La parola a...
Tra le “rovine” M
Camminando con fede 1/2010
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entre percorro il Cile devastato e il dramma di un popolo mi si svela sotto gli occhi in tutta la sua intensità, mi capita di chiedere a me e a quanti vivono con me questo momento, il coraggio, la fede, la voglia di riprendere in mano la vita e sperare nell’aiuto dei “buoni”, di coloro che sempre fecondano la terra. Mi viene abbastanza “istintivo” pensare al nostro amato Tommaso Reggio, lui l’esperto delle cose di Dio, che diventò “l’esperto” in ri-costruzione. Anche lui come ogni servo del Vangelo avrà sofferto tutta l’angoscia di una situazione quale si presentò dopo il terremoto della Liguria avvenuto nel 1887 e avrà disperatamente cercato una via d’uscita. In una sua lettera che riguarda da vicino questa tragedia sembra di leggere la cronistoria di quello che accade oggi in questo paese martoriato. “Ho visitato tutti questi miei figli e non so esprimere lo schianto del cuore nello scorgere paesi senza chiesa, famiglie che non hanno tetto, nei borghi le contrade ingombre di macerie, e qua e là, all’intorno, povere tende in cui stanno accovacciate, con molti feriti, intere famiglie. Frotte di gente col terrore dipinto nel pallore del volto si aggirano intorno, inconsapevoli, diresti, del passato e più del loro avvenire. Taccio episodi dolorosissimi di morti spietate, di congiunti che disseppelliscono i loro più cari, di donne e bambini trovati vivi ancora sotto le macerie al terzo giorno. Fra i cadaveri e i morenti, tra i vivi e i morti come l’antico Aronne, offro incenso, alzo la mano e benedico, piango e prego; adoro i decreti di Dio” (pag.125 Mai stanco per Dio).
Benedice, piange, prega e adora i decreti di Dio, lui il nostro amato Fondatore! Ci insegna ancora una volta che, quando vengono meno i mezzi umani, la fede diventa una sfida posta alla nostra debolezza. Il coraggio di “lasciar fare a Dio” e intanto di ritrovare l’energia di ri-cominciare con la mite instancabile voglia di bene del Servo fedele che nulla lascia d’intentato… Il suo è un insegnamento di straordinaria attualità che oggi ci commuove e ci soccorre: “servire e basta”! È stata sempre la sua priorità: nel servizio del pane, della consolazione, dell’interessamento per il suo popolo e per tutti senza distinzioni… Nella concretezza del bisogno lui sapeva essere l’antico Aronne. Queste riflessioni mi sono rimaste impresse nella mente e nel cuore e ho cercato di comunicarle, come incoraggiamento, nel corso della visita alle Comunità provate dalle conseguenze del sisma. Sono poi affiorate in modo spontaneo nel dialogo con i primi giovani che costituiscono il Gruppo Reggio e, mentre consegnavo loro i Crocifissi, invocavo la Provvidenza e la sentivo palpitante tra noi. Sì, la Provvidenza del Signore che ci viene incontro e crea nell’animo di questi ragazzi la voglia di servire, così come hanno visto fare dalle Suore di S. Marta che hanno incontrato, perché il loro servizio li ha portati a cercare e a desiderare di seguire il loro esempio. Il bene è fecondo sempre, e ciò che si semina cresce… dobbiamo credere che la testimonianza anche la più umile tocca i cuori. L’entusiasmo, la freschezza e la genuinità di questi ragazzi che credono nel nostro “cari-