Corriere dell'Isola n. 2 2015

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JE SUIS CHARLIE

La libertà di esprimersi, (ri)parte anche da qui

• di Annamaria Punzo

U

n mercoledì come tanti, i pensieri ai pezzi da preparare per un numero in uscita, e la certezza che anche questa volta non avremmo fatto tutto il possibile. Poi d’improvviso il rumore di una notizia, l’ansia di una certezza assoluta: siamo caduti.

L’umanità tutta è inciampata in un vortice d’odio senza

precedenti con l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, nella capitale francese. Le discussioni circa l’aggressività o meno delle vignette del noto settimanale satirico, non mi appartengono, perché penso fermamente che se tutti ci soffermassimo a non dire o a non fare ciò che a qualcuno può dare fastidio, allora potremmo anche smettere di vivere.

La vicenda ha toccato me come tanti altri del settore,

quando per settore intendo ovviamente anche chi, come la sottoscritta in una piccola realtà, ambisce a scrivere senza peli sulla lingua.

Eppure la riflessione è nata spontanea. Quante volte avremmo voluto dire o scrivere qualcosa senza averne il coraggio? Tantissime. E quante volte ci siamo fermati a pensare di non voler dare fastidio ora a questo, ora a quel personaggio?

Innumerevoli. Ecco dunque

che a livello tanto nazionale quanto a maggior ragione internazionale, questa volta si riflette una promessa da queste pagine, per ricordare che la libertà è un diritto per cui non si può morire.

Il nostro impegno da oggi in poi sarà quello di essere veri, senza assecondare niente e nessuno.

Buona lettura a tutti dalla redazione del Corriere dell’Isola. a.punzo@corrieredellisola.com

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L’EDITORIALE

«Se questa è unione» • di Graziano Petrucci

C

he cosa si può osservare nell’unione dei servizi tra Lacco Ameno e Casamicciola? D’accordo, il fatto che per il primo sia stato dichiarato il fallimento ci invita a fare attenzione su ciò che succederà da oggi in avanti per i due Comuni limitrofi proprio a causa di questa condizione.

Tuttavia se si tratta di operazione politica, con dietro un regista – si dice sia stato Domenico De Siano a

CORRIERE DELL’ISOLA è un settimanle distribuito gratuitamente ogni giovedì ad Ischia e Procida. www.corrieredellisola.com Registrazione al tribunale di Napoli n. 4816 del 20/11/1996

dare le direttive agli attori dalla sua sedia firmata -, almeno formalmente la cosa potrebbe avere qualche vantaggio nascosto dietro l’angolo.

Ripeto, esteriormente. Se poi alla forma corrisponderà non il vuoto, l’incompetenza, la superficialità, ma la sostanza, lo verificheremo nel tempo. Ciò che deve far riflettere, però, non è tanto l’operazione in se che può apparire di segno positivo.

Al netto della questione dei recenti numeri negativi presenti nel bilancio lacchese, cosa che rappresenta ormai un dato certo, deve farci

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riflettere la scarsa profondità con cui è stata condotta l’operazione dalla maggioranza di Casamicciola.

Per certi versi si potrebbe parlare di una sorta di annessione a senso unico, poiché dall’altra parte c’è un Commissario prefettizio e non una giunta, non del tutto trasparente perché mancano i regolamenti di attuazione. Manca cioè la visione complessiva che, in casi come questo, è necessaria per garantire un controllo sul corretto funzionamento della macchina amministrativa.

Ciò che si vede dunque, in un tale

“caos positivo”, è anche una prova generale che, secondo alcuni, anticipa di molto la gestione dei servizi nel Comune Unico. Ed è qui, allora, che dalla politica il pensiero salta e si estende al resto. Ci stimola a riflettere – e bene- sulla circostanza che oggi ci sono pochi registi, tanti attori e molte comparse. Non è un caso che la massa composta da queste ultime si mobiliti solo durante il voto. Ancora, che l’appiattimento di molti davanti alle direttive del regista è diventato un elemento costante. A ciò si aggiunge una certa

nebulosità di esposizione in chi, magari pure all’opposizione, dovrebbe controllare. Una domanda: non era meglio unificare i servizi su tutta l’isola, chiedendo la partecipazione degli altri, anziché solo in due Comuni e spogliare la manovra da ogni accusa di favoritismo? Facendo le cose come dovrebbero esser fatte, uno dei vantaggi potrebbe essere proprio quello di non pensare sempre all'uso della politica per consumo personale, non credete?

DIRETTORE RESPONSABILE Diego Mattera d.mattera@corrieredellisola.com Coordinatore: Annamaria Punzo redazione@corrieredellisola.com Vice Coordinatore: Alessandra Vuoso a.vuoso@corrieredellisola.com

Collaborano con la redazione: Alessandro Mollo, Cristian Messina, Elettra Irace, Rossella Cavallo, Sara Mattera, Henri Camillo Bermudez, Francesco Esposito, Francesco Imparato, Enrico Scala, Pancrazio Arcamone

CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITA’ Nuvola Grafica Via Mons. Schioppa 78 • 80075 Forio (NA) Tel. +39 348 0815024

Foto: Franco Trani

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15 - 21 Gennaio 2015

PRIMO PIANO •

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• primopiano

15 - 21 Gennaio 2015

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Sabato 10 Gennaio si è svolta l’annuale cerimonia di consegna delle toghe d’onore e delle medaglie d’oro

onoRiFicenZe peR Gli aVVocati iScHitani al caStel capuano Tra i premiati anche gli avvocati ischitani Giovanni di Meglio e Michele Mattera

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maria monTE raCConTa #iLoVEiSCHia

• dalla redazione

N

APOLI - Lo scorso10 Gennaio si è

tenuta a Napoli, presso il Gran Salone dei Busti di Castel Capuano (ex Palazzo di Giustizia), alla presenza di numerose autorità tra cui il Presidente della Corte Costituzionale (quarta carica dello Stato) e del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, l’annuale solenne cerimonia per la consegna delle toghe d'onore (intitolate alla memoria di avvocati recentemente scomparsi) e delle medaglie d'oro.

La toga spetta agli avvocati che occupano i primi dieci posti nella graduatoria, che tiene conto dei voti ottenuti nelle tre prove scritte ed in quella orale dell'esame per l'abilitazione alla professione forense (nella cerimonia di quest'anno, a dimostrazione che la Giustizia Italiana non è lenta solo nella celebrazione dei processi, il riconoscimento è stato consegnato a coloro che hanno sostenuto l'esame nel 2012!). Le medaglie d'oro, invece, sono state consegnate agli avvocati iscritti al Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Napoli da quaranta anni che nella loro ormai pluridecennale carriera hanno dato particolare prova di serietà, correttezza e probità.

Anche la nostra isola ha potuto vantare la presenza di suoi rappresentanti alla solenne cerimonia del Salone dei Busti di Castel Capuano. All'avvocato Giovanni Di Meglio è stata consegnato il riconoscimento alla carriera, mentre al giovane avvocato Michele Mattera è stata assegnata una toga d'onore intitolata alla

"Sono un'ottimista per natura.

Credo che il 2015 sarà un anno all'insegna del fare...insieme!”

memoria dell'avvocato Miele.

L'avvocato Mattera ha svolto a Napoli la pratica forense, specializzandosi in modo particolare nelle materie penalistiche presso il rinomato studio degli avvocati Antonio Abet e Marco Muscariello ed evidentemente la lunga ed impegnativa gavetta ha dato i suoi frutti.

L'onorificenza riconosciuta ad una giovane leva dell'avvocatura Ischitana fa ben sperare in ordine alla nuova generazione di avvocati isolani, pronta a dimostrare la propria preparazione ed il proprio entusiasmo nell’impegnativa e delicata attività lavorativa quotidiana.

ISCHIA- Il sistema turistico d'Ischia,malgrado la crisi economica internazionale e le tante difficoltà burocratiche sorte durante la stagione estiva,ha retto mantenendo numeri e fatturati. Nel 2014 con i miei colleghi di Federalberghi Ischia abbiamo investito molto sulla formazione. Ed è così che è nato il progetto #iloveischia,un impegno quotidiano di chi vive l'isola e vuole coltivare e valorizzare un'identità; una missione che fa della qualità dell'ospitalità il suo obiettivo e crea con i viaggiatori un rapporto di affezione.

In meno di un anno qualche risultato è arrivato.Credo che il divario tra le poche imprese dell'accoglienza ischitane digitalmente avanzate e quelle non ancora al passo coi tempi sia diminuito sensibilmente. Le varie iniziative come Lezioni di Turismo #iloveischia tenute a marzo scorso,invasioni digitali nel centri storici di Forio e Ischia Ponte;la Street view dei sentieri con "Trail me up";la partecipazione al Buy Tourism Online a dicembre con il panel su Ischia sono stati piccoli successi che ci hanno dato grande entusiasmo e consapevolezza di quanto sia importante non arrenderci ma perseverare ! Nel 2015 continueremo nella formazione non solo degli operatori turistici ma anche degli studenti.Infatti a giorni parte un corso sull'utilizzo dei social media nel e per il turismo rivolto agli studenti dell'istituto alberghiero. Stiamo lavorando in sinergia con il CAI per valorizzare i sentieri e proporre itinerari di trekking per la prossima primavera in maniera sistemica. E saremo ancora più operativi sul web per la comunicazione della nostra destinazione. La mia speranza a livello locale è che nel 2015 le 6 amministrazioni comunali con la collaborazione delle associazioni di categoria più rappresentative destinino la tassa di soggiorno alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale con una programmazione unitaria a medio e lungo termine che attiri una presenza turistica selezionata e che favorisca la destagionalizzazione.Mentre a livello centrale confido in una diminuzione del carico fiscale oggi insopportabile per le attività imprenditoriali."

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PRIMOPIANO •

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Ornella Muti in compagnia della figlia Naike: eco di un successo chiamato ospitalità

ISCHIA MERAVIGLIA D’INVERNO La teoria del passaparola 2.0? Un must per Luana Pezzuto, responsabile marketing del Sorriso • di Annamaria Punzo

FORIO - La presenza sull’I-

sola Verde di Ornella Muti e di sua figlia Naike ha scosso non poco la stampa locale e nazionale. Ovunque sono circolate le notizie trapelate da scatti rubati e commenti delle ospiti del Sorriso Thermae Resort & SPA, di momenti intimi e leggeri, di chi ha voglia di una vacanza per intenderci.

Ed è in questo senso che Luana Pezzuto ci racconta la permanenza ad Ischia delle due donne. “ Ornella e Naike sono state qui come due turiste desiderose di relax e di una pausa dalla vita di tutti i giorni. Ciò che più ha colpito gli isolani è stato proprio il loro desiderio di scoprire l’Isola senza sfarzo e con la disponibilità temporale di chi non ha obblighi di alcun tipo”.

Una sinergia speciale tra marketing, ospitalità e cosa?

“Naike era già stata qui da noi, e l’ospitalità della famiglia Impagliazzo è nota. Ma la scelta di venire qui nuovamente, accompagnata dalla madre ci ha

emozionati non poco. Ischia ha avuto la possibilità, in inverno, di dimostrare come non ci sia un tempo giusto per essere qui. Siamo un’Isola quattro stagioni!”

I commenti non sono stati solo positivi …

“A chi critica questo modo di fare informazione e pubblicità per Ischia, dico solo che noi abbiamo portato avanti un messaggio. Si può fare il bagno sull’Isola, a gennaio, anche all’aperto. La presenza di Ornella Muti e Naike

Rivelli è un biglietto da visita per quella forma di ospitalità che tanto stiamo cercando di divulgare anche attraverso il web. La nostra forza in questo senso, oggi come oggi, è il passaparola 2.0”.

Me ne parli meglio, sembra una provocazione interes-

sante “Non è una provocazione e basta, bensì un punto di partenza. La testimonianza di chi viene qui e la divulgazione di immagini, commenti e tweet è una pubblicità a tutti gli effetti che amo definire passaparola 2.0. L’evoluzio-

ne del semplice suggerimento tra amici. Questo è il mondo social, quello che anche #iloveischia manda avanti”.

Una stagione turistica che sembra partire bene, anche senza russi “Dai dati emersi recentemente a livello di presenza turistica, si evince che sono soprattutto gli italiani a scegliere Ischia. Vale dunque la pena investire si nell’estero, ma anche nel nazionale.

Il turismo lentamente sembra ripartire, ma ciò che dobbiamo fare è rimboccarci le maniche. Non basta dare la colpa alle amministrazioni, serve mettersi in discussione costantemente per migliorare nel proprio campo lavorativo”.

Cosa hanno potuto vedere Ornella Muti e la figlia ad Ischia?

Sono impazzite per il bosco incantato. Un’iniziativa intelligente premiata dall’interesse di molti. Dovremmo avere tante iniziative simili per tutto l’anno. Alla nostra Isola non manca nulla, solo un po’ di organizzazione in più. Per il resto, abbiamo il mare, l’aria, e la nostra rinomata ospitalità per cui gli ischitani sono noti ovunque”.

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Anche negli anni scorsi denunciata la presenza di siringhe utilizzate da tossicodipendenti

iScHia, SiRinGHe con aGHi in Bella MoStRa in pineta Nel sentiero adiacente il parco-giochidella Pineta Mirtina • di Gennaro Savio

ISCHIA - Il 2 novembre del

2013, attraverso un dettagliato servizio giornalistico denunciammo la presenza di alcune siringhe utilizzate da tossicodipendenti rinvenute all’interno della centralissima pineta “Mirtina” di Ischia, detta anche dei bambini per la presenza di due parcogiochi.

Purtroppo in queste ore, ad oltre un anno di distanza da quell’raccapricciante ritrovamento, il problema si è riproposto con tutta la sua drammaticità. Infatti a pochissimi metri di distanza dal parco-giochi adiacente l’area dove alloggiano le oche, lungo uno dei tanti sentieri che caratterizzano questo parco pubblico, sono disseminate diverse siringhe con tanto di aghi in bella mostra: da non credere.

La cosa più pericolosa che ci ha fatto notare una mamma che sul suo profilo Facebook ha postato un’eloquente fotografia denunciando con

coraggio l’abbandono e i pericoli presenti in questa pineta, è rappresentata dal fatto che il viottolo dove le siringhe sono state abbandonate è cosparso di fogliame secco sotto il quale potrebbero nascondersi altre siringhe coi relativi aghi.

Un pericolo igienico-sanitario intollerabile e indegno per una società che si definisce civile non solo perché è presente in un parco pubblico che sorge in pieno centro cittadino ma soprattutto per il fatto che si trova a pochi metri di distanza da un’area quotidianamente frequentata da centinaia di bambini spesso intenti a divertirsi ad esplorare il territorio circostante le giostrine e che dunque potrebbero facilmente venirne a contatto.

Quello che fa rabbia è che mentre l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giosi Ferrandino da un lato non spende un solo euro per far pulire e sistemare a dovere le pinete che per questo da anni risultano abbandonate e pericolose, dall’altro lato spende migliaia e migliaia di euro per illuminare il centro storico in maniera sfarzosa in occasione delle festività

natalizie. Sindaco Ferrandino e amministratori tutti, cosa ce ne facciamo del cosiddetto bosco “incantato” se poi nella pineta Mirtina, e cioè a pochissimi metri di distanza dal rinomato Corso Vittoria Colonna, i bambini ischitani rischiano di venire a contatto e pungersi con gli aghi utilizzati dai tossicodipendenti e disseminati nei pressi del parco-giochi?

Sindaco Ferrandino anche in qualità di massima autorità sanitaria del Paese avverti il

dovere morale, ancor prima che politico e istituzionale, di far rimuovere immediatamente le siringhe rinvenute nei pressi del parco-giochi adiacente l’area dove sono sistemate le oche e, soprattutto, fai bonificare l’intera pineta in quanto anche altrove potrebbero essercene.

Non possiamo più tollerare che i bambini ischitani e turisti debbano giocare tra pericoli sanitari così insidiosi per la salute umana.

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aTTUaLiTa' •

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La proposta di progettazione comunale su misura dei giovani talenti isolani

iScHia innoVation SMaRt iSlanD di Sara Mattera

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SCHIA - Sviluppare l’im-

prenditorialità sociale nelle sue forme e dare opportunità di impiego ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Questi sono i due obiettivi principali del “ Meet young social cities”, proposta progettuale convenzionata e promossa dalla agenzia nazionale dei giovani(ANG), dalla associazione nazionale per i comuni italiani(ANCI) e dall’istituto per la finanza locale(IFEL) che, il 23 luglio scorso, hanno emanato un avviso di partecipazione, indirizzato ai comuni italiani, a proposte di finanziamento nell’ambito dell’omonimo programma “Meet young cities, social innovation, partecipazione per i giovani dei comuni italiani”.

Una proposta alla quale ha deciso di prendere parte anche il comune di Ischia. Sul sito istituzionale dell’ente infatti, il 23 novembre scorso , è stata pubblicata una delibera relativa all’approvazione del piano di finanziamento per il progetto “ Ischia innovation smart Island” che come si legge nel documento, se davvero prendesse l’avvio, potrebbe essere suddiviso in diverse fasi: una fase di ascolto, relativa alla raccolta di idee e soluzioni da parte dei cittadini sulle problematiche sociali inerenti la realtà isolana, e una seconda fase, che vedrebbe l’istituzione di un

Ischia social innovation festival, finalizzato alla diffusione delle idee di giovani di età compresa dai 16 ai 35 anni, con l’obiettivo di produrre non solo innovazioni, ma anche nuove opportunità di business.

Gli eventuali giovani, un massimo di 30 , che prenderebbero parte al progetto, sarebbero poi suddivisi

in gruppi e affiancati da esperti e professionisti del settore, già noti per innovazioni sociali in campo nazionale e internazionale, i quali si impegnerebbero a trasmettere le loro conoscenze in campo tecnico, professionale e scientifico.

Le idee più valide, relative a tematiche quali turismo, mobilità, smart

governance, sicurezza territoriale e sostenibilità ambientale, verrebbero premiate da una giuria di esperti attraverso una somma di denaro da dare o ad ogni partecipante vincitore o all’intero team della progettazione vincente. Il comune, inoltre, si impegnerebbe, non solo a garantire l’organizzazione di workshop,

aperitivi di quartiere e incontri con le scuole,ma metterebbe anche a disposizione locali comunali, ormai in disuso da tempo e che, in questo modo,invece,troverebbero un giusto impiego realizzando così uno spazio di co-working permanente anche successivamente al termine del progetto.

L ‘obiettivo finale quindi, non solo per l’ isola d’ Ischia ma anche per gli altri comuni italiani che prenderanno parte al progetto è quello di progettare servizi attualmente non disponibili o erogati in maniera inefficienti e incentivare allo stesso tempo, la creatività di giovani talenti che, troppo spesso purtroppo, in Italia non trovano le giuste opportunità di potersi esprimere.

Un progetto complesso e dispendioso ma che qualora il piano di finanziamento venisse approvato in maniera definitiva, porterebbe una ventata di aria fresca alla nostra isola, in cui come ben sappiamo non ci sono, attualmente molte opportunità per le menti brillanti e per lo sviluppo di nuovi settori lavorativi. Al momento, però, il Meet Young Cities rimane soltanto una proposta progettuale, in quanto nulla si sa delle decisioni prese durante la seduta del consiglio comunale di Ischia tenutasi lo scorso 29 dicembre.

Non ci resta ,quindi, che attendere risvolti positivi e sperare che, questo progetto diventi realtà.

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INTERVISTA •

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Musica, culture a confronto, idee di un giovane isolano impiantato degli States.

"Il vero sogno americano poter lavorare su quello che ami" Niccolò Ielasi è il giovane musicista ischitano che studia al Berklee College of Music di Boston per poter realizzare il suo sogno di vivere di musica.

• di Maria Elettra Irace

C

ASAMICCIOLA - In una realtà

piccola come quella ischitana spesso ci si persuade che gli schemi non debbano essere rotti, che si debba agire come fanno gli altri e che la realtà possibile sia solo quella manifesta. Quando ci si rende conto che per arrivare in qualcosa bisogna aprirsi e voltare lo sguardo altrove, non sempre è facile avere la determinazione per compiere quel passo. Niccolò Ielasi ha sempre amato la musica, il jazz è il suo genere e il pianoforte il suo strumento. Molti lo ricorderanno come l’enfant prodige che suona meglio di qualsiasi altro ragazzino dell’isola.

Quando si è reso conto però che questa passione stava diventando qualcosa di più grande, ha saputo cogliere delle occasioni che lo hanno portato oltreoceano, in uno dei centri di musica contemporanea più importanti al

mondo. Il suo viaggio inizia quando, nel 2008, ha l’occasione di fare un’audizione a Perugia nell’ambito del famoso Umbria Jazz Festival; è lì che vince una borsa di studio di cinque settimane per un programma estivo presso il Berklee College of Music di Boston, Stati Uniti: "in quell’occasione conobbi un ragazzo di Milano, Fabrizio, un batterista molto bravo, con cui sono diventato molto amico e con cui ho poi cominciato il programma del College vero e proprio insieme. Poi ovviamente una volta che sei lì conosci studenti da tutto il mondo, è una scuola stupenda proprio per quello: hai accanto tante persone che condividono la tua stessa passione. La cosa bella di stare in un posto del genere è stare sempre fuori di casa, suonare con altre persone, capire punti di vista differenti".

Il 2011 è l’anno in cui Niccolò, dopo una seconda audizione, vince nuovamente una borsa di studio, questa volta per frequentare il College vero e proprio: "dopo aver finito il liceo, nel 2011 mi sono trasferito a Boston.

Adesso sono al quarto anno e sto studiando per due lauree, una si chiama performance

e si concentra sul pianoforte e sul suonare. L’altra si chiama CWP, Contemporary writing and production, che ti insegna a diventare un produttore: tanta scrittura, arrangiamenti, produzioni elettroniche, un po’ di ingegneria del suono: vari aspetti messi insieme in un percorso di studi che secondo me è il più interessante che c’è al Barklee al momento ma devo dire anche impegnativo".

Le giornate di Niccolò si dividono tra lo studio e le prove dei vari progetti a cui prende parte: "fare musica è un’esperienza collettiva, il bello della musica è l’idea di condivisione che c’è di essa.

Poi io credo che si faccia

musica più ascoltando che suonando, soprattutto nel genere che faccio io, il jazz, in cui c’è molta improvvisazione. È un modo di suonare tale per

cui tu dai idee ad un persona che sta suonando con te e allo stesso tempo prendi delle idee, è una condivisione sul momento che rompe un po’ gli

schemi. Spesso i progetti più validi nel jazz sono quelli tra persone che hanno suonato a lungo insieme, perché tra di loro si stabilisce una forte intesa musicale".

Studiare all’estero però significa anche entrare in contatto con una cultura diversa, approcciarsi a una realtà non sempre facilmente comprensibile, rivalutare delle idee che ci sono dettate dall’ambiente in cui siamo cresciuti, ma soprattutto pensare a se stessi, perché si è soli: "in questo momento davanti a me ho un futuro incerto, sto in una grande scuola e non vuol dire niente. Io sono ancora lontano da quello in cui voglio arrivare, ma forse questo è il bello della vita e di tutto: più raggiungi un livello e più ti poni un obiettivo maggiore.

Come stimolo ho il fatto di essere circondato da persone che hanno tutte la mia stessa passione e sono bravi molto più di me. Oggi non c’è più quell’idea di sogno americano, di una realtà totalmente diversa, ormai siamo tutti collegati grazie alla tecnologia. Secondo me il sogno americano è poter sviluppare quello che vuoi fare e lavorare su quello che ami".

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FONDAZIONE PLART: DALLA PLASTICA AL DESIGN • di Rossella Cavallo

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APOLI - È quasi nascosto, nei pressi di piazza Amedeo, non lontano da Mergellina.

Il fatto che bisogna citofonare per poter accedere potrebbe far desistere i più timidi dall’entrare, ma vale la pena superare quest’ostacolo, perché il PLART (così denominato dalla fusione delle parole “Plastica” e “Arte”) è un museo alquanto singolare, ideale per gli appassionati di arte contemporanea.

Gli amanti dell’arte classica, e per definizione un po’ scettici nei confronti dell’arte contemporanea, lo definiscono il “museo delle bottiglie di plastica”.

A prescindere dai gusti e dai commenti che ne possono derivare, è in parte vero: vanno a comporre la collezione i più svariati oggetti, da giocattoli, a sedie, a utensili, borse, lampade fino a bottiglie..in plastica!

Il Plart ha il vanto di possedere una della collezioni di plastiche più

importanti al mondo, con oggetti riguardanti il periodo storico tra la fine dell’ottocento e gli anni ottanta del novecento, che da un lato si pongono come oggetti di uso quotidiano, dall’altro come delle vere opere d’arte: rientrano nella collezione opere di Lucio Fontana, Verner Pantoni e Michele de Lucchi, cui si sono aggiunti oggetti , tra i tanti, di Tom Dixon e Felix Policastro.

Gli altri oggetti, divisi per categorie (plastica quoitidiana, arte, preziosi, elettronici), sono stati raccolti nel giro di circa trent’anni, grazie al meticoloso lavoro di ricerca della presidente della Fondazione, Maria Pia Incutti, supportata dall’architetto Nunzio Vitale, e alle cui spalle vi è una forte rete di relazioni con enti e sponsor territoriali e non solo, alcuni dei quali molto attivi nell’ambito della ricerca scientifica sui materiali polimerici.

Non solo museo, quindi, ma un vero e proprio istituto polifunzionale dedicato alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica per il restauro e il recupero della plastica,

oltre che di diffusione della cultura del design. È presente inoltre un’area multimediale, come vuole la maggior parte dei musei nati nel corso degli ultimi dieci anni: “da un mare di petrolio ad un campo di girasoli”, così è stata denominata, per testimoniare l’evoluzione della lavorazione dei diversi tipi di plastica, da quelle derivate dal petrolio a quelle ecosostenibili.

Mettendo insieme l’area multimediale e gli oggetti della collezione, non sfugge quale sia per l’appunto la mission della Fondazione: studiare e conservare un patrimonio testimone

di modernità che si proietta con grande impatto sul mercato dell’arte contemporanea, insieme alla volontà di porre questo spazio come centro di sperimentazione e di art design, nonché promuovere la valorizzazione del territorio, con i suoi artisti e l’ambiente circostante.

L’idea di voler collezionare ed aprire ad un target una collezione di oggetti di plastica, quindi diffonderne la conoscenza, nasce dalla considerazione della plastica come testimonianza dell’evoluzione del gusto e della tecnologia.

A ciò si accompagnano mostre, con-

vegni ed iniziative in collaborazione con esperti internazionali, e degna di nota è la terza edizione del “Festival internazionale del design.

Tradizione, innovazione e sviluppo sostenibile”, realizzato coinvolgendo istituzioni e partner del territorio. È attualmente in corso(e lo sarà fino a maggio 2015) e saranno trattate tematiche riguardanti lo sviluppo sostenibile del design e il restauro del contemporaneo, non meno difficile che restaurare una tela medievale.

Non solo Capodimonte e Museo Nazionale: Napoli brilla anche per il design!

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• ISOLA

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L'ALTRA PARETE... VOCI E VELLUTO •

15 - 21 gennaio 2015

Nel 60° anniversario dell’uscita del film Il Sistina porta in scena una nuova edizione del musical

teatrO aUGUsteO, È mUsical cOn “sette spOse per sette Fratelli”

Al Teatro Bellini ritorna l’appaludito allestimento de “Le voci di dentro” con Toni Servillo • di Francesco Esposito

N

APOLI - Il nuovo anno al Teatro Bellini è iniziato con “Le voci di dentro” di Eduardo De Filippo nell’allestimento di Toni Servillo. Eduardo scrisse la commedia nel 1948 ed esprime precisamente gli umori del suo tempo, quelli di un paese scosso e poco fiducioso di una autentica rinascita, come se gli orrori della guerra avessero contaminato la coscienza delle persone.

La commedia racconta la

vicenda di Alberto Saporito e del suo strano sogno: un omicidio commesso da parte dei vicini di casa. A partire da questo avvenimento si innesca un’amara riflessione sulla malvagità umana, provocata dalle accuse che i sospettati rivolgono l’uno contro l’altro.

Gli atteggiamenti degli accusati aumentano i dubbi di Alberto e lo fanno vergognare di appartenere al genere umano.

Forse, di fronte a quest’umanità che non ascolta più le “voci di dentro”, quelle della coscienza, sembra inevitabile l’atteggiamento dello zio Nicola, un parente che vive con Alberto: nonostante non sia muto, ha deciso di non parlare più, perché ritiene

che l’umanità “abbia perduto ogni ritegno”. «Eduardo De Filippo - spiega Servillo - è il più straordinario e forse l’ultimo rappresentante di

una drammaturgia contemporanea popolare. […] Le voci di dentro è la commedia dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso pubblico». Lo spettacolo resterà in scena al Teatro Bellini fino a domenica 18 gennaio. Venerdì 16 gennaio, invece, al Teatro Augusteo torna il musical, con “Sette spose per sette fra-

Donen; la magica fusione tra la sceneggiatura, le musiche e le straordinarie coreografie di Michael Kidd ne fecero uno dei musical più divertenti e longevi del grande schermo, un cult riproposto anche dalla tv, ancora oggi con grandi ascolti. Le musiche di Adolph Deutsch e Saul Chaplin vinsero un Oscar e il film ottenne quattro nominations per il miglior film, la migliore sceneggiatura, la migliore fotografia e il miglior montaggio. Nel 60° anniversario

telli” con Flavio Montrucchio e Roberta Lanfranchi per la regia di Massimo Romeo Piparo. Nel 1954 la MGM produce il film diretto da Stanley

dell’uscita del film, la PeepArrow Entertainment e Il Sistina portano in scena in Italia una nuova scintillante edizione del musical. La storia narra

di Adamo, maggiore di sette fratelli, rozzi boscaioli che vivono tra le montagne e che, stanco della solitudine, vuole prendere moglie. Conquista Milly che però scopre presto di dover prendersi cura non solo del marito ma di altri sei rozzi uomini disordinati e rissosi. Come nella favola di Biancaneve, trasforma la baita sporca dei boscaioli in una casa accogliente, e insegna ai fratelli di Adamo l’arte del corteggiamento, cosicché anche loro possano conquistare una ragazza e sposarsi. Dopo mille vicissitudini, corteggiamenti, balli in paese, risse tra pretendenti, rapimenti di ragazze, valanghe in montagna e tanto altro, il lieto fine arriverà puntuale con sei nuovi matrimoni e una neonata. Dal film al palcoscenico, si ritroveranno le divertenti avventure dei fratelli Pontepee e delle loro innamorate, con canzoni eseguite dal vivo e spettacolari coreografie acrobatiche: un perfetto evento teatrale che coinvolgerà ed entusiasmerà spettatori di tutte le età. Lo spettacolo resterà in scena fino a domenica 25 gennaio.

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• MUSICA

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‘O tiempo d’’e cerase: Pino Daniele “Mi sono avvicinato alla musica ascoltando i Beatles ed Elvis Presley.

Ma ascoltavo soprattutto Roberto Murolo e la Nuova Compagnia di Canto Popolare; come partenopeo mi identificavo in quei generi musicali: avevo un piede nella musica rock e un piede nella tradizione”.

• di Francesco Esposito

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SCHIA – Quelli della

generazione di Pino Daniele, classe 1955, hanno vissuto un momento molto fertile per la musica. C’erano diverse scuole musicali, a partire da Napoli.

Ogni città aveva artisti che creavano un movimento musicale, culturale, letterario, artistico. Come la maggior parte dei suoi coetanei, Pino Daniele ha vissuto la semplicità della strada, che regala lezioni di vita ma anche disagi; è stato fondamentale per affrontare la comunicazione con la musica. “La strada t’insegna molto,- raccontava Pino Daniele - impari tanto.

Fortunatamente ho vissuto nella zona storica, Santa Maria La Nova, poi la scuola a 200 metri dal conservatorio; e salendo per san Sebastiano mi fermavo davanti ai negozi di strumenti musicali e guardavo le chitarre”. La passione

per la musica è sempre stata come una malattia per il mascalzone latino, qualcosa che ti “ferisce” da bambino e ti porti dentro tutta la vita.

“Mi sono avvicinato alla musica ascoltando i Beatles ed Elvis Presley. Ma ascoltavo soprattutto Roberto Murolo e la Nuova Compagnia di Canto Popolare; la musica classica e gli esperimenti di Roberto De Simone. Come partenopeo mi identificavo in quei generi musicali: avevo un piede nella musica rock e un piede nella tradizione”. Così leggiamo in un’intervista a Pino Daniele di qualche anno fa. E lo ricorda bene anche Peppe Barra, storico fondatore e componente della NCCP, quando Pino, da ragazzino, andava ai loro concerti e sotto al palco gli diceva “Peppì, jamme, voglio sunà cu vuje, facitème sunà pure a me”. Ma il suo percorso artistico, di lì a poco, sarebbe iniziato in un altro modo, velocemente. Nel 1976 entrò nel gruppo “Napoli Centrale” di James Senese, dove Pino cominciò come bassista e il meraviglioso album d’esordio, “Terra mia”, è del 1977; un disco poetico, moderno, rivoluzionario, di protesta, pieno di amore per la sua città. Ma il brano che io reputo fondamentale per

comprendere il suo legame con la tradizione e la sua terra, Napoli, è del 1979 e lo troviamo nell’album “Pino Daniele”. Sto parlando di “Donna Cuncetta”. “Donna Cuncè parlate,/ donna Cuncè dicite./ 'O tiempo

d'e cerase è già fernuto./ Dint'’a stu tuppo niro/ ce stanno tutt'e paure/ 'e nu popolo ca cammina sotta 'o muro./ Donna Cuncè cacciate tutt'’e ricorde 'a pietto,/ donna Cuncè alluccate pe' dispietto./ E si vulesse Dio

cu chesta fantasia/ jettasse tutte cose a mare./ Mo ca so' vecchia e dormo/ nun pozzo cchiù fà' niente/ so' ‘na pezza 'mmano ‘a gente e tengo mente./ Ma si je fosse guaglione, je fosse capurione/ e quando vott'’o viento dico 'a

mia/ e sulamente si vulesse Dio...”. Donna Cuncetta, secondo alcune testimoniante e notizie, era la nonna di Pino, una donna che era già anziana negli anni '70, quindi una rappresentante delle generazioni passate. Pino

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MUSICA •

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e la tradiziOne era molto attento e affascinato, come ho ricordato sopra, dagli studi di Roberto De Simone sul mondo popolare, sull'importanza etica e antropologica che le radici di un popolo hanno sul presente. Le sue prime sonorità sono interamente stimolate e ispirate dalla scoperta che la Nuova Compagnia di Canto Popolare fa del passato,

della "tradizione" (orale e scritta), del canto, dei rituali.

Ma è anche affascinato da Pergolesi e da Gesualdo da Venosa, dai madrigali e dagli studi che i grandi musicisti del passato hanno fatto sulle voci. La presenza della lingua

fORIO RICORDA

PINO DANIELE Nelle stesse ore dedicate al FlashMob di piazza Plebiscito, anche Forio ha deciso di ricordare il cantautore partenopeo, riunendosi sotto un’unica colonna sonora, quella della vita di molti, Napul’è, nel piazzale del Soccorso. L’idea, lanciata da Barbara Pierini, della Libereria Pierini, ha accolto la partecipazione di molti appassionati. Un piccolo ma prezioso omaggio, perché nato dal cuore. A.P.

napoletana è, quindi, fondamentale per sottolineare il viscerale legame con Napoli.

Più volte Pino Daniele ha detto di non appartenere agli “eduardiani”, e sono certo che si riferisse all’utilizzo del linguaggio partenopeo; per

fare un banale esempio, De Filippo nelle sue commedie scriveva “pregà”, mentre Pino usava il termine “prià”, e non devo aggiungere altro.

Inosmma, tornando a “Donna Cuncetta”, con questo testo Pino, secondo il mio modesto parere, si impegna a "studiare" la tradizione ma inserisce nelle parole anche la disperazione: ‘o tuppo niro deve liberarsi di queste paure accumulate nei secoli, il "passato" deve cacciare dal petto tutti i ricordi, sputarli fuori, vomitarli. Donna Cuncetta non è altro che un nome-simbolo di un popolo intero, di un tessuto sociale, (e perché no) della tradizione. Questa figura viene incitata da Pino a urlare, pe' dispietto… A dicere, a cuntà (a raccontare), prima che sia troppo tardi... pecché 'o tiempo d''e cerase è già fernuto.

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LA NOTA STONATA a cura di francesco Imparato

CHE RIPOSI IN PACE Ciao Pino.

Come non dedicare questo numero alla scomparsa di Pino Daniele? Non ci sono aggettivi per descrivere cosa è stato per la musica nella sua interezza, e per Napoli soprattutto. Pino è stata l’anima blues di Napoli, colui che ne ha svelato il cuore e le pecche, colui che ha gridato il dolore della rassegnazione, ma l’ha fatto con uno stile ineguagliabile. Napoli, la città, le grandezze e le nefandezze. Pino è Napoli, e Napoli è Pino. Napule è…

Eppure… eppure ci ha lasciati, solo fisicamente chiariamo, ma ci ha lasciati. Con un vuoto dentro che le sue canzoni non bastano a colmare, che i video che lo ritraggono non bastano ad alleviare. Pino c’è, ma non c’è più. Ce ne dovremo fare un’abitudine, dovremo elaborare anche questo lutto, ma dopo lui la musica non è più la stessa. I sapori sono diversi, le note hanno un altro colore . Questo è una piccola parte di ciò che chi scrive sente, ma è anche un sentimento che tutti quelli che lo amavano hanno condiviso. E che ci ha resi tutti un po’ più soli ma tutti un po’ più vicini.

C’è qualcosa che stona in tutto questo, però. C’è che anche ora non lo lasciano in pace, che anche adesso che vorrebbe riposare, che è tornato a casa “stanc muort, e nun voglio fa niente” è iniziato lo sciacallaggio mediatico su di lui. Non bastavano i litigi fra i familiari sbattuti in prima pagina, non bastavano i dubbi ed i sospetti sugli eventi che hanno portato il suo cuore a fermarsi. Non bastava la polemica di chi lo voleva salutare a Napoli, la sua Napoli, contro chi lo voleva tenere tutto per sé dopo essergli stato vicino per tanti anni. Non bastavano due funerali, ci voleva il terzo. L'ennesimo addio della città di Napoli a Pino Daniele inizia in uno dei luoghi simbolo della città, il Maschio Angioino. È qui che per dieci giorni saranno esposte le ceneri dell'artista napoletano. Fiumi di inchiostro in questi giorni hanno raccontato 'le famiglie' dell'artista napoletano: i due figli avuti dalla prima moglie Dorina Giangrande, la seconda consorte Fabiola Sciabbarrasi e i suoi tre figli più piccoli e Amanda Bonini, la compagna, l'ultima persona ad avere visto Pino Daniele in vita, nella notte in cui il suo cuore si fermò durante la folle corsa dalla Maremma all'ospedale Sant'Eugenio di Roma.

Tutto questo stona. Basta lucro mediatico su Pino, persona sempre schiva e riservata, che amava definirsi un “orso”.

Basta fregiarsi del suo nome per sbattere in prima pagina il gesto compassionevole del politico di turno. Basta al circo che si è creato e che sembra non volersi fermare, in questa voglia di esporre a tutti i costi il proprio dolore.

Basta. Se volete cercare Pino, lo troverete dove è sempre stato, nella sua musica.

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• FOCUS PSICOLOGIA

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la maternitÀ: cOme aFFrOntare il mitO della perFeziOne? Dalla tavola, ai posti dei commensali, fino al menù. Tutti i trucchi per un ultimo dell’anno glamour • a cura della Dr.ssa Stefania Regine

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SCHIA – In ebraico esi-

stono due emme, una normale che va in qualunque punto della parola e una che va solo in ultima casa. Hanno due forme opposte. La emme finale, è chiusa da ogni lato. Quella iniziale è gonfia e ha un’apertura verso il basso. È un’emme incinta. (Erri De Luca) Affrontare un tema come quello della maternità, apre a diverse possibilità poiché si compone di molteplici aspetti, tra cui una dimensione mitica. In primis dobbiamo specificare che il termine mito ha un duplice significato, perché se da un lato possiamo intenderlo come una narrazione investita di sacralità relativa alle origini del

mondo, allo stesso tempo, nel linguaggio comune, un mito sta a significare l’idealizzazione di un personaggio o di una situazione, determinando un termine di paragone. Nei secoli i miti hanno avuto una precisa funzione sociale, inoltre, i significati che lo compongono non nascono nel vuoto contestuale ma sono da comprendere in relazione a specifiche culture.

Dunque, numerosi fattori contribuiscono alla creazione di un modello culturale, che si compone di miti come quello della maternità, frutto sì della storia che si tramanda ma anche della situazione specifica che lo costruisce; ne deriva che può essere diverso vivere l’esperienza della maternità in Italia, piuttosto che altrove.

L’obiettivo dell’articolo è riflettere, utilizzando un modello psicologico-clinico, su alcuni miti legati alla maternità per provare a superare un concetto chiuso, statico e predefinito

dr.ssa regine stefania psicologa - psicoterapeuta Via sant'antonio abate, 14 - 80075 Forio, ischia (na) tel. 3459729121 reginestefania@yahoo.it

dell’ “essere madre”. Sottolineiamo che ci riferiamo ad una psicologia che confrontandosi con i fenomeni del mondo, non propone risposte, ma desidera aprire nuovi spazi di riflessione, generare nuove storie, attraverso il porsi domande.

Parliamo di Maria di Nazareth e Medea (figura della mitologia greca). Due simboli femminili agli antipodi, donne reali o immaginarie con le quali ci si confronta, rappresentazioni che si sviluppano nella dicotomia sante o demoni. La prima, ha sedici anni quando riceve la più misteriosa delle visite, le viene chiesto di credere in un miracolo, di mettere a disposizione se stessa e la sua vita, di essere esempio e modello di ogni virtù. È rappresentata come una creatura gloriosa assunta in cielo o misticamente sofferente, ed è questa seconda immagine quella più rappresentativa, una madre che ha perso suo figlio provando la sofferenza più profonda, icona del dolore permanente. Maria eternamente giovane e madre devota, ecco l’obiettivo a cui tendere, un’immagine che offre alle donne un patto d’uguaglianza difficilmente sostenibile.

Al contempo, ci si accosta alla complessità e drammaticità di un personaggio come Medea,

vista, come feroce e vendicativa assassina, come vittima di pulsioni interne incontrollabili, o moglie così addolorata per l’abbandono del marito da arrivare a perdere ogni raziocinio ed uccidere i suoi stessi figli.

L’ambiguità che suggerisce la figura di Medea non può convivere con un modello di società perfetta. Se Medea non può essere la moglie e la madre che ci si aspetta che sia, allora è la barbara, la fattucchiera, l’assassina. Nel confronto con un ideale di maternità, Medea rappresenta quindi l’extrema ratio: la scelta o dentro o fuori, o madre perfetta o mostro.

In queste storie tramandate il confronto/scontro con un pre-concetto, culturalmente costruito di maternità, viene risolto attraverso scelte radicali ed estreme. Soluzioni che mettono in evidenza un prima e un dopo, ciò che è accettabile o condannabile, ciò che è materno e ciò che non lo è.

Come detto all’inizio le persone divinizzate rappresentanti i temi fondativi di una società, entrano a far parte dei modelli culturali.

Questi hanno a che vedere con il femminile, ma al contempo anche con il maschile, sono le donne quanto gli uomini a doversi confrontare con tali modelli e a cercare risposte sull’es-

sere dei genitori perfetti.

Interrogativo però che si pongono specialmente le madri, perché poi è su di loro che culturalmente, e secondo il senso comune, s’investe la cura dei figli.

Queste icone femminili infatti, che come abbiamo visto contengono in sé una dimensione di sacrificio e di sofferenza, entrano in conflitto con la vita di molte donne italiane in età fertile, che hanno studiato, vogliono lavorare e non vogliono rinunciare alla vita di coppia, alla sessualità e a se stesse.

Inoltre, il confronto con una dimensione mitica di perfezione, non prevede la compresenza di emozioni: difficile riconosce che essere madre, per quanto sia una cosa meravigliosa, comporta anche profonde contraddizioni esistenziali e può innescare una profonda crisi d’identità. Allora se diventare madri “deve” essere un’esperienza meravigliosa, non può esserci anche la paura, lo smarrimento, la tristezza, questi sono vissuti inaccettabili che rimandano ad un quadro psicopatologico in cui l’attenzione è sui sintomi, sulla natura, più che sulla cultura, come se intorno ci fosse un vuoto relazionale. Ora, se consideriamo la psicologia, quale scienza che consente di

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intervenire nella relazione tra individuo e contesto, entro i problemi di convivenza, potremmo provare a parlare, per esempio, in riferimento alla “depressione post-partum”, di molteplicità e pluralità di significati attribuibili a tale problematica. Per cui, se una donna e mamma può accettare di dare voce e superare il confronto con i propri ideali, questo porterebbe a dare spazio a tutte le emozioni, senza essere né sentirsi una cattiva madre.

Aprirsi alla ri-narrazione dei miti e delle suddette categorie predeterminate, può permettere la produzione, nei termini psicologico-clinici, di cambiamento, allora Maria e Medea, anche se miti di altre epoche e di altri contesti, ci aiutano a ragionare sulla difficoltà a tenere insieme, a far convivere, ad integrare punti di vista differenti. Così che il maschile e il femminile, la gioia e la paura, la vita sociale e la vita domestica possano stare insieme in ciò che si può definire ad ampio raggio genitorialità oltre che maternità.

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• SPORT

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L'allenatore Agenore Maurizi dichiarò di non volere lavorare con una rosa lunga, e invece gli isolani fanno incetta di acquisti (molti inutili). Tanti nomi nuovi ma l'agognata svolta ancora non arriva: amalgama difficile la Reggina sgranocchia punti.

Una domanda: chi pagherà tutti questi giocatori?

ISCHIA MERCATO DIFFICILE DA CAPIRE • di Pancrazio Arcamone

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SCHIA - Il 2015 non è iniziato sotto i migliori auspici per l'Ischia. Con due sonore battute d'arresto, anche se tra le mura amiche di formazioni di spessore come la corazzata Benevento e il sorprendente Barletta, la squadra gialloblu è scivolata sempre più in giù in classifica, con la Reggina che ha guadagnato ben 4 punti.

Aleggia adesso lo spettro della retrocessione diretta, che ad oggi è distante 4 lunghezze, mentre la salvezza senza la coda dei play out è a 6 punti.

Risulta evidente il passo indietro della squadra di Maurizi, e questo malgrado l'innesto dei nuovi arrivi, che ancora non hanno garantito l'auspicato “cambio di passo”.

Forse in sede di calcio mercato si è agito con una certa superficialità, rastrellando a man bassa calciatori spesso poco utilizzati che rappresentavano un ingombro per le società di appartenenza. Così facendo si è venuti meno a quanto sbandierato da tecnici e dirigenti, che hanno spesso spiegato di puntare esclusivamente ad interventi mirati e necessari per aggiustare al meglio gli ingranaggi. L'Ischia, al contrario, si è comportata un po' come la massaia che va al mercato per comprare un prodotto specifico e poi torna a casa con un carrello

pieno di cianfrusaglie inutili.

Prima, meglio ricordarlo, si parlava di tre elementi, massimo quattro, da acquisire sul mercato. Uno per reparto, per apportare i dovuti correttivi in un organico bisognoso di essere migliorato con qualche giocatore “chioccia” in grado di guidare i tanti giovani che affollano la rosa. Tanti buoni propositi per l'anno nuovo.

Incredibilmente, però, scoccato il 2015, stiamo assistendo in questi giorni ad una specie di rivoluzione Copernicana.

A poco più di due settimane dall'apertura del mercato di riparazione, l'Ischia di fatto ha stravolto l'organico. Fino a questo momento sono ben otto i volti nuovi, dal terzino Bruno, passando per il regista Massimo, fino ad arrivare al centrale di difesa Patrizio Caso. Prevalentemente si è agito in reparti che potevano essere lasciati così come erano (vedi porta e difesa, visti i risultati), mentre laddove si doveva agire - l'attacco – si è finora latitato, tra trattative non decollate e rifiuti (e l'infortunio di Ciotola non fa altro che complicare le cose alla vigilia della gara con il Melfi). Ora, mentre in entrata si aspettano nuove sorprese, in uscita, invece, troviamo i nomi soliti di Empereur (ormai ad un passo dal Varese) e Rosa Gastaldo, a cui si aggiunge quello di Iannascoli, ormai superato

UNO SGUARDO AL GIRONE C. Gli aquilotti acquistano Caccavallo e Cavallaro. Herrera a Lecce.

IL MERCATO ENTRA NEL VIVO CASERTANA E REGGINA SCATENATE Il calcio mercato è entrato nel vivo e le grandi iniziano a ballare. Dopo un breve letargo, ecco farsi avanti la Casertana: ceduti Bruno e Chiavazzo all'Ischia, i falchetti hanno concluso prima l'operazione Caccavallo con la Paganese, poi nella serata di mercoledì hanno definito l'acquisto del funambolico Giovanni Cavallaro, fresco di rescissione con il Foggia. Le altre big, ovviamente, non sono rimaste a guardare: la Salernitana ha siglato il colpo Davide Moro, laterale di centrocampo dell'Empoli, classe'82 con grande esperienza in massima serie e tra i cadetti; il Lecce, invece, ha ormai concluso l'acquisto del panamense Herrera, trequartista in forza alla Paganese e in estate vicino all'Ischia (come si sente adesso chi lo scartò?). Guardando, invece, al fondo della classifica, colpiscono gli ultimi colpi della Reggina, che ha acquistato in serie gli esperti Cirillo, Berardi e Aronica, e adesso pensa a Berardocco, centrocampista classe '91 di proprietà del Parma. In prova per i calabresi c'è il classe '92 Urban Zibert, centrocampista sloveno con presenze in Under 21. Dopo 7 anni torna al Savoia il difensore Stefano Riccio. Il Martina Franca non sta a guardare: gli obiettivi sono Giancarlo Malcore, attaccante esterno della Paganese, e - soprattutto - Bucolo del Messina, centrocampista di grande esperienza.

Colpo dell'Aversa Normanna che preleva il centrocampista Pierantonio Sassano dal Cosenza; bene anche il Barletta che fa fronte all'ormai imminente addio di Liverani acquistando l'estremo difensore Alex Pena, proveniente dal Bari.

classifica LEGA PRO GIRONE C

CLASSIFICA

nelle gerarchie di Maurizi dai vari Gerevini, Fiandaca e Bulevardi (attenzione anche alla posizione di Di Cesare, nemmeno in panchina a Benevento) . L'impressione netta, comunque, è che ci saranno più arrivi che partenze, un paradosso se si pensa – e ci ripetiamo – che Maurizi aveva in mente una rosa certamente più ristretta di quella attuale (il ds Basile sembra contrario a questo diktat, almeno stando a quanto affermato durante la conferenza stampa di venerdì scorso). A rendere tutto più difficile, ovviamente, è la difficoltà nel trovare una sistemazione adeguata per gli esuberi. Nel caso in cui lo scenario futuro dovesse essere simile al presente, resta un bel mistero sul come risolvere il rompicapo, visto che i calciatori, in quanto professionisti, sono tutelati da ferree norme federali che obbligano le società d'appartenenza a non poter venir meno agli impegni presi, pena pesanti sanzioni

che spaziano dai punti di penalizzazione all'esclusione dal campionato. Francamente è difficile venire a capo del puzzle. La scorsa settimana, dalla pubblica assemblea tenutasi al Re Ferdinando, l'amministratore unico Di Bello, nella sua lunga esposizione, aveva fatto intendere che il “problema pecunia” era sempre in vetta alla classifica e che per auspicava nella sensibilità degli imprenditori isolani. Tenuto conto che tra i presenti solo Di Meglio e Gianni De Vivo rappresentavano la categoria, è facile immaginare che l'sos sarà destinato a rimanere lettera morta. A questo punto ci si chiede cosa succederà nel caso sciagurato non si riuscisse a liberarsi dei calciatori in eccesso. L'altra domanda da porre al portachiavi del “fu” presidente sarebbe inerente a chi ha dato l'avvallo ai tanti acquisti e chi ha operato sul mercato. Non vorremmo essere indiscreti, né tanto meno petulanti, ma Ioime, che sarà

sicuramente un predestinato, al momento non offre garanzie superiori rispetto a Giordano e Mennella. Anche quelli del pacchetto arretrato hanno lasciato qualche perplessità. Forse né Impagliazzo né Rainone sarebbero finiti con le tolle sul prato, nel goffo tentativo di togliere la palla ad un avversario che, dalla posizione in cui si trovava, non poteva nemmeno arrecare danni (vedi il secondo gol del Benevento e la scivolata di Caso). Nella speranza che qualcuno provveda a mettere un freno onde evitare ulteriori pasticci, da qui in avanti è assolutamente vietato fare ulteriori passi falsi. Oltretutto, la salvezza diretta - calendario alla mano – appare un obiettivo assolutamente alla portata: sarebbe un peccato, dopo 16 anni passati tra campi di periferia, rinunciare ad una categoria così prestigiosa. Allo stato attuale la vera incertezza è rappresentata dall'amalgama dei giocatori. Il presidente del

1. BENEVENTO 2. SALERNITANA 3. JUVE STABIA 4. CASERTANA 5. LECCE 6. FOGGIA 7. MATERA 8. CATANZARO 9. BARLETTA 10. PAGANESE 11. LAMEZIA 12. COSENZA 13. M. FRANCA 14. LUPA ROMA 15. MELFI 16. MESSINA 17. ISCHIA 18. SAVOIA 19. AVERSA N. 20. REGGINA -4

43 41 39 37 35 34 32 30 28 26 25 23 23 22 21 20 15 14 11 10

Promossa in B la prima in classifica. 2^, 3^ e 4^ ai playoff.

16^, 17^, 18^ e 19^ ai playout.

20^ retrocessa in Serie D PROSSIMO TURNO (21^ giornata): Aversa-Casertana, BarlettaLecce, Catanzaro-Benevento, Foggia-Cosenza, IschiaMelfi, Lamezia-Savoia, Lupa Roma-Messina, Matera-Juve Stabia, Paganese-Reggina, Salernitana-Martina Catania Massimino, pensando fosse materia reperibile sul mercato, chiedeva a chi rivolgersi per l'acquisto. Maurizi che ha avuto tanti giocatori sa che deve provvedere di persona. Ci riuscirà?

L'AVVERSARIA. I lucani non riescono più a vincere. Ma attenzione agli attaccanti Tortori e Caturano

MELFI IN CERCA DI RISCATTO

Una squadra in crisi dopo un inizio campionato spumeggiante. Si presenta così il Melfi di Mister Bitetto, tra le realtà più interessanti della Lega Pro, ma reduce da un mese avaro di soddisfazioni. Solo due i punti totalizzati nelle ultime quattro gare, numeri che hanno portato i lucani ad una sola lunghezza dalla zona playout. Il Melfi è comunque squadra da prendere con le pinze: in campo con il più classico dei 4-3-3, i gialloverdi possono fare affidamento sul giusto mix di giovani ed esperienza. In attacco riflettori puntati su Loris Tortori, 9 gol nella stagione scorsa, 4 quest'anno, ultimo del lotto quello spettacolare contro il Savoia (un gesto tecnico che ha ricordato il primo Del Piero, con tutte le dovute differenze). Da non sottovalutare, poi, un altro protagonista dell'attacco lucano come Salvatore Caturano: classe '90, di origini napoletane, è alla stagione della svolta con 7 gol realizzati in 19 presenze (la sua migliore annata, finora, risaliva al 2012-13, quando realizzò 6 reti con la Paganese). A centrocampo occhio al fantasista Riccardo Berardino, autore l'anno scorso di un gol nel 0-3 del Chieti che portò all'esonero di Salvatore Campilongo: classe '90, ha realizzato in stagione 3 reti risultando a più riprese tra i migliori in campo. Gioca nella mediana l'unico volto nuovo gialloverde: parliamo di Salvatore Gallo, proveniente dal Savoia via Chievo Verona, un classe '92 che ha già alle spalle esperienze in Lega Pro con Venezia e Lumezzane. Migliore difesa della parte bassa della classifica, il Melfi può fare affidamento per il reparto arretrato su giocatori come Paride Pinna e Kastriot Dermaku (tra i difensori centrali più interessanti del girone C). Questi i protagonisti in casa Melfi di una sfida tra due squadre che si sono affrontate solo di recente, e questo nonostante entrambe le società siano state fondate negli anni '20. Il primo scontro si è tenuto nel dicembre scorso, quando i lucani si imposero per 1-2 al Mazzella (alla spettacolare rete di Nigro risposero Tortori e Cardinale). Memorabile la gara di ritorno: anche in questo caso furono gli isolani a soccombere (1-0 il risultato su rete di Dermaku), ma fu una gara dolce per entrambe le squadre, che conquistarono insieme la Lega Pro Unica. L'ultimo precedente in campionato risale al settembre scorso: allo stadio Arturo Valerio la gara terminò 0-0, con gli ischitani a recriminare per una lunga serie di occasioni sprecate. Da aggiungere ai precedenti, infine, la gara di Coppa Italia dell'agosto scorso, con gli ischitani vittoriosi per 2-1 a Melfi con reti di Ingretolli, Bacio Terracino e Agnello. Pochi i precedenti e pochi sono anche gli ex della sfida: parliamo degli isolani Daniele Giordano e Sergio Pereira Cruz. Nessuno dei due, con estrema probabilità, sarà della partita: l'unico a sperare una convocazione è il brasiliano, alla luce dell'infortunio che in settimana ha colpito Nicola Ciotola. (Cr.Me.)

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Gialloblu attesi sabato pomeriggio da una sfida importante in chiave salvezza.

Mancheranno Ciotola e Sirignano, si attende l'attaccante dal mercato

ECCELLENZA. Gli ischitani battono il Portici e ora sfidano il Gladiator. Il Procida non può nulla contro la Turris

cOntrO il melFi esiste sOlO la VittOria

GRANDE PROVA DEL REAL FORIO PROCIDA SEMPRE PIÙ GIÙ

V

incere, senza se e senza ma.

Questo l'obiettivo dell'Ischia Isolaverde in vista della delicata sfida contro il Melfi, avversaria diretta nella lotta per la permanenza tra i professionisti. Una gara dai mille significati, tra ricordi di giornate memorabili (la promozione conquistata l'aprile scorso) e altre meno felici (la sconfitta del dicembre 2013 al Mazzella, un 1-2 che grida ancora vendetta). Tra ricordi e scongiuri, stravolta dal mercato, la squadra di Maurizi affronterà la gara con i lucani senza l'infortunato Nicola Ciotola, capocannoniere gialloblu con 8 reti all'attivo (sarà fuori per un mese per una frattura al piede). Al posto dell'ex Avellino ci sarà Andrea D'Amico. Altro grande assente della gara sarà lo squalificato Ciro Sirignano: in sua sostituzione dovrebbe agire il nuovo acquisto Bassini; al suo fianco ci sarà Patrizio Caso, mentre sulle fasce agiranno Mario Finizio, rientrato dalla squalifica, e l'altro nuovo acquisto Bruno, che darà prova della sua duttilità agendo questa volta sulla sinistra. A centrocampo potrebbe esserci l'esordio dell'ex Casertana Angelo Chiavazzo, che dovrebbe dividere la linea mediana con Emiliano Massimo e con il redivivo Danilo Bulevardi. In attacco, al fianco di D'Amico ci saranno Antonio Schetter, tra i migliori di questo inizio di stagione, e Cristiano Ingretolli, chiamato ad una prova d'orgoglio dopo una serie di prestazioni non convincenti. Il centravanti, di proprietà del Pescara, potrebbe essere alla sua ultima da titolare della stagione: la dirigenza ischitana è, infatti, alla disperata ricerca di un attaccante di esperienza, in grado non solo di garantire un buon numero di gol, ma anche

di fare salire la squadra, di farla rifiatare.

Dopo il rifiuto di Raffaele Perna dell'Aquila e la trattativa senza fine con il Savoia per Matteo Di Piazza (l'accordo con il giocatore c'è, ma gli oplontini non vogliono cederlo ad una diretta concorrente), gli isolani hanno puntato i riflettori su Saveriano Infantino. Classe '86 in forza alla Torres, l'attaccante è seguito da settimane dal Messina e non è propriamente un bomber, tanto che in carriera ha raggiunto la doppia cifra solo in due stagioni (nel 2009-10 con il Barletta e nel 2012-13 con l'Aquila).

Insomma, non sembra il profilo che cerca l'Ischia. Nei giorni scorsi sono circolati anche i nomi di Ginestra della Salernitana e del sogno Francesco Ripa, ex Arzanese ora in forza alla Juve Stabia.

Due giocatori, questi, che difficilmente sbarcheranno sull'isola: più fattibile sembra l'arrivo dalla Casertana del trequartista Francesco Alvino, già con un passato a Ischia e sempre più fuori dai progetti di Campilongo dopo l'arrivo di Giuseppe Caccavallo. Vedremo come andrà a finire, ma quel che è certo è che i dirigenti isolani sono chiamati a

muoversi, e subito, anche perché stiamo per entrare nel momento decisivo della stagione. Nei fatti, per quanto possa sembrare esagerato trovandoci a 4 mesi dalla fine del campionato, già siamo in un momento importante: l'Ischia è attesa infatti da un trittico determinante in chiave salvezza, che dopo il Melfi la vedrà affrontare, in trasferta, la tutt'altro che imbattibile Vigor Lamezia e, in casa, il Martina Franca. Parliamo, insomma, di un filotto che potrebbe nascondere la tanto agognata svolta, anche perché due delle tre gare saranno in programma allo stadio Mazzella. Circostanza favorevole, questa, che da qui alla fine del campionato si ripeterà in altre cinque occasioni contro avversarie dirette per la permanenza in Lega Pro: gli isolani, infatti, affronteranno in casa anche Aversa Normanna, Savoia, Lupa Roma, Cosenza e Barletta. Sono queste cinque e le prossime due, a conti fatti, le gare da vincere per centrare la salvezza diretta. Maurizi e i suoi giocatori lo sanno bene. A guardarli c'è l'intera isola sportiva, speranzosa di vivere un'altra impresa. (Cr.Me)

Prova d'orgoglio del Real Forio, che riesce ad avere la meglio sul Portici. I padroni di casa non riescono a fare valere il proprio maggior tasso tecnico ed anzi sono costretti ad inseguire: alla mezz’ora sono i ragazzi di Mister Iovine a portarsi avanti, con Mautone che viene lasciato libero di colpire di testa sugli sviluppi di una punizione calciata dalla trequarti. Pur se non spettacolare, il Portici reagisce prontamente e in chiusura di primo tempo riesce a trovare il pari con la pregevole incornata di Scielzo, alla quinta rete stagionale. La superiorità numerica causata dall’espulsione di De Giorgi sembra dirigere l’inerzia della gara in favore del Portici. Nella ripresa gli azzurri si riversano in attacco ma non riescono a capitalizzare le occasioni che capitano sui piedi prima di Ragosta, lento nel battere a rete da posizione interessante, poi di Foggia che dall’interno dell’area piccola manca l’appuntamento col pallone. Il Forio, al contrario, è cinico e approfitta della ritrovata parità numerica, conseguenza del rosso inflitto a Donniacono a metà ripresa. All'84' Romano insacca una miracolosa respinta di Celli; dopo tre giri di lancette tocca invece a Magaddino chiudere le marcature con un preciso tiro a giro che va a spegnersi nell’angolino basso. I foriani dovranno ora vedersela al Patalano con il Gladiator, reduce dalla sconfitta interna contro la capolista Sessana: tra i sammaritani da tenere sott'occhio il bomber Pagano, autore di otto reti in stagione. Una gara ad alto coefficiente di difficoltà, ma da vincere assolutamente per tenere a debita distanza la zona rossa della classifica.

PROCIDA, ATTENTA ALLE SPALLE! - Seconda sconfitta consecutiva per il Procida di Mister Lubrano Lavadera, che questa volta deve arrendersi alla lanciatissima Turris. A regalare il successo ai corallini è un gol al 9' di bomber Grezio, alla decima rete in stagione come il compagno Majella. Al 28’ si vede finalmente il Procida con un bel colpo di testa di Marigliano su cross di D’Auria, il tentativo del centrocampista biancorosso viene però deviato in corner dall’attento Apuzzo. Al 44' è ancora sussulto corallino con Grezio, che - servito da La Montagna - colpisce la traversa con un grande diagonale di sinistro. Al 57’ ghiotta opportunità per il Procida: D’Auria lancia Lorenzo Costagliola che da posizione defilata calcia con il sinistro colpendo, però, l’esterno della rete. Al 74’ ancora Turris: bel triangolo tra Majella e Manzo, quest’ultimo entra in area e calcia in diagonale con il sinistro sfiorando il palo della porta locale. Sul finale occasione per gli isolani, ma la punizione di bomber D'Auria, autore di una prova ancora sotto le aspettative, si spegne a lato. Con questa sconfitta gli isolani possono dire definitivamente addio ai sogni play-off e, anzi, devono iniziare a preoccuparsi della zona calda della classifica, con i play-out che si fanno sempre più vicini. Ora i procidani sono attesi dalla trasferta con il San Giorgio: una gara non proibitiva al cospetto di una compagine che arriva da due sconfitte consecutive e da un inizio campionato disastroso. Una gara da vincere assolutamente, per allontanare così lo spettro della retrocessione.

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I ragazzi di Mister Di Nolfo acciuffano il quinto posto e “vedono” i playoff con i gol di Saurino e Farina.

Male i foriani guidati da Billone Monti: il Real Poggio si impone per 2-0 al Calise

BARANO, ORA PUOI SOGNARE. FLORIGIUM DELUDENTE

S

econda vittoria consecutiva per il Barano, che – non senza fatica – ha la meglio sull’Oratorio Don Guanella, diretto concorrente per l’ultima piazza utile per gli spareggi nobili.

Nel primo tempo è un monologo dei padroni di casa, che attaccano a testa bassa. Al 12’ punizione dalla distanza di Simone Farina: parabola perfetta, ma l’incrocio dei pali salva l’immobile estremo difensore dell’Oratorio. I padroni di casa non demordono, attaccano e per ben 4 volte vengono pizzicati in fuorigioco piuttosto dubbi.

Al riposo si va sullo 0 a 0.

Nella ripresa, il Barano spreca subito tre clamorose palle gol con Saurino. Al 15’, a sorpresa, gli ospiti passano in vantaggio: un errore di Circello dà il via alla manovra del Guanella, Bocchetti serve in area Profeta che prende la mira e non perdona. Il Barano non si scoraggia e trova il pari subito con Saurino, che ruba palla ad un difensore, arriva in area e viene steso da Gravino: l’arbitro assegna il penalty e ammonisce per la seconda volta il difensore ospite. Dal dischetto Farina ristabilisce la parità. Ma non finisce qui: pochi minuti dopo, su un lancio lungo dalla metà campo bianconera,

PROMOZIONE CAMPANIA GIRONE B

CLASSIFICA 1. CASTEL S. GIORGIO 40 2. JUVE POGGIOM. 36 3. S.VITO POSITANO 33 4. PRO PAGANI 30 27 5. BARANO 6. ORATORIO DON G. 27 7. COSTA D’AMALFI 26 26 8. PIMONTE 9. REAL S. EGIDIO 25 10. S.M. LA CARITÀ 22 11. FLORIGIUM 20 20 12. REAL POGGIO 13. NEAPOLIS 18 14. ALFATERNA 13 9 15. MARI 16. BOYS PIANURESE 6 l’indiavolato Farina si invola verso la porta e realizza la rimonta dei Dinolfo boys. Il tris lo serve Gianluca Saurino che, al termine di una veloce ripartenza, controlla e scaglia una potente conclusione in rete. Decimo gol stagionale per l’ex Ischia. Gli aquilotti, a sei punti dai playoff, nel prossimo turno possono centrare il tris nella sfida esterna con l’Alfaterna, squadra reduce da tre sconfitte consecutive e tutt’altro che imbattibile.

MALE IL FLORIGIUM – Prima sconfitta del 2015 per i foriani guidati da Mister

Billone Monti, squalificato fino al 19 febbraio prossimo.

Dopo il pari sul campo del Pimonte, il Florigium si arrende tra le mura amiche al cospetto del Real Poggio, vittorioso per 0-2. Il primo squillo arriva dai piedi di Pelagione, che si ritrova lanciato in porta solo davanti a Verde, bravo però a chiudergli lo specchio e a neutralizzare l’occasione. Il Florigium non sfrutta un paio di occasioni nitide con Savio e Pino Buono: il primo tempo finisce così sullo 0-0. La ripresa comincia con Zavota al posto

dell’infortunato Del Franco.

Già al 48’ arriva la rete del Real Poggio: tiro eccezionale da fuori area di Infante, Verde non ha colpe. Il Forio cerca la reazione e al minuto 56’, sugli sviluppi di un corner, arriva il pareggio di Ragosta: l’arbitro, però, annulla a causa della posizione irregolare del difensore biancoverde.

Appena un minuto più tardi arriva il 2-0 ospite: questa volta Ragosta è protagonista in negativo, gestisce male un pallone al limite dell’area e Beato ne approfitta fulminando Verde. A questo punto

la partita può dirsi finita, a parte un calcio di rigore non assegnato al Forio per un atterramento che merita il replay al 65’ e un’occasione nel finale con Novakovky, che tira addosso al portiere dopo un assist al bacio di Savio. La strada per la salvezza sembra essersi complicata non poco, per cui all’ombra del Torrione bisogna trovare la forza di ripartire. In programma, ora, la difficile sfida con l’Oratorio Don Guanella, squadra che ancora sogna i play-off ed è stata battuta recentemente dal Barano

Promossa in Eccellenza la prima in classifica. 2^ e 3^ ai playoff. 12^, 13^, 14^ e 15^ ai playout. 16^ retrocessa in Prima Categoria PROSSIMO TURNO (18^ giornata): Alfaterna-Barano, Mari-S. Maria La Carità, Castel S.Giorgio-Boys Pianurese, Oratorio Don GuanellaFlorigium, Pimonte-Real S.Egidio, Pro Pagani-Juve Pro Poggiomarino, Real Poggio-Costa D’Amalfi, S.Vito-Neapolis

GIOVANILI. La squadra di Mister Leo battuta dalla più quotata Salernitana

CALCIO - 3a CATEGORIA. Isolani orgogliosi: 1-1 con il Virtus Marano

BASKET. Tutto rimandato per le isolane: nel week-end si torna in campo

ISCHIA BERRETTI ANCORA UNA SCONFITTA

CASAMICCIOLA MONDO SPORT PAREGGIO AL FOTOFINISH

CESTISTICA ISCHIA E FORIO FERMATE DALLA CONDENSA

Ischia Berretti in caduta libera. I giovani guidati da Mister Leo si arrendono alla Salernitana, 0-1 il risultato e conoscono così la quarta sconfitta consecutiva. Nel primo tempo gli isolani reggono bene il campo: la gara è equilibrata e molto tattica, tanto che non si segnalano occasioni né da una parte né dall’altra. Nella ripresa scende in campo una Salernitana rigenerata, vicina al gol con Cappiello, Apicella e Dragonetti, in alcune occasioni poco lucidi sotto porta, in altre fermati dall’estremo difensore Lamarra. L’episodio decisivo arriva al 72’ quando Pistola atterra in area Di Fraia: doppia ammonizione per l’isolano e rigore per gli ospiti, che vanno in vantaggio con Cappiello. Sulle ali dell’entusiasmo i granata cercano il raddoppio con D’Avino, ma il risultato non cambia. L’Ischia si ritrova così all’undicesimo posto, a due punti dal Lamezia: nel prossimo turno l’occasione del riscatto contro il Martina Franca, ultimo in classifica con appena tre punti totalizzati.

Il Mondo Sport Casamicciola acciuffa il pari a pochi minuti dalla fine nel difficile match contro il lanciatissimo Marano e, dopo una serie di prestazioni non convincenti, vede con fiducia i prossimi impegni. La gara è equilibrata, ma si mette male ad inizio ripresa con il gol dei locali firmato da Rubino.

I casamicciolesi cercano di acciuffare il pari riversandosi in attacco: la pressione porta ai suoi effetti all’87’, quando Verde segna con un pregevole colpo di testa. Gli isolani si ritrovano ora al quart’ultimo posto, a quota otto punti. Ma niente è perduto, alla luce di una classifica che appare cortissima: la Mondo Sport si ritroverebbe non a caso nuovamente ad un passo dalle prime della classe qualora dovesse imporsi nel prossimo match con lo Sporting Sant’Antimo, a sua volta reduce dalla vittoria sul Real Virtus Baia. Barile e compagni sono dunque chiamati a conquistare i tre punti, per coltivare un sogno che in tanti, ad inizio stagione, non ritenevano impossibile.

Riposo forzato per le squadre ischitane di Basket. Il Forio di Russelli e Imsandt era atteso dalla sfida con il Torregreco decimo in classifica: la partita, però, è stata rinviata a causa della condensa che si è formata nella tendostruttura “La Salle”.

Ora i biancorossi dovranno vedersela contro la capolista Delta Salerno: l’appuntamento è per domenica, alle 18.30, presso la palestra Merliani. Anche la Cestistica è stata “stoppata” dalla condensa: mentre le altre compagini della Serie D riposavano, gli isolani erano pronti ad affrontare il Meomartini, dopo il rinvio del 22 dicembre, ma l’impraticabilità del Tagliatela e l’indisponibilità del palasport di Via Casale hanno portato ad un altro slittamento. I gialloblu – penultimi in classifica dovranno vedersela sabato contro il temibile Secondigliano, quarto in classifica. In questo weekend torna in campo anche la Serie C Femminile: la Cestistica affronterà il Basilia Basket al ‘Vito Lepore’ di Potenza.

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15 - 21 gennaio 2015

CALCIO A 5. Giornata nera per le isolane. In Serie C i portosalvini vengono annientati dal Cicciano; in Serie D Futsal battuta e ora divide la vetta con i napoletani. Male il Forio

PALLAVOLO. Le lacchesi battono il Nola e volano al nono posto. In Serie C maschile gli “Alligatori” battuti incredibilmente dal Pianura per 2-3

VIRTUS, PROVA DA DIMENTICARE FUTSAL KO CON FUORIGROTTA

BENE LA FUTURA ISCHIA RIMONTATA

U

na Virtus rimaneggiata viene asfaltata 11-5 dal Friend Cicciano. La gara nasce, però, sotto i migliori auspici per gli isolani, che già al 2’ trovano il vantaggio con Del Neso (diagonale dalla distanza) Passano due minuti e i gialloblu si trovano sotto per 2-1 con i gol di Pizzini (tiro da posizione molto defilata) e Carfora. La Virtus accusa il colpo e subisce anche il terzo gol, sempre con Pizzini e il quarto con Buglione. Sul parziale di 4-1, siamo solo al 12’ del primo tempo, si risvegliano gli isolani. Al 20’ Fondicelli calcia forte sul secondo palo dove è appostato Del Neso, ma la palla colpisce il palo e mette fuori gioco quest’ultimo. Al 23’, gli isolani perdono in malo modo la sfera, regalandola a Matrisciano, bravo a firmare il pokerissimo. Al 26’ Fondicelli accorcia le distanze, sugli sviluppi di uno scambio con Di Scala. Nella ripresa la Virtus si riversa in attacco, esponendosi così ai contropiedi avversari, che arrivano addirittura al parziale di 8 a 2 con le reti dei soliti Pizzini, Carfora, Matrisciano. La gara, nei fatti, finisce qui: entrambe le squadre sigleran-

no tre reti, ma questo non dà un colore diverso alla brutta figura degli isolani. Ora c’è da reagire: il prossimo turno vedrà gli isolani confrontarsi con il Real San Giuseppe, in trasferta. Indispensabile fare risultato positivo, così da non perdere terreno dall’ottavo posto, l’ultimo utile per evitare i playout.

S

ERIE D – Sconfitta cocente per la Futsal, che si arrende al Fuorigrotta e ora divide la testa della classifica proprio con i napoletani. Partita subito equilibrata: a segnare per primi, dopo appena 2’, sono gli ospiti, sempre avanti e con la

Futsal costretta ad inseguire.

Il pareggio arriva due minuti dopo con un tiro preciso di Domenico Di Meglio dalla destra. Due minuti dopo il solito Carotenuto riporta in vantaggio il Fuorigrotta, ma allo scoccare del quarto d’ora ecco il pari di bomber Peppe Di Meglio. Gli ospiti non ci stanno e dopo minuti di assedio trovano addirittura il doppio vantaggio. Sullo scadere del primo tempo, ecco il tiro libero realizzato da Acatrinei. La ripresa vede ancora una Futsal vogliosa di conquistare il pareggio, che arriva dopo quattordici minuti con il solito Acatrinei. Mentre al Taglialatela

19

si sogna il sorpasso, Natoli e Carotenuto riportano giocatori e supporter con i piedi per terra, regalando nuovamente il doppio vantaggio agli ospiti. La Futsal, però, non demorde e cerca di rimettere in piedi una gara che si fa spezzettata: tra perdite di tempo e battibecchi, gli isolani riescono ad accorciare le distanze con un tiro potente di Domenico Di Meglio. La gara, però, finisce qui. Cattive notizie anche da Forio: biancoverdi sconfitti dal Borgo Five e protagonisti di una reazione tardiva. Nonostante le reti di Beneduce e Impagliazzo, il match finisce 7-5.

Week-end in chiaro scuro per la pallavolo ischitana. L’unica nota positiva viene dalla Serie C Femminile, con la Futura Volley che ha avuto la meglio del McDonald’s Nola, squadra che precedeva di due punti proprio le lacchesi. Partenza a razzo per le ragazze di mister De Siano, che si impongono nettamente nei primi due set (25-12 e 25-20 i risultati). Nel terzo game il calo delle isolane favorisce il Nola, che si impone 27-25, ma nel quarto parziale arriva il 25 a 23 in favore della Futura che così porta a casa l’intera posta in palio. Le lacchesi, attese da un turno di riposo, conquistano così il nono posto in compagnia del Volley Club Battipaglia: un risultato niente male, dopo un inizio stagione in coda alla classifica.

SERIE C MASCHILE - Alla prima casalinga del 2015 gli alligatori vengono battuti dal Pianura per 3 a 2. Gli ospiti danno vita ad una clamorosa rimonta. Infatti è l’Ischia Pallavolo a trionfare nei primi due set (25-19, 25-23 i parziali). Particolarmente avvincente il secondo game, con gli ospiti avanti e gli alligatori che riescono ad impattare e ad avere la meglio.

Sul 2 a 0 in favore dei padroni di casa inizia però la rimonta del Pianura, che dimezza lo svantaggio, pareggia i conti e arriva così al tie break. Agli spareggi non c’è niente da fare, i napoletani sulle ali dell’entusiasmo asfaltano gli ischitani con un 15-4 che non lascia attenuanti. L’Ischia Pallavolo è sempre all’ottavo posto, a quota 13 punti: sabato c’è lo scontro con l’Irtet Caffe Motta, nona in classifica e distanziata ben 7 lunghezze.

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