha detto: “Gli attacchi sulla mancata istituzione di una Commissione speciale Terra dei Fuochi sono privi di fondamento, se non talvolta figli di una campagna d’odio strumentale. Nelle prossime ore depositeremo una proposta di legge con soluzioni importanti contro il fenomeno dei roghi tossici, istituendo un fondo regionale da destinare ai Comuni per la rimozione dei rifiuti
dalle aree abbandonate che continuano a essere oggetto di incendio. E se in molti territori non si placa il fenomeno dei roghi tossici è proprio perché i Comuni non hanno mai ottenuto le risorse necessarie dalla Regione per ripulire zone periferiche da sempre oggetto di sversamenti di qualunque genere. Il nostro testo prevede inoltre il rafforzamento del controllo del territorio. Presenteremo la richiesta per istituire una Commissione di inchiesta su bonifiche, risanamento e riqualificazione dei siti inquinati della Campania. Una commissione che, per sua natura istituzionale, avrà poteri rafforzati rispetto a una Commissione speciale”. Francesco Emilio Borrelli,
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Ciarambino: “Chiederemo l’istituzione di una Commissione sulle bonifiche.” Borrelli: “È una scelta delle opposizioni”
neo eletto presidente della Commissione agricoltura, e forte del plebiscito elettorale con oltre 16.000 voti raccolti tra Napoli e provincia, ci ha detto: “Ho fatto per 5 anni parte della Commissione Terra dei Fuochi e da anni mi batto contro questo fenomeno criminale. Le Commissioni speciali però vengono però scelte dalla minoranza in Consiglio e a noi prima del Consiglio arrivò un documento a firma di tutte le opposizioni con le richieste delle 4 Commissioni in cui non c’era quella della Terra dei Fuochi. In Consiglio poi è stato chiesto al Presidente della Commissione ambiente di farsi carico lui in modo particolare del tema. Ovviamente siamo assolutamente favorevoli a istituire una nuova commissione di inchiesta sulla Terra dei Fuochi se ci sarà una richiesta di modifica che lo ripeto spetta all’opposizione in Consiglio. Ovviamente per quanto riguarda noi di Europa Verde le battaglie le continueremo a farle dentro e fuori le Commissioni, sempre e comunque”.
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Cardito mantiene la tradizione delle sedi dei partiti
La piazza della politica >>
A cura di Biagio Barra Nei pressi del Comune ci sono sei sedi a testimoniare il passato e lanciare un messaggio per il futuro
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ome al solito ordino il mio decaffeinato. Purtroppo, dati i tempi, non posso consumarlo al banco. Sono costretto a spostarmi un po’ più in là, in piazza, sulla panchina. A farmi compagnia c’è solo la lentezza dello scorrere del tempo. Sprofondo nei miei pensieri. Insorgono domande. Mi guardo intorno. E scorgo un presente mai notato. Un passato, per me, senza memoria. Un futuro possibile. Mi torna in mente il titolo provocatorio di un saggio di Leonardo Sciascia, A futura memoria (se il futuro ha una memoria): una vera e propria esortazione a pensare il futuro, o a fare memoria. Ma torniamo al presente! Al centro di Cardito, in piazza Giuseppe Garibaldi, ci sono più sedi di partito che attività commerciali. Non un segno dei tempi (o anche!), diciamocelo! È forse più il retaggio di un passato non più presente, di un oggi anacronistico, di un futuro sospeso, in attesa di fare memoria. Sì, perché la memoria è esule dalla concezione eraclitea del tempo: non è un continuo fluire. È un fiume carsico che affiora al-
Bersani a Cardito qualche anno fa lor quando nella storia, per diverse ragioni, c’è bisogno di essa. Ma, mentre rifletto, – dicevo – osservo. Di fronte a me, da una parte, le sedi di Campania libera e di Cardito democratica, dall’altra, l’insegna ormai sbiadita di Forza Italia. Alle mie spalle, e di fila, la sede del Partito Democratico, di Articolo Uno, e dell’Azione Cattolica della parrocchia di San Biagio. Finito il caffè, non finisce la curiosità. Nel frattempo, fare memoria è diventata un’esigenza personale. Invio messaggi, effettuo qualche telefonata. È stata un’esperienza unica. Tra la nostalgia dei tempi andati e l’entusiasmo di chi mi raccontava, ho fatto memoria. Non mi ci è voluto troppo per capire
che in quello stesso luogo, la piazza, la storia ha incontrato vite, volti, nomi, a me sconosciuti, eppure così vicini. Intercettare la memoria fa questo strano effetto: stravolge i tempi, accorcia le distanze, fa sentire tutti partecipi della stessa storia. Non esagero nel dire che mi è bastato sapere che alle due estremità della piazza c’erano la sede del Partito Comunista Italiano (l’attuale sede del PD) e la sede della Democrazia Cristiana (l’attuale sede dell’AC, e non solo) per avere anche solo una vaga idea di quella che era la vitalità politica a Cardito. La memoria mi ha restituito e trasmesso il ricordo di una politica che è stata un fare quotidiano. Come quotidiano era il confronto fermo e deciso sulle idee e sui programmi dei partiti, tra i loro rappresentanti in Consiglio, e i loro militanti. Un confronto e un dialogo che, per quanto acceso, restava sempre rispettoso della persona e della sua dignità. Gli stessi partiti, ben organizzati, radicati sul territorio, godevano di stretti rapporti con le dirigenze sovracomunali,
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e rivolgevano una particolare attenzione alle loro sezioni giovanili. Dal clima politico che si viveva in piazza, si capisce perché la formazione politica era una necessità: uno o due giovani, ogni anno, frequentavano le scuola di partito alla Camilluccia o a Botteghe Oscure. Nel suo piccolo, Cardito stessa, con le sue sedi di partito, era una scuola (di) politica. Negli anni, diversi sono stati gli uomini della politica e delle istituzioni passati per le diverse sezioni locali dei partiti, ne cito alcuni: Giorgio Napolitano, Vincenzo Scotti, Antonio Gava, Paolo Cirino Pomicino, Guido De Martino, e non ultimo Luigi Bersani. Mi ha colpito l’emozione e il caro ricordo di chi mi ha raccontato di essere stato partecipe alla sostituzione della «tabella» del PCI con quella del PDS: non una semplice sostituzione ma la testimonianza diretta di un passaggio cru-
ciale della storia politica italiana. Che emozione! Per ripercorrere tutta la storia della sinistra italiana, basterebbe pensare alle «tabelle» che di volta in volta sono state cambiate all’esterno di quella stessa sede, allora sede della sezione del PCI, oggi sede della sezione del PD, attualmente dedicata alla memoria del “compagno” Pietro Donadio. E pensare che di tutto questo io ne ero ignaro! Un paragone con l’oggi sarebbe impensabile, o addirittura impossibile. Sono mutate le idee e le ideologie, la politica, la società. Ciò nonostante, fare memoria mi ha fatto ripensare alle parole di Costantino Mortati, accademico, giurista, e politico italiano, che, durante un suo intervento all’Assemblea costituente, disse: “È nei partiti che si preparano i cittadini alla vita politica e si dà ad essi la possibilità di esprimere organicamente la loro volontà, è nei partiti che si se-
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lezionano gli uomini che rappresentano la nazione in Parlamento”. Una riflessione su queste parole, e sui partiti oggi, mi porterebbe lontano, forse altrove. Tuttavia, di queste stesse parole mi piace sottolineare l’attualità e la necessità: l’essenza dei partiti è quella di dare forma all’informe corpo sociale (le famose «stecche del busto» gramsciane). In piazza, a Cardito, è passata la storia, si è costruito il presente, e solo se avremo il coraggio di fare memoria, facendola riemergere dal sottosuolo in cui è immersa, la piazza continuerà ad essere l’agorà della nostra comunità. Non ringrazierò nominalmente chi mi ha permesso di fare memoria. Mi piace pensare che la memoria sia esistenzialmente tesa, o sospesa, tra il ricordo del passato e la speranza nel futuro. E noi tutti siamo nel mezzo. Abbiamo tutti lo stesso compito: trasmetterla!
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Pubblicato il bando di gara per l’ultimo lotto
La linea Napoli Bari è più vicina Quando sarà completata la stazione di Afragola sarà strategica per i trasporti nazionali ed europei
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ecisivo passo in avanti per la realizzazione della linea Napoli Bari dell’alta velocità, una linea che darà alla stazione di Afragola un’importanza strategica nel sistema dei trasporti su ferro in Italia e in Europa. È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il bando di gara per l’ultimo lotto della tratta Hirpinia – Orsara, lunga circa 28 km, per un investimento complessivo di 1,5 miliardi di euro. Dal prossimo anno tutti i cantieri della linea AC/AV Napoli – Bari saranno quindi operativi. Entro il 2023, con il completamento delle prime tratte (Napoli - Cancello e Cancello – Frasso), partirà il primo collegamento diretto tra Napoli e Bari con successiva estensione dell’itinerario fino a Lecce e Taranto. La pubblicazione è avvenuta grazie al finanziamento e alla registrazione presso la Corte dei Conti del Contratto di Programma parte investimenti 2017-2021 tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e RFI e alla successiva approvazione in linea economica del progetto da parte del Commissario. La Napoli – Bari è un’opera strategica per lo sviluppo economico del Sud e dell’intero Paese. Con i suoi 6,2 miliardi di investimenti produce ricadute economiche importanti su imprese e lavoratori. A regime saranno circa 4000 le persone, tra imprese appaltatrici e indotto, a essere impegnate nella realizzazione della nuova linea con significativi benefici per l’economia delle regioni coinvolte. La Napoli - Bari, di cui il Gruppo FS Italiane attraverso Rete Ferroviaria Italiana è committente, è parte integrante del Corridoio
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ferroviario europeo TEN-T Scandina via Mediterraneo. Nel 2026, alla conclusione dei lavori, faciliterà gli spostamenti di persone e merci da Bari verso Napoli e Roma. Sarà possibile andare da Bari a Napoli in 2 ore e da Bari a Roma in 3 ore. Ma già dal 2023, con la progressiva apertura delle tratte ultimate, sono previste riduzioni al confronto degli attuali tempi di viaggio. Intanto ci sono buone notizie anche per la viabilità di accesso alla stazione dell’Alta velocità perché sembra destinato a diventare realtà in tempi brevi anche il collegamento diretto con l’asse mediano che risolverebbe gran parte dei problemi della viabilità di accesso alla stazione che, al momento, è fortemente limitata perché vengono usate vie interne, che spesso si allagano alle prime piogge, o lo svincolo dei centri commerciali de Le Porte di Napoli che è già inadeguato per una cittadella commerciale di quella portata. Senza dimenticare il grande progetto di collegamento della stazione con la metropolitana di Napoli anche se, in questo caso, siamo ancora agli studi di fattibilità. Restano invece al palo le progettazioni relative alle aree intorno alla stazione. Al momento ci sono solo parole e pochi progetti concreti per sfruttare al meglio tutte le potenzialità inespresse della stazione che è utilissima per quanti devono usare l’alta velocità e non vogliono o non possono spostarsi alla stazione di Napoli, ma che resta una cattedrale nel deserto delle idee progettuali e di rinascita sociale ed economica per Afragola e l’intera area a nord di Napoli.
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Si aspetta la data in cui si voterà la mozione contro Grillo
Una sfiducia poco credibile
Non è stato ancora fissato, al momento di andare in stampa, la seduta del Consiglio comunale nel corso della quale sarà discussa la mozione di sfiducia al Sindaco di Afragola. A firmarla e protocollarla, lo scorso 12 novembre, sono stati 13 Consiglieri, nove di minoranza e quattro di maggioranza e quindi dovrebbe essere discussa entro il 12 dicembre. Tutti hanno messo nero su bianco le loro critiche all’Amministrazione comunale accusata tra l’altro di ‘immobilismo’ e parlando di vero e proprio ‘fallimento’ legato anche a ‘lotte intestine’. Non mancano riferimenti anche all’azzeramento della Giunta che non ha portato alcun reale cambiamento secondo i firmatari della mozione. A firmare la mozione di sfiducia sono stati Giovanni Boccellino, Camillo Manna, Gaetana Cuccurese, Crescenzo Russo, Gennaro Castaldo, Gennaro Giustino, Domenico Tuccillo, Michele Bencivenga, Raffaele Botta, Antonio Lanzano, Vincenzo De Stefano, Francesco Fusco e Maria Carmina Sepe. Un gruppo ‘variegato’ che non potrà avere alcuno sbocco ‘elettorale’ ma che ha trovato un accordo per sfiduciare Grillo. Gli stessi firmatari respingono l’accusa di non aver tenuto conto del periodo storico che si sta vivendo perché accusano l’Am-
ministrazione Grillo di far poco e male anche nella gestione dell’emergenza sanitaria ed economica che Afragola e gli afragolesi stanno attraversando. Le tredici firme raccolte, in teoria, basterebbero per chiudere l’esperienza di Grillo sindaco di Afragola, ma i dubbi che la mozione venga effettivamente discussa e approvata in Consiglio comunale sembrano davvero poche. Lo stesso riferimento al recente azzeramento della Giunta sembra un segnale, neanche tanto velato, al Sindaco affinché riveda quelle scelte per cercare un’alleanza quanto più ampia possibile in maggioranza e anche in parte della minoranza. Sembra difficile che la mozione venga effettivamente votata anche perché restano i problemi relativi alla composizione delle
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In pochi credono che si possa davvero andare a elezioni anticipate ad Afragola
alleanze e alla scelta dei candidati Sindaco. Appaiono ormai scontate alcune candidature, ma mancano del tutto le coalizioni a sostegno di quelle candidature. In particolare sembrano ormai proiettati alle prossime elezioni comunali, indipendentemente da quando si terranno, Pina Castiello, ex sottosegretario e attuale deputata della Lega che non godrebbe più del sostegno necessario a ottenere una nuova candidatura al Parlamento e sarebbe pronta a scendere in campo per diventare Sindaco di Afragola; in campo anche Antonio Caiazzo che avrebbe lasciato il gruppo di Forza Italia proprio per provare a creare un’alleanza ampia che si distanzi dal centrodestra a trazione leghista; e in campo vuole esserci anche l’ex sindaco Domenico Tuccillo che, forte del risultato alle regionali, vuole riproporsi alla guida della città ma non riesca a coinvolgere su questo progetto un centrosinistra ampio. A loro tre poi ci sono altri che, più o meno velatamente, hanno aspirazioni, più o meno legittime. In una situazione del genere, quindi, appare difficile che si riescano a trovare le ‘forze’ per votare quella mozione di sfiducia. Più probabile che si soprassieda magari in seguito a qualche rassicurazione da parte del Sindaco di un cambio di rotta o di un allargamento della maggioranza, nei contenuti o nelle persone. Studio Posturologia Chinesiologia Neuropsicometricità Ortopedagogia Integrata Logopedia Psicoterapia
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Nessuna sorpresa nella prima riunione del Consiglio comunale di Casalnuovo
La Presidenza a Katia Iorio >>
A cura di Lucia Allocca Resta incompleta la Giunta, mentre dalle opposizioni arrivano parole di distensione
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orte chiuse e nessuna diretta dalla pagina facebook istituzionale del Sindaco per rendere partecipe la cittadinanza del primo e attesissimo Consiglio comunale del Pelliccia bis che, lo scorso 23 novembre, a due mesi dalle elezioni, ha finalmente decretato il Presidente dell’assise e il suo vice. Per la prima volta, a ricoprire il delicato e prestigioso incarico, c’è una donna. Con ben 17 voti a favore, infatti, è stata eletta, tra le fila della maggioranza, la consigliera Katia Iorio, “regina indiscussa” dell’ultima tornata elettorale che, con le sue 865 preferenze, è stata la più votata. A farle da vice il consigliere, pure eletto tra i banchi dell’opposizione, Gaetano De Maria. “Prima di tutto vorrei ringraziare di cuore il Sindaco, i Consiglieri della maggioranza e chi, dell’opposizione, ha creduto in me come Presidente del Consiglio comunale. La mia elezione non è stata un caso, ma nasce dal percorso iniziato nel 2015 con Massimo Pelliccia e questa maggioranza, insieme abbiamo portato un cambiamento alla politica csalnuovese” ha detto la neo Presidente aggiungendo: “Tante sono state le idee e i progetti realizzati, ma ci aspetta tanto lavoro per la nostra comunità, convinta più che mai che solo
Gaetano De Maria, Katia Iorio e Massimo Pelliccia con l’impegno della squadra, le cose difficili si possono realizzare”. A sostenere la candidatura della Iorio, infatti, proprio dalle fila della minoranza, anche il consigliere Espedito Iasevoli, diretto competitor di Pelliccia alle ultime elezioni: “Katia Iorio è una cara amica, ma soprattutto una persona che stimo professionalmente e politicamente. In questi anni, in cui ha ricoperto il ruolo di Consigliere comunale a Casalnuovo, ha dimostrato grande impegno e passione. A Lei vanno i miei auguri per un buon lavoro. Personalmente il mio impegno sarà quello di portare avanti le proposte politiche che hanno contraddistinto il programma elettorale della mia coalizione, frutto del confronto quotidiano con i
tantissimi cittadini incontrati nei mesi di campagna elettorale, durante i laboratori di quartiere”. Congratulazioni arrivano anche da Giovanni Nappi che, in Consiglio, può contare della fiducia dei sette Consiglieri eletti tra le liste della coalizione con cui ha partecipato all’ultima tornata elettorale, tra cui figura parte dello storico gruppo di “Pelusiani”, i consiglieri Giovanni Brandi e Salvatore Errichiello, quest’ultimo appena passato in Italia Viva. “Buon lavoro e auguri a Katia Iorio, eletta Presidente del Consiglio Comunale – le parole di Nappi - Sono certo saprà essere la Presidente di tutti e saprà rispettare le “pluralità”, che inevitabilmente ci saranno nel civico consesso. Noi, della coali-
zione Nappi, occuperemo i banchi della minoranza, rispettando e accettando il risultato elettorale”. Ma non manca da parte del leader democratico una stoccata al Sindaco ribadita durante l’assise: “Mi piacerebbe tu fossi il Sindaco di tutti. E, bada bene, non il Sindaco di Nappi o della coalizione Nappi. A noi puoi anche rifiutare ogni diritto e ogni condivisione che la legge e i regolamenti ci attribuiscono. Mi riferisco alla Comunità. Mi piacerebbe tu riuscissi a dare a tutti, anche a chi non ti ha votato, la stessa considerazione, le stesse attenzioni, le medesime risposte che dai a chi, invece, ti ha sostenuto”. Sul fronte della giunta restano invece, per il momento, ancora 5 gli Assessori che compongono la squadra di Pelliccia. Stefano Coscia, mantiene la delega da vicesindaco, al Bilancio, ai Tributi e al Personale; Salvatore Esposito, con deleghe alla Pianificazione Urbanistica, Puc, Smart City, Cimitero e Commercio; Simona Visone per Pubblica Istruzione e Cultura, Associazionismo, Politiche Giovanili e Formazione; Mariarosaria Chiarolanza, con deleghe all’Ambiente e al Decoro Urbano, e Biagio Antignani per Polizia Municipale, Protezione Civile e controllo del territorio.
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Tensioni nella maggioranza a Frattamaggiore
Partenza a singhiozzo
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Il Sindaco si ritrova in Consiglio con tensioni tra i vari gruppi consiliari uando avrete tra le mani Cogito dovrebbe essere stato eletto il Presidente del Consiglio comunale di Frattamaggiore. Il condizionale però è d’obbligo perché, nonostante siano trascorsi ormai oltre due mesi dalle elezioni, la maggioranza che Marco Antonio Del Prete si ritrova in Consiglio comunale non è ancora riuscita a trovare un accordo al punto che c’è chi ha tentato in tutti i modi di approfittare delle difficoltà per raccogliere il sostegno di parte della minoranza e andarsi a sedere sulla poltrona di Presidente del Consiglio. Un tentativo, quello di raccogliere voti nella minoranza, che si ripeterà spesso nel corso di questa consiliatura in cui maggioranza e minoranza si mescoleranno spesso. È facile prevederlo viste le storie personali e politiche di chi è andato a sedersi in Consiglio comunale. L’unica eccezione dovrebbe arrivare da Luigi Costanzo e Carla Ambrico che rappresentano la ‘vera novità’ di questa consilia-
città. Nei giorni immediatamente precedenti il primo Consiglio comunale del secondo mandato di Marco Antonio Del Prete, il gruppo di LIberiAmo Fratta di Luigi Costanzo aveva chiesto collegialità nella scelta del Presidente del Consiglio comunale e aveva lanciato l’idea di una donna alla guida dell’assise comunale. Collegialità richiesta anche dall’altra opposizione, quella che fa riferimento a Francesco Russo, l’altro candidato Sindaco sconfitto da Marco Antonio Del Prete. Intanto, mentre nel palazzo comunale si continuava a litigare per le poltrone, dopo la travagliata composizione della Giunta, in città c’era malumore per l’arrivo nelle case delle bollette della Tari che sono arrivate oltre la scadenza fissata e con l’obbligo di pagare tutto entro la fine dell’anno. Malumore che è arrivato anche nelle stanze comunali e che ha portato il Sindaco a scrivere
tura. Una novità che dovrà ora passare il vaglio dell’impegno concreto nelle stanze comunali. Al momento di andare in stampa restano in ballo tre nomi: Aniello Di Marzo, candidato del Pd, partito di maggioranza relativa, che, in base agli accordi che hanno portato alla composizione della Giunta, avrebbe dovuto ottenere anche la Presidenza del Consiglio; Franco Del Prete, consigliere di Fare Democratico, gruppo che non ha chiesto rappresentanti in Giunta proprio per poter chiedere lo scranno più alto dell’aula consiliare; e Pasquale Del Prete, consigliere di Impegno per Frattamaggiore che ha già un suo rappresentante in Giunta. Non tramontata del tutto la candidatura di Pasquale Gervasio che ha dalla sua la forza dei numeri visto che è tra i più votati del Pd, il partito più votato in
alla dirigente degli Uffici finanziari per chiedere una dilazione al 2021. Una soluzione che, stando al parere degli esperti, appare difficilmente praticabile perché gli incassi della Tari devono andare tutti nel bilancio del 2020, nelle entrate dell’anno in corso, e non possono essere messe nel bilancio del 2021. Staremo a vedere se la richiesta del Sindaco avrà effetti concreti o resterà solo un modo per placare gli animi dei frattesi che si sono ritrovati queste bollette di fine anno. A chiedere attenzione per il particolare momento che sta vivendo la città anche i Verdi che, in un comunicato a firma di Fabio D’Ambra e Connie Liotti, hanno chiesto al Sindaco di sospendere il pagamento delle strisce blu per venire incontro ai residenti e ai commercianti che stanno vivendo momenti difficili.
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Per la prima volta il Consiglio comunale in streaming
Crispano ‘sbarca’ sul web >>
A cura di Rocco Pezzullo Approvati senza problemi il bilancio di previsione e il documento unico di programmazione
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anche al Comune di Crispano è arrivata la fibra ottica. O meglio, diciamo che dopo una serie di “Mi sentite?”, “Mi vedete?”, “Non vi sento!”, la connessione si è assestata a buon livello analogico. Una sorta di linea dsl, insomma, che non è il massimo, ma è sempre meglio del primissimo 56k che ci ha visti tutti, molti anni fa, sbarcare sul lunario del web. In ogni caso, nonostante qualche difficoltà tecnica appare come una notizia degna di nota la convocazione del primo Consiglio comunale in streaming, dove la partecipazione per i cittadini è stata resa possibile attraverso il neonato canale YouTube “Comune Crispano”. Una svolta storica. Certo, c’è da sottolineare qualche mancanza nella comunicazione. Saranno stati in pochissimi, infatti, a sapere che la seduta del Consiglio comunale poteva essere seguita in diretta. Nell’epoca in cui soggetti politici di ogni dove scelgono di condividere qualunque cosa sui social, anche la più stupida tra le azioni intraprese, ci si è dimenticati di trasmettere questa importante informazione. Sarà per la prossima volta e considerando che il Comune di Crispano potrebbe accogliere la sfida di condividere in diretta tutte le sedute del Consiglio, anche quelle che saranno vissute in presenza. Potrebbe diventare un bel modo, questo, per consentire a chiunque di prendere parte al dibattito politico e stimolare una maggiore partecipazione alla vita pubblica del paese. Noi di Cogito scegliamo di lanciare la proposta e chissà che, magari, in assenza di argomenti, qualcuno tra la maggioranza e l’opposizione non scelga di fare propria
questa idea e trasformarla in personale battaglia politica. Il Consiglio comunale si è incontrato il 19 novembre 2020 per deliberare l’approvazione del Documento Unico di Programmazione e del bilancio di previsione 20202022. Due documenti importantissimi per il lavoro di un’Amministrazione e per la vita dell’intera comunità cittadina. Il DUP, infatti, è lo strumento che consente l’attività di guida strategica e operativa degli enti locali e costituisce, a pari passo con il bilancio di previsione, il pilastro attorno al quale si costruiscono tutti i documenti di programmazione e gli interventi necessari per il miglioramento del paese. Nei giorni che hanno preceduto il Consiglio, il gruppo Rialzati Crispano aveva promesso battaglia nella sede consiliare. Con un comunicato trasmesso attraverso la pagina Facebook “Gruppo consiliare Rialzati Crispano”, hanno condiviso la loro posizione sul tema: “Per questo bilancio”, si legge, “avevamo proposto alla maggioranza di inserire alcune misure per migliorare l’offerta amministrativa della coalizione di governo. Niente di niente. Una maggioranza arrogante e totalmente sorda alle proposte dell’opposizione. Ma soprattutto un bilancio “vuoto”
di interventi significativi per le sorti del popolo”. Per il gruppo guidato da Alfonso D’Errico, il documento sarebbe mancante di interventi socio-economici a favore dei commercianti di Crispano duramente colpiti dagli effetti della pandemia, di interventi sanitari “straordinari” per sopperire alle difficoltà del Covid e l’assenza di azioni per la pulizia della Zona Pip, oramai diventata una discarica a cielo aperto. Ed è proprio D’Errico a prendere la parola durante il Consiglio Comunale per dare ragione della decisione, sua e del suo gruppo, di votare “no” all’approvazione del DUP e del Bilancio. Quella del Consigliere di Rialzati Crispano è una dura considerazione sul lavoro del gruppo di governo considerato mancante su molti aspetti: “Questo bilancio di direttive politiche e programmatorie ha ben poco”, afferma D’Errico, “Il documento vede la luce solo grazie agli sforzi del responsabile di settore che coadiuvato dai responsabili degli altri uffici, cera di supplire al vuoto politico di una maggioranza che non vede, non sente e non parla sebbene continuamente sollecitata a farlo”. Tra le file della minoranza non dimentichiamo il consigliere Castaldo che, se fossimo in un contesto cinematografico, potrebbe diventare il protagonista di una serie intitolata “E poi c’è Filippo”. In uno stile propositivo, potremmo suggerire alcuni episodi a qualche colosso dello streaming. Castaldo, essenzialmente non aggiunge nulla alla discussione. In sostanza potrem-
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Anno XXVI - numero 452 - sabato 28 novembre 2020 rispondere nel merito. “Pensavo che da parte delle minoranze fossero arrivati dei suggerimenti”, afferma il sindaco, “Io stasera ho, invece ascoltato un giudizio sull’operato dell’Amministrazione. Non è questo il ruolo dell’opposizione. E non venite a raccontarmi che non siete stati coinvolti, perché sono stati fatti tutti i passaggi necessari prima di arrivare in questo Consiglio”. La reazione di Emiliano mira a sottolineare le mancanze della minoranza: nelle sedi opportune “non avete fatto pervenire proposte, idee e soprattutto non avete fatto pervenire, secondo quello che è il vostro ruolo, emendamenti secondo il regolamento di contabilità”. A conclusione del Consiglio i documenti saranno comunque approvati con 12 voti favorevoli e 4 contrari. Resta, in ogni caso, sospesa la domanda posta dal consigliere Carlo Granata che, sia chiaro, non è che abbia aggiunto spessore alla riflessione, però una questione l’ha posta alla minoranza: “Perché, all’interno, quando siamo in Commissione c’è uno spirito collaborativo e quando siamo in Consiglio c’è invece uno spirito, quasi, di attacco politico?”. Qualcuno, di grazia, risolva il dubbio amletico di Carlo.
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mo sintetizzare l’intervento del grillino nella sua più ricorrente tra le espressioni: “Come ha già detto il consigliere D’Errico”. Ecco, come sopra. Anche nella votazione. L’unica differenza sta nella citazione, di tanto in tanto, di fantomatici incontri e confronti “del gruppo cittadino del Movimento 5 Stelle” del quale, ad essere onesti, abbiamo perso completamente le tracce. In tutta onestà, accanto alla serie già citata, anche per il Movimento Crispano potremmo avviare un interessante capitolo cinematografico. Magari un remake di “Oblivion”, accontentandoci di attori locali e accettando di buon grado l’assenza di Tom Cruise. Ed è guardando alla solitudine di Filippo, il quale aveva addirittura chiesto e ottenuto la creazione di un nuovo gruppo “autonomo” in Consiglio, e inviando un pensiero di vicinanza agli amici desaparecidos di Beppe Grillo, che scegliamo di inviare una parola di conforto al Consigliere: se vuole, può considerarci spiritualmente parte del gruppo autonomo in Consiglio. La compagnia e l’affetto, d’altronde, non si negano a nessuno. Il sindaco, Michele Emiliano, non ci sta ad accogliere gli attacchi della minoranza senza
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Quando MARADONA giocò ad Afragola
In queste ore tutti stanno ricordando episodi legati alla permanenza di Maradona a Napoli, ma non tutti sanno che ha giocato anche al ‘Luigi Moccia’ di Afragola per un’amichevole con l’Afragolese. In molti la ricordano, ma non tutti sono concordi nel ricordare il risultato. Per alcuni vinse 1-0 il Napoli, per altri vinse incredibilmente l’Afragolese per 1-0.
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Rientrate le polemiche interne alla maggioranza a Caivano
Emione alla guida del Consiglio >>
A cura di Antonio Trillicoso L’esponente di Italia Viva non ha ottenuto alcun voto contrario
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lla fine i ‘mal di pancia’ sono rientrati e Francesco Emione è stato eletto presidente del Consiglio Comunale a Caivano, così come era negli accordi all’indomani della conquista della poltrona di sindaco da parte di Enzo Falco. Emione è stato eletto con 15 voti a favore. Nessun altro candidato ha ottenuto voti perché gli altri 9 Consiglieri si sono astenuti. Era del tutto assente invece Raffaele Del Gaudio, politico navigato che avevano tentato di proporre come candidato alternativo a Emione. Oltre a Emione e Del Gaudio, nelle ultime ore, era emerso anche il nome di Pippo Ponticelli, ma alla fine la maggioranza ha mantenuto fermi gli accordi e sono rientrate anche le polemiche di quei Consiglieri e di quelle forze politiche che non si erano sentite pienamente garantite e rappresentate dopo la composizione della Giunta. Emione, eletto in consiglio comunale nelle liste di Italia Viva, architetto di professione, già Assessore, pur essendo tra i più votati nelle elezioni di settembre, ha accettato l’incarico di Presidente dell’assise cittadina contrariamente a chi lo vedeva di nuovo come Assessore all’Urbanistica. Chiuso anche il capitolo relativo all’elezione del Presidente del Consiglio, ora l’Amministrazione targata Enzo Falco può avviare concretamente il suo lavoro per affrontare i tanti problemi che, in questi anni, hanno attanagliato la città e le grandi progettualità da tempo messe da parte sul tavolo dei lavori.
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Circa tre anni di commissariamento straordinario dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazione camorristica hanno pesantemente segnato la città e la sua vivibilità. Un degrado lento e costante ha portato la città davvero al collasso. Prima delle amministrative di settembre si diceva da più parti che chiunque sarebbe stato eletto primo cittadino di Caivano si sarebbe dovuto mettere al lavoro per le tante situazioni da risolvere con la collaborazione di tutti, nessuno escluso. Le strade dissestate e il riassetto delle scuole, così come le aree verdi da recuperare sembrano le priorità nell’agenda dell’Amministrazione guidata dal sindaco Enzo Falco. Sembra siano già a disposizione del governo della città circa tre milioni di euro che verranno appunto investiti per fare questi lavori e rendere la città vivibile e fruibile alla cittadinanza. Intanto l’opposizione, formata dai gruppi di Consiglieri che hanno sostenuto gli altri due candidati a sindaco, Antonio Angelino e Salvatore Ponticelli, ha fatto intendere, già nel corso del primo Consiglio comunale, che, data la situazione legata alla pandemia e le difficoltà legate al dissesto finanziario, non sarà un’opposizione sterile che “risulterebbe solo un danno per la città”. Si dicono pronti a fare la loro parte: “Evidenzieremo le problematiche e vorremo essere presenti nel dibattito comunale sollecitando ed evidenziando criticità in modo costruttivo perché è l’ora del fare se non si vuole che Caivano sia abbandonata a se stessa”.
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Una ‘conquista’ per chi vive nella periferia di Afragola
Il metano arriva nel quartiere Saggese >>
A cura di Antonio Boccellino Decine di famiglie potranno abbandonare i pericolosi serbatoi e le bombole
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anno preso il via, agli inizi del mese di novembre, i lavori di metanizzazione per il quartiere Saggese ad Afragola: in particolare, l’intervento prevede l’allargamento della rete di distribuzione del gas, già presente nel quartiere San Marco, e interesserà una prima tranche di traverse della zona Saggese e Ferrarese. Realizzato dalla società “Italgas Reti”, senza oneri per il comune di Afragola, il progetto è destinato a cambiare radicalmente il sistema di approvvigionamento del gas per circa 150 nuclei familiari che ne potranno beneficiare: oltre 4 km di rete che verranno completate in due mesi; un gruppo iniziale che, si spera, verrà ulteriormente aumentato. L’intervento è stato possibile grazie al consigliere Crescenzo Russo, che si è prodigato affinché l’impresa distributrice “Ital Gas” sbloccasse i lavori senza incidere sul bilancio del Comune: sono previsti interventi iniziali per 127 utenze per un totale di € 400.000,00; tra le altre, le opere prevedono anche la predisposizione degli impianti splinker utili al futuro passaggio della fibra ottica. “Oggi raggiungiamo finalmente un traguardo dopo un percorso a ostacoli iniziato nel mese di marzo del 2019, quando ho presentato un’interrogazione sui lavori di riqualificazione della zona. Domanda che
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mi ha permesso di conoscere più da vicino le problematiche di quartieri periferici che aspettano da anni un miglioramento della vivibilità” ha detto il consigliere della lista Afragola democratica. Un altro importante tassello per la riqualificazione del quartiere, dopo gli interventi previsti dal “Piano Manutentivo delle strade”, avviato qualche anno, in una delle località cittadine maggiormente danneggiate dall’attraversamento dei lavori della linea Alta Velocità Napoli-Roma. E, parliamo, di una miglioria importante non solo per il confort, ma anche per la sicurezza degli abitanti che ancora oggi sono costretti ad approvvigionarsi di gpl per le necessità delle proprie famiglie utilizzando serbatoi, spesso pericolosi. Soddisfazione per i residenti del quartiere
che, da decenni, erano in attesa di questo servizio fondamentale. “Oggi, grazie al consigliere Crescenzo Russo - è il commento di Anna Giustino e Michele Napolitano in rappresentanza del Comitato Saggese - scriviamo un’altra pagina storica per il nostro quartiere. La metanizzazione della zona è stata desiderata da decenni dai cittadini del quartiere Saggese e diventa realtà insieme ai lavori di riqualificazione avviati dall’Amministrazione di Mimmo Tuccillo. Al consigliere Russo va un grazie di cuore per la competenza, la tenacia e l’impegno dimostrato. I nostri apprezzamenti anche all’ingegner Nunzio Boccia dell’Ufficio tecnico e al sindaco, Claudio Grillo, per aver rilasciato prontamente le autorizzazioni per l’avvio del cantiere.”
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Anno XXVI - numero 452 - sabato 28 novembre 2020
Esposto uno striscione sul palazzo comunale
Frattamaggiore chiede verità per Mario Paciolla
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A cura di Angelica Argentiere Il Sindaco ha accolto l’invito del direttore, Antonio Iazzetta, e ha rilanciato: “Tutti i Comuni dell’area a nord di Napoli facciano la stessa cosa”
lla fine, dopo una serie di rinvii, per le elezioni prima e per le restrizioni legate alla pandemia poi, è arrivata la testimonianza di Frattamaggiore verso coloro che stanno combattendo per avere verità sulla morte di Mario Paciolla, cooperante Onu ritrovato morto nella sua casa di San Vicente del Caguàn in Colombia, lo scorso 15 luglio. Ora, uno striscione per rivendicare giustizia sulla sua morte copre una balaustra del Comune di Frattamaggiore su iniziativa del direttore di Cogito, Antonio Iazzetta, accolta dal sindaco della città, Marco Antonio Del Prete, che, nel salutare i genitori di Mario, presenti insieme ad alcuni amici e parenti frattesi, ha detto: “Coinvolgerò anche gli altri Sindaci dell’area a nord di Napoli perché è figlio della nostra terra e vanno chiarite le ragioni della sua morte”. I genitori di Mario, Giuseppe Paciolla e Anna Motta, hanno ringraziato il direttore di Cogito e il Sindaco di Frattamaggiore e hanno ribadito il loro appello: “Chi sa parli, per non rendersi complice di un delitto. Chi sa, parli, per non avvelenare quell’ ideale di giustizia e verità che rappresentava il movente profondo dell’avventura umana e intellettuale di Mario, incar-
nazione esemplare di uno spirito avido di sapere e desideroso di pace, un’anima piena di energia che nessuno riesce a credere capace di togliersi la vita, senza un saluto, con già pronto il biglietto per tornare in Italia”. Laureato in Scienze politiche all’Orientale di Napoli, Mario Paciolla viIl padre di Mario Paciolla e il Sindaco di veva in Colombia Frattamaggiore espongono lo striscione sul Comune dal 2016. Dopo due anni come volontario per su El Espectador, l’operatore la sua cerchia ristretta di amici l’organizzazione non-governativa Peace Briga- ONU aveva documentato i det- di aver chiesto il trasferimento des International (PBI), dall’a- tagli dell’operazione militare in un’altra sede della Missione gosto 2018 collaborava con la del 29 agosto 2019 nel villag- dopo aver appreso che, per deMissione delle Nazioni Unite gio Aguas Claras del Comune cisione di Raúl Rosende, diretsulla verifica degli accordi di di San Vicente del Caguán, tore dell’area di Verifica [degli pace tra il Governo e le Farc contro l’accampamento di Ro- Accordi di pace] dell’agenzia, (Forze Armate Rivoluzionarie gelio Bolívar Córdova (noto estratti dei suoi rapporti erano della Colombia): una missione como El Cucho, leader di una finiti nelle mani del senatore delicata, in un paese martoriato delle fazioni di dissidenti delle colombiano Roy Barreras”. da oltre 50 anni di guerra. Nel- Farc che hanno rifiutato il pro- In base alla ricostruzione de El lo specifico Mario stava inda- cesso di disarmo e smobilita- Espectador la fuga di questi dogando su un bombardamento zione previsto dagli Accordi di cumenti riservati aveva messo da parte delle forze militari in Pace) in cui sono morti almeno in allerta l’operatore italiano e Colombia in cui erano morti sette minorenni fra i 12 e i 17 creato anche tensioni all’interno della Missione per paura di dei bambini. Secondo quanto anni. riportato da un articolo della Si riporta che “Paciolla si sentì ritorsioni da parte delle Forgiornalista investigativa Clau- in pericolo, tradito e arrabbia- ze militari e che l’ex ministro dia Julieta Duque pubblicato to con i suoi superiori e informò della Difesa colombiano aveva
Anno XXVI - numero 452 - sabato 28 novembre 2020 fatto pressione affinché il mandato della Missione dell’ONU, “che si rinnova ogni settembre, non venisse confermato per il 2019, e questo aveva causato fastidio”. Risulta un messaggio di Mario inviato ad un amico l’11 luglio, qualche giorno prima del ritrovamento del suo corpo: “Voglio dimenticare per sempre la Colombia. La Colombia non è sicura per me. Non voglio mettere più piede in questo paese, né nell’ONU. Non fa per me. Ho chiesto il trasferimento da un po’ e non me l’hanno dato. Voglio una nuova vita, lontano da tutto” (il suo contratto sarebbe scaduto il 20 agosto ma aveva deciso di rientrare prima, proprio il 15 luglio, data in cui è stato ritrovato morto nel suo appartamento, ndr). La polizia locale ha inizialmente riferito che Mario era stato ritrovato impiccato e con ferite di arma da taglio in varie parti del corpo, ipotizzando un suicidio, ipotesi immediatamente scartata da chi conosceva Mario e il difficile contesto in cui lavorava. Nel frattempo, sono emersi ulteriori elementi che gettano ombre sulla gestione dell’indagine da parte della Missione ONU: il mouse del computer di Pa-
ciolla è stato trovato nell’ufficio dell’ONU a Bogotà, “preso da funzionari del dipartimento di Protezione e Sicurezza delle Nazioni Unite insieme ad altri effetti personali il 16 luglio, un giorno dopo la sua morte”. Secondo quanto riportato, a coordinare queste operazioni è stato Christian Leonardo Thompson Garzón, ex-militare e capo della sicurezza della Missione nel Caguán. Sempre su ordine di Thompson, la casa di Mario sarebbe stata ripulita con candeggina prima che le indagini della polizia colombiana fossero concluse, e proprio per questo quattro poliziotti per alterazione della scena della morte, ostruendo le ricostruzioni. Rimpatriata la salma lo scorso 24 luglio a Roma, ora le sue spoglie sono conservate nel cimitero di Frattamaggiore. Da allora la famiglia, gli amici e la società civile hanno lanciato diverse iniziative per far luce sulla vicenda e tenere alta l’attenzione nella ricerca di verità e giustizia per Mario. Abbiamo deciso di affidare a Monica Paciolla, una cugina del ramo frattese della sua famiglia, un ricordo del cooperante ONU: “Mario era un viaggiatore del mondo e sognava di diventarlo già in tenera età.
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CRONACA
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Durante i viaggi in macchina con le nostre famiglie facevamo la gara a chi conosceva più capitali mondiali e batteva tutti, grandi e piccoli, di gran lunga. Coltivava una spiccata voglia di conoscenza del mondo sin da bambino e condividevamo insieme un libro di domande e risposte, perché lui amava giocare così: conMario Paciolla con la cugina frontandosi con Monica in una foto gli altri su qualdi qualche anno fa siasi argomento. Mario era solare la sua lealtà e integrità, perché e carismatico, con le idee chiaMario lasciava il segno, l’imre, forte e sicuro, ma allo stesso tempo umile e paziente, era pronta del fare giusto perché difficile non notarlo, aveva la era a ciò a cui era destinato dote di relazionarsi con perso- proprio per la sua indole. Era ne di ogni cultura senza remore sé stesso sempre, per tutti una e ovunque andava riusciva ad garanzia e una spalla sicura intensificare la sua rete di ami- su cui contare. La sua perdita cizie, facendone tesoro. Con il lascia un vuoto incolmabile tempo, attraverso gli studi e la non solo per la famiglia e per professionalità acquisita, ne ha gli amici. Abbiamo tutti perso fatto una vera e propria mis- qualcosa senza Mario, qualsione di vita piena di sacrifici. cosa di grande che lui riusciva Chiunque l’ha conosciuto non a creare con il suo metaforico ha potuto fare a meno di notare abbraccio collettivo”.
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C CULTURA
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La pandemia non ferma la cultura
Al via il Festival Durante 2020
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Incontri e concerti per ricordare il musicista frattese anche in tempi di lockdowm
ra gli eventi che hanno riscosso successo lo scorso anno, quando la pandemia che sta annullando molte iniziative non era neanche immaginabile, c’è sicuramente il Festival Durante 2019, organizzato a Frattamaggiore dall’Istituto di studi Atellani e, in particolar modo, dal presidente, Franco Montanaro, dalla vice presidente, Imma Pezzullo, e dai soci Rosa Bencivenga, Bianca Iadicicco e Stefano Ceparano. Il Festival godeva anche del patrocinio del Comune di Frattamaggiore e della sponsorizzazione di alcuni commercianti frattesi. Si è svolto dall’ottobre 2019 al febbraio 2020 ed è stato naturalmente dedicato al sommo musicista frattese Francesco Durante (16841755): sei splendidi concerti e altrettanti unanimi ed entusiastici consensi, tutti di grande qualità artistica, grazie all’impegno del Consiglio di Amministrazione, di alcuni soci e soprattutto del direttore artistico Lorenzo Fiorito. Il concerto più seguito è stato quello inaugurale, tenutosi nella splendida dimora storica frattese della famiglia Iadicicco: nelle sale al pian terreno vi è stata anche una mostra documentaria e fotografica su Francesco Durante e la sua scuola musicale, che ha visto la partecipazione e l’impegno degli studenti del Liceo Durante di Frattamaggiore, preparati dalle architette Milena e Veronica Auletta. Folto pubblico hanno richiamato anche gli altri cinque concerti eseguiti nella Basilica di S. Sossio, nella Chiesa di S. Rocco, nella Chiesa della Santissima Annunziata e di S. Antonio, dove è la Cappella Durante, e nella Chiesa di S. Filippo. Sei concerti di mu-
siche di Durante e di musicisti di scuola napoletana suoi contemporanei eseguiti da eccezionali musicisti e interpreti della scena napoletana. Il successo di pubblico e di critica ha spinto l’Istituto di Studi Atellani a proporre, pur se in forma limitata per la pandemia in atto, il Festival Durante 2020. E proprio la pandemia ha spinto a cercare nuove forme di comunicazione, a cominciare da Facebook, il social dove ci saranno le dirette dei vari eventi in programma. Ci saranno, in date diverse e fino a tutto febbraio, un workshop sulla musica, sulla personalità e sulla scuola di Durante a cui interverranno personalità del mondo della musica, critici, musicologi di fama nazionale, docenti di conservatorio e musicisti; la presentazione del II volume de “Il secolo d’oro della musica a Napoli” curato da Lorenzo Fiorito; due concerti trasmessi in Rete che grazie a voci soavi ci faranno ascoltare duetti e canti durantiani e a musicisti affermati frattesi che suoneranno per esaltare la grandezza di Francesco Durante. Infine si terrà un Forum per creare una rete dei Festival della Scuola napoletana che si tengono in diverse città del Sud Italia. Di questa seconda edizione 2020, sempre con la direzione artistica affidata al professor Lorenzo Fiorito, prestigiosi enti patrocinatori sono l’Amministrazione della Città di Frattamaggiore, l’Associazione PulciNellaMente, l’Università digitale Pegaso, l’Università digitale Mercatorum e i Conservatori di S. Pietro a Majella di Napoli, Domenico Cimarosa di Avellino, Nicola Sala di Benevento e Giuseppe Martucci di Salerno.
CALCIO
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In Serie D l’attenzione è rivolta ai recuperi ed al protocollo sanitario
Uno spiraglio per i dilettanti
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a seconda ondata di Covid-19 ha costretto alla resa la Lega Nazionale Dilettanti. L’unico campionato che non ha subìto il doloroso stop è la Serie D, impegnata nello svolgimento dell’accurato programma dei recuperi e nell’aggiornamento del protocollo sanitario che è al vaglio della FIGC e consiste “nell’adozione di tamponi di screening utilizzando test rapidi antigenici, ormai diffusi in ogni settore, per la prevenzione della diffusione del contagio, effettuabili presso le società interessate”. La calendarizzazione delle gare da recuperare ha occupato l’intero mese di novembre e domenica 29 andranno in scena gli ultimi recuperi, che sanciranno la fine di questo format ed il conseguente riavvio del calendario formulato all’inizio della stagione. Difatti stando a quanto riportato sul Sito Web ufficiale della Lnd “il 6 dicembre – salvo ulteriori e diversi provvedimenti che dovessero rendersi necessari – è la data fissata per la ripresa regolare del Campionato con le partite della settima giornata”. Tuttavia la “parentesi recuperi” ha dovuto fare i conti con impedimenti legati allo spuntare di casi Covid-19 all’interno di società coinvolte nello speciale calendario stilato. Per questo motivo non sono stati
recuperati tutti i match e il Dipartimento Interregionale ha preferito posticipare al 6 dicembre i recuperi ancora non programmati. Tra queste gare figura anche Sassari Latte Dolce-Vis Afragolese 1944, rinviata a data da destinarsi. Ritarda dunque il ritorno in campo della compagine di patron Niutta che, dopo il super colpo Mario Marotta, ha chiuso un altro affare in entrata. Infatti Antonio Cardone, duttile centrocampista classe ’99, è entrato a far parte della rosa allenata da mister Masecchia, accrescendo le qualità di un parco under già competitivo. Ex Real Agro Aversa, il neoacquisto rossoblù vanta un curriculum di tutto rispetto: Paganese, Nocerina e Nola le casacche da lui indossate in quarta serie. Dall’Eccellenza in giù “tutto tace” e il pallone ha smesso di rotolare su quei campi. Nonostante questa deprimente fase di stallo, il Consiglio direttivo del Comitato Regionale Campania è al lavoro e nelle ultime settimane ha comunicato decisioni importanti per l’intero movimento dilettantistico. L’organismo capitanato da Carmine Zigaretti, infatti, ha dettato le linee guida per ripartire, riunendosi in videoconferenza per discutere di un tema centrale: la prosecuzione e il completamento
della stagione sportiva. L’eventuale ripresa seguirebbe il modello adottato in Serie D: priorità ai recuperi delle gare non disputate e conseguente realizzazione di un calendario “ad-hoc” e infine spazio agli incontri già programmati. Nel comunicato apparso sul sito Web ufficiale, il Consiglio Direttivo inoltre ha ribadito che “intravede nello svolgimento completo dei calendari, [...], la conclusione ottimale della stagione, anche prevedendone l’estensione oltre il 30 giugno”. Primi timidi segnali di speranza per categorie che non vedono l’ora di ripartire. In assenza di calcio giocato, tuttavia, è la ASD Calcio Fratte-
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A cura di Pasquale Porzio Potrebbero riprendere anche gli altri campionati, con le stesse procedure. Intanto il patron della Frattese ha comprato la Puteolana
se 1928, compagine che milita nel Girone A di Eccellenza Campania, a essersi resa protagonista indiretta di un fatto extra-campo. Questa volta a fare notizia è l’acquisizione di un altro titolo sportivo da parte di patron Adamo Guarino. Infatti il primo tifoso nerostellato ha prelevato al 100% le quote della Asd Puteolana 1902, squadra appartenente al Girone H di Serie D. L’imprenditore frattese si assicura la presidenza di un club storico, blasonato e dotato di una tifoseria calorosa ma il patron ha più volte ribadito che “il progetto e gli obiettivi di inizio stagione restano invariati e la piazza nerostellata deve dormire sonni tranquilli”.
Auguri a Roberto Operoso che il 21 Novembre ha festeggiato il suo 41° Compleanno! Tanti auguri da tutta la famiglia
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“Se non hai un cane, almeno uno, non c’è necessariamente qualcosa di sbagliato in te, ma ci può essere qualcosa di sbagliato nella tua vita”.
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