Cogito 442

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Anno XXVI - numero 442 - sabato 14 marzo 2020

ANNO XXVI - NUMERO 442 - SABATO 14 MARZO 2020

Coronavirus a nord di Napoli Paure reali e immotivate

AFRAGOLA <<

Il sindaco Grillo c’ha ripensato ancora. Ritirate le dimissioni

CRONACA <<

La morte del caivanese Andrea Mugione, vescovo emerito

CRONACA <<

Il manifesto di Antonio Moccia contro le estorsioni

AFRAGOLA <<

Un altro collaudo per la stazione dell’alta velocità


“Se non hai un cane, almeno uno, non c’è necessariamente qualcosa PRIMO di P sbagliato in te,PIANO ma ci può essere qualcosa di sbagliato nella tua vita.”

Anno XXVI - numero 442 - sabato 14 marzo 2020

V. VAN GOGH

OSPEDALE VETERINARIO

La Leishmaniosi è una malattia infettiva e contagiosa causata dal parassita Leishmania Infantum trasmesso dalla puntura di piccoli insetti, i pappataci, che sono più attivi da maggio a ottobre, e le zone del sud sono le aree a rischio maggiore. È una malattia cronica, particolarmente grave, spesso mortale e che può essere trasmessa dall'animale all'uomo.

Noi di Fido&Felix abbiamo istitutito le giornate della prevenzione, in 10 minuti e con un unico prelievo di sangue effettueremo il test e ti daremo tutte le informazioni necessarie per la prevenzione o la cura. Per prenotare il TEST vai su

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EDITORIALE

Anno XXVI - numero 442 - sabato 14 marzo 2020

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L’abitudine rende sopportabili anche le cose spaventose (Esopo)

Grafica nuova per un giornale che non cambia

Sì. Usciamo. Siamo nelle edicole e negli altri punti di distribuzione anche in un periodo di emergenza sanitaria. In un periodo in cui non ci si può incontrare in strada, non si possono commentare le notizie di ‘casa nostra’, quelle che spesso non trovano spazio sui media regionali e nazionali, ma che ci interessano comunque. Mancheranno quei capannelli che ancora si formano intorno all’ultimo numero di Cogito, ma si avrà tanto tempo in più per leggere in casa e, tra le letture, è giusto che ci sia anche Cogito, per continuare a fare informazione per l’area a nord di Napoli. Ma anche per contribuire a dare notizie utili per affrontare al meglio un’emergenza sanitaria che alle persone più anziane riporta alla mente vecchie epidemie o, addirittura, i tempi della guerra quando c’era il coprifuoco per le bombe e non per un virus silenzioso che, purtroppo, se non combattuto adeguatamente, può avere conseguenze molto gravi, fino alla morte. E ce ne occupiamo con gli articoli del primo piano. Ma ci occupiamo anche di tanto altro, a cominciare dalle ormai prossime elezioni comunali e regionali. Un appuntamento importante che è passato in secondo piano, giustamente, per l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ma di cui bisogna comunque occuparsi almeno fino a quando non arriverà l’ufficialità del rinvio. Di tutto questo ci occupiamo con una veste grafica nuova, diversa rispetto a quella usata fino allo scorso numero. Un ulteriore

segnale che diamo della voglia di continuare a portare avanti un progetto che proprio in questi giorni festeggia il suo ventiseiesimo compleanno visto che il primo numero di Cogito risale a marzo del 1994. In questi 26 anni abbiamo visto e raccontato di tutto. Siamo stati protagonisti di battaglie e inchieste che hanno avuto poi seguito, sia perché riprese a livello nazionale, sia perché ci sono state conseguenze politiche per i nostri articoli. Nella nostra redazione sono passati tanti giovani e meno giovani che, spinti dalla passione per il giornalismo, si sono avvicinati a Cogito. Alcuni hanno poi continuato, altri hanno cambiato interessi, altri ancora sono ancora con noi a portare avanti questo progetto. Ma anche la voglia di fare il giornalista è cambiata in questi anni, come forse è giusto che sia. Oggi il giornalismo è cambiato, radicalmente. E si fa purtroppo anche fatica a capire cosa significa fare il giornalista. Fare il giornalista non significa solo riportare una notizia, ma capire il perché di quella notizia, le motivazioni di quello che è successo e provare a capire e poi spiegare cosa accadrà dopo. Noi vogliamo continuare a farlo, senza cedere a quel finto giornalismo che si basa sulle false notizie o sulle interpretazioni utili a raggiungere un obiettivo. Noi come al solito, nel nostro piccolo, proviamo a portare avanti un’informazione sana e corretta. Un’informazione che non risponda alle esigenze del partito o, peggio ancora, EDITORE

Editrice Cogito srl QUINDICINALE DI ATTUALITÀ, POLITICA, ECONOMIA E COSTUME

Autoriz. del Tribunale di Napoli n. 4513 del 18 marzo 1994

fondato da Natale Cerbone è realizzato da

g r a fi c a & s t a m p a

Direttore Antonio Iazzetta Vicedirettore Antonio Trillicoso Collaboratori Angelica Argentiere, Antonio Boccellino, Valerio Cerbone, Pietro Cerbone, Angela Finestra, Antonio Fioretto, Cinzia Lanzano, Claudia Perrotta, Pasquale Porzio, Teresa Turino

del politico di turno, ma che sia rispettosa solo del lettore, di chi, da 26 anni, ci cerca nelle edicole e lo fa soprattutto quando manchiamo da qualche mese, come è capitato lo scorso autunno, quando abbiamo ritardato la ripresa delle pubblicazioni. Le richieste di informazioni alle edicole e alla nostra redazione sono state il segnale che c’è ancora spazio per un giornale come Cogito. Siamo rimasti soli in un territorio che ha visto talmente tanti giornali locali da diventare un caso di studio nei seminari delle facoltà di Scienze della comunicazione. Abbiamo voglia di andare avanti e lo facciamo da questo numero con una nuova grafica. Se ne facciano una ragione quelli che vorrebbero che anche Cogito chiudesse. Andiamo avanti per i nostri lettori, gli unici nostri padroni e gli unici nostri stimoli.

Fotoreporter Nando Porzio - Frattamaggiore Redazione: Via S. Antonio da Padova, 9 Cardito (Na) - Tel. /Fax 081.8354357 e-mail: redazione.cogito@libero.it Stampa: Editrice Cerbone srl e-mail: info@editricecerbone.it tel. 081.8354357

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L’Italia in quarantena

Chiusi in casa contro il nemico invisibile

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Crescendo di misure per arginare il contagio da Coronavirus. Nell’area a Nord di Napoli tanti falsi allarmi e un solo caso conclamato

anico da Coronavirus, dopo aver sottovalutato la contagiosità del problema si corre ai ripari e ora si stanno vivendo di coprifuoco. “Dovete stare a casa” ormai non è più un invito, ma un imperativo, un obbligo dal quale non si può sfuggire perché ne va della vita delle persone più a rischio qualora fossero contagiate dal coronavirus. E, tra l’altro, non è detto che le conseguenze peggiori, compresa la morte, non possano svilupparsi anche in persone del tutto sane. Bisogna partire da questo assunto per interpretare nella maniera più corretta le fortissime restrizioni alla vita di tutti noi contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri emanato nei giorni scorsi e valide su tutto il territorio italiano. Un decreto che limita innanzitutto gli spostamenti, non solo da comune a comune, ma anche all’interno di ogni centro, grande o piccolo. Sono consentiti solo per motivi di lavoro, salute o necessità: chi lo fa deve avere con sé un’autocertificazione, altrimenti si rischia un’ammenda di circa 200 euro fino a 3 mesi di reclusione. Ci sono poi divieti assoluti, come lasciare la propria abitazione se si è positivi al virus, se si ha la febbre o se si è in quarantena fiduciaria, o di tenere aperti locali pubblici dopo le 18 o di effettuare manifestazioni di ogni genere, e ci sono delle disposizioni da interpretare

nel modo più restrittivo possibile proprio perché l’obiettivo del decreto e della campagna informativa del governo è quello di far rimanere a casa fino al 3 aprile il maggior numero di gente possibile.

Il Coronavirus identificato a Wuhan, in Cina, per la prima volta alla fine del 2019 è un nuovo ceppo virale che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. E’ stato chiamato SARS-CoV-2 e la malattia respiratoria che provoca Covid-19. Ricordiamo anche se ormai è stato detto migliaia di volte che i Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per

causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS). Sono virus RNA a filamento positivo, con aspetto simile a una corona al microscopio elettronico. Sono stati identificati a metà degli anni ‘60 e sono noti per infettare l’uomo ed alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale. Una caratteristica fondamentale di questi virus è l’altissima contagiosità, ecco perché “il lavoro è la ragione fondamentale per uscire” come ha ricordato il ministro della Salute, Roberto Speranza, aggiungendo che “si devono evitare gli assembramenti e il contatto con altre persone. C’è una norma con sanzione che dispone di non uscire se non necessario. In questo momento, soprattutto per gli anziani è meglio restare a casa”. Il direttore dell’Oms in Europa, Hans Kluge ha dichiarato il pieno sostegno ai provvedimenti presi dall’Italia poche ore prima di dichiarare la pandemia mondiale per il Covid-19. Riepiloghiamo, per l’ennesima volta, i punti salienti del Decreto ‘Io resto a casa’ e del successivo approvato mercoledi sera. Le norme sono valide in tutta Italia che è per tutto il territorio nazionale zona rossa:


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L’Asl Napoli 2 Nord taglia l’indennità ai medici del 118. Protesta dei sindacati

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Proprio mentre i medici sono in prima linea nel contrasto al Coronavirus arriva una pessima notizia. La Cisl Medici Campania infatti si dice fortemente preoccupata per i provvedimenti adottati dalle ASL campane che hanno “tagliato” ai medici del 118 il compenso aggiuntivo di euro 5,16 per ora, corrispondente all’indennità d’emergenza prevista dall’Accordo Integrativo Regionale del 2003 tutt’ora in vigore. Il sindacato dei camici bianchi ricorda che i medici del 118 hanno elevati rischi fisici e di contrarre malattie, oltre all’operatività all’aperto in qualsiasi condizione e anche in orari festivi e notturni. Nonostante questo, nei giorni scorsi, dall’Asl Napoli 2 Nord è arrivata una lettera con la quale si annuncia la sospensione della remunerazione aggiuntiva per i medici in servizio ai SAUT aziendali. Una situazione grave perché ha generato, a cascata, l’adozione degli stessi procedimenti in altre ASL ed ha portato alla protesta dei medici convenzionati. Per la Cisl sono provvedimenti illegittimi, contro professionisti che sono la prima linea nei servizi di emergenza urgenza, che rischiano tutti i giorni sulle strade per salvare vite umane e proprio in un momento in cui viene richiesto a questi professionisti di essere la trincea per contenere l’emergenza sanitaria COVID-19 è inopportuno privarli di una parte così importante della loro

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è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico; sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive, eccetto quelli internazionali che potranno svolgersi a porte chiuse; lo sport all’aperto è ammesso purché si rispetti la distanza di un metro tra le persone; va evitato lo spostamento di persone fisiche (non delle merci) se non per “comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute”. E’ consentito il ritorno a casa; chi ha più di 37,5 gradi di febbre è “fortemente raccomandato” a rimanere a casa; chi è in quarantena deve rimanere a casa; agevolare le ferie e i permessi per i dipendenti; sono chiusi gli impianti sciistici; sono sospesi gli eventi, compresi quelli culturali, ludici, sportivi, religiosi e fieristici; sono sospese le attività in asili, scuole, università; sono sospese le cerimonie civili e religiose, compresi i funerali; sono chiuse tutte le attività commerciali e di servizi a eccezione di alimentari, farmacie, parafarmacie e tabacchi e altri servizi essenziali, tra cui i trasporti; sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri termali, centri sociali e ricreativi; sono sospesi gli esami alla Motorizzazione Civile.

Ricordiamo anche le misure di prevenzione più importanti. No alle mani in bocca o sul viso Per prevenire il contagio va evitato di

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portarsi le mani in bocca, sugli occhi o nel naso prima di averle accuratamente lavate. Il motivo? Le mani toccano qualunque cosa: dalle maniglie, ai pulsanti di citofoni e ascensori, ai rubinetti dei bagni. Su queste superfici potrebbero esserci le goccioline di secrezioni respiratorie arrivate lì attraverso le mani di soggetti positivi. Poi è necessario lavarsele con il sapone per inattivare il virus. Tuttavia ricordiamo che il contagio diretto per via respiratoria, cioé lo stretto contatto con una persona infetta è la via di trasmissione più diffusa. A un metro da te Le persone devono mantenere una distanza di almeno un metro l’una dall’altra per scongiurare un eventuale contagio. Vale sempre: quando si va al supermercato, in posta, in farmacia (molti di questi luoghi fanno entrare solo una-due persone per volta). Dal punto di vista scientifico la giusta misura di sicurezza è però quasi doppia: 1,82 metri (che corrisponde a sei piedi): in questo modo si è praticamente certi che nessuna delle goccioline di saliva (piuttosto grosse, cadono per gravità) che vengono disperse nell’aria da chi starnutisce, tossisce e, in misura minore da chi parla, raggiungano altre persone. Niente baci, abbracci e strette di mani È una misura che certamente cambia le nostre abitudini di persone generalmente espansive. Ma siamo sempre lì: è importante mantenere quel metro di distanza per preservare noi stessi e gli altri. E nei tempi del coronavirus è meglio salutarsi mantenendo le distanza. Le mani sono senza dubbio una via indiretta di trasmissione del virus, anche a livello ospedaliero, di conseguenza è determinante la massima attenzione all’igiene: le mani vanno lavate spesso.

Studio Posturologia Chinesiologia Neuropsicometricità Ortopedagogia Integrata Logopedia Psicoterapia

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PRIMO PIANO

retribuzione. Il conseguente clima di disagio, rabbia e preoccupazione, può portare a dimissioni a catena nel settore, con gravi conseguenze per la tenuta del sistema 118. Lavarsi bene le mani Sembra banale ed è stato scritto e detto molte volte. Lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi oppure utilizzare una soluzione alcolica (con almeno il 60% di alcol) è un ottimo modo per difendersi dal coronavirus.

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Casi di febbre Chi ha la febbre deve rimanere a casa, evitando contatti e vita sociale anche se non è mai stato nelle zone a rischio di contagio da coronavirus oppure se non è mai entrato in contatto con possibili positivi. Questo perché potrebbe sì essere influenza (la curva epidemiologica dell’influenza è in fase discendente, ma sta ancora circolando) ma non si può escludere a priori un’infezione da Covid-19 Gli anziani Per chi ha oltre 75 anni c’è la raccomandazione di rimanere in casa o comunque evitare luoghi affollati o dove si possono incontrare estranei. Stessa misura per chi ha più di 65 anni e presenta patologie che potrebbero aggravarsi qualora dovesse contrarre il virus. Che cosa fare nei luoghi pubblici Le precauzioni da usare nei luoghi pubblici sono le stesse messe in atto nei confronti del virus dell’influenza: come detto ci si lava le mani, non si toccano bocca, naso e bocca e occhi (alcuni trucchi per chi proprio non riesce è avere sempre occupate le mani con una penna o truccarsi per le donne).

Anno XXVI - numero 442 - sabato 14 marzo 2020 Sui mezzi pubblici mantenere la distanza di sicurezza e disinfettarsi le mani dopo aver toccato sedili e maniglie. Se si tossisce bisogna coprire bocca e naso con un fazzoletto di carta da buttare subito. Se non si ha il fazzoletto si tossisce nel gomito così che le goccioline rimangano imprigionate. State a casa Evitare i luoghi affollati. Per fare la spesa meglio scegliere un orario in cui di solito c’è meno gente in giro. Sono inibiti gli spostamenti non strettamente necessari. Tutte queste precauzioni servono per contenere la diffusione del virus che si trasmette con una certa facilità. Lo stop al virus dipende dal comportamento di ognuno di noi. Mascherine Le mascherine bloccano il diffondersi delle goccioline e di usano per evitare di contagiare altre persone quindi, in linea di massima, le devono usare le persone infette perché le loro secrezioni non raggiungano altre persone. Le mascherine sono indicate per chi è a stretto contatto coi pazienti e non servono ai sani. Tuttavia, visto la facilità di diffusione del virus può essere una precauzione ulteriore indossare la mascherina se si lavora a stretto contatto con persone sconosciute: tassisti, dipendenti di uffici aperti al pubblico ecc. Pulizia delle superfici Sebbene il virus possa rimanere vivo sulle superfici, questa via di trasmissione è meno probabile. In ogni caso il virus muore entro un minuto con la semplice disinfezione a base di alcol etilico (etanolo al 62-71%), acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%) o candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%).

“Siamo in un momento cruciale, l’unico metodo possibile per fermare i contagi è un criterio di prevenzione generalizzato” dichiara il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca che ha emanato diversi provvedimenti per contenere il contagio, a cominciare da quello che ha imposto la ‘quarantena’ a quanti

ULTIM’ORA Morto Pirozzi,

ex sindaco di Casalnuovo e direttore generale del Policlinico Lutto nella politica casalnuovese. E’ morto Domenico Pirozzi, ex sindaco di Casalnuovo dal 1989 al 1992. Avvocato, nella sua carriera ha ricoperto anche molti ruoli nella sanità campana, arrivando anche alla poltrona di direttore generale del Policlinico, del Ruggi d’Aragona di Salerno e del Monaldi. E’ morto nella sua casa di Casalnuovo a 79 anni dopo una lunga malattia. Ci lascia il dg del Policlinico e del Monaldi. Si è spento a 79 anni, nella sua abitazione a Casalnuovo, dopo una lunga malattia.


PRIMO PIANO

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sono rientrati dalle zone più esposte al contagio: Lombardia e alcune province di Veneto ed Emilia Romagna. Successivamente ha disposto la chiusura di estetisti, parrucchieri e barbieri e ulteriori limitazioni alle attività di bar e ristoranti. Entrando nel dettaglio dei sette comuni di riferimento di Cogito, ci sono provvedimenti più o meno simili che sono andati a rafforzare le misure adottate a livello nazionale e regionale. Fortunatamente, mentre andiamo in stampa, giovedì 12 marzo mattina, non ci sono casi di contagio, eccezion fatta per un casalnuovese. Per il resto tanti

falsi allarmi e foto e video condivisi sui social senza alcun rispetto per le persone coinvolte. Ma, fortunatamente, tutti i casi si sono rivelati falsi. A darne notizia è stato il sindaco di Casalnuovo, Massimo Pelliccia, con un video pubblicato su Facebook, “si tratta di un cittadino residente a Casalnuovo che lavorava al Nord ma che ha avuto contatti con i focolai da cui è scaturita tutta la malattia. Il ragazzo è rientrato il 6 marzo in città ma è stato messo subito in quarantena e sotto controllo della guardia medica. È stato portato al Cotugno per il tampone che è risultato positivo”.

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Si chiama Raffaele, ha 38 anni, elettricista pendolare che per lavoro si è spostato da Casalnuovo e Firenze, sposato e con un bimbo di 3 anni, per fortuna ora sta bene e non ha sintomi. Si trova sempre ricoverato nell’ospedale Cotugno, ma solo per precauzione. Ha dovuto subire però le offese di chi ha preso di mira il suo profilo social sfogando in maniera assurda rabbia nei suoi confronti. Tra i provvedimenti adottati, ad Afragola il sindaco Claudio Grillo ha disposto l’acquisto immediato di mascherine antivirus da consegnare ai cittadini di elevata fragilità sociale. Da segnalare che alcuni negozi gestiti da cinesi hanno regalato proprio le mascherine. A Cardito, il sindaco Giuseppe Cirillo ha dovuto chiudere del tutto il Parco Taglia, in quanto nonostante l’emanazione del decreto “io resto a casa” molti si sono riversati nel parco creando assembramenti. A Frattamaggiore molte attività avevano chiuso prima dell’approvazione del Presidente del Consiglio dei Ministri di mercoledì scorso che ha chiuso tutte le attività commerciali e di servizi. A Caivano, il commissario Mone, ha dovuto gestire la gestione di rientri scellerati di caivanesi da zone vicine ai focolai del coronavirus che hanno destato tantissima preoccupazione in città anche per l’alto numero di malati oncologici residenti a Caivano, tra i comuni più colpiti in terra dei fuochi.

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POLITICA

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Trattative a rilento per le Regionali

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Divisi tra ipotesi di rinvio e scelte dei candidati Presidente A cura di Valerio Cerbone Non è escluso che si voti in autunno. Intanto circolano nomi nuovi per il centrodestra: Pansa e Bertolaso. Democratici e Cinque Stelle cercano l’accordo

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’emergenza Coronavirus sta creando problemi anche nella politica e nelle trattative in vista delle prossime Regionali. Basti pensare alla positività di Zingaretti, segretario Pd, che ha, nei fatti, rallentato, se non bloccato del tutto, le varie trattative in corso in vista delle Regionali e delle Comunali della ormai prossima primavera. Tra l’altro, non è ancora escluso del tutto, anzi, si fa sempre più insistente, il proposito di rinviare le elezioni. Una decisione che porterebbe a uno slittamento come nel caso del referendum sul taglio dei Parlamentari che doveva tenersi a fine marzo. Le elezioni comunali e Regionali sarebbero spostate a ottobre, data nella quale potrebbero svolgersi addirittura anche le politiche qualora, dopo la fine dell’emergenza sanitaria, Conte rassegnasse le dimissioni. Quest’ultima ipotesi non è del tutto campata in aria perché, prima dell’esplosione dell’emergenza sanitaria, erano in tanti a remare contro il secondo Governo Conte e di certo quelle trattative in corso non si fermeranno una volta finito questo periodo ‘difficile’. In ogni caso, comunque, le trattative, pur se in sordina e rallentate, vanno avanti. E la situazione appare quanto mai confusa in tutti gli schieramenti che dovrebbero essere in campo una volta fissata la data delle elezioni. Nel centrodestra, Caldoro appare sempre più lontano da una candidatura unitaria e convinta. Questo non significa che, alla fine, non sia lui il candidato, ma di certo non sarà sostenuto con forza da tutta la coalizione. Gli unici a chiedere con forza la sua candidatura sono gli esponenti di Forza Italia anche se alcuni sono comunque contrari alla sua candidatura e preferirebbero un nome in grado di mettere d’accordo tutte le anime del centrodestra.

De Luca e Caldoro non conquistano tutte le anime delle loro coalizioni Uno di questi nomi è quello di Guido Bertolaso, l’ex capo della Protezione civile, ma l’interessato ha smentito anche se in molti hanno garantito che, di fronte a una candidatura unitaria, potrebbe cambiare idea. Ufficialmente, però, ha detto: “Leggo sui giornali di una mia possibile candidatura alla Presidenza della Regione Campania. Se non sbaglio siamo già alla quarta/quinta candidatura a una Presidenza regionale che mi intestano. Vorrei chiudere il totonomi, almeno per quel che riguarda il mio. Non ho nessuna intenzione di candidarmi”. Chi, nel centrodestra, non vuole proprio Caldoro sembra essere la Lega. Gli esponenti del Carroccio hanno proposto anche un nome nuovo, istituzionale, sperando che mettesse tutti d’accordo. Hanno fatto girare il nome di Alessandro Pansa, ex Prefetto di Napoli ed ex Capo della Polizia di Stato. Un nome ‘forte’ ma che non ha ottenuto il riscontro che si aspettava il commissario della Lega in Campania, Molteni. Subito infatti sono arrivate le prese di posizioni di chi non vuole una candidatura di Pansa. Il più duro è stato il questore alla Camera

dei Deputato, Edmondo Cirielli. L’esponente campano di Fratelli d’Italia, lui stesso spesso inserito nei possibili candidati alla Presidenza della Regione Campania, ha detto: “Un capo della Polizia di Stato che si è permesso di insultare, in modo a dir poco vergognoso, un suo agente non avrà mail il mio sostegno. Stiamo parlando della stessa persona che definì ‘cretino’ un poliziotto del Nucleo Artificieri Antisabotaggio della Questura di Roma che, nel 2014, fu accusato ingiustamente di aver calpestato una manifestante durante gli scontri tra movimenti antagonisti che si verificarono nella Capitale. Pansa, invece di difendere il suo dipendente e attendere l’esito del processo, lo offese pubblicamente senza ritegno. Non ebbe il coraggio di schierarsi dalla parte dell’agente e lo abbandonò alla gogna mediatica anticipando, di fatto, una condanna che non c’è stata. Il poliziotto, successivamente, è stato assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” dal Tribunale di Roma. Io sarò sempre dalla parte delle forze dell’ordine. E, dunque, ritengo che la candidatura di Pansa sia improponibile”. Nel centrosinistra invece continuano le


POLITICA

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Sergio Costa trattative del Pd con i Cinque Stelle per tentare di trovare un accordo. Sono saltati però alcuni appuntamenti e non per paura del contagio da coronavirus, ma per scelta politica anche se pare ormai certo che ci sarà un voto on line tra gli iscritti per decidere le sorti dell’alleanza. “Per la Regione Campania, abbiamo individuato in un uomo delle Istituzioni, Sergio Costa, una figura ampiamente condivisa, in grado di parlare a tanti mondi, incarnando quei valori di legalità e tutela dell’ambiente che per noi sono prioritari e dei quali la Campania ha estremo bisogno. In tanti ci hanno manifestato la volontà di affiancarci in questo percorso e siamo convinti che sarà un ampio fronte, che potrà portare il riscatto di quel territorio. È arrivato il momento, per chi non l’ha ancora fatto, di decidere da che parte stare” ha detto il capo politico dei Cinque stelle, Vito Crimi, rivolgendosi chiaramente ai rappresentanti del Pd, a livello nazionale e regionale. Al momento i Cinque Stelle non hanno alcuna voglia di rinunciare al loro candidato Presidente. E in questa direzione va anche la risposta, sempre di Crimi, al segretario regionale del Pd, Leo Annunziata che aveva invitato i 5 Stelle al tavolo del centrosinistra allargato: “Ringrazio il segretario regionale del Partito Democratico della Campania per il cortese invito a un tavolo insieme alle forze di centro sinistra per definire una strategia comune, ma ci troviamo costretti a declinare. Come è noto il Movimento 5 Stelle ha fatto una scelta importante: la disponibilità a rinunciare al

proprio candidato Presidente proponendo un uomo delle Istituzioni, Sergio Costa. Per poter realizzare quella strategia netta e coraggiosa che viene prospettata, auspichiamo un’analoga disponibilità da parte del Partito democratico a rinunciare alla candidatura di Vincenzo De Luca. Una condizione per noi, come già più volte affermato, è imprescindibile e precede la possibilità di sedere a qualunque tavolo”. Chi aveva fatto un passo indietro a favore di Costa, Valeria Ciarambino, attuale capogruppo dei Cinque Stelle in Consiglio regionale e possibile candidata Presidente per la seconda volta, ha detto: “Crimi è stato costretto a declinare l’invito. Come

Gianpaolo Pansa è noto il Movimento 5 Stelle ha fatto una scelta importante e di grande apertura verso tutti coloro che hanno a cuore il futuro della Campania, rinunciando a un proprio candidato per sostenere il ministro Costa. I dem facciano la stessa cosa e rinuncino alla candidatura di Vincenzo De Luca. Condizione che per il Movimento, come già affermato da Crimi e altri esponenti M5S, è imprescindibile e precede la possibilità di sedere a qualunque tavolo”. La sensazione rimane sempre quella che

Raffaele Cantone

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Gaetano Manfredi l’obiettivo sia di trovare un terzo nome in grado di mettere d’accordo tutti e arrivano conferme sulla possibilità che la scelta cada su Gaetano Manfredi, ex rettore dell’Università Federico II di Napoli, un nome gradito sia ai Cinque Stelle che al Pd. Anche se apparirebbe quanto mai anomalo che un Ministro nominato da poco sia messo in campo lasciando sguarnito un posto nel Governo appena occupato. Un nome che potrebbe mettere d’accordo davvero tutti è anche quello di Raffaele Cantone, l’ex pm che, periodicamente, torna sui tavoli delle trattative quando si deve trovare una figura in grado di mettere

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Giudo Bertolaso insieme quante più forze politiche possibili. De Luca, intanto, si rafforza grazie anche al lavoro che sta facendo per contrastare il propagarsi del Coronavirus in Campania e sembra intenzionato a restare candidato, nonostante continuino a circolare voci su possibili incarichi a livello nazionale per convincerlo a farsi da parte.

Dott. Raffaele RUSSO OCULISTA

St./Ab. Corso Durante, 247 - 80027 Frattamaggiore - Tel. 081.834.74.45 St. Centro Moscati, Via G. Galilei, 54 - 80029 Sant’Antimo - Tel. 081.833.77.87 Cell. 334.7887154


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Continua l’inchiesta della Procura di Napoli nord

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Nuovo collaudo per la stazione di Afragola

Entro il 23 marzo tecnici estranei alle Ferrovie dovranno valutare se era giusto inaugurare lo scalo dell’alta velocità

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ntro il 23 marzo la stazione dell’alta velocità di Afragola dovrà essere collaudata nuovamente, pena la chiusura della stessa. La decisione arriva dopo che la Procura di Napoli Nord, con il sostituto procuratore Giovanni Corona, e l’aggiunto Domenico Airoma, guidati dal procuratore capo Francesco Greco, hanno acconsentito alla seconda richiesta di rinvio da parte degli avvocati di rete ferroviaria Italiana e Italferr in merito alla richiesta di sequestro della stazione dell’alta velocità di Afragola. La prossima udienza si terrà il 27 maggio, ma, come spiegato in una lettera inviata dall’ANSF, l’Autorità Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria a tutti i vertici di RFI, Ministero delle Infrastrutture e Consiglio superiore per i lavori pubblici è necessario fare un nuovo collaudo statico della struttura. Un collaudo che andrebbe ad annullare il precedente che porta la firma dell’ingegnere Donato Inglese e che deve essere fatto da ingegneri esterni alle società della galassia di Ferrovie dello Stato. Un ulteriore tassello nel mosaico che si sta costruendo e che si basa sulle presunte irregolarità nei collaudi e nell’inaugurazione della stazione di Afragola. Si vuole un nuovo collaudo per capire se davvero quello fatto dalle Ferrovie dello Stato non era adeguato. Tra l’altro, nei giorni scorsi, è stato a lungo sentito Marco D’Onofrio, dirigente responsabile dell’Autorità Nazionale Sicurezza Ferroviaria, che, al sostituto procuratore Giovanni Corona, ha chiarito tutto l’iter che ha portato all’inaugurazione che gli inquirenti ritengono affrettata. Ricordiamo che, per l’inchiesta in corso, hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, l’amministratore delegato di RFI, Maurizio Gentile, i tecnici Massimi-

liano Pempori e Luigi Evangelista e il collaudatore Donato Inglese, uomo chiave dell’intera storia. Poi ci sono Roberto Pagone, responsabile della sezione investimenti di RFI a Napoli, Ciro Napoli, referente di progetto, e l’ex sindaco di Afragola, Domenico Tuccillo, finito nelle indagini insieme a due dirigenti comunali.

L’inaugurazione della stazione di Afragola


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Manifesto ‘insolito’ ad Afragola

Moccia invita a non pagare il racket Imbarazzo e dubbi in Comune per il messaggio lanciato dal rampollo della famiglia protagonista della criminalità organizzata

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n manifesto con la scritta ‘Avviso importante’ in rosso in un periodo come quello che stiamo vivendo, alle prese con un virus sconosciuto, ha fatto pensare a tanti che si era di fronte a un avviso sanitario. E, invece, leggendo il testo ci si è resi conto che si trattava di ben altro, di un appello a non pagare estorsori e a non favorire lo spaccio di droga. Un appello, in fin dei conti, condivisibile, anche se la firma posta in calcio e alcune frasi che facevano riferimento ai Moccia ha creato non poco stupore in chi leggeva. A firmare il manifesto, infatti, era Antonio Moccia, figlio della vedova nera della camorra, rampollo di quella famiglia che, per anni, e ancora oggi nella relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia, viene considerata protagonista della criminalità organizzata in Campania e nel Lazio. E’ la seconda volta che il racket finisce in un manifesto. Tre anni fa, sempre ad Afragola, un anonimo imprenditore denunciò i suoi estorsori, facendoli arrestare e condannati. Oltre ai nomi degli estorsori, c’era un invito a denunciare e a rivolgersi all’allora maggiore dei Carabinieri Michele Dagosto. Nel manifesto, Moccia, imputato a piede libero in un processo per associazione a delinquere di stampo mafioso, usando il colore rosso ha scritto: “Mi rivolgo ai commercianti, agli imprenditori e a tutti i cittadini di Afragola e dei paesi vicini che vengono massacrati ogni giorno da estorsori che minacciano i nostri affari e che rovinano con la droga i nostri i figli. Ho anche scoperto che più volte spendono il nome mio e quello della mia famiglia. Vi invito a denunciare tutti i colpevoli. Vi invito a denunziare tutti i colpevoli e se vengono falsamente a nome della mia famiglia ancor più immediatamente”.

E per l’affissione, Moccia ha anche rispettato la legge, pagando quanto dovuto al Comune. Una vicenda surreale sulla quale è intervenuto anche il sindaco, Claudio Grillo, che, in quelle ore, era impegnato a risolvere l’ennesima crisi e a decidere se tornare o meno a essere il primo cittadino di Afragola dopo le dimissioni di due settimane prima. Interpellato dall’Ansa, ha detto: “Mi risulta che il manifesto, da quanto accertato dai vigili urbani, è stato persino inviato alle forze dell’ordine, come da regolamento. La tassa per l’affissione è stata pagata dallo stesso tipografo che ha stampato i manifesti e che si è presentato con la delega di Antonio Moccia. Altro non mi chiedete. Nessun commento, visto che sono impegnato anima e corpo a risolvere i problemi dell’amministrazione. E nemmeno so, adesso, se ritiro o meno le dimissioni”. A evidenziare che l’affissione del manifesto non era regolare, al di là della firma

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che riporta è stato l’ex consigliere comunale Giuseppe Cerbone, ricordando che “in base al regolamento comunale, non è possibile affiggere manifesti riconducibili a un singolo individuo, a meno che non si tratti di manifesti di tipo politico”. Il giorno successivo all’affissione, i manifesti sono stati coperti da fogli bianchi. A deciderlo è stato il sindaco, Claudio Grillo, nel frattempo tornato a tutti gli effetti alla guida della città. Ha firmato un provvedimento chiedendo alla Polizia municipale di verificare che gli attacchini comunali coprissero tutti i manifesti affissi in città. “È stato il primo atto che ho firmato, subito dopo aver ritirato le dimissioni. È nel regolamento comunale di affissione. Non è consentito a un cittadino privato di esprimere pareri personali con queste modalità. Altrimenti sui muri di Afragola rischierebbe di finire chissà che cosa” ha detto il Sindaco, confermando quanto detto da Cerbone. Non ci sono certezze, ma pare che a chiedere un intervento del genere sia stata la Prefettura, su sollecitazione della Direzione investigativa antimafia che sta controllando il tutto per capire come sia stato possibile arrivare a quell’affissione. Dalla Geset, che si occupa del servizio affissioni, hanno fatto sapere che hanno seguito la procedura prevista. Però, forse, hanno dimenticato di verificare il regolamento che vieta affissioni a privati cittadini. Perché? Intanto, per fugare ogni dubbio, l’Amministrazione comunale ha deciso di diffondere un manifesto per ribadire di essere contro la camorra, sempre. Un modo per sfilarsi da una vicenda che rischia di pesare come un macigno in una città che ha visto due scioglimenti del Consiglio comunale per condizionamento della camorra.

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Afragola ha ancora un Sindaco

Grillo ci ripensa anche questa volta

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Le dimissioni ‘irrevocabili’ per motivi personali sono state revocate. L’opposizione attacca mettendo insieme Pd, A viso aperto, Afragola democratica e Cinque Stelle

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lla fine Grillo ha ritirato le dimissioni ed è tornato sulla poltrona di Sindaco di Afragola, rivedendo la sua decisione per la seconda volta nel giro di pochi mesi. Anche questa volta, infatti, nonostante avesse definito ‘irrevocabili’ le dimissioni attribuendole a ‘motivi personali’ e non a questioni politiche, è tornato sui suoi passi e ha deciso di continuare l’esperienza di primo cittadino. Le motivazioni personali non avevano convinto nessuno. Era chiaro che alla base della decisione di Grillo di dimettersi ci fossero questioni politiche legate alle difficoltà nella maggioranza che non riusciva a trovare accordi in grado di portare avanti almeno l’ordinaria amministrazione. E i continui incontri, collegiali o separati, con i Consiglieri di maggioranza erano solo una conferma alle voci che la crisi poteva essere superata con il cambio di qualche cambio in Giunta. Alla fine, il cambio in Giunta non c’è stato e il ritiro delle dimissioni è stato giustificato con il ‘momento di difficoltà’ che il Paese sta attraversando. In pratica il Coronavirus ha convinto Grillo a tornare sui suoi passi. Nella lettera inviata al Segretario comunale per comunicare la sua decisione di ritirare le dimissioni, infatti, il Sindaco ha scritto: “Il dibattito politico nato all’indomani delle mie dimissioni, per motivi personali, ha mostrato seppur nella diversità tra i componenti la coalizione, un comprovato vigore e la fermezza di tutti nell’avvertire l’esigenza

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di proseguire sul percorso amministrativo intrapreso che tra mille difficoltà abbiamo avviato. Ritengo doveroso in un momento come quello attuale che mette la nostra comunità di fronte a necessità impellenti, con particolare riferimento alla situazione finanziaria dell’ente nonché la recente emergenza sanitaria di carattere nazionale a tutti nota, mi hanno indotto a ritirare le dimissioni”. Nessun riferimento a cosa gli abbia fatto cambiare idea. Così come l’altra volta non ci fu nessun chiarimento sulle accuse gravissime che fece prima di dimettersi, stanco delle pressioni che gli impedivano di governare la città. Difficile ipotizzare però un percorso facile ora per l’Amministrazione comunale di Afragola. Le frizioni sembrano essere rimaste tutte ed è difficile pensare che si possa andare avanti serenamente se, dopo pochi

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minuti dalla presentazione delle dimissioni, un esponente di spicco della maggioranza, Antonio Caiazzo, rappresentante in Consiglio di Forza Italia, ha lanciato la sua candidatura a Sindaco. Un segnale evidente di una spaccatura che era stata già evidenziata dalla scelta di sostenere ‘dall’esterno’ la Giunta Grillo. Il ritiro delle dimissioni da parte di Grillo è stato accolto polemicamente dalla minoranza che ha affisso un manifesto in città che portava la firma di tutti i gruppi consiliari che si oppongono a Grillo, anche quella dei Cinque Stelle. Potrebbe essere un primo segnale della costruzione di un’alleanza in vista delle prossime comunali quando il centrosinistra allargato alle civiche che, nel 2018, ha sostenuto Tuccillo potrebbe ampliarsi coinvolgendo anche i Cinque Stelle. Nel manifesto, con i simboli di Pd, A Viso aperto, Movimento Cinque Stelle e Afragola democratica, si critica duramente Grillo accusato di non avere a cuore gli interessi della città che sarebbe sull’orlo del dissesto finanziario. Una critica dura che segue un Consiglio comunale infuocato tenutosi pochi giorni prima del ritiro delle dimissioni quando il Sindaco s’è presentato, dimissionario, nell’aula consiliare evitando però il voto sulla mozione di sfiducia supportato dalla sua maggioranza. Un segnale di compattezza a cui sono seguiti altri incontri che hanno portato poi al ritiro delle dimissioni.


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Continua il braccio di ferro nei Democratici frattesi

Il Pd spera nel rinvio delle elezioni comunali Russo e Del Prete non demordono e il segretario provinciale, Sarracino, potrebbe decidere di non dare nessuno dei due il simbolo. Cinque Stelle divisi tra candidatura solitaria, alleanza o assenza totale

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’attenzione per l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus ha rallentato l’attività politica a Frattamaggiore e in tanti ormai sembrano rassegnati a un rinvio delle elezioni che appare ormai quasi inevitabile. A sperare in un rinvio è anche il segretario provinciale del Pd, Marco Sarracino, che, prima o poi, dovrà trovare una soluzione alla guerra in atto nella sezione di Frattamaggiore del suo partito. Una sezione che ha eletto poche settimane fa il suo segretario cittadino, scegliendo nuovamente Francesco Russo. L’ex Sindaco, che era anche segretario cittadino uscente, però, non ha alcuna intenzione di restare solo a guidare il partito e ormai non si nasconde più. Ha voglia di candidarsi nuovamente a Sindaco della città che ha guidato dal 2005 al 2015 e non vuole sostenere il primo cittadino uscente, Marco Antonio Del Prete, anche se, quest’ultimo, è espressione del suo stesso partito. Per Russo, Del Prete non ha saputo tenere in vita rapporti di collaborazione con il partito che ha contribuito alla sua elezione e non ha portato un valore aggiunto in questi cinque anni. Per questo è già pronto con una sua coalizione e appare davvero difficile che, alla fine, possa decidere di non candidarsi. Del Prete, dal canto suo, continua a lavorare per costruire una coalizione puntando su gran parte dei Consiglieri uscenti che lo sostengono in maggioranza. Nei giorni scorsi ha anche tenuto un primo incontro con Consiglieri, Assessori ed esponenti dei vari partiti e movimenti politici per cominciare a tracciare la linea da seguire da qui alle elezioni. Una riunione nella quale spiccava l’assenza del segretario del Pd, il partito del Sindaco. Ma era anche inevitabile quell’assenza visto che quel segretario vuole candidarsi a Sindaco, andando anche contro il primo cittadino uscente. Nessuno dei due, Russo e Del Prete, ha intenzione di mollare la presa e probabilmente Sarracino alla fine troverà una soluzione ‘pilatesca’ scegliendo di non scegliere e ritirando del tutto il simbolo del Pd che non si presenterebbe alle comunali di Frattamaggiore. Sarebbe una decisione davvero difficile perché Frattamaggiore è stata da sempre una roccaforte del Pd, anche nei momenti meno positivi per il partito, ma il rischio di spaccare il partito tra Del Prete e Russo è troppo forte e nei vertici provinciali e regionali preferiscono non presentare il simbolo per farlo poi riapparire in Consiglio comunale una volta eletto il Sindaco. Intanto, Michele Granata, forte del sostegno di Luigi Grimaldi, continua a tessere alleanze e a provare ad allargare

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Del Prete e Russo al congresso cittadino del Pd la sua coalizione di liste civiche e tenta di approfittare delle divisioni nel Pd e negli altri gruppi che fanno riferimento al centrosinistra con la speranza di poter conquistare il sostegno di qualcuno che, stanco delle liti fratricide nel Pd, decida di spostarsi in un’altra coalizione. Continua anche l’impegno di Luigi Costanzo, il medico ambientalista che avrebbe già messo in piedi una coalizione con tre liste a sostegno della sua candidatura. L’emergenza legata al Coronavirus che ha fermato tutte le iniziative pubbliche ha bloccato sul nascere la campagna di comunicazione e incontro con la città che era stata avviata per sostenere la candidatura di Costanzo, ma non ha fermato la costruzione delle liste. Momento di pausa forzata anche per i Cinque Stelle sempre più divisi tra le varie possibilità che si prospettano. Si va da chi preferirebbe non presentare affatto la lista, riportando in auge un’indicazione arrivata da Luigi Di Maio qualche mese fa, quando disse sostanzialmente che, laddove non c’erano le condizioni, era meglio non presentare del tutto le liste piuttosto che rischiare di fare figuracce. In tanti, invece, pensano che ci siano tutte le condizioni per poter portare avanti una candidatura solitaria che vada a scontrarsi con gli altri quattro candidati a Sindaco. C’è poi chi, invece, pensa a un’alleanza e, tra questi ultimi, c’è un’ulteriore divisione tra coloro che vorrebbero un’alleanza con il Pd, qualora riuscisse a trovare un candidato unitario, e chi, invece, spinge per un’alleanza con Gino Costanzo.


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Iniziativa anticamorra degli studenti del ‘Filangieri’

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Rotto il silenzio su Federico Del Prete

A cura di Angelica Argentiere Hanno portato sacchetti ‘legali’ nel mercatino di Frattamaggiore, grazie all’associazione Sottoterra, movimento antimafie

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ella mattinata dello scorso 4 marzo, nel mercatino rionale di Frattamaggiore ,un gruppo di studenti delle classi IV C e IV D dell’Isis Gaetano Filangieri, accompagnati dalla professoressa Iolanda Pezzullo, insieme con i volontari dell’associazione Sottoterra Movimento Antimafie, nell’ambito del progetto Scuola e Volontariato del CSV Napoli, hanno ricordato la vittima di camorra di Frattamaggiore, Federico Del Prete. Gli studenti volontari hanno distribuito gratuitamente un ‘sacco giusto’ della Cooperativa Ventuno alle persone recatesi lì per la spesa nella strada che porta il nome del compianto Federico raccontando la sua storia: un sacchetto speciale, perché interamente biodegradabile e fornito da una cooperativa sociale nata per dare speranza a un territorio martoriato dalla malavita organizzata e dal pregiudizio, nella cosiddetta terra dei fuochi. La cooperativa fondata nel 2015 dai figli delle persone ammazzate dalla malavita, Gennaro del Prete, figlio di Federico, e Massimiliano Noviello, figlio di Mimmo. I ragazzi hanno rendicontato l’amara realtà che si conferma nei nostri territori: pochissimi frattesi conoscono e ricordano Federico Del Prete, onorato più nell’agroaversano dove svolgeva il suo lavoro da ambulante e da sindacalista di categoria che non nella sua terra natia. Come prevede il buon manuale del “parlo da camorrista senza nemmeno accorgermene” alcuni cittadini hanno anche deriso i ragazzi provando anche a infangare la sua memoria riconducendolo a essere il primo dei camorristi, delegittimandolo della sua innocenza, altri invece hanno raccolto le informazioni e chiesto approfondimenti sulla figura di Federico, con-

gratulandosi con i ragazzi per il loro impegno. Del Prete è stato un sindacalista impegnato attivamente nella lotta al racket e alle estorsioni nei mercati rionali; in particolare come fondatore del Sindacato Nazionale Ambulanti. È proprio la sua attività di sindacalista attivo a infastidire i clan camorristici della zona e a determinare la sua morte. Del Prete è stato un personaggio scomodo, impegnato nella denuncia delle estorsioni subite dai venditori ambulanti, e non è un caso che venga ucciso il giorno prima della sua deposizione in tribunale, il 18 febbraio del 2002. Esecutore dell’omicidio fu il pentito di camorra Antonio Corvino, reo confesso. Le sue confessioni erano state raccolte dal pm antimafia, Raffaele Cantone. Ed è stato proprio quest’ultimo, prima di trasferirsi a Roma in Cassazione, a effettuare il deposito degli atti del procedimento relativo all’ omicidio. Il nuovo collaboratore di giustizia, killer del clan dei Casalesi, ha dichiarato che Federico Del Prete venne ucciso su ordine dei responsabili dell’epoca del gruppo Schiavone, perchè con le sue denunce stava creando problemi anche alla gestione di alcuni servizi, di interesse del clan, proprio relativi ai mercati. Federico Del Prete venne ucciso nella sede del sindacato ambulanti in via Baracca alle 19.30. Stava parlando al telefono. Poco prima, alcuni commercianti ambulanti avevano lasciato il suo piccolo ufficio. L’indomani sarebbe stato un giorno importante. A Santa Maria Capua Vetere cominciava il processo contro un vigile urbano di Mondragone, Mattia Sorrentino, arrestato perché accusato di riscuotere il pizzo nella fiera settimanale per conto del clan La Torre di Mondragone. L’aveva denunciato proprio Federico Del Prete. Il killer, entrò nella sede del sindacato ambulanti quando ancora Del Prete stava telefonando. La persona con cui stava parlando udì tutto, ma non avvertì i Carabinieri. Cinque colpi sparati con una 7,65 in rapida successione, tra il petto e il viso, misero fine alla vita di Del Prete. Dopo la sua morte, nel processo contro il vigile Sorrentino, molti commercianti ritrattarono la loro iniziale versione, nonostante ci fossero anche delle intercettazioni ambientali raccolte dalle forze dell’ ordine proprio nella sede del sindacato di Del Prete. É importante constatare come un gruppo di ragazzi sollecitati dai volontari anticamorra e non ancora nati nel 2002 abbiano provato a rompere questo increscioso oblio generale tra compaesani che non ricordano e indagini archiviate.


CRONACA

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Via Ferrarese ad Afragola continua a essere una discarica

Sempre la stessa storia… A rischio la viabilità e la salute dei residenti. Inutili tutti gli appelli e le pulizie straordinarie

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distanza di qualche mese torniamo a occuparci, su segnalazione dei residenti, della zona di via Ferrarese ad Afragola. Ancora una volta dobbiamo evidenziare che l’area è sempre considerata una discarica a cielo aperto. Lungo le strade della zona della ‘nuova Afragola’ che si sta sviluppando a ridosso dello storico quartiere di San Marco si ritrovano rifiuti di ogni tipo, sia quelli ‘domestici’ abbandonati da chi non ha alcuna voglia di abituarsi alla raccolta differenziata che quelli industriali o di risulta di lavori edili. La situazione è particolarmente grave anche perché l’immondizia ha ormai invaso la carreggiata e rende difficile anche la circolazione a chi percorre quella strada ed è costretto a continui slalom tra i rifiuti per poter procedere. Inutili finora le proteste dei residenti e di chi percorre quelle strade. Nonostante le rassicurazioni e qualche pulizia straordinaria, la situazione continua a essere quella denunciata da anni anche sulle pagine di Cogito con rischi per la salute di chi vive in quelle zone visto che, spesso, i soliti delinquenti arrivano e bruciano tutto liberando veleni nell’aria e nei terreni circostanti.

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Carnevale a Crispano pensando alla Festa del Giglio

Celebrazioni per il 25° Anniversario della Reliquia di S. Antonio

Si comincia a parlare di Festa del Giglio a Crispano. E quest’anno, tra i protagonisti, ci sarà anche l’associazione ‘Pazz d’o giglio’ che s’è presentata alla città con ‘l’alzata dello striscione’ che annuncia la sua presenza alla Festa dei Gigli 2020 e con la seconda edizione del Carnevale in piazza. L’associazione è nata per organizzare la Festa dei gigli ma ha

La Comunità dei frati minori della “Padova del Sud”, guidata dal parroco, fra Domenico Silvestro, ha vissuto una bella esperienza di fede in occasione dei festeggiamenti per il 25° anniversario dell’arrivo della Reliquia del Santo Taumaturgo. Ricco e all’insegna della spiritualità il programma con il quale è stata ricordata la ricorrenza: una quattro giorni di fede, da mercoledì 12 a sabato 15 febbraio, per rinnovare l’amore per il Santo, attraverso celebrazioni e momenti di preghiera aventi al centro il suo carisma nelle diverse declinazioni: a partire dal tema della prima giornata “ Sant’Antonio, maestro di spiritualità e guida di saggezza”; proseguendo, giovedì 13, con una monografia su “ S. Antonio, amante della croce”; passando per l’argomento “Sant’Antonio testimone di purezza”, concludendo sabato 15 con “ S. Antonio difensore dei poveri”. Momenti clou della festa religiosa sono stati la processione con il Busto reliquiario del Santo, avvenuta nel pomeriggio di giovedì 13 febbraio, e la Solenne Concelebrazione Eucaristica del pomeriggio di sabato 15 Febbraio. Presieduta da Fra Antonio Scabio, definitore generale dell’Ordi-

in programma tante iniziative e manifestazioni a cominciare da quella del Carnevale 2020 che, anche quest’anno, è stata particolarmente sentita con centinaia di persone, per lo più famiglie con bambini, che hanno affollato piazza Trieste e Trento per stare insieme e giocare con i gonfiabili e Topolino mentre mangiavano pop corn e zucchero a velo e ballavano con balli di gruppo e tanta animazione. “Siamo fieri e orgogliosi di aver fatto divertire i tanti bambini presenti e reso loro un giorno bellissimo” hanno detto i soci dell’associazione, aggiungendo: “Non ci fermeremo qui, faremo altre iniziative, a cominciare dalla Sagra organizzata dalla Chiesa di Crispano per la festa del Santo patrono, San Gregorio Magno”.

Componenti Associazione ‘Pazz r’o Giglio’: Presidente: Raffaele Fusco; vice presidente: Paolo Padricelli; cassiere: Salvatore Sarno; vice cassiere: Angelo Crispino; segretario: Nunzio Cennamo. Collaboratori: Antonio Tassini, Franco Sarno, Francesco Branca, Gregorio D’errico, Gaetano Romano, Teodoro D’ errico , Giuseppe Crispino, Giuseppe Golia, Giovanni Panettieri, Giuseppe Cennamo , Orlando Panettieri, Gennaro Del prete, Giuseppe Giordano, Rocco Di santo, Gaetano Savino, Gerry Di santo

ne dei Frati Minori, la Santa Messa è stata concelebrata dai frati della comunità di Afragola, con la partecipazione dell’ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, presenti in larga rappresentanza, ad iniziare da Sua Eccellenza Giovanni Battista Rossi, luogotenente cavaliere di Gran Croce. A omaggiare il Santo dei miracoli, in rappresentanza dei devoti e dei cittadini afragolese, è stato il vicesindaco di Afragola, Biagio Castaldo, che si è avvicinato al Busto Reliquiario per donare al Santo le Chiavi della città. Saluto finale affidato a fra Nicola Gildi che, insieme a fra Salvatore Vilardi e al Parroco, da qualche mese è assegnato alla comunità di francescana di Afragola: “Ringrazio tutti i convenuti a questa bella assemblea. Dio benedica i vostri propositi e S. Antonio ascolti le vostre preghiere e sia intercessore presso Dio Padre per ciascuno di voi”. Antonio Boccellino


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Arriva a Frattamaggiore un sistema digitale per le gare d’appalto Grazie a una convenzione siglata con Itaprosol s.r.l., anche la città di Frattamaggiore aderisce al progetto Virtual Inspection (patent pending), dotandosi così in maniera gratuita di un servizio digitale innovativo di supporto alla procedura di gara, Virtual Inspection è un immersivo e valido sopralluogo virtuale che rende la procedura di una gara d’appalto più funzionale e trasparente, riducendo i costi e tempi sia per gli enti che per le imprese. Il servizio comporta innumerevoli benefici, tra cui consente di eliminare l’utilizzo di trasporti, energia e carta, diminuendo sensibilmente le emissioni di anidride carbonica a beneficio della comunità, e qualsiasi difficoltà legate agli spostamenti fisici dei concorrenti, queste ultime aggravate in caso di disabilità.

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L’arte per celebrare la donna IndonnaArte…Opere d’arte in vetrina. Dal 7 al 14 marzo, in occasione della festa della donna, artisti del territorio esporranno loro opere che celebrano la donna in alcuni negozi del corso di Frattamaggiore i cui prodotti di vendita sono destinati alla cura, al benessere e alla bellezza delle donne. L’iniziativa promossa dall’Istituto di Studi atellani, dalle Guerriere scienze arte ed eventi e dal Borgo commerciale frattese mira a stimolare l’attenzione della collettività verso il mondo femminile attraverso quadri, sculture e acquerelli che intendono testimoniare la poliedricità dell’universo donna in occasione dell’8 marzo. “Un momento di condivisione e di bellezza, ma soprattutto la testimonianza di come l’arte sia capace di armonizzarsi con il vissuto della città. Si tratta di un esperimento innovativo che ci auguriamo possa ripetersi ogni anno e ampliarsi sempre più” dicono gli organizzatori che hanno sottolineato il piacere reciproco degli artisti e dei commercianti che ospitano le opere nel condividere questa esperienza. Imma Pezzullo

Sangineto lido

“Siamo lieti, dunque, che anche il Comune di Frattamaggiore ha aderito al sistema digitale messo a punto da Itaprosol – spiega la Founder & CEO della società Maria Marino – Ho avuto l’idea di proporre questo progetto all’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Marco Antonio Del Prete e dal presidente del Consiglio comunale, Daniele Barbato. Li ringrazio per l’attenzione e l’interesse che hanno dimostrato, manifestandosi fortemente sensibili a tutti i vantaggi e ai benefici derivanti da uno strumento innovativo, rispettoso dell’ambiente e degli utenti diversamente abili. Virtual inspection è il frutto di anni di esperienza nel settore della consulenza per le gare d’appalto pubbliche e private. Il servizio nasce per rispondere alle esigenze di modernizzazione, semplificazione e flessibilità delle procedure nelle gare d’appalto, nell’ottica di incrementare competizione e trasparenza, è capace di soddisfare un bisogno congenere, dell’autorità pubblica che lo adotta e dell’impresa partecipante che ne usufruisce”. Itaprosol è tra le startup selezionate per il programma SPIN INVITALIA - Scaleup Program Invitalia Network. Il programma di Invitalia dedicato allo sviluppo imprenditoriale di piccole e medie imprese innovative, start up innovative e spin off universitari. Il Progetto di itaprosol è stato pubblicato anche sulla piattaforma FORUM PA http://www.forumpachallenge.it/soluzioni/ virtual-inspection

Sì fa sentire il levantino, scende dalle colline tra gli alberi fischiando, termina la sua corsa increspando le onde. Un gabbiano plana sfruttando la sua forza. Le rondini volteggiano, stridono con le loro ali ad arco. Sangineto, un castello diroccato, un amico andato. Il tempo implacabile porta via ricordi é gioventù e un amico che non c’è più. Tace deserto il borghetto. È l ‘alba di un nuovo giorno, un mattino come tanti. Sangineto dorme ancora. di Giovanni Patriciello Dedicata a un paesino calabro e a un caro amico.

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Il Carnevale ‘sociale’ di Pascarola

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Per il quarto anno consecutivo la scuola ‘Rodari’ di Pascarola ha sfilato per le strade della frazione caivanese con i suoi 450 alunni e i 60 insegnanti per il Carnevale Sociale. Dopo le sfilate degli altri anni sui costumi tradizionali e quello del lungo dragone con una coda di quasi duecento metri per ricordare il Capodanno cinese, quest’anno le classi dai 3 anni ai 5 anni della scuola dell’infanzia, dai 6 agli 11 anni della scuola Primaria e dagli 11 ai 14 anni della Secondaria di Primo grado hanno rappresentato organizzazioni umanitarie internazionali. In corteo il WWF con una barca, una sorta di ‘Arca di Noè’ con i bambini delle seconde classi della Primaria travestiti da animali con particolare attenzione agli animali in via d’estinzione. Poi c’erano le ‘spose bambine’ e i ‘bambini soldati’ per rappresentare ‘Save the children’, Non mancavano i bambini delle quarte classi indossando delle pettorine verde fluorescenti per il Greenpeace. C’erano anche i bambini-medici di Emergency con un’ambulanza di cartone e grandi siringoni e i ragazzi della Secondaria che hanno sfilato con cartelloni sandwich per i cibi caratteristici dei paesi per rappresentare la Fao. Molto effetto hanno destato i piccolini dell’Infanzia con in testa copricapi con la scritta ‘I Diritti dei bambini’. “Una delle iniziative a cui teniamo molto – dice Rosaria Peluso, dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo ‘Cilea – Mameli’ – perché c’è il coinvolgimento non solo dei ragazzi e degli insegnanti ma delle famiglie e di tutto il paese di Pascarola. Un’attività ludico-didattica con finalità importanti perché i nostri ragazzi partecipano a un evento con un approfondimento di studio”. Il giro per le strade di Pascarola è stato accompagnato da due ali di festa con i cittadini che, uscendo dalle case e affacciandosi ai lori balconi e finestre, hanno partecipato lanciando coriandoli e stelle filanti.

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“Noi siamo una scuola e abbiamo il diritto – dovere e la responsabilità di dare contenuti ai ragazzi – dice Antonio Trillicoso, vice direttore di Cogito e docente della scuola e promotore del Carnevale Sociale – Quindi anche la sfilata di Carnevale non può essere vissuta con superficialità. Quest’anno è stata poi un’occasione di approfondire tematiche anche forti ma che coinvolgono i ragazzi e che non possono mettere da parte”.


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Distrutta dalle fiamme l’ambulanza della Croce Rossa di Frattamaggiore Nei giorni scorsi, l’ambulanza in dotazione al Comitato Croce Rossa Italiana di Frattamaggiore è stata ritrovata completamente distrutta dalle fiamme. Un furioso incendio ha devastato il veicolo, in sosta nel cortile della scuola ‘Enrico Fermi’ in via Padre Vergara. L’autista volontario Enzo Vitale, il primo ad assistere al rogo, ha sùbito allertato i Vigili del Fuoco, che hanno provveduto a sedare le fiamme e mettere in sicurezza la zona. In seguito si sono svolti i consueti rilievi per cercare di fare luce sulle dinamiche dell’accaduto. Tuttavia, a distanza di quasi tre settimane, il misfatto è avvolto da un alone di mistero e, per questo motivo, l’associazione si impegnerá affinchè si possa fare chiarezza. In assenza di sistema di videosorveglianza, il referto delle autorità accorse sul posto risulta fondamentale per tentare di approdare a una conclusione. Le supposizioni sono tante: l’incendio potrebbe esser stato provocato da teppisti come capitò qualche mese fa con una roulotte lasciata nella villa comunale di via Biancardi chiusa per lavori, così come non è da escludere l’ipotesi cortocircuito. Se si fosse trattato di causa esterna, non resta che rimanere sconcertati di fronte all’ennesimo atto vandalico. Dare fuoco a un’ambulanza è un gesto moralmente ignobile che tuttavia non è privo di precedenti. Lungo tutto lo stivale, infatti, avvengono incidenti simili e nella maggior parte dei casi è la Croce Rossa a essere presa di mira. Non a caso l’associazione ha, a più riprese, sensibilizzato l’argomento mediante la campagna “Non sono un bersaglio”, a testimonianza della difficile condizione in cui operano i volontari. Può sembrare un paradosso far divampare un rogo a discapito di una societá rivolta al soccorso e all’assistenza che mira alla salvaguardia delle persone, eppure questi incresciosi avvenimenti continuano a sussegursi. Dopo i casi recenti di Sassari e Taranto, non sconvolgerebbe se dai rilievi emergesse che si sia trattato di un incendio doloso. D’altro canto, tuttavia, non bisogna omettere a priori la pista cortocircuito, perché non si tratterebbe del primo caso. Dunque l’incertezza in merito alle dinamiche regna sovrana e bisogna solo prendere atto che il veicolo d’emergenza sanitario è andato distrutto. Indipendentemente dalla natura dell’incendio, resta che il Comitato CRI di Frattamaggiore è attualmente sprovvisto di autombulanza e sta momentamente usufruendo dei veicoli dati in dotazione ad altri comuni. Infatti diversi comitati, tra cui quello di Napoli Nord e Casal di Principe, hanno espresso massima vicinanza e solidarietà nei confronti del comitato frattese, mettendo a disposizione aumbulanze in occasione di attivitá. Non è mancato il messaggio del presidente nazionale, Francesco Rocco, che si è detto pronto ad aiutare qualora ce ne fosse bisogno. Anche i tanti commenti ricevuti sulla pagina ufficiale Facebook dell’associazione - dove con poche righe si è reso noto l’incendio - dimostrano che la stragrande maggioranza è vicina alla Croce Rossa. Inoltre la presidentessa, nonché fondatrice, del comitato CRI di Frattamaggiore Michelina Del Prete Damiano pare abbia intenzione di acquistare una nuova ambulanza, affinché l’organizzazione di volontariato possa tornare a disporre di un veicolo d’emergenza sanitaria proprio. Tuttavia bisognerà far fronte a spese esose, in quanto il costo di questi veicoli speciali è elevato e in

più sará necessario acquistare tutto il materiale. Le fiamme, infatti, non hanno risparmiato nulla: oltre alla struttura portante, anche materiali sanitari come defibrillatori, sedie cardiologiche, barella spinale e “a cucchiaio”, ked e set di collarini sono stati ridotti a puro fumo. Le bombole d’ossigeno, invece, sono solo annerite, ma inutilizzabili, poiché risulta improbabile pensare che una qualsiasi ditta certifichi il loro utilizzo. Nonostante l’indubbio danno economico e morale, il comitato frattese vuole a tutti i costi portare a termine gli obiettivi prefissati senza restrizioni. Un incendio non può mettere in ginocchio un’associazione dalla forte identità, che opera da ben 30 anni su Frattamaggiore, comune capofila che ospita la sede legale a via Cumana, Crispano, Grumo Nevano, Sant’Antimo, Cardito e Frattaminore. Tra le tante attivitá di cui si occupa la CRI, senza scopo di lucro, figurano: i corsi di formazione su emergenza e sanitaria rivolti alla popolazione, il servizio verso i più bisognosi attraverso “pacchi agea”, i servizi sportivi, le attivitá per i giovani tese a sensibilizzarli verso uno stile di vita corretto, l’inclusione sociale, le manifestazioni d’ogni genere, trasporti infermi secondari non in emergenza. Dunque l’organizzazione lavora a 360° con lo scopo di aiutare il prossimo, fare una buona informazione e soprattutto salvare vite. Un operato magnanimo e generoso, che non merita di subire alcun male. L’augurio è quello che il Comitato CRI di Frattamaggiore possa velocemente voltare pagina e lasciarsi alle spalle questo brutto avvenimento. Chiunque aiuterà l’associazione, come d’altronde giá sta avvenendo, le presterá un sostegno prezioso, in un momento delicato come questo, dove bisogna reagire. Il rogo, dunque, avrá potuto portar via i beni materiali, senza i quali è impossibile operare, ma non la voglia e la volontà dell’associazione, che non ha intenzione di gettare la spugna. Spente le fiamme, è tornata prontamente ad ardere la voglia di operare in nome della solidarietá! di Pasquale Porzio

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Bella iniziativa della Caritas diocesana di Aversa

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Una Via Crucis per ricordare gli ultimi e gli emarginati A cura di Rocco Pezzullo Si racconteranno le storie di chi vive ai margini della società e viene respinto in nome del Dio denaro

a Caritas della diocesi di Aversa sceglie di condividere, con tutte le comunità parrocchiali, una particolare Via Crucis, invitando a vivere, anche a distanza, un momento di profonda riflessione. La consueta e antica pratica, caratteristica del periodo quaresimale, grazie alla Caritas si riempie di un senso nuovo, attuale, e ambisce a diventare strumento di meditazione su quelle realtà proprie del servizio che l’ente ecclesiale, quotidianamente, si impegna a svolgere. La Via Crucis Caritas, infatti, ripercorrendo le tappe del cammino di Gesù verso il Calvario, sceglie di attualizzare con forza il messaggio cristiano, riproponendo le storie dei nostri crocifissi: donne e uomini di questo tempo che una società sempre più feticista delle merci, schiava della produttività a tutti i costi, succube dei grafici economici e impermeabile ai bisogni e alle necessità dell’altro, ha relegato ai margini. Così, le storie di Mohammed, Andrea, Sara, Veronica, diventano le stazioni di una Via Crucis dell’umanità. Un tragitto verso il Calvario che ancora si ripete, realizzato da persone nascoste negli angoli dimenticati delle stazioni ferroviarie delle nostre città o relegati negli anfratti bui delle nostre periferie. Persone inginocchiate ai bordi di quelle strade che percorriamo ogni giorno, invisibili che ci vivono accanto le cui grida di aiuto facciamo fatica ad ascoltare. Donne e uomini che, come il Nazareno figlio di Dio, continuano a trascinare la loro croce sulle strade di un mondo che non ha più tempo per fermarsi a guardare o, peggio, non sente più l’esigenza di tendere la mano per dare loro aiuto. “L’idea di realizzare una Via Crucis Caritas” – ci racconta don Carmine Schiavone, direttore della Caritas Diocesana di

Aversa – “nasce anzitutto dal bisogno costante di stimolare i cristiani e tutte le persone di buona volontà ad occuparsi sinceramente di coloro che ci vivono accanto. Per troppo tempo abbiamo creduto che, per risolvere la povertà, bastasse lasciare qualche moneta tra le mani di chi vive un momento di disagio. Tuttavia, il nostro compito – anche come Caritas diocesana – va ben oltre il sostegno materiale: entrare in empatia con le storie che bussano alla nostra porta, conoscere le persone che chiedono aiuto e chiamarle per nome, ci aiuta a ricordare che l’uomo ha bisogno di sentirsi accolto, amato, incoraggiato a migliorare. E affinché questo processo sia possibile è necessario dedicare del tempo all’altro, far crollare tutte le barriere dietro le quali ciascuno sceglie di trincerarsi e muovere il primo passo verso l’altro per aprire all’incontro”. E don Carmine Schiavone non manca di sottolineare come, questo testo, voglia rappresentare anche uno strumento di denuncia sociale “contro quelle ingiustizie che rischiamo, per la forza dell’abitudine, di non vedere nemmeno più”. Molteplici sono i temi trattati e le ferite sanguinanti esposte nella Via Crucis arricchita anche dagli scatti della fotografa Ena Serra. La X stazione, solo per citarne qualcuna, mette in luce la sofferenza delle donne costrette a prostituirsi e, attraverso la voce di Sofia, costretta “sul marciapiede della sua esistenza” ci conduce al freddo di una strada di periferia, accanto ad un fuoco di fortuna per ascoltare la richiesta d’aiuto di centinaia di donne oltraggiate. E quando, in occasione della XII stazione si contempla la morte in croce di Gesù, gli autori scelgono di onorare la memoria di Celestine, giovanissimo e “assetato di libertà”, il cui “sogno di realizzare il suo futuro in Italia si è infranto contro il muro sordo della burocrazia. La sua richiesta

per il permesso di soggiorno è stata respinta. A 20 anni, disperato, sceglie di togliersi la vita”. Un percorso capace di restituire il valore della persona umana, in ogni contesto e fase della sua vita. Un testo che può aiutare a levare via le croste dell’egoismo e dell’indifferenza, per riconsegnarci al senso più vero dell’esistenza, consegnatoci, nella sua più disarmante verità, da Andrea Camilleri, poco prima della sua morte: “L’altro non è altro che me stesso allo specchio”. Ricordiamocene.


RELIGIONE

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Lutto nella Chiesa caivanese

Addio a Monsignor Mugione, il vescovo umile A cura di Antonio Natale I funerali nella Chiesa di Sant’Antonio ai Cappuccini dove era arrivato dopo l’esperienza alla guida della Diocesi di Benevento

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ercoledì 26 febbraio ci ha lasciati improvvisamente monsignor Andrea Mugione, arcivescovo emerito di Benevento. Ci ha lasciati così come ha sempre vissuto, silenziosamente, senza clamore. I solenni funerali celebrati il venerdì successivo, nella parrocchia di Sant’Antonio ai Cappuccini, sono stati presieduti dal cardinale Crescenzio Sepe con la partecipazione di molti vescovi del nostro meridione, oltre a una folta rappresentanza di sacerdoti delle diocesi in cui monsignor Mugione ha svolto il suo ministero episcopale. Come ha ricordato il Cardinale, monsignor Mugione lascia a tutti noi come testamento spirituale “tanta bontà, tanta generosità, tanto senso di donazione, tanta testimonianza di obbedienza” che nasce dall’aver messo al primo posto “Dio e la Chiesa, la cura delle anime e il bene degli altri, anche se questo ha significato fatica e qualche sofferenza”. Monsignor Andrea Mugione nasce a Caivano il 9 novembre 1940, in via Marconi, secondo di cinque figli. Dopo gli studi ginnasiali nel Seminario di Aversa e quelli filosofici e teologici presso il Seminario di Salerno, è ordinato presbitero da monsignor Antonio Cece il 28 giugno 1964 nella Cattedrale di Aversa. Subito dopo l’ordinazione è stato vicerettore e docente presso il Seminario di Salerno, prima di vivere una

forte esperienza missionaria dal 1968 al 1978 in Venezuela. Rientrato in Diocesi ha ricoperto vari incarichi sia come parroco, di San Michele in Capasozzano prima e di San Michele in Aversa poi, sia come padre spirituale e, successivamente, rettore del Seminario di Aversa; oltre a ricoprire il ruolo di docente di teologia presso l’Istituto Superiore di Scienze religiose San Paolo. Il 17 Marzo 1988 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Cassano allo Ionio, ricevendo l’ordinazione episcopale nella cattedrale di Aversa, il 28 aprile, per l’imposizione della mani del cardinale Bernardin Gantin. Il 21 novembre 1998 viene trasferito nell’Arcidiocesi di Crotone – Santa Severina, dove resterà per 8 anni. Il 3 Maggio 2006 papa Benedetto XVI lo ha promosso alla sede metropolitana di Benevento nella quale è rimasto fino al giugno 2016. Rientrato a Caivano ha continuato svolgere, con l’umiltà che gli era propria, il suo ministero presso la parrocchia di Sant’Antonio ai Cappuccini che l’ha accolto per l’ultimo saluto. Ricordare monsignor Andrea Mugione è un dovere ma anche un’esigenza che nasce dal cuore. Innanzitutto dal mio e vorrei nascesse anche dal cuore di chi sta leggendo queste parole. Don Andrea, così come abitualmente veniva chiamato

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a Caivano, è stato un uomo riservato, buono, umile oltre a essere un fine teologo e un amante della cultura nelle sue diverse forme. I suoi grandi occhi spalancati sul mondo lasciavano trasparire la tenerezza di chi ha compreso che la chiave della vita è l’amore. Quell’amore che, come ebbe a dire san Paolo, è paziente e benigno, non cerca il proprio interesse, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità (cf 1Cor 13,4). Tutte queste dimensioni don Andrea le ha sapute incarnare nella sua esistenza. Non sempre è stato compreso, come lui stesso lasciò intendere durante il saluto alla Chiesa beneventana: “Vi ho amati tut-

ti, ma non ho mai sognato che tutti mi riamassero”. Ma chi lo ha voluto bene e stimato eleva un ringraziamento a Dio per averlo donato al mondo e alla sua Chiesa e un grazie a lui per la testimonianza che ha lasciato.


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Il bilancio calcistico dell’area a Nord di Napoli

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Tra aspettative e realtà. Verso il rush finale

A cura di Pasquale Porzio Afragolese in linea con le previsioni di inizio anno. Exploit della Caivanese che sta incantando tutti in Promozione. Real Frattaminore in piena lotta per il primato ’emergenza sanitaria che sta investendo l’intero stivale ha avuto ovvie ripercussioni anche sul cal-

cio. Dopo i primi rinvii tra i professionisti, il Coronavirus ha messo in ginocchio anche il calcio dilettantistico nella stragrande maggioranza delle regioni italiane. Nel secondo weekend di marzo, infatti, il Comitato Regionale Campania ha disposto la sospensione delle gare in calendario dall’Eccellenza alla Terza Categoria. Il calcio in Campania si è fermato fino al 3 aprile almeno e, in questo periodo di stop, è tempo di bilanci. L’annata 2019/2020, che si avvia verso il rush finale, ha ancora molte emozioni da regalare e gli epiloghi sono tutt’altro che scontati. Nel Girone A di Eccellenza Campania l’Afragolese, costruita per vincere, è in perfetta linea con i pronostici di inizio anno. Il primo posto in campionato a quota 69 punti e il raggiungimento della prima fase nazionale della Coppa Italia Dilettanti certificano il grande lavoro svolto dai rossoblù finora. La compagine di patron Niutta ha ben sette punti di vantaggio sulla Puteolana seconda e nel primo match del Girone G della competizione tricolore Fava, autore di una doppietta personale, ha steso la Vultur Rionero. Per continuare a sognare in territorio nazionale, i ragazzi di mister Masecchia sono chiamati a una grande prestazione nella terza e ultima partita del “triangolare” contro il Corato. I rossoblù faranno visita ai pugliesi in una trasferta insidiosissima e dovranno puntare al bottino pieno. L’appuntamento era fissato al prossimo 11 marzo, ma è stato spostato all’8 aprile.

Anche in campionato l’Afragolese vola sulle ali dell’entusiasmo e nell’ultimo match disputato è riuscita ad imporsi per 1-2 contro la Virtus Volla. Lagnena e Sogno firmano la vittoria esterna in rimonta, che testimonia quanto i rossoblù siano in grado di trarre il massimo anche quando la giornata non è delle migliori. Tuttavia c’era da aspettarselo, data la rosa a disposizione di mister Masecchia, che può contare su un mix di esperienza, talento e gioventù. I tanti under, infatti, stanno dando una grossa mano alla causa rossoblù, dimostrando il loro immenso valore. Al contempo i “veterani” sembrano insaziabili e rincorrono, giornata dopo giornata, il grande sogno chiamato Serie D. Gente come Fava, Nocerino, Marzullo e tanti altri giganteggiano e garantiscono un’esperienza senza rivali. Dunque la stagione dell’Afragolese non sta deludendo le aspettative ed essere in corsa per la vittoria finale di due competizioni nobilita l’annata straordinaria dei rossoblù. In casa Frattese, invece, la terza posizione attualmente occupata permetterebbe di disputare i play-off al termine della stagione regolare. I nerostellati, a quota 57 punti, non sono andati oltre il pareggio a occhiali nell’ultima gara interna contro la Puteolana. A oggi il ritardo dai granata è di cinque lunghezze, mentre sono quattro i punti di vantaggio sul Pomigliano, quarto. Dunque l’andamento della squadra di mister Grimaldi è nettamente positivo, anche se ci si aspettava qualcosa in più a inizio anno. Il cambio in panchina alla decima giornata, tuttavia, non è un fattore da sottovalutare, perché l’avvento di mister Grimaldi sulla panchina ha rivitalizzato una squadra senza mordente e poco aggressiva.

Il tecnico di Frattamaggiore, che figura tra i migliori allenatori della categoria, ha permesso ai nerostellati di recuperare terreno dalla vetta e ha alzato sensibilmente la media punti. I dieci punti di distacco dal primato sono anche il frutto di un cambio in panchina che ha richiesto un comprensibile adattamento e assimilazione dei nuovi dettami tattici. La compagine del presidente D’Errico ora punta a concludere nel migliore dei modi la stagione e a raggiungere senza affanni i play-off, buon trampolino di lancio per pensare al salto di categoria. Certamente non è stata replicata l’incredibile annata passata, conclusa con la sconfitta nello spareggio Serie D contro il Giugliano, ma la societá di Frattamaggiore ha dimostrato di poter e saper navigare tra i piani alti della classifica. L’auspicio è quello di continuare a vedere mister Grimaldi sulla panchina affinché il progetto tecnico abbia un seguito e possa essere predicato, senza ritardi, nella prossima stagione. In Promozione la Boys Caivanese è la piacevole rivelazione del Girone A. I gialloverdi stanno incantando tutti e sono terzi in classifica con 46 punti. Nell’ultimo match la Maddalonese è stata ospitata dalla Boys in un “Papa” gremito. Il big match tra seconda e terza è, tuttavia, terminato a reti bianche e nessuna delle due è riuscita ad avere la meglio. Nessuno ai nastri di partenza avrebbe immaginato una Caivanese in piena zona play-off, capace di imporsi contro squadre favorite sulla carta. I tanti giovani stanno disputando una grande stagione, sfruttando al massimo una vetrina importante come la Promozione. Su tutti Fucito, fantasista offensivo, e Lanzillo, difensore centrale, hanno attirato su di loro l’attenzione


CALCIO

Anno XXVI - numero 442 - sabato 14 marzo 2020 di tanti club, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto. La Boys, quindi, può essere considerata come la “Cenerentola” del campionato, che sta vivendo un sogno e non intende svegliarsi. I play-off sono l’attuale obiettivo di Malasomma & co., che puntano al salto di categoria dopo essersi affermati come grande squadra. Al contrario il Madrigal Casalnuovo sta lottando per centrare la salvezza diretta, ma finisse oggi il campionato sarebbe destinata ai tortuosi play-out. I 26 punti in classifica devono essere incrementati per cercare di scalare posizioni e raggiungere la Virtus Goti undicesima a quota 28. Il campionato finora svolto dal Casalnuovo non sorprende, perché era pronosticabile un’annata sofferta. Tuttavia nulla è giá deciso e alla ripresa del campionato servirà una serie di risultati positivi per sperare nella permanenza in Promozione. In Prima Categoria la Asd Real Frattaminore è protagonista con la Sessana di un incredibile duello in testa per il primato. I ragazzi di mister Valente hanno 44 punti, due in meno rispetto alla compagine casertana che tuttavia dovrá riposare. Nel prossimo match si consumerá proprio lo scontro tra Frattaminore e Sessana e in quella circostanza ci si giocherá una fetta significativa di titolo. Ciocia & co. potranno contare sul sostegno di un pubblico encomiabile e dovranno mettercela tutta per effettuare il sorpasso.

L’1-4 rifilato al Lusciano proietta la Real Frattaminore nel migliore dei modi al big match, che si giocherá non appena sará possibile tornare in campo. La compagine dei patron Miscino ha centrato anche una storica qualificazione alla finale di Coppa Italia Prima Categoria, dove affronterá il Massa Lubrense. Al “Pasquale Ianniello”, infatti, i gialloblù battono 2-1 nella semifinale di ritorno il Carinola e staccano il pass per l’ultimo atto della competizione tricolore. Dunque la corazzata Frattaminore è in piena corsa per entrambi i tornei a cui ha preso parte e non sta deludendo le aspettative. Anche la Frattaminorese sta facendo

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bene e i 18 punti testimoniano l’abnegazione messa in campo dai tanti ragazzi che compongono la giovane squadra. Essere fuori dalla zona play-out è un vanto perché la salvezza è il principale obiettivo della squadra di mister Baldassarre, subentrato a stagione in corso. Trascinata da bomber Senzio, la Frattaminorese sta migliorando giornata dopo giornata e di questo passo può puntare alla salvezza diretta, sorprendendo tutti anche alla luce dei pessimi risultati di inizio stagione. Nel Girone B di Prima Categoria, invece, la Virtus Afragola Soccer è quarta a 42 punti ed i play-off sono alla portata. La seconda squadra di Afragola, dopo un

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