Il Coltivatore Cuneese n.12 Anno 2018

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Poste Italiane s.p.a. / Spedizione in Abb. Postale / D.L. 353/2003 (conv. in L. 46/2004) Art. 1, comma 1, DCB/CN - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a soddisfare il diritto di restituzione.

N. 12 Dicembre 2018 - Anno 72

PRANDINI

NUOVO PRESIDENTE NAZIONALE




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IN PRIMO PIANO

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FONDO

p/ Editore: Edizioni Il Coltivatore Srl P. Foro Boario, 18 - 12100 CUNEO

Agroalimentare cuneese, un 2018 di battaglie

Direttore Amministrativo: Tino Arosio

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Direttore Responsabile: Tino Arosio Coordinamento di redazione: Francesca Vinai Grafica e impaginazione: Mara Chiardola Hanno collaborato: Rosanna Ariaudo, Marco Benzo, Roberto Bianco, Fabrizio Bonardo, Mara Chiardola, Angelo Coppola, Simona Daniele, Damiano Dutto, Cesare Gallesio, Rosanna Giraudo, Elena Gola, Hada Kamela, Attilio Ianniello, Romina Imberti, Giulia Marinari, Lorenzo Martinengo, Laura Occelli, Franco Parola, Nadia Olivero, Franco Ramello, Fabrizio Rapallino, Elisa Rebuffo, Manuela Renaudo, Luca Nari, Davide Roà Progetto grafico: Edizioni il Coltivatore Srl - TEC arti grafiche Redazione: Piazza Foro Boario, 18 - 12100 (CN) Tel. 0171 447211 - Fax: 0171 447300 e-mail: ilcoltivatore.cn@coldiretti.it Il Coltivatore Cuneese è interamente pubblicato e scaricabile dal sito: www.cuneo.coldiretti.it Stampa e Concessionaria esclusiva della pubblicità: TEC arti grafiche, via dei Fontanili, 12 - 12045 Fossano (CN) Tel. 0172 695770 - Fax 0172 695898 e-mail: adv@tec-artigrafiche.it “Il Coltivatore Cuneese” Registrazione del tribunale di Cuneo n. 100 del 7/12/1955 Reg. Cronol. n. 3296 - 1 copia € 3.00 Abbonamento annuo € 30,00 Abbonamento annuo soci Coldiretti Cuneo € 5.00 Abbonamento annuo soci Coldiretti altre province € 20.00 - Altri abbonamenti ridotti € 6.00

Metti una sera con sei giovani...

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ATTUALITÀ

• Ettore Prandini è il nuovo Presidente Nazionale • Prandini: PAC sia approvata dal nuovo Parlamento UE • Carne sintetica negli USA, ma da noi vince la qualità • Kiwi: chiediamo una deroga per l’incenerimento • Vini, stop alle etichette ingannevoli • Scadenze di fine anno per i viticoltori • Nocciole Made in Cuneo contro l’invasione turca • PSR, 120 milioni di euro torneranno a Bruxelles? • Emissione di ammoniaca, nuovo bando per ridurle • Ok stop delle multinazionali su etichette a semaforo • Riso, futuro, verità: in 1.000 a Vercelli • Uffici Coldiretti: da gennaio nuovi orari • Savigliano: Daniele Caffaro è il nuovo segretario zona • Cimice asiatica, i risultati della ricerca applicata • Mela Rossa Cuneo IGP a Macfrut 2019 • Api, censimento alveari entro fine anno • Occorre allungare i periodi di pascolamento • +10% posti di lavoro dalla valorizzazione dei boschi • Florovivaismo, attenzione alle petunie OGM • Regolamento privacy, adempimenti per le aziende

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FISCALE

• Fatturazione elettronica, guida pratica • Certificati antimafia: esonero prorogato nel 2019 • Interventi edilizi: novità per le detrazioni fiscali

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LAVORO

Si chiude l’accoglienza 2018 dei braccianti nel saluzzese

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ECONOMICO

• Nocciole, il punto sulla produzione mondiale • Agricoltura BIO, le nuove disposizioni • CUN uova e CUN scrofe da macello

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SPECIALE ORIENTAMENTO SCOLASTICO

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Auguriamo ai lettori e ai nostri clienti Buone Feste!

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• Cuneo, Istituto “Virginio Donadio” • Alba, Istituto “Umberto I” • Mondovì, Istituto “Giolitti-Bellisario-Paire” • Lombriasco, scuola agraria Salesiana • Ormea scuola forestale

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CAMPAGNA AMICA

• Giornate formative per la rete Campagna Amica


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MOVIMENTI

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EVENTI

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• Pensionati, Dino Ambrogio è Presidente provinciale • Pensionati, crociera a bordo della Costa Fascinosa • Giovani Impresa, l’esperienza al centro • Con Donne Impresa a scuola di web marketing

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• Boom di presenze al Campagna Amica Day • Il nostro “grazie” per i frutti della terra • Coldiretti a Scrittorincittà per dire “scegli l’origine!” • La pioggia non ha fermato i “Peccati di gola” a Mondovì • “Bee, formaggi di montagna”: un’edizione da record

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CONSULENZA AGRONOMICA

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CONSULENZA LEGALE

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IL NATALE

• I servizi alle imprese dell’Agenzia 4A • Interventi agronomici del mese di dicembre

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Acquistare la proprietà di un bene con l’”accessione”

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ACSTE

Rafforziamo d’inverno il legame con i cavalli

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SERVIZI ALLA PERSONA

• Detrtazioni di imposta per i pensionati • Verifica posizione INPS per gli allevatori • Come funziona il congedo di maternità

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SALUTE

• Avviata la campagna contro l’influenza • Disturbi allo stomaco, una diagnosi accurata

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CONSIGLI DI LETTURA

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IN PRIMO PIANO

AGROALIMENTARE CUNEESE, UN 2018 DI BATTAGLIE Dal CETA agli spumanti generici, dalla carne sintetica alle nocciole turche

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i sta per chiudere un altro anno di battaglie di Coldiretti, fra tentativi di offensiva al nostro agroalimentare e attacchi sventati. Caso esemplare è il CETA, il trattato di libero scambio con il Canada che pochi mesi fa il Governo si è impegnato a non ratificare. Determinante è stata la sollevazione popolare che ci ha visti protagonisti in tutta Italia. Al nostro fianco, 15 Regioni (tra cui il Piemonte), 2500 Comuni (l’80% di quelli cuneesi) e 90 Consorzi di tutela delle produzioni a denominazioni di origine (di cui 8 cuneesi). Delle 22 DOP e IGP piemontesi, il CETA ne riconosce e tutela appena 4, peraltro non tutte così rappresentative della nostra Regione, ossia Gorgonzola, Grana Padano, Mortadella Bologna e Taleggio. Restano fuori tutte e 11 le eccellenze cuneesi a marchio DOP e IGP, a rischio imitazione in Canada: Bra, Castagna Cuneo, Castelmagno, Crudo di Cuneo, Fagiolo di Cuneo, Mela Rossa Cuneo, Murazzano, Nocciola Piemonte, Raschera, Toma piemontese e Vitelloni piemontesi della coscia. “È un patrimonio di valore inestimabile, espressione di un’identità territoriale non riproducibile altrove - denuncia il Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, Roberto Moncalvo -. Per questo, la battaglia contro il CETA è più vicina a noi di quanto si pensi, una battaglia contro la concorrenza sleale a tutela dei prodotti tipici Made in Cuneo”. Il rischio di veder distrutto il nostro modello agricolo è concreto, se pensiamo ai dati diffusi nelle ultime settimane dal Governo canadese, che mostrano un aumento record del 49% della produzione di “parmesan” in Canada - salita a ben 848 tonnellate ad agosto - rispetto

allo stesso mese dell’anno scorso, l’ultimo prima dell’entrata in vigore del CETA, su cui finora si sono espressi solo 11 Paesi UE su 28. L’accordo con il Canada ha anche creato un pericoloso precedente nei negoziati UE con altri Paesi, dal Giappone al Messico, dall’Australia alla Nuova Zelanda fino ai Paesi del Sudamerica (Mercorsur), che sono stati così autorizzati a chiedere lo stesso tipo di concessioni. “Il no di Coldiretti alla pirateria alimentare - spiega Moncalvo - parte da lontano, dalle tante battaglie che abbiamo portato avanti per l’etichettatura obbligatoria delle nostre produzioni”. Oggi proseguiamo con la raccolta firme “Scegli l’origine!” in sette Paesi UE per chiedere etichette chiare e trasparenti in tutta Europa sull’origine di ogni prodotto. Intanto, si sono susseguite nelle ultime settimane altre offensive al nostro agroalimentare, di cui trovate gli approfondimenti nelle prossime pagine. Come il tentativo, per fortuna sventato, di utilizzare simboli che richiamano il Made in Italy sulle etichette dei vini varietali prodotti con uve estere, un paradosso che permane ancora per gli spumanti generici. O l’impennata delle importazioni in Italia di nocciole dalla Turchia, destinate perlopiù a rifornire l’industria dolciaria. O ancora, il via libera negli Stati Uniti alla vendita di carne ottenuta in laboratorio, a conferma che dietro gli allarmi lanciati sulla carne rossa, di cui la nostra provincia è ai vertici nella produzione nazionale, c’è una precisa strategia delle multinazionali, mirata a modificare i nostri stili alimentari naturali. L’augurio è che il 2019 sia l’anno della definitiva riscossa per il Made in Italy. Noi lavoreremo per questo.


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FONDO

METTI UNA SERA CON SEI GIOVANI… Tino Arosio

Direttore Coldiretti Cuneo

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etti una sera di fine novembre con sei giovani imprenditori cuneesi attorno a pane, salame, formaggio e buon vino. Metti che questi giovani raccontino la storia dei loro primi successi imprenditoriali con fatiche ed errori, come accade normalmente a chi, di fronte alle difficoltà, decide di “tirarsi su le maniche” (come han fatto del resto i nostri “vecchi” coltivatori diretti), piuttosto che prendersela con il mondo. Metti che non tutti siano nostri soci ma che tutti riconoscano a Coldiretti che il suo operare è quello giusto per il loro presente e il loro futuro. È successo. Con loro c’eravamo anche noi semplicemente perché ci hanno invitato e noi ad un tavolo così ci siamo andati volentieri. Tutto è successo dopo uno degli incontri che abbiamo organizzato in provincia con i nostri giovani per parlare della fatturazione elettronica. “Abbiamo capito cosa succederà con la fatturazione elettronica, ma perché non ci vediamo a parlare di noi”? Proposta immediatamente accolta. Pensavamo di dover rispiegare la fattura elettronica e invece no. Abbiamo ascoltato (giovani) storie imprenditoriali che hanno dentro consapevolmente o meno - tutti gli “ingredienti” di Coldiretti: il cibo, la distintività, il valore del territorio, la vendita diretta, la qualità, l’origine, il volto degli agricoltori, la sostenibilità, la conquista dei consumatori senza mai tradirli. Giovani che non hanno vissuto il tempo della politica, né hanno un grande curriculum in Coldiretti, eppure dentro la nostra Organizzazione ci sono appieno. Una di loro cambia lavoro e mette su un allevamento ovino ed è pronta alla trasformazione. Uno che con i suoi yogurt ha conquistato le più importanti città d’Italia. Uno che si è

messo a coltivare canapa al posto di cereali tradizionali. Uno che cambia faccia al suo allevamento di suini e per la trasformazione dei suoi salumi per la vendita diretta decide di fare l’allevamento allo stato brado. Uno che introduce un cereale non particolarmente tipico per la zona e lo trasforma direttamente e lo vende in tutt’Italia. Uno che i suoi bovini li trasforma in hamburger… Una bella serata dove non c’è alcuna pretesa, ma semplicemente la domanda di aiutarsi insieme, per correre meglio. C’è chi dice: l’anno prossimo a quella fiera andiamoci insieme. Un altro che dice: che bello sarebbe che i canali commerciali aperti da ognuno potessero essere aperti agli altri. Un altro che chiede: Coldiretti come può aiutarci? E ancora: possiamo “attaccare” la vanga ai nostri prodotti (che è il modo più chiaro di dire il valore che ha Coldiretti)? Ci chiedono di continuare ad essere presenti a questo tavolo. Da cosa nasce cosa. Raccontiamo che è stato proprio così per la filiera della polvere di latte. Si aspettano di essere accompagnati nella loro avventura imprenditoriale. Sono convinti che il nome “Coldiretti” sia una garanzia per la società, per i consumatori e ci chiedono di conoscere di più cos’è Filiera Italia. Quanti sono i giovani imprenditori così nella Granda? Tantissimi e con tante belle storie da raccontare e da imitare. Da tirar fuori, da portare in giro. Dentro c’è quello che chiamiamo la “nuova Coldiretti”. È più facile raccontarla con questi esempi che con una lezione. Giovani ai quali non basta la tradizione o un bel discorso per stare in Coldiretti. Ci vuole di più. E forse è quello che rintracciano nel percorso di futuro che stiamo costruendo con gli italiani e non solo.

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ATTUALITÀ

Cambio ai vertici, Moncalvo fa parte della nuova Giunta confederale

ETTORE PRANDINI È IL NUOVO PRESIDENTE NAZIONALE Ettore Prandini (in foto a destra), 46 anni, lombardo, è il nuovo Presidente nazionale di Coldiretti. È stato eletto all’unanimità dall’Assemblea dei delegati di tutte le Regioni riunita il 7 novembre a Palazzo Rospigliosi a Roma. Laureato in giurisprudenza, Prandini guida un’azienda zootecnica di bovini da latte e gestisce un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana. Prima alla guida di Coldiretti Brescia, dal 2006, poi di

Coldiretti Lombardia, dal 2012, ha ricoperto per quattro anni la carica di Vicepresidente nazionale. Ricordiamo che Moncalvo, già Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo, ha lasciato la carica di Presidente nazionale dopo cinque anni, secondo quanto prevede lo Statuto, modificato ad inizio mandato per volontà sua e di tutta la Giunta, per garantire il rinnovamento continuo della nostra Organizzazione agricola. “In un momento così importante con sfide e cambiamenti per il nostro Paese, l’agroalimentare Made in Italy rappresenta una certezza da cui partire per far crescere economia ed occupazione ma anche per tutelare l’ambiente, il territorio e la sicurezza dei cittadini” spiega il neo Presidente Prandini, che aggiunge: “Gli agricoltori stanno facendo la loro parte ma possiamo e dobbiamo dare di più creando le condizioni per garantire reddito alle imprese, rilanciando un sistema in grado di offrire prezzi più giusti alla produzione, meno burocrazia e maggiore competitività, a partire da una politica di accordi di libero scambio che non penalizzi-

no i nostri prodotti a livello internazionale fino a una legge comunitaria per l’etichettatura d’origine che garantisca vera trasparenza e libertà di scelta ai consumatori”. Prandini prende il timone di un’Organizzazione in crescita che ha esteso la propria rappresentanza dalle imprese singole alle cooperative, dal settore agricolo a quello della pesca, dall’agricoltura tradizionale alla filiera agroalimentare con le fattorie, i mercati, le botteghe di Campagna Amica e il progetto per una Filiera Agricola tutta Italiana.

NUOVA GIUNTA, LA PIÙ GIOVANE DI SEMPRE La nuova Giunta confederale è composta dai tre Vicepresidenti Nicola Bertinelli (Emilia Romagna), David Granieri (Lazio) e Gennaro Masiello (Campania), oltre che da Roberto Moncalvo (Piemonte), Maria Letizia Gardoni (Marche), Francesco Ferreri (Sicilia), Daniele Salvagno (Veneto), Savino Muraglia (Puglia). Si tratta della Giunta più giovane di sempre con un’età media di 41 anni e 9 mesi, poco superiore a quella media dei Presidenti delle Federazioni Coldiretti sul territorio, che è di 43 anni e 10 mesi, anch’essa la più bassa della storia.


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Più risorse e nuove regole per la nuova Politica agricola comune

PRANDINI: PAC SIA APPROVATA DAL NUOVO PARLAMENTO UE Per il neo Presidente Coldiretti, Ettore Prandini, occorre un’inversione di marcia: il budget della Politica Agricola Comune (PAC) deve tornare a crescere. “L’agroalimentare, risorsa strategica del Made in Italy, è anche l’unico settore economico italiano che dipende integralmente da Bruxelles per le scelte politiche e le risorse disponibili” dichiara Ettore Prandini. L’agricoltura, infatti, incassa finanziamenti solo dal fronte europeo, contrariamente agli altri settori produttivi sostenuti a livello nazionale. “Per questo l’Italia, terzo contributore netto nell’Unione europea, non può accontentarsi delle briciole al tavolo della principale politica comune. No dunque ai tagli del budget agricolo, ma anche impegno per una PAC diversa” chiede Prandini. Allo scopo, è importante allungare i tempi della riforma e attendere le elezioni europee: “Se l’ex Commissario Ciolos ha impiegato due anni per analizzare gli 8.000 emendamenti presentati alla precedente riforma, perché oggi dovremmo accontentarci di quattro mesi per discuterne 13.000? La partita è troppo importante”. “Per consentire una discussione adeguata - dichiara Prandini - è necessario che a votare la riforma della PAC sia il nuovo Parlamento europeo che uscirà dalle urne a

maggio 2019”. Quello della prossima primavera sarà un appuntamento elettorale strategico per l’agroalimentare Made in Italy, che richiede anche una responsabilizzazione di partiti e movimenti nel scegliere la migliore classe dirigente per la difesa degli interessi del Paese. È essenziale che il nostro Paese si batta contro ulteriori tagli nel nuovo bilancio europeo a carico della PAC, che aggraverebbe la condizione di pagatore netto del nostro Paese. “C’è l’esigenza di riequilibrare la spesa - spiega Prandini - facendo

in modo che la PAC possa recuperare con forza anche il suo antico ruolo di sostegno ai redditi e all’occupazione agricola per salvaguardare un settore strategico per la sicurezza e la sovranità alimentare dell’UE e per contribuire alla crescita dell’intera economia europea”. Secondo Prandini, l’Italia dovrebbe incassare di più, tenuto conto della ricchezza prodotta, con il valore aggiunto per ettaro nazionale che è più del doppio della media UE28, oltre il triplo di Germania e Regno Unito, il 58% in più rispetto al valore aggiunto spagnolo e il 153% in più dei cugini francesi. Con la nuova PAC l’Unione europea deve puntare su nuovi criteri per tener conto della capacità dell’azienda agricola di creare occupazione e mantenere vitale l’economia nei territori rurali, investire sui giovani e rendere più efficaci ed efficienti gli strumenti per affrontare le crisi, migliorare la lotta alle pratiche commerciali sleali. La nuova PAC, infine, deve vincere l’omologazione e valorizzare la qualità e la distintività dell’agroalimentare.


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ATTUALITÀ

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Scegliamo carne nostrana contro le strategie estere di puro marketing

CARNE SINTETICA NEGLI USA, MA DA NOI VINCE LA QUALITÀ Storica inversione di tendenza, quella che si stiamo registrando nel consumo di carne: nel 2018 aumenta di oltre il 3% la spesa delle famiglie italiane per la carne, il valore più alto degli ultimi sei anni, che avevano fatto registrare un brusco calo dei consumi. Assistiamo anche ad una decisa svolta verso la qualità: secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, il 45% degli italiani privilegia carne proveniente da allevamenti italiani, il 29% sceglie carni locali e il 20% predilige i marchi IGP, DOP o altre certificazioni di origine. In concomitanza, negli Stati Uniti è scattato il via libera alla vendita di carne sintetica, ottenuta a partire da colture cellulari. La notizia, arrivata dal Dipartimento per l’agricoltura statunitense (USDA) e dall’Agenzia per gli alimenti e i

medicinali (FDA), è stata accolta negativamente da 3 italiani su 4, preoccupati per le ripercussioni dal punto di vista sia salutistico che etico. “L’annuncio americano dimostra che dietro i ripetuti e infondati allarmismi sulla carne rossa c’è una precisa strategia delle multinazionali - dichiara Bruno Rivarossa, Vice Delegato Confederale di Coldiretti Cuneo -. Si tratta di un’abile operazione di marketing che punta a modificare stili alimentari naturali fondati su qualità e tradizione”. Qualità e tradizione che danno valore alla razza bovina piemontese, di cui la nostra provincia detiene il primato nell’allevamento. La piemontese è la principale

razza da carne e la prima razza autoctona a livello nazionale per numero di capi. Nella sola provincia di Cuneo sono 3.300 le aziende che allevano razza piemontese, 180.000 i capi e 8.000 gli addetti. “I tagli da carne piemontese - evidenzia Rivarossa - sono sempre più apprezzati dal mercato e, a quasi due anni dall’ottenimento dell’IGP Vitelloni piemontesi della coscia, i dati sono in crescita, segnale che tale riconoscimento sta rafforzando il comparto”. “Continueremo a lavorare per rispondere alla domanda di qualità e di garanzia dell’origine dei nostri consumatori, contro ogni tentativo di introdurre sul mercato carne sintetica”, conclude Rivarossa.


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ATTUALITÀ

I produttori hanno le mani legate di fronte a batteriosi e “moria”

KIWI: CHIEDIAMO UNA DEROGA PER L’INCENERIMENTO È paradossale la situazione generata dalla Legge regionale 15/2018 sugli incendi boschivi ai produttori di kiwi costretti ad estirpare parzialmente o totalmente le piante malate per arginare batteriosi e “moria”. La Regione Piemonte stabilisce che il materiale tagliato o estirpato debba essere distrutto mediante incenerimento o interramento profondo, fatte salve altre modalità prescritte dal Settore Fitosanitario. Quest’ultimo permette che il materiale vegetale venga destinato alle centrali termiche dopo la trasformazione in cippato. Tuttavia, al termine delle operazioni di raccolta, le aziende che devono effettuare le potature di risanamento o l’estirpo delle piante colpite da batteriosi o “moria”, si trovano in estrema difficoltà. Innanzitutto perché nessuna ditta è disponibile a ritirare i cascami

vegetali dopo averli cippati, poi perché i volumi sono così grandi da rendere impossibile l’interramento profondo, infine perché la nuova Legge regionale 15/2018 ne vieta l’incenerimento. Per queste ragioni Coldiretti ha scritto alla

Regione Piemonte perché conceda una deroga temporale che permetta alle aziende di procedere con l’incenerimento, in una situazione di forte criticità fitosanitaria, con un elevato pericolo di ulteriore diffusione di batteriosi e “moria”.

L’eco della nostra azione in difesa dei produttori di kiwi è arrivata sino in Parlamento, con un’interrogazione sulla diffusione della “moria del kiwi”, rivolta al Ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, perché il Governo valuti le condizioni per riconoscere lo stato di calamità naturale o di emergenza oppure preveda interventi straordinari in Piemonte, considerando sia l’ampia diffusione del problema che le sue implicazioni su un settore strategico per la nostra economia agricola.

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Spumante generico senza origine delle uve in etichetta: è inaccettabile

VINI, STOP ALLE ETICHETTE INGANNEVOLI

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da utilizzare in Italia per la produzione di “bollicine” da vendere come Made in Italy, senza alcun legame con i vigneti e il territorio nazionale. Auspichiamo un’inversione di tendenza delle politiche comunitarie in un settore già minacciato da altre decisioni che non tutelano la qualità del prodotto e la trasparenza verso i consumatori. È il caso, ad esempio, dello “zuccheraggio”, l’aggiunta di zucchero al vino che l’Unione europea consente ai Paesi del Centro e Nord Europa, o del via libera al vino senza uva con l’autorizzazione alla produzione e commercializzazione di vini ottenuti dalla fermentazione di lamponi e ribes, molto diffusi nei Paesi dell’Est. Pratiche, queste, che in Italia sarebbero punite come reato di frode ma che all’estero sono permesse, generando una contraddizione inaccettabile.

In provincia di Cuneo il 95% dei vigneti è iscritto ad una denominazione d’origine. Il nostro territorio vanta 18 DOC e DOCG che ricomprendono quasi 100 tipologie di vini prodotti, per i quali la certezza sulla provenienza delle uve è assicurata.

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bile di ingannare i cittadini e spalancare la strada, anche nel settore enologico, al falso Made in Italy. Sotto pressione, la Commissione europea ha fatto marcia indietro, rettificando il testo del Regolamento sul vino per assicurare sulle bottiglie dei vini varietali l’indicazione di origine delle uve. Siamo soddisfatti per l’accoglimento della nostra richiesta ed ora insisteremo perché l’indicazione di origine, per coerenza, venga adottata anche per gli spumanti generici, per i quali oggi si scrive in etichetta solo il Paese dove avviene la spumantizzazione, ma non quello da cui provengono le uve. Occorre impedire l’inganno dell’importazione di mosti e vini stranieri

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In Italia il vino gode da sempre di una normativa sull’etichettatura particolarmente restrittiva, ma a livello comunitario, sin dall’emanazione del Regolamento 607/2009, esiste una deroga per gli spumanti generici - cioè non a denominazione DOC o IGT - che consente di indicare come Paese di origine non quello di produzione dell’uva, ma quello in cui il vino è stato spumantizzato. Nello scorso mese di novembre anche i vini generici hanno rischiato di veder cadere l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine delle uve. La minaccia è arrivata da una modifica del suddetto Regolamento, proposta dalla Commissione UE. Se tale modifica fosse passata, per i vini varietali - ottenuti da varietà internazionali coltivate in Italia, come Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sauvignon o Shiraz - si sarebbe potuto indicare in etichetta il Paese di vinificazione, ma non quello di provenienza delle uve, con il rischio di spacciare per italiano il vino prodotto con uve estere, utilizzando simboli richiamanti il Made in Italy. Coldiretti si è opposta con ogni forza all’adozione del nuovo Regolamento, considerandolo un grave passo indietro per un settore che ha fatto da apripista alle politiche sull’origine, un tentativo inaccetta-

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ATTUALITÀ

Slittato all’ultimo minuto il termine per la dichiarazione di vendemmia

SCADENZE DI FINE ANNO PER I VITICOLTORI Riportiamo di seguito le prossime scadenze di interesse per le aziende vitivinicole. Chi necessitasse di maggiori informazioni o consulenza, può rivolgersi agli Uffici Coldiretti.

Dichiarazioni di raccolta e produzione

Sarebbe dovuto scadere il 15 novembre il termine per presentare la “parte” di dichiarazione riguardante la raccolta delle uve, ma una vendemmia più tardiva del solito e il sommarsi di ostacoli operativi e ritardi dei controlli hanno convinto il Ministero, all’ultimo minuto, a posticipare al 15 dicembre tale scadenza, unificandola con quella di presentazione delle dichiarazioni di produzione del vino.

Questo è il terzo anno in cui le domande devono essere presenta-

te in un’unica data, il 15 dicembre, sebbene il Decreto del Ministero


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delle Politiche agricole 5811/2015 ne abbia sdoppiato le scadenze. Anche per la campagna 2018-2019, dunque, le aziende vitivinicole non sono costrette a presentare due differenti atti amministrativi. Una volta presentata la dichiarazione entro il 15 dicembre, potranno presentarsi - senza incorrere in sanzioni - eventuali dichiarazioni di rettifica per errori materiali individuati autonomamente, entro e non oltre il 31 dicembre 2018.

Tassa per deposito fiscale vino

Le ditte titolari di licenza “Deposito fiscale vino” sono tenute ad effettuare entro il 16 dicembre il versamento della tassa prevista. Le modalità (modello F24 - sezione accise) e l’importo della tassa (103,29 €) restano invariati rispetto all’anno scorso, compreso l’obbligo di vidimazione dei registri dei movimenti d’accisa, fintanto che non saranno telematizzati. Sono tenute a richiedere la licenza e a versare la tassa annuale di rinnovo le imprese che ottengono una produzione di vino superiore a 1000 ettolitri (media annuale dell’ultimo quinquennio) ottenuta da uve direttamente raccolte o acquistate o da altri prodotti acquistati; oppure aziende che commercializzano vino acquistato “tal quale”, indifferentemente dal quantitativo.

Licenza di esportazione Esenzione per tassa annuale ASL negli USA L’esportazione di vini negli Stati Uniti resta sottoposta alla Legge Antibioterrorismo, che prevede la necessità di dotarsi di un’apposita registrazione o licenza governativa prima di spedire la merce e di rinnovarla ogni anno pari. Il rinnovo della registrazione si effettua sul sito della Food and Drug Administration, entro il 31 dicembre. La durata della registrazione “a regime” è di due anni, tuttavia, se la licenza è stata rilasciata nel 2017 (anno dispari) o quest’anno, dovrà essere comunque rinnovata entro il 31 dicembre 2018. Tale licenza avrà validità di due anni, fino al 31 dicembre 2020.

La tariffa annuale ASL, prevista ai sensi del D. Lgs. 194/2008, non ha subìto cambiamenti dall’anno scorso. Gli imprenditori agricoli possono richiedere l’esenzione dalla tassa annuale ASL, presentando specifica autocertificazione ad inizio anno, possibilmente entro il 15 gennaio 2019. Possono beneficiare dell’esonero dal pagamento i produttori agricoli a titolo principale (IAP) che ottengono meno di 50.000 hl di vino. Il modulo di autocertificazione può essere scaricato dai siti web dell’ASL CN1 e dell’ASL CN2.

DOGLIANI DOCG, MODIFICATO IL DISCIPLINARE Il Decreto del 26 ottobre 2018 del Ministero delle Politiche agricole ha modificato l’attuale disciplinare del Dogliani DOCG. Ad essere modificato, per ora, è soltanto l’art. 7 inerente l’etichettatura, con particolare riferimento alle Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA). Le MGA sono già rivendicabili per la produzione di questa vendemmia. Tra le disposizioni specificate per la presentazione/etichettatura, figurano le seguenti. In primo luogo, la MGA dev’essere riportata subito dopo la scritta “Dogliani” o “Dogliani superiore”

e “denominazione di origine controllata” con caratteri di stampa al massimo uguali o inferiori. In secondo luogo, l’indicazione “vigna” è ammessa ma solo in associazione con la MGA, ossia non può essere indicata da sola. Valgono, inoltre, le regole per l’uso di “vigna”, tra le quali la limitazione d’impiego solo a chi procede con la produzione di uva, vinificazione e imbottigliamento. In questo caso i caratteri di stampa possono essere al massimo il 50% della scritta di cui sopra.


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ATTUALITÀ

Aumentano del 30% le importazioni di nocciole in Italia dalla Turchia

NOCCIOLE MADE IN CUNEO CONTRO L’INVASIONE TURCA È in atto una vera invasione di nocciole dalla Turchia con un aumento del 30% nelle importazioni in Italia destinate a rifornire soprattutto l’industria dolciaria. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti su dati Istat relativi ai primi otto mesi del 2018 nel sottolineare la necessità di un’inversione di tendenza per difendere la produzione nazionale di nocciole dopo che la proprietà turca della Pernigotti ha accolto le richieste del Governo italiano di sospendere la procedura fino al prossimo 31 dicembre. Le importazioni dalla Turchia hanno sfiorato i 210.000 quintali nei primi otto mesi dell’anno, facendo concorrenza alle produzioni nazionali in forte espansione e mettendo a rischio la salute dei consumatori, per via degli elevati livelli di aflatossine cancerogene rilevati nelle nocciole turche. Eppure la nostra provincia è particolarmente vocata alla coltivazione di nocciole: è la principale area produttiva a livello regionale con una superficie dedicata di 15.000 ettari e una produzione che si attesta tra i 130 e i 140.000 quintali. L’approvvigionamento della materia prima agricola all’estero per l’industria dolciaria è spesso il primo passo della delocalizzazione, che si realizza con la chiusura degli stabilimenti e il trasferimento di

marchi storici e posti di lavoro fuori dai confini nazionali. Un circolo vizioso che impoverisce il territorio regionale e la nostra economia. In più, i controlli di qualità e salubrità del nostro prodotto non hanno eguali negli altri Paesi, motivo

per cui scegliere le nocciole cuneesi è sinonimo di sicurezza alimentare. Ci impegneremo a difendere questa produzione di eccellenza che, purtroppo, viene sempre più spesso svenduta oltrepassando i confini nazionali.

IL CASO PERNIGOTTI Addio alla storica fabbrica Pernigotti a Novi Ligure? L’annuncio è arrivato dai sindacati dopo l’incontro con i rappresentanti del gruppo turco Toksoz, il maggior produttore mondiale di nocciole che, dopo aver acquisito il marchio nel 2013, ad inizio novembre ha chiesto un anno di cassa integrazione per i cento dipendenti dello stabilimento in cui intende chiudere la produzione. Alcune settimane dopo, la proprietà turca della Pernigotti ha accolto le richieste del Governo italiano di sospendere la procedura di chiusura fino alla fine dell’anno.

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ATTUALITÀ

Il Piemonte è fuori dal rischio disimpegno, ma deve fare di più

PSR, 120 MILIONI DI EURO TORNERANNO A BRUXELLES? Se non saranno spese dalle Regioni entro il 31 dicembre 2018, rischiano di tornare nelle casse di Bruxelles risorse europee per lo sviluppo rurale in grado di attivare finanziamenti pubblici per 120 milioni di euro.

I DATI SU SCALA NAZIONALE

Le Regioni Puglia, Abruzzo, Liguria, Marche e Friuli Venezia Giulia rischiano di perdere parte delle risorse impegnate per il 2015 secondo la regola dell’N+3, ossia l’obbligo di spendere entro tre anni dall’anno previsto d’impegno. Si tratta di finanziamenti per misure finalizzate tra l’altro all’ammodernamento delle imprese agricole, ai progetti di filiera, al biologico, alla

difesa della biodiversità, alla forestazione e all’insediamento dei giovani agricoltori contenuti nei PSR. Dallo stato di attuazione dei PSR aggiornato al 31 ottobre emerge

che la spesa relativa alla programmazione 2014-2020 è stata pari in media solo al 23% del totale. In testa la provincia di Bolzano (51%), seguita a distanza da Veneto e provincia di Trento (39%). Subito dopo la Calabria, prima Regione del Sud con il 30%, tallonata dalla Sardegna con un livello di spesa del 29%. A seguire, Piemonte e Umbria (26%), Toscana ed Emilia (25%), Molise (24%), Valle d’Aosta e Sicilia (23%), Lombardia (20%), Lazio (19%), Campania (18%) e Basilicata (17%). Complessivamente sono stati spesi 4,7 miliardi di euro (2,3 miliardi di fondi FEASR). La situazione non è sostenibile e richiede un deciso colpo di acceleratore nell’attuazione dei program-


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mi, perché il nostro Paese perde di credibilità se chiede altri soldi e non li spende. Nell’immediato, è essenziale velocizzare l’iter istruttorio di pagamento delle tante domande presentate dagli agricoltori sui bandi del PSR regionali. Occorre poi monitorare costantemente lo stato di attuazione delle politiche di sviluppo rurale al fine di sostenere le attività delle nostre aziende, per evitare che le preziose risorse europee non utilizzate dalle nostre Regioni tornino a Bruxelles.

LA SITUAZIONE DEL PIEMONTE

La nostra Regione non corre il rischio di disimpegno delle risorse europee, ma resta bassa la percentuale di utilizzo dei fondi PSR.

Lo stato di avanzamento della spesa per le varie misure PSR aggiornato all’8 novembre 2018 mostra che, a fronte di una dotazione finanziaria iniziale di oltre 1 miliardo di euro, sono stati spesi poco più di 282 milioni di euro, pari al 27,19%, in crescita di un punto percentuale rispetto ai dati di fine ottobre. Di seguito le misure del PSR per le quali la nostra Regione ha sinora più investito. Sono stati quasi totalmente utilizzati (al 98,30%) i fondi a disposizione per la Misura 15 (servizi silvo-climatico-ambientali e salvaguardia della foresta) in quanto trattasi di trascinamenti finanziari del PSR 2007-2013. Seguono, molto a distanza, la Misura 13 (indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali)

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per la quale è stato speso il 74,76% delle risorse disponibili, la Misura 10 (pagamenti agro-climatico-ambientali), ferma al 50,43%, e la Misura 11 (agricoltura biologica) con il 46,13% di risorse impiegate. Per quanto riguarda i fondi per gli investimenti (Misura 4), la Regione Piemonte ha utilizzato il 19,77% del totale disponibile per le Operazioni 4.1.1 e 4.1.2 relative al miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole e di aziende guidate da giovani agricoltori. Poco più, il 22,50%, per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera (Operazione 4.1.3). Si ferma al 9,03% l’utilizzo dei fondi PSR per sostenere investimenti a favore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli (Operazione 4.2.1).

La domanda di sostegno PSR può essere presentata entro il 31 gennaio

EMISSIONI DI AMMONIACA, NUOVO BANDO PER RIDURLE È aperto il terzo bando PSR dell’Operazione 4.1.3, inerente gli investimenti per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera. La dotazione finanziaria è di 3 milioni di euro. La domanda di sostegno può essere presentata fino al 31 gennaio 2019. Sono ammissibili al sostegno gli investimenti volti a migliorare l’efficienza gestionale degli effluenti zootecnici e dei digestati e a ridurre l’emissione ammoniacale o il consumo di acqua nelle strutture

di allevamento esistenti. La spesa dev’essere compresa tra i seguenti valori: • min. 30.000 - max. 100.000 € per gli investimenti collettivi ad uso comune; • min. 10.000 - max. 50.000 € per gli altri investimenti. In ogni caso è possibile realizzare investimenti anche di importo maggiore ai massimali indicati (in totale autofinanziamento per la quota eccedente l’importo ammesso al sostegno).

Il contributo è riconosciuto in conto capitale, nella misura del 40% della spesa ammissibile. È prevista una maggiorazione di tale percentuale pari al 10% per investimenti collettivi per uso comune, investimenti realizzati da giovani agricoltori e investimenti realizzati in zona montana, e pari al 5% per gli investimenti effettuati da imprese in posizione ammissibile e finanziabile in riferimento all’Operazione 10.1.5. Gli Uffici Coldiretti sono a disposizione per maggiori dettagli.

INSEDIAMENTO E MIGLIORAMENTO, NUOVI BANDI PSR IN ARRIVO? Nell’incontro in Regione dello scorso 5 novembre, Coldiretti ha sollecitato l’apertura di un bando PSR riconducibile all’Operazione 6.1.1 sull’insediamento di giovani agricoltori, sulla base della richiesta già formulata ad ottobre. In più, con riferimento agli

interventi di miglioramento del rendimento globale e della sostenibilità delle aziende agricole, Coldiretti ha chiesto di riaprire l’Operazione 4.1.1 sugli investimenti e di riconsiderare l’Operazione 4.1.2 sugli investimenti dei giovani agricoltori, attraverso uno scorrimento

della vecchia graduatoria (bando 2016) o la riapertura di un nuovo bando con possibilità di rendicontare gli interventi già realizzati. L’Assessore regionale Giorgio Ferrero si è detto disponibile a rispondere a tali richieste del comparto agricolo.


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ATTUALITÀ

Vince l’opposizione ad un sistema informativo incompleto e fuorviante

OK STOP DELLE MULTINAZIONALI SU ETICHETTA A SEMAFORO Positivo dietrofront sull’etichetta a semaforo da parte delle multinazionali del cibo, che abbandonano il progetto comune di adottare sui loro prodotti un sistema analogo a quello in uso in Gran Bretagna. Il sistema si basava sul modello del semaforo, che ricorre ai colori rosso, giallo e verde per segnalare la presenza di grassi, zuccheri e sale per le singole porzioni di cibo. Dopo un anno e mezzo di tentativi, i cinque colossi - Coca Cola, Nestlè, Mondelez, Unilever e PepsiCo - sono stati costretti a gettare la spugna per le forti opposizioni ad un sistema informativo incompleto e fuorviante. La retromarcia delle multinazionali è un segnale importante rispetto al nuovo tentativo di approvare all’ONU una risoluzione basata su semafori e tasse, per esortare

gli Stati ad adottare politiche che dissuadano dal consumo di cibi insalubri. Infatti, la proposta, già bocciata dall’Assemblea delle Nazioni Unite il 27 settembre scorso, è stata ripresentata da sette Paesi (Brasile, Francia, Indonesia, Norvegia, Senegal, Sudafrica e Thailandia). L’obiettivo è colpire gli alimenti ricchi di zuccheri, grassi e sale, chiedendo di predisporre apposite etichette nutrizionali e di riformulare le ricette, sulla base di un modello di alimentazione artificiale e basato sulla chimica, che mette in pericolo il futuro dei prodotti Made in Italy. Un corretto regime alimentare, tuttavia, non va ricercato sullo specifico prodotto ma deve fondarsi sull’equilibrio nutrizionale tra i diversi cibi consumati.


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Per dire stop all’import di riso a dazio zero da Cambogia e Myanmar

RISO, FUTURO, VERITÀ: IN 1.000 A VERCELLI Lo scorso 18 novembre a Vercelli, patria della risicoltura italiana, è andata in scena la manifestazione Coldiretti “Riso, futuro, verità”. Davanti e dentro il Teatro civico in 1.000 - tra risicoltori, imprenditori agricoli, istituzioni e delegazioni Coldiretti da tutto il Piemonte, Cuneo compresa, oltre che da Pavia - si sono riuniti per difendere il comparto su cui pesano sempre più le importazioni incontrollate dall’Asia. Durante l’evento, in cui si è tracciata una panoramica sul comparto a livello regionale con l’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero, è stato lanciato il trailer del documentario “Rice to love”, realizzato da Coldiretti Piemonte con il giornalista Stefano Rogliatti per denunciare la realtà dei Paesi che fanno concorrenza sleale al nostro riso. Come evidenziato dal nostro Presidente regionale Roberto Moncalvo, Coldiretti chiede di fermare

Un momento della discussione al Teatro civico di Vercelli

immediatamente le agevolazioni sulle esportazioni di riso in Europa concesse a Cambogia e Birmania, che godono da parte dell’Unione europea del sistema tariffario agevolato a dazio zero per i Paesi operanti in regime EBA. Questo regime preferenziale ha permesso loro di aumentare le esportazioni in Europa da 9.000 tonnellate nel 2012 a 360.000 tonnellate nel 2017, provocando il crollo delle quotazioni del riso. Tali agevolazioni favoriscono anche, nell’indifferenza generale, lo sfruttamento del lavoro e le violazioni dei diritti umani, come accade in territorio birmano a danno della minoranza musulmana dei Rohingya. Ora la Commissione europea ha riconosciuto il danno economico dovuto ai volumi di riso importa-

to e le violazioni dei diritti umani che giustificano l’attivazione della clausola di salvaguardia. Ha, quindi, proposto di ripristinare per tre anni i dazi nei confronti delle importazioni di riso proveniente da Cambogia e Birmania. All’indomani della manifestazione di Vercelli, il Presidente Moncalvo ha guidato la delegazione delle Organizzazioni di agricoltori di Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Grecia a Bruxelles nel sottolineare, a Ministri ed europarlamentari, la necessità che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri a tutela della dignità dei lavoratori, garantendo che dietro ogni alimento in vendita ci sia un percorso di qualità riguardante l’ambiente, la salute e il lavoro.


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ATTUALITÀ

Cambiano giorni e orari di apertura al pubblico in tutta la provincia

UFFICI COLDIRETTI: DA GENNAIO NUOVI ORARI A partire dal 1° gennaio 2019 cambia l’orario di lavoro della nostra Federazione provinciale. Tutti gli Uffici Coldiretti della provincia di Cuneo cambiano, dunque, le aperture al pubblico. Due le novità: la chiusura del sabato mattina e la sostituzione dell’apertura del mercoledì pomeriggio con il venerdì pomeriggio. Restano ferme le aperture al pubblico del mattino dal lunedì al venerdì e le ore lavorative settimanali. Negli orari di chiusura al pubblico, infatti, gli Uffici saranno operativi per il proseguimento

Giorno

Apertura al mattino

Apertura al pomeriggio

LUNEDÌ

8.00-12.30

-

MARTEDÌ

8.00-12.30

14.00-17.00

MERCOLEDÌ

8.00-12.30

-

GIOVEDÌ

8.00-12.30

-

VENERDÌ

8.00-12.30

14.00-17.00

SABATO

-

-

delle attività e il disbrigo delle pratiche dei soci.

In tabella, la sintesi delle aperture al pubblico in vigore da gennaio.

È subentrato a Danilo Todini, chiamato ad altro incarico

SAVIGLIANO: DANIELE CAFFARO È IL NUOVO SEGRETARIO DI ZONA Daniele Caffaro è subentrato a Danilo Todini alla guida dell’Ufficio Zona Coldiretti di Savigliano. Classe 1982, originario di Cavour ma da anni residente a Barge, Daniele Caffaro (in foto a sinistra) è sposato con due figli. Dopo il diploma da agrotecnico a Verzuolo e la laurea in pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale al Politecnico di Torino, è entrato in Coldiretti nel 2007. Ha svolto attività di tecnico legate alle certificazioni di qualità, ha lavorato alla costruzione del servizio di valutazione dei rischi per le aziende agricole, per poi dedicarsi ad attività sindacali tra gli Uffici Zona di Saluzzo e Fossano a diretto contatto con le aziende. Ha anche ricoperto l’incarico di Segretario provinciale di Giovani Impresa Coldiretti. Il Segretario di Zona Savigliano uscente, Danilo Todini (in foto a destra), dal 1° dicembre si occupa della gestione di un’importante co-

operativa agricola impegnata nella commercializzazione dei nostri prodotti agricoli nella ristorazione e nella GDO. Il Direttore di Coldiretti Cuneo, Tino Arosio, ha ringraziato Todini per l’attività svolta in questi anni alla guida della Segreteria della Zona di Savigliano e augura buon lavoro al nuovo Segretario Caffaro in un

territorio così importante per l’agricoltura, l’agroalimentare e l’intera economia provinciale. Ai soci di Savigliano Arosio ricorda che continueremo ad essere un punto di riferimento nel solco del progetto della ‘nuova Coldiretti’, sia con l’attività sindacale sia con il rilancio e lo sviluppo dei servizi alle imprese.


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Dalla lotta chimica a quella biologica, il punto della situazione a Cherasco

CIMICE ASIATICA, I RISULTATI DELLA RICERCA APPLICATA A Cherasco, il 12 dicembre si tiene un convegno dedicato alla cimice asiatica in Piemonte, che costituisce il prosieguo del convegno tenutosi un anno fa. A fine 2017 ci si era lasciati con alcune idee e proposte sull’attività per la campagna agraria successiva e quella del 12 dicembre è l’occasione per incontrare nuovamente i produttori agricoli piemontesi e presentare i risultati concreti di un anno di ricerca applicata. Il lavoro è stato portato avanti grazie alla collaborazione e ai finanziamenti di tre Enti principali: la Fondazione CRC per la provincia Granda, il Gruppo Ferrero per le restanti province e la Regione Piemonte per implementare il lavoro a livello regionale. È stato creato un “Tavolo cimice”, una commissione di esperti che ha avuto il compito di monitorare, studiare ed analizzare la cimice asiatica su tutto il territorio piemontese. Il Tavolo si è riunito per tutto l’anno a cadenza mensile. Ne fanno parte Coldiretti, attraverso il lavoro di tutti i tecnici regionali, la Fondazione Agrion per la gestione dei coordinamenti settoriali, la Facoltà di Agraria con il Dipartimento di entomologia per la parte di ricerca ed ovviamente i finanziatori delle attività, gruppo Ferrero in primis e la Regione Piemonte per i

coordinamenti regionali e test sui prodotti per la lotta chimica. Al convegno di Cherasco, cui partecipa anche il Presidente regionale di Coldiretti, Roberto Moncalvo, i membri del Tavolo cimice presentano l’attività svolta e i risultati ottenuti. In dettaglio, Lorenzo Martinengo (Coldiretti) illustra i dati ottenuti dal capillare lavoro di monitoraggio effettuato dai tecnici Coldiretti su tutto il territorio regionale - con oltre 230 punti di monitoraggio - e su tutte le colture interessate da danni causati da Halyomorpha halys. Graziano Vittone (Agrion) presenta il lavoro di coordinamento tecnico

della creazione dei bollettini per la gestione dei trattamenti della difesa alla cimice asiatica. Giovanni Bosio (Regione Piemonte) presenta i prodotti testati in campo per la gestione della cimice in pieno campo. Alberto Alma (Università di Agraria) illustra i dati concreti dello studio sulla lotta alla cimice mediante l’eliminazione dei simbionti intestinali e Luciana Tavella, sempre per l’Università di Agraria, commenta in dettaglio la lotta biologica alla cimice e i casi studio della ricerca applicata. Sul prossimo numero pubblicheremo una sintesi dei principali punti di discussione emersi. OFFERTE SU POLTRONE RELAX CON ALZATA ASSISTITA ANCHE IN PRONTA CONSEGNA

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ATTUALITÀ

Sarà il prodotto simbolo della Fiera internazionale dell’ortofrutta

MELA ROSSA CUNEO IGP A MACFRUT 2019 La Fiera Internazionale dell’ortofrutta, Macfrut, che si terrà a Rimini dall’8 al 10 maggio 2019, avrà come prodotto simbolo la Mela Rossa Cuneo IGP. La presentazione, cui ha preso parte Coldiretti Cuneo, si è svolta lo scorso 26 novembre presso la Sala convegni del Castello di Lagnasco. Eccellenza del Made in Italy conosciuta soprattutto sul mercato internazionale, la Mela Rossa Cuneo IGP sarà protagonista, insieme ad altre eccellenze produttive, con la Regione Piemonte, partner della 36esima edizione della kermesse. Durante i tre giorni di fiera, Piemonte e Mela Rossa saranno al centro dei riflettori grazie ad incontri commerciali con buyer italiani ed esteri, workshop, eventi stampa e altre iniziative di settore.

Un momento della presentazione di Macfrut a Lagnasco il 26 novembre

Con l’edizione 2019 si consolida, dunque, l’asse tra il Piemonte e Macfrut. Lo scorso anno era stato stipulato un accordo strategico

tra la Fiera, Assortofrutta e AOP Piemonte, rispettivamente Associazione e Consorzio che associano le principali Organizzazioni di

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produttori piemontesi del settore, nonché gli iscritti al sistema di controllo Mela Rossa Cuneo IGP. L’intesa si era concretizzata in azioni comuni nella promozione all’estero di due prodotti di eccellenza del nostro territorio, la mela rossa e il kiwi, attraverso missioni

internazionali e incontri commerciali bilaterali con gli operatori esteri durante la fiera. In questa edizione il rapporto si rinsalda ancora di più a testimonianza di come il sistema ortofrutticolo sia di vitale importanza per l’economia piemontese, con i suoi

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5 milioni di quintali di frutta fresca prodotti all’anno per un valore dell’export di oltre 500 milioni di euro. A fare da traino, la Mela Rossa che negli ultimi due anni ha visto in Piemonte 1.000 nuovi ettari dedicati su un totale di 6.000 ettari complessivi.

LA 36ESIMA EDIZIONE DELLA FIERA Organizzato da Cesena Fiera, Macfrut è l’unica fiera di filiera in ambito internazionale. Undici sono i settori espositivi in rappresentanza di tutti gli anelli del sistema: • sementi; • novità vegetali e vivaismo; • tecnologie di campo; • mezzi tecnici; • produzione, commercio e distribuzione; • biologico; • macchinari e tecnologie del post raccolta; • materiali e imballaggi di con-

fezionamento;

• quarta gamma; • logistica; • servizi.

La scorsa edizione ha registrato 43mila presenze, il 25% da oltreconfine. Tra le novità della 36esima edizione, due aree dinamiche: “Acqua Campus”, con tutte le innovazioni dell’irrigazione in un campo dimostrativo, e “Macfrut Field Solution”, un campo prova di 700 metri quadri per vedere all’opera le più moderne tecnologie per il settore orticolo e frutticolo.

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ATTUALITÀ

Il 15 gennaio scade il bando per l’acquisto di attrezzature

API, CENSIMENTO ALVEARI ENTRO FINE ANNO Tutti i detentori di alveari sono tenuti al censimento annuale, che si svolge tra il 1° novembre e il 31 dicembre 2018. L’iscrizione nella Banca dati dell’anagrafe apistica nazionale (BDA) è un obbligo di legge e riguarda i proprietari anche di un solo alveare. Il censimento riguarda il numero degli alveari, dei nuclei e degli apiari presenti. Si invitano tutti gli apicoltori ad adempiere a tale obbligo con una quindicina di giorni di anticipo rispetto alla scadenza prevista, al fine di consentire agli operatori la corretta registrazione. In caso di mancata o incompleta iscrizione alla banca dati dell’anagrafe apistica nazionale sono previste sanzioni amministrative da 1.000 a 4.000 euro e i deten-

tori di alveari non possono essere qualificati come “apicoltori” ai sensi della vigente normativa (Legge 313/2004 per la “Disciplina dell’apicoltura” e Decreto 4 dicembre 2009, recante “Di-

sposizioni per l’anagrafe apistica nazionale”). Il 15 gennaio 2019, invece, scadrà il termine per la presentazione delle domande di sostegno per l’acquisto di attrezzature necessarie


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all’apicoltura. I beneficiari sono gli apicoltori singoli o associati che conducono almeno 52 alveari, regolarmente registrati presso la BDA, iscritti alla Camera di Commercio, con fascicolo aziendale aperto e con disponibilità di locali di smielatura in regola con le norme igienico-sanitarie. La priorità viene data alle aziende

apistiche gestite da giovani imprenditori, dislocate in zona montana e che non hanno percepito contributi con fondi dell’Unione Europea negli ultimi due anni. Il bando, valido per l’annualità 2018-2019 dal 1° agosto 2018 al 31 luglio 2019, prevede l’erogazione di un contributo per investimenti in attrezzature per la conduzione dell’apiario, per la lavorazione, il

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confezionamento e la conservazione dei prodotti dell’apicoltura, per l’acquisto di macchine, attrezzature e materiali specifici per l’esercizio del nomadismo. Per poter ottenere il contributo, che ammonta al 50% della spesa sostenuta, è necessario effettuare acquisti per un importo minimo di 2.400 € e un massimale di 10.000 €.

I periodi andrebbero differenziati per fasce di altitudine

OCCORRE ALLUNGARE I PERIODI DI PASCOLAMENTO Coldiretti ha chiesto al Settore foreste della Regione Piemonte una deroga al periodo di pascolamento stabilito dal Regolamento forestale. Quest’ultimo stabilisce che per i pascoli situati tra gli 800 e i 1500 metri di quota il periodo di pascolamento sia compreso tra il 31 marzo e il 30 ottobre di ogni anno. Stante l’andamento climatico autunnale piuttosto mite, le praterie situate al di sopra degli 800 metri forniscono ancora molto foraggio, per cui le aziende agricole situate sopra quella quota potrebbero agevolmente protrarre il periodo di pascolo ben oltre il 30 ottobre, con indubbi vantaggi sia per il benessere animale che economici. Coldiretti ritiene, inoltre, che la

fascia di quota prevista dal Regolamento sia troppo ampia per stabilire un unico periodo di pascolamento: tra gli 800 e i 1500 metri

di quota le differenze pedoclimatiche sono significative e i periodi di pascolamento dovrebbero essere modulati per fasce meno ampie.

ZOOTECNIA: RICETTA ELETTRONICA DAL 1° GENNAIO Scatterà il 1° gennaio l’obbligo della ricetta elettronica in campo veterinario, riguardante la prescrizione di farmaci e mangimi medicati. L’obbligo sarebbe dovuto scattare il 1° settembre, ma il Decreto Milleproroghe varato dal Governo la scorsa estate l’ha prorogato di quattro mesi, posticipandone l’introduzione al 1° gennaio 2019. Prosegue ancora per pochi giorni, dunque, la fase spe-

rimentale di utilizzo della ricetta elettronica, introdotta a livello nazionale nel novembre dello scorso anno dalla Legge 167/2017. Obiettivo principale della dematerializzazione della ricetta è garantire la totale tracciabilità del farmaco, dalla produzione all’utilizzo negli allevamenti, come avviene già in campo umano, favorendo al contempo i controlli da parte delle Autorità competenti.


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ATTUALITÀ

Il rilancio dei boschi piemontesi per lo sviluppo delle aree marginali

+10% POSTI DI LAVORO DALLA VALORIZZAZIONE DEI BOSCHI Il 21 novembre si è celebrata la Festa dell’albero, ma non basta ricordarsi degli alberi un solo giorno all’anno. La recente strage di piante causata dal maltempo, specialmente al Nord-Est ma anche, in tono minore, in alcune zone della nostra provincia, rischia di compromettere l’equilibrio ecologico ed ambientale di vaste aree montane. La mancanza di copertura vegetale, infatti, lascia il campo libero a frane e smottamenti in caso di forti piogge, senza dimenticare gli effetti sulla grande varietà di vegetali e sugli animali che popolano i boschi. Al danno ambientale si aggiunge quello economico con gravi ripercussioni sull’intera filiera del legno e sul turismo piemontese. Rendendo maggiormente accessibili i boschi, si creerebbero fino al 10% in più di posti di lavoro nella nostra Regione. È necessario, quindi, investire continuamente per incentivare le filiere del legno, fondamentali per il mantenimento del territorio. Se valorizzati con pratiche di gestione sostenibile, infatti, i boschi piemontesi possono favorire la crescita dell’indotto produttivo e garantire lo sviluppo socio-economico delle aree marginali e di montagna. Ricordiamo che il Piemonte si colloca in vetta alla classifica delle Regioni italiane per superficie fore-

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stale arborea, con circa 1 milione di ettari, pari al 38% del territorio. Nei boschi piemontesi vivono quasi 1 miliardo di alberi e sono presenti ben 52 specie arboree e 40 specie arbustive con una grande variabilità di composizione e struttura, che riflette la complessità delle situazioni ambientali e gestionali. A livello regionale, la provincia di Cuneo è al primo posto per superficie forestale con 258.369 ettari di boschi ed un progressivo aumento delle superfici. Gli incrementi di area boscata sono legati soprattutto all’invasione, da parte di boscaglie di latifoglie varie, di coltivi e pascoli

abbandonati, divenuti progressivamente vere e proprie superfici forestali. Dalla nuova carta forestale risulta che la superficie forestale complessiva del Piemonte al 2016 è di 976.953 ettari. Rispetto al rilievo della precedente carta forestale, risalente all’anno 2000, si registra un incremento per i soli boschi di 57.854 ettari, pari al 6,6%, al netto delle aree trasformate da bosco in altre destinazioni. Nell’ambito della superficie forestale complessiva si è registrata una riduzione di 13.141 ettari dell’arboricoltura da legno (-27%). Questa flessione è dovuta principalmente alla riduzione della pioppicoltura,


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per minore redditività, e in parte allo sgombero degli impianti di arboricoltura da legno a ciclo medio-lungo, alla scadenza degli impegni colturali e di contribuzione. Le “altre superfici forestali” sono rappresentate da circa 9.300 ettari (circa 1% dei boschi), localizzate prevalentemente in aree montane alpine, ai limiti superiori della vegetazione arborea, in aree con forti condizionamenti stazionali (macereti, rupi boscate, greti) o di transizione da pascoli o coltivi abbandonati, con particolare concentrazione nella Città Metropolitana di Torino e in Provincia di Cuneo. La ripartizione della superficie boscata fra le diverse categorie evidenzia che per circa il 50% si tratta di boschi di neoformazione in aree precedentemente prive di copertura. Secondariamente si tratta di popolamenti a prevalenza di conifere, posti ai limiti superiori della vegetazione forestale (lariceti e cembrete, pinete di pino montano, silvestre, ecc.) o in zone con forti limitazioni (rupi boscate, greti ecc.) che localmente ne impedisco-

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boschi di neoformazione (boscaglie pioniere e d’invasione e acero-tiglio-frassineti) e di lariceti e cembrete, mentre nel solo cuneese il 60% dei uovi boschi di faggio.

no l’espansione. La restante parte interessa faggete, querceti, orno-ostrieti o castagneti in popolamenti semi rupicoli o localizzati in zone di transizione aperte verso prato-pascoli o coltivi abbandonati. Nel Cuneese e torinese, rispetto al quadro regionale, si concentrano il 60% degli aumenti di superficie dei

Gli interventi di gestione attiva dei boschi, anche a fini produttivi, se attuati correttamente, non sono in contrasto con funzioni di interesse collettivo quali la prevenzione da incendi, frane o alluvioni. I boschi, valorizzati con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare un importante strumento per la rinascita economica di territori anche marginali attraverso la valorizzazione delle filiere locali collegate con la selvicoltura.

IMPLANTOLOGIA A CARICO IMMEDIATO: facciamo un pò di chiarezza! S

e ti stai informando sull’implantologia a carico immediato avrai sicuramente trovato una marea di informazioni contrastanti…su internet, sui giornali e negli studi dentistici dove ti sei fatto visitare. Volendo informare il paziente nel modo più chiaro possibile per renderlo consapevole nell’affrontare le cure dal dentista, cercherò di chiarirti quelli che secondo me sono gli aspetti fondamentali del problema. Senza usare termini tecnici e con il linguaggio terra-terra che contraddistingue da sempre i nostri articoli. Voglio parlare in particolare di quei pazienti che devono riabilitare un’intera arcata (mettere tutti i denti sopra o tutti i denti sotto).

grosse fonti scientifiche posso dirti una cosa: al tuo osso non piace essere sforacchiato! Hai mai coltivato un orto? Prendi l’esempio delle piante di pomodoro. Se in un metro di terra metti 10 piante di pomodoro come credi che cresceranno? Non avranno abbastanza nutrimento e cresceranno a fatica, forse qualcuna morirà e sicuramente non daranno un gran raccolto. Ogni pianta, similmente agli impianti, deve avere il suo ampio spazio vitale. RISPOSTA NUMERO DUE: Aspetto economico. Dal momento che la ricerca scientifica ha dimostrato che 4 impianti bastano (considera che ci sono alcuni innovatori che stanno provando ad usare solo due impianti!) perché mai dovresti pagarne 6 o 8 o addirittura 12??

Partiamo dalla base: • l’IMPIANTO DENTALE è una vite di titanio puro che si avvita nell’osso che sta sotto la gengiva. A questa vite si ancorano i nuovi denti fissi. • Se manca un dente si posiziona una sola vite, se mancano più denti si posizionano più viti. • Se mancano tutti i denti di un’arcata, si possono ancorare tutti a 4 impianti (in alcuni casi ne mettiamo 6 ma è molto raro) • Se la vite si stabilizza per bene nell’osso allora il dente o i denti fissi possiamo metterli subito e si parla di implantologia a carico immediato (immagina di mettere una vite nel cemento o nel compensato, nel primo caso puoi stringere con quanta forza vuoi, nel secondo caso ad un certo punto la vite comincia a girare a vuoto perché il compensato si spana). Quindi se il tuo osso è bello duro (e questo avviene quasi sempre) i denti fissi si possono mettere SUBITO, se invece è un po’ più morbido si dovranno aspettare DUE MESI. • Un’ultima cosa: “caricare gli impianti” significa attaccarci i denti fissi Ora tu mi chiederai “Ma perché solo 4 impianti e non 12? Io devo mettere 12 denti? Se metto più impianti sicuramente tengono meglio”. RISPOSTA NUMERO UNO: Aspetto biologico. Senza citare

E magari mi farai anche un’altra domanda “Ma perché dobbiamo mettere subito i denti fissi? Aspettiamo un po’ così siamo più sicuri che vada tutto bene?” RISPOSTA UNICA: Considera che la ricerca scientifica ha dimostrato che gli impianti caricati SUBITO (quando sono abbastanza stabili) funzionano bene esattamente come quelli caricati dopo DUE o QUATTRO mesi. Considera poi che se gli impianti non vengono caricati subito, tu dovresti trascorrere quei due o quattro mesi con un bel dentierone svolazzante con il quale non potrai neanche mangiare perché sotto ci sono gli impianti che stanno guarendo! Immagina che bel periodaccio schifoso! Poi dovresti subire un altro intervento per riaprire la gengiva e connettere gli impianti al ponte fisso. Se si può fare tutto subito ti eviti la dentierona e il secondo intervento. Non male no? Quindi nella malaugurata ipotesi che tu non abbia più i denti o debba togliere quelli che restano, quando è attuabile, l’implantologia a carico immediato su quattro impianti secondo me è la soluzione in assoluto migliore. L’intervento dura un’oretta (in mani esperte 20 minuti) e 5 ore dopo (non 12…24…48!! CINQUE!!) esci dallo studio con i tuoi denti fissi provvisori. ATTENZIONE PERO’! Quelli messi in 5 ore sono provvisori! Dopo tre mesi in cui vengono svolti attenti controlli e viene

verificata la corretta guarigione verrà confezionato il ponte definitivo che sarà realizzato con materiali adeguati a durare negli anni. Ultimo concetto. Abbiamo detto che a volte questa procedura non è possibile. Per fortuna questi sono casi molto rari e le possibilità sono due: 1 Il tuo osso è sufficiente ma è morbido. SOLUZIONE: si mettono gli impianti, passi due mesi con la dentiera provvisoria e poi si mettono i denti fissi. 2 Il tuo osso non è sufficiente. SOLUZIONE: si ricostruisce l’osso e poi si mettono gli impianti. In quest’ultimo caso i tempi si allungano parecchio (dagli otto mesi all’anno) ma non ho mai trovato un paziente di questo tipo che alla fine non fosse super soddisfatto del risultato: Avere i denti fissi è un’altra cosa! Se qualcuno ti dice che, la tua bocca è particolare e che non solo non è possibile eseguire un intervento di implantologia a carico immediato, ma che non puoi proprio mettere gli impianti perché hai poco osso RIVOLGITI AD UN IMPLANTOLOGO ESPERTO che saprà trovare la soluzione giusta al tuo caso!

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ATTUALITÀ

Sono previste sanzioni salate per chi le mette in commercio

FLOROVIVAISMO, ATTENZIONE ALLE PETUNIE OGM Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Ambiente, sono 124 le varietà di petunie geneticamente modificate (OGM) non autorizzate, individuate nel territorio dell’UE. La coltivazione ed immissione in commercio di materiale vegetale geneticamente modificato (OGM) nell’Unione europea è soggetta ad autorizzazione ai sensi della Direttiva 2001/18/CE. Le 124 varietà di petunie individuate, geneticamente modificate nel colore del fiore, non possono esse1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21.

prive di autorizzazione che non è mai stata richiesta né rilasciata. Metterle in commercio espone i soggetti interessati a sanzioni dell’ordine di decine di migliaia di euro, oltre alla distruzione totale del prodotto. Si invitano pertanto tutti i soggetti interessati ad evitare l’acquisto e la commercializzazione di tali petunie. Di seguito la lista aggiornata dalla Commissione europea delle petunie non autorizzate all’immissione in commercio.

re commercializzate in nessun Paese UE, Italia compresa, in quanto

African Sunset Alpetunia Red 14 Amore Mio Nome commerciale non verificato (colore: viola con stella gialla) Big Deal Freaky Fuchsia Big Deal Salmon Shimmer Bingo Cherry Pop Bingo Coral Blast Bingo Mandarin Bingo Orange Bingo Orange Morn Bonnie Orange Bingo Red Improved Blast Rose Bonnie Red ‘14 Bonnie Orange Bonnie Orange ‘15 Bonnie Salmon 14 Bonnie Salmon Red Vein 14 Capella Red Nome commerciale non verificato (colore: viola scuro con bordo

22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34.

35. 36. 37. 38.

giallo chiaro) Cascadias Red Lips Charme flame Charms Flame 2-140 Colorworks Homare Coral Morn Crazytunia Cherry Cheesecake (colore: bianco-rosso) Crazytunia Citrus Twist Crazytunia Kabloom Crazytunia Maniac Pink Crazytunia Mandeville Crazytunia Sparky Improved Crazytunia Star Jubillee (colore giallo-viola) Crazytunia Swiss Danser (colore bianco-rosso, con il giallo chiaro nel mezzo) Citrus Twist Debonair Collection H Dusty Rose Draysalmon Duo H Salmon

39. Famous Electric Orange 40. Fire Chief 41. Flamingo (proveniente da Plant 21 LLC) 42. GN2012-01 Type Homare 43. GO!Tunia Orange 44. Go Tunia Neon Pink 45. GO!Viva Orange 46. GS Hellorange 47. Happy Classic Orange Morn O-65 48. Happy Classic Yellow Orange Stripes O-82 49. Hells Bells Orange 50. Hells Fruit Punch 51. Hells Glow 52. Lipstick 53. Littletunia Red Fire 54. Maui Sands 55. Mini Blast Rose/Supertunia Rose Blast Charm 56. My love Orange 57. Orange coloured flore

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58. Orange Star 59. Orange Yellow Center 749 (07336) 60. Orange Yellow Zone 225 61. Pegasus Orange, (Variety Bingo Mandarin) 62. Pegasus Orange Morn (Variety Salmon Ray) 63. Pegasus Orange Star 64. Pegasus Pink Star 65. Pegasus Table Orange (Variety Bingo Orange) 66. Pegasus Table Red Star 67. Peppy Cerise, Art.-Nr. 40693 68. Peppy Purple (colore: viola, bianco-viola) 69. Peppy Red 70. Peppy Red, Art.-Nr. 40395 71. Perfectunia Mandarin 72. Perfectunia Orange 73. Perfectunia Orange Morn 74. Perfectunia Red Improves 75. Pet Star Yellow Orange (colore: rosso-giallo) 76. Petunia x atkinsiana Pegasus® Orange 77. Petunia x atkinsiana Pegasus® Orange Morn 78. Petunia Easy Wave Burgundy Star (colore: viola / viola inten-

so-bianco) 79. Petunia hubrida RayTM Salmoon 80. Petunia hybrida Exp. Sanguna® Salmon 81. Petunia Pegasus Pink Star (colore: rosa chiaro-bianco) 82. Petunia Peppy Sunset (colore: bianco-arancio con giallo chiaro al centro) 83. Petunia Salmon 84. Petunia Surfinia Peppy Cobalt Blue (colore: bianco-violetto con luce gialla al centro) 85. Potunia Papay 86. Potunia Papaya 87. Potunia Neon Violet 88. Potunia Plus Neon/Violet 89. Potunia Plus Neon-Violet, Art.Nr. 41371 90. Potunia Plus Papaya 91. Potunia Plus Red, Art. 40302 92. Potunia Red 93. Potunia Red, Art. –Nr. 40673 94. Raspberry Blast/Supertunia Raspberry Blast 95. Salmon Ray 96. Salmon Velvet F1 97. Ray Salmon 98. Sanguna Salmon 99. Sel Bonnie Orange

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100. Sentunia (2.0) Gshell Orange

Nr. 11-45 101. Sentunia Orange 102. Sentunia (2.0) Rose Coral 103. Sentunia 2.0 Rose

Coral 315 104. Stars Yellow Orange 105. Supertunia Flamingo 106. Surprise Red 2017 107. Surprise Red 2017,

Art.-Nr. 40794 108. Sweetunia Hot Pink 109. Sweetunia Hot Rod Red 110. Sweetunia Hot Pink, Art.-Nr. 40572 111. Top-Tunia Salmon Orange 112. Trilogy Deep Purple 113. Trilogy Mango 114. Trilogy Red 115. Trixi mix La Bomba 116. Trixi mix Coco Bello 117. Vivini Red 118. Viva Bright Red 119. Viva Fire 120. Viva Orange 121. Viva orange Vein 122. Viva Pink Morn 123. Yellow Orange Stripes 124. Petunie non etichettate di colore giallo arancio e bianco viola

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ATTUALITÀ

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Gli obblighi da osservare per garantire la protezione dei dati personali

REGOLAMENTO PRIVACY, ADEMPIMENTI PER LE AZIENDE Il 25 maggio 2018 è entrato in vigore il Regolamento UE 2016/679 (anche noto come GDPR) in materia di protezione dei dati personali di tutte le persone fisiche. Il GDPR introduce un principio innovativo, prevedendo che il titolare del trattamento dei dati personali adotti misure tecniche ed organizzative adeguate per garantire un livello di sicurezza proporzionato al rischio. Per titolare del trattamento deve intendersi il soggetto che viene in possesso dei dati personali e che ne determina modalità e finalità di trattamento. Ne consegue che tutte le aziende devono considerarsi titolari del trattamento. A carico delle aziende gravano una serie di adempimenti, tra i quali: • l’adozione del Registro dei trattamenti, un documento in cui vengono descritti i trattamenti di dati personali effettuati e le procedure di sicurezza adottate; • l’aggiornamento delle informative da rendere agli interessati. Queste, redatte in forma concisa con linguaggio semplice e chiaro, devono riportare le tipologie di dati trattati, le finalità, il periodo di conservazione, i destinatari dei dati, i diritti degli interessati nonché l’identità e i dati di contatto del titolare del trattamento; • la nomina dei responsabili esterni, ovvero di coloro che trattano dati per conto del titolare; • la predisposizione dell’autorizzazione ai dipendenti al trattamento dei dati con le relative istruzioni a cui il personale è tenuto ad uniformarsi; • l’adozione di una procedura da seguire in caso di data breach (distruzione, perdita, modifica, divulgazione o accesso non autorizzato ai dati), con conseguente obbligo di comunicare l’evento verificatosi all’autorità

di controllo entro 72 ore, oltre che ai diretti interessati; • la predisposizione del documento di analisi del rischio sul trattamento dei dati personali; • l’aggiornamento del sito internet. Il Regolamento europeo definisce sanzioni pesanti e commisurate al fatturato delle aziende. In particolare, sono previste sanzioni amministrative fino a 20 milioni di euro, o per le imprese, fino al 4% del fatturato. In aggiunta, il GDPR riconosce all’interessato il diritto al risarcimento del danno dal titolare o dal responsabile del trattamento. Organo preposto al controllo è il Garante per la privacy che potrà avvalersi anche della Guardia di Finanza. Per quel che concerne la normativa italiana, con il D. Lgs. 101/2018, in vigore dallo scorso 19 settembre, il Governo ha modificato il D. Lgs. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”) adeguandolo agli effetti dell’entrata in vigore del Regolamento europeo. Oltre alle sanzioni amministrative già individuate nel GDPR, il Decreto attuativo introduce nuove figure

di reato sanzionabili con la reclusione da 6 mesi a 6 anni. Viene, inoltre, introdotto un periodo transitorio stabilendo che per i primi otto mesi dalla data di entrata in vigore del Decreto, ossia fino al 19 maggio 2019, il Garante tiene conto, ai fini dell’applicazione delle sanzioni amministrative e compatibilmente con le disposizioni del Reg. UE 2016/679, della fase di prima applicazione delle disposizioni sanzionatorie.

Attraverso la società di servizi Impresa Verde, Coldiretti Cuneo ha attivato un apposito “Servizio Privacy”, al fine di fornire la necessaria consulenza ed assistenza alle aziende nell’adeguamento a tale obbligo di legge. Gli Uffici Zona di riferimento sono a disposizione per tutti i chiarimenti. Inoltre, per qualsiasi informazione, è possibile scrivere a privacy.sede.cn@coldiretti.it


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FISCALE

Ecco come mettersi in regola

FATTURAZIONE ELETTRONICA, GUIDA PRATICA Dal 1° gennaio 2019 entra in vigore per tutte le imprese, comprese quelle agricole, l’obbligo della fatturazione elettronica. Si tratta, in pratica, di un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture che va a sostituire integralmente quelle cartacee.

Come emettere le fatture dal 1° gennaio

Per agevolare il passaggio e mettersi in regola, il Portale del Socio Coldiretti mette a disposizione il servizio “Fatturazione digitale”. Tale servizio offre la gestione digitalizzata delle fatture integrata con l’intero ciclo attivo della contabilità d’impresa facilitata da un programma avanzato che consen-

della fattura al Sistema di interscambio (il cosiddetto Sdi). La contabilizzazione sarà sempre a cura di Impresa Verde. Sarà possibile per le imprese che già dispongono di sistemi gestionali propri, continuare ad operare sui propri programmi. In tali ipotesi, però, sarà necessario verificare se tali sistemi, oltre ad effettuare la creazione dei files fattura elettronica, effettuino anche l’invio dei medesimi al Sistema di interscambio. Se ciò non avviene potranno essere concordate specifiche modalità di invio o consegna dei files agli Uffici Zona di Impresa Verde affinché possano provvedere anche alla trasmissione, oltre agli adempimenti contabili connessi di registrazione e di conservazione. Nel caso in cui, invece, i sistemi

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te di monitorare prodotti, listini e clienti direttamente da PC, tablet o smartphone. Grazie al collegamento integrato con Impresa Verde le vostre fatture giungeranno automaticamente agli Uffici Coldiretti, evitando file e facendovi guadagnare tempo per la vostra attività. Dovrete conoscere il codice destinatario o l’indirizzo Pec del vostro cliente da indicare in fattura per il corretto recapito della stessa. Un’altra possibilità è quella di recarsi negli Uffici Coldiretti di Impresa Verde che erogherà il servizio di emissione (e conseguentemente la conservazione) delle fatture attive. Anche in tal caso dovrete conoscere il codice destinatario o l’indirizzo PEC del proprio cliente da indicare in fattura. L’operatore di Impresa Verde effettuerà l’invio

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provvedano all’invio, sarà comunque necessario recapitare i files trasmessi ai nostri Uffici, seppure con maggior tempo a disposizione da concordare con gli Uffici, per gli adempimenti contabili di legge.

Come ricevere le fatture elettroniche

Per garantirvi la ricezione delle fatture elettroniche, potete delegare Impresa Verde alla gestione per vostro conto delle stesse. In tal caso le fatture emesse dai vostri fornitori verranno recapitate direttamente sulla piattaforma gestita da Impresa Verde grazie al codice destinatario telematico che è già disponibile (5W4A8J1) e che tutti i soci che aderiscono al servizio dovranno comunicare ai loro fornitori al fine della ricezione della fatturazione elettronica a partire dal 1° gennaio 2019. Impresa Verde, non appena riceverà le fatture passive, ne darà comunicazione ai soci secondo modalità da

concordare. È opportuno che il codice destinatario telematico venga utilizzato solo a decorrere dal 1° gennaio 2019 e non anche prima, ad esempio per la ricezione delle fatture carburanti già emesse in modalità elettronica da luglio 2018. Per chi delegherà Impresa Verde come intermediario, verrà effettuata, in genere, la preregistrazione del codice presso l’Agenzia delle Entrate. In questo modo, qualora al momento dell’acquisto non aveste a disposizione il codice in questione, potrete indicare in alternativa l’indirizzo PEC: il fornitore potrà correttamente inviare la fattura al Sistema di interscambio, ma la fattura verrebbe comunque recapitata presso l’intermediario Impresa Verde, evitando in questo modo che la stessa venga smarrita o consegnata tardivamente. La preregistrazione non verrà effettuata per imprese che svolgono anche attività diverse e non gestite presso gli Uffici. In tal caso, l’azienda dovrà di volta in volta co-

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municare ai propri fornitori quale indirizzo di destinazione intende adottare, affinché le fatture siano correttamente recapitate all’intermediario di riferimento.

Come registrarsi al Portale del Socio

Registrarsi al Portale del Socio Coldiretti è facile e gratuito. Basta andare su internet e digitare l’indirizzo https://socio.coldiretti.it. Cliccando su “registrati” dovrete inserire il vostro numero di Socio Coldiretti che si trova sulla tessera (il numero di socio e non quello di tessera), la partita IVA o il codice fiscale e un indirizzo mail. Sulla vostra posta elettronica riceverete subito una mail che vi permetterà di completare la registrazione e accedere ai servizi del Portale. Gli uffici zona di Impresa Verde potranno fornire agli associati tutte le ulteriori informazioni e il supporto necessario per l’iscrizione al Portale del Socio.

SETTORE VITIVINICOLO, MVV E FATTURA ELETTRONICA Coldiretti, che già con l’introduzione del Registro unico telematico ha garantito un servizio di contabilità cantina “su misura” a seconda delle esigenze e caratteristiche delle imprese, ora estende la consulenza e l’assistenza anche al documento di trasporto e alla fattura. Ricordiamo che dal 13 aprile è facoltativo l’utilizzo del documento MVV telematico (E-MVV),

in attesa di dematerializzazione obbligatoria. Le aziende potranno disporre di un applicativo, installabile anche su apparecchi portatili come palmare, smartphone o tablet, grazie a cui, ovunque si troveranno, avranno accesso ai dati e alle informazioni dell’attività in tempo reale e potranno interagire per le operazioni previste, produrre E-MVV e fattura digitale

e contestualmente registrare lo scarico su magazzino e registro di cantina. Chi non è intenzionato ad occuparsi direttamente di tali operazioni, può delegarle totalmente o parzialmente al suddetto servizio di Coldiretti. Per maggiori informazioni e per scegliere la modalità di gestione più consona alle proprie necessità, rivolgersi agli Uffici Coldiretti.

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FISCALE

L’esenzione dall’obbligo fino a 25.000 euro evita il blocco dei fondi UE

CERTIFICATI ANTIMAFIA: ESONERO PROROGATO NEL 2019 Con il definitivo via libera del Parlamento al cosiddetto “Decreto Sicurezza” è stato approvato il provvedimento che, per tutto il 2019, esonera dalla presentazione della certificazione antimafia gli imprenditori agricoli che risultano essere beneficiari, a vario titolo, di aiuti europei fino ad un importo di 25.000 euro. Anche il prossimo anno, dunque, le aziende agricole saranno esentate dall’obbligo di produrre tale documentazione per le domande di contributi europei di importo non superiore a 25.000 euro. Si tratta di una misura importante che va nella direzione della sburo-

cratizzazione richiesta da Coldiretti, in prima linea per ottenere l’approvazione della proroga, tra i provvedimenti inseriti nel Decreto Sicurezza. Senza questo intervento, dal 1° gennaio 2019 sarebbe scattato l’obbligo di presentazione della documentazione antimafia per le domande di aiuto di importo superiore a 5.000 euro, con il conseguente rischio di aggravi burocratici e di forti rallentamenti nei pagamenti degli aiuti UE per oltre 700.000 imprese agricole, compreso il pericolo di un vero e proprio blocco dei fondi comunitari. Ad esempio, per quanto riguarda

DOMANDA DI SOSTEGNO COMUNITARIO

gli aiuti PAC, ogni azienda agricola avrebbe dovuto fornire il certificato antimafia in sede sia di anticipo che di saldo dei contributi europei di importo superiore a 5.000 euro, qualora tra i due pagamenti fosse decorso un periodo superiore a sei mesi, poiché tale documentazione ha validità semestrale. Per le aziende agricole, già stressate dalla burocrazia comunitaria e nazionale, questo adempimento si sarebbe tradotto in un ulteriore rischio di ritardi dei pagamenti dei contributi PAC. Nel prospetto che segue, una sintesi degli adempimenti a carico delle imprese agricole.

OBBLIGO PER L’AZIENDA

Domanda di aiuto di importo inferiore a 5.000 euro

L’azienda agricola è sempre esonerata dall’obbligo di presentare la certificazione antimafia

Domanda di aiuto di importo superiore a 5.000 euro e fino a 25.000 euro

Per l’azienda agricola l’obbligo di produrre la documentazione antimafia scatterà solo dal 1° gennaio 2020. È dunque esonerata per tutto il 2019

Domanda di aiuto di importo superiore a 25.000 euro

L’azienda agricola ha sempre l’obbligo di presentare il certificato antimafia

Concessione di terreni demaniali che ricadono nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla PAC

L’azienda agricola ha sempre l’obbligo di produrre la certificazione antimafia, a prescindere dal valore complessivo della domanda di aiuto


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Le informazioni sui lavori effettuati devono essere trasmesse all’ENEA

INTERVENTI EDILIZI: NOVITÀ PER LE DETRAZIONI FISCALI In tema di detrazioni fiscali per gli interventi di risparmio energetico e di ristrutturazione edilizia, la Legge di Bilancio 2018, da un lato, ha prorogato le previgenti disposizioni agevolative, seppure con alcune modifiche, dall’altro ha introdotto nuove tipologie di detrazione quanto a percentuali di detrazione e di ammontare massimo, in particolare sul fronte del risparmio energetico e degli interventi antisismici. La normativa stabilisce che, per consentire il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico ottenuto grazie alla realizzazione degli interventi edilizi e tecnologici che comportano risparmio energetico e/o utilizzo di fonti rinnovabili di energia e che accedono alle detrazioni fiscali previste per le ristrutturazioni edilizie, debbano essere trasmesse all’ENEA le informazioni sui lavori effettuati, analogamente a quanto già previsto per le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica, in genere detti “ecobonus”. Il 21 novembre è online il sito https://ristrutturazioni2018.enea.it,

sul quale effettuare la prevista comunicazione. Quest’ultima è obbligatoria per tutti gli interventi che consentono di realizzare un risparmio energetico - quindi non tutti quelli che possono dar luogo a detrazioni fiscali, come gli interventi per prevenire il rischio di compimento di atti illeciti da parte di terzi - tra i quali: • riduzione della trasmittanza di pareti verticali, di strutture opache orizzontali e inclinate (coperture) e dei pavimenti; • riduzione della trasmittanza dei serramenti comprensivi di infissi; • installazione o sostituzione di impianti tecnologici che permettano di conseguire determinati standard di risparmio energetico quali collettori solari (cosiddetto solare termico), generatori di calore ad aria a condensazione, pompe di calore, sistemi ibridi di caldaia a condensazione con pompa di calore, microcogeneratori, scaldacqua a pompa di calore, generatori di calore a biomassa, sistemi di contabilizzazione

del calore negli impianti centralizzati, sistemi di termoregolazione e building automation, impianti fotovoltaici; • installazione di elettrodomestici, ma solo se collegati ad un intervento di recupero del patrimonio edilizio iniziato dal 1° gennaio 2018, tra cui forni, frigoriferi, lavastoviglie, piani cottura elettrici, lavasciuga, lavatrici, ecc. di classe energetica almeno pari ad A+ oppure A per i forni. Il termine entro il quale deve essere inviata la comunicazione è previsto a regime entro 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori, della dichiarazione di conformità degli impianti o del collaudo. È tuttavia previsto un periodo transitorio per gli interventi iniziati tra il 1° gennaio 2018 e la data di messa online del sito web, avvenuta il 21 novembre 2018, per i quali il termine dei 90 giorni decorre appunto dalla data di apertura del sito. Gli Uffici Zona di Impresa Verde potranno fornire agli associati tutte le informazioni necessarie.

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LAVORO

Numeri in calo rispetto agli anni passati, ma esperienza positiva

SI CHIUDE L’ACCOGLIENZA 2018 DEI BRACCIANTI NEL SALUZZESE I campi allestiti nel Saluzzese per i raccoglitori di frutta si sono confermati per l’annata agraria da poco conclusa un modello virtuoso di integrazione e accoglienza, contro il business dell’immigrazione e dello sfruttamento. È dal 2013 che Coldiretti organizza ogni anno, tra luglio e novembre, la sistemazione di lavoratori stagionali occupati presso alcune aziende agricole del Saluzzese, impossibilitate ad ospitare i propri lavoratori. Fino al 2015 si era provveduto ad allestire tre campi accoglienza, a Verzuolo, Lagnasco e Saluzzo, per un totale di circa 110 posti letto. Dal 2016 in poi, si sono mantenuti i campi accoglienza di Saluzzo (48 posti) e Lagnasco (30 posti). Nel corso degli anni, sono stati accolti all’interno dei campi saluzzesi di Coldiretti circa 550 migranti di origine africana, tra i 21 e i 53 anni di età. Il progetto di accoglienza Coldiretti è un’iniziativa basata sulla collaborazione attiva tra pubblico e privato per garantire un’ospitalità decorosa ed efficiente ai lavoratori occupati nelle nostre aziende, con l’allestimento di moduli abitativi forniti dei servizi di prima necessità, di bagni, docce e locali idonei alla ristorazione.

Il calo di lavoratori accolti nel 2018 - 93 in tutto - rispetto agli anni passati è dovuto all’apertura del PAS (Prima Accoglienza Stagionali) al Foro Boario di Saluzzo, ma anche alla progressiva integrazione dei braccianti attraverso la residenza stabile sul territorio locale, oltre che alla diminuzione di manodopera stagionale nel nostro territorio.

Circa il 40% dei braccianti sono ospitati sin dal 2013 nelle stesse strutture di Coldiretti e tornano a lavorare ogni anno presso le medesime aziende, con le quali firmano un regolare contratto, a conferma di una vera e propria fidelizzazione della manodopera stagionale.

Anche quest’anno i campi sono stati aperti a luglio, in concomitanza con l’inizio della raccolta delle pesche più precoci, mentre la chiusura ha coinciso con la fine della campagna di raccolta del kiwi, nei primi giorni di novembre. Nonostante il calo dei posti letto a disposizione (78 in tutto), il numero di containers è stato proporzionato alle richieste delle aziende agricole. In totale, nel corso di quest’annata agraria sono stati accolti un centinaio di lavoratori. Tutti gli ospiti erano in possesso di regolare permesso di soggiorno, nella maggior parte dei casi di tipo “protezione sussidiaria”, “di lavoro” o “lunga durata”. Raramente vi sono stati migranti in possesso dello status di “richiedente asilo”. L’area assegnata dal Comune di Saluzzo per il campo si è rilevata

ben dimensionata e situata strategicamente a distanza dal PAS (progetto di prima accoglienza per gli stagionali), situato al Foro Boario, punto di riferimento dei migranti africani del Saluzzese. L’area assegnata dal Comune di Lagnasco, la stessa dal 2013, è situata in vicinanza delle principali arterie stradali: una posizione ideale per i lavoratori impiegati in aziende agricole nei Comuni limitrofi. Come già avvenuto negli anni passati, buona parte degli ospiti ha lavorato nel Comune di Revello. I rapporti tra migranti e cittadini sono sempre stati ottimi: grazie alla collaborazione intensa e proficua con le aziende, con i Comuni e le forze dell’ordine, il progetto si è svolto in totale tranquillità e serenità.


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Dicembre | 2018

ECONOMICO

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Nel 2018/2019 si stima un lieve calo globale, ma cresce l’Italia

NOCCIOLE, IL PUNTO SULLA PRODUZIONE MONDIALE Si è tenuto ad Agen, in Francia, l’annuale incontro bilaterale UE-Turchia, nel quale si è fatto il punto sul comparto corilicolo mondiale. La Turchia è il primo produttore globale di nocciole, con un’offerta che raggiunge il 70% del totale. Al secondo posto, con il 15% dei volumi mondiali, l’Unione europea, nella quale l’Italia si piazza al primo posto, producendo oltre il 75% delle nocciole UE. Il Piemonte è tra le prime Regioni italiane produttrici, con una media di circa 14.000 tonnellate di nocciole. Di seguito una sintesi dei dati presentati dalle due delegazioni.

DATI PRESENTATI DALLA TURCHIA

Secondo i dati presentati dal Ministero del Commercio turco, nella stagione 2017/2018 la produzione in guscio è stata di 675.000 tonnellate in Turchia. Nello stesso periodo la produzione in Italia è stata di 90.000 tonnellate, 35.000 tonnellate in Azerbaijan, 30.000 in Georgia, 27.000 negli Stati Uniti, seguiti dal Cile con

25.000 tonnellate e dalla Spagna con 19.000. Gli altri Paesi, tra cui Francia, Iran e Cina, hanno avuto una produzione totale di 47.500 tonnellate. Nella scorsa stagione la Turchia ha realizzato, dunque, il 71% della produzione mondiale di nocciole, seguita dall’Italia con una quota del 9%. Per la stagione 2018/2019 si prevede che il raccolto di nocciole turche sarà di 580.000 tonnellate, che la produzione dell’Azerbaijan aumenterà a 50.000 tonnellate e la produzione della Georgia a 45.000. Il Consiglio Internazionale per le noci e la frutta secca (INC) stima che la produzione italiana salirà a 115.000 tonnellate

e la produzione degli Stati Uniti a 50.000. La produzione stimata del Cile è stabile a 25.000 tonnellate, mentre quella spagnola dovrebbe diminuire di 16.000 tonnellate rispetto alla stagione precedente. Altri Paesi, tra cui Francia, Cina e Iran, dovrebbero arrivare a 51.500 tonnellate. Mettendo a confronto le stagioni 2018/2019 e 2017/2018 si stimano un calo produttivo del 14% in Turchia, un aumento del 43% in Azerbaijan e del 50% in Georgia. L’Italia dovrebbe aumentare la produzione del 28%, gli Stati Uniti dell’85% e gli altri Paesi (Francia, Cina e Iran) dell’8%, mentre dovrebbe mantenersi stabile la produzione cilena.

STIMA DELLA PRODUZIONE MONDIALE 2018/2019 DI NOCCIOLE IN GUSCIO Turchia

580.000 ton

Italia

115.000 ton

Azerbaijan

50.000 ton

USA

50.000 ton

Georgia

45.000 ton

Cile

25.000 ton

Spagna

16.000 ton

Altri

51.500 ton

TOTALE

932.500 ton


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ECONOMICO

A livello mondiale, tra il 2003 e il 2018 la produzione media annuale è di circa 866.000 tonnellate. Nel 2017 la produzione, pari a 949.000 tonnellate, è aumentata del 22% rispetto alla stagione precedente. Nel 2018 è stimata in 933.000 tonnellate, con una diminuzione del 2% rispetto al 2017. Dall’analisi della produzione di nocciole turche negli anni 20032018 emerge che la produzione annuale media della Turchia è stata di 554.000 tonnellate, con

valori che nel 2017 e nel 2018 superano la media. Infatti, nella stagione 2017/2018 il raccolto turco è stato di 675.000 tonnellate, pari al 71% della produzione mondiale, mentre nella stagione 2018/2019 è stimato in 580.000 tonnellate, corrispondente al 62% della produzione globale. In Turchia si coltivano a nocciolo circa 707.000 ettari, circa il 72% delle aree di produzione totali del mondo, che arrivano a 976.000 ettari. Sebbene l’area di produzione

turca sia molto estesa, la quantità di prodotto per ettaro è bassa rispetto ad altri Paesi, poiché la maggior parte di queste aree si trova in terreni acclivi. In termini di superficie la Turchia è seguita dall’Italia, con una percentuale di circa lo 0,8%. Il 57% delle nocciole turche esportate è costituito da nocciole intere, quasi tutto il restante 43% è di nocciole lavorate (17% tostate e 26% per granelle, pasta, ecc.). L’esportazione di nocciole sgusciate è pari soltanto allo 0,09%.

PRODUZIONE MONDIALE DI NOCCIOLE IN GUSCIO Paese

2017/2018

2018/2019

Variazione

Turchia

675.000 ton

580.000 ton

-14%

Italia

90.000 ton

115.000 ton

+28%

Azerbaijan

35.000 ton

50.000 ton

+43%

Georgia

30.000 ton

45.000 ton

+50%

USA

27.000 ton

50.000 ton

+85%

Cile

25.000 ton

25.000 ton

0%

Spagna

19.000 ton

16.000 ton

-16%

Altri

47.500 ton

51.500 ton

+8%

948.500 ton

932.500 ton

-2%

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Dicembre | 2018

DATI PRESENTATI DALL’UE

I numeri presentati dalla Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale della Commissione europea sulla produzione mondiale di nocciole fanno riferimento ai dati dell’ufficio statistico dell’UE (EUROSTAT) aggiornati al 2017: • L’Italia è di gran lunga il più grande produttore dell’UE con 131.280 tonnellate prodotte nella stagione 2017/2018, un aumento di oltre 10.000 tonnellate rispetto all’anno precedente. La produzione di nocciole nel nostro Paese registra un aumento sostenuto dal 2014. • In seconda posizione nel 2017/2018 si posiziona la Francia con 12.060 tonnellate, un volume leggermente più basso rispetto all’anno precedente. • In terza posizione c’è la Spagna con 10.490 tonnellate, 1.000 in più rispetto all’anno precedente. È un aumento significativo, che potrebbe segnare un cambiamento di tendenza dopo diversi anni di produzione in declino. La Spagna è, in media, il secondo maggior produttore dell’UE, superato dalla Francia negli ultimi due anni di produzione. Il quarto grande produttore è la Polonia che, dopo diversi anni con una produzione molto stabile intorno alle 5.000-5.500 tonnellate, l’anno scorso ha registrato un calo di 900 tonnellate. Relativamente alle importazioni nell’UE, nella stagione 2017/2018 c’è stato un aumento di quasi 15.000 tonnellate rispetto all’anno

precedente, fino a oltre 215.000 tonnellate totali di nocciole importate. Nel dettaglio: • importazioni di nocciole sgusciate: 126.387 tonnellate; • importazioni di nocciole lavorate: 88.023 tonnellate; • importazioni di nocciole in guscio: 826 tonnellate, la metà dell’anno precedente. Con l’82,7% delle importazioni totali nell’UE nel 2017/2018, la Turchia rimane di gran lunga il maggiore esportatore nei Paesi UE con circa 178.000 tonnellate. Nel dettaglio: • le nocciole lavorate provengono quasi esclusivamente dalla Turchia con una quota dell’86,7%; • le importazioni di nocciole sgusciate sono aumentate del 5%, fino all’80,5%; • sebbene soltanto importi marginali di nocciole in guscio siano normalmente importati

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dalla Turchia, nel 2017/2018 il volume è aumentato di quasi 6 punti, fino al 6,6%; • le importazioni di nocciole dalla Turchia sono soggette generalmente a un dazio del 3%. Esaminando le importazioni da parte degli Stati membri dell’UE per tutti i tipi di nocciole nel 2017/2018 emerge, in linea con gli anni precedenti, che la Germania è il maggiore importatore con il 38,5%, seguita dall’Italia (21%), dalla Francia (9,6%) e dai Paesi Bassi (8,1%). Dall’analisi dell’export delle nocciole UE emergono cifre in generale stabili. La Svizzera è la destinazione principale, con 2.211 tonnellate, seguita da Russia (1.268 tonnellate), Stati Uniti (804) e Norvegia (694). L’Italia è il maggior esportatore UE con il 25,5% (2.903 tonnellate) del totale; seguono la Spagna con il 16,4% (1,869 tonnellate) e la Germania con il 9,1% (1,030 tonnellate).

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ECONOMICO

Sono entrate in vigore importanti modifiche per le imprese certificate

AGRICOLTURA BIO, LE NUOVE DISPOSIZIONI Il Decreto Ministeriale 6793/2018 ha sostituito integralmente il Decreto 18354/2009, base miliare del Regolamento Biologico vigente. La nuova normativa specifica diverse questioni non ben definite dal vecchio Regolamento e intro-

duce importanti modifiche, di cui riportiamo di seguito una sintesi. Consigliamo alle aziende di scaricare integralmente il documento e analizzarlo attentamente. Per maggiori informazioni è possibile far riferimento agli Uffici Zona di competenza.

PRODUZIONE VEGETALE Vengono ridefinite le regole della rotazione biologica, eliminando integralmente la possibilità dei sovesci dalla definizione di rotazione biologica. Viene, infatti, inserito il termine “principale” a seguito di coltura, rendendo così la rotazione possibile solo tra le colture che rimangono principalmente sull’appezzamento, ossia quelle indicate a fascicolo (stessa definizione del Regolamento PAC vigente). Quindi per la rotazione biologica su un appezzamento una coltura può succedere a se stessa (ristoppio) solo dopo due cicli di colture principali diverse di cui una leguminosa. Restano, però, ammissibili le vecchie deroghe: cereali autunno-vernini e pomodoro da industria, ma susseguiti da due anni di colture principali di cui una leguminosa escludendo anche qui il sovescio; riso per tre anni; tre cicli consecutivi di ortaggi a foglia a ciclo breve seguiti però da un sovescio o una coltura a tubero. Con il nuovo Regolamento, per coltura a sovescio si intende una coltura con almeno 70 giorni di ciclo tra semina del sovescio e semina della coltura successiva. Assume molta importanza la relazione tecnica aziendale, nella quale diventa fondamentale riportare tutte le informazioni tecniche dell’azienda agricola. La relazione dev’essere aggiornata ogniqualvolta vari la situazione aziendale, ad esempio per inserimento di

nuove filiere, attività, appezzamenti, strutture, trattamenti fitosanitari, concimazioni. I reflui zootecnici provenienti da aziende non certificate bio possono essere utilizzati in azienda biologica se dotati di apposita documentazione che attesta la non provenienza da allevamenti industriali, in cui è assente luce naturale o c’è luce forzata per tutto il ciclo produttivo e in cui gli animali sono permanentemente legati o prevalentemente su grigliato. Possono essere utilizzate le seguenti matrici organiche: • letame, letame essiccato e pollina; • effluenti compostati;

• effluenti liquidi di allevamento; • digestato da biogas contenenti sottoprodotti di origine animale o materiale di origine vegetale. Il Regolamento rende sempre utilizzabili i corroboranti in agricoltura biologica, purché in etichetta o sulla confezione presentino apposita prescrizione d’uso come corroborante, biostimolante o induttore di resistenza per vegetali senza nomi di fantasia (ad esempio aceto, propoli, sapone, olio trattato con ozono, calce ecc.). Occorre utilizzare saponi ed aceti autorizzati per gli usi vegetali e non per uso esclusivamente casalingo; “il classico aceto di mele acquistato per uso alimentare, quindi, non si può più utilizzare”.


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PRODUZIONE ANIMALE Con il nuovo Regolamento resta possibile l’inserimento in azienda di capi non certificati qualora non fossero disponibili animali certificati, dimostrando di aver fatto almeno due richieste di acquisto da allevatori certificati, con relativa risposta negativa; eventuale assenza di risposta a tale richiesta dopo 5 giorni viene considerata valida come negativa. Tale richiesta va presentata all’Organismo di Controllo, che a sua volta la presenta all’Autorità competente, che ha 30 giorni lavorativi di tempo per rispondere; anche in tal senso, passati i 30 giorni vale il silenzio assenso. Per estensione significativa dell’azienda zootecnica si intende un aumento del 20% dei bovini adulti e del 30% per le altre categorie; gli accordi di cooperazione non concorrono a tale percentuale. Le aree di pascolo ad uso civico e le aree di pascolo comune sono considerate aree di proprietà di enti pubblici, aree indicate dalla

Legge 16/06/1927 e aree con diritti di uso civico di pascolo. Restano consentite pratiche di “mutilazione” degli animali solo ed esclusivamente a seguito di un parere obbligatorio di un medico veterinario per iscritto ed effettuate secondo la normativa vigente in materia di protezione degli animali (benessere animale). La cauterizzazione dell’abbozzo corneale è inclusa e dev’essere rilasciata al singolo allevamento al permanere delle condizioni che l’hanno determinata. Rientrano nel termine mangimi anche le materie prime

per i mangimi stessi. Per la definizione delle metrature e della capacità massima dei ricoveri per l’allevamento dei volatili, le pollastrelle vengono equiparate alle galline ovaiole. Il vuoto sanitario nell’allevamento dei volatili tra un ciclo e l’altro nel parchetto esterno deve essere almeno di 40 giorni. Per l’apicoltura il nuovo Regolamento specifica che sarebbe ottimale allevare le seguenti specie: Apis mellifera ligustica e/o Apis mellifera sicula. Per condizioni climatiche avverse che possono minacciare la sopravvivenza degli alveari certificati si intendono i rischi di infezioni o diffusione di stadi infettivi e l’indisponibilità di alimenti (scorte e fonti di bottinatura). La cera utilizzabile per l’allevamento apistico certificato dev’essere prodotta sotto forma di fogli cerei da operatori controllati in grado di garantirne la tracciabilità e l’origine.

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ECONOMICO

PRODOTTI TRASFORMATI Per prodotto biologico ottenuto principalmente da ingredienti bio si intende un prodotto con più del 50% in peso di prodotti di origine agricola. Per piatto biologico si intende una pietanza con almeno il 95% di ingredienti biologici di

origine agricola (esclusi sale ed acqua). Per piatto con ingrediente bio si intende una pietanza composta da almeno un prodotto biologico di origine agricola. Il nitrito di sodio e il nitrato di potassio per la trasformazione dei

prodotti a base di carne è ammesso, ma non per la produzione di prosciutti con osso e culatelli, per i quali occorre presentare al Ministero adeguata documentazione attestante l’inesistenza di metodi alternativi al loro utilizzo.

PERIODO DI CONVERSIONE Per inizio del periodo di conversione si intende la data di presentazione della notifica di inizio attività biologica. Resta invariata la durata della conversione prevista dai Regolamenti (CE) 834/2007 e 889/2008, ma sono valide le possibilità di riconoscere retroattivamente quale periodo di conversione eventuali periodi anteriori alla data di inizio attività (riduzione del periodo di conversione). La richiesta di riduzione del periodo di conversione va sempre richiesta direttamente al proprio Organismo di Controllo, specificando il punto A o B dell’art. 36 del Regolamento (CE) 889/2008 e corredando la richiesta di: • descrizione dettagliata delle coltivazioni e dei metodi agronomici utilizzati; • documentazione comprovante

il non utilizzo di sostanze non ammesse dal Regolamento biologico prima della data di inizio attività mediante QDC o perizia. Una volta ricevuta l’Organismo di Controllo deve fare apposita

relazione descrittiva all’Autorità competente, la quale darà parere favorevole o contrario all’Organismo di Controllo e all’azienda richiedente. In caso di mancata risposta dopo 60 giorni dal ricevimento vale il silenzio assenso.

NORME DI PRODUZIONI ECCEZIONALI La stabulazione fissa è ammessa solo per le piccole aziende, ovvero con una consistenza massima di 50 capi, ma occorre comunque garantire le dimensioni interne dei ricoveri previste dal Regolamento (CE) 889/2008 e garantire l’uscita nei paddock o all’esterno almeno

due volte a settimana o almeno quando il clima lo consente. In caso di prima costituzione o rinnovo del patrimonio avicolo aziendale possono essere inserite pollastrelle non biologiche purché con meno di 3 giorni di età, detenendo in azienda apposita

modulistica inviata all’Autorità competente. Per dimostrare la non disponibilità di cera o fogli cerei biologici il produttore deve tenere in azienda almeno due richieste di acquisto con risposta negativa (una mancata risposta di 5 giorni equivale a risposta negativa). La dimostrazione di assenza di prodotti non autorizzati nella cera certificata deve essere comprovata da analisi analitiche. In caso di perdita della produzione foraggera, le Regioni possono autorizzare in alcune zone ben definite e specificate l’utilizzo in deroga per un anno al massimo di mangimi non certificati bio; occorre, però, presentare e detenere apposita deroga regionale.


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ETICHETTATURA Sulle etichette di prodotti certificati bio devono essere presenti: • Rimando all’Organismo di Controllo aziendale (Organismo di controllo autorizzato dal MIPAAF ITBIO XXX);

• Riferimenti dell’azienda con

proprio codice identificativo rilasciato dall’Organismo di Controllo (Operatore controllato XXXX);

Questi riferimenti devono essere apposti accanto al campo visivo del logo dell’agricoltura biologica o almeno vicino ad uno dei loghi presenti in etichetta.

SISTEMA DI CONTROLLO Le attività di conto terzi devono essere assoggettate al sistema di controllo biologico, pertanto tali operazioni devono essere riportate in notifica dall’azienda richiedente. Può non essere inserita in notifica se chi effettua il lavoro in conto terzi è anche certificato bio e riconosciuto: in tal caso all’azienda committente occorre unicamente tenere in azienda il certificato di conformità valido dell’azienda che ha scelto per il conto terzi. Gli unici operatori che possono vendere prodotti biologici senza essere certificati sono coloro i quali vendono direttamente al consu-

matore prodotti biologici imballati e confezionati e che non produco-

no loro, non lavorano lungo tutta la filiera del prodotto che vendono e non importano direttamente il prodotto. Ciò non è applicabile alle piattaforme online. In caso di spostamento degli apiari in terreni non conformi (raggio di 3 km con fiori e polline solo biologici, naturali, spontanee o a basso impatto) si deve dare una comunicazione al proprio Organismo di Controllo 10 giorni prima. Qualora lo spostamento avvenga in zone conformi, invece, non occorre comunicazione: resta sufficiente il Piano annuale delle produzioni zootecniche (PAPZ).

NORMA TRANSITORIA PER LE SEMENTI Resta possibile la richiesta di deroga di materiale non certificato bio. La competenza per il rilascio è del CREA che ha l’obbligo di vigilare ed aggiornare l’elenco delle specie e dei fornitori certificati. Per sementi e materiali di moltiplicazione vegetativa certificati bio si intendono quelli ottenuti senza l’ausilio di OGM, conformi al Regolamento bio 834/2007, non trattati con prodotti fitosanitari non ammessi dai Regolamenti biologici, prodotti su appezzamenti notificati, ottenuti da “madri” certificate bio. È possibile utilizzare in deroga prodotti non certificati bio a patto che non siano stati trattati con prodotti fitosanitari non ammessi dai Regolamenti bio, non siano ottenuti da organismi OGM e abbiano requisiti validi per la commercializzazione. Le deroghe possono essere concesse solo se: • la varietà della specie ricercata non è presente nella banca dati; • il fornitore certificato non è in

grado di consegnare per tempo la varietà richiesta; • per scopi di ricerca o sperimentazione; • ovviamente prima delle semina o trapianto della coltura. La deroga, che ha una sola validità nell’anno della concessione, dev’essere richiesta al CREA con le seguenti modalità: • via posta raccomandata con avviso di ricevimento all’indirizzo: Via Giacomo Venezian 26, 20133 Milano; • via fax al numero 02 69012049; • Via email a: deroghe.bio@crea.gov.it; Si devono rispettare le seguenti tempistiche: 30 giorni prima della semina per le sementi; 10 giorni prima dell’impianto per sementi ortive e materiale di moltiplicazione vegetativo. Il CREA deve rispondere alla richiesta di deroga con la seguente modalità: entro 20 giorni per il primo caso; entro 7 giorni per il secondo

caso. Vale comunque il silenzio assenso dopo tali tempistiche. In caso di negazione, il CREA deve darne motivazione e indicare dove reperire il materiale richiesto se disponibile. Resta ovvio che qualora l’indicazione del CREA non fosse adottabile, ad esempio per la terminazione del materiale dal vivaista consigliato con dimostrazione scritta del mancato prodotto, la deroga viene considerata accettata e valida. Resta facoltà dell’azienda di fare ricorso al diniego entro 30 giorni attraverso raccomandata con avviso di ricevimento al CREA specificando le motivazioni. Il Ministero ha tempo 30 giorni per rispondere definitivamente al ricorso. Per garantire una corretta verifica da parte dell’Organismo di Controllo, l’azienda deve tenere in azienda la deroga, eventuali osservazioni pervenute e il cartellino o il sacco del materiale acquistato ed utilizzato almeno fino alla prima visita ispettiva aziendale ricevuta.


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ECONOMICO

Al via due nuove Commissioni Uniche Nazionali

CUN UOVA E CUN SCROFE DA MACELLO

luogo la prima seduta della CUN Uova, con sede presso la Borsa Merci di Forlì. Come previsto dal Regolamento della stessa CUN,

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ogni lunedì i commissari della parte venditrice e di quella acquirente si riuniranno periodicamente per definire i prezzi per le seguenti tipologie di uova: ♦♦ allevate in gabbie arricchite in natura (€/Kg): • S - meno di 53 g • M - da 53 a 63 g • L - da 63 a 73 g ♦♦ allevate a terra in natura (€/ Kg) • S - meno di 53 g 0,92 • M - da 53 a 63 g 1,33 • L - da 63 a 73 g 1,33 L’8 novembre scorso, invece, si è insediata la CUN Scrofe da macello. Anch’essa - come già avviene per quella dei suinetti e dei suini da macello - ha luogo ogni giovedì preso la Borsa Merci di Mantova

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Dopo l’avvio, nella scorsa primavera, delle CUN Conigli, CUN Suini da macello, CUN Suinetti, CUN Tagli di carne suina fresca, CUN Grasso e strutti, a partire dalla metà di novembre sono divenute operative altre due nuove Commissioni Uniche Nazionali. Si tratta della CUN Scrofe da macello e della CUN Uova in natura da consumo, istituite con Decreti direttoriali del 5 ottobre 2018 del Ministero delle Politiche agricole, di concerto con il Ministero dello Sviluppo economico. Se per i suini l’istituzione di questa ulteriore CUN Scrofe costituisce un completamento della filiera, per il settore avicolo si tratta di una novità assoluta. Lo scorso 12 novembre ha avuto


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(quella dei tagli di carne suina fresca e di grasso e strutti hanno invece sede presso la Borsa Merci di Parma). Nella fattispecie il listino prevede un’unica voce “Scrofe da macello” con prezzo in €/kg. I Commissari delle due nuove CUN, così come avvenuto in precedenza per le altre, sono stati nominati dalle varie Organizzazioni in relazione alla rappresentatività nazionale, calcolata sulla base delle deleghe che i singoli operatori - in questo caso allevatori di suini con scrofaia e di galline ovaiole - hanno dato alla propria Associazione di riferimento. Terminata la raccolta delle deleghe, le Associazioni, in proporzione al corrispondente quantitativo di prodotto rappresentato dai propri associati, sul totale del cor-

rispondente quantitativo a livello nazionale, hanno provveduto a nominare i nuovi Commissari. Grazie al lavoro svolto nei mesi scorsi e grazie alla sensibilità espressa da propri soci, Coldiretti Cuneo ha contribuito a far sì che la nostra Organizzazione potesse

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ottenere un’ampia rappresentanza a livello nazionale sia per la CUN Uova da consumo che per quella Scrofe da macello. In particolare, tra i Commissari di espressione Coldiretti nella CUN Scrofe da macello è stato nominato, in rappresentanza del Piemonte, l’allevatore Giordanino Remo di Costigliole Saluzzo (in foto). Nel complesso, Coldiretti valuta positivamente lo strumento delle CUN, le quali rappresentano un punto di riferimento per il mercato evitando la frammentazione delle quotazioni. La loro istituzione contribuisce, inoltre, ad una maggiore trasparenza dei prezzi. I listini ufficiali delle due nuove CUN, al pari delle altre avviate precedentemente, sono pubblicate settimanalmente sul sito www.listinicun.it

TENDENZE DI MERCATO E CONTRATTAZIONE DEI PREZZI Le CUN, introdotte con il cosiddetto Decreto Agricoltura (Legge 91/2015) e dal successivo Decreto 72/2017, sono chiamate a formulare, in modo regolamentato e trasparente, la tendenza del mercato e i prezzi di uno o più prodotti a livello nazionale, per le quali sono riconosciute e che

sono le filiere più rappresentative del sistema agricolo-alimentare. Ogni CUN è composta in modo paritetico dalla parte venditrice e acquirente, generalmente cinque per parte e si riunisce periodicamente (a cadenza settimanale) per formulare la tendenza e il prezzo di mercato per uno o più

determinati prodotti. Con il riconoscimento di una CUN si arriva ad ottenere un’unica quotazione a livello nazionale per quel o quei determinati prodotti. Di conseguenza vengono sospese, per quel medesimo prodotto, le rilevazioni dei prezzi da parte delle Borse merci territoriali.



SPECIALE

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CUNEO Istituto Virginio Donadio

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ALBA Istituto Umberto I

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MONDOVÌ Istituto Giolitti-Bellisario-Paire

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LOMBRIASCO Scuola agraria salesiana

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ORMEA Scuola forestale

In vista delle iscrizioni degli studenti di terza media alle scuole superiori per il prossimo anno scolastico, ecco una panoramica degli Istituti del nostro territorio che offrono una preparazione nel settore agricolo. Nelle prossime pagine, famiglie e ragazzi troveranno le informazioni utili su percorsi di studio, attività, opportunità di alternanza scuola-lavoro e prospettive occupazionali.


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ORIENTAMENTO SCOLASTICO

L’istruzione agraria tra innovazione e tradizione

CUNEO, ISTITUTO “VIRGINIO DONADIO” L’Istituto “Virginio Donadio” di Cuneo con indirizzo tecnico “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria” prevede un programma di studio che si prefigge l’obiettivo di fornire una sensibilità ed un’attenta consapevolezza sulle tematiche studiate, anche attraverso una continua e dinamica sinergia tra scuola e strutture che operano nel quotidiano agricolo italiano e in ambito comunitario. Presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Virginio” sono attive le articolazioni “Produzioni e trasformazioni” e “Gestione dell’ambiente e del territorio”. Nell’articolazione “Produzioni e trasformazioni” vengono approfondite le problematiche collegate all’organizzazione delle produzio-

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ni agricole, le trasformazioni, la commercializzazione dei relativi prodotti e l’utilizzo razionale e sicuro delle biotecnologie. Nell’articolazione “Gestione dell’ambiente e del territorio” vengono approfondite le problematiche della conservazione e tutela del patrimonio ambientale, l’estimo e il genio rurale. La scuola è dotata di moderni ed attrezzati laboratori (chimica, informatica, biologia e microbiologia) e di un’azienda agraria sperimentale. L’azienda agraria sperimentale, situata a Madonna dell’Olmo, è suddivisa in due aree, una a settore prettamente frutticolo e l’altra costituita da una vasta collezione di piante arboree e arbustive ornamentali tipiche italiane. Nell’area frutticola si trovano, oltre a vecchie varietà di melo, diverse forme di allevamento di differenti piante da frutto (melo, pero, pesco, ciliegio, vite, castagno e piccoli frutti) utili soprattutto ai fini didattici. Gli allievi, infatti, hanno modo di acquisire, tramite periodiche esercitazioni, le abilità e gli strumenti specifici della loro futura professione. Durante il percorso quinquennale gli studenti, oltre alle lezioni e alle esercitazioni in laboratorio, affrontano stages e periodi di alternanza scuola-lavoro presso aziende del settore ed hanno la possibilità di affrontare praticamente quanto appreso ed ottenere maggiori e specifiche competenze professionali. Fra i progetti didattici di maggiore interesse si segnalano il corso per RSPP, il corso per il conseguimento dell’abilitazione alla conduzione in sicurezza delle trattrici agricole e i corsi di informatica finalizzati al conseguimento della certificazione ECDL. In particolare, il corso per RSPP permette agli studenti di affrontare durante il triennio terminale quasi tutto il percorso formativo che consentirà loro di superare, dopo la maturità, l’esame finale (per cui è indispensabile il diploma) per il conseguimento della certificazione. Il diplomato in “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria” è un tecnico polivalente la cui figura professionale si è molto evoluta

ed ampliata nel corso degli ultimi decenni al fine di innovare la pratica agricola e renderla sempre più compatibile con le crescenti esigenze di protezione e difesa dell’ambiente, senza trascurare il miglioramento degli aspetti qualitativi. Le prospettive occupazionali sono molteplici: imprenditore agricolo in grado di competere con i colleghi europei (i quali dispongono quasi sempre di un titolo di studi nel settore), tecnico presso la pubblica amministrazione, presso organismi

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di collegamento e controllo (associazioni sindacali, associazione dei produttori, cooperative, Camere di Commercio, uffici di repressione frodi), tecnico nel settore agroalimentare, nel settore commerciale (emporio enologico, consulenza vendita di prodotti dell’agricoltura e del giardinaggio), libera professione, accesso a qualunque facoltà universitaria. L’Istituto “Virginio” ha, inoltre, attivo un percorso serale triennale rivolto agli adulti, finalizzato al conseguimento del diploma di Perito Agrario.

Maggiori informazioni sui percorsi didattici, sui quadri orari e sulle attività formative della Scuola sono disponibili sul sito internet www.virginiodonadio.it o direttamente presso la sede dell’Istituto, in via Savigliano 25, Cuneo (telefono: 0171 65658, email: info@isvirginio.it)


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ORIENTAMENTO SCOLASTICO

La didattica basata sulle attività di laboratorio

ALBA, ISTITUTO “UMBERTO I” L’Istituto di Istruzione Superiore “Umberto I” di Alba, istituito nel 2000, attualmente è l’unico centro di istruzione superiore agraria “puro” della Provincia di Cuneo. L’Umberto I basa da sempre la propria didattica sulle attività di laboratorio, perché l’obiettivo primario è quello di formare futuri tecnici del settore agrario con competenze tecnico-professionali in grado di affrontare e risolvere le problematiche del mondo del lavoro. Le attività pratiche risultano essere un formidabile strumento didattico volto a favorire la comprensione dei concetti teorici necessari alla professione. In particolare, il nostro modello didattico fondato sull’analisi dei processi produttivi e di trasformazione, poggia su laboratori ed aziende agrarie ben organizzate e gestite, da utilizzare non come sussidi complementari per l’apprendimento, ma come luogo elettivo in cui gli allievi acquisiscono reali capacità professionali di base e specifiche, legate ai diversi comparti produttivi. La sezione di Alba, tecnica agraria con articolazione in “Viticoltura ed Enologica”, immersa nei vigneti (circa 10 ettari), può contare su laboratori di chimica ed enologia attrezzati e su una cantina sperimentale all’avanguardia, attrezzata e suddivisa in

reparti razionalmente predisposti per l’assolvimento di specifiche funzioni e per lo svolgimento sia delle lezioni teoriche, sia delle attività pratiche di laboratorio. Il reparto di enologia e viticoltura è supportato dai vigneti e dalla cantina sperimentale dove vengono rispettivamente coltivati e trasformati i vitigni più diffusi nella regione. Le sezioni di Fossano e Grinzane Cavour, professionali agrarie con indirizzo “Agricoltura e Sviluppo Rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane” sono dotate di aziende agrarie rispetti-

vamente di 5 e 10 ettari circa. La prima è incentrata sull’indirizzo cerealicolo-foraggero; presso di essa è attivo un micro-birrificio didattico ed un incubatoio ittico di valle. La seconda ha indirizzo viticolo ed ospita la famosa collezione “Dalmasso” realizzata in collaborazione con il C.N.R. e l‘Università degli Studi di Torino. Presso le due sedi professionali gli allievi, al terzo anno, hanno l’opportunità di conseguire il diploma di qualifica regionale. La sezione di Verzuolo, tecnica agraria con le articolazioni “Produzioni e Trasformazioni” e “Gestione dell’Ambiente e del

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Territorio”, anch’essa con annessa azienda agraria (8 ettari circa) ha indirizzo prevalentemente frutticolo. È attivo un laboratorio succhi al servizio anche del territorio per la produzione di succhi limpidi di mela, di aceto di miele e di mele. È presente, inoltre, un laboratorio di analisi sensoriale utilizzato anche da Enti ed Associazioni di categoria del sistema agroalimentare per l’organiz-

zazione di corsi di formazione destinati ai tecnici del settore. Gli allievi diplomati presso l’Umberto I sono in grado di organizzare e gestire le attività produttive, trasformative e valorizzative del settore agroindustriale con attenzione alla qualità dei prodotti e al rispetto dell’ambiente; controllare la qualità delle produzioni sotto il profilo fisico-chimico, igienico ed organolettico;

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analizzare i costi e i benefici dei processi di produzione e trasformazione; organizzare e gestire attività di promozione e marketing dei prodotti agrari ed agroindustriali; attivare, nell’ambito della trasformazione, processi tecnologici e biotecnologici per ottenere qualità ed economicità dei risultati, nonché smaltire e riutilizzare correttamente reflui e residui delle lavorazioni.

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ORIENTAMENTO SCOLASTICO

Scuola, azienda agraria e progetti per formare i tecnici dell’ambiente

MONDOVÌ, ISTITUTO “GIOLITTI-BELLISARIO-PAIRE” L’Istituto Tecnico Agrario di Mondovì, situato in via Nino Manera 13, nel complesso dei “Passionisti” adiacente al Palamanera, è nato nel 1973 e per un ventennio ha formato periti agrari con una sperimentazione autonoma. Dal 1994 al 2000 è stato aggregato all’Istituto Tecnico di Alba. Attualmente ha trovato la sua naturale collocazione all’interno dell’Istituto Alberghiero “Giolitti”, con il quale trova continuità per l’utilizzo dei propri prodotti. Il Dirigente scolastico è la Prof.ssa Donatella Garello. La denominazione completa dell’indirizzo è “Istituto Tecnico settore tecnologico ad indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria, con articolazione Gestione dell’ambiente e del territorio”. Il diplomato del suddetto indirizzo acquisisce competenze sia nelle attività produttive e trasformative proprie del campo agrario, sia nella gestione del territorio attraverso stime di valore, relazioni costi/ benefici e valutazioni di impatto ambientale, sia nella gestione contabile dei capitali di un’azienda attraverso bilanci aziendali ed indici di efficienza. Sono a disposizione dei ragazzi per le attività agricole circa due ettari di terreno annessi alla scuola. Gran parte della superficie è occupata dai meleti sperimentali. Gli allievi imparano l’impianto razionale di un frutteto e le varie cure stagionali, in particolare la potatura. Attualmente è in produzione anche un noccioleto impiantato a nocciola tonda gentile trilobata della Langa. Esistono poi ad uso didattico un vigneto, un impianto a susine, uno a kiwi e dei ciliegi. I ragazzi hanno a disposizione moderne attrezzature di rilevamento del territorio. In primavera, in stretto collegamento con il momento dell’impollinazione, viene tenuto un corso

di apicoltura, in un’ottica multifunzionale e complementare delle attività agricole. L’Istituto cura con attenzione ogni problematica relativa all’ambiente ed opera al fine di formare i suoi iscritti riguardo alla sostenibilità delle produzioni. Ha così avviato un percorso formativo/informativo sulla biodinamica. È in via di realizzazione, per gli alunni portatori di handicap, una serra riscaldata. L’impianto di riscaldamento avrà pannelli fotovoltaici, nel massimo rispetto dell’ambiente, in modo da avvicinare gli allievi alle nuove tecnologie e al loro impiego nel settore agricolo. Sono in progetto anche delle cisterne di raccolta dell’acqua piovana, nell’ottica di far fronte ai cambiamenti climatici e alle repentine siccità. Anche quest’anno l’Istituto ha intrapreso un progetto innovativo che proseguirà per tre anni e avrà come obiettivo finale la realizzazione da parte degli alunni di start-up lavorative rispondenti alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori che chiedono cibo di qualità e sostenibilità verso l’ambiente. Il progetto è patrocina-

to dal Comizio agrario di Mondovì che offre supporto didattico e documentale. La collaborazione con il Comizio, in atto da più anni, si è da poco concretizzata in una Convenzione con l’Istituto. L’Ente permette ai ragazzi di attingere ad un patrimonio di inestimabile valore, di riscoprire e conservare la biodiversità del nostro territorio, di fruire di eventi culturali di settore estremamente significativi per il nostro territorio. Nel progetto è compresa anche la collaborazione degli allievi per il recupero del giardino storico delle Orfane della città di Mondovì e l’impianto presso il castello di Rocca de’ Baldi di un meleto varietale che recupererà e diffonderà antichi meli nostrani. L’Istituto Tecnico Agrario partecipa ai convegni che il Comizio organizza per coniugare presente e passato al fine di promuovere nuovi modelli di sviluppo nel rispetto del pianeta e della salute dell’uomo. L’ Istituto,inoltre, da quest’anno, avvierà una coltivazione sperimentale di zafferano, accogliendo la proposta avanzata dagli allievi di quarta.


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Arricchiscono poi l’offerta formativa la partecipazione a fiere ed eventi sul territorio e i percorsi di alternanza scuola-lavoro a partire dal terzo anno di frequenza. Il diploma conseguito presso l’Isti-

tuto Tecnico Agrario dà accesso a tutte le facoltà universitarie, con particolare preparazione per quelle attinenti ai settori agrari e zootecnici. Permette, inoltre, di esercitare l’attività di tecnico nei

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settori economico, estimativo, catastale e di consulenza ambientale, come pure nel campo delle industrie enologica, mangimistica, zootecnica, o di collaborare presso le organizzazioni di settore.

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ORIENTAMENTO SCOLASTICO

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pilotaggio droni, l’alternanza scuola-lavoro all’estero con una rete di scuole agrarie salesia-

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La graduatoria fatta dalla Fondazione Agnelli con l’iniziativa di Eduscopio ha confermato la scuola agraria salesiana di Lombriasco al secondo posto fra tutti gli istituti tecnologici della provincia di Torino. Un riconoscimento che colloca l’Istituto Tecnico Agrario fra le eccellenze della formazione non solo in ambito agrario, ma nel panorama torinese degli Istituti tecnici. Cosa propone la scuola salesiana di Lombriasco che ha nella sua tradizione formativa una schiera di affezionati ex allievi provenienti da tutto il territorio piemontese, ma anche da altre regioni? Un percorso in cinque anni con alcune sottolineature e novità interessanti quali: i corsi per il

)

di Murialdo & C. s.n.c. CI.EMME di Murialdo & C. s.n.c. di Murialdo & C. s.n.c.

ne, in particolare in Francia ed Argentina, le sperimentazioni nell’azienda agricola della scuola


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Nei “porte aperte” di domenica 16 dicembre 2018 e di sabato 19 gennaio 2019 è possibile incontrare docenti, allievi ed ex allievi, visitare gli ambienti e assaporare una proposta formativa che si vuole ancora oggi offrire per un’agricoltura moderna. Sono possibili altri momenti di incontro, previo appuntamento con la direzione. in diversi ambiti. La realizzazione di convegni con dimostrazioni in campo nella collaborazione con diversi enti, fanno della nostra scuola un ambiente aperto al territorio ed inserito pienamente nell’attività produttiva agraria delle provincie di Torino e Cuneo, ma non solo. Inoltre, la possibilità di convitto in ambienti accoglienti dal lunedì al venerdì, lo studio assistito e guidato dai docenti nel pomeriggio, varie iniziative di formazione con corsi ed attività extradidattiche per arricchire il percorso formativo.

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Il valore aggiunto della nostra scuola? Il riferimento quotidiano all’esperienza educativa di don Bosco che continua oggi attraverso una comunità educativa al passo con i tempi per una formazione integrale che si prenda a cuore la crescita dei ragazzi sotto tutti i punti di vista. I risultati eccellenti raggiunti da molti allievi al termine del percorso quinquennale confermano la positività dell’ambiente educativo salesiano che si propone di affiancare la tradizione alle innovazioni per mantenere la formazione al passo con i tempi.

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ORIENTAMENTO SCOLASTICO

Formazione per i tecnici che affronteranno le sfide future della montagna

ORMEA, SCUOLA FORESTALE Dal Piemonte meridionale continua il lavoro iniziato nel lontano 1985: la Scuola Forestale di Ormea è “il cuore pulsante” della provincia di Cuneo in fatto di Agronomia, Selvicoltura e gestione del territorio. La montagna ha sempre più bisogno di tecnici preparati per affrontare le importanti sfide del futuro e il compito della scuola è quello di supportare i progetti formativi che garantiranno occupazione e tutela del territorio montano ma non solo. Per questi motivi l’offerta formativa dell’Istituto vuole fornire agli allievi le competenze professionali necessarie per gestire superfici boschive ai fini della protezione del territorio e della produzione di legname, per effettuare interventi di cura e tutela dell’ambiente silvestre e naturale, per realizzare e gestire aree di verde urbano, parchi e giardini, per intervenire nei processi produttivi nel rispetto della sostenibilità ambientale, per progettare interventi naturalistici e selvicolturali. Il binomio classico della Scuola Forestale di Ormea è quello di Qualifica e Diploma: • Qualifica di “Operatore agricolo indirizzo Silvicoltura, Salvaguardia dell’ambiente”: al termine del terzo anno gli studenti possono raggiungere questo importante obiettivo

grazie al quale potranno lavorare in modo autonomo o in aziende pubbliche e private. • Diploma in “Agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane”: al termine del corso di studi i ragazzi e le ragazze potranno intraprendere attività in proprio, esercitare la libera professione, tramite iscrizione all’Albo professionale, partecipare a concorsi pubblici, lavorare presso Enti Parco, proseguire con gli studi universitari, perfezionare le competenze acquisite mediante percorsi formativi specialistici. La sfida che quotidianamente gli

insegnanti perseguono è, però, quella di parlare al cuore degli studenti e delle studentesse affinché riescano a capire quale sia la strada che li porterà al successo. Per questo la Scuola Forestale, anche grazie alle Convenzioni messe in atto con i più significativi Enti del territorio locale e nazionale, lavora su più fronti. Quali esempi si possono citare il progetto Erasmus plus “Forest4life”, le sessioni d’esame per il conseguimento del patentino europeo della motosega, il Cantiere forestale, le visite ad aziende 4.0, i meeting con le altre scuole forestali italiane, gli incontri con gli esperti del territorio, nonché un solido ed articolato progetto di

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L’appuntamento con gli studenti di terza media e le loro famiglie è per gli open day nelle domeniche 16 dicembre e 20 gennaio. In alternativa si può visitare la scuola anche in settimana, dalle ore 10 alle 17, su appuntamento. Per maggiori informazioni: scuolaforestale@ barufficevaormea.it Telefono: 0174 391042

alternanza scuola-lavoro. Un importante passo avanti è stato l’incremento delle attività realizzate dalla nostra azienda; infatti, alla produzione del miele e del succo di mele di antiche varietà, si è aggiunta quella del “Saraceno”, un ottimo vino prodotto sul territorio di Ormea da un vitigno di Ormeasco. Grazie al lavoro svolto in tutti

questi anni, la Scuola Forestale non rappresenta semplicemente la realtà cuneese ma è diventata risorsa significativa dell’intero mondo forestale del Nord Ovest anche grazie all’organizzazione di corsi, convegni e manifestazioni di varia natura che l’hanno resa centro di dibattito e di ricerca nel settore. Poiché grazie alle sua peculiarità numerosi studenti provengono

dalle regioni limitrofe, l’Istituto ha dovuto organizzarsi per la dimora dei ragazzi e delle ragazze che risiedono lontano. Nei locali scolastici si sono creati spazi per il convitto: camere da letto, sale studio, spazi ricreativi e mensa. Si tratta di un’entità esclusiva che aiuta il processo di crescita degli adolescenti grazie ad una sana vita comunitaria.

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CAMPAGNA AMICA

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Coinvolti agriturismi, aziende di vendita diretta e fattorie didattiche

GIORNATE FORMATIVE PER LA RETE CAMPAGNA AMICA Campagna Amica è un progetto lanciato a livello nazionale da Coldiretti con l’obiettivo di valorizzare l’incontro tra gli agricoltori e i consumatori attraverso una rete capace di promuovere la vendita diretta, l’accoglienza agrituristica e l’attività delle fattorie didattiche. Su ogni territorio Campagna Amica si declina in più percorsi con lo scopo di promuovere tutti gli aspetti della multifunzionalità rurale. Per favorire ed accompagnare questi percorsi, Coldiretti Cuneo ha organizzato tra novembre e dicembre una serie di attività formative di approfondimento dedicate alle aziende multifunzionali impegnate nel progetto Campagna Amica. Il primo momento formativo si è rivolto alle aziende che effettuano vendita diretta. Gli argomenti oggetto di approfondimento sono stati di natura tecnica, dalla normativa fiscale alle regole per la somministrazione non assistita. Spazio anche ai nuovi strumenti digitali, utili sia per facilitare l’attività aziendale sia per andare incontro ad un consumatore sempre più “smart”. Durante il focus dedicato, sono stati analizzati i metodi e gli strumenti di pagamento informatizzati. La seconda giornata formativa si è rivolta agli agriturismi. Tematica predominante è stata la valorizzazione dei prodotti tipici nella cucina del territorio.

In particolar modo sono stati analizzati, anche attraverso una degustazione guidata, gli abbinamenti tra i vini DOC e DOCG cuneesi ed alcuni piatti della tradizione. Il Piemonte è riconosciuto a livello nazionale ed internazionale per i propri prodotti e il vino è uno dei principali ambasciatori del nostro territorio; per questo, nella proposta agrituristica, dev’essere protagonista della tavola, al pari delle materie prime di produzione aziendale. Infine, il percorso formativo più completo, strutturato in tre giornate, è stato dedicato alle aziende che

realizzano attività didattiche all’interno delle proprie realtà agricole. Il corso è servito a tali aziende come aggiornamento per mantenere l’iscrizione all’Albo regionale delle fattorie didattiche, percorso impegnativo che premia gli imprenditori virtuosi che intendono offrire ai loro piccoli visitatori uno spaccato dell’agricoltura utile come spunto e approfondimento per il loro percorso scolastico. Comunicazione, didattica e sostenibilità sono le tematiche affrontate dalle fattorie didattiche durante il corso.

La formazione ha lo scopo di fornire spunti e pratiche per migliorare l’attività aziendale quotidiana. In più - aspetto altrettanto rilevante crea opportunità di riflessione in cui si instaura un dialogo tra aziende: ci si confronta sulle difficoltà e sulle esperienze virtuose, che diventano patrimonio della rete. È questo il valore aggiunto del progetto Campagna Amica, condiviso ed apprezzato da chi fa parte della rete.


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MOVIMENTI

L’elezione arriva al termine di una fitta stagione di confronto

PENSIONATI, DINO AMBROGIO È PRESIDENTE PROVINCIALE Il 3 dicembre l’Assemblea dell’Associazione Pensionati Coldiretti Cuneo si è riunita a Fossano per l’elezione del nuovo Presidente provinciale. È stato eletto per acclamazione all’unanimità Dino Ambrogio. Classe 1949, già Presidente di Zona Fossano e Vicepresidente Coldiretti Cuneo, Ambrogio succede a Lorenzo Bergese che, impossibilitato a partecipare all’Assemblea, ha voluto portare il suo saluto con una lettera di ringraziamento alla Dirigenza e alla struttura Coldiretti per il lavoro svolto con grande passione negli ultimi anni a tutela dei pensionati. Ambrogio è stato scelto tra i 67 Presidenti votati durante le Assemblee comunali ed intercomunali svoltesi tra ottobre e novembre, cui hanno partecipato migliaia di pensionati Coldiretti in rappresentanza dei 28.000 soci dell’Associazione Pensionati di Cuneo. All’assemblea sono intervenuti il Presidente regionale Coldiretti Roberto Moncalvo, il Vice DelegaNella foto in alto: il Presidente regionale Coldiretti Roberto Moncalvo con il neo Presidente dell’Associazione provinciale Pensionati, Dino Ambrogio Nella foto in basso: da sinistra Giancarlo Sevega, Roberto Moncalvo, Dino Ambrogio ed Elsa Bonamico

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to Confederale di Coldiretti Cuneo Bruno Rivarossa e il Direttore Coldiretti Cuneo Tino Arosio. “L’esperienza di oggi - ha evidenziato Moncalvo - è figlia di un lungo percorso, fatto di incontri sull’intero territorio provinciale. Le Assemblee che si sono succedute ci hanno permesso di confrontarci, aggiornarci ed esprimerci, nel pieno stile Coldiretti di condivisione

e dialogo, per arrivare pronti a questo importante appuntamento”. L’Assemblea, oltre al Presidente, ha eletto il nuovo Consiglio di cui fanno parte, tra gli altri, due Vicepresidenti, tre Revisori dei Conti e tre Consiglieri nominati dalla Federazione provinciale Coldiretti. “Siamo pronti a metterci al lavoro per rappresentare e tutelare al meglio gli interessi dei nostri

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pensionati - ha dichiarato il neo Presidente, Dino Ambrogio -. La grande partecipazione degli ultimi mesi alle Assemblee territoriali dimostra la vitalità di un’Associazione chiamata a far emergere con forza il ruolo che noi pensionati abbiamo nella società, come punti di riferimento insostituibili in famiglia e per il buon funzionamento delle imprese agricole”.

IL NUOVO CONSIGLIO PENSIONATI • Dino Ambrogio (Presidente) • Elsa Bonamico di Verzuolo (Vicepresidente)

• Giancarlo Sevega di Cervere (Vicepresidente)

• Luciana Aimo di Mondovì • Guido Barbero di Dronero • Ferdinanda Cravanzola di Govone

• Franco Fenoglio di Bagnolo Piemonte

• Giorgio Giugia di Cuneo • Mario Massimino di Sant’Alba• • • • • •

no Stura Giuseppe Rivetti di Alba Rita Rumazza di Sale Langhe Magda Sacchetto di Savigliano Renzo Icardi di Santo Stefano Belbo (Revisore dei Conti) Giovanni Lombardo di Busca (Revisore dei Conti) Luciano Revelli di Farigliano (Revisore dei Conti)

• Pietro Cappa di Castellino •

Tanaro (Revisore dei Conti, membro supplente) Sebastiano Milanesio di Bra (Revisore dei Conti, membro supplente)

• Giovanni Bergese di Villanova

Mondovì (di nomina Coldiretti)

• Romano Ficetti di Saluzzo (di nomina Coldiretti)

• Nicola Tortone di Fossano (di nomina Coldiretti)

CROCIERA A BORDO DELLA COSTA FASCINOSA Dall’11 al 18 novembre un nutrito gruppo di Pensionati Coldiretti (e non solo) ha viaggiato a bordo della “Costa Fascinosa”. Salpata da Savona, la nave ha raggiunto Napoli, Catania, La Valletta nel cuore di Malta, Barcellona e Marsiglia. È stata apprezzata da tutti i partecipanti l’atmosfera di convivialità e condivisione che si è venuta a creare, punto forte dei viaggi di gruppo Coldiretti Pensionati.


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MOVIMENTI

Nel nuovo percorso formativo i giovani si sono confrontati con Moncalvo

GIOVANI IMPRESA, L’ESPERIENZA AL CENTRO Sono stati tre appuntamenti ricchi di contenuti e spunti di riflessione quelli che una trentina di giovanissimi imprenditori agricoli hanno potuto vivere nelle scorse settimane. Al percorso formativo e informativo, organizzato da Giovani Impresa Coldiretti Cuneo, hanno partecipato ragazzi provenienti da tutte le zone della provincia e dai diversi comparti produttivi del nostro settore. Il primo appuntamento ha previsto una visita presso l’azienda agricola San Desiderio di Monastero Bormida, in provincia di Asti, condotta dal Delegato regionale Giovani Impresa, Danilo Merlo, insieme alla sua famiglia. È stato grande l’entusiasmo della comitiva nel visitare un’azienda agricola a carattere fortemente multifunzionale: oltre all’allevamento zootecnico di vacche da carne di razza piemontese, in azienda sono presenti un agriturismo, un locale adibito al macello anche per conto terzi, un piccolo maneggio abbinato all’allevamento equino, una bottega di Campagna Amica e un allevamento di maiali destinati al consumo interno. Confrontandosi con una realtà aziendale così importante, i giovani partecipanti all’iniziativa hanno raccolto idee per le loro

Il Presidente Moncalvo ha incontrato i giovani imprenditori agricoli

attività imprenditoriali. Hanno poi potuto apprezzare, direttamente dal Delegato regionale Giovani Impresa, quale sia la progettualità della “nuova Coldiretti” e il contributo che i giovani possono dare a questa progettualità. E viceversa. Il secondo appuntamento ha visto i ragazzi impegnati in un momento formativo sul ruolo dei giovani all’interno di Coldiretti. Per i giovani è stata un’interessante opportunità per conoscersi maggiormente, oltre che per aumentare il know-how e la condivisione di esperienze, al giorno d’oggi sempre più necessarie per un giovane, ma soprattutto per un imprendito-

re proiettato al futuro. Nella terza tappa, conclusiva del percorso formativo, i giovani hanno incontrato il Presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo, già Delegato confederale di Coldiretti Cuneo. Quest’appuntamento ha alimentato ulteriormente la passione dei partecipanti per la nostra Organizzazione, di cui fanno parte e di cui saranno il futuro.

Lo scambio di esperienze imprenditoriali e delle progettualità della “nuova Coldiretti”, con la partecipazione di Moncalvo, ha rinforzato il senso di appartenenza dei giovani partecipanti al percorso di formazione e aumentato in loro la consapevolezza che l’agricoltura, quella che ama l’Italia e il proprio territorio, ha futuro. E il futuro è ben rappresentato da questo vivace gruppo di imprenditori agricoli.


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L’attività formativa punta sempre più sulla promozione online

CON DONNE IMPRESA A SCUOLA DI WEB MARKETING Il 27 novembre si è concluso ad Alba un interessante corso di formazione sul web marketing, promosso da Donne Impresa per supportare le aziende alle nuove strategie di mercato. L’iniziativa rientra nell’attività formativa portata avanti da INIPA Nord-Ovest con il supporto economico del PSR. Hanno frequentato le 12 ore previste una ventina di corsisti, tra cui Silvia Viazzi, Responsabile Provinciale Donne Impresa Coldiretti Cuneo e alcune componenti del Coordinamento provenienti da Alba e dintorni. Durante il percorso formativo la docente, Dott.sa Elisabetta Raffaele, ha fornito una panoramica sul mondo digitale, presentando le metodologie utili ad impostare da zero una presenza online efficace, che sfrutti le potenzialità offerte dal web e crei opportunità di business. Si è discusso innanzitutto di siti web, che sono alla base di ogni attività di marketing online. Il corso ha fornito alcune linee guida per strutturare al meglio un

sito, renderlo facilmente fruibile e migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca. La docente ha poi spiegato come gestire una pagina Facebook e un profilo Instagram, come creare e monitorare campagne pubblicitarie e di email marketing. Di particolare interesse, l’analisi delle tecniche più efficaci di comunicazione sui social: la stesura di un piano editoriale per la pubblicazione dei contenuti, le strategie di

copywriting, la scelta delle immagini, le buone pratiche per l’interazione con gli utenti e la gestione della reputazione online. “È stata un’importante occasione di crescita per le nostre imprese ha commentato Silvia Viazzi -. La promozione online è un mercato in forte ascesa, destinato in breve ad una sempre più ampia diffusione. Perciò abbiamo in previsione nuovi corsi che approfondiscano queste tematiche”.

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EVENTI

Grande successo di produttori e territorio ad Alba

BOOM DI PRESENZE AL CAMPAGNA AMICA DAY Un successo con la… “C” maiuscola. La “C” di Campagna Amica e di Coldiretti che, gli scorsi 17 e 18 novembre, hanno organizzato la terza edizione del Campagna Amica Day, nella cornice della Fiera internazionale del Tartufo bianco d’Alba. Migliaia di visitatori, tra albesi e turisti, si sono riversati nel cuore di Alba, piazza Risorgimento, tra i banchi del mercato Campagna Amica. Qui hanno trovato prodotti a marchio, prelibatezze locali fresche e trasformate di grande qualità, spesso frutto di sperimentazioni innovative. Hanno incontrato i nostri imprenditori agricoli e chiacchierato con loro, hanno toccato con mano la passione e l’impegno che mettono ogni giorno per offrire alta qualità al giusto prezzo. Al mercato hanno partecipato oltre trenta aziende agricole dalla Granda, dalle altre province piemontesi e dalla vicina Liguria, giunte ad Alba per offrire il meglio delle loro produzioni, molte delle quali a denominazione d’origine. Molto apprezzati anche gli appuntamenti proposti nel “padiglione del gusto” adiacente al mercato, durante la due giorni.

Tutto esaurito per i cooking show degli Agrichef, i cuochi contadini degli agriturismi Campagna Amica, che hanno raccontato, cucinato e fatto assaggiare gustosi piatti, realizzati con materie prime agricole del territorio. Gli spettacoli sono stati occasioni ghiotte per conoscere meglio i frutti della nostra terra, dai prodotti IGP a quelli meno noti, ma non per questo di minor valore, come conferma la bontà dei piatti presentati,

ai quali sono stati abbinati pregiati vini di Langa marchiati “The Green Experience”. Tra gli Agrichef all’opera, anche la Presidente regionale di Terranostra - Agriturismi di Campagna Amica, Stefania Grandinetti. Infine, le fattorie didattiche hanno coinvolto i più piccoli in due divertenti laboratori. Bimbi (e genitori) sono andati alla scoperta del mondo del latte


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e della pasta, imparando con il sorriso come fare il formaggio e come fare a mano la pasta con materie prime attente a chi soffre di intolleranze alimentari.

Il boom di presenze, sia di visitatori sia tra i produttori agricoli che hanno aderito alle iniziative in programma, evidenzia il successo di una manifestazione che offre grande visibilità alle aziende e ai prodotti a marchio della nostra provincia. Al Campagna Amica Day il mondo agricolo incontra e dialoga con i cittadini, dando un fondamentale contributo allo sviluppo di un nuovo modello di consumo responsabile.

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EVENTI

Duomo di Alba gremito per la Giornata provinciale del Ringraziamento

IL NOSTRO “GRAZIE” PER I FRUTTI DELLA TERRA La diversità e la varietà sono segno tangibile della creatività del Signore, un dono prezioso da tutelare. È questo il messaggio emerso dalla 68esima Giornata provinciale del Ringraziamento svoltasi il 18 novembre ad Alba in un Duomo gremito. Alla presenza dei vertici provinciali di Coldiretti Cuneo, di tanti nostri soci e famiglie e del Presidente del Consiglio comunale di Alba, Don Dino Negro ha ricordato che quando la Scrittura parla del Creato lo fa con un tono di ammirato stupore per la varietà delle creature e, sin dalla prima pagina, sottolinea come Dio benedica la bontà di questa vita plurale e differenziata. Per questo, la biodiversità non può essere sottomessa all’interesse prevalente di pochi e tutti dobbiamo averne cura. Con il tradizionale rito dei doni della terra portati all’altare, il

mondo agricolo ha reso grazie per la biodiversità che la campagna cuneese ci offre. È straordinaria la varietà di razze animali e di produzioni agricole tramandataci dalla

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Arriva alla manifestazione cuneese la battaglia contro le contraffazioni

COLDIRETTI A SCRITTORINCITTÀ PER DIRE “SCEGLI L’ORIGINE!” Anche quest’anno Coldiretti ha rinnovato il sostegno a Scrittorincittà, collaborando alla cerimonia di assegnazione del “Premio Città di Cuneo per il Primo Romanzo”. La partecipazione ad una delle manifestazioni culturali di punta dell’autunno cuneese si inserisce nel progetto di valorizzazione e promozione delle eccellenze agroalimentari del nostro territorio, al fianco di quelle letterarie, portato avanti da Coldiretti. A margine della cerimonia di premiazione, lo scorso 16 novembre al Circolo ‘l Caprissi di Cuneo, Coldiretti ha proposto agli autori e al pubblico, sensibili e attenti alla qualità, una degustazione di prodotti a Km zero. Con l’occasione il Segretario Coldiretti di Zona Cuneo, Massimo Meineri, ha presentato l’iniziativa

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europea “Scegli l’origine!”, promossa da Coldiretti. In tanti hanno firmato la petizione per chiedere alla Commissione UE di rendere obbligatoria l’indicazione del Paese di origine su tutti gli alimenti trasformati e non trasformati, contrastando così il fenomeno dei

cibi falsi spacciati per italiani. Ancora una volta, a Scrittorincittà Coldiretti ha portato la testimonianza di un impegno quotidiano fatto di dedizione alla terra e di battaglie per il bene della nostra agricoltura e del Made in Italy a tavola.

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EVENTI

LA PIOGGIA NON HA FERMATO I “PECCATI DI GOLA” A MONDOVÌ L’edizione 2018 di “Peccati di Gola & XXI Fiera Regionale del Tartufo”, andata in scena dall’1 al 4 novembre a Mondovì, è stata un successo. Nonostante la pioggia del Ponte dei Santi, oltre 30.000 persone hanno visitato la kermesse dedicata al buon cibo locale, apprezzandone le diverse novità, dall’ampliamento delle aree tematiche nelle piazze e vie del centro storico all’allungamento della durata della manifestazione. Tra le aree tematiche, l’Expo del Gusto, il mercato di eccellenze agroalimentari che si è snodato

tra Corso Statuto e Piazza Ellero. Vi hanno partecipato anche una decina di nostre aziende agricole provenienti da ogni zona della provincia, che hanno proposto ai visi-

tatori prodotti di alta qualità come Nocciola Piemonte IGP fresca e trasformata, uova e zabaglione biologici, miele, polline, candele di cera d’api, farine, dolci e salumi.

“BEE, FORMAGGI DI MONTAGNA”: UN’EDIZIONE DA RECORD Ha chiuso con un bilancio di eccellenza la sesta edizione di “BEE, Formaggi di montagna” a Villanova Mondovì, gli scorsi 17 e 18 novembre. La manifestazione si è presentata ai 20.000 visitatori - villanovesi e turisti giunti da ogni parte d’Italia e dalla vicina Francia - con una veste rinnovata, forte del connubio tra tradizione e innovazione. Da un lato, la tradizione della rassegna ovicaprina, giunta quest’anno alla 19esima edizione.

300 i capi presenti, una ventina le specie di pecore e capre, con predominanza della frabosana-roaschina, padrona di casa, e il gradito ritorno delle capre “quattro corna”. Dall’altro lato, l’innovazione espressa in un ricco calendario di appuntamenti che il Comune ha proposto per la prima volta nell’intero weekend, non solo la domenica, fra prodotti tipici da acquistare, show culinari, spettacoli, eventi culturali e per bambini.

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CONSULENZA AGRONOMICA

Consulenza tecnico-agronomica a 360° per ogni coltura

I SERVIZI ALLE IMPRESE DELL’AGENZIA 4A L’Agenzia 4A è un’emanazione di Coldiretti Cuneo che ha l’obiettivo di fornire consulenza tecnico-agronomica a tutti gli operatori del settore agricolo, dell’agroindustria, dell’alimentazione e dell’ambiente. Allo scopo, opera in tutti i comparti agricoli, collabora con le Università, i Centri di Ricerca, le Associazioni di Produttori e tutti gli Enti e le Istituzioni che operano in tali settori e partecipa attivamente a tutti i coordinamenti tecnici regionali. Sull’intero territorio provinciale sono presenti una quarantina di tecnici 4A, abilitati dalla Regione Piemonte come consulenti fitoiatrici a fornire consulenza tecnica specialistica, in particolare alle imprese agricole nei differenti

settori, totalmente “liberi” da interessi economici di tipo commerciale. Al fine di migliorare i servizi rivolti agli associati l’Agenzia 4A dispone di un laboratorio di ana-

lisi chimico-agrarie ed ambientali situato a Cuneo, di un centro autorizzato al controllo funzionale e alla regolazione strumentale delle macchine irroratrici e di una rete di rilevamento meteorologi-

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co diffusa su tutta la provincia. I servizi che i tecnici dell’Agenzia 4A offrono riguardano le problematiche di natura tecnica che possono presentarsi alle aziende agricole nei principali settori produttivi: • cerealicolo e zootecnico; • frutticolo; • corilicolo e castanicolo; • viticolo ed enologico; • orticolo; • piccoli frutti ed erbe officinali; • vivaistico e floricolo. L’Agenzia 4A offre consulenza specialistica a 360° sulle colture, dalla scelta varietale alla gestione della fertilità del suolo, dalla difesa delle colture alla progettazione degli impianti, dai mezzi

di protezione dalle gelate e dalla grandine alla scelta delle attrezzature e dei mezzi tecnici. Importanza sempre maggiore viene data alla gestione delle certificazioni di qualità quali Global G.A.P., GRASP, BRC, IFS, Tesco Nature’s Choice, biologico, SQNPI e alla consulenza delle domande PSR. Particolare attenzione, inoltre, è posta ai servizi e alle progettualità che possono contribuire alla tutela dell’ambiente, anche mediante corsi di formazione e giornate tecniche

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per trasferire alle imprese le migliori e più recenti tecniche di lotta integrata e biologica. Aderire ai servizi di consulenza tecnica dell’Agenzia 4A permette, infine, di poter aderire alle progettualità Coldiretti dei contratti di filiera, ad esempio dei cereali autunnovernini.

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CONSULENZA AGRONOMICA

A cura dei tecnici dell’Agenzia 4A di Coldiretti Cuneo

INTERVENTI AGRONOMICI DEL MESE DI DICEMBRE Uno sguardo alle coltivazioni del territorio a dicembre, mese che darà il via alla stagione invernale, caratterizzato da temperature nella media del periodo e precipitazioni sparse nella norma, con probabilità però anche di neve a bassa quota.

CEREALI

Qualora le condizioni meteorologiche abbiano impedito l’esecuzione dei trattamenti preventivi di diserbo sulle colture autunno-vernine, è possibile ricorrere, ove possibile, alle applicazioni di post emergenza precoce (prime foglie dei cereali autunno-vernini) con gli erbicidi residuali.

FRAGOLA E PICCOLI FRUTTI

In ottemperanza a quanto disposto dal Decreto 22 gennaio 2014 (PAN), punto A.7.2 “Difesa integrata obbligatoria”

FRUTTA

Appena completata la caduta delle foglie è consigliabile, su tutte le specie frutticole, un intervento con rame utile a disinfettare le ferite causate dalla caduta delle foglie e a prevenire gli attacchi di funghi e batteri durante l’inverno. Su tutte le specie si procederà inoltre con le operazioni di potatura invernale; questa pratica

colturale ha lo scopo di eliminare la vegetazione in eccesso e le parti delle piante malate e di migliorare l’equilibrio tra massa vegetativa e frutti per la prossima stagione. Si consiglia di terminare in questo mese le operazioni di potatura su pesco e susino. Sulla coltura del kiwi, si consiglia di utilizzare i giorni più miti ed asciutti per la potatura, con lo scopo di prevenire gli attacchi da parte della batteriosi (PSA). Sul melo le operazioni di potatura “sul bruno” iniziano in questa fase e proseguiranno fino alla prossima primavera. Per la potatura del pero e per la rifinitura della potatura su ciliegio e albicocco bisognerà, invece, attendere la ripresa vegetativa. Si ricorda, infine, che per disin-

Su mirtillo, alla completa caduta foglie, qualora non fosse stato ancora effettuato, si consiglia un trattamento con olio bianco minerale, solo nei formulati ammessi, per il controllo della cocciniglia. Dicembre rappresenta il mese del riposo vegetativo per fragola, mora e lampone. Assicurarsi di aver effettuato trattamenti a base di rame più eventuale zolfo su fragola e mora, mentre su lampone assicurarsi di aver provveduto alla sistemazione dei tralci per la prossima produzione.

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Dicembre | 2018

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fettare le ferite causate dai tagli è opportuno utilizzare prodotti cicatrizzanti che andranno applicati almeno sulle ferite di diametro maggiore.

NOCCIOLO E CASTAGNO

Su nocciolo, in attesa di temperature più basse che contribuiscano alla cascola delle foglie, si consiglia di prevedere un trattamento a base di rame per contenere e prevenire lo sviluppo di batteriosi e cancri rameali. Ove possibile, favorire l’arieggiamento del terreno mediante l’utilizzo di ripper (nei terreni acclivi si consiglia di eseguire queste lavorazioni a file alterne per evitare problemi di erosione in caso di forti piogge). Per le aziende che detengono ancora in magazzino le nocciole, si consiglia di monitorare l’umidità: devono presentare un tasso di umidità pari all’ 8-10% sul guscio e del 5% nel seme per poter essere correttamente stoccate e mantenute. I locali dove possono essere conservate devono presentare, pertanto, una temperatura attorno ai 15° C ed una bassa umidità. Su castagno, per chi non avesse provveduto, si consiglia di effettuare un trattamento a base di rame. È importante la gestione dei residui a terra; bisogna, infatti, favorire una rapida degradazione di foglie e ricci per incrementare la sostanza organica ma soprattutto per ridurre l’inoculo di cydie e balanino che si sono mantenuti nei frutti a terra. È consigliata in tal senso la

trinciatura dei residui con applicazione di piccole quantità di urea per degradare il fogliame. Se non fosse possibile trinciare, si suggerisce l’applicazione di urea a terra oppure, nel caso di produzione biologica, si consiglia di ammucchiare le foglie per farle degradare e riportare in seguito la sostanza organica sul terreno. Le temperature non consento più l’applicazione di nematodi entomopatogeni per il controllo biologico di cydie e balanino. Ricordiamo che non esistono tecniche efficaci per la protezione delle giovani piante dal gelo.

ORTICOLE

Dicembre è il mese dedicato alla prevenzione. È importante, infatti, asportare o eliminare i residui della coltura precedente in vista delle prossime coltivazioni.

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Continua il lavoro in cantina, mentre in campo occorre ultimare le operazioni di concimazione e movimentazione terra nei filari. Si consiglia di iniziare le operazioni di potatura, che proseguiranno fino a febbraio/marzo, a seconda dell’andamento climatico e delle zone. Tra le tecniche di potatura della vite, negli ultimi anni si è ampiamente diffusa la cosiddetta “potatura soffice”, una tecnica innovativa che ha come obiettivo un maggior rispetto della pianta, garantendone una maggiore longevità.

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CONSULENZA LEGALE

Chi è proprietario del suolo è proprietario dei beni che vi sono incorporati

ACQUISTARE LA PROPRIETÀ DI UN BENE CON L’“ACCESSIONE” Nel diritto civile l’accessione è una delle modalità di acquisto “a titolo originario” della proprietà di un bene, ovvero in assenza di trasferimento dello stesso da altro titolare, come ad esempio nella compravendita, che viene definita “acquisto a titolo derivativo”. In tal senso, l’articolo 934 del Codice Civile prescrive che “qualunque piantagione, costruzione od opera esistente sopra o sotto il suolo, appartiene al proprietario di questo, salvo quanto è disposto dagli articoli 935, 936, 937 e 938 e salvo che, risulti diversamente dal titolo o dalla legge”. Il legislatore non ha dettato una definizione legislativa dell’accessione, ma ha ridotto l’istituto alle sole ipotesi delle piantagioni, costruzioni o altre opere fatte sopra

il suolo, lasciando fuori le ulteriori figure dell’unione, commistione, specificazione e degli incrementi fluviali. Il nucleo di questo istituto giuridico è dato dal fatto che l’acquisto

della proprietà è legato all’incorporazione, intesa come unione stabile di una cosa con un’altra, non avendo rilievo alcuno se essa sia avvenuta per evento naturale o per opera dell’uomo.


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Trova applicazione, in questi casi, l’antico principio della prevalenza, secondo il quale il proprietario della cosa principale diviene proprietario della cosa accessoria quando quest’ultima si congiunge stabilmente alla prima. In generale, salvo alcune eccezioni, il suolo attrae tutto ciò che vi è sopra incorporato: il proprietario del suolo è proprietario anche dei beni mobili o immobili che ivi si trovano. Ma non tutto quello che si trova sul suolo diviene del proprietario del fondo, solo ciò che vi è incorporato, ovvero le piantagioni, le costruzioni e le altre opere presenti sopra o sotto il suolo. Due sono, quindi, i requisiti dell’accessione: • la congiunzione di due cose; • l’esistenza fra di esse di un rapporto accessorio/principale.Condizione fondamentale per l’accessione è che una cosa si congiunga e/o si incorpori nell’altra, divenendone parte costitutiva e perdendo, quindi, la sua individualità.

Un’ipotesi particolareggiata di accessione è la cosiddetta “accessione invertita”. È l’ipotesi del proprietario che, nel costruire sul proprio fondo, sconfina in buona fede sul fondo contiguo. Se il proprietario di quest’ultimo non esercita opposizione entro tre mesi dall’inizio della costruzione, il giudice può, su istanza del costruttore, riconoscergli la proprietà della parte di fondo occupata, obbligandolo a pagare il doppio del valore della superficie occupata, oltre al risarcimento del danno. Trattasi, quindi, di un’accessione che non opera direttamente, ma necessita di una pronuncia dell’Autorità giudiziaria. Un accenno specifico va fatto all’istituto dell’accessione invertita da parte della Pubblica Amministrazione. Trattasi di un modo di acquisto della proprietà da parte della Pubblica Amministrazione, detta anche occupazione appropriativa, che si verifica in presenza dei seguenti presupposti: occupazione illegittima di un

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immobile da parte della Pubblica Amministrazione; trasformazione radicale dell’immobile (variazione dei caratteri e della destinazione del fondo). La Pubblica Amministrazione occupa, in assenza di un titolo legittimo (per difetto originario di un provvedimento o per sua scadenza), un suolo di proprietà di un privato, realizzandovi un’opera di pubblico interesse, come scuole, impianti sportivi, strutture ospedaliere, ecc. Nel momento in cui avviene l’irreversibile trasformazione del suolo, si realizza il momento acquisitivo della Pubblica Amministrazione. Si parla di accessione invertita, ovvero in senso inverso alla normale, poiché quest’ultima prevede che tutto quanto è costruito sul fondo, accede allo stesso e viene acquistato a titolo originario dal proprietario dello stesso. In quella invertita, invece, il fondo accede alla costruzione poiché diviene di proprietà della Pubblica Amministrazione. Si tratta di un istituto creato dalla

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CONSULENZA LEGALE

giurisprudenza la cui ratio risiede nella prevalenza dell’interesse pubblico su quello privato. Il proprietario privato, spossessato del bene, può, comunque, chiedere il risarcimento del danno entro il termine di prescrizione di cinque anni dal momento della perdita della proprietà. Il provvedimento di acquisizione comporta il passaggio del diritto di proprietà del bene ed esso, per espressa previsione di legge, deve riportare l’indicazione delle circostanze che hanno condotto all’indebita utilizzazione dell’area e la data dalla quale ha avuto inizio, le attuali ed eccezionali ragioni di interesse pubblico che ne giustificano l’emanazione, nonché l’assenza di ragionevoli alternative alla sua adozione. Oggetto di molteplici interventi giurisprudenziali, è stato anche il rapporto tra l’accessione e l’istituto della comunione. La disciplina della comunione regola i rapporti tra comproprietari circa l’uso e il godimento del bene in comunione, fissa i limiti entro i quali è

consentito il compimento degli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione del bene in comunione o sono permesse le innovazioni, nonché la disposizione del bene in comunione, con la salvaguardia delle ragioni delle minoranze. Le norme del Codice Civile che disciplinano la comunione escludono che il singolo comproprietario, in assenza del consenso degli altri comunisti, possa cambiare la

destinazione al suolo comune ed edificare su di esso, con l’intenzione di appropriarsi del medesimo ed escludere gli altri comproprietari dal suo godimento. Il comproprietario che costruisce senza il consenso degli altri partecipanti alla comunione realizza un’alterazione della destinazione del bene in comunione ed impedisce agli altri comunisti di usare il bene secondo il loro diritto. In tal senso, viola la disciplina della comunione commettendo un atto illecito, così come è contrario alla legge edificare su un suolo in comunione. Essendo, quindi, la comunione, istituto atto a regolamentare i rapporti tra i comproprietari nell’uso e nel godimento di un bene in comunione, non essendoci alcuna norma in grado di determinare l’attrazione della nuova opera nella sfera patrimoniale del singolo costruttore, si esclude che la disciplina della comunione rappresenti una deroga ai modi di acquisto della proprietà e, quindi, dell’accessione.

TERRENO IN COMUNIONE, LE TUTELE IN CASO DI COSTRUZIONE Nell’ipotesi di comunione del suolo e di costruzione eseguita su di esso, da uno solo dei comproprietari, tutti gli altri acquistano la proprietà della costruzione, pro quota, per il semplice fatto di essere comproprietari del suolo. Quando una costruzione è

stata realizzata in assenza dell’autorizzazione preventiva della maggioranza dei comproprietari e/o pregiudichi il godimento del bene in comunione di tutti i comproprietari, il comproprietario che ha subìto un pregiudizio dalla costruzione può esercitare,

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ACSTE

A dicembre, intanto, si rinnovano le cariche sociali di ACSTE

RAFFORZIAMO D’INVERNO IL LEGAME CON I CAVALLI La stagione fredda che è sopraggiunta sembrerebbe avere connotati esclusivamente negativi per chi vive il mondo dell’equitazione. Il periodo invernale rappresenta, invece, una grande opportunità per rafforzare il legame con i nostri cavalli. Anche quando le condizioni meteo sono pessime, è bello passare del tempo in stalla, pulirli, spazzolarli e parlare con loro. Tramite la brusca e la striglia si crea un contatto fisico e si instaura un rapporto simile a quello di reciproca pulizia, che esiste in natura tra i membri del branco. Inoltre, l’animale impara a sentirci, a fidarsi e a rispettarci e noi conosciamo

meglio i suoi pregi e difetti. I nostri amici quadrupedi apprezzeranno la nostra compagnia in at-

tesa di un tempo più clemente che permetta le uscite all’aria aperta. Buone feste a tutti!

RINNOVO CARICHE SOCIALI ACSTE Convocazione Assemblea Ordinaria dei Soci I Sig. soci sono convocati in Assemblea Ordinaria per il giorno 18 dicembre 2018 alle ore 22.00, ed occorrendo in seconda convocazione per il giorno mercoledì 19 dicembre 2018 alle ore 21.00 presso il Circolo ACLI S. Biagese - Fraz. S. Biagio, Centallo (CN), per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: • Rinnovo del Consiglio Direttivo, del Presidente e di ogni altra carica prevista da Statuto; • Varie ed eventuali. Poiché la maggioranza degli iscritti ha assicurato la sua presenza per il giorno mercoledì 19 dicembre 2018, l’Assemblea si terrà in seconda convocazione. Cuneo lì, 2 novembre 2018

Il segretario Debora Vigna

Il Presidente Ivo Bianco

Ogni soggetto legittimato ad intervenire in assemblea può farsi rappresentare mediante delega scritta

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SERVIZI ALLA PERSONA

Serve comunicare all’INPS le richieste di variazione delle detrazioni 2019

DETRAZIONI D’IMPOSTA PER I PENSIONATI Ai sensi dell’art. 7 del TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi) l’imposta dev’essere determinata con riferimento alle sole vicende o ai fatti economici fiscalmente rilevanti avvenuti nell’anno di riferimento. Il riconoscimento della detrazione di cui all’art. 13 del TUIR costituisce un diritto per il contribuente e un correlativo obbligo per il sostituto di imposta.

Applicazione o rinuncia della maggiore aliquota

L’INPS ha più volte chiarito che i beneficiari delle prestazioni pensionistiche e previdenziali interessati all’applicazione dell’aliquota più elevata degli scaglioni annui di reddito e/o al non riconoscimento, in misura totale o parziale, delle detrazioni d’imposta per reddito di cui all’art.13 del TUIR, sono tenuti a darne comunicazione all’INPS ogni anno. In assenza di esplicita comunicazione, l’Istituto, in qualità di sostituto d’imposta, ai sensi della

normativa vigente, procederà ad applicare le aliquote per scaglioni di reddito e a riconoscere le detrazioni d’imposta di cui al citato art. 13 sulla base del reddito “erogato” dallo stesso Istituto. Interessati alle richieste potrebbero essere, a titolo esemplificativo, i titolari di prestazioni pensionistiche quali, ad esempio, le pensioni di reversibilità o di assegno ordinario di invalidità, che svolgono l’attività di lavoro dipendente, oppure i titolari di prestazioni a so-

stegno del reddito, come la NASPI.

Detrazioni per i redditi da pensione nel 2018

La Legge di Bilancio 2017 è intervenuta razionalizzando la detrazione per redditi da pensione. L’intervento è stato fatto per portare la soglia di esenzione IRPEF a 8.000 euro per tutti i pensionati: è stato infatti eliminato il comma del

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Dicembre | 2018

TUIR che differenziava la detrazione in base all’età del pensionato (se over 75 anni o meno). Se alla formazione del reddito complessivo concorrono uno o più redditi di pensione, spetta una detrazione dall’imposta lorda rapportata al periodo di pensione nell’anno, pari a: • 1.880 euro, se il reddito complessivo non supera 8.000 euro. L’ammontare della detrazione effettivamente spettante non può essere inferiore a 713 €; • 1.297 euro, aumentata del

prodotto fra 583 euro e l’importo corrispondente al rapporto fra 15.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 7.000 euro, se l’ammontare del reddito complessivo è superiore a 8.000 euro ma non a 15.000 €; 1.297 euro, se il reddito complessivo è superiore a 15.000 euro ma non a 55.000 euro. La detrazione spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l’importo di 55.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e l’importo di 40.000 euro.

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Variazione delle detrazioni per il 2019

A partire dal 15 ottobre 2018 è possibile acquisire le suddette richieste anche per l’anno d’imposta 2019. Le relative richieste possono essere inoltrate con procedura telematica all’Istituto tramite il Patronato Epaca. Gli uffici Epaca di Coldiretti restano a disposizione per maggiori dettagli.

VERIFICA POSIZIONE INPS PER GLI ALLEVATORI Gli allevatori che superano, per effetto del numero di capi, la potenzialità del terreno condotto in base ai parametri stabiliti dalla legge, sono tenuti a presentare, unitamente alla denuncia dei redditi, il modello RD (già A1). Dalla compilazione di questo specifico quadro emerge il red-

dito di allevamento. In relazione a tale reddito, va attentamente modificata la collocazione in una delle fasce previste dall’INPS per il versamento dei contributi previdenziali. La comunicazione circa l’eventuale variazione di fascia va presentata all’INPS entro il mese di

dicembre. Pertanto le aziende interessate dovranno presentarsi quanto prima presso gli Uffici Epaca di Coldiretti con la copia della denuncia dei redditi 2018 (se non presentata tramite Impresa Verde - Coldiretti) per inoltrare le opportune istanze all’INPS.

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a tutti i nostri Clienti di ieri, di oggi e di domani!

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SERVIZI ALLA PERSONA

Astensione obbligatoria dal lavoro: beneficiari, durata e retribuzione

COME FUNZIONA IL CONGEDO DI MATERNITÀ Al fine di tutelare la funzione essenziale svolta dalle lavoratrici madri in ambito familiare e, più in generale, per garantire loro equità di trattamento in ambito lavorativo, all’art. 37 della Costituzione è sancito che “la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione”. Tali principi, che sono orientati a favorire la conciliazione dei tempi di famiglia e lavoro, sono ribaditi nel “Testo Unico per la tutela e il sostegno della maternità e della paternità” emanato dal D.Lgs. 151/2001 e nel D.Lgs. 80/2015 che, in attuazione del Jobs Act, ha apportato importanti modifiche alla disciplina dei congedi parentali. I due testi costituiscono quindi il più importante riferimento normativo italiano in materia di tutela della genitorialità.

Cos’è il congedo di maternità

Per congedo di maternità si intende l’astensione obbligatoria dal lavoro della lavoratrice durante la gravidanza e nel periodo immediatamente successivo al parto, durante il quale la stessa perce-

pisce un’indennità economica in sostituzione della retribuzione. Tale diritto e la relativa indennità spettano anche in caso di adozione o affidamento di minori. In determinati casi, che impediscono alla madre di beneficiare del congedo di maternità, il diritto all’astensione dal lavoro e alla relativa indennità spettano al padre: si parla, in questi casi, di congedo di paternità.

Chi ha diritto al congedo di maternità

Ne hanno diritto le seguenti categorie di lavoratrici subordinate e parasubordinate: • le lavoratrici dipendenti assicurate all’INPS anche per la maternità; • le lavoratrici (operaie, impiegate, dirigenti, apprendiste) aventi un rapporto di lavoro in corso alla data di inizio del congedo; • le lavoratrici agricole a tempo indeterminato e a tempo determinato; • le lavoratrici disoccupate o sospese (previa verifica di particolari condizioni); • le lavoratrici a domicilio (art. 61 del Testo Unico); • le lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf e badanti); • le lavoratrici LSU o APU

(attività socialmente utili o di pubblica utilità di cui all’art.65 del Testo Unico); le lavoratrici iscritte alla gestione separata INPS e non pensionate, tenute però a versare il contributo con l’aliquota maggiorata prevista dalla legge per finanziare le prestazioni economiche di maternità.

Come usufruire del congedo

Così come disciplinato dalla normativa, la sospensione dell’attività lavorativa riguarda i due mesi precedenti la data presunta del parto e i tre mesi successivi, oltre che, in caso di parto avvenuto dopo la data presunta, i giorni compresi tra la data presunta e quella effettiva. Ferma restando la durata complessiva del congedo di maternità, il Testo Unico prevede che le lavoratrici possano astenersi dal lavoro a partire dal mese precedente la data presunta del parto e nei quattro mesi successivi al parto. Nei casi di parto anticipato rispetto alla data presunta (parto prematuro o precoce), ai tre mesi dopo il parto si aggiungono i giorni non goduti prima del parto, anche nell’ipotesi che la somma dei 3 mesi dopo il parto stesso e dei giorni compresi tra la data effettiva del parto e quella presunta, superi il limite complessivo di cinque mesi.


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Dicembre | 2018

In caso di ricovero del neonato in una struttura pubblica o privata, la madre ha il diritto di chiedere la sospensione del congedo di maternità e di fruire dell’astensione, in tutto o in parte, dalla data di dimissione del bambino. Viene poi riconosciuta l’astensione obbligatoria anche alle lavoratrici dipendenti o iscritte alla gestione separata INPS in caso di interruzione spontanea o terapeutica della gravidanza successiva al 180esimo giorno dall’inizio della gestazione, nonché in caso di decesso del bambino alla nascita o durante il congedo di maternità. In queste circostanze, tuttavia, è riconosciuta alla lavoratrice la facoltà di rinunciare alla fruizione dell’astensione obbligatoria e

riprendere in qualunque momento l’attività lavorativa. Nell’ipotesi di adozioni e affidamenti il Testo Unico prevede il congedo di maternità per un periodo massimo di cinque mesi, anche per le lavoratrici che abbiano adottato un minore.

Quanto spetta in caso di congedo Lavoratori subordinati: Durante i periodi di congedo di maternità (o paternità) la lavoratrice (o il lavoratore) ha diritto a percepire un’indennità economica pari all’80% della retribuzione giornaliera, calcolata sulla base dell’ultimo periodo di paga scaduto immediatamente precedente l’inizio del congedo.

Iscritti alla gestione separata INPS: Il diritto all’indennità di maternità o paternità spetta se nei 12 mesi precedenti il mese di inizio del congedo di maternità o paternità risultano effettivamente accreditati o dovuti alla gestione separata almeno tre contributi mensili comprensivi dell’aliquota maggiorata. L’indennità di congedo giornaliera è pari all’80% di 1/365 del reddito.

Gli Uffici del Patronato EPACA di Coldiretti sono a disposizione per ogni informazione aggiuntiva e per l’inoltro delle domande di congedo di maternità.

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Sabato 17 novembre presso il Salone di rappresentanza dell’Azienda Ospedaliera “Santa Croce e Carle” di Cuneo, la TIN (Terapia intensiva neonatale) ha organizzato un’intensa mattinata per celebrare la Giornata dei bimbi nati prematuri. La Giornata ha avuto come obiettivo quello di raccontare che cosa significa nascere prima delle 40 settimane di gestazione. “I prematuri sono come piccoli guerrieri - spiega il primario della TIN di Cuneo, Andrea Sannia che, per vincere, hanno bisogno di un supporto forte, a 360 gradi, che coinvolge tutti: operatori sanitari, genitori, società”.

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SALUTE

Da quest’anno per gli ultra 65enni anche il vaccino contro lo zoster

AVVIATA LA CAMPAGNA CONTRO L’INFLUENZA Malattia respiratoria acuta dovuta all’infezione da virus, l’influenza si manifesta con febbre oltre i 38° C, mal di gola, tosse, secrezioni nasali abbondanti. Lo scorso anno solo in Piemonte, tra la metà di ottobre e la fine di aprile, l’influenza ha colpito circa 670.000 persone. Poiché è tra le cause di accesso al Pronto Soccorso e di ricovero in ospedale ed è un’importante causa di assenza dal lavoro, è meglio prevenire, con la vaccinazione, le conseguenze più gravi. Come ogni anno, il servizio sanitario offre gratuitamente la vaccinazione antinfluenzale a tutti i soggetti che, a causa del proprio stato di salute, si trovano in condizioni di maggior rischio. Si tratta di soggetti con età maggiore o uguale a 65 anni e di persone, tra i 6 mesi e 64 anni, che soffrono di malattie croniche che, in caso di influenza, possono sviluppare gravi complicazioni. Da quest’anno, per gli ultra 65enni, è disponibile anche il vaccino contro lo zoster. I donatori di sangue potranno vaccinarsi dal proprio medico di medicina generale, previa identificazione tramite il tesserino di

riconoscimento. Il vaccino somministrato sarà unico e quadrivalente, secondo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Oltre alla vaccinazione (utile nei soggetti a rischio) ci sono alcune misure efficaci nel prevenire le infezioni respiratorie: lavarsi frequentemente le mani, coprire la bocca e il naso quando si starnutisce e

tossisce, rimanere a casa nei primi giorni di malattia respiratoria febbrile per non contagiare le persone con cui si viene in contatto. Informazioni dettagliate e aggiornate saranno disponibili sul sito della Regione Piemonte. Ci si può anche rivolgere direttamente ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta o ai servizi vaccinali delle ASL. Trivelle_Miniescavatori_2_1-3

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Ecco il test che individua l’infezione da Helicobacter Pylori

DISTURBI ALLO STOMACO, UNA DIAGNOSI ACCURATA L’Urea Breath Test è un esame non invasivo di grande accuratezza diagnostica, ampiamente utilizzato in gastroenterologia per la diagnosi dell’infezione da Helicobacter Pylori. L’Helicobacter Pylori è un batterio in grado di vivere e replicarsi nello stomaco umano senza causare problemi per la salute. In alcuni soggetti, però, può provocare infiammazione gastrica intensa con bruciori, dolori gastrici, nausea, vomito, eruttazione frequente, reflusso gastroesofageo e perdita di peso. L’infezione a volte può diventare pericolosa determinando malattia ulcerosa, gastrite cronica, atrofia gastrica, displasia e in alcuni casi cancro allo stomaco. L’Urea Breath Test consiste nella

raccolta di aria espirata prima e dopo 30 minuti dalla somministrazione di una soluzione contenente urea marcata. Il paziente deve presentarsi a digiuno e trattenersi presso la sede CDC per l’intera

durata del test, pari a 35 minuti. Per poter effettuare il test è necessaria la prenotazione; al momento della prenotazione saranno fornite al paziente le indicazioni per la preparazione all’esame.

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“La storia di Carlo. Un alpino caduto sul fronte grecoalbanese” di Giancarlo Gili (Fusta Editore, 2018) “In una sera di gennaio mi pervade la voglia di scrivere. Scrivere per ricordare un ragazzo che nasceva in tempo di guerra, una guerra che si riteneva giusta… Ma le guerre non sono mai giuste e tanto meno lo fu questa”. Inizia così “La storia di Carlo”, l’ultimo libro di Giancarlo Gili, dedicato allo zio Carlo, saviglianese morto sul fronte greco-albanese durante la seconda guerra mondiale. Questo libro racconta la (breve) vita di Carlo prima della chiamata al fronte e le brutture della guerra. A condurci in un viaggio non troppo lontano nel tempo, le testimonianze della famiglia e le lettere scritte da Carlo, da cui traspare la personalità di un ragazzo che, pur mal sopportando il periodo del servizio militare obbligatorio, si è messo a servizio della patria con coraggio, impegno e senso del dovere. Un ragazzo di ventitré anni, uno dei tanti, vittima dell’assurdità della guerra. “La storia di Carlo” è un racconto di sofferenze e stenti, di tristezza e angoscia per chi a casa attende il ritorno degli uomini partiti al fronte. Ma contiene anche una grande speranza, quella di non arrendersi mai ad un mondo a volte così crudele.

L’AUTORE Giancarlo Gili è nato nel 1953 a Savigliano e qui ha sempre vissuto, nella cascina in via Monasterolo. Fino al 2007 ha lavorato nel ramo esattoriale di un gruppo bancario e, una volta raggiunta la pensione, si è dedicato al lavoro agricolo nell’azienda di famiglia, attività mai interrotta negli anni. “La storia di Carlo” è il quarto libro di Gili. Nel 2009 ha pubblicato il primo volume “Una falsa illusione”, seguito da “I senza voce” nel 2011 e “Semplicemente mamma” nel 2017.

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SCADENZE

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mento relativo al saldo dell’imposta IMU anno 2018, tramite modello F24 o conto corrente postale.

VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti delle ritenute effettuate nel mese di novembre sui redditi di lavoro dipendente e di lavoro autonomo. IVA MESE DI NOVEMBRE Annotazione di liquidazione per il mese di novembre e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola, d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2017 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000 euro, se prestazione di servizio, o di 700.000 euro per le altre attività. Devono, inoltre, effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art. 66 della Legge 427/93. VERSAMENTO IMU SALDO 2018 Entro tale termine dev’essere effettuato il versa-

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VERSAMENTO TASI SALDO 2018 Entro tale termine dev’essere effettuato il versamento relativo al saldo della TASI dovuta per l’anno 2018. CONTRIBUTI INPS DATORI DI LAVORO AGRICOLI I datori di lavoro che hanno assunto alle proprie dipendenze operai agricoli a tempo determinato e/o indeterminato nel 2° trimestre 2018 devono effettuare, entro tale data, il versamento della relativa rata dei contributi. VERSAMENTO IMPOSTA SOSTITUTIVA TFR I datori di lavoro agricoli che hanno alle proprie dipendenze operai a tempo indeterminato devono effettuare, entro tale termine, il versamento dell’acconto dell’imposta sostitutiva sul TFR pari al 90% delle rivalutazioni TFR maturate al 31 dicembre 2017. Il codice tributo è il 1712.

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27 DICEMBRE ACQUISTI - CESSIONI E PRESTAZIONI DI SERVIZI INTRACOMUNITARI Entro tale data scade il termine per i contribuenti mensili per la trasmissione in via telematica, all’Agenzia delle Dogane, dell’elenco riepilogativo degli acquisti e delle cessioni intracomunitarie di beni e servizi resi e ricevuti nel mese di novembre. ACCONTO IVA Entro tale data dev’essere effettuato il versamento dell’acconto IVA stabilito nella misura dell’88%. Si assume come riferimento l’imposta relativa al mese di dicembre 2017 per i contribuenti mensili e l’ultimo trimestre 2017 (dichiarazione annuale) per i contribuenti trimestrali. Si potrà in alternativa adottare il metodo previsionale o il metodo analitico.

31 DICEMBRE IVA REGISTRAZIONE FATTURE Per le fatture di vendita il termine per effettuare la registrazione è stabilito in 15 giorni dal momento in cui sono emesse. Le fatture d’acquisto devono essere annotate in apposito registro entro l’anno nella cui dichiarazione viene esercitato il diritto alla detrazione della relativa imposta. IVA ESPORTATORI I contribuenti che si avvalgono della facoltà di acquistare o importare beni e servizi senza pagamento dell’imposta devono annotare nei registri di cui agli articoli 23 o 24 ovvero 39, secondo comma, entro ciascun mese, l’ammontare di riferimento dell’esportazione e quello degli acquisti effettuati senza il pagamento dell’imposta. Il tutto risulta dalle fatture e bollette doganali registrate entro il mese precedente.

1° GENNAIO 2019 I produttori agricoli che nel corso dell’anno 2018 hanno superato il volume d’affari di 7.000 euro devono da oggi iniziare la fatturazione diretta SEGHERIA - COMMERCIO LEGNAMI LEGNA DA ARDERE - PELLET

delle vendite. Per la tenuta della contabilità IVA gli associati possono avvalersi dell’apposito servizio di Impresa Verde Cuneo srl, società di servizi di Coldiretti Cuneo. FATTURA ELETTRONICA Il Decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2019 conferma l’avvio dell’obbligo della fattura elettronica dal 1° gennaio 2019 per tutti i privati titolari di partita IVA. Sono esclusi, quindi esonerati dall’obbligo e-fattura, i contribuenti nel regime forfetario, minimi e produttori agricoli esonerati.

15 GENNAIO IVA FATTURAZIONE DIFFERITA

A seguito delle modifiche apportate all’art. 21 del D.P.R. 633/72, dev’essere emessa, entro tale data, la fattura per le cessioni di beni effettuate nel mese di dicembre, la cui consegna o spedizione risulta da idoneo documento. La fattura differita dev’essere registrata entro la stessa data e con riferimento al mese di consegna, cioè dicembre.

16 GENNAIO VERSAMENTO RITENUTE FISCALI IRPEF Scade il termine per i versamenti diretti, delle ritenute effettuate nel mese di dicembre sui redditi di lavoro autonomo e di lavoro dipendente. IVA MESE DI DICEMBRE Annotazione di liquidazione per il mese di dicembre e versamento dell’eventuale imposta da parte dei contribuenti che esercitano l’attività agricola d’impresa o di lavoro autonomo che nell’anno 2017 hanno realizzato un volume d’affari superiore a 400.000 euro, se prestazione di servizio, o di 700.000 euro per le altre attività. Devono, inoltre, effettuare la liquidazione tutti i soggetti con volume d’affari inferiore al limite suddetto che non hanno effettuato l’opzione ai sensi dell’art. 66 della Legge 427/93.

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