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Tra le rovine di oggi... si intravedono “arcobaleni di speranza

La parola a...

Tra le “rovine” di oggi...

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Mentre percorro il Cile devastato e il dramma di un popolo mi si svela sotto gli occhi in tutta la sua intensità, mi capita di chiedere a me e a quanti vivono con me questo momento, il coraggio, la fede, la voglia di riprendere in mano la vita e sperare nell’aiuto dei “buoni”, di coloro che sempre fecondano la terra. Mi viene abbastanza “istintivo” pensare al nostro amato Tommaso Reggio, lui l’esperto delle cose di Dio, che diventò “l’esperto” in ri-costruzione. Anche lui come ogni servo del Vangelo avrà sofferto tutta l’angoscia di una situazione quale si presentò dopo il terremoto della Liguria avvenuto nel 1887 e avrà disperatamente cercato una via d’uscita. In una sua lettera che riguarda da vicino questa tragedia sembra di leggere la cronistoria di quello che accade oggi in questo paese martoriato. “Ho visitato tutti questi miei figli e non so esprimere lo schianto del cuore nello scorgere paesi senza chiesa, famiglie che non hanno tetto, nei borghi le contrade ingombre di macerie, e qua e là, all’intorno, povere tende in cui stanno accovacciate, con molti feriti, intere famiglie. Frotte di gente col terrore dipinto nel pallore del volto si aggirano intorno, inconsapevoli, diresti, del passato e più del loro avvenire. Taccio episodi dolorosissimi di morti spietate, di congiunti che disseppelliscono i loro più cari, di donne e bambini trovati vivi ancora sotto le macerie al terzo giorno. Fra i cadaveri e i morenti, tra i vivi e i morti come l’antico Aronne, offro incenso, alzo la mano e benedico, piango e prego; adoro i decreti di Dio” (pag.125 Mai stanco per Dio). Benedice, piange, prega e adora i decreti di Dio, lui il nostro amato Fondatore! Ci insegna ancora una volta che, quando vengono meno i mezzi umani, la fede diventa una sfida posta alla nostra debolezza. Il coraggio di “lasciar fare a Dio” e intanto di ritrovare l’energia di ri-cominciare con la mite instancabile voglia di bene del Servo fedele che nulla lascia d’intentato… Il suo è un insegnamento di straordinaria attualità che oggi ci commuove e ci soccorre: “servire e basta”! È stata sempre la sua priorità: nel servizio del pane, della consolazione, dell’interessamento per il suo popolo e per tutti senza distinzioni… Nella concretezza del bisogno lui sapeva essere l’antico Aronne. Queste riflessioni mi sono rimaste impresse nella mente e nel cuore e ho cercato di comunicarle, come incoraggiamento, nel corso della visita alle Comunità provate dalle conseguenze del sisma. Sono poi affiorate in modo spontaneo nel dialogo con i primi giovani che costituiscono il Gruppo Reggio e, mentre consegnavo loro i Crocifissi, invocavo la Provvidenza e la sentivo palpitante tra noi. Sì, la Provvidenza del Signore che ci viene incontro e crea nell’animo di questi ragazzi la voglia di servire, così come hanno visto fare dalle Suore di S. Marta che hanno incontrato, perché il loro servizio li ha portati a cercare e a desiderare di seguire il loro esempio. Il bene è fecondo sempre, e ciò che si semina cresce… dobbiamo credere che la testimonianza anche la più umile tocca i cuori. L’entusiasmo, la freschezza e la genuinità di questi ragazzi che credono nel nostro “cari-

Madre Carla

Tra le “rovine” di oggi... si intravedono “ arcobaleni di speranza ”

sma” è un “arcobaleno” che il Signore fa spuntare sui cieli della nostra famiglia religiosa e tocca a noi ravvivarne i colori, tocca a noi mantenerlo alto sopra ogni cielo in qualunque momento di prova o di difficoltà. Forse se anche noi riuscissimo a pregare e a invocare Dio come ha fatto Lui, il nostro amato Fondatore, non ci mancherebbero l’intraprendenza e la capacità di “mettere le mani nella Storia per migliorarla, per sanarla, per illuminarla… È splendido rileggere ciò che nasceva in cuore al Beato Tommaso Reggio in certi momenti non facili della sua vita. Impariamo e vediamo se il suo dire può diventare il nostro. Lui pregava così: “Voi lo sapete Signore che io non cerco altro che il vostro Regno e la sola giustizia, voi lo sapete Signore che le mie povere fatiche e il mio impegno tenace e ininterrotto mirano solo a questo. Io spero dunque nella vostra parola. Io non voglio conoscere in anticipo i vostri disegni né il modo con cui li attuerete. Io so che voi operate miracoli solo dove c’è disponibilità ad accoglierli e che i cuori degli uomini sono nelle vostre mani”. I disegni di Dio hanno condotto a noi questi ragazzi che seguendo il nostro carisma intendono camminare nel mondo servendo ogni uomo. Questi primi passi del lungo cammino di formazione sono sorretti dall’entusiasmo e dalla gioia… è nostro compito chiedere luce, forza e fede per loro. In questo momento così difficile il Signore ci ha fatto intravedere primavere che non osavamo “sperare”: rendiamogli grazie là dove siamo e confidiamo in lui che sa toccare i cuori di qua e di là dall’oceano.

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