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palazzo ducale di sassuolo… una delizia tutta da scoprire
Sassuolo è nota ai più per essere la capitale di uno dei maggiori sistema museale statale del nostro Paese. distretti ceramici a livello globale, affermatosi definitivamente Si tratta dell’ultima, fortunata, tappa di una vicenda secolare negli anni del boom economico come antesignano del a dir poco tormentata, cominciata con l’arcinota “vendita di comprensorio industriale diffuso. Dresda”. Protagonistail duca Francesco III, il quale per risanare Per gli appassionati di sport più o meno accaniti le esauste finanze statali dopo le guerre di successione polacca la cittadina è, invece, celebre per le gesta della e austriaca, vendette per 100.000 zecchini i locale squadra di calcio, assurta negli ultimi più pregiati quadri della propria collezione ad anni agli onori delle cronache europee. Augusto III, re di Polonia e principe elettore di Sassonia, che li trasferì a Dresda. A seguito di Di certo pochi sanno che nel cuore di Sassuolo questo ingentissimo depauperamento, Palazzo sorge una delle più importanti residenze Nel cuore di Ducale, insieme a chiese e conventi del territorio, barocche italiane, ovvero Palazzo Ducale. Sassuolo sorge una fu oggetto di pesanti prelievi per rimpinguare il La reggia è oggi parte integrante delle Gallerie delle più importanti patrimonio personale del sovrano. Estensi, nate nel 2014 come istituto dotato di residenze barocche A segnare definitivamente le sorti del Palazzo autonomia speciale nell’ambito di una riforma italiane ovvero fu però l’arrivo, mezzo secolo più tardi, delle generale del MIBACT, promossa dal ministro Palazzo Ducale truppe napoleoniche. Nel 1796 venne requisito Franceschini, che ha ridefinito l’assetto del da parte dei francesi e alienato alla famiglia
Esternamente la planimetria è caratterizzata dall’imponente peschiera o fontanazzo, architettura “a grottesca”. Di grande impatto l’articolata scenografia ripartita in tre ordini e ornata da statue, grotte, nicchie, mosaici, stucchi, fontane e balconate. Un vero e proprio “teatro d’acqua”, un tempo alimentato dal canale di Modena, chiuso sullo sfondo da un’alta quinta a forma di montagna, sormontata dall’aquila simbolo della casata estense. Nel complesso rappresenta una tipica espressione della poetica barocca, a metà tra la natura pietrificata e la costruzione andata in rovina. Sul lato meridionale si possono ammirare gli ultimi lembi del grande parco, adagiato a ridosso del fiume Secchia e proiettato verso i primi rilievi collinari. A metà del XVIII secolo grazie ad acquisti ed espropri raggiunse la sua massima estensione, pari a 10 km di lunghezza. La notevole estensione consentiva di aderire ai nuovi modelli “alla francese”, proposti da André Le Notre prima a Vaux-le-Vicomte poi a Versailles. Proprio a questi illustri prototipi si ispirò l’architetto e scenografo veneziano Pietro Bezzi.
In una spirale crescente di stupore e di meraviglia, gli interni lasciano di stucco i visitatori, grazie agli straordinari affreschi, opera di un’équipe di artisti, fra i quali spiccano il francese Jean Boulanger, pittore ufficiale della corte estense, ed alcuni tra i maggiori pittori quadraturisti bolognesi, come Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli. “Nelle pareti e nei soffitti delle sale si intrecciano temi allegorici ed episodi della storia estense; si incontrano eroi mitologici e della letteratura classica e cavalleresca, tutti uniti per esprimere il programma esaltante della nobiltà e del ‘buon D’Espagnac. Come se non bastasse, nei primi decenni del ‘quadrature’: una delle prove meglio riuscite dell’architettura Novecento divenne poi sede di una fabbrica di calcina e del salumificio della ditta Bellentani. Solo nel 1941 il futuro dell’inganno. re Umberto II, innamoratosi del Palazzo in Uno studiatissimo effetto prospettico e una occasione di una visita in città, acquistò l’edificio sorprendente moltiplicazione virtuale degli spazi per destinarlo alla Scuola di Cavalleria. La che dimostra quanto fosse alta la passione per la reggia entrò così nella compagine del Ministero capacità della pittura nell’imitare artificiosamente della Difesa. Nel maggio del 2004 viene i materiali e la natura”. girata, come bene demaniale, al MIBACT. Gli interni lasciano Grazie al supporto ed alla disponibilità della Ha così trovato felicemente compimento la storia letteralmente e direttrice delle Gallerie Estensi, Martina Bagnoli, del Palazzo, progettato dall’architetto ducale Bartolomeo Avanzini e da Gaspare Vigarani, a cui il duca Francesco I affidò la direzione dei lavori nel 1634. Il precedente castello medievale fu trasformato in una vera e propria delizia, ovvero un luogo di svago e di villeggiatura. Cronologicamente parlando la realizzazione si colloca negli anni immediatamente successivi alla perdita di Ferrara, sofferta dagli Estensi nel 1598 e al conseguente trasferimento della corte in quel di Modena. Palazzo Ducale ha ospitato sabato 28 ottobre un nutrito gruppo di Giovani Imprenditori accompagnati nella visita da Matteo Ruini, storico volontario del FAI Giovani di Modena. L’iniziativa rientra nel ciclo “Forse non tutti sanno che…”, promosso dalla Commissione Marketing del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Area Centro, con l’obiettivo di (ri)scoprire eccellenze culturali più o meno note del nostro territorio. metaforicamente di stucco i visitatori, grazie agli straordinari affreschi
governo’ estense. Le raffigurazioni sono inserite all’interno di