Il geometra
Editoriale Organo del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia e del Collegio dei Geometri della Valle d’Aosta Direttore responsabile ILARIO TESIO Consigliere responsabile LUCIANO SIMONATO Redazione e impaginazione MICHELA OBERTO Direzione, Redazione, Amministrazione, Pubblicità: Via Toselli 1 - 10129 Torino Tel. 011537756 - fax 011533285 e-mail rivista@collegiogeometri.to.it Hanno collaborato a questo numero: GIANCARLO BAGGI, ADRIANO BUZZANCA E IVAN MEO, STUDIO OSELLA Stampa e fotolito: Tipografia Melli - Borgone di Susa Tel. 011.96.46.367 Reg. Trib. Torino n. 297 del 23 luglio 1948 Pubblicazione mensile con pubblicità inferiore al 50% Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai singoli autori dei quali si intende rispettare la libertà di giudizi, lasciando agli stessi la responsabilità dei loro scritti. Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
Questo numero della rivista è in gran parte dedicato all’Assemblea che si è svolta il 18 aprile: abbiamo riportato tutte le relazioni e gli interventi, per dare modo a chi non era presente di leggere il resoconto delle attività e dei programmi del Collegio. L’Assemblea annuale è il momento istituzionale di approvazione dei bilanci ma è anche occasione di confronto e di riflessione sulla vita del Collegio. I bilanci, al di là dell’aspetto contabile e amministrativo, rispecchiano bene tutto quanto viene fatto e forniscono un quadro completo delle attività, che vengono poi dettagliate e commentate nelle relazioni del Direttivo. L’Assemblea è anche un momento di festa e di ritrovo, con l’assegnazione delle medaglie e dei riconoscimenti ai colleghi che hanno raggiunto traguardi professionali significativi: è grande soddisfazione vedere colleghi, seppure anziani, ancora in forma e pieni di entusiasmo e di voglia di fare. Sono di esempio a tutti noi per essere ottimisti nel futuro e nel ruolo della nostra professione che rimane saldo nel tempo, nonostante le difficoltà oggi più gravose che mai. E poi ci sono i giovani: oltre 60 colleghi neo abilitati hanno ricevuto il timbro in Assemblea ed hanno avuto modo di partecipare dal vivo ad un momento significativo della Categoria in cui sono appena entrati. Non sappiamo se torneranno i prossimi anni o se rientreranno nella gran parte degli iscritti all’Albo indifferenti alla vita del loro Collegio; non sappiamo quanti di loro raggiungeranno il traguardo dei 35 anni di iscrizione, né tanto meno dei 50 anni; nessuno sa se avranno una vita professionale di soddisfazione o se tra poco si arrenderanno alle difficoltà della libera professione e tenteranno altre strade. Auguriamo a tutti loro comunque una futuro sereno e fiducioso, convinti che l’operare con coscienza e consapevolezza sia l’unico mezzo per affrontare la vita in modo positivo. Nella libera professione sono due doti essenziali che, talvolta, non si ravvisano nei giovani, distratti da traguardi più facili o semplicemente coinvolti dall’indolenza generale di questi nostri tempi di benessere. Al Collegio, abbiamo occasione di venire a contatto con tante casistiche: vediamo così professionisti che abbandonano, che dimostrano fatica e disamore per il loro lavoro, che non partecipano agli eventi formativi, che non possono pagare le quote di iscrizione o la Cassa di Previdenza; ma fortunatamente ne vediamo molti che sanno individuare e cogliere nuovi sbocchi lavorativi, che dimostrano tanta voglia di fare, buona volontà e spirito di sacrificio. Rivolgiamo ai nuovi iscritti all’Albo 2011, quelli che abbiamo avuto il piacere di vedere nell’Assemblea ed a tutti gli altri, l’augurio di appartenere a questo secondo gruppo, speriamo nell’ambito della nostra Categoria, ma comunque in ogni occasione della vita.
Ilario Tesio
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Sommario
Editoriale pag.
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Vizi di costruzione. Chi è il responsabile?
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La cedolare secca sui contratti di locazione
pag. 10
Trasmittanza termica dei vetri. I valori limite
pag. 14
Variante “Seveso”. Più sicurezza sul territorio provinciale
pag. 16
Dallo Sportello per l’Edilizia e l’Urbanistica del Comune di Torino
pag. 18
Il Piano del Colore della Città di Torino
pag. 20
Una scuola da abitare
pag. 22
Argomenti legislativi La compensazione dei crediti in presenza di ruoli non pagati
La compensazione dei crediti in presenza di ruoli non pagati, pag. 3
a cura dello Studio Osella
Professione
Una scuola da abitare, pag. 22
Atti del Collegio Assemblea annuale
pag. 25
Convegni Convegni... in breve
pag. 42
Recensioni Il Piede Liprando o Piede Piemontese, pag. 45
pag. 43
Cultura Viaggio nell’affascinante mondo della metrologia Il Piede Liprando o Piede Piemontese
di Giancarlo Baggi
Assemblea 2011, pag. 25
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pag. 45
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Argomenti legislativi
La compensazione dei crediti in presenza di ruoli non pagati a cura dello Studio Osella Dottori Commercialisti
Recentemente l’Agenzia delle Entrate, nel corso di un incontro con la stampa specializzata e con un Comunicato stampa, ha fornito “anticipazioni” e chiarimenti in merito alla nuova disciplina (in vigore dal 2011) del divieto di utilizzo dei crediti in compensazione nel mod. F24 in presenza di imposte iscritte a ruolo non pagate di ammontare superiore a € 1.500. In merito l’Agenzia ha precisato che: - fino all’emanazione dello specifico Decreto attuativo contenente le modalità per “saldare” le somme iscritte a ruolo, le compensazioni dei suddetti crediti non sono sanzionabili a condizione che le stesse non intacchino “i crediti necessari per pagare i ruoli esistenti”; - a “regime”, al contribuente “non è consentito effettuare alcuna compensazione se non assolve, preventivamente, l’intero debito per il quale è scaduto il termine di pagamento”. Come noto, il Legislatore al fine di contrastare gli abusi in materia di compensazione dei crediti ha introdotto con il DL n. 78/2010, c.d. “Manovra correttiva”, il divieto di utilizzo dei crediti in compensazione nel mod. F24, ex art. 17, D.Lgs. n. 241/97, in presenza di imposte erariali iscritte a ruolo e non pagate. La nuova disposizione vieta l’utilizzo in compensazione dei crediti “erariali” fino a concorrenza dell’importo dei debiti: 1. iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori; 2. di ammontare superiore a € 1.500;
La disposizione in esame è circoscritta ai crediti e debiti relativi alle sole imposte erariali (ad esempio, IRPEF, IRES, IVA, ecc.) e non riguarda le altre imposte quali, ad esempio, i tributi locali, i contributi previdenziali, ecc. 3. per i quali è scaduto il termine di pagamento. L’art. 31, comma 1, del citato DL n. 78/2010, prevede, infatti, espressamente che: “a decorrere dal 1° gennaio 2011, la compensazione dei crediti di cui all’articolo 17, comma 1, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, re-
lativi alle imposte erariali, è vietata fino a concorrenza dell’importo dei debiti, di ammontare superiore a millecinquecento euro, iscritti a ruolo per imposte erariali e relativi accessori, e per i quali è scaduto il termine di pagamento”. Va evidenziato che l’operatività della disposizione in esame è circoil geometra n. 3/11
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Argomenti legislativi scritta ai crediti e debiti relativi alle sole imposte erariali (ad esempio, IRPEF, IRES, IVA, ecc.) e non riguarda le altre imposte quali, ad esempio, i tributi locali, i contributi previdenziali, ecc. Per l’applicazione del divieto in esame deve essere scaduto il termine di pagamento delle somme iscritte a ruolo, ossia deve essere decorso il termine di 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento. La violazione del divieto di compensazione comporta l’applicazione della sanzione nella misura del 50% dell’importo dei debiti iscritti a ruolo per imposte erariali ed accessori, per i quali è scaduto il termine di pagamento, fino a concorrenza dell’ammontare indebitamente compensato. La sanzione non può comunque essere superiore al 50% di quanto indebitamente compensato. L’art. 31, comma 1, prevede espressamente che la sanzione: “non può essere applicata fino al momento in cui sull’iscrizione a ruolo penda contestazione giudiziale o amministrativa”. L’Agenzia delle Entrate, attraverso il Comunicato stampa 14.1.2011 ed il consueto incontro d’inizio anno con la stampa specializzata, ha fornito importanti chiarimenti ed “anticipazioni” considerato che la nuova restrizione nell’utilizzo in compensazione dei crediti è entrata in vigore l’1.1.2011. Il regime sanzionatorio “transitorio” In merito al suddetto regime sanzionatorio, l’Agenzia ha precisato che occorre distinguere tra i seguenti 2 periodi: - dall’1.1.2011 “fino all’emanazione” dello specifico DM attuativo; - a “regime”. Compensazioni dal 1° gennaio 2011 fino all’emanazione dello specifico DM L’Agenzia delle Entrate, nel Co-
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municato stampa 14.1.2011, rilevando che le modalità di compensazione delle somme iscritte a ruolo saranno disciplinate da un “prossimo decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze”, evidenzia che “attualmente” il contribuente, che intende compensare crediti erariali in presenza di debiti iscritti a ruolo per un importo superiore a € 1.500 non ha la possibilità di pagare / saldare questi ultimi tramite compensazione. Ciò comporta che, fino all’emanazione del suddetto DM attuativo, non sono sanzionabili le compensazioni di crediti erariali eccedenti l’importo “a copertura” dei debiti erariali scaduti iscritti a ruolo. L’Agenzia infatti nel citato Comunicato precisa che: “Le compensazioni, in presenza di ruoli scaduti superiori a 1.500 euro, non sono sanzionabili fino all’emanazione del decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ne disciplina le modalità. Questo a condizione che l’operazione di compensazione non vada a intaccare i crediti necessari per pagare i ruoli esistenti”. Per poter beneficiare della non applicazione della sanzione sopra descritta è comunque necessario che la compensazione non “intacchi” i crediti necessari per saldare i debiti iscritti a ruolo, ossia la compensazione è consentita soltanto limitatamente all’eccedenza del credito rispetto al debito iscritto a ruolo. Esempio 1 Un contribuente presenta la seguente situazione: - credito IRES, a disposizione, pari a € 23.000; - debito IVA iscritto a ruolo e non pagato pari a € 13.000. In tal caso fino all’emanazione dell’apposito DM attuativo il contribuente potrà compensare nel mod. F24 il suddetto credito IRES fino ad
un importo pari a € 10.000, mantenendo quindi un importo, “a copertura” del debito erariale iscritto a ruolo, pari a € 13.000. Compensazioni a “regime” Nel citato incontro con la stampa specializzata l’Agenzia delle Entrate fornisce un’interpretazione “restrittiva” alla disciplina in esame precisando che a “regime”, quindi a seguito dell’emanazione del citato Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze disciplinante “le modalità di compensazione delle somme iscritte a ruolo”, il mancato pagamento del debito erariale scaduto iscritto a ruolo d’importo superiore a € 1.500 blocca “in toto” la compensazione dei crediti erariali. Tale interpretazione “restrittiva” si ravvisa anche dalla lettura del citato Comunicato stampa nel quale l’Agenzia, con specifico riferimento al periodo dall’1.1.2011 “fino all’emanazione” del citato DM attuativo, sottolinea che al contribuente “non è consentito effettuare alcuna compensazione se non assolve, preventivamente, l’intero debito per il quale è scaduto il termine di pagamento”. Esempio 2 Un contribuente presenta la seguente situazione: - credito IRES, a disposizione, pari a € 70.000; - debito IVA iscritto a ruolo e non pagato pari a € 20.000. In tal caso, a “regime”, al contribuente è preclusa la possibilità di compensare nel mod. F24 il suddetto credito IRES “se non assolve, preventivamente, l’intero debito” erariale iscritto a ruolo. In altre parole prima di utilizzare il credito IRES in compensazione nel mod. F24 il contribuente dovrà saldare (compensare) il debito IVA iscritto a ruolo.
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Professione
Vizi di costruzione Chi è il responsabile? a cura di Adriano Buzzanca e Ivan Meo
La sent. n. 63/2010 pronunciata dalla sezione distaccata del Tribunale di Monopoli concerne la problematica relativa alla denuncia di gravi vizi di costruzione di alcuni immobili e la responsabilità solidale del costruttore e del progettista. In particolare, il Tribunale di Monopoli ascrive una responsabilità solidale in capo al costruttore e al progettista, riconoscendo un danno patrimoniale emergente rappresentato dai costi dei lavori necessari per l’eliminazione dei difetti strutturali degli immobili in questione, nonché dagli esborsi sostenuti dai danneggiati per il trasloco e il canone corrisposto per l’uso di altri immobili. Il Tribunale, a titolo risarcitorio, riconosce anche un’altra voce di danno patrimoniale, concernente le spese sostenute dai danneggiati per i compensi corrisposti ai vari professionisti, incaricati di verificare le condizioni statiche degli immobili. A titolo di danno non patrimoniale vengono, infine, riconosciute le sofferenze e i gravi disagi derivanti dalla lesione del diritto all’abitazione, quale diritto inviolabile (1). La problematica giuridica affrontata La sentenza del Tribunale di Monopoli merita di essere segnalata in quanto affronta un profilo peculiare del contratto di appalto, che solo in poche occasioni è passato al vaglio della giurisprudenza. Partiamo dal dato normativo: ai sensi dell’art. 1669 cod. civ., “quando si tratta di edifici o di altre cose immobili destinate per la loro natura a lunga durata, se, nel corso di dieci anni dal compimento,
l’opera, per vizio del suolo o per difetto della costruzione, rovina in tutto o in parte, ovvero presenta evidente pericolo di rovina o gravi difetti, l’appaltatore è responsabile nei confronti del committente e dei suoi aventi causa, purché sia fatta la denunzia entro un anno dalla scoperta. Il diritto del committente si prescrive (art. 2934 cod. civ.) in un anno dalla denunzia”. La giurisprudenza maggioritaria individua nella norma di cui all’art.
1669 cod. civ. un genere di responsabilità extracontrattuale a prescindere dal rapporto negoziale di appalto, essendo riconducibile a regole di ordine pubblico volte a garantire l’interesse generale alla sicurezza delle attività di edificazione. Secondo tale orientamento, al costruttore non può essere ascritta una responsabilità oggettiva ma una presunzione iuris tantum di responsabilità, che può essere vinta, non già attraverso la generica prova di aver usato nell’esecuzione
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Professione dell’opera tutta la diligenza possibile, ma con la positiva e specifica dimostrazione della mancanza di responsabilità, attraverso l’allegazione difatti positivi, precisi e concordanti (Cass., sent. 28 novembre 1998, n. 12106; sent. 6 dicembre 2000, n. 15448 e sent. 15 aprile 1999, n. 3756). Pertanto, l’ambito di applicazione dell’art. 1669 cod. civ. concerne non solo la responsabilità dell’appaltatore-costruttore che sia stato anche venditore degli immobili (Cass. sent. 31 marzo 2006, n. 7634), ma anche quella del direttore dei lavori e del progettista (Cass. sent. 16 febbraio 2006, n. 3406; sent. 29 gennaio 2002, n. 1154; sent. 11 agosto 2000, n. 10719 e 26 aprile 1993, n. 4900). Proprio perché tale norma mira a tutelare l’incolumità pubblica, la stessa è inderogabile e la relativa azione risarcitoria non è rinunciabile (2). La denunzia dei gravi difetti di costruzione entro il termine di decadenza di un anno dalla scoperta, secondo costante giurisprudenza, decorre dal giorno in cui il committente consegue un apprezzabile grado di conoscenza oggettiva della gravità dei difetti e della loro derivazione causale dall’imperfetta esecuzione dell’opera, non essendo sufficienti, viceversa, manifestazioni di scarsa rilevanza e semplici sospetti (Cass., sent. 13 gennaio 2005, n. 567; sent. 1 febbraio 2008, n. 2460 e sent. 15 novembre 2006, n. 24301). Sono definiti dalla giurisprudenza gravi difetti quelli che incidono sulla solidità, efficienza e quindi funzionalità dell’opera, comportando una menomazione del godimento dell’immobile a prescindere dalla stabilità (3). Diversamente, il comma 1, dell’art. 1669 cod. civ., ai fini della sussistenza della responsabilità dell’appaltatore, prevede il termine decennale per determinare la durata del rapporto sostanziale di responsabilità dell’appaltatore. In particolare, rileva il Tribunale riportandosi alla CTU - “che la causa
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principale dei dissesti sia da imputare alla disuniformità del piano di posa. Uno spessore, anche modesto, di materiale di scadenti caratteristiche meccaniche al di sotto di alcune porzioni di fondazioni può dar luogo a cedimenti incompatibili con la funzionalità della struttura stessa’ Il giudice ha ritenuto solidalmente responsabili il costruttore e il progettista, considerato che l’indagine sulla natura e sulla consistenza del suolo, sul quale i fabbricati sono stati realizzati, implica una specifica attività conoscitiva da espletare tramite particolari strumenti tecnici di competenza dell’appaltatore, quale soggetto obbligato a realizzare l’opera commessagli mettendo a disposizione la propria organizzazione; pertanto, l’appaltatore risponde dei vizi di costruzione dipendenti dal cedimento delle fondazioni, unitamente al progettista, a causa delle caratteristiche geologiche del suolo qualora i citati vizi dipendano anche da una inadeguata progettazione (Cass., sent. 9 febbraio 2000, n. 1449; sent. 23 settembre 1996, n. 8395 e sent. 16 novembre 1993, n. 11290). A riguardo giova precisare che non sono cause di esonero della responsabilità del costruttore, ex art, 1669 (4) cod. civ., né la natura del terreno né le manchevolezze del progetto, salva l’ipotesi in cui l’esecuzione sia ordinata all’imprenditore nonostante i suoi contrari rilievi, né la responsabilità del progettista, che si aggiunge eventualmente a quella del primo (Corte di Appello Perugia, 12 marzo 1991). Conformemente, la giurisprudenza ha previsto che la disciplina dell’art 1669 cod. civ. si applica non solo nei confronti dell’appaltatore ma anche nei riguardi del progettista e/o direttore dei lavori, poiché la relativa responsabilità esula dai limiti del rapporto contrattuale intercorso tra le parti, per assumere la configurazione propria della responsabilità per fatto illecito (Corte di Appello Lecce Ta-
ranto, 10 giugno 1997; Trib. Roma, 17 novembre 1993; Corte di Appello Cagliari, 22 aprile 1993) In ogni caso, la Cassazione (sent. 28 novembre 2001, n. 15124) ha ritenuto - secondo i principi generali in materia d’illecito, contrattuale o extracontrattuale che sia - che, laddove un unico evento dannoso sia imputabile a più soggetti, è sufficiente, al fine di ritenere la solidale responsabilità di tutti nell’obbligo risarcitorio, che le azioni e/o le omissioni di ciascuno abbiano concorso in modo efficiente a produrre l’evento, onde che, stante l’autonomia dell’appaltatore nell’esecuzione dell’opera, questi è comunque tenuto ad agire nel rispetto delle regole dell’arte sua e, pertanto, è responsabile del danno cagionato al committente pur ove soggetto a un’ordinaria ingerenza da parte di questi e/o del direttore dei Lavori dallo stesso nominato. Allorché, infatti, il danno derivi da carenze o vizi imputabili al progetto fornito dal committente e/o alla direzione dei lavori da parte del preposto del committente, la responsabilità relativa e il conseguente obbligo risarcitorio incombono anche sull’appaltatore quando questi, accortosi del vizio, non lo abbia denunziato tempestivamente al committente manifestando formalmente il proprio dissenso, ovvero quando non abbia rilevato i vizi, pur potendo e dovendo riconoscerli in relazione alla perizia e alle capacità tecniche da lui esigibili nel caso concreto; denunzia e dissenso che, tuttavia, non lo esimono dalla responsabilità quando la palese eventualità del danno avrebbe dovuto indurlo ad astenersi in ogni caso dall’esecuzione dell’opera o della parte di essa riscontrate foriere della situazione di pericolo. In tema di contratto di appalto (Cass., sent. 14 ottobre 2004, n. 20294), qualora il danno subito dal committente sia conseguenza dei concorrenti inadempimenti dell’appaltatore e del direttore dei Lavori (ovvero del progettista), en-
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Professione trambi rispondono solidalmente dei danni (5), essendo sufficiente, per La sussistenza della solidarietà, che le azioni e le omissioni di ciascuno abbiano concorso in modo efficiente a produrre L’evento, a nulla rilevando che le stesse costituiscano autonomi e distinti fatti illeciti, o violazioni di norme giuridiche diverse. L’originario orientamento della Cassazione, riprendendo i principi espressi riguardo alla responsabilità del progettista, statuiva che questi risponde verso il committente in base ai principi relativi alla disciplina delle professioni intellettuali (Cass., sent. 10 maggio 1961, n. 4321). Alla luce di tale pregresso orientamento, l’appaltatore e il progettista rispondevano dunque verso il committente sulla base di un diverso titolo; da ciò derivava il principio secondo il quale le due responsabilità non potevano ritenersi solidali (Cass., sent. 27 marzo 1965, n. 1520). Esse, e le relative azioni, stavano quindi in concorso non cumulativo, nè graduale, ma alternativo: il committente poteva rivolgersi per l’intero danno contro il solo appaltatore o contro il solo progettista, a sua scelta; una volta soddisfatto per l’intero da uno dei due, nulla poteva pretendere dall’altro, ovvero soddisfatto da uno solo in parte, poteva agire solo in parte contro l’altro per la differenza. A sua volta, chi aveva soddisfatto il committente non aveva azione di regresso verso l’altro debitore, perché nei rapporti fra i due debitori non si potevano estendere analogicamente le regole proprie delle obbligazioni solidali (Cass., sent. 6 settembre 1968, n, 2887). Tale orientamento è stato superato dalla successiva giurisprudenza di legittimità che ha sposato la tesi secondo cui l’art. 1669 cod. civ. configurerebbe una responsabilità extracontrattuale, estendendo la sua applicabilità anche al professionista intellettuale il quale è chiamato a rispondere in solido con l’appaltatore e altri soggetti eventualmente responsabili.
Il Tribunale ascrive una responsabilità solidale in capo al costruttore e al progettista, riconoscendo un danno patrimoniale emergente rappresentato dai costi dei lavori necessari per l’eliminazione dei difetti strutturali degli immobili in questione Vizi del suolo: accertamenti geologici Da quanto analizzato nel paragrafo precedente possiamo confermare che il tema della responsabilità dell’appaltatore continua a registrare notevoli interessi giurisprudenziali e a fornire diverse interpretazioni dottrinali. La sentenza in commento, infatti, si inserisce in un settore giurisprudenziale in continuo fermento, ovvero quello relativo alla tematica della responsabilità solidale del professionista. Su questa materia, le questioni più dibattute riguardano la delimitazione dell’oggetto dell’obbligazione del progettista, l’ammissibilità di una responsabilità solidale tra appaltatore e progettista nonostante la diversità delle norme violate, la natura giuridica della responsabilità da rovina e difetti di cose immobili e l’estensibilità dell’art. 1669 cod. civ. (6) a figure diverse dall’appaltatore. Se da un lato la giurisprudenza propone una interpretazione “estensiva” dell’art. 1669 cod. civ., tendendo ad ampliare gli
ambiti di tutela dei soggetti” (7) che possono subire un pregiudizio dipendente dalla realizzazione difettosa di un’opera, dall’altro la dottrina (8) denunciando la scarsa applicabilità pratica degli esiti interpretativi suggeriti dalla giurisprudenza - auspica una lettura più pragmatica del dettato normativo (9). Sinteticamente possiamo enucleare tre orientamenti di massima che si sono succeduti nel tempo. Le strutture di sostegno dell’immobile Secondo un orientamento giurisprudenziale datato, si verifica un grave difetto qualora questo incida in maniera profonda sugli elementi essenziali dell’opera, influendo sulla stabilità e sulla durata dell’opera stessa. Questa rigorosa interpretazione viene motivata argomentando che, se i difetti non si riferiscono alle strutture portanti della costruzione ma consistono in vizi anche di non lieve entità e che diano pur luogo a il geometra n. 3/11
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Professione inconvenienti di un certo rilievo, non ricorre la particolare responsabilità dell’appaltatore prevista dall’art. 1669 cod. civ. (tra le tante si vedano Cass., sent. 8 settembre 1970, n 1360, sent 17 aprile 1968, n 1151 e n. 39, sent 13 luglio 1961, n 1695), rimarrebbero, perciò, esclusi tutti i vizi, sia pure di grave entità, che limitano o impediscono l’utilizzazione dell’opera secondo la sua destinazione, qualora i vizi medesimi non pregiudichino gli elementi strutturali che garantiscono la stabilità e la conservazione dell’immobile. La solidità dell’immobile Un differente orientamento giurisprudenziale distingue fra vizi riguardanti la solidità dell’immobile, che pregiudica la buona conservazione futura o la possibilità di lunga durata e i vizi attinenti la stabilità futura dell’immobile, ipotesi in cui si avrebbe pericolo di rovina (Cass., sent. 8 aprile 1969, n. 1064; sent. 11 giugno 1968, n. 1853 e n. 1378; sent. 8 aprile 1968, n. 1064) La menomazione apprezzabile nel normale godimento dell’immobile Nella giurisprudenza più recente è andata affermandosi una terza interpretazione, più estesa, dell’espressione “gravi difetti” di cui all’art. 1669 cod. civ. Questo orientamento prevede, infatti, il diritto del committente al risarcimento dei danni da parte dell’appaltatore, non solo nelle ipotesi in cui, per vizio del suolo o difetto della costruzione, questa rovini in tutto o in parte o ci sia pericolo che tale rovina si verifichi, ma anche quando l’opera, per sua natura destinata a lunga durata, presenti “gravi difetti” - generatori a loro volta di danno - nel caso in cui questi non comportino rovina - o pericolo di rovina - parziale o totale della costruzione (Cass., sent. 8 gennaio 2000, n. 117 e sent. 22 febbraio 1999, n. 1468). Con riguardo alla specifica ipotesi presa in considerazione dalla
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sentenza che si commenta, si può osservare che in base agli accertamenti effettuati dal progettista, circa la natura del suolo su cui edificare, non si preclude la responsabilità dell’appaltatore da ulteriori verifiche, che egli deve comunque compiere, anche rispetto alle fondazioni, esaminando con diligenza e perizia il progetto da realizzare (Cass., sent. 23 settembre 1996, n. 8395; sent. 27 aprile 1993, n. 4912 e sent. 14 maggio 1977, n. 1943). In base a questo orientamento, particolarmente rigido, l’appaltatore deve considerarsi responsabile verso il committente e i suoi aventi causa, pure per i vizi del suolo, nonostante sia stata effettuata un’indagine geologica compiuta in occasione della progettazione (10). Rimane sempre a carico del progettista l’onere di sondare suolo e sottosuolo qualora non vi provveda il costruttore. È la diligenza del professionista che impone tale controllo preventivo al fine di poter valutare adeguatamente il tipo di fondazione più adatto alla realizzazione dell’opera (in un caso il progettista è stato ritenuto responsabile in seguito a un crollo di un immobile causato da un terreno franoso, Cass., sent. n. 1 del 5 gennaio 1976). Pertanto il progettista, al momento dell’accettazione del mandato, dovrà chiedere al committente o appaltatore se tali ricerche siano state effettuate (Cass., sent. 16 novembre 1993, n. 11290). Infine, secondo una recente linea giurisprudenziale della Corte di Cassazione, la “sorpresa geologica” non può essere invocata dall’appaltatore per esimersi dall’obbligo, che gli è proprio, di accertare le caratteristiche idrogeologiche del terreno sul quale i lavori devono essere eseguiti (Cass., sent. 18 febbraio 2008, n. 3932). Note (1) Corte Cost. Sent. 28 luglio 1983, n. 252, sent. 25 febbraio 1988, n. 217, sent. 7 aprile 1988, n. 404; sent. 14 dicembre 2001, n. 410;
sent. 21 novembre 2000, n. 520 e sent. 25 luglio 1996, n. 309. (2) Gazzoni F. Manuale di diritto privato, Roma, 2005. (3) Gazzoni F. op. cit. (4) Per quanto riguarda l’indagine sulla natura e sulla consistenza del suolo edificatorio, si è osservato che la medesima rientra tra gli obblighi dell’appaltatore e non del progettista con [avvertenza, però, che quest’ultimo è responsabile dei gravi vizi di costruzione dipendenti dalla mancanza di fondazioni idonee alla particolare situazione geologica del terreno su cui insiste l’edificio. In tal caso egli, infatti, contravviene all’obbligo di osservare la diligenza prevista dall’art. 1176 cod. civ., non potendo in mancanza di precisi dati geofisici scegliere un determinato tipo di fondazione e procedere alla formazione del progetto. (Cass. civ., sent. 16 novembre 1993, n. 11290; sent. 23 settembre 1996, n. 8395 e sent. 7 settembre 2000, n. 11783). (5) Si veda in dottrina: Greca A., “Riflessioni sulla responsabilità solidale dell’appaltatore e del progettista ex art. 1669 c.c. in caso di rovina di edificio” (nota a Cass., Sez. Il, sent. 5 febbraio 2000 n. 1290, in Giur. it 2001, pag. 266; De Tilla M., “Sulla responsabilità dell’appaltatore e del progettista in relazione alla natura e alla consistenza del suolo” (nota a Cass., Sez. Il, sent. 23 settembre 1996, n. 8395, in Giust. Civ. 1997, I, pag. 1015 (6) Per esempio la giurisprudenza ha ritenuto che integrano i gravi difetti, riconducibili alla previsione dell’art. 1669 cod. civ, anche la caduta dell’intonaco per infiltrazioni di umidità, i difetti di costruzione che interessano i tetti e quelli attinenti alla impermeabilizzazione del manto di copertura dell’edificio (Cass., sento 29 marzo 2006, n. 7254). Per approfondimenti sulla casistica giurisprudenziale in ambito condominiale si rinvia alle tabelle riportate alla fine di questo articolo.
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Ancitel dematerializza l’edilizia
“Ancitel dematerializza l’edilizia”, nasce all’insegna della semplificazione il sistema Sipem di Ancitel per la gestione online delle pratiche dell’edilizia privata. La piattaforma, creata con la collaborazione del Consiglio Nazionale dei Geometri e della Cassa italiana di previdenza ed assistenza dei Geometri liberi professionisti, permette di predisporre tutta la documentazione necessaria alla presentazione dell’istanza in una cartella elettronica e di trasmetterla su canale certificato Pec. L’accesso al portale si effettua tramite chiavetta dotata di pin; al professionista resta anche una ricevuta dell’avvenuto invio. Sipem, si è avvalsa del supporto tecnologico di GromaSistema, consente la conservazione sostitutiva per il Comune e prevede tre sistemi di pagamento: con carta di credito, tramite Geoweb, oppure con bollettino premarcato inviato direttamente alla sede del professionista (7) Sugli effetti “estensivi” dell’interpretazione si veda De Tilla M., “Responsabilità dell’appaltatore. La nozione estensiva dei gravi difetti dell’edificio”, in Riv. Giur. Ed., 2007, pt. 1, pag. 1529. (8) In argomento si vedano: Musolino G., “Linee evolutive della nozione di gravi difetti dell’opera appaltata”, in Riv. Giur. Ed., 2003, 2, pag. 57; Lapertosa E, “Casi e questioni in tema di responsabilità dell’appaltatore”, in Resp. civ. e prev. 2000, pag. 887, Savanna L., La responsabilità dell’appaltatore, Torino, 2004; Cervale M.C., La responsabilità dell’appaltatore, Milano, 1994; Ballati F., La responsabilità dell’appaltatore e del direttore dei lavori per vizi e difformità delle opere. Matelica, 2006, pagg. 119 e segg. In tema di condominio invece si rimanda a Salciarini L., L’appalto nel condominio, Milano, 2008, pagg. 190 e segg.; De Tilla
M., “Condominio e gravi di- tetti di costruzione”, in Riv. Giur. Ed., 1996, pago 484 (9) Per un’interpretazione “restrittiva” si veda Mangini-M. Lacuaniello Bruggi secondo i quali l’opinione che i gravi difetti attenessero esclusivamente alla sostanza e stabilità della costruzione, compromettendone la solidità e la conservazione si è passati al convincimento che si abbia grave difetto anche quando altri aspetti vengano alterati o compromessi, quale la normale utilizzazione o godimento dell’immobile in relazione alla sua natura intrinseca economica e pratica (cfr. Mangini-M. Lacuaniello Bruggi, Il contratto di appalto, Torino, 1997, pag. 347). Si veda anche Rubino D., L’appalto, Torino, 1980, che collega i gravi difetti a qualsiasi alterazione rispetto allo stato normale, che ne pregiudichi gravemente l’utilizzazione; specificando che se i
difetti non sono gravi l’appaltatore è pur sempre responsabile, ma solo in base agli artt. 1667-1668 e nei limiti di essi. (10) La Corte di Appello di Torino, con sent. 11 novembre 2005, ha stabilito che tra i compiti del progettista rientra anche quello concernente “L’acquisizione di tutti i dati geofisici necessari alla soluzione dei problemi tecnici attinenti le fondazioni”. Con riferimento alla tipologia di responsabilità, la stessa Corte ha ravvisato la responsabilità solidale dell’appaltatore e del progettista, conformandosi all’orientamento consolidato in dottrina e giurisprudenza ai sensi del quale più autonome violazioni di distinte norme giuridiche possono concorrere nella produzione del medesimo evento dannoso e pertanto fondare una responsabilità risarcitoria solidale. Da “Consulente Immobiliare” il geometra n. 3/11
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La cedolare secca sui contratti di locazione Contribuenti interessati Possono optare per il regime della cedolare secca le persone fisiche titolari del diritto di proprietà o del diritto reale di godimento (per esempio, usufrutto) su unità immobiliari abitative locate. L’opzione non può essere effettuata nell’esercizio di attività di impresa o di arti e professioni. Non possono aderire al nuovo regime le società e gli enti non commerciali. In caso di contitolarità dell’immobile l’opzione deve essere esercitata distintamente da ciascun locatore. I locatori contitolari che non esercitano l’opzione sono tenuti al versamento dell’imposta di registro calcolata sulla parte del canone di locazione loro imputabile in base alle quote di possesso. Deve essere comunque versata l’imposta di bollo sul contratto di locazione. L’imposta di registro deve essere versata per l’intero importo stabilito nei casi in cui la norma fissa l’ammontare minimo dell’imposta dovuta. Requisiti degli immobili per esercitare l’opzione L’opzione può essere esercitata in relazione a ciascuna unità immobiliare ad uso abitativo e alle relative pertinenze locate congiuntamente all’abitazione. Sono interessate, quindi, soltanto: - le unità abitative accatastate nelle categorie da A1 a A11 esclusa l’A10 (uffici o studi privati) - le relative pertinenze (solo se locate congiuntamente all’abitazione).
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E’ stata introdotta a partire dal 2011 la “cedolare secca sugli affitti” (articolo 3 del dlgs 23/2011). È un regime facoltativo e si applica in alternativa a quello ordinario. Si tratta di un’imposta che sostituisce quelle attualmente dovute sulle locazioni a uso abitativo, ossia imposta di registro, bollo, Irpef e relative addizionali. Resta l’obbligo di versare l’imposta di registro per la cessione del contratto di locazione.
La nuova tassazione sostitutiva non si applica agli immobili strumentali o relativi all’attività di impresa o di arti e professioni. Se il contratto di locazione ha ad oggetto unità immobiliari abitative per le quali viene esercitata l’opzione per l’applicazione della cedolare secca e altri immobili per i quali non è esercitata l’opzione l’imposta
di registro è calcolata: - sui soli canoni riferiti agli immobili per i quali non è stata esercitata l’opzione - sulla parte di canone imputabile a ciascun immobile in proporzione alla rendita, se il canone è stato pattuito unitariamente. Comunicazione al conduttore Il locatore (proprietario) che decide di avvalersi del nuovo regime deve darne comunicazione al conduttore (affittuario). La comunicazione va effettuata con raccomandata e deve contenere la rinuncia alla facoltà di chiedere, per tutta la durata dell’opzione, l’aggiornamento del canone di locazione, anche se è previsto nel contratto, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati dell’anno precedente. La comunicazione è obbligatoria e deve essere inviata prima di esercitare l’opzione. Il mancato invio rende inefficace l’opzione stessa (articolo 3, comma 11 del dlgs 23/2011). Come si calcola la cedolare secca L’importo della nuova imposta (“cedolare secca”) si calcola applicando un’aliquota del 21% sul canone di locazione annuo stabilito dalle parti. E’ stata introdotta, inoltre, un’aliquota ridotta del 19% per i contratti di locazione a canone concordato relativi ad abitazioni ubicate: - nei comuni con carenze di disponibilità abitative (articolo 1, lettera
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Professione Tutti i contratti di locazione e affitto di beni immobili (compresi quelli relativi a fondi rustici e quelli stipulati dai soggetti passivi Iva) devono essere obbligatoriamente registrati dall’affittuario o dal proprietario qualunque sia l’ammontare del canone pattuito, versando le imposte dovute. Il termine per la registrazione del contratto di locazione è di 30 giorni dalla data di stipula o dalla sua decorrenza (se anteriore). a) e b) del dl 551/1988). Si tratta, in pratica, dei comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia e dei comuni confinanti con gli stessi nonché gli altri comuni capoluogo di provincia - nei comuni ad alta tensione abitativa (individuati dal Cipe) Come si versa La cedolare deve essere versata entro il termine stabilito per il versamento Irpef (acconto e saldo). Per il 2011, l’acconto deve essere versato nella misura dell’85% e, a partire dal 2012, nella misura del 95%. Il versamento dell’acconto deve essere effettuato con gli stessi criteri di versamento dell’acconto Irpef, e quindi in un’unica soluzione, entro il 30 novembre 2011, se l’importo è inferiore a euro 257,52. Se l’importo dovuto è superiore a euro 257,52, si versa in due rate, di cui: - la prima, del 40%, entro il 6 luglio 2011 oppure entro il 5 agosto 2011 con la maggiorazione dello 0,40% a titolo di interesse - la seconda, del restante 60%, entro il 30 novembre 2011. Il primo acconto da versare entro il 6 luglio è dovuto per i contratti in
corso al 31 maggio e non è dovuto per i contratti che decorrono dal 1° giugno L’acconto da versare entro il 30 novembre è dovuto per i contratti che decorrono tra il 1° giugno e il 31 ottobre 2011. L’acconto non deve essere versato per i contratti con decorrenza dal 1° novembre 2011. A partire dal 2012 l’acconto (pari al 95%) potrà essere calcolato anche con il metodo storico, sulla cedolare secca dell’anno precedente. Come si esercita l’opzione Chi intende avvalersi del regime della cedolare secca può esercitare l’opzione in sede di registrazione del contratto compilando il modello semplificato Siria - pdf (approvato con provvedimento del 7/04/2011) oppure il modello 69 - pdf. Il modello semplificato Siria può essere utilizzato solo se: - il numero dei locatori (proprietari) e dei conduttori (affittuari) non è superiore a tre - tutti i locatori esercitano l’opzione per la cedolare secca - si è in presenza di una sola unità abitativa e un numero di pertinenze non superiore a tre - tutti gli immobili sono censiti con attribuzione di rendita
- il contratto contiene esclusivamente il rapporto di locazione. Il modello semplificato Siria deve essere presentato dal locatore se abilitato ai servizi telematici o tramite un intermediario abilitato (professionisti, associazioni di categoria, Caf, ecc.) esclusivamente in via telematica utilizzando il software di compilazione messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Il modello deve essere presentato entro i termini previsti per la registrazione del contratto di locazione, cioè entro 30 giorni dalla data della stipula del contratto. Se la data di decorrenza è anteriore alla data della stipula, la denuncia (il modello Siria) deve essere trasmessa entro 30 giorni dalla data di decorrenza. Per la registrazione tardiva del contratto di locazione è necessario recarsi presso un ufficio dell’Agenzia. Il modello 69 deve essere utilizzato, invece, quando non ricorrono i requisiti per utilizzare quello semplificato. Il modello 69 va compilato per le proroghe, risoluzioni anticipate, ecc. Per i contratti per i quali non c’è l’obbligo di registrazione in termine fisso (locazioni “brevi”), il locatore può applicare la cedolare secca direttamente nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta il geometra n. 3/11
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La cedolare secca, in pratica, sostituisce: - l’Irpef e le relative addizionali - l’imposta di registro - l’imposta di bollo E ancora: - l’imposta di registro sulle risoluzioni e proroghe del contratto di locazione - l’imposta di bollo, se dovuta, sulle risoluzioni e proroghe del contratto
nel quale è prodotto il reddito oppure esercitare l’opzione in sede di registrazione in caso d’uso o di registrazione volontaria del contratto. Se, in sede di registrazione, il locatore non effettua l’opzione nella prima annualità del contratto può comunque esercitarla per le annualità successive utilizzando il modello 69 entro il termine per il versamento dell’imposta di registro. L’opzione va esercitata nello stesso modo in caso di proroga, anche tacita, del contratto di locazione. Durata dell’opzione L’opzione vincola il locatore all’applicazione del regime della cedolare secca per l’intero periodo di durata del contratto o della proroga o per il residuo periodo nei casi in cui l’opzione viene esercitata per le annualità successive. Il locatore ha la facoltà di revocare l’opzione durante ciascuna annualità contrattuale successiva a quella in cui è stata esercitata l’opzione. La revoca deve essere effettuata entro il termine previsto per il pagamento dell’imposta di registro relativa all’annualità di riferimento e obbliga al versamento della stessa imposta.
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Resta salva la facoltà di esercitare l’opzione nelle annualità successive. Effetti della cedolare sul reddito Il reddito assoggettato a cedolare: - è escluso dal reddito complessivo - sul reddito assoggettato a cedolare e sulla cedolare stessa non possono essere fatti valere rispettivamente oneri deducibili e detrazioni - il reddito assoggettato a cedolare deve essere compreso nel reddito ai fini del riconoscimento della spettanza o della determinazione di deduzioni, detrazioni o benefici di qualsiasi titolo collegati al possesso di requisiti reddituali (determinazione dell’Isee, determinazione del reddito per essere considerato a carico). Disciplina transitoria per l’anno 2011 La cedolare secca si applica, per il periodo di imposta 2011, ai contratti in corso nell’anno 2011, anche se scaduti ovvero oggetto di risoluzione volontaria prima del 7 aprile 2011. Per i contratti scaduti, anche a seguito di risoluzione volontaria, prima del 7 aprile 2011, nonché per i contratti ancora in corso al 7 aprile 2011, per i quali è già stata eseguita la registrazione, e per i contratti proroga-
ti per i quali è già stata effettuato il pagamento dell’imposta di registro, il locatore può applicare la cedolare secca in sede di dichiarazione relativa ai redditi 2011 da presentare nell’anno 2012. Non si rimborsano le imposte di registro e di bollo versate e il locatore è tenuto per il periodo d’imposta 2011 al versamento dell’acconto della cedolare secca, ove dovuto. L’applicazione della cedolare secca in sede di dichiarazione dei redditi da presentare nell’anno 2012 ha effetto anche per l’annualità contrattuale decorrente dall’anno 2011. Per i contratti registrati a partire dalla data del 7 aprile 2011, l’opzione si esercita in sede di registrazione con gli appositi modelli. Per i contratti prorogati per i quali il termine per il pagamento dell’imposta di registro non è ancora scaduto alla data del 7 aprile 2011, l’opzione si esercita con il modello 69 - pdf . In considerazione dell’entrata in vigore il 7 aprile della nuova disciplina normativa, tenuto conto dell’art. 3 della L. 212/2000, al fine di consentire ai contribuenti di avere adeguata conoscenza del funzionamento della cedolare, sono previsti specifici termini per la registrazione e l’eserci-
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Professione zio dell’opzione. In particolare per i contratti per i quali il termine di registrazione scade tra il 7 aprile e il 6 giugno 2011 la registrazione, anche ai fini dell’opzione, può essere effettuata entro il 6 giugno 2011. In caso di risoluzione del contratto di locazione in corso alla data del 7 aprile 2011 o di risoluzione per la quale, alla stessa data, non è scaduto il termine per il pagamento dell’imposta di registro, l’opzione per la cedolare secca si può esprimere entro il termine di versamento dell’imposta di registro per la risoluzione, mediante il modello 69, e ha effetto per l’applicazione della cedolare secca relativa all’anno 2011. L’opzione espressa in sede di risoluzione del contratto consente di non versare l’imposta di registro e l’imposta di bollo, ove dovuta, sulla risoluzione stessa e il locatore è tenuto al versamento dell’acconto, se dovuto, della cedolare secca relativa al periodo d’imposta 2011. I chiarimenti della circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 26/E del 1.6.2011 La circolare n. 26/E del 1.6.2011 fornisce chiarimenti con riguardo all’applicazione della “Cedolare secca sugli affitti” prevista dall’art. 3, del D.Lgs. 14.3.2011, n. 23. In particolare: - punto 2.3, con riguardo alla “Comunicazione dell’opzione al conduttore” precisa che è esclusa la validità della comunicazione di opzione a mezzo di raccomandata consegnata a mano anche se sottoscritta dal conduttore; in presenza di più locatori, l’opzione esercitata da un solo locatore comporta la rinuncia da parte dei comproprietari agli aggiornamenti del canone; in caso di revoca dell’opzione dal secondo anno di locazione l’aumento del canone non può essere applicato alla seconda annualità; la comunicazione di opzione deve pervenire al conduttore prima del pagamento dell’acconto, per esempio:
per l’anno 2011, se dovuto il primo acconto, la comunicazione deve pervenire entro il 6 luglio p.v.; - punto 4.1, la circolare precisa che in caso di opzione e successiva revoca da parte del locatore per l’annualità successiva, il locatore è tenuto a darne comunicazione al conduttore (con modalità stabilite da un successivo Provvedimento del Direttore dell’Agenzia), è dovuto il pagamento dell’imposta di registro per detta annualità; - punto 4.3, in presenza di comproprietari che non optano al regime alternativo (cedolare secca), gli stessi sono tenuti al pagamento dell’imposta di registro in base alle quote di possesso ma in misura non inferiore al minimo pari ad €. 67,00, il contratto resta soggetto all’imposta di bollo in misura piena; - punto 6.1, precisa che restano applicate le ordinarie modalità di tassazione del reddito fondiario per il periodo contrattuale non soggetto a cedolare secca, a tale riguardo la circolare riporta diversi esempi; viene riconosciuto il credito d’imposta (art. 26 del TUIR) anche per le imposte
versate su canoni di locazione assoggettati alla cedolare secca e non percepiti da utilizzare esclusivamente ai fini IRPEF; - punto 7, con riferimento alla determinazione degli acconti, sia ai fini IRPEF che per la cedolare secca ne riconosce la possibilità di applicare il metodo previsionale; - punto 8.2, i soggetti che si sono avvalsi dell’assistenza fiscale ed abbiano già presentato il modello 730 devono provvedere personalmente, tramite il mod. F24, al pagamento degli acconti di cui alla cedolare secca; è prevista per gli stessi la possibilità di richiedere al sostituto d’imposta la riduzione degli acconti IRPEF tramite un’apposita comunicazione.
Le notizie sono tratte dal sito dell’Agenzia delle Entrate www.agenziaentrate.gov.it La sintesi della circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 26/E del 1.6.2011 è a cura del dr. Stefano M. Perego del Centro Studi CSC
Fondi rustici conservatori Fondi rustici conservatori: se il coltivatore diretto non ha cessato di coltivarli o non li ha ceduti nei cinque anni successivi, non ricorre nessuna decadenza dell’agevolazione per l’acquisto dei fondi rustici acquistati in data anteriore al 30 giugno 1996. Questo è l’indirizzo fornito dalla direzione centrale, settore strategie, dell’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 25/E 2011, concernente l’efficacia retroattiva delle agevolazioni per la Piccola proprietà contadina (Ppc) nella versione vigente fino al 31/12/2009, di cui alla legge n. 604/1954. Il comma 1, dell’art. 7, della legge 604/1954 disponeva il recupero nella misura ordinaria dell’imposta di registro e di quelle ipotecarie e catastali in luogo di quelle ridotte, nel caso in cui l’acquirente (permutante e/o enfiteuta), coltivatore diretto, avesse alienato volontariamente il fondo o i diritti, anche parzialmente, vantati sullo stesso o avesse cessato di coltivare lo stesso direttamente, prima del decorso di un preciso intervallo temporale. il geometra n. 3/11
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Trasmittanza termica dei vetri I valori limite Il 6 maggio 2010 è entrato in vigore il D.lgs. 56 del 29 marzo 2010 che introduce modifiche in materia di rendimento energetico. Tra le novità più significative: la possibilità di derogare alle distanze minime dai confini della proprietà per il miglioramento dell’isolamento termico e l’incremento dell’involucro edilizio, la liberalizzazione per gli impianti di cogenerazione e l’anticipazione - dal 1 ° gennaio 2011 al 10 luglio 2010 - dei nuovi valori limite di trasmittanza termica dei vetri
Con il D.lgs. 56 del 29 marzo 2010 “Modifiche e integrazioni al D.lgs. 115 del 30 maggio 2008, recante attuazione della dir. n. 2006/32/CE, concernente l‘efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e recante abrogazioni della dir. n. 93/76/CEE” sono state apportate
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alcune modifiche e integrazioni al D.lgs. 115 del 30 maggio 2008 al D.lgs. 192 del 19 agosto 2005 e, di conseguenza, al D.lgs. 311 del 29 dicembre 2006. Il provvedimento composto da 7 articoli, è diretto a meglio definire il quadro delle misure volte a migliorare l’efficienza degli usi fina-
li dell’energia e i servizi energetici, precedentemente individuato con il D.lgs. 115/2008. Ma vediamo quali sono le novità. I principati contenuti del provvedimento Viene innalzata da 10 MWe a 20 MWe la soglia massima di potenza nominale che definisce i sistemi efficienti di utenza (SEU) (1) alimentati da fonti rinnovabili ovvero in assetto cogenerativo ad alto rendimento, che riguardano unicamente i collegamenti privati senza obbligo di connessione di terzi alla rete elettrica. È previsto, inoltre, il coinvolgimento del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, insieme al Ministero dello sviluppo economico, la cui competenza era in precedenza esclusiva, nelle decisioni relative al funzionamento dell’Unità nazionale per l’efficienza energetica (inizialmente Agenzia) e nell’approvazione dei metodi per la misurazione e la verifica del risparmio energetico. Viene introdotta, con l‘art. 5, la possibilità di derogare alle distanze minime dai confini di proprietà in cui è ubicato l‘edificio per il miglioramento termico delle strutture e l‘incremento dell’involucro edilizio. Con l’art. 6, che modifica l’art. 27, comma 20, della legge 99/2009, si
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Professione rende sufficiente la denuncia di inizio attività (DIA) anche per l’installazione e l’esercizio di impianti di cogenerazione con potenza nominale termica inferiore a 3 MWT la procedura semplificata era precedentemente riservata alle unità di piccola cogenerazione, ossia quelle con una capacità di generazione installata inferiore a 1 MW, così come definite dal D.lgs. 20/2007. Infine l’art. 7, modificando l’Allegato C, par. 4, tabella 4.b, terza colonna del D.lgs. 311/2006, anticipa - dal 1° gennaio 2011 al 1° luglio 2010 - l’entrata in vigore degli obblighi relativi ai valori limite di trasmittanza termica U dei vetri espressa in W/m2K (valori previsti dal D.lgs. 192/2005 e dal D.lgs. 311/2006). Di seguito la tabella con i valori limite, differenziati secondo le zone climatiche da A a F, in vigore dal 1° luglio. (1) Sistema in cui un impianto di produzione di energia elettrico, con potenza fino o 20 MWe e complessivamente installato sullo stesso sito, alimentato do fonti rinnovabili ovvero in assetto cogenerativo od alto rendimento, anche nello titolarità di un soggetto diverso dal cliente finale, è direttamente connesso, per il tramite di un collegamento privato, senza obblighi di connessione di terzi, all’impianto per il consumo di un solo cliente finale ed è realizzato all’interno dell’area di proprietà o nella piena disponibilità del medesimo cliente” (art. 2, comma 1, lett. t), D.lgs. 115/2008, cosi come modificato dall’art. 1, D.lgs. 56/2010).
Zona climatica A B C D E F
U (W/m2K) 3,7 2,7 2,1 1,9 1,7 1,3
Normativa di riferimento * Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia Legge 99, 23.7.2009 s. o. 136, G.U. 176, 31.7.2009 * Attuazione della dir. n. 2006/32/CE relativa all’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della dir. n. 93/76/ CEE D.lgs. 115, 30.5.2008 G. U. 154, 3.7.2008 * Attuazione della dir. n. 2004/8/CE sulla promozione della cogenerazione basata su una domanda di calore utile nel mercato interno dell’energia, nonché modifica alla dir. n. 92/42/CEE D.lgs. 20, 8.2.2007 G. U. 54, 6.3.2007 * Disposizioni correttive e integrative al D.lgs. 192 del 19.8.2005, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico in edilizia D.lgs. 311, 29.12.2006 5 s.o. 26, G. U. 26, 1.2.2007 * Efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e abrogazione della dir. n. 93/76/CEE Dir. n. 2006/32/CE, 5.4.2006 G U.C.E. l. 114/64, 27.4.2006 * Attuazione della dir. n. 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia D.lgs. 192, 19.8.2005 s.o. 158, G.U. 222, 23.9.2005
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Variante “Seveso” Più sicurezza sul territorio provinciale In ottemperanza ai disposti del decreto ministeriale 5 maggio 2001 “Requisiti minimi in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante” la Provincia di Torino ha provveduto ad adeguare il proprio Piano territoriale di coordinamento, adottando una specifica variante denominata Variante “Seveso” al PTC (DCP n. 198332467 del 22/5/2007), approvata in via definitiva con deliberazione del Consiglio Regionale del Piemonte n. 23-4501 del 12 ottobre 2010. La Variante “Seveso” al PTC è finalizzata a garantire un maggior livello di sicurezza per l’ambiente e per la popolazione nei confronti del rischio industriale e si rivolge a tutti i comuni soggetti all’obbligo di predisporre o aggiornare l’Elaborato RIR ai sensi del DM 9 maggio 2001, oltre che ai gestori degli stabilimenti “Seveso”. In particolare: - nei casi di insediamento di nuovo stabilimento “Seveso” o in presenza di stabilimenti che vengono a ricadere nell’ambito di applicazione degli artt. 6 o 8 del d.lgs. 334/99 smi successivamente alla data di adozione della presente Variante (22/5/2010), il comune dovrà adeguare la propria strumentazione urbanistica ai disposti della Variante in oggetto, oltre a quanto già previsto dalla normativa vigente in materia - i comuni che alla data del 22/5/2007 erano già sede di stabilimenti “Seveso” oppure erano già interessati da “aree di danno”, sono tenuti ad
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adeguare la propria strumentazione urbanistica entro 18 mesi dalla pubblicazione della variante “Seveso” al PTC sul BUR (28 settembre 2010); trascorso tale termine non potranno essere adottate varianti strutturali ai PRG per i quali non si sia proceduto all’adeguamento - i comuni già dotati di Elaborato RIR alla data di approvazione della presente Variante (12/10/2010) devono integrare l’Elaborato tecnico vigente secondo i modi e tempi definiti dalla Variante “Seveso” in oggetto (art. 6 delle NdA) Perchè la variante Seveso al PTC? Per capire di cosa si tratta, bisogna tornare al terribile incidente che nel 1976 coinvolse il reattore chimico dell’Icmesa a Seveso. Il 10 luglio 1976 infatti il reattore chimico dell’Icmesa esplose: una nube di diossina si abbatté su Seveso provocando gravi ripercussioni sia sanitarie sui lavoratori e sugli abitanti della zona sia con la contaminazione del territorio circostante l’impianto. L’incidente indusse la Comunità Europea a dotarsi di direttive per la prevenzione degli incidenti industriali: a partire dal 1982 tutte le attività produttive a “rischio industriale”, che utilizzano rilevanti quantità di sostanze pericolose e che in caso di incidente possono dare luogo a incendio, esplosione o emissione di sostanze tossiche con pericolo per le persone o per l’ambiente, sono obbligate ad adottare strumenti di pianificazione dell’emergenza e di informazione a tutela della popolazione e
dell’ambiente interessato. In Italia, con il recepimento della direttiva Seveso e il successivo decreto ministeriale 9 maggio 2001 intitolato “Requisiti minimi in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante” si è introdotto, nell’ambito degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, l’obbligo di verificare le compatibilità tra i fattori di rischio industriale e le dinamiche dell’urbanizzazione. Il ruolo assegnato dal Decreto alle Province, alle quali spettano le funzioni di pianificazione di area vasta nell’ambito della determinazione degli assetti generali del territorio, è quello di individuare attraverso il proprio Piano territoriale di coordinamento (PTCP) le aree sulle quali ricadono gli effetti prodotti dagli stabilimenti Seveso e disciplinare la relazione tra detti stabilimenti, gli elementi territoriali e ambientali vulnerabili, le reti e i nodi infrastrutturali, di trasporto, tecnologici ed energetici, esistenti e previsti, tenendo conto delle aree di criticità relativamente alle diverse ipotesi di rischio naturale individuate nei piani di protezione civile. In questa logica, la pianificazione provinciale costituisce l’unità di base per il coordinamento tra la politica di gestione del rischio ambientale e la pianificazione di area vasta ed è la sede nella quale individuare e definire, anche attraverso procedure di concertazione, i rapporti tra localizzazione degli stabilimenti e limiti amministrativi di competenza comu-
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A oggi in Provincia di Torino ci sono 27 stabilimenti classificati Seveso (in tutto il Piemonte sono 103 - fonte: Registro attività a pericolo di incidente rilevante della Regione Piemonte, Novembre 2010), che coinvolgono direttamente i Comuni: 20 si trovano nel Torinese, 2 nel Pinerolese, 1 nella zona di Susa, 4 nella zona di Ivrea. Alcuni ospitano più di uno stabilimento, per esempio sono 5 a Volpiano, 3 a Grugliasco e 2 a Chivasso. Sono diciotto invece i Comuni interessati “indirettamente”, in quanto limitrofi.
nale, in particolare nelle situazioni, non rare, di stabilimenti collocati in prossimità dei confini amministrativi: condizione che comporta, ovviamente, un allargamento dei fattori di rischio sui Comuni limitrofi. Gli strumenti urbanistici dei Comuni interessati, dal canto loro, individuano e disciplinano le aree da sottoporre a specifica regolamentazione e, a tal fine, predispongono uno specifico Elaborato Tecnico “Rischio di incidenti rilevanti (RIR)” e si adeguano ai disposti del PTCP. Fondamentale nella prevenzione del rischio è la conoscenza. Per tale ragione la variante Seveso al PTC ribadisce ed esplicita l’obbligo alla condivisione delle informazioni, affinché ciascun Comune interessato da ricadute ambientali e territoriali, anche solo marginalmente, possa adottare le opportune misure per minimizzare gli effetti nel caso di incidente e, se del caso, avviare le procedure di aggiornamento dei propri strumenti urbanistici.
Associazione Nazionale GEO.C.AM. Associazione nazionale Geometri Consulenti Tecnici, Arbitri e Mediatori Il Consiglio Nazionale Geometri ha recentemente istituito la nuova Associazione GEO.C.AM. - Associazione nazionale Geometri Consulenti Tecnici, Arbitri e Mediatori, che si occupa di questo nuovo settore specifico della professione. Si invitano i professionisti che intendono operare in questo settore ad iscriversi all’Associazione E’ un’occasione per dare fiducia al lavoro del Consiglio Direttivo della GEO.C.A.M. ed essere presenti all’interno dell’associazione per sostenere le iniziative del nostro specifico settore sia in ambito territoriale che in ambito nazionale.
Per maggiori informazioni: www. provincia.torino.it/territorio/sezioni/ pian_territoriale/varseveso/varseveso1
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Il geometra
Professione
Dallo Sportello per l’Edilizia e l’Urbanistica del Comune di Torino http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/
NEWSLETTER N. 9 DEL 14 marzo 2011
NEWSLETTER N. 10 DEL 16 marzo 2011
VARIANTE PARZIALE AL PRG N. 223 - CIRCOSCRIZIONE AMMINISTRATIVA N. 10 (MIRAFIORI SUD) AI CONFINI CON NICHELINO. VERIFICA VAS. ASSOGGETTAMENTO. Pubblicata la Det. Dir. 60 del 7 marzo 2011, a firma dell’Ing. Saporiti, Sett. Amb. e Terr., avente come oggetto “Variante parziale 223 al PRG. Verifica di assoggettabilità al processo di valutazione ambientale”. http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanistica/det_vas_60_ParcoUrbano.pdf
VARIANTE PARZIALE AL PRG N. 222 - AREE COLLINARI DI CUI ALLA DELIBERAZIONE CC N. 147/2006. VERIFICA VAS. Pubblicata la Det. Dir. 71 del 16 marzo 2011, a firma dell’Ing. Saporiti, Sett. Amb. e Terr., avente come oggetto “Variante parziale 222 al PRG. Revisione della classificazione idrogeomorfologica in aree collinari di cui alla Deliberazione del Consiglio Comunale n. 147 del 12 aprile 2006. Verifica di assoggettabilità al processo di valutazione ambientale strategica”. http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanistica/det_vas_222_Aree_Collina.pdf http://www.comune.torino.it/giunta_comune/intracom/ htdocs/2006/2006_02894.html http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizzazione/atti_urbanistica.shtml
PIANO PARTICOLAREGGIATO LINGOTTO - MODIFICA IN VARIANTE AL PRGC - AVVISO DI AVVIO PROCEDIMENTO VAS Pubblicato l’avviso, a firma dell’Ing. Saporiti, Sett. Amb. e Terr., dell’avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità alla fase di valutazione della procedura di valutazione ambientale”, della modifica del Piano Particolareggiato Lingotto, in Variante al PRGC. http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanistica/accordo_Lingotto_ModPP.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizzazione/atti_urbanistica.shtml
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NEWSLETTER N. 11 DEL 23 marzo 2011 Pubblicata la Det. Dir. 81 del 22 marzo 2011, a firma dell’Ing. Saporiti, Sett. Amb. e Terr., avente come og-
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Professione getto “Piano particolareggiato Lingotto - Modifica invariante al PRGC - Verifica di assoggettabilità al processo di valutazione ambientale strategica”. http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanistica/det_vas_81_PPLingotto.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizzazione/atti_urbanistica.shtml NEWSLETTER N. 13 DEL 1° aprile 2011 VARIANTE N. 215 AL PRG - AMBITO “16.10 EX E12” - VAS Pubblicato l’Avviso di avvio del Procedimento di verifica di assoggettabilità alla fase di valutazione della procedura di Valutazione ambientale strategica”. http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanistica/vas_ZUT-16_10.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizzazione/atti_urbanistica.shtml NEWSLETTER N. 14 DELL’8 aprile 2011 ALLEGATO ENERGETICO AL REGOLAMENTO EDILIZIO Venerdì 1° aprile è entrato in vigore la nuova versione dell’Allegato Energetico al Regolamento Edilizio della Città di Torino, adeguata alle recenti disposizioni normative statali e regionali in materia di rendimento energetico nell’edilizia. L’Allegato è stato revisionato e aggiornato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 2010 08963/38 del 14 marzo 2011, pubblicata sul BURP n.13 del 31.3.2011. Disponibile da oggi sul web la versione aggiornata del Regolamento. http://www.comune.torino.it/regolamenti/302/Allegato %20Energetico%20%5B2011%5D.pdf http://www.comune.torino.it/regolamenti/302/302.htm http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/normativa/ pdf/Del_2010_08963_reg_ed.pdf NEWSLETTER N. 15 DELL’ 11 aprile 2011 VARIANTE N. 252 AL PRG - AREA PONTE MOSCA - AVVISO DI AVVIO PROCEDIMENTO DI VERIFICA VAS Pubblicato l’Avviso di avvio del Procedimento di verifica di assoggettabilità alla fase di valutazione della procedura di Valutazione ambientale strategica”.
VARIANTE N. 254 AL PRG - CORSO GIOVANNI LANZA - AVVISO DI AVVIO PROCEDIMENTO DI VERIFICA VAS Pubblicato l’Avviso di avvio del Procedimento di verifica di assoggettabilità alla fase di valutazione della procedura di Valutazione ambientale strategica”. http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanistica/det_vas_252_PonteMosca.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/urbanistica/det_vas_254_CorsoLanza.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/organizzazione/atti_urbanistica.shtml NEWSLETTER N. 18 DEL 20 APRILE 2011 ALLEGATO ENERGETICO AMBIENTALE 1.Dal 1° aprile in vigore la nuova versione dell’Allegato Energetico al Regolamento Edilizio della Città di Torino, adeguata alle recenti disposizioni normative statali e regionali in materia di rendimento energetico nell’edilizia. L’Allegato è stato revisionato e aggiornato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 2010 08963/38 del 14 marzo 2011, pubblicata sul BURP n.13 del 31.3.2011. 2. Modificati tutti i modelli per l’adozione dei requisiti incentivati dell’Allegato Energetico-Ambientale. Le nuove versioni di: AE-DRO (domanda per la riduzione degli oneri concessori); AE-RAC (relazione asseverata conformità opere); AE-RAP (relazione asseverata elaborati progettuali); AE-DAS-COMP(determinazione dell’aliquota di sconto complessiva) sono pubblicate nell’apposita sezione della Modulistica. http://www.comune.torino.it/regolamenti/302/302.htm http://www.comune.torino.it/regolamenti/302/Allegato %20Energetico%20%5B2011%5D_2.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/normativa/ pdf/Del_2010_08963_reg_ed.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/ #ambiente http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/ pdf/ae_rap.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/ pdf/ae_rac.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/ pdf/ae_dro.pdf http://www.comune.torino.it/ediliziaprivata/moduli/ word/ae_das_comp.xls
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Il Piano del Colore della Città di Torino Il Settore Decoro Urbano di Torino, istituito nel novembre 2009, affianca e integra le competenze dei Settori che fanno capo alla Divisione Suolo Pubblico, Arredo Urbano, Integrazione e Innovazione sviluppando azioni rivolte alla qualità dell’ambiente urbano. L’ambiente urbano è lo spazio di vita e di vitalità di una comunità urbana. L’attenzione e la cura per gli spazi, pubblici e privati, sono un segnale significativo della dimensione umana, economica, culturale, internazionale di una città, sono valori che contribuiscono a configurare l’identità e l’attrattività di un territorio urbano; rappresentano un “valore aggiunto” che influisce sulla qualità della vita degli abitanti, sulle scelte localizzative di cittadini e soggetti economici, sulla vocazione di una città di attrarre investimenti e sulle condizioni per dialogare e competere con i contesti urbani di livello internazionale. Il lavoro del Settore Decoro Urbano si sviluppa con la collaborazione della Fondazione Contrada Torino Onlus, nata nel 2008 per coadiuvare l’Amministrazione negli interventi sull’ambiente urbano che vedono coinvolti interessi pubblici e privati. 20
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Piano del Colore Da molti anni l’Amministrazione lavora alla valorizzazione e alla cura del colore degli edifici della città attraverso lo strumento del Piano del Colore. La recente attribuzione dell’Ufficio Colore al Settore Decoro Urbano consolida l’ordinaria attività di controllo, accompagnamento e autorizzazione delle richieste di interventi di tinteggiatura delle facciate con riferimento al Piano del Colore. Al tema del Decoro Urbano fa capo anche l’installazione delle tende sulle facciate esterne degli edifici. Anche in questo caso il lavoro degli uffici riguarda la gestione del rapporto tra esigenze private e decoro degli affacci sullo spazio pubblico. Il Settore Decoro Urbano collabora inoltre con i Settori Arredo Urbano e Occupazione Suolo Pubblico, per la regolarizzazione dell’occupazione del suolo pubblico con precari edilizi, svolgendo un ruolo di supporto nell’attività di censimento e curando la progettazione del sistema informavo per la gestione dei dati raccolti. Come nasce il Piano del Colore Il piano del colore della città di Torino nasce a livello sperimentale nel 1979 sulla base di una ricerca universitaria che ha riportato alla luce procedure e coloriture che in passato venivano utilizzate per decorare le facciate. In base ad una serie di contigenze fortunate quali l’esigenza, sancita dalla variante 31 bis del Piano Regolatore del 1959, di considerare le tin-
teggiature come opere manutenzione staordinaria, le informazioni tecniche teoriche vennero messe in pratica con il controllo sistematico di tutte le richieste di ripristino delle facciate. Al fine di operare tale controllo venne creato un apposito Ufficio Colore e da quel momento consulenti e tecnici comunali, lavorando a stretto contatto con i privati e gli operatori, hanno contribuito all’affermazione dell’iniziativa. Nel 1993 l’esperienza fino ad allora maturata sperimentalmente ha consentito di redigere un apposito Piano del Colore comprensivo di strumenti operativi quali norme tecniche, cartografie, allegati vari. Il piano diventa operativo dal 1997. Il Piano del Colore oggi In questi anni la città ha potuto sperimentare una nuova visione ambientale, una proposta accolta con favore dai cittadini, da enti pubblici e privati, che hanno partecipato al programma di rinnovamento e cura degli edifici. Ma l’attenzione all’ambiente urbano va comunque mantenuta alta, numerosi edifici di rilevanza culturale ed architettonica, sia nel centro cittadino che nelle zone periferiche, non hanno ricevuto alcun tipo di intervento. Gli interventi di pulitura e tinteggiatura degli edifici restituiscono agli occhi dei cittadini nuovi colori, luce, la scoperta di particolari prima coperti dalla patina scura di polvere e smog, ma offrono anche l’opportunità per i proprietari di valorizzare il loro immobile.
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Professione 107 colori: un progetto della Città volto ad attivare un dialogo con cittadini, proprietari di immobili, amministratori, professionisti, imprese, per far crescere, attraverso una maggiore collaborazione tra questi soggetti, l’esperienza del Piano del Colore e la realizzazione di interventi di qualità
Il Piano del Colore ha come obiettivo principale la riqualificazione dell’immagine della Città, la conservazione e la tutela del patrimonio edilizio e la conseguente valorizzazione del paesaggio urbano. Svolge, inoltre, una funzione di indirizzo e controllo: l’insieme di procedure e attività svolte dall’Ufficio Colore e dalla Commissione assicurano continuità, qualità, coerenza degli interventi. Attraverso l’attuazione del piano, in questi anni, sono stati fatti numerosi interventi nelle principali vie e piazze del centro storico, in questi casi particolare importanza è stata data al recupero degli ambienti unitari, ad esempio l’asse piazza Castello, via Po, piazza Vittorio, via Garibaldi, piazza Statuto, via Milano e piazza della Repubblica. Il Piano sollecita, attraverso l’Ufficio Colore, il coordinamento tra tutti i soggetti - pubblici e privati interessati all’operazione e la simultaneità dell’intervento complessivo, in modo che tutte le opere vengano realizzate e terminate nello stesso periodo, restituendo l’immagine originaria nella sua unitarietà. Dal 2009 l’ufficio colore si occupa anche di esaminare le richieste di collocazione di tende sulle facciate degli edifici.
Progetto 107 colori La Città sta promuovendo, a distanza di oltre 10 anni dalla approvazione del Piano del Colore, un bilancio sullo stato di conservazione degli edifici della città per riproporre a livello urbano l’attenzione sul tema del decoro degli edifici, sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista delle prescrizioni e delle periodicità da rispettare. P.A.Pu.M. Progetto Arte Pubblica e Monumenti P.A.Pu.M, è nato nel 2006 ed è coordinato e gestito dal Settore Decoro Urbano, con il supporto scientifico della Fondazione Torino Musei. È un centro di documentazione culturale, tecnico, gestionale e patrimoniale che raccoglie l’insieme delle informazioni e della documentazione relativa al patrimonio, esistente e futuro, di arte contemporanea e dei monumenti realizzati tra la metà dell’800 e la seconda guerra mondiale. Tutte le opere sono collocate negli spazi pubblici della città. Elemento strategico del progetto, rivolto alla comprensione e alla consapevolezza dei cittadini è la riconnessione del mondo dei monumenti storici con quello dell’arte contemporanea negli spazi pubblici come si-
stema unico, strategico, permanente nella storia, nell’identità e nella contemporaneità di Torino. Attualmente sono pubblicati, e liberamente consultabili on line, tutti i dati inventariali e di approfondimento - tecnici, storico-artistici, di contesto con il riferimento alle fonti documentali - di ogni opera; per alcune di queste e per quelle di recente acquisizione sono ancora in corso la ricerca e l’elaborazione dei dati. Il sito P.A.Pu.M. è aperto e in continua crescita: viene aggiornato periodicamente, di pari passo con il procedere del lavoro di raccolta delle informazioni e con la nascita di nuove opere. Il patrimonio di opere censite, schedate e gestite dal progetto P.A.Pu.M. risulta oggi così articolato: 233 opere inventariate 76 monumenti storici – fino al 1950 104 opere realizzate nello spazio pubblico dal 1950 33 installazioni di Luci D’Artista 20 opere in progetto
Tutte le informazioni su: www.comune.torino. it/decorourbano
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Una scuola da abitare
Nella nuova scuola di Piobesi sono preponderanti i materiali naturali: argilla addizionata con farina di legno, canapa, fibra di legno, calce idraulica naturale, legno lamellare, linoleum, vernici ecologiche a base di materie prime vegetali e minerali. E inoltre calore attinto dalla rete del tele-riscaldamento, bassa temperatura del fluido nelle serpentine radianti a pavimento, buona coibentazione dell’involucro dell’edificio. Inoltre: acqua calda sanitaria ottenuta dai pannelli solari ed energia elettrica prodotta dai pannelli fotovoltaici, accumulo idrico dell’acqua meteorica e cassette di risciacquo dei wc a doppio pulsante. Un cocktail di azioni coordinate per contenere il consumo energetico dell’edificio, ottenendo il duplice effetto di ridurre sensibilmente le emissioni nell’ambiente e risparmiare nella gestione una notevole quantità di denaro, in questo caso pubblico. E poi il legno: un materiale antico, caldo e confortevole, leggero, robusto e duttile, in grado di contrastare agevolmente le azioni sismiche.
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Si è conclusa è la costruzione della nuova scuola elementare di Piobesi Torinese, che attraverso l’attenzione al progetto, l’utilizzo di materiali naturali, l’impiego del legno, il risparmio idrico, l’uso di tecnologie innovative coordinate per l’edificio a basso consumo dialoganti col sistema domotico del complesso, vuole divenire un esempio facilmente replicabile sul territorio italiano. Una dimostrazione di sensibilità del committente, attenzione al progetto, manualità artigiana e consapevolezza dell’imprenditore di realizzare un manufatto da abitare, un’opera che modifica il paesaggio, destinata a durare negli anni. Da questo connubio scaturisce una sinergia che è foriera di: qualità complessiva dell’edificio, cura dei dettagli, rispetto dei tempi, assenza di contenzioso. Nella costruzione sono stati privilegiati materiali sani e naturali (legno, calce idraulica naturale, canapa, linoleum, vernici a base vegetale e minerale) oltre ad un cocktail di tecnologie innovative, coordinate al fine di contenere i consumi energetici e valorizzare le energie rinnovabili (pannelli solari termici e fotovoltaici, tele-riscaldamento, accumulo dell’acqua meteorica, domotica). Durante lo svolgersi dei lavori, l’attenzione alle misure di sicurezza, la professionalità e la diligenza espresse da tutte le figure coinvolte, hanno permesso di trasformare il cantiere in un evento all’interno del quale i bambini e le loro insegnanti hanno potuto visitare la futura scuola. Il Comune ha messo a disposizio-
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Professione ne le risorse, le educatrici ed i bambini il loro entusiasmo, l’impresa ha fornito il supporto logistico ed i progettisti hanno coordinato gli sforzi complessivi. Ne è scaturita una sperimentazione didattica che ha impegnato quattro classi per un intero anno: 160 bambini hanno avuto accesso al cantiere nei diversi passaggi costruttivi dell’edificio, toccato con mano i materiali ed hanno trasmesso il loro entusiasmo anche ai genitori che hanno, a loro volta, richiesto ed ottenuto di visitare il cantiere. Comunicare la sostenibilità attraverso l’evento qualifica l’opera, contribuisce a creare un’immagine positiva ed i risultati, portati all’attenzione del pubblico, sono diventati obiettivi condivisi e sentiti dalla popolazione. Si tratta di un piccolo progetto ma con grandi ambizioni che ha permesso di compiere un piccolo passo per uscire dalla logica che vede le opere pubbliche declinate unicamente attraverso parametri economici, cronologici e burocratici. Per consegnare idealmente l’edificio alla Comunità, si è svolto a novembre scorso, presso l’aula magna della scuola, il Convegno “Una scuola da abitare”, a cui sono intervenuti, in qualità di relatori, docenti universitari, liberi professionisti e ricercatori. Il progetto è stato riconosciuto vincitore del Premio Ancitel Energia e Ambiente - Gruppo Saint Gobain “Sostenibilità Ambientale e Sociale per il Comune - Efficienza energetica e innovazione nell’edilizia” II Edizione. Inoltre l’edificio è stato oggetto di una manifestazione denominata Restruc-tour, realizzata nell’ambito del Salone “Restructura”, con visite guidate all’ex cantiere. La realizzazione della nuova scuola elementare di Piobesi Torinese è interessante non solo per i caratteri architettonici e pedagogici, ma anche perché è stata oggetto di una speri-
L’insegnamento della scuola primaria costituisce le fondamenta per una solida cultura scolastica: se l’istruzione avviene in un contesto piacevole, il trasmettere ed il recepire gli argomenti diventa più agevole. Prima di affrontare le problematiche relative alla progettazione di un edificio scolastico, è indispensabile evidenziare la specificità della figura del bambino, per essere in grado di individuare, predisporre ed allestire un’articolata pluralità di spazi capaci di fornire continui ed efficaci stimoli comunicativi ed espressivi, garantire il bisogno di identificazione con i luoghi ed implementare in tal modo le potenzialità di apprendimento. L’utilizzo di una forte connotazione simbolica dell’edificio, la dimensione ludica associata agli elementi architettonici, la scelta dei materiali, delle sagome degli arredi e degli accessori, gli accostamenti di colore ed i decori che caratterizzano le diverse funzioni del complesso scolastico, aiutano i bambini ad identificare gli ambienti della scuola ed il proprio gruppo di appartenenza. Molti sono i riferimenti simbolici che possono essere adottati per rendere ogni rientro a scuola atteso con impazienza. Possono avere legami con il territorio di insediamento oppure essere riferiti al mondo della fantasia, purché siano in grado di stimolare ed accrescere le enormi potenzialità possedute da ciascuno dei piccoli utenti. Per questo motivo i nostri progetti sfruttano ogni occasione disponibile per caratterizzare l’edificio e renderlo ospitale, accogliente, interessante. Sono stati previsti bowindows e balconate per raccogliersi a chiacchierare ed affacciarsi; davanti ad ogni coppia di aule si apre uno spiazzo delimitato da cromatismi diversi, che agevola la permanenza e l’esodo, spezza la monotonia del corridoio, anche se il “cannocchiale visivo” costruito dalle grandi aperture sulle estremità ne fa un asse fondamentale. L’interlocutore del progettista deve essere l’utente finale prima ancora che il committente ufficiale: il bambino, da intendersi come individuo evoluto, seppure dotato di una sua particolare specificità e non come soggetto non ancora diventato adulto, da coinvolgere nei processi partecipativi che riguardano i suoi spazi ed hanno influenza sulla sua educazione. La progettazione di una scuola costituisce un momento di grande creatività, non solo pedagogica ed architettonica, ma anche sociale, culturale e politica: occorre individuare gli spazi per aiutare gli essere umani a crescere, ad esprimere le potenzialità, le competenze e le curiosità, ad esplorare, a sentirsi costruttori di progetti. Silvano M. Bandolin e Laura Porporato, progettisti il geometra n. 3/11
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Professione mentazione didattica certamente interessante quanto inusuale per lo standard delle opere pubbliche italiane. I temi del progetto (e del relativo Convegno) sono stati tanti e ne riportiamo un breve cenno. • l´incarico è scaturito da una gara nella quale e’ stata premiata la metodologia che faceva perno sulla sostenibilita’ ambientale e sul progetto pedagogico; • la scuola è in Classe energetica B, è riscaldata con il teleriscaldamento, ed anche dai pannelli solari; e’ alimentata elettricamente con il fotovoltaico, l´impianto elettrico è domotico, l´acqua meteorica viene raccolta e, tramite uno stagno didattico, depurata ed in parte utilizzata per irrigare il giardino; • si è cercato di impiegare maggiormente materiali naturali e salubri; • tutte le tecnologie sono state impiegate in modo che l´edificio fosse in grado di comunicare con gli studenti i dati relativi al suo funzionamento; • è stato attivato un processo di partecipazione che ha coinvolto le insegnanti ed i bambini della scuola, che è durato un anno, ed ha prodotto notevoli risvolti sulla didattica ed ha consentito alcuni adeguamenti ed allestimenti interni dei locali sulla base delle richieste degli utenti; • oltre 160 bambini hanno visitato il cantiere ed una metà circa sono intervenuti ben quattro volte per seguire il processo produttivo; • si è creata una notevole attesa e, verso la fine del cantiere, anche alcuni genitori hanno chiesto ed ottenuto di visitare la scuola; • appena tagliato il nastro dell´inaugurazione i bambini hanno guidato i loro genitori e nonni a visitare i locali, spiegando quali sono le tecnologie adottate, le modalità di risparmio energetico e di tutela dell´ambiente; • i nonni potranno aiutare gli insegnati a coltivare l´orto ed il frutteto di cui è dotata la scuola.
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La geom. arch. Laura Porporato (Archiloco studio associato), è stata progettista e direttore dei lavori.
PROGETTO ECO-CASE CENTRO ASSISTENZA E STUDI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE-EDILIZIA Il Collegio dei Geometri, nell’ambito del progetto JPE 2010 (volto alla informazione, diffusione e sviluppo dei sistemi per l’efficienza ed il risparmio energetico), ha realizzato un servizio di supporto per la risoluzione di esigenze nel settore dell’efficienza energetica e nel settore delle fonti rinnovabili. Se si ha bisogno di informazioni su: � Pratiche Legge 10/ Allegati Energetico Ambientali: o Supporto e informazioni o Espletamento pratiche � Bandi per fondi legati all’efficienza energetica � Agevolazioni fiscali per interventi di efficienza energetica � Progettazione per sistema edificio-impianto � Supporto alla Direzione Lavori nell’esecuzione di interventi in merito a problematiche energetiche � Protocollo Itaca: o Informazione su procedure o Gestione delle pratiche e della documentazione da presentare � CasaClima: o Informazione su procedure o Progettazione nuovi fabbricati secondo parametri CasaClima o Riqualificazione di fabbricati esistenti secondo parametri CasaClima � Collaudi finali per certificazioni � Certificazioni energetiche � Norme attive per comune
E’ possibile inviare una mail all’indirizzo: eco-case@collegiogeometri.to.it
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Atti del Collegio
Assemblea degli Iscritti all’Albo dei Geometri di Torino e Provincia del 18 aprile 2011 Relazione del Presidente Gentilissime Colleghe ed Egregi Colleghi, Vi porgo il benvenuto all’appuntamento annuale dell’Assemblea che, come ormai sappiamo, viene indetta entro il mese di aprile in ossequio alle disposizioni sulla contabilità degli Ordini e Collegi professionali, che stabilisce l’approvazione dei bilanci entro tale scadenza. Osserviamo prima di iniziare un minuto di silenzio dedicato al ricordo dei Colleghi che ci hanno lasciato dalla scorsa Assemblea. Ricordiamo: Franco Baggini Gianfranco Bedda Vincenzo Bove Bartolomeo Bruno Gian Gaetano Calloni Flavio Clot Lorenzo Converso Candido Cravenzola Dante Cuselli Margherita Giovanetto Giuseppe Raineri Luca Truffa Giachet Giorgio Pettigiani Aldo Vacchieri Maurizio Villardita Abbiamo il piacere di dare il benvenuto all’interno della Categoria a 63 nuovi iscritti all’Albo, che ricevono oggi stesso il timbro professionale, ai quali rivolgiamo i migliori auguri per la loro carriera. Un saluto particolare anche ai 10 colleghi che hanno compiuto quest’anno 50 anni di iscrizione e quin-
In conformità a quanto deliberato dal Consiglio, gli iscritti al Collegio dei Geometri di Torino e Provincia sono stati convocati in Assemblea presso sala Conferenze della Galleria d’Arte Moderna, C.so Galileo Ferraris 30, lunedì 18 aprile 2011 alle ore 16.00 con il seguente: Ordine del Giorno 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7)
Relazioni del Presidente, Segretario e Tesoriere Approvazione del conto consuntivo 2010 Approvazione del conto preventivo 2011 Relazioni dei Consiglieri Assegnazione delle medaglie e dell’attestato di benemerenza agli iscritti all’Albo da oltre 50 anni Assegnazione delle medaglie e dell’attestato di benemerenza agli iscritti all’Albo da oltre 35 anni che hanno partecipato attivamente alla vita della Categoria Assegnazione di attestato di benemerenza ai Geometri che nell’anno 2010 hanno conseguito il pensionamento
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Atti del Collegio
di entrano nell’Albo d’Onore dei Geometri di Torino e Provincia, ai colleghi che festeggiano i 35 anni di iscrizione ed a coloro che hanno raggiunto il traguardo della pensione, che applaudiremo al termine dell’Assemblea. Veniamo ora agli argomenti principali oggetto dell’attività del Collegio, rimanendo a disposizione per ogni domanda ed osservazione. Una prima notizia: avrete notato che il Collegio ha adottato la nuova denominazione “Collegio dei Geometri e Geometri Laureati”, per rappresentare anche i Geometri Laureati triennali nelle ex classi universitarie 4°, 7° e 8° (del D.P.R. 328/2001) corrispondenti in base al DM 270/04 alle attuali classi L 17, L 24, L 21 ed L 7, che oggi, seppure ancora in numero limitato, iniziano ad essere iscritti al nostro Albo. Il Consiglio Nazionale aveva suggerito ai Collegi la variazione già dal 2008, ma il nostro Collegio fin’ora non aveva provveduto alla variazione, anche per una sorta di attacca-
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mento e affezione alla vecchia denominazione e lo ha fatto nel 2010, in occasione del cambio di indirizzo della sede. Questa sorta di “aggiunta” dell’identità avrà maggior significato quando la riforma della Scuola superiore - che, come sapete, è entrata in vigore con l’attuale anno scolastico - sarà pienamente operativa e licenzierà non più il diplomato Geometra ma il “Diplomato tecnico in Costruzioni, Ambiente e Territorio” e la qualifica di “Geometra” sarà esclusiva degli iscritti all’Albo dei Geometri, che si otterrà (come ora) dopo due anni di Praticantato o laurea triennale o ITS e superamento dell’esame di Stato di abilitazione. Come sapete, il Consiglio è stato rinnovato a luglio 2010 con l’ingresso di 4 nuovi Consiglieri che si sono bene inseriti nel resto della “squadra”, aggiungendo nuove energie e contributi ai molti progetti che ogni anno portiamo avanti. Ringraziamo qui in particolare i quattro Consiglieri uscenti Silvio Balbo, Francesco Cerato, Luigi Gaidano e Franco Rigazio, per il loro sostanziale contribuito alla conduzione della vita del Collegio e della Categoria nei quattro anni o più del loro mandato e che continuano oggi la loro collaborazione nell’ambito delle Commissioni. Il trasloco della sede del Collegio è stato l’altro avvenimento rilevante del 2010: i lavori non sono ancora terminati, perché la disponibilità dei locali adiacente agli uffici, dove vengono realizzate le aule didattiche ed informatiche, è avvenuta solo a inizio 2011.
Pertanto si completeranno tra poco i lavori di questa seconda ala ed anche le finiture dei locali già operativi; la nuova sede si è rilevata molto confortevole e funzionale per la distribuzione interna e per la conformità alle norme di sicurezza, antincendio ed edilizia scolastica., nonché per la collocazione in area centrale e comoda ai servizi. Sul bilancio consuntivo 2010, di cui Vi riferirà il Tesoriere, sono riportate le cifre fin’ora spese per il trasloco e la ristrutturazione; appena completati i lavori, verrà predisposto il consuntivo generale. La spesa è stata importante ma, come sappiamo bene noi operatori del settore, le ristrutturazioni costano e nascondono imprevisti e sorprese. Soprattutto per quanto riguarda l’impiantistica – impianto elettrico, antincendio, allarme, video e audio diffusione, condizionamento, cablaggi – le cifre sono rilevanti: credo però che chiunque abbia già frequentato la nuova sede, oltre all’aspetto estetico, abbia potuto apprezzare la funzionalità e l’efficienza degli impianti. La sala conferenze in particolare ha un impianto audio e video all’avanguardia che rende molto efficace la didattica, oltre ad avere una capienza fino a 140 posti e quindi in grado di accogliere seminari e conferenze con un elevato numero di partecipanti. Il Consiglio ha tentato dove possibile di contenere le spese di allestimento della nuova sede: per esempio l’arredamento degli uffici è stato in gran parte recuperato e qualche mobile è stato venduto; i mobili “vecchi” (scaffali, accessori, scrivanie, armadi) sono soprattutto stati riutilizzati negli archivi, nella biblioteca e nei locali di servizio. Certamente invece per gli impianti, come detto, si è dovuto ricorrere in toto a nuove apparecchiature. Abbiamo oggi una sede prestigiosa e funzionale, con un contratto di affitto di 15 anni ad un canone annuo di 78.000,00 €, inferiore a quello di
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Atti del Collegio Via Cernaia, per esenzione Iva e delle minori spese condominiali. Riteniamo pertanto, ora che il passo è stato fatto, che la scelta sia stata positiva e che i vantaggi della nuova collocazione siano molti e speriamo che Voi condividiate questa scelta importante. Veniamo ora agli argomenti strettamente di Categoria, primo tra tutti quello scottante, che delle competenze. Probabilmente per il difficile momento economico, gli Ingegneri ed Architetti si accaniscono in modo particolare ad inviare alle amministrazioni pubbliche le sentenze sul cemento armato vecchie e nuove per ribadire la non competenza dei geometri nella progettazione di opere, dimenticando di evidenziare che le sentenze si riferiscono a opere “rilevanti” e non certo a quelle rientranti come cubatura in quelle già riconosciute. Ciò provoca naturalmente dubbi nell’affidamento degli incarichi, particolarmente negli uffici pubblici retti appunto da Ingegneri e Architetti che approfittano dell’incertezza e contraddittorietà delle norme per escludere i Geometri dagli incarichi. Oltre al cemento armato, si è aggiunto di recente l’attacco contro la norma regionale che prevede che il rilascio del certificato energetico, indipendentemente dalle competenze, possa essere redatto anche dai geometri e da altre categorie che abbiamo frequentato con esito positivo l’apposito corso. Questi attacchi vengono perpetrati con particolare tenacia, pubblicizzandoli anche su siti Internet e quindi dandogli particolare evidenza. Non ultimo, questa volta da parte degli Avvocati, il tentativo di boicottare la nuova legge sulla mediazione civile, che concede ad altri professionisti, tra cui i geometri, di svolgere il tentativo di mediazione obbligatoria in alcune liti. Cosa si può fare di fronte a tutto ciò?
Le azioni devono essere per prima cosa intraprese a livello nazionale, potenziando tutte le iniziative per ottenere un quadro legislativo più chiaro, organico ed aggiornato. Fin quando non ci sarà un provvedimento legislativo (sia esso la riforma delle professioni, la revisione del regolamento del 1929, la definizione del nuovo percorso scolastico) che indichi chiaramente chi può fare cosa, non ci si potrà fare valere. Su questo punto, il Consiglio Nazionale Geometri sta operando attivamente, seguendo con costanza i progetti di legge che potrebbero offrire un chiarimento In secondo luogo, potenziando la pubblicità da parte nostra delle ragioni a difesa della Categoria. A seguito della circolare inviata a luglio dalla Fiopa (peraltro identica a quella già inviata l’anno precedente) sulla questione del cemento armato a tutte le amministrazioni pubbliche del Piemonte e Valle d’Aosta, sia il Collegio di Torino sia il Consiglio Nazionale hanno ribadito con una lettera in cui si evidenzia come la Fiopa confonda la materia oggetto di giurisdizione del giudice ordinario (e cioè dei Tribunali, delle Corti d’Appello e della Corte di Cassazione) con quella oggetto di giurisdizione amministrativa (e cioè dei Tribunali Amministrativi Regionali e del Consiglio di Stato). In particolare, in caso di progetti di manufatti con strutture in cemento armato redatti da geometri, la Corte di Cassazione non è legittimata a decidere sulla validità dei relativi permessi di costruire o denunce di inizio attività, bensì esclusivamente sulla validità del contratto di progettazione stipulato fra il committente e il geometra e, in particolare, sul diritto di quest’ultimo a percepire il compenso per le prestazioni professionali svolte. Purtroppo sono proprio di questi giorni altre sentenze sfavorevoli, che il nostro Consiglio Nazionale sta va-
gliando attentamente con i propri legali per rispondere con azioni documentate e con ricorsi, ove possibile. La terza strada per alleggerire il grave problema delle competenze, certo più lunga ma sicuramente efficace, è quella di “spingere” verso le specializzazioni in cui la legge ci riconosce chiaramente competenti, quali la prevenzione incendi, il coordinamento dei cantieri per la sicurezza, la certificazione energetica, le consulenze per il Tribunale, la mediazione civile. Sempre più sentiamo parlare di “albi” (o più propriamente elenchi), dei certificatori, dei CTU, oggi dei mediatori civili, in cui i geometri possono iscriversi e quindi esercitare. Questi sono fortunatamente campi “certi”, proprio perché le norme indicano chiaramente i Geometri tra i professionisti che possono svolgere queste prestazioni. Purtroppo nel campo a noi più affine, cioè quello delle costruzioni, dell’edilizia e dell’urbanistica, la concorrenza permane forte da parte delle altre categorie professionali tecniche e quindi non ci nascondiamo le difficoltà che ne conseguono. Come affermato dal nostro Presidente Nazionale geom. Fausto Savoldi nella comunicazione via pec a tutti gli iscritti d’Italia di qualche giorno fa, è rischioso avviare azioni legali individuali, per il recupero di onorari, che possano dare occasione alla controparte o direttamente al giudice di eccepire la questione delle competenze per la presenza del cemento armato. Il rischio di vedersi annullato il contratto professionale con la conseguenza del “nulla è dovuto” (con la restituzione delle anticipazioni eventualmente ricevute), visto l’atteggiamento della magistratura, risulta assai elevato. Ciò impone che ogni azione legale, prima di essere avviata, venga preliminarmente segnalata al Collegio che attentamente, e caso per caso, ne valuterà l’opportunità anche in funzione dell’interesse geil geometra n. 3/11
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Atti del Collegio nerale della categoria. E’ inoltre opportuno – ribadisce sempre il geom. Savoldi - abituarsi a redigere specifiche e fatture separate per le tipologia di prestazioni incontestate e non strettamente rientranti nelle “progettazioni” edilizie (rilievi, operazioni di contabilità, operazioni catastali, sicurezza, ecc…). Ciò per poter richiedere decreti ingiuntivi opponibili solo per eventuali motivi di merito e, tra l’ altro, per agevolare la corretta compilazione degli studi di settore. Siamo tutti consapevoli che il momento è grave e la situazione non ci è favorevole. Tuttavia, vorrei evidenziare che le occasioni di lavoro ci sono ancora e, come si dice forse un po’ superficialmente ma è la verità, non è il lavoro che manca ai Geometri: abbiamo avuto nel 2010 l’introduzione delle nuove norme sull’accertamento della regolarità catastale in occasione degli atti notarili di trasferimento immobiliari; l’accatastamento delle “case fantasma”; il boom della certificazione energetica. Tutte occasioni in cui chi vuole ed è capace può ancora lavorare. Ma non dimentichiamo anche i settori tradizionali che proseguono certo non “a gonfie vele” ma ancora bene, quali le amministrazioni immobiliari, la topografia, gli incarichi in ambito catastale, la sicurezza, le valutazioni, le consulenze di parte e per i Giudici, l’assistenza fiscale e amministrativa. E’ importante che di tutto questo si parli, anche tra di noi colleghi, perché le singole esperienze possono essere utili a tutti. A questo proposito, il Consiglio ha stabilito di creare delle nuove occasioni di incontro nelle zone della Provincia. Da quest’anno, oltre alla tradizionale Riunione annuale di Zona, dove solitamente la parte conviviale e di presentazione delle nostre attività alle autorità locali è prevalente, verranno organizzati incontri separati, nel tardo pomeriggio o dopo cena, per discutere solo tra di noi professionisti delle nostre pro-
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blematiche e per mettere in comune esperienze, problematiche e idee, da proporre al Consiglio del Collegio. E’ uno sforzo sia per i Priori, che sono chiamati ad organizzare due incontri anziché uno, sia per i Consiglieri e per i professionisti delle zone che dovranno presenziare al doppio degli incontri, ma riteniamo che ne valga la pena; già negli scorsi anni, quando vi sono stati incontri locali per discutere sulla scelta della nuova sede e sull’Albo Unico delle professioni tecniche, abbiamo rilevato che dedicare due ore solo ad argomenti specifici di categoria, senza discorsi ufficiali, visite, pranzi, brindisi e intrattenimenti (peraltro anche questi molto graditi e piacevoli durante la tradizionale riunione di zona) ha avuto molto successo e riscontro positivo. Anche l’occasione dell’Assemblea annuale ha tempi ristretti e lascia poco spazio agli interventi degli iscritti, proprio perché è il momento istituzionale dell’approvazione dei bilanci e dell’attività del Collegio e non dà sempre modo ai singoli di intervenire su questioni più proprie della professione quali le competenze, le tariffe, il catasto ecc. Riceverete quindi a breve il calendario degli incontri che avverranno prima e dopo l’estate, a cui vi invitiamo fin d’ora a partecipare, in aggiunta naturalmente al tradizionale appuntamento della riunione annuale di Zona che i Priori hanno già calendarizzato. Vorrei fare un accenno alla nostra Cassa di Previdenza, in base alla mia esperienza quale Consigliere dell’ente e quindi a stretto contatto delle problematiche sul futuro della categoria. Nel 2010, per la prima volta, il numero degli iscritti agli Albi è diminuito ed i redditi medi dichiarati sono veramente bassi. Di fronte al rischio di un saldo previdenziale negativo, la Cassa ha adottato già da anni alcuni provvedi-
menti che nel tempo hanno portato al calmieramento del modello retributivo. La Cassa sta lavorando all’avvio della sperimentazione di un modello previdenziale innovativo, basato su un sistema di calcolo integrato che prevede la sostenibilità di lungo periodo dell’organismo previdenziale e, al tempo stesso, il rispetto delle esigenze reddituali dei professionisti. Dall’indagine commissionata al Censis sulla situazione della categoria, emerge che la professione del geometra è solida e tuttora ancorata alla decennale tradizione di insediamento nel territorio e nella società italiana. Ma si percepiscono anche segnali di cambiamento e di apertura alle nuove sfide competitive. Alla Cassa di Previdenza – insieme al Consiglio Nazionale - spetta il compito di sostenere la modernizzazione della categoria, che passa attraverso la via obbligata della formazione, attraverso la promozione di una Scuola Superiore per il Geometra - da frequentare all’uscita dalla scuola secondaria superiore - in grado di offrire alla categoria una cultura omogenea e per preparare i giovani ad affrontare meglio l’attività autonoma. Per quanto riguarda le novità della Cassa nell’ultimo anno, che trovate elencate nel fascicolo di accompagnamento ai bilanci del Collegio, vi è stato lo studio sull’istituzione di una previdenza integrativa di categoria, il cosiddetto “secondo pilastro” della pensione dei Geometri che garantirà un trattamento previdenziale adeguato anche agli iscritti più giovani, consentendo loro di fare i conti in futuro su una previdenza di base sempre meno tutelante. Sempre nell’ottica di ampliare i servizi in favore dei geometri liberi professionisti, sono stati prestiti agli scritti per lo svolgimento della professione, diretti all’acquisto di attrezzature, strumenti o arredi, elevando da 35 a 60 anni il limite massimo di età per l’accesso, in considerazione
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Atti del Collegio delle condizioni economiche generali che hanno prodotto ripercussioni negative sull’intera categoria. Inoltre la Cassa ha stipulato una nuova convenzione per consentire l’erogazione di finanziamenti a condizioni favorevoli contro cessione del quinto della pensione, estendendole non solo ai pensionati ma anche ai pensionandi, cioè a coloro che alla data del pensionamento risultino avere un debito contributivo ostativo al riconoscimento del diritto a pensione. In conclusione, ricordiamo che il Collegio è un’istituzione aperta ed i Consiglieri sono sempre disponibili ad ascoltare istanze e venire incontro alle necessità degli iscritti all’Albo individuando insieme, naturalmente ove possibile, le soluzioni alle problematiche più svariate. In questo il Collegio vuole essere portavoce di tutti i suoi 3.600 iscritti, portando all’attenzione degli organi competenti una voce univoca e quindi più forte e rappresentativa. Invito quindi tutti, i colleghi giovani in particolare ma anche tutti gli altri, a recarsi di persona al Collegio o a scrivere o telefonare per ogni esigenza, osservazione, proposta ed istanza. Oggi i contatti tra il Collegio e gli iscritti sono molto frequenti, soprattutto perché la formazione continua dà l’occasione di incontrarsi frequentemente; inoltre le Commissioni, a cui partecipano fattivamente molti colleghi, hanno molte attività e sono occasione di incontro e di scambio di idee. Ma invitiamo anche tutti gli altri, che forse non vediamo mai o molto raramente, ed i nuovi colleghi in particolare, a tenersi in contatto ed a frequentare il Collegio, ora che abbiamo una sede nuova e grande e ci auguriamo accogliente, che è la casa di tutti noi e che quindi dobbiamo utilizzare non solo per i servizi ma anche quale luogo fisico di incontro e di crescita professionale.
Relazione del Segretario Ringrazio le colleghe ed i colleghi per essere qui presenti. Come ha già detto il Presidente nel corso del suo intervento, il Consiglio è stato rinnovato a luglio 2010 e sono stata indicata ad assumere la carica di Segretario e di questo ringrazio tutti i Consiglieri. Il ruolo è piuttosto impegnativo ma devo dire che sin dall’inizio ho potuto contare sull’esperienza del Segretario uscente geom. Luciano Simonato e sulla disponibilità del Presidente. Ovviamente non mi è mai mancato il sostegno dei colleghi Consiglieri con cui mi confronto su diverse tematiche per meglio organizzare le iniziative formative e di sviluppo per la nostra categoria. Mi soffermo un momento sul personale del Collegio per esprimere la mia personale gratitudine nei confronti delle impiegate che tutti noi abbiamo imparato a conoscere per nome e quindi Chiara, Cristina, Leandra, Marta, Michela, Paola, Roberta e della nostra Direttrice la Dott.ssa Oberto. Tutte sono sempre molto disponibili e solerti e ritengo che, oltre alle attitudini personali, il merito della perfetta sinergia delle risorse sia da attribuire al lavoro di coordinamento del Segretario che mi ha preceduta che ha lasciato un’impronta positiva nella conduzione della segreteria del Collegio. Il personale è sempre ricettivo nell’affrontare le nuove proposte del Consiglio: l’anno trascorso è stato molto significativo in tal senso, con numerose iniziative portate avanti, che sono tutte descritte dettagliata-
mente sul fascicolo di accompagnamento ai bilanci che avete ricevuto. All’interno del Direttivo ho avuto modo di rendermi conto della quantità di istanze e richieste che pervengono al Direttivo sugli argomenti più disparati. Giungono infatti quotidianamente domande su come il professionista deve comportarsi nella sua attività, su come applicare le norme legislative a casi specifici, sulle competenze, sui rapporti deontologici, sulle tariffe, sulla disciplina, sulla documentazione legislativa e così via. Ogni volta che il Direttivo si riunisce al Collegio, normalmente due volte la settimana, il fascicolo della corrispondenza in attesa di risposta è sempre considerevole ed il Direttivo vi dedica molto tempo, con la consapevolezza che le risposte scritte che vengono fornite costituiscono un fonte ufficiale che rispecchia la posizione della Categoria; richiedono quindi un attento esame e supporto documentale. Naturalmente, nei casi più complessi, viene richiesta la consulenza di legali o di altri esperti nelil geometra n. 3/11
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Atti del Collegio le materie specifiche. Un’altra mia esperienza a cui vorrei accennare è la partecipazione alla vita della categoria a livello nazionale: ho constatato, in questi mesi di mandato di Segretario e quindi intervenendo alle Assemblee a Roma che coinvolgono tutti i Presidenti d’Italia, che vi è molta partecipazione e coinvolgimento da parte dei vertici e che il Consiglio Nazionale Geometri in questi ultimi anni è molto migliorato nella sua conduzione della politica di categoria in quanto si è calato maggiormente nelle problematiche del geometra professionista. La riforma delle professioni, la scuola e l’accesso agli Albi, il futuro previdenziale, le competenze e la qualità delle prestazioni, la ricerca di nuovi sbocchi professionali sono certo argomenti molto complessi ma sono costantemente all’ordine del giorno delle attività dei nostri organismi centrali, cioè del Consiglio Nazionale e della Cassa di Previdenza, e soprattutto si percepiscono maggiormente gli effetti pratici sulla vita dei professionisti: ad esempio sono state incrementate le agevolazioni per i nuovi iscritti, sia contributive sia di sostegno alla professione e formazione, ma anche per i pensionati che, non dimentichiamolo, purtroppo risentono spesso anche loro come i giovani della crisi economica. Tornando al nostro Collegio, l’evento certo straordinario del 2010 è stato il trasloco della sede: l’attività della Segreteria del Collegio ha superato bene la prova del periodo del trasloco degli uffici dalla sede di Via Cernaia alla nuova di Via Toselli, con un solo venerdì di chiusura al pubblico per il trasferimento fisico delle attrezzature. Il trasloco, per quanto sempre un evento “traumatico”, è anche occasione di riorganizzazione delle strutture e di rinnovamento delle procedure, ove necessario. Gli archivi infatti sono stati riordinati e sono state eliminate le pratiche
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obsolete, anche per non occupare spazi inutilmente. Infatti, nella sede di Via Cernaia, gli archivi dei fascicoli degli iscritti, dei praticanti e delle parcelle, la documentazione da conservare, le raccolte dei periodici e delle nostre pubblicazioni, erano dislocati in locali diversi mentre ora sono stati raccolti in modo organico e di facile reperimento. Con l’occasione del trasloco gli uffici sono stati dislocati in modo diverso, privilegiando la posizione degli sportelli di prima accoglienza e di maggiore fruibilità. Soprattutto la nuova collocazione delle sale corsi e conferenze, poste tutte al medesimo piano degli uffici, permettono un maggiore controllo dei locali e dei servizi. Tra le altre numerose attività che trovate elencate alle pagine 6 e 7 del fascicolo, vorrei evidenziare la gestione dei crediti formativi: nel 2010 si è entrati nel pieno dell’applicazione delle normative sulla formazione continua con un aumento conseguente di manifestazioni, corsi e seminari frequentati dagli iscritti all’Albo. La gestione dell’attribuzione dei crediti avviene tramite un programma informatico interno al nostro Collegio, che “carica” gli eventi e, tramite il nuovo tesserino magnetico che è stato dato in dotazione, attribuisce direttamente all’ingresso ed all’uscita dall’aula al partecipante i crediti. Questo sistema è integrato con il data base nazionale che il Consiglio Nazionale ha attivato sul proprio sito Internet. Questo “collegamento” non è immediato e pertanto permangono alcune discordanze e incompletezze del sistema, che provvederemo a risolvere non appena possibile. Ma soprattutto permane la difficoltà di individuare e registrare i crediti per gli eventi esterni a quelli promossi dal Collegio: nel 2010 sono pervenute oltre 400 richieste di riconoscimento per eventi singoli. Per ognuna,
la Commissione crediti deve valutare la validità formativa, gli uffici devono rispondere all’interessato, richiedere e inserire l’evento nel sito del Consiglio Nazionale ed infine in quello del Collegio. Per questo, talvolta si può verificare un ritardo nell’attribuzione dei crediti. I nuovi servizi avviati sono stati la duplicazione dei fogli di mappa catastali rasterizzati, che vengono prenotati sul sito Internet e rilasciati su CD, la pubblicazione della nuova Guida Docfa e del volume “Parcelle Geometri”, il nuovo periodico “Il Geometra Risponde”, il rilascio del kit per la firma digitale. Su quest’ultimo argomento, precisiamo che fino a marzo il Collegio era solo il “tramite” per il ritiro del kit, mentre da aprile è diventato Centro di Realizzazione Locale di Firma Digitale, permettendo così il rilascio nei quattro giorni dalla richiesta del supporto per la firma digitale. La maggioranza delle comunicazioni, la prenotazione degli eventi, i questionari ed altro avvengono tramite il sito Internet del Collegio; ad oggi oltre al sito “principale”, permane anche l’altro dominio www. geometritorino.org che viene ad oggi ancora utilizzato per iniziative temporanee. Non appena possibile, ogni funzionalità verrà trasferita sul sito www.collegiogeometri.to.it, con unici Username e Password per ciascun iscritto. Per quanto riguarda l’attività specifica del decentramento dei servizi della Cassa di Previdenza presso il Collegio, la trasmissione telematica degli atti è sempre più potenziata ed anzi sta diventando esclusiva: ciò certamente provoca una diminuzione di lavoro a carico dell’ufficio presso il Collegio perché non vi è la più consegna dalla maggior parte delle pratiche cartacee (ricordiamo che già da alcuni anni la comunicazione annuale modello 17 viene inviata direttamente dal professionista in via telematica). Tuttavia, permane
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Atti del Collegio ed anzi è aumentato il supporto e la consulenza per l’invio telematico diretto, particolarmente per i pensionati ed i superstiti, che sovente hanno meno dimestichezza con l’informatica. Prosegue invece l’assistenza e la consulenza per le prestazioni previdenziali ed assistenziali e per le verifiche delle posizioni reddituali e contributive, nonché per la presentazione delle pratiche pensionistiche. Un accenno all’attività della Fondazione: come potete vedere sempre nel fascicolo, oltre i 47 corsi e seminari organizzati per i professionisti e 11 per i Praticanti, vi sono stati 9 corsi finanziati con l’ottenimento dei finanziamenti pubblici a favore dei professionisti iscritti all’Albo dei Geometri per Euro 86.961. Al di là del ritorno economico, l’accreditamento regionale della Fondazione come Agenzia Formativa permette di essere coinvolti nelle iniziative a cui sono ammesse solo le istituzioni riconosciute, quale ad esempio la formazione per il progetto MUDE (Modello Unico digitale sull’Edilizia), in cui siamo coinvolti appunto perché Agenzia Formativa. In questi giorni si sta completando il progetto per la realizzazione della formazione a distanza, che faciliterà la formazione e la renderà più comoda ed economica. I corsi sulla certificazione energetica, approvati dalla Regione, sono stati realizzati in ben 9 edizioni, di cui 4 nelle zone della Provincia, con due sessioni di esami a dicembre, che hanno avuto un’alta percentuale di promozioni. Un corso innovativo è stato quello sulla mediazione, organizzato presso il Collegio in due edizioni, che ha molta importanza per il nuovo percorso professionale reso possibile dalla legge sulla mediazione civile, di cui tratteremo in seguito. Al più presto, viste le alte adesioni, verranno organizzate nuove sessioni del corso. Le Commissioni del Collegio sono
state rinnovate dopo le elezioni del Consiglio e, grazie anche all’apporto dei nuovi Consiglieri e di nuovi componenti, hanno operato con costanza nei diversi settori. Tra le Commissioni istituzionali, citiamo la Commissione Tariffa, che ha completato nel 2010 l’importante revisione del programma per la redazione delle parcelle, anche grazie alla collaborazione del Vice Presidente in carica fino a giugno 2010 geom. Franco Rigazio e del Consigliere geom. Giuseppe De Marco, che ringraziamo qui pubblicamente. I lavori delle altre Commissioni sono riportati nel fascicolo. Tra le tante commissioni mi soffermo sulle commissioni coordinate dai nuovi consiglieri e quindi: - Agricoltura (Responsabile Daniele Giuseppe Carità), che ha ripreso stretti collegamenti con gli assessorati competenti - Catasto (Responsabile Claudio Monticone), che ha predisposto un questionario sulle problematiche catastali, tiene costanti collegamenti con l’Agenzia del Territorio ed ha organizzato convegni sulle nuove disposizioni per gli atti di trasferimento immobiliari - Edilizia ed Urbanistica (Responsabili Rodolfo Meaglia e Maurizio Mentigassa Farè), che è stata molto impegnata per le recenti novità legislative quali il Piano Casa ed il MUDE E tra le Commissioni più impegnative (proprio in termini di tempo che di energia) vi rientra a pieno titolo la commissione istituzionale Disciplina (Responsabile Paolo Cuselli), che prosegue nel delicato compito di esa-
minare gli esposti che pervengono al Collegio. Concludo ringraziandovi per l’attenzione e rimanendo a disposizione per eventuali vostre domande.
Relazione del Tesoriere Preg.mo Presidente, gentili Colleghe ed egregi Colleghi, presento all’Assemblea, sottoponendoli a nome del Consiglio alla approvazione degli iscritti, il Bilancio Consuntivo del Collegio dei Geometri per l’anno 2010 ed il Bilancio Preventivo Finanziario-gestionale per l’anno 2011. Riferisco altresì all’Assemblea circa il Bilancio Consuntivo della Fondazione dei Geometri per l’anno 2010. I dati contabili, in maggior dettaglio, sono riportati nei tre fascicoli allegati alla Relazione del Consiglio per l’Assemblea che dovreste aver tutti ricevuto nei giorni scorsi, così suddivisi: il geometra n. 3/11
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Atti del Collegio - Bilancio Consuntivo 2010 - Bilancio Preventivo 2011 - Bilancio 2010 – Fondazione Il Collegio, nell’esplicazione della propria attività amministrativa-gestionale, deve ottemperare a quanto stabilito dalla vigente normativa per gli Enti Pubblici non economici. Il Bilancio Consuntivo è pertanto composto dai seguenti elaborati: 1. Relazione del Collegio dei Revisori Legali; 2. Rendiconto Finanziario Gestionale; 3. Rendiconto Finanziario Residui; 4. Variazioni al Preventivo Finanziario; 5. Situazione Amministrativa; 6. Prospetto di Concordanza; 7. Situazione Fondi cassa; 8. Bilancio Patrimoniale – Economico; 9. Nota Integrativa al rendiconto consuntivo. Il rendiconto finanziario gestionale evidenzia entrate accertate per Euro 1.671.645,64 ed uscite impegnate per Euro 2.003.114,05, con un disavanzo finanziario dell’esercizio pari a Euro 331.468,41. Il rendiconto evidenzia un aumento del totale entrate pari al 2,3% ed un aumento del totale uscite, al netto degli investimenti per la sede e dell’accantonamento al fondo per formazione continua obbligatoria, pari al 5,5%. I residui attivi finali sono pari a Euro 347.836,72 ed i residui passivi finali ammontano ad Euro 112.643,14 entrambi in aumento, rispettivamente per via del perdurare della congiuntura economica sfavorevole che si riflette in una maggiore difficoltà di riscossione della Tassa di iscrizione e dei ratei di pagamento degli investimenti per la sede, rispetto all’esercizio precedente. L’avanzo di amministrazione 2010, comprendente gli avanzi degli esercizi precedenti, per complessivi Euro 1.306.891,49 viene suddiviso in una parte con ripartizione vincolata per Euro 806.719,98 ed una parte disponibile per Euro 500.171,51. Quale destinazione della ripartizio-
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ne vincolata si distingue: fondo T.F.R.: Euro 202.955,31 accantonamento al f.do formazione continua obbligatoria: Euro 195.580,62 fondo trasferimento sede: Euro 408.184,05 Il fondo T.F.R. è indicato quale risultante al 31.12.2010 della sommatoria dell’esistente alla chiusura dell’esercizio precedente (Euro 186.106,51) con gli accantonamenti maturati nell’esercizio 2010. Le risultanze contabili riportate nel rendiconto economico d’esercizio a Voi sottoposto per approvazione, operato l’accantonamento al fondo per la formazione continua obbligatoria per l’importo di Euro 195.580,62 evidenziano un pareggio tra entrate e uscite . Il fondo acquisto/trasferimento sede, risultato di una pluriennale oculata scelta di accantonare i risparmi annuali della gestione, ammonta ora ad Euro 1.058.594,35 utilizzabili per l’allestimento della nuova sede e per il trasloco con la serenità di non dover gravare improvvisamente e pesantemente sulle finanze degli iscritti con una “quota straordinaria” e con aumenti strutturali importanti della “tassa annuale di iscrizione”. Passiamo ora ad esaminare il bilancio per la parte economico-patrimoniale: CONTO ECONOMICO PROVENTI: contributi da iscritti, trasferimenti correnti, contributi diversi, entrate commerciali, proventi finanziari, entrate varie e sopravvenienze attive Euro 1.549.998,29 COSTI: spese ordinarie di funzionamento, oneri per il personale, spese per gli organi istituzionali, spese per pubblicazioni, imposte e tasse, spese bancarie, svalutazione crediti, spese varie, trasferimenti al Consiglio Nazionale, sopravvenienze passive, am-
mortamenti e accantonamenti Euro 1.549.998,29 STATO PATRIMONIALE ATTIVO: cassa e tesoreria, conti correnti postali e bancari, crediti, titoli, mobili, attrezzature, arredi, immobilizzazioni, ratei e risconti attivi, depositi cauzionali Euro 2.481.530,23 PASSIVO: debiti verso fornitori, Enti, Erario, iscritti, e diversi, fondo T.F.R., fondo trasferimento sede e fondi di accantonamento diversi, fondi ammortamento, ratei passivi e Patrimonio Netto Euro 2.481.530,23 I costi ed i proventi riportati nel Conto Economico per l’esercizio 2010 si sono attestati ad un importo complessivo in diminuzione (2,1% circa) rispetto all’esercizio precedente. Nel corso dell’anno saranno inviati, prima delle scadenze dei due scaglioni di indennità di mora (35 euro entro il 30 giugno e 140 euro dal 1° luglio a fine anno), nuovi MAV completi della sanzione e si provvederà ad effettuare le opportune verifiche onde evitare il ripetersi dell’invio di MAV indebitamente sanzionatori. Passiamo ora ad esaminare il bilancio preventivo per l’esercizio 2011: Il Bilancio di Previsione del Collegio per l’esercizio 2011, redatto secondo lo schema previsto dal D.P.R. n. 97/2003, ai sensi dell’art. 5 del Regolamento di Contabilità adottato dal Consiglio in data 20 dicembre 2002 con deliberazione n. 117/02, è composto da: - Relazione programmatica del Presidente - Relazione del Tesoriere - Preventivo finanziario per l’esercizio 2011 - Preventivo economico - Tabella dimostrativa del risultato di
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Atti del Collegio amministrazione presunto - Quadro generale riassuntivo della gestione finanziaria - Pianta Organica del personale dell’Ente. Il Bilancio Preventivo Finanziariogestionale per l’esercizio 2011 è stato stilato senza incrementare la quota di annuale a carico degli iscritti rispetto all’anno precedente e prevede entrate e spese a pareggio per un totale pari ad €. 1.727.000,00 con un aumento pari al 0,4 % circa rispetto al preventivo per l’esercizio 2010. Ormai la scelta della nuova sede è stata effettuata e gli uffici sono installati nei locali in via Toselli, presso lo stabile di proprietà dell’IPAB - Educatorio della Provvidenza, dallo scorso mese di ottobre (un grande plauso va rivolto al personale la cui dedizione al Collegio nei giorni convulsi del trasloco e della sistemazione nei nuovi locali, all’epoca ancora molto in “cantiere” è stata encomiabile”. Ipotizzando uno scenario assestato a regime per l’esercizio 2012, si può ragionevolmente ritenere adeguato e congruo il presente bilancio di previsione e le relative quote a carico degli iscritti anche per l’esercizio successivo, ed anche in previsione di un considerevole incremento di spesa per attività di “formazione continua obbligatoria”. Il dettaglio suddiviso per Titoli, Categorie e Capitoli in conformità alle disposizioni di Legge e del Regolamento di Contabilità adottato dal Collegio è riportato nel fascicolo apposito allegato alla Relazione del Consiglio. Consentitemi ora di accennare brevemente anche alla Fondazione, che sta avendo nuovo impulso dal rinnovato progetto NUI e dall’intensa attività formativa a favore degli iscritti. La Fondazione è “ente riconosciuto” ed “ente formatore accreditato” presso la Regione Piemonte ove è tenuta in alta considerazione, con il risvolto di utilità di poter erogare for-
mazione agli iscritti con costi diretti alquanto ridotti (i corsi dell’Agenzia formativa sono spesati in tutto o in parte dalla Regione). Passiamo ora ad esaminare il bilancio della Fondazione: CONTO ECONOMICO PROVENTI: da attività istituzionale, da raccolta fondi, da attività commerciale, finanziari e patrimoniali, straordinari, entrate varie e sopravvenienze attive Euro 811.842,59 COSTI: oneri per attività istituzionale, promozionali e da raccolta fondi, da attività commerciale, finanziari e patrimoniali, straordinari, di supporto generale, sopravvenienze passive, ammortamenti e accantonamenti Euro 777.579,22 STATO PATRIMONIALE ATTIVO: cassa e conto corrente bancario, crediti, titoli, mobili, attrezzature, arredi, immobilizzazioni, rimanenze, ratei e risconti attivi Euro 385.946,29 PASSIVO: debiti verso fornitori, Enti, Erario, iscritti, e diversi, fondo T.F.R., e fondi di accantonamento diversi, risultato di gestione, ratei passivi e Patrimonio Netto Vincolato Euro 385.946,29 In conclusione Vi chiedo ancora un istante per consentirmi di rivolgere un sentito ringraziamento alla Direttrice del Collegio – Dr.sa Oberto, alla consulente Dr.sa Silvia Osella, ai colleghi componenti del Collegio dei Revisori dei Conti, alla contabile Paola Aimo ed a tutto lo staff di segreteria del Collegio per il notevole impegno profuso nel loro operato …. ed anche a Voi per il paziente ed attento ascolto. Grazie a tutti.
Approvazione del conto consuntivo 2010 Il Presidente pone ai voti l’approvazione del conto consuntivo 2010 del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia, che viene approvato all’unanimità dei presenti, con l’astensione del geom. Carlo Trucco.
Approvazione del conto preventivo 2011 Il Presidente pone ai voti l’approvazione del conto preventivo 2011 del Collegio dei Geometri di Torino e Provincia, che viene approvato all’unanimità dei presenti, con l’astensione del geom. Carlo Trucco.
Relazioni dei Consiglieri Il Presidente riferisce sul nuovo istituto della mediazione civile, affermando che è un argomento di grande interesse, perché consente ai Geometri di svolgere il nuovo compito di Mediatore Civile, che darà potenzialmente nuove possibilità di lavoro e permette al nostro Collegio di diventare Camera di Conciliazione. Con il D.Lgs. n. 28 del 4 marzo 2010, è stata fissata la disciplina della nuova mediazione per la conciliazione delle controversie civili e commerciali, con lo scopo di consentire la risoluzione di determinate controversie in tempi più brevi (massimo 4 mesi) e con oneri meno gravosi ed ottenere contemporaneamente il decongestionamento della giustizia “ordinaria”. La nuova mediazione per la conciliazione delle controversie riguarda le controversie in materia civile e commerciale, nazionali e transfrontaliere, relative a diritti disponibili e può essere avviata, sia prima che durante il processo “ordinario”, dalle parti interessate su base volontaria il geometra n. 3/11
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ovvero per obbligo. Le parti devono ricorrere obbligatoriamente alla mediazione prima di accedere alle vie giudiziali “ordinarie” nei casi di controversie in materia di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di aziende, contratti assicurativi, bancari e finanziari, risarcimento danni a seguito di circolazione di veicoli e natanti, di responsabilità medica e di diffamazione a mezzo
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stampa o altro mezzo di pubblicità. L’avvocato, prima dell’instaurazione del giudizio “ordinario”, ha il dovere di informare il proprio cliente circa la possibilità di avvalersi dell’istituto della conciliazione rivolgendosi agli organismi di conciliazione. Tale informazione deve risultare da apposita documentazione, sottoscritta dall’interessato ed allegata all’atto introduttivo del successivo giudizio. Il “mediatore”, è “la persona o le persone fisiche che, individualmente
o collegialmente, svolgono la mediazione rimanendo prive, in ogni caso, del potere di rendere giudizi o decisioni vincolanti per i destinatari del servizio medesimo”. Lo scopo del mediatore è quello di aiutare le parti a raggiungere un accordo (c.d. “mediazione facilitata”) o, se l’accordo non viene raggiunto “spontaneamente”, formulare una proposta di conciliazione che le parti possono accettare o rifiutare (c.d. “mediazione aggiudicativa”). Il DM 18.10.2010, n. 180 prevede che il mediatore deve essere qualificato, formato e possedere i requisiti di onorabilità. In particolare lo stesso deve possedere un titolo di studio non inferiore alla laurea universitaria triennale ovvero essere iscritto ad un Ordine o Collegio professionale ed aver partecipato ai corsi di formazione appositamente predisposti, L’art. 60, Legge n. 69/2009 dispone che “la mediazione sia svolta da organismi professionali e indipendenti, stabilmente destinati all’erogazione del servizio di conciliazione”. Possono istituire organismi di mediazione anche i Consigli degli altri Ordini professionali in base alle materie di competenza.
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Assegnazione delle medaglie e dell’attestato di benemerenza agli iscritti all’Albo da oltre 50 anni Vengono premiati i seguenti geometri presenti: Carlo Dalmasso Giovanni Moretto Mario Portinaro Mario Rostagno Italo Segarelli Giulio Spagnotto
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Assegnazione delle medaglie e dell’attestato di benemerenza agli iscritti all’Albo da oltre 35 anni che hanno partecipato attivamente alla vita della Categoria Vengono premiati i seguenti geometri presenti: Gianni Arietti Attilio Baudino
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Valter Bogino Franco Borghese Franco Brun Diego Caltagirone
Michele Casaccio Antonio Cat Genova Pier Luigi Colombo Giuseppe Corno
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Giuseppe Gallea Bartolomeo Garetto Giorgio Livi Teobaldo Orbecchi Danila Peracchiotti Valter Pollano
Fiorenzo Prina Adriano Raglia Roberto Rapelli Oscar Rostagno Carlo Truccero
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Assegnazione di attestato di benemerenza ai Geometri che nell’anno 2010 hanno conseguito il pensionamento Vengono premiati i seguenti geometri presenti: Gianpaolo Accolti Gianni Arietti
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Bruno Bellora Fulvio Birocchi Pier Sandro Bobbio Roberto Buffa
Giuseppe Cerutti Piero Coppo Antonino Ferrarotti Faustino Ferrarotti
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Giorgio Giovanni Francioli Guido Francioli Francesco Gaida Giuseppe La Rosa Renato Lorenzato Giuseppe Lorenzino Carlo Masera
Giovanni Neirone Pietro Oberto Teobaldo Orbecchi Franco Pavetto Giacomo Picca Garino Luciano Regis Piero Ricciardi
Carlo Rista Ernesto Roero Piero Scaglia Dante SofďŹ etti Valerio Soldi
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Geometra Diplomato e Geometra Laureato Il Collegio ha adottato la nuova denominazione “Collegio dei Geometri e Geometri Laureati”, per rappresentare anche i Geometri Laureati triennali nelle ex classi universitarie 4°, 7° e 8° del D.P.R. 328/2001, corrispondenti in base al DM 270/04 alle attuali classi L 17, L 24, L 21 ed L 7, che possono essere iscritti all’Albo dei Geometri. Il Consiglio Nazionale ha già adottato dal 2008 la nuova denominazione “Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati”, in analogia a quanto già disposto dai Periti Agrari ed Industriali. Questa sorta di “aggiunta” dell’identità avrà maggior significato quando la riforma della Scuola superiore - che è entrata in vigore con l’anno scolastico 2010-2011 - sarà pienamente operativa e licenzierà non più il diplomato Geometra ma il “Diplomato tecnico in Costruzioni, Ambiente e Territorio” e la qualifica di “Geometra” sarà esclusiva degli iscritti all’Albo dei Geometri, che si otterrà (come ora) dopo due anni di Praticantato o laurea triennale o ITS e superamento dell’esame di Stato di abilitazione. LA QUALIFICA DI “GEOMETRA LAUREATO” A norma del Decreto 328/01, art. 55, chi ha conseguito la Laurea triennale nelle Classi 4°, 7° e 8° (ora classi L 17, L 24, L 21 ed L 7) può essere iscritto all’Albo dei Geometri, con la qualifica di “Geometra Laureato”. Per tale motivo, si invitano gli iscritti all’Albo che siano in possesso di tale titolo a segnalarlo agli uffici, allegando copia del titolo di studio (o certificato equipollente). In tal modo il titolo potrà essere aggiunto sull’Albo a quello di Geometra, oltre che a servire come dato statistico. Altri tipi di Laurea non danno diritto a tale titolo (pur permanendo la possibilità di aggiungere la qualifica di laureato sull’Albo).
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Convegni
Convegni... in breve Progettare e costruire sostenibile Torino, 3 febbraio 2011 L’appuntamento “Progettare e costruire sostenibile – Qualità architettonica ed integrazione impiantistica in edilizia – risparmio energetico e comfort acustico”, articolato in un’intera giornata, ha avuto come obiettivo il confronto fra le istituzioni e gli operatori pubblici e privati sulle strategie e sulle soluzioni che si stanno affermando e sperimentando a livello nazionale e regionale in tema di efficienza energetica e confort acustico, per il conseguimento di una nuova qualità architettonica a scala edilizia ed urbana. Le normative emanate, in campo nazionale che regionale, sollecitano le diverse figure professionali del processo edilizio, imprese costruttrici, produttori e fornitori di materiali, di attrezzature ed impianti ad una profonda revisione del loro modo di pensare, di agire e di proporsi attraverso l’individuazione di nuovi modelli tecnici e culturali. La giornata di formazione ha voluto proporre un focus sulle strategie progettuali, gli strumenti e le buone pratiche sviluppate sul territorio attraverso un punto di incontro tra il mondo della professione e le istituzioni. Il Focus, è stato caratterizzato da sessioni dedicate ai soggetti che promuovono la conoscenza tecnica delle problematiche attinenti le diverse componenti dell’edificio e degli impianti ed alla definizione di soluzioni coerenti con le normative vigenti.
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bentazione, trasmissione, vapore, impiantistica), dei principi della sismica applicati agli edifici in legno e del comportamento al fuoco delle strutture in legno.
Edifici in legno. Costruire con pannelli XLAM Caselle Torinese, 25 marzo 2011 Sotto forma di seminario-corso, l’evento ha inteso approfondire il tema delle costruzioni in legno, in particolare l’utilizzo dei pannelli di legno massiccio a strati incrociati XLAM, rivolgendosi ad un pubblico tecnicamente qualificato. L’organizzazione è stata curata in collaborazione con l’Università di Graz (A), istituto per la costruzione, le strutture e la tecnologia del legno, e l’Università di Trento DIMS, dipartimento di Ingegneria Meccanica e Strutturale. Sono stati illustrati i principi del calcolo per il dimensionamento degli elementi strutturali, effettuati esempi di calcolo ed illustrate tipologie ed applicazioni. I relatori hanno inoltre trattato della fisica degli edifici in legno (coi-
“Everything is going green”: Territorio, design e gusto. Pollenzo, 20 maggio 2011 L’incontro, moderato dal giornalista RAI Luca Ponzi , ha approfondito i temi connessi alla Costruzione Sostenibile Certificata, attraverso il lancio di un nuovo Network Regionale, ossia la sezione piemontese di GBC (Green Building Council Italia), associazione nazionale no profit per la promozione della certificazione di sostenibilità energetico-ambientale degli edifici, basata sul protocollo di origine americana LEED®, Leadership in Energy and Environmental Design, recentemente introdotto in Italia. Il convegno è stato promosso da Fresia Alluminio S.p.A che ha presentato il primo serramento LEED® compliant, utile al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità previsti nel sistema di valutazione degli edifici. Buona l’affluenza di pubblico che si è dimostrato interessato e sensibile alla materia.
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Recensioni
Recensioni
Giancarlo Melano – Testimone del Risorgimento. Il Museo storico Nazionale d’Artiglieria di Torino – Centro Studi Piemontesi, 2011, pagg. 180. Il Museo d’Artiglieria di Torino – primo museo storico militare d’Italia - è stato fondato negli anni 1842-43 sull’onda di quella rapida maturazione di idee, interessi e tecnologie che, soprattutto durante il regno di Carlo Alberto, ha accompagnato e reso possibile il Risorgimento in Italia ed in Europa e innescato il processo di crescita industriale del nostro Paese. Lo ha preceduto, nel Settecento, nell’Arsenale di Torino, un insieme di sale di oggetti di carattere militare legate a specifiche aree di attività (formazione dei quadri dell’esercito sabaudo, forniture di armamenti ecc.) Per molti anni il Museo torinese è stato l’unico a carattere storico militare in Italia, stimolando poi la creazione di numerosi altri musei. Ancora oggi è l’unico del suo genere per le due importanti finalità che persegue: documentare le glorie dell’Artiglieria attraverso un ricco apparato di cimeli e di ricordi e costituire un insieme unitario di collezioni che documenta il particolare momento storico che ha visto organizzarsi e combattere l’Armata del Regno di Sardegna. Si tratta di un inestimabile patrimonio museale, costituito da oltre 10.000 cimeli che rappresentano la lunga e gloriosa storia dell’Artiglieria, con esemplari di grande valore
storico e pregio artistico. Il volume, attraverso una serie di ricerche originali, analizza vicende e contenuti del Museo e mira a far conoscere ed apprezzare l’ampiezza della storia che documenta e la ricchezza delle collezioni. L’opera ripercorre la storia ed analizza le vicende del Museo, la tipologia delle collezioni ed i progetti espositivi. L’Autore, dedito da anni agli studi storici e profondo cultore del periodo Risorgimentale, opera nell’ambito di varie associazioni torinesi, che ha contribuito a creare o ad animare e, tra le altre attività, ha seguito le fasi più recenti del Museo dell’Artiglieria, d’intesa con il Comando della Regione Militare Nord. Afferma l’Autore nella sua introduzione: “... mi sono reso conto di quanto sia urgente riordinare, studiare e mantenere le collezioni per valorizzare il Museo in campo scientifico ma anche sul piano del turismo culturale, nell’ambito della città che da sempre lo ospita. Ho così cercato di sviluppare, nel quadro dell’Associazione Amici del Museo e in sinergia con l’Istituzione, un’impegnativa attività volta a realizzare progetti di conservazione e di recupero.... Questo volume sintetizza il lavoro compiuto e cerca di ricostruire attraverso
le notizie ed i documenti raccolti la secolare vicenda che ha portato al Museo di oggi.” Valorizzare le risorse della montagna – Regione Piemonte, 2011, pagg. 152. Il volume contiene i risultati del progetto di cooperazione transnazionale CAPACities, finanziato nell’ambito del programma Alpine Space e che ha coinvolto amministrazioni pubbliche italiane, francesi, svizzere, austriache e slovene. Il progetto, che è stato seguito per la Regione dal Settore Pianificazione Territoriale e Paesaggistica, ha avuto come tema lo sviluppo dei piccoli centri urbani delle Alpi e le politiche per aumentarne la capacità di attrazione e la competitività. Con il progetto CAPACities, la Reil geometra n. 3/11
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Recensioni
gione ha avuto la possibilità di sperimentare su due territori specifici – la Valle Varaita e la città di Saluzzo da una parte, e i territori della Comunità Montana Valle Ossola dall’altra – strumenti di analisi e di costruzione delle decisioni innovativi, confrontandosi direttamente con i bisogni ed i punti di vista di chi governa, vive e lavora in quei territori. Il progetto evidenzia due aspetti molto importanti: in primo luogo che è proprio a partire da un utilizzo più attento di ciò che la montagna ha, dalle sue capacità e potenzialità, che si devono costruire strategie di sviluppo realmente sostenibili; in secondo luogo, le condizioni perché ciò avvenga risiedono nelle capacità di aumentare il livello di cooperazione e di condivisione delle scelte tra enti locali e istituzioni di livello superiore, fra pubblico e privato, tra enti pubblici e cittadini.
Carla Gutermann, Maria Grazia Imarisio, Diego Surace – Itinerari Liberty in Provincia di Torino – Provincia di Torino, 2010, pagg. 316. La Provincia di Torino ha promosso la realizzazione di questa guida per contribuire a valorizzare il grande patrimonio, spesso sconosciuto, di arte e cultura distribuito sul territorio fuori Torino. I sei itinerari proposti - di facile consultazione grazie alle schede descrittive e alle immagini che li accompagnano - dimostrano come sia possibile immergersi in un vero percorso disseminato in 80 comuni, tutto dedicato al Liberty. Si scopriranno curiosità e notizie
Pubblicazioni della Fondazione Geometri: Guida operativa Docfa 2010 (prezzo di copertina 18 Euro; sconto per gli iscritti Albo: 15 Euro) Guida operativa Catasto Terreni (prezzo di copertina 12 Euro) 44
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La Manifattura Remmert di Cirié, regione Biancheria, risale al 1900 ed è stata progettata dall’ing. Pietro Fenoglio, noto per molti altri progetti liberty di questo periodo: Villa Scott (1902, corso Giovanni Lanza, Torino), il Villaggio Leumann (1903 a Collegno) e le case popolari di via Marco Polo (1904, Torino). Il suo capolavoro è forse però il villino Fenoglio-Lafleur di corso Francia ricche di fascino, che gli Autori hanno saputo censire con cura e maestria, in un mappa minuziosa di opere gradevoli, originali, in alcuni casi veri e propri gioielli di grande effetto scenico. Interessante anche la parte introduttiva: una ventina di pagine di storia che danno il senso dell’importante evoluzione sociale, industriale e quindi artistica del Piemonte e del territorio torinese in particolare.
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Cultura
Viaggio nell’affascinante mondo della metrologia Il Piede Liprando o Piede Piemontese Al Geometra Guido Ferrero, in memoria
di Giancarlo Baggi
La parola Liprando, che per assonanza ci ricorda Liutprando re dei Longobardi, evoca immediatamente epiche gesta di guerra, invasioni di torme barbariche e saccheggi di intere città. Ma al grande Re Liutprando, che regnò in Italia dal 712 al 744 si attribuisce, oltre all’emanazione di varie leggi ad integrazione del Codice di Rotari che denotano l’intelligenza e la lungimiranza del sovrano, anche il tentativo di uniformare il sistema delle misure imponendo in tutto il suo regno una misura detta piede che prese appunto il nome di piede di Liutprando o piede Liprando. Il bisogno di unificare le misure fu sentito in ogni tempo da tutti i sovrani che intendevano “assecondare il desiderio di coloro che non amano trarre profitto dall’ignoranza del popolo” Anche Carlo Magno, dopo circa 80 anni, intorno all’anno 800, sentì la necessità di uniformare le misure in Francia introducendo il Pied du Roy, importantissima misura che merita un capitolo a parte in quanto il suo multiplo, la tesa di Francia formata da 6 Pied du Roy, fu utilizzata dai celebri geometri astronomi Michein e Delambre per misurare il meridiano terrestre dal quale si dedusse il metro. Viaggiando tra storia e leggenda la fantasia popolare narra che il Re Liutprando, venuto a conoscenza che nel suo regno si commettevano frequenti frodi nelle misure con conseguenti fastidiose controversie, avesse posto con forza il suo piede su una pietra, disponendo che dell’impronta lasciata si prendesse la misura come base per i rapporti commerciali. Poiché la misura si aggirava intorno ai 50 cm, per molti secoli si favoleggiò che il Re fosse un uomo di un’imponenza straordinaria, ma ciò venne smentito quando nel 1895 a Pavia fu ritrovata una tomba che fu certamente attribuita al Re Liutprando e che, dai riscontri antropo-
metrici eseguiti sulle ossa rimaste, risultò essere alto m 1,73 e dotato di due normalissimi piedi di mm 254 il destro e 261 il sinistro. Ma tralasciando la leggenda e tornando più concretamente alla storia, alcuni studiosi fanno discendere il piede Liprando direttamente dalle misure romane a seguito della sua somiglianza con il cubito romano di m 0,4432; altri, forse più verosimilmente, ritengono che già in origine il piede Liprando misurasse m. 0, 513766 e che derivasse da misurazioni riferite alla terra. A conferma di questa seconda ipotesi detto piede Liprando che fin dai tempi antichi misurava m. 0,513766 venne portato nel 1818 a m. 0,5144032 a seguito di un parere dell’Accademia delle Scienze di Torino presieduta dal Conte Prospero Balbo che faceva notare come il piede Liprando corrispondesse, con una “trascurabilissima differenza che in ogni uso della vita si può assolutamente trasandare”
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Cultura al minuto terzo del grado medio del meridiano terrestre; ed infatti dividendo la lunghezza del meridiano medio, che è il 45esimo e che per singolarissima combinazione passa per Torino, di metri 40.000.000,00 (40.000 Km) per 360° per 60’ per 60’’ per 60’’’ si ottengono appunto m 0,514403 che corrispondono esattamente alla misura del piede Liprando detto poi per questa ragione, dopo il 1818, piede Piemontese e che rimase in uso corrente fino al 1° Gennaio 1850, data di entrata in vigore obbligatoria del Sistema Metrico Decimale. Tornando all’uso più pratico del piede Liprando possiamo affermare che come il metro è l’unità di misura del Sistema Metrico Decimale, così il piede Liprando è da considerarsi l’unità di misura del Sistema di Misura Predecimale nel quale • Il piede Liprando di cm 51,4403 si divide in 12 once di cm 4,2867 • L’oncia in 12 punti di cm 0,3572 • Il punto in 12 atomi di cm 0,0298
E per i multipli • 6 piedi liprandi formano un trabucco di m 3,0864 • 2 trabucchi formano una pertica di m 6,1728 • 800 trabucchi formano un miglio terrestre di m 2469,1353 E per le misure di superficie • Il quadrato della pertica (2 trabucchi x 2 trabucchi = 4 trabucchi quadrati) forma la tavola di mq 38,10 • 100 tavole (ovvero 400 trabucchi quadrati) formano la giornata piemontese di mq 3810 Anche la GIORNATA PIEMONTESE è un argomento che merita un capitolo a parte in quanto è l’unica misura che in uso già nel 1612 con l’Editto Carlo Emanuele I di Savoia e certamente anche già nell’epoca Longobarda e forse anche già in epoca romanica viene ancora oggi largamente usata nelle campagne piemontesi. Nello specifico il PIEDE LIPRANDO, misura lineare peraltro poco usata nella pratica che come detto si divide in 12 once, ha generato varie altre misure di lunghezza ufficiali di uso più pratico, e precisamente: Il RASO PIEMONTESE, misura usata per le stoffe in genere, che misura 14 once di piede liprando e cioè cm 60,0137 (51,4403 : 12 x 14) e che si divide, nella parte sinistra della misura, in mezzi. quarti, ottavi e sedicesimi e, nella parte destra della misura, in terzi e sesti. Il PIEDE MANUALE usato comunemente dagli artigiani nei laboratori ed officine che misura 8 once di piede liprando e cioè cm 34,2935 (51,4403 : 12 x 8) e che si divide appunto in 8 once. La TESA, usata per misurare terreni, cataste di legname, fieno ecc. che misura 40 once dal piede liprando e cioè m 1,7125 (51,4403 : 12 x 40) e che si divide in 5
Piede liprando Interessante e raro piede liprando in ferro (cm 51,3766 prima della modifica del 1818) con divisione in 12 once ognuna della quali ulteriormente suddivisa in mezze e quarti di oncia Non reca simboli ne millesimi di verifica. Di probabile epoca secentesca, anche in merito alla fattura dell’impugnatura che riproduce la testa di un diavoletto, simbolo esoterico molto diffuso nel vecchio Piemonte. 46
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Cultura piedi manuali ognuno dei quali ulteriormente suddiviso appunto in 8 once. Mentre le tre misure sopra citate, sono perfettamente descritte già nell’editto di Carlo Emanuele I° di Savoia del 5 Giugno 1612, e quindi certamente preesistenti, solo più tardi compaiono altre due misure lineari in uso nel nostro Piemonte e precisamente: Il PIEDE LEGALE che misura 10 once e 10 punti del piede liprando e cioè cm 46,4392 (51,4403 : 12 x 10 + 51,4403 : 12 : 12 x 10) che troviamo ufficialmente descritto nelle TAVOLE DI RAGGUAGLIO SUI PESI E MISURE del 30 Giugno 1849, con le quali la misura viene soppressa e ragguagliata al Sistema Metrico Decimale in Piemonte.
Ed un altro PIEDE LEGALE che misura 6 once e 10 punti del piede liprando e cioè cm 29,2561 (51,4403 : 12 x 6 + 51,4403 : 12 : 12 x 10) usato in particolare per misure legali quali fossi e stillicidi che troviamo ufficialmente descritto nelle TAVOLE DI RAGGUAGLIO DEI PESI E MISURE del 20 MAGGIO 1877 con le quali la misura viene soppressa e ragguagliata al Sistema Metrico Decimale in tutta Italia dopo l’avvenuta unificazione. Queste ultime due nuove misure, sottomultipli del piede liprando, furono ufficializzate per assecondarne l’uso corrente fatto dal popolo, dal quale venivano utilizzate alla stregua degli odierni mezzo metro e doppio decimetro.
Raso di Piemonte Raso in legno (cm 59,9394 prima della modifica del 1818) con suddivisioni in mezzi, quarti, ottavi, sedicesimi, terzi e sesti. Con intestazioni in ferro e scudi crociati alle estremità per impedirne la contraffazione Reca i millesimi di verifica 1679,168,1681,1682,1683,1684,1685 più altri illeggibili, tutti racchiusi in campi quadrati unitamente a figure animali e sigle in lettere maiuscole rappresentanti presumibilmente i marchi dei verificatori.
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Raso di Piemonte Raso in legno (cm 60,0137 dopo la modifica del 1818) con suddivisioni in mezzi, quarti, ottavi, sedicesimi, terzi e sesti con indicazione della frazione in numeri arabi. Con intestazioni in ferro e scudi di Savoia con corona alle estremità per impedirne la contraffazione. Reca la scritta RASO PIEMONTE, il millesimo di verifica 1838 (B1838) oltre i marchi del verificatore costituiti dalla lettera B racchiusa in uno scudetto con soprastante cerchio suddiviso in 6 spicchi.
Ora sappiamo, quindi, che anticamente in edilizia le murature venivano misurate a trabucchi quadrati per uno spessore di 10 once, e pertanto per misurare lo spessore dei muri veniva utilizzato il PIEDE DA MURO di 10 once. Ed ecco che, per chi è appassionato, frugando nelle cantine, soffitte, mercatini e rigattieri ci si potrà imbattere in una vecchia misura piemontese di legno, simile ai nostri metri da sartoria, che potrebbe essere:
Ultima menzione, ma senza dubbio la più interessante per i geometri e gli operatori in edilizia, merita il PIEDE DA MURO che si divide in mezzi, quarti ed ottavi e che misura 10 once del piede liprando e cioè cm 42,8669 (51,4403 : 12 x 10 ) usato in edilizia per misurare lo spessore dei muri. Questa misura, seppure non direttamente citata nell’editto di Carlo Emanuele I° di Savoia del 5 Giugno 1612 nel capitolo delle misure lineari , viene comunque citata nel medesimo editto nel capitolo delle misure corporee o solide che recita testualmente: “Ne i muri si intenda muro ordinario quello ch’è grosso once 10 di trabucco, e si misurino essi muri a trabucchi quadri di detta grossezza”
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il geometra n. 3/11
Un PIEDE LIPRANDO da 12 once se misura cm 51,4403 Un PIEDE MANUALE da 8 once se misura cm 34,2935 Un RASO PIEMONTESE da 14 once se misura cm 60,0137 Un PIEDE LEGALE da 10 once e 10 punti se misura cm 46,4392 Un PIEDE LEGALE da 6 once e 10 punti se misura cm 29,2561 Un PIEDE DA MURO da 10 once se misura cm 42,8669 Se invece misura cm 100 si tratterà, come detto sopra, di un semplice metro da sartoria; misura molto più comune ma che ci trasmetterà una più intensa emozione in quanto probabilmente usato dai nostri nonni se non forse anche dai nostri genitori. Il precedente articolo del geom. Giancarlo Baggi “Viaggio nell’affascinante mondo della metrologia - La Brenta di Piemonte” è stata pubblicata su “Il Geometra” n. 2/2010.