FARE n. 39 - APRILE 2018

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associazione

Le filiere di Confindustria Emilia di Generoso Verrusio

Il consiglio generale dell’Associazione dello scorso 12 dicembre ha approvato il nuovo schema organizzativo strutturato in 20 filiere

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ai settori alle filiere: il varo del modello che rimodula i meccanismi di governance politica e rappresentanza associativa in seno a Confindustria Emilia è un fatto acquisito. Lo è per l’approvazione da parte del consiglio generale lo scorso 12 dicembre, lo è per una conferenza stampa di presentazione avvenuta poco prima delle festività natalizie ma lo è, soprattutto, perché in questi quasi quattro mesi di “primi passi”, ha sostenuto la prova delle imprese con un ciclo di 10 incontri sui territori di Bologna, Ferrara e Modena. Lo schema di base è semplice: l’Associazione si struttura in 20 filiere ricalcanti il modello produttivo emiliano il quale, come la logica del distretto insegna, si sviluppa lungo catene del valore sempre più ultra-settoriali e internazionali che vedono la grande impresa insieme alla media e piccola realtà di subfornitura. Il grande imprenditore, primus inter pares, ha un unico obiettivo: accelerare la crescita e contaminare la filiera di appartenenza di best-practice e knowhow. Dando una scorsa ai primi report di analisi messi a disposizione da Crif, la società di business information che ha supportato l’Associazione nell’individuazione delle filiere, si possono estrapolare dati e valori che rendono bene la feconda complessità del novello paradigma. Un paradigma che, ricordiamolo, da un punto di vista territoriale insiste su tre province e 126 comuni, riunendo oltre 3.200 imprese che

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