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Un fermento di fede e di gioia per San Ranieri
In missione
Un fermento di fede e di gioia per San Ranieri
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Icittadini pisani in festa si sono affidati al loro patrono San Ranieri, fedele laico convertito, al quale hanno chiesto ascolto, conforto e aiuto. Anche noi come Comunità ci siamo preparate alla festa di San Ranieri pregando nella nostra Cappella e anche partecipando in Duomo alle varie celebrazioni, in particolare alla solenne concelebrazione eucaristica. Abbiamo invocato San Ranieri perché per sua intercessione il Signore ci aiuti a corrispondere agli impegni del nostro Battesimo e della Vita Consacrata per animare cristianamente il mondo. Abbiamo affidato al Santo Patrono la nostra Comunità, la Congregazione, l’impegno del nostro Capitolo generale e la Chiesa di Pisa perché, guidata dal nostro Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, sia segno di unità, strumento di fraternità e di pace, testimone di amore verso i poveri. Ranieri, nato nel 1118 da Gandolfo Scacceri, un ricco mercante di Pisa, trascorse la gioventù spensierata in frivolezze. Il suo biografo racconta che suonava uno strumento a corde e che amava folleggiare. Probabilmente le donne e il vino erano i suoi passatempi preferiti. La vita di Ranieri ebbe una profonda trasformazione negli anni della giovinezza, quando a 19 anni incontrò Alberto Leccapecore, un eremita che era venuto ad abitare in città presso il monastero di San Vito. Seguendo il suo esempio Ranieri scelse di abbandonare tutte le sue ricchezze per vivere in completa povertà, si trasferì poi come pellegrino in Terra Santa, dove soggiornò diversi anni dandosi alla mortificazione del corpo e alla penitenza. Ritornò a Pisa nel 1154, condotto in patria dall’amico ammiraglio pisano Ranieri Bottacci e si ritirò nello stesso monastero di San Vito dove anni prima aveva incontrato l’eremita Alberto. Già durante la sua vita si era diffusa la notizia di miracoli da lui compiuti. Morì in odore di santità nel 1161, il 17 giugno, giorno in cui ora ricorre la sua memoria liturgica.
Un fermento di fede e di gioia
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La leggenda narra che alla sua morte le campane di Pisa suonarono da sole, tutte assieme, senza che nessuno le toccasse, facevano festa al loro santo. Ogni anno questo giorno viene ricordato con la caratteristica festa di San Ranieri, nel mese di giugno, distinta in diversi momenti: la luminara, il palio remiero sull’Arno, il gioco del Ponte, sul ponte di mezzo dell’Arno, le varie sfilate con i costumi tradizionali, con la partecipazione delle Repubbliche marinare: Genova, Venezia, Amalfi. L’urna contenente le spoglie del Santo, collocata in una cappella laterale del Duomo di Pisa, viene portata a volte in processione solenne per le vie cittadine. A motivo del Covid 19 quest’anno le varie manifestazioni sono state ridotte: la luminara è stata soft, sono state illuminate solo le facciate dei due Palazzi comunali Gambacorti e Mosca, e sono stati cancellati i centomila lumini a cera sulle facciate di tutti i palazzi dei lungarni. La tradizionale luminara ha sempre attirato sui Lungarni decine di migliaia di pisani e di turisti. I centomila lumini (in pisano “lampanini”) solitamente venivano posti su telai di legno bianco (detti biancheria) che vanno a disegnare le forme architettoniche di Chiese, Palazzi, Torri dei Lungarni. L’effetto di queste tremule luci accese offre, durante la notte della vigilia della festa patronale e grazie allo spegnimento dell’illuminazione pubblica e privata, una suggestiva atmosfera che incanta. In Duomo per tutta la giornata è un via vai continuo di fedeli che invocano la benedizione del loro Patrono, la cui urna è stata portata per l’occasione ai piedi dell’altare maggiore. Alle ore 11 c’è stata la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Arezzo, Cortona e Sansepolcro Mons. Riccardo Fontana. Hanno concelebrato l’Arcivescovo di Pisa Mons. Giovanni Paolo Benotto e altri vescovi: Simone Giusti, vescovo di Livorno, Roberto Filippini, vescovo di Pescia, Giovanni Santucci, vescovo emerito di Massa Carrara, tutti vescovi di origine toscana. In apertura della celebrazione l’Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto ha ricordato i numerosi sacerdoti che festeggiano il loro giubileo sacerdotale, la ricorrenza dei loro 70, 60 e 25 anni di vita presbiterale. I campanari di Barga, Cascio, Perpoli, Lucca, Monsagrati e San Pancrazio si sono dati appuntamento a Pisa nel giorno della festa di San Ranieri. Sin dal primo mattino sono saliti sulla cella campanaria della torre pendente per tirare a mano i battagli di quattro delle sette campane. Altri giovani campanari hanno suonato le campane sulla cella campanaria del Duomo. Alla sera la chiusura della giornata con vespri solenni presieduti dall’Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto. Tutto è stato un grande spettacolo! Infine l’ appuntamento di fronte alla Chiesa di San Vito, dove il Sindaco di Pisa, Michele Conti, ha svelato un cartello turistico dove sono riportati riferimenti a Ranieri e alla sua vita. La Compagnia di S. Ranieri ha fatto ristampare le copie di una incisione settecentesca riproducente la vita del Santo. Questo ricordo è stato donato ai fedeli. La Compagnia di S. Ranieri compie dieci anni ed è diventata una vivace realtà laicale della città. Tutti i confratelli e le consorelle hanno l’impegno di far conoscere meglio e di più S. Ranieri. Hanno una “Regola” data loro dall’Arcivescovo di Pisa che illustra il culto, la formazione e l’impegno per vivere la carità in nome di S. Ranieri. Tutto ruota intorno a questa prescrizione. Ranieri era un laico che è diventato santo, a conferma che la santità è alla portata di tutti, quindi anche ognuno di noi può diventare santo.
di Suor Anita e suore
del Pensionato Universitario di Pisa