Chiropratica RIVISTA PUBBLICATA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA. SPEDIZIONE IN ABB. POST. GR. III PUBB. INF 70% - € 2,50 - Agosto 2002 - NUMERO 2
NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE
Per capire la Chiropratica Come si diventa Chiropratici Proposta di legge n. 1605 dell’Onorevole Tomassini al Senato Italiano Una super gravidanza
Chiropratica NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE EDITORE: Associazione Pro Chiropratica Italiana REDAZIONE: Piazza Principe Tommaso, 2 - 11017 MORGEX (AO) Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349 www.prochiropratica.com www.chiropratica.com E-mail: apci@chiropratica.com DIRETTORE RESPONSABILE: Enrica FERRI REGISTRAZIONE: presso la cancelleria del tribunale civile e penale di Aosta il 23-06-1995 PUBBLICITÀ: A.P.C.I. COMITATO DI REDAZIONE: Enrica Ferri Louise La Rue Antonio Gil Baiju Khanchandani IMPAGINAZIONE GRAFICA E STAMPA: Tipografia MARCOZ s.n.c. Piazza E. Chanoux, 1 - 11017 MORGEX (AO) Tel. e fax 0165.809640 L’Editore non si assume alcuna responsabilità circa dati, opinioni o conclusioni espressi dai vari collaboratori di questa pubblicazione.
Sommario: Anno 2002
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Per la Chiropratica sarà la volta buona?
Linee guida della FNOMCeO
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su medicine e pratiche non convenzionali
Rassegna stampa
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Per capire la Chiropratica
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Chi è, cosa studia e cosa vuole il Chiropratico
Come si diventa Chiropratici
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Proposta di legge n. 1605
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Riconoscimento della chiropratica come professione sanitaria primaria
No a medici e odontoiatri
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che praticano la manipolazione
Una super gravidanza
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La Chiropratica e la donna incinta
L’esperienza dell’assistente di un chiropratico Hyaena
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Quando il limite è sempre più in alto
La forma e la salute
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Per imitare il dottor Larceri
Di questo numero sono state stampate
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“Davide e Golia” rappresenta l’eterna lotta del grande contro il piccolo, del vecchio contro il nuovo, del giusto contro lo sbagliato, del moderno contro l’antico. La medicina contro la chiropratica??? oppure la medicina e la chiropratica unite per un benessere dei pazienti più ampio e più moderno? Questo è l’auspicio che l’autore (assiduo paziente della chiropratica) si auspica e che noi dell’Apci condividiamo.
MAURIZIO MAGNONI vive e lavora a Cusano Milanino. “Vede, non posso pensare mille volte a quella tela, a quelle linee che per me rappresentano luce e forme vissute, senza essere felice nel sentire che sono mie, senza essere orgoglioso di averle create.” Così si esprime Maurizio Magnoni riflettendo sulla propria arte. Artista eclettico, ultimamente ha messo la sua arte al servizio della scultura modellando miniature automobilistiche di squisita fattura e pregio.
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Davide e Golia - Pastello su cartoncino 50 x 70
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nno 2002 Per la Chiropratica sarà la volta buona?
Louise La Rue Presidente Associazione Pro Chiropratica Italiana
Medicina, Odontoiatria, Chiropratica... E’ possibile convivere in armomia?
Mai come negli ultimi tre mesi si sono verificate, in Italia, condizioni così favorevoli e nello stesso tempo così negative per la Chiropratica e le medicine non convenzionali. Il Progetto di legge n. 1131 dell’Onorevole Zacchera continua il suo iter legislativo (potete consultare più avanti nella rivista l’elenco dei firmatari di tale proposta e, se vi fosse possibile, contattare i deputati della vostra regione che non hanno ancora firmato e stimolarli ad andare a firmare detto Progetto di legge) ed è stato inserito, assieme ad altri 11 Progetti di legge, nel quadro più vasto di una regolamentazione di tutte le medicine non convenzionali. Parlo di condizioni favorevoli perché: 1.la Chiropratica è sempre più accettata e sempre più pazienti si rivolgono ai Chiropratici per risolvere problemi di salute; 2.la stampa e le televisioni nazionali hanno dedicato alla professione chiropratica notevole risalto in concomitanza allo svolgimento a Roma nel maggio scorso della Convenzione Internazionale dei Chiropratici (oltre 500 chiropratici appartenenti all’ICA - International Chiropractic Association); 3.recentemente la Francia, uno degli ultimi Paesi europei a non avere una legislazione sulla Chiropratica (gli altri sono Spagna, Portogallo, Grecia e Italia), ha riconosciuto la figura del Chiropratico; 4.la FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri) ha riconosciuto la validità scientifica e sanitaria delle medicine complementari tra cui la Chiropratica. Tutto ciò dovrebbe bastare a renderci estremamente soddisfatti e orgogliosi sia del lavoro svolto dall’AIC (Associazione Italiana Chiropratici) a favore della legge sia del nostro nell’opera di sensibilizzazione e diffusione della Chiropratica a livello italiano; ma allora perché esistono condizioni negative che ci preoccupano? Sono estremamente preoccupata e molto
dispiaciuta della posizione assunta dalla FNOMCeO a proposito delle terapie e medicine complementari: è vero che si sono pronunciate a favore del riconoscimento legale di tali arti ma... SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SE A ESERCITARLE SONO DEI LAUREATI IN MEDICINA E CHIRURGIA... Questo equivale a dire: Signori Chiropratici, anche se avete regolarmente conseguito una laurea (ma non in Italia e quindi il vostro titolo non ha alcun valore legale), siete l’equivalente di ciarlatani e stregoni e la Chiropratica, fatta da voi, non porta benefici ai pazienti e non è una professione scientifica e valida. Al contrario, se fatta da un laureato in medicina, anche se senza alcuna preparazione accademica specifica, è valida, utile e buona per i pazienti. Non ci stiamo, non accettiamo questa visione monopolistica e riduttiva della professione chiropratica e al fine di chiarire le idee ai pazienti che da sempre si sono rivolti alla Chiropratica per aiuto e sollievo, denunciamo questo tentativo opportunista di usurpare una professione a coloro che la esercitano legittimamente per “affidarla” a una categoria professionale, quella medica, che negli ultimi anni ha fatto di tutto per screditare la Chiropratica e i chiropratici. Nelle prossime pagine troverete vari articoli e lettere scritte da giornalisti, lettori ed esperti di Chiropratica: abbiamo però bisogno di voi, di voi lettori, dei pazienti, dei patiti e dei “miracolati” della Chiropratica… Scriveteci, scrivete ai vostri rappresentanti alla Camera e al Senato, fatevi sentire e non permettete che questa professione, seria, scientifica e valida, venga sottratta ai legittimi proprietari e che l’Italia si ponga, con delle leggi e regole sbagliate e differenti, al di fuori di tutte le normative e tendenze mondiali che definiscono la Chiropratica come una professione sanitaria primaria, autonoma e indipendente, volta a ottimizzare il benessere e la salute dell’essere umano.
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L Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Medicine non convenzionali: la posizione della FNOMCeO (Terni 18 Maggio 2002)
inee guida della FNOMCeO su medicine e pratiche non convenzionali Si è svolto a Terni il 17 maggio scorso il Convegno Nazionale della FNOMCeO sul tema “La professione medica e le medicine non convenzionali: rischi e opportunità”. Alla manifestazione, che ha avuto ampio risalto sui mezzi di informazione, hanno preso parte i Presidenti dei 103 Ordini provinciali dei medici, esponenti politici e cultori della materia che, con il loro contributo, hanno permesso la stesura di un documento, approvato dal Consiglio Nazionale della FNOMCeO nella seduta del 18 maggio, che rappresenta un punto di riferimento per la professione medica per quanto attiene all’esercizio delle medicine e pratiche non convenzionali. Riportiamo qui di seguito il testo integrale del documento: LINEE GUIDA DELLA FNOMCeO SU MEDICINE E PRATICHE NON CONVENZIONALI “Le medicine e le pratiche non convenzionali” ritenute in Italia come rilevanti da un punto di vista sociale sia sulla base delle indicazioni della Risoluzione n. 75 del Parlamento europeo del 29 maggio 1997 e della Risoluzione n. 1206 del Consiglio d’Europa del 4 novembre 1999 che sulla base della maggiore frequenza di ricorso ad alcune di esse da parte dei cittadini oltre che degli indirizzi medici non convenzionali affermatisi in Europa, negli ultimi decenni, sono: 1. Agopuntura 2. Fitoterapia 3. Medicina ayurvedica 4. Medicina antroposofica 5. Medicina omeopatica 6. Medicina tradizionale cinese 7. Omotossicologia 8. Osteopatia 9. Chiropratica L’esercizio delle suddette medicine e pratiche non convenzionali è da ritenersi a tutti gli effetti atto medico e pertanto si ritiene: • essere le medicine esercitabili e le prati-
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che gestibili – in quanto atto medico – esclusivamente da parte del medico chirurgo e odontoiatra in pazienti suscettibili di trarne vantaggio dopo un’adeguata informazione e l’acquisizione di esplicito consenso consapevole; essere il medico chirurgo e l’odontoiatra gli unici attori sanitari in grado di individuare pazienti suscettibili di un beneficiale ricorso a queste medicine e pratiche, in quanto solo il medico chirurgo e l’odontoiatra sono abilitati all’atto diagnostico, che consente la corretta discriminazione fra utilità e vantaggio del ricorso consapevole a trattamenti non convenzionali; essere in questa impostazione il medico chirurgo e l’odontoiatra gli unici in grado di evitare che le medicine e le pratiche non convenzionali vengano proposte e prescritte a pazienti senza possibilità di vantaggio, sottraendoli alle disponibili terapie scientificamente accreditate, sulle quali dovrà essere sempre aggiornato attraverso l’ECM; essere il medico chirurgo e l’odontoiatra gli unici soggetti legittimati a effettuare diagnosi, a predisporre il relativo piano terapeutico e a verificare l’attuazione dello stesso sul paziente; essere dovere della FNOMCeO e di tutti gli Ordini provinciali, perseguire nei modi dovuti e con tempestività, denunciando all’autorità competente chiunque, non medico, eserciti le suddette medicine e pratiche non convenzionali; essere dovere della FNOMCeO e di tutti gli Ordini provinciali perseguire disciplinarmente quei medici chirurghi e odontoiatri che non rispettino, a norma del vigente Codice Deontologico, le regole sopra richiamate o che svolgano attività di “prestanomismo” a copertura di prestazioni da parte di non medici relativamente alle medicine e alle pratiche non convenzionali sopra elencate; essere opportuna la costituzione a livello nazionale FNOMCeO di una banca dati
sulla legislazione internazionale, nazionale e regionale dedicata alle medicine e alle pratiche non convenzionali anche su segnalazione dei singoli Ordini provinciali; • di richiedere con forza, per far corrispondere alla consistente domanda di medicine e pratiche non convenzionali, un coerente sviluppo di sistemi preposti alla tutela dell’efficacia e sicurezza, la costituzione di una Agenzia Nazionale composta da soggetti istituzionali quali: il Ministero della Salute, le Regioni, il MURST e la FNOMCeO. Tra i compiti principali da affidare a tale Organismo, che potrebbe articolarsi in analoghe strutture regionali, sono da prevedersi: 1. l’individuazione e la regolamentazione delle attività relative alle singole medicine e pratiche non convenzionali; 2. la promozione della ricerca di base e applicata, secondo le regole di buona pratica clinica, nelle aree esclusive e soprattutto in quelle integrate favorendo la conoscenza dei princìpi e dell’uso appropriato delle medicine e pratiche non convenzionali nella cultura medica, avvalendosi di finanziamenti propri e derivanti da soggetti pubblici e privati in ambito nazionale ed europeo; 3. il monitoraggio e l’informazione, attraverso relazioni semestrali/annuali alle Istituzioni responsabili della tutela della salute, sull’uso appropriato, efficace e sicuro delle medicine e pratiche non convenzionali; 4. la regolamentazione dei percorsi formativi attraverso: a. l’individuazione dei criteri per l’adozione degli ordinamenti didattici; b. la definizione dei criteri e dei requisiti per l’accreditamento dei soggetti pubblici e privati coinvolti nelle attività di formazione; 5. la sollecitazione, alle Istituzioni competenti, a predisporre tutti quei provvedimenti di carattere normativo o regolamentare utili al perseguimento dei propri scopi istitutivi;
• sollecitare il Parlamento ad attivarsi affinché si pervenga a una modifica normativa sulla pubblicità sanitaria, su proposta della FNOMCeO, con l’inserimento di norme specifiche per il settore; • sollecitare le Autorità competenti ad attivarsi al fine dell’inserimento delle voci, relative alle prestazioni professionali rese nell’esercizio delle medicine e pratiche non convenzionali sopra elencate, all’interno della Tariffa minima nazionale degli onorari per le prestazioni medico-chirurgiche e odontoiatriche (DPR 17 febbraio 1992), che, peraltro, necessita di una sostanziale e globale revisione; • prevedere l’istituzione presso gli Ordini provinciali dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri di un registro suddiviso in sezioni per ciascuna delle medicine e pratiche non convenzionali sopra elencate.
alla individuazione di criteri che verranno stabiliti con atto di indirizzo e coordinamento della FNOMCeO, in collaborazione con le scuole e le Società Scientifiche accreditate dalla FNOMCeO stessa, nella distinzione di ruoli e funzioni. La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri CHIEDE con forza un urgente e indifferibile intervento legislativo del Parlamento, al fine dell’approvazione di una normativa specifica concernente le medicine e le pratiche non convenzionali sulla base di quanto contenuto nel presente documento.
L’inserimento nel registro dei medici chirurghi e degli odontoiatri è subordinato
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assegna stampa su medicine e pratiche non convenzionali All'Associazione Pro Chiropratica Italiana Alla cortese attenzione del Presidente Louise La Rue
Estratti di articoli e commenti ricevuti dalla redazione
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Gentile Presidente, ho letto casualmente un vecchio numero dell’interessantissima rivista dell’Ass. Pro Chiropratica italiana (dicembre 2001). Mia figlia ha diciannove anni e si è iscritta per l’anno 2002/2003 all’Anglo European College of Chiropractic di Bournemouth. Noi genitori abbiamo condiviso questa sua scelta nonostante il sacrificio di averla lontana per anni e il non indifferente onere economico che comporta un corso di studi all’estero. Sapevamo che non c’erano alternative (in Italia non esiste questo tipo di scuola) sapevamo anche che il titolo di laurea non era poi ufficialmente riconosciuto ma, quando ci siamo informati, ci avevano dato concrete speranze che in un futuro prossimo la materia sarebbe stata disciplinata e i diritti di chi aveva studiato seriamente sarebbero stati finalmente riconosciuti. Ed è con questo spirito di fiducia ed entusiasmo che mia figlia si accingeva a intraprendere i suoi studi. La scorsa settimana però abbiamo sentito una notizia data nel corso di un TG3 nazionale. L’argomento riguardava le cosiddette medicine alternative (omeopatia, agopuntura ecc.) e veniva citata tra le altre anche la Chiropratica. Il giornalista parlava di un non chiaramente specificato progetto di riordino della materia e il servizio chiudeva con la dichiarazione di un rappresentante dell’Ordine dei medici che diceva pressappoco così: “preso atto dell’esigenza di alcuni pazienti di scegliere un tipo di medicina che sia alternativa a quella tradizionale, ribadiamo la necessità assoluta che sia il laureato in medicina e chirurgia l’unico e il solo a poter erogare cure alternative a tutela e garanzia del paziente”. A me francamente è suonato come un riconoscimento della perdita di potere e di
“affari” da parte dei medici e un correre ai ripari a difesa della categoria. Secondo le sue informazioni è possibile che ci sia in cantiere un progetto di legge che miri a rendere di fatto fuori legge un chiropratico laureato in Chiropratica e non in medicina? Se così fosse mia figlia rischia di studiare per cinque anni in Inghilterra e una volta laureata di non poter più tornare nel suo paese a esercitare la professione, non solo perché come adesso il titolo non viene riconosciuto in Italia, ma perché non in possesso dell’unica laurea che questa proposta di legge considera valida. A questo punto sinceramente non so più cosa pensare e sono seriamente preoccupata per il futuro di mia figlia. Immagino che un problema che coinvolge un numero veramente limitato di professionisti (leggo nella vostra rivista di centosessanta membri più un’altra ottantina) sia una questione che a nessun legislatore interessi approfondire, mentre sappiamo tutti che la lobby medica è potente e ben appoggiata. Vi sarei veramente grata se mi poteste dare suggerimenti, consigli e aggiornamenti. Grazie ancora e auguri per la vostra rivista. Anna Bertonazzi
Intervista a Daniel Rigel, futuro studente in Chiropratica Daniel Rigel, 23, anni cittadino Italiano, laureato in Affari Internazionali attualmente sta concludendo un corso in scienze di base presso la Life University ad Atlanta, USA, per poter accedere alla facoltà universitaria di Chiropratica. D. Daniel, perché ti trovi ad Atlanta? R. Per poter diventare un chiropratico. L’iter formativo per diventare chiropratico è abbastanza complesso. In pratica bisogna qualificarsi per i requisiti minimi per poter accedere al Chiropractic College.
Nonostante i miei studi e la laurea mi mancavano alcuni esami in scienze la cui preparazione mi è stata offerta in un programma molto valido e razionale qui alla Life University. D. Mi puoi descrivere i corsi che stai facendo? R. Sono tutti collegati alla fisica, alla chimica sia organica che inorganica e alla biologia. Comprendono esperienze in laboratorio, requisito che mi ha costretto a studiare all’estero in quanto non offerto nel sistema universitario Italiano. D. Dopo questo cos’altro devi fare? R. Devo seguire 4800 ore di lezioni con frequenza obbligatoria consistente in 2/3 di formazione teorica per esempio in anatomia, fisiologia, patologia clinica, diagnostica clinica e per immagini, ecc. il resto delle ore comprendono il necessario tirocinio ed esperienza clinica. Il corso completo è diviso in 10 quadrimestri, quindi ai normali ritmi di studio avrò bisogno di almeno 5 anni di studio per completarli. Alla fine di questo spero di poter ottenere la laurea come Doctor of Chiropractic. A quel punto sarò in grado di sostenere gli esami di abilitazione per poter esercitare come chiropratico. Mi piacerebbe ulteriormente poter insegnare una volta tornato in Italia per cui dovrò fare altri due anni di studi nel sistema universitario britannico per acquisire il titolo di Master in Chiropractic. D. Quindi pensi di tornare in Italia per esercitare come chiropratico o no? R. Sì, ma vorrei contribuire in qualche maniera affinché questo iter formativo sia messo a disposizione anche in Italia. D. Sei al corrente che l’Ordine dei Medici in Italia ha dichiarato che la Chiropratica è un “atto medico” e pertanto può essere eserci-
tata soltanto dai laureati in medicina e odontoiatria. Non pensi che il tuo futuro titolo di studio sia in pericolo? R. No, io so con certezza che con i titoli e la competenza che sto per acquisire in questi prossimi anni di studi sarò legalmente in grado di esercitare in numerosi paesi della Unione europea e perciò per quale motivo non potrò praticare nel mio paese natale? Forse mi “allargo” un po’ ma interessandomi sempre di politica mi viene di pensare che certe correnti all’interno dell’Ordine dei Medici possano aver un interesse particolare se riuscissero a “impossessarsi” della Chiropratica. Mi sono invece piaciuti molto i commenti del Ministro Sirchia in quanto non mi è sembrato molto convinto sulle linee guida stabilite dalla Federazione sulle cosiddette medicine non convenzionali e tutto sommato ha dato sostegno alla mia tesi dicendo che “dobbiamo confrontarci con il resto dell’Europa ed entrare in una competizione internazionale”. Articolo pubblicato su “Metro” del 21-05-02, quotidiano distribuito gratuitamente a Milano. I medici scoprono le terapie naturali. La classe medica italiana, una tra le lobby più potenti del mondo, ha conseguito un nuovo risultato. Alcune terapie, come la Chiropratica, la medicina ayurvedica e altre, sono state dichiarate di esclusiva pertinenza medica in Italia. Quindi, cari terapeuti, potete chiudere bottega e cari pazienti finora ben curati e soddisfatti, non potrete più andare dal vostro terapeuta; nonostante il fatto che a certe terapie la medicina ufficiale in Italia non ci abbia mai creduto, ora per ragioni di portafoglio ci crede. Cari pazienti, anche se non siete rimasti soddisfatti motivatamente dai medici, preparatevi a tornarci, perché ora siete obbligati e come al solito le parcelle saranno salate. Un lettore
Articolo pubblicato su “La Stampa” del 08-06-02, quotidiano nazionale. Il business delle medicine alternative Ho letto che l’Ordine dei Medici riunito a Terni ha deciso di appropriarsi della medicina “alternativa” che tanto aveva criticato in passato. Perché? Per tutelare i malati? Non credo. Credo invece che la sempre maggiore affluenza (ovvero fuga) di pazienti verso queste medicine abbia allarmato i medici sul pericolo di una notevole perdita di mercato. Secondo me l’Ordine dei Medici avrebbe fatto meglio ad analizzare perché 9 milioni di italiani si sono allontanati dalla medicina tradizionale. Vorrei parlare (per esperienza diretta come paziente) di una di queste discipline: la Chiropratica ossia la sistemazione manuale dei problemi della colonna vertebrale. In Italia non esiste né un corso di laurea in Chiropratica né una scuola di specializzazione post universitaria dopo la laurea in medicina e chirurgia. All’estero per diventare “dottore in Chiropratica” è necessario un corso di laurea di 5 anni che prevede 5000 ore di teoria e pratica. Allora mi chiedo: come può essere in grado un medico italiano, che in 6 anni di università ha studiato tutta la medicina e non ha fatto nessun corso in questa specializzazione, di esercitare come chiropratico? Noi pazienti dovremmo pretendere che i medici italiani conseguano una laurea in questa disciplina. Oppure l’Ordine dei Medici ha intenzione di legalizzare quei corsi della durata di un weekend che alcune losche organizzazioni già offrono ai medici? Mi chiedo inoltre, qualora fosse istituita una vera scuola, chi insegnerà questa disciplina? Forse qualche vero dottore in Chiropratica che ha conseguito una laurea all’estero - laurea che fino a oggi in Italia non è stata riconosciuta come tale, ma soltanto tollerata - e che tra poco, secondo l’Ordine dei Medici, non potrà più esercitare? Credo che un preciso dovere dell’Ordine dei Medici sia
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quello di mettere il paziente in condizioni di essere curato da veri “dottori” in Chiropratica e non medici generici che si procurano una superficiale infarinatura su questa disciplina che in questo momento è molto trendy e quindi sicura fonte di guadagno. Claudia Midulla, Roma
Articolo pubblicato sul “Corriere della Sera” del 17-06-02, quotidiano nazionale. Le cure alternative prescritte dal 40% dei medici di famiglia “Piena libertà di terapia ma dopo aver informato il malato” ROMA - “Dottore, e se mi curassi con l’omeopatia?” Non è raro che i medici di famiglia, per istituzione i più vicini al paziente, si sentano rivolgere la domanda, specie quando hanno a che fare con patologie lievi e croniche. La FIMMG, la federazione che rappresenta i “generalisti”, non ha dettato linee di indirizzo sulle terapie non convenzionali. Ha lasciato agli iscritti libertà di scelta “purché il malato riceva tutte le informazioni necessarie”. È esplicito Giacomo Milillo, vicesegretario nazionale FIMMG: “Non abbiamo pregiudizi. L’assistito, però, deve sapere quali probabilità di successo ha la cura. Diciamo sì a un uso corretto e responsabile che tenga conto della grande richiesta da parte delle famiglie”. Secondo Milillo, oggi il 40-50% dei colleghi prescrivono regolarmente, o saltuariamente, almeno una delle medicine non convenzionali (Omeopatia, Fitoterapia e Agopuntura le più diffuse) che noi “preferiremmo chiamare complementari. Devono integrarsi con i farmaci e gli interventi tradizionali”. La voce della FIMMG partecipa al dibattito scaturito da un articolo pubblicato dal “Corriere”, a firma di Giuseppe Remuzzi. Il nefrologo ha criticato la decisione con cui la FNOMCeO, la Federazione degli Ordini dei Medici, ha riconosciuto come atto medico nove delle discipline non ufficiali purché vengano utilizzate solo da laurea8
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ti in Medicina e Odontoiatria. “Manca l’evidenza scientifica di efficacia”, sostiene Remuzzi. La sua tesi è stata sottoscritta anche dai premi Nobel Dulbecco e Montalcini e da altri 35 scienziati. È d’accordo con loro Alessandro Liberati, direttore del Centro Cochrane Italiano, organizzazione internazionale che valuta l’utilità degli interventi medici sulla base delle informazioni disponibili: “Sono state individuate 9 pratiche alternative da salvare e ricondurre sotto il controllo dei laureati. È assurdo però fare di tutta l’erba un fascio e ignorare lo sforzo dei ricercatori di distinguere le tecniche che possono portare benefici da quelle inutili. Fitoterapia e ayurvedica sono scientificamente superate e tutt’altro che esenti da rischi. L’agopuntura è, invece, efficace in condizioni cliniche ristrette e selezionate”. Irritati per altre ragioni, chiropratici e osteopati. Il presidente dell’associazione, Eddy Pellissier, replica che “non sono semplici terapie, ma hanno il riconoscimento legislativo di professioni sanitarie primarie, autonome e indipendenti da quella dei laureati”. Secondo un’indagine dell’agenzia sanitaria della Toscana, la regione dove alle cure dolci ricorre il 22% della popolazione, le più gettonate sono Omeopatia, Agopuntura e Fitoterapia. I pazienti hanno 25-40 anni, soprattutto donne di cultura medio alta. Nella maggior parte dei casi dietro la loro scelta c’è l’avallo del medico di famiglia. “La gente è consapevole dei limiti di queste cure – dice l’epidemiologa Eva Buiatti. – Le richiedono per trattare malattie dolorose e croniche. Nessuno si illude che possano produrre miracoli.” Margherita De Bac
Articolo pubblicato su “Il Mattino” del 19-05-02, quotidiano nazionale. Omeopatia e agopuntura medicine riconosciute Dopo due decenni di “chiusura”, la medicina tradizionale ha detto sì a quella alternativa. La FNOMCeO
(Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri) ha approvato, infatti, un documento che detta i criteri generali che sanciscono questa apertura. L’ingresso della medicina alternativa, come cura ufficialmente riconosciuta, ha paletti ben definiti. Primo su tutti: l’esercizio delle medicine e delle pratiche non convenzionali deve spettare solo al medico. La medicina, sottolinea il documento, è e rimane un atto medico esercitato da un medico. Nessuno spazio dunque per improvvisazioni e medicamenti la cui efficacia non sia provata scientificamente. Si tratta di una svolta storica, dato che attualmente sono circa dieci milioni gli Italiani che si curano con la medicina alternativa. Secondo le nuove regole firmate dalla federazione, le medicine e pratiche che potranno essere integrate nella medicina tradizionale saranno nove: agopuntura, fitoterapia, medicina ayurvedica, medicina antroposofica, omeopatia, medicina tradizionale cinese, omotossicologia, osteopatia e Chiropratica.
Lettera aperta di un chiropratico (iscritto anche all’Associazione Chiropratica Francese) I nostri diritti in materia di sanità pubblica A differenza dell’Italia, nel passato, in Francia tre decreti successivi hanno regolamentato la Chiropratica sul piano dell’esercizio professionale come su quello dell’insegnamento: 1) il decreto n. 53-92 dell’11 febbraio 1953 che ne ha integrato l’insegnamento nelle facoltà e università di medicina. 2) Il decreto n. 62-106 del 18 gennaio 1962 che ha modificato il codice della sanità pubblica all’articolo 319, disponendo che la Chiropratica diventasse un atto medico riservato unicamente a dottori in medicina diplomati in Francia. Dopo più di quarant’anni questi testi sono rimasti lettera morta nelle università francesi a causa
della mancanza di mezzi pedagogici e di professori specializzati. Inoltre, questa legislazione non è stata portata a compimento nella misura in cui le cure chiropratiche non sono mai state riconosciute né rimborsate dal Sistema Sanitario Nazionale. Di fronte a questa situazione di doppio scacco, il dottor Bernard Kouchner, ex Ministro della sanità, ha fatto votare: 3) la legge n. 2002-303 del 4 marzo 2002 relativa ai diritti degli ammalati e alla qualità del sistema della Sanità pubblica. Riprendendo la regolamentazione già esistente, egli ha riconosciuto il titolo professionale di chiropratico, dando finalmente la possibilità a dei diplomati, seppur non medici, di esercitare liberamente la loro professione, e attribuendo valore pieno ai diplomi di Chiropratica emessi da Istituti di formazione, persino stranieri, riconosciuti per decreto. In Italia, considerando la necessaria armonizzazione delle legislazioni sociali dei paesi dell’UE, e nell’ottica di una più forte integrazione in materia di salute, è necessario opporsi immediatamente, e a ogni costo, alla proposta di legge sulle medicine non convenzionali che dovrebbe essere presentata in Parlamento per iniziativa della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO). Questa proposta di legge va in direzione opposta alla recente esperienza di apertura democratica francese e a quella degli altri paesi europei come l’Inghilterra, la Danimarca, il Belgio, la Svezia, la Norvegia, la Finlandia o ancora la Svizzera, per quanto riguarda lo statuto ufficiale dei chiropratici non medici, considerati come terapeuti indipendenti e di primo contatto. Questo tentativo di OPA, gratuito e abusivo, lanciato dalla FNOMCeO il 17 maggio 2002, in occasione del Congresso di Terni, non tiene minimamente conto del diritto e delle libertà del paziente di scegliere la propria terapia e il proprio terapeuta che egli sia medico o meno.
Ecco perché i mass-media e le unioni dei consumatori debbono intervenire e denunciare con forza, con ogni mezzo lecito, questo tentativo di appropriarsi del monopolio delle cure non convenzionali da parte solamente dei rappresentanti della medicina tradizionale pur non avendo seguito un iter di studi completo in questa materia. Gilbert Meyronet, DC
Articolo pubblicato sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 19-05-02, quotidiano nazionale. “Sì alla medicina alternativa” Gli Ordini dei Medici: ma esercitata da laureati La medicina tradizionale ha detto sì a quella alternativa. Ieri pomeriggio la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha approvato un documento che detta i criteri che sanciscono questa apertura: l’esercizio delle medicine non convenzionali deve spettare solo al medico. Medicine e pratiche integrate nella medicina tradizionale saranno solo nove: agopuntura, fitoterapia, medicina ayurvedica, medicina antroposofica, omeopatia, medicina tradizionale cinese, omotossicologia, osteopatia e Chiropratica. Richiesto l’intervento del Parlamento per una legge ad hoc. Medicina non convenzionale in cerca di accreditamento al riparo da truffe, imbonitori, sfruttatori. Isadore Rosenfeld, clinico medico della Cornell University (Usa), di recente ha detto: “Prima di bocciare l’omeopatia soffermiamoci sui meccanismo di vaccini e desensibilizzazione… per l’OMS è espressione legittima della medicina tradizionale; … può ricorrere all’agopuntura chi ha mal di schiena… affidandosi a esperto qualificato”. Questo è il problema. Le due metodiche (e altre) possono entrare nell’armamentario della terapia o profilassi di alcune patologie ma chi le prescrive o somministra deve sapere tutto di
quella malattia e di ogni possibile terapia. L’incertezza regna sovrana mentre pseudoscienza e discipline eterodosse dilagano con rischio sociale nel riflusso di irrazionalità che spinge ad abbandonare terapie valide per illusioni miracolistiche. Ben venga la chiarezza cominciando dalla comunicazione chiara, si dia corso all’utilizzazione dei benefici che le medicine eretiche possono dare. Ma non le si lasci nelle mani di affaristi e ciarlatani. È la linea che “La Gazzetta” ha sempre raccomandato. Nicola Simonetti
Lettera aperta di un chiropratico (iscritto anche all’Ordine dei Chiropratici britannico) Egr. Presidente Louise La Rue, La mia esperienza in Gran Bretagna, dove sono iscritto all’Ordine dei Chiropratici (General Chiropractic Council) è che la maggior parte di medici ha sostenuto la proposta di legge per affermare la Chiropratica come professione sanitaria primaria e autonoma. Io penso che qui in Italia la maggioranza dei medici siano sostenitori della Chiropratica e altre professioni sanitarie alternative. Trovo l’iniziativa della FNOMCeO di appropriarsi delle professioni sanitarie alternative bizzarra, improvvisata e in contraddizione con loro precedenti iniziative che sostenevano la collaborazione tra le nostre professioni! 1) In precedenza la FNOMCeO aveva pubblicato un articolo (30/06/1994) che includeva le conclusioni del rapporto redatto nel 1979 dalla Commissione governativa neozelandese: “I chiropratici sono gli unici professionisti nel campo della salute indubbiamente preparati, in considerazione del loro studio e addestramento pratico, a effettuare terapia manuale vertebrale. […] I medici generici e i fisioterapisti non hanno un addestramento adeguato in terapia manuale vertebrale, benché alcuni abbiano acquisito
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una certa abilità dopo la laurea. […] Nel pubblico interesse, e nell’interesse dei pazienti, non devono esservi impedimenti a una piena collaborazione professionale tra professionisti chiropratici e medici.” Infatti, numerosi medici di base in tutt’Italia collaborano ogni giorno con chiropratici per il beneficio dei pazienti. La mia impressione è che i 103 presidenti provinciali degli Ordini dei Medici non siano “sintonizzati” con i loro colleghi meno importanti, come può facilmente accadere con un organizzazione cosi grande con centinaia di migliaia di membri, con tanti altri interessi e iniziative da promuovere. L’Italia è ricca di esempi di collaborazione tra medici e professionisti di altre discipline sanitarie: un esempio è “International Association for Posture and Neuro-Occlusal Research” (IAPNOR). Qui collaborano medici, osteopati e chiropratici a beneficio dei pazienti. Perché i 103 Presidenti provinciali degli Ordini dei Medici vogliono impedire tali iniziative? Secondo me, solo per sbaglio, disguido o mancanza di sensibilità e comprensione e aggiornamento nella materia. 2) Il fatto che FNOMCeO ritenga opportuno appoggiare una proposta di legge che riserva la pratica di professioni sanitarie solo a medici e odontoiatri contraddice la posizione sostenuta davanti alla Commissione Affari Sociali, il 25 giugno 2002: “Giuseppe Palumbo, presidente, richiamata l’importanza assunta dalle medicine non convenzionali, osserva come si sia evidenziata una differenza di orientamenti in ordine ai soggetti chiamati a esercitare quelle pratiche terapeutiche. Al di là della necessità di adeguati controlli e dell’urgenza di una regolamentazione della materia, ormai inderogabile per ovviare ai troppi abusi, si tratta quindi di definire chi possa esercitare le medicine non convenzionali. A tale proposito 10
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ritiene che per il medico laureato potrebbe essere prevista una specializzazione affidata a una formazione specifica, mentre per coloro i quali siano privi di un titolo di laurea potrebbe essere istituito un apposito corso di laurea”. Quindi, già la posizione “integralista” della FNOMCeO del maggio 2002 è stata addolcita dal dott. Palumbo: i medici devono specializzarsi per diventare chiropratici, come negli altri paesi, con almeno 3 anni accademici (non le 300 ore part-time come riferito dalla stampa); chi è privo di una laurea deve laurearsi; quindi si conclude che intende che chi è già laureato secondo standard internazionali è qualificato per curare i pazienti. 3) Un’iniziativa da applaudire della FNOMCeO è quella di costituire una banca dati sulla legislazione internazionale. Così diventerà evidente come in altri paesi, per esempio USA e UK, un medico che vuole laurearsi in Chiropratica deve frequentare una facoltà di Chiropratica accreditata dall’European Council on Chiropractic Education (ECCE) per tre anni accademici (a tempo pieno). La facoltà di Chiropratica prevede 4800 ore di lezione contro le 4667 ore previste per la facoltà di medicina. Uno studente di Chiropratica frequenta in media 200 ore in più di anatomia e 60 ore in più di fisiologia rispetto a uno studente di medicina (Coulter, I. et al., “A comparative study of chiropractic and medical education”, Alternative Therapies 1998;4(5):64-75). 4) Trovo curioso il fatto che la FNOMCeO suggerisca di creare una banca dati sulla legislazione internazionale sulla Chiropratica DOPO avere già formulato una proposta di legge in Italia. Sicuramente una “svista” comprensibile da parte dei Presidenti degli Ordini dei Medici, dati i tempi stretti che hanno avuto per formulare il testo durante un weekend a Terni nel maggio scorso. Ecco perché ho il sospetto che l’ini-
ziativa sia stata praticamente improvvisata. Sarebbe stato opportuno aggiornarsi sull’argomento prima di esprimersi, come medici e chiropratici fanno nel mondo scientifico e in ambito clinico. La stessa metodica che si usa nel campo clinico, in altre parole aggiornamento continuo a beneficio del paziente, adeguamento agli standard e protocolli scientifici internazionali, è stata trascurata nel preparare insieme il loro documento. L’Associazione Italiana Chiropratici ha un archivio di documenti internazionali già tradotti, ma purtroppo la collaborazione tra l’Ordini dei Medici e l’Associazione Italiana Chiropratici non rispecchia la collaborazione quotidiana a livello clinico tra chiropratici e medici. 5) Che la Chiropratica sia stata scientificamente accreditata come una professione sanitaria primaria (come contemplato dalla FNOMCeO) è evidente da numerose pubblicazioni mediche, tra cui il British Medical Journal e gli Annals of Internal Medicine. Su Spine, nel 2001, Koes et al., nell’articolo “Clinical Guidelines for the management of low back pain in primary care. An international comparison”, descrivono come la Chiropratica e la manipolazione vertebrale siano indicate come l’approccio più adeguato per la lombalgia nei seguenti paesi: USA, Nuova Zelanda, Finlandia, UK, Svizzera, Germania, Danimarca e Svezia. Tutto sommato l’iniziativa della FNOMCeO è stata complementare alle iniziative dell’AIC. È stata evidenziata la mancanza di legislazione per la Chiropratica. C’è stato un vivace dibattito sulla stampa a favore del riconoscimento della Chiropratica come professione sanitaria primaria e autonoma, con l’obiettivo principale di beneficiare i pazienti, tramite una legislazione che garantisca chiropratici qualificati secondo standard internazionali riconosciuti. Distinti saluti, Baiju A. Khanchandani, DC (UK), CCSP (USA)
thumper D I S S O LV E T E N S I O N E M U S C O L A R E E S TA N C H E Z Z A • R I L A S S A E R I N V I G O R I S C E • A I U TA A L E N I R E I L M A L D I S C H I E N A E L E C E FA L E E D OV U T E A I P R O B L E M I C E RV I C A L I • PA R AG O N A B I L E A L L A S E N S A Z I O N E D I BENESSERE DI UN MASSAGGIO PROFESSIONALE
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P Reed B. Phillips D.C., PhD Presidente del LACC (Los Angeles Chiropractic College)
Vice Presidente del CCEI (Council Chiropractic Education International)
Una breve storia della Chiropratica dalla nascita a oggi Evoluzione e maturità di una professione scientifica, autonoma e indipendente
Il Palmer College a Davenport, Iowa
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er capire la Chiropratica Chi è, cosa studia e cosa vuole il Chiropratico Molto di rado la nascita di una nuova idea o di una nuova organizzazione è la conseguenza di un evento singolare. Eppure, la nascita di questa nuova professione, la Chiropratica, ha una data e un luogo ben precisi: il 18 settembre 1895 a Davenport, nell’Iowa. Daniel David Palmer pose le mani su di una protrusione irregolare della colonna vertebrale di Harvey Lillard e con una poderosa spinta ne ridusse l’irregolarità. Dopo l’intervento di Palmer, Mr. Lillard affermò di poter “sentire i carri nella strada”, cosa che non poteva fare prima del trattamento (Palmer, 1910). Sul finire del XIX secolo, nell’America contadina la medicina era più una forma d’artigianato che un’arte. L’integrazione della scienza nei metodi terapeutici e nella pratica medica era decisamente carente, come testimoniato dalla severa condanna delle facoltà di medicina contenuta nel noto Rapporto Flexner (Flexner, 1910). Il consolidamento della “autorità culturale” (Starr, 1982) dei medici allopatici non era ancora compiuto, e c’era la concorrenza di
numerosi magnetoterapisti, erbalisti, guaritori, conciaossa e omeopati. La crescita delle medicine alternative andava di pari passo con il revivalismo nelle pratiche religiose e si riteneva fosse la controparte fisiologica al perfezionismo teologico del tempo (Fuller, 1989). Questo crogiolo confusionario, pieno di vitalismo e magnetismo, sanguisughe e bisturi, tinture e cataplasmi, era il terreno fertile per il pensiero creativo e la nascita di nuove idee. D.D. Palmer e la Chiropratica erano, almeno in parte, un prodotto del loro tempo. Nell’America d’inizio secolo, i medici allopatici guadagnarono quella superiore “autorità culturale”, insieme al rispetto di coloro che influenzavano i processi decisionali. L’opposizione alle medicine alternative crebbe di conseguenza. Il medico allopatico accusava il dottore in Chiropratica di praticare l’attività medica senza la necessaria licenza. Il dottore in Chiropratica ribatteva che la Chiropratica e la pratica medica erano cose assai distinte. Per sottolineare la differenza, la comunità chiropratica sviluppò per il proprio metodo un lessico e principi a essa peculiari (Keating, 1989). Il metodo della medicina, con la ricerca del processo patologico, la relativa classificazione e la prescrizione della cura era diverso dalla ricerca chiropratica di un’interferenza nel sistema nervoso che fosse sia causa remota, che non immediata, di una disfunzione e della malattia. Il dottore in Chiropratica rifiutava usare medicamenti e farmaci e non adottò mai la pratica chirurgica. La Chiropratica era concepita come un metodo di cura naturale, che attingeva alle forze di recupero del corpo stesso. Nonostante il conflitto caratterizzasse buona parte dei rapporti tra la medicina istituzionale e la Chiropratica, questa polarizzazione riguardava soprattutto questioni economiche, politiche e giuridiche piuttosto che i rapporti clinici. Basti pensare che D.D. Palmer attribuiva a un medico, Jim Atkinson, il merito di avergli
insegnato le tecniche di manipolazione delle ossa in altre culture (Palmer, 1910, p. 789). G.H. Patchin, MD, era il medico che aiutò Palmer nella stesura del suo libro, The Chiropractic Adjuster, e non possiamo ignorare che un terzo della prima classe di laureati in Chiropratica erano medici (Palmer, 1910; Gibbons, 1981). Dopo la pubblicazione del Rapporto Flexner (1910), la disciplina medica consolidò e rinsaldò la propria posizione nella società. In tal modo, sia l’insegnamento che la ricerca medica ottennero il sostegno finanziario del governo federale e di fondazioni private. In un primo momento, i fondi federali furono destinati al finanziamento dell’assistenza medica ai veterani di guerra, e successivamente agli anziani e ai disabili. Al contrario, l’insegnamento della Chiropratica restava un’attività a pagamento, con scarsi mezzi e senza aiuti esterni per la ricerca. Nel tentativo di sopprimere la Chiropratica, la medicina ufficiale incoraggiò la regolamentazione della pratica medica, immaginando che il minore livello d’istruzione conseguito nelle scuole di Chiropratica avrebbe impedito a coloro che vi si erano laureati di superare gli State Board Licensing Exams, gli esami di abilitazione (Gevitz, 1988; Wardwell, 1992). L’introduzione dei Basic Science Boards, le commissioni esaminatrici per le materie scientifiche di base, sostenuta dalla professione medica nel 1925, rappresentava un ulteriore ostacolo per il laureato in Chiropratica, proprio per l’assenza di tali materie nei loro programmi di studi. Ma le scuole di Chiropratica reagirono: potenziarono le proprie strutture educative, ampliando i programmi di studi e impiegando docenti di livello universitario per l’insegnamento delle materie scientifiche di base. I chiropratici iniziarono così a superare gli esami dei Basic Science Boards. L’impegno al miglioramento della qualità delle proprie strutture educative, condusse infine alla creazione di un ente specifico per il riconoscimento delle facoltà di Chiropratica, il Council on Chiropractic Education
(CCE), che nel 1974 ottenne il riconoscimento federale dal Ministero dell’Istruzione. Fu quest’istituzione a definire gli standard minimi essenziali sia per i programmi di studi sia per le norme di ammissione. Le scuole che non furono in grado di adeguarsi agli standard del CCE, furono costrette a chiudere. Nel 1995, tutti i college di Chiropratica avevano ottenuto il riconoscimento del CCE. Proprio come aveva fatto il Rapporto Flexner sulle università di medicina, il CCE produsse un innalzamento della qualità dell’insegnamento in molte scuole di Chiropratica. Fino a tempi recenti, la Chiropratica è stata accusata dalla medicina allopatica di essere un culto ascientifico, non
D.D. Palmer, fondatore della Chiropratica
corredato da studi e ricerche a sostegno della propria efficacia (Keating, 1993; Wardwell, 1992). La ricerca era effettivamente stata trascurata durante i primi anni di vita della professione. Senza finanziamenti per la ricerca e per le strutture degli istituti di insegnamento a pagamento, le limitate risorse dei primi college erano concentrate sulla qualità dell’insegnamento, piuttosto che sulla creazione delle basi scientifiche della professione. Poco a poco però, iniziarono a vedersi segni incoraggianti: Watkins, Weiant, Higley, Illi, e Janse, tra gli altri, trovarono la soluzione degli inspiegati successi del trattamento e compresero come una solida base di ricerca fosse l’arma da usare per confutare le accuse degli avversari. La creazione
della Foundation for Chiropractic Education and Research (FCER) ha dato l’impulso necessario a questa cultura della ricerca. Oltre a sostenere i lavori di ricerca, la fondazione, ha avviato nel 1977 un programma di finanziamento per la formazione di ricercatori chiropratici. Ormai esiste un consistente gruppo di pensatori critici nella professione e un crescente numero di ricercatori esterni alla professione impegnati nello studio della Chiropratica. Nel 1996, i fondi del governo federale per la ricerca sono stati concessi a quattro college di Chiropratica. In questi ultimi anni, è inoltre cresciuta la collaborazione tra i chiropratici e la comunità scientifica e clinica sui temi della formazione, della ricerca e della pratica clinica (Mootz, 1995). Ormai comuni sono gli studi polispecialistici, così come le collaborazioni editoriali e tecniche, i programmi di ricerca comuni e l’appoggio di dottori in medicina a chiropratici nelle vertenze giudiziarie (Mootz, 1995). Ora che la professione è sempre più coinvolta in studi critici e concentrata sul proprio perfezionamento, è ancora più difficile applicare alla Chiropratica la definizione di culto ascientifico. La ricerca ha dimostrato che la manipolazione, uno dei principali metodi terapeutici del dottore chiropratico, è efficace nel trattamento delle lombalgie acute (Shekelle, 1992). La menzione della manipolazione tra i trattamenti raccomandati dalle linee guida delle autorità federali per la cura delle lombalgie acute, altro non è che il risultato degli studi di ricercatori sia esterni che interni alla Chiropratica (Bigos, 1994). La ricerca, ormai impegnata nella valutazione del ricorso al trattamento chiropratico anche per altre situazioni cliniche, svelerà le potenzialità e anche i limiti della Chiropratica, stimolando rapporti interdisciplinari che miglioreranno il trattamento generale del paziente. Ci sono voluti 100 anni di sforzi autonomi, con il solo aiuto del finanziamento interno, per portare la Chiropratica nei sistemi sanitari generali. Con l’inserimento nel mondo
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della sanità ufficiale, le questioni del ruolo e degli scopi della prassi chiropratica sono ormai d’estremo interesse. La Chiropratica è un’alternativa alla medicina? È possibile pensare a un ruolo complementare, inserito in
un sistema sanitario collaborativo? La Chiropratica dovrebbe rimanere una professione separata e distinta oppure dovrebbe cercare di essere inglobata nella medicina come sottospecializzazione nelle affezioni muscoloscheletri-
LA STORIA DELLA CHIROPRATICA
che? L’insegnamento della Chiropratica dovrebbe cercare di appoggiarsi alle grandi università che ospitano corsi di medicina? Le risposte a queste domande forniranno le direttive per gli sviluppi futuri dell’esercizio e dell’insegnamento della Chiropratica.
1895 - D.D. Palmer inizia la sua attività come “chiropratico”. 1897 - Apre la Palmer School of Chiropractic, la prima istituzione di insegnamento della Chiropratica. 1905 - Il Minnesota diventa il primo stato della federazione americana a riconoscere e autorizzare l’esercizio della Chiropratica. La Louisiana sarà l’ultimo, nel 1974. 1923 - L’Alberta diviene la prima provincia del Canada che autorizza l’esercizio della professione chiropratica. Segue l’Ontario nel 1925. Terranova sarà l’ultima, nel 1992. 1933 - Nasce il Council of State Chiropractic Examining Boards degli Stati Uniti, incaricato di fornire degli standard uniformi da adottare per il riconoscimento della professione. Nel 1974 è ribattezzato Federation of Chiropractic Licensing Boards (FCLB). 1939 - Il Cantone di Zurigo, in Svizzera, è la prima giurisdizione non americana ad autorizzare l’esercizio della professione chiropratica. 1944 - Nasce la Foundation for Chiropractic Education and Research (FCER), che resta ancora oggi la principale fonte di finanziamento dei programmi di perfezionamento postlaurea e di ricerca. 1963 - Nasce il National Board of Chiropractic Examiners (NBCE) statunitense, fondato allo scopo di uniformare l’attività delle diverse commissioni esaminatrici degli stati. 1974 - Il Council on Chiropractic Education (CCE) statunitense è riconosciuto dal governo federale in qualità di ente preposto al riconoscimento delle scuole di Chiropratica. A questo fanno seguito la nascita di organismi analoghi e a esso collegati: in Canada, Europa e Australia/Nuova Zelanda. 1979 - È pubblicato il rapporto della commissione neozelandese di indagine sulla Chiropratica “Chiropractic in New Zealand”. Si tratta della prima Commissione governativa che faccia uso di una procedura squisitamente giudiziaria, con la raccolta di testimonianze giurate e contro-interrogatori di pazienti, chiropratici, medici e altri soggetti sul ruolo della professione chiropratica. Le conclusioni dei lavori della Commissione raccomandano vivamente il ricorso ai servizi chiropratici e una maggiore collaborazione da parte del mondo della medicina. Il rapporto ha un notevole impatto internazionale.
Bigos S, Bowyer O, Braen G et al., “Acute Low Back Problems in Adults. Clinical Practice Guideline No. 14”, AHCPR Publication, N. 95-0642, Rockville, MD Agency for Health Care Policy and Research, Public Health Service, U.S. Department of Health and Human Services, dicembre 1994. Flexner A, Medical Education in the United States and Canada, Carnegie Foundation for the Advancement of Teaching, New York, NY 1910. Fuller RC, Alternative Medicine in American Religious Life, Oxford University Press, New York, NY 1989. Gevitz N, “‘A coarse sieve’: basic science boards and medical licensure in the United States” in J Hist Med & Allied Sci, 43:36-63, 1988. Gibbons RW, “Physician-chiropractors: medical presence in the evolution of chiropractic” in Bull Hist Med, 55(2):233-45, 1981. Keating JC, Mootz RD, “The influence of political medicine on chiropractic dogma: implications for scientific development”, in J Manipulative Physiol Ther, 12(5):393-8, 1989.
1987 - È emessa la sentenza definitiva del caso Wilks contro l’American Medical Association, che apre la strada a una più ampia collaborazione tra medici e chiropratici nei settori dell’insegnamento, della ricerca e dell’esercizio professionale negli Stati Uniti, e di conseguenza in tutto il mondo.
Keating JC, Rehm WS, “The origins and early history of the National Chiropractic Association”, in J Can Chiropr Assoc, 37(1):27-51, 1993.
1988 - Nasce la World Federation of Chiropractic (WFC). La WFC, che accoglie tra i suoi membri le associazioni di chiropratici di oltre 70 paesi, nel 1997 instaura rapporti ufficiali con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in qualità di organizzazione non governativa o ONG.
Mootz RD, Haldeman S, “The evolving role of chiropractic within mainstream health care” in Top Clin Chiropr, 2(2):11-21, 1995.
1993 - Il Manga Report canadese, il primo rapporto promosso da un governo ed elaborato da economisti specializzati in politiche sanitarie sul rapporto costi-benefici dei servizi chiropratici, raccomanda un ampio ricorso alle cure chiropratiche per i pazienti affetti da lombalgie, in ragione della sicurezza e convenienza economica dei trattamenti e del favore dei pazienti, valutando in conclusione che tale approccio consente straordinari risparmi annuali sui costi diretti delle cure e sulle indennità di malattia.
Palmer DD, The Chiropractor’s Adjuster: A Textbook of the Science, Art and Philosophy of Chiropractic for Students and Practitioners, Portland Printing House, Portland, OR 1910.
1994 - Sia negli Stati Uniti (Agency for Health Care Policy and Research) che in Gran Bretagna (Clinical Standards Advisory Group) diversi gruppi di esperti sono incaricati dai governi dell’elaborazione, sulla base di prove scientifiche, di linee guida per il trattamento dei pazienti affetti da lombalgie. I rapporti di tali gruppi di esperti costituiscono la prima autorevole dimostrazione che la manipolazione è un trattamento di dimostrata efficacia per molte patologie. 1996 - Il governo statunitense intraprende ufficialmente il finanziamento di un programma di ricerca chiropratica. Per sostenere il programma, nel 1997 è istituito il Consortial Center for Chiropractic Research composto da scuole di Chiropratica, dipartimenti di ricerca universitari e agenzie governative federali, con sede presso il Palmer College of Chiropractic.
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BIBLIOGRAFIA
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Shekelle PG, Adams AH, Chassin MR, Hurwitz EL, Brook RH., “Spinal manipulation for low-back pain”, in Ann Intern Med, 117(7):590-8, 1992. Starr P, The Social Transformation of American Medicine, Basic Books Inc., New York, NY 1982. Wardwell WI, Chiropractic: History and Evolution of a New Profession, capitoli 6 e 8, Mosby Year Book, St. Louis, MO 1992.
COME SI DIVENTA CHIROPRATICI La strada che porta alla laurea di Dottore in Chiropratica non è, sfortunatamente, delle più facili essendo tutte le Università, situate all’estero. Generalmente lo studente che vuole seguire questo indirizzo è fortemente motivato ed è entrato in contatto con la Chiropratica, sia perché lui stesso paziente di Chiropratici, sia perché amico o conoscente di pazienti di Chiropratici. Attualmente, al futuro Chiropratico italiano non si presentano altre alternative che quella di frequentare una Università straniera (16 americane, 2 canadesi, 2 australiane, 3 inglesi, 1 giapponese, 1 danese, 1 francese) riconosciuta dal CCE (Chiropractic Council of Education). In tutte le suddette università l’insegnamento viene impartito in lingua inglese, fanno eccezione le Università danese, francese, giapponese e una delle due Università canadesi dove la lingua di base è il francese; il fatto che nella stragrande maggioranza la lingua di insegnamento sia l’inglese, che tutti i principali libri di testo siano in tale lingua e che il 90% dei Chiropratici siano anglofoni, porta il futuro chiropratico italiano a frequentare una delle Università dove l’insegnamento si svolge in inglese. Prima di potersi iscrivere all’Università di sua scelta, lo studente italiano deve conseguire un diploma di maturità (generalmente viene consigliato il liceo scientifico, in quanto si studiano le materie scientifiche di base,
come chimica, biologia, fisica ecc., materie che sono dei prerequisiti essenziali per poter essere accettati all’università) e deve dimostrare una buona conoscenza e padronanza della lingua inglese. Viene anche richiesta una lettera di raccomandazione da parte della Associazione Italiana Chiropratici. Il corso di laurea viene normalmente compiuto in sei anni accademici, (alcune eccezioni esistono in quanto, in alcune università, vi è la possibilità di frequentare anche le lezioni durante l’estate accorciando così la durata del corso), anni nei quali sono compresi anche il tirocinio all’interno delle cliniche chiropratiche universitarie. L’Associazione Italiana Chiropratici, nata circa 30 anni fa, conta attualmente 160 membri di cui solo 40 sono italiani; a questi Chiropratici bisogna aggiungerne un’altra ottantina che praticano in Italia ma non sono iscritti all’Associazione. In questo momento sono anche membri dell’Associazione 10 studenti italiani che stanno per terminare il corso di laurea in Chiropratica e che presto entreranno a fare parte del numero dei Chiropratici che offrono in Italia le loro prestazioni per la salute. PROGRAMMA UNIVERSITARIO CHIROPRATICO Queste sono le materie contenute nel programma che porta al conseguimento della laurea in Chiropratica. I programmi possono variare leggermente da Università a Università. MATERIE DI BASE chimi-
ca, fisica, biologia. MATERIE MEDICOBIOLOGICHE E MATERIE DI MEDICINA GENERALE Anatomia, neuroanatomia, embriologia, istologia, fisiologia, biochimica, anatomia patologica, patologia generale, farmacologia, microbiologia, igiene, medicina preventiva, radiologia, radiologia diagnostica, terapia fisica, riabilitazione, medicina generale, incluse pediatria e geriatria, neurologia, ortopedia, otorinolaringoiatria, dermatologia, psicologia generale. MATERIE CHIROPRATICHE Biomeccanica, medicina fisica, riabilitazione, ergonomia, trattamenti manuali, massaggi, medicina sportiva, prevenzione, materiali ed equipaggiamento chiropratici, Chiropratica (mantenimento), Chiropratica (prevenzione), internato, radiologia chiropratica, organizzazione professionale etica e legale, rapporti interprofessionali, aspetti sociali della Chiropratica, filosofia chiropratica.
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PROPOSTA DI LEGGE Nº 1605 RICONOSCIMENTO DELLA CHIROPRATICA COME PROFESSIONE SANITARIA PRIMARIA D’iniziativa del Senatore Antonio Tomassini Presentata il 12 luglio 2002 Onorevoli Colleghi! - Nel campo delle professioni sanitarie non può sfuggire all'attenzione del legislatore il crescente interesse dei cittadini per le nuove tecniche terapeutiche. Si rende necessario colmare urgentemente una grave lacuna normativa, la mancata regolamentazione della professione chiropratica, che permette il manifestarsi di molteplici fenomeni degenerativi quali l'abuso della credulità popolare, la indubbia ciarlataneria di operatori non qualificati, la nascita sul territorio nazionale di corsi di insegnamento che non offrono alcuna garanzia di serietà e sicurezza, tutto questo approfittando dell'attuale incertezza giuridica. La chiropratica sorge come professione libera e separata negli Stati Uniti d'America intorno all'anno 1890. Sorse come una professione di fatto separata, ma non ancora "alternativa" alla medicina tradizionale in generale, e soprattutto non ancora riconosciuta sul piano legislativo né da parte dello Stato federale né da parte della legislazione di qualche Stato membro. Si dice che The foundation for the modern chiropractic profession was laid in the sixties, ma giuridicamente solo nel 1974 l'Office of Education degli USA riconosce formalmente il Council on Chiropractic Education (CCE). Tale CCE e le sue istituzioni affiliate in Canada, Europa ed Australia/Nuova Zelanda provvedono al cosiddetto accreditamento internazionale delle agenzie per l'educazione chiropratica specificando uniform minimum educational standards: si tratta dei requisiti di ammissione nei vari colleges e dei programmi di formazione strutturati in sei anni di studi con il conseguimento finale della laurea in Chiropratica. L'educazione chiropratica, a seconda dei Paesi, viene a collocarsi in un siste16
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ma di organizzazione universitaria statale (per esempio in Australia e il Regno Unito), in un sistema misto di college privato affiliato ad una università statale (per esempio Regno Unito e Francia) oppure in un sistema di organizzazione di studi universitari di tipo privatistico in cui sono dominanti le istituzioni dei cosiddetti colleges (per esempio USA e Canada). I colleges sono a loro volta riconosciuti dall'ordinamento generale come pure riconosciuti sono i diplomi di laurea rilasciati dagli stessi istituti di educazione universitaria. Dopo gli USA, altri ordinamenti giuridici generali hanno legislativamente riconosciuto la professione di chiropratico: oltre a tutti gli Stati federati degli USA, anche tutte le province del Canada, Messico (Nord America) Panama, Venezuela (America Latina), Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong (Asia/Pacifico), Sud Africa, Botswana, Lesotho, Namibia, Swaziland, Zimbabwe (Africa), Cipro, Giordania, Arabia Saudita e Israele (Mediterraneo Occidentale), Svizzera (dove esistono specifiche leggi sanitarie dei singoli Cantoni), Liechtenstein, Norvegia, Svezia, Finlandia e più recentemente Danimarca, Gran Bretagna, Belgio e Francia (Europa) hanno ritenuto opportuno disciplinare la professione chiropratica. La professione di chiropratico, negli Stati in cui è legislativamente riconosciuta, si caratterizza per alcuni tratti comuni fondamentali: A - per essere professione primaria (cioè per laureati) comportante il diretto contatto con il paziente; B - per essere professione con il diritto e il dovere di diagnosi; C - per essere professione con il diritto di far uso della radiologia diagnostica. Negli stessi Stati e Canada è ammessa da parte dei pazienti la scelta del chiropratico come operatore sanitario alla medesima stregua del medico-chirurgo (nel nostro ordinamento, il medico di base convenzionato con l'unità sanitaria locale), ed il relativo costo è previsto e riconosciuto in tutto o in parte nella programmazione economica sanitaria nazionale. In alcuni Stati, a seguito di rapporti governativi d'indagine sulla chiropratica (ad esempio Nuova Zelanda, rapporto 1979; Australia, rapporto 1986; Svezia, rapporto 1987; Canada rapporti 1993 e
1999), si è rilevata la fondatezza terapeutica della chiropratica (le indagini hanno anche dimostrato minore onerosità dei costi di terapia), tanto da indicarla come efficace alternativa alla medicina tradizionale, tenuti presenti i rispettivi ambiti di competenza. Negli Stati Uniti le potenti organizzazioni sindacali delle professioni sanitarie scatenarono in passato una vera e propria battaglia giudiziaria per contrastare la crescita di favore e il successo che i chiropratici andavano acquistando sempre più nella società americana; peraltro tali vertenze giudiziarie hanno dato un esito favorevole e legittimante per la professione chiropratica. A seguito di questa sentenza due importanti novità si affacciarono nel campo della chiropratica: • I conflitti di una volta tra medici e chiropratici sono stati sostituiti dal rispetto reciproco e dalla cooperazione, incoraggiati dai precetti etici delle società mediche, quali il seguente: “Non esistono limitazioni di tipo etico o collettivo nei confronti di una piena collaborazione tra medici e chiropratici. Detta collaborazione include: invio di pazienti, associativismo professionale, partecipazione in qualsiasi sistema sanitario, trattamenti offerti nelle ed attraverso le strutture ospedaliere, scambio reciproco di studenti tra i diversi colleges, collaborazione nei programmi di ricerca o di aggiornamento professionale”. American College of Surgeons (1987) • si aprì la strada alla fondazione della World Federation of Chiropractic (WFC), federazione che raccoglie tra i suoi membri le associazioni di chiropratici di oltre 70 paesi. Per quel che riguarda l'Italia , dobbiamo dire che non esiste alcuna normativa statale circa la individuazione di un insegnamento universitario sotto il nomen di “chiropratica". Tale scienza e arte non risulta prevista quale materia di insegnamento né in una facoltà di medicina e chirurgia di un ateneo statale né di una università privata. Pertanto non si hanno né laureati né diplomati in chiropratica, tanto meno sussiste una qualche norma che faccia riferimento al personale medicosanitario includendovi la figura del chiropratico. Tuttavia, in Italia svolgono la loro attività "professionale" numerosi chiropratici.
Tale situazione dà origine due filoni di indagine-intervento: A. da parte dell'autorità amministrativa; B. da parte dell'autorità giudiziaria. Quanto all'autorità amministrativa, mentre il Ministero della sanità, costituita la commissione "per l'esame e lo studio dei problemi posti dall'attività dei chiropratici e per la formulazione di proposte ai fini di una disciplina del settore" che espresse un parere molto favorevole all'utilizzazione delle metodiche della chiropratica, a seguito anche di un parere espresso dal Consiglio superiore della sanità nella seduta del 21 luglio 1983 , sembrava voler trovare una soluzione più che altro in riferimento alla posizione dei chiropratici stranieri in Italia , le autorità locali, con in testa sindaci ed unità sanitarie locali, hanno ritenuto l'attività del chiropratico come "abusiva" in quanto coloro che la esercitano non risultano in possesso del titolo di abilitazione all'esercizio professionale e quindi in contrasto con l'articolo 100 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 . Una siffatta impostazione del tema o problema in questione risulta giuridicamente errata, come di seguito esposto. Per quanto concerne l'autorità giudiziaria, soprattutto per la giurisdizione penale in riferimento alla pretesa "abusività" della professione di chiropratico, la parola decisiva è stata pronunciata dalla Corte costituzionale con l'ordinanza n. 149 del 27 gennaio - 2 febbraio 1988. La fattispecie presa in esame dalla Corte quale giudice ad quem è quella delimitata dal giudice a quo: tre chiropratici statunitensi erano stati posti sotto processo penale per avere esercitato in Italia la professione di "chiropratici" senza essere in possesso della prescritta abilitazione dello Stato. Dal giudice a quo veniva sollevata questione di legittimità costituzionale dell'articolo 348 del codice penale, in riferimento all'articolo 25 della Costituzione, ritenendo che l'articolo denunziato - che è norma penale in bianco - mancasse "dei necessari riferimenti integrativi", in quanto, da una parte, gli atti abilitativi di doctor of chiropractic rilasciati negli Stati Uniti d'America non sono riconosciuti nella nostra Repubblica e , dall'altra, non esiste nel nostro Stato né un corso di laurea in chiropratica, donde il titolo di doctor in materia, né conse-
guentemente l'omologa abilitazione professionale, per cui non potrebbe applicarsi la norma penale di cui all'articolo 348 citato, senza violare l'articolo 25 della Costituzione. Tale impostazione del giudice a quo è stata totalmente disattesa dalla Corte ritenendo che il richiamo all'articolo 348 citato "risulta assolutamente inapplicabile" perché il fatto non è previsto dalla legge come reato, e la questione proposta "è del tutto irrilevante", e perciò "manifestamente inammissibile" . Secondo la Corte, è esatto che vi è "disinteresse della legge ordinaria" per la chiropratica e pertanto per il soggetto che esercita tale attività per cui, "non ha alcuna rilevanza che la chiropratica possa essere inquadrata nello schema delle professioni".
Se lo Stato è "assente" circa la chiropratica in termini di materia, cioè oggettivamente, non si vede come poi possa richiedersi una abilitazione all'esercizio di una professione che come tale giuridicamente non è individuata e disciplinata. D'altronde, l'articolo 2229 del codice civile affida alla legge la determinazione delle professioni per le quali è necessaria l'iscrizione in appositi albi o elenchi. Di fronte a tale assenza, dice la Corte, l'attività del chiropratico rientra e/o si inquadra sotto due normative costituzionali: • come un lavoro (professionale) tutelato ai sensi ex articolo 35, primo comma, della Costituzione, in tutte le sue forme ed applicazioni; • come un'attività di una iniziativa privata libera ex articolo 41 della Costituzione.
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Tali argomentazioni risultano de iure condito esatte. Esse, peraltro, non aiutano a risolvere i quesiti di fondo: • se la chiropratica è disciplina che merita ingresso nel novero degli insegnamenti universitari italiani; • se il doctor of chiropractic che lavora in Italia sia un professionista, cioè un "operatore sanitario" o, quanto meno, un lavoratore dedito alla cura della salute dei cives. La Corte, con l'ordinanza predetta, si limita a dirci che la professione di chiropratico non abbisogna né di speciale abilitazione né di iscrizione in appositi albi o elenchi. Ma non ci dice - e giustamente - che il ricondurre la professione di chiropratico sotto gli articoli 35 e 41 della Costituzione, significa negare che la professione di chiropratico sia oggi in Italia una professione inserita nel mondo sanitario e nel correlato sistema giuridico-normativo. In altri termini, se le professioni intellettuali e non, comunque gravitanti e/o incidenti sul mondo sanitario e, principalmente, nel campo della salute dei cives, sono disciplinate dalla legge ordinaria, la constatazione che l'attività del doctor of chiropractic non è, al contrario, disciplinata dalla normativa statale in materia sanitaria, sta a dimostrare che tale attività è libera ex articolo 41 della Costituzione, quale espressione della libertà d'iniziativa economica, ma siamo alla presenza di una "libertà di fatto" che si proietta nel mondo della tutela del lavoro in tutte le sue forme ai sensi dell'articolo 35, primo comma, della Costituzione. In quanto libertà di fatto non ha però la tutela specifica di una normazione ordinaria, riceve tutela per normazione di grado costituzionale nei limiti della sua individuazione e/o configurazione e nulla più. Ancora, se manca la norma ordinaria che la preveda e non ne disciplini l'attività, questa non può essere procedimentalizzata. Da tale angolo visuale, la constatazione che in Italia l'attività del chiropratico è configurabile come libertà di fatto, viene a dequalificare l'attività stessa che non è ascrivibile a professione intellettuale per la quale è necessaria l'iscrizione in appositi albi o elenchi. L'iscrizione assolve ad una fondamentale funzione: quella di garanzia per i cives circa la professionalità dell'operatore-lavoratore in date materie. 18
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Questo disinteresse della legislazione ordinaria, cioè la mancata attuazione della riserva di legge di cui all'articolo 2229 del codice civile nei confronti dell'attività del chiropratico, è una lacuna del nostro ordinamento positivo, specie se si constata l'attenzione dimostrata da altri ordinamenti giuridici statali nei confronti della chiropratica. Sul piano giuridico, la conseguenza più rilevante è che il sempre crescente numero di stranieri e italiani che in Italia esercitano l'attività di chiropratico, abbiano o non abbiano conseguito il diploma di doctor of chiropractic sono semplicemente "lavoratori" cui non è possibile, per diritto positivo, attribuire la qualifica di "operatori sanitari", né tanto meno quella di esercenti una professione intellettuale primaria (in quanto in possesso di diploma di laurea) nel vasto mondo della cura della salute dei cittadini o degli individui. Non è per caso che la Corte costituzionale non abbia fatto alcun richiamo all'articolo 32 della Costituzione - che sancisce e garantisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività - nel parlare dell'attività del chiropratico: questi non esercita, sempre stando al nostro diritto positivo, un'attività definibile in termini di "cura" e/o "trattamento sanitario" nel senso dell'articolo 32 della Costituzione. Ed allora, non risulta esatta neppure l'impostazione che dà il Ministero della sanità alla presenza dei numerosi chiropratici in Italia, tanto se gli stessi siano organizzati in "centri" chiropratici (ad esempio, i numerosi centri Static) - peraltro diretti formalmente da laureati in medicina e chirurgia - quanto se lavoratori singoli, la cui attività si svolge sotto il controllo di un medico inserito in una struttura ospedaliera privata, convenzionata a sua volta con l’ASL (Già USL). E' una pasticciata soluzione "all'italiana" che si pone, questa sì, contra legem: se i chiropratici secondo il pensiero della Corte svolgono attività di liberi lavoratori, essi non potrebbero svolgere quel tipo di attività, cioè esercitare la chiropratica - la quale è, sino a prova contraria, scienza e arte afferente alla cura della salute dei cittadini e degli individui in generale-, né organizzati in "centri chiropratici" diretti da personale medico laureato, né singolarmente sotto controllo medico in strutture sanitarie pri-
vate convenzionate con l’ASL. Infatti, al di là della oggettiva constatazione che direzione e controllo possano essere meramente fittizi, il punto nodale sta nella prestazione di cure e/o trattamento sanitario da parte dei lavoratori, in un Paese dove esiste un ordinamento del Servizio sanitario nazionale obbligatorio sia nel senso che tutti i cittadini usufruiscono di tale servizio, sia nel senso che cura e trattamento, pur se gratuiti per determinate categorie di cittadini (ad esempio indigenti), sono pagati con pubblico denaro. Inoltre "direzione" e "controllo" attengono ad aspetti organizzativi dell'attività lavorativa del chiropratico, ma non incidono sul facere del medesimo soggetto come operatore sanitario a diretto contatto con il paziente. Pertanto non si vede come: • un centro chiropratico a livello di associazione di fatto possa convenzionarsi con l’ASL (la quale se non ente pubblico è certamente una figura soggettiva pubblica) onde corrispondere il quantum dovuto per la prestazione di attività del chiropratico; • un chiropratico possa esercitare la propria attività in una struttura sanitaria privata (clinica) a sua volta convenzionata con l’ASL. Siamo alla presenza di meccanismi e procedimenti non lineari e neppure trasparenti, posti in essere per ovviare ad un vuoto della legge ordinaria che non prefigura il chiropratico disciplinandone l'attività, consentendo così sia a chi esercita la direzione e/o il controllo medico, sia alle cliniche private convenzionate di "lucrare" sull'attività lavorativa altrui. Tutto ciò accade perché in Italia la cura della salute - fondamentale diritto dell'individuo - è ancora appannaggio della medicina tradizionale e delle corrispondenti organizzazioni mediche, le quali sono per principio, se non contrarie, certo non propense ad individuare nella chiropratica una scienza e arte afferente alla cura della salute. Oltretutto, poiché la chiropratica si propone sì come scienza e arte distinta dalla medicina tradizionale, in quanto i suoi fondamenti originano da presupposti differenti, nonostante l’iter formativo di base presenti similitudini con quello dei medici, e nonostante il diritto-dovere di entrambe alla diagnosi e alla proposta di un piano di cure, il “conflitto”, se così può dirsi, risultereb-
be inevitabile non fosse altro che per una ragione "costante": il chiropratico ha fatto la scelta di curare senza farmaci e senza chirurgia. (Essendo tali compiti di competenza medica). Ad ovviare al "conflitto" e per colmare la "lacuna" legislativa, può essere utile ricordare l'esistenza della direttiva 89/48/CEE del Consiglio, del 21 dicembre 1988, relativa ad un sistema generale di riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore che sanzionano formazioni professionali di una durata minima di tre anni. Non è pertinente in senso specifico poiché la direttiva concerne i diplomi di istruzione superiore (sia pure al compimento di un ciclo di studi post-secondari in un'università o un istituto d'istruzione superiore) e non già i diplomi di laurea: si tratta di diplomi afferenti a due diversi corsi di istruzione superiore e/o universitaria. Comunque tale direttiva è indicativa dell'orientamento che potrà essere seguito in un prossimo futuro. D'altronde lo stesso articolo 3, lettera c, del trattato che istituisce la Comunità europea (ora Unione Europea), nel contemplare l'eliminazione fra gli Stati membri degli ostacoli alla libera circolazione delle persone e dei servizi, implica segnatamente la facoltà di esercitare una professione, a titolo indipendente o dipendente, in uno Stato membro diverso da quello nel quale gli interessati hanno acquistato le loro qualifiche professionali. Possono valere, in generale, i vari "considerato" della citata direttiva 89/48/CEE del 21 dicembre 1988, tenendo peraltro presente che detta direttiva s'incentra sulla nozione di attività professionale regolamentata in uno Stato membro ospitante. Recentemente alcuni Paesi membri dall’Unione Europea hanno riconosciuto legislativamente la chiropratica come professione sanitaria primaria, accogliendo pienamente le attese dei professionisti e del vasto pubblico dei pazienti. Si tratta della Danimarca, della Gran Bretagna, del Belgio e della Francia, cui si devono aggiungere i paesi che hanno da poco fatto il loro ingresso nella Comunità, Svezia e Finlandia. Fermo restando che alcuni membri dell’Unione Europea hanno se non altro già una regolamentazione generale delle metodiche curative non convenzionali, altri stati della Comunità sono
prossimi all’approvazione di provvedimenti analoghi. Proprio alla luce della predetta direttiva e dell’attenzione favorevole che gli ordinamenti giuridici di sempre più numerosi paesi dell’Unione Europea mostrano, s'impone una disciplina normativa per la chiropratica.
Riconoscimento e disciplina giuridica della chiropratica come professione sanitaria primaria Capo I DEFINIZIONE DELLA CHIROPRATICA E SUO INSEGNAMENTO Art. 1. 1. La chiropratica è una disciplina scientifica olistica e un'arte curativa, che ha come scopo primario di ottimizzare la salute dell’ individuo, nell’ ambito dei diritti stabiliti dall’ art. 32 della Costituzione. Art. 2. 1. La chiropratica si fonda sul principio che la capacità innata dell’ organismo di tendere verso un equilibrio di salute è regolata e condizionata dal sistema nervoso. 2. La chiropratica concerne la patogenesi, la diagnosi, la cura, la terapeutica nonché la profilassi di disturbi funzionali; essa si occupa, altresì, delle sindromi del dolore e degli effetti neurofisiologici relativi a disordini statici e dinamici del sistema neuro-muscolo-scheletrico. 3. La corretta individuazione, diagnosi e trattamento delle sublussazioni è attività specifica di alto contenuto professionale rimessa unicamente al dottore in chiropratica. 4. Per sublussazione si intende il complesso di mutamenti funzionali, strutturali, patologici, intra ed extra-articolari che alterano l’integrità o la corretta funzionalità del sistema nervoso con potenziali danni sul corretto funzionamento dell’ organismo e della salute dell’ individuo. Art. 3. 1. La chiropratica può formare oggetto di insegnamento nelle università italiane secondo quanto specificato nell’ Art. 4. L’accesso al relativo corso di laurea deve essere comunque disciplinato dalla normativa vigente in materia di studi di livello universitario. 2. La durata del corso di laurea non deve essere inferiore a cinque anni accademici.
Art. 4. 1. Le materie di insegnamento del corso di studi si adeguano e rispecchiano gli standards educativi riconosciuti dal Council on Chiropratic Education (CCE - Consiglio internazionale di accreditamento per l'educazione chiropratica) e dal European Council on Chiropratic Education (ECCE - Consiglio Europeo di accreditamento per l'educazione chiropratica). Art. 5. 1. Al compimento del corso di studi di cui all'articolo 4 viene rilasciata la laurea in chiropratica. Tale laurea è riconosciuta dall'ordinamento statale a tutti gli effetti di legge ed abilita all'esercizio della libera professione sanitaria di chiropratico su tutto il territorio nazionale, previo superamento di un apposito esame di Stato. Art. 6. 1. La denominazione di chiropratico è equivalente a quella di dottore in chiropratica. Capo II COMPETENZE DEL CHIROPRATICO Art. 7. 1.Il laureato in chiropratica ha il titolo di dottore ed esercita le sue mansioni liberamente come professionista sanitario di grado primario nel campo del diritto alla salute, ai sensi della normativa vigente. Il chiropratico può essere inserito o convenzionato nelle o con le strutture del Servizio sanitario nazionale nei modi e nelle forme previste dall'ordinamento. Art.8. 1.Ai sensi dell'articolo 2, il dottore in chiropratica abilitato può esaminare, analizzare, diagnosticare, curare, manipolare, aggiustare e trattare il corpo umano con metodiche manuali, meccaniche, energetiche e nutrizionali riconosciute da istituti, università o enti accreditati presso il CCE e dal ECCE. 2.Il chiropratico è altresì abilitato all'utilizzo degli strumenti e delle apparecchiature di radiologia diagnostica sulla base dell'iter formativo conseguito presso i suddetti istituti, università o enti. 3.Sono comunque espressamente proibite sia la prescrizione di farmaci, sia la effettuazione di ogni intervento chirurgico.
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Capo III ISTITUZIONE DELL'ALBO PROFESSIONALE Art. 9. 1. E' istituito l'Ordine professionale dei chiropratici incaricato della tenuta dell'albo professionale dei chiropratici. 2. L'iscrizione all'albo professionale è consentita a coloro che sono in possesso di laurea in chiropratica rilasciata da istituti, università o enti riconosciuti dal CCE e dall’ECCE e dell'abilitazione all'esercizio professionale conseguita con il superamento dell'esame di Stato di cui all'articolo 5. 3. Il chiropratico iscritto all'albo professionale ha facoltà di esercitare la professione in tutto il territorio della Repubblica. 4. L'iscrizione all'albo professionale è obbligatoria per l'esercizio della professione. 5. L'uso del titolo di chiropratico è esclusivamente riservato a coloro che
Intervista realizzata dalla Presidente dell’APCI al senatore A. Tomassini in occasione della presentazione del PdL.
D. Senatore, quale Presidente della Commissione Sanità del Senato Italiano, può spiegarci le ragioni per le quali si è fatto promotore del Progetto di Legge sul riconoscimento della chiropratica quale professione sanitaria primaria? R. Sono convinto che tale pratica sia da considerare una vera e propria arte sanitaria capace di fornire miglioramenti dello stato di salute ed in qualche caso guarigione se correttamente applicate e soprattutto se eseguite da mani e professionisti esperti. D. Qual è il Suo rapporto con la chiropratica, visto il Suo impegno, oltre che come Senatore, anche come medico e primario? R. Dopo oltre trent'anni di professione in cui sono stato primario ginecologo e direttore sanitario ho avuto la possibilità di constatare quante volte la chiropratica sia stata risolutiva: in gravidanza, nei traumi, negli allettati per periodi prolungati, nella terza età, in patologie neurologiche, in prevenzione e riabilitazione eccetera. Non va sottovalutato il fatto che tale terapia è sicuramente concorrenziale rispetto agli altri 20
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siano iscritti all'albo professionale dei chiropratici. 6. Alla prima formazione dell'albo e alla sua tenuta provvede una commissione composta da chiropratici laureati presso istituti scolastici riconosciuti dal CCE e dall’ECCE. Capo IV DISCIPLINA TRANSITORIA Art. 10. 1. I soggetti in possesso di laurea in chiropratica rilasciata da istituti universitari o enti di chiropratica riconosciuti dai soggetti di cui all'articolo 9, comma 2, per poter esercitare la professione ed iscriversi all'albo professionale dei chiropratici, devono, altresì, superare l'esame di Stato di cui all'articolo 5 ad esclusione di coloro che: a) hanno esercitato in Italia l'attività di chiropratico in conformità alle disposizioni della Associazione Italiana Chiropratici ininterrottamente per un
costi e soprattutto ha meno controindicazioni rispetto ad alcuni aspetti farmacologici. Proprio nel mio campo, in gravidanza, tale pratica è fondamentale, è insostituibile laddove l'uso dei farmaci ha notevole rischio di patologia iatrogena. A titolo personale debbo dire di aver trovato grande aiuto dalla chiropratica sia quando ho riportato una frattura vertebrale in un incidente sportivo sia nella riabilitazione dopo un intervento di ernia del disco. D. Senatore, Lei che esercita anche la professione medica, perché ha ritenuto la professione chiropratica meritevole di una disciplina specifica? Altri progetti di Legge dettano regole generiche con riguardo alle medicine non convenzionali? R. Ritengo che il settore della chiropratica sia da tenere distinto dalle altre medicine definite non convenzionali: in molti paesi questa disciplina è ritenuta professione medica autonoma da conseguire dopo un opportuno corso di studi e un notevole monte ore di pratica clinica. A questo si deve aggiungere la necessità di separare ed emarginare chi si millanta come capace in questa tecnica senza l'opportuna preparazione con il rischio di creare danni irreparabili: si deve fare definitiva chiarezza tra i pochissimi che hanno
periodo di tre anni prima della data di entrata in vigore della presente legge; b) hanno già svolto l'attività di chiropratico ininterrottamente per un periodo di tre anni prima della data di entrata in vigore della presente legge, in un Paese membro dell'Unione europea in cui l'esercizio della chiropratica è disciplinato per legge. 2. I soggetti di cui alle lettere a) e b) del comma 1 possono essere iscritti all'Albo professionale dei chiropratici previa presentazione di domanda all'Ordine, da inoltrare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del regolamento di attuazione di cui all'articolo 11. Art. 11. 1. Il regolamento di attuazione della presente legge è emanato entro sei mesi dalla data della sua entrata in vigore, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, dal Ministro della Sanità.
questo titolo a tutti gli effetti e chi invece è un ciarlatano. I disegni di legge che cercano di riunire in un unico contenitore tutte le medicine non convenzionali rischiano di confondere tecniche con validità scientifica con l'empirismo degli stregoni. D. Autorevoli ricerche governative straniere (Gran Bretagna, Canada, Danimarca ed altre) dimostrano un eccellente rapporto costi-benefici a favore della chiropratica. Quale ruolo immagina la chiropratica possa avere in un moderno Sistema Sanitario Nazionale? R. Ho già risposto prima all'eccellente rapporto costo-beneficio e ribadisco quindi ora questo concetto a favore della chiropratica rispetto alle altre cure omologhe. La chiropratica può avere un'importante funzione nel settore preventivo e riabilitativo ma anche in alcuni casi in quello terapeutico: a pieno diritto potrebbe essere inserito tra i LEA. Il problema però è che per ora appare sottodimensionato il numero di professionisti in grado di rispondere all'eventuale domanda: per tale motivo è indispensabile che oltre all'inserimento della chiropratica quale professione sanitaria primaria è necessario istituire sufficienti centri di formazione e dare idonea comunicazione ai pazienti.
N N La manipolazione “medica” si dimostra inefficace Ristampa articolo tratto da: The Chiropractic Report Editor: David Chapman-Smith LL.B. (Hons.) Per gentile concessione dell’editore
Titolo originale: “Medical Manipulation Shown Ineffective” da The Chiropractic Report vol. 15, n. 1, gennaio 2001
o a medici e odontoiatri che praticano la manipolazione Ora che in diversi paesi - come Gran Bretagna, USA, Danimarca e Nuova Zelanda - le linee-guida cliniche per il trattamento di pazienti con lombalgia segnalano l’utilizzo della manipolazione vertebrale come uno dei pochi metodi efficaci, si assiste al proliferare di corsi e seminari “del fine settimana” che insegnano diagnostica di base e metodi di trattamento ai medici di famiglia. […] Finora non erano disponibili studi che avessero verificato se tali corsi e seminari siano in grado di fornire ai medici competenza ed efficacia nel trattamento dei pazienti. Ora invece sono stati pubblicati su Spine i risultati del tanto atteso studio dei ricercatori statunitensi Curtis, Carey et al. Secondo detto studio (Curtis P., Carey T.S. et al., “Training Primary Care Physicians to Give Limited Manual Therapy for Low Back Pain”, Spine 2000: 25(22):2954-2960): a) un’indagine su 295 pazienti sofferenti di lombalgia acuta che erano stati curati con terapia medica tradizionale (N=143) o con terapia medica tradizionale e terapia manipolatoria (tecniche di energia muscolare e manipolazione vertebrale insegnate in corsi di 3 giorni; N=152), non ha rilevato alcuna differenza nei risultati primari misurati, che includevano livelli di dolore e di inabilità, tempo complessivo di guarigione, giorni di assenza dal lavoro e soddisfazione del paziente; b) l’eminente epidemiologo olandese Maurits van Tulder, PhD, al quale Spine ha chiesto un commento pubblicato insieme allo studio, conferma che l’indagine, ben progettata e svolta con cura, giustifica la conclusione che “istruire i medici di famiglia ad applicare una limitata terapia manipolatoria è inutile”. […] Inoltre, il fatto che soltanto il 43% dei
pazienti del gruppo curato anche con terapia manipolatoria abbia effettivamente ricevuto il trattamento completo previsto, secondo van Tulder “indica che il programma di formazione limitato probabilmente non è riuscito a fornire le competenze adeguate e la necessaria confidenza e sicurezza per applicare tali competenze”. e) Nel rapporto dello studio viene anche citata un’indagine supplementare effettuata sui medici partecipanti due anni dopo l’inizio dello studio, secondo la quale la maggior parte di essi aveva completamente abbandonato la manipolazione vertebrale, molti non utilizzavano la terapia manipolatoria e “circa la metà” facevano uso solamente di tecniche di energia muscolare 2-3 volte alla settimana. Non vengono forniti dati precisi sull’utilizzo della manipolazione. […] In ultima analisi si può affermare che questa strategia – insegnare ai medici di famiglia un’inefficace terapia manipolatoria per aumentare il loro senso di confidenza e sicurezza – è basata sugli interessi dei medici piuttosto che su quelli dei pazienti, sul desiderio di “conservare” i pazienti sofferenti di lombalgia, di far sì che non si rivolgano altrove. Dal punto di vista del paziente cronico, la domanda è: perché si dovrebbe fornire al professionista A una formazione finalizzata a fornirgli un livello dichiarato di limitata competenza e abilità, quando si sa che il professionista B ha ricevuto una completa formazione accademica e possiede competenze e abilità superiori, che garantiscono migliori risultati? La risposta è semplice: non si dovrebbe. L’articolo nella sua versione completa, sia in inglese che in italiano, è disponibile sul sito dell’Associazione Italiana Chiropratici (www.chiropratica.com) oppure sul nuovo sito dell’Associazione Pro Chiropratica Italiana (www.prochiropratica.com).
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CUSCINO MULTIFUNZIONI Il CUSCINO MULTIFUNZIONI CUSCINOLO è disegnato in modo da poter essere usato a sostegno del vostro collo, per appoggiare la schiena o come cuscino sternale. Ideale per la lettura, per il riposo o per rilassarsi. Perfetto per la spiaggia e per le vostre escursioni. Può essere usato in auto o in battello per evitare di affaticare la schiena.
CUSCINO LOMBARE AUTO Il SUPPORTO LOMBARE per AUTO CUSCINOLO è disegnato in modo da adattarsi perfettamente al contorno della vostra schiena, specialmente nella zona lombare dove è più importante. Riduce l’affaticamento e porta sollievo ai problemi lombo-sciatalgici. Specifico per l’automobile e per i lunghi viaggi in aereo o treno. Ideale per le persone che devono guidare a lungo o che devono ricominciare a guidare dopo operazioni di ernia del disco.
SEPARATORE GINOCCHIA Il SEPARATORE per le GINOCCHIA CUSCINOLO è disegnato in modo da separare le gambe durante il sonno e tenere le ginocchia, le anche e la colonna vertebrale in una posizione anatomicamente corretta. Ideale per alleviare i dolori sciatalgici. Perfetto per alleviare i sintomi pre e post maternità ed i problemi da decubito negli anziani.
Disponibile dal vostro chiropratico di fiducia, nelle migliori farmacie e c/o Ligursystem - Genova - tel. 010.5309231
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CUSCINO FANTASIA Unendo forma e funzione il CUSCINO FANTASIA CUSCINOLO vi offre uno strumento che permette un perfetto assetto ed allineamento della zona pelvica femminile e delle anche. Questa posizione favorisce la massima penetrazione e stimolazione e da tempo gli specialisti sostengono che tale posizione è la più favorevole per ottenere le maggiori possibilità di fecondazione. Elevando le anche, la cervice è esposta alla maggior quantità di liquido seminale possibile e, rimanendo poi sdraiata sulla schiena per circa mezz’ora, permette di aumentare notevolmente le possibilità di concepimento. L’utilizzo del CUSCINO FANTASIA CUSCINOLO è raccomandato da molti ginecologi quale strumento ideale per favorire la maternità. Disponibile in due taglie: Piccolo fino a 55 kg. Grande oltre i 55 kg.
CUNEO TRIANGOLARE Il CUNEO TRIANGOLARE CUSCINOLO è disegnato per fornire un supporto perfetto sia agli arti inferiori, permettendo ai liquidi di defluire, sia per sollevare il torace e le spalle ed aiutare chi ha problemi respiratori o di insonnia. Indicato alle persone che per dormire usano due cuscini e che soffrono di cervicale: l’uso del cuneo allevia i dolori notturni.
ELEVATORE GAMBE Il CUSCINO ELEVATORE CUSCINOLO per gli arti inferiori è disegnato per sostenere in modo naturale ed anatomico le gambe che necessitano di riposo. Riduce l’affaticamento e porta sollievo anche ai problemi lombari. Ideale per le persone che soffrono di disturbi di circolazione, grazie al suo disegno ergonomico permette alla linfa di drenare rapidamente alleviando dolori e gonfiori. Aiuta in caso di vene varicose, flebiti, crampi ai polpacci, sovrappeso, ristagni ed è un coadiuvante indispensabile durante il periodo della gravidanza per evitare problemi alla circolazione.
SUPPORTO GINOCCHIA Il SUPPORTO per le GINOCCHIA CUSCINOLO è disegnato in modo da mantenere le ginocchia nella posizione anatomica più corretta e permettere il riposo dell’articolazione: ideale dopo operazioni ai menischi o ai legamenti. Ottimo anche per il recupero dopo stiramenti e strappi ai muscoli degli arti inferiori.
RULLO DUTCHMAN Il RULLO DUTCHMAN CUSCINOLO è disegnato in modo da offrire un buon sostegno alle ginocchia. Riduce l’affaticamento e porta sollievo ai problemi dorsali riducendo la lordosi lombare. Consigliato per i trattamenti dopo operazioni alle ginocchia o dopo stiramenti e strappi ai muscoli degli arti inferiori. L’uso di questo cuscino è consigliato sia in ambito professionale che per l’uso domiciliare.
Leggero e dal design contemporaneo. Costruito in poliuretano espanso ad alta densità. Disponibile in vari colori (rosso, blu, azzurro, marrone, beige, grigio, tigre, serpente, cuoio e zebra). Tutti i cuscini Cuscinolo sono sfoderabili, trattati antimacchia e lavabili. COJEDA snc di Coralie Pellissier & C. Piazza Principe Tomaso, 2 - 11017 MORGEX (Aosta) - Tel. 0165.41611 - Fax 0165.801349 - www.cuscinolo.com
U N Dr. Marco Caravaggio D.C. con Daniela Dolcetti
Chiropratica... ... per donne incinte che valgono e che si vogliono bene
na super gravidanza La Chiropratica e la donna incinta LA CHIROPRATICA SE SEI INCINTA? ASSOLUTAMENTE SÌ Dobbiamo fare le nostre congratulazioni a tutte le donne che durante la gravidanza riescono a smettere di fumare e a mangiare in modo più consono usando cibi più sani. Oltre a ciò è provato che le stesse, se ricevono cure chiropratiche prenatali, mostrano un interesse più accentuato verso lo sviluppo del proprio bambino: i controlli regolari fatti dal chiropratico, uniti a sane abitudini di vita, creano migliori opportunità di far nascere un bambino sano e felice. Considerando un gruppo variegato di persone è stato riscontrato che le donne incinte sono tra coloro che più hanno giovamento dai trattamenti chiropratici: infatti una colonna vertebrale libera da sublussazioni è una della cose che più permette di adattarsi alla fatica della gravidanza permettendo alle future mamme un travaglio più breve e un’esperienza meno sconfortante. LA CHIROPRATICA PER IL SUO CORPO E PER IL BAMBINO Il chiropratico esaminerà la vostra colonna vertebrale alla ricerca delle sublussazioni vertebrali (malposizionamenti o non perfetti movimenti delle articolazioni vertebrali) che creano stress sul sistema nervoso. Ma come avviene questo meccanismo di tensione spinale e interferenza del sistema nervoso? Possiamo trovare la risposta nel libro scritto dal chiropratico D. Epstein, I 12 stadi della guarigione: la salute, il benessere e la completezza sono funzioni di un sistema nervoso libero da interferenze. I medicinali, l’alcool, l’inquinamento atmosferico, i conservanti chimici contenuti nei prodotti alimentari sono da annoverare tra i fattori che causano interferenze. Inoltre sono fonte di interferenze anche le radiazioni elettromagnetiche, gli schermi dei computer, le luci ad alta frequenza, gli aerei, i telefonini cellulari e le
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coperte elettriche. Anche la pressione fisica esercitata sul sistema nervoso dall’ossatura, dai tumori, dalle ferite o da altre cause di tensione meccanica, (strappi, stiramenti, compressioni o alterazioni del sistema nervoso), producono consistenti alterazioni delle funzioni e inibiscono la naturale capacità di guarigione del corpo. L’effetto combinato di tali diversi stress e l’incapacità del sistema nervoso di negoziarli, producono una sublussazione della colonna vertebrale. Durante la gravidanza vari fenomeni possono portare a sperimentare effetti negativi e scomodi per la donna incinta: lo sviluppo rapido del feto, i vari cambiamenti ormonali, il rilassamento dei tessuti connettivi e dei legamenti, lo spostamento del baricentro possono creare dolore e altri sintomi che possono essere alleviati dalla Chiropratica. Oltre ad aiutare e sollevare dallo sconforto le donne incinte, la Chiropratica eliminando le sublussazioni normalizzerà le funzioni del sistema nervoso contribuendo a ridurre lo stress e aiutando il corpo a sviluppare le strategie di auto correzione: senza sublussazioni il corpo aumenterà la resistenza alle malattie, esprimerà più completezza e salute, sarà meno stanco di un corpo che non viene “aggiustato”. Questo è il messaggio essenziale della Chiropratica: tutto questo è estremamente importante per le donne in attesa di un bambino in quanto un corpo sano, forte e in salute è indispensabile per poter affrontare i rigori della gravidanza e della nascita.
LE PREOCCUPAZIONI DI UNA FUTURA MADRE Spesso le future madri vengono assalite da dubbi tipo: “Riuscirò a portare a termine la gravidanza? Il bambino si sta evolvendo in modo normale? Sarà un
garsi in posizione prona, consentendo così una posizione comoda e rilassata. Spesso il lettino chiropratico è l’unico posto dove la futura mamma riesce a sentirsi comoda e rilassata. Frequentemente le mie pazienti mi dicono: “Finalmente posso stare sdraiata! Che bello riuscire a stare a pancia in giù! Mi sento cosi sollevata!”
travaglio facile e sicuro? E soffrirò di mal di schiena, di gambe, di sciatalgia, di nausee ecc.?” Nessuno può fornire risposte adeguate a tali domande ma la Chiropratica può, in molti casi, dare un aiuto ad alleviare queste ansietà e sintomi. Da molti anni ormai le donne incinta che hanno usufruito della Chiropratica nel periodo prenatale hanno dimostrato la validità di tali cure: minori difficoltà di travaglio, meno dolori durante la gravidanza, meno nausee ma soprattutto, secondo una ricerca dell’American Chiropractic Association pubblicata nel luglio del 1964 sul “Journal of Chiropractic” molte donne hanno dichiarato che la cura chiropratica (la correzione delle sublussazioni) ha permesso loro di portare a termine gravidanze più semplici rispetto alle precedenti. NON È UN LUSSO, È ESSENZIALE Nella vita esistono a mio parere 4 cose essenziali e sono: ossigeno, acqua, cibo… e la quarta? È sempre
stata trascurata dalle persone e dagli operatori sanitari ed è chiamata energia nervosa. Tale energia, se vogliamo usare una metafora, è simile alla corrente elettrica del nostro sistema nervoso e anima ogni cellula, tessuto e organo del nostro corpo. Quindi la Chiropratica è essenziale, che si sia malati o perfettamente sani, in quanto permette a questa energia di fluire liberamente. “WELLNESS” BENESSERE DEL NUOVO MILLENNIO L’aggiustamento vertebrale è la chiave mancante nel programma di una gravidanza sana e felice: infatti, secondo Claudia Howe, chiropratica di fama nell’ambito della Chiropratica pediatrica, il “wellness (benessere) è sottoporsi ad aggiustamenti vertebrali per ottimizzare la biomeccanica e la funzione del sistema nervoso, permettendo al corpo di raggiungere un alto livello di integrazione neurofisiologico”. Tanti chiropratici mettono a disposizione della donna incinta lettini speciali che permettono di allun-
IL BAMBINO PODALICO Spesso i bambini si presentano per il parto in posizione podalica (a piedi in avanti al posto della testa): anche in questo caso la Chiropratica potrebbe essere d’aiuto. Il dottor Larry Webster, chiropratico dell’ICPA (International Chiropractic Pediatric Association) ha sviluppato e messo a punto una tecnica per aiutare la posizione podalica nei nascituri. Grazie a questa tecnica si possono alleviare e liberare gli stress presenti nel bacino della mamma permettendo all’utero di rilassarsi, facendo in modo che il bambino possa girarsi naturalmente a testa in giù, evitando nel contempo la possibilità di un parto cesareo, rischioso e non piacevole per la madre in quanto è sempre un intervento chirurgico con i suoi problemi e rischi. La Chiropratica, grazie anche al lavoro di équipe che dovrebbe esistere tra chiropratico, ostetrica, ginecologo e medico, può sicuramente aiutare il nascituro e assicurargli un mondo migliore. E cosa può fare la Chiropratica per il bambino appena nato? Su uno dei prossimi numeri affronteremo questo argomento…
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L’ESPERIENZA DELL’ASSISTENTE DI UN CHIROPRATICO Ormai sono quasi otto mesi che lavoro presso uno studio chiropratico, e confesso che non avrei potuto desiderare di meglio! Respiro un’aria famigliare e gioiosa. Ogni giorno mi rendo sempre più consapevole di come sono cambiata! All’inizio, credo come un po’ tutti quelli che si avvicinano alla Chiropratica per la prima volta, ero un po’ scettica sui veri benefici che potesse apportare. Da quando ho iniziato anch’io il “cammino verso la guarigione” riesco a capire che miracolo c’è dietro a quei piccoli gesti! Vedo le persone cambiare radicalmente e da quei musi lunghi nascere sorrisi, da quegli occhi pensierosi vedo luci sempre diverse, non sento più parlare dei loro sintomi e delle loro preoccupazioni, ma solo parole di gioia e di voglia di vivere. Qui è
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come una grande famiglia e tutti ci vogliamo un gran bene. Beh, per quanto mi riguarda posso affermare che da piccola donna insicura sono diventata una donna decisa e con degli obiettivi. La mia vita ha preso una strada diversa da quella che era prima, ora riesco a evitare scontri inutili con le persone che mi irritano, ho sempre voglia di sorridere, ho avuto il coraggio di lasciare una vita di coppia a me troppo stretta, ho trovato un nuovo amore (Matteo) che anche se è lontano riesco a vivere con serenità, non riesco a essere arrabbiata, ho meno preoccupazioni e mi sento davvero felice. Di problemi fisici non ne ho mai avuti, anche se spesso soffrivo di forti mal di testa, che da mesi non ho più. Dopo aver letto il libro di D. Epstein (I 12 stadi della guarigione), dico sempre a Marco, il mio chiropratico e datore di lavoro, che io sto vivendo il 13° stadio (ovviamente non esiste), lo “stadio camomilla”. HO LA GIOIA NEL CUORE E VOGLIO CHE ANCHE GLI ALTRI SCO-
PRANO QUESTE COSE BELLISSIME. Consiglio a tutti di iniziare la Chiropratica, ma non perché sono l’assistente di un chiropratico, ma perché sono una donna che ha riscoperto se stessa, che ha cominciato a volersi davvero bene, che ha riscoperto il valore delle piccole cose e soprattutto ha capito che non deve buttar via i suoi sogni e le sue aspirazioni! Daniela Dolcetti
PERCHÉ IN ITALIA LA PERCENTUALE DI PARTI CESAREI È COSÌ ELEVATA?
MANGIAR PESCE RENDE PIÙ SICURA LA GRAVIDANZA
(tratto da “Specchio”, supplemento a “La Stampa” del 06-04-02)
(tratto da “La macchina del tempo”, 05-02)
Se l’Organizzazione mondiale della Sanità raccomanda che si ricorra al parto cesareo nel 10-15 per cento dei casi, nel nostro paese si tocca il 32,9 per cento. Nelle case di cura private, poi, la percentuale arriva al 44 per cento: è quadruplicata negli ultimi vent’anni. Le ragioni sono diverse. Senza dubbio gioca una buona parte la paura del dolore fisico. Ma spesso sono gli stessi operatori sanitari a spingere in direzione di un parto che si può programmare e accorcia i tempi di assistenza. La domanda da porsi, però, è: quanto giova al neonato? Fiorenza Zanchi, ginecologa di Pavia: “Fior di analisi hanno dimostrato che il parto naturale è quello migliore per chi viene alla luce. Al momento della nascita, lo stesso massaggio della pelle contro le pareti dell’utero, che con il cesareo non avviene, sembra responsabile di una migliore maturazione neurovegetativa del bambino”.
Donne che mangiano poco pesce, o non ne assumono affatto durante la prima fase della gravidanza, hanno maggiori possibilità di partorire prematuramente, secondo uno studio condotto in Danimarca. Un’équipe guidata da Sjurur Fròi Olsen presso lo “Staten Serum Institute” a Copenaghen ha intervistato circa novemila donne in stato interessante, chiedendo loro se mangiassero pesce e con che frequenza. Essi hanno verificato che quando il consumo di pesce saliva, diminuiva la possibilità di un parto prematuro e di un bebè di scarso peso alla nascita. Precisamente, oltre il 7 per cento delle donne che non avevano mai mangiato pesce dava alla luce un bambino prematuro, contro l’1,9 per cento delle donne che avevano mangiato pesce almeno una volta alla settimana. Sembra che gli acidi grassi contenuti nel pesce siano molto positivi per le donne incinte.
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H N Dott. Filippo Larceri
Filippo Larceri, classe ’67, genovese, sposato, una figlia, ingegnere chimico Dopo anni di arti marziali e atletica leggera, arrampica dal 1992
yaena Quando il limite è sempre più in alto Vent’anni di sport a livello agonistico non sono pochi. Anni di allenamento, di fatica, di gioia, ma inevitabilmente di logorio. Atletica leggera, arti marziali, arrampicata su roccia. Un bel cocktail per muscoli e articolazioni. Dall’età di 15 anni ho fatto sport intensamente, allenandomi fino a 6 giorni la settimana, nei periodi più intensi. Adesso, a 35 anni, la passione è sempre la medesima e, tutto sommato, anche le energie. Ma il freddo, gli sforzi intensi, certe condizioni ambientali lasciano un segno diverso, è indubbio. Da qualche anno mi sono accorto, a mie spese, che bisogna badare a riscaldarsi bene prima di ogni esercizio, perché altrimenti non è il rendimento che diminuisce, ma la contrattura muscolare che affiora, l’infiammazione articolare, dolori e doloretti. La longevità sportiva non può che essere frutto di un’oculata gestione delle risorse, un po’ come se si trattasse di un’azienda. Ma talvolta non basta. Come arrampicatore avevo un progetto. Salire una via difficile e bella. Nell’entroterra di Finale Ligure, in Riviera, si trova uno dei comprensori di arrampicata più famosi d’Europa. E lì si trovano quasi 2000 itinerari di arrampicata, di tutte le difficoltà. Da quando iniziai ad arrampicare, nel ’92, ero sempre rimasto affascinato da una parete particolare. Compatta, grigia, perfetta, roccia eccellente, solare. Si chiama “Hyaena”, è valutata 8b/8b+ e fu salita per la prima volta da Andrea Gallo nel 1986. Da allora è stata ripetuta pochissime volte. La passione mi spinse a provare, ma le difficoltà erano notevoli. Gli allenamenti e i tentativi si alternavano, con grande tensione e con grande sforzo. E cominciò ad affiorare LEI. E sì, LEI. Non la chiamavo con il suo nome, banale, di’contrattura’, perché mi sembrava riduttivo. Riusciva ad avere un effetto così importante su di me, sui miei progetti, su ciò
che amavo fare che chiamarla “contrattura” era davvero poco. Era LEI. Un certo movimento che dovevo eseguire su quella via mi portava inevitabilmente una contrattura alla parte destra posteriore del collo, con un fastidioso senso di indolenzimento che si irradiava per tutto il braccio destro, fino al mignolo e all’anulare. Certo, a muscoli caldi tutto andava bene, ma LEI peggiorava sempre più. A volte giungeva anche in allenamento e in quelle occasioni imparai a combatterla con indumenti adatti, che mantenessero calda l’articolazione. Ma sul campo, in parete, era tutto più difficile. Per ricercare le migliori condizioni di aderenza della roccia, bisognava provare quella via d’inverno, quando faceva molto freddo. E questo non aiutava… Qualche timido approccio con l’ortopedia tradizionale fu totalmente deludente. Nella migliore delle ipotesi non mi si riscontrava nulla, nella peggiore mi si consigliava di riposarmi e di dedicarmi alle passeggiate. Buonanotte.
Filippo impegnato nella settima ripetizione di Hyaena dall’86! Mesi di lavoro e sofferenza per pochi istanti di pura adrenalina. Foto di: Andrea Gallo
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Filippo Larceri su “Chico Mendez”, 8a+ Gavi Ligure (AL)
L Dr. Eddy Pellissier D.C., C.C.S.P. Presidente Associazione Italiana Chiropratici
Bastano pochi minuti al giorno per far contento il corpo…
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Rispolverai allora la Chiropratica, che già qualche anno fa mi aveva risolto un molesto problema di sciatalgia. Fu doloroso, molto doloroso, innegabilmente. Ma fu un’occasione di consapevolezza. La manipolazione, di certo, ebbe un effetto diretto su di LEI. Ne attenuò l’intensità, ne diradò le apparizioni. Ma quello che trassi da quel ciclo di sedute di Chiropratica non fu solo la guarigione dal malanno, che pure è cosa fondamentale, quanto piuttosto un’accresciuta consapevolezza corporea. La mia esperienza personale mi fa intuire che questo sia davvero il migliore dono che ci può fare un chiropratico. L’insegnamento che ci può fornire sul nostro corpo, nel conoscerne i limiti, e i modi di esprimersi. A poco a poco si comincia a capire PRIMA quando sta per succedere QUALCOSA, e ci si può fermare in tempo, per concedere quel riposo
che il nostro corpo esige, ma che la nostra mente (la nostra volontà, la nostra ambizione?) non sarebbe di per sé razionalmente disposta a concedere. È la riscoperta di un ritmo, di un modo di essere in armonia con la propria fisicità che per chi fa sport è fondamentale, ma che di certo è fonte di benessere per tutti. Nella routine di allenamento e tentativi in parete, inserii anche il periodico incontro con Eddy Pellissier. La partita a questo punto era a tre, e in certi momenti mi sembrava proprio che salire quella via fosse divenuta una faccenda di squadra. Non fu facile, tutt’altro, ma finalmente LEI retrocedeva, ed era un grosso ostacolo in meno. Mi venne naturale, quando finalmente, nel gennaio 2002, riuscii a salire quella via, di telefonare a Eddy per dirglielo, come se fosse divenuto un compagno di scalata…
a forma e la salute Per imitare il dottor LARCERI
Collo, spalle e braccia… Spesso ci dimentichiamo che il nostro corpo non è soltanto una macchina, perfetta, meravigliosa ma il risultato dell’insieme della parte strutturale, chimica e mentale. Per ciò che riguarda il corpo, lo strutturale, come alle nostre auto, ogni tanto bisogna fare qualche ritocco, qualche riparazione per essere sicuri che tutto funzioni sempre perfettamente. Varrebbe perciò la pena di ricordarsi il vecchio detto “meglio prevenire che guarire“.
In effetti, spesso e volentieri, ci dimentichiamo che invece di fare tanto esercizio una volta alla settimana, sarebbe meglio farne regolarmente, tutti i giorni un po’… Questa serie di articoli è destinata a tutti coloro che, vuoi per mancanza di tempo, vuoi per pigrizia o dimenticanza, non sono più in forma smagliante ma che, con poca fatica, vorrebbero tornarci…
1 - Muscoli spalle e braccia Sdraiati sulla schiena, sollevare un leggero peso sulla testa e flettendo il gomito portarlo su e giù delicatamente. Eseguire dieci volte, fare una pausa e, in seguito, ripetere per tre serie complete.
2 - Muscoli spalle e braccia Sdraiati sulla schiena, sollevare un leggero peso mantenendo il gomito in contatto con il pavimento, portare delicatamente il peso verso il pavimento. Eseguire dieci volte, fare una pausa e, in seguito, ripetere per tre serie complete.
3 - Muscoli spalle e braccia Sdraiati sulla schiena, sollevare un leggero peso sulla testa e mantenendo il gomito teso portarlo su e giù delicatamente. Eseguire dieci volte, fare una pausa e, in seguito, ripetere per tre serie complete.
4 - Flessioni A pancia in giù, sollevare il corpo sulle braccia mantenendo il corpo diritto. Cominciare appoggiando le ginocchia e, in seguito, fare le flessioni sulla punta dei piedi. Tre serie da cinque flessioni.
5 - A pancia in giù, petto appoggiato a un cuscino. Sollevare la testa il più indietro possibile poi riportarla verso il pavimento. Eseguire dieci volte, pausa e ripetere tre serie complete.
6 - A pancia in su, schiena appoggiata a un cuscino. Sollevare la testa il più avanti possibile poi riportarla verso il pavimento. Eseguire dieci volte, pausa e ripetere tre serie complete.
7 - In piedi, appoggiare una mano sulla spalla opposta. Con una leggera pressione della mano sulla spalla piegare la testa sul lato opposto; quando si avverte la tensione, mantenere la posizione per dieci secondi. Allentare la tensione, pausa e ripetere cinque volte da entrambi i lati.
9 - Afferrare con una mano lo stipite di una porta e lasciarsi andare avanti fino a sentire i muscoli delle spalle e della schiena stirare. Attendere dieci secondi, tornare in dietro, rilassarsi e in seguito ripetere cinque volte per braccio.
8 - In piedi, afferrare con una mano l’altra dietro la nuca e tirarla dolcemente. Quando si avverte la tensione o lo stiramento, mantenere la posizione per dieci secondi. Rilassarsi qualche secondo e ripetere cinque volte da entrambi i lati.
10 - Seduti, afferrare la nuca con entrambe le mani e applicare una leggera pressione verso il basso. All’apparire della tensione, stiramento o dolore, attendere dieci secondi. Tornare in posizione di partenza, pausa e poi ripetere cinque volte.
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ASSOCIAZIONE PRO CHIROPRATICA ITALIANA Piazza Principe Tomaso, 2 - 11017 MORGEX (Aosta) - Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349 www.prochiropratica.com - apci@chiropratica.com I sottoscritti, pazienti, amici e sostenitori della Chiropratica, convinti che la Chiropratica sia una valida alternativa per il mantenimento della nostra salute, convinti che la Chiropratica abbia bisogno di una legge chiara e precisa che tuteli la salute e la sicurezza dei cittadini dagli abusi dei ciarlatani, convinti che solo i Chiropratici in possesso di regolare laurea di Dottore in Chiropratica debbano avere il diritto di esercitare la Chiropratica, convinti del fondamentale diritto di poter liberamente scegliere il metodo di cura della salute, CHIEDONO al Parlamento Italiano di legiferare in questa direzione portando chiarezza sulla figura del Dottore in Chiropratica recependo il disegno di legge 1131 proposto dall’Onorevole Zacchera e appoggiato dall’Associazione Italiana Chiropratici. Cognome
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ASSOCIAZIONE ITALIANA CHIROPRATICI
Via Brigata Liguria 1/20 - 16121 GENOVA - Tel. 010.5533036 - Fax 010.5848607 Numero verde 800 017806 - www.chiropratica.com - E-mail: info@chiropratica.com
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Guanciale Cervicale
Disponibile anche nella versione da viaggio: ridotte le dimensioni ma uguali i risultati.
COJEDA snc di Coralie Pellissier & C. Piazza Principe Tomaso, 2 - 11017 Morgex (Aosta) Tel. 0165.41611 - Fax 0165.801349 - www.cuscinolo.com
Posizione laterale con un guanciale comune. Questa posizione esercita una torsione sulla colonna cervicale. Il guanciale CUSCINOLO mantiene la vostra colonna cervicale in posizione anatomicamente corretta. La colonna cervicale e quella dorsale sono piegate: questa posizione è innaturale e scomoda.
Il guanciale CUSCINOLO sostiene e favorisce il ripristino della curvatura lordotica naturale della vostra colonna cervicale.
c/ D o LI isp G o te l. G UR nib 01 en S ile 0. ov YS 53 a TE M 09 23 1
Il GUANCIALE CERVICALE CUSCINOLO è disegnato in modo da riposare il vostro collo e la vostra testa, riducendo nel contempo lo stress sulla vostra colonna cervicale. Ideale per la lettura, per guardare la televisione o per rilassarsi. In poco tempo sarete stupiti dalla sensazione di sollievo e dal relax che offre ai vostri muscoli stanchi e tesi. Indispensabile per chi soffre di riduzione della lordosi cervicale. L’uso del guanciale cervicale è indicato in caso di cefalee, torcicolli, dolori alle spalle e al collo, periartriti e sindromi vertiginose. Se vi svegliate sempre stanchi e con il collo rigido questo è il cuscino che fa per voi. Grazie al suo disegno rivoluzionario e alle quattro curvature anatomiche differenti delle sue estremità, permette un riposo e un confort senza uguali.
L’Associazione Pro Chiropratica Italiana desidera ringraziare le seguenti persone o aziende che, grazie al loro contributo e amore per la Chiropratica, hanno permesso la realizzazione di questo numero della rivista
“CHIROPRATICA, NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE” Eduardo Aguilar Joseph Albarello John Andresini Ahmet Ral Belig Erik Bergstrom Frederic Bernard Daniele Bertamini Paul Butler Giuseppe Cannillo Marco Caravaggio Philippe Cardonnet Franco Cento Peter Christensson Lello Crispini Roberta Da Re Mariano Dalla Balda Pelle Daugaard Renaud Dejean Joseph Di Duro Jane Claire Falinska Alberto Farnesi Gianluca Ferraro Mario Forieri John Gaetano Vittorio Gastaldo Antonio Gil
Laura Giordano Vanessa Giuntoli Jerome Glain Robert Grondona Eric Gruen Antoine Hennuy Gregory Ives Jean Paul Jolivet Baiju Khanchandani Michael Kragt Jean Claude Louvet André Madelin Mietta Magistrali Xavier Marec John Mariani Russell Martin Gilbert Meyronet Jean Philippe Migliore Patricia Mitchell Patrick Murugan Gordon Nicholson Benito Oliva Eddy Pellissier Gary Pike Robert Pisanu
Thomas Rigel Antonio Santoro Michael Senior Kim South Stephen South Renzo Spadon Michele Spangaro Wayne Steiner Massimiliano Terenghi Alessandro Trabattoni Marie Turgot Darrel Wan Wagner Curtis Weseloh John Williams Yvon Zarco Associazione Italiana Chiropratici BIOS Chiropratica srl Chiropratica scarl San Rocco Chiropratica Static di Brescia srl Static Centro di FKT Chiroterapia Napoli srl Static Chiroterapeutica di Roma srl
E vi diamo appuntamento al prossimo numero della rivista. Questa copia vi è offerta da: