Corriere dell'Isola n. 4 2015

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L'APERTURA

PAROLA CHIAVE:

RISPETTO

BUONA SANITA’

L

’intolleranza è quasi un abito, un accessorio del nostro guardaroba che qualcuno ama spesso indossare e altri invece meno. Si nasconde dietro le parole, la violenza fisica e psicologica, l’isolamento. Il giorno della memoria ci riporta indietro e ci proietta in avanti, facendoci riflettere sul nostro presente. L’uomo ha sbagliato ma forse continua a farlo con maggiore consapevolezza. Basti pensare ai fatti di Parigi e Bruxelles, ai conflitti africani e a quelli in Ucraina, basta osservare l’orrore tecnologico dello stato Islamico, che fa delle proprie esecuzioni motivo di vanto e di attrattiva.

Ma chi è il vero intollerante? Cosa abbiamo imposto in un passato non troppo lontano al popolo del Medio Oriente? Abbiamo imposto il nostro costume, le nostre usanze e i nostri modi di vedere il mondo perché anche noi a nostro modo siamo stati intolleranti.

E non c’è peggior male dell’odio, che a sua volta genera odio.

Cosa abbiamo ricordato dunque? Non basta pensare all’Olocausto con dolore per migliorare il presente. Ciò che è accaduto

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redazione@corrieredellisola.com dovrebbe rendere l’umanità meno intollerante, più aperta al dialogo. E nel nostro piccolo anche noi dovremmo aver appreso l’arte dell’accettare, dell’ospitare e del rispettare il prossimo. Ad ognuno il compito di leggersi dentro, dedicando questo numero del Corriere dell’Isola al rispetto. Buona lettura dalla redazione. a.punzo@corrieredellisola.com

La sera del 25 dicembre nostro figlio A.L. di anni 4 si è rotto la milza in seguito a un banale incidente domestico.

Considerata la gravità del caso non è stato possibile trasportarlo presso un ospedale pediatrico in terraferma ed è stato operato immediatamente presso il Rizzoli da un équipe costituita appositamente per l'occasione, dato che era Natale e molti medici avevano la reperibilità.

Sin dall'arrivo in ospedale il personale medico e paramedico si è subito attivato per gestire al meglio questa drammatica situazione che si è conclusa con un lieto fine, per fortuna...

Desideriamo ringraziare il personale tutto e anche quelli che non abbiamo visto ma hanno collaborato scusandoci di non conoscere il loro cognome : D' ALESSANDRO L., PIPOLO , CORNACETTIA, D'ANTONIO , MATTIELLO , FERRANDINO T. , OLIVA G., IOFFREDO M.G., RECANO S., CASTAGLIUOLO, IACONO T., PESCE C., ALBANO A., SANTERINI A., LUCCI L., ZANNELLA S., ARIOLA L. E TUTTO IL REPARTO DI PEDIATRIA CHE CI HA OSPITATI per la prontezza, le capacità e soprattutto la grande umanità che ci ha accolto all'arrivo in ospedale e che ci ha accompagnato durante i 6 gg di ricovero.

La nostra testimonianza è in favore di una realtà sanitaria locale che, pur con tutte le sue pecche, rappresenta un punto cruciale della nostra isola in caso di necessità di cure mediche necessarie e nel nostro caso "salvavita".

GRAZIE per aver salvato il nostro bambino. I genitori

L’EDITORIALE

«Oltre il Vetrella» • di Graziano Petrucci

E

alla fine la tormenta del Comune Unico è passata.

Meglio, è saltata e si è frantumata in mille pezzi la possibilità di organizzare il referendum per il 2 Giugno e per tutto il 2015. Visto però che sono usciti dal letargo e nuovamente allo scoperto a ravvivare il fuoco della notorietà, ora aspettiamo quanti si sono sempre dichiarati contro la «fusione», per i più svariati motivi, ma hanno

CORRIERE DELL’ISOLA è un settimanle distribuito gratuitamente ogni giovedì ad Ischia e Procida. www.corrieredellisola.com Registrazione al tribunale di Napoli n. 4816 del 20/11/1996

detto di essere a favore dell’Unione dei Comuni, proponendola come soluzione alternativa e più efficace.

Finalmente, magari con i leader carismatici del “Fronte del No”, riusciremo ad arrivare alla tanto attesa unione dei servizi e ad allontanare una volta e per sempre lo spettro della fusione che fa paura. Insomma vediamo se queste guide illuminate, assieme agli attori della vulgata più diffusa che hanno urlato l’ipotesi dell’unione da sostituire al disegno egemonico di qualche politico, sono in grado di tenere alta l’atten-

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zione e risolvere un problema di gestione e di sistema che ugualmente riguarda tutti gli abitanti dell’isola, il territorio, oltre gli orti, i quartierini e residence isolani. Detto ciò – ci tornerò su quest’argomento – volevo rilevare un’altra cosa. Il tira e molla tra Vetrella, i Sindaci e gli armatori privati. Ancora. Non sono uno che vede complotti o cospirazioni dappertutto o che accusa la S.P.E.C.T.R.E. di essere dietro ogni cosa che non va per il verso giusto mentre James Bond è in vacanza. Comincio a pensare

però che l’Assessore regionale ai trasporti Vetrella sia presente quel tanto che gli basta per rimanere in piedi e «muovere», si fa per dire, le situazioni a favore, si fa per dire, di uno o di un altro. Per carità, non sto dicendo che la responsabilità è tutta sua. Dico solo che in una tale nebbia di comportamenti si fa fatica, non poca in verità, a vedere dove porteranno i risultati e soprattutto se ce ne saranno. Ed è qui che entra e si da via libera all’immaginazione. Alla capacità di fantasticare realizzando visioni altrettanto

DIRETTORE RESPONSABILE Diego Mattera d.mattera@corrieredellisola.com Coordinatore: Annamaria Punzo redazione@corrieredellisola.com Vice Coordinatore: Alessandra Vuoso a.vuoso@corrieredellisola.com

Collaborano con la redazione: Alessandro Mollo, Cristian Messina, Elettra Irace, Rossella Cavallo, Sara Mattera, Henri Camillo Bermudez, Francesco Esposito, Francesco Imparato, Enrico Scala, Pancrazio Arcamone Foto: Franco Trani

fantastiche su come raggiungeremo la terra ferma domani, o sull'altra di riuscirci sempre e senza ricatti. Con quali attori in arrivo avremo a che fare e quali, invece, saranno esclusi o si è pensato di escludere. Forse, in fondo, siamo tanti bambini illusi che il regalo potrà essere migliore di quello che siamo riusciti a immaginare. Mentre qualche altro invece, per metà illuso, pensa che il regalo siamo proprio noi.

Facebook Graziano Petrucci

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Decennale dell’istituzione della Giornata della Memoria

la GiOrnata Delle MeMOrie «Il giorno della memoria deve diventare il giorno delle memorie per ricordare eccidi e razzismi e per educare al rispetto dell’Altro» • di Alessandra Vuoso

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SCHIA - «Bisogna bandire

le retoriche e le false coscienze.

Facciamo questa celebrazione, film, discorsi, confronti, e poi ad esempio i rom, che sono stati uno dei popoli ad essere sottoposti al progetto di sterminio totale, non ricevono praticamente attenzione rispetto a quella rivolta allo sterminio del popolo ebraico. Io sono ebreo, ma non si può fare discriminazione tra le vittime. Ci sono stati i rom, gli antifascisti, tremila slavi, gli omosessuali, i testimoni di Geova. I primi sterminati sono stati i menomati. C’è stata un’umanità che è stata cancellata.

Ultimamente alcuni politici disinvolti hanno cercato di collocarsi in sintonia con la israelianizzazione della Shoah.

Questo ridurrebbe la Shoah a un fatto nazionale, mentre Primo Levi ha scritto Se questo è un uomo, non Se questo è un ebreo».

Si esprime così il grande artista e attivista politico Moni Ovadia in merito alle celebrazioni della Giornata della Memoria appena trascorsa.

Era il il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione

di Berlino, arrivarono ad Auschwitz scoprendo il tristemente famoso campo di concentramento e liberandone superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista E da allora, con sensibile ostinazione, si continua a ricordare, a mantenere vivi gli agghiaccianti ricordi tramandandoli alle nuove generazioni, perché non diventino mai parte di un passato lontano e evanescente, soppiantato da storia e storie future fatte delle stesse atrocità "E' tempo di inserire l'undicesimo comandamento: mai essere indifferenti", ha detto uno dei tre sopravvissuti che hanno parlato l’altroieri a Birkenau – il lager più esteso dell’intero universo concentrazionario nazista -, Roman Kent (86 anni, nato a Lodz) raccogliendo l'applauso più sentito della platea.

Sono passati solo dieci anni dalla istituzione della Giornata ed alcuni già la considerano un esercizio retorico utile ad alimentare negazionismi e contrapposizioni. Ma in tempi di razzismo e di crisi della convivenza , di antigitanismo e neonazismi, di intolleranza e costituzione di nuovi nemici della società occidentale, il Giorno della Memoria non è solo una parentesi di retorica buonista.

«Il giorno della memoria deve diven-

tare il giorno delle memorie. Questo pianeta è profondamente malato.

Solo l’onestà intellettuale e un lungo lavoro culturale ci possono salvare, ma se andremo avanti così il Giorno della Memoria diventerà una melassa retorica, soprattutto quando andranno via gli ultimi testimoni» rimbecca Ovadia. Un giorno per ricordare tutti gli eccidi, le atrocità di un uomo carnefice, per celebrare non già la tolleranza, ma il rispetto dell’Altro, l’antirazzismo e la convivenza pacifica. Una memoria che ne accoglie molte altre, pur portando il nome di “Shoah”, a celebrazione del crimine.

Ma cos’ha di così unico questo crimine enorme, atroce e deliberato, la Shoah? Nei campi di Stalin sono morte molte più persone, anche se in trent’anni. E per quanto riguarda lo sterminio organizzato di un popolo intero, prima ancora di quello nazista c’era stato il genocidio dei nativi americani, fino al XIX secolo nei territori interessati dalla colonizzazione numerosi popoli indigeni hanno subito una forte diminuzione numerica e sono quasi scomparsi o scomparsi del tutto, c’era poi stato il secondo genocidio degli armeni turchi nel 1915; successivamente nel 1979 i Khmer rossi, sostenuti ed armati dalla Cina, hanno massacrato e fatto morire nei cosiddetti “campi di rieducazione” da 1 a 2,2 milioni di persone (su una popolazione totale di

7,5), c’è poi stato quello del Ruanda, nel 1994, consumatosi in soli 100 giorni con una stima attuale di circa un milione di morti. Moltissimi altri eccidi restano nell’ombra.

La peculiarità del massacro nazista è che si è trattato di un crimine assolutamente incomprensibile, mentre tutti gli altri stermini della storia, per quanto altrettanto abominevoli, potrebbero addirittura accampare una parvenza di spiegazione.

I nativi americani furono oggetto di persecuzione da parte dei colonizzatori per bramosie economiche.

Il regime di Stalin poteva sopravvivere soltanto attraverso il terrore del gulag. I turchi ritenevano che l’esistenza degli armeni minacciasse l’integrità del loro impero. Gli hutu volevano assicurarsi la supremazia ed erano animati da un risentimento sociale e storico. Come Stalin, anche i Khmer rossi hanno sterminato i loro compatrioti per rafforzare e salvare il loro regime. Ma come si può spiegare il fatto che i nazisti abbiano deciso di annientare gli ebrei, tutti gli ebrei, ovunque e indistintamente? E i rom, gli omosessuali, i malati mentali e fisici, le prostitute? Come si può spiegare che questa missione sia diventata talmente prioritaria da spingere i nazisti, in piena conquista dell’Europa, a mobilitare una quantità enorme di risorse inventando una vera e propria industria della morte?

David Rousset, prigioniero politico comunista non ebreo, ha introdotto e utilizzato l’espressione “universo concentrazionario” per spiegare la complessità e la diversificazione di questi luoghi della morte che i nazisti inventarono, perfezionarono e adoperarono per portare a compimento la loro opera di distruzione. L’ossatura del sistema era rappresentata dai campi da lavoro, cui facevano da satellite campi con peculiarità precise, come quelli di annientamento e torture su scala industriale degli ebrei e dei polacchi.

E i colori dei triangoli - non solo giallo ma anche rosso, verde, viola, blu, marrone, nero, rosa - nei lager segnalavano per quale “crimine” si era reclusi.

Nonostante tutti gli interrogativi sulla natura umana e sul disastro morale, sulle leggi razziali, sulle coscienze di chi sapeva e sul coraggio di chi è riuscito ad andare contro il sistema aiutando i perseguitati, non ci sono risposte valide che spieghino il perché del genocidio nazista.

E’ questa la terribile unicità della Shoah: è del tutto incomprensibile.

Ma parafrasando le parole di Primo Levi, “Se comprendere è impossibile, conoscere è ne cessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre".

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Facciamo davvero quanto possibile per ricordare le atrocità compiute nei campi di concentramento?

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101 pagine, formato tascabile ed. 2014, euro 7,00.

Il racconto di quella fetta di isola impegnata a combattere perché stragi simili non avvengano più • di Enrico Scala

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ono passati settant'anni dall'attuazione di quel piano perverso di "purificazione della razza" che prevedeva lo sterminio programmato e sistematico di ebrei, zingari, portatori di handicap, omosessuali. Settant'anni che ci separano da una delle stragi più inquietanti che la storia ricordi, perché commessa con una crudeltà e una sistematicità senza pari. Eppure tutte le prove terrificanti portate alla luce in questo lasso di tempo - e da alcuni persino negate! - che hanno dimostrato fin dove può spingersi l'essere umano, non sono ancora riuscite ad estirpare l'odio, l'astio sociale nei confronti dell’Altro.

In occasione della Giornata della Memoria, celebrazione del ricordo e dell’antirazzismo, non si può dire che a Ischia siano fioccate le iniziative: l'unica degna di nota sembra essere stata quella organizzata dalla Biblioteca Antoniana il 27 gennaio, cui

hanno partecipato alcune classi della scuola media "G. Scotti", che hanno ascoltato in mattinata delle letture sulla Shoah, mentre nel pomeriggio Anna Iannicelli ha messo a disposizione la sala conferenze dell'Antoniana per eventuali interventi volontari.

La Biblioteca ha poi elaborato un percorso bibliografico tematico disponibile fino al 13 febbraio per quanti volessero approfondire l'argomento.

La S.M.S Scotti ha organizzato un programma molto valido al fine di sensibilizzare i suoi studenti sull'importanza di non dimenticare ciò che è accaduto, mediante la proiezione di documentari inerenti

non solo la strage perpetrata 70 anni fa - come "La breve vita di Anna Frank" o "La strada di Levi"- ma anche altri genocidi che troppo spesso finiscono nel dimenticatoio, come ci ricorda il professore Domenico Castagna: «Lo spazio per il ricordo non è mai abbastanza - afferma l'insegnante di lettere – per questo a dicembre abbiamo commemorato con un recital la triste vicenda di Federica Taglialatela e a febbraio ricorderemo le foibe».

La domanda che dobbiamo porci, però, è perché a Ischia si stia facendo così poco per mantenere viva la Memoria. Il professor Castagna difende i

suoi allievi: «Non è vero che i giovani sono poco sensibili a queste tematiche. Ogni volta che ne parlo in classe noto la grande attenzione dei ragazzi: chiedono, si emozionano, non sono indifferenti. Come non sono indifferenti ai problemi del presente. Devono, però, essere messi in condizione di sapere leggere, con gli strumenti opportuni, l'attualità».

Non si può infatti dire che il mondo contemporaneo sia tutto rose e fiori ed è giusto che anche i ragazzi sappiano a cosa vanno incontro: l'odio, la violenza, l'ingiustizia sono presenti nella nostra società oggi come allora. La storia tende a ripetersi e solo chi ne

ha una conoscenza critica può adoperarsi per plasmare, grazie alla collaborazione e alla solidarietà, un futuro migliore, finalmente libero da quegli errori commessi nel passato.

Per farlo però c'è bisogno di ascoltare testimonianze di chi ha visto e toccato con mano la crudeltà dell'uomo, ed è necessario che tutti siano pronti ad ascoltare, a cogliere il messaggio, non solo i giovanissimi delle medie, ma soprattutto i ragazzi delle scuole superiori quelli che stanno acquisendo consapevolezza reale di sé e il proprio posto nel tessuto sociale - dove invece, ancora una volta, l'anniversario della

Shoah è passato quasi senza lasciar traccia. Ci sarebbe invece bisogno di darsi una scossa, di pianificare, anche a livello didattico, un percorso omogeneo e continuo che tratti di questi argomenti perché, come sottolineato dal prof. Castagna, «la memoria non può risolversi in un appuntamento occasionale e celebrativo, ma costituire parte integrante della vita quotidiana». La verità sta in poche parole, lapidarie, pronunciate da Primo Levi: «Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo».

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29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

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Parliamo di Olocausto,ricordi e rispetto con due generazioni a confronto, per capire da dove passi la consapevolezza di quanto accaduto nei campi di sterminio.

La Memoria nella mente comune Wanda Verde, memoria storica di Forio, figlia del celebre poeta foriano Giovanni Verde, e Giancarlo Leone, giovane libero professionista.

Due età a confronto per due visioni complementari del passato in una piccola ma significativa intervista doppia. di Annamaria Punzo

Giornata della memoria, cosa vuol dire per te oggi ricordare quanto avvenne nei campi di concentramento?

Oggi l’informazione è tanta, ma quanto ti senti consapevole di quello che è successo?

Quando hai capito nella tua vita gli orrori della seconda guerra mondiale?

Wanda Verde: quando ero piccola, ad Ischia si viveva la seconda guerra mondiale, e noi non avevamo ovviamente una idea piena di quanto stesse succedendo attorno a noi. Almeno nel mio caso, oltre la fame, la costrizione e il fascismo, mai avrei immaginato che poco lontano da noi si stessero consumando tali orrori. Di notte, al buio, sentivo il ronzio sempre più forte degli aerei che passavano carichi di bombe su di noi per raggiungere Napoli.

Quel suono ancora oggi mi riporta alla mente uno stato di preoccupazione. Se nel mio piccolo la guerra mi ha lasciato questo ricordo, non riesco ad immaginare cosa abbia provocato a chi l’ha vissuta più da vicino

Wanda Verde: ognuno di noi ha un suo modo di raggiungere un concetto, una consapevolezza. E’ giusto ricordare e continuare a parlare costantemente dell’Olocausto affinché tutti siano capaci di tramandare il disprezzo per un atto tanto truce.

Wanda Verde: forse mai per davvero. Come posso comprendere quanto qualcuno ha vissuto sulla propria pelle con un dolore così terrificante? Lo immagino, lo penso e lo vedo nei documentari e nella tanta informazione presente oggi ma mai quanto chi lo ha vissuto.

Giancarlo Leone: sono passati oramai 70 anni dagli eventi che si sono consumati all'interno dei vari campi di concentramento, uno tra i più famosi e sicuramente ricordato maggiormente è quello di Auschwitz, a sessanta chilometri da Cracovia. Definito oggi quello che è il Memorial Day, giorno della memoria, ci serve per non dimenticare. Ma più di preciso cosa non dobbiamo dimenticare? La risposta è : non dobbiamo dimenticare gli orrori che sono stati consumati. Intere famiglie distrutte e quelle poche sopravvissute che ancora oggi ricordano tutto nitidamente. Ricordare oggi gli avvenimenti di allora ci serve come da insegnamento che non dobbiamo discriminare il nostro prossimo da quello che è il suo colore della pelle, orientamento religioso o sessuale. Sembrano frasi di ordinaria amministrazione ma anche quelle stesse frasi che ci vengono dette dai maggiori leader mondiali, come quello francese Francois Hollande, fanno in modo che non siamo soli a sperare in un futuro migliore non dimenticandoci del passato.

Giancarlo Leone: telegiornali, Social Media, Internet e qualunque altro mezzo di comunicazione in questo giorno non fatica a trovare le parole di cordoglio. Ma anche se cercano in tutti i modi di riuscire a farmi arrivare per empatia il dolore di tutte le persone che ancora oggi soffrono, io non riesco a sentirmi colpevole. Dovrei sentirmi colpevole di qualcosa che è successa ai tempi dei miei nonni e di essa ne avverto solo l'eco.

Penso che qualunque persona che arrivi ad avere 30 anni in cuor suo sa questa cosa ma per paura di sembrare inopportuno agli occhi della gente resta in silenzio e partecipa al cordoglio magari non sapenso nemmeno cosa sia effettivamente accaduto. Ma se una persona mi riprende vale la pena allora chiedere se è mai andato vicino ad uno dei suo nonni e gli ha chiesto se si sentiva colpevole di tutte le morti avvenute durante la rivoluzione francese. Invece no, dobbiamo ricordare.

Va bene ricordare per non commettere gli stessi errori, ma non posso sentirmi colpevole di qualcosa che io non ho commesso.

Giancarlo Leone: l'unica cosa che sicuramente mi ha lasciato questa seconda guerra mondiale, è una sorta di discriminazione verso i tedeschi.

Probabilmente le persone che vivono ora in Germania sono di tutto un altro stampo rispetto a quelle dell'epoca ma noi li guardiamo e li soffriamo. Perchè sono stati loro a sbagliare e dobbiamo per forza additarli per trovare un colpevole e per sentirci meglio. Per essere sicuri che la colpa non sia nostra.

Ma non è così che funziona e in cuor mio, anche se cerco di non giudicare nessuno prima di averlo conosciuto, non posso fare a meno di provare una profonda repulsione per queste persone. Gli orrori della seconda guerra mondiale? Eccoli i veri orrori: dopo 70 anni l'odio non si è dissipato ma anzi è stato ereditato nelle nuove generazioni che portano avanti sentimenti che non gli appartengono.

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SToria •

29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

Eventi, mostre, master universitari e convegni

le StraDe Della MeMOria in caMPania LA COMUNITA’ EBRAICA IN MOSTRA ALL’ARCHIVIO DI STATO, “MEMORIAE” DELLA FONDAZIONE VALENZI E PERFINO UN MASTER ALLA FEDERICO II. LA NAPOLI CHE NON VUOLE DIMENTICARE. di Rossella Cavallo

L

’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria.”

Così diceva Primo Levi, e a distanza di settant’anni questa Giornata non passa di certo inosservata.

Alle scuole elementari gli insegnanti ci spiegavano di cosa si trattasse, e grazie ai racconti dei nonni riguardo la Seconda Guerra Mondiale venivamo a conoscenza di questo terribile genocidio, senza però comprenderne a fondo la gravità o le motivazioni che hanno portato alla stesura delle discutibili leggi razziali.

Conoscenze ampliate poi durante gli anni delle scuole medie, dove siamo venuti a contatto con il “Diario di Anna Frank” e con film come “Rosenstrasse” di Margarethe von Trotta, oppure “Monsieur Batignole” di Gérard Jugnot.

Quest’anno, come gli altri, vengono riproposti in televisione film e dibattiti, a scuola si organizzano i cineforum, ma soprattutto i Comuni e gli enti culturali, didattici e formativi avanzano le loro proposte.

A Napoli, dal 14 gennaio al 28

febbraio 2015, sarà possibile visitare gratuitamente presso l’Archivio di Stato - non lontano da Porta di Massa - la mostra fotografica “La Comunità Ebraica di Napoli, 1864/2014: 150 anni di storia”, fruibile il lunedì e il giovedì dalle 9.30 alle 11.30 negli spazi della Sala Filangieri.

Le aree di San Marcellino e Porta Nova, nonché il quartiere San Ferdinando, sono state abitate per secoli dalla comunità ebraica; le vicissitudini storiche della città e i passaggi di potere determinarono per gli ebrei l’alternanza di periodi fortemente negativi, come in epoca angioina, e periodi favorevoli, come il regno aragonese o borbonico.

Alla mostra è dedicato ampio spazio alla famiglia dei banchieri tedeschi Rothschild, i quali contribuirono alla rinascita della vita comunitaria

fornendo un notevole prestito a re Carlo, grazie al quale venne fondata poi la Sinagoga, aperta la Banca a Chiaia e acquistata la nota Villa Pignatelli. Erano circa mille gli ebrei della comunità, un numero nettamente maggiore rispetto agli attuali trecento: durante la Seconda Guerra Mondiale furono costretti a fuggire per evitare la deportazione.

Nella mostra sono presenti i

documenti che attestano la corrispondenza tra i fratelli James e Carl Rothschild riguardo il prestito accordato ai Borbone, le piante della Banca di Chiaia e di Villa Pignatelli; si aggiungono gli studi archeologici del Rabbino Kahn, il primo a studiare il ruolo sociale degli ebrei a Pompei e in periodo romano, oltre a una sezione dedicata alla famiglia Procaccia, che ha vissuto la tragedia della deportazione al campo di sterminio di Auschwitz.

Restano le fotografie, restano i documenti.

I testimoni e i superstiti di questa tragica parentesi della storia stanno inevitabilmente diminuendo, ma hanno fatto in tempo a lasciare una ricca eredità, che viene elaborata in un master di I livello dal titolo “Didattica e comunicazione della memoria della Shoah e della cultura della tolleranza”. Coordinato dalla prof.ssa Clementina Gily dell’Università di Napoli Federico II, il Master - avente come oggetto di studio le manifestazioni di razzismo e antisemitismo del passato e del

presente - si propone di offrire, attraverso un percorso che si avvale anche di fonti artistiche e letterarie, un approfondimento interdisciplinare della Shoah e in generale di tutte le forme di razzismo e negazionismo che ostacolano la formazione di una memoria condivisa. Oltre all’elaborazione didattica c’è anche il contributo “territoriale”: la Fondazione Valenzi e l’Associazione ALI, con il progetto “Memoriae”- con l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica -, giunto alla sesta edizione, promuovono fino al 5 febbraio, con una serie di appuntamenti in diverse città della Campania (programma completo su www.fondazionevalenzi.it), la cultura del rispetto dell’altro che attraversi tutte le fasce di età in un’ottica di pacifica lettura del nuovo multiculturalismo di Napoli e dell’Italia.

Tra gli appuntamenti si segnala il 31 gennaio, al liceo Vittorini di Napoli, la presentazione del libro di Nico Pirozzi “Napoli Salonicco Auschwitz”. È il caso di dirlo: per non dimenticare!

“La ComUniTÀ EBraiCa Di napoLi 1864/2014: 150 anni Di SToria” Quando: dal 14 gennaio al 28 febbraio 2015, il lunedì e il giovedì alle 9,30 alle 11,30 Dove: Archivio di Stato di Napoli, piazzetta Grande Archivio 5 Orari: il lunedì e il giovedì alle 9.30 e alle 11.30 Prezzo: ingresso gratuito Per i gruppi è gradita prenotazione al. 0815638256

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“Davanti all’estrema nemica non serve coraggio o fatica…”

Riflessioni attorno all’elaborazione lutto • a cura della Dr.ssa Stefania Regine

U

na fiaba narra di tre fratelli che viaggiavano lungo una strada quando giunsero a un fiume troppo profondo e pericoloso per essere attraversato.

Tuttavia erano maghi e fu facile per loro far comparire un ponte. Ne avevano percorso la metà quando si trovarono il passo sbarrato da una figura incappucciata. E la Morte parlò loro, era arrabbiata poiché i viaggiatori annegavano nel fiume mentre i tre l’avevano appena imbrogliata. Ma era astuta, così finse di congratularsi e disse che ciascuno meritava un premio per essere stato tanto abile da sfuggirle. Il fratello maggiore, chiese una bacchetta degna di un mago che aveva battuto la Morte! Il secondo chiese il potere di far tornare in vita i defunti. Infine, il fratello più giovane, chiese qualcosa che gli permettesse di andarsene senza essere seguito da lei. La Morte, con estrema riluttanza, gli consegnò il

proprio Mantello dell’Invisibilità, poi si scansò e consentì ai tre fratelli di continuare il loro cammino. In seguito fu facile per la Morte chiamare a sé i primi due fratelli, uno battagliero, l’altro arrogante. Ma sebbene cercasse il terzo fratello non riusciva a trovarlo. Fu solo quando ebbe raggiunto una veneranda età che questi si tolse il mantello, dopodiché salutò la Morte come una vecchia amica e andò con lei, da pari a pari, congedandosi da questa vita.

Questa storia ci aiuta ad introdurre un importante tema come quello della morte.

Tante domande possibili che aprono ad altrettanti spazi di riflessioni: cos’è la morte? Che peso ha nella vita di ognuno di noi? E nella società? La morte è una, se non la, paura primordiale più radicata negli esseri umani, il terzo fratello comprende che avendo già scansato la morte una volta l’unica scelta che ha è di evitare un secondo confronto il più a lungo possibile, per non mettersi contro un nemico col

quale perderebbe. De Andrè ha cantato: “Davanti all’estrema nemica non serve coraggio o fatica, non serve colpirla nel cuore perché la morte mai non muore”, ma ugualmente non si quantificano gli sforzi degli esseri umani, che in ogni epoca e luogo hanno progettato e messo in atto regole e rituali per aiutare ad esorcizzare o controllare la morte. Viene da chiedersi cosa faccia sfidare la vita o giocare alla macchina del tempo! Forse, può aiutarci ad individuare una chiave di lettura trasversale, il pensiero psicoanalitico. Difatti, Freud in una delle sue teorizzazioni, ha spiegato la dualità della mente attraverso il concetto di Eros e Thanatos, ovvero le pulsioni di vita e di morte. Queste scandiscono la dimensione psichica e biologica di ognuno, l’autore le definiva come le forze che regolano i gesti dell’uomo. In pratica l’individuo stesso e le sue azioni, sono il risultato dell’equilibrio raggiunto dalle due pulsioni, a seguito del conflitto tra la tensione all’autorealizzazione e all’autodistruzio-

Dr.ssa Regine Stefania Psicologa - Psicoterapeuta Via Sant'Antonio Abate, 14 - 80075 Forio, Ischia (NA) TEL. 3459729121 MAIL reginestefania@yahoo.it

ne. Al contempo, secondo la psicologia cui faccio riferimento, analizzare la mente e le sue espressioni, tra cui il significato attribuibile alla morte e alla dimensione luttuosa, non può prescindere dalla cultura di appartenenza dell’individuo.

Dunque, possiamo comprendere cosa muove taluni comportamenti “a rischio” se li inseriamo nella società entro la quale acquisiscono senso.

Tale ragionamento risulta però meno semplice se si pensa a chi ha scatenato tragedie come l’Olocausto, i sucidi di massa o i kamikaze. Questo forse ha a che vedere con un livello di potere e controllo di cui non ci occupiamo in questa sede; ma, ugualmente, ciò con cui fa fare i conti a chi, come noi, ne è superstite e spettatore, è la dimensione del lutto. Ancora con Freud, diciamo che il lutto è quella fase in cui il mondo esterno risulta talmente impoverito da perderne l’interesse, così emozioni negative come rabbia, dolore, rancore, possono prendere il sopravvento. Numerosi studi hanno calcolato il tempo del lutto, inteso come quel momento di profondo smarrimento in cui l’assenza esterna si

trasforma in presenza interna, attraverso sia le manifestazioni esteriori che le reazioni più intime. Tempo fa, si seguiva un calendario che prestabiliva il tempo in cui il lutto andava esternato, ma anche oggi esistono dei cerimoniali che ne permettono l’espressione, fungendo da contenitore di dolore ed angosce. Dunque, lutto inteso come percorso e non come stato, ed affrontarlo implica rielaborare emotivamente vissuti e processi legati alla perdita. In riferimento a questo processo elaborativo, una delle più importanti teorie è quella edita dalla psichiatra Kubler-Ross e che prevede un percorso in cinque fasi: rifiuto; rabbia; contrattazione; depressione ed accettazione.

A tal riguardo, però, alcuni studiosi mettono in guardia: se il percorso del lutto non verrà compiuto esattamente, allora subentrerà la depressione ed il dolore diventerà patologico.

Una possibile critica, che professionalmente condivido, a questo monito, è che potrebbe risultare molto rischioso attribuire l’etichetta patologia,

intesa come una condizione certa a seguito di un mancato impegno. Poi sembra non considerare l’individualità, poiché è possibile che non si affrontino tali fasi, o semplicemente che il percorso non segua l’ordine previsto. Ed inoltre, pare bypassare la concezione di un processo elaborativo, che acquisisce valore e significato, in funzione del contesto storico e culturale in cui si dispiega, ricordando che un contesto non è da identificarsi con una persona, un evento o una situazione specifica, ma bensì, con la struttura dei rapporti e delle regole che fondano le relazioni stesse e che permettono agli individui di vivere le proprie esperienze. Si può allora pensare alle difficili emozioni legate alla perdita, sia in riferimento a drammi personali che mondiali, in termini di narrazioni e prodotti relazionali condivisibili, il cui senso e significato abbiano tempo e spazio di elaborazione, tenuto conto sia della dimensione individuale che sociale.

Rettifica “Ai fini di chiarezza ed etica professionale, vorrei precisare che l'articolo dal titolo La maternità: come affrontare il mito della perfezione? pubblicato nella scorsa edizione, è tratto da un lavoro prodotto in altri contesti in collaborazione con la Dr.ssa Cecilia Pellas. In particolar modo, la parte su Medea è stata scritta dalla Dr.ssa Pellas.

Mi scuso per la mancata citazione nell'articolo originale. Dottoressa Regine"

A Sant’Angelo feroci polemiche sta Bruno Molinaro

POTATI DUE ALBERI STORICI Le ire dei commercianti e degli abitanti della zona. di Gennaro Savio

S

ANT’ANGELO – Continua la battaglia di civiltà sociale dei cittadini di via Regina Elena per chiedere e ottenere la rimozione dell’antenna di telefonia mobile piazzata sul lastrico solaio di palazzo Mazzella venerdì 18 aprile2014, nel mentre tutta la popolazione locale era intenta ad assistere alla storica processione dei Misteri.

Una battaglia che sul piano politico e sociale da mesi viene portata avanti dal Partito Comunista Italiano Marxista-Leninista guidato da Domenico Savio e a Procida rappresentato da Stanislao Strazzi e che nei mesi scorsi ha visto tanti cittadini scendere in piazza con un presidio di protesta tenuto sotto il palazzo Municipale di via Libertà affinché quell’antenna venga al più presto rimossa. Ma in queste ore alla battaglia di piazza si è affiancata quella legale. Infatti due condomini di palazzo Mazzella, rappresentati

dallo Studio legale ischitano Buono-Molinaro e seguiti dagli avvocati Bruno Molinaro e Miriam Petrone, hanno presentato ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Campania. Al Tar si chiede l’annullamento del permesso di costruire e di tutti gli atti con cui si è concesso alla Vodafone Omnitel di installare l’antenna in via Regina Elena.

L’avvocato Bruno Molinaro ci ha spiegato brevemente quali sono i motivi su cui si fonda il ricorso. «A mio avviso – ha dichiarato il professionista – sussistono numerosi vizi nel procedimento che ha condotto al rilascio dei titoli abilitativi da parte del comune di Procida.

La Vodafone, infatti, non ha prodotto una documentazione idonea e conforme ai modelli indicati tassativamente dal decreto legislativo n. 259 del 1993, ma la cosa più grave è che l’antenna contestata insiste su un lastrico solare di proprietà comune, ovvero di proprietà di tutti i condomini del fabbricato Mazzella, che non hanno mai prestato alcun consenso alla relativa installazione, né implicito, né esplicito.

E la giurisprudenza, anche del Tar Campania, è

chiara nel ritenere che, in questi casi, l’esercizio dell’attività edificatoria, alla quale è riconducibile anche l’installazione di una antenna con basamento per l’attivazione di una stazione radio base come quella di specie, richieda il consenso preventivo ed ineludibile di tutti i comproprietari dell’immobile».

«In mancanza di tale consenso – ha proseguito Molinaro – il richiedente (nel nostro caso la società di telefonia mobile) difetta di legittimazione ai fini dell'esercizio della attività costruttiva. In altri termini, è come se qualcuno pretendesse dal comune il rilascio di un permesso a costruire per la realizzazione di opere in casa altrui. D’altronde, agli atti non vi è alcuna prova dell’esistenza di una convenzione dalla quale

sia possibile desumere la proprietà esclusiva del predetto lastrico solare da parte della Vodafone.

In tale ipotesi, vale, pertanto, la presunzione di condominialità stabilita dal codice civile, che non ammette deroga». Sin qui le dichiarazioni di Molinaro. Intanto in attesa che si pronunci il Tar., il Pciml continua a chiedere la sollecita rimozione di tutte le antenne di telefonia mobile presenti nei centri abitati di Procida, attraverso l’immediata approvazione di un regolamento comunale che ne preveda l’installazione solo in luoghi lontani dalle abitazioni e dagli istituti pubblici. Un regolamento che nonostante i proclami dei mesi scorsi del sindaco Vincenzo Capezzuto tarda ancora ad essere approvato dalla Commissione competente.

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• teatro

29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

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Il 30, 31 gennaio e 1 febbraio, alla Sala Teatro Polifunzionale, sipario ore 21:00, l’appuntamento è con lo spettacolo di Raffaele Marino

art

I

SCHIA – Ischia Teatro Festival e Amici del Teatro presentano Art una commedia liberamente ispirata al capolavoro di Yasmina Reza con la Regia di Raffaele Marino, interpretata da Emanuel Pascale, Michele Carnevale e Matteo Antonucci.

Serge,dermatologo facoltoso appassionato di arte contemporanea. Marc, un’ingegnere aereonautico,dai gusti più tradizionalisti e Yvan un rappresentante di articoli da cartoleria.

Parigi, fine anni 80. Serge , acquista, per una cifra stratosferica, uno strano dipinto del maestro Antrios, di fatto una grossa tela bianca, Marc non approva ,la diatriba che si scatena e che degenera facendo insorgere paranoie e incopatibilità tra i due amici costringe Yvan a fare da paciere complicando ancor di più le cose.

Un’opera intelligente,sottile,dal ritmo incalazantee spesso esilarante,che evidenzia come un fatto del tutto banale possa far scatenare contrasti e conflitti inconfessati e avvelenare anche i rapporti più consolidati.

Lo spettacolo è in abbonamento e andrà in scena il 30, 31 gennaio e 1 febbraio 2015, ore 21:00 al Teatro Polifunzionale in via delle Ginestre – Ischia.

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29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

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Rubrica teatrale | L’altra parete… voci e velluto

Al Teatro Delle Palme è in scena la comicità irriverente di Federico Salvatore con “...E noi zitti sotto”.

Settimana di «prime»:

la Guarnieri al Mercadante, Bisio al Bellini Al Teatro Troisi, solo sabato e domenica, è in scena “Tre donne in cerca di guai”. Una commedia francese tutta al femminile interpretata da Corinne Clery, Iva Zanicchi e Barbara Bouchet.

• di Francesco Esposito

N

APOLI - Questi ultimi giorni di gennaio vanno trascorsi assolutamente a teatro!

L’offerta teatrale di questa settimana è molto vasta e interessante: non bisogna perdere l’occasione. Inizio ponendo l’attenzione su due spettacoli che hanno debuttato entrambi martedì 27 gennaio: “Sinfonia d’autunno” al Teatro Mercadante e “Father and son” al Teatro Bellini.

“Sinfonia d’autunno”, tratto dall’omonimo capolavoro cinematografico del grande Ingmar Bergman, è portato in teatro da Gabriele Lavia, che firma la regia di questo applaudito allestimento. Protagonista della messinscena è una delle più autentiche e immense “signore” del teatro italiano, Anna Maria Guarnieri, che interpreta Charlotte; ad affiancarla sul palco ci sono Valeria Milillo, Danilo Nigrel-

li e Silvia Salvatori. Charlotte è un’affermata pianista di musica classica che dopo anni si reca a far visita alle figlie: Eva (sposata con Viktor) che ha perso da poco un figlio ed Helena, malata da tempo e ormai invalida. Il confronto tra Eva e Charlotte finirà vertendo su un doloroso passato fatto di incomprensioni e mancanze, fino al momento in cui la madre deciderà di andarsene senza una reale conciliazione.

La sceneggiatura dell’allestimento è molto fedele ai dialoghi del film e il tocco registico di Lavia è evidente nella rielaborazione (nonché amplificazione) di sentimenti e reazioni dei personaggi.

Sembra che ognuno di loro ritrovi l’affetto per l’altro solo a condizione di restarne separato; come se i sentimenti reciproci potessero esistere solo fuori dalla realtà comune, nel teatro interiore di ognuno.

Bellissima e meravigliosa come sempre la Guarnieri, applaudita moltissimo alla fine della rappresentazione.

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Mercadante fino a domenica 1 febbraio. E fino alla stessa data sarà in scena al Teatro Bellini anche “Father and son”, il nuovo spettacolo di Claudio Bisio che torna in

palcoscenico calandosi nei panni di un padre che parla al figlio adolescente. Si tratta di un monologo ispirato a “Gli sdraiati” e “Breviario comico” di Michele Serra, musiche eseguite dal vivo da Laura Masotto al violino e Marco Bianchi alla chitarra; la regia è di Giorgio Gallione. Bisio racconta il rapporto padre/

figlio senza pudori e con un linguaggio in continua oscillazione tra l’ironico e il doloroso, tra il comico e il tragico. Lo spettacolo, riflettendo sul nostro tempo, sul futuro dei nostri figli e sui concetti di libertà e autorità, punta il dito sulla mancanza di un vero e proprio confronto generazionale; e da questa assenza di rapporto nasce un racconto beffardo e tenerissimo, un monologo interiore in cui la forza satirica di Serra si alterna a momenti molto commoventi, con la musica in continuo dialogo con le parole, quasi a sottolineare la speranza, ad indicare che la bellezza è in continuo dialogo. «Il titolo “Father and son” – dice Bisio – evoca Cat Stevens; il rapporto padre/ figlio ha un valore simbolico, il segno del testimone che da una generazione passa all'altra, anche quando le generazioni non parlano».

Venerdì 30 gennaio, invece, al Teatro Delle Palme ha debuttato il nuovo spettacolo di e con Federico Salvatore, “…E noi zitti sotto”; il titolo è una citazione tratta dal film “Non ci resta che piangere” di Massimo Troisi. Gli ultimi due spettacoli dell’ormai affermato cantautore napoletano, “Fare il napoletano stanca” (2010) e “Se io fossi San Gennaro” (2012), hanno segnato un percorso ideologico, artistico e culturale che da un po’ di tempo (ma quasi sicuramente già dai suoi inizi) contraddistingue Federico Salvatore che, anche in quest’ultima fatica teatrale, non priva il pubblico della sua pungente, nonché attesa,

ironia. Sempre accompagnato dalla sua chitarra, Federico riesce ad incarnare una moderna rilettura, sociale e politica, di quella che fu la satira degli anonimi poeti napoletani. Nella prima parte dello spettacolo ci sono molti brani tratti dal suo ultimo album “Pulcin’hell” (2013): “Chella vajassa d’’a Musa mia”, “Napocalisse”, “L’Accademia ‘e ll’ova toste”e “Vico Strafuttenza” sono alcune delle nuove tematiche a cui dà voce Federico Salvatore.

Nel secondo tempo, invece, ritornano sul palco i successi a cui diede voce negli anni della sua popolarità: dalle ninna nanne agli incidenti, rielaborati negli arrangiamenti, per poi concludere con il grido/tarantella/tammurriata “Se io fossi San Gennaro”, diventata ormai “cult” per gli ammiratori dell’artista. Lo stile di Federico Salvatore è quello del cabaret misto al teatro-canzone. La sua vena irriverente, senza scrupoli e dissacrante, potrebbe essere definita il “purgatorio della poesia napoletana”. Non mancano la protesta e la provocazione ed è giusto che una voce di protesta parta proprio da Napoli, poiché è di Napoli che si tratta e, soprattutto, di arte napoletana. Lo spettacolo resterà in scena al Teatro Delle Palme fino a domenica 1 febbraio. Ultimo appuntamento di questa settimana teatrale è “Tre donne in cerca di guai” di Jean Marie Chevret in scena al Teatro Troisi sabato 31 gennaio e domenica 1 febbraio.

Protagoniste di questa divertente commedia sono

tre simpatiche e note signore dello spettacolo italiano, Corinne Clery, Barbara Bouchet e Iva Zanicchi, affiancate da Giovanni Di Lonardo e Nicola Paduano, per la regia di Nicasio Anzelmo.

Lo spettacolo affronta i temi della crisi di mezza età e della solitudine, narrandoli con umorismo e allegria, dove il piacere della seduzione è sempre motivo di autoironia, giocato sempre con gusto, eleganza e grande divertimento.

Il pubblico francese si diverte con questo testo da ormai cinque anni, affollando i teatri dove è messo in scena; ed è proprio a Parigi che Corinne Clery se n’è innamorata ed ha deciso di acquistarne i diritti per realizzare un allestimento italiano. Per Iva Zanicchi, invece, il teatro è quasi un debutto ed ha assicurato che farà di tutto pur di far divertire il pubblico. Barbara Bouchet si è detta felice di debuttare a Napoli: « mi sento la più napoletana di tutti. Il teatro è sempre una grande emozione.

Quando mi è stato sottoposto questo testo me ne sono immediatamente innamorata.

Mi piace molto il mio ruolo: Micky è una donna energica, risoluta, che sotto la corazza di donna manager nasconde una grande fragilità. Siamo tre donne molto diverse e, forse anche per questo, la commedia risulta molto divertente».

Per info e biglietti www.teatromercadante.it – www.teatrobellini.it – www. teatrodellepalme.it – www. teatrotroisinapoli.it

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• SpeciaLe traSporti

29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

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Incontro al Polifunzionale

comitato per il diritto alla moBilitÀ e continuitÀ Nicola Lamonica e Alessandro Mele incontrano gli studenti dei licei per parlare della questione trasporti.

• di Sara Mattera

I

SCHIA – Tutti uniti

nella lotta per la difesa del diritto di ciascun cittadino alla mobilità e alla libera circolazione,sancito dall’articolo 16 della costituzione italiana. Questo è stato il messaggio di Nicola Lamonica, presidente dell’Autmare, associazione che da diversi anni si batte per i diritti degli utenti e per la difesa del trasporto marittimo isolano, lanciato ai tanti studenti che,lunedi 26 gennaio, erano presenti nell’Auditorium del polifunzionale di Ischia , per partecipare all’assemblea di istituto indetta dal consiglio studentesco. Proprio alla presenza degli studenti dei licei classico,scientifico,scienze umane,applicate,e linguistico,Lamonica e il socio Alessandro Mele hanno dato il via alla attività di sensibilizzazione e informazione del nascente Comitato per

il diritto alla mobilità e alla continuità. Il comitato, con sede a Fiaiano,presso il DecoLombardi, nato sull’onda dell’entusiasmo della manifestazione popolare dello scorso 29 novembre , si assume ,infatti, come primo e prioritario impegno, una maggiore sensibilizzazione del mondo del lavoro, della scuola, del pendolarismo, per rafforzare il rispetto dei

diritti negati e l’obbiettivo di battersi per i servizi essenziali del trasporto . Da tempo, ormai, il trasporto terrestre e marittimo è diventato il tallone d’Achille della regione Campania, special modo, per le isole di Ischia e Procida, le quali, non solo hanno dovuto fronteggiare l’indebitamento della società di autobus Eavbus, ma anche la sempre maggiore diminu-

zione di collegamenti marittimi con la terraferma, molto inferiori a quelli presenti nelle altre isole italiane. Mentre, infatti, l’isola di Elba può vantare almeno 26 collegamenti con Palinuro durante la stagione estiva, Ischia e Procida, con la compagnia pubblica della Caremar, hanno a disposizione,oltre ai pochissimi traghetti e agli aliscafi della privata Alilauro,

solo l’ Aldebaran, unico aliscafo di collegamento con la terraferma durante tutto l’anno.

“Sono quattro anni che un aliscafo della Caremar è fermo in un pontile. Un aliscafo che potrebbe trasportare fino a trecento persone. Per una riparazione di 470mila euro si sono spesi invece un milione e settecentomila euro per il noleggio degli aliscafi

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della Snav.”.Questo quanto affermato da Lamonica che, parlando poi della situazione altrettanto critica dei trasporti terresti aggiunge :-“L’assessore Vetrella, il tre dicembre scorso, aveva promesso che per Natale sarebbero arrivati circa dieci nuovi autobus, ma così non è stato., ci ha preso in giro,come ha preso in giro la pubblica amministrazione.”

Parole dure queste,con le

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SPECIALI TRASPORTI •

29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

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Comitato per il diritto alla mobilità ed alla continuità territoriale

quali il presidente dell’Autmare e Mele hanno, non solo sottolineato come l’unico cambiamento sia stato nel costo dei biglietti dell’autobus, passati da un euro e dieci per la corsa di sessanta minuti ad un euro e venti per la singola corsa, ma anche voluto far riflettere studenti ed insegnanti sulla gravissima situazione in cui vertono i trasporti isolani sempre più spinti alla privatizzazione.

L’invito rivolto , quindi, è stato quello di prendere parte attivamente alla battaglia per i trasporti e alle assemblee e manifestazioni che si terranno prossimamente. Gli studenti hanno ben accolto la proposta del Comitato, soprattutto quelli frequentanti gli ultimi anni delle superiori, prossimi alla vita universitaria e alla vita da futuri pendolari. E , mentre al polifunzionale presenziava Lamonica,lo stesso ventisei gennaio, presso gli uffici della regione Campania, i tre consiglieri comunali di Casamicciola e Forio,Verdi, Trani e Frallicciardi, hanno incontrato l’assessore Vetrella, il quale ha tranquillizzato i presenti sulla situazione trasporti, promettendo, per la primavera,circa 130 nuovi autobus sull’isola. Chissà,però, che anche questa volta, quanto promesso potrebbe rivelarsi solo un mucchio di parole e niente più.

DIFENDENDO I TRASPORTI D’ISCHIA A Fiaiano il vecchio gruppo di lotta si potenzia

U

n nuovo soggetto politico aperto ed inclusivo nasce sull’onda della entusiasmante manifestazione di popolo del 29 nov. 2014 che vide migliaia di persone in piazza a Casamicciola T., con corteo fino al Porto d’Ischia, in difesa dei diritti nel campo della mobilità e della continuità territoriale: in esso si consolidano vecchie alleanze con nuovi raggruppamenti politici!

Un’intesa aperta tra persone e soggetti anche di idealità diverse su di una condivisa piattaforma propositiva, rivendicativa e di lotta che, partendo dalla realtà, vuole agire nel contesto socio-politico dell’isola d’Ischia, ed oltre i suoi confini, per interventi settoriali innovativi nel nome del diritto di cittadinanza ai sensi dell’art. 3 della Carta Costituzionale ed all’art. .. dello Statuto della Regione Campania.

Un soggetto politico *che nasce sulle criticità espresse dall’ attuale sistema dei trasporti, *che assume come valori fondanti la partecipazione democratica e la mobilitazione *che attraverso una politica serrata di sensibilizzazione popolare, ha l’ambizione di rafforzare la sua capacità contrattuale, nel rispetto dell'iniziativa autonoma di ciascuna forza interna, singola o associata, purché essa non contrasti o non vada a sminuire l’aggregazione di cui fa parte.

Il Comitato per il diritto alla mobilità ed alla continuità territoriale *assume come primo e prioritario impegno una maggiore sensibilizzazione del mondo del lavoro, della scuola e del pendolarismo per rafforzare il rispetto dei diritti oggi negati;

*conferma la consapevolezza che intorno alla mobilità ed alla continuità territoriale si costruisce il diritto costituzionale all’uguaglianza ed alla pari opportunità dei cittadini; *ribadisce l’opportunità di ogni forma di lotta per il diritto alla salute, allo studio, al lavoro, al tempo libero, all’economia ed allo sviluppo.

Il Comitato ha fra i suoi obiettivi urgenti nel settore terrestre la lotta per il potenziamento dei servizi pubblici con una punta di riferimento immediato alle esigenze del pendolarismo scolastico; un trasporto che non trascuri le aree periferiche ed un suo ruolo attivo per il sociale e l’economia turistica; il tutto nella qualità! nel settore marittimo il recupero delle finalità della 169/75 per cui continuerà a battersi perché i servizi essenziali per la vita delle isole, per gli approvvigionamenti e per l’economia, vengano offerti da una società pubblica alla quale spetta il compito costituzionale di garantire continuità territoriale e costi sociali anche in presenza di perdite di esercizio, eliminando sperperi e mediante servizi che siano sia nel contempo essenziali e produttivi! Il Comitato continuerà a battersi per • un nuovo piano di servizi pubblici che, nella salvaguardia essenziale delle esigenze di mobilità, tuteli l’economia delle isole anche con servizi aggiuntivi, sia pure con bilancio separato e garantisca

i servizi effettuati da privati nel rispetto della concorrenzialità; un nuovo piano • tariffario che ridimensioni le scelte recenti, riduca i costi e li renda socialmente compatibili con le esigenze primarie e per l’economia delle isole anche attraverso l’istituzione di nuovi titoli come il biglietto unico terramare, carnet e abbonamenti free acquistabili a prezzo popolare da tutti i cittadini e non dai soli lavoratori dipendenti a tempo indeterminato.

• la qualità del naviglio chiedendone lo svecchiamento e, nelle more, la bonifica da amianto e l’adattamento di esso almeno alle esigenze igienicosanitarie a norma di legge e di comfort senza trascurare l’accesso in sicurezza alle persone a mobilità ridotta che è un obbligo anche per le navi definite come “ esistenti”. Naturalmente nessuna tolleranza per il naviglio tipo Agata che oltre ad avere una sala passeggeri in alto difficilmente raggiungibile con pioggia e vento non offre posti a sedere al coperto compatibili con la stazza passeggeri.

• tempi di percorrenza ridotti al minimo: relativamente ad un percorso di 18 miglia, di 60 minuti per le M/n ( velocità 18 nodi), di 45 minuti per unità veloci TMV ( velocità 24 nodi) e di 30 minuti per unità HSC ( velocità di 36 nodi )

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29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

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ASCOM NEWS a cura di Marco Laraspata

demoliZioni e preScriZione

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el 2000 l’ufficio tecnico del Comune mi ha ordinato l’abbattimento di una scala ritenuta abusiva, demolizione che io non ho mais effettuato e né mai mi è stata più richiesta: potrebbe oggi l’amministrazione, dopo tanti anni di silenzio, risvegliarsi e impormi tale abbattimento? Si può far valere la prescrizione per le ordinanze comunicali di demolizione?

Il Comune potrebbe, in qualsiasi momento pretendere l’abbattimento dell’opera abusiva, nonostante il decorso di numerosi anni e nonostante il sostanziale silenzio e l’inerzia dell’amministrazione nei confronti del proprietario abusivo.

Infatti l’esercizio dei poteri repressivi in materia di abusi edilizi non incontra alcun termine di decadenza o di prescrizione e, quindi, non esiste un termine trascorso il quale l’abuso viene sanato.

Se, nell’ordinanza di demolizione, il Comune ha fissato un termine entro il quale il cittadino deve eliminare l’abuso, e questi non vi provvede, la mancata rimozione del manufatto entro il termine stabilito dall’ordinanza di demolizione comporterà semplicemente che il Comune sarà autoriz-

zato a emanarne un’altra e, di seguito, ove tale ordinanza non venga eseguita, l’ente potrà procedere esso stesso, autonomamente, con la demolizione. Ovviamente tutta la procedura avverrà a spese del responsabile dell’abuso: con la conseguenza che, se quest’ultimo non pagherà spontaneamente, l’ente potrà procedere in esecuzione forzata e con il pignoramento dei beni del soggetto in questione.

Si sente spesso parlare di “mutuo ipotecario” e di mutuo “chirografario” di cosa si tratta? e quali sono le differenze?

MUTUO IPOTECARIO Cos’è l’ipoteca Per legge, l’ipoteca è una garanzia costituita mediante iscrizione nei pubblici registri immobiliari su un determinato immobile (una casa, un terreno, ecc.): essa attribuisce al creditore il diritto di far espropriare e di far vendere detto bene con il beneficio di trattenere, dal ricavato della vendita, tutto ciò che gli è dovuto dal debitore per capitale, interessi e oneri accessori..L’ipoteca è costituita con atto notarile e con la specifica formalità dell’iscrizione nei registri immobiliari, che ha efficacia per 20 anni, al termine dei quali

l’ipoteca si estingue, se non è stata rinnovata alla scadenza su domanda del creditore.

Il prestito della banca Le banche concedono prestiti per l’acquisto di immobili dietro concessione di ipoteca di primo grado, a loro favore, sull’immobile stesso acquistato dal cliente; Si può vendere un immobile nonostante sia ipotecato.

Tuttavia, il suo valore di mercato sarà molto più basso.

E ciò perché, se l’immobile ipotecato viene venduto dal proprietario, il compratore acquista un bene gravato da ipoteca, accollandosi la parte di mutuo rimasto;La richiesta di mutuo può pervenire da famiglie di nuova formazione o da nuclei famigliari che intendano acquistare una residenza secondaria, da Comuni, da Enti ospedalieri,

ecc.La banca suole richiedere al cliente se il mutuo concesso riguarda la prima casa, atteso che, in tal caso, si ha un’agevolazione di tasso e un minore rischio di insolvenza, poiché ogni cittadino ha bisogno almeno di una casa.Il mutuo ipotecario ordinario è un prestito che si può estendere fino a quindici anni, ma la banca può concederlo anche per una durata maggiore. Ovviamente la banca può anche non concedere il mutuo.

Estinzione dell’ipoteca L’ipoteca si estingue mediante cancellazione del registro immobiliare, a seguito di domanda scritta, quando: – il debito a cui l’ipoteca è collegata viene estinto; – il creditore dichiara di rinunciare al credito garantito dall’ipoteca;

– il creditore dichiara di rinunciare all’ipoteca; – viene raggiunto l’eventuale termine a cui l’ipoteca è stata limitata; – si verifica l’eventuale condizione risolutiva che prevedeva l’annullamento dell’ipoteca; – decorrono venti anni dall’iscrizione dell’ipoteca senza che ne sia stato richiesto il rinnovo; – il bene ipotecato perisce; – il tribunale pronuncia un provvedimento di esproprio e ordina la cancellazione delle ipoteche.

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Scadenza dell’ipoteca Le ipoteche col tempo scadono o, meglio, si prescrivono.L’iscrizione della formalità conserva il suo effetto per venti anni e oltre tale scadenza lo perde interamente.In realtà l’ipoteca resterà ancora annotata nei registri, ma risultando prescritta non verrà più presa in considerazione, in quanto inutilizzabile da chiunque; in tal modo, l’immobile verrà comunque ritenuto libero dal vincolo.Se alla fine dei vent’anni il debito collegato sussiste ancora, come accade nel caso dei mutui di durata più lunga, la banca ha la facoltà di rinnovare l’ipoteca.

MUTUO CHIROGRAFARIO Il mutuo chirografario, invece, è un mutuo fiduciario, basato solo sulla firma del cliente, ed è tipico di chi ha una busta paga o è un libero professionista, in quanto per poterne usufruire occorre dimostrare di possedere un buon reddito costante da almeno tre anni.Il mutuo chirografario, che in precedenza veniva erogato solo da banche private, ma che oggi è erogato da primari istituti di credito, è concesso a tassi agevolati ed è prescelto perché comporta una procedura snella e veloce.

redazione@corrieredellisola.com

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29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

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I gialloblu saranno penalizzati di almeno un punto e questo non fa altro che complicare la corsa salvezza.

Nel frattempo, alla luce dell'ormai conclamata assenza della società, vige l'anarchia assoluta: sul mercato si opera senza freni e chi agisce nell'ombra ha anche il tempo di fare la guerra in Lega

ISCHIA SOLO CAOS E TANTE CHIACCHIERE • di Pancrazio Arcamone

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SCHIA - E alla fine deferimento fu. Un atto scontato, conseguenza del ritardo nella presentazione dell'iscrizione alla Lega Pro, che rischia di complicare ulteriormente il già difficile cammino dell'Ischia. Così, il deferimento al Tribunale Nazionale Federale ha destato non poche preoccupazioni tra tifoseria e addetti ai lavori, ormai certi – come tutto l'ambiente – che i gialloblu saranno penalizzati di un punto. Per altri sembrerà poco (vedi Reggina), ma per l'Ischia rappresenta una batosta niente male: con la classifica deficitaria degli isolani anche un misero punticino potrebbe essere di vitale importanza per il buon andamento della stagione.

Scenario che se ha buttato nello sconforto la tifoseria più passionale, di certo ha fatto gioire i gufi e i “rosiconi” che, probabilmente, stanno brindando per il piacere. Il dato di fatto, in tutto questo, è che il deferimento non ha trovato di certo impreparata la dirigenza, che sapeva che prima o poi avrebbe pagato – al pari di altre società – per il ritardo nella presentazione della fideiussione nei primi giorni dell'estate, quando l'Ischia rischiò seriamente di scomparire dopo avere riconquistato sul campo, dopo sedici anni,

la terza serie. Alla luce degli ultimi, prevedibili risvolti, la dirigenza sembra intenzionata a fare ricorso, proponendo così il patteggiamento, dal momento che la responsabilità della società appare solare.

Intendiamoci, questa scorciatoia serve unicamente per evitare una squalifica superiore ai trenta giorni all'amministratore unico, ma non eviterà la penalizzazione di un punto.

Con tutta probabilità la parola fine alla spinosa vicenda, con il conseguente punto di penalizzazione, la si metterà in prossimità della Pasqua. La speranza è che per quella data la posizione di classifica possa consentire di tirare un bel sospiro di sollievo, visto che nel frattempo si saranno disputati molti scontri diretti, e tutti al “Mazzella”, ad eccezione di quello con la Reggina.

L'Ischia per sperare in una salvezza diretta, che non è ancora un miraggio, deve assolutamente evitare altre battute d'arresto. A cominciare dai prossimi impegni che nell'ordine sono con Martina Franca in casa, Salernitana in trasferta, Aversa Normanna e Savoia sempre sull'Isola.

Tre incontri che potrebbero dare una sterzata decisa alla classifica. È necessaria però la massima coesione se si vogliono veramente evitare pericolose code. Un appello, questo, rivolto alla società.

Una società quasi sempre

I gialloblu cercano la vittoria per tenere lontano l'ultimo posto. Confermata la squadra che ha pareggiato a Lamezia

CONTRO IL MARTINA PER VINCERE IN ATTACCO MILLESI E INFANTINO

Conquistare i tre punti. Questo l'unico obiettivo dell'Ischia Isolaverde in vista della delicatissima sfida con il Martina Franca, in programma sabato al Mazzella alle ore 14.30. Una vittoria fondamentale non tanto in ottica salvezza diretta, al momento obiettivo fuori portata, ma per tenere a debita distanza l'ultimo posto, dopo avere guadagnato nel turno scorso un punto su Aversa Normanna e Reggina. Per la gara con i pugliesi l'allenatore Agenore Maurizi sembra intenzionato a confermare in blocco gli undici che venerdì scorso hanno pareggiato in casa della Vigor Lamezia. Ancora una volta, dunque, sarà proposto un 4-3-3 che in fase difensiva si trasforma in un 4-5-1: davanti a Ioime agiranno, da destra verso sinistra, Bruno, Caso, Sirignano e Bassini. Per il reparto arretrato confermate così scelte che non piacciono ai supporter gialloblu e che nascondono l'ormai certa cessione di Finizio (con Bassini che sembra dare più garanzie come centrale, non sarebbe più logico uno spostamento di Bruno a sinistra e l'utilizzo dello stesso Finizio a destra?). A centrocampo sarà ancora Emiliano Massimo il fulcro centrale, ai lati dell'ex Avellino – da cui ci si aspetta qualcosa di più – agiranno Iannascoli e Gerevini, entrambi sotto esame vista la richiesta fatta da Maurizi alla società di acquistare una mezzala. In attacco spazio a Infantino, che cerca il primo gol in gialloblu dopo lo sfortunato palo colto venerdì a Lamezia; l'ex Barletta sarà supportato da Armeno a sinistra e Millesi a destra, con Antonio Schetter pronto a subentrare dalla panchina. (Cr.Me.)

classifica LEGA PRO GIRONE C

CLASSIFICA

assente e che procura non pochi disagi ai propri tesserati.

Durante gli allenamenti è raro notare la figura di qualche dirigente. Un comportamento discutibile, perché, come recitavano i saggi antichi “l' occhio del padrone è sempre molto attento”: insomma, per il buon andamento di qualsiasi azienda è fondamentale la presenza discreta e rassicurante di chi la dirige.

In caso contrario potrebbe avere il sopravvento l'anarchia, con tutto quello che ne consegue. Di certo se il “porta chiavi” del “fu” presidente si fosse attivato per far desistere la componente isolana dalla decisione di farsi da parte, tante problematiche si sarebbero potute evitare. È quasi sempre sbagliato fare come il marchese del Grillo che rivolgendosi agli altri amava dire: “Io sono io e voi non siete un c...o”. I vari Isidoro Di Meglio, Pinuccio Taglialatela, il bravo addetto stampa Monti, e tanti altri che con passione

e dedizione si dedicavano al buon funzionamento della macchina amministrativa, meritavano un pizzico di riconoscenza e gratitudine in più.

Cosi non è stato, pazienza, ma almeno non lasciate tutto in balia delle onde. Sbaglieremo, ma tutti i proclami, le belle parole che si odono nelle rare circostanze che si ha la fortuna di interloquire con i vertici sono semplici bolle di sapone.

In fondo è risaputo che, da noi, chi produce chiacchiere non annoia mai. Siamo un popolo di bischeri - come dicono i Toscani - sempre pronto a rimanere a bocca aperta davanti a chi ci propina chiacchiere su chiacchiere, promettendo sempre di avere pronta la soluzione per risolvere i problemi. In tanti hanno creduto a certi discorsi, ma l'impressione è che si sia avverato sempre il contrario di quanto urlato ai quattro venti: basti pensare che il punto di penalizzazione che non doveva arrivare è arriva-

to; che la squadra iniziale che ci rassicuravano essere competitiva è stata stravolta; c'era chi diceva che occorrevano due, tre giocatori di categoria per rendere competitiva la squadra, e invece ne sono stati tesserati una dozzina (e non si escludono ulteriori colpi); infine, la situazione economica viene definita tranquilla, e – ennesima contraddizione – si fa l'incontro questuante al Re Ferdinando. Il quadro è chiaro, insomma, con l'uomo ombra che continua imperterrito a divertirsi come più gli aggrada, trovando anche il tempo di fare la guerra a Mario Macalli, che magari poi si è indispettito per alcuni attacchi su internet. Je suis Pinò, la mente che organizza e pianifica tutto. Basile, sua eco, sarà ricordato come il direttore sportivo dai facili acquisti e delle difficili cessioni: raramente nella storia dell'Ischia si era registrato un via vai simile di calciatori a gennaio. A questo punto

1. BENEVENTO 2. SALERNITANA 3. JUVE STABIA 4. LECCE 5. CASERTANA 6. FOGGIA 7. MATERA 8. CATANZARO 9. BARLETTA 10. PAGANESE 11. V. LAMEZIA 12. M. FRANCA 13. MELFI -2 14. LUPA ROMA 15. MESSINA 16. COSENZA 17. SAVOIA 18. ISCHIA 19. AVERSA N. 20. REGGINA -4

49 47 42 39 38 37 35 30 30 28 26 26 25 24 24 24 17 16 12 11

Promossa in B la prima in classifica. 2^, 3^ e 4^ ai playoff.

16^, 17^, 18^ e 19^ ai playout.

20^ retrocessa in Serie D PROSSIMO TURNO (23^ giornata): Barletta-Juve Stabia, Casertana-Paganese, Catanzaro-Melfi, FoggiaBenevento, Ischia-Martina Franca, Lupa Roma-Cosenza, Matera-Messina, RegginaLecce, Salernitana-Lamezia, Savoia-Aversa ci resta solo la speranza che ciò serva perlomeno a sortire l'effetto di centrare l'obiettivo – difficile ma non impossibile – della permanenza in Lega Pro. E a non causare danni irreparabili alle già disastrate casse della società

L'AVVERSARIA. I pugliesi, in grande forma, possono fare affidamento su un Arcidiacono ispirato e sulla classe di Pepe.

MARTINA FRANCA, VINCERE PER STUPIRE ANCORA

Una squadra da non sottovalutare, forte di un attacco atomico, da prima della classe. Così si presenta il Martina Franca, prossima avversaria dell'Ischia. La squadra pugliese, reduce dalla vittoria sul Catanzaro (2-0 con doppietta di “rigore” di Arcidiacono), è una delle compagini più in forma delle zone basse della classifica. Di certo è tra annoverabile quelle che esprimono il calcio più interessante: merito di Mister Salvatore Ciullo, l'anno scorso a Brindisi, che predilige un gioco avvolgente, un 4-5-1 per certi versi molto simile a quello che ha in mente Maurizi. I pugliesi, ripescati dopo il tredicesimo posto dell'anno scorso in seconda divisione, possono fare affidamento su un gruppo interessante, un giusto mix di giovani e calciatori. Il giocatore cardine della squadra pugliese è Pietro Arcidiacono. L'attaccante, classe '88, è arrivato a Martina nel gennaio scorso con Montalto e l'ex ischitano Masini: da allora ha messo a segno 11 reti, ma è da quest'anno che – giocando più vicino alla porta – sta riscoprendo delle doti da bomber sopite da anni, dai cinque mesi da protagonista a Cosenza dal gennaio al maggio 2012 (quando realizzò 9 reti in 16 partite). Il capocannoniere degli azzurrostellati è in realtà Adriano Montalto, capace di realizzare in stagione ben 8 gol: il calciatore ha molto mercato ed è nel mirino del Trapani, in serie B. Ma la forza del Martina Franca non si limita al solo attacco: a centrocampo, infatti, spiccano i nomi del senegalese Ousmane Diop, mezzala sinistra classe '94 che si sta imponendo dopo una prima parte di stagione in panchina. Dal mercato sono poi arrivati l'esterno destro Vincenzo Pepe e il mediano Rosario Bucolo, entrambi provenienti dal Messina: parliamo di giocatori che farebbero comodo a tutte le squadre dal decimo posto in giù e che di certo aggiungono spessore tecnico alla mediana pugliese.

In difesa mancherà lo squalificato Fabiano, difensore brasiliano ex Atalanta: a sostituirlo Richard Samnick, classe '93 camerunense l'anno scorso a Bari. A guidare il reparto arretrato ci sarà l'ex Arzanese Matteo Patti, protagonista di un ottimo inizio di stagione: 19 presenze e anche un gol per lui. Da non sorprendersi, infine, se al Mazzella incapperete in una grande prestazione del portiere Marco Bleve, insuperabile nelle ultime uscite e soprattutto nella gara contro il Catanzaro: non temiamo smentita se affermiamo che buona parte dei meriti della vittoria siano suoi. Fino a poche settimane fa il reparto arretrato pugliese vedeva tra i suoi protagonisti anche Patrizio Caso, difensore ora a Ischia, unico ex della gara, che tra il settembre e il dicembre scorsi ha totalizzato solo 4 presenze con gli azzurrostellati. Uno sguardo ai precedenti: il bilancio è a favore dei pugliesi, con quattro pareggi (ultimo il 2-2 con rete di Ciotola all'ultimo minuto) e di una vittoria del Martina, alla luce dello spettacolare 4-3 risalente al campionato di Serie D 2011-12.

redazione@corrieredellisola.com

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Sport •

29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

Prosegue la campagna acquisti dei gialloblu: nel mirino ancora un centrocampista e un attaccante. Previste almeno 7 cessioni: con Rainone, via pure Finizio?

CALCIO A 5. In C2 i portosalvini soffrono e poi superano Casoria 4-2. In Serie D isolani a valanga; il Forio mette paura alla capolista

una SQuadra riVoluZionata dal mercato

virtuS, FiNaLMeNte i 3 puNti FutSaL aNcora iN vetta

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na vera e propria rivoluzione invernale. Questo sta rappresentando il mercato di riparazione per l'Ischia, alla luce di una sessione che si concluderà con almeno venticinque operazioni. Così, mentre il calcio mercato volge alla conclusione, Basile & co. sono al lavoro per rispettare il diktat dell'allenatore Agenore Maurizi, che ha chiesto l'acquisto di un centrocampista di personalità e di una seconda punta, e che al contempo ha espresso il desiderio di lavorare con un organico composto da non oltre 25 elementi, e questo compresi gli infortunati Bacio Terracino e Ciotola.

I conti, insomma, sono facili da fare: adesso che la rosa conta 30 giocatori, 32 con l'arrivo degli ultimi ritocchi di mercato, saranno di conseguenza almeno 7 le cessioni di questi ultimi giorni di frenetiche operazioni. Andando per ordine, nel reparto arretrato ormai certo l'addio di uno tra Giordano e Taglialatela, con il figlio del mitico Batman che interessa a squadre di Malta e di Serie D. Mentre andiamo in stampa, Pasquale Rainone è ormai un giocatore della Casertana: uno dei grandi protagonisti della scalata dalla D alla Lega Pro unica passa in prestito secco ai falchetti e riabbraccia così Mister Campilongo.

Non è da escludere un inserimento nell'operazione di Francesco Alvino, attaccante che a Caserta gioca poco e che sull'isola già conosciamo bene (3 reti in 31 presenze nel 2008-2009).

Sempre più insistenti, poi, le voci che vedono lontano dall'isola un'altra bandiera gialloblu come Mario Finizio: come avevamo anticipato la settimana scorsa, dietro la panchina di Lamezia si nascondevano trame di mercato, con il

terzino nel mirino di Mantova, Savona e soprattutto Savoia (con cui si potrebbe imbastire uno scambio con Di Piazza).

Passando al centrocampo, ad andare via saranno Di Cesare e Fiandaca, ormai chiusi dai nuovi arrivi; in attacco, invece, dopo l'addio di Ingretolli, non sono da escludere cessioni eccellenti come quelle di Schetter (che percepisce un ingaggio importante) e di D'Amico: il primo sarebbe una rinuncia dolorosa, nel segno del contenimento dei costi; l'addio dell'ex Catania, invece, non sembra incontrare particolari resistenze. Per quanto riguarda i giocatori in entrata, in questi ultimi giorni si continuano a fare soprattutto nomi di attaccanti: ai soliti Alvino e Di Piazza si stanno via via aggiungendo anche profili nuovi.

Come quello di Tommaso Biasci, classe '94 cresciuto nel Livorno e protagonista in questa stagione nella Lucchese con due reti in undici presenze. Per il centrocampo si parla di Andrea Feola, centrocampista nato nel 1992 che milita nel Trapani in Serie B e di Gabriele Puccio del Vigor Lamezia. Una marea di nomi e di operazioni, insomma, che investe il popolo gialloblu proprio agli sgoccioli del mercato: una tempistica

La Virtus Ischia torna finalmente alla vittoria. Ma che fatica contro il fanalino di coda Real Casoria, battuto 4-2 al termine di una prestazione tutt'altro che confortante. I portosalvini si rendono protagonisti di una partenza lampo che ha illuso il pubblico presente: dopo appena due minuti, infatti, gli isolani vanno subito in rete con Fondicelli, il cui tiro è deviato da un difensore ospite. Quel poco che basta per spiazzare Torre. Al 16' arriva il pareggio dei napoletani sulla classica ripartenza: Donisi si invola verso la porta isolana, Giametta non riesce a fermarlo e con un diagonale batte De Nicola. Gli isolani hanno un contraccolpo e lasciano il pallino del gioco in mano ai locali. Al 23' ancora Dioniso sfiora il gol con un tiro che sfiora l’incrocio. Sei minuti dopo l'attaccante locale si ripete, ma De Nicola è bravo a chiudere lo specchio. Nell'intervallo mister Di Iorio cerca di scuotere i suoi e gli isolani entrano in campo con la voglia di spaccare il mondo. I portosalvini partono all’attacco ma si scoprono vistosamente in difesa e su una ripartenza del solito Donisi subiscono la rete dell'1-2. La Virtus va così in confusione e rischia di capitolare, ma De Nicola compie due autentici miracoli prima al 7' su Marchese e poi al 13' su Falco. Tre minuti dopo ecco la svolta della gara: Del Neso ruba palla caparbiamente e si invola sulla sinistra, vede l’accorrente Di Scala che servito insacca il gol del pari. Inizia così un vero e proprio forcing isolano: arriva subito il vantaggio scaccia paura di Fondicelli, che triangola con Vuoso e poi lascia partire un sinistro imprendibile. Passano 5 minuti e Giametta mette in cassa forte il risultato: il grande merito è di De Simone che stoppa un'azione offensiva degli ospiti, serve l’accorrente Giametta con un assist al bacio che l'attacco isolano sfrutta inventandosi un pallonetto di pregevole fattura. La gara finisce qui: con questa vittoria la Virtus si porta a quindici punti, a quattro lunghezze dalla salvezza diretta. Nel week-end in programma la sfida con l'Atletico Cardito, altra squadra che naviga nei bassifondi della classifica.

Una partita da vincere, senza se e senza ma.

SERIE D – Continua la marcia trionfale della Futsal, che batte 13-5 la Futsal Friends. Mattatore della gara è Catalin Acatrinei, autore di 6 reti: l'attaccante arriva così a 70 gol in 10 gare, un bottino niente male. Le altre reti portano la firma di Filippo Buono (arrivato a quota 11), di Enrico Di Meglio, di Luigi e Gildo Lubrano. Con questa ennesima vittoria, la seconda di fila dopo il Fuorigrotta, la Futsal si porta a quota 25 e divide ancora la prima piazza con il Fuorigrotta. Non arrivano buone notizie invece dal Forio, che si arrende proprio ai fuorigrottesi: la gara finisce 4-2 al termine di una grande gara degli isolani. La prima frazione di gioco si conclude con i padroni di casa sul doppio vantaggio: le reti le realizzano Loasses e Carotenuto. Nella ripresa, però, gli isolani dimezzano lo svantaggio con Anelli e poi pareggiano con un gol di pregevole fattura di Valerio Di Maio.

Al 23' Loasses riporta in vantaggio il Fuorigrotta; a due giri di lancette dalla fine Scicchitano chiude definitivamente i conti.

certamente inconsueta e che non fa altro che dimostrare come l'Ischia sia al momento un cantiere aperto. Uno scenario, questo, che non può che rappresentare un elemento di disordine nel pieno di un girone di ritorno iniziato con il piede sbagliato (2 sconfitte e 1 pareggio). Le prossime – inevitabili – cessioni rischiano nei fatti di turbare ulteriormente l'ambiente, che potrebbe così perdere dei pilastri: l'eventuale cessione di Finizio, per rafforzare forse una diretta concorrente come il Savoia, rappresenterebbe l'ultimo tassello di un modus operandi difficile da comprendere. Basti ricordare che anche l'anno scorso la squadra venne smantellata a gennaio, ma conservò Mennella, Mattera, Alfano e Cunzi, atleti che avevano a cuore la maglia e conoscevano certe dinamiche. Quest'anno, invece, si cedono Rainone ed, eventualmente, Finizio e Schetter, per mettere poi in campo una formazione composta appena da tre-quattro elementi che sono sull'isola da luglio. Una gestione che sconcerta e che non appare all'altezza. La speranza, a questo punto, è che verremo smentiti dai fatti. (Cr.Me)

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29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

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ECCELLENZA. I foriani non riescono a recuperare il doppio vantaggio del San Marco Trotti e si ritrovano a 3 punti dall’ultimo posto.

Male anche il Procida, ad un passo dalla zona play-out dopo la sconfitta con Quarto. Mister Lubrano si è dimesso: ritorna Cibelli.

REAL FORIO E PROCIDA: È NOTTE FONDA

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erra casertana amara per il Real Forio. La squadra di mister Iovine, dopo aver perso in casa con il Gladiator, esce sconfitta dalla complicata trasferta con il San Marco Trotti. Finisce 2-1 in favore dei padroni di casa, che intorno al 15’ mettono a segno un uno-due che deciderà la gara.

Dopo un’occasione mancata da Bizzarro al 7’, al 14’ Polverino porta in vantaggio il San Marco con una conclusione dai 25 metri; il raddoppio arriva al 18’ con Bizzarro. Per gli isolani, Romano dimezza lo svantaggio al 70’ mettendo in rete sugli sviluppi di una punizione, ma il Real Forio non trova la forza per pareggiare. Al 77’ la squadra di mister Iovine resta in dieci per l’espulsione di Mautone per doppio giallo. La gara, nei fatti, finisce qui, con il Real Forio che si ritrova sempre più invischiato nei bassifondi della classifica: urge una reazione, perché – alla luce della rinascita delle ultime della pizza – l’ultimo posto dista solo tre punti. Adesso i foriani attendono in casa il Sibilla Soccer, reduce dalla vittoria sorprendente sull’ex capolista Sessana. I fari saranno tutti puntati sull’attaccante Patrizio Ioio: classe ‘94, proveniente dalla Sarnese, ha

finora messo a segno 7 reti. E, attenzione, senza l’ausilio di calci di rigore. Un impegno ostico e da affrontare con il coltello tra i denti, perché un risultato negativo complicherebbe maledettamente le cose.

P

ROCIDA, È CRISI NERA – Quarta sconfitta consecutiva per il Procida, ad un punto dalla zona play-out. Questa volta, l’ennesimo scivolone interno – al cospetto di un Quarto fino a poche settimane fa date per spacciato - spinge il tecnico Biagio Lubrano alla clamorosa decisione di lasciare l’incarico. Il suo successore è Franco Cibelli, una soluzione gradita all’ambiente. La partita con il Quarto è priva di particolari emozioni:

al 13’ il portiere flegreo fa tremare i propri compagni sbagliando uno stop su retropassaggio di Giacchetti e rimediando quasi sulla linea ad un errore clamoroso. Al 20’ ci prova Gaveglia con un fantastico tiro al volo che si perde di pochissimo alla sinistra della porta difesa da Bardet. La partita è bloccata soprattutto a centrocampo ed è il Quarto ad avere il lampo giusto: passaggio filtrante di Palma per Di Fusco che silura Bardet con un gran sinistro che si infila sotto la traversa.

Si va al riposo con i flegrei in vantaggio. La ripresa vede subito gli ospiti in attacco: al 18’ Sica impegna Bardet con un gran sinistro dalla distanza deviato in corner dal portiere biancorosso. Due minuti dopo è Di Fusco a provarci

dal limite con la palla che si stampa sul palo. La reazione arriva solo sul finale, con il Quarto in dieci per l’espulsione del capitano Zinno.

Al 95’ Vallefuoco riceve un lungo rilancio dalle retrovie e prova al volo di sinistro, ma la sfera finisce la sua corsa ad un soffio dall’incrocio dei pali.

La gara finisce qui. Ora con il ritorno in panchina di Cibelli gli isolani sono chiamati alla riscossa: il prossimo impegno sarà con la temutissima Sessana, squadra con il dente avvelenato dopo la sconfitta di Bacoli. Guidata da Mister Ricciardi, può fare affidamento sui gol di Palumbo e sull’esperienza di gente come Dino Fava Passaro e Alfonso Camorani, che per anni hanno militato in massima serie e tra i cadetti.

PROMOZIONE CAMPANIA GIRONE B

ECCELLENZA CAMPANIA GIRONE A

CLAssIFICA

CLAssIFICA

1. CASTEL S. GIORGIO46 2. JUVE POGGIOM. 39 3. S.VITO POSITANO 35 4. PRO PAGANI 33 5.ORATORIO DON G. 30 6. BARANO 29 7. COSTA D’AMALFI 29 8. PIMONTE 28 9. REAL POGGIO 26 10. REAL S.EGIDIO 26 11. S.M. LA CARITÀ 25 12. NEAPOLIS 22 13. FLORIGIUM 21 14. ALFATERNA 15 15. MARI 9 16. BOYS PIANURESE 7 Promossa in Eccellenza la prima in classifica. 2^ e 3^ ai playoff. 12^, 13^, 14^ e 15^ ai playout. 16^ retrocessa in Prima Categoria

1. TURRIS 2. SESSANA 3. HERCULANEUM 4. VIRTUS VOLLA 5. PORTICI 6. S. MARCO TROTTI 7. GLADIATOR 8. CAMPANIA 9. STASIA 10. SIBILLA S. 11. PROCIDA 12. REAL FORIO 13. HERMES CAS. 14. QUARTO 15. PUTEOLANA 16. SAN GIORGIO

PROSSIMO TURNO (20^ giornata): Alfaterna-Costa d’Amalfi, Mari-Neapolis, Castel S.Giorgio-Pimonte, Oratorio D. Guanella- Real S.Egidio, Pagani-Barano, Real PoggioBoys Pianurese, S.Vito- Florigium, S.Maria la Carità-Juve Poggio

46 45 37 33 27 27 25 23 23 22 20 19 19 18 17 16

Promossa in Eccellenza la prima in classifica. 2^ e 3^ ai playoff. 12^, 13^, 14^ e 15^ ai playout. 16^ retrocessa in Prima Categoria PROSSIMO TURNO (20^ giornata): Herculaneum-Portici, Puteolana-San Marco Trotti, Quarto-Hermes Casagiove, Real Forio-Sibilla Soccer, San Giorgio- Calcio Campania, Sessana-Procida, Stasia-Turris, Virtus VollaGladiator

LEGA PRO. Pillole di calcio mercato: come si stanno muovendo le avversarie dell’Ischia

BASKET. I gialloblu si arrendono nel finale. Rinvio: assurdo, manca il medico

ALTRO CALCIO. Mondo Sport batte la Golden. Goleada gialloblu a Foggia

IL mERCATo dELLE “PICCoLE” CosENZA E AVERsA sCATENATE

CEsTIsTICA, CHE GARA CoN L’IRTET! NoN sI GIoCA CoN IL mEomARTINI

CAsAmICCIoLA: LA VETTA È VICINA ANCoRA UNA VITToRIA PER LA BERRETTI

Il calcio mercato si avvia alla conclusione e le squadre che in Lega Pro lottano per la salvezza cercano ancora di siglare qualche colpo ad effetto. Tra le avversarie dirette dell’Ischia sembra scatenato il Cosenza: in questi ultimi giorni i calabresi hanno acquistato l’ala destra Giuseppe Statella (ex Torino e Bari, proviene dalla Pro Vercelli) e il terzino della Lazio Riccardo Serpieri (classe ‘94 molto interessante). I cosentini cercano pure un attaccante: in corso una trattativa con il Catania per Bruno Petkovic, reduce da mezza stagione a Varese in serie B (anche 1 gol per lui) Attenzione pure all’Aversa Normanna, che in queste ore, dopo avere ormai concluso per il difensore Agresta, sta marcando stretto la Juve Stabia per avere la punta Francesco Ripa, ormai ignorato da Mister Pancaro. In caso di resistenze, i normanni hanno pronta l’alternativa: parliamo di Gianluca De Angelis, attaccante del Cosenza. La Reggina sostituisce Roberto Insigne con Pietro Balistreri della Torres.

Una grande Cestistica Ischia si arrende solo negli ultimi minuti all’Irtet Casapulla, secondo in classifica. Gli isolani giocano subito un’ottima gara e chiudono il primo quarto in vantaggio di 4 punti (20 - 24). Attenti in difesa ed ordinati in attacco, i gialloblu non mollano e arrivano all’intervallo sopra di un punto. Nel terzo quarto viene fuori la gran qualità dei padroni di casa, che realizzano diverse bombe da tre punti. La Cestitica non si abbatte e a tre minuti dalla fine si porta sotto di tre punti. Il finale di gara è tutto di marca casertana, con l’Irtet che allunga e si impone 84-70. In settimana arriva poi un’altra batosta: il recupero della gara con il Meomartini, rinviata già due volte, non si è potuto disputare per l’assenza del medico.

Per questo, con estrema probabilità, gli isolani – che sabato affrontano la capolista Angri - perderanno la gara a tavolino.

In Serie C ha invece riposato il Forio, che tornerà in campo domenica contro il S. Nicola Cedri.

Seconda vittoria consecutiva per il Casamicciola Mondo Sport (3a Categoria). Sabato pomeriggio la squadra allenata da Buonomano ha avuto la meglio sul Golden Calcio, battuto 3-1.

Isolani in vantaggio al 35’ con un eurogol di Michele Senese che dalla lunga distanza manda la palla nel sette. Ad inizio ripresa, è ancora Senese a raddoppiare i conti. Il Casamicciola domina e coglie una traversa con capitan Barile. Al 20’ il Golden Calcio dimezza lo svantaggio con Imperatore. Ma a dieci minuti da triplice fischio, Scibilia mette la parola fine alla gara realizzando la rete del definitivo 3 a 1. Ora i casamicciolesi, quarti in classifica a 3 punti dalla vetta, se la vedranno con il Maued Sport. Seconda vittoria di fila anche per l’Ischia Berretti: la squadra di Mister Leo ha battuto 4-1 il Foggia in terra pugliese con doppietta di Cuomo e reti di Cassin e Pesce (per i locali in gol Chiarella). I gialloblu salgono all’ottavo posto e nel week-end affronteranno la temibile Reggina.

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sPoRT •

29 Gennaio - 4 Febbraio 2015

PROMOZIONE. Gli aquilotti subiscono il San Vito, ma poi reagiscono e pareggiano: protagonista Gialuca Saurino.

Anche i foriani sono costretti a rincorrere: con l’Alfaterna finisce 1-1 con rete su rigore del solito Savio

PALLAVOLO. Gli alligatori battono il Vesuvio. Lacchesi male a Pontecagnano

BARANO, RIMONTA AVVINCENTE

ISCHIA, E VITTORIA FU! FUTURA, NEssUN dRAmmA

FLORIGIUM, PARI AL FOTOFINISH

P

areggio pirotecnico e ricco di emozioni tra Barano e San Vito Positano.

Gli aquilotti cercano i 3 punti per continuare a sognare i play-off, ma al 10’ la gara si mette subito in salita con il rigore trasformato da Porzio (l’arbitro vede un fallo di mano di Manzi, ma il braccio pare attaccato al corpo). Il Barano prova a reagire e al 16′ va vicino al pari con una punizione di Sogliuzzo, che sfiora la traversa.

I bianconeri si riversano in attacco, ma al 35’ gli ospiti vanno ancora in rete: Cifani ruba palla a Manzi e serve sulla corsa ancora Porzio, che fredda senza difficoltà Circello. Al 39′ Porzio sfiora la tripletta con una conclusione a giro da fuori area che coglie il palo; sul corner successivo è Gargiulo a colpire ancora un legno. Nella ripresa scende in campo un altro Barano: al 50’, su assist di Farina, Saurino accorcia le distanze con un destro che finisce all’incrocio.

La squadra di Mister Dinolfo ci crede, ma nel frattempo la

gara si infiamma: da segnalare l’espulsione dell’allenatore ospite, Guarracino, e il diverbio tra quest’ultimo e un dirigente della società baranese, poi sedato dalle forze dell’ordine. Nel caos più totale, all’80’, il Barano raggiunge il pareggio con Sogliuzzo, che si libera dal limite e scarica un sinistro chirurgico all’angolino. I bianconeri insistono, ma la gara non conosce altre emozioni. Ora i baranesi se la vedranno con la Pro Pagani quarta in classifica: attenzione all’attaccante Vittorio Somma, autore in stagione di 13 reti.

F

LORIGIUM, UN PARI CHE SA DI VITTORIA - Punto guadagnato per il Florigium,

che nell’ultimo turno ha rischiato l’ennesima sconfitta interna con l’Alfaterna, avversaria diretta per la lotta salvezza. Il match termina 1-1, con la squadra di mister Monti che – senza Piro e Castaldi - non disputa una prestazione brillante, pagando a caro prezzo le ingenuità del reparto under. La gara, a conti fatti, dice poco. Nel primo tempo l’Alfaterna sfiora il gol con un pallonetto di Fiumara; i padroni di casa, invece, faticano a trovare i varchi giusti.

Il canovaccio della ripresa non si discosta più di tanto, ma almeno il Florigium prova a fare male: le occasioni foriane portano le firme di Scherma (colpo di testa impreciso) e di Savio (tiro alto sugli sviluppi

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di una punizione di Pino Buono). Mister Sellitti decide così di effettuare dei cambi tattici e viene premiato: al 79’, favorito da un errore di Velluso, Fiumara supera Petrone con un preciso pallonetto.

I padroni di casa rispondono pochi minuti dopo con Savio: da buona posizione, l’ex Ischia finisce per angolare troppo la conclusione. Il pari del Florigium giunge all’86’ con il calcio di rigore siglato dal solito Savio. Prima del triplice fischio, Iovene prova la conclusione al volo, ma il match termina in pareggio. Nel prossimo turno i biancoverdi se la vedranno con l’ostico San Vito Positano dei bomber Porzio e Cifani.

Dopo 4 sconfitte di fila, torna alla vittoria l’Ischia Pallavolo (Serie C Maschile). Sabato scorso gli alligatori si sono imposti sul Vesuvio Oplonti con un meritato e inequivocabile 3-0. Parte subito bene la squadra di mister Scotto di Marrazzo, che scende in campo con il giusto piglio.

Nei primi due set Lello Ferrandino e compagni riescono ad imporsi mantenendo sempre un certo distacco nel risultato dagli avversari.

Il primo parziale finisce 25-17, il secondo gli isolani lo fanno proprio per 25-18. Più avvincente l’ultimo set: mentre la gara sembra apprestarsi a terminare, sul 23-19 per gli ischitani, arriva la risposta dell’Oplonti. Si giunge al 24 pari: a questo punto decidono la gara un primo tempo di Visobello e un ace di Checco Buono. Con questa vittoria, l’Ischia Pallavolo arriva a 16 punti, occupando l’ottava piazza in classifica. Da segnalare l’ottimo esordio stagionale di Marco Scotto di Marrazzo, ritornato in campo dopo un lungo infortunio.

FUTURA – Niente da fare. Troppa la differenze tra Volley Project e Futura. A Pontecagnano finisce 3-0 per le padrone di casa. Nel primo set le lacchesi riescono a tenere testa alle avversarie, che si impongono comunque 25-17. Senza storia, invece, gli altri due game, con la squadra locale che mostra tutta la sua superiorità tecnica (25-11 e 25-15, questi i punteggi del secondo e del terzo set). Per la Futura, adesso undicesima, nessun dramma: non è a Pontecagnano che la squadra di mister De Siano deve fare punti per centrare la salvezza, obiettivo che appare tutt’altro che impossibile da raggiungere.

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LA NOTA STONATA a cura di Francesco Imparato

Addio anche a Demis Roussos “Sono un greco nato in Egitto e vissuto dappertutto. Sono un apolide della musica, trovo idee ovunque” Un anno, il 2015, che segna più di un addio. E’ morto la notte tra sabato e domenica ad Atene, all’età di 69 anni il cantante greco Demis Roussos. Nato ad Alessandria D’Egitto il 15 giugno 1946, riuscì a fondere la tradizione del canto ellenico con le esigenze melodiche del pop moderno. Artemios Ventouris Demis Roussos, è stato negli Aphrodite’s Child con Vangelis, prima di iniziare la carriera da solista. It’s Five O’clock, Rain And Tears, Spring, Summer, Winter And Fall tra le canzoni più celebri. Tra i brani che lo hanno portato al successo anche Race to the End, tema principale della colonna sonora del film “Momenti di gloria”. Nel 1971 ha vinto il Festivalbar 1971 con We shall dance. Nel 1985 faceva parte dei passeggeri sul Boeing della Twa da Atene a Londra dirottato dagli hezbollah. Nel settembre del 2008 fu tra gli ospiti de “I migliori anni”. Star del pop, Demis ha vissuto una vita semplice e la notizia della sua scomparsa è stata affidata ad un semplice tweet del suo amico Nikos Aliagas. Da noi gli Aphrodite’s Child sono sempre stati molto quotati, tanto che negli anni d’oro incisero il singolo “Lontano dagli occhi” per il nostro mercato.

Voce pastosa ed evocativa, dall’incredibile estensione, Demis Roussos ha marchiato il suono del trio formato dal tastierista Vangelis Papathanassiou e dal batterista Lucas Sideras che univa musica classica, offrendo suggestioni progressive, tocchi soul in sontuose ballate . Brani come Rain and Tears , che nel 1968 divenne colonna sonora del maggio francese, It’s Five O’Clock , Spring Summer Winter and Fall divennero padroni delle classifiche di vendita. Nonostante siano diventati celebri per le loro canzoni da tre minuti, gli Aphrodite’s sono entrati nella storia del rock con il doppio album 666 (uscito nel 1972, a gruppo già sciolto e, nonostante il canto di Demis, da alcuni considerato un disco solista di Vangelis), lavoro sperimentale e anticipatorio del progressive basato sull’Apocalisse di San Giovanni e con ospiti come Irene Papas. Gli Aphrodite’s, nonostante lo strepitoso successo, si sciolgono nel 1971. «Da ragazzo conobbi Vangelis - raccontava - prima di formare gli Aphrodite’s diventanno famosi nei club. Io cantavo i brani di Ray Charles e Otis Redding. le mie vere radici sono nel soul». Su un eventuale ritorno della band è sempre stato categorico: «Vangelis è stato il più importante incontro artistico della mia vita ma abbiamo preso strade diverse nel ‘71. Non torneremo a suonare insieme, né per denaro né per affinità artistiche».

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BY NIGHT a cura di Franco Trani •

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