IL FOGLIO di
Il
PINZOLO
Foglio del PINZOLO Comune di
anno VII - n. 12 - luglio 2011
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SOMMARIO
IL FOGLIO del Comune di Pinzolo Semestrale di informazione Iscritto al n. 1265 Registro stampe del Tribunale di Trento dd. 13.12.2005 EDITORE Comune di Pinzolo (TN) RESPONSABILE EDITORIALE Damiano Rito info@damianorito.it DIRETTORE RESPONSABILE Matteo Ciaghi matteociaghi@alice.it COMITATO DI REDAZIONE: Maura Binelli, Sergio Binelli, Maddalena Collini, Sara Maffei, Carla Maturi redazione@comune.pinzolo. tn.it SI RINGRAZIANO PER LA COLLABORAZIONE: Gianluca Alvino, William Bonomi, Anita Binelli, Andrea Busignani, Giuseppe Ciaghi, Gianluca Leone, Angelo Marini, Isidoro Pedretti, Ines Tisi, Nadia Vidi IN COPERTINA Guide con clienti cortesia Fam. Collini Pipòt STAMPA: Grafica 5 - Arco (TN) Anno VII, Numero 12
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AMMINISTRAZIONE
Qualità urbana, un impegno giornaliero 2 PalaDolomiti, un punto di riferimento culturale per il paese 4 Il sistema calotte-chiavette per aumentare la raccolta differenziata 8 Il manuale: cosa cambia nella gestione dei rifiuti 10 Ritiro Inter una grande opportunità 12 La consulta frazionale, un’occasione per comunicare con l’amministrazione 14
COMUNITÀ
Il Piano del Parco Al PalaDolomiti il primo “Memorial Giuseppe Gest” Festa degli alberi a Patascoss Festa dello Sport e “Un ponte tra le montagne d’Italia” La ditta “FERRARI V.P.R.” premiata a Roma tra le imprese più longeve d’Italia L’Apag, il punto di riferimento per quanti hanno a cuore gli animali In omaggio il libro ricordo su don Angelo Franceschetti
GIOVANI
Piano Giovani: “Crescere: riflessione, azione, relazione” Attuata la delega dell’Università alla Provincia Hot Funky Style
ASSOCIAZIONI
Pro loco Pinzolo: con meno risorse, ma con immutato entusiasmo Dalla montagna al mare, dal Trentino alle Marche… Ucas, l’Unione commercianti di Pinzolo, per migliorare il paese Una fiaccolata da Record
TERZA
ETÀ
Il bello,deve ancora arrivare...
L’ANNIVERSARIO
I dieci anni del Golf Val Rendena
CULTURA
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E TRADIZIONE
Con “Dinanç da la luna” è tornato a Pinzolo il Filò da la val Rendena 50 Murales: “scarpulin” 52 I cent’anni delle Guide alpine di Campiglio 54
SPAZIO
LIBRI
Il Tempo del Sole L’uomo del Torre, l’ultima fatica di Ermanno Salvaterra 88 haiku, poesie di Grazia Binelli
MEMORIA
Cent’anni or sono… Pinzolo al tempo dei nonni dei nonni
IL RACCONTO
59 60 61 62
Il paese che vorrei VERDEBIANCOROSSO
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Nel ricordo di Papa Giovanni Paolo II “Tu conferma la nostra fede Pietro nelle terre di Marco”
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editoriale
Una Comunità vive di spirito di squadra, della voglia di fare volontariato, di darsi da fare, di rimediare alle cose che non vanno anche spendendosi in prima persona, con un sorriso, con decisione, con l’intuito che sa trasformare una debolezza in un punto di forza.
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Cari cittadini, Ci sono fatti che colpiscono sul vivo, che impediscono di restare indifferenti. Così mi sono emozionato nel leggere, su richiesta di Angela, durante la celebrazione in ricordo della figlia Sabina, la lettera scritta dal Rettore dell’Università di Verona in suo ricordo. Quale esempio d’amore è stata questa giovane mamma, scomparsa così rapidamente! Un amore vissuto verso la propria famiglia e verso il proprio paese. Un amore e una cura esercitati nei confronti del papà. Un amore che si è rivelato nell’impegno dello studio. Un amore fatto disponibilità sul lavoro. Un amore che ha intessuto fedeltà nel matrimonio. Un amore che si è fatto dono di vita per il piccolo Riccardo. Nel mio ruolo di sindaco sono testimone di tanti altri casi, certo non così forti, ma ugualmente significativi, che mi fanno sentire quanto la nostra Comunità sia ricca di gente straordinaria. Gente che non chiede, ma sa dare molto. Gente riconoscente: pronta, ad esempio, ad organizzare una serata di musica, di canti e di racconti per un amico scomparso. Il ricordo per Gest è stato veramente un momento molto toccante nella sua semplicità e sincerità.
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Gente umile, che lavora, che fatica, che si dà fare. Gente sobria e seria. Gente determinata, altruista e generosa. Lo so che gli incidenti di percorso, come anche certi ritardi colpevoli non mancano nemmeno fra noi. Così, ad esempio, può capitare che una prima serata sia un mezzo fallimento a causa di una serie di disguidi: la differenza la fa una Comunità che non si rassegna, ma si rimbocca le maniche per rimediarvi, affinché tutto possa comunque andare per il meglio. O può succedere che, davanti ad un’iniziativa come la presenza di una squadra nazionale si possano avere opinioni diverse: le critiche ci stanno, ma sogno una Comunità che sappia riconoscere il bene complessivo per il quale si è deciso di investire denaro ed energie. Una Comunità vive di spirito di squadra, della voglia di fare volontariato, di darsi da fare, di rimediare alle cose che non vanno anche spendendosi in prima persona, con un sorriso, con decisione, con l’intuito che sa trasformare una debolezza in un punto di forza. Passa da queste cose la costruzione di una Comunità vera. La nostra Comunità. Il Sindaco William Bonomi
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Qualità urbana, un impegno giornaliero di Isidoro Pedretti*
Variante prima casa: “Spero di riuscire a portarla in Consiglio comunale per la prima adozione verso la fine dell’anno o al massimo nei primi mesi del 2012”
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A un anno di distanza dalle elezioni e dall’incarico ricevuto, che mi sforzo di adempiere col massimo impegno e sollecitudine, mi rendo conto che le cose da fare sono sempre tantissime e che confrontarsi con la burocrazia è una fatica immensa, non è mai finita. Il fatto certo non mi spaventa, anche se il dispendio di tempo e di energie è notevole. Comunque riesco a sbrigare le competenze del mio assessorato con una certa soddisfazione e nel miglior modo possibile. Al momento, siccome è stato affidato all’architetto Remo Zul-
berti l’incarico di redigere una variante di assestamento al Piano Regolatore, sto affrontando con la maggioranza tutte quelle problematiche che non avevamo potuto seguire con la variante per la prima casa. Il lavoro si presenta molto impegnativo perché, oltre alla determinazione dei criteri di carattere generale, ci sono anche moltissime domande di censiti da esaminare e da valutare. Pertanto spero di riuscire a portarla in Consiglio comunale per la prima adozione verso la fine dell’anno o al massimo nei primi mesi del 2012. Entro la fine di luglio inoltre conto di andare in consiglio con la variante per le case da mont con la seconda adozione. Intanto stiamo toccando con mano i primi risultati della variante sulle prime case, che ha consentito ai nostri concittadini di iniziare i lavori nelle loro abitazioni. Per quanto riguarda la circonvallazione dell’abitato di Pinzolo il progetto sta proseguendo molto bene, anche se sono sorti dei problemi per un ricorso tra le ditte incaricate delle perizie geologiche e geotecniche che dovrebbe risolversi a breve. Mi sento comunque di assicurare tutti i censiti che il tracciato su Pinzolo passerà completamente sotto terra. Per questo mi sento in dovere di ringraziare
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Circonvallazione: “mi sento di poter assicurare che il tracciato della strada su Pinzolo passerà completamente sotto terra”
i tecnici della Provincia e l’assessore Alberto Pacher per la disponibilità e per la sensibilità dimostrate nell’ascoltarci e nell’aiutarci a risolvere di volta in volta i problemi che insorgevano. La qualità urbana dei nostri abitati è molto importante, ma anche molto complicata, perché il comune è diviso in tre frazioni, ciascuna con esigenze specifiche date le caratteristiche e le diverse vocazioni socio-economiche ed ambientali, per di più situate ad altitudini diverse, con Madonna di Campiglio a 1500 e con le difficoltà che comporta lassù la programmazione degli interventi e dei
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lavori. Grazie al lavoro di tutti, e in particolare a quello della nostra squadra comunale, riusciamo a far fronte ai mille impegni e a tenere in ordine le nostre realtà territoriali. Insieme a costoro voglio ringraziare in particolari i geometri Remo Maturi e Cristian Bonazza, i capisquadra Davide Caola e Bortolo Collini per la mole di lavoro che riescono a fare durante tutto l’arco dell’anno. *Assessore alla qualità urbana e progetto per la realizzazione circonvallazione abitato di Pinzolo (cel. 333 1701782).
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AMMINISTRAZIONE
PalaDolomiti, un punto di riferimento culturale per il paese
di Anita Binelli
“Il Centro Polifunzionale si è rivelato oltremodo adatto ad ospitare convegni, assemblee e conferenze, spettacoli teatrali, di danza e musicali, concerti con cori, bande, gruppi rock e pop, premiazioni, feste folk, e ha riportato il cinema in paese”
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A sei mesi dalla sua inaugurazione, sottolineata dalla partecipazione entusiasta di tutta Pinzolo, che vedeva finalmente realizzata un’opera sospirata da 35 anni e attesa da 12, oltremodo necessaria alla vita sociale, culturale e ricreativa della comunità, la struttura del centro polifunzionale consente di trarre un primo bilancio sull’attività messa in cantiere durante la stagione invernale e, sulla scorta delle esperienze fatte, di guardare e pensare al futuro con un certo qual ottimismo. Per renderlo completamente funzionale e per adeguarlo alle esigenze affiorate in questo primo periodo di gestione abbisogna ancora di qualche ritocco, di interventi riguardanti sia alcuni aspetti tecnologici sia la fruibilità del-
le sale e l’insieme dell’organizzazione; ma è un fatto che il complesso ormai si è imposto come un punto di riferimento imprescindibile, data la qualità e la duttilità che gli vengono unanimemente riconosciute, per la buona riuscita di tante iniziative nei settori più disparati. Si è rivelato oltremodo adatto ad ospitare convegni, assemblee e conferenze, spettacoli teatrali, di danza e musicali, concerti con cori, bande, gruppi rock e pop, premiazioni, feste folk, e ha riportato il cinema in paese, colmando una grave lacuna, un vero e proprio vulnus non solo all’offerta promozionale della località, ma anche per quanto riguarda le aspettative di chi vi abita. Altre possibilità d’uso sono in via di sperimentazione. Così
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operando il PalaDolomiti si è guadagnato un ruolo di primo piano anche in Val Rendena, ed oltre... Tante persone sono venute apposta da lontano ad applaudire i loro beniamini o ad ascoltare relazioni, partecipando ai dibattiti, su argomenti di notevole spessore, nei campi della scienza, dell’alpinismo, delle problematiche sociali più sentite e più attuali, tenute da personalità di valore assoluto e di grande prestigio o popolarità. Per di più è diventato la sede del Filò da la Val Rendena, che torna a disporre di un palcoscenico e di spazi per le prove, e luogo per
le riunioni e le manifestazioni delle scuole, della biblioteca civica, della Pro loco e dell’Apt. La conduzione del palazzo, in particolare del teatro (che dispone di 500 posti a sedere) e della sala ludica, e la programmazione fino ad oggi sono state gestite direttamente dal Comune, che ne ha affidato la responsabilità a Brunetto Binelli. L’intenzione degli amministratori è quella di mantenere questo assetto operativo per tutto l’anno, fino a dicembre, in modo da poter disporre di un quadro completo sull’andamento delle due stagioni, trarne utili indicazioni e delineare un pro-
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gramma a lungo termine. Poi, per il futuro si deciderà. Confortano l’apprezzamento della popolazione e la soddisfazione degli utenti per quanto messo in cantiere in questo primo periodo di rodaggio. Si tratta di un bilancio largamente positivo. Si va dalle proposte più legate al paese, come il Memorial Giuseppe Gest con il Filò, bande e cori, le commedie in dialetto, l’incontro con Loredana Cont dell’8 marzo in occasione della festa della donna, a quelle che sono riuscite a coinvolgere pubblico da tutte le Giudicarie e oltre. E’ il caso della serata con Ermanno Salvaterra e Reinhold
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“Moltissime le iniziative anche per questa estate, dalle serate con il coro Presanella e con la Banda Comunale ai concerti di musica classica, dalla settimana dell’International Dance Theatre a quella dell’esposizione dei trofei vinti dall’Inter, e poi ancora cinema, teatro, serate culturali”
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Messner, oppure di quella con Margherita Hack, per non parlare dello spettacolo su John Lennon con la partecipazione dei Bastard. E non è di poco conto il fatto che la Famiglia cooperativa vi abbia potuto tenere la sua assemblea ordinaria dopo tre lustri in esilio nella palestra di Carisolo per mancanza di una sala abbastanza capiente; che la Cassa Rurale, costretta in passato a riunire i suoi soci a Madonna di Campiglio, abbia fatto altrettanto. Moltissime le iniziative anche per questa estate, dalle serate con il coro Presanella e con la Banda Comunale ai concerti di musica classica, dalla settimana dell’International Dance Theatre a quella dell’esposizione dei trofei vinti dall’Inter, e poi ancora cinema, teatro, serate culturali, che si concluderanno con la prima (prove generali) dell’Adelchi di Carmelo Bene con la compagnia teatrale di Roma. C’è infine oltre alla possibilità per associazioni e privati di affittare le varie sale (sala cinema da 500 posti, sala 99 posti, sala espositiva) una sala ludica per i compleanni e le feste dei nostri ragazzi offerta gratuitamente a patto che venga restituita nelle stesse condizioni di quando la si è ricevuta.
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amministrazione
Con il sistema calotte-chiavette si punta ad aumentare la raccolta differenziata Mentre si sta avvicinando il momento in cui sarà obbligatorio l’uso della chiavetta per poter aprire le calotte messe sui raccoglitori del rifiuto residuo, abbiamo incontrato Daniele Tarolli, giovane ingegnere assessore della Comunità delle Giudicarie con delega all’Ambiente, Filiera rifiuti (gestione rifiuti, discarica, produzione energia da rifiuti, T.I.A.), Energia per capirne di più. Assessore Tarolli, come è la situazione dei rifiuti in Giudicarie? Raccolta e trattamento dei rifiuti, è una delega che era già in carico anche al Comprensorio; il lavoro fatto finora dall’ufficio tecnico per ottimizzare raccolta e trattamento dei rifiuti è sicuramente ottimo, e la nostra comunità è presa a modello come sistema estremamente funzionante e razionale, ma ciò non
La nostra comunità è presa a modello come sistema estremamente funzionante e razionale, ma ciò non toglie che vi siano ancora delle questioni aperte da risolvere 8
toglie che vi siano ancora delle questioni aperte da risolvere, in quanto è chiaro che sono realtà che nascondono aspetti da valutare con grande attenzione e scrupolosità. Quali? Penso ad esempio all’obiettivo che ci siamo dati di arrivare entro fine anno alla raccolta puntuale dei rifiuti con l’utilizzo di calotte e chiavette. É un nuovo modo di raccolta che pone degli interrogativi sui risultati che si possono ottenere. Noi siamo convinti della bontà della scelta e che dopo un periodo transitorio nel quale è fisiologico ci possano essere dei problemi, si possa arrivare a regime con un sistema che permette al cittadino di pagare in base al rifiuto indifferenziato prodotto. É del tutto evidente che serve da parte del cittadino un grande senso civico e una collaborazione totale per far sì che il sistema funzioni secondo le sue potenzialità e da parte nostra uno sforzo per far apprendere semplicemente a tutti le novità in corso. Per questo stiamo organizzando serate ad hoc con spiegazioni e esempi pratici di come sta cambiando il sistema dei rifiuti in Giudicarie.
Un sistema pensato per far crescere la percentuale di raccolta differenziata... La nostra comunità oggi ha una quota di raccolta differenziata del 58,8%: siamo sotto l’obiettivo che la Provincia ha fissato al 65%; in altre vallate provinciali si raggiunge il 70%. L’introduzione delle calotte e della chiavetta fa parte delle strategie messe in atto per migliorare questi risultati, è inoltre un sistema per misurare quanto le persone singolarmente conferiscono per poi calcolarne la T.I.A. (Tariffa Igiene Ambientale). Differenziare i rifiuti oggi non è più una scelta ma è diventato un obbligo, dato dalla necessità di portare in discarica la minor quantità di rifiuto possibile. La discarica di Zuclo-Saone come tutte le altre non è inesauribile e l’unica possibilità che abbiamo perché questa discarica possa servirci per molti altri anni è quella di diminuire i conferimenti. Questo è possibile solo con un incremento della percentuale di raccolta differenziata e cambiando il modo di fare la spesa, aumentando l’acquisto di prodotti sfusi e magari producendo in casa il compost, trasformando il rifiuto umido domestico in ottima terra.
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Differenziare una “scelta” obbligata Se vogliamo ridurre i costi, oltre ad aumentare la differenziata, dobbiamo pensare a delle politiche che favoriscano i comportamenti virtuosi di produttori e consumatori ed incentivare quelle filiere di produzione che sono particolarmente attente all’ambiente Quali altre azioni sono in programma per razionalizzare la filiera dei rifiuti? Nell’ottica della razionalizzazione del sistema e dello sfruttamento delle risorse disponibili stiamo lavorando ad una verifica del lavoro svolto dai vari Centri Raccolta Materiali. Da quanto emerso sembra necessario per ottimizzare costi e benefici ridurre il numero dei CRM; vi sono infatti dei CRM sottoutilizzati che pesano sul bilancio delle amministrazioni senza apportare particolari benefici. Pertanto stiamo operando per far convogliare più comuni su alcuni CRM che possono fornire il miglior servizio.
In quest’ottica anche gli abitanti di Pinzolo sono invitati a convogliare i loro materiali ingombranti nel CRM di Carisolo. Questo per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti. Ma quali politiche si potrebbero adottare per favorire la diminuzione della enorme mole di rifiuti prodotti? Se vogliamo ridurre i costi che ciascun amministrazione deve mettere a bilancio per i rifiuti, oltre che aumentare la differenziata, dobbiamo pensare a delle politiche che favoriscano i comportamenti virtuosi di produttori e consumatori ed incentivare quelle filiere di produzione che sono particolarmente attente all’ambien-
te. Penso a semplici comportamenti di ciascun cittadino come quello di utilizzare borse di tela per fare la spesa, quello di acquistare prodotti sfusi (detersivi, frutta, verdura, carni, latte ecc..) o quello di bere l’ottima acqua dei nostri rubinetti, ma anche l’adottare politiche che favoriscano l’utilizzo di prodotti a chilometro zero disponibili direttamente dal venditore locale, che hanno il grosso pregio, oltre a quello di non necessitare di grandi imballaggi per il trasporto, di aiutare le nostre aziende e le piccole produzioni di nicchia a sopravvivere e a valorizzare un territorio giudicariese ricco di qualità e di tradizioni.
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amministrazione AMMINISTRAZIONE
Il manuale: cosa cambia nella gestione dei rifiuti di Luciano Caola
Ogni sacchetto che viene messo nel posto sbagliato o abbandonato triplica il suo costo per lo smaltimento (va raccolto, va differenziato e va portato al posto giusto da un operatore che deve essere pagato). Tale costo viene ripartito attraverso la tariffa tra tutti i cittadini
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Cos’è la “Calotta”? E’ un contatore con il quale si misura la quantità di rifiuto “residuo” prodotto dagli utenti. Come viene misurato il residuo? All’utente viene consegnata una chiavetta personale con cui aprire le calotte poste sui bidoni del residuo. Ogni apertura viene conteggiata e una parte della TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) di quell’utente verrà calcolata in base al suo numero di aperture. Perché viene fatto tutto questo? Perché la legge provinciale si è posta 3 obiettivi: la raccolta differenziata al minimo del 65%, la produzione massima di 175 KG all’anno per ogni persona, la misurazione “puntuale” del rifiuto residuo di ciascun’utenza per stimolare una migliore raccolta differenziata.
E la raccolta differenziata? Rimane come adesso, con i contenitori stradali senza calotta, e i CRM (Centri di Raccolta Materiali). Se l’utente differenzia bene, avrà meno rifiuto “residuo” e pagherà meno. Quindi se butto il sacchetto dei miei rifiuti per terra, o nel bosco, o nei contenitori della raccolta differenziata, pago meno? Ogni sacchetto che viene messo nel posto sbagliato o abbandonato triplica il suo costo per lo smaltimento (va raccolto, va differenziato e va portato al posto giusto da un operatore che deve essere pagato). Tale costo viene ripartito attraverso la Tariffa tra tutti i cittadini (compreso chi l’ha buttato). Inoltre, se tutti facessero così, triplicherebbe per ogni utente il costo della raccolta. Ma la TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) che paghiamo adesso, allora, costerà di meno? Se tutti parteciperemo con il minimo impegno che viene richiesto (separare diventa poi automatico e senza fatica) migliorerà la raccolta dei materiali differenziati e questo si rifletterà positivamente sulla Tariffa che paghiamo. Purtroppo i costi sono destinati ad aumentare sempre (basti pensare al costo del carburante per i trasporti, all’inflazione o l’esaurimento della discarica) ma con una buo-
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Il contenitore del latte è tetrapak, dopo essere stato lavato e dopo aver tolto il tappo di plastica, deve essere messo nella carta na raccolta del rifiuto differenziato si possono contenere sensibilmente gli aumenti e allungare la vita della discarica. DIVENTA ALLORA IMPORTANTE DIFFERENZIARE NEL MODO GIUSTO PER RISPARMIARE! Che cosa devo fare per non sbagliare? Non è difficile ma bisogna tenere presenti alcuni aspetti. Per differenziare bene bisogna innanzitutto sapere che c’è una prima separazione che dobbiamo adottare: gli “IMBALLAGGI” e i “NON IMBALLAGGI” Questa separazione è necessaria perché nella procedura di recupero dei materiali che vengono dal rifiuto, agli “IMBALLAGGI” viene riconosciuto uno speciale rimborso da parte dei diversi “Consorzi Dei Produttori di Imballaggi”. Quando il materiale che si consegna non è puro ma è miscelato con ciò che non è imballaggio, il rimborso viene drasticamente ridotto e diminuiscono pertanto le entrate finanziarie che aiutano a ridurre il valore della TIA, quindi paghiamo di più! Cos’è un Imballaggio? E’ l’involucro in cui è stato racchiuso un prodotto posto in commercio. Sono imballaggi, ad esempio, i sacchetti di plastica o di ma-
teriale simile, i barattoli dello yogurt, le vaschette in cui è confezionata la verdura nei negozi, le bottiglie e i barattoli di plastica e quelli di vetro, i barattoli di metallo, le scatole di cartone, grandi e piccole, come quella in cui è stato venduto un televisore e quella in cui si trova il tubetto del dentifricio, il polistirolo in cui era racchiuso un elettrodomestico, insomma, tutto quello che è servito a questo scopo. Il contenitore del latte in tetrapak è un imballaggio? Sì, certo, ma essendo costruito con diversi tipi di materiali segue una strada diversa dagli altri. Nel territorio della Comunità delle Giudicarie viene raccolto insieme alla carta. Allora nell’Isola Ecologica Stradale cosa si getta? All’Isola Ecologica Stradale si portano in genere 5 tipi di rifiuti che sono: - CARTA (e nella nostra Comunità di Valle anche il tetrapak) - IMBALLAGGI DI PLASTICA E METALLO - IMBALLAGGI DI VETRO - ORGANICO - RESIDUO In certe isole, in posizione strategica, si possono trovare
anche: - IMBALLAGGI DI CARTONE - INDUMENTI E il resto dove si butta? Presso i vari CRM (Centri Raccolta Materiali), dove c’è del personale che guida e controlla che tutto finisca al posto giusto, si portano le altre cose (come lampadine, pile, elettrodomestici, plastiche e vetri non imballaggi, metallo e cartone non imballaggi, toner di stampanti e fotocopiatrici, medicinali, pneumatici e materiali da costruzione in piccola quantità, barattoli di vernici, rifiuti ingombranti, etc.) ed inoltre si possono portare anche alcune tipologie dell’Isola Ecologica Stradale (ad esclusione del Residuo e dell’Organico). E se nonostante tutto decidessi di comportarmi male? Faresti aumentare a tutti (tu compreso) quello che paghiamo con la Tariffa, rischieresti una multa molto salata e le maledizioni degli altri utenti, saresti controllato se fossi particolarmente fuori dai comportamenti “normali”, e, a conti fatti, non te ne sarebbe valsa la pena.
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AMMINISTRAZIONE
Ritiro Inter una grande opportunità
di Anita Binelli Per poter organizzare al meglio il ritiro, è stato fondato un comitato presieduto da Anita Binelli, formato dai Sindaci della Val Rendena e dagli Enti più significativi del territorio quali A.P.T., CR Pinzolo, Coop. Pinzolo, Funivie Pinzolo Spa, CR Tione, Commercianti Val Rendena, Latte Trento e alcuni sponsor privati... 12
È tutto pronto a Pinzolo per accogliere l’Inter, la squadra che ha vinto quattro degli ultimi cinque scudetti, centrando un anno fa il cosiddetto «triplete» (tricolore, Coppa Italia e Champions League), impresa mai riuscita a nessuna squadra italiana. La plurititolata formazione meneghina sarà in ritiro in Val Rendena dall’8 al 21 luglio. I nerazzurri in Trentino saranno protagonisti anche di due incontri amichevoli (giovedì 14 e domenica 17 luglio), due occasioni nelle quali i tifosi della Beneamata potranno ammirare i nuovi acquisti e i tanti campioni in forza alla società di Massimo Moratti. Per poter organizzare al meglio il ritiro è stato fondato un comitato formato dai Sindaci della Val Rendena e dagli Enti più
significativi del territorio quali A.P.T., CR Pinzolo, Coop. Pinzolo, Funivie Pinzolo Spa, CR Adamello Brenta, Commercianti Val Rendena, Latte Trento ed alcuni sponsor privati che si sono impegnati economicamente per la realizzazione del ritiro in collaborazione con Trentino Marketing. Presidente del Comitato è stata nominata Anita Binelli. Lo sbarco a Pinzolo di una delle più blasonate società del mondo è stato reso possibile dalla partnership tra Trentino Marketing, Comune di Pinzolo, Apt Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena e Fc Internazionale siglata nei mesi scorsi. «Si tratta – spiega l’assessore Pat Tiziano Mellarini – di un’iniziativa che ancora una volta lega il marchio Trentino a brand sportivi vincenti in una si-
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nergia che valorizza al massimo le potenzialità del nostro territorio, un vero e proprio paradiso per chi ama la vacanza attiva. In questo caso abbiamo scelto la squadra più vincente degli ultimi cinque anni». L’avventura trentina dell’Inter partirà quindi venerdì 8 luglio, giornata nella quale verranno aperti l’Inter Village, il Villaggio Trentino e lo store ufficiale nerazzurro. Per i più piccoli comincerà inoltre l’attività del Day-Camp, che permetterà ai nati dal 1998 al 2005 di imparare i segreti del gioco più bello del mondo con gli allenatori dell’Inter. Al PalaDolomiti saranno esposti i trofei conquistati dal glorioso sodalizio di Palazzo Durini: dalle 10 alle 16 sarà possibile fotografarsi indossando in esclusiva la nuova maglia nerazzurra. Sabato 9 luglio approderanno in Val Rendena i primi giocatori della Beneamata, raggiunti il giorno seguente dall’intera rosa, che fino a giovedì 21 si allenerà due volte al giorno (alle 11 ed alle 17) allo Stadio Pineta di Pinzolo, terreno di gioco im-
merso nel verde in una tranquilla zona lungo il fiume Sarca. Tifosi ed appassionati potranno seguire le sedute di preparazione di Pazzini e compagni gratuitamente, un’opportunità più unica che rara per vedere in azione alcuni dei migliori giocatori del pianeta senza dover metter mano al portafogli ed avere inoltre la possibilità di chiedere ai propri beniamini gli autografi al termine dell’allenamento. Dal 9 luglio, in tutte le giornate del ritiro (dalle 13 alle 16 e dalle 20.30 alle 22.30), a Pinzolo sarà visitabile un’interessante mostra fotografica sulla storia nerazzurra, affiancata dall’esposizione delle coppe conquistate in decenni di vittorie. Otto inoltre le serate speciali previste dall’articolato calendario di contorno, sempre con inizio fissato alle 21. Venerdì 8 aprirà il calendario uno spettacolo di varietà, sabato 9 in Piazza Carera a Pinzolo il portierone Francesco Toldo racconterà poi la sua esperienza e le attività sociali di Intercampus, domenica 10 invece sarà la volta del-
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l’attesissima presentazione ufficiale della nuova Inter, evento che si terrà in Piazza San Giacomo a Pinzolo. Martedì 12 i campioni nerazzurri incontreranno i piccoli tifosi a Spiazzo Rendena. Venerdì 15 luglio sarà poi la volta dell’attesa Notte Nerazzurra, una festa nelle vie e nelle piazze di Pinzolo con la partecipazione di mister Gasperini e dello staff tecnico dei Campioni del Mondo. Sabato 16 i fuoriclasse incontreranno i tifosi in Piazza Carera, il giorno seguente andrà in scena lo spettacolo teatrale di Marco Vaccari «100 anni di storia nerazzurra... in 90 minuti più recupero». L’ultimo appuntamento di spicco è previsto per mercoledì 20 luglio, quando in Piazza Carera saranno presentati il documentario ed il libro sul capitano della Grande Inter Armando Picchi, una serata con l’intervento dello staff meneghino. Le due settimane nerazzurre saranno chiuse giovedì 21 luglio con il saluto della squadra nerazzurra al pubblico del Pineta di Pinzolo.
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amministrazione AMMINISTRAZIONE
La consulta frazionale, un’occasione per comunicare con l’amministrazione a cura di Consulta frazionale di Pinzolo
I cittadini non hanno ancora ben focalizzato che attraverso le Consulte frazionali si è venuta a creare un’opportunità importante per comunicare con l’Amministrazione comunale, per poter esprimere pareri e formulare proposte su questioni di interesse della frazione o del Comune, in modo più rapido e diretto 14
Le Consulte Frazionali sono organismi permanenti di partecipazione. La loro istituzione si propone di valorizzare il ruolo di partecipazione ed autodeterminazione nel contesto socio-politico del Comune, favorire la compartecipazione dei residenti nelle frazioni all’attività amministrativa del Comune e più in generale avvicinarli alle istituzioni. Nel gennaio 2011, è avvenuto il pubblico insediamento della Consulta frazionale di Pinzolo composta da nove membri. Il regolamento delle Consulte frazionali prevede che i suoi membri provengano da diversi contesti della nostra comuni-
tà: quattro membri eletti dalla popolazione, due per nomina consigliare, ed altri due provenienti dalle categorie economiche che, insieme con il sindaco o un suo delegato formano appunto la Consulta frazionale dei cittadini. Nel settembre 2010 è stata convocata l’assemblea dei cittadini per eleggere i quattro rappresentanti popolari nella quale sono stati indicati Sonia Capponi, Massimiliano Ferrari, Francesco Bonapace ed Alice Maffei. In seguito sono stati nominati dal Consiglio Comunale Angelo Marini e Martino Maffei, ai quali si sono aggiunti gli ultimi
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due membri: Michele Ambrosi per gli operatori economici e Cecilia Maffei fu Gerardo rappresentante degli albergatori. Nella riunione per il pubblico insediamento della Consulta frazionale di Pinzolo, sono stati eletti presidente e vice presidente rispettivamente Francesco Bonapace e Massimiliano Ferrari. Abbiamo iniziato ad incontrarci periodicamente in una sala del municipio per parlare, discutere e approfondire varie tematiche e per preparare la seduta pubblica avvenuta lo scorso 6 giugno 2011 presso il Centro di Protezione civile a Pinzolo. Oggi, i cittadini del Comune di Pinzolo, non hanno ancora ben focalizzato, che attraverso le Consulte frazionali, (oltre a quella di Pinzolo vi sono anche a S.A. di Mavignola e Madonna di Campiglio) si è venuta a creare un’opportunità importante per comunicare con l’Amministrazione comunale, per poter esprimere pareri e formulare proposte su questioni di interesse della frazione o del Comune, in modo più rapido e diretto. Invitiamo la popolazione a presenziare numerosa alle sedute pubbliche previste dall’attività della Consulta affinchè vi sia partecipazione attiva e propositiva.
Nella serata di lunedì 6 giugno 2011 si è tenuto il primo incontro pubblico della Consulta frazionale di Pinzolo nel quale erano presenti oltre al Sindaco William Bonomi, il Dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Val Rendena Franco Brunelli e Teresa Pertner, dell’Oekoinstitute Suedtirol di Bolzano. Il prof. Franco Brunelli in collaborazione con la Consulta dei genitori, ha informato i presenti sul questionario inerente al progetto “Percorso casa-scuola-casa in sicurezza”, inviato a tutte le famiglie che hanno figli frequentanti la scuola dell’obbligo, auspicando l’attenzione da parte dell’Amministrazione comunale attraverso interventi concreti atti a migliorare la sicurezza interna al paese. E’ stata poi la volta della dot-
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toressa Teresa Pertner, dell’Oekoinstitute Suedtirol di Bolzano che ha illustrato ai convenuti uno studio richiesto dall’Amministrazione comunale, riguardante la viabilità interna al paese in relazione alla nuova circonvallazione dell’abitato di Pinzolo. Durante la serata, grazie anche ad una confortante presenza di pubblico, sono stati raccolti importanti spunti di riflessione sull’argomento. La Consulta si augura che anche in futuro nelle sedute pubbliche vi sia una sempre maggiore partecipazione dei cittadini. Per raccogliere eventuali segnalazioni, suggerimenti, pareri da porre all’attenzione dell’Amministrazione comunale è attivo l’indirizzo e-mail, consulta.pinzolo@comune.pinzolo.tn.it.
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parco
“Il Piano del Parco”
Il presidente del Parco Antonio Caola, il direttore Roberto Zoanetti e gli assessori rendenesi di Giunta, Gilberto Masè e Silvano Maestranzi, hanno incontrato il consiglio comunale di Pinzolo. Presenti anche i tecnici del Parco Matteo Viviani e Valentina Maestranzi che hanno illustrato i contenuti del Piano che stabilisce le misure di conservazione e di tutela attiva degli habitat, le norme di attuazione (non ci sono importanti modifiche ri-
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spetto al Piano precedente) e la zonizzazione (cioè i confini delle riserve integrali, controllate e guidate oltre che le riserve speciali, sulle quali, a seconda delle emergenze ambientali, le misure di tutela attiva e passiva sono elaborate in specifici Piani d’azione), e del Piano del paesaggio che si propone, invece, di avviare un processo di conoscenza e valorizzazione del patrimonio paesaggistico del Parco stabilendone anche il valore eco-
nomico dei paesaggi dell’Adamello-Brenta. Un passo indietro per capire meglio. Il primo Piano del Parco Naturale Adamello Brenta è stato approvato nel 1999. Poi, nel corso dell’ultimo decennio, tre Varianti, datate 2004, 2007 e 2009, hanno introdotto alcune modifiche tecniche e cartografiche e adeguato il Piano del Parco con il modificato Piano urbanistico provinciale (Pup) del 2008. Oggi, passati più di dieci anni, la
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La ParcoCard, “ti consegna le chiavi di tutto il Parco….e non solo!”
norma stessa del Pdp impone la Revisione del Piano che deve recepire le novità della Direttiva europea “Habitat” e della Legge provinciale 23 maggio 2007 n. 11 “Governo del territorio forestale e montano, dei corsi d’acqua e delle aree protette”. Soprattutto, a distanza di dieci anni dal primo Piano, c’è l’esigenza di verificare lo stato di salute del Parco, di capire se le problematiche ambientali sono mutate e se, di
Nel corso dell’estate 2011 il Parco Naturale Adamello Brenta proporrà, per il settimo anno consecutivo, la ParcoCard, carta elettronica pre-pagata grazie alla quale si può accedere gratuitamente ad un ricco ventaglio di proposte per vivere la natura del Parco, la cultura e i sapori del territorio. Con la card si accede gratuitamente, per una volta, a tutti i seguenti servizi: - escursioni tematiche con l’accompagnamento degli operatori del Parco; - parcheggi in Val Genova, Val di Tovel, Vallesinella, Patascoss, Val d’Algone e Malga Bissina; - bus navetta in Val Genova, Val di Tovel e Vallesinella; - parco Avventura in Val Genova e Val di Tovel e Ursus Adventure Park in Val di Breguzzo; - ingresso alle Case del Parco di Daone, San Lorenzo in Banale, Stenico, Spormaggiore e Tovel; - ingresso ai Centri visitatori del Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino e Parco Nazionale dello Stelvio; - ingresso a Musei e Castelli Provinciali: Castello del Buonconsiglio, Castel Thun, Castello di Stenico, Castel Beseno, Mart di Rovereto e Trento, Casa d’Arte Futurista Depero, Museo Civico di Rovereto, Museo Tridentino di Scienze Naturali, Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, Museo della Malga di Caderzone, Sentiero Etnografico Rio Caino di Cimego, Giardino Botanico Alpino Viote del Monte Bondone; - degustazioni gratuite e possibilità di acquisto a prezzi scontati di prodotti con Marchio Qualità Parco e “Selezionati dal Parco” presso numerosi punti vendita convenzionati. Per i residenti nei Comuni del Parco la card stagionale è proposta al prezzo speciale di 20,00 € (valida per 1 adulto e 1 bambino fino ai 12 anni) e il vantaggio è concreto: ammortizzi il costo con un parcheggio, un’escursione e un ingresso a un museo/castello! La card è valida da metà giugno a metà settembre e si può acquistare presso la sede del Parco a Strembo, tutte le Case del Parco, il Punto info di Mavignola e gli uffici turistici del territorio (qui si può ritirare anche il depliant specifico per conoscere nei dettagli i contenuti e le altre tipologie di card).
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Passerà attraverso la concertazione con i 39 consigli comunali dell’area protetta e i direttivi delle Asuc e delle Regole Spinale Manez, la Revisione del Piano del Parco (Pdp) Naturale Adamello Brenta attualmente in corso di definizione.
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conseguenza, le attuali misure di conservazione sono appropriate. In particolare, il nuovo Piano territoriale sarà proposto sulla base dei numerosi nuovi elementi conoscitivi emersi tramite i monitoraggi e gli studi elaborati nel corso degli ultimi anni. Le scelte fatte nel 1999, ove ritenuto necessario, potranno quindi essere sottoposte a modifiche. Tali modifiche saranno illustrate distintamente ai rispettivi consigli comunali (e Asuc) interessati. La prima parte del Piano, adottata all’unanimità nel dicembre 2009 dal Comitato di gestione
del Pnab, è costituita dal Piano strategico, documento-prologo che definisce ruolo e obiettivi del Parco per i prossimi 10 anni. Nel 2011 la Revisione del Piano di Parco proseguirà con la conclusione degli elaborati del Piano territoriale, del Piano del paesaggio e del Piano socio-economico e l’inizio dei rispettivi iter di approvazione. I piani d’azione, divisi per settori (ad esempio il Piano malghe) e aree omogenee (ad esempio singole vallate), costituiranno il
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vero elemento di novità della pianificazione in quanto conterranno le specifiche norme di valorizzazione e di conservazione attiva che parimenti scaturiranno da accordi con gli enti proprietari. Questi incontri costituiscono conferma dell’impegno del presidente Antonio Caola e del suo staff di voler coinvolgere la gente del Parco e di voler dare attuazione ad un percorso di ri-avvicinamento tra l’Ente con sede a Strembo e le comunità di riferimento. “La Revisione sarà il frutto di un percorso partecipato – ha affermato Caola – che vorremmo portasse ad una comprensione definitiva del Parco come valore aggiunto per il territorio”. A Pinzolo, all’interno di un generale apprezzamento dell’iniziativa del Parco, alcuni consiglieri comunali hanno espresso dubbi sulla previsione di ampliare, nel nuovo Piano di Parco, una Riserva speciale nella zona di Ritort - quest’area è già un SIC (Sito di Interesse Comunitario) nato da un precedente biotopo provinciale - a Madonna di Campiglio, per alcune ricadute riguardanti l’utilizzo del territorio. “Non capisco il senso di queste possibili nuove misure – ha detto il sindaco William Bo-
nomi – dato che dal punto di vista della tutela ambientale il nostro territorio è molto evoluto. Non ho chiari i motivi che inducono a questa nuova proposta”. All’osservazione del sindaco il presidente e il direttore del Parco hanno risposto evidenziando che la previsione della Riserva speciale deriva dall’analisi delle valenze floristiche e faunistiche della zona che denota i valori massimi al-
l’interno dell’area a Parco. Da parte di tutti consiglieri sono stati espressi commenti favorevoli al confronto aperto dal Parco sul Piano territoriale. Nei prossimi mesi, mentre si procederà con “l’operazione ascolto”, il Parco approfondirà il dubbio sollevato dagli amministratori di Pinzolo, prima di assumere le decisioni definitive in Giunta e passare quindi in Comitato di gestione per la prima adozione.
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comunità IL PAESE LE OPERE
Al PalaDolomiti il primo “Memorial Giuseppe Gest” di Giuseppe Ciaghi
Giuseppe Gest continua a vivere nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto ed hanno condiviso con lui tanti momenti di sana allegria, indimenticabili...
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A poco più di una anno dalla sua prematura scomparsa – aveva appena 60 anni – Giuseppe Gest continua a vivere nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto ed hanno condiviso con lui tanti momenti di sana allegria, indimenticabili, tanto che la comunità di Pinzolo ha voluto allestire uno spettacolo, il “1° Memorial Giuseppe Gest” al PalaDolomiti con la partecipazione di tutti quei sodalizi (Filò, Banda, Cori) in cui aveva militato, da protagonista. Il “Gest” - tutti lo chiamavano così, e molti nemmeno sapevano fosse il suo cognome (di origine tedesca) così come pochi sapevano si chiamasse Giuseppe – apparteneva a tutti. Era stato un personaggio “pubblico” fin da bambino, da quando a scuola
animava con le sue imitazioni e le sue battute, tutte comicità genuina, spontanea e coinvolgente, le allegre serate dei “minifestival”, alle sue parti “serie” da adulto accanto a Carmelo Binelli nelle commedie del Filò da la Val Rendena. Per non parlare dei suoi trascorsi nella banda comunale di Pinzolo, dove tamburelli e percussioni erano il suo mondo, e quelli da batterista in orchestrine improvvisate con amici appassionati di musica (il violino di Leo Binelli, le fisarmoniche di Bepi Genetin e Clemente Ferrari....), ad allietare feste e ricorrenze. Aveva delle doti naturali straordinarie, frutto della sua grande umanità e di una sensibilità eccezionale che lo portavano ad osservare e a penetrare fin nel profondo l’anima delle persone sulle cui debolezze riusciva poi a far sorridere con grande bonarietà, rimanendo sempre serio, impassibile. Era questa la caratteristica che più colpiva della sua comicità. Aveva lavorato da commesso in Famiglia cooperativa e spesso portava la spesa a domicilio di soci e clienti, con i quali aveva un feeling particolare, specie con gli anziani, cui amava sollevare lo spirito con una battuta o una barzelletta. Quanti l’hanno conosciuto ed apprezzato, hanno avuto in quella memorabile serata, un modo per richiamare la sua disponibilità, la sua bontà e la sua generosità.
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Festa degli alberi a Patascoss
Quest’anno la festa degli alberi il Comune di Pinzolo l’ha voluta fare a Madonna di Campiglio, in un alpeggio a metà della via che da Patascóss porta a Ritòrt. Una quarantina di scolari di Campiglio lunedì 6 giugno, pur con l’incognita del tempo, hanno raggiunto il rifugio Patascóss a piedi. Lì hanno atteso i loro compagni di Pinzolo: una ottantina di alunni e 15 bambini del terzo anno dell’asilo saliti in pullman. Insieme si sono diretti verso il luogo destinato alla piantumazione, in località chiamata “al Sàss del Bargianèla”. Si tratta di un grosso masso in granito, chiamato “del Bargianèla”, come narra Nepomuceno Bolognini in uno dei suoi più bei racconti (compare in “Fiabe e leggende della Rendena” per inziativa di Tranquillo Giustina), a ricordo di un’avventura capitata “a un buon uomo, certo Collini detto Bargianèla, che nei mesi estivi teneva aperta una specie di osteria in località Palù, dieci minuti a mezzodì di Campiglio”. Verso i primi di agosto si era recato a malga Ritòrt ad accaparrarsi un
vitello per rifornire il suo ambiente in vista della festa della Madonna e della sagra di metà mese. Concluso l’affare si era avviato “tranquillo, a passo cadenzato di montagna, e armato di un lungo e robusto bastone” verso casa. Arrivato un po’ sopra pensiero vicino al masso “gli si presentò davanti, a sbarrargli il cammino, un’enorme orsaccia... Il pover’uomo s’arresta spaventato e tremante ed istintivamente, spinto dalla paura, fugge e s’arrampica sul monolito, fino al suo culmine, seguito dalla terribile bestiaccia che uncava maledettamente. L’orsa si leva sulle zampe posteriori tentando anch’essa di arrampicarsi e addentare la povera vittima”. Costui, afferrato il nodoso bastone, prese a picchiarla sulla testa ogni volta che riusciva ad avvicinarglisi. Forse a salvarlo fu l’intervento della Madonna, da lui invocata. Un orsacchiotto si era allontanato dalla madre ed aveva preso ad urlare. L’orsa abbandonò la preda, corse in aiuto del piccolo e non si fece più vedere; così Bargianèla potè tornare a casa a raccontare la sua
avventura”. Proprio intorno a quel sasso i custodi forestali avevano preparato le buche in cui i ragazzi hanno piantato i piccoli abeti dopo la benedizione di don Benito, il parroco di Pinzolo, e dopo essere stati istruiti sull’operazione. Un guardaparco ha tenuto una lezione sulla natura, sulla coltivazione della selva e sugli animali che la popolano, oltre che sull’alpeggio e sui problemi degli allevatori. Il vicesindaco Valter Vidi ha quindi consegnato ai genitori dei nati nel 2010 (12 maschi e 11 femmine) un attestato con l’indicazione dell’alberello piantato per ciascuno di loro per ottemperare alla disposizioni della legge comunitaria. Alla cerimonia sono intervenuti anche 12 insegnanti, gli assessori Luciano Caola e Maria Lina Quagli, il presidente del Parco Antonio Caola, il comandante della Stazione dei CC di Madonna di Campiglio e quello della Stazione forestale di Pinzolo. Terminata l’operazione al meglio, nonostante il tempo avesse minacciato pioggia, pranzo per tutti, offerto dal Comune, nel nuovo ristorante di Patascóss.
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comunità IL PAESE
Festa dello Sport e “Un ponte tra le montagne d’Italia” di Gianluca Leone Quest’edizione ha visto svilupparsi ulteriormente il progetto “Un ponte tra le montagne d’Italia” che vede gli studenti trentini a fianco di quelli di Paganica...
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La Festa dello Sport 2011 dell’Istituto Comprensivo Val Rendena è stata l’occasione offerta ai 900 bambini e ragazzi della Valle per conoscere tante discipline sportive grazie a numerose associazioni sportive. In particolare quest’edizione ha visto svilupparsi ulteriormente il progetto “Un ponte tra le montagne d’Italia” che vede gli studenti trentini a fianco di quelli di Paganica, la frazione de L’Aquila colpita dal sisma di due anni fa. Durante la giornata del 26 maggio, tra gli sport proposti c’è stato il rugby, insegnato dagli istruttori del Paganica Rugby invitati insieme ad una
rappresentanza dei più giovani della squadra abruzzese, 11 ragazzi e ragazze tra gli 8 ed i 12 anni. A far provare placcaggi e tiri della palla ovale sono giunti a Pinzolo anche gli istruttori del Trento Rugby. Uno sport nuovo sotto le Dolomiti di Brenta che ha destato l’interesse dei giovani, maschi e femmine, grazie all’entusiasmo messo in campo dagli istruttori e giovanissimi giocatori della cittadina ai piedi del Gran Sasso e di Trento. Il progetto, promosso dalle insegnanti Giulia Cantonati e Maura Binelli della scuola primaria di Madonna di Campiglio, è nato all’indomani del terremoto e si è già concretizzato in raccolta di materiale donato alla scuola di Paganica, scambio di visite, un periodo di ospitalità a San Antonio di Mavignola per i ragazzi nell’estate 2009. L’idea di allargare al rugby la Festa dello sport è nata in occasione dell’inaugurazione del campo rimesso a nuovo dalla Provincia di Trento a fine settembre 2010. Il soggiorno di maggio si è reso possibile grazie alla collaborazione di Villa Lucin di Pinzolo, Giorgio Cereghini presidente del Comitato Zobia Mata, Famiglia Cooperativa e Cassa Rurale di Pinzolo, Marco Bonomini, Claudio Cominotti, Agriturismo il Favo, Loreto Leone. Lo sport ha dunque rinforzato l’amicizia
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insieme, coreografie di pattinaggio artistico su ghiaccio, saluto tra gli altri del dirigente dell’Istituto Franco Brunelli che ha ringraziato le associazioni che hanno reso possibile l’iniziativa e sottolineato la presenza del Paganica Rugby che con un viaggio di 800 chilometri ha portato questo sport. Il Parco Pineta per un giorno è stato il teatro dove i giovani hanno potuto conoscere tante discipline, incentivati ad assumere così uno stile di vita sano e sperimentare come lo sport possa creare e rinforzare le relazioni. e lo scambio di esperienze. I ragazzi di Paganica erano accompagnati dall’istruttrice Chiara Lezzi, dai dirigenti Luigi Fiordigigli, Ornando Ferella e Katiuscia Boccacci. Per il Trento Rugby c’erano gli istruttori Valerio De Marco, Daniele Pederzolli ed il presidente Fabio Pavanelli. Gli altri sport nei quali gli studenti si sono potuti sperimentare sono stati bocce, orienteering, skiroll, hockey, pattinaggio, nordic walking, yosekan budo, arrampicata, skate board, pallavolo, mountain bike, calcio, pallavolo, tennis, tiro con l’arco, sleed dog, nuoto, giochi con la palla. Nel palazzo del ghiaccio c’è stato un momento d’incontro tutti
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La ditta “FERRARI V.P.R.” premiata a Roma ed iscritta nel Registro delle 150 imprese più longeve d’Italia di Giuseppe Ciaghi Un documento del 1909 riporta una dichiarazione in cui Pietro, trisnonno dei soci attuali, informa la comunità che suo figlio Valentino ha appreso l’arte di fabbro ferraio e la sa esercitare con perizia
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Mercoledì 8 giugno si è svolta a Roma la 133esima assemblea dei direttori delle Camere di Commercio (Unioncamere). In questo contesto, in omaggio al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, si sono tenute la premiazione e l’inaugurazione del registro delle 150 imprese più longeve della Penisola. Fra queste anche la ditta FERRARI VPR di Pinzolo. A ritirare il riconoscimento dalle mani di Dalpéz e del presidente di Unioncamere, assistiti da Mariagrazia Cucinotta, è sceso a Roma Marco Ferrari, uno dei titolari dell’impresa artigiana che opera nel campo della carpenteria metal-
lica (idraulica e lattoneria), riconversione in chiave moderna dell’attività di fabbro ferraio esercitata dal casato ab immemorabili e tramandata di generazione in generazione nella fucina di famiglia, un opificio alimentato dall’energia idraulica della “rugia” (un ramone della Sarca), come attesta uno scritto del lontano1794. Un documento del 1909 riporta una dichiarazione in cui Pietro maestro (trisnonno dei soci attuali) informa la comunità che suo figlio Valentino ha appreso l’arte di fabbro ferraio e la sa esercitare con perizia, è provetto nel costruire sia ferri da ta-
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glio sia da opera di ogni qualità, essendosi dimostrato laborioso e con buona diligenza per dieci anni come lavorante e per circa 25 come maestro nell’arte. L’ultima figura di fabbro ad usare le attrezzature tradizionali azionate dalla forza dell’acqua è stato Angelo “gianaràl”, classe 1895 kaiserjäger dell’esercito austriaco nel primo conflitto mondiale, che ha esercitato la professione fino all’inizio degli anni sessanta e venne anche premiato dalla Camera di Commercio Provinciale con medaglia d’oro per la fedeltà al lavoro. Alla fine degli anni 50 i tre figli maschi di Angelo, Vito Pio e Roberto continuando l’at-
tività di famiglia la riconvertono allargandola ad altri settori ed adeguandola alle esigenze del mercato. Non si occupano
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più della lavorazione del ferro per la costruzione di arnesi da taglio e di attrezzi diversi, ma trattano il ferro per montare i primi tubi di impianti idraulici o per le prime lamiere di copertura dei tetti delle case. I tre fratelli, ora in meritata pensione, crearono prima la ditta Fratelli Ferrari, poi la Ferrari Roberto e ultimamente nel 1974 la Ferrari VPR snc ancora in attività ma con soci effettivi in pari misura i discendenti: Marco e Sergio figli di Vito e Federico figlio di Pio. Oggi la ditta conta, oltre ai tre soci, 6-7 dipendenti e svolge la propria attività in uno stabile di proprietà adibito a magazzino per il deposito del materiale idraulico, che funge anche da officina per quanto riguarda il lavoro di carpenteria metallicafabbro e lattoneria.
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L’Apag, il punto di riferimento per quanti hanno a cuore gli animali di Ermanno Salvaterra “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”. M. K. “Mahatma” Gandhi (1869 – 1948)
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“Le affido la gattina Lucia (la chiamo così perché S. Lucia s’invoca per il male di occhi), una povera trovatella che ha problemi di occhi: io l’ho curata lavandole due volte al giorno gli occhi con acqua tiepida per levarle la cispa che le si forma di notte e poi una goccia per occhio del collirio: mi sembra che questo le faccia bene e sia ben tollerato. È molto affettuosa e spero che nelle vostre mani si riprenda presto. Io sono un sacerdote francescano e accludo 10 euro per le prime cure. Ringrazio questa bene-
merita associazione che cura le creature di Dio”. Con queste righe, scritte a mano, Padre Ermete Rauzi, parroco di S. Antonio di Mavignola, qualche anno fa affidava, con le lacrime agli occhi ad un camionista di passaggio, una gattina affinché la consegnasse ai volontari dell’A.P.A.G. di Tione. Voleva saperla in mani sicure. Infatti, l’Associazione Protezione Animali delle Giudicarie, con sede a Tione, è il punto di riferimento per quanti hanno a cuore gli animali. Un gesto tenero e di grande civiltà che ci dà una lezione importante: ci ricorda che anche gli animali sono creature di Dio. In quanto esseri senzienti provano sentimenti: anche loro sanno cos’è la solitudine, la paura, la fame, la sete, il dolore, la gioia e l’amore per i loro piccoli. I volontari dell’A.P.A.G. operano nel capoluogo delle Giudicarie, ma ci sono soci e simpatizzanti negli altri paesi ed anche a Pinzolo. Alcuni di loro fanno presente: “In paese ci sono piccole colonie di felini formate da una decina di gatti. Le colonie si stabiliscono in luoghi dove hanno trovato un riparo e qualche ciotola di cibo a disposizio-
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ne. Chi cura una colonia molto frequentemente assegna ad ognuno di essi un nome, come si farebbe con il proprio gatto di casa. Provvede alla sterilizzazione di maschi e femmine, per impedirne un’incontrollata proliferazione. Quando nascono dei piccoli viene fatto fare loro un controllo veterinario e vengono affidati a persone che desiderano avere un gatto in casa attraverso adozioni controllate”. Purtroppo, molto spesso, la presenza dei gatti è mal tollerata. Vorremmo spezzare una lancia in favore di questi animali che a volte sono vittime di un vero e proprio “terrorismo”. Innanzitutto sono creature bellissime; come disse Richelieu “Dio ha creato il gatto perché l’uomo potesse accarezzare una piccola tigre”. Chi conosce i gatti sa quanto siano animali assolutamente puliti, pieni di dignità, indomabili per natura, perché nessuno è mai riuscito a far obbedire un gatto, ma assolutamente amabili e ottimi compagni di vita. Altra credenza da sfatare che i gatti siano indipendenti, si sappiano arrangiare, si trovino il cibo da soli e via dicendo. Ogni gatto sogna ed ha diritto di mangiare ogni giorno da una ciotola pulita, di avere un cuscino su cui dormire ed un posto
caldo dove nascondersi quando fuori piove o fa freddo e, magari, di avere un amico umano che lo ami. “Se sono affamati cacciano meglio i topi?” Falso. Un gatto non ha bisogno di aver fame per cacciare i topi, li caccia comunque, fa parte del suo istinto predatorio. “I gatti si affezionano?” I gatti si affezionano alle persone ed alla casa, sono animali territoriali: ci sono parecchi racconti davvero commoventi di gatti che sono stati abbandonati ed hanno percorso anche distanze lunghissime per tornare alla loro casa, dai loro “padroni”, che se li sono ritrovati inaspettatamente fuori dalla porta. I gatti, come i cani, percepiscono i nostri sentimenti, il nostro umore. L’estensione dei loro sensi è diversa dalla nostra, ma se viviamo con loro abbiamo molte occasioni per rendercene conto. I gatti randagi non si lasciano solitamente avvicinare dall’uomo e solamente se trovano cibo ritornano nei giardini. Qualcuno lamenta l’odore che gli animali lasciano. Il gatto è un animale pulito, deposita i suoi escrementi in una buchetta che fa dove trova terreno smosso e subito ricopre. L’odore viene lasciato dal maschio per segnare il territorio con
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piccole spruzzatine di urina. Se il maschio viene sterilizzato questo fenomeno non si verifica più. Qualche consiglio ai proprietari di gatti? Innanzitutto non abbandonateli. Fate sterilizzare maschi e femmine perché è un gesto di civiltà e non contro natura. I gatti randagi sono animali molto belli, non vanno temuti, sono una ricchezza del territorio e non creano problemi se controllati. Se la gatta dovesse avere cuccioli e non è possibile tenerli cosa fare? Il Comune di Pinzolo ha istituito un servizio per gli animali oppure si può chiedere consiglio all’A.P.A.G.. E se qualcuno volesse un gatto? “Ci si può rivolgere all’A. P.A.G. che affida gatti controllati, con libretto sanitario e già sterilizzati. E’ però accaduto che in questi ultimi mesi, sia a Pinzolo che nei paesi limitrofi, alcune colonie siano state decimate. Mancano infatti all’appello molti gatti che purtroppo sono stati sicuramente uccisi con metodi che ben conosciamo, ma che preferiamo non ricordare. Questi fatti sono un chiaro segno di crudeltà e inciviltà, avvenuti in pieno spregio alla normativa vigente che prevede pene severe in materia di maltrattamento di animali.
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comunità IL PAESE
Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi
LEGGE 20 LUGLIO 2004, N.189 ART. 544-BIS. Uccisione di animali Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi (aumentata con L. n. 201 del 4 novembre 2010 da quattro mesi a due anni). Art. 544-ter. Maltrattamento di animali Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o
vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale. Di fronte ad ogni forma di maltrattamento degli animali la nostra coscienza dovrebbe interrogarsi traendo insegnamento dalle parole di molti grandi uomini. “Nessuno dovrebbe tollerare che vengano inflitte agli animali delle sofferenze e neppure declinare le proprie responsabilità. Nessuno dovrebbe starsene tranquillo pensando che altrimenti si immischierebbe in affari che non lo riguardano. Quando tanti maltrattamenti vengono inflitti agli animali, quando essi agonizzano ignorati per colpa di uomini senza cuore, siamo tutti colpevoli”. Albert Schweitzer (1875-1965) E per chiudere… “La presenza di un gatto migliora il muro del giardino in estate ed il cuore quando il tempo è cattivo”. J. Merkle Rilke Insomma, davvero tante ragioni per amarli e rispettarli! A nome del gruppo nascente “Amici degli animali Val Rendena” Ermanno Salvaterra
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comunità AMMINISTRAZIONE
di Angelo Marini
Ha fatto molto per la nostra comunità, sia per quello che riguarda il cammino in ambito pastorale, sia dal punto di vista materiale...
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In omaggio il libro ricordo su don Angelo Franceschetti Nella notte fra il 30 e 31 dicembre 2010 moriva all’ospedale di Tione don Angelo Franceschetti, che fu parroco di Pinzolo dal 7 settembre 1980 al 30 agosto 1992, quando fu nominato parroco di Revò in val di Non. La sua figura di uomo e di pastore è ancora ben radicata fra la nostra gente, egli ha lasciato nell’ambito delle nostre famiglie, un segno indelebile nei dodici anni della sua permanenza tra noi. Ancora oggi egli è oggetto di discussioni, di dibattiti accesi tra la popolazione e anche argomento di bei ricordi, specialmente da parte di tutte quelle persone che lo hanno capito e saputo apprezzare. Ha fatto molto per la nostra comunità, sia per quello che riguarda il cammino in ambito pastorale, sia dal punto di vista materiale. Se oggi i suoi successori possono abitare in una casa accogliente e dignitosa e non più in quei locali ormai fatiscenti della vecchia canonica, con i pavimenti che tremavano sotto i piedi e con le cantinelle che pian piano fuoriuscivano dai muri, il merito è senza dubbio suo, che fin dai primi tempi del suo arrivo a Pinzolo si era posto l’obbiettivo poi raggiunto, di ricostruire l’intero complesso del “Laurentianum”.
Come per don Celestino Clauser, altro nostro parroco altrettanto stimato e ben voluto dalla nostra gente, scomparso nel 2006, mi è sembrato doveroso dedicare anche a don Angelo una pubblicazione, per altro accolta con entusiasmo dall’Amministrazione comunale, per perpetuarne il ricordo nella nostra comunità. Nel volume, oltre ad esserci la presentazione del nostro sindaco, la prefazione dell’Arcivescovo Mons. Luigi Bressan, anch’egli entusiasta dell’iniziativa, vi sono contenute anche una varietà di testimonianze e un’ampia galleria fotografica che ripercorre le tappe di vita di don Angelo, mettendo naturalmente in risalto il suo ingresso e la sua permanenza a Pinzolo. Un libro in cui molti potranno riconoscersi, rivedere com’erano, ritrovare sensazioni e ripercorrere il passato della comunità di Pinzolo di cui sono stati parte attiva. Il libro, per chi lo desiderasse, è già disponibile per ogni famiglia, presso le sedi della biblioteca a Pinzolo e M. di Campiglio dove basta recarsi per averlo, naturalmente in regalo.
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giovani
Piano Giovani: “Crescere: riflessione, azione, relazione” di Maddalena Collini
Il tema della riflessione fa sperimentare varie modalità espressive artistiche, per sviluppare capacità riflessive ed introspettive finalizzate alla conoscenza di sé
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Il titolo di quest’anno? “Crescere: riflessione, azione, relazione”. È su questi temi che ruotano i progetti del Piano Giovani Val Rendena del 2011. Il tema della riflessione fa sperimentare varie modalità espressive artistiche, per sviluppare capacità riflessive ed introspettive finalizzate alla conoscenza di sé. Uno fra tutti i progetti Crescere con il teatro, laboratorio teatrale che insegna la tecnica di improvvisazione, la mimica, l’uso della voce e dello spazio, la scrittura di un copione e infine la messa in scena dello spettaco-
lo; c’è poi La forma e l’arte è un corso di scultura e pittura, tenuto da maestri provenienti dalla valle e dal Trentino. Il tema dell’azione raccoglie alcune esperienze “estreme”, per affrontare, conoscere e superare i propri limiti, con impegno fisico e psicologico attraverso attività quali l’alpinismo, il paracadutismo, le arti marziali e un corso di guida sicura. Legato al territorio è il progetto Montagna, scuola di vita, un campus di sei giorni per scoprire le Dolomiti di Brenta. L’ultimo tema, quello della relazione, vuole favori-
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re esperienze di solidarietà e volontariato: come ogni anno è stato organizzato per le terze medie della valle il Viaggio della memoria a Mauthausen e Melk, mentre All’alba dei valori è un gemellaggio con viaggiocampo di lavoro in Repubblica Moldova, nell’Europa dell’Est. Altri progetti previsti dal Piano sono Snow Life Experience, corso di snowboard realizzato dallo Snowboard Team Pinzolo, la creazione in Val Rendena di una compagnia di danza e di coro giovanile stabili formato da ragazzi dagli 11 ai 19 anni, un viaggio in bicicletta della durata di quattro giorni in Val d’Isarco assieme ai ragazzi dell’Ass.ne Anffas di Tione. Peccato, infine, per lo scarsissimo interesse per il progetto Giovani in comunità, che avrebbe previsto l’intervento di professori universitari in un ciclo di incontri che spaziavano dalla Costituzione alle Istituzioni Europee. E qual è la vera novità di quest’anno? L’inserimento nel Piano dei comuni della “Busa” di Tione, Bolbeno, Preore, Montagne, Zuclo, Ragoli e ovviamente Tione, che hanno condiviso i progetti e l’entusiasmo del Piano, prendendo atto della presenza di un contesto giovanile sostanzialmente omogeneo. Anche per l’anno 2011 è stato nominato quello
di Pelugo come comune capofila, mentre continua l’azione del Tavolo del confronto e della proposta, gruppo formato dai rappresentanti dei comuni e da altri soggetti quali i rappresentanti delle associazioni locali, dei genitori, dell’associazioni di volontariato, della Pastorale giovanile, del Consorzio delle Pro loco, dell’Istituto Comprensivo Val Rendena, delle Sat di valle, dei Giovani albergatori. Coordinato dal referente tecnico Gloria Baraldi, è sempre aperto lo sportello informativo Informagiovani, presso il comune di Pelugo, che con la sua attività di informa-
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zione e orientamento sulle tematiche di interesse giovanile (formazione, lavoro, tempo libero, salute, viaggi all’estero, lavoro all’estero ecc), contribuisce alla comunicazione sul territorio con il portale www. rendenagiovani.it e anche con Facebook. Per iscrizioni ed approfondimento, per partecipare ed ideare il piano giovani, è aperto Informagiovani presso il Municipio di Pelugo dal lunedi al giovedi dalle ore 15 alle ore 17, il venerdì dalle ore 10 alle ore 12. Telefono 0465/800119 Email: info@rendenagiovani.it
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Attuata la delega dell’Università alla Provincia di Sergio Binelli
La delega carica la nostra Autonomia provinciale di una grande responsabilità, cioè quella di avere cura, di rispettare, di fare crescere, secondo un criterio di qualità e di eccellenza, la nostra Università
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Giovedì 9 giugno 2011 non rimarrà una data anonima negli annali dell’Autonomia trentina. L’approvazione, avvenuta a Palazzo Chigi, del decreto legislativo riguardante la norma di attuazione sull’Università rappresenta l’ultimo, importante passaggio di un percorso tracciato, con fiducia e spirito costruttivo, attraverso il continuo confronto fra istituzioni provinciali e governo nazionale. “Il passaggio in Consiglio dei Ministri - ha commentato il presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai uscendo da Palazzo Chigi, accompagnato dal dottor Gianfranco Postal - è molto importante perché carica la nostra Autonomia provinciale di una grande responsabilità, cioè quella di avere cura, di rispettare, di fare crescere, secondo un criterio di qualità e di eccellenza, la nostra Uni-
versità. L’ateneo di Trento è un pilastro della nostra comunità, sotto il profilo culturale ma anche economico. Questa nuova responsabilità che ci siamo assunti dimostra che crediamo in una Autonomia matura, capace di cimentarsi anche con le nuove sfide del nostro tempo come quelle rappresentate dall’Università e dalla filiera della conoscenza”. Nel ringraziare il presidente Mario Malossini e tutti i componenti della Commissione dei Dodici impegnati nel lungo lavoro istruttorio con l’amministrazione statale, il presidente Dellai ha ricordato come il traguardo oggi raggiunto vada ricondotto all’Accordo di Milano e quindi al complesso dei contenuti oggetto di quella specifica intesa tra Governo e Province autonome specificamente disciplinato dallo Statuto speciale, che assume
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pertanto rilievo costituzionale. Al di là della considerazione che, dopo il secondo Statuto di Autonomia del 1972, tutte o quasi le deleghe di funzioni statali sono state disciplinate con norme di attuazione, l’importanza del decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri è data dal fatto che esso assicura all’Ateneo trentino più ampi spazi di autonomia rispetto alla legislazione statale, a sostegno di una progettualità che punta sulla crescita ulteriore della qualità tanto nella didattica quanto nella ricerca, con standard confrontabili con le migliori università europee ed estere. Nel contempo la norma approvata oggi individua le caratteristiche salienti del ruolo istituzionale, assolutamente rilevante ed unico nel panorama istituzionale italiano, assunto dalla Provincia autonoma di Trento che si sostituisce agli organi statali sia nell’esercizio della potestà legislativa che amministrativa (in particolare del Ministero dell’Università e di quello dell’Economia) pur nel rigoroso rispetto dei principi fondamentali delle leggi statali e soprattutto dell’altrettanto speciale autonomia, anche ordinamentale, dell’Università, garantita in particolare dall’articolo 33 della Costituzione. L’Università trentina dunque
rafforzerà il proprio ruolo nel perseguire gli obiettivi strategici per la crescita complessiva della comunità. E’ forte pertanto l’impegno assunto dall’amministrazione provinciale che assicurerà il finanziamento dell’università in luogo dello Stato, assicurando un quadro di riferimento delle risorse programmato su più anni, cosa che consentirà all’ateneo una programmazione a lungo termine essenziale per puntare a quell’ecccellenza richiesta per vincere in competitività a livello internazionale. Basti pensare a questo proposito alla possibilità prevista di superare limiti oggi presenti nella normativa statale, ad esempio nel numero massimo di docenti stranieri che possono essere chiamati ad operare.
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Sarà l’Università a disciplinare la valutazione dei risultati per i profili di propria diretta competenza, in primis della didattica e della ricerca che sarà operata secondo le previsioni dei regolamenti di Ateneo che essa stessa si darà in attuazione dello Statuto.
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giovani
di Maddalena Collini ...dopo l’apparizione nell’apertura di un concerto dei Bastard Sons Of Dioniso, gli Hot Funky Style iniziano le registrazioni del loro primo album autoprodotto e lo hanno presentato il 27 maggio 2011 a Pinzolo con un concerto al Green Park. Si intitola “Beautiful Damage”... 34
Gruppi emergenti Hot Funky Style Quattro giovani ragazzi, classe 1991-1992: Marco Maffei è la voce, Pietro Oss il chitarrista, Luca Bretta è al basso e Matteo Madaschi alla batteria. Sono gli Hot Funky Style, uno di quei gruppi che nascono da autodidatti, che iniziano a suonare assieme un po’ per caso, perché tra i banchi di scuola si scopre di avere gli stessi gusti musicali. E qual è la loro musica preferita? Sicuramente i pezzi che hanno sempre amato sono stati quelli dei Red Hot Chili
Peppers, quartetto californiano capace di influenzare molto lo stile dei ragazzi e la loro personalità musicale, e che ha anche trovato un richiamo nel nome del gruppo di Madonna di Campiglio. Il compleanno del gruppo è il 1° gennaio 2008, giorno in cui anche il chitarrista Pietro Oss entra a far parte della band. I ragazzi cominciano a suonare cover dei Red Hot, ma accanto all’interesse per riproporre la loro canzoni preferite c’è in loro la voglia di
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mettersi in gioco, creare pezzi originali. Con la firma Hot Funky Style. Per farsi notare nel circuito musicale trentino il gruppo incide il primo demo, contenente quattro brani, nel gennaio 2009. Quello è stato un anno passato a suonare in giro per i locali della provincia, il che ha contribuito senz’altro a portare discreti successi nel 2010: i ragazzi partecipano a numerosi concorsi, alla trasmissione “Live” organizzata da Trentino TV, a Rock Targato Italia e Italia Wave Band, guadagnandosi il premio della critica come migliori pezzi inediti nella seconda edizione di Summer Rock Rotta 360. Nel settembre dello stesso anno, dopo l’apparizione nell’apertura di un concerto dei Bastard Sons Of Dioniso, gli Hot Funky Style iniziano le registrazioni del loro primo album autoprodotto e presentato il 27 maggio 2011 a Pinzolo, con un concerto al Green Park. Si intitola “Beautiful Damage”, è fatto di undici brani originali, tutti in inglese, che mescolano un rock melodico a funkeggianti giri di basso e di chitarra, senza disprezzare un interesse per le melodie pop. Sotto la guida del maestro Giorgio Perini, che li ha aiutati a trovare una solida base musicale, i testi e la musica sono stati scritti da Luca Bretta, il
bassista del gruppo, con l’aiuto del cantante Marco Maffei. “Ogni testo ha un proprio significato, un messaggio da inviare alla gente. Nessuno dei testi è stato scritto a caso. Identity è stata scritta all’inizio del gruppo, rappresenta la ricerca della nostra identità. La maggior parte delle canzoni invece parla della figura femminile, come Pearl in my mind, la classica canzone d’amore scritta per la propria ragazza, oppure Forever mine, con la tristezza di una storia d’amore finita. Altri temi sono ripresi in My hidden man e in Let me know your best side, che parlano del lato nascosto dentro ognuno di noi e di un’amicizia finita male. A nostro parere “la canzone” del disco è però Waiting, che parla della vita, di come a volte nonostante le mille difficoltà che ci si presentano davanti, bisogna stringere i denti e
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aspettare un giorno… il giorno in cui troveremo una perfetta sintonia con noi stessi e riusciremo a guardare a testa alta il futuro. E poi c’è Beautiful Damage, la canzone finale che dà il titolo al disco, con un testo che non vuol dire assolutamente nulla: é l’ironia che abbiamo scelto di inserire nel disco, dopo dieci brani di significati più o meno profondi, il disco si chiude con l’ultima canzone priva di significato, musicale e testuale, ma estremamente coinvolgente nella linea melodica, a nostro parere, asciutta dal momento che è presente solo una chitarra acustica che accompagna la voce... qualcosa che non c’entra nulla con il resto dell’album! Insomma, un bel danno...” Per saperne di più visita il sito www.myspace.com/hotfunkystyle o cerca gli HFS su facebook.
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associazioni e volontariato
Pro loco Pinzolo: con meno risorse ma con immutato entusiasmo Molte le iniziative proposte: spettacoli musicali, tributi a grandi voci della musica italiana, spettacoli per bambini e famiglie e infine la quarta edizione del concorso “Balcone Fiorito”
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L’estate è arrivata e la Pro Loco di Pinzolo è pronta a dare inizio ad una vasta gamma di spettacoli che avranno luogo tra la fine di giugno e la metà di settembre. Spettacoli musicali, tributi a grandi voci della musica italiana, spettacoli per bambini e famiglie e infine la quarta edizione del concorso “Balcone Fiorito” che ha lo scopo di rendere più bello, gradevole e ospitale il Paese, attraverso l’utilizzo dei fiori, un mezzo poco costoso e di grande effetto cromatico ed estetico. Tramite il linguaggio dei fiori, si intende testimoniare, l’affetto dei cittadini verso il pro-
prio paese ed il rispetto per la natura, nonché un segno di amicizia rivolto a coloro che visiteranno Pinzolo. La partecipazione al concorso, che prevede l’abbellimento a tema libero e a proprie spese, è totalmente gratuita ed aperta a tutti coloro che dispongano di un immobile nel Comune di Pinzolo. Al concorso si potrà partecipare sia individualmente oppure come nucleo familiare. La scheda di iscrizione dovrà essere compilata e consegnata presso la Sede della Pro Loco, in Piazza San Giacomo, 4, nel periodo compreso tra il 14 giugno e il 11 luglio 2011 e sarà
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disponibile anche sul sito della Pro Loco. La selezione dei vincitori sarà effettuata da una apposita giuria che darà un punteggio in base a vari criteri valutativi. Tra il 16.07.10 al 20.08.10 la Giuria si recherà presso le abitazioni dei partecipanti al concorso e attribuirà un punteggio a ciascun balcone. La proclamazione e premiazione dei vincitori avverrà in data 3 settembre 2011 in Piazza Carera alle ore 20.30. I Vincitori saranno premiati con dei buoni acquisto per fiori, al fine di incentivare l’abbellimento anche nel prossimo anno. Sarà premiato anche l’albergo con il balcone più significativo e ad esso sarà consegnata una targa ricordo. Un concorso dunque che incentiva l’abbellimento del paese e che si inserisce nel percorso di ritorno alle tradizioni semplici e gioiose della cultura montana che la Pro Loco di Pinzolo sta promuovendo al fine di dare a Pinzolo l’aspetto di un vero tipico paese di montagna e non di villaggio turistico, perché un paese è bello sia per i propri abitanti che per i turisti non se viene stravolto nelle sue caratteristiche essenziali, bensì se somiglia sempre più alla sua gente, alle sue tra-
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Gruppo giovani: dall’1ottobre torna la festa campigliana “Trofeo dei Rioni”! Dopo alcuni anni di assenza questa primavera si è ricreato il nuovo gruppo giovani di Campiglio, formato da ragazzi di età compresa tra i 15 e i 20 anni. Quest’anno a guidare il gruppo è il neopresidente Andrea Busignani, che con i suoi compagni, ha deciso di riorganizzare la Festa Campigliana “trofeo dei rioni”, festa che per vari motivi a Campiglio è mancata per qualche anno. Per chi non avesse mai partecipato la Festa Campigliana è una giornata nella quale Campiglio è divisa in 3 rioni, i quali devono affrontare una serie di sfide che assegneranno dei punti alle squadre. La somma dei punti determinerà il rione vincitore che porterà a casa la coppa e i vari premi. La data della festa di quest’anno è stata spostata ad ottobre, per problemi organizzativi, ma speriamo che i Campigliani abbiano voglia di giocare anche in autunno. Sperando di vedervi numerosi a questa festa non rimane che augurarvi buona estate !!! Gruppo giovani Madonna di Campigliodizioni, alla sua cultura e, in base a questo criterio, offre un prodotto di qualità che rimarrà a lungo nel cuore di chi viene a visitarci. E tutto questo lo si riuscirà a fare nonostante, ci sia stato ridotto notevolmente il contributo dall’amministrazione comunale per il 2011. Il che significa fare i salti mortali per portare avanti le numerose iniziative, cui il Direttivo non intende rinunciare. Per fortuna possiamo contare sulla di-
sponibilità di molti giovani, su quella dei volontari che hanno a cuore la vita sociale del paese e sul sostegno dell’Ucas, l’associazione del commercianti e negozianti, che ringraziamo per il contributo dato sin qui. Nell’ultima assemblea tenutasi il 9 maggio, siccome i membri del collegio sindacale avevano rassegnato le dimissioni, sono stati surrogati da Carola Ferrari, Alessia Simoni e Antonella Bonapace.
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associazioni e volontariato
Dalla montagna al mare, dal Trentino alle Marche… Comuni Amici…
di Nadia Vidi La Pro Loco gs Mavignola, anche quest’anno, su delega del Comune di Pinzolo accetta l’invito del comune di Gabicce Mare per partecipare alla manifestazione: Gusto Polis, il 14,15 maggio 2011. Manifestazione sulla storia, sui gusti e sapori dei territori d’Italia. La nostra presenza è finalizzata a far conoscere la nostra valle e soprattutto il nostro comune, il nostro bel paesello Mavignola, tramite volantini, cartine e quant’altro ma anche tramite i nostri ottimi prodotti tipici. Per questo motivo il Comune di Pinzolo ha dato per l’occasione una forma di formaggio Spressa dop, alcuni salami all’aglio e la nostra squisita torta di carote. L’inaugurazione ufficiale avviene alle 16.00 con l’apertura dei vari stand, allestiti da ogni delegazione con i propri prodotti e
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materiali vari. Le vie di Gabicce Mare si riempiono di persone curiose che si fermano a chiederci informazioni sul Trentino, sulle nostre belle montagne, sulle nostre piste e degustano le nostre specialità. Alle 17.30 il Sindaco Curti Corrado porge il saluto ufficiale e i ringraziamenti alle 80 delegazioni presenti in queste giornate, invitandole tutte sul palco. In un secondo momento viene fatta la presentazione dei territori con i prodotti tipici. Verso le 21.00 gradita la selezione regionale del concorso Nazionale di “ Miss Italia”, evento che ha richiamato molte persone. Verso le 23 chiudiamo gli stand e ci godiamo la serata al mare. La domenica verso le 9.30 riaprono gli stand, la gente inizia a farci visita, curiosando i vari prodotti e i vari posti.
Purtroppo verso le 11 il tempo comincia a cambiare, si alza il vento ed inizia a piovere, le strade si svuotano e siamo costretti a chiudere gli stand. Verso le 13, tutte le delegazioni sono invitate alla grigliata di pesce all’Hotel Miramare. Durante il pranzo ci si conosce, si trovano i vecchi amici di Vignola, presenti anche loro; si incontrano persone nuove, si assaggiano pietanze particolari e sfiziose. Finito il pranzo il Sindaco invita ogni singola delegazione a fare un saluto, cosa molto gradita per portare i saluti del nostro Sindaco William Bonomi e di tutto il Comune di Pinzolo. Il Sindaco Curti ci regala l’attestato di partecipazione alla manifestazione, rinnovandoci l’invito per l’anno prossimo. Sperando di poter tornare salutiamo e ripartiamo per le nostre montagne.
associazioni e volontariato
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LE OPERE
Ucas, l’Unione commercianti di Pinzolo, in attività dal 2008 per migliorare il paese a cura della redazione
Era nata quasi per caso l’UCAS (Unione Commercio Attività servizi), da una discussione tra amici mentre mangiavano una pizza in compagnia, e in breve si è imposta come uno dei pilastri portanti dell’animazione del paese grazie alle iniziative messe in campo, all’impegno e alla disponibilità offerti con entusiasmo dagli associati. Si tratta di commercianti, artigiani, addetti alla ristorazione e gerenti di pubblici servizi che diedero vita al sodalizio in concomitanza con la nascita della Pro loco di Pinzolo con l’obiettivo di
supportarla nell’organizzazione delle manifestazioni riguardanti il loro settore. Ogni iscritto versa una quota di 250 euro annui usata per finanziare l’attività. A distanza di qualche anno dalla sua fondazione vengono ancora ricordati con soddisfazione ed un certo qual orgoglio la Festa di primavera il 25 aprile 2008 con la neve, ripetuta gli anni successivi in collaborazione con la Spa Funivie, il raduno delle Ferrari in estate, quindi le feste di Santa Lucia con dolci e cioccolata per i bimbi, “A zonzo per Pinzolo”: la tessera per fideliz-
L’Ucas: si tratta di commercianti, artigiani, addetti alla ristorazione e gerenti di pubblici servizi che diedero vita al sodalizio in concomitanza con la nascita della Pro loco di Pinzolo con l’obiettivo di supportarla nell’organizzazione delle manifestazioni riguardanti il loro settore
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associazioni e volontariato
Di recente il suo vertice si è tinto di rosa: Presidente, al posto di Antonio Caola, che comunque resta nel Direttivo, è stata nominata Antonella Luchesa
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zare il cliente, giunta al quarto anno, “l’albero di luce” con Giannotti (costo 8.000 euro) e un associato, “villaggio contadino”: esposizione di prodotti a tema nella festa delle vacche di razza Rendena, le bancarelle degli artisti nascosti del 2009 ora passate alla Pro loco, ski shopping, i corsi di aggiornamento per abbellire le vetrine e quelli sui rapporti con i clienti. Di recente il suo vertice si è tinto di rosa. Presidente, al posto di Antonio Caola - che non ha voluto più riproporsi, in quanto nel frattempo è stato eletto
presidente del Parco Naturale Adamello Brenta e non ha più tempo per dedicarsi al sodalizio come ha fatto sin qui, ma che comunque resta nel Direttivo - è stata nominata Antonella Luchesa. Rimarrà nell’incarico per i prossimi tre anni. Nell’ultima assemblea, che raggruppa 72 operatori economici dei comuni di Pinzolo, di Giustino e di Carisolo si è ricordata l’intensa attività del 2010, che ha animato le tre località con numerose iniziative promozionali e di intrattenimento d’estate e d’inverno in collaborazione
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con l’Apt, ma soprattutto con le tre Pro loco dei paesi coinvolti. La riunione era aperta anche ai non affiliati “perché noi accettiamo contributi di idee da tutti. Ben vengano! Ed anche perché, vedendo come lavoriamo, magari qualcuno pensa pure di aggregarsi” ha spiegato Antonio Caola. Oltre a lui e alla neoeletta presidente fanno parte del nuovo Consiglio di Amministrazione – portato da sette a nove membri - il vice Sergio Caola, il segretario Tiziano Binelli e i consiglieri Lorena Cereghini, Angelo Lorenzi Primìn, Laura Lorenzetti, Fabiano Feller e Nicola Ragazzini. Revisori dei conti sono stati riconfermati Natalina Ferrazza e Michele Ambrosi. Durante la seduta si sono affrontate numerose tematiche
riguardanti l’operatività dei singoli negozi, le nuove normative entrate in vigore, i rapporti con Funivie ed enti pubblici (Comuni, Parco, Comunità di valle), si è esaminato ed approvato il bilancio e si è parlato delle iniziative portate a termine e di quelle da organizzare. Antonio Caola ha richiamato quanto fatto nel 2010, dalle iniziative pasquali al raduno delle Ferrari, dal concorso vetrine ai mercatini (con i prodotti tipici, gli artigiani e gli artisti nascosti ad animarli) senza dimenticare il sostegno dato all’Apt per il ritiro della Juve (sostegno che nel 2011 è stato rivolto al ritiro dell’Inter grazie anche alla nomina nel Comitato di Angelo Lorenzi); e ancora dalla partecipazione attiva alla Festa dell’agricoltu-
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ra al concorso a premi natalizio che ha coinvolto molti esercizi pubblici e ha dato notevoli soddisfazioni, agli intrattenimenti per i bambini da Santa Lucia e Natale. Il bilancio è stato considerato positivo. Pertanto diverse iniziative verranno ripetute e ampliate nell’offerta. Si è inoltre realizzato un sito internet: www.unionecommerciantipinzolo.it, dove oltre a dare uno spazio agli associati per far conoscere la propria attività e agli appuntamenti in calendario, è aperto a tutti per un suggerimento o una critica.
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relazioni LE OPERE
Una fiaccolata da Record di Maura Binelli in collaborazione con Andrea Busignani
L’evento, sponsorizzato dalle locali Amministrazioni Comunali e pubblicizzato dalle Pro Loco della Val Rendena, dagli amici di “Radio Studio Più” e dagli instancabili Marco Manfredi e Gabriele Buora, è stato organizzato per aiutare i bambini di “Magica Cleme” Onlus
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Sabato 26 marzo, a Madonna di Campiglio, si è conclusa nei migliori dei modi la terza edizione della “Dolomite’s Fire”. Questa speciale fiaccolata, ideata ed organizzata da Mario Zanon, quest’anno prevedeva di battere il record di 1072 partecipanti alla fiaccolata più lunga sulla neve. Per riuscire a fare ciò, quindi, a Campiglio sono state previste più partenze. Era infatti possibile partecipare a piedi, con gli sci, con le ciaspole, con lo snowboard e anche in mountain bike; c’era chi addirittura ha portato il proprio cane. L’evento, sponsorizzato dalle locali Amministrazioni Comunali e pubblicizzato dalle Pro Loco della Val Rendena, dagli amici di “Radio Studio Più” e dagli instancabili Marco Man-
fredi e Gabriele Buora di “Publitalia”, è stato organizzato per aiutare i bambini di “Magica Cleme” Onlus, (associazione che aiuta i bambini ammalati dell’Ospedale San Gerardo di Monza e dell’Istituto dei Tumori di Milano). Sono questi nostri piccoli amici i veri protagonisti della “Dolomite’s Fire”. Non a caso, per loro sono stati organizzati anche momenti di svago e di intrattenimento come, per esempio, la mattinata trascorsa con i cani. Sabato mattina, infatti, i nostri piccoli ospiti hanno potuto assistere ad alcuni esercizi di agility dog con i ragazzi dell’Associazione “Cani da Vita” di San Patrignano di Pergine e dell’Associazione “DI.CA.” di Trento, per poi vedere come avviene un soccorso in valanga con le
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unità cinofile della Guardia di Finanza di Tione ed infine hanno fatto anche un giretto con i cani da slitta della “Athabaska Dogsledding” di S. Lorenzo in Banale; abbiamo organizzato tutto questo soprattutto per farli giocare e divertire. Anche gli alunni della Scuola Primaria di Campiglio hanno partecipato a questo felice momento e, per l’occasione, hanno voluto regalare ai bambini di “Magica Cleme” un piccolo gioco fatto da loro, “Il memory di Campiglio”, in ricordo di questi giorni trascorsi tra noi. Nel tardo pomeriggio, poi, ci siamo ritrovati tutti nei vari punti di partenza ad aspettare il “VIA” ufficiale che è stato dato alle 18.30 dalla nostra affezionata madrina, CRISTINA PARODI, che ci ha sempre so-
stenuto in questa manifestazione. In un battibaleno, grazie alla luce delle piccole fiammelle che provenivano da varie zone del paese, Campiglio si è letteralmente illuminata. Piccole, è vero, ma erano proprio tante quelle fiammelle e, messe tutte insieme, davano vita ad un vero e proprio fuoco. Un fuoco speciale che ardeva soprattutto grazie all’amore e alla solidarietà dei presenti. Un grande fuoco, la cui forza è esplosa nel momento in cui la signora Lucia Sinigagliesi, Giudice del Guinnes World Record di Londra, ha comunicato ufficialmente che il record era stato battuto con i nostri 2086 partecipanti! Grande l’emozione provata da
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tutti in quel momento e grande la nostra felicità nel vedere i bambini esultare di gioia. Grande la commozione degli organizzatori, dei VIP del grande e del piccolo schermo ma soprattutto di tutti i partecipanti. Il nostro GRAZIE va a coloro che hanno reso possibile tutto ciò: ai Carabinieri di Campiglio, alla Guardia di Finanza con il loro Generale Attardi, alla Polizia Municipale, ai VVF di Madonna di Campiglio capitanati dal Comandante Franco Bisti, al Soccorso Alpino, alla Polizia stradale, alle Guide Alpine di Campiglio, al gruppo Alpini, al Trasporto Infermi di Campiglio. Ma soprattutto GRAZIE ai 2086 presenti e a tutti gli organizzatori!
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terza età STORIA
Il bello, deve ancora arrivare... di Serena Pozzetti
Università della Terza Età e del Tempo disponibile di Pinzolo, un punto di riferimento insostituibile
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Il punto di forza dell’Università della Terza Età è il rinnovamento. Al termine di ogni anno accademico, nel giorno stesso della chiusura dell’attività, tutti gli iscritti insieme ai referenti della scuola, ai rappresentanti dell’Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociali di Trento, si ritrovano in assemblea per concordare programmi ed iniziative per l’anno seguente. Vorrei sottolineare come l’occasione risulti alquanto stimolante e coinvolgente. Serenamente si scambiano opinioni sulle materie di studio svolte, si esprimono valutazioni a proposito dei singoli docenti soprattutto sulla loro capacità di comunicare: pur affrontando
temi anche complessi un buon docente si fa apprezzare per la chiarezza espositiva che rende ogni argomento comprensibile a tutti, per la documentazione ampia ed aggiornata, in alcuni casi anche per la passione e l’entusiasmo in grado di suscitare nuovi interessi e curiosità. Al termine dell’analisi critica sull’attività didattica appena conclusa, subentrano le nuove proposte... il momento creativo! Ogni UTETD ha l’assoluta facoltà di redigere un proprio piano di attività culturali che rispetti le istanze e gli orientamenti degli iscritti. Una preziosa opportunità. Ne deriva una scuola non calata dall’alto, ma percepita come risposta a precise esigenze culturali, una scuola che cambia, continua ad evolversi come la società in cui viviamo. Una scuola che, rinnovandosi sempre, regala una straordinaria sensazione di vitalità e di energia. Anche l’UTETD di Pinzolo si è espressa ed ha compilato un elenco di proposte molto allettanti... ecco qualche anticipazione: Appunti di viaggio di un viaggiatore “lento” che si sposta unicamente via terra, con mezzi pubblici, in bicicletta, a piedi per conoscere meglio territori, popoli storia e natura. Lezioni
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di geografia, ma anche antropologia, geologia, astronomia, archeologia. Argomento prescelto: “Da Cartagine alle Piramidi” Incontri musicali. La proposta approfondirà alcuni temi legati alla musica nelle sue varie espressioni: la figura classica del pianista-compositore, la musica popolare, la danza contemporanea, le colonne sonore più celebri. Psicologia: la famiglia allargata, la vecchiaia consapevole. ed ancora Erboristeria, Storia dell’arte, Informatica, Storia locale e tanto altro ancora. il tutto vissuto in un clima piacevole di amicizia, di intesa e di scambio. Per concludere volevo fare un riferimento al titolo del libro che ho scritto per celebrare i 20 anni dell’UTETD di Pinzolo “per seguire virtute e conoscenza”, che richiama subito il mondo di Dante, in particolare il Canto dell’Inferno dedicato ad Ulisse. Il titolo invita a fare una riflessione che si adatta bene alla circostanza. Come è risaputo Ulisse, in procinto di compiere l’ultima disperata impresa di sfida verso l’ignoto, si rivolge ai compagni “vecchi e tardi” e in un breve
discorso, piccolo capolavoro di retorica, li sprona a non “negar l’esperienza” giunti come sono “a tanto picciola vigilia dei sensi”. Perchè dunque privarsi dell’ansia di conoscenza, incita Ulisse, anche se giunti in età senile, consapevoli che della propria esistenza il più è passato e non resta ancora molto da vivere? e poi la celebre considerazione conclusiva “siete nati uomini, fatti quindi non per vivere come bestie, ma per seguire virtute e conoscenza...” e fin qui, tutto bene. Ma è quello che Ulisse è riuscito a scatenare nei suoi compagni
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che ha dell’incredibile. Le parole dell’eroe greco sollevarono una tale irresistibile foga di entusiasmo nei compagni che i remi della “picciola nave” divennero “come ali” dell’imbarcazione a tal punto che il viaggio verso la conoscenza si trasformò in un “folle volo”. L’Università non promette “folli voli”, ma entusiasmo...sì! Unito al piacere di conoscere ed alla consapevolezza di poter dare e ricevere ancora molto dalla vita.
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l’anniversario
I dieci anni del Golf Val Rendena di Gianluca Alvino
Nato nell’anno 2001, il Golf Club Rendena è il positivo risultato di una scommessa di appassionati che con caparbietà hanno dato un volto nuovo alla zona della valle dai cui prende il nome, inserendo in un panorama unico una zona sportiva ambientale di grande pregio. Con le sue nove buche par 35, il percorso del Golf Rendena si sviluppa sui comuni di Caderzone, Strembo e Bocenago, con quest’ultimo ad ospitare la prestigiosa Club House dove si trovano la segreteria del Circolo e l’elegante ristorante con le sue proposte gastronomiche rivolte anche ai non golfisti. Il campo affascina per la maestosa cornice delle cime dell’Adamello e delle Dolomiti di Brenta, nel cuore del Parco Adamello Brenta, e per i colori della sua rigogliosa vegetazione con la meraviglia – non insolita – di incontrarvi qualche graziosa creatura del bosco. Queste caratteristiche, unite agli effetti delle correnti d’aria calda provenienti dal vicino Lago di Garda che regalano un clima fresco d’estate e
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mite durante la stagione primaverile, rendono il Golf Club Rendena meta ambita per gli appassionati golfisti. La cura per ogni piccolo particolare ed un’attenzione costante verso i giocatori e i frequentatori del Club hanno permesso al Golf Rendena di affermarsi a pieno titolo quale struttura di forte richiamo turistico, collaborando, con Funivie di Pinzolo Spa e le Terme di Caderzone Fonte S. Antonio per offrire un prodotto turistico completo e diversificato agli amanti della Val Rendena, nel cui cuore si estende il verde del golf. Fiore all’occhiello del Golf Rendena è il campo pratica di oltre 20.000 metri quadrati con le sue 16 postazioni, di cui quattro al coperto, che permettono facilmente l’avvicinamento allo sport e assicurano una sempre maggiore crescita del frequentatissimo corso gratuito per i giovani. Il percorso si distingue invece per le sue doti uniche in quanto, pur essendo un campo di montagna, presenta greens sempre in perfette condizioni e, grazie alla costante presenza di
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risorse idriche, fairways morbidi e omogenei. Il tracciato equilibrato si riconosce per le sue difficoltà agonistiche e la raffinata bellezza dove la precisione richiesta ripaga il giocatore una volta conquistati i greens sempre delicati ed impegnativi. Negli ultimi mesi inoltre sta facendo grossi passi avanti la prospettiva di un ampliamento del campo a diciotto buche verso il comune di Spiazzo, ampliamento che renderebbe ancora più importante, completa e attraente l’offerta turistica del Golf Club Rendena. Sempre di altissimo livello è il calendario gare che ogni anno viene presentato ai giocatori frequentatori del campo con ancora maggior concentrazione di eventi in questo 2011 che coincide con il decennale dell’inaugurazione del campo. In particolare nei mesi di giugno e luglio spiccano per la loro importanza il “III Circuito Provinciale Nef – Casse Rurali Trentine” e la “Dolomiti Golf Cup”, storico evento che tocca tutti i campi della regione. Il 3 luglio grande appuntamento con il “Volvo Master by Pastorello” evento di caratura mondiale che proprio l’anno scorso ha visto il campigliano Roberto Pangrazzi portare i colori del circolo rendenese nella ProAm
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cultura e tradizione ASSOCIAZIONI
La cura per ogni piccolo particolare ed un’attenzione costante verso i giocatori e i frequentatori del Club hanno permesso al Golf Rendena di affermarsi a pieno titolo quale struttura di forte richiamo turistico
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dell’European Tour disputatasi in Bahrein mentre domenica 10 luglio si scenderà in campo per l’Audi Cup, altro grande circuito internazionale che manderà i migliori giocatori qualificatisi al Golf Rendena a disputare la finale mondiale sul prestigiosissimo campo di Mission Hills in China. Quest’anno poi si vedrà l’esordio dell’importante “ProAm Texbond Open” che richiamerà in Val Rendena numerosissimi professionisti del golf tra cui il campionissimo di sempre Costantino Rocca. I professionisti si sfideranno il 28 e il 29 luglio sui campi del Golf Rendena e
di Campo Carlo Magno accompagnati da quattro dilettanti concorrendo personalmente all’invitante montepremi totale di oltre venti mila euro. Il 30 luglio grande appuntamento per festeggiare i 10 anni del Golf Rendena con la gara lousiana a squadre cui seguirà la cena per tutti accompagnata da musica live per poi replicare il 30 agosto con la “ProAm del Decennale” evento di grande richiamo per i professionisti del golf e i dilettanti di tutta Italia con il montepremi di oltre otto mila euro. Da quest’anno inoltre la socie-
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Con l’iniziativa “Giovedì in buca”, chiunque fosse interessato può avvicinarsi al gioco del golf con delle lezioni gratuite con il Maestro Federale del Circolo
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Presidente: Roberto Serafini Direttore: Christine Maestri Loc. Ischia, 1; 38080 Bocenago (TN) Tel. 0465.806049 Fax. 0465.806368 Ristorante: Tel. 0465.805001 Email: info@golfrendena.it Web. www.golfrendena.it. Percorso: 9 Buche Par 35 Altitudine: 738 m slm Servizi: Campo pratica 22.000 mq con 16 postazioni, pitching green, putting green, Noleggio Golf Cart Club House Golf Rendena: Pro Shop, Ristorante, Bar, Solarium
tà Rendena Golf Spa ha preso direttamente in gestione il ristorante della Club House con la cucina aperta tutti i giorni a pranzo dalle ore 12 e a cena su prenotazione. Questa importante ed elegante struttura è inoltre l’ideale per l’organizzazione di banchetti e cerimonie per un pranzo immersi nella splendida cornice del Golf Club Rendena. Il percorso del Golf Club Rendena è aperto da aprile a novembre e tutti i giovedì presenta l’iniziativa “Giovedì in INIZIATIVE PROMOZIONALI: - Giovedì in buca: approcci al golf gratuiti con maestro federale tutti i mercoledì - Il Golf è Giovane: corsi settimanali gratuiti con il maestro federale e disponibilità attrezzatura per i ragazzi fino a 18 anni. - Speciale Golf: quote associative agevolate a partire da 225 € per i nuovi soci del Golf Club Rendena
buca”, grazie alla quale chiunque fosse interessato può avvicinarsi al gioco del golf con delle lezioni gratuite con il Maestro Federale del Circolo. Particolari quote agevolate a partire da 225 euro sono inoltre proposte ai giocatori neofiti che volessero associarsi al Golf Club Rendena.
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cultura e tradizione ASSOCIAZIONI
Con “Dinanç da la luna” è tornato a Pinzolo il Filò da la val Rendena di Giuseppe Ciaghi
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Dopo anni di precarietà e di peregrinazioni nei teatri dei paesi vicini finalmente è tornato a casa sua, a Pinzolo, il Filò da la Val Rendena. Grazie all’ultimazione del PalaDolomiti, con il palcoscenico, destinato a diventare la sede naturale delle sue esibizioni e palestra delle prove, e con i locali capaci di ospitare costumi ed attrezzature in bell’ordine con grande soddisfazione di Gigi Luchesa, da sempre prezioso e infaticabile curatore degli aspetti logistici. La compagnia amatoriale presieduta per molti anni da Anita Binelli, e composta tutta da appassionati locali di teatro, può contare su attori di
antico pelo, come Ivana Povinelli, fra i fondatori del sodalizio, su elementi stagionati, che vi operano da anni come Silvano Maturi, Daniela Binelli, Pio Tisi, Antonella Franchini, Silvio Viviani e Mattia Maffei, su forze giovani come Liuba Maestranzi, Barbara Bonapace, Maria Maffei e Michael Polli oltre che su new entree, ragazzi e bambini “arruolati” da poco, i rampolli delle famiglie più vicine al sodalizio. Per non parlare degli autori dei testi degli spettacoli, Lucio e Brunetto Binelli (quest’ultimo è anche il regista del gruppo), figli di quel Carmelo che fu il creatore e l’animatore del sodalizio, oltre
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PINZOLO
Mattia Maffei nuovo presidente del Filò da la val Rendena che ideatore di indimenticabili commedie in vernacolo. Li caratterizza un entusiasmo straordinario, ed anche notevole bravura, dovuta a costanza ed impegno nel prepararsi. Lo hanno potuto toccare con mano quanti – e sono stati veramente una folla hanno riempito l’auditorium del PalaDolomiti il 29 e 30 aprile per assistere al “grande ritorno” della compagnia. In programma “Dinanç da la luna”, una piece che ripercorre le vecchie abitudini e le tradizioni della vita quotidiana valligiana, la fatica di vivere strappando quanto necessario ad un ambiente naturale avaro di risorse, alcuni aspetti dell’emigrazione, i sentimenti di chi viveva lontano da casa, nelle Americhe, e di chi rimaneva ad aspettarli, i sentimenti e le emozioni di chi era costretto a far la valigia e la gioia, la commozione del ritorno in famiglia. Il soggetto è stato molto apprezzato dal pubblico che ha applaudito a scena aperta tutti e 23 gli interpreti. Nella foto di Povinelli l’ultima scena della commedia, molto toccante: il ritorno dell’emigrante e l’incontro con la moglie e la figlioletta, sottolineata da battimani a non finire. Adesso che dispone di un teatro realizzato con notevoli sacrifici finanziari dall’ente pubblico nelle aspettative della gente c’è che il Filò riprenda la sua attività “normale” e che riesca a riproporre nell’estate anche altri spettacoli sempre molto apprezzati dai locali e dagli ospiti.
Sarà Mattia Maffei il nuovo presidente del Filò da la val Rendena per i prossimi tre anni. Lo ha deciso l’assemblea dei soci riunitasi per l’approvazione del bilancio, per concordare i programmi della stagione estiva (fra le belle notizie l’allestimento dello spettacolo sulla danza macabra nel piazzale antistante la chiesa di san Vigilio) e provvedere al rinnovo degli incarichi. Mattia Maffei succede ad Anita Binelli, che aveva annunciato di non volersi riproporre, dovendo far fronte ad una serie di impegni di natura organizzativa pubblica dopo la sua elezione in consiglio comunale. Rimarrà comunque socia del Filò e sempre disponibile a dare una mano nelle necessità. A far parte del nuovo Direttivo della filodrammatica insieme al nuovo presidente sono stati eletti Daniela Binelli col compito di curare le pubbliche relazioni, Lucio Binelli con l’incarico di Art Director, Cristina Povinelli confermata segretaria/tesoriere e Silvio Viviani quale vicepresidente. “Lascio con la certezza che l’attività del Filò proseguirà nel segno della continuità, in considerazione del fatto che il resto del mio Direttivo si è candidato al completo ed ha ottenuto un ampio consenso - dichiara la presidente uscente Anita Binelli - Un augurio speciale a Mattia Maffei nuovo eletto nonchè nuovo Presidente. Sono certa che con il buon senso l’impegno e la dedizione che ha dimostrato al Filò in questi anni saprà onorare questa impegnativa sfida. Un grazie particolare al mio responsabile magazziniere Luigi Luchesa per il grande aiuto che mi ha dato in questi anni, ed un grazie finale certo non per importanza alla mia CAPO SARTORIA Patrizia Zanon, che nonostante grandi discussioni devo ammetterlo non mi ha mai lasciata a piedi”. Ad Anita Binelli, attraverso una lettera scritta dai soci, è andato il caloroso ringraziamento di tutto il direttivo per gli straordinari traguardi ottenuti in un percorso lungo, difficile ma ricco di grandi soddisfazione.
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cultura e tradizione
Murales: “scarpulin” a cura di Maddalena Collini
È un’immagine presa da un libro in cui ci sono tutti i lavori antichi. Mi piaceva, e così ho chiesto a Mariateresa Savaresi, pittrice di Brescia, meglio conosciuta come Resi, di dipingerla sul muro del negozio. Lo abbiamo fatto fare per ricordare il Novantesimo anno dell’attività, caduto nel 2010, ma non solo per quello: dopo novant’anni di vita
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di una ditta, era il momento di valorizzare il lavoro che si è fatto in tutto questo tempo. Ho cominciato a lavorare come “scarpulin” con mio papà Cesare, che aveva fondato l’attività nel 1920. Era bravo nel suo lavoro, tanto che nel 1927 gli hanno dato un diploma. Era anche andato a Roma, nel 1920, per partecipare ad un’esposizione di scarpe fat-
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te a mano, l’Esposizione fiera campioni internazionale, lì gli hanno dato la croce al merito e una medaglia d’oro. La giornata di lavoro? Venticinque ore al giorno… Ma era meglio di oggi. Era un altro sistema di vita e anche di lavoro. Si sa che adesso c’è più benessere di una volta, ma adesso se ti guardi intorno la gente
non è mai contenta, si lamenta sempre e non sa più dove buttare televisioni, macchine, ferie. Nessun vorrebbe fare più niente, avere solo soldi da spendere. Io mi ricordo che una volta la sera c’erano i ragazzi che che suonavano e cantavano, erano tutti contenti. I soldi erano davvero pochi ed ogni piccola cosa era una conquista, ci pensavi un sacco di tempo prima di averla, poi la compravi, e te la godevi davvero. Il progresso porta a volte al regresso. Oggi c’è invidia. Mi ricordo che si andava “in ovra”, si andava cioè nelle case della gente a lavorare, si rimaneva lì magari una settimana intera, usando tutte le scarpe vecchie che c’erano per prenderne i pezzi e rimontarli, magari anche con un po’ di pelle nuova. Si facevano le scarpe per tutta la famiglia, e anche i sarti facevano così. Noi in famiglia eravamo undici fratelli e lavoravamo tutti con mio papà Cesare. Poi con il tempo la ditta è passata a me, e adesso a mio figlio Tiziano: sono ormai tre generazioni che portano avanti lo stesso mestiere. Penso sia una garanzia, di qualità e cura e di sapere fare bene questo mestiere, anche se il lavoro è cambiato
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Noi in famiglia eravamo undici fratelli e lavoravamo tutti con mio papà Cesare. Poi con il tempo la ditta è passata a me, e adesso a mio figlio Tiziano: sono ormai tre generazioni che portano avanti lo stesso mestiere..
molto dall’inizio. È cambiato tre volte addirittura! Un tempo si lavorava con “li brochi a zapa”, gli scarponi venivano fatti con i chiodi di ferro, poi è arrivata la gomma, che si cuciva tutta a mano, e adesso invece è tutto vulcanizzato. Oggi si cuce davvero poco a mano, si usano le macchine. Io ho praticamente vissuto tutta l’evoluzione. La bottega invece non ha mai cambiato il suo posto, è sempre stata qua, ma non era proprio come adesso. C’era una parete che la divideva, il laboratorio, la finestra che era sempre aperta mentre si lavorava… sì, il laboratorio c’è ancora, ma oggi ci sono i macchinari. È diverso.
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storia e tradizione STORIA
I cent’anni delle Guide alpine di Campiglio di Matteo Ciaghi
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«La formazione della “Società Soccorso” con sede in Campiglio, in conformità al presente statuto in base al §7 della legge sulle associazioni del 15 Novembre 1867, non viene vietata».
Innsbruck, li 24 ottobre 1911. È con questa certificazione che la “Società Soccorso” tra le guide e portatori di Madonna di Campiglio viene legittimata, dalla Luogotenenza pel Tirolo e
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Vorarlberg, a svolgere la propria attività con lo scopo «di aiutare con sussidi in caso di malattia e infortunio, di mantenere ed accrescere lo spirito collegiale, l’ordine e l’armonia
fra le guide, di promuovere l’istruzione delle stesse e di migliorare il servizio». A firmare il sodalizio risultano le guide Angelo Alimonta, Ernesto Alimonta, Antonio Dallagiacoma senior, Antonio Dallagiacoma junior, Remigio Gasperi, Romedio Polla, Gustavo Vidi, Rinaldo Vidi; e i portatori: Giovanni Caola, Quintilio Dallagiacoma, Angelo Rigoni. I promotori dell’iniziativa associativa cercano, in questo modo, di ritrovare quella “armonia tra le guide”, scemata dopo i litigi nati nella antecedente Società “La Fratellanza” tra le guide e i portatori di Rendena, fondata a Pinzolo nel 1903, e dalla quale i Dallagiacoma, Remigio Gasperi e Angelo Spalla avevano dato le dimissioni già nel 1905. Ma se oggi è importante festeggiare il Centenario della nascita della “Società Soccorso”, non va dimenticato che il mestiere di guida alpina ha origini ben più remote. Infatti, ancora nel 1821, a Chamonix, era stata costituita ufficialmente la prima società di guide alpine al mondo. Ma questa professione, già assunta allora nel suo moderno significato, ebbe inizio ancora qualche anno prima, ossia del 1786: anno in cui
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era stato conquistato il Monte Bianco. La conquista del “Tetto d’Europa” richiamò sulle Alpi e sulle Dolomiti scienziati, esploratori e molti curiosi. I più erano nobili e ricchi, provenienti dalla Germania, dall’Inghilterra e dall’Italia; erano carichi di entusiasmo e di coraggio, ma non sempre conoscevano le insidie delle montagne che volevano esplorare. I primi esploratori, arrivati anche nelle nostre vallate trentine, e particolarmente in Giudicarie, scelsero i cacciatori più esperti e più coraggiosi perché conoscevano ogni sentiero, ogni anfratto, ogni canalone, ogni aspetto delle montagne: queste loro doti divennero l’unico punto di riferimento al quale affidarsi con sicurezza. Questi montanari - “agili come camosci, forti come gli orsi e liberi come le aquile” - furono ingaggiati soprattutto come portatori di zaini e provvigioni, nonché per farsi indicare la strada più agevole e per avere un punto di appoggio per conquistare le vette inviolate. Ma la straordinaria conoscenza dei luoghi di questi valligiani si perdeva laddove vi era un ghiacciaio o una parete verticale, ed in quel tempo l’uso della corda e della piccozza
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cultura e tradizione ASSOCIAZIONI
«Tredici nel 1875, sedici nel 1877, trentotto nel 1881, cinquantaquattro nel 1886. È un’escalation inarrestabile, quella del numero delle guide alpine patentate del Trentino”
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non era dai più contemplato. Così John Ball nel 1864 si fa accompagnare da Bonifacio Nicolussi per attraversare da est a ovest, primo tra tutti, il gruppo delle Dolomiti superando Bocca di Brenta. Julius Payer nello stesso anno, costretto a soggiornare a Pinzolo all’albergo Aquila Nera per alcuni giorni per riprendersi da una distorsione al piede, nel settembre del 1864 trova in Luigi Fantoma, Giovanni Catturani e Gerolamo Botteri i suoi “validi” compagni per conquistare l’Adamello; mentre Douglas William Freshfield con Walker, Beachcroft e Devouas-
soud arruola Bortolo Delpero per espugnare la Presanella. Di fatto possiamo, quindi, ritenere che il mestiere di guida fosse già nato anche nelle nostre terre con queste prime esplorazioni; ma bisogna aspettare il “Regolamento per le Guide di Montagna”, emanato nel 1871 dalla Luogotenenza di Innsbruck, per vedere regolarizzata la professione della “Guida Alpina”. «Tredici nel 1875, sedici nel 1877, trentotto nel 1881, cinquantaquattro nel 1886. È un’escalation inarrestabile, quella del numero delle guide alpine patentate del Trentino” si legge nell’annuario Sat del 1886. Una crescita costante, accompagnata e assistita, anno dopo anno, dalla SAT - (“Società Alpina del Trentino” divenuta nel luglio 1877 “Società degli Alpinisti Tridentini”) - nata a Madonna di Campiglio il 2 settembre 1872 grazie alla felice intuizione di Nepomuceno Bolognini e di Prospero Marchetti. Fin dai suoi primi anni di attività la Sat aiuta i protagonisti della montagna con un’assicurazione contro gli infortuni, con l’acquisto delle attrezzature, con la promozione di incontri, di congressi e di corsi, nonché con la stesura delle “tariffe”: documento importantissimo, che disciplina il rapporto tra guida e alpinista. Nel 1885 for-
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A destra, Antonio Dallagiacoma Lusion In basso a sinistra, Bruno Detassis
nisce loro il “Prontuario per le guide alpine in caso di infortunio”, curato dal dott. Gerloni. Singolare lo spirito che anima l’associazione alpinistica; infatti, l’appartenere alle Guide Alpine impone di mantenere un comportamento irreprensibile: chi si rende indegno viene pubblicamente censurato nei Congressi estivi e, nei casi più gravi, privato del distintivo. Tra le primissime “integerrime Guide Alpine che davano lustro alla Sat” molte provenivano dalla Rendena: Gerolamo Botteri da Strembo; Antonio Dallagiacoma Lusion da Caderzone; Angelo Ferrari Spalla da Borzago; Angelo Alimonta da Mortaso; Felice, Liberio e Amanzio Collini di Pinzolo; Anselmo Sauda di Villa Rendena; tutte “legittimate” a svolgere il mestiere di guida dall’imperial regio Capitanato di Tione. A queste vi si aggiunsero, in pochi anni, molti dei figli delle prime guide “patentate” e divenne di dominio pubblico la meritata fama delle Guide dei Caola, dei Bonapace, dei Ferrari Caosi, dei Vidi, dei Gasperi, dei Rigoni, dei Pedri e dei Lorenzetti che accompagnarono moltissimi alpinisti, provenienti da tutta Europa, dalla fine dell’Ottocento agli inizi del Novecento. Per tutti - anche se come scrisse
la celebre guida di Cormayeur Emile Rey verso la metà dell’Ottocento «… non è il guadagno che spinge sulle vette, ma la grande passione per la montagna» - fu un’occasione per dar da mangiare alle proprie famiglie e a taluni concesse il privilegio di non dover migrare a cercar fortuna oltre confine. È per rendere un servizio migliore all’alpinista, e per far fronte ad un periodo difficile dove solo l’unione di intenti poteva risolvere una situazione ingarbugliata, che le guide sentirono la necessità di fare gruppo e darsi dei regolamenti, dando vita alle Società tra guide e portatori, prima fon-
dando “La Fratellanza” a Pinzolo, poi la “Società Soccorso” a Madonna di Campiglio. La prima guerra mondiale (1914-18) scardinò gli equilibri instaurati non senza difficoltà nei primi anni del Novecento, e la miseria favorì il ricongiungimento dei gruppi di Campiglio e di Pinzolo in un’unica “Società delle Guide e Portatori di Rendena”. E mentre, fra il 1920 ed il 1940, Bruno Detassis, Decimo Serafini, Alfredo Chesi, Silvio Agostini diedero lustro e notorietà alla nuova associazione, prima come alpinisti poi come guide, soprattutto con le loro rimaste
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cultura e tradizione ASSOCIAZIONI
Essere guida alpina significa sapere che nostre saranno le fatiche più pesanti, i sacrifici più duri, i rischi più gravi, come nostra sarà la responsabilità di dover prendere in un attimo drastiche decisioni assumendosene, fino in fondo le conseguenze.
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famose “scalate” nella scena alpinistica del Brenta, ecco che la seconda guerra mondiale (19391945) rallenta le frequentazioni della montagna e fa piazza pulita della “Società guide” che si ricostituisce con nuove forze e rinnovato vigore nel 1948. Proprio per non dimenticare questo straordinario patrimonio di ricordi e di cultura delle nostre vallate ove giganteggiano i tre Gruppi dell’Adamello, della Presanella e del Brenta, per dare visibilità alle gesta epiche dei pionieri, nonché per colle-
gare la professione di “Guida Alpina” di ieri a quella di oggi ancora ben presente e radicata, è nato a Madonna di Campiglio il “Museo delle Guide”. Ad occuparsi del Museo, con gli altri volontari, è soprattutto Cesare Maestri, che sintetizza così cosa abbia significato per lui “essere e sentirsi Guida Alpina”: «La possibilità di espletarmi in seno a questa società, permettendomi di vivere una vita dignitosa, intensa, carica di emozioni e di grandi responsabilità, dove la montagna ha assunto l’importanza che ha il banco di lavoro per l’operaio, la tela per il pittore, uno strumento per un musicista e un teatro per un artista. Essere guida alpina significa sapere che nostre saranno le fatiche più pesanti, i sacrifici più duri, i rischi più gravi, come nostra sarà la responsabilità di dover prendere in un attimo drastiche decisioni assumendosene, fino in fondo, le conseguenze. Essere guida significa, ancora, avere nel proprio DNA un profondo senso di sacralità verso la vita di chi, con estrema fiducia, si affiderà a noi; soprattutto significa avere il più grande rispetto di quell’impegno morale e giuridico, preso insieme al “libretto di Guida” che impone il rispetto assoluto della incolumità e della sicurezza del proprio compagno».
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a cura della Biblioteca Basta sfogliarlo per compiere un viaggio alla scoperta degli orologi solari, antichi e recenti, del Trentino sud-occidentale e della confinante zona bresciana
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Il Tempo del Sole Il volume il Tempo del sole, curato da Danilo Mussi per il Centro studi Judicaria, con le sue bellissime immagine è bello di per sè. Basta sfogliarlo per compiere un viaggio alla scoperta degli orologi solari, antichi e recenti, del Trentino sud-occidentale e della confinante zona bresciana. Ma questo è solo un aspetto
del libro. Dietro c’è un progetto articolato del Centro studi che comprende diverse fasi: il censimento e la catalogazione di tutte le meridiane dell’antica Judicaria Summa Laganensis, la pubblicazione del libro, la realizzazione di nuove meridiane sul territorio da parte degli alunni delle scuole e la promozione di incontri, tuttora in corso in diverse località, con esperti e studiosi di questo particolare mondo che unisce arte, scienza cultura e storia. Tutti noi possiamo ammirare le due meridiane sulla sede municipale e sull’edificio scolastico di Pinzolo realizzate grazie a questo progetto per l’interessamento del maestro Claudio Cominotti. Leggendo il libro si resta sorpresi nello scoprire che a M. di Campiglio esistono ben 7 meridiane tutte di recente costruzione. A riprova di come accanto alla tecnologia più precisa e moderna il fascino della misurazione del tempo attraverso lo scorrere del sole, arricchito da un moto, sia sempre attuale. Il volume riporta una ricca appendice con informazioni di astronomia e indicazioni per la realizzazione di meridiane nonchè una ricca bibliografia sul tema.
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spazio libri STORIA
“L’uomo del Torre”, l’ultima fatica di Ermanno Salvaterra Ermanno Salvaterra lo conosciamo tutti, lo incontriamo quotidianamente sulle piste di sci o in paese, fa parte della nostra comunità. Questo suo essere così a noi prossimo ci impedisce, a volte, di vederne la straodinarietà. Questo suo libro, scritto a quat-
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tro mani e due vite, con Piero Calvi Parisetti, ci racconta e fa scoprire un nuovo Ermanno, capace oltre a grandi imprese alpinistiche anche di riflessioni profonde. Il libro è un cammino, o meglio un’arrampicata, verso la maturità come scalatore e come uomo. Un intreccio continuo di avventura ed esperienze, di scalate ed incontri personali, di sogni, impegno, realizzazioni e anche difficoltà. Il testo, si diceva è scritto a quattro mani e due vite con Pietro Calvi Parisetti. Le vite di Ermanno e Piero, o Pete, partono da punti geografici e esperienziali distanti: un piccolo paese del Trentino contro l’internazionale Ginevra, la montagna da sempre per Salvaterra e l’inquietudine che spinge Calvi Parisetti dalla medicina alla carriera accademica alla musica. Eppure attraverso la stessa viscerale passione per le pareti verticali scoprono, come fossero fratelli da millenni di vivere le stesse emozioni: la paura, la sofferenza che li portano ad un epilogo di amicizia, gioia di vivere e di scalare per raggiungere la vetta. Il volume è impreziosito dalla breve, ma intensa introduzione di Reinhold Messner.
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88 haiku, poesie di Grazia Binelli Grazia Binelli non si ferma mai nella ricerca di nuovi stili espressivi. Dopo i versi sciolti e la prosa dialettale ora sperimenta l’haiku. L’haiku è un’antichissima for-
ma poetica le cui origini affondano nella cultura e nello spirito giapponese. É composto da 3 versi di 5-7-5- sillabe nei quali si concentrano, nell’essenzialità di un’immagine spesso legata alla natura, stati d’animo e sensazioni. Le emozioni e le sensazioni che scaturiscono dall’attenta osservazione della natura e da piccoli eventi del quotidiano costituiscono infatti l’essenza dell’haiku che non si avvale di simboli, immagini o metafore, ma semplicemente coglie le impressioni nell’immediatezza e nell’intensità del momento, racchiuse in uno spazio e in un tempo che le rendono assolute. Sì può capire come la spontaneità che caratterizza questa forma poetica sia solo apparente; l’illuminazione improvvisa che porta alla creazione di un haiku si accompagna ad un approfondito studio della forma poetica. La bravura di Grazia consiste nel non far pesare la forma, così rigida dall’haiku, ma attraverso di essa rivelare inaspettate profondità e condurci a contatto con una dimensione di mistero e ineffabilità.
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memoria STORIA
Cent’anni or sono… Pinzolo al tempo dei nonni dei nonni a cura degli alunni della classe IV e dei i loro insegnanti
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Nei piani di studio della scuola primaria si è ormai da anni ampliata la finalità dello studio della storia: oltre agli avvenimenti principali delle vicissitudine umane a livello internazionale e soprattutto nazionale, dalla preistoria alla seconda guerra mondiale, viene curata la comprensione da parte degli alunni dei criteri della “storicità”, delle storie personali, della propria famiglia e via via, a macchia d’olio, del proprio paese e regione, imparando ad interpretare le tracce più o meno chiare che aiutano a comprendere il passato, cioè i documenti. Così è possibile, analizzando somiglianze e differenze, comprendere meglio la situazione attuale, imparare cose della realtà del presente, magari uscendo dalle mura scolastiche e intervenendo nella propria comunità. Prima si chiamava Educazione Civica, adesso “educazione alla cittadinanza attiva”. Allora attraverso la ricerca nell’archivio storico comunale è iniziata una collaborazione fra la classe IV della scuola primaria e il comitato di redazione del “Foglio del Comune di Pinzolo” che con il titolo “Cent’anni or sono… Pinzolo al tempo dei nonni dei nonni” proporrà in questo e nei prossimi numeri il frutto di alcuni ritrovamenti fatti spulciando i documenti comunali di cento anni prima.
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“La bibliotecaria ci ha guidati passo passo a capire che cos’è un archivio, perché esiste, cosa contiene e com’è organizzato. Una miniera in cui scavare notizie di tutti i tipi...”
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La classe IV presenta: 2011 - 1911 Il primo impatto con l’archivio storico del Comune è stato di sorpresa e meraviglia. La bibliotecaria dott.ssa Carla Maturi ci ha guidati passo passo a capire che cos’è un archivio, perché esiste, cosa contiene e com’è organizzato. Una miniera in cui scavare notizie di tutti i tipi, le più antiche addirittura scritte sulle pergamene, che possono far capire alcune cose anche in modo non diretto, per esempio come erano organizzati tanti aspetti della vita familiare e sociale. Un fascicolo speciale che ha attirato la nostra attenzione è stato quello delle elezioni comunali, tenutesi a Pinzolo proprio nel 1911. Abbiamo visto che l’avviso alla popolazione era scritto a mano, come tutti gli altri documenti, e da questi abbiamo provato a paragonare l’organizzazione che regolava la vita sociale in quei tempi, in cui Pinzolo era un piccolo villaggio nel grande Impero Asburgico, con quella di oggi. COMUNE DI PINZOLO 2011 STATO ITALIANO (REPUBBLICA)
Bandiera austriaca
1911 IMPERO AUSTRO UNGARICO (MONARCHIA COSTITUZIONALE) REGIONETRENTINO-ALTO ADIGE CONTEA PRINCIPESCA DEL TIROLO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO LUOGOTENENZA DI INNSBRUCK COMUNITÀ DI VALLE CAPITANATO DISTRETTUALE DI DELLE GIUDICARIE TIONE
GOVERNO DEL COMUNE 2011 SINDACO (eletto dalla popolazione) GIUNTA (5 assessori nominati dal sindaco + sindaco) CONSIGLIO (20 consiglieri) Bandiera ungherese
1911 CAPO COMUNE (eletto dalla rappresentanza) DEPUTAZIONE COMUNALE (5 consiglieri nominati dalla rappresentanza + capo comune) RAPPRESENTANZA COMUNALE (24 rappresentanti + 12 sostituti)
I censiti di sesso maschile eleggevano la rappresentanza comunale (consiglio comunale) suddivisi in tre corpi elettorali in base al censo (alle imposte pagate o alla professione esercitata). Ciascun
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memoria
ASSOCIAZIONI
Gli elettori dei tre corpi venivano chiamati a votare in giorni e in orari diversi
corpo elettorale eleggeva 8 rappresentanti e 4 sostituti. Le riunioni della rappresentanza erano pubbliche, come i verbali delle sedute, i bilanci consuntivi, i preventivi e l’inventario dei beni. Gli elettori dei tre corpi venivano chiamati a votare in giorni e in orari diversi, nel nostro caso del 1911: - il III Corpo, cui appartenevano la maggior parte degli elettori, il giorno 11 settembre dalle ore 8 alle ore 12; - il II Corpo, un numero inferiore di elettori, il giorno 12 settembre dalle ore 8 alle ore 10; - il I Corpo, pochi, ancora il giorno 12 di pomeriggio, dalle 14 alle 15. Ecco gli eletti, suddivisi per corpo, come da protocollo, in ordine di voti ottenuti. III CORPO (276 elettori con 96 procure) RAPPRESENTANTI
SOSTITUTI
Binelli Raffaele Tisor Maturi Agostino Pladon Maturi Giuseppe fu Bortolo Dona Bonapace Giacomo (Capiere) Lorenzetti Giuseppe fu Antonio Collini Antonio (Trisin) Maffei Gabriele di Tomaso Collini Benedetto Giusefin
Ferrari Valentino General Maturi Donato Donadin Collini Valentino Sardella Maturi Bortolo Cileno
II CORPO (46 elettori con 13 procure) RAPPRESENTANTI
SOSTITUTI
Collini Albino Trutta Maffei G. Batta Guarret Collini Valentino Sartor Collini Giuseppe Gaggio Maffei Agostino Mel Collini Giuseppe Giusefin Maffei Giovanni fu Matteo Collini Giacomo fu Enrico
Bonapace Marco Dindin Caola Lorenzo Stampon Cunaccia Antonio Varal Collini Giacomo fu Francesco
I CORPO (20 elettori con 6 procure)
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RAPPRESENTANTI
SOSTITUTI
Bonapace Cesare Ferrari Clemente Maturi Carlo ex maestro Botteri Vigilio Cominotti Epifanio Vidi Egidio fu Giovanni Vidi Raffaele Bonapace Antonio Bozet
Collini Liberio Maffei Serafino Collini Andrea Ferrari Achille
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Allora i rappresentanti “che mancassero senza sufficiente motivo verrebbero puniti con una multa di Corone 40/ quaranta”
La rappresentanza si riunì per eleggere il Capo Comune e i Consiglieri della Deputazione il 23 ottobre, dopo una riunione del 24 settembre in cui è mancato il numero legale. Da notare che allora i rappresentanti “che mancassero senza sufficiente motivo verrebbero puniti con una multa di Corone 40/quaranta”. Furono eletti: Capo Comune Binelli Raffaele Tisor (fu in carica dal 1907 al 1916) Consiglieri Botteri Vigilio della Deputazione Collini Valentino Sartor Cominotti Epifanio Brocol Maturi Agostino Pladon Ferrari Clemente Stivalin Conosciamo anche noi alcune persone che hanno lo stesso nome di questi nostri avi che si sono prestati per amministrare la comunità. Qui finisce questa prima puntata del viaggio nella storia degli alunni della classe IV, ma alla ripresa dell’anno scolastico, quando saremo in V, riprenderemo il nostro studio dei documenti del 1911 nell’archivio storico per cercare altre curiosità da imparare e da diffondere tramite il Foglio del Comune di Pinzolo. Gli alunni della classe IV con i loro insegnanti
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il racconto STORIA
Il paese che vorrei di Ines Tisi
C’era una volta, una ragazza, che portava il nome di Serena; viveva da qualche anno in un piccolo ma suggestivo paesino della Val Rendena, denominato Giustino. Serena proveniva da Genova, trascorreva le sue giornate in serenità, ritenendosi particolarmente fortunata nel poter vivere tra il candore dei monti e la limpidezza di un cielo che sembrava sempre più azzurro. Ogni mattina rivolgeva il suo sguardo oltre la sua finestra e
puntualmente rimaneva incantata dalla bellezza dei luoghi della valle, caratterizzata da distese verdeggianti e luminose, in primavera, o dalle montagne ricoperte da coltri di neve che brillano al sole, dalle piante multiformi e dai fiori multicolori. Serena aveva attorno a se tutto ciò che si potrebbe desiderare: viveva in una sorta di paradiso terrestre, che lei avrebbe sempre custodito gelosamente nel suo cuore e che avrebbe difeso con tutta la forza. Giustino era per la ragazza un tesoro da custodire gelosamente. Il paese, oltre ad essere molto bello da un punto di vista paesaggistico, offriva ai suoi abitanti un insieme di servizi che rendevano la vita a questi ultimi molto più agevole. Non mancava un enorme centro contenente una meravigliosa piscina, un’area con giochi acquatici per bambini, vari tipi di sauna, bagno turco ed altri servizi benessere. Vari centri culturali caratterizzavano la vita sociale della maggior parte dei cittadini, che erano grandi fruitori di biblioteche, centri ricreativi e cinema multisala. Serena amava perdersi tra le pagine spesso
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ingiallite dei libri che trovava nella grande biblioteca del paese. Quelle pagine sembravano parlare al cuore della ragazza, la facevano crescere e diventare una persona. Momenti di svago erano le tante vetrine dei negozi presenti a Giustino: Serena si divertiva anche a guardare le copertine dei nuovi libri appena usciti. Il vivere tranquillo e spensierato della ragazza fu interrotto dalla vista di due persone che in un luogo un po’ deserto complottavano. Esse avevano in mano un grande libro contraddistinto da una copertina con un teschio e una macabra scritta: “Manuale della distruzione”. Il grande volume era nero, lucido, contornato da una cornice di metallo. Nascondendosi dietro l’angolo di una casa, Serena capì che i due malviventi avevano intenzione di distruggere tutto ciò che di positivo c’era a Giustino, come la biblioteca, il centro benessere ecc. Spaventata la ragazza corse a scuola dove trovò la seguente scritta: “Oggi sciopero per tutti!” La fanciulla tornò a casa e decise di tenersi tutto dentro e
di non raccontare l’accaduto a nessuno.La notte per Serena fu lunga e tormentata: mille paure la tennero sveglia; quella più grande riguardava il fatto che sarebbe accaduto qualcosa di terribile al suo paese. Ad un tratto vide che qualcuno bussava alla finestra; aprendole si accorse dell’arrivo di una coniglietta parlante, che entrò e le parlò della questione dei malviventi, porgendogli una specie di portachiavi, con un bottone, sul retro, che sarebbe servito a chiamare la coniglietta in caso di necessità. Lei gli raccomandò di essere molto prudente, e di non parlare con nessuno dell’accaduto, perché poteva essere molto rischioso, e dopo aver detto questo, se ne andò. La ragazza tranquillizzata si addormentò e l’indomani era di nuovo a scuola; nello stesso punto, alla stessa ora, vide i malviventi, con lo stesso libro. Così prese il portachiavi e appena il suo dito sfiorò il bottone, una luce la avvolse, e apparve la dolce coniglietta, che si chiamava Fragolina, con in mano una bacchetta magica che avrebbe usato contro i malviventi. Questi si misero un copricapo e presero due coltelli per uc-
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cidere la povera coniglietta, ma lei, furba, si spostò sopra il campanile, dove gli assassini non sarebbero mai potuti arrivare; questi scapparono a gambe levate per la paura di quella creatura con poteri sovraumani. Fragolina li rinchiuse in una sfera, che trasformava le persone facendole diventare buone, così diventarono ragazzi disponibili, generosi, simpatici. L’amore che la dolce Serena dimostrò per la sua valle fu sconfinato. La zona, ed in particolar modo Giustino, da quel momento in poi racchiuse in se “il potere dell’amore”, che consisteva nel trasformare l’odio in bontà, il brutto nel bello! I malviventi, grazie al cambiamento che la sfera gli aveva procurato, diventarono Sindaci di due splendidi paesi della Valle, e tutti gli abitanti vissero per sempre felici e contenti, mentre Serena ricevette un enorme trofeo da parte della Comunità di valle!
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il racconto STORIA
VERDEBIANCOROSSO di Damiano Rito
Quest’anno si festeggia il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. L’occasione è quindi indicata per raccontare un fatto accaduto cento anni fa. I due anniversari proposti non sono direttamente collegati. Il primo è certamente noto e storicamente rilevante. Il secondo invece si riferisce ad un episodio poco conosciuto, ma importante per il valore simbolico che ha rappresentato. Uno sberleffo fatto ad un impero; l’impero Austro-Ungarico. Il filo conduttore che li lega è comunque univoco per entrambi: il desiderio di Unità, l’amor Patrio, il senso di Appartenenza ed il Tricolore. Il Campanil Basso è un monolito alto circa 300 metri e ben inserito nel gruppo di Brenta. Questa caratteristica attirò l’attenzione di due giovani ed irrequieti irredentisti trentini: Italo Lunelli di Trento che al tempo aveva vent’anni, e il maestro Rodolfo Polla da Caderzone che ne aveva ventiquattro. Il Trentino all’epoca faceva parte del vasto impero Austro-Ungarico. Anche loro, come molti altri giovani trentini, mal tolleravano questa divisione geografica e politica di un territorio che ritenevano, ma più che altro “sentivano”, italiano a tutti
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gli effetti. Decisero di mobilitarsi per provare a cambiare la situazione. Si erano quindi inquadrati in un simbolico e segreto “Battaglione Alpini Trento”. Essendo entrambi validi alpinisti e scalatori fu per loro immediato cogliere l’opportunità che la natura gli stava offrendo. Il Campanil Basso risultò essere per loro un pennone naturale sul quale conficcare la bandiera italiana. Un gesto di sfida verso l’Impero, che non avrebbe consentito il garrire al vento, sul proprio territorio, di una bandiera italiana. I due analizzarono per settimane il Campanil Basso, un obelisco naturale di incomparabile bellezza, in gran parte liscio come un marmo levigato con qualche “cornice” di sesto grado superiore, e pochissimi appigli. Per non rendere vana l’operazione rinunciarono alla relativa sicurezza dei mesi estivi e il 10 settembre partirono alla volta del Campanil Basso. Sarebbe stato improbabile che la gendarmeria, accortasi della presenza della bandiera, riuscisse ad organizzare in tempi rapidi una spedizione atta ad estirpare quel vessillo, se non a primavera inoltrata. La tormenta li accompagnò per
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GREENWHITERED This year marks the 150th anniversary of the Unification of Italy “Unità d’Italia”. This special occasion offers a good opportunity to recall an event that happened a hundred years ago. However, the two aforementioned anniversaries are not directly connected. The former is in fact certainly well known and historically relevant. The latter, instead, refers to a scarcely known episode which is nevertheless important for the symbolic value attached to it: the hoisting of the Italian flag on the Campanil Basso. This represented the ultimate insult to the AustrianHungarian Empire. What links these two events is the desire for unification, the love for one’s Country, the feeling of belonging and the Italian flag (Il Tricolore). The Campanil Basso is a monolithic stone 300 metres high and part of the Brenta Dolomites. These features captured the attention of two young, restless irredentists from Trentino: Italo Lunelli from Trento, who was 20 years old at the time, and Rodolfo Polla, a teacher from Caderzone who was 44. In this period Trentino was part of the vast Austrian-Hungarian Empire. The two men, like other young Trentini where against the geographical and political division of
a territory that they believed, and above all “felt”, part of Italy. They decided to act in order to try and change the situation by joining a secret and symbolic group called “Battaglione Alpini Trento”. As both of them were good mountaineers and climbers, they immediately decided to take advantage of the opportunity nature offered. The Campanil Basso appeared to be an optimal location to place the Italian flag. This action would
have challenged the Empire which would not have allowed an Italian flag to flutter on its territory. The two men studied the Campanil Basso for weeks; it was indeed, a natural obelisk of incomparable beauty, for the most part smooth as marble, with the occasional 6th grade ledge and little holds. In order to succeed in their mission they decided not to carry out their task during the sum-
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il racconto
ASSOCIAZIONI
tutta la risalita. La corda era diventata dura e pesante come una catena, la tormenta li accecava e ubriacava, ma essi avanzarono come ragni, raggiunsero la cima ed issarono la bandiera. In seguito Lunelli, a ricordo di quell’impresa scrisse: «Lì, mentre noi, sbattendo la neve, superavamo gli ultimi cigli e balzavamo sulla cima, ci pareva di essere signori degli elementi, signori delle nostre anime che si erano levate di laggiù, dai bassi tepori delle valli, fin oltre le nevi, sul vertice di un altissima torre trentina, indomita e sublime nel libero cielo. Intorno come un corteggio mirabile, posando la bufera, s’inchinarono le nubi; s’inchinarono a noi e alla bandiera che nella nebbia sciogliemmo sul sacro capo e che per il vasto firmamento tutto l’inverno canterà la sacra e bella tua italianità, o Campanile Basso, emblema di forza e di fiera volontà! Essa riderà nel sole, liberamente; e la candida neve le si poserà mollemente ai piedi, facendo più vivi e forti i suoi gloriosi colori». Due giorni dopo tornato il cielo sereno, i gendarmi dei paesi vicini trasecolarono: che cos’era quella bandiera che si vede-
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va in cima al Campanil Basso? Guardarono con i binocoli ed il vento compiacente spiegò bene il panno della bandiera perché essi potessero vedere, senza ombra di equivoci. La bandiera, come una sentinella o meglio come un monito, rimase dov’era fino al mese di giugno dell’anno successivo, quando una spedizione giunta da Innsbruck la tolse di mezzo. Potrà sembrare strano, romantico e magari stupido, oggi, che dei giovani studenti mettessero a repentaglio la loro vita per portare una bandiera su una roccia, o per Credere e non cedere, fino alla fine dell’ultima ora. ... Seguendo il filo verde bianco rosso, sono tornato con il ricordo con uno di essi. «Papà, mamma, Beppina, Jole ed Emma carissimi, Negli ultimi momenti di mia vita, confortato dalla Fede, dalla S. Comunione e dalle belle parole del curato di campo, mando a tutti i miei cari i saluti più cari, l’assicurazione che nell’altra vita non sono morto, che sempre vivo in eterno che sempre pregherò per voi tutti. Devo ringraziavi di tutto quanto avete fatto per me e domando il vostro perdono. Sempre vostro aff.mo figlio
Damiano Chiesa». Rovereto 24 maggio 1894 – Trento 19 maggio 1916, anni 22, fucilato. L’ultima lettera, scritta durante l’Ultima ora. Al di là di qualsiasi convinzione, al di là di qualsiasi credo o fede, due suoi desideri si sono concretizzati dopo la sua morte. Il Trentino è stato annesso al resto d’Italia e lui, grazie ai libri di storia ed al ricordo, vivrà in eterno, al di là dell’Eternità. Ma come il vento solleva e tiene alta la bandiera, le coscenze, scuotendosi dal torpore individualista, fanno volare in alto gli ideali. Precisazioni: la poca documentazione che ho potuto esaminare (articolo apparso sul “Giornale d’Italia” nel 1960 e pagine web), poiché non univoca, non chiarisce definitivamente se si trattase dell’anno 1911 o successivo. Io ho optato per il 1911. DAMIANO RITO
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mer months and so on the 10th of September they set off towards the Campanil Basso. In fact, at that late date, it would have been unlikely that the gendarmerie, after noticing the presence of the flag would have been able to organize an expedition to remove it until the following spring. A snowstorm accompanied the two for the entire ascent. The rope became hard and as heavy as a chain and the snowstorm blinded them and made them dizzy. Nevertheless they managed to climb spiderlike to reach the top and hoist the Italian flag. Subsequently Lunelli, remembering that enterprise, wrote a dramatic account about their feelings on reaching the peak after a difficult climb, proud of having hoisted the Italian flag: “Lì, mentre noi, sbattendo la neve, superavamo gli ultimi cigli e balzavamo sulla cima, ci pareva di essere signori degli elementi, signori delle nostre anime che si erano levate di laggiù, dai bassi tepori delle valli, fin oltre le nevi, sul vertice di un altissima torre trentina, indomita e sublime nel libero cielo. Intorno come un corteggio mirabile, posando la bufera, s’inchinarono le nubi; s’inchinarono a noi e alla bandiera che nella nebbia sciogliemmo sul sacro capo e che per il vasto firmamento tutto l’inverno canterà la sacra e
bella tua italianità, o Campanile Basso, emblema di forza e di fiera volontà! Essa riderà nel sole, liberamente; e la candida neve le si poserà mollemente ai piedi, facendo più vivi e forti i suoi gloriosi colori”. Two days later, with clear blue skies, the gendarme of the nearby villages were shocked to see what looked like a flag on the Campanil Basso. They had a look through their binoculars and with the help of the wind they clearly saw the Italian flag. The flag, as a sentinel or better still as a warning, remained there till June of the following year, when an expedition from Innsbruck was sent to remove it. Nowadays it may seem strange, romantic or maybe stupid, that some young men would put their lives at risk in order to hoist a flag on a rock, strongly believing in what they were doing and not giving up until they had achieved their aim. Regarding this matter I would like to remember one of these men in particular. “Dear father, mother, Beppina, Jole and Emma, In these last moments of my life, comforted by Faith, having received Holy Communion and having listened to the kind words of the curate, I send you all my dearest
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wishes and the reassurance that in the next life I will not be dead, I will live forever and will always pray for you all. I have to thank you for everything you have done for me and I beg your forgiveness. Forever your affectionate son, Damiano Chiesa”. Rovereto 24th May 1894-Trento 19th May 1916, 22 years old, executed by firing squad. The last letter written during his final hour. Regardless of any ideals or beliefs, two of his wishes came true. Trentino became part of Italy and he will be remembered eternally thanks to history books and memories.” As the flag flutters in the wind, people’s consciences, shaking off individualistic torpor , manage to boost ideals, and even succeed in changing the course of events. Remarks: the few sources that I managed to examine (an article published in the Giornale d’Italia in 1960 and various web pages)where not clear on whether the fact happened in 1911 or later. I opted for 1911. Translated by: Fabiana Povinelli. DAMIANO RITO
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Nel ricordo di Papa Giovanni Paolo II La beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, il primo maggio di quest’anno a Roma, ha fatto rivivere in molti i ricordi dello speciale legame che questo Pontefice ha stretto con la Val Rendena e il Trentino. Grande l’emozione nel momento in cui si ricordava la Sua presenza tra noi. Del tutto particolare la sua predilezione per l’Adamello e le montagne che sovrastano la Val Rendena. Per valorizzare il patrimonio di testimonianze e ricordi di tante persone che hanno potuto incontrarlo nelle numerose occasioni nelle quali è stato tra noi, la Parrocchia di Pinzolo e la Commissione di Pastorale del Turismo del Decanato di Rendena intendono proporre durante l’estate alcune iniziative, quali serate, mostre, proiezioni. Saranno l’occasione per ricordare e nello stesso tempo far conoscere a residenti e turisti un aspetto peculiare della nostra comunità. Per realizzarle ci vuole la collaborazione di tutti. In tanti hanno a casa una fotografia scattata in occasione della messa celebrata ai Caduti dell’Adamello, della visita a Trento, partecipando a Giornate Mondiali della Gioventù o a un’udienza in Vaticano. Questo è il momento e l’occasione per valorizzare questo patrimonio quale testimonianza dell’amicizia e stretto legame instauratosi con il Papa. Tutto può essere utile per ricordarlo. L’esperienza e il ricordo di ciascuno, per quanto semplici, sono preziosi. Si ricercano fotografie, articoli, video, testimonianze personali inerenti allo speciale legame tra Beato Giovanni Paolo II, la Val Rendena e il Trentino. Le testimonianze
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si potranno esporre nel corso delle serate oppure essere preventivamente filmate e proiettate. Si invita chi abbia materiale o fosse interessato a partecipare, a contattare la Biblioteca Comunale di Pinzolo (tel. 0465.503703; e.mail pinzolo@biblio.infotn.it). Il materiale sarà restituito (se fotografie o altro si procederà all’aquisizione con lo scanner al momento). Grazie della collaborazione! Gianluca Leone
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Pranzo con gli anziani
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www.comune.pinzolo.tn.it info@comune.pinzolo.tn.it 74