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L’intelligenza (artificiale che pensa al vetro
Nata come joint venture tra due multinazionali, GlassFORM.ai sviluppa a Rovereto sistemi di automazione e controllo di processo basati sull’utilizzo del machine learning.
UN' eccellenza assoluta: pionieri nel fare quello che fanno, non soltanto a livello italiano ma anche in Europa e nel mondo. “Applichiamo l’intelligenza artificiale ai processi per la lavorazione del vetro” spiega Fabio Galliano, componente del cda di GlassFORM.ai Spa. Questo il core dell’azienda, costituita a luglio 2021 nel polo di Trentino Sviluppo grazie a un accordo tra l’italiana Bottero, azienda del cuneese specializzata nella produzione e vendita di macchine per la lavorazione del vetro cavo e piano, e la francese Tiama, società di Lione leader nella realizzazione di sistemi di ispezione e qualità nel settore del vetro. “Le due aziende – sottolinea Galliano, che ricopre anche il ruolo di direttore tecnico in Bottero – collaboravano già dal 2018. La forte complementarità dei loro business ha portato alla costituzione di GlassFORM.ai, nata come joint venture tra le due multinazionali. Nei nuovi spazi di Rovereto, che abbiamo inaugurato quest’anno, sviluppiamo sistemi di automazione e controllo di processo basati sull’intelligenza artificiale e sull’utilizzo del machine learning. Ciò che ci rende unici non è l’utilizzo di questi strumenti, ma il fatto che li applichiamo nel manifatturiero del vetro”. Concretamente, Galliano e suoi collaboratori sviluppano soluzioni software e piattaforme digitali che introducono gli enormi vantaggi dell’intelligenza artificiale nelle linee di produzione dei contenitori in vetro: “Miglioramento e ottimizzazione dei processi produttivi, aumento della produttività, controllo della qualità, previsione dei difetti, riduzione degli scarti, limitazione delle perdite, efficientamento dei consumi energetici”. Una lunga serie di vantaggi, questi, che nessun altro competitor possiede. Il team di Galliano – un gruppo di dieci persone destinato a breve ad aumentare – è composto da professionisti altamente qualificati tra ingegneri informatici, ingegneri dell’automazione, fisici e matematici. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle soluzioni GlassFORM è inoltre strettamente connesso ai vantaggi del machine learning. “Queste macchine – continua – imparano sulla base dell’esperienza, secondo algoritmi che simulano il processo di apprendimento del cervello umano. Apprendono, cioè, dalla casistica, migliorando di conseguenza il comportamento dei macchinari nelle linee di produzione. Ma non solo. Immagazzinando grandi quantità di dati, creano anche uno storico sul funzionamento delle macchine, che serve per pianificare la produzione futura evitando sprechi e programmando la manutenzione, minimizzando il rischio di fermare le linee di produzione del vetro a causa di rotture impreviste”. Una linea per la produzione di contenitori in vetro può arrivare a produrre fino a 600-700 articoli al minuto. Tutto questo per 24 ore al giorno per 7 giorni in settimana. “Si capisce, quindi, quanto siano enormi le quantità di dati di cui stiamo parlando”. Sono i cosiddetti big-data; migliaia e migliaia di informazioni per la produzione di ogni singolo prodotto, che le macchine devono saper gestire e ottimizzare per un efficientamento generale della produzione. I vantaggi dei sistemi di intelligenza artificiale GlassFORM.ai e di machine learning si riflettono anche nella sicurezza sul lavoro e nell’individuazione di personale qualificato. “Nelle linee produttive del comparto vetro – continua Galliano – si lavora vetro fuso con temperature che
superano i mille gradi. Allontanare gli operatori da questi siti significa migliorare la sicurezza. Questo non vuol dire ridurre i posti di lavoro, al contrario, riqualificare le maestranze verso percorsi più specializzati”. Non si dimentichi che l’individuazione di personale per la lavorazione del vetro secondo le tecniche tradizionali è oggi sempre più difficile. “C’è grande carenza nel settore. Ci vogliono anni per formare un vetraio”. Automatizzare il ciclo produttivo, pertanto, reindirizzando la manodopera verso altri tipi di percorsi, più consoni al conteso attuale, sortisce effetti positivi sul mercato del lavoro. C’è da credere, quindi, che la presenza in Trentino della neonata joint venture italo-francese GlassFORM.ai possa svolgere un ruolo da faro nel settore, creando nuove opportunità per il territorio. “Abbiamo deciso di stabilire la nostra sede a Rovereto – conclude Galliano – perché in Trentino è presente una serie di requisiti fondamentali per le nostre attività: partnership industriali con aziende che ci permettono di sperimentare le nostre soluzioni e collaborazioni con notevoli istituti di ricerca, come quella che abbiamo posto in essere con la Fondazione Bruno Kessler”. (adb)
Il legno che suona di Ciresa
Quella racchiusa tra le pagine di Il legno che suona, opera del giornalista naturalista Dario Paladini, non è solo la storia di Ciresa, nota azienda produttrice di tavole armoniche per tutti i tipi di strumenti musicali classici a corde, ma è anche la storia dell’abete rosso della Val di Fiemme, di passioni, storie e aneddoti con personaggi famosi, che si intrecciano con il legno della musica, scelto fin dal '600 e '700 dai grandi liutai cremonesi come Stradivari, Guarneri e Amati. Il volume, edito per i settant’anni dalla fondazione dell’azienda e presentato in occasione della mostra allestita a Tesero con foto della grande operazione di recupero del legno di risonanza dopo la Tempesta Vaia del 2018, nasce dal desiderio di Fabio Ognibeni, amministratore di Ciresa, di raccogliere in un’opera la storia meravigliosa e unica della sua azienda. L’occasione si presenta quando Dario Paladini, dopo la tempesta Vaia, nel 2018 e nel 2022 si reca in Val di Fiemme per scrivere degli articoli legati all’attività dell’azienda e in particolare all’iniziativa di crowdfunding promossa da Ciresa per “salvare il legno di Stradivari”. Grazie a queste esperienze, che gli hanno permesso di approfondire molti aspetti legati alla lavorazione del legno e ai risvolti culturali connessi a questa realtà, Paladini riesce a cogliere l’essenza di questo ambiente. Quello che ne è derivato è un racconto emozionale che “svela il legame profondo – e poco conosciuto dal pubblico – tra la bellezza di questi boschi, l’abilità dei liutai del passato e del presente, e i migliori musicisti di tutti i tempi”. Il volume, impreziosito da un contributo scritto da Andrea Bocelli e dalla prefazione di Maria Concetta Mattei, contiene 20 QR-code sparsi nei cinque capitoli, che accompagnano il lettore, in un’espansione multimediale e multisensoriale, attraverso gallery fotografiche a tema, video di lavorazioni, link a servizi televisivi o a documenti scientifici di approfondimento. Un modo innovativo per rendere il libro estendibile e continuamente aggiornato. Inoltre dal QR-code di pagina 84 dal titolo: “Dicono di noi”, ogni lettore potrà realizzare un suo video e chiedere all’azienda di inserirlo fra i video linkati da quella stessa pagina. Chi desideri ricevere il libro, può contattare l’azienda.