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L’Ict al servizio del settore socio-sanitario
Dal 2011 Social IT offre soluzioni informatiche integrate e all’avanguardia a realtà del settore sociosanitario, affiancando gli enti erogatori di servizi con veri e propri percorsi di affiancamento.
A Trento in via Kufstein, località Spini di Gardolo, dove ha sede Social IT, la ricerca e lo sviluppo sono diventati uno degli asset aziendali più importanti e strategici. Maurizio Gianordoli, ceo dell’impresa di ICT, ha puntato sull’innovazione e implementazione di nuove soluzioni ICT attraverso lo strumento della progettazione europea. “Abbiamo messo a valore il know-how maturato in questo campo – spiega l’amministratore delegato – anche per allargare i nostri confini verso l’Europa. Voglio dire che le nostre competenze ci permettono non soltanto di promuovere progetti di respiro europeo al nostro interno, ma anche di fornire consulenza in questo settore a tutta una serie di soggetti che si rivolgono a noi per accedere a contributi europei per progetti finalizzati allo sviluppo di prodotti ICT. Questa attività di euro-progettazione costituisce a oggi uno dei canali più importanti, che ha inoltre permesso una forte crescita del nostro network d’Oltralpe”.
Social IT, azienda giovanissima che investe buona parte dei propri ricavi in ricerca e innovazione, è nata nel 2011 per offrire soluzioni informatiche integrate e all’avanguardia a soggetti che operano, prevalentemente privati, nel settore socio-sanitario, in particolare dei servizi alla persona. “Riconosciamo l’unicità della sfida che i manager dei servizi alla persona si trovano oggi ad affrontare – spiegano dall’azienda – e lavoriamo in partnership con loro, aiutandoli nei fondamentali cambiamenti concernenti tutta l’organizzazione per gestire al meglio i percorsi assistenziali, coinvolgendo tutti gli attori che erogano servizi alla persona”. Dallo sviluppo software ai servizi di consulenza e formazione, Social IT si pone come interlocutore per fornire strumenti informatici, gestionali e manageriali: “Siamo convinti – prosegue Gianordoli – che occorra mettere a disposizione dei nostri committenti, aziende e professionisti dell’ambito medico e sanitario, fino agli operatori del sociale, nuove soluzioni di governance tecnologicamente avanzate e modelli organizzativi informatizzati. Non offriamo, quindi, soltanto piattaforme informatiche innovative. Ma siamo presenti con veri e propri percorsi di affiancamento agli enti erogatori dei servizi”.
Nella sede di via Kufstein lavorano dieci persone. Sono ingegneri informatici e progettisti. “I passaggi fondamentali della nostra metodologia di lavoro – precisa l’amministratore delegato – sono cinque: analisi dei bisogni, definizione della soluzione, progettazione e sviluppo, sperimentazione, produzione e valutazione di impatto. Questo loop è il modo in cui progettiamo l’evoluzione dei nostri software e le nostre piattaforme”.
Dal 2011, quando l’azienda è nata, Social IT ha conosciuto una crescita continua aumentando ogni anno fatturato e giro d’affari, con un incremento costante anche nel numero di collaboratori. Il mercato di riferimento principale è quello italiano, con un’attenzione particolare al Trentino.
La pandemia da Covid-19 non ha rallentato Social IT. “Essendo una società di ICT – continua Gianordoli – non abbiamo avuto rallentamenti o interruzioni. Nei periodi di lockdown, dove necessario, abbiamo lavorato in smart-working. Ma non solo. Nei rapporti con molti dei nostri clienti-partner, abbiamo registrato un incremento di attività, per la richiesta e l’inserimento di nuove tecnologie nelle loro strutture: nuovi strumenti finalizzati soprattutto a favorire il contatto fra l’ospite (il paziente) e i suoi familiari”.
Fortemente legata al territorio, Social IT è infine presente con grande determinazione nel campo della solidarietà e del volontariato. “Supportiamo la Fondazione Trentina per l’Autismo – conclude Maurizio Gianordoli, che è anche consigliere e socio fondatore della Cooperativa sociale Autismo Trentino – partecipando con una parte delle nostre risorse e con la volontà di essere advisor tecnologico per la Fondazione”. (adb)