NUOVO ORIZZONTE DELLA SALUTE
Il colpo di frusta Mal di testa. Miti e realtà Mal di collo e di schiena Settimana della Chiropratica Via Francigena e ”mal di schiena” Chiropratica durante la gravidanza? Assolutamente si! rIvISTA PUBBlICATA A CUrA dell’ASSoCIAzIoNe Pro CHIroPrATICA ITAlIANA. SPedIzIoNe IN ABB. PoST. Gr. III PUBB. INF. 70% - € 2,50 - Settembre 2010 - NUMero 18
NUovo orIzzoNTe dellA SAlUTe
editore: Associazione Pro Chiropratica Italiana redazione: ruelle laurent revel, 2 - 11017 Morgex (Ao) Tel. 0165.800404 - Fax 0165.801349 www.chiropratica.com e-mail: info@chiropratica.com direttore responsabile: enrica FerrI registrazione: presso la cancelleria del tribunale civile e penale di Aosta il 23-06-1995 Pubblicità: A.P.C.I. comitato di redazione: enrica Ferri louise la rue Antonio Gil Baiju Khanchandani impaginazione grafica e stampa: Tipografia Marcoz s.n.c. Piazza e. Chanoux, 1 - 11017 Morgex (Ao) Tel. e fax 0165.809640 l’editore non si assume alcuna responsabilità circa dati, opinioni o conclusioni espressi dai vari collaboratori di questa pubblicazione. di questo numero sono state stampate
15.000 copie
Sommario un impegno per la salute! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . settimana della chiropratica. cefalea tensiva . . . . . . . . . mal di testa. miti e realtà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . il colpo di frusta e la chiropratica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . mal di collo e di schiena: come prevenirli . . . . . . . . . . . . . via francigena e ”mal di schiena” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Quando la curiosità diventa opportunità? . . . . . . . . . . . . “pilota” di handbike: io mi racconto . . . . . . . . . . . . . . . . . . gorges du verdon . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . chiropratica durante la gravidanza? assolutamente sì! . dalle “alpi” alle ande . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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L’opinione del Presidente
Un impegno per la salute! Louise La Rue Presidente Associazione Pro Chiropratica Italiana
Sì, lo so, le scuole sono sempre più affollate, sì, lo so, dobbiamo seguire sempre di più i nostri figli se vogliamo che riescano a scuola. Sia i professori sia i genitori sono stracarichi di lavoro ma, visto che troviamo il tempo per lavarci i denti, proporrei sia alle scuole sia ai genitori di dedicare un po’ di tempo prezioso alla salute dei nostri figli. Sappiamo tutti che tanti ragazzi presentano delle debolezze posturali e di conseguenza soffrono di disordini locomotori. Alcuni di loro fanno uso di medicinali a causa del mal di schiena. Normalmente i genitori prendono il tempo necessario e le misure adeguate al benessere dei loro figli ma purtroppo, a volte, la mancanza di conoscenza e di tempo fa che, spesso, i bambini soffrano di dolori facilmente evitabili. Si potrebbe iniziare con il fare stare composti gli allievi a scuola, come si faceva una volta, da parte dei professori visto che i nostri figli passano una buona parte della loro crescita seduti dietro i banchi e, purtroppo, le sedie e le scrivanie non sono sempre adeguate alla loro altezza. I nostri figli sono anche seduti per troppe ore: il metodo di fare cambiare di classe gli allievi secondo le materie ha un senso pratico sia fisicamente che intellettualmente, permettendo ai ragazzi di muoversi e stare meglio e, nello stesso tempo, permettendo ai professori di avere delle classi più interessanti e più specializzate visto che la materia verrebbe insegnata in locali attrezzati elle discipline da spiegare: laboratori ed aule specializzate. Una buona postura permette una migliore respira-
zione, una migliore digestione ed una migliore posizione della schiena. Una buona postura crea anche un atteggiamento diverso, psicologicamente i ragazzi sono più attenti, da’ più sicurezza. I professori potrebbero anche mettersi d’accordo per far sì che le cartelle dei nostri figli siano più leggere, potrebbero anche insegnare ai nostri figli a mettere i libri nel modo giusto e soprattutto spiegare il perché devono essere messi così. Tutto questo presuppone un nuovo modo di insegnare, presuppone una nuova scuola che permette ai giovani di crescere sì intellettualmente ma anche, e soprattutto, fisicamente visto che corpo e mente sono un tuttuno, come ci ricorda il proverbio latino “mens sana in corpore sano”. Alle elementari, dove i maestri vedono gli studenti per 5 anni di seguito, i maestri stessi potrebbero insegnare la corretta postura e, nel caso si accorgessero di problemi incipienti, sarebbe opportuno che avvertissero i genitori di occuparsi del caso. A tal fine i chiropratici dovrebbero offrirsi disponibili per tenere delle lezioni su cosa è la chiropratica e cosa tratta e la settimana della chiropratica va’ in quella direzione: consente al grande pubblico di avvicinarsi a questa disciplina che permette a tutti di stare molto meglio e vivere più in salute. Se leggete questo articolo e conoscete delle persone che ancora non conoscono la chiropratica, convincetele a prenotare un parere professionale gratuito presso il chiropratico più vicino per loro, per i figli e per tutta la famiglia!
dal 25 al 30 ottobre 2010
Settimana
la
chiropratica della
per Vincere Senza Farmaci la ceFalea TenSiVa... ... e scoprire tutti i benefici della chiropratica
ASSOCIAZIONE ITALIANA CHIROPRATICI Volete prenotare un controllo gratuito per le giornate dal 25 al 30 ottobre? Per trovare il recapito telefonico dello studio chiropratico più vicino a voi, telefonate al numero verde AIC 800017806 dal lunedì al venerdì in orario 9-12,30 e 14,30-17,30 Dal 25 al 29 ottobre telefonando dalle ore 16,30 alle ore 18,30 sempre allo 800017806 si potrà parlare con un dottore chiropratico per chiarire dubbi e ricevere informazioni. www.chiropratica.it
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Chiropratica
Settimana della Chiropratica Cefalea tensiva
Dr. Manuel Marco Mazzini, D.C. C.C.S.P. Segretario dell’Associazione Italiana Chiropratici Cari colleghi, carissimi pazienti, anche quest’anno ci stiamo avvicinando al più grande progetto di comunicazione che l’Associazione Italiana Chiropratici organizza da ormai cinque anni. Il successo ottenuto dalle precedenti edizioni della SeTTIMANA dellA CHIroPrATICA, suggerisce di ripetere l’evento anche quest’anno dal 25 al 30 ottobre. l’istituzione di una SeTTIMANA dellA CHIroPrATICA ha ottenuto tre importanti risultati: • dare l’occasione ai giornalisti di scrivere di chiropratica, di spiegarne ai lettori l’efficacia e di sottolineare il fatto che è una metodica accreditata e che deve necessariamente essere praticata da operatori qualificati quali noi siamo; • offrire la possibilità a molte persone di rendersi conto in modo concreto della serietà della nostra professione entrando direttamente in contatto con un chiropratico; • divulgare a largo raggio la conoscenza della chiropratica e diffondere finalmente una sua corretta immagine. I risultati sul pubblico sono stati ottimi e numerosissime le telefonate per prenotare un controllo in tutt’Italia. Per i dottori è l’occasione di poter offrire al pubblico la
propria immagine di competenza e professionalità e per il pubblico la possibilità di ricevere gratuitamente informazioni sia sulla chiropratica in generale sia sul proprio stato di salute dal punto di vista chiropratico con un check-up chiropratico gratuito. Come ogni anno abbiamo voluto concentrare l’attenzione su una sintomatologia che spesso i nostri pazienti lamentano quando si rivolgono nei nostri studi. Negli anni passati abbiamo fatto attenzione al mal di schiena, all’ernia del disco, al mal di collo derivato dai traumi in particolare dai “colpi di frusta”, quest’anno ci concentreremo sulla “cefalea tensiva”. la cefalea tensiva o comune mal di testa è di gran lunga il problema più diffuso nella popolazione, tanto che si calcola che ne soffrano ogni anno oltre 21 milioni di persone, pari al 44.1% di individui maggiori di 14 anni. di solito meno grave e invalidante dell’emicrania, se è frequente, può tuttavia incidere negativamente sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono. Nella cefalea tensiva, il dolore sembra essere scatenato soprattutto da una tensione eccessiva e prolungata a livello dei muscoli del capo e del collo, dovuta, in particolare,
Breve curriculum vitae Il dr. Manuel Marco Mazzini è nato a Milano dove esercita la professione di chiropratico dal 1993, laurea conseguita presso l’AeCC Bournemouth (GB). Si specializza in chiropratica sportiva nel 1996 e in varie tecniche tra le quali AK, SoT, TBM. da anni è il segretario dell’Associazione Italiana Chiropratici (AIC) e si occupa delle relazioni pubbliche della stessa. Nominato chiropratico dell’anno nel 2006 dall’AIC.
a stress o ad una postura errata. Quest’ultima causa è statisticamente rilevante, basti pensare a quante ore si trascorrono su una seduta - spesso di cattiva qualità - sul posto di lavoro. Una seduta ergonomica e l’intervento specializzato di un chiropratico costituiscono un’importante azione di prevenzione. I pazienti che volessero prenotare un check-up chiropratico sono invitati a rivolgersi al numero verde dell’ Associazione Italiana Chiropratici 800017806 oppure a consultare il sito AIC www.chiropratica.it per trovare il nominativo del chiropratico più vicino che aderisce all’iniziativa. Siete pregati di prenotare un “check up” e portare con voi gli esami radiografici recenti (radiografie, TAC, risonanze Magnetiche) relativi alla regione cervicale ed eventualmente al resto della colonna vertebrale. occorre anche spiegare il ruolo fondamentale che in tal senso ricopre il chiropratico professionista (cioè laureato nei college riconosciuti dalla World Federation of Chiropractic il cui interlocutore è l’organizzazione Mondiale della Sanità): l’unico capace di individuare e rimuovere le “sublussazioni vertebrali” causa di vari disturbi che, a lungo andare, possono interferire sull’efficienza e sul benessere del fisico e della psiche. È importante ribadire tutto questo soprattutto a chi prenota per la prima volta un controllo ed entra quindi per la prima volta in contatto con la chiropratica, perché la disinformazione e i pregiudizi nei nostri confronti sono ancora molto diffusi. Spero che questa nostra iniziativa raccolga il vostro consenso e che la vostra adesione sia massiccia. Con l’occasione vi saluto con cordialità.
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Chiropratica e scienza
Mal di testa Miti e realtà
Dr. Piet Seru, D.C. Tesoriere dell’Associazione Italiana Chiropratici Mal di testa o cefalea Il mal di testa o cefalea è uno dei mali più comuni che affliggono le persone di tutte le età. Alcuni mal di testa sono leggeri ed i loro effetti raramente preoccupanti; altri sono invece sintomi di disturbi più profondi e affliggono gravemente il paziente. Quest’ultimi non dovrebbero mai essere trascurati perché è importante scoprire la loro causa, che solitamente può essere eliminata. Ci sono molti tipi di mal di testa dovuti a: • tensione muscolare • irritazione nervosa • sinusite • emicrania • allergie • malocclusione dentale • blocco cervicale • cambiamento di ritmo del week-end. Il dolore può essere localizzato, per esempio alle tempie o ad un occhio, ma può anche prendere l’intera testa e può variare notevolmente in frequenza, intensità e durata. Circa il 12% dei pazienti che consultano il chiropratico lo fanno a causa dei loro mal di testa. Il trattamento chiropratico ha molto successo quando questi disturbi sono dovuti a tensione muscolare, irritazione nervosa, emicrania e disturbi della masticazione.
posteriore del cranio. Il dolore aumenta con l’aumentare della tensione e, in alcuni casi, passa a coinvolgere le tempie e la zona sopra gli occhi. Spesso la sensazione di tensione che si avverte alla base posteriore del cranio è il segno premonitore di un attacco di mal di testa. Alcune persone avvertono tutti i sintomi; altre, solo uno o due. Cause del mal di testa “da tensione” Quando i mal di testa sono intensi e frequenti c’è spesso una contrazione muscolare continua dovuta ad un problema a livello del collo, dell’articolazione temporomandibolare, del cranio o della zona toracica superiore, vale a dire tra le scapole. La testa è sostenuta da due piccole articolazioni controllate da piccoli muscoli alla base del cranio. Ogni distorsione o blocco di queste articolazioni o delle articolazioni del collo, sottopone i muscoli del collo stesso ad un continuo stato di contrazione al fine di bilanciare la testa e ciò conduce a spasmi e quindi al mal di testa “da tensione”. Cadute, traumi craniali, lesioni da “colpo di frusta” in seguito ad incidenti automobilistici da tamponamento, portamento scorretto e tensione nervosa, possono essere tutte cause di problemi alle articolazioni del collo.
Mal di testa “da tensione” Questi sono i più comuni tipi di mal di testa che sono causati da fattori ben noti come lo stress, l’ansia e il troppo lavoro. Questi fattori causano la contrazione muscolare del collo, in particolare alla base
Mal di testa: emicrania Esiste una grossa varietà di emicranie. Il dolore che di solito si avverte pulsare in una parte della testa viene spesso peggiorato dal rumore. Di solito è accompagnato da disturbi visivi come luci a intermittenza
o punti neri davanti agli occhi. È comune trovare più membri della stessa famiglia colpiti da emicranie. Certe sostanze contenute nei formaggi, nel cioccolato e in alcuni vini, sono note per la loro capacità di provocare attacchi di emicrania. Cos’è l’emicrania La costrizione dei vasi sanguigni della testa e del collo precede l’attacco; i vasi poi si dilatano e ciò provoca il mal di testa. In certi casi, la causa di questa sequenza è da attribuire a disturbi della colonna vertebrale che affliggono quella parte del sistema nervoso dei vasi sanguigni. Il trattamento chiropratico elimina i disturbi alla colonna che a loro volta irritano il sistema nervoso, alleviando così i sintomi. Mal di testa da malocclusione dentale Un mal di testa causato da malocclusione non è sempre facile da individuare. Il problema fondamentale è sempre quello di cercare di capire qual’è la causa del dolore del paziente. Se ci limitiamo a somministrare farmaci antidolorifici, dal momento che si agisce sull’effetto e non sulla causa, è inevitabile che il dolore ricompaia. I primi sintomi di una malocclusione o cattivo combaciamento dei denti saranno generalmente quelli per cui una persona si alza stanca la mattina, qualche volta potrà avere la testa confusa e, se la malocclusione non viene corretta, si potranno manifestare problemi di messa a fuoco a carico del mec-
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canismo della visione, e l’oculista potrebbe avere difficoltà ad individuare la causa. La malocclusione può creare tensione ai muscoli della masticazione con conseguente mal di testa. Se sono i contatti anteriori tra i denti che non sono corretti, avremo un mal di testa frontale. Se invece si tratta di una sensazione di pesantezza alla testa allora l’occlusione in generale non è perfetta ed è dovuta a più precontatti.
vostra esistenza. La chiropratica non è una medicina. Il chiropratico cerca di determinare la causa del mal di testa per poter applicare la terapia più idonea, in modo che il paziente non sia costretto a prendere
degli analgesici i cui effetti collaterali possono provocare problemi futuri. La cosa essenziale sta nel trovare la causa del mal di testa, in modo tale da poter ricorrere alla terapia adeguata.
Mal di testa da week-end Questo è tipicamente un mal di testa dovuto allo stress che caratterizza sempre di più il nostro modo di vivere. Sono colpite soprattutto le persone che chiedono il massimo alla loro mente ed al loro corpo durante la settimana e poi durante il week-end, quando dovrebbero rilassarsi, non ne sono capaci. Il corpo non riesce più ad accettare questi cambiamenti di ritmo e protesta per mezzo del mal di testa. Anche qui è possibile intervenire eliminando i possibili squilibri strutturali, riducendo così notevolmente lo stress del corpo : i fine settimana potranno essere, di conseguenza, più piacevoli! Trattamento chiropratico del mal di testa Un esame ortopedico, chiropratico e kinesiologico ed un’accurata analisi delle radiografie sono le prime cose da fare. Il chiropratico vorrà conoscere in dettaglio i vostri sintomi e il vostro caso medico (malattie passate e presenti, traumi, ecc.). A volte potrebbero essere necessarie delle radiografie per permettergli di vedere le condizioni delle vostre articolazioni vertebrali. Solo così il chiropratico sarà in grado di eseguire il trattamento più idoneo per eliminare quei mal di testa che turbano la
Sicurezza ed efficacia della manipolazione cervicale: per affrontare il divario tra percezione e realtà. Ristampa articolo tratto dal: The Chiropractic Report Editor: David Chapman-Smith LL.B. (Hons.) Per gentile concessione dell’editore “Non vi sono dati di sorta a sostegno del fatto che la manipolazione abbia un qualunque effetto sulla cefalea, né vi è una ragione per ritenere che dovrebbe averne.” John Norris, MD, Neurologo.
“La manipolazione è efficace nei pazienti affetti da cefalea cervicogena”. Sistematic literature review - Duke University EPC. Tre sono le ragioni per cui è tempo di trattare il tema della manipolazione del collo: I) In primo luogo, la pubblicazione di nuovi, autorevoli dati a sostegno della sua efficacia, nella forma di una rassegna sistematica effettuata dagli esperti del Duke University Evidence-Based Practi-
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ce Center, Carolina del Nord. Dopo avere preso in considerazione i dati a sostegno dei trattamenti comportamentale e fisico della cefalea, essi concludono che “la manipolazione è efficace nei pazienti affetti da cefalea cervicogena”. Secondo quanto è stato rilevato, questa forma di cefalea, generata da una tensione a livello del collo o della colonna cervicale, è estremamente comune (ne soffre occasionalmente circa il 14-18% degli adulti con cefalee frequenti, e il 2,5% della popolazione adulta generale). II) In secondo luogo, per quanto concerne la sicurezza, la pubblicazione da parte della NCMIC Insurance – il più grande ente assicurativo statunitense a tutela del trattamento terapeutico nocivo in ambito chiropratico - di Current Concepts in Vertebrobasilar Complications Following Spinal Manipulation3 (Concezioni attuali in merito alle complicanze vertebrobasilari della manipolazione vertebrale), scritto da una delle principali autorità in quest’ambito, il professor Allan Terrett, Facoltà di Scienze biologiche, RMIT University, Melbourne, Australia. La nuova monografia fornisce i dati più completi sulle percentuali di occorrenza delle complicanze e un’ampia consulenza clinica e pratica sui rischi del trattamento. Secondo i dati pubblicati dalla NCMIC, forniti dai 24.000 chiropratici assicurati negli anni Novanta, il tasso di rischio di una grave complicanza a seguito di manipolazione cervicale (per esempio di ictus vertebrobasilare con conseguente deficit neurologico permanente) è approssimativamente di 1 su 2 milioni di trattamenti. Un altro modo per esprimere il concetto è “circa 1 caso ogni 25 chiropratici con 40 anni di attività.” Questi dati sono coerenti con altri, di seguito presentati, e confermano che la manipolazione del collo soddisfa tutti i criteri di sicurezza. È inoltre assai più sicura dei
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consueti trattamenti medici e chirurgici (anch’essi di seguito menzionati) di algia del collo e cefalea. III) In terzo luogo, il crescente divario tra percezione e realtà per quanto riguarda la manipolazione del collo. Via via che aumentano i dati a favore della sua efficacia e sicurezza, i critici di questa manipolazione appartenenti ad altre specialità (più frequentemente, a quanto sembra, i neurologi), si fanno più accaniti e “pubblici” nelle loro disamine. Una ragione sarà che tali critici vedono solo un lato del rapporto rischio/beneficio nella loro pratica. Un’altra sarà la loro scarsa familiarità con un metodo diagnostico e terapeutico che si situa al di fuori del loro ambito di formazione e competenza. Inoltre, questo metodo di trattamento sfida il loro tradizionale livello di autorità
nel vasto campo di pratica rappresentato delle cefalee primarie. Indagini recenti 4 - 5 documentano un crescente spostamento del pubblico verso rimedi non farmaceutici contro la cefalea, uno spostamento ora fortemente confermato dal nuovo Rapporto Duke. Quali siano le ragioni, specialisti eminenti come il dottor Norris del Sunnybrook Hospital e dell’Università di Toronto, che è citato sopra e attualmente dirige una nuova commissione sull’ictus in Canada, suscitano preoccupazioni fuorvianti nel pubblico, nei medici di famiglia e in altri operatori, divulgando attraverso i media dati e opinioni di tipo puramente anedottico. Queste preoccupazioni devono essere affrontate in un modo franco e diretto che ponga l’interesse dei pazienti al di sopra di qualunque altro. Pertanto, questo numero
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di Report fornisce una panoramica dei dati pro e contro il ricorso ad una manipolazione del collo qualificata, cioè a quella che i chiropratici chiamano “manipolazione cervicale”. Molto si è scoperto, negli ultimi 10 anni, in materia di anatomia, meccanismo di azione, benefici e complicanze. Terminologia 2. Poiché tra i lettori di Report vi sono chiropratici, medici di famiglia e altri professionisti, pazienti e profani in genere, occorre innanzitutto fornire una nota terminologica. Come tutti i gruppi professionali, anche i chiropratici hanno infatti il loro sottocodice. a) Correzione manuale specifica o manipolazione. È la denominazione tradizionale che i chiropratici attribuiscono a tutte le tecniche manuali usate per muovere un’articolazione, che si tratti di manipolazione articolare (le tecniche più veloci che abbracciano l’intera escursione articolare) o di mobilizzazione (le tecniche più lente che non vanno a condizionare la stessa escursione articolare e gli stessi effetti meccanici e riflessi). In questo numero di Report, sono impiegati i termini manipolazione e manipolazione chiropratica, e il secondo si riferisce alla manipolazione eseguita da un chiropratico debitamente qualificato. b) Sublussazione. È il termine chiropratico tradizionale usato per indicare la disfunzione o lesione articolare che i chiropratici diagnosticano – principalmente attraverso la palpazione, per valutare posizione ed escursione articolare, tono dei tessuti molli e dolorabilità – e trattano. È essenzialmente un disturbo funzionale piuttosto che strutturale. In un ambiente interdisciplinare il termine risulta problematico poiché la professione medica presenta una definizione contraddittoria. Definisce infatti la sublussazione articolare uno spostamento
strutturale significativo, benché talvolta inferiore a una lussazione piena, che non si corregge, manipola o mobilizza. Pertanto, nel presente testo, si utilizzeranno i termini sublussazione chiropratica o disfunzione articolare. Fondamento anatomico della manipolazione del collo 3. La manipolazione cervicale è usata più frequentemente per pazienti affetti da dolore al collo e cefalea. La causa profonda dell’atteggiamento critico storicamente assunto dall’ambiente medico risiede forse nell’idea che non vi sia una spiegazione anatomica ragionevole di come queste affezioni, soprattutto le cefalee, possano essere causate da strutture della colonna cervicale passibili di manipolazione. 4. Cefalea. Durante gli anni Novanta, alcuni ricercatori statunitensi in ambito odontoiatrico e alcuni ricercatori britannici in ambito chiropratico hanno confermato e di-
mostrato più chiaramente i primi resoconti circa l’esistenza di ponti di tessuto connettivo tra muscoli e legamenti nella colonna cervicale superiore e la dura sensibile al dolore che ricopre il cervello. La Figura 1 rappresenta il ponte miodurale superiore di tessuto connettivo. La dura è estremamente sensibile, e la tensione durale nel corso di procedimenti neurochirurgici produce un dolore percepito come cefalea. Hack et al., gli scienziati dell’Università del Maryland il cui lavoro è alla base dell’illustrazione contenuta nella Figura 1, commentano così nell’Encyclopedia Britannica’s 1998 Medical and Health Annual: “La manipolazione vertebrale quale trattamento della cefalea tensiva trova il suo fondamento nella presupposizione che la disfunzione dei muscoli del collo contribuisca al dolore della testa;... Il collegamento muscoli-dura può rappresentare - almeno in parte - la base anatomica soggiacente all’efficacia di questo trattamento. Tale
Figura 1 Ponti di tessuto connettivo tra muscoli e dura nella colonna cervicale superiore Destra: L’illustrazione mostra il ponte di tessuto che collega la dura, il rivestimento membranoso del cervello e del midollo spinale, al muscolo piccolo retto posteriore del capo (rectus capitis posterior minor, RCPM) alla base del cranio, tra l’atlante o prima vertebra cervicale e l’osso occipitale o cranio. Un ponte simile sussiste tra la prima e la seconda vertebra cervicale.
cervelletto liquido cerebrospinale midollo spinale osso occipitale (C0) dura madre ponte di tessuto connettivo muscolo rectus capitis posterior minor (RCPM) atlante (prima vertebra cervicale, C1) Per gentile concessione di Hack G, Dunn G, Tob MY e Encyclopedia Britannica’s 1998 Medical and Health Annual
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trattamento, eseguito dal chiropratico, riduce la tensione muscolare, diminuendo così, o eliminando, il dolore in quanto riduce le forze potenziali esercitate sulla dura attraverso il collegamento muscoli-dura.” 5. Dolore al collo. Il ruolo delle faccette articolari della colonna cervicale nell’insorgenza di dolore al collo e cefalea è stato dimostrato in modo convincente durante gli anni Novanta dai ricercatori medici della Cervical Spine Research Unit, University of Newcastle, Australia. Dieci anni di ricerca sono culminati in uno studio condotto da Lord, Barnsley et al., pubblicato su Spine nel 1998 e descritto dalla rivista come “rigoroso e impeccabile”. Usando sofisticate tecniche di iniezione, la Lord e i suoi colleghi hanno dimostrato che, nel 60% dei 68 pazienti cronicamente debilitati dal colpo di frusta, l’esatta origine di cefalea e dolore al collo era costituita dalle faccette articolari della colonna cervicale, come mostra la Figura 2. I ricercatori hanno osservato che: - Pochi medici riconoscono l’entità del dolore dell’apofisi articolare della vertebra
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cervicale (cioè della faccetta articolare).” - I dati raccolti nel corso dei dieci anni trascorsi dimostrano ormai in modo schiacciante che il dolore della faccetta articolare è “straordinariamente diffuso” e che questa entità diagnostica e algogena “non può essere ignorata” oltre. Correggere la restrizione del movimento delle faccette articolari cervicali, influenzando così i riflessi spinali e la tensione muscolare associati, costituisce un obiettivo primario della correzione o manipolazione chiropratica. Efficacia - cefalea 6. Questa trattazione deve avere inizio con un commento su diagnosi e terminologia. Negli anni Ottanta, la International Headache Society (IHS) ha riclassificato la cefalea in numerose categorie e subcategorie, pur riconoscendo che tale operazione era problematica, che era stata effettuata perlopiù ai fini della ricerca e che avrebbe avuto un impatto iniziale trascurabile su diagnosi e trattamento nella pratica clinica. Le diffi-
Figura 2 Vista posteriore di colonna cervicale e faccette articolari
Occipite
Le due faccette articolari in C1 e C2 Atlante o prima vertebra cervicale (C1) Epistrofeo o seconda vertebra cervicale (C2)
Per gentile concessione di Tom Bergmann and Churchill Livingstone5
coltà incontrate erano relative a delimitazioni e sovrapposizioni definitorie (in uno studio nordamericano il 28% dei pazienti affetti da cefalea cronica soddisfaceva i criteri dell’emicrania, ma il 50% di questi soddisfaceva anche i criteri della cefalea tensiva), cefalee combinatorie e trasformazionali, cefalee di rebound ecc. Una categoria di cefalea primaria o benigna descritta dalla IHS, precedentemente assente dalle classificazioni e all’epoca ancora contestata da molti specialisti, è la cefalea cervicale. 7. Per chiropratici e medici di base il tema importante non è la classificazione, la denominazione assegnata, bensì la diagnosi della causa o delle cause della cefalea lamentata dal paziente. Questo, ove sia possibile, è il fondamento di un trattamento efficace. Il 90% dei pazienti affetti da cefalea soffre di cefalea primaria o benigna (cioè non associata ad alcuna lesione specifica né ad alcun processo patologico). I pazienti possono presentare più segni di emicrania o cefalea tensiva, spesso ancora denominata cefalea da stress o muscolo-tensiva, ma il tema fondamentale è la causa che, per esempio, può essere costituita da uno o più stress psicologici, da alimenti o fattori scatenanti ambientali, da mutamenti nella chimica ematica che abbassano la soglia del dolore del paziente, o da una disfunzione della colonna cervicale. 8. La gestione chiropratica del paziente contempla una diagnosi della causa o delle cause seguita da vari interventi. Si tratta di terapie manuali e fisiche d’altro tipo, di consulenza nutrizionale e relativa allo stile di vita. Alcuni pazienti richiedono di essere inviati a consulto da professionisti di altri settori, per beneficiare di una gestione o cogestione medica o psicologica. In questa sede, tuttavia, siamo specificamente interessati alla manipolazione cervicale, che è l’aspetto centrale del trattamento chiropratico...omissis...
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Chiropratica - N. 18 - Settembre 2010 11
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efficacia – dolore al collo 10. Tre rassegne della ricerca effettuate da esperti interdisciplinari – la US rANd Corporation, la Quebec Task Force on Whiplash related disorders, e il Cochrane Collaboration Team di Aker, Gross et al. concludono tutte che la manipolazione è efficace e appropriata per molti pazienti con dolore al collo meccanico cronico e acuto...omissis... conclusione 17. Se i dati scientifici depongono a favore della sicurezza della manipolazione, della sua efficacia e idoneità quale trattamento per i pazienti affetti da forme comuni di dolore al collo e cefalea, perché i media continuano a rappresentarla come potenzialmente dannosa? Perché tanti medici di famiglia esprimono riserve su un trattamento di gran lunga più sicuro dei farmaci che non esiterebbero a prescrivere con poche avvertenze e senza consenso firmato? le ragioni sono molteplici, ma due appaiono preponderanti e devono essere affrontate con decisione: a) rappresentazione fuorviante. la prima ragione è la presenza, nella letteratura medica, di una rappresentazione fuorviante di notevole peso, sia per quel che riguarda il numero di casi di complicanze a seguito di manipolazione del collo, sia in merito al coinvolgimento dei chiropratici. la nuova analisi spassionata dei fatti presentata da Terrett opera una rilettura radicale. le sue Appendici 1 e 2 passano in rassegna ogni caso pubblicato. Più volte – spesso quando il trattamento era stato somministrato da medici o fisioterapisti – la casistica medica chiama in causa i chiropratici e la manipolazione chiropratica, mentre nessun chiropratico era in realtà coinvolto. Al contrario, non esiste un solo caso in cui una manipolazione chiropratica sia erroneamente attribuita a un medico.
Nel 1992, il medico australiano Winer ha scritto: “la letteratura anglofona riporta circa 430 catastrofi cerebrovascolari verificatesi in seguito a manipolazione cervicale. la maggior parte di queste tragedie è stata causata da chiropratici. Questa non è una presa di posizione politica, è un dato di fatto”. Winer sbagliava di grosso. Come dimostra Terrett, adottando una definizione molto ampia di catastrofe in modo da includervi qualunque deficit neurologico residuo, a quell’epoca si erano verificati 78 casi, 50 dei quali coinvolgevano il trattamento chiropratico: meno di 1 all’anno in tutto il mondo. b) ricorso a prove di natura anedottica. Una seconda ragione è il ricorso a dati di natura anedottica e non scientifica. Un paziente mostra i sintomi di un ictus alcuni giorni o alcune settimane dopo essere stato visitato dal chiropratico, il fatto giunge a conoscenza dello staff del pronto soccorso e, poco dopo, ecco che gli specialisti medici rilasciano interviste ai media spiegando che una cosa è causa dell’altra. oppure, come nel caso di una recente indagine effettuata da Carlini et al. negli Stati Uniti, si richiede informalmente ai neurologi di ricordare quanti casi di ictus da manipolazione chiropratica è capitato loro di vedere e questo, combinato con prove di natura anedottica, suscita un articolo della
Associated Press che mette in guardia contro i rischi della manipolazione chiropratica (“manipolazione chiropratica”, si badi bene, non manipolazione medica o manipolazione in generale), destinato a comparire il giorno dopo sui giornali di Tokyo, Parigi, Toronto e di tutto il resto del mondo. In sintesi, come conclude Terrett, attualmente vi è una “opinione pubblica ingiustificatamente negativa” riguardo all’adeguatezza della manipolazione del collo in generale e della correzione cervicale chiropratica in particolare. Ci si augura che questa rassegna, con la dimostrazione scientifica che contiene della sicurezza e dell’efficacia della manipolazione del collo, contribuisca a colmare il divario tra percezione e realtà, specialmente agli occhi dei pazienti e dei loro medici di famiglia. Molti potrebbero essere interessati a un approccio non farmacologico al trattamento di cefalea e/o dolore al collo, un approccio che si rivolge a una causa precedentemente non diagnosticata nella colonna cervicale e che può ora essere gestita efficacemente mediante una manipolazione qualificata.
Per leggere l’articolo nella sua versione completa, sia in inglese che in italiano, potete andare al sito della Chiropratica in Italia: www.chiropratica.com
Breve curriculum vitae Piet Seru, belga, laureato allo Sherman College of Chiropractic di Spartanburg. dal 1981 lavora presso la Sanrocco Chiropratica. dal 1989 al 1994 è stato presidente dell’Associazione Italiana di Kinesiologia Applicata (AIKA) e vice-presidente e presidente dell’International College of Applied Kinesiology europa. Ha scritto il libro “Guida alla chiropratica” pubblicato in italiano, francese e spagnolo. Nominato “Chiropractor of the year” nel 1997
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Nuovo orizzonte della salute
Chiropratica e scienza
Il colpo di frusta e la chiropratica
Dr. Coralie Pellissier Ms.C., I.C.S.S.D.
Per colpo di frusta si intende una traumatica escursione della testa come avviene, ad esempio, in un tamponamento posteriore d’auto, quando il corpo viene proiettato violentemente in avanti e di conseguenza la testa viene spinta bruscamente all’indietro e successivamente, durante la fase di decelerazione, in avanti. Le lesioni che derivano da questo particolare tipo di incidente sono di diversa natura e gravità. Esse interessano so-
prattutto la muscolatura, i legamenti, i dischi intervertebrali e, nei casi estremi, le vertebre e il midollo spinale. In quasi tutti i casi di colpo di frusta si riscontrano un’iperestensione ed un’iperflessione. A volte si può avere anche un movimento d’inclinazione laterale, detto anche iperflessione laterale, destra o sinistra, che complica ulteriormente gli effetti della lesione. Il colpo di frusta non si verifica unicamente in caso di incidenti automobilistici. Può anche essere il risultato di scontri sul terreno di gioco, calcio o altri sport, di cadute e di traumi diretti al cranio. Gradi di lesione Ogni colpo di frusta è unico per se stesso; infatti sono tanti i fattori che possono variare da un caso all’altro: l’età, la dinamica dell’incidente, il modo in cui è stato affrontato, le condizioni osteoarticolari, i legamenti e i dischi intervertebrali, la direzione dell’impatto e la velocità al momento dell’incidente. Iperestensione
Sfortunatamente, le cinture di sicurezza non garantiscono una protezione efficace contro questo tipo di lesione, mentre i poggiatesta possono offrire un certo grado di protezione rispetto all’iperestensione. A causa di questi molteplici fattori, i sintomi del colpo di frusta possono essere diversi da persona a persona, variando da un semplice indolenzimento a lesioni molto gravi. I sintomi Qui di seguito elenchiamo alcuni dei sintomi più comunemente riscontrati in caso di colpo di frusta: • indolenzimento, dolore diffuso • mal di testa • dolori alle spalle, al collo, alle braccia • vertigini • intorpidimento, formicolii, debolezza • disturbi visivi • nausea, vomito • dolori al petto • sbalzi di pressione • problemi emotivi
Iperflessione
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Chiropratica e scienza
al momento dell’impatto la parte inferiore del corpo viene bruscamente proiettata in avanti mentre la testa rimane temporaneamente stabile. da notare la perdita della naturale curvatura cervicale.
IPereSTeNSIoNe la testa si piega all’indietro sul collo e i muscoli riflessori si contraggono.
una visita si rende necessaria Questi traumi possono rimanere silenti per 12/24 ore, mesi o addirittura anni, fino a quando un nuovo trauma non intervenga a riattivare il dolore. Per evitare problemi futuri è assolutamente necessario sottoporsi ad una visita presso uno specialista qualificato, esperto nell’esaminare la colonna vertebrale e le strutture ad essa associate, che conosce la dinamica della lesione da “colpo di frusta”. Può accadere infatti che i muscoli ed i legamenti guariscano e che il dolore associato al colpo di frusta scompaia, ma che il disco intervertebrale, non ricevendo un’irrorazione sanguigna diretta, non guarisca, generando un dolore per-
durevole. lo strappo ai legamenti ed il trauma alla colonna cervicale possono spesso provocare alterazioni della struttura vertebrale, le quali, se ignorate, risulteranno in alterazioni degenerative a livello del collo. il trattamento chiropratico la scienza chiropratica si interessa in modo particolare dell’equilibrio strutturale della colonna vertebrale e del sistema nervoso. Un’attenzione particolare viene rivolta al corretto allineamento e mobilità della colonna vertebrale. Intervenendo con prontezza in questo tipo di lesioni, si possono evitare numerosi sintomi che potrebbero insorgere in un secondo tempo.
IPerFleSSIoNe la testa rimbalza in avanti comprimendo le strutture del collo.
Possibile inversione della lordosi cervicale a seguito di colpo di frusta.
Breve curriculum vitae Coralie Pellissier, si è laureata in chiropratica nel 2008, specializzata in chiropratica sportiva nel 2009 ed attualmente si sta specializzando in chiropratica pediatrica. Grande appassionata di sport, Coralie è stata membro della Nazionale Italiana di snowboard, è cintura nera di karate e possiede i diplomi di bagnina e sommozzatrice. Nel 2006 è stata una dei sei studenti selezionati mondialmente a partecipare ad una “missione chiropratica” in Costa rica organizzata dal “North West Chiropractic College” e spera di poter rifare questa esperienza altamente formativa e gratificante (l’articolo sulla missione è apparso sulla rivista “Chiropratica numero 12”). Attualmente lavora a Genova.
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NUovo orIzzoNTe dellA SAlUTe
Chiropratica e postura
Mal di collo e di schiena: come prevenirli
Dr. Eddy Pellissier D.C., C.C.S.P. Già Presidente Associazione Italiana Chiropratici le posizioni corrette Il mal di schiena è diventato un problema mondiale che affligge, prima o poi, circa il 90% della popolazione. dal momento che, purtroppo, capiterà anche a
noi dovremmo tutti imparare a riconoscere e a mantenere delle posizioni che non producano contratture muscolari e dolore ed a compiere in modo corretto le azioni della vita quotidiana, evitando
le posizioni articolari estreme, le posizioni fisse protratte e i movimenti rapidi che possono concorrere ad aumentare la probabilità di insorgenza o di ricomparsa degli episodi dolorosi.
Gambe tese, schiena dritta e oggetto lontano dal baricentro: questo è il modo più sbagliato di sollevare un oggetto e quello che sicuramente ci spedirà più rapidamente dal chiropratico....
È necessario imparare a flettere le ginocchia mentre ci si appresta a sollevare un peso ed evitare i movimenti combinati di flessione-rotazione ed estensione-rotazione mentre si spostano o si collocano oggetti.
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Chiropratica e postura
Chiropratica - N. 18 - Settembre 2010 15
GLI ESERCIZI INTELLIGENTI E adesso che abbiamo imparato cosa non dovremmo fare e come dovremmo vivere, perché non fare un piccolo passo in più e attivarci per aiutare il nostro chiropratico a rimetterci in forma perfetta? Gli esercizi illustrati di seguito sono utili per alleviare il disagio e impedire al dolore lombare di peggiorare, per eliminare le contrazioni dei muscoli della regione lombare e toracica, rafforzare e tonificare i muscoli dorsali e addominali, consentendo una efficace protezione della colonna vertebrale, riducendo così le probabilità di insorgenza e ricomparsa degli episodi dolorosi. Ogni esercizio va effettuato 5-10 volte, due tre volte al giorno, con movimenti lenti e regolari.
Con la schiena ben dritta e le gambe leggermente allargate, abbandona le braccia fra le gambe lasciandoti cadere in avanti lentamente fino a toccare terra con le mani. Non sforzare e quando appare la tensione compiere 4/5 grandi respirazioni per poi tornare in posizione di partenza.
Con la schiena ben dritta e le gambe leggermente allargate, porta le mani sopra la testa e stirati verso l’alto. Non sforzare, compiere 4/5 grandi respirazioni per poi tornare in posizione di partenza.
Con la schiena ben dritta e con le mani conserte leggermente in avanti porta lievemente il tronco indietro fino ad avvertire la contrazione dei muscoli addominali. Non sforzare, mantenere per circa 30 secondi e per poi tornare in posizione di partenza.
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Nuovo orizzonte della salute
Chiropratica e postura
Con la schiena ben dritta e le gambe leggermente allargate, porta le mani tese in avanti stirando bene la colonna toracica. Compi un paio di profonde respirazioni, poi porta le braccia tese di fianco al corpo spingendo bene il petto in fuori. Non sforzare, compiere 4/5 profonde respirazioni per poi tornare in posizione di partenza. Con la schiena ben dritta e le gambe leggermente allargate, indice e pollice della mano appoggiati sul mento. Spingete il mento all’indietro. Guardate diritto davanti a voi e tenete il busto in posizione stabile. Restate così per un istante e compiere 4/5 profonde respirazioni. Ripetete l’esercizio da 5 a 10 volte. Questo esercizio è particolarmente indicato per distendere i muscoli della nuca e alleviare i dolori cefalici dovuti alle cefalee muscolo tensive.
Con la schiena ben dritta mantenere le braccia stese lungo il corpo. Piegare la testa sul lato, restate così per un istante e compiere 4/5 profonde respirazioni. Ripetete l’esercizio dall’altro lato, 5 a 10 volte per lato. Per aumentare l’effetto dello stiramento è possibile mettere le mani sotto il sedere al fine di stabilizzare le spalle e non lasciarle muovere. Con la schiena ben dritta e ben rilassate prendere in entrambe le mani una bottiglia d’acqua, di vino o un libro e alzare le spalle fino a fare spallucce. Rimanere in questa posizione per un istante e compiere 4/5 profonde respirazioni. Tornare in posizione di partenza permettendo alle spalle di cadere il più possibile. Questo esercizio è molto utile per combattere la tensione che si accumula durante le lunghe ore passate davanti al computer o a lavorare seduti.
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Chiropratica e postura
Chiropratica - N. 18 - Settembre 2010 17
Sempre con lo stesso peso alzare le braccia all’altezza delle spalle e girare lentamente la testa sul lato. All’apparire della tensione contare fino a 5 e poi tornare in posizione di partenza, ripetere dall’altra parte per un totale di 4/5 esercizi per lato.
Dal momento che tutti questi esercizi possono essere compiuti comodamente seduti in ufficio o a casa, perché non approfittarne e fare qualcosa di più? Alziamoci e lentamente pieghiamoci sul lato facendo scorrere la mano lungo la gamba, prima da una parte mantenendo, una volta apparsa la tensione, la posizione per 5 secondi. Torniamo in stazione eretta e ripetiamo dall’altra parte, 4/5 volte per lato.
Adesso che siamo caldi giriamoci sul lato senza sforzare, prima da una parte mantenendo, una volta apparsa la tensione, la posizione per 5 secondi. Torniamo al centro e ripetiamo dall’altra parte, 4/5 volte per lato senza dare dei colpi o rimbalzare.
Tutti questi esercizi sono estremamente semplici da fare e portano via pochissimo del nostro prezioso tempo e potremmo farli subito prima o durante la pausa caffè trasformando così quei pochi minuti di riposo in una pausa salute che ci permetterebbe di ritornare al lavoro freschi, rilassate e soprattutto meno doloranti!
E adesso? Continuiamo...
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Nuovo orizzonte della salute
Chiropratica e postura
Ecco una piccola serie di esercizi che possono, se fatti regolarmente tutte le mattine, darvi molto sollievo e permettervi di ritrovare quell’elasticità perduta di cui vi ricordate ma che sembra un obbiettivo molto lontano da raggiungere...
Inginocchiarsi sul pavimento e lentamente piegarsi in avanti fino a far toccare le mani davanti a sé. Eseguire alcune respirazioni profonde provando ad inarcare e stendere la schiena al massimo. Tornare in posizione di partenza e ripetete l’esercizio da 5 a 10 volte. Inginocchiarsi sul pavimento e sostenere il busto con le mani. Tendete contemporaneamente il braccio sinistro e la gamba destra fino a raggiungere la posizione orizzontale. Alternate in seguito il braccio destro e la gamba sinistra. Ripetete l’esercizio da 5 a 10 volte.
Porsi supino con le ginocchia flesse e i piedi ben aderenti al pavimento e con le braccia ben distese lungo il corpo. A questo punto sollevare le ginocchia una alla volta, portandole al petto e trattenendole con le mani per qualche istante. Inspirare, sollevare la nuca espirando. Ripetere con l’altra gamba e poi con tutte e due. Successivamente ritornare nella posizione iniziale, riportando le gambe sul pavimento una alla volta. Sdraiarsi a terra, flettere le ginocchia e appoggiare saldamente i piedi per terra. Sollevate il bacino fino a quando la schiena e le cosce formano una linea retta. Ripetete l’esercizio da 10 a 15 volte.
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I nostri lettori
Via Francigena e ”mal di schiena”
Ovvero come conciliare la passione per il cammino e la lombalgia Dr.ssa Silvana De Riccardis Bettiol, M.D.
Da che l’Homo è diventato Erectus, ha cominciato a camminare, camminare portando con sé armi per la caccia e quanto poteva essergli utile durante gli spostamenti. Con l’evoluzione non si è più accontentato di restare Erectus ma si è anche dotato di 4 ruote (meglio se motrici) e in un prossimo futuro, probabilmente, sarà capace di spostarsi sulla terra come nello spazio siderale. Da tutto ciò è nata la volontà di riappropriarsi di un modo di camminare “slow” in linea con una intera filosofia di ritorno a ritmi più a misura d’uomo e non dei suoi mezzi. Furono i Romani i primi a dare un grande impulso alla costruzione di un vasto sistema viario che collegava Roma ai vari paesi dell’Impero. Quelle vie erano percorse oltre che dai soldati, anche dalle merci e dai pellegrini diretti a Roma, in Terra Santa o a Santiago de Compostela. Nel 990 d.C. anche Sigerico, nominato vescovo di Canterbury, iniziò il suo viaggio verso la Sede Papale per essere investito ufficialmente della sua carica. Sulla via del ritorno egli scrisse un diario con l’elenco delle 80 tappe (una al giorno) che effettuò attraverso il territorio italiano, valicando il colle del Gran San Bernardo, scendendo in Svizzera e proseguendo poi sulla terra dei Franchi fino in Inghilterra. Questo diario si può considerare il primo atto ufficiale di fondazione della Via Francigena, ripreso dal Consiglio d’Europa che nel 1996 l’ha nominato Itinerario Culturale Europeo. Si tratta di circa 1800 km che si snodano tra paesaggi appenninici e alpini, pianure incredibili nei loro colori (penso alle risaie vercellesi o alle immense coltivazioni di cereali in Francia, ai boschi nostrani e
alla foresta di Jeanne d’Arc, ai vitigni dello Champagne e così via). Si attraversano piccoli paesi ricchi di tanta storia e villaggi di poche case perse nel nulla, fiumi come il Po o la Soane, vie romane e canali navigabili. Ovunque si percepisce lo stesso senso del tempo che scorre più lento, con le auto lontane, la sveglia prima dell’alba per essere pronti a partire presto, le piccole soste per rifocillarsi servendosi anche, perché no, dei prodotti della Madre Terra caduti al suolo. Assaporare il gusto di un pezzo di pane tagliato dalla pagnottona che un boulanger svizzero ci regala come “pane del pellegrino” o dell’acqua di fonte, che gioia, che riscoperta! Certo, non altrettanto si può dire quando il clima inclemente ci riversa acqua a catenelle o addirittura grandine, perché il pellegrino moderno non si ferma mai, tira fuori dal suo zaino la grande mantella con cappuccio in grado di coprirlo tutto e va’ avanti con i suoi fidi bastoncini telescopici in titanio, i suoi scarponi in goretex e le ghette che salvano dal fango. Tutto ciò, lungi dallo scoraggiare,
tempra nel corpo e nello spirito, perché si è comunque di fronte ai propri limiti fisici e mentali. Si ha il tempo, lungo il cammino, di ripensare alla propria vita, alle proprie relazioni, ai propri obiettivi, al lavoro e alle difficoltà con un altro spirito, quello di chi si confronta, tappa dopo tappa, con bisogni essenziali. Tutto questo serve, al ritorno, a ridimensionare il proprio ego, a dare la giusta importanza alle cose e alle persone e a tagliare i troppi rami che caricano la nostra vita. E la lombalgia? Anche quella, miracolosamente, migliora! Con la giusta attrezzatura, come si è detto prima, la muscolatura degli arti superiori e inferiori si tonifica, quella paravertebrale fa il suo lavoro, gli addominali tornano a “tirare”. Se poi si ha l’accortezza di fare stretching prima della partenza e dopo l’arrivo (qualcuno fa yoga!) si annullano eventuali sovraccarichi dovuti sia al peso dello zaino che alle 6-7 ore di marcia. Se poi è necessario, si possono usare “cinture“ lombari. Bisognerebbe scrivere un lungo articolo solo sulla giusta
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NUovo orIzzoNTe dellA SAlUTe
attrezzatura, che, ribadisco, è fondamentale per evitare dolori articolari e per migliorare quelli già presenti. Tutti i materiali devono essere tecnici perché qualunque improvvisazione in merito comporterebbe piccole o grandi sofferenze. Un capitolo a parte meriterebbero poi l’alimentazione, l’idratazione e l’allenamento. Malgrado tutto, dopo una settimana di cammino posso assicurarvi che il mal di schiena migliora molto, la postura si modifica, sentite di avere dei muscoli efficienti dal collo alle dita del piedi; dalla seconda settimana avrete raggiunto il “punto di non ritorno”, cioè sarete in grado di camminare dalle 6 alle 8 ore al giorno anche per un mese di fila! Avrete mantenuto sostanzialmente il vostro peso iniziale ma avrete perso massa grassa a favore di quella magra. Grazie al mio chiropratico dott. eddy Pellissier, ho fatto dei trattamenti prima e dopo il pellegrinaggio, inoltre egli mi ha fornito di una vasta gamma di oli da massaggio che uniti a qualche sano e necessario FANS mi hanno permesso di raggiungere la meta senza troppo soffrire. Una doverosa annotazione: viaggio con un gruppo nutrito di persone la cui età va dai 40 agli 80 anni, tra loro ci sono coppie e ci sono persone che lasciano a casa moglie/marito; ci sono medici, giudici, insegnanti , casalinghe, guide della natura, pensionati, e altri ancora attivi nel lavoro. Tutti si ritagliano il tempo per percorrere, a tappe annuali, un tratto di via Francigena fino alla meta finale. C’è chi si allena camminando anche durante il resto dell’anno e chi, come la sottoscritta, riesce a fare poco, ma dopo 2-3 giorni la “ruggine” se ne è andata e resta il piacere di guardarsi attorno, scrutare l’orizzonte, scattare foto, riconoscere uccelli e animali ormai visti solo in Tv. Quanti di voi, poi, sanno riconoscere in un prato gli spinaci selvatici, il fiore bellissimo dell’aglio e così via? C’è solo un modo per rispondere: mettersi in cammino e... al diavolo il mal di schiena!
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La Via Francigena la via Francigena che da Canterbury portava a roma è un itinerario della storia, una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini in viaggio per roma. Fu soprattutto all’inizio del secondo millenio che l’europa fu percorsa da una moltitudine di anime “alla ricerca della Perduta Patria Celeste”. Questa via attesta infatti l’importanza del pellegrinaggio in epoca medioevale: esso doveva compiersi prevalentemente a piedi (per ragioni penitenziali) con un percorso di 20-25 kilometri al giorno e portava in sé un fondamentale aspetto devozionale: il pellegrinaggio ai luoghi Santi della religione cristiana. È noto come tre fossero i poli di attrazione per questa umanità in cammino: innanzitutto roma, luogo del martirio dei Santi Pietro e Paolo; Santiago de Compostela, dove l’apostolo San Giacomo aveva scelto di riposare in pace e naturalmente Gerusalemme in Terra Santa. Il pellegrino inoltre non viaggiava isolato ma in gruppo e portava le insegne del pellegrinaggio (la conchiglia per Santiago de Compostela, la croce per Gerusalemme, la chiave per San Pietro a roma). va detto che queste vie di pellegrinaggio erano allo stesso tempo vie di intensi scambi e commerci e che le stesse venivano percorse dagli eserciti nei loro spostamenti.
Canterbury • Calais • Bruay • Arras • Reims • Chalons sur Marne • Bar sur Aube Besancon • Pontarlier • Losanna • Gran San Bernardo • Aosta • Ivrea • Santhia Vercelli • Pavia • Piacenza • Fiorenzuola • Fidenza • Parma • Fornovo • Pontremoli Aulla • Luni • Lucca • S. Genesio • S. Gimignano • Siena • S. Quirico • Bolsena Viterbo • Sutri • Roma
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Chiropratica - N. 18 - Settembre 2010 21
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Breve curriculum vitae Silvana de riccardis si è laureata a Torino nell’82 in medicina e chirurgia, ha svolto per circa 8 anni la funzione di dirigente sanitario nella casa circondariale di Aosta, acquisendo esperienze professionali ed umane insostituibili. dall’86 è, per scelta, medico di medicina generale o, come preferisce dire, all’antica, medico di famiglia nella città di Aosta. Fà parte della SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) che si occupa di ricerca e di studi scientifici. Camminatrice e pellegrina dal 2006 percorre, a tappe di 15 giorni annuali la via Francigena e da allora ha già coperto circa 1400 dei circa 1900 km originali. Conta di terminare nel 2012.
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NUovo orIzzoNTe dellA SAlUTe
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Il Seggiolino Koala nest è raccomandato da osteopati, fisioterapisti e chiropratici. Fabbricato direttamente in Italia questo prodotto è ideale per i bambini da 6 mesi a 3 anni. Il Koala nest è una comoda cintura di sostegno che riduce la tensione a cui si sottopongono la spina dorsale, la schiena e tutti i muscoli coinvolti mentre si sostiene un bimbo in braccio. Il Koala nest è dotato di una comoda tasca dove potrete inserire il vostro cellulare, chiavi, portafoglio o altro. Ovunque voi andrete, questa comoda cintura vi porterà sollievo e vi aiuterà nel duro compito di genitore. Una volta cresciuto il bambino il Koala nest può essere comunque usato quale marsupio per varie attività: alcuni nostri clienti ci hanno scritto che lo usano per la pesca, passeggiate in montagna e uno lo usa per seguire il figlio che fa gare di trial mettendoci dentro chiavi inglesi cacciaviti e candele. Il materiale usato per fabbricare il Koala nest è DuPont Cordura, altamente resistente all’abrasione ed impermeabile. Koala nest utile dai 6 mesi ai 3 anni per i bambini e poi per tutta una vita di comodità per voi. Come usare il Koala nest: Inspirare e allacciare la fascia il più strettamente possibile a livello dell’anca indifferentemente dal lato sinistro o destro. Chiudere la fascia con l’apposito velcro e allacciare la cintura di sicurezza. Posizionare il bimbo sul seggiolino con le gambe divaricate. Il bambino può essere posizionato anche con il corpo rivolto verso l’esterno.
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Chiropratica - N. 18 - Settembre 2010 23
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&INALMENTE AVRAI BEN DI SCHIENA "ASTANO POCHI MINUTI AL GIORNOx $EDICA A TE STESSO QUALCHE SACROSANTO MINUTO AL GIORNO DI RILASSA MENTO SU IL "ENDISCHIENA¸ 1UESTO AUTO TRATTAMENTO ATTENUERÌ LA COMPRESSIO NE SUI DISCHI VERTEBRALI SOFFERENTI E LIBERERÌ I MUSCOLI DELLA SCHIENA DALLA TENSIONE %FFETTO SCOMPARSA DEL DOLORE E SENSO DI SCHIENA LIBERA E LEGGERA "ASTA SDRAIARSI POCHI MINUTI SU IL "ENDISCHIENA¸ ECCO CHE I DOLORI SCOMPAIONO DORMIRAI MEGLIO E TI SENTIRAI PIá IN FORMA
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Meno dolore con glucosamina solfato, la conferma da uno studio italiano Numerosi studi clinici hanno dimostrato che la glucosamina solfato è efficace per alleviare il dolore, aumentare la mobilità delle giunture e ridare la possibilità di camminare normalmente. La glucosamina è un principio attivo ricavato dai crostacei marini ed è indispensabile per la costruzione e il mantenimento della cartilagine. Uno studio italiano condotto dai ricercatori dell’Università di Siena, ha coinvolto 56 pazienti affetti da osteoartrosi alle ginocchia ed ha dimostrato come la somministrazione per 12 settimane di glucosamina solfato sia efficace nel controllare la sintomatologia dell’artrosi del ginocchio. I pazienti sono stati divisi in due gruppi: 28 assumevano 1,500 mg al giorno di glucosamina solfato, mentre i rimanenti 28 un placebo. Alla fine del periodo di somministrazione i pazienti che avevano assunto l’integratore avevano avuto una diminuzione notevole del dolore alle ginocchia e un miglioramento della mobilità delle giunture rispetto al gruppo del placebo. Inoltre, in entrambi i gruppi, non si sono registrati effetti collaterali: questo a testimonianza che la glucosamina solfato è molto ben tollerata dall’organismo.
Una marcia in più con la condroitina Per una terapia d’urto si abbina la glucosamina alla condroitina. La condroitina è un mucopolisaccaride estratto dalla cartilagine di squali d’allevamento. La sua funzione a livello cartilagineo è quella di impedire l’attacco di alcuni enzimi distruttori. Inoltre favorisce il transito di liquidi nella cartilagine, importantissimi per la salute e il fisiologico funzionamento di questo tessuto. Pertanto la somministrazione di condroitina può essere raccomandata per tutte le situazioni di assottigliamento cartilagineo. L’abbinamento della glucosamina solfato e della condroitina genera un effetto protettivo in grado di ridurre i dolori alle articolazioni a lungo termine, poiché si agisce sulle cause e non sui sintomi. Se presi assieme e assunti regolarmente, questi due principi attivi lavorano in sinergia stimolando la produzione di cartilagine e aiutando il controllo degli enzimi che la danneggiano. Di solito si ottengono i primi benefici dopo un periodo di terapia compreso tra le sei e le dodici settimane. Le articolazioni diventano più flessibili e resistenti, oltre ad avvertire contemporaneamente un effetto sedativo contro il dolore, senza gli effetti collaterali che gli antinfiammatori provocano.
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Quando la curiosità diventa opportunità? Filippo Reggiani Durante una chiacchierata con un’amica chiropratica, mi è stato proposto di scrivere questo articolo, frutto di una nuova esperienza dettata dalla mia naturale curiosità verso tutto ciò che può aiutare il benessere psicofisico, avvalendosi di tecniche o prodotti naturali. Proprio questa mia naturale inclinazione ha dato l’occasione di conoscere la chiropratica, per risolvere inizialmente e gestire un problema alla schiena che mi porto dietro da anni. Praticando molto sport spesso mi trovo a dover risolvere piccoli o grandi acciacchi. Da sempre ciò che mi ha affascinato di questa disciplina è l’idea che riportando il corpo in equilibrio, attraverso gli opportuni aggiustamenti, esista una naturale predisposizione nell’essere umano a ristabilire quello scambio energetico tra ogni singola parte dell’organismo che permette di raggiungere il benessere; e tutto questo nell’80% dei casi senza assumere medicinali che se, non strettamente necessari, hanno sempre delle controindicazioni tali da minare la pienezza di tale benessere. Cosi come in passato per necessità e curiosità mi avvicinai al mondo della chiropratica, cosi negli ultimi mesi sto sperimentando un prodotto naturale appena arrivato in Italia ma molto conosciuto sia in America, dove viene prodotto, sia in altri paesi. L’analogia tra la chiropratica e questo prodotto risiede nel modo in cui li ho conosciuti. In entrambi i casi sono state due persone di fiducia che, avendone misurato direttamente i benefici, in maniera del tutto asettica mi hanno suggerito
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di fare altrettanto e cosi ho iniziato. Il prodotto a cui faccio riferimento altro non è che un succo di frutta naturale derivante dalla garcinia mangostana che in Asia viene definita “The Queen of Fruit” per le sue rilevanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. (Foto 1) Il frutto viene definito il più potente antiossidante e antinfiammatorio mai scoperto in natura, per i 43 xanthoni contenuti nell’intero frutto, 3 nella polpa e 40 nel pericarpo: in natura ne sono stati scoperti poco più di 200. Ad oggi, tra i frutti più comuni, quello con la maggiore capacità di assorbimento dei radicali liberi e quindi con le migliori proprietà antiossidanti risulta essere il mirtillo nero; i test a cui è stata
sottoposta la garcinia mangostana hanno evidenziato una capacità 20 volte superiore (Foto 2). Nonostante questo rimasi scettico, non tanto per le proprietà di cui facilmente tutti noi possiamo documentarci attraverso internet, quanto per il sistema di vendita che l’azienda Xango, che prende il nome dal prodotto, ha scelto parimen-
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ti ad altre grandi realtà multinazionali americane quotate in borsa: internet. Il mio scetticismo, mi resi conto, dipendeva semplicemente dal non essere abituato a comprare su questo canale prodotti che normalmente compro in erboristeria o in farmacia. Il marketing è la mia professione e internet è uno strumento ormai assunto a bisogno “primario” per cui ho potuto comprendere le ragioni alla base di queste politiche di vendita. ritengo che ognuno possa indipendentemente documentarsi ed avere informazioni attraverso questi nuovi ma ormai abituali sistemi di comunicazione e le informazioni ivi contenute possano aver una forza anche maggiore rispetto ai tradizionali media. devo ammettere che chi è dotato di una naturale predisposizione alla conoscenza del nuovo ed è dotato di una coscienza critica sia avvantaggiato in questo. Tutti noi siamo per cultura più ricettivi verso una conoscenza tradizionale per cui se conosciamo un prodotto attra-
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verso i media, pubblicità, giornali, tv, piuttosto che attraverso persone preposte, vedi un erborista, un farmacista , un medico siamo inclini al sperimentarlo con una certa tranquillità, viceversa se ne veniamo a conoscenza al di fuori di questi canali tradizionali siamo tendenzialmente scettici e poco inclini a “ metterci in gioco”. Personalmente ritengo lo scetticismo corretto e doveroso purchè critico. Tale atteggiamento è stato il mio sin dall’inizio perché gli slogan forti su tematiche legate alla salute sono molto pericolosi e facilmente strumentalizzabili. Ma il mio atteggiamento critico mi ha dato lo stimolo per documentarmi attraverso internet (siti istituzionali, portali di medicina etc.) e attraverso i seminari
che vengono tenuti in varie parti d’Italia. Ho conosciuto medici italiani che studiano da tempo il prodotto, portando testimonianze dirette di pazienti che hanno risolto problematiche varie grazie all’assunzione mirata di questo semplice ma stupefacente estratto di succo. Ci sono voluti alcuni mesi per poter passare dalla critica alla sperimentazione, per verificare su di me alcuni benefici che di per se sono stati sufficienti per telefonare a questa persona e dirle grazie. ritengo che integrare la nostra alimentazione quotidiana con prodotti naturali che agiscono in maniera rilevante contro i radicali liberi presenti nel nostro organismo e contribuire a risolvere stati infiammatori silenti o evidenti riducendo l’uso di eventuali farmaci, sia un dovere. (Foto 3). Ho voluto cogliere questa opportunità che mi è stata data dagli editori di questo magazine per due ragioni sostanzialmente: dare la possibilità a chi leggerà questo articolo di conoscere qualcosa di nuovo e in autonomia valutare se varrà la pena approfondirne la conoscenza (www.xango.it, filipporeggiani@interfree.it, 347.0059800), ma soprattutto dimostrare che a volte mettersi in gioco e sperimentare qualcosa di nuovo con un atteggiamento critico ma costruttivo può dare grandi benefici: la chiropratica per me è un esempio evidente.
Breve curriculum vitae Filippo reggiani si è laureato in economia e Commercio nel 2003 presso l’Università degli Studi di Genova. lavora nel Marketing operativo e come Business developer in una multinazionale industriale leader di mercato in Italia. dal 2007 membro di Manager Italia, federazione nazionale dirigenti, quadri e professional. Pratica vari sport tra cui nuoto e triathlon a livello agonistico. Concepisce la pratica sportiva come wellness e disciplina.
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“Pilota” di handbike: io mi racconto - Parte seconda Agostino Lodi
5 Giugno 2010 Primo Trofeo Alto Vicentino Sto guardando una piccola coppa di latta, di color oro, con un piccolo piedestallo di “similmarmo”, piuttosto bruttina, ma sul piedestallo c’è scritto: Secondo classificato alla prima edizione del I° trofeo Alto Vicentino, Campionato Italiano a Squadre, 5-6-2010. Bene, è stata proprio una grande emozione. Una settimana fa, durante una premiazione, avevo detto a qualcuno: la prossima volta ci sono anch’io! E ci sono riuscito, sfiorando anche il primo posto, che era sicuramente alla mia portata. Adesso vi racconto. Alla partenza, della mia categoria, vado subito in testa al gruppetto; c’è Angeli dietro, poi Piccini (uno che si chiama Giulio Cesare...) e altri. Mi sembra strano che lascino me in testa, ma vado via molto bene e al primo giro sono ancora li a tirare in testa al gruppetto. Poi riesco a ragionare e costringo qualcuno a passare davanti, accodandomi buono buono. Però la mia immensa presunzione prende il sopravvento e finisco per sopravvalutarmi: io posso andare più veloce, posso dare di più, questi me li mangio... Infatti, al quinto o sesto giro, esco dalla scia e ritorno in testa forzando un po’ ed ottengo un discreto successo, perché riesco a fare un buco dietro, staccando quasi tutti, meno Giulio Cesare, che con quel nome non molla. Io però ho fatto un discreto sforzo, e lui no, cosi quando all’ultimo giro arriva un “trenino” di un’altra categoria, da dietro, che viaggia a forse un chilometro in più, lui riesce ad attaccarsi ed io no, perché sono alla canna del gas. Così Giulio Cesare vince
ed io arrivo secondo, ma dietro uno che si chiama così ci può anche stare. Domani c’è un’altra gara vicino ad Udine, ed avrò modo di rifarmi. 6 Giugno 2010 10° Giro del Friuli Basaldella di Campoformido Eccomi qui, a fare un’altra gara dopo ieri a Vicenza; stanco morto, ma non vedo l’ora di partire per migliorare la mia performance di ieri... Molto bello il posto, molto caldo, molta gente, molta allegria come sempre, si sprecano le battute, gli sberleffi, gli scherzi. C’è la solita calma frenetica per la preparazione delle bike. Colori, rumore di chiavi e di metallo, di compressori e di semplici pompe a mano, mi guardo in giro lentamente e vedo questi uomini che si preparano a correre!! Come potranno, come sapranno, ma tutti correranno, alla faccia della... Alla fine, tutti in sella! Riscaldamento, 7 o 8 chilometri tanto per gradire, poi, giro di ricognizione e la partenza, per categoria, sotto un caldo boia, anche se sono le 10,30 del mattino, (per i tetra sarà una sofferenza). Ma non va esattamente come ieri, perché, in due, ed il secondo è Angeli, se ne vanno come razzi e non li vedo più. Attaccato a me, come ieri, c’è Giulio Cesare, proprio come ieri... Bello il circuito, c’è una “piacevole” salita che si fa abbastanza agevolmente, e una serie di discese da 40 all’ora, per cui, ricco dell’esperienza di ieri, chiedo spesso il cambio, e mi accodo a tutti i trenini che trovo, arrivando alla fine, a 200 metri dal traguardo ancora davanti all’Imperatore (Giulio Cesare appunto), il quale tira
una sparata da dietro e affiancandomi mi chiede: Volata? Volata si, ma ho perso il momento giusto ed arriviamo sul traguardo affiancati, ma lui ha una mezza bici di vantaggio... Sapeste le parolacce che ho pensato. Quarto di categoria. Comunico ufficialmente a Giulio Cesare che sarà un punto di orgoglio, bastonarlo alle prossime gare, sempre che ci riesca... 17/18 luglio 2010 Albizzate Cuveglio Quando arriva questa data e queste due corse, sembra quasi festa. C’è un’atmosfera diversa dalle altre competizioni, c’è meno patos, meno frenesia, per fortuna anche meno atleti e meno caos. Però ci si sente a casa, e non solo perché sono le corse di casa, ma perché c’è un ambiente famigliare, accogliente, accattivante e ci si sente proprio accolti in una bomboniera. L’arrivo, verso le 18.30 al parcheggio, con il solito rito della preparazione, smontare le bike, prepararle, vestire i panni del corridore, anche quelli mentali, e avvicinarsi poi al circuito, conosciuto e atteso per un anno. Nel pomeriggio siamo stati tutti al lago, località Schiranna, dove c’è stata l’inaugurazione del pulmino nuovo, (pulmino si fa per dire: nove posti, sette metri e passa di lunghezza, con una capacità di carico da bilico). La riflessione che tutti dovrebbero fare è la seguente: ma dove cavolo hanno trovato i soldi? Tra l’acquisto, gli adattamenti, (comandi guidosimplex, rampa di accesso, ecc.) le foto sulle fiancate ecc, sono andati circa 50.000 euro... e la nostra società è una ONLUS... In piazza della chiesa, ad Albizzate, c’è uno spettacolo di
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sbandieratori, bellissimo per carità, ma a tutti prudono le mani, per fortuna, si decidono a farci partire, ed è subito salita. Andrea mi va via! Ma porcaccia la miseria... dove cavolo pensa di andare, ma mi sta davanti venti metri, e per quattro giri è sempre lì e la cosa mi brucia un po’. Al quarto giro, sulla salita, finalmente lo riprendo e facendo finta di averlo fatto andare gli dico con convinzione: guarda che sei partito troppo forte, così scoppi... ma lo scoppiato ero io... Lui non mi perde, ma la classe non è ac-
qua, per cui non mi passa più, anzi.. in una curva un po’ rischiosa rischia di abbracciare un platano e si calma... distanziandosi in una sonora risata. Dopo la gara, doccia alle scuole e cena sotto il tendone, serviti e riveriti di tutto punto, tutto gratis, tutto immerso in un’atmosfera di gentile efficienza e ci danno anche il rimborso! Marco è immortalato in un bacio dalle due miss, davvero carine e si fa una sudata extra. Più tardi, si va via, per raggiungere la seconda parte del percorso del fine settimana: Cuveglio. Ci aspetta la sala del cinema, con le brande già preparate, ma a me tocca quella senza lenzuola, perché Marco mi batte sull’ingresso della sala e si accaparra l’ultimo cuscino ecc... Andrea fa l’asociale e dorme sul camper. Ma al mattino l’aspetta una brutta sorpresa: gli hanno rubato la carrozzina, che ha lasciato imprudentemente fuori dal camper. E si che gli avevamo detto che da quelle parti rubavano tutto, specialmente le carrozzine! Avreste dovuto vederlo, venire a fare la colazione nella sala, sulla sua bike, in mutande... uno spettacolo! Che attaccamento alla disciplina... Si va alla partenza, nella sede della Pro Loco, dove c’è l’abbinamento con un podista e con un ciclista, poi, la somma dei tempi farà la classifica. Il più sfigato è stato Marco, gli sta bene,
perché arriverà mooolto indietro. Ma tutti i salmi finiscono in Gloria, e ci si trova tutti con le gambe sotto il tavolo (per chi le ha...) a mangiare ancora, tutto gratis, serviti e riveriti, e poi ci danno un altro rimborso, pacchi dono e riffa finale! Certo che ci trattano proprio bene; agli organizzatori un grosso “grazie ragazzi”, continuate così. Tutto bene perciò e per questa volta i risultati hanno un’importanza marginale, l’importante era stare insieme, con la scusa della corsa, davanti a tutte quelle persone plaudenti e con l’orgoglio di esserci, approfittando magari per mettere le basi per un altro anno di gare, ben organizzato. Adesso c’è un po’ di tempo, prima delle prossime corse, perciò auguro a tutti buone ferie e un arrivederci alla fine di agosto. 11 agosto 2010 Laveno Stresa Laveno Quando mi sono svegliato pioveva forte. Porcaccia la miseria, che sfiga boia, (scusate ma appena sveglio sono un po’ sboccato...) ma è un vero peccato fare un bel progetto e poi non poterlo realizzare per la pioggia; con Piero che ha fatto tanti chilometri per venire a fare una bella iniziativa per la squadra. Chiamo Marco, che dorme in sede con Pierino e Alessandra, (nel senso dello stesso luogo) che mi dice che anche a Varese piove, ma che comunque loro vanno lo stesso a Laveno per partire. Via di corsa perché sono già in ritardo, faccio la strada infrangendo qualche limite di velocità... speriamo bene, ma arrivo come al solito in ritardo, mi cambio veloce, in sella e via, all’imbarcadero. Tre euro e dieci per l’imbarco e comincia l’avventura. Siamo schierati davanti, sul traghetto, come in uno schieramento di partenza, così, quando si attracca a Stresa siamo pronti, scendiamo, ci togliamo il kiway e via. Sei bike: Pierino, Ivan, Domenico, Marco, Io, Diego Ceriotti, (un infiltrato) e Daniele
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in bicicletta; tutti con la bella maglia della squadra, che a vederci facciamo proprio una bella figura. La strada è bella, il clima anche, perché non c’è il sole e la temperatura è quella giusta per non sudare troppo. Destinazione, il ritorno a Laveno, che da Stresa dista 72 chilometri circa, ma è meglio non pensarci, altrimenti scendo e prendo un taxi. I primi chilometri scorrono bene, a circa trentadue, trentatre di media, tutti in fila, quando si passa c’è chi ci saluta e plaude; ci sono altre squadre di ciclisti, che quando ci incrociano è un vociare di saluti: hop hop hop hop. Ivan è davanti a tirare, qualcuno ogni tanto lo supera mettendosi in testa, come si fa, per tirare un po’ per uno. C’è allegria, si scherza e la strada è abbastanza piana, così che anch’io rimango bravo bravo con il drappello. Passiamo nei paesi, sui vari lungolaghi, con la gente che passeggia, con i bambini che ci additano, con i commenti della gente: guarda quelli..., mi sento bene e anch’io vado in testa per fare la mia parte, ma proprio quando comincio a divertirmi, arriviamo ad Arona, ed io manco il bivio che ci porta sul lungolago. Difficile inversione, e inseguimento degli altri, che si guardano bene dall’aspettarmi... ma qui si fa la sosta caffè. Piacevole sosta, ringraziando Daniele che fa la spola al bar, portandoci
fuori il caffè; qualcuno curioso si avvicina per chiedere quale fosse la destinazione, e complimentandosi per l’impresa. Si scherza e sento dire, mi sembra da Domenico che il meglio deve ancora arrivare e di questo mi ricorderò tra breve. A Castelletto Ticino, scendendo dal ponte di ferro, sbagliamo strada, mancando la curva, per cui ci tocca passare per il paese, ma ovviamente, ci avevano preparato un bel mercatino, così abbiamo dovuto attraversarlo, tra le bancarelle, chiedendo di volta in volta alla gente: scusi... permesso... attenzione... moltiplicato per sei bike e una bici. Però è stato divertente anche questo, e divertenti i commenti della gente: cos’è quella roba li, riferendosi alla bike, serve per dormire? Ma dopo cominciano i guai, perché l’ultima parte del percorso prevede anche un paio di salite mica male, anzi, proprio male, al punto che resto indietro e non vedo più nessuno, se ne vanno tutti... e me la lego al dito! Ma la giustizia ha un modo tutto suo per vendicarsi, cosi... molti di quelli che correvano tanto... una volta arrivati al parcheggio, rimangono fuori delle auto, perché hanno dato le chiavi ad Alessandra e a Rossella, la moglie di Domenico, per cui faccio in tempo ad arrivare, a cambiarmi con tutta calma, e loro ancora fuori e sta anche per piovere. Scherzi a parte, è stata una grandissima
giornata, un evento che sicuramente servirà per costruire uno spirito di squadra che da un po’ scricchiolava. Già si è parlato di rifarlo la settimana prossima, e la cosa mi trova entusiasta, anche se QUALCUNO... mi chiama : “l’over” per via della categoria over 55 alla quale io posso dire di appartenere... Bene ragazzi, rifacciamolo presto, e magari invitiamo anche qualcuno... perché più gente entra, più ecc. ecc. 29 agosto 2010 Alba Per la prima volta, ho visto Daniela pienamente felice! È stata davvero una fantastica impresa, quella compiuta da tutti noi della Polha, in quel di Alba ieri 29 Agosto, tanti bei piazzamenti, tanti podi, tante vittorie, soprattutto quella di squadra, con tutti schierati, al completo, per la premiazione, presidente compreso. Veramente la partenza non è stata delle migliori, con i pulmini bloccati nel parcheggio, ma lo spirito era davvero alto e la voglia di correre si faceva sentire. Viaggio confortevole: vai adagio; no accelera; stai sotto i 120; così non arriviamo più; guarda che c’è Daniela... insomma le solite cose di tutti i viaggi e di tutte le trasferte. Bell’hotel, belle camere, bel trattamento, (dimenticavo che ovviamente è tutto gra-
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tis, ma questa è una facezia...) cena; a letto e sveglia alle 6 e 45. ore 7.30 a colazione, in una sala piena di magliette colorate e di voci un po’ roche di chi non si è ancora svegliato completamente. Tutti al parcheggio della Ferrero, preparazione dei cavalli, controllo della pressione degli zoccoli, in sella e tutti a fare riscaldamento, salutandoci a vicenda, con la tensione che sale. Si fanno alcuni giri di prova, tanto per conoscere il percorso, poi ci radunano prima del traguardo, come si radunano le greggi prima della sera. Qui la tensione va’ su, perché ci sono come al solito troppe parole e troppe autorità che si prendono il loro spazio; poi l’appello, la chiamata per categorie e finalmente la partenza. dopo mezzo giro, sono calmo, è calata la tensione di colpo, (anche perché davanti sono tutti andati via), e vado via velocissimo... alla media consistente di 28/30 km ora. Niente di particolare per la corsa, solo che la faccio tutta da solo, per la storia delle scie. viene poi l’arrivo, la calma del dopo corsa, lentamente ci si avvicina al parcheggio e si scende da cavallo, nel cuore la pace di chi ha fatto tutto ciò che poteva: (Marco mi ha preso poco prima dell’ultima curva, prima del ponte, era dietro Caselli, ed io gli tiro un urlo di incoraggiamento; sarà per quello, sarà perché aveva già calcolato tutto, ma l’ho visto alzarsi letteralmente in piedi
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sui pedali... per quanto possibile... e partire sulla salita del ponte come se andasse in discesa; e ovviamente non è stato più ripreso). Poi tutti in doccia, allegri e compagnoni, qualcuno lascia in giro le gambe, il piede o altro, e c’è il solito quadretto di uomini nudi in carrozzina, ma tutti festanti e ridenti, con le risate di domenico e di Andrea sopra tutti i toni. Poi il pranzo, con i discorsi consueti sui risultati della mattinata; ad un certo punto mi avvicina un’atleta di un’altra squadra e mi chiede: ma come hai fatto tu ad arrivare prima di me? Perplesso gli rispondo parafrasando domenico: sono partito forte, a metà percorso ho aumentato e ho compiuto un gran finale. Ma la mia risposta non lo ha accontentato. Alla premiazione si è avuta l’apoteosi della giornata di gare, con ben sette chiamate per noi, la più bella quella
di squadra, con la coppa e tutto il resto. daniela mi ha dato un 10, battendomi sulle mani, con in viso un gran sorriso di felicità. Gran bel lavoro è stato fatto, e i risultati si vedono già; ma dobbiamo continuare su questa strada, perché se quest’anno prenderemo il secondo posto nella classifica a squadre, il prossimo anno dobbiamo assolutamente vincerla. Abbiamo le potenzialità per farlo, la disponibilità estrema della Società, e il dovere di farlo, nei confronti di coloro che per noi lavorano quotidianamente. l’appuntamento è per Somma lombardo, per ripetere le performance e confermare il nostro valore. Per leggere la prima parte dell’articolo potete andare al sito della Chiropratica in Italia: www.chiropratica.com
Breve curriculum vitae Milanese, nato il 16/07/1949, professione artigiano orologiaio, in pensione, ma ancora operativo. Nel 2008 scopro lo sport, con un fisico appesantito da tanto ufficio... Mi innamoro subito dell’handbike, disciplina in decisa ascesa, che dopo circa vent’anni di nascita trova in questi anni, notevoli riconoscimenti. Sono portatore di postumi di poliomelite, contratta all’età di 10 mesi, nel lontano 1950. In questo anno e mezzo di attività assidua a questo sport, ho fatto molte gare specifiche, molte maratone e molte crono, sia in Italia che all’estero, proprio come fanno gli sportivi veri... con risultati per me ottimi. ovviamente però le mie articolazioni, oltre ai miei muscoli e a tutto il resto... risentono di una vita sedentaria, con posture sbagliate; e questa espolsione di attività, non fa altro che evidenziare i miei limiti. Per questi problemi ho conosciuto la chiropratica, con massima soddisfazione, sia mia che del mio fisico.
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Gorges du Verdon Francia, 18 gennaio 2010 Enrico Garbo
Mi chiamo Garbo Enrico, sono un paziente del Dottor Eddy Pellissier (Chiropratico) con in comune la passione per la fotografia. Ecco il racconto con foto di un giorno nel Parco naturale delle Gorges du Verdon. Circa 800 Km in 20 ore. Questo per andare in un posto unico in Francia, le Gorges du Verdon. Nel cuore della Provenza, un impressionante Canyon di 25 Km di lunghezza con pareti che vanno dai 200 ai 700 metri d’altezza. La larghezza varia tra i 6 e i 100 metri sul fondo e tra i 200 m e il chilometro e mezzo sul bordo superiore. Tempio dell’arrampicata, è anche un paradiso naturale senza paragoni. Il colore del fiume è dovuto alla grande quantità di fluoro presente, da quì il nome “Verdon“. Il Parco è stato creato nel 1997. Numerosi sono i sentieri che lo percorrono, inoltre c’è la possibilità di fare canyoning, rafting oltre all’ arrampicata e al birdwatching.
Decidiamo di partire io la mia compagna e il mio cane alle 3.00 di notte da San Maurizio Canavese (TO) e tramite il Colle del Monginevro continuando per Gap e Sisteron arriviamo alle 8.00 di mattina al caratteristico borgo medioevale Moustiers-Sainte-Marie, situato ai piedi di una falesia calcarea. Questo borgo puo’ essere considerato a tutti gli effetti la capitale della maiolica, questa arte rappresenta una voce importante dell’economia locale. Comprato baguette, salumi, formaggio e vino in un negozio ci avviamo verso Sainte Croix, dove il fiume esce dal Canyon. Due strade panoramiche percorrono i 2 versanti del canyon, che sono spettacolari con innumerevoli punti panoramici. Decidiamo di fare il giro, ma purtroppo dopo il Colle d‘Illoire (967 m) troviamo la neve e torniamo indietro per l’altro versante più esposto al sole. Proseguiamo verso il paesino medioevale di Rougon alle porte della fenditura piu impressionante e profonda delle Gorges. Da qui si raggiunge il Point Sublime, stupendo belvedere da cui si puo’ proseguire verso il sentiero Martel (il piu’ frequentato). Decidiamo di pranzare
in questa zona. Ad un certo punto verso mezzogiorno con il sole che si alza, cominciamo a vedere i primi grifoni. Si erano praticamente estinti. L’associazione “Avvoltoi in Haute Provence” ha introdotto questo magnifico avvoltoio (2 metri e mezzo di apertura alare) alla fine del 1990, con successo, visti i numerosi avvistamenti e le nidificazioni sulle pareti impervie. Alcuni ci volano ad una trentina di metri sopra la testa, veramente uno spettacolo. Siamo riusciti anche a vedere un avvoltoio monaco (più scuro rispetto al grifone). Il clima anche a gennaio è buono, eravamo con la felpa. I panorami, gli avvoltoi e la scarsa densità di esseri umani ci hanno regalato una giornata stupenda. Siamo ritornati a mezzanotte circa, distrutti dal viaggio, ma ne valeva la pena. Consiglio di andarci 2 o 3 giorni almeno a fine primavera o inizio autunno, per poter fare il bagno nelle acque del Verdon, o affittare le canoe a Sainte Croix e per entrare nel Canyon (percorribile controcorrente per un bel pezzo) e fermarsi in una delle tante spiaggette a bivaccare per la notte, con una tenda nel fondo delle gole.
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Chiropatica e maternità
Chiropratica durante la gravidanza? Assolutamente sì! Dr. Joseph Luraschi, D.C. Con il riconoscimento della chiropratica in Italia, sempre più italiani si stanno affidando alle mani dei dottori in chiropratica per risolvere problemi relativi alla loro salute. Quello che ancora purtroppo non tutti sanno è che proprio TUTTI possono trarre benefici dai trattamenti chiropratici, dai neonati agli anziani, dagli atleti ai più sedentari, senza dimenticare le donne in gravidanza. Sfogliando le riviste di chiropratica o cercando sul web si possono trovare moltissimi studi e articoli interessanti riguardanti la chiropratica per neonati ma meno materiale sulla chiropratica
per le donne in gravidanza. Lo scopo di questo articolo è di aumentare la consapevolezza del fatto che le donne in gravidanza dovrebbero farsi controllare da un chiropratico più di chiunque altro durante e dopo la gestazione. Una delle migliori cose che si possa fare durante l’attesa è mantenere la colonna vertebrale libera da qualsiasi forma di sublussazione (una sublussazione vertebrale è quando due o più vertebre perdono il loro normale allineamento, creando interferenze nella comunicazione nervosa e irritazione ai nervi stessi che a loro volta influiscono sulla
normale fisiologia del corpo); il chiropratico è in grado di individuare questi disallineamenti e rimuoverli. Questo è importantissimo per una donna incinta perche dalla normale funzionalità fisiologica del suo corpo, sia a livello strutturale, sia a livello funzionale, dipenderà l’andamento del parto, la crescita e lo sviluppo del bambino. Un sistema nervoso che ha delle interferenze non permette al cervello di comunicare liberamente con gli organi riproduttivi e tutti gli altri sistemi responsabili dello sviluppo del bambino. Quando ciò accade c’è un incremento di possibilità di avere problemi durante
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Chiropratica - N. 18 - Settembre 2010 39
Chiropatica e maternità
lo sviluppo del feto. È importante notare che non sempre queste interferenze al sistema nervoso causano dolore. Il dolore è ciò che rende queste sublussazioni più facilmente individuabili dai chiropratici. A volte è presente l’interferenza del sistema nervoso senza avere dolore, perché solo una cellula ogni 10 ha l’abilità di trasmettere al cervello la sensazione che noi interpretiamo come dolore. Quindi è importante farsi controllare da un chiropratico per evitare dolori futuri. “Quando abbiamo dolore è tardi, è successo qualcosa che si poteva prevenire” Per chi non lo sapesse la chiropratica è totalmente non invasiva e non utilizza alcun farmaco e i farmaci, sia prescritti che non, possono influire sullo sviluppo del feto. Negli ultimi 100 anni la chiropratica ha aiutato numerose donne con la gravidanza, la nausea mattutina ma soprattutto con il parto. Ci sono studi che affermano che le donne in gravidanza che vengono trattate da chiropratici hanno
un parto più rapido e meno doloroso. Le domande più frequenti delle donne incinte sono: • La chiropratica è una terapia sicura durante la gravidanza? I trattamenti chiropratici sono sicuri sia per le donne in attesa sia per i neo-nati. • È difficile ricevere un trattamento durante la gravidanza? Assolutamente no. Tutti i chiropratici durante i loro 5 anni di studi sono stati preparati per donne incinte, ci sono tavoli di lavoro specifici che si aggiustano a seconda del corpo delle donne per potersi sdraiare prone e tecniche particolari per lavorare sulla colonna vertebrale, senza mettere pressione sulla zona addominale. • Fino a che punto della gravidanza posso ricevere un trattamento? Ci sono testimonianze di pazienti che hanno ricevuto trattamenti durante il travaglio poiché quello è il momento in cui ci sono i maggiori cambiamenti nell’area pelvica della donna. • La cura della colonna vertebrale può aiutare la depressione post parto? Per anni sono stati sottolineati gli effetti benefici della chiropratica sullo stress emotivo e sulle personalità dei pazienti. La depressione post parto è una cosa rara nelle donne che vengono trattate da chiropratici. • Devo avere un problema per dover andare da un chiropratico? Assolutamente no! La chiropratica dovrebbe essere intesa di più come un metodo di prevenzione e i trattamenti dovrebbero essere periodici durante l’attesa, tanto quanto i controlli del proprio peso. • Il mio bambino può ricevere trattamenti chiropratici? Il primo vero trauma della vita di tutti noi è essere “tirati fuori per il collo”. Te-
nendo il proprio bambino controllato fin dalla nascita diminuisce la possibilità di problemi durante la crescita. Non ci sono controindicazioni per il trattamento di donne in attesa, tutti i chiropratici sono in grado di aiutare le future mamme e mantenere il corpo privo di interferenze è un ottimo sistema per
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chi sta cercando di rimanere incinta. durante la gravidanza avvengono numerosi cambiamenti fisiologici ed endocrinologici che preparano il corpo della madre ad ospitare lo sviluppo del feto, causando il malallineamento della colonna vertebrale o di una qualsiasi altra giuntura dello scheletro umano; questi cambiamenti sono: • la protrusione dell’addome e l’incremento della curvatura lombare. • Cambiamenti pelvici. • Adattamenti posturali. Tenersi regolarmente controllati da un chiropratico durante la gravidanza è importante per mantenere l’allineamento pelvico perché un sistema pelvico non allineato può compromettere la quantità di spazio disponibile per lo sviluppo corretto del bambino, causando una cosidetta “restrizione intrauterina”
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e, ancora peggio, può creare problemi per quando il bambino si deve girare per prepararsi per il parto. Quando ciò non avviene si dice “bambino podalico” (accade spesso che i bambini non si girano per il parto e si presentano con i piedi avanti invece della testa) e, anche in questo caso, la chiropratica può essere d’aiuto. oltre a quelli già menzionati sopra, i principali benefici della chiropratica durante la gestazione includono: • la riduzione della durata del travaglio e del parto; • dare sollievo per i dolori lombari e sciatica; • ridurre la possibilità di un parto cesario; • diminuire gli attacchi di mal di testa (durante i 9 mesi di attesa, a causa dei cambiamenti posturali della donna incinta, avviene un incremento di stress
nella zona cervicale e toracica causando problemi funzionali alla muscolatura, risultando in fastidiose cefalee tensive); • aiutare a prevenire e a trattare i dolori causati da sindrome di tunnel carpale (la sindrome di tunnel carpale causa un doloroso formicolio, bruciore nel polso e nella mano ed accade a circa il 20% delle donne incinte; questo è causato dal malallineamento delle ossa del polso causato a sua volta dai cambiamenti ormonali durante la gravidanza e dal gonfiarsi dei polsi). Il chiropratico vi potrà anche aiutare dandovi esercizi di stretching specifici. È infine consigliabile, per le donne in gravidanza, non passare troppo tempo sdraiate supine perché il peso del bambino potrebbe schiacciare le arterie principali che gli forniscono sangue, quindi assicuratevi che questo sia tenuto in considerazione dal vostro chiropratico; inoltre, siccome i farmaci possono alterare il modo in cui il vostro corpo reagisce ai trattamenti chiropratici, informate il vostro chiropratico di qualsiasi farmaco, inclusi vitamine e supplemento prenatali, che state prendendo. ricordate, la chiropratica non è solo per la vostra salute ma lo è soprattutto per quella del vostro bambino. Per maggiori informazioni e per trovare il chiropratico piu vicino a voi consultate il sito www.chiropratica.com
Breve curriculum vitae Joseph luraschi, autore di questo studio, si è laureato in chiropratica all’Anglo-european College of Chiropractic (AeCC) a Bournemouth in Inghilterra nel 2009 ed attualmente si sta specializzando in chiropratica pediatrica e sportiva. Cresciuto tra le valli del lago di Como, grande appassionato di sport (sulle acque del lago d’estate e sulle nevi delle alpi d’inverno), Joseph ha giocato a calcio a livelli semi-professionistici sia in Italia che in Inghilterra. Nel luglio 2009 è stato uno degli studenti selezionati a partecipare ad una missione chiropratica di volontariato all’Aquila, in Abruzzo, per aiutare i terremotati, i volontari della croce rossa, vigili del fuoco e militari. Attualmente lavora le mattine e i pomeriggi a Como, Appiano Gentile e lainate, e le sere e i weekend con la squadra di pallacanestro di serie A femminile “Pool Comense”.
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Dalle “Alpi” alle Ande Jennissa Pellissier Studentessa in chiropratica 21 Giugno 2010... finalmente la partenza tanto aspettata... direzione Equador! Dopo un viaggio abbastanza lungo, con scalo a Houston, finalmente siamo arrivati a Quito, la capitale dell’ Equador! Quito è una città molto bella, immersa nelle montagne e, a causa della sua cattiva fama, tutti ci avevano avvertito di stare molto attenti ai furti ma, nonstante ciò, ci siamo trovati benissimo! Abbiamo passato 3 notti in un ostello, dormendo in otto in un dormitorio: certo sapevamo che questo non sarebbe stato un viaggio facile e che avremmo dovuto fare attenzione ed avere la testa sulle spalle ma, come ogni cosa, se non si prova non si può mai sapere... risultato: consiglio a tutti di andare. L’ Equador e il Peru sono due stati che offrono paesaggi meravigliosi ed una fantastica cultura che sicuramente non potrà annoiarvi! Il primo giorno a Quito abbiamo deciso di prendere il bus e andare a visitare la “metad del Mundo” (latitudine: 00°00’00’’ calcolata con il G.P.S) dove l’equatore divide perfettamente il mondo in due: Nord e Sud. Realizzare di avere un piede nel nord e uno nel sud è un’esperienza bellissima... ma soprattutto l’adrenalina sale quando vai a visitare un museo dove
ti fanno fare tanti piccoli esperimenti per farti capire come le forze possono essere diverse a causa di questa divisione. Abbiamo preso una bacinella con un tappo sul fondo e ci abbiamo messo dentro 3 foglioline. Proprio sull’Equatore, tolto il tappo, sia l’acqua che le foglie andavano verso il buco dirette, senza nessun mulinello, mentre nel sud l’acqua faceva un mulinello che ruota in senso orario e nel nord esso gira in senso antiorario. Quello descitto è stato uno degli esperimenti piu interessante da vedere. Tornati all’ostello abbiamo cenato e fatto conoscenza con altre persone, che come noi, erano lì per esplorare e non sapendo minimamente dove e come andare nei luoghi interessanti, ci si informava l’un l’altro e se qualcuno aveva già visto qualcosa ce ne parlava. La vita da ostello è dunque molto divertente! Appena arrivati si è già tutti amici, ci si siede ai tavoli, si mangia tutti insieme, si parla di tutto e di più anche se si sa che magari il giorno dopo tutti ripartiranno per la propria strada. Una cosa che mi è piaciuta molto è stata che spesso ci si dava appuntamento di lì a tre settimane in un luogo che entrambi i gruppi volevano visitare e così facendo si sono create del-
le buone amicizie di cui terrò sicuramente conto per qualche viaggio futuro. Il giorno seguente ci siamo diretti a Otavallo, una cittadina nel mezzo del nulla, famosissima per il suo mercato all’aperto dove il sabato animali, vestiti di alpaca, amache e tutte le tipiche cose del Sud America vengono esposte. Quando siamo andati noi sfortunatamente però, non era sabato, ma c’erano ugualmente numerosi articoli talmente colorati e di qualità che facevano venire voglia di comprare l’intera bancarella! Il terzo giorno abbiamo deciso di visitare la città vecchia di Quito e poi di partire verso Banos (detta la città dell’avventura) che si trova sul bordo della foresta amazzonica.
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Quest’ultimo è un bellissimo villaggio dove si possono fare 1000 tipi di attività diverse, dal bunjy jumping all’escursione con le mountain bike sulla stada delle cascate. Questo villaggio si situa proprio ai piedi di un vulcano attivo. È dunque possibile, nelle notti stellate, andare vicino alla bocca del cratere e assistere a spettacoli con fuochi e giocolieri. Una cosa particolare di Banos erano le foglie degli alberi che sono assai più grandi di quelle Europee! Per tale motivo molti dei miei compagni mi prendevano in giro, perché ogni volta che ne vedevo una volevo assolutamente che mi si scattasse una foto vicino a loro, in modo da far vedere la loro dimensione. Una volta lasciata questa cittadina ci siamo diretti verso Guayaquil (7 ore di bus) dove abbiamo trascosrso la notte per prendere
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il giorno dopo un autobus (26 ore di viaggio) in direzione di Lima. Visitata Lima volevamo andare ad Arequipa (altre 16 ore di bus) ma, essendo abbastanza stanchi di stare seduti tutto il tempo e cercando un pò su Lonely Planet (sito che suggerisco a tutti) abbiamo deciso di fermarci a Pisco e fare un giro in battello sulle Isole Ballastra per vedere delfini, leoni di mare e tanti altri animali che in Europa non ci sono. Lì abbiamo conosciuto una guida che ci ha venduto un pacchetto turistico della durata di quattro giorni che è stato veramente un colpo di fortuna perché racchiudeva tutte le cose che volevamo fare ma, avendo tempi ristretti, credevamo di non riuscire a svolgere in quanto le distanze da percorrere in Perù sono enormi. Questo giro comprendeva un volo in aereo a 4 posti sulle linee di Nazca, una notte ad
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Arequipa, viaggio, bus e notte a Chivay (piccolo villaggio vicino al Colca Canyon) dove si trovano delle terme stupende, il Colca Canyon, Cruz del Condor e viaggio di ritorno: il tutto con una guida inglese. E così è stato: siamo partiti per 4 giorni di spettacoli incredibili. Chivay è un villaggetto senza tanti turisti il che lo rende ancora più affascinante. Il Colca Canyon è praticamente il canyon più alto del mondo con uno splendido paesaggio e dopo poco più di 30 minuti siamo arrivati a Cruz del Condor dove si possono ammirare gli imponenti condor svolazzare ovunque: fantastico! Il giorno seguente abbiamo preso un altro bus per dirigerci in Bolivia perché ci avevano detto che sul lago Titicaca, dalla parte Boliviana, si poteva raggiungere l’isola del sol. Arrivati a Copacabana ab-
biamo preso un traghetto che ci ha portato sull’isola, che abbiamo attraversato a piedi (11 km), fino a raggiungere, in serata, il paesino più a nord dell’isola dove abbiamo dormito la notte sulla spiaggia ed abbiamo assistito ad un tramonto e sorgere del sole mozzafiato! Dopo esserci rilassati sulla spiaggia, leggendo un buon libro ed aver lottato con una scrofa e i suoi 4 maialini che mi hanno mangiato il libro, ci siamo lasciati alle spalle la Bolivia per dirigerci verso il nord del lago Titicaca dove abbiamo trascorso la notte a Puno. Il giorno seguente abbiamo ripreso una barca per dirigerci verso le isole Urus, isole galleggianti, dove gli abitanti del posto ci hanno spiegato, in modo molto divertente, le loro funzioni e la loro vita a bordo di queste curiose terre. Esse sono costruite con le canne, chiamate totora,
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che crescono nelle acque basse del lago. Le canne marciscono ma gli Uros continuano a sovrapporne strati sicché le isole non affondano mai. Con la totora gli Uros costruiscono anche le loro caratteristiche barche, le balsas, che terminano sempre con il muso di un animale. Ci siamo poi diretti all’isola Amantini dove siamo stati ospitati da una famiglia indigena che ci ha fatto gustare piatti locali e vivere alla titicanese! (tenendo conto che il lago Titicaca è situato a 3.880 metri di altezza!) La meta seguente è stata Puerto Maldonato (se tenete alla vostra vita non prendete mai il bus Juliaca- Puerto Maldonato, è stato il viaggio più orribile che io abbia mai fatto in vita mia! Aggiungo solo che il pullman si è messo su 2 ruote 4 volte e dopo questo viaggio infernale, siamo arrivati in un posto magnifico. Puerto Maldo-
nato è un paese nell’Amazzonia da dove si può andare in barca nei vari lodge immersi nella foresta amazzonica. Visto il costo proibitivo per il nostro budget, ci siamo offerti volontari per aiutare un gruppo di ricercatori ad aggiornare i database della loro ricerca facendo lavoretti come trovare serpenti, rane, mettere l’anellino attorno alle zampe degli uccelli, prendere farfalle ed avvistare mammiferi: insomma, in poche parole un esperienza mozzafiato! Inoltre vivere lì senza elettricità, lavarsi con l’acqua freddissima che proveniva dal fiume, non aver nulla da fare a parte camminare nella giungla ed andare a letto con le galline (o l’equivalente del posto dato che la giungla sembra svegliarsi al tramonto!) ed alzarsi all’alba è stata una bella esperienza di vita. All’arrivo ero abbastanza schifata dai ragni
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dagli scarafaggi... ma mi è bastata una settimana per farmi passare questa fobia nei loro confronti. Una volta sdraiati nel letto, sotto il retino, la stanza si riempiva di scarafaggi e fuori, nella casetta dove si mangiava, cominciavano a uscire le tarantole: erano immensi entrambi! Le prime due notti non sono riuscita a dormire per niente, me li immaginavo tutti addosso... bleahhhhh... ma poi invece un po’ dallo sfinimento e un po’ per l’abitudine, mi sono fatta grandi dormite e, pur non essendo amiconi, non mi spaventano più come prima. Dopo questa affascinante settimana nella natura abbiamo preso un altro bus (13 ore) per andare verso Cuzco, praticamente la seconda capitale del Perù. Essa è molto più simile al nostro mondo che al loro... ci sono club, tantissime varietà di ristoranti e moltissimi turisti... insomma era l’oppo-
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sto del Perù visitato finora! Il primo giorno in questa città ci siamo dedicati agli Inca, musei e palazzi e inoltre siamo andati in un’agenzia di viaggi per vedere cosa ci conveniva fare il giorno dopo. Ci siamo così diretti a Moras Terrace (delle terrazze costruite dagli Inca per coltivare ed essiccare i loro 3000 tipi di patate diverse) e a Salinas (dove ancora adesso fanno evaporare l’acqua proveniente dall’interno di un vulcano facendo rimanere in questi bacini tonnellate di sale). Il giorno seguente ci siamo dedicati alle giornate di trekking che avevamo prenotato prima di partire. Non avendo trovato posto per l’Inca Trail abbiamo deciso di fare il Lares treck. È stato fantastico: un paesaggio bellissimo che ci ha accompagnato per quattro giorni di cammino fino ad arrivare a 4.500 metri di altezza... uffy,
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che fatica camminare a queste altezze! e soprattutto che freddo la notte! Non sono praticamente riuscita a dormire per tutti i cinque giorni: avevo troppo freddo ai piedi ed al corpo nonostante il cappuccio, la giacca a vento, il cappello da Inca e 3 paia di calze! diciamo che, viaggiando con uno zaino, non avevamo i vestiti adeguati a questo tipo di temperatura... in più, essendo studenti, avevamo un budget molto limitato e, quando ci hanno offerto sacchi a peli più pesanti e altri accessori, abbiamo rifiutato volendo risparmiare: eravamo gelati ma poco importa, ne è valsa la pena! dopo questo spettacolare e culturale trek-
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king, siamo arrivati a Aquas Caliente dove abbiamo passato una ”mezza notte”. Uso questo termine perché ci siamo svegliati alle tre di notte per cominciare una nuova camminata che era praticamente una gara contro altre 1000 persone. Tutto questo per riuscire ad arrivare alle porte del Matchu Pichu tra le prime 400 persone per poter ricevere il pass per fare la camminata in cima all’Huayna Picchu. Wow! dopo 3 ore di corsa su per le montagne, siamo riusciti ad arrivare tra i primi e vi lascio solo immaginare!... vedere il sole sorgere sul Matchu Picchu è un’emozione indescrivibile! Camminare in mezzo a migliaia di ro-
vine è un sogno, guardarti intorno e vedere solo montagne, il verde ed immaginare come doveva essere quando era abitato dai geniali Inca è una esperienza che non dimenticherò mai. la visita a Matchu Pichu è stata la classica ciliegina sulla torta, l’ultima esperienza per rendere questo viaggio perfetto! ritornati a lima, dove abbiamo passato un paio di giorni con una ragazza che avevamo incontrato nella giungla, siamo ripartiti con l’aereo verso l’europa lasciandoci uno dei posti più belli che io abbia mai visto alle spalle.
Breve curriculum vitae
Jennissa Pellissier, studia chiropratica ed attualmente è al secondo anno. Grande appassionata di sport, Jennissa è stata membra della Nazionale Italiana di snowboard, è cintura nera di karate e possiede i diplomi di bagnina e sommozzatrice. Nel 2007 è diventata maestra di snowboard.
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D I S S O LV E T E N S I O N E M U S C O L A R E E S TA N C H E Z Z A • R I L A S S A E R I N V I G O R I S C E • A I U TA A L E N I R E I L M A L D I S C H I E N A E L E C E FA L E E D OV U T E A I P R O B L E M I C E RV I C A L I • PA R AG O N A B I L E A L L A S E N S A Z I O N E D I BENESSERE DI UN MASSAGGIO PROFESSIONALE
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