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Dinamicità e propensione al cambiamento
Intervista ad ANDREA GOTTARDI, presidente Sezione Trasporti e Logistica di Confindustria Trento.
di FEDERICO PESSOT, Confindustria Trento
Presidente Gottardi ci potrebbe, prima di tutto, inquadrare la Sezione che presiede delineandone le sue caratteristiche principali?
A seguito della recente riorganizzazione la sezione può contare su venti aziende per un totale di circa tremilaquattrocento dipendenti. Più nello specifico, diciassette presentano una spiccata caratterizzazione nell’ambito dell’autotrasporto merci, per poi completarsi con realtà di più ampio respiro come Autostrada del Brennero, Trentino Trasporti e Ferrovie dello Stato. Realtà sensibilmente differenti tra di loro, ma con cui spesso si condividono questioni comuni e con cui si è riusciti a trovare una concreta coesione.
Un tema caldo per tutti è sicuramente la pandemia che ci ha coinvolto, come avete affrontato questo scenario fino all’anno scorso inedito?
Mi preme sottolineare che il 2020 in primis è stato un anno complesso non solo dal punto di vista manageriale, ma lo è stato soprattutto sotto l’aspetto umano. Guardando invece allo scenario economico delineiamo un quadro non uniforme: qualcuno ha retto l’urto, altri non sono riusciti a chiudere il bilancio in utile, nonostante fossimo tutti partiti bene nei primi mesi dell’anno. Individuiamo le cause di ciò soprattutto in relazione al sistema di chiusure che, oltre a diminuire i volumi di lavoro, ha reso difficile delineare linee programmatiche precise nel breve e medio termine.
E invece per quanto concerne il 2021, che prospettive traccia sia a livello nazionale che internazionale?
Nonostante permanga un notevole grado di incertezza, riscontriamo che il 2021 sta fornendo buoni segnali di ripresa. Facciamo i conti con tutta una serie di casistiche che, come si può immaginare, non ci fanno ancora esprimere il nostro massimo grado di operatività, senza contare la costante difficoltà a reperire personale specializzato. Guardando invece al bicchiere mezzo pieno, la forte richiesta di materie prime e lo sblocco delle grandi opere sta permettendo al settore di esprimere segnali di ripresa.
Quando segnala una mancanza di personale qualificato, precisamente a cosa si riferisce?
Dall’esterno molte volte si ha l’idea che per operare come autista basti la patente del camion. In realtà, al giorno d’oggi questi mezzi sono strumenti ad alta tecnologia che devono essere gestiti con competenze specifiche. I compiti dell’autista, infatti, comprendono ad esempio la conoscenza delle questioni normative legate alla tipologia di carico che trasportano oppure alle procedure legate ai macchinari connessi al mezzo. Per sopperire a queste mancanze abbiamo avviato una collaborazione con l’Agenzia del Lavoro, che finanzia percorsi di riqualificazione di persone che arrivano da altri settori. In un secondo momento interveniamo noi come aziende, fornendo una formazione ulteriore in modo da orientare i lavoratori verso le esigenze peculiari di ogni realtà. In questa direzione stiamo investendo anche sui giovani, lavorando con l’Università Popolare e l’Istituto Martino Martini di Mezzolombardo, per la formazione di risorse che non devono limitarsi alla figura dell’autista, ma anche a quella del personale logistico: figure altrettanto importanti all’interno delle nostre realtà.
Nel vostro settore quello della concorrenza sleale è un tema molto sentito, come vi approcciate alla questione?
Al giorno d’oggi ci troviamo nella situazione di soffrire su due fronti noti da tempo. L’infiltrazione della criminalità nel settore, che denunciai pubblicamente già 10 anni fa, fenomeno che ha avuto un forte incremento negli ultimi anni, come riportato anche da Banca d’Italia. Non da meno è la questione che coinvolge la concorrenza di imprese estere. L’esempio più lampante è quello di Polonia e Slovacchia che, da paesi europei, aggirano le quote stabilite dall’Unione Europea in termini di utilizzo di autisti extracomunitari. È evidente che situazioni come queste inquinano le dinamiche concorrenziali all’interno del mercato in materia di trasporti e logistica. È una situazione che teniamo monitorata. Infine, il problema degli sgravi contributivi del 30% per 10 anni alle aziende aventi sede nel meridione d’Italia, agevolazioni previste dal Decreto Cura Italia. Contestualmente, con i colleghi presidenti delle sezioni trasporti del Nord Italia abbiamo scritto una lettera comune ai nostri governatori chiedendo di escludere il personale viaggiante da tale norma, perché crea una situazione di squilibrio tra imprese a seconda dell’ubicazione geografica.
Il problema di come affrontare la transizione energetica si sta ponendo a livello di qualsiasi comparto. Quello dei trasporti e della logistica in che direzione si muove?
Anche nel nostro settore c’è una sensibilità crescente rispetto alla tematica della sostenibilità. Nel concreto stiamo investendo molto in tecnologie che ci permettano di ridurre i consumi dei nostri mezzi. Ad oggi noto che la tendenza sia quella del passaggio al metano liquido (LNG), il quale abbassa significativamente il tasso di emissioni riducendo quindi l’impatto ambientale. Nella Sezione, in particolare, si investe molto anche su veicoli tradizionali con i motori di nuova generazione euro 6 step D e si sta guardando anche a trazioni alternative quali full electric, di recente entrata sul mercato, o mezzi ad idrogeno di prossima commercializzazione. Nel futuro immagino quindi una modalità di trasporto che avverrà con più tipologie di combustione e trazione: dal full elettrico per l’ultimo miglio al LNG, idrogeno o combustibili nuovi sulle medie e lunghe distanze.
Invece per quanto riguarda il rapporto con gli interlocutori istituzionali, come vi ponete?
I rapporti con le istituzioni trentine sono di qualità e questo ci porta conseguentemente a fare meglio il nostro lavoro. La Provincia è sensibile alle nostre problematiche: l’esempio più recente è quello del supporto fornito nell’organizzare la somministrazione dei tamponi per i nostri autisti che dovevano varcare il confine austriaco. Stessa cosa vale anche per tutte le istituzioni preposte al controllo del settore. I rapporti da sempre sono ottimi e favoriscono la collaborazione reciproca. Auspico che la fine della fase emergenziale della pandemia permetta di potersi rincontrare e confrontarci sulle problematiche del settore. I rapporti, a livello locale, con le altre Associazioni che rappresentano la categoria (Artigiani e FAI- Conftrasporto) sono profittevoli per tutti, difatti il dialogo costruttivo ha portato a ottimi risultati per il settore in Trentino.