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Un incubatore di soluzioni esportabili
Intervista a DARIO PICCINELLI, Delegato di Confindustria Trento per il Territorio Vallagarina e Altipiani Cimbri.
DARIO Piccinelli, non possiamo che aprire questa intervista con qualche considerazione generale, a proposito di uno scenario che anche per il territorio di Vallagarina e Altipiani Cimbri è certamente, profondamente condizionato dal problema energetico.
Un problema che fino a un anno e mezzo fa non esisteva nemmeno, e che è diventato improvvisamente la prima preoccupazione di famiglie e imprese. Per chi opera nel settore manifatturiero, arginare le conseguenze del caro energia è necessario per preservare la propria competitività, anche in ragione del fatto che non si tratta, in questo caso, di una congiuntura globale: è la vecchia Europa a pagare le conseguenze principali dell’instabilità dei mercati energetici. Dobbiamo essere capaci di trovare le soluzioni giuste, e non mi riferisco “soltanto” al lavoro egregio che stiamo portando avanti come Associazione per garantire continuità nelle forniture a un prezzo migliore. Mi riferisco alla necessità di una generale revisione dei processi, a partire dai consumi, perché prima di tutto è necessario ragionare sul risparmio, dunque intervenire sulle macchine per ridurre, razionalizzare ed efficientare lo sforzo. E poi, naturalmente, dobbiamo interpretare e realizzare sul nostro territorio la transizione energetica: ma prima va capito qual è il complesso di misure ideali ad assicurare il massimo rendimento, con il minor impatto e il minor numero di criticità. Dopo Besenello, Rovereto: da qualche mese la Vallagarina è tornata prepotentemente protagonista del dibattito sulla Valdastico. Occorre? E occorrono, in generale, nuove infrastrutture?
Auspichiamo le infrastrutture che servono. A partire da quelle digitali: siamo agli ultimi posti per diffusione della banda ultra-larga tra famiglie e imprese, ma l'impegno profuso in questi ultimi anni porterà certamente in tempi brevi i frutti tanto attesi. Quanto alle infrastrutture viarie, certamente ne ha bisogno il transito di persone e merci, e lo sa bene chi opera nel manifatturiero: vanno dunque realizzate le opere già cantierate per collegare il nostro territorio alle province limitrofe, e
per alleggerire la viabilità interna. Guardando, in particolar modo, all’asta dell’Adige, sulla quale insiste la maggior parte delle imprese associate di quest’area, siamo convinti che l’opera più urgente sia il collegamento Trento-Rovereto, che devono diventare un’unica, grande città.
Confindustria Trento, storicamente insediata a Trento, intrattiene da sempre un intenso dialogo con il territorio di Rovereto e della Vallagarina.
La nostra Associazione arriva ovunque operi un’impresa Associata. Servizi, consulenze, rapporti con le comunità locali: l’attività di Confindustria Trento non si esaurisce certamente nel perimetro della casa di Palazzo Stella. È vero per tutti i territori, lo è tanto di più per il territorio che ha dato idealmente i natali all’industria trentina. Il presidio dei territori è imprescindibile nella relazione con gli associati, ma anche nelle sinergie con gli stakeholder, che connotano e declinano la loro presenza in sintonia con la vocazione e l’identità del contesto: nel caso di Rovereto, penso ad esempio alla macchina di Trentino Sviluppo, e in particolare a Polo Meccatronica e alla vicina Manifattura, con i loro focus su innovazione e green, penso alla collaborazione con il mondo della ricerca e dell’Università, e penso naturalmente alle relazioni con le amministrazioni locali, a partire dal Comune di Rovereto. In questi anni abbiamo consolidato relazioni proficue con il sindaco di Rovereto Francesco Valduga, che ha sempre cercato di conoscere e capire i problemi delle aziende, dando ascolto alle istanze del sistema produttivo. Alla luce delle sue specificità, quale può essere il fattore che connota il presente e il futuro del territorio del quale è il referente, dunque dell’azione dell’Associazione?
Credo che, in linea con la loro storia, Rovereto e la Vallagarina debbano e possano configurarsi come elemento propulsore per lo sviluppo di nuove progettualità. Una sorta di incubatore di soluzioni esportabili. Qualche esempio può essere d’aiuto. Il sistema trentino eccelle nella selezione e nel supporto di nuove iniziative imprenditoriali. I dati e le cronache ci evidenziano però quanto sia importante contribuire a costruire un dialogo nuovo con le startup, affinché possano crescere e consolidarsi in vere e proprie realtà aziendali radicate in Trentino. L’alleanza degli stakeholder sul territorio può essere l’occasione per capire quali nuovi strumenti, quali strategie adottare per mantenere talenti, intelligenze e valore aggiunto nella nostra provincia. Credo inoltre che valga la pena di considerare anche la partita delle comunità energetiche, e la possibilità che sia percorribile, ad esempio, l’idea di una comunità di territorio. (sb)