4 minute read

Visioni: Evoluzione (in)sostenibile

La partita della sostenibilità è stata anche al centro del 34esimo Meeting dei Giovani imprenditori di Confindustria Nordest a Cortina d’Ampezzo.

di SERENA BEBER

È stato sostenibilità, nelle sue più diverse declinazioni, il tema del 34° convengo dei Giovani Imprenditori di Confindustria ospitato a Cortina il 18 marzo scorso. Il dibattito del meeting – dal titolo “Visioni: Evoluzione (in)sostenibile” - è stato aperto dalla vicepresidente di Confindustria, Maria Cristina Piovesana, la quale ha ricordato i nostri numeri e le nostre peculiarità: il fatto di disporre di poche materie prime ci ha portati ad essere un sistema di abili ed efficienti recuperatori.

Il tema fondamentale posto all’attenzione della platea è stato dunque quello della transizione verso la sostenibilità: in quanto tempo “saremo sostenibili”, dove trovare la finanza necessaria a questa transizione, come integrare gli studi di fattibilità affinché nessuno rimanga indietro, affinché nessuna filiera sia penalizzata. Secondo l’esperta di sostenibilità, Martina Rogato, la sostenibilità è una modalità di gestione aziendale e deve abbracciare più sfere della vita aziendale, deve essere ambientale, sociale, economica. Non si può prescindere dal rispetto dei diritti umani, in primis, e il resto ne è una logica conseguenza: “se viene lanciato un nuovo prodotto – si è detto – deve essere condotta una valutazione degli impatti sull’ambiente, sul benessere sociale e sulle eguaglianze”. L’Unione Europea è un driver di sostenibilità: le nuove direttrici europee spingono affinché vi sia una mappatura degli impatti ambientali e sociali del nostro business e anche i consumatori sono molto attenti a questi aspetti. Le recensioni on line e sui social diventano un importante ago della bilancia che può esaltare o mettere a rischio la reputazione dei brand sui mercati.

La finanza poi è molto attenta a questi aspetti; come ha anticipato Ernesto Lanzillo di Deloitte, anche le banche e i finanziatori tendono sempre più a condurre valutazioni approfondite sul contesto e sulle ricadute sul territorio delle attività economiche, privilegiando progetti sostenibili nelle tre accezioni viste poc’anzi.

Del fronte della gestione dei collaboratori e delle nuove modalità di lavoro, emerse in maniera dirompente nel corso della pandemia, ha invece parlato la vicepresidente di Tetra Pack, Stefania Pertusi, che ha intrattenuto la platea raccontando le nuove frontiere dell’organizzazione del lavoro, che si snoda, secondo i vertici del colosso svedese, su più punti chiave: dall’agevolazione del lavoro “smart” alla maggiore attenzione alle politiche di inclusione di genere, dai concetti di meritocrazia alla reverse mentoring (quando cioè i giovani insegnano ai senior). A proposito delle nuove figure richieste, l’intervento della Presidente di Umana Maria Raffaella Caprioglio ha spiegato come, per fronteggiare le sfide dei nostri tempi, emergano anche laureati in filosofia e in discipline umane: occorre infatti apprendere il mondo che ci circonda e meditare sulle sfide e sulle opportunità che si manifestano, perché oggi il cambiamento è sempre più veloce e significativo.

Il convegno è poi entrato nel caldo della discussione sul tema, oggi molto critico, delle energie e approvvigionamenti energetici. Gli esperti e imprenditori presenti hanno convenuto che il mix energetico di un Paese non può prescindere dalla continuità di forniture energetiche, che deve essere indipendente dalle condizioni climatiche e dall’irradiamento solare. Secondo Alessandro Dodaro di Enea, dunque, il sì alle rinnovabili deve essere convinto, ma “serve lo zoccolo duro dell’energia nucleare”. Interessante il contributo di Andrea Bos, presidente di Hydrogen Park, che promuove lo studio e lo sviluppo di tecnologie industrializzabili con applicazione di combustibile idrogeno, mentre sul fronte della mobilità è intervenuto Carlo Costa, direttore tecnico Autostrada del Brennero. La mobilità impegna un terzo delle risorse di idrocarburi, perciò è necessario investire sulle infrastrutture: per realizzare una transizione ecologica duratura e significativa non si può solo chiedere a imprese e cittadini di dotarsi di mezzi elettrici o a idrogeno, ma è l’infrastruttura che deve adeguarsi per canalizzare i mercati nella direzione ottimale. A chiusura dei focus infine l’intervento di Matteo Ward, ceo e co-founder di Wrad. Suo l’affondo: “essere imprenditori oggi è la più grande figata che ci poteva capitare”. “Il tempo che stiamo vivendo – ha spiegato –, con tutte le difficoltà che presenta, è anche il tempo in cui i mercati sono in crescita e i cambiamenti sono epocali… così le opportunità sono altrettanto enormi e stimolanti”.

This article is from: