Cogito 453

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Anno XXVII - numero 453 - sabato 19 dicembre 2020

TUTTI PENSANO AL 2021 ma non aspettiamoci “miracoli”

Buone Feste


Anno XXVII - numero 453 - sabato 19 dicembre 2020

Pillole di Storia a cura di Imma Pezzullo

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Perché Casalnuovo si chiama così?

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uando il 1 luglio 1484 il mercante e banchiere Angelo Como ebbe in concessione dal Re Ferdinando I d’Aragona la zona di Arcora, già di proprietà dei Capece Bozzuto, ma da secoli abbandonata allo stato di selva, aveva già deciso di affidarla ai contadini per farla diventare una fiorente zona agricola. E quando dovette scegliere quale nome dare a questo nuovo insediamento rurale, decise di chiamarlo Casalnuovo per distinguerlo naturalmente dagli altri Casali vicini che, da molti secoli, erano sul territorio periferico di Napoli (Fragola, Fracta Maior, Pomilianum ad Arcora, Caivanum, Carditum e altri). Ma Cesare Maria Capece Bozzuto si oppose a questo disegno per cui iniziò una lite giudiziaria per determinare a chi dovesse toccare quella proprietà feudale. Poi il Bozzuto capì che la volontà della famiglia reale non poteva essere combattuta e così fu costretto a cedere la sua proprietà. Finalmente Angelo Como il 1 ottobre 1491ottenne la ‘giurisdizione civile, criminale e mista’ della zona e, subito dopo, il 5 marzo 1492, il re Ferdinando d’Aragona diede ufficialmente il suo regio assenso. Sorse così ufficialmente dal disabitato territorio di Arcora il ‘Casal Nuovo’. I Como furono un tipico esempio della rapida ascesa al potere e quindi al ruolo nobiliare delle più ricche e intraprendenti famiglie di mercanti napoletani di cui i regnanti aragonesi per modernizzare l’economia del Regno di Napoli favorirono la conquista di un nuovo ruolo sociale.

Stemma della famiglia Como

Un particolare della tomba della famiglia Como

Lastra tombale della famiglia COMO su cui è inciso : GENTIS DE COMO DE CASALISNOVI DOMINIS SEPULCRUM

Vedeva la luce così una nuova forma di baronaggio e la famiglia Como si adeguò perfettamente a questa ‘new wave’. Angelo Como possedeva numerose attività in Napoli consistenti soprattutto nel commercio di stoffe preziose ed ebbe affari in varie città d’Italia, soprattutto in Toscana e, grazie all’amicizia con la famiglia dei banchieri fiorentini Cambini, Como esportò la sua merce preziosa a Bruges, Montpellier e Ginevra. Nello stesso tempo, il Como, agendo nel campo finanziario e creditizio, ebbe la possibilità di stringere rapporti proficui con influenti personaggi di Napoli, tra cui alcuni esponenti del casato aragonese. Grazie a questi rapporti egli riuscì ad accaparrarsi la zona di Arcora su cui fondò il Casalnuovo di Napoli. Angelo Como aveva sposato Antonia Baraballo e dall’unione nacquero molti figli, il più noto dei quali fu Leonardo, primogenito e secondo Barone di Casalnuovo, nato nel 1455. Questi fu apprezzato per le sue doti e fu cresciuto ed educato direttamente nella Casa Reale di re Ferdinando I d’Aragona. Come il padre, fu un intelligente imprenditore del suo tempo. Leonardo morì nel 1530, all’età di 75 anni, e fu sepolto nella Chiesa dei Santi Sossio e Severino a Napoli dove la Gens Como aveva la tomba di famiglia. Non avendo eredi diretti, aveva adottato il nipote Giovanni Angelo al quale lasciò tutti i suoi beni, compreso il Casalnuovo (da P. Ponticelli e N. de Lutio, Breve storia feudale di Casalnuovo di Napoli, Rassegna Storica dei Comuni, n. 176-181, anno 2013)


EDITORIALE

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Il 2021 non sarà migliore per grazia di Dio Ormai tutti guardiamo alla fine del 2020 un po’ come chi credeva alla fine del Mondo nell’anno mille guardava all’arrivo nel nuovo millennio. Ci si aspetta un cambiamento radicale dopo un anno che ha effettivamente condizionato la vita di tutti noi, anche quella di tutti i giorni. Le conseguenze economiche, sociali e psicologiche della pandemia si avvertiranno proprio nel 2021, però. Ma nel prossimo anno sarà possibile anche avviare una rinascita sociale ed economica perché ci sono tutte le potenzialità per farlo perché il nuovo anno non sarà migliore per ‘grazia di Dio’, ma solo se ci sarà un impegno di tutti per farlo davvero essere migliore e di rinascita. La base di tutto, però, visto che, come dice un vecchio e sempre valido adagio, ‘la salute viene prima di tutto’, è il vaccino. Fortunatamente sta dando buoni risultati nelle prime persone che l’hanno avuto ed è importante che il piano vaccinale predisposto anche in Italia dia i frutti sperati. Ed è necessario quindi che in tanti facciano il vaccino, così come è necessario non tenere fuori i Paesi più poveri del Mondo e fare comunque in modo che non ci siano nazioni dove non ci si vaccina o ci si vaccina poco, per evitare che il virus cacciato fuori dalla porta rientri poi dalla finestra. Una volta garantita la salute e la fine o comunque una decisa riduzione della circolazione del virus, bisogna poi passare a sfruttare in pieno la grande occasione che viene offerta dai finanziamenti straordinari che arrivano dall’Europa, dalla rivoluzione digitale che siamo stati costretti a portare avanti…Ma per farlo è necessario che ci sia una comunità d’intenti che troppo spesso manca. E, soprattutto, è necessaria quella competenza che, come denunciavo nell’editoriale del nume-

ro scorso, si stenta a trovare nelle Istituzioni dove spesso e volentieri ci si ritrova con persone che non hanno le capacità necessarie a cogliere appieno le grandi potenzialità inespresse che ci sono in Italia e anche nei nostri territori. Sarebbe necessario un radicale cambio di gestione della cosa pubblica. Almeno nei prossimi anni bisognerebbe smetterla di pensare all’interesse personale o di partito e puntare solo ed esclusivamente al bene comune. Così come sarebbe necessario anche che ci sia una vera solidarietà che non passa di certo attraverso le ruberie sugli aiuti di Stato, a partire dai buoni pasto per finire ai finanziamenti alle imprese. La sfida che ci pone davanti il 2021 è mondiale, ma l’area a nord di Napoli potrà avere un ruolo determinante. Nelle ipotesi che stanno circolando per spendere i soldi che arriveranno dall’Europa, infatti, ci sono tanti progetti che riguardano il nostro territorio, a cominciare dai lavori per rendere sempre più strategica la stazione dell’Alta velocità di Afragola che in tanti continuano a vedere solo come una struttura utile per i collegamenti ferroviari, senza rendersi conto delle grandi potenzialità per l’avvio di uno sviluppo economico e sociale che parta da lì. Un ruolo determinante lo avrà anche la Città metropolitana, motivo per cui la scelta del prossimo Sindaco di Napoli che, per statuto, è anche Sindaco della Città metropolitana, non potrà non tener conto di questo. Non si può e non si deve eleggere un Sindaco che guardi solo a Napoli e non alla sua provincia che, ricordiamolo, è il doppio per numero di abitanti e di gran lunga più grande per quanto riguarda l’estensione. Speriamo pertanto che partiti e movimenti tengano conto di questo nella scelta dei candidati Sindaco di Napoli.

EDITORE

Editrice Cogito srl QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME

Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

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Direttore Antonio Iazzetta Vicedirettore Antonio Trillicoso Collaboratori Lucia Allocca, Angelica Argentiere, Biagio Barra, Antonio Boccellino, Antonio Cerbone, Antonio Cerbone, Pietro Cerbone,Valerio Cerbone, Mino Iorio, Imma Pezzullo, Rocco Pezzullo, Pasuqale Porzio

Fotoreporter Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S. Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357

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I Sindaci dell’area a nord di Napoli non seguono De Luca

Le scuole sono rimaste chiuse

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A cura di Antonio Trillicoso Solo Casalnuovo le ha aperte per le prime elementari e gli asili. Non mancano le polemiche

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lla fine, tranne Casalnuovo, gli alunni delle scuole dell’area a nord di Napoli nonostante le pressioni del ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina, e del Governo che avevano quasi ‘costretto’ il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, a riaprire le scuole almeno per le prime classi delle scuole primarie e per asili e materne. I Sindaci, però, nella quasi totalità dei casi, non se la sono sentita di aprire i portoni delle scuole e hanno lasciato bambini e ragazzi a casa, a seguire le lezioni a distanza, tranne che per coloro che seguono programmi personalizzati e speciali anche se molti di loro comunque non sono andati in aula. Vedremo se le scuole riapriranno con il nuovo anno anche se le prime impressioni, soprattutto se sarà confermato il blocco totale nel periodo natalizio per scongiurare l’impennata dei contagi, fa pensare che si possa rinviare ulteriormente il rientro in aula. I Sindaci che hanno tenuto le scuole chiuse hanno giustificato la loro decisione con la situazione dei contagi ancora fuori controllo e hanno chiesto alle famiglie di sopportare ancora qualche settimana di disagi per poter poi ripartire in piena sicurezza, ma non sono mancate le proteste, come è successo a Frattamaggiore dove un gruppo di genitori e docenti subito dopo la decisione drastica della chiusura delle scuole ha chiesto la riapertura, almeno per i più piccoli chiedendo: “Perché negozi pieni e classi vuote?”. Una protesta che vede coinvolti anche esperti del settore dell’educazione. Una protesta sostenuta da non pochi genitori e dagli stessi insegnanti che lamentano l’impossibilità di portare avanti tutto il programma, comprese le attività extracur-

Cristina Novi, Dirigente Scolastica dell’Istituto comprensivo “Enrico Fermi” di Frattamaggiore

Rosaria Peluso, Dirigente Scolastica dell’Istituto comprensivo “Cilea – Mameli” di Caivano

riculari, con la didattica a distanza. Molti inoltre evidenziano che le scuole, per come sono state organizzate, non potrebbero trasformarsi in luoghi di forte contagio anche per la formazione specifica che hanno ricevuto molti insegnanti. Sull’argomento abbiamo sentito la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Enrico Fermi” di Frattamaggiore, Cristina Novi: “Non parlerei innanzitutto di scuola chiusa perché gli edifici scolastici sono aperti e anche l’attività in presenza continua a pieno ritmo per i bambini speciali. L’attività didattica a distanza pere tutti continua e a regime e con grandi soddisfazioni con ricadute molto positive che al momento purtroppo e l’unica attività possibile. Nutro speranza auspico un rientro in presenza anche se sono molto preoccupata perché non ci sono ancora le condizioni di sicurezza”. Anche la preside dell’Istituto comprensivo ‘Cilea – Mameli’ di Caivano Rosaria Peluso è d’accordo con le scelte dei Sindaci: “In questo periodo così complicato di pandemia ho pienamente condiviso la

scelta fatta dai sindaci della nostra area Nord di Napoli e dal sindaco Enzo Falco di Caivano di chiudere la scuola. Chiudere la scuola non ha significato ‘fermare la scuola’ anzi sono convinta che tutti i docenti stanno lavorando in modo esemplare ei ragazzi seguono attivamente la didattica a distanza. Noi dell’Istituto comprensivo Cilea – Mameli di Caivano immediatamente già lo scorso febbraio abbiamo attivato la dad, anche se per i bambini più piccoli. L’emergenza sanitaria è stata un’opportunità di cambiamento, di rinnovo dell’istituzione. La sfida che l’emergenza sanitaria ci sta imponendo ci costringe a guardare la didattica in md diverso e a trovare nuove soluzioni. Avevamo già nella biblioteca scolastica italiana una formazione a distanza nota come FAD, mai utilizzata per gli studenti di ogni ordine e grado. Nel corrente 2020 l’avvio della FAD nelle scuole si è avuto con l’acronimo DAD. Sembra strano a molti ma se si pensa che già 25 anni fa il ministero attivò un progetto indirizzato alla scuola primaria che si chiamava MULTILAB


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ad esso sono seguiti PSTD, TIC, poi sono arrivati le LIM, i progetti 2.0 e 3.0, e oggi non si fa altro che parlare del PNSD piano nazionale scuola digitale con coding, digital marketing e tanti altri percorsi innovativi indirizzati agli studenti di varie fasce di età. Quindi la scuola non è stata mai chiusa ma semplicemente si è adeguata alle circostanze create dal destino. Sarebbe forse un peccato che superato questo momento la DAD venisse completamene dimenticata”. Anche gli insegnanti hanno da dire la loro: “Ogni volta che si parla di cosa manca a un’insegnante in questo periodo – dice la professoressa Rosalba Moccia dell’ISIS ‘Sereni’ di Afragola – si rischia di cadere nella retorica, eppure vi garantisco che quello che a me e a tanti altri manca di più è l’amore che si respira tra quelle mura, quel vociare per lo più giocoso di cui ci lamentiamo spesso, quel sentore mille volte nella stessa mattinata la parola prof. E che manca quel collegamento con la loro gioventù, le loro domande, il loro volersi raccontare, il loro fisiologico senso di ribellione, il loro metterti dinanzi a situazioni difficili. Ecco questo manca a tanti di noi. Le materie, le lezioni, i compiti, le verifiche può avvenire anche a distanza, ma c’è tutta una parte legata alle emozioni, al sentire l’altro che neanche la migliore e più evoluta tecnologia potrà mai dire”.

SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO all’Aldo Moro di Casalnuovo A cura di Lucia Allocca

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icinanza e supporto a studenti, famiglie, e personale scolastico, nonostante la distanza imposta dalle restrizioni per il contenimento dei contagi da Covid-19, per prevenire l’insorgere di forme di disagio e malessere psico-fisico, derivanti anche dal particolare periodo che stiamo affrontando. È questo l’intento con cui l’Istituto comprensivo Aldo Moro di Casalnuovo ha attivato, a partire dallo scorso 4 dicembre, lo sportello di ascolto psicologico rivolto a tutta la platea dell’istituto. Un progetto nato in seguito al protocollo di intesa siglato tra il Ministero dell’istruzione e il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, per la promozione per la cultura della salute e del benessere nell’ambiente scolastico. “L’intera comunità - le parole del dirigente Michelangelo Riemma - è coin-

volta e travolta da una situazione che di fatto sta cambiando le nostre abitudini e le nostre vite. I ragazzi sono lontani dai banchi e da ciò che significa vivere la scuola come luogo per fare comunità, e con essi anche gli insegnanti. I cambiamenti si riflettono ovviamente anche sulle famiglie e sul loro quotidiano e tutti viviamo un clima purtroppo di preoccupazione che scatena sentimenti di paura e ansia. In un momento così difficile la scuola, come luogo di crescita e formazione, può avere un ruolo importante per tentare di offrire, insieme a professionisti del settore, il supporto necessario”. Il servizio è stato affidato alla psicologa Letizia Servillo e gli incontri saranno effettuati presso la sede centrale dell’Istituto oppure on line previo appuntamento.

Pochi addobbi natalizi e a FRATTAMAGGIORE non piace l’albero sponsorizzato

on sono mancate neanche quest’anno le polemiche per gli addobbi natalizi. Ogni volta, con l’approssimarsi delle festività di fine anno, si accendeva la polemica sull’opportunità di spendere soldi per le luminarie o se usare quei soldi per aiutare le persone che vivono in condizioni economiche difficili. Quest’anno tutti i comuni hanno limitato o eliminato del tutto le spese per le luminarie e, in alcuni casi, sono intervenuti i privati con sponsorizzazioni che, però, hanno suscitato,

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anche in questo caso qualche polemica. E’ successo soprattutto a Frattamaggiore dove l’albero installato in piazza Umberto I non è piaciuto a molti che non hanno gradito la grandezza del nome degli sponsor sulle palle in cartonato messe ad abbellire l’albero. A molti è sembrata una pubblicità eccessiva che ha tolto bellezza all’albero, al di là dell’impegno degli imprenditori che hanno messo soldi loro per far sì che, anche quest’anno, ci fosse un addobbo nella piazza che unisce i due lati del corso Durante.

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Natale in pandemia A cura di Imma Pezzullo

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i siamo. Il tanto sospirato, chiacchierato, invocato Natale è arrivato. Quest’anno insieme ai canti, alle letterine dei bambini e alle lucine delle strade (poche in realtà) è giunto anche il Covid. Come un ospite indesiderato che rompe gli equilibri della famiglia, che costringe a ripensare a menu e posti a tavola, che quest’anno, a dir il vero, dovrebbero essere pochi. Chi lo avrebbe mai detto lo scorso anno, quando migliaia di persone, come un fiume umano, si riversavano nelle strade cittadine dimenandosi tra brindisi e selfie e l’unica preoccupazione era quella di non far tardi a cena per non correre il rischio di far innervosire la nonna ansiosa di mettere il Bambinello nella mangiatoia. Povera nonna. Era rimasta l’unica a conservare lo spirito natalizio, offuscato dai vapori del cenone e dalla sete consumistica che ha

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preso il sopravvento su tradizioni, credenze religiose, dettami morali. Ci ha pensato la pandemia a rimescolare le carte, a mettere un freno al bisogno sfrenato di festeggiare qualcosa, senza avere più coscienza di cosa si stava festeggiando. Oggi tutti si lamentano di non poter andare alla Messa di mezzanotte, ma quanti ci andavano mossi solo dal sentimento religioso, e quanti invece non lo facevano solo per sfoggiare l’ultimo acquisto fatto al Centro Commerciale che in questo periodo assomigliava più ad un girone dantesco che ad un luogo piacevole di intrattenimento, Foto di tavole imbandite, alberi di Natale messi in mostra e raramente un presepe, a meno che non si trattasse di un pezzo di antiquariato o un lavoretto da bambini. I buoni sentimenti, declamati nelle poesie, gli auspici di un mondo migliore,

l’augurio di pace e prosperità per tutti, rappresentavano solo parti obbligate di un copione che aveva altro scopo. Quello di divinizzare noi stessi, il nostro personalismo, il nostro voler dimostrare agli altri dove siamo arrivati, quanto siamo felici, quanto amiamo la nostra vita. E poco importa se gli altri 364 giorni dell’anno non è così. Quest’anno non potremo fare tutto questo, dovremo fare i conti con le nostre solitudini, i nostri tormenti e le nostre inquietudini. Finalmente, però, a mezzanotte, avremo il tempo di pensare alla nonna che posa il bambinello nella mangiatoia, dove di ospiti ciambellanti non ce ne sono mai stati, dove Cristo è venuto alla luce tra povertà e stenti per redimere un mondo, che dopo duemila anni non sa ancora distinguere tra l’essere ed il possedere. Buon Natale a tutti. E che sia un Natale di verità.

Un Natale solidale a CARDITO Tante iniziative per chi vive difficoltà A cura di Biagio Barra

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’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia di Covid-19 non ha soltanto modificato i nostri stili di vita, ma ha anche fatto emergere i valori su cui si fondano le nostre comunità. Valori come la solidarietà e la prossimità che hanno conosciuto in questi tempi difficili nomi, volti, storie, e che con il Natale alle porte assumono un significato diverso. Molte, e diverse, sono le iniziative di solidarietà e di prossimità messe in campo dall’Amministrazione comunale, dalle Associazioni presenti sul territorio, e dalle parrocchie. La parrocchia di San Biagio, con l’iniziativa Un giocattolo a tutti, si rende attenta allo stupore e alla felicità dei più piccoli. Come ogni anno, invece, le parrocchie di Sacro Cuore e di San Giuseppe e Sant’Eufemia, ripropongono il Carrello della solidarietà: una raccolta di beni alimentari che solitamente non vengono distribuiti dal Banco Alimentare e che grazie a

questa iniziativa possono essere raccolti e distribuiti nel corso dell’anno. L’associazione Alla ricerca di un amico offre il proprio servizio ai senzatetto della provincia e sta raccogliendo indumenti intimi da distribuire, poi, insieme ad un pasto caldo, durante questo inverno. Infine, ma non ultima, l’Amministrazione comunale che, nei giorni scorsi, ha lanciato l’iniziativa delle Scatole di comunità: una scatola che raccoglie non soltanto oggetti e cose natalizie, ma la solidarietà di famiglie, per altre famiglie. Oltre ciò, tanto altro bolle in pentola, per questo Natale diverso, ma solo perché più solidale. Chi può, allora, sia protagonista. Faccia la sua parte. Iniziative simili e gesti concreti di solidarietà possono aiutare la comunità cittadina di Cardito ad essere una comunità più umana, più solidale.


RELIGIONE

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Cambio al vertice della Diocesi di Napoli

Un ‘prete di strada’ al posto di Sepe

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ambio della guardia alla guida della Diocesi di Napoli con l’arrivo di monsignor Domenico Battaglia che succede al cardinale Crescenzio Sepe il cui mandato era scaduto già due anni fa ma era stato prorogato. Battaglia, 57 anni, calabrese di Satriano in provincia di Catanzaro, fino a sabato 12 dicembre, giorno della nomina ufficiale a Napoli, era vescovo della diocesi di Cerreto Sannita, Telese e Sant’Agata de’ Goti. Nella Diocesi di Napoli Papa Francesco non ha voluto ascoltare consigli e ha scelto personalmente il successore preferendo don Battaglia che è considerato un ‘prete di strada’ lontano dagli ambienti vaticani e abituato a portare avanti un impegno tra la gente, senza sfarzi. Leggendo la sua biografia, si legge che ha svolto gli studi filosofico-teologici nel Seminario San Pio X di Catanzaro. Ordinato sacerdote il 6 febbraio 1988, è stato rettore del Seminario Arcivescovile di

Don Mimmo Battaglia e il Cardinale Crescenzo Sepe Catanzaro e poi ha ricoperto diversi incarichi di parroco, un impegno pastorale a cui affiancava quello sociale anche in associazioni dedite al recupero dei tossicodipendenti. Il suo primo impegno alla guida di una Diocesi è stato quello del 2016 alla guida della comunità beneventana dell’area di Sant’Agata dei Goti. Una delle frasi che ripete spesso e che ha dato il titolo a un suo libro è “I poveri hanno sempre ragione”, così come è ben rappresentato dalla dichiarazione: “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una

Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata e Gesù ci ripete senza sosta ‘Voi stessi date loro da mangiare”. Nel saluto alla comunità reli-

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Don Domenico Battaglia è stato nominato e “fortemente” voluto da Papa Francesco

giosa della Diocesi di Napoli invece ha detto: “Vengo con cuore aperto, specialmente verso coloro che sono i feriti della vita, verso tutti i cercatori di Dio e verso tutti quelli che Dio cerca, vengo verso i promotori del bene, della giustizia e della legalità. Vengo come un viandante che desidera camminarvi accanto, convinto che solo insieme possiamo seguire l’unico Maestro e Pastore, Gesù, Signore della vita e della storia! A Lui dovranno ispirarsi i nostri criteri, i piani pastorali, le scelte concrete, i comportamenti quotidiani. Gesù ci invita ad abitare una Chiesa che esce dai suoi sacri recinti per mettersi al servizio del territorio, a partire dagli ultimi. Una Chiesa dunque dove non si celebrano solo dei riti ma la vita e le speranze delle donne e degli uomini del nostro tempo. Su questa strada cercheremo di essere insieme artigiani di pace, cercatori di un infinito che intercetta i limiti per farne possibilità, costruttori infaticabili di speranza”. Studio Posturologia Chinesiologia Neuropsicometricità Ortopedagogia Integrata Logopedia Psicoterapia

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C CRONACA

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Una bomba nella Galleria Marconi a Casoria

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Antonio Moccia, rampollo della famiglia al centro di decine di inchieste, manda un comunicato stampa per smentire il loro coinvolgimento

a camorra, come era logico attendersi, non va in lockdown e neanche in smart working. È ben presente e, a differenza dello Stato a cui si affianca o si contrappone, a seconda delle interpretazioni che si danno al ‘fenomeno’, non sembra intenzionata a concedere dilazioni. Anzi, come ricordato anche da Magistrati che, quotidianamente, combattono le criminalità organizzate, in questo periodo di emergenza economica e sociale oltre che sanitaria, c’è il rischio che i criminali escano più forti di prima perché hanno la liquidità necessaria a prendere possesso di imprese in difficoltà. Il ritorno a una specie di normalità, con la riapertura dei negozi che non vendono generi di prima necessità, è stato uno dei peggiori per i commercianti della Galleria Marconi di Casoria dove diversi negozi sono stati danneggiati, seriamente, da una bomba che, esplodendo, si è sentita con forza in diverse zone della città e ha costretto i residenti nel palazzo della Galleria ad attendere il nulla osta dei Vigili del fuoco per poter stare tranquillamente nelle loro case che, in un primo momento, si era pensato che potessero essere state danneggiate dall’esplosione. Le indagini sono partite immediatamente e diversi media hanno fatto il nome del clan Moccia che, stando alle inchieste degli ultimi trenta anni, controllerebbe il malaffare nella zona a nord di Napoli. Ma la ‘citazione’ non è piaciuta ad Antonio Moccia, rampollo della famiglia richiamata anche nei libri che si occupano della storia della camorra. In un comunicato stampa ha usato parole simili a quelle che scrisse nel manifesto fatto affiggere ad Afragola quando una serie di bombe danneggiò diversi negozi in città. Questa volta come allora ha ribadito l’estraneità della sua famiglia attribuendo le colpe a qualche altro clan che starebbe controllando la zona in questi anni:

“Con riferimento alla notizia riportata dal TG3 regionale del 7 dicembre 2020 e della testata giornalistica Il Mattino, pubblicata l’8 dicembre 2020, in merito al danneggiamento, a mezzo di esplosione di bombe rudimentali, ad alcuni esercizi commerciali siti in Casoria, mi preme segnalarle che sono ancora una volta bersaglio di insinuazioni calunniose che si ripetono stancamente ogni qualvolta il nostro territorio è oggetto di odiosi atti criminosi che vengono attribuiti ad un inesistente clan Moccia, nei cui confronti si pronunziano sentenze definitive non da parte di apparati istituzionali ma di organi di stampa che ci attribuiscono fatti efferati sulla base di informazioni ricevute da fonti oscure, che oramai, per la loro insistenza, non esito a definire inquinanti. Oramai temo che siano fonti volte a coprire responsabilità di organizzazioni delinquenziali realmente operanti sul nostro territorio che, dalla nostra ostinata criminalizzazione, non possono che ricevere favorevoli occasioni che assicurino la loro impunità. Peraltro si tratta di accuse false che mettono a repentaglio persino la nostra incolumità personale e che aggiungono discredito e stigma sociale alle nostre famiglie, oramai spogliate dei loro diritti di cittadini di uno Stato che riserva per loro un volto ostile, e che per loro ha cessato di essere uno Stato di Diritto”. Parole, quelle di Antonio Moccia, che stridono con una realtà fatta di decine di inchieste che hanno fatto luce sul ruolo della famiglia Moccia nella gestione delle illegalità nella provincia tra Napoli e Caserta e nel basso Lazio. Spesso il nome dei Moccia è spuntato anche tra i protagonisti di indagini che hanno portato ad arresti a Roma. Tra l’altro, fino a oggi, non si hanno notizie di condanna per le varie querele che sono state presentate contro i giornalisti che hanno parlato di clan Moccia nel corso degli anni.


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Brutte notizie dal Rapporto Ecomafia 2020

Non si ferma la distruzione dell’ambiente Naturalista, LegAmbiente Afragola

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A cura di Giusiana Russo, La Campania continua a essere la regione con il maggior numero di reati ambientali

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stato presentato l’11 dicembre scorso, in diretta web, il Rapporto Ecomafia 2020. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia, realizzato da Legambiente, che ha analizzato i dati frutto dell’intensa attività svolta da forze dell’ordine, Capitanerie di porto, magistratura, insieme al lavoro del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, nato dalla sinergia tra Ispra e Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente. Sconcertanti i numeri dell’illegalità ambientale per la Campania che rappresenta la prima regione in Italia con circa il 20,3%, 1.930 reati, seguita a grande distanza dalla Puglia (835) e dal Lazio (770). Quasi 2,4 milioni di tonnellate di rifiuti sono finiti sotto sequestro (la stima tiene conto soltanto dei numeri disponibili per 27 inchieste), pari a una colonna di 95.000 tir lunga 1.293 chilometri, poco più della distanza tra Palermo e Bologna. Lo smaltimento illegale di rifiuti industriali è il più pericoloso campo d’attività delle ecomafie e uno tra i business illegali più redditizio. Anziché essere trattati e gestiti secondo le norme, che ne assicurano lo smaltimento in regime di sicurezza ambientale e sanitaria, i rifiuti speciali vengono nascosti e così inquinano l’aria, contaminano le falde acquifere, inquinano

i fiumi e le coltivazioni agricole, minacciano la salute dei cittadini, avvelenando con metalli pesanti, diossine e altre sostanze cancerogene i prodotti alimentari. Tra i comuni di Casoria e Afragola, nell’area della Cantariello, esiste una vera propria piattaforma di sversamenti tossici e illegali: inerti, scarti di edilizia, PFU (Pneumatici fuori uso), ingombranti, un mix che non lascia spazio all’immaginazione. Un bene comune è anche il paesaggio. Stiamo assistendo impotenti al depauperamento del paesaggio. Stiamo perpetrando una forma di ingiustizia generazionale nei confronti di coloro che arriveranno dopo di noi. Rivendicare la difesa dei beni comuni è una priorità, significa affermare: “Su questo fronte io sono disposto a fare squadra, purché l’acqua non diventi privata, il paesaggio non muoia, la cemen-

tificazione selvaggia sia contrastata”. Da questo punto di vista non c’è né destra né sinistra, perché problemi e responsabilità sono trasversali. Il cemento rappresenta la vera miniera della camorra. Una lavanderia ideale per “ripulire” i loro soldi sporchi di sangue. Boss che oramai si avvalgono dei “colletti bianchi” dell’ecomafia: geometri, notai, dirigenti uffici tecnici, commercialisti, architetti. Sono loro che trasformano in “oro legale” tutto ciò che è illegale. Si riuniscono, fanno “squadra” e lavorano in tutte le stagioni, anche in piena pandemia. I reati in questo campo possono avvenire in ogni fase del ciclo: produzione, trasporto e smaltimento. I beni comuni, da che mondo è mondo, sono quel patrimonio che dà forza alle comunità e le distingue proprio per il loro essere comunità. Perdere i beni comuni significa diventare più poveri individualmente e socialmente. Bisogna ricostruire le comunità locali per dire la nostra e per dimostrare che su queste cose contiamo. La terra, oggi, ha bisogno di questa cura, di questa amorevolezza. L’amore per il territorio lo possono dare solo le comunità locali, le persone che si mettono insieme e con passione difendono la loro storia, la loro memoria, il loro territorio.

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S SPECIALE

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Cambio al vertice del Comando della Polizia municipale a Frattamaggiore

Alla fine Chiariello è andato via >>

A cura di Angelica Argentiere “Se capiterà l’occasione, proverò a tornare per continuare il lavoro avviato”

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l Comandante Biagio Chiariello ha ormai lasciato Frattamaggiore. Si è trasferito nella vicina Arzano come dirigente della polizia locale: una posizione tanto ambita quanto meritata da un professionista che vanta un curriculum vitae come quello di Chiariello, fortemente voluto dal vice prefetto Gabriella D’Orso in un Comune sciolto per infiltrazione e condizionamento camorristico, in una realtà in cui sono state sospese le elezioni amministrative nel 2018 a due giorni dal voto. Una posizione che a Frattamaggiore non gli è stata garantita costringendolo a lavorare con il controllo di un dirigente oltre che dell’Amministrazione comunale. Una realtà complessa, di difficile gestione che di certo non spaventa il Comandante che ha maturato la sua carriera in comuni come S. Antimo, Calvizzano e Frattamaggiore. Comandante della Polizia Municipale dallo scorso marzo 2019 si è subito distinto nei suoi protocolli operativi nonostante un comando di appena 8 unità. Nei 18 mesi di attività, tra i punti cardine dell’azione di Chiariello, c’è stato il forte contrasto al fenomeno abusivo di rifiuti con rogo degli stessi trasportati su apecar, tanto da essere noto come Piaggio Chiariello facendo assonanza tra il noto marchio di apecar e il suo nome di battesimo.

Come spesso ci siamo occupati anche su Cogito, un grande impegno è stato profuso e riscosso poi dall’Ufficio tributi per le contravvenzioni legate al rispetto delle leggi da parte di commercianti e ristoratori con le operazioni “marciapiedi liberi” dalle occupazioni abusive e lo smantellamento di mercatini abusivi. La notizia della fine della sua esperienza all’ombra di Durante è stata accolta con non poche polemiche anche perché, nei quasi due anni in cui ha diretto la Polizia municipale, non sono mancate le occasioni contrasto con chi non è sempre attento e rispettoso delle leggi. E le lamentele hanno spesso avuto eco anche nelle stanze comunali provocando reazioni ‘ufficiose’ e ufficiali, come la lettera con cui il Comandante veniva ‘richiamato’ all’ordine evidenziando che avrebbe dovuto occuparsi soprattutto della viabilità. Il Sindaco, Marco Antonio Del Prete, ma anche altri rappresentanti del Consiglio comunale e dell’Amministrazione, presente e passata, non hanno fatto mancare il

Biagio Chiariello loro commento, soprattutto sui social, esprimendo un dispiacere che, però, si è fermato alle parole, per scelta o perché obbligati. Il Comandante Chiariello è stato ‘travolto’ dagli attestati di stima, ma non sembra nascondere che qualcuno sembrava ‘falso’: “Arzano è una cittadina di 33 mila abitanti che ha cinque aree di dirigenza. L’esperienza a Frattamaggiore è stata un gioco di squadra con 8 uomini che hanno svolto il lavoro di 80 persone, con le associazioni e la parte sana della città che ha visto nel mio operato un contrasto all’illegalità diffusa non facendo mai mancare supporto e sostegno. Ne ho ricevuto tanti all’annuncio del mio trasferimento ad Arzano e alcuni li ho trovati di cir-

costanza”. Non nasconde però il rammarico per quel che si poteva costruire a Frattamaggiore: “Si è persa una grande possibilità attraverso limiti e blocchi assunzionali di investimento a lungo raggio che avrebbero potuto rendere Frattamaggiore una cittadina modello nell’area a nord dell’hinterland partenopeo. Mi stanno arrivando numerosi messaggi di segnalazioni di vendite abusive di stelline di Natale, apecar sversanti, facendo perdere in poche settimane il grande sforzo e lavoro fatto fino ad adesso, quasi come se si aspettasse questo. Ad ogni modo, laddove si ripresenteranno le occasioni per un profilo dirigenziale a Frattamaggiore, parteciperò”.


SPECIALE

Anno XXVII - numero 453 - sabato 19 dicembre 2020

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Frattamaggiore aspetta ancora l’assunzione di 6 agenti

Quel concorso tanto atteso…

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l Comune di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, indisse nel febbraio 2019 un concorso pubblico per l’assunzione a tempo parziale (50%) di 6 Agenti di Polizia Municipale. Era possibile presentare le candidature entro il 23 maggio dello scorso anno versando una tassa di concorso di 20 euro. In linea generale negli altri comuni nel giro di 4-5 mesi si espletano le prove e non può essere considerato uno slittamento a causa del lockdown del marzo di quest’anno a portare la sola preselettiva al 23 luglio 2020. Si sono registrate procedure di preparazione un po’ anomale che pongono una serie di interrogativi: inspiegabilmente è stato tolto l’incarico alla ditta designata per esaminare domande delle prove selettive e che avrebbe dovuto garantire i criteri anticovid; in più la composizione della Commissione ha subito cambiamenti: lo stesso comandante Biagio Chiariello si rifiutò di prenderne parte. Al suo posto è stato nominato dal dirigente del terzo settore, Raimo un maresciallo facente funzioni di Grumo Nevano. In più si sono registrate le dimissioni della segretaria del Comune di Gricignano e al suo posto è subentrata una dipendente dell’ufficio Avvocatura del Comune di Frattamaggiore presentando una commissione che non ha esperienza di concorso. Un altro interrogativo da sviscera-

re sono le materie di concorso: non ne fanno parte né il testo unico di pubblica sicurezza, né l’urbanistica che rappresentano materie essenziali nell’assunzione dei nuovi agenti? Paradossalmente, il presidente di Commissione, Raimo, non potrà fare domande nella sua materia di competenza? Dopo 14 mesi dalla conclusione di presentazione delle domande, finalmente lo scorso 23 luglio 2020, a qualche settimana dalle elezioni, si svolgono le prove preselettive di questo concorso che vede la partecipazione di circa 200 persone a fronte delle 600 che avevano presentato istanza. Le risposte e le batterie di domande sono state pubblicate solo a fine settembre facendo seguito ad una richiesta protocollata dall’ex comandante Michele Pezzullo, assessore della prima giunta tecnica del primo Del Prete nello scorso 2015. Con protocollo n.0021335 del 15 settembre 2020 con riservo di segnalare tutto alle autorità giudiziarie competenti, la lettera cosi recita: “Dopo circa due mesi sul sito del Comune non sono state ancora pubblicate le domande, quelle

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A cura di Angelica Argentiere La carenza di personale tra i motivi dell’addio di Chiariello

sorteggiate e somministrate e quelle non sorteggiate, nonché le risposte esatte, il tutto in palese violazione delle norme sulla trasparenza amministrativa di cui alla legge 241/90 ed al D. Lgs 33/2013 e successive modificazioni”. “La pubblicazione delle risposte rappresentava un tassello di trasparenza affinché i partecipanti al concorso potessero già valutare l’esito della prova in attesa dell’andamento e della media generale della preselettiva. Ad oggi però non abbiamo ancora la graduatoria di chi concorrerà alle prove di concorso, ancora nessuna correzione è stata eseguita”. Di certo le prove concorsuali sono sospese per ridurre i contagi, ma non sono sospese in materia anti Covid la correzione delle prove né tantomeno la pubblicazione della graduatoria degli ammessi alle prove successive, lasciando ancora in fase di sospensione chi aspetta questo concorso come una possibilità di inserimento lavorativo. “Rimandare all’apertura degli iter concorsuali la correzione delle domande pone una grande domanda: C’è la volontà o non c’è la volontà? Considerando che parliamo di 6 agenti part-time e quindi copertura di 3 turni effettivi” si chiede Pezzullo. Ricordiamo che il corpo di polizia locale è inserito nella ripartizione del settore che fa capo al Dirigente del III settore, Raimo insieme ad ambiente, commercio e urbanistica. Questa situazione è in

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S SPECIALE

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contrasto con sentenze di Cassazione e secondo l’Anac che stabiliscono che il Comandante di Polizia Municipale non può essere sottoposto ad altri dirigenti per autonomia di controllo, di verifica e di ispezione anche perché la Polizia municipale opera proprio in questi settori. Lo stesso dirigente non può essere controllore e controllato. Pezzullo infine ricorda che “tra l’altro c’è un concorso finito dove il Comune avrebbe potuto attingere altre sei risorse part time per rinforzare l’organico di polizia locale ridotto a sole 7 unità. Perché non si assumono in servizio? C’è o non c’è questa capacità assunzionale da parte dell’ente locale? Secondo la mia opinione, oltre alla cattiva gestione del concorso non c’ è la volontà di un comando vigili di ampio raggio”. Il sindaco Marco Antonio Del Prete ci dice che “il concorso dei sei vigili del Comune riguarda l’annualità 2018, per le annualità 2019, 2020 e 2021 Frattamaggiore ha aderito al concorsone Ripam. Quando sarà espletato invieran-

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no le unità richieste”. Ad ulteriore chiarimento rispetto agli interrogativi posti, allarghiamo la nostra chiacchierata anche con il Dirigente del III settore Domenico Raimo sulle perplessità e sugli interrogativi posti nell’articolo. Il Dirigente ha detto: “Hanno partecipato al concorso 190 persone e in 3 sedute abbiamo corretto il 50 per cento delle prove preselettive, contiamo di pubblicare la graduatoria dei 60 ammessi per le prove successive entro metà gennaio prossimo. Riguardo alla pubblicazione delle prove non c’è normativamente un tempo che ne stabilisce la pubblicazione, ma erano già state messe a disposizione nella visione a fine

prova a tutti i candidati che hanno partecipato al concorso. Quanto alle materie di concorso erano presenti domande su TUPS e legge 380 relativi al testo unico di pubblica sicurezza e legge sull’urbanistica e in riferimento alla ditta designata non c’è nessuna traccia di verbale che dichiari un affidamento poi tolto ma la possibilità di un’azienda che potesse curare le prove preselettive in modalità telematica ma fortunatamente sono state eseguite in presenza lo scorso 23 luglio”. Abbiamo chiesto al Dirigente del III settore anche un chiarimento rispetto alla sua dirigenza e della possibile incompatibilità: “In diciotto mesi il comandante Chiariello non si è mai confrontato con il suo dirigente, a testimonianza che le verifiche spettano al comando di polizia locale: chiedo il supporto della parte di polizia locale e le verifiche si rilasciano con il parere del Comandante”.


POLITICA

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Bocciata la mozione di sfiducia

Grillo resta Sindaco

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ome era ampiamente previsto non è finita l’esperienza di Grillo alla guida dell’Amministrazione comunale di Afragola. La mozione di sfiducia che, sulla carta, aveva tutte le possibilità di essere votata, alla fine, non ha ottenuto la maggioranza dei voti in Consiglio comunale e, quindi, Grillo potrà continuare a essere il Sindaco di Afragola. Anche se, chiaramente, molti problemi restano e, al momento, la sua Amministrazione continua a essere appesa a un filo, alla volontà del singolo Consigliere comunale che può decidere le sorti di una consiliatura che sarà ricordata per i continui azzeramenti di

Giunta e dimissioni. Alla fine, il Sindaco ha annunciato l’ennesimo azzeramento, ma la sensazione è che, anche questa volta, alla fine si avrà solo il cambio di uno o al massimo due Assessori. E si andrà avanti fino alla prossima lite interna alla maggioranza che alimenterà le speranze della minoranza per trovare i numeri per porre fine all’Amministrazione Grillo. Ma siamo comunque di fronte a un’Amministrazione comunale che stenta a decollare nonostante l’impegno del primo cittadino che, di certo, non pensava di trovare tutte queste difficoltà nel portare avanti il lavoro che aveva in mente

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Il Consiglio comunale rende nullo l’ennesimo tentativo di chiudere la consiliatura in anticipo

quando ha accettato di candidarsi a Sindaco a capo di una coalizione ampia e variegata che, alla prova del Governo, non si è rivelata compatta come si definiva in campagna elettorale. E le maggiori criticità stanno arrivando anche da quella Lega che, in teoria, doveva essere il suo principale sponsor. Ora si andrà avanti, con le tensioni e con la paura dell’arrivo della Commissione d’accesso richiesta dal presidente della Commissione bicamerale antimafia, Nicola Morra, quando venne ad Afragola dopo l’ennesimo atto intimidatorio ai danni dei gestori della Masseria Ferraioli.

Finalmente si intravede un futuro

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per la MASSERIA FERRAIOLI

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i stanno cominciando a vedere i risultati dell’impegno del Prefetto di Napoli, Marco Valentini, che ha deciso di imporre dei tempi precisi per il recupero della Masseria Ferraioli, bene confiscato alla camorra più grande di tutta la provincia di Napoli. In questi giorni sono in corso i lavori per l’installazione delle telecamere di videosorveglianza che dovrebbero ridurre il rischio che la Masseria continui a essere presa di mira da delinquenti che la usano come deposito di rifiuti di vario genere o portano avanti veri e propri atti intimidatori.

Ma, grazie all’impegno del Prefetto, vengono finalmente rispettati i tempi per i lavori che daranno nuova vita alla Masseria. Il 30 novembre scorso è arrivato il via libera al progetto de-

finitivo per la ristrutturazione dell’immobile al centro dei terreni. Un via libera che fa sperare in un rispetto dei tempi che prevedono il collaudo e la consegna delle opere per il 15 ottobre del 2021. Il prossimo passo sarà l’affidamento dei lavori entro il 15 febbraio 2021. Il tutto per realizzare una casa rifugio per donne vittime di violenza, uno shop dove comprare prodotti realizzati nei beni confiscati alla criminalità, un piccolo bar, un’area eventi, un parco giochi…Tutto quel che serve, insomma, per restituire definitivamente un simbolo dell’illegalità alla legalità e ai cittadini perbene.

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Ancora incompleta la squadra degli Assessori

In attesa della Giunta di Casalnuovo >>

A cura di Lucia Allocca Eletti i vertici delle Commissioni consiliari, ma restano poltrone vuote

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opo un lungo periodo di stop e ritardi che tra l’altro vedono ancora incompleta la Giunta del Pelliccia bis, ferma a cinque componenti, qualcosa inizia a muoversi. A sbloccarsi, seppur con qualche intoppo, la parentesi delle Commissioni consiliari per cui sono stati eletti Presidenti e vice Presidenti, tutte poltrone finite nelle mani dei Consiglieri della maggioranza. Un fatto prevedibile vista la vittoria schiacciante di Massimo Pelliccia che, incassando oltre il 51% delle preferenze al primo turno, può contare oggi su una maggioranza di ben 15 Consiglieri. Ferma al “palo” e al centro di una accesa bagarre, invece, la Commissione trasparenza, richiesta unanime di tutti i membri dell’assise cittadina, e la cui composizione pure era fissata per lo scorso 9 dicembre. A sollevare dubbi e chiedere delucidazioni in merito alle modalità per l’elezione del Presidente della Commissione trasparenza,

I neo Presidenti e vice Presidenti delle Commissioni Espedito Iasevoli l’avvocato Espedito Iasevoli, consigliere comunale di Città Viva che ha protocollato una mozione in cui richiede una modifica del regolamento consiliare non conforme, secondo il suo parere, al Testo Unico degli Enti Locali (TUEL). “Mi sono accorto - spiega Iasevoli - di una anomala procedura di elezione del presidente della VII commissione di Controllo e Trasparenza, prevista dall’articolo 21 del Regolamento del Consiglio che esclude i componenti dal diritto di voto. Ferma

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la proposta di candidatura della minoranza - prosegue credo che tutti i Consiglieri svolgano la stessa funzione di controllo, e tutti devono esercitare il loro diritto di voto. Quindi ho presentato la mozione. Ora attendo un riscontro da parte del Segretario comunale per poi avviare la procedura di modifica”. Queste le scelte fatte per le varie Commissioni consiliari I Commissione (urbanistica cimitero aree verdi arredo urbano lavori pubblici e manutenzione): Presidente Pasquale Manzo e Vicepresidente Claudio Perna II Commissione (cultura sport

e tempo libero): Presidente Ciro Vinaccia, Vicepresidente Giuseppe Crispo III Commissione (politiche sociali): Presidente Luigi Massimo Pirozzi, Vicepresidente Luigi Piscopo IV Commissione (politiche finanziarie, patrimonio, bilancio e personale): Presidente Claudio Perna, Vicepresidente Ciro Vinaccia V Commissione (ambiente): Presidente Carmine Mozzillo, Vicepresidente Alessio Viscido VI Commissione (commercio): Presidente Anna Giannattasio, Vicepresidente Luigi Massimo Pirozzi


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Previsto un avvicendamento nella Giunta Falco

Cambia il vice Sindaco a Caivano?

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letto il Presidente del Consiglio comunale, si pensava a una pacificazione delle varie anime della maggioranza di governo guidata dal sindaco Enzo Falco. Ma non è così perché si parla già di un avvicendamento all’interno della maggioranza per la carica del vice Sindaco che attualmente è ricoperta dall’assessore Pierina Ariemma del Pd e che dovrebbe passare all’assessore Carmine Peluso di Orgoglio Campano. Un modo per bilanciare un po’ la rappresentatività troppo spostata sul partito di Zingaretti a Caivano. Qualcuno dice che sia il frutto degli accordi per il voto compatto per l’elezione di Francesco Emione a presidente del Consiglio comunale. Ma altri problemi sorgono all’orizzonte della maggioranza di Enzo Falco. C’è chi guarda preoccupato alla mancata presentazione del documento di rientro del debito di circa due milioni che

potrebbe portare allo scioglimento del Consiglio comunale solo dopo pochi mesi della sua elezione. Il mancato inserimento del documento del Piano di Rientro dal disavanzo dichiarato dai Commissari straordinari a luglio scorso è stato evidenziato da una interrogazione del gruppo Caivano Conta che fa capo ad Antonio Angelino, concorrente alla carica di primo cittadino nelle amministrative di settembre. La nuova Amministrazione si sta comunque dando da fare perché le problematiche sul tappeto sono tante e anche di complicata risoluzione. Una delle ultime delibere interessanti e a vantaggio della comunità è quella relativa all’approvazione di 7 progetti di utilità pubblica che vedrà impegnati 124 percettori del reddito di cittadinanza. I progetti riguardano politiche sociali, beni comuni, cultura, formazione e ambiente. È una prima sperimentazione che sarà

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A cura di Antonio Trillicoso Peluso potrebbe prendere il posto di Ariemma per ‘riequlibrare’ le forze nell’Amministrazione

implementata ulteriormente. Sul piano del lavoro c’è da registrare anche la stabilizzazione di 46 lavoratori socialmente utili. Una forza lavoro importante già presente da tempo in Comune e che adesso riceve un giusto riconoscimento dopo anni di lavoro il più delle volte sottopagato per l’impegno profuso per la città. Da Forza Italia arriva il sollecito all’Amministrazione comunale a partecipare al bando della Città Metropolitana per il sostegno ad attività culturali per dare ossigeno al CaivanoArte che, fino ad adesso, è stato gestito con continui rinnovi alla società che fa capo al Teatro Augusteo di Napoli e che ha visto nella figura del direttore Nicola Cataldo un testardo e appassionato gestore. Il tutto per non far chiudere la struttura che contiene circa 700 posti e altre sale e laboratori e farla vandalizzare come è avvenuto per il Centro Delphinia.

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Seconda riunione del Consiglio comunale di Cardito

L’acqua torna al centro del dibattito >>

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A cura di Biagio Barra Torna la questione dell’annoso problema della gestione che presenta molti problemi

l 30 novembre scorso si è tenuto il secondo Consiglio comunale della nuova Amministrazione comunale di Cardito. Tra i punti all’ordine del giorno c’erano l’assestamento di bilancio, la variazione di bilancio per l’integrazione del fondo per gli inquilini incolpevolmente morosi e i debiti fuori bilancio derivanti da sentenze dell’Autorità Giudiziaria che vanno eseguite. La discussione sui diversi punti si è svolta nello stesso clima di dialogo e di confronto che ha contraddistinto l’inizio di questa consiliatura. Da segnalare c’è il voto contrario della minoranza all’assestamento di bilancio, proposto dall’Amministrazione comunale “in quanto – come si legge sulla pagina ufficiale di Facebook di Cardito Comunità – (reputata una) manovra meramente tecnica e senza respiro”. Nel corso del dibattito, si sono accesi anche i riflettori su un’annosa questione: l’acqua. “Tutti i nodi vengono al pettine”…prima o poi. E forse al pettine, questa volta, ci è venuto un nodo veramente cruciale. Da anni, anzi decenni, infatti, alla voce del bilancio concernente l’acqua si legge e si scrive in rosso. Un vero e proprio rompicapo che attende ancora una soluzione. Un rompicapo non semplice, e che non si può semplificare. Si avverte già il peso della questione da affrontare e la mole di lavoro che impegnerà in dibatti, discussioni, e proposte le parti politiche, ben lungi da una decisione già chiara.

Fuori dal Consiglio, l’accenno del dibattito consiliare sulla questione ha sicuramente suscitato una qualche reazione. A catalizzare l’attenzione sono state le parole della candidata alla carica di Sindaco del M5s alle scorse elezioni, Cinzia Puzone. In un post sulla sua pagina ufficiale Facebook, Puzone scrive: “Dall’ultimo Consiglio comunale di Cardito si è evinto che, siccome l’Amministrazione si mostra incapace in merito alla riscossione dei tributi comunali, soprattutto per la riscossione delle bollette per il consumo idrico, hanno deciso, in Consiglio comunale, che l’unica strada è privatizzare. Privatizzare affidando la gestione a una società privata. […]. Non è questa la strada da percorrere, un bene comune non può essere privatizzato per incapacità, o meglio per convenienza…L’acqua è una necessità per tutti e deve rimanere pubblica!”. Da quanto letto, si capisce chiaramente la posta in gioco. Il problema non è l’acqua in sé, e cioè la sua scarsità, ma la cura dell’acqua, intesa come bene comune e in comune. Un bene comune che non va sprecato (le ragioni dello spreco sono diverse, e non possono essere ridotte alla sola riscossione dei tributi n.d.r.), ma che va custodito. Bisogna allora tentare di andare oltre le parole di chi scrive e di chi legge, e capire quale senso dare alla “privatizzazione della gestione dell’acqua”, e quale senso, invece, ri-dare all’acqua come “necessità per tutti e [che] deve rimanere pubblica”.


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Il REGALO SOSPESO a Casalnuovo A cura di Lucia Allocca

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l Rotary Club Acerra-Casalnuovo ‘Montano’ lancia, in occasione delle imminenti festività natalizie, “Il regalo sospeso”, un’idea che quest’anno ha una duplice finalità: donare un sorriso ai bambini e adolescenti che vivono una condizione economicamente e socialmente disagiata e poi quella di promuovere e sostenere il commercio locale. L’iniziativa ha coinvolto numerose attività commerciali presenti sui comuni di Casalnuovo e Acerra dove, fino al prossimo 22 dicembre, sarà possibile acquistare una o più Gift Cards del valore di 5€ che saranno cumulate in buoni, spendibili presso i negozi aderenti, consegnati alle Case Famiglia, alle associazioni e alle parrocchie. “La solidarietà è il dono più prezioso che possiamo fare. Questa - spiega la presidente del Rotary Club Teresa De Dominicis - è la frase che abbiamo scelto per il nostro service natalizio. Come affermava Paul Harris, fondatore del Rotary International: ‘Lo spirito del Rotary prospera in

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tutti i luoghi dove gli uomini pensano e dove il loro cuore è sufficientemente grande da includere il bene per gli altri’. Questo sarà il primo Natale dopo la pandemia e deve essere un momento di raccoglimento e riflessione, anche se non potremo essere vicini fisicamente, è importante essere uniti e vicini con il cuore e con gesti di solidarietà alle persone meno fortunate, alle tante persone che hanno perso il loro cari, a coloro che lottano contro il virus e contro altre malattie, ai medici e tutto il personale sanitario che lavorano senza sosta, alle persone che hanno perso il lavoro. E ancora non dimentichiamo i bambini e gli adolescenti che stanno perdendo momenti di condivisione importanti per la loro crescita emotiva. Tra loro ci sono tanti bambini e adolescenti che quest’anno non riceveranno neanche un piccolo dono per Natale o peggio non potranno vedere la propria famiglia a causa del virus. Noi speriamo con ‘il regalo sospeso’, di poter donare loro un sorriso, un piccolo momento di gioia”.

Rubate bamboline dalla tomba di MIRIAM La bimba di Crispano era morta misteriosamente qualche mese fa

on c’è pace per la piccola Miriam, la bimba di Crispano morta in circostanze misteriose qualche mese fa. Hanno rubato le bambole e altri oggetti che erano stati messi vicino alla sua tomba nel cimitero consortile di Cardito e Crispano. La mamma, Antonella Palladino, era andata a ‘trovare’ la figlia di cinque anni morta a ottobre e ha trovato la brutta sorpresa. E non sarebbe la prima volta che vengono rubati oggetti dalla tomba di Miriam, oggetti che hanno un valore quasi nullo dal punto di vista economico, ma altissimo dal punto di visto delle emozioni che conservano.

Miriam Laezza è morta il 17 ottobre 2019 mentre era a lezione di danza in una scuola di Cardito, paese che confina con Crispano. Aveva perso i sensi e a nulla erano serviti i tentativi di rianimarla. Per i medici che si sono occupati dell’autopsia si è trattato di morte naturale, di un infarto. Una conclusione che non ha mai convinto i genitori che non hanno mai smesso di lottare: sospettano che a uccidere la bimba sia stata una malattia non diagnosticata e che si era manifestata nei giorni precedenti con una serie di svenimenti ai quali i medici avevano dato una spiegazione ‘psicologica’ legandoli alla nascita del fratellino.

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Parla don Carmine Ponticelli, nuovo parroco di San Gregorio Magno

“Crispano ritorni a scoprirsi famiglia” >>

A cura di Rocco Pezzullo “Mi dispiace che il mio arrivo sia coinciso con un periodo in cui è difficile fare attività pastorale”

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Villa Literno. on Carmine Abbiamo chiesto a don Ponticelli, 53 Carmine di condividere anni, è parroco il racconto della sua vita di Crispano dal 14 sete dei suoi primi passi tembre 2020. La sua escome Pastore della coperienza alla guida della munità crispanese che sta parrocchia intitolata a imparando lentamente a San Gregorio Magno conoscere in maniera più è stata principalmente approfondita…. caratterizzata dalla con“Faccio parte della catvivenza con la pandemia egoria delle cosiddette che tanto sta condizion“vocazioni adulte”. Nel ando la nostra quotidian1997, avevo 29 anni, ità. sono entrato nel SemiUn ministero che ha nario dei Servi del Cuore dovuto fare in conti, Immacolato di Maria che fin da subito, con le reDon Carmine Ponticelli e Don Gianfranco Maisto è un Istituto missionario strizioni che questo permariano. Nel mio percoriodo ci sta consegnando. nianza sacerdotale di Padre Maurizio so ho bruciato un po’ le Dinamiche che, tuttavia, non hanno arrestato il suo tentativo di Patriciello, all’ombra delle famigerate e tappe rispetto ai percorsi canonici proposintrecciare relazioni significative con la fatiscenti palazzine del Parco Verde di ti dall’Istituto. Dopo appena sette anni, comunità e il desiderio di mostrarsi quale Caivano. Come lui, infatti, oggi sono sac- infatti, sono stato ordinato sacerdote e tre punto di riferimento e guida per i suoi par- erdoti anche don Ernesto Miele, parroco anni più tardi i miei confratelli mi hanno del Santuario della Madonna Assunta in eletto Segretario Generale. Questo incarrocchiani. Don Carmine nasce a Caivano, in pieno Casandrino, e don Adriano Police, suo ico mi ha permesso di effettuare numerose centro storico. La sua è una delle tre vo- predecessore a Crispano e oggi parroco visite canoniche alle diverse comunità precazioni fiorite anche grazie alla testimo- della Chiesa di Santa Maria Assunta in senti in Italia e nel Mondo. Tuttavia, la mia

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RELIGIONE

Anno XXVII - numero 453 - sabato 19 dicembre 2020 missione è sempre rimasta legata all’Italia”. Lei raggiunge, dunque, la parrocchia di Crispano con un bel bagaglio di esperienze. Una ricchezza che le sarà certamente di aiuto nelle vesti di parroco… “Senza dubbio. Tra l’altro in passato, quando per l’Istituto sono stato Ministro locale della Toscana, mi sono state affidate quattro parrocchie che ho accompagnato, in contemporanea, per tre anni. È evidente che lo spirito missionario è un po’ diverso rispetto a quello che vive un sacerdote diocesano. Ma pure nelle differenze, è questa una dimensione che ho scelto di conservare anzitutto come stile nella mia vita. Era e resta un mio sogno quello di contagiare questa comunità con uno stile missionario. Mi dispiace solo che, in questo momento, la pandemia stia limitando moltissimo l’azione pastorale. Attendiamo fiduciosi il momento in cui il Covid deciderà, finalmente di liberarci”. Non possiamo tralasciare, infatti, la difficoltà di essere diventato parroco in un periodo assai complesso. La pandemia sta seminando tanta sofferenza, in molti contesti e a diversi livelli, e la Chiesa, in questo senso, diventa un punto di riferimento importante verso il quale rivolgersi nei momenti di difficoltà. “La Chiesa della pandemia è come una tenda della Croce Rossa piantata in mezzo a un campo. Sono tantissime le persone che si stanno avvicinando a noi

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per chiedere aiuto. La nostra Caritas ha quasi raddoppiato il numero degli assistiti. A molti manca il necessario per vivere e sentiamo come nostro compito, adesso, arginare il più possibile il dilagarsi di questa piaga. Devo dire che la comunità di Crispano sta rispondendo ottimamente a questa chiamata alla solidarietà. Tutte le persone che hanno chiesto aiuto non sono mai andate via a mani vuote e questo è un merito che deve essere attribuito a ciascun membro di questa Parrocchia”. È sempre molto difficile parlare del futuro con fiducia quando si vivono momenti di sofferenza. Ma la Chiesa ha da sempre fondato il suo credo intorno alla speranza della risurrezione. Cosa ci insegna questo tempo e, in particolare come se lo immagina il ritorno alla normalità? Quali sogni caratterizzano, oggi, il suo ministero in questa comunità? “Sogno una comunità aperta a tutti i livelli, nella quale parroco, viceparroco, gruppi parrocchiali e laici si sentano parte di questo contesto come se fosse la loro

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famiglia. E proprio questo spirito familiare vorrei stimolasse un sentimento di cura e responsabilità gli uni verso gli altri, con particolare attenzione agli ultimi. Noi abbiamo grande necessità di essere sognatori. E ribadisco il termine “sogno” perché credo che le cose più grandi che hanno arricchito l’umanità siano arrivate grazie all’esistenza di donne e uomini sognatori. E in questo stile, vorrei tanto che ogni membro della mia parrocchia, a cominciare da quelli più vicini fino a quelli che partecipano solo alle messe domenicali, si trasformassero in veri e propri missionari. Insieme, dunque, condividere il bisogno di chiamare i lontani e sentirsi, ancora una volta, responsabili della vita di fede di ogni singola persona che appartiene a questo territorio. In questo modo, lì dove ciascuno vive e lavoro, vorrei fossero annunciatori della buona notizia. In questa dinamica essenziale si fonda il mio piano pastorale”. Lei è parroco dell’unica chiesa di questo paese. Che idea si è fatta di Crispano e quali stimoli vorrebbe offrire? “Crispano si è sempre considerata come una grande famiglia. Per molte ragioni ha sempre vissuto immersa in una rete di relazioni significative la cui forza, tuttavia, rischia con il passare del tempo di indebolirsi. Credo sia importante ritrovarsi in questo spirito familiare, rinvigorire le relazioni che rischiano di disperdersi. E rinforzare i legami significa ritrovare la vera potenzialità e ricchezza di questo paese”.

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Il regalo di don Ciro alla sua comunità

Una copia del ‘Cristo di Michelangelo’ a Tavernanova >>

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L’originale è custodito nel Convento di Santo Spirito a Firenze

ioia e commozione nel giorno dell’Immacolata Concezione nella Parrocchia Maria Santissima Addolorata di Tavernanova, frazione di Casalnuovo di Napoli, dove è stato scoperto il Crocifisso che don Ciro Biondi ha donato alla comunità. Una opera d’arte tutta in legno dal peso di oltre 130 chilogrammi e alta 175 centimetri. Don Ciro, parroco missionario che per 40 anni ha guidato una comunità cristiana in Papua Nuova Guinea, è arrivato nel territorio casalnuovese 4 anni fa e, sin da subito, ha unito a sé fedeli con un modo tutto originale di fare comunità. In questo particolare periodo in cui abbiamo bisogno di unirci intensamente e ancora di più al Signore, ha deciso di omaggiare tutti i fedeli con una copia del “Cristo di Michelangelo” la cui opera originale si trova nel convento di Santo Spirito a Firenze collocata sopra l’altare maggiore. Cristo è rappresentato in Croce nella totale nudità, in posizione sofferente, col capo reclinato verso sinistra e le gambe con le ginocchia piegate e unite, leggermente direzionate a destra, generando un’innovativa rotazione a serpentina e una netta spinta verso l’alto. Tale rotazione non è un esercizio di stile, ma è evocata da una riflessione sulla posizione delle gambe, con quella sinistra sopra la destra per effetto della sovrapposizione dei piedi all’inchiodatura. Da ciò deriva anche l’innovativa rotazione del

bacino, che arriva a rendere visibili i glutei a uno sguardo da sinistra, valorizzando anche la veduta laterale. La Croce lignea su cui si trova il titolo in ebraico, greco e latino è scritta da destra verso sinistra, in ossequio alla tradizione della reliquia del titulus conservata nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Il fondale su cui appare è stato realizzato dall’artista casalnuovese Fabio Torti con la tecnica dello spatolato per dare la forma del raggio luminescente prospettico con rifinitura in oro zecchino e oro antico. Visibilmente emozionato Don Ciro Biondi rivolgendosi ai fedeli: “Non dono alla Comunità di Tavernanova un’opera d’arte ma l’amore della mia vita: il Crocifisso. Lui è stato ed è colui che mi ha innalzato dalla polvere all’altare della celebrazione della sua passione, morte e risurrezione. Vorrei che questa Comunità potesse essere la Donna che, stando sotto la Croce, offrisse sé stessa per la salvezza del Mondo. Si evangelizza in tanti modi, ho scelto per me il più semplice e forse il più efficace: mettere sotto gli occhi di ogni persona il Crocifisso, l’amore crocifisso, Dio crocifisso per amore. E’ lui che vince i cuori, è lui il grande evangelizzatore: ‘Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me. Che Dio aiuti tutti ad amare la Madre sua, l’Addolorata, la Madre che ci fu data dal Crocifisso, la Madre nostra’”. L’evento è stato ripreso in diretta televisiva da Canale Uno Tivù sul canale 855 del digitale terrestre.

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Anno XXVII - numero 453 - sabato 19 dicembre 2020

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A fine gennaio sarà pronto l’omaggio di Domenico Sepe

La statua di Maradona nasce ad Afragola

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arte da Afragola uno degli omaggi a Maradona destinati a restare nella storia della passione di un popolo verso il calciatore che ha regalato gli anni migliori al Napoli. E’ ad Afragola, infatti, che l’artista Domenico Sepe ha cominciato, nelle prime ore dopo la morte del Pide de Oro, a realizzare una statua che lo raffiguri per l’eternità, accogliendo un invito salito dal basso, come per l’intitolazione dello sta-

mo chi se ne occuperà, se il popolo, il Comune o la Società sportiva Calcio Napoli”. Hai realizzato decine di opere che sono state installate in diverse città o sono ospitate in Chiese, a quali sei maggiormente legato? “Con la statua di San Giorgio Martire ad Afragola ho un legame affettivo enorme perché l’ho realizzata in giovane età e perché è nella mia città, ma le maggiori sod-

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“La collocazione naturale sarebbe al San Paolo, ma non ci sono ancora contatti ufficiali”

Loren, grande bellezza femminile e di carattere, credo che sarebbe un viaggio affascinante riprodurla in un’opera in bronzo”. Se ti chiedessero di rendere in una tua opera l’area a nord di Napoli come la realizzeresti? Con qualche monumento o personaggio simbolo o con un’immagine? “Penserei a un’opera che rappresenti l’evoluzione del territorio che parte dall’ag-

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Sepe modella la mano della statua di Maradona

dio ‘San Paolo’ che, da qualche giorno, si chiama ‘Diego Armando Maradona’. L’opera che sta realizzando nella sua bottega d’arte ha numeri ‘importanti’. Sarà alta circa 2,15 con un basamento in marmo di almeno 25 cm. Solo la statua in bronzo peserà circa 200 kg e sarà finita, visto che il bozzetto in argilla è praticamente pronto, per la fine di gennaio. Hai deciso di avviare quest’opera dopo poche ore dalla morte di Maradona… Perché? E, soprattutto, anche tu hai pensato che la collocazione ‘naturale’ sia a ridosso dello stadio? “Ho pensato a questa statua e ho cominciato a realizzarla perché ho voluto rispondere a una richiesta spontanea del popolo napoletano. E, per lo stesso motivo, penso allo stadio come collocazione, ma non ci sono stati ancora contatti ufficiali. Presto ci sarà un annuncio ufficiale dove proporremo la collocazione dell’opera e poi magari vedre-

La fontana dell’amore installata a Matera

Il volto di Maradona e la foto che lo ha ispirato disfazioni le ho per la ‘Fontana dell’amore a Matera, tra i Sassi, in piena area patrimonio Unesco, dove l’ho installata con il parere favorevole della Soprintendenza”. Quali altri personaggi celebri hai immortalato prima di Maradona? “Diversi. Ricordo, negli ultimi tempi Vincenzo Gemito, scrittore napoletano degli inizi del ‘900, Giacinto Gigante, pittore napoletano della fine dell’ottocento, il premio Nobel Rita Levi Montalcini, Francesco II di Borbone e il giornalista Luigi Necco”. E chi ti piacerebbe immortalare ora? “Immortalerei volentieri un volto del cinema che trasmette fascino, penso a Sophia

ricoltura fino ad arrivare all’alta velocità. Non penso a una sola opera, ma a più opere installate in più citta a rappresentare le evoluzioni che ci sono state in questi anni”. Quando hai scoperto che avevi questo talento. E come? “Nasce come gioco. Da bambino mi piaceva disegnare. Quando andavo in campagna con mio nonno e mio padre giocavo con la terra e infatti mi è rimasto l’amore per il fango, tanto che uso l’argilla per fare i modelli da cui poi nascono le sculture in bronzo”. Per realizzare opere come le tue serve un talento innato, ma pensi che possa essere in qualche modo trasmessa la tua arte? “Tutte le arti possono essere trasmesse ma se questo dono non nasce con te non diventi artista. Puoi diventare un bravissimo artigiano, ma non un artista. Questo è il mistero e la vera bellezza dell’arte”.


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Solo la serie D continua a giocare

Dilettantismo “a due velocità” >>

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A cura di Pasquale Porzio Ancora incerto il cammino dell’Afragolese. Intanto la Frattese perde i suoi calciatori più forti, trasferiti alla Puteolana

on c’è pace per il calcio dilettantistico! Il Covid-19 continua a tormentare i campionati dall’Eccellenza alla Terza Categoria che hanno assistito a un ulteriore rinvio. Infatti stando all’ultimo DPCM, entrato in vigore lo scorso 4 dicembre e valido fino al prossimo 15 gennaio, “sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni di livello agonistico e riconosciuti di preminente interesse nazionale”. L’unica competizione sotto l’egida della Lega Nazionale Dilettanti a rientrare in questa categoria di eventi è la Serie D che, dopo aver attuato un efficace piano dei recuperi, si accinge a riprendere la stagione regolare. Il Dipartimento Interregionale, dunque, ha rimodulato date e giornate del calendario, stilandone uno completamente nuovo. Tra le principali novità figurano i turni infrasettimanali, che si disputeranno il 6 gennaio, il 3 e il 24 febbraio e il 14 aprile. Inoltre il girone d’andata terminerà il 21 febbraio, mentre la fine dell’intero campionato è fissata al 6 giugno. Da sottolineare come il nuovo assetto contempli anche un turno di riposo a metà marzo per la partecipazione della Rappresentativa D alla Viareggio Cup. Si tratta di una competizione prestigiosa a cui anche quest’anno, nonostante i molteplici ostacoli, la Serie D prenderà parte. Infine sono stati definiti gli orari del calcio d’inizio: fino al 27 marzo le gare inizieranno alle ore 14:30, dal 28 marzo all’8 maggio alle ore 15:00 e dal 9 maggio fino al termine della stagione si scenderà in campo alle ore 16:00. Dunque la quarta serie procede il suo cammino verso la tanto agognata normalità, anche se il nuovo protocollo è sbattuto contro il muro della realtà. Nell’ultimo turno, infatti, alcune squadre in giro per l’Italia hanno riscontrato problemi nell’effettuazione di un numero elevato di tamponi a 48/72 ore dalle partite. Un intoppo non da poco che ha causato il rinvio di gare e di conseguenza indotto a trovare una soluzione nel breve tempo. La sensazione è che il nuovo protocollo varato possa mettere in seria difficoltà le so-

cietà, costrette a tamponare gruppi squadra da circa 30 persone. Moltiplicando questo dato per le 163 squadre partecipanti al massimo campionato dilettantistico si rasentano i 5000 test settimanali. Una cifra da capogiro se si considera che coinvolgerebbe soltanto la quarta serie! Non se la sta passando benissimo in Serie D l’Afragolese che non vince dal lontano 11 ottobre quando tra le mura amiche del “Borsellino” di Volla inflisse un netto 2-0 al Cassino. Da quel momento i rossoblù non riescono più a trovare la via del successo e continuano a collezionare sconfitte. Dopo le disfatte contro Savoia e Sassari Latte Dolce in trasferta, intervallate dall’1-3 casalingo contro il Lanusei, è arrivato il quarto k.o. consecutivo per gli uomini di mister Masecchia. Questa volta a costringere alla resa Fava & co. è stato il Giugliano, reduce da una settimana a dir poco turbolenta. Le dimissioni di mister Agovino e l’interruzione del rapporto con quattro pilastri della squadra (Liccardo, Caso Naturale, Carbonaro e Di Girolamo) hanno messo a dura prova i gialloblù che invece si sono dimostrati all’altezza di un derby molto sentito. 0-1 il risultato finale in quel di Volla e tre punti preziosissimi guadagnati dalla compagine di patron Sestile. Decisiva la rete di Arario, ex di giornata, che con un potente destro ha trafitto il portiere avversario, regalando una vittoria decisiva ai suoi. Dunque l’Afragolese non riesce a fare suo un derby che poteva essere l’occasione per rinascere e invece si è rivelato un ulteriore fallimento. 7 punti in altrettante partite disputate per la società di patron Niutta che deve guardarsi le spalle e scivola sempre più giù in classifica. Nel prossimo match i rossoblù faranno visita alla Torres, fanalino di coda a quota 1 punto, e dovranno cercare in tutti i modi di portare a casa una vittoria “scacciafantasmi”. Tornare al successo sarebbe fondamentale non solo ai fini della classifica ma anche e soprattutto ai fini del morale che attualmente non è dei migliori. La rosa allestita dal diesse Ro-

mano è di tutto rispetto e calciatori e staff meritano ben altri piazzamenti in classifica. Dunque bisognerà lavorare sodo in casa Afragolese per ritornare in carreggiata e mettere nel mirino una salvezza che fino a qualche giornata fa sembrava assolutamente alla portata. In Eccellenza la Frattese non riesce a trattenere i suoi top players che seguono il richiamo della Serie D e si accasano alla Puteolana, società prelevata di recente da patron Adamo Guarino. La Frattamaggiore e la Pozzuoli sportiva sono ora accomunate da un Presidente che vanta una multiproprietà blasonata. Lo stop in quinta serie è stato un vero e proprio assist per la neodirigenza granata che ha preferito “spostare” la maggior parte dei calciatori dal club nerostellato all’ombra della Solfatara. Una mossa che ha arricchito il bagaglio tecnico dei Diavoli rossi: basti pensare che a disposizione di mister Teore Grimaldi sono stati messi Marzio Celiento, Gennaro Esposito, Niko Tommasini, Stefano Riccio, Antonio Di Paola e tanti altri veterani della categoria, che fino ad un mese fa giocavano per la Frattese. A questi si aggiungono gli acquisti di Edoardo Catinali, autore di oltre 400 presenze tra Serie B, Lega Pro e Serie D, e Gennaro Armeno. Dunque l’intenzione di far bene e risollevare le sorti di una squadra in zona playout nel Girone H è chiara. Nell’ultimo turno i granata sono riusciti a pareggiare in casa contro il Francavilla, portandosi a quota 4 punti dopo 7 giornate. Ma la domanda che sorge spontanea è: che ne sarà della Frattese? Adamo Guarino ha a più riprese affermato di avere a cuore le sorti dei nerostellati e che non trascurerà il progetto Frattese. Lo stop almeno fino a metà gennaio ha dato ragione al patron che ha pensato di non svalutare il suo parco giocatori con l’acquisizione di una squadra attualmente in attività come la Puteolana. Infatti stando alle dichiarazioni rilasciate da Guarino a diversi mezzi stampa “non appena si potrà tornare a giocare, la Frattese


SPORT

Anno XXVII - numero 453 - sabato 19 dicembre 2020 costruirà una rosa competitiva e in grado di centrare gli obiettivi di inizio stagione”.

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Si tratta di obiettivi importanti che contemplano il salto di categoria. Soltanto il tempo

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darà le risposte e non resta che attendere gli sviluppi di questa situazione.

LUYS FITNESS CENTER sul tetto d’Italia

A cura di Pasquale Porzio

l COVID non ha fermato lo Sport, quello sano e riconosciuto di interesse nazionale e non ha fermato la LUYS FITNESS CENTER, una delle pochissime realtà del napoletano che, tra mille difficoltà e rigidi protocolli di allenamento, rispettosi delle regole emanate dallo Stato e dalla FGI, ha accettato la sfida per portare le proprie Atlete alla Finale Nazionale della Federazione Ginnastica d’Italia, svola in Rimini gli scorsi giorni di dicembre. Mesi duri, massima attenzione nell’evitare qualsiasi problema legato al COVID, per permettere allo Staff ed alle Atlete di lavorare in tranquillità… e finalmente…i giorni di Rimini sono giunti. La risposta dei genitori delle giovani Atlete è stata pronta e la trasferta, tra mille documenti, certificazioni, autorizzazioni, dotazioni di mascherine FFP2, gel per mani e tanti altri ausili, hanno preso posto nelle valige, consci di non poter avere nessun momento conviviale, di non poter assistere alle gare, di fungere, per una volta, alla sola funzione di accompagnatori… 14 Atlete, impegnate in varie Categorie, lo staff della Luys Fitness Center, con 2 Dirigenti, 1 Tecnico e la Direttrice Tecnica Prof.ssa Luisa Di Micco, si sono mossi, ognuno nella propria autonomia e senza alcun mix anche durante il viaggio, per giungere a Rimini lo scorso 3 dicembre. Tre i giorni di gara previsti per le categorie in gara della Luys Fitness Center; 3 giorni duri, chiusi insieme ad altre tantissime Atlete provenienti da tutta Italia, rigorosamente munite di mascherine, rispettose del distanziamento, senza possibilità neanche di consumare un pasto (era vietato dalla Organizzazione), hanno pedissequamente seguito le istruzioni organizzative, orari rigidi, entrata con svariati controlli… in un turbinio di...fila di ingresso contingentato per orario di gara... Controllo tessera per l’accesso... Corri… entra in Campo Prova… ma alla TUA ora stabilita… Esci e corri al Campo Gara…Una alla volta… entri… attrezzo… attrezzo… attrezzo ed esci… senza poter scambiare le consuete chiacchiere tra Atlete di Società diverse, senza poter assistere alle altre prove… Senza tutto... Soli con le proprie Istruttrici... Immerse nelle paure dell’errore, nell’ansia di giocarti tutto in 10 minuti… senza possibilità di appello… ma consapevoli di aver raggiunto un primo traguardo importante… Essere qualificate alla Nazionale… poche tra tantissime restate a casa… I risultati della Luys Fitness Center, hanno però premiato tutto ciò….. ed il medagliere, alla fine della 3 giorni, è di tutto rispetto. In gara Individuale, i risultati: ▪ Categoria LA3 Allieve 1 – 2 Atlete Luys: ▪ Antonia De Stefano che si cimentava per la prima volta come Atleta Agonista in FGI… ed ha subito …marcato il territorio… CAMPIONESSA NAZIONALE 2020;

▪ Sara Biancardi che si è piazzata in un ottimo 32° posto, sulle 72 Atlete partecipanti; ▪ Categoria LA3 Allieve 2 – 2 Atlete Luys: ▪ Giada Granato – alla sua seconda sfida da Agonista, ha trovato il giusto equilibrio psico-fisico per salire sul gradino più alto del Podio; CAMPIONESSA NAZIONALE 2020; ▪ Irene Di Sarno – che per soli 0,30 punti di differenza dalla collega, sale sul 2° Posto assoluto; ▪ Categoria LA3 Allieve 3 – 3 Atlete Luys: ▪ Lavinia Capasso – un ottimo 7° posto; ▪ Ginevra Spiezia –raggiunge quota 13° posto; ▪ Giorgia Cauteruccio – raggiunge quota 23° posto; ▪ Categoria LB3 Allieve 3 – 2 Atlete Luys: ▪ Luisa Brasile – al suo secondo anno, riesce a dimostrare l’impegno profuso e quindi le proprie capacità, aggiudicandosi il titolo di CAMPIONESSA NAZIONALE 2020; ▪ Ginevra Maria Pagnano – non meno caparbia e preparata, ma più ansiosa, segue a ruota e si piazza al 3° posto assoluto; ▪ Categoria LB3 Junior 1 – 1 Atleta Luys: ▪ Anna Poreo – 1 Atleta Luys, non poteva che fare… 1…e titolarsi CAMPIONESSA NAZIONALE 2020; ▪ Categoria LB3 Senior 2 – 1 Atleta Luys: ▪ Sonia Griffo – ha raggiunto un ottimo 2° posto assoluto; ▪ Categoria LC3 Junior 1 – 1 Atleta Luys: ▪ Antonia Di Lena – un piccolo errore da ansia, la porta SOLO al 3° posto assoluto; ▪ Categoria LC3 Senior 2 – 1 Atleta Luys: ▪ Martina Ernesta Di Crosta – per soli 0,25 punti, si porta al 2° posto assoluto; ▪ Categoria Serie D Allieve – 1 Squadra Luys: ▪ La Squadra composta da: Lavinia Capasso, Antonia De Stefano, Giada Granato e Ginevra Spiezia, ha spiazzato tutti, conquistando il titolo di SQUADRA CAMPIONE NAZIONALE 2020; Quindi…. 14 Atlete, 14 piccole donne piene di sport, quello sano, dirette dalla Prof.ssa Luisa Di Micco e dalla Dott.ssa Francesca Di Micco de Santo, tornano alla Sede della Luys Fitness Center di Caivano, con una valigia piena di: ▪ 5 Medaglie ORO; ▪ 3 Medaglie ARGENTO; ▪ 2 Medaglie BRONZO; ▪ 4 Piazzamenti tra le prime 32 Atlete d’Italia Il 2020 finisce così per la Luys Fitness Center... già in campo per le nuove sfide del 2021... Perché alla LUYS… il COVIDDI… non ci ferma...

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Anno XXVII - numero 453 - sabato 19 dicembre 2020

Buone Feste “Se non hai un cane, almeno uno, non c’è necessariamente qualcosa di sbagliato in te, ma ci può essere qualcosa di sbagliato nella tua vita”.

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