Il Nuovo Corriere IlNuovoCorriere di
numero 5 anno I
Etica e decenza, solo tracce in Campidoglio
Roma e del Lazio
VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015
NONCIPOSSOCREDERE
di Giovanni Tagliapietra
S
piace parlar sempre delle stesse persone ed esprimersi sempre negli stessi termini, ma certi fatti non possono essere sottaciuti. Come quello che raccontiamo a fianco, in questa prima pagina, o come quello che riguarda quel disgraziato Suv mal parcheggiato in cima a un marciapiede nell'area protetta del Campidoglio e appartenente al mitico assessore anticorruzione Sabella. Che ha chiesto scusa, ma non si è spinto ad automultarsi per dare un segnale ai cittadini. Il filo conduttore del nostro discorso è la decenza, l'etica del potere, il rispetto del cittadino anche oltre le leggi e le convenzioni. Come si può chiedere ad un automobilista di rispettare il codice e il buon senso, quando l'amministratore per fretta o altro non lo fa? Decenza, quella che non dimostra il sinbaco Marino nella scelta e nella gestione dei suoi uomini. Quel responsabile dell'anticorruzione in Campidoglio, finito nel tritacarne dell'inchiesta Mafia Capitale l'aveva scelto lui: oggi sempre lui lo piazza alla guida dell'Anagrafe, la cassaforte dei dati sensibili dei romani. Dice il sindaco, lo prevede la legge, non ho potuto farci nulla. Intanto poteva avvisarci, magari con una bella conferenza stampa, spiegando ciò che la legge prevede in queste circostanze: poi avrebbe anche potuto sfidare quelle stesse disposizioni, licenziando il dirigente e affrontando i ricorsi e la lunga pratica del reintegro. Avrebbe lavorato l'Avvocatura del Campidoglio, si sarebbe fatto un po' di rumore, ma il segnale sarebbe arrivato chiaro e diretto, e la gente sarebbe stata con lui, con il suo sindaco.
Dirigente indagato? Marino lo premia affidandogli l’Anagrafe Si tratta dell'ex dirigente della Legalità e Trasparenza coinvolto nel l’inchiesta "Mondo di mezzo", era stato scelto per quel delicato incarico proprio dallo stesso sindaco del Pd. Fu costretto alle dimissioni di fronte alle ipotesi di reato dir associazione a delinquere di stampo mafioso Da una settimana sovrintende alla struttura dell'Anagrafe capitolina. La replica di Marino:”Obbligati dalla legge”
E
ssere indagati per mafia Capitale dalla procura di Roma diventa un merito anziché, a rigor di logica, di cultura, di civiltà, di filosofia politica e giuridica, un demerito. E’ ciò che purtroppo succede in Campidoglio, dove il sindaco Ignazio Marino per misurare gli avanzamenti di carriera e l’attribuzione di ruoli di un certo spessore
CITTÀ METROPOLITANA
Pochi soldi e zero competenze, ma poltrone già occupate
U
n debutto per finta, una cattedrale nel deserto,al di là del passaggio di consegne tra il prefetto-commissario Riccardo Carpino e Ignazio Marino non c’è nulla e la cosa non sembra interessare a nessuno. Ma sono arrivate le prime nomine: capo segrela anità teria, Ivana della Portella, e vice Lazio sindaco, Mauro Alessandri. Ed è stato approvato lo statuto che porta la novità dell’elezione diretta dei consiglieri. Manca tutto l’impianto: funzioni, soldi da Zingarett spendere, programma. Mentre i Se perde pi e la battaglia del la go sindaci dell’hinterland, dopo mesi er la giunta sono guai I silenzi e le amnesie di emergenza maltempo, sono alle di Giunta C e cabina di regia prese con strade dissestate e chiamano la Provincia per interventi urgenti. a pagina 4
All’interno l’inserto di Sanità del Lazio
NUMERO
5 ANNO I
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20 FEBB
Una cas FATTI erm nel Forlan a ini? Un'idea, il proble ma rimane
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RAIO 2015
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ambio della pediatrico guardia all’osp a pagina edale mento 12 Giuseppe Bambino Gesù. Il di IRCC Prof Profiti lascia S nella Regio denza dell’O la Presi- fatto sfugge al contro ne Lazio speda llo di . Ma incarico di della Santa Sede le pediatrico tro fatica a non far derag Zingaretti, che peral-di pendono contro responsabilit per assum sanitaria di una futura liare anche ere un che da à nel liere sul territo la chiusura plesso dell’Id Fondazione controllo degli atti emergenze sul lui dipende direttla macchina rio region di strutture osped vesse suo che gestirà amen prevedono i–San Carlo. il com- silenzio totale tavolo si accumulano te. Le ritornperdere? Il Presid ale. E se Zingaretti a- canza di I ente e Bisson are al tavolo do- campa iniziative region nel pur bino Gesù che la nomina deiPatti Lateranens Bissoni, presen del sub commissario i regia con dovra i te gne spetti ali vertic in la baldi per Giova per di nno Degra promozione i del Bamcana, e second alla Segret tentare di le vaccin (sotto il contro Via Rosa Raim nni la ssi e la cabina Scarta argina chiusu ondi grassi?) o le indica eria di Stato di giamo bellando cartel azioni anti- influe di segretario A badar llo della “zarina” Gari- mente ra di ospedali re una rivolta Vati- ci zioni le e docum nzali. che l’ultim contro Flori Deche parte dai cittad si dimentica e a poltrone scelto una di Stato Cardinale del Pontefice enti a quel ci accore logiche ini e che spontaneatipo fu condo e importante il del territo di potere daci che non intend viene denza del donna, Mariella Pietro Parolin ha rivolta. Contr campagna errori o la riorga rio. Che giustamente ono essere recepita dai sin- e precisamente tta sotto la presid l’ospedale Consiglio di AmmEnoc, alla presi- ospedaliero deciso nizzazione enza Storacdi dall’Asp spazzati retti) guida si fatto ed orrori di un piano (cance via e, del sistem dalla alla rinfus ta 2015-2017. del Gianicolo inistrazione del- i comuni che a e senza sanitario region da che raggiunse dal tandem Gram llata da Zingahanno Regione numerosi a genze dei guardare ale cittad azio-S oltre il 70% modo rivolu Scelta impor per il triennio Lazio e tra questi fatto ricors territo sono Sud alle reali tante di vaccin plendori, della region ri interessati. esi- nate ini ultra sessan La Enoc, zionaria, ma sicura e in qualche Bracciano, Manz vanno ricord o al TAR del azioni tra A Nord e, in Asl tacinq patolo garetti che vice ati quelli cupata della presidente Carip mente fondata Sabazia e Canal iana, Trevignano, è anche Commdiverse. Come come a fisse negli gie. C’erano locanduenni con determ i di: la Sanità farà Ziniosped ine inform issario a alto livello gestione di struttlo, si è sempre oc- la riduzione drastie Monterano, in Anguillara ative con queste presentarsi al Minis di governo per medici di base ali, nelle farmacie e negli studi aftorevolezzae di Fondazioni, ure sanitarie ad e la cancellazion ca dei posti lettocampo contro che hanno “cause perse” impostero delle Finanze vaccinare. Oggi che invitavano i cittad ha dei l’Ospedale per l’incarico. la necessaria au- dale S. Padre e del Pronto soccor (da 80 a 30) spesso lo tutto è nel tare dai comun tuto Super ini a farsi giunta Zinga stesso Pio Bamb silenz so Ricor una del dell’O iore colore io, ino diamo che comun i, e i tecnic via tracci di Sanità Sanitario spepolitic retti? , il Ministeromentre l’IstiNazionaleGesù è inserito nel i e diritti giusta ata, se Zinga e di Bracciano. E’ sui mezzi pubbl Non basta la pubblo della sua Serviz della ed ha anche retti calpes l’atten e gli scienz ici ta norme Lazio per far credere attraverso tutte icità fatta non zione sul fatto iati del settore richiaSalute il ricono io Lazio alzan mente i giudici ammi che molti, sci- tore o le le radio del sta cambi hanno più e ai cittad anzi moltismano diventa un palette. E la corsa nistrativi del ando”, mentr ini che “la effettuato sando ad allung simi, percorso arsi le liste e negli ospedali Sanità condo così pronto soccor vaccinazioni, ad ostaco del governa- certam intaso e DEA seguit li. Altri ricors livello di cittad di primo i denun enti, esami e ricove ini in attesa di ano e le Case della. Ci sono gli ambu e selatori del ciano limiti, ac- settim ri. Esper Salute? Lo week end ti qualif errori e orrori ana abbia , come la icati chiarezza scorsa, nessuno mo raccontato la lo ha spiega managli utenti . to con Il Corvo
finisce per premiare l’ex responsabile della Trasparenza e della Legalità Italo Walter Politano,costretto alle dimissioni lo scorso dicembre per ipotesi di reato che comprendono l’associazione a delinquere di stampo mafioso nell’ambito dell’inchiesta denominata “Mondo di mezzo”. Ste. Pas. segue a pagina 3
METRO C Il presidente Tra promesse e penali Anticoli: «Forse un grande buco nero: stavolta la sicurezza delle stazioni si parte
BOTTEGHE STORICHE
davvero» a pagina 7
QUIPISANA Zingaretti si allena in Consiglio per una eventuale sfida a Renzi? a pagina 8
L
a storia infinita di un’opera che cambierà la vita a centinaia di migliaia di romani. Quella della sicurezza delle stazioni è questione prioritaria per il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro assieme a quella del decoro. Sottopassaggi ridotti a discariche, assenza di segnaletica. Videosorveglianza? Meglio non parlarne. Braccio di ferro costruttori-Campidoglio sulle responsabilità dei ritardi . L’assessore Improta chiede risarcimenti per il mancato rispetto del cronoprogramma. a pagina 6
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PRIMO PIANO
SCENARI CI MANCAVA L'ENNESIMO PASTICCIO IMMOBILIARE
Senza i 300 milioni delle case per il Comune è fallimento sicuro La Giunta Marino si accorge solo ora che l'85% dei suoi inquilini è moroso e soltanto dopo le polemiche in Consiglio promette di vietare la vendita (con sconto ridotto dal 30 al 15%) a chi è in arretrato con i canoni mensili. Basterebbe chiedere all'Agenzia delle Entrate un controllo patrimoniale su redditi e proprietà per trovare i furbi (e farsi pagare) e aiutare chi campa con la pensione minima. Sempre che non si voglia solo far dei favori agli amici degli amici. E già si ipotizza di vendere 12.700 alloggi popolari. Senza neppure avere in mano un censimento aggiornato. Perché tanta fretta? di Leonardo Giocoli
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bbiamo scoperto che ridisegnare il logo di Roma (con tante palle che girano nello scudo ex SPQR), è il problema principale dell'amministrazione Marino. Buon per lui. Peccato che le prima pagine dei giornali anche nazionali questa volta - vengano dedicate allo scandalo della Delibera 88 che dovrebbe portare alla vendita di 571 immobili comunali di pregio (tra appartamenti e negozi), e all'ipotetico incasso di 309 milioni di euro. Quattrini indispensabili a far quadrare i conti 2015 di Roma Capitale. Una vendita immobiliare che da tempo andiamo scrivendo, andava portata avanti con maggiore trasparenza. Ora si scopre che solo il 15% degli affittuari del Campidoglio è in regola con il pagamento dell'affitto. E che il comune perde decine di milioni di euro l'anno di canoni non versarti. ""Eredità del passato", si autoassolve la giunta capitolina. Sì, è vero, peccato che alcuni contratti stiano in piedi da 20, 30 anche 50 anni. Quindi le responsabilità non saranno direttamente di Marino ma della sinistra (e un po' anche della destra) che ora guida il Campidoglio certo sì. Il problema è che per arrivare a conoscere questi dati c'è voluto lo scoppio di una rissa in aula, qualche esposto alla magistratura e pure l'attenzione mediatica che ha costretto la giunta a tirare fuori le carte. Ora l'assessore al Patrimonio, Alessandra Cattoi sembra cadere dal pero del buonsenso, come chi si risveglia bruscamente alla realtà. Bentornato buonsenso. Benvenuta nel mondo normale dottoressa Cattoi. Quale proprietario di casa si sogna di vendere a sconto un bene ad un inquilino moroso? Nessuno, ovviamente. Il Campidoglio ci rassicura che "sta pensando a criteri più stingenti". Una perplessità: non ci poteva pensare prima? Di più: la maggioranza ha dovuto frettolosamente presentare un maxiemendamento per correggere la delibera che aveva scritto. bella coerenza. Intanto - visto che il Milleproroghe ha sbloccato gli sfratti - non si può mandare la forza pubblica a far sloggiare quel 49% di occupanti senza titolo, magari accertandone il patrimonio liquido e immobiliare così da garantirsi il pagamento degli arretrati? Non è poi così balzana l'idea visto che c'è chi deve pagare anche 150 di affitti arretrati. Poi visto che Roma ha 7mila sfrattati da sistemare forse si potrebbero concedere le poche case sfitte (una quindicina) a questi, con una garanzia bancaria (si chiama fideiussione) per l'assolvimento del canone. Magari c'è qualche padre divorziato, o qualche mamma single con un reddito non più dignitoso che si potrebbe veramente aiutare concedendogli un canone agevolato, o un riscatto a sconto. Fin qui il residenziale. Poi ci sono gli oltre 200 immobili non resi-
denziali. Grazie alle insistenze (un po' strumentali, invero), di Lista Marchini e 5 Stelle sappiamo che ci sono prestigiosi ristoranti e società che non solo pagavano due lire per locali in centro storico, ma che per di più erano e sono morosi. Bene: visto che si tratta di società si fa presto: si manda un vigile e un agente di Equitalia con un bel decreto ingiuntivo. E poi vediamo se pagano rapidi e lesti come furetti. C'è poi da spiegare l'arcano delle sedi umanitarie in centro storico. Ben venga che il comune conceda locali a queste - quando sono vere e non dei paraventi - però in centro storico ci passano i turisti, mica i rifugiati. Che senso ha dare delle sedi a due passi dal centro per delle istituzioni di beneficenza che in teoria dovrebbero assistere i diseredati? Gli "ultimi", solitamente, non vanno a passeggio o fanno turismo. Magari i potrebbe pensare
il
anche alla concessione pluridecennale a titolo gratuito, magari più grande dell'attuale. Magari vicino ai centri di accoglienza (che sono fuori dal raccordo). Altro capitolo le sedi ai partiti, di qualsiasi orientamento. Che senso ha vendere un bene ad un partito (visto che tutti già non se la passano benissimo)? E' un sicuro mancato incasso. E Marino si può permettere (quasi) tutto tranne non incassare, perché altrimenti gli salta il bilancio 2015. C'è da chiedersi se l'improvvisazione al potere possa ancora funzionare. Marino, ancora una volta, questa volta soprattutto, supplichi il comando generale della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di dargli un uomo per portare a termine questa dismissione. Magari più di uno. Passare al setaccio fine la lista dei furbetti e dei morosi è un dovere di onestà e trasparenza. In Campidoglio
c'è già chi ipotizza di mettere sul mercato. «Dopo il patrimonio», esordisce il capogruppo di Centro democratico in Campidoglio, Massimo Caprari, «speriamo di proseguire con l'alienazione di 12.700 immobili Erp già contenuta in una delibera del 2007 nella consiliatura Veltroni, che potrebbe fruttare 6-700 milioni per mettere il bilancio comunale nei giusti equilibri e investire nell'acquisto di nuovi alloggi». Domanda pertinente: visto che la nuova società di gestione Prelios Integra, guidata da Nicolò Tarantino, si è classificata prima il 14 gennaio tra i 6 concorrenti, ma ancora non ha messo mano al patrimonio (edilizia popolare e residenziale), non si potevano attendere le 6/8 settimane necessarie a condurre un serio censimento tra i circa 45mila beni immobiliare del Campidoglio. Perché tanta fretta? Già, perché?
ORSINO
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Perché logica e buon senso non si trovano spesso nella stanze del Campidoglio
B
ogica e buon senso non abitano spesso nelle stanze del Campidoglio, ed è stata una settimana decisamente vivace. C'è stato di tutto, dalla decisione di vendere un pezzo di Eur per liberarsi della palla al piede di Fuksas e della sua "nuvola" ( complimenti all'assessore all'urbanistica Giovanni Caudo e al presidente dell'Ente Eur Pierluigi Borghini) ai turbamenti dell'assessore ai servizi sociali Francesca Danese di fronte ai disagi in cui il Comune costringe i Rom (replicano dal centro destra: le case popolari ai rom? Siamo su scherzi a parte). La stessa Danese la scorsa settimana aveva lanciato l'idea di assoldare i nomadi per la raccolta differenziata. C'è qualcosa che non va. Anche l'oggetto misterioso dell'Ente Città Metropolitana lascia perplessi, pochi soldi, zero competenze ma le poltrone sono già occupate. Mauro Alessandri (chi?) sindaco di Monterotondo, anni 35, diventa di fatto il vice di Marino, dovrà gestire la macchina di una organizzazione ancora confusa, senza capo né coda, ma che di appetiti politici ne ha già suscitati abbastanza. E la storia infinita della Metro C? L'assessore Guido Improta vuol fare pa-
gare le penali per i ritardi, il prefetto Giuseppe Pecoraro è preoccupato della assoluta mancanza di sicurezza. Ma non lo ascoltano. Dalla Regione segnali positivi e negativi. L'assessore allo sviluppo Guido Fabiani dà il meglio di sé con il testo unico sull'artigianato. Zingaretti pontifica e promette un pacco di milioni, ma pensa ad altro. E la cultura? A Roma dovrebbero essere protagoniste indiscusse, in prima linea dovunque, in realtà delle assessore Lidia Ravera e Marinelli si sente parlare pochissimo. In Campidoglio si spintonano (o peggio) il marchiniano Onorato e il presidente della commissione commercio Orlando Corsetti. Commercianti ed esercenti mordono il freno e masticano amaro. Pietro Lepore e Claudio Pica sono pronti a compromessi, ma l'assessore Marta Leonori li tiene a distanza. Meno male che ci sono i grillini in Regione e in Campidoglio a contrastare il potere, Marcello De Vito, Frongia, Raggi e Stefàno tirano fuori la vicenda del dirigente inquisito e dimissionato ma ripiazzato da Marino a capo dell'Anagrafe, bel colpo: Davide Barillari e Devid Porrello si battono come leoni alla Pisana e tengono sotto pressione la maggioranza. Con l'anti corruzione, la trasparenza, le nomine, il sindaco capitolino non c'azzecca mai. Anche il super giudice e super-assessore Alfonso Sabella, lascia la macchina sul marciapiede impunemente. Che lezione possono trarne i romani?
CHI SALE dall’alto Marcello De Vito, Guido Fabiani e Mauro Alessandri CHI SCENDE dal basso Alfonso Sabella, Pierluigi Borghini e Marta Leonori
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PRIMO PIANO
ETERNA EMERGENZA CHE NESSUNA AMMINISTRAZIONE L'EDITORIALE UNA HA SAPUTO O VOLUTO RISOLVERE
V
I nodi della questione rom e i turbamenti dell'assessore
iene da piangere, a guardare l’incapacità (ma ci sono alcuni che la definiscono scarsa onestà…) dei politici che hanno gestito Roma negli anni. Nessuna differenza - come dimostra anche lo scandalo rivelato dall’inchiesta “Mafia Capitale” - tra rossi, neri o bianchi. E una costante: l’interesse della comunità, nel nostro caso quella di Roma, non lo prendono mai in considerazione. La parola magica di chi gestisce, o ha gestito, la Capitale è “emergenza”, un termine nel cui nome tutto è sempre possibile, eventualmente anche ai margini o fuori dalla legge. Per esempio l’ ”emergenza rom”, in questi giorni sulle prime pagine dei giornali dopo che l’assessore Francesca Danese ha spiegato, con involontario umorismo, che si potrebbero utilizzare i rom per tenere pulita Roma “perché sono molto bravi nel recuperare i rifiuti e i materiali in disuso”; aggiungendo di essere convinta di poter chiudere in tre anni i “campi rom” della Capitale anche grazie alla concessione, agli stessi rom, di appartamenti nelle case popolari dell’Ater. Tutto questo, ovviamente, in risposta ad un’emergenza, quella rom. Un’emergenza, va detto subito, che emergenza non è. Se è vero che gli oltre cento insediamenti nei quali vivono i settemila rom residenti nella Capitale sono potenzialmente vere e proprie polveriere dove gli onesti convivono con pusher, ladri, lenoni e responsabili di ogni possibile traffico illegale, non si può certo “cadere dal pero” e “scoprire” oggi, come sembra essere accaduto all’assessore Danese, che nella Città eterna i rom vivono in campi che sono dei ghetti e che anche loro hanno diritto “alla casa”. Sono anni, anzi decenni, che le cose stanno così e questo, va detto, soprattutto per colpa dei politici. Contrariamente a quanto avvenuto in altre città, a Roma i sindaci – da Francesco Rutelli a Gianni Alemanno, passando per Walter Veltroni – hanno tutti scelto di sistemare i rom
questa è una scoperta abbastanza tardiva, ci si accorge ora che sono posti che sembrano usciti dal “Gomorra” di Roberto Saviano, dato che vi vengono bruciate, per eliminarle, sostanze nocive dannose per la salute (di tutti i cittadini romani, non soltanto dei rom). Ancora più terra a terra: cosa si è fatto per garantire che i bambini rom possano frequentare la scuola? E’ infatti l’ora di finirla con l’affermazione che i rom sono nomadi e non li si può costringere in un posto. Lo dimostra il fatto che il numero dei rom di Roma è stabile da almeno quindici – venti anni, dopo l’arrivo delle ondate provenienti da ex Jugoslavia e Romania. I politici capitolini li rinchiusero nei campi-ghetto allora, e oggi sono ancora lì. Dopo che sono stati spesi senza risultato i soldi che avrebbero dovuto servire per il loro inserimento. Oggi, dopo le scelte dei governanti capitolini per i rom, la proposta dell’assessore Danese di mettere al servizio della città la loro bravura nello svuotare i cassonetti appare a dir poco lunare, offensiva. E poi vuol dire che chi governa non è informato, non sa cosa deve fare: si dà il caso infatti che un progetto del genere è già stato realizzato negli anni novanta– vedi la città di Reggio Calabria – con finanziamenti europei e la creazione di apposite cooperative; e con ottimi risultati. A Roma una proposta analoga presentata quasi dieci anni fa non ha mai avuto risposta. Basta questo esempio per mostrare il pressapochismo dell’attuale Giunta. Atteggiamento che accompagna anche l’altra proposta della Danese, quella di aprire ai rom le case dell’Ater. Visto che sono stati ghettizzati e sono fuori da ogni controllo, come valutare se i rom hanno i requisiti per chiedere l’assegnazione di alloggi dell’Ater? Nessuno nega che i rom siano diventati un problema. A loro, i verbali delle forze dell’ordine lo dimostrano, si devono addebitare molte responsabilità. Corresponsabili, per non avere una politica di integrazione, sono però i dirigenti capitolini. Quelli di ieri e gli “apprenti sorcier” di oggi.
Diritti non garantiti (forse) ma anche doveri (non assolti), tanti equivoci (chi sono veramente gli abitanti dei campi, autorizzati e abusivi) e tanti soldi spesi (male) per favorire altri (i protagonisti di Mafia Capitale?) ma non i nomadi. In mezzo squallore, tanta ipocrisia e tanti reati di Carlo Rebecchi
in campi ad hoc, invece di attuare una vera politica di integrazione sociale. Chissà come mai; che sia stato perché la creazione e la gestione dei campi fa “girare” un bel po’ di soldi? E’ a questo che conviene guardare, per poter valutare meglio le idee, in linea di principio ottime, se bene inquadrate, dell’ assessore Danese. Tra il 2011 e il 2014, per l’inclusione dei settemila rom residenti a Roma il Campidoglio ha speso quarantadue milioni di euro. “E non sappiamo davvero dove siano finiti” diceva ai giornalisti, poco più di un anno fa, un funzionario del Comune. Che siano andati in parte ai protagonisti di Mafia Capitale è probabile. Certo non sono serviti a rendere sopportabile la vita nei campi se l’assessore Danesi, che pure le emergenze sociali romane le segue da anni, è
rimasta sconvolta dalla visita fatta poco tempo fa alla Best House Rom di via Visso, dove ha scoperto che 288 rom, di cui circa 150 minori, vivono in una struttura gigantesca e senza finestre. Un lager, insomma. Eppure per il superamento di situazioni come questa il prefetto Pecoraro aveva dato nel 2008 al Campidoglio 32 milioni del “Piano Nomadi”, più dieci milioni annui per la gestione dei 127 campi (abusivi, tollerati e di solidarietà). Certo, l’assessore Danese non è responsabile dell’operato della Giunte che hanno preceduto quella di Ignazio Marino che comunque, da quando si è insediata, non ha proprio dato l’impressione di fare il massimo per far rispettare la legge e chiudere i quasi certo insediamenti abusivi della Capitale e dintorni. Dove, anche
segue dalla prima pagina
NONCIPOSSOCREDERE
Dirigente indagato? Marino lo premia affidandogli l’Anagrafe
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l sindaco si giustifica e lega la sua decisione a questioni, a parer suo, di carattere giuridico. «La ricollocazione in un incarico dirigenziale di Walter Politano, che aveva rimesso il suo mandato da direttore dell'area Anticorruzione di Roma Capitale dopo il suo coinvolgimento nell'inchiesta Mafia Captale, è obbligatorio per legge», si legge in una nota. Il fatto, afferma Marino, che «il dottor Politano sia indagato, infatti, non costituisce motivo di sospensione sine die dall'affidamento di un incarico dirigenziale: l'attuale incarico
non si può in alcun modo configurare come una promozione». Politano, in sostanza, alla faccia dei magistrati che indagano su di lui, ha trovato uno “sponsor” importante, il primo cittadino che gli ha trovato un bel posto al sole: sarà infatti dirigente dell’ufficio decentramento amministrativo, quello che si occuperà della nuova struttura complessa amministrativa, anagrafe, liste elettorali, stato civile. No, non è uno scherzo. Alla notizia, circolata negli ambienti politici, il Movimento 5 Stelle ha reagito immediatamente comunicato il proprio
disappunto. Un resa totale ai moti di cambiamento della politica messa in campo da Marino, una ferita che incide profondamente sul modus operandi dell’amministrazione comunale. «Ecco la meritocrazia di Marino, se sei indagato per mafia vieni subito promosso» è la dura dichiarazione dei consiglieri 5 stelle De Vito, Frongia, Raggi e Stefàno. Il M5S Roma si chiede, in effetti, come sia possibile che un dirigente dell’amministrazione come Italo Walter Politano, indagato per associazione mafiosa nell’inchiesta su mafia capitale, possa essere scelto
dal sindaco per continuare a ricoprire incarichi di rilievo. Tra le altre cose occorre rilevare che il dirigente rimosso guidava non un servizio qualunque, ma l’ufficio anticorruzione del Campidoglio. E dunque per il M5S Roma sono doppie le ragioni di opportunità politica, ma anche sostanziali, che avrebbe dovuto valutare il sindaco prima di fare questa scelta. Ora si può affermare, senza essere smentiti, che un indagato per mafia ha in mano tutti i dati sensibili dei cittadini romani. Bel colpo, sindaco. Stef. Pas.
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IN PRIMO PIANO LA SCATOLA VUOTA DELLA CITTÀ METROPOLITANA
Pochi soldi e zero competenze, ma le poltrone sono già occupate Un debutto per finta, una cattedrale nel deserto, al di là del passaggio di consegne tra il prefetto-commissario Riccardo Carpino e Ignazio Marino non c’è nulla e la cosa non sembra interessare a nessuno. Ma sono arrivate le prime nomine: capo segreteria, Ivana della Portella, e vice sindaco, Mauro Alessandri. Ed è stato approvato lo statuto che porta la novità dell’elezione diretta dei consiglieri (prima si votavano tra di loro gli eletti). Manca tutto l’impianto: funzioni, soldi da spendere, programma. Mentre i sindaci dell’hinterland, dopo mesi di emergenza maltempo, sono alle prese con strade dissestate e chiamano la Provincia per interventi urgenti di Giovanni Santoro
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n debutto per finta. È quello della Città metropolitana di Roma, il super Comune della Capitale che insieme ad altre 120 amministrazioni locali dal primo gennaio di quest’anno ha sostituito la defunta Provincia. Una cattedrale nel deserto, però, perché al di là del passaggio di consegne tra il prefetto-commissario Riccardo Carpino e Ignazio Marino c’è il vuoto intorno. Certo sono arrivate le prime nomine: capo segreteria, Ivana della Portella, e vice sindaco, Mauro Alessandri. Ed è stato approvato lo statuto che porta la novità dell’elezione diretta dei consiglieri (prima si votavano tra di loro gli eletti). Ma manca tutto l’impianto: funzioni, soldi da spendere, programma. Un mosaico difficile da comporre, un gioco a incastro più simile a un cubo di Rubik che a una cartografia di scienza della politica. Dopo la battaglia tra correnti, per portare i fedelissimi dei big nel consiglio di palazzo Valentini, il silenzio più assoluto. Il nodo è che la riforma studiata dal sottosegretario
L’unica novità è l’eleGraziano Delrio, la zione diretta: cittalegge 56 del 2014, dini richiamati al esiste solo sulla voto per le Province carta. Un sistema che dovevano essere amministrativo cancellate, mentre vuoto di idee e pieno prima toccava a sindi personale da ricoldaci e consiglieri locare. Secondo le rieleggersi da soli. Il l e v a z i o n i secondo sprint, indell’Unione delle vece, è quello del goProvince (Upi), il verno Renzi che ha Lazio – insieme ad Mauro Alessandri tagliato un miliardo altre 7 giunte regionali – ha approvato solo delle delibere di finanziamenti statali, con la legge di di giunta, impegnandosi a presentare stabilità. delle proposte legislative sulla distribu- Senza soldi e senza competenze. Ma zione delle competenze. Eppure le ele- entro marzo vanno comunque indivizioni del nuovo ente si sono celebrate il duate le persone che dovranno restare in via IV Novembre e quelle da mettere 5 ottobre dello scorso anno. Da allora una sola corsa, per non incap- in mobilità. Che presuppone la conopare nella reprimenda di palazzo Chigi, scenza di una nuova destinazione per i è stata quella per l’approvazione dello lavoratori. Spetta al Campidoglio e alla statuto. Chiuso in fretta e furia prima di Pisana fare una ricognizione dei vuoti Natale, con i primi cittadini dell’hinter- in organico, fino ad oggi nessun piano è land che sono stati estromessi dalla stato stilato. scrittura del regolamento; nonostante Manca, in realtà, anche un altro pezzo Marino, entusiasta, celebrava la condi- della pseudo riforma: una parte che si è visione nella stesura delle norme. perso per strada. Entro ottobre, infatti,
bisognava riorganizzare - in un’ottica di efficienza - la rete periferica. Nessuno, però, ha visto quel programma. Così nei Castelli hanno deciso di fare da soli. Contare quanto Roma è impossibile, per questo 6 Comuni (Castel Gandolfo, Ariccia, Nemi, Genzano, Lanuvio e Albano) si sono seduti intorno a un tavolo con la convinzione di associarsi per offrire dei servizi migliori. E più economici. In primis nel trasporto pubblico locale, settore in cui i trasferimenti regionali sono scesi, nel 2014, del 25%. Allo studio anche piani idrici, pubblica sicurezza e pianificazione ambientale. Il super sindaco Marino, invece, ha provveduto a distribuire i primi incarichi. Ivana Della Portella, ex presidente di Zetema ed ex consigliera comunale rimasta fuori nella scorsa tornata elettorale, è pronta a rimettersi in sella con il ruolo di capo-segreteria e 70mila euro l’anno di retribuzione. La numero uno dell’ufficio stampa dovrebbe essere la giornalista di Radio città futura e Panorama Claudia Daconto. Il braccio destro del primo cittadino, nell’area metropolitana, sarà Mauro Alessandri. Un tren-
AULA GIULIO CESARE DELIBERA 88 E DINTORNI, AMMINISTRAZIONE DETERMINATA A VENDERE GLI IMMOBILI DI PREGIO. MA L'IMPIANTO NON REGGE
La lunga battaglia contro i poteri forti ulla delibera n. 88 la battaglia è aperta da giorni in Aula. Si susseguono le convocazioni del consiglio comunale ormai tutti i giorni della settimana. Ad oggi le forze politiche di maggioranza e di opposizione hanno presentato oltre 7000 emendamenti, quasi 1000 sono del M5S capitolino. L’opposizione di centro destra sembra poco credibile poiché si scaglia contro una operazione che in realtà aveva proposto tale e quale durante la giunta Alemanno. IIl Movimento 5 Stelle continua con un pressing martellante. Dalle quattro pregiudiziali presentate sulla legittimità statutaria della delibera si evince che “senza i prezzi di vendita dei singoli immobili
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non è possibile per esempio emendare un valore anormalmente basso di un immobile o ancora è possibile ipotizzare che si potranno vendere gli immobili al prezzo che vogliono, tenuto conto della totale indeterminatezza dell'oggetto del provvedimento”. Più chiaro di così. La pressione ha spinto la maggioranza ad un parziale dietrofront con la presentazione di un maxi emendamento sollecitato dalla Giunta per modificare la delibera. E' il gioco delle parti, ma non regge. E' l’impianto della delibera n. 88 a non essere accettabile in termini di merito se si deve conseguire il risultato della valorizzazione delle risorse a favore della collettività. Insomma la sensazione è che
dietro alla “Affittopoli” rimbalzata in questi giorni su tutti i giornali vi sia comunque il tentativo di garantire privilegi o favori del tutto immotivati a chi ha abitato per anni negli immobili del Comune, a canoni irrisori, in case di pregio in centro città e non solo. Non c'è altra spiegazione. E si deve considerare che tali condizioni di privilegio sono presenti anche per gli immobili commerciali. E’ chiaro che tale patrimonio debba essere oggettivamente valorizzato in altro modo con affitti quantomeno a prezzo di mercato garantendo naturalmente gli inquilini con i redditi più bassi. Senza svendere con maxi sconti ad inquilini per la gran parte morosi. Il fiume di emenda-
menti in aula ci restituisce l’immagine di uno scontro in cui la resistenza dei poteri forti prevarica anche l’inequivocabile riconosciuta ingiustizia sociale. “The Powers That Be”, letteralmente, “i poteri che sono”: è l’espressione che usano gli americani per indicare il potere costituito, i poteri forti, l’establishment dominante. Emana un'idea di ineluttabilità, la forza di ciò che è reale. Lo si legge anche nell’ultimo e dotto libro di Federico Rampini. Si adatta perfettamente alla situazione di Roma.Lo scrittore giornalista si riferiva al potere dei banchieri. Ma forse l'accostamento non è poi così peregrino. Sandro Gugliotta
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PRIMO PIANO
Riccardo Carpino, ex commissario della Provincia di Roma
Ivana della Portella tenne professore, già alla sua seconda esperienza alla guida di Monterotondo. E qui si chiude la sua biografia. Ma non la partita che lo ha portato sul secondo scranno più importante di palazzo Valentini. È uscito vincitore nell’eterna guerra del Pd romano, grazie a sponsor di peso come i senatori Bruno Astorre e Carlo Lucherini, insieme al capogruppo re-
gionale Marco Vincenzi. Nomina facilitata dall’inchiesta Mafia capitale, che ha coinvolto anche il recordman di preferenze Mirko Coratti e lo ha escluso nello sprint decisivo. Alessandri ha battuto avversari come Gianni Paris, l’eletto in Campidoglio che Marino avrebbe voluto promuovere nel nuovo ente. Per lui ci dovrebbe essere un posto tra i delegati. In compagnia dei colleghi
dem Dario Nanni (renziano, sostenuto dal sottosegretario Angelo Rughetti), lo zingarettiano Marco Palumbo e Orlando Corsetti (vicino all’ala Noidem di Gasbarra e Marroni). Le due donne dovrebbero essere la vendoliana Gemma Azuni (Sel) e Svetlana Celli, della lista civica Marino e sponsorizzata dal consigliere alla Pisana Gianluca Quadrana. Così se la pace è fatta, a parole, ricom-
ponendo gli equilibri delle varie anime del Partito democratico, tutto il resto è ancora in fase embrionale. Mentre i sindaci dell’hinterland, dopo mesi di emergenza maltempo, sono alle prese con strade dissestate e chiamano la Provincia per interventi urgenti, almeno la partita delle nomine si avvia alla conclusione. La scatola è vuota, le poltrone sono già tutte occupate.
IN CONTROLUCE / “Rome & you”, bocciato all’unanimità . Ma ce lo dobbiamo tenere
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ostalgia canaglia, verrebbe da pensare guardando il nuovo logo, anzi uno dei nuovi loghi di Roma, che il sindaco Marino ha estratto dal suo cilindro senza fondo. Una scritta in inglese “Rome & you” che campeggia sullo scudo rosso, depauperato pure della corona a favore di cinque palline colorate. Nostalgia canaglia, per i tempi ormai lontani di Pittsburgh, la città americana nella quale Ignazio Marino, allora soltanto uno stimato medico, ha vissuto e lavorato per anni. Il sodalizio si è poi interrotto per motivi personali e professionali sui quali non indaghiamo nell’ovvio rispetto della privacy (e tacciano le malelingue del web che disseminano in rete missive di fuoco), ma la nostalgia è rimasta. Ed ecco quel “Rome & you”. bocciato all’unanimità: dai comuni cittadini che si sono presi la briga di rispondere al sondaggio voluto dall’Ansa, dai linguisti, dai politici. Mai Marino aveva
Quanto costerà il nuovo logo? Nessuno ha il coraggio di dircelo Il Campidoglio non ha il coraggio di spiegare che tutte le scritte del Comune dovranno essere sostituite, e magari anche le divise e i fratini dei vigili urbani. E gli stampati, i documenti, le mappe e le guide, i permessi Ztl? Un disastro compattato la città in questo modo. Ma c’è dell’altro. Perché a ben guardare di loghi ora Roma ne ha tre. L’accorto sindaco ha infatti specificato che il vecchio logo con lo scudo, la sigla SPQR e la scritta Roma Capitale rimane sui documenti ufficiali; c’è poi un logo istituzionale, nel quale scompare l’attributo “capitale” a favore della semplice scritta Roma che affianca il tradizionale scudo con
la tradizionale sigla. E infine il logo relazionale, quell’inglesismo o americanismo, come preferir si voglia. E qui cominciano i problemi. Perché se cercate su internet “roma capitale”, arriverete al
sito istituzionale con il vecchio logo istituzionale, completo di attributo e sigla. Se invece cercate “comune di roma” finite dritti nel sito forse non istituzionale del Campidoglio, dove le cinque palline che hanno sostituito la corona spiccano in un trionfo di giallo, arancio e rosso. Dunque questo secondo sito è considerato relazionale e non istituzionale? E da chi? E perché?
Sofismi. In realtà, dal sindaco gradiremmo qualche chiarimento. Per cominciare: la scritta “Polizia Roma Capitale” che campeggia sui fratini dei vigili urbani, sui berretti, sulle divise estive, sulle fiancate delle auto e delle moto in loro dotazione, è destinata anch’essa ad essere sostituita dalla semplice parola “Roma”? E quanto costerà l’intera operazione? Per quanto riguarda il logo relazionale, quello in inglese per capirci, comparirà anche sui vari prodotti editoriali come la “Charta Roma”, la “Charta Ostia”, la “Charta Ostia antica”, destinate ovviamente a turisti e visitatori? E in tal caso, le scorte delle varie mappe e guide già stampate verranno esaurite o finiranno al macero per essere immediatamente sostituite con pubblicazioni che rechino il nuovo logo? E, ancora una volta; quanto costerà? Al sindaco Marino l’ardua risposta. Maria Pia Miscio
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PRIMO PIANO
IL CASO METRO C
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etro C, capolinea Monte Compatri/ Pantano. L’ u t e n t e scende dall’ultima corsa, quella delle 18, in una stazione avveniristica: futuro anticipato dal treno driveless, cioè senza conducente. Oltrepassati i tornelli, e giunti nel parcheggio per recuperare l’auto, il nulla. Poche luci, la speranza di essere videosorvegliati crolla alzando lo sguardo al cielo: le telecamere poste sui pali dell’illuminazione pubblica sono coperte da buste di plastica nera. Anche queste non sono in funzione. Il senso di insicurezza cresce, in una fermata dove sono già state arrestate 7 persone, dall’inaugurazione di novembre 2014, per spaccio. Stessa scena a Finocchio e Borghesiana. Sicurezza e decoro: sono queste le principali problematiche riscontrate dall’amministrazione di Ignazio Marino, durante i sopralluoghi notturni lungo la terza linea metropolitana di Roma. Stavolta l’allarme non arriva dai cittadini o dagli amministratori locali, ma dalla vice capo di Gabinetto del Campidoglio, Rossella Matarazzo. È sua la firma sul documento che certifica lo stato delle cose. Mentre l’assessore alla Mobilità, Guido Improta, annuncia penali per i ritardi nei lavori e il consorzio dei costruttori rilancia chiedendo il pagamento delle somme dovute, il caos resta sempre lo stesso. La scelta di analizzare ogni singola stazione è del prefetto Pecoraro, e arriva nel corso della riunione del comitato per l’ordine pubblico e sicurezza sulla Metro C, 2 giorni dopo l’apertura. Giri di notte, in aree con pochi servizi per i pedoni su un tappeto di siringhe. In primis le criticità riguardano i sottopassaggi trasformati in discariche. Gravi le condizioni a Torre Angela, dove i “due camminamenti tra via Toraldo e via Boldù –
LA STORIA INFINITA DI UN’OPERA CHE CAMBIERÀ LA VITA A CENTINAIA DI MIGLIAIA DI ROMANI
Tra promesse e penali un grande buco nero: la sicurezza delle stazioni Questione prioritaria per il prefetto Pecoraro assieme a quella del decoro. Sottopassaggi ridotti a discariche, assenza di segnaletica. Videosorveglianza? Meglio non parlarne. Braccio di ferro costruttori-Campidoglio sulle responsabilità dei ritardi L’assessore Improta chiede risarcimenti per il mancato rispetto del cronoprogramma di Giovanni Santoro
scrive Matarazzo – sono invasi da immondizie varie”. Senza dimenticare i “4 lampioni presenti nel tratto, che non risultano funzionanti”. Stesso discorso a Grotte Celoni, ma qui a essere in sofferenza sono anche gli attraversamenti di superficie. Impossibile, ad esempio, attraversare la Casilina per “la totale assenza di impianti semaforici”. Capitolo comicità a Torre Maura. Segnaletica assente, lì
dove manca addirittura il nome della fermata. Anche a Torrenova si ride – per non piangere – per altri motivi, però. Qui “le porte antipanico immettono in un’area privata, recintata e che non permette il naturale deflusso o rendendo problematico l’accesso dei mezzi di soccorso”. In pratica una via d’uscita senza uscita, dove è più facile restare intrappolati che mettersi in salvo in caso di necessità. A Giardi-
netti, invece, situazione opposta: “La zona posta sul lato sinistro non risulta recintata, tanto che intrusi potrebbero agevolmente arrivare in prossimità dei binari”. Mentre in via delle Tuberose, che dovrebbe rappresentare l’ingresso ‘lato quartiere’, la strada è chiusa perché il Campidoglio ha dimenticato di andare avanti con l’esproprio. A Monte Compatri l’immagine non è così diversa. Nonostante la
minaccia del sindaco Marco De Carolis di boicottare l’apertura della Metro C - fu necessario l’intervento del collega di Roma per evitare il peggio - nulla è cambiato. Segnaletica inesistente, sovrappassi pedonale cancellato dai progetti (nonostante i 7 morti in un anno) e il surrogato semaforo neppure messo in funzione. Luci attivate solo in parte dopo innumerevoli segnalazioni. “Totale insensibilità”, tuona il primo cittadino compatrese. Non solo. Per la soap opera della terza linea metropolitana c’è anche il caso penali. Perché l’assessore Improta, dopo i lavori lumaca del costruttore, è deciso a far pagare risarcimenti per il mancato rispetto del cronoprogramma. Il Comune chiede, per ogni giorno in più, 130mila euro. Totale dovuto da Caltagirone&Co., secondo il titolare della Mobilità, circa 32 milioni di euro. Perché Lodi dovrebbe aprire in estate, 8 mesi dopo dalla data stabilita sulla tabella di marcia. Mentre per gli extra costi riconosciuti al general contractor, 368 milioni di euro concessi nel 2013, la procura capitolina indaga 10 persone per abuso d’ufficio e truffa allo Stato. “I ritardi? Per colpa del Campidoglio”, si giustificano le imprese che hanno realizzato l’opera. E così il consorzio presenta il conto da oltre 140milioni di euro per pagamenti mai arrivati. “Attese superiori a un anno – hanno scritto– determinano un danno erariale per interessi maturati, di cui i responsabili pubblici dovranno rispondere”. Tutto mentre arriva l’annuncio di allungare l’orario di apertura fino alle 21.30 e di far proseguire l’infrastruttura fino alla Farnesina. Peccato che fino ad ora i dati parlino di fallimento. I treni, infatti, sfrecciano vuoti. Perché i romani preferiscono ancora il bus, con il 105 che viaggia in condizioni da terzo mondo. I pendolari preferiscono la calca all’insicurezza.
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L’OPINIONE
CRONACHE
di Alberto Pica
Leonori e Corsetti, se in Campidoglio la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra
A
memoria di dirigente sindacale di lungo corso, questa non l'avevamo mai vista. Un assessore, Leonori, che in grande segretezza predispone un nuovo regolamento sulle occupazioni di suolo pubblico e stravolge i meccanismi di calcolo delle tariffe per il pagamento del canone. Una
Commissione Consiliare Commercio, con il suo presidente Corsetti e i suoi altri componenti, di maggioranza e di opposizione, che lavora per mesi allo stesso obiettivo, e viene a sapere lo stesso giorno in cui si accinge a presentare il lavoro svolto alle associazioni di categoria, che l'assessore li ha anticipati, facendo approvare in Giunta, appunto in tutta segretezza, la nuova delibera sui tavolini e il nuovo metodo di tariffazione. Come dire che in Campidoglio la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra.... E allora non pos-
siamo mascherare lo sconcerto di constatare come l'Amministrazione Capitolina risenta clamorosamente della frattura che lacera i rapporti tra la sua Giunta e la rappresentanza degli eletti in Consiglio, dove anche i componenti della maggioranza, vedi Orlando Corsetti rimane all'oscuro di quanto accade e di quali obiettivi si prefigge l'assessore di riferimento che ... milita nello stesso partito. Uno spettacolo che imbarazza chi vi assiste dall'esterno e da addetto ai lavori, ma dovrebbe imbarazzare di più chi muove i fili del governo
della nostra città, che nel frattempo continua a non vedere segnali di rinascimento in termini di decoro, pulizia, sicurezza ed offerta di pubblici servizi e le cui attività produttive, il piccolo commercio in particolare, non riescono a levarsi da dosso gli effetti della perdurante crisi economica. A questo proposito, significativo l'articolo di Dario Di Vico apparso sulle pagine nazionali del Corriere della Sera, dove da statistiche ufficiali abbiamo scoperto che a Roma il numero di bar e ristoranti che chiudono continua ad essere superiore a
IL PRESIDENTE DELLA ASSOCIAZIONE, L’INTERVISTA PARLA GIULIO ANTICOLI
Botteghe storiche, forse stavolta si parte davvero Meno di duecento quelle riconosciute, un migliaio quelle rimaste. Con il nuovo testo unico sul commercio cambierà parecchio, grazie anche al fondo rotativo di tre milioni. Il Comune ha già concesso uno sgravio dell’Imu. Resta il fatto che non c’è una tutela reale di Sabato Angieri
B
otteghe Storiche. In una realtà come quella romana rappresentano parecchio, tradizione, cultura, abitudini, tutto quello che alla fine concorre ad identificare l’anima di una città. Rappresentano ma non contano, non vengono tutelate abbastanza, non vengono valorizzate affatto. Ne parliamo con Giulio Anticoli, il presidente di Cna Roma Città Storica e Associazione Botteghe Storiche di Roma. Presidente, ci inquadri il fenomeno delle botteghe storiche, quali caratteristiche deve avere un esercizio per essere riconosciuto come tale? Innanzitutto è necessario avere cinquant'anni di attività e continuità familiare nella gestione, possibilmente nello stesso edificio, altrimenti, nello stesso municipio. Quali vantaggi ha, oggi, un esercizio riconosciuto "bottega storica"? C'è da dire che fino a pochissimi giorni fa il vantaggio non esisteva. Per questo motivo infatti nessuno richiedeva lo status di "bottega storica" pur avendo i requisiti che le illustravo prima. Oggi, invece, anche grazie all'Associazione Botteghe Storiche, la regione Lazio sta approvando un Testo Unico sul Commercio che prevede tre milioni di euro come fondo rotativo destinato a questi esercizi a un tasso agevolato e senza passare per le banche entro una certa somma. C'è
Giulio Anticoli, il presidente di Cna Roma Città Storica e Associazione Botteghe Storiche di Roma stato, inoltre, uno sgravio dell'IMU da parte del Comune e stiamo lavorando ad una legge nazionale in collaborazione con la senatrice Valentini (Pd) che tuteli le botteghe storiche in maniera efficace. Quali sono i tempi per l'approvazione di questo Testo Unico sul Commercio? Dovremmo essere in dirittura d'arrivo, so che c'è stato un po' d'ostruzionismo da parte delle opposizioni che hanno presentato in Consiglio Regionale un testo con duemila emendamenti e quindi i lavori al momento sono rallentati. Ci può dare dei dati rispetto al numero di botteghe storiche a Roma e la loro divisione in categorie? Quelle riconosciute sono 198 ma il nu-
mero effettivo si aggira tra le 700 e le 1000 unità; come le accennavo, siccome fin'ora non c'erano di fatto vantaggi, molti non avevano interesse ad iscriversi all'albo ma credo che dall'approvazione del Testo Unico le cose cambieranno. Per quanto riguarda la suddivisione in categorie ne abbiamo varie: abbigliamento, enogastronomico, musicale, artigianato ecc.. ce ne sono molte e negli ambiti più disparati. Quante persone lavorano in questi esercizi? Noi abbiamo calcolato una media di due/tre dipendenti per esercizio, poi ce ne sono alcune che hanno fino a quarantacinque dipendenti e sono delle vere e proprie aziende di media grandezza e altre dove lavora solo l'artigiano senza nessun aiuto. Rivendicazioni. Che cosa
chiedete? Una bottega storica per essere tutelata, dovrebbe essere riconosciuta e paragonata a un bene museale. Pensi che alcune hanno delle sedi che sono delle vere e proprie attrattive, immagini il turista che magari viene dagli Stati Uniti e non ha mai visto una cosa del genere; ciò nonostante, siccome il diritto di proprietà è inalienabile non si può procedere in questa direzione. Infatti, quando la proprietà decide di non volere più la b. s. nei suoi spazi, cambia attività e cancella quello che c'era prima: è il caso del Caffè della Pace. Purtroppo al momento non c'e nessuna possibilità di tutela reale perché questo non avvenga. Aggiunga che gli affitti al centro stanno schizzando alle stelle ed ecco che si trova di fronte l'abbandono della bottega artigiana o, ad esempio, di un orafo che ha forgiato anelli per il Papa. Esiste un "itinerario suggerito" per i turisti o una mappa da offrire alle varie associazioni di promozione del territorio? Non c'è uno strumento specifico. Noi abbiamo portato avanti un percorso in quella direzione con gli artigiani dell'Urbe, attraverso l'associazione "Botteghiamo" che si occupa di difesa e promozione degli esercenti. Ci parli dell'associazione. "Botteghiamo" è un progetto che ci era stato presentato, l'abbiamo ritenuto valido e abbiamo richiesto dei finanziamenti per realizzarlo. E' un ottimo strumento però ci sarebbe lo stesso tanto da fare, anche se qualcosa inizia a muoversi.
quelli che aprono. E dove il 25% di chi, spesso giovani attirati dalla moda (sospinta dalle trasmissioni televisive di genere) di intraprendere il business della ristorazione, chiude dopo 4 anni per carenza di managerialità sul campo e dilapida un capitale, spesso messo a disposizione dai genitori, tornando a far parte della troppo folta schiera dei disoccupati. Ma la politica romana di quanto accade in città sembra non curarsene più di tanto, evidentemente distratta da altro che i comuni cittadini non sanno e non debbono sapere.
Non se ne esce, slitta l’ok su tariffe Cosap e occupazione suolo pubblico litta l’ok del Campidoglio sulle nuove tariffe Cosap e occupazione del suolo pubblico. Ancora non si è trovata una quadra sul come calcolare la tassa in modo ponderato a seconda delle zone di Roma. Si rischia che in piazza del Colosseo si paghi di meno rispetto al passato. E la delibera potrebbe essere anche eliminata dalle propedeutiche al bilancio 2015 ed essere approvata in Aula in un secondo momento. Le commissioni capitoline Commercio e Bilancio, riunitesi martedì in seduta congiunta, non hanno votato il parere favorevole alla delibera propedeutica. «Ci sono delle perplessità sull’indicizzazione delle strade e sui coefficienti che danno le tariffe – spiega il presidente della commissione Bilancio Alfredo Ferrari – Se nelle prossime ore si riesce a formulare una proposta condivisa allora la delibera della Cosap può essere votata con il bilancio sennò troveremo altre vie». «È emerso che la classificazione delle strade, indispensabile per la città, in alcuni casi non risponde alle esigenze del commercio – commenta il presidente della commissione Commercio Orlando Corsetti – Tanto per fare un esempio oggi a piazza del Colosseo si paga al giorno 0,79 centesimi al metro quadrato, più la tassa degli ombrelloni che corrisponde a 65 euro l’anno al metro lineare. Con la proposta di delibera, oltre allo sconto sugli ombrelloni, la tariffa Cosap passerebbe a 0,73. Ed è impensabile che l’amministrazione svenda l’occupazione di suolo pubblico. Avere 10 tavolini davanti al Colosseo significa avere un grande business. A Trastevere, invece, nel mercato di piazza San Cosimato, che ormai sta morendo, le tariffe si quadruplicherebbero».
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CRONACHE
QUI PISANA I RIFLESSI DELLA OPERAZIONE LISTA PERILLAZIO
Zingaretti si allena in consiglio per una eventuale sfida a Renzi? L’eterogenenità di quel listino può rappresentare un modello alternativo da presentare all’elettorato democratico al primo scricchiolio della leadership del premier. Ma c’è anche da considerare l’effetto boomerang della confluenza di quei consiglieri nelle file del Pd regionale: equilibri territoriali sconvolti e pericolosi dualismi in provincia
L’
evoluzione delle dinamiche interne alla Pisana continua ad arricchirsi di nuovi capitoli. Marta Bonafoni ha annunciato in una conferenza stampa alla presenza di Zingaretti il suo passaggio a Sel. Il presidente, forse involontariamente, ha spiegato le ragioni della chiusura del listino Per Il Lazio quando ha ricordato che “Io ho fatto le mie scelte con il sostegno delle forze politiche che mi hanno dato autonomia totale: cosi' la direttrice di Radio Popolare si e' trovata seduta accanto a un ex comandante dei carabinieri e all'ex presidente delle Acli”. Una ammissione interessante, quella del governatore, l’eterogeneitá è servita a vincere le elezioni ma ha dimostrato tutti i suoi limiti nell’azione politica portata avanti dal listino bloccato. Dall’insediamento c’è stata scarsa considerazione per le proposte di quel gruppo di consiglieri da parte dei colleghi della maggioranza e ci sono stati malpancismi di alcuni esponenti PD verso, per esempio, la lotta ai vitalizi intentata dalla Petrangolini e risolta frettolosamente in una norma che in realtà non risolve nulla. Zingaretti sembra vedere nel ‘metodo Pisana’ la migliore alternativa da presentare all’elettorato
democratico al primo scricchiolio della leadership renziana, una corsa verso lo scenario nazionale puntellata da una visibilitá superiore a quella degli altri presidenti regionali e da alcuni risultati che promuovono un ‘modello Lazio’ vincente. Le sue speranze rischiano peró di infrangersi contro una realtá politica differente, l’ingresso nel PD dei consiglieri di PerilLazio, eletti senza preferenze, muta infatti i fragili equilibri territoriali, con pericolosi dualismi in provincia che possono convertirsi in correnti e marosi difficili da governare. Oltre le dinamiche politiche resta peró una regione da amministrare e provare a far riemergere: ben vengano quindi testi di legge come quello recentemente approvato all’unanimitá sull’artigianato, prodotto del lavoro condiviso di tutto il Consiglio, che dovrebbe riuscire a portare fondi comunitari nelle casse di chi prova ancora a vivere del proprio mestiere nel Lazio. Non di sole leggi vive l’uomo, l’augurio é quindi quello che la politica possa finalmente mettere da parte interessi estranei a quelli della cosa pubblica per risolvere quei nodi che asfissiano la nostra regione: i rifiuti, l’occupazione, i trasporti e, ovviamente, la sanitá. E.F.
Marta Bonafoni con Nicola Zingaretti
La beffa dell’AMA e quella dell’ACEA
A
fine 2013 sono riuscito ad acquistare (udite, udite! Le banche mi hanno dato un mutuo!) un appartamentino nuovo a Settebagni, poco oltre il raccordo anulare. L’impresa ci ha messo di tutto per assicurare ai neoproprietari unità immobiliari ad alta efficienza energetica. Ottima coibentazione, doppi vetri, pannelli solari per l’acqua sanitaria e pannelli fotovoltaici perfettamente a norma per l’au-
toproduzione di energia. Ebbene ai primi di gennaio 2013 ho iniziato con l’ACEA una estenuante pratica per la cessione dell’energia prodotta in surplus dal mio impianto fotovoltaico, presentando una montagna di documenti e pagamento bollettini vari. Dopo un anno e mezzo trascorso senza avere risposte sono stato costretto a ingaggiare un professionista (400 euro). Adesso la pratica è a posto, ma sono mesi che sto aspettando che un tecnico ACEA venga a fare un sopralluogo. Questo sarà pure “O’paese d’o Sole”, ma è anche il paese della burocrazia estenuante e delle promesse non mantenute. E non è finita. Sempre da fine 2013 sono in attesa dei cassonetti dell’AMA. Prima mi hanno risposto che la richiesta la doveva fare il condominio e finché non è stato costituito il condominio non c’è stato nulla da fare. Poi, sei mesi fa, il condominio è stato costituito, ma dei secchioni ancora non c’è traccia. E sono costretto a
usare i cassonetti sistemati sotto casa dei miei, dopo aver caricato in macchina la spazzatura differenziata. Intanto però mi arrivano le bollette. Quelle sì regolari e puntuali ogni bimestre. Ho provato a protestare e a rivolgermi a un’Associazione di consumatori. Non c’è niente da fare: mi hanno risposto che bisogna pagare, zitti e buoni, perché la Tarsu (o come si chiama ora) è una tassa non il pagamento di un servizio. Quindi la devi pagare e basta, anche se non hai i cassonetti. Beh, amici del Nuovo Corriere, non se ne può più. E voglio gridare anch’io a voce alta: “Non ci sto!”. Francesco P. – Settebagni - Roma Invitiamo i cittadini di Roma e del Lazio a denunciare le cose che non vanno con foto ed email a questo indirizzo: noncisto@corrierediroma-news.it
anità S
la
Lazio
del
NUMERO 5 ANNO I VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015
DIETRO I FATTI
S.GIOVANNI – ADDOLORATA
Una caserma nel Forlanini? Un'idea, il problema a pagina 13 rimane
Neonatologia: Così consentiamo alle neo-mamme di vivere con il bambino a pagina 14 24 ore su 24
Zingaretti e la battaglia del lago Se perde per la giunta sono guai
a pagina 12
I silenzi e le amnesie di Giunta e cabina di regia
C
ambio della guardia all’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Il Prof Giuseppe Profiti lascia la Presidenza dell’Ospedale pediatrico della Santa Sede per assumere un incarico di responsabilità nel controllo degli atti di una futura Fondazione che gestirà il complesso dell’Idi–San Carlo. I Patti Lateranensi prevedono che la nomina dei vertici del Bambino Gesù spetti alla Segreteria di Stato Vaticana, e secondo le indicazioni del Pontefice il segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin ha scelto una donna, Mariella Enoc, alla presidenza del Consiglio di Amministrazione dell’ospedale del Gianicolo per il triennio 2015-2017. Scelta importante e in qualche modo rivoluzionaria, ma sicuramente fondata La Enoc, vice presidente Cariplo, si è sempre occupata della gestione di strutture sanitarie ad alto livello e di Fondazioni, ha la necessaria autorevolezza per l’incarico. Ricordiamo che l’Ospedale Bambino Gesù è inserito nel Servizio Sanitario Nazionale ed ha anche il riconosci-
mento di IRCCS nella Regione Lazio. Ma di fatto sfugge al controllo di Zingaretti, che peraltro fatica a non far deragliare anche la macchina sanitaria che da lui dipende direttamente. Le emergenze sul suo tavolo si accumulano nel pur silenzio totale del sub commissario Giovanni Bissoni, presente in Via Rosa Raimondi Garibaldi (sotto il controllo della “zarina” Flori Degrassi?) A badare a poltrone e logiche di potere ci si dimentica del territorio. Che giustamente si rivolta. Contro la riorganizzazione del sistema ospedaliero deciso dalla Regione numerosi sono i comuni che hanno fatto ricorso al TAR del Lazio e tra questi vanno ricordati quelli di: Bracciano, Manziana, Trevignano, Anguillara Sabazia e Canale Monterano, in campo contro la riduzione drastica dei posti letto (da 80 a 30) e la cancellazione del Pronto soccorso dell’Ospedale S. Padre Pio del comune di Bracciano. E’ una via tracciata, se Zingaretti calpesta norme e diritti giustamente i giudici amministrativi del Lazio alzano le palette. E la corsa del governatore diventa un percorso ad ostacoli. Altri ricorsi
pendono contro la chiusura di strutture ospedaliere sul territorio regionale. E se Zingaretti dovesse perdere? Il Presidente e Bissoni dovranno ritornare al tavolo con la Degrassi e la cabina di regia per tentare di arginare una rivolta contro la chiusura di ospedali che parte spontaneamente dai cittadini e che viene recepita dai sindaci che non intendono essere spazzati via da errori ed orrori di un piano sanitario regionale fatto alla rinfusa e senza guardare alle reali esigenze dei territori interessati. A Nord come a Sud della regione, in Asl diverse. Come farà Zingaretti che è anche Commissario di governo per la Sanità a presentarsi al Ministero delle Finanze con queste “cause perse” impostare dai comuni, che hanno spesso lo stesso colore politico della sua giunta Zingaretti? Non basta la pubblicità fatta sui mezzi pubblici e attraverso tutte le radio del Lazio per far credere ai cittadini che “la Sanità sta cambiando”, mentre negli ospedali seguitano ad allungarsi le liste di cittadini in attesa di accertamenti, esami e ricoveri. Esperti qualificati denunciano limiti, errori e orrori, come la man-
canza di iniziative regionali di promozione di campagne per le vaccinazioni anti- influenzali. Scartabellando cartelle e documenti ci accorgiamo che l’ultima e importante campagna di quel tipo fu condotta sotto la presidenza Storace, e precisamente dall’Asp (cancellata da Zingaretti) guidata dal tandem Gramazio-Splendori, che raggiunse oltre il 70% di vaccinazioni tra i cittadini ultra sessantacinquenni con determinate patologie. C’erano locandine informative affisse negli ospedali, nelle farmacie e negli studi dei medici di base che invitavano i cittadini a farsi vaccinare. Oggi tutto è nel silenzio, mentre l’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute e i tecnici e gli scienziati del settore richiamano l’attenzione sul fatto che molti, anzi moltissimi, non hanno più effettuato vaccinazioni, intasando così pronto soccorso e DEA di primo e secondo livello. Ci sono gli ambulatori del week end e le Case della Salute? Lo abbiamo raccontato la settimana scorsa, nessuno lo ha spiegato con chiarezza agli utenti. Il Corvo
la
Sanità Lazio
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LA MAPPA DEL POTERE
del
Quei punti interrogativi nell’organigramma danno da pensare
Z
ingaretti e i suoi collaboratori muovono le pedine sullo scacchiere come se giocassero a risiko. Attacco, difesa, presidio, arroccamento. L'anziano Petti a presidiare la RmA in attesa che venga conquistata dalle armate di Tanese (che controlla la RmE, Il S.Spirito e il S.Filippo Neri? Mossa impetuosa e autoritaria. E che fare dell'Ifo-Spallanzani? Tenere quei due territori non è facile, per ora si è arroccato in difesa, ha piazzato un'unica terna dirigenziale a reggere i due Irccs, con effetti non brillanti. Ma a Zinga dell'efficienza interessa poco, ha altre mire. Ha pescato nel mazzo un giovane direttore amministrativo, Marta Branca, che per misteriosi motivi era "saltata" al Policlinico Umberto I, e l'ha piazzata a gestire tutto, a dividersi tra via Portuense e Torrino. C'era già un validissimo direttore amministrativo, allo Spallanzani, già inserita nella famosa short list di direttori generali sicuri, Lorella Mencarelli, accantonata nel giro di 24 ore. C'è una casella libera equipollente, quella della Asl RmD, potrebbe finire lì, a far da spalla al dg Vincenzo Panella, che dà l'impressione di non essersi ancora ambientato.
Asl Viterbo Direttore Generale LUIGI MACCHITELLA Direttore sanitario Antonio Bray Direttore Amministrativo Daniela Donetti
Asl Rieti Direttore Generale Laura Figorilli Direttore sanitario Marilina Colombo Direttore Amministrativo Manuel Festuccia
Asl Frosinone Direttore Generale ISABELLA MASTROBUONO Direttore sanitario Roberto Testa Direttore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini
Asl Roma A
CENTRO STORICO Commissario Ernesto Petti Direttore sanitario Barbara Giudiceandrea Direttore Amministrativo Alessandro Moretti
LEGENDA Commissario Facente funzione A rischio? Vacante In uscita a
Asl Roma B
CENTRO STORICO Direttore Generale VITALIANO DE SALAZAR Direttore sanitario Vittorio Amedeo Cicogna Direttore Amministrativo Sabrina Cenciarelli
Asl Roma C
EUR E DINTORNI Direttore Generale CARLO SAITTO Direttore sanitario Marina Capasso Direttore Amministrativo Silvia Cavalli
Asl Latina Direttore Generale MICHELE CAPOROSSI Direttore sanitario Alfredo Cordoni Direttore Amministrativo Vania Rado
Asl Roma D
DA TRASTEVERE A OSTIA Direttore Generale Vincenzo Panella Direttore sanitario Flavia Simonetta Pirola Direttore Amministrativo Filippo Coiro ff
Asl Roma E
DAL VATICANO A BRACCIANO Direttore Generale Angelo Tanese Direttore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Velardi
Asl Roma F
CIVITAVECCHIA Direttore Generale Giuseppe Quintavalle Direttore sanitario Francesca Milito Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea
Asl Roma G
TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACO Direttore Generale GIUSEPPE CAROLI Direttore sanitario Federico Guerriero Direttore Amministrativo Daniele Aguzzi
Asl Roma H
CASTELLI, ANZIO, NETTUNO Direttore Generale FABRIZIO D’ALBA Direttore sanitario Narciso Mostarda Direttore Amministrativo Francesca Merli
AZIENDE OSPEDALIERE San Giovanni Addolorata
San Camillo Forlanini
Direttore Generale ILDE COIRO Direttore sanitario Stefano Pompili Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli
Direttore Generale Antonio D’Urso Francesco Cortese Direttore sanitario Direttore Amministrativo Alessandro Cipolla
Sant’Andrea
Policlinico Universitario Umberto I
Direttore Generale Egisto Bianconi Direttore sanitario Lorenzo Sommella Direttore Amministrativo Paola Longo
Direttore Generale Domenico Alessio Direttore sanitario Amalia Allocca Direttore Amministrativo VACANTE
San Filippo Neri
Ifo
Commissario Angelo Tanese Direttore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Luisa Velardi
Commissario straordinario Valerio Fabio Alberti
Direttore sanitario Marina Cerimele Direttore Amministrativo Marta Branca
Spallanzani
Ares 118
Commissario straordinario Valerio Fabio Alberti
Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI Domenico Antonio Ientile Direttore sanitario Direttore Amministrativo Francesco Malatesta
Direttore sanitario Marina Cerimele Direttore Amministrativo Marta Branca
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PRIMO PIANO
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Sanità Lazio del
EDITORIALE
Troppe bugie sugli atti aziendali, questa melina nasconde qualcosa?
N
on deve essere facile interpretare il ruolo di Zingaretti, costretto a sorridere e promettere per restare in partita (politica, naturalmente, la Regione è solo un treno dal quale saltare al momento giusto). Sulla sanità stanno per arrivare valanghe di tagli, con conseguente stretta dei "consumi", mentre il governatore vende a tutti l'immagine di una regione risanata, che sta per uscire dal commissariamento e che quindi potrà investire. Niente da fare, ci aspettano risparmi, riduzioni, contenimenti. La situazione rischia di essere peggiore di prima, magari senza l'alibi del deficit (che peraltro continua a gravare minaccioso, tutt'altro che vinto). In cassa non c'è un euro, non si possono allargare i cordoni della borsa, c'è poco da sognare. La situazione non è chiara, e Zinga non ha nessun interesse a chiarirla per dichiararsi sconfitto. Sarà per quello che fin qui ha evitato di affrontare l'opposizione in un dibattito aperto alla Pisana? Pronto Soccorso nel caos, ospedali con l'acqua alla gola, solo quei quattro-cinque primi della classe si salvano e vengono coccolati. Per gli altri solo "punizioni" o peggio, disinteresse totale. Venti di rivolta si levano nella capitale e nelle province dell'impero. E' in rivolta il Pontino, si agita il Reatino, il caso-Bracciano, che vede tutti i comuni dell'area (anche di marca Pd) coalizzati per battere la Giunta Zingaretti, può rappresentare la miccia per un incendio incontrollabile. E il governatore è impotente, deve scappare, dibblare i problemi. Segue e fa seguire (ma a volte non ci capisce bene chi comandi in realtà) uno schema di vecchio tipo, che contempla solo l'occupazione del potere e delle poltrone. In subordine qualcuno (la cabina di regia, poteri occulti), indirizzano la politica sanitaria regionale in un cul de sac di astrusi, teorici indirizzi. L'ideologia al potere, si fanno scelte (anche cercando di ammazzare delle eccellenze, vogliamo ricordare il S.Lucia?) per inseguire degli obiettivi che non hanno aderenza con la realtà, che non tengono conto del territorio, delle esigenze della popolazione. Ma il controllo del potere, delle poltrone, della "dirigenza", impedisce che il dissenso abbia voce, si manifesti, faccia valere le sue ragioni. Il centralismo democratico è roba da libri di storia e di politica economica, ormai, ma nel Lazio sembra vivere una seconda giovinezza. Il potere consente di non portare a termine l'iter degli atti aziendali,nessuno può e deve sapere. Certo non la folla degli utenti, ma nemmeno chi per ragioni politiche e amministrative sarebbe titolato a farlo. Sono mesi che menano il can per l'aia, una supercommissione di esperti starebbe valutando i documenti, ma la presenta- zione-discussione slitta di mese in mese, ora si parla di metà marzo. Nascondono qualcosa? Non si può non pensarlo. Ma nella vacanza degli atti possono accadere tante cose. E a questo siamo abituati.
il
ORSINO
S
della
Situazione fuori controllo, i manager evitano di prendere posizione
L
a zarina della sanità laziale, Flori Degrassi, è abbottonatissima, non parla. Che fine ha fatto la commissione sugli Atti Aziendali? Non si sa, eppure è lei a tenere in mano il pallino del gioco. Quanto costa tutta questa melina, che effetto può avere sulla quotidianità della sanità laziale? Le liste d'attesa sono rimaste le stesse, la crisi dei Pronto Soccorso rimane tale e quale. I problemi sul tappeto restano e si moltiplicano. Messi in fila contribuiiscono a realizzare una foto impressionante. Ma i manager rimangono al loro posto, non li tocca nessuno, la "verifica" non è mai stata fatta. Di alcuni si sono perse le tracce, non si espongono mai? Qualcuno sa come si chiami il direttore generale della Asl RmD? Dicono Vincenzo Panella. E da Viterbo arriva mai una notizia? Eppure le cose non vanno bene. Giuseppe Quintavalle (RmF) non ha saputo
difendere Bracciano (ospedale) ed ora è preso in contropiede, il povero Michele Caporossi a Latina soffre le pene dell'inferno, Valerio Fabio Alberti (Ifo e Spallanzani) si è allargato troppo, ha piazzato (o gli hanno fatto piazzare) direttori sanitari e amministrativi che devono ancora dimostrare il loro valore, e la produttività intanto scende. E Angelo Tanese, come amministra il San Filippo Neri? E Saitto come controlla S.Eugenio e Cto? Hanno gioco facile gli oppositori, gli avversari politici e non. La situazione di fatto è incontrollabile, non basta una manciata di case della salute e di ambulatori della domenica a cambiare le cose. Bravi Fabrizo Santori, Davide Barillari, Antonello Aurigemma a sferzare la Giunta. Ma anche questo non basta, Zingaretti è assediato dai problemi, dalle emergenze., E meno male che qualcuno si arrangia da se come Ilde Coiro (S.Giovanni Addolorata), Isabella Mastrobuono (Frosinone) e Vitaliano De Salazar (RmB).
CHI SALE dall’alto Fabrizio Santori, Vitaliano De Salazar e Davide Barillari CHI SCENDE dal basso Vincenzo Panella, Giuseppe Quintavalle e Valerio Fabio Alberti
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Sanità Lazio
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CRONACHE
del
VERO SIGNIFICATO DELLO SCONTRO IN PRIMO PIANO ILSULL’OSPEDALE PADRE PIO
Zingaretti e la battaglia del lago Se perde per la giunta sono guai I Comuni del Braccianese uniti nella lotta per la difesa dell’integrità del loro nosocomio ricorrono al Tar per bloccare la riconversione. Le argomentazioni sono tecniche e non solo giuridiche, il piano di riordino ospedaliero viola la legge in diversi punti . La Giunta potrebbe trovarsi con le spalle al muro e la rivolta cresce anche in altri territori della regione di Giulio Terzi
L
a chiamano la “battaglia del lago”. Sembra una questione locale, ma non lo è. Quando i comuni del Braccianese si consorziano per difendere l’integrità del loro ospedale, il Padre Pio, combattono da anni la loro battaglia a colpi di carta bollata e ricorrono al Tar con giustificati motivi per stoppare il piano di riorganizzazione ospedaliera regionale di Zingaretti e soci si configura un conflitto che rischia di mettere in scacco la giunta anche sotto un profilo politico e non esclusivamente tecnico. Sono targati Pd i sindaci che guidano la rivolta in tutta la regione, sollecitati dai loro cittadini assolutamente insoddisfatti delle decisioni adottate da una Giunta che pure hanno contribuito ad eleggere. Il rischio corto circuito è notevole, l’allarme parte da Rieti e Viterbo per scendere fino al Pontino. E quando sono le aule dei tribunali amministrativi o giudiziari a colmare quella mancanza di confronto tra istituzioni, significa che la politica ha fallito. Torniamo a Bracciano, è davvero eloquente quanto sta avvenendo attorno al lago, con il Sindaco Sala e i primi cittadini di altri comuni limitrofi che hanno presentato ricorso al Tar contro la riconversione dell’ ospedale Padre Pio. E’ stato formalizzato il 2 febbraio scorso il deposito del ricorso con il quale Bracciano, Manziana e Trevignano, (aderiscono anche i Comuni di Anguillara Sabazia e Canale Monterano, che hanno deliberato in merito, ma che non è stato possibile richiamare nel ricorso per i tempi strettissimi della
presentazione dell’atto), chiedono la sospensione in via cautelativa di vari provvedimenti adottati dal Commissario ad acta per la sanità della Regione Lazio che si riferiscono nel loro complesso alla ‘attuazione dei Programmi Operativi’ 2013-2015. Lungo l’elenco delle violazioni di legge evidenziate dal legale Michele Damiani, incaricato dal Comune di Bracciano. In apertura il provvedimento fa riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato che aveva stralciato dal decreto 80 del 2010 il Padre Pio di Bracciano sostanzialmente per il mancato rispetto della cosiddetta “golden hour” atta a garantire i necessari tempi di accesso a strutture di emergenza salva vita. Il ricorso, oltre a sottolineare una vistosa riduzione dei posti letto che calano dagli 80 attuali ai 30 posti letto ordinari più 10 di day surgery, fa leva su numerose viola-
zioni di legge riguardanti il pronto soccorso”. L’aspetto politico grave è che l’ amministrazione di Bracciano è a guida Pd, e che le critiche a Zingaretti arrivino proprio dal centrosinistra. Nel ricorso, i Comuni evidenziano dati ed elementi emblematici di una situazione alla quale va assolutamente posto rimedio. Governare così non è possibile. ‘Il modulo emergenziale previsto è caratterizzato dall’assenza di medici anestesisti, di medici rianimatori o altri specialisti- si legge nel documento - Eventuali analisi di laboratorio non potranno essere effettuate da medici specialisti (assenti nella struttura) ma soltanto da tecnici di laboratorio i quali dovranno – mediante il cosiddetto teleconsulto (che verrà istituito, invero, nella Regione Lazio, soltanto a decorrere dal 31 dicembre 2015) – chiedere la diagnosi ai medici
dell’ospedale di Civitavecchia”. Non è neanche prevista – prosegue il ricorso – la presenza di un medico che possa effettuare una TAC, nonostante un nuovo apparecchio per la Tomografia Computerizzata Assistita sia stato acquistato da più di un anno. Dunque – si sottolinea ancora – la tutela della salute dell’intero comprensorio di Bracciano, viene affidata, in tutte le situazioni di emergenza ad un solo mezzo di soccorso sanitarizzato” Non generiche rivendicazioni di campanile, insomma, ma contestazioni specifiche. Razionalizzare ha un senso, cancellare duplicati di servizi è utile e razionale, evitare gli sprechi è cosa ovvia. Ma tagliare, risparmiare senza logica e penalizzando gli utenti significa altro e non trova giustificazioni di sorta. I documenti del piano di riorganizzazione ospedaliera regionale sono contenuti in un ponderoso dossier, pieno di ovvietà ma anche di analisi intraducibili e campate in aria, lontane dalla realtà e spesso difficilmente decifrabili dagli stessi addetti ai lavori. Certo ci sono delle linee guida essenziali, che razionalizzano secondo dei criteri di spesa e di risparmio, forzando spesso in modo intollerabile la volontà e gli interessi dei cittadini che pur pagano per avere quello che serve e interessa a loro. La salute, il conforto dell’assistenza. Trasformare gli ospedali minori in case della salute e in centro di primo soccorso, chiuder ei punti nascita non performanti rientra in una logica di carattere generale che andrebbe adattata a realtà orografico, geo-politiche, sociali del territorio. Un concetto difficile da far digerire.
IL PUNTO/ La direzione generale della Asl di Frosinone spiega
Atto Aziendale? Un percorso trasparente e partecipato
“N
on credo si potesse compiere un percorso più ampio e coinvolgente. La Direzione Aziendale ha voluto assicurare a tutti il massimo grado di partecipazione dal quale - in armonia con le disposizioni e le linee guida nazionali e regionali - sono state accolte sia nel PSA che nell’Atto Aziendale gran parte delle richieste, come ad esempio la Chirurgia Oncologica nel P.O. di Sora che – come reso noto nei giorni scorsi – sta già entrando nella fase di attuazione pratica ». Il direttore generale della Asl di Frosinone Isabella Mastrobuono difende a spada tratta l’Atto Aziendale portato a compimento dalla sua gestione e il percorso di trasparenza faticosamente ma caparbiamente compiuto per raggiungere questo
obiettivo. Con una nota ai media ricorda la filosofia che il documento sottende e punto per punto i suoi momenti di analisi e discussione. L’ “Atto di Autonomia Aziendale” è uno dei documenti più importanti che il Direttore Generale può mettere in campo durante il proprio mandato e che ha riflessi enormi sulla qualità e quantità dei servizi erogati – si legge nella nota - Ciò a maggior ragione in un momento di riorganizzazione, di nuovi processi, di nuove azioni come l’attuale per la Sanità È proprio per questo che la Direzione Aziendale per redigere il Piano Strategico e l’Atto Aziendale ha voluto un percorso – trasparente e partecipato – che ha permesso a tutti di seguire i vari passaggi e di rendere proposte, secondo un cronoprogramma rigo-
roso e intenso.Da agosto 2014 e fino al 13 novembre 2014, data in cui i documenti sono stati deliberati, il confronto e la partecipazione si è così sviluppata: - 7 AGOSTO 2014: inizio consultazione on line per la redazione del Piano Strategico Aziendale (PSA) sul sito web ASL in “Amministrazione Trasparente”; - 8 SETTEMBRE 2014: data di scadenza Consultazione on line a cui sono state invitate formalmente n. 150 Associazioni di volontariato, i Sindaci, i Sindacati, Confindustria, Federlazio, Camera di Commercio, Università di Cassino, etc. , i cittadini tutti; ampia informazione è stata data anche sulla stampa, le TV locali, sulla rete Internet e sui social network;- La Consultazione ha fatto
giungere on line n. 9 proposte da Associazioni di volontariato e n. 7 proposte dai Sindaci, tutte attentamente esaminate dalla Direzione Generale ed in gran parte accolte sia nel PSA che nell’Atto Aziendale; - 13 SETTEMBRE 2014: si è svolta la Conferenza Sanitaria Locale per la redazione PSA aperta a tutta la cittadinanza e alle organizzazioni civiche; - 22 SETTEMBRE 2014: incontro specifico con Associazioni datoriali e di categoria e con l’Università degli Studi di Cassino Sono state inoltre effettuate, sia per il PSA che per l’Atto Aziendale, quattro Conferenze dei Sindaci con votazione favorevole sui due documenti avvenuta in data 13 novembre 2014.
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CRONACHE
DIETRO I FATTI
I
la
Sanità Lazio del
ANCORA UN EFFETTO ANNUNCIO SULLA SORTE DELLO STORICO OSPEDALE
Una caserma nel Forlanini? Un'idea, il problema rimane
l linguaggio dei giornali e della politica non va solo letto e ascoltato, va interpretato. Quando il Messaggero dedica mezza pagina all'argomento Forlanini e nel titolo associa l'ospedale ad una stazione dei carabinieri si può pensare che sia tuto stato fatto. E' una sorta di effetto-annuncio traslato, si butta lì un progetto in fase di elaborazione e si valuta l'effetto che fa. Tra l'altro in questo caso l'effetto non può essere che positivo, e per un po' anestetizzante. L'opinione pubblica è messa tranquilla. Deve sapere che si è deciso cosa fare del vecchio e nobile nosocomio di Monteverde, che entro l'anno verrà comunque svuotato (c'è nell'atto aziendale) degli ultimi reparti rimasti, una cinquantina di posti letto in tutto.Ma se leggi l'articolo tra le righe ti rendi conto che se il trasferimento di quel che resta al S.Camillo è scritto nell'atto aziendale tutto il resto è "allo studio" della Regione che deve decidere come utilizzare i 120mila metri quadrati della struttura. Che oggi presenta forti problemi di controllo e "governabilità", nel senso che nonostante vengano spesi 12 milioni all'anno per vigilanza e manutenzione è di fatto in larga
La Regione pensa di affittare ai carabinieri di Monteverde un decimo della struttura, oggi in parte ricovero di sbandati e prostitute. Un bene per la sicurezza, anche se ci vorrà un anno per realizzare l'impresa. E il resto? Non si sa. Non si è deciso o non si deve far sapere
parte controllata da sbandati di ogni tipo, clochard, prostitute e
via dicendo. Par di capire che qualcuno voglia far passare un
messaggio: intanto piazziamoci (in affitto) una stazione dei ca-
rabinieri, trasferendo quella di Monteverde. Così tutti si risparmia qualcosa e si garantisce un po' di sicurezza nel perimetro. Ci sono tempi tecnici, bonifica del territorio, gara d'appalto, apertura del cantiere... dicono i suggeritori che ci vorranno non meno di 300 giorni, a partire da quando non si capisce bene. Ma il problema del Forlanini, anche se nel 2016 ci arrivassero sul serio i carabinieri sarebbe tutt'altro che risolto. Stiamo parlando del 10% della struttura, c'è da decidere per tutto il resto. Non è un problema del dg del San Camillo, che con il trasferimento dei reparti chiude la sua parte di operazione. Finirà come per il San Giacomo, chiuso sei anni fa e che costa 150mila euro all'anno di sola vigilanza? Il piano ospedaliero della Regione è un rebus, in qualche modo andrà coinvolto nell'operazione anche il Campidoglio. E sicuramente più di qualche privato eccellente. Il governatore non ha deciso cosa fare del suo futuro, il Forlanini è una carta da giocare all'occorrenza. Insomma, sarà dura. Ma l'effetto annuncio c'è stato, nel più puro stile zingarettiano. I romani di Monteverde possono dormire tranquilli.
QUADRANTE UN'ALTRA CATEGORIA SUL PIEDE DI GUERRA
A
ccanto alle scuole di specializzazione medica, è particolare la situazione relativa agli specializzandi “non medici” del settore sanitario (biologici chimici, psicologi, fisici iscritti alle scuole di specializzazione sanitarie, ecc.) i quali, pur avendo tutti gli obblighi e doveri dei colleghi medici, non hanno diritto ad uguale riconoscimento, né economico, né in termini di diritti fondamentali. I laureati in medicina vincitori di concorso sono infatti assegnatari di un contratto di formazione specialistica per l'intera durata del corso, nonché di un trattamento economico e di una copertura previdenziale. I laureati “non medici”, invece, altrettanto vincitori di concorso, non beneficiano della medesima posizione contrattuale né dello stesso trattamento economico, e sono altresì tenuti a
Gli specializzandi “non medici” minacciano di agire in giudizio pagare il premio per la copertura assicurativa dei rischi professionali. Tali specializzandi veterinari, odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi e laureati appartenenti ad ulteriori categorie sanitarie non rientranti nell’area medica, ammessi e iscritti dal primo al quinto anno di corso delle scuole post-laurea di specializzazione dell’area sanitaria, rivendicano, da tempo, l’applicazione del trattamento contrattuale di formazione specialistica di cui all’articolo 37 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni. In sostanza: lo stesso riconoscimento economico ri-
servato agli specializzandi medici. “Attualmente – afferma l’Avv. Cristiano Pellegrini Quarantotti – non sussiste alcuna equiparazione giuridica delle categorie degli specializzandi medici e dei non medici, in quanto a questi ultimi non viene riconosciuto il diritto ad ottenere un trattamento economico normativo del tutto analogo a quello dovuto ai laureati in medicina anch’essi ammessi ad un scuola di specializzazione”. Ciò, nonostante gli specializzandi laureati in discipline diverse da medicina e chirurgia svolgano, al pari dei propri colleghi specializzandi medici, un impegno eguale a
quello previsto per il personale medico del Servizio Sanitario Nazionale a tempo pieno e la partecipazione alla totalità delle attività del servizio di cui fanno parte le strutture nelle quali si effettua la scuola di specializzazione. Questo implica quindi una frequenza giornaliera, lo svolgimento di turni obbligatori, la partecipazione attiva in reparto, in molti casi essenziale per il regolare funzionamento delle attività di laboratorio, e, comunque all’efficienza del dipartimento o dell’ospedale di riferimento. Emergono, però, diverse disparità di trattamento contrattuale tra le due categorie, seppure dal decreto ministe-
riale dell'1 agosto 2005 si evinca un’assoluta equiparazione, atteso il riconoscimento del diritto all'inquadramento dell'attività svolta da soggetti specializzandi mediante uno specifico contratto di formazione specialistica con relativa corresponsione di un trattamento economico. Di conseguenza, la medesima disciplina organizzativa, con l’individuazione, peraltro, di un Osservatorio Nazionale unico per le discipline mediche e non mediche. “Ne consegue – prosegue l’Avv. Pellegrini Quarantotti – che tutti gli specializzandi non medici che hanno frequentato o stanno frequentando la scuola di specializzazione possono agire in giudizio per vedersi riconosciuto lo stesso trattamento contrattuale ed economico di formazione specialistica riservato agli specializzandi medici”.
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CRONACHE
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INTERVISTA
PARLA LA DR.SSA GIOVANNA MARAGLIANO, RESPONSABILE UOC NEONATOLOGIA DELL’AZIENDA OSPEDALIERA S.GIOVANNI – ADDOLORATA
“Così consentiamo alle neo-mamme di vivere con il bambino 24 ore su 24” Con l’apertura del nuovo Nido l’ospedale mette in campo attraverso la modalità di degenza del “rooming-in” un servizio fortemente innovativo per tutta la durata della permanenza in reparto. Ciò comporta notevoli vantaggi per la coppia madre-neonato, specie in relazione alla precocità dell’avvio dell’allattamento al seno, alla riduzione dei tempi di pianto ed alla distribuzione più fisiologica dei ritmi sonno-veglia di entrambi. Il nosocomio, all’interno del quale nascono in media 1500 bambini l’anno, accoglie anche una quota di neonati provenienti da ospedali esterni, specie neonati prematuri o affetti da patologie che richiedono un’assistenza di tipo intensivo o subintensivo di Francesco Vitale
C
on l’apertura del nuovo Nido, inaugurato lo scorso 6 febbraio 2015, l’Azienda Ospedaliera S.Giovanni – Addolorata offre alle neomamme la possibilità di vivere con il proprio bambino 24 ore su 24 fin dalla nascita, attraverso la modalità di degenza del “rooming-in”. Il nuovo Nido fa parte dell’Unità Operativa Complessa di Neonatologia, all’interno della quale è attivo anche il nuovo Reparto di Neonatologia, inaugurato il 9 luglio 2014 e comprendente, su una struttura di complessivi 650 mq, le tre sezioni operative dedicate rispettivamente alla Terapia Intensiva e Subintensiva neonatale ed alla Neonatologia (Patologia Neonatale), in grado di accogliere neonati gravemente pretermine, affetti da patologie acute e croniche d’organo correlate alla stessa prematurità, ma anche neonati a termine di gravidanza, con funzioni vitali compromesse e patologie richiedenti terapie o interventi diagnostici invasivi o particolarmente complessi. Abbiamo parlato delle peculiarità del nuovo servizio con la dr.ssa Giovanna Maragliano, Responsabile f.f. UOC Neonatologia . Come è strutturato il reparto?
L’inaugurazione del reparto di Neonatologia del S.Giovanni – Addolorata con il presidente Nicola Zingaretti e il direttore generale Ilde Coiro Il nuovo Nido è situato al I piano dell’Ospedale S.Giovanni, dinanzi alla Sala Parto, ed è composto da uno spazio dedicato alle neomamme, ove sono ubicati fasciatoi e postazioni per il cambio e l’igiene dei neonati, nonché spazi dedicati all’allattamento ed a colloqui informativi con i medici ed il personale infermieristico, specie in vista della dimissione del neonato. L’aspetto più caratterizzante dell’organizzazione della degenza delle mamme e dei loro neonati è senz’altro l’istituzionalizzazione del “roomingin”, modalità di degenza con la quale il neonato viene posto, nel proprio lettino, accanto al letto della madre, nella
sua stessa stanza, 24 ore su 24, per tutta la durata della permanenza in ospedale. Ciò comporta notevoli vantaggi per la coppia madre-neonato, specie in relazione alla precocità dell’avvio dell’allattamento al seno, alla riduzione dei tempi di pianto ed alla distribuzione più fisiologica dei ritmi sonno-veglia di entrambi, al minore rischio di ingorgo mammario ed al contenimento del calo ponderale fisiologico del neonato. Il precoce accudimento del proprio figlio è un ottimo “training” per la neomamma e pone le basi per un rapporto sicuro e sereno una volta a casa, attraverso il coinvolgimento della coppia genito-
riale, ed il rinforzo del senso di affetto ed appropriatezza, se è vero che, quando nasce un bambino, “nascono” anche una madre ed un padre. Il rooming-in è inoltre consigliato dalle principali organizzazioni sanitarie internazionali (OMS – UNICEF, 1991 e 2006) come importante strumento facente parte dei “10 passi per proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento al seno”. Quanti parti vengono effettuati in media ogni anno? All’interno dell’Ospedale S.Giovanni di Roma nascono in media 1500 neonati ogni anno. L’Unità Operativa Complessa di Neonatologia accoglie però anche una quota di neonati provenienti da ospedali esterni, specie neonati prematuri o affetti da patologie che richiedono un’assistenza di tipo intensivo o subintensivo. E' molto importante anche accompagnare le future madri (e i futuri padri) durante questo viaggio meraviglioso. Quali sono i servizi offerti dal reparto e quali tra questi i più richiesti.I futuri genitori vengono “accompagnati” all’evento nascita attraverso i corsi di preparazione al parto, nei quali il personale medico specializzato (neonatologi, ostetrici) ed il personale di assistenza (puericultrici, ostetriche) forniscono informazioni preziose, consigli e supporto scientifico, relazionale e psicologico alla coppia in attesa. La figura del papà è posta quindi in grado di partecipare attiva-
mente al lieto evento, come testimonia l’alta percentuale di papà che entrano in Sala Parto e vivono accanto alla loro compagna l’esperienza indimenticabile e profondamente emozionante della nascita del proprio figlio. Un ricordo o un'esperienza particolare che l'ha particolarmente colpita in questa nuova esperienza… Per noi tutti, operatori sanitari che vivono la propria professione all’interno del Reparto, è stato particolarmente appagante, anche sul piano emotivo, sperimentare che la gioia delle neomamme, già al massimo per la nascita del proprio bambino, viene moltiplicata dalla certezza di poterlo tenere accanto a sé sempre, ricostituendo temporaneamente e simbolicamente, in un momento molto delicato quale quello dell’immediato post-nascita, la simbiosi vissuta con il bambino durante la gravidanza. In un’epoca che si caratterizza per ritmi e condizioni di vita frenetici, in grado, in alcuni casi, di mettere a rischio la dignità e la libertà dell’essere umano, crediamo che un atteggiamento di rispetto ed accoglienza della persona, nei tempi dettati da un evento così fisiologico, come la nascita, possa costituire un valido aiuto ed una buona “cura per il futuro”, tenendo conto che, come affermato da Voltaire, “dal nostro primo passo nel mondo, dipende il resto dei nostri giorni”.
Rebibbia-Pool Multidisciplinare “Ponte 111”
Progetto ”Messaggio in una Bottiglia” La Asl RmB vince il bando regionale “N
el Complesso Polipenitenziario di Roma – Rebibbia, la UOS Casa di Reclusione e Terza Casa della ASL Roma B attraverso il Pool Multidisciplinare “Ponte 111” è risultata vincitrice del Bando della Regione Lazio "Programma di utilizzazione degli stanziamenti per il sistema integrato regionale di interventi e servizi sociali- Definizione delle linee guida per l'accesso ai contributi regionali per la realizzazione di progetti per la promozione e il sostegno dell'invecchiamento attivo”, con il progetto ”Messaggio in una Bottiglia”.
Il Pool Multidisciplinare “Ponte 111”, attivo dal settembre 2012 e costituito da uno Psichiatra, uno Psicologo, un Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica ed un Infermiere, ha realizzato, attraverso numerose attività socio – clinico - riabilitative e nell’implementazione di un lavoro di Rete, il coinvolgimento di tutte le istituzioni interne ed esterne, finalizzato alla presa in carico territoriale successiva a scarcerazioni o misure alternative al carcere. Il Progetto è rivolto a detenuti con diagnosi psichiatrica, a sintomatologia a volte florida, che possono pre-
sentare frequenti acting out auto ed eterolesivi, con un passato spesso caratterizzato da consumo di sostanze stupefacenti ospiti presso una sezione, unica in Italia, denominata secondo un linguaggio mutuato dal Codice Rocco “Minorati Psichici. Gli utenti saranno condotti attraverso un percorso riabilitativo risocializzante in cui utilizzeranno le competenze maturate per svolgere alcune attività, quali: la creazione di magliette, loghi e gadget con materiale grafico pittoriche e letterarie prodotto dai detenuti pazienti;
la diffusione e vendita del materiale sul territorio attraverso iniziative pubbliche, il cui ricavato sarà utilizzato per migliorare le condizioni di vita all’interno del Carcere, attraverso l’acquisto di oggetti di uso comune necessari per il vivere quotidiano; l’attività di educazione alla legalità e di prevenzione dell’uso di sostanze psicotrope da presentare nelle scuole attraverso lezioni e proiezione del materiale; la realizzazione di un cortometraggio - documentario da diffondere nel territorio e nelle scuole.
SANITÀ&RICERCA
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Sanità Lazio del
LO STUDIO LE STRATEGIE RIABILITATIVE DELLA FONDAZIONE S.LUCIA IRCCS
Questionario in undici punti per uscire bene dal dopo-ictus Le ricerche dell'Istituto di via Ardeatina e la rete di centri specializzati che nelche nel quadro del “Modello Lazio” annunciato dal presidente Zingaretti dovranno occuparsi della gestione integrata dei pazienti con malattie cerebrovascolari per i quali la Regione ha messo a punto uno specifico Pacchetto Ambulatoriale Complesso (P.A.C.) ai fini dell’inquadramento diagnostico e della gestione a lungo termine degli esiti. Stefano Paolucci, Direttore della Uoc di Neuroriabilitazione presenta Post-Stroke Check List, uno strumento rivolto essenzialmente ai medici di famiglia, per aiutarli a evidenziare e gestire problematiche ed esiti nella fase territoriale di Giulio Terzi
L’
ictus rappresenta in Italia la prima causa d’invalidità, il suo peso nei prossimi anni è verosimilmente destinato ad aumentare a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Ancora, la riduzione della mortalità nella fase acuta dovuta al diffondersi di strutture dedicate come le “stroke unit”, sta causando un notevole aumento della percentuale dei sopravvissuti, che avranno bisogno di particolari trattamenti, sia di carattere preventivo che riabilitativo. A questo proposito la Regione Lazio ha messo a punto uno specifico Pacchetto Ambulatoriale Complesso (P.A.C.) dedicato ai pazienti con malattie cerebrovascolari, ai fini dell’inquadramento diagnostico e della gestione a lungo termine degli esiti (“PAC per follow-up, riabilitazione e prevenzione delle complicanze delle malattie cerebrovascolari”). E’ il
“modello Lazio”, appena presentato dal governatore Zingaretti nel corso di una conferenza stampa, una “rete” di sorveglianza e di assistenza nella quale potrebbe giocare un ruolo importante la Fondazione S.Lucia Ircss. In occasione di quell’incontro Stefano Paolucci segretario della Società Italiana di Riabilitazione Neurologica (S.I.R.N.) Direttore Unità Operativa Complessa di Neuroriabilitazione Fondazione S.Lucia IRCSS ha portato un contributo operativo importante nel quadro della prevenzione del trattamento dell’Ictus, la versione italiana della
Post-Stroke Check List (PSC), pubblicata da Philp nel 2013 sul Journal of Stroke and Cardiovascular Diseases e punto di forza della strategia riabilitativa dell’Istituto di via Ardeatina. La PSC apparentemente è un semplice questionario, rivolto essenzialmente ai medici di famiglia, per aiutarli a evidenziare e gestire problematiche ed esiti nella fase territoriale, fase in cui le problematiche sono spesso rilevanti e le soluzioni non sempre di facile individuazione. La PSC - spiega Paolucci - prevede undici item, ciascuno relativo a specifiche problematiche cliniche e funzionali, dalla prevenzione secondaria di nuovi eventi vascolari all'autonomia, dalla gestione corretta della spasticità al dolore, all'incontinenza, alle capacità di movimento e all'attività sessuale, al fine di poterle evidenziare precocemente e migliorarne la gestione tramite l'invio a sanitari di riferimento. Per ogni domanda vengono proposte due diverse soluzioni, sulla scorta di una possibile rispo-
Nel Lazio diecimila casi l’anno
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opo l'Ictus una persona veniva presa in carico dalla Asl ma non piu' da chi aveva preso in carico la fase acuta. Con il Pac si chiude il cerchio, e la Asl puo' dialogare con i medici della prima fase. Tra l'altro i veri costi dell'ictus non sono tanto quelli legati al servizio sanitario, quanto quelli delle famiglie: calcolati in 14 miliardi l'anno, tra badanti, adeguamento della casa. In pratica, una finanziaria. A quanto si apprende, nel Lazio l'incidenza di ictus cerebrale e' pari a 10.000 casi l'anno, con una mortalita' preospedaliera di circa il 30%. Nel 2013 nella regione Lazio si sono verificati circa 7000 ricoveri per ictus ischemico e 1700 per ictus emorragico. In pazienti di eta' superiore ai 35 anni, i ricoveri per ictus ischemico con accesso attraverso il pronto soccorso sono stati 6300. Nel Lazio, la mortalita' a 30 giorni dal ricovero e' stata pari al 14% nel 2013, sostanzialmente invariata negli ultimi 5 anni, mentre la proporzione di accessi in riabilitazione post acuzie dopo ictus ischemico e' stata pari al 33%, quasi invariata negli ultimi 5 anni. La proporzione di accessi in riabilitazione risulta molto bassa e solo parzialmente potrebbe essere spiegata da problemi di completezza e sistemi informativi. La distribuzione dei volumi di ricovero per ictus ischemico per struttura nel Lazio nel 2013 e' estremamente frammentata, ci sono 83 strutture che ricoverano casi di ictus, piu' della meta' di queste vedono meno di 50 casi l'anno.
sta positiva o negativa, con un chiaro riferimento alla figura sanitaria che deve farsi carico delle problematiche del paziente, sia essa il medico di medicina generale, lo specialista neurologo, fisiatra o di
altro tipo, il fisioterapista o l'infermiere specializzato. Una sua capillare diffusione potrebbe essere di grande aiuto ai pazienti in quella fase, frequentemente molto delicata, del ritorno al domicilio.
Sanità Lazio
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del
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CRONACHE
VISTI PER VOI DAL 17 FEBBRAIO AL 12 APRILE AL PALAZZO DEL QUIRINALE
Giuseppe, “Il Principe dei sogni” una storia biblica in venti arazzi In mostra nel Salone dei Corazzieri uno straordinario racconto per immagini così come lo volle Cosimo I de’ Medici: al centro il figlio prediletto di Giacobbe
di Maria Pia Miscio
U
no straordinario racconto per immagini da vedere per intero e in sequenza, per la prima volta dopo quasi un secolo e mezzo: parliamo dei venti arazzi ispirati alla storia biblica di Giuseppe, che aveva il dono di interpretare i sogni, eccezionalmente riuniti nell’anno dell’Expo di Milano e da martedì scorso, 17 febbraio, in mostra nel Salone dei Corazzieri del Quirinale. “Il principe dei sogni”, questo il titolo scelto per l’esposizione curata da Louis Godart (consigliere per la conservazione del patrimonio artistico del Presidente della Repubblica) , resterà a Roma fino al 12 aprile; dal 29 aprile al 23 agosto sarà invece la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano ad ospitarla; quindi, dal 15 settembre al 15 febbraio 2016, l’intero ciclo dedicato a Giuseppe tornerà nella sua sede naturale, per la quale venne originariamente concepito, la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dove era stato fino al 1882, quando per volere dei Savoia dieci arazzi vennero trasferiti a Roma.
“Il Principe dei sogni”, frutto di genialità artistica e sapienza artigianale, ricostruisce attraverso venti arazzi l’intera storia del figlio prediletto di Giacobbe, narrata nella Genesi, così come la volle e l’ammirò Cosimo I de’ Medici, che tra il 1545 e il 1553 l’aveva commissionata a Jacopo Pontormo, Agnolo Bronzino e Francesco Salviati. A tradurre in trame e orditi, in nodi infinitesimali, in intrecci di colori
e sfumature, a rendere palpitanti i corpi, a dare profondità alle prospettive, a far risplendere ogni particolare pensarono poi gli arazzieri fiamminghi Nicholas Karcher e Jan Rost, che dai cartoni disegnati dai tre artisti trassero altrettanti capolavori nei laboratori della manifattura granducale. Il risultato ora è lì, grandioso e splendente dopo il recente e attento restauro, nel Salone dei Corazzieri del Quirinale,
prima tappa della mostra itinerante. Scorrono i venti arazzi per raccontare di Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe; Giuseppe il divinatore, l’interprete dei sogni, odiato dai fratelli e per questo venduto come schiavo in Egitto. Raccontano quei panni del giovane ebreo al quale Dio riserva un destino luminoso alla corte del faraone, nonostante le avversità, gli ostacoli, i nemici . Raccontano quelle tele di un uomo
saggio e misericordioso, la cui vita è scandita e fissata in venti momenti iconografici con straordinaria potenza di sintesi e, al tempo stesso, con ricchezza di particolari, riferimenti artistici, storici e simbolici. Una sceneggiatura, verrebbe da dire, degna del miglior maestro di Hollywood. Rapiscono l’attenzione e catturano lo sguardo, difficile staccare gli occhi, se non quando il collo e la testa cominciano a dolere per la posizione innaturale. Ma l’occasione è unica e ghiotta, non c’è che da approfittarne. Infatti, nata grazie all’impegno della Presidenza della Repubblica e del Comune di Firenze, la mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino”, riunisce idealmente tre delle città più rappresentative della storia e dell’arte italiana. Ma solo per qualche mese. Il Principe dei sogni Dal 17 febbraio al 12 aprile 2015 Palazzo del Quirinale, Roma Da martedì a sabato h 10 – 13 e 15,30 – 18,30; domenica h 8,30 – 12. Lunedì e festività chiuso Ingresso gratuito Info: www.quirinale.it
EVENTI/Prima edizione del premio “Anita Ekberg”
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Hollywood party a Palazzo Ferrajoli, tutti in pista e con i costumi di scena
iovedì 12 febbraio, una sfolgorante atmosfera hollywoodiana ha attraversato i saloni di Palazzo Ferrajoli, agodersi il party duecento ospiti tutti mascherati con costumi ispirati ai grandi film del cinema internazionale. “Regista” da Sara Iannone. Presidente de” L’Alba del terzo millennio” supportata da un comitato promotore presieduto da Patrizia Caimmi. La scenografia curata nei minimi dettagli ha proposto un red carpet sovrastato da un meraviglioso arco floreale dove i fotografi hanno immortalato ospiti vip e celebrità; poi set cinematografico nella sala rossa e angolo photocall con le più belle immagini dei film che hanno fatto la storia del Cinema. In apertura di serata la giornalista Camilla Nata ha presentato la prima edizione del Premio “Anita Ekberg”, istituito dalla associazione culturale “L’Alba del Terzo Millennio”, in omaggio all’icona felliniana della dolce vita romana scomparsa l’11 gennaio scorso a Rocca di Papa. Il riconoscimento è destinato alle eccellenze italiane che hanno contribuito a fare grande il nostro cinema. I primi premiati sono stati Lando Buzzanca, Barbara De Rossi, Sandra Milo, Silvana Pampanini e Andrea Roncato. “La mia associazione – ha detto Sara Iannone - ha voluto dedicare questa iniziativa a tutti gli artisti con l’intento di esaltare, rafforzare e divulgare la difesa della dignità del lavoro artistico; un’idea che s’inserisce nel nostro progetto: “...In Arte precario...” volto a sostenere in modo innovativo progetti importanti e am-
Candido in un affascinante Mandrake , al terzo posto ; la coppia Eleonora de Fonseca Pimentel e Robespierre interpretati da Ella Grimaldi e consortesecondo premio, il primo premio a Marina Bartella Pesci e Irene Bozzi in Cabaret di Liza Minelli. Infine, prima delle danze, con uno straordinario effetto scenografico, ha fatto il suo ingresso una torta monumentale a foggia di Fontana di Trevi!; una vera e propria opera d’arte pasticcera realizzata da Claudio Cristiani e offerta dal ristorante Il Cantuccio . Tra i duecento visti Adriana Russo, Eleonora e Saverio Vallone, la marchesa Dani del Secco d’Aragona, Luigi Bruno, Zina Bensalem, Fulvio Rocco, Irene Bozzi, Raffaella Serrapiglia Sestini, Gianni Ietto, il prof. Massimo Massetti, il presidente Alfredo Pontecorvi, Maria Monsè, Metis Di Meo, Eleonora Sergi, Galatea Ranzi, Iolanda Gurreri, il marchese Giuseppe Ferrajoli,Stefano Crisci, Diego Righini, Paola Tassone, Silvio Pollio, Alessandra Guida, Antonio Zechila, Piero Graus con Roberta Beolchi, Rosella Antonelli, Rosella Antonelli, il prof. Rocco Paludetti, Francesco Violi, Marco Morra, Pilar Taormina, Carla Montani, Adele Lax Mazzotta, Antonietta Lazzaruolo, Maria Buongiorno, Franco Parisi, Ella Grimaldi, Diana Torrice, Bianca Maria Lucibelli, Alessandro Montagne, Cataldo Calabretta, Elena Ossola, Laura Azzali Tomaro, Elisabetta Gualandri, Antonio Minni.
Duecento ospiti tutti mascherati con costumi ispirati ai grandi film del cinema internazionale per la serata organizzata da Sara Iannone e dalla sua associazione “L’Alba del terzo millennio”. Premiati Lando Buzzanca, Barbara De Rossi, Sandra Milo, Silvana Pampanini e Andrea Roncato
biziosi dedicati tanto alla promozione dei nuovi talenti quanto agli artisti di fama. “L’Alba del Terzo Millennio” ha voluto dare vita a questo premio insieme con il “Festival internazionale del film corto Tulipani di seta nera: un sorriso diverso” per testimoniare l’importanza delle opere cinematografiche a sfondo sociale.” Dopo la premiazione raffinata cena a buffet; intorno ai tavoli profumati di fiori e sfavillanti di luci e cristalli, c’erano tra gli altri Silvana Augeri, Lia Viola Catalano vestite in per-
fetto stile anni ‘30 a gustare un cheescake salato con chutney di pomodorini e scorzette di limone assieme al principe Giovanelli con Vittoria con Maria Grazia De Angelis e Paolella in charleston. Durante la cena, una giuria in incognito ha osservato gli ospiti e alla fine ha scelto i tre che meglio hanno saputo interpretare il proprio personaggio; le tre maschere vincitrici sono state premiate con un omaggio della gioielleria Gemma Gi di Raffaella Serrapiglia Sestini: Natalino
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CRONACHE
OBIETTIVO SCUOLA
Riforma della PA, si va verso il comparto unico? Gli attuali quattro settori, che meno di cinque anni fa erano 12, verrebbero fusi. Il progetto è entrato a far parte del nuovo disegno di legge n. 1577, composto da sedici articoli, di cui dieci deleghe, che il Governo ha detto di volere approvare. No del sindacato Anief-Confedir: non sempre semplificare significa migliorare. Collocare tre milioni di dipendenti in un unico ambito farebbe ben presto venire meno le specificità di ogni categoria: a pagarne le conseguenze sarebbero anche i cittadini, sui cui si riverserebbero i sicuri disservizi di Alessandro Giuliani
I furbetti della legge 104 (agevolazioni handicap) nel Lazio sono di più
C
reare un unico comparto nella Pubblica Amministrazione: il progetto è entrato a far parte del nuovo disegno di legge n. 1577, composto da sedici articoli, di cui dieci deleghe, che il Governo ha detto di volere approvare nei prossimi giorni. Ed è caldeggiato da uno dei sindacati più rappresentativi del pubblico impiego, rimettendo in tal modo ulteriore mano alla riduzione voluta nell’aprile del 2010 dall’ex ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, attraverso cui i comparti statali erano già stati ridotti da 12 agli attuali 4: autonomie locali e camere di commercio, regioni e sanità, scuola, tutto il resto della pubblica amministrazione. Di fronte a questa prospettiva, AniefConfedir si dichiara anticipatamente contraria: nel comparto unico del pubblico impiego confluirebbero, infatti, insegnanti, medici, dipendenti degli enti locali e tutti gli altri lavoratori statali, facendo venire meno le peculiarità professionali, con i derivanti diritti, delle varie categorie impropriamente fuse. “Collocare tre milioni di dipendenti in un unico calderone farebbe ben presto venire meno le specificità di ogni distinta categoria: non è possibile pensare di unificare le regole e le prerogative dei dipendenti della scuola
S con quelle specifiche di chi opera nei comparti impiegatizi o in quelli dei medici, che non a caso sono definite a monte da contratti ben diversi”, spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir. Nelle intenzioni del legislatore, l’operazione del comparto unico servirebbe ad agevolare la mobilità dei dipendenti pubblici e a semplificare le specificità contrattuali. “Ma non sempre semplificare significa migliorare” incalza Pacifico. “Come sindacato reputiamo invece decisamente più proficuo realizzare un contratto collettivo nazionale quadro che disciplini le regole di vari settori pubblici coinvolti”.
“In caso contrario – conclude il sindacalista – si andrebbe verso il caos lavorativo, derivante da una indeterminatezza delle funzioni, come dei diritti e dei doveri, cui verrebbero sicuramente collocati i nostri dipendenti pubblici e tutti i cittadini, su cui si riverserebbero i disservizi”. Le ragioni del sindacato sono state espresse nei giorni scorsi anche ad Angelo Rughetti, sottosegretario alla Funzione Pubblica. Nell’affrontare le criticità del Pubblico Impiego e della dirigenza, la Confedir ha chiesto al sottosegretario di ripartire dal protocollo d'intesa del maggio 2012 e di attivare gli specifici tavoli sui
ono 86.361 professori di ruolo (dei totali 640 mila) e 30.250 collaboratori del personale Ata (su 180.243 complessivi) che usufruiscono dei permessi e delle agevolazioni concesse dalla legge 104 del 1992 sui portatori di handicap. Percentuali con picchi massimi registrati in tre regioni del Centro che, dopo il caso siciliano di Menfi, dove nell’istituto comprensivo Santi Bivona, l’8 gennaio scorso, 70 docenti sui complessivi 170 non erano in servizio perché in malattia o coperti dalla 104. I beneficiari secondo il Miur sono troppi. Il 13,3% del personale docente di ruolo – quasi un professore su sette – gode della legge che sancisce, per lavoratori colpiti da malattie invalidanti o per quelli che devono accudire familiari affetti da gravi patologie, tre giorni al mese di permesso retribuito e non soggetto a controlli e una serie di agevolazioni come il prolungamento del congedo parentale o i permessi a ore. Poi ci sono i dati riguardanti il personale Ata: il 16,7% dei collaboratori fruisce della 104. I dati vengono fuori dopo la decisione del sottosegretario Faraone di elaborare un monitoraggio, il primo compiuto finora dal Miur, e reso possibile anche grazie agli uffici scolastici regionali che hanno scandagliato tutte le scuole e inviato il numero dei permessi al ministero.
temi significativi della dirigenza pubblica e del precariato. Durante l’incontro si è parlato anche del blocco degli stipendi dei pubblici dipendenti, confermato per tutto almeno tutto il 2015 e che potrebbe essere esteso, vista l’assenza di vacanza contrattuale fino a tutto il 2018, per un ulteriore triennio. “Non è possibile continuare a tenere gli stipendi degli statali 3-4 punti sotto l’inflazione.
Esemplare è quanto accade nella scuola: un insegnante della scuola media neo-assunto, a fronte di una retribuzione europea media lorda che sfiora i 27mila euro, in Italia si deve accontentare di 24mila euro, sempre lordi. E fine carriera il gap si triplica, visto che i nostri docenti si pensionano con circa 36mila euro, contro i 45mila dei colleghi Ue. E alle superiori la differenza è ancora più alta”.
REDAZIONALE
Scuola, si rinnovano i rappresentanti sindacali Cambia la scuola con ANIEF! Dal 3 al 5 marzo 2015 si voterà in tutte le scuole per il rinnovo delle RSU. ANIEF sarà presente con 2.300 liste e oltre 3.200 candidati. Finalmente avrai la possibilità di dare la tua preferenza a un sindacato nuovo, portavoce delle istanze di tutto il personale della scuola, docenti e ATA, precari e di ruolo, con una visione europea dei princìpi, delle regole e dei diritti. Io cambio la scuola, e tu? Vota e fai votare ANIEF alle elezioni RSU dal 3 al 5 marzo. Per saperne di più, vai su www.anief.org e leggi il nostro programma elettorale “Sono vent’anni che il settore è monopolizzato dagli stessi sindacati, con i risultati deprimenti sotto gli occhi di tutti: contratto fermo dal 2009 e con la prospettiva di rimanere tale fino al 2018; niente più vacanza contrattuale; stipendi sotto l’inflazione di 4 punti, contro i 3 del pubblico impiego ma soprattutto mentre il privato ha fatto registrare un bel più 6 per cento. Per non parlare delle indennità dimezzate, visto che il Fondo d’Istituto è stato portato da 1 miliardo e 400 milioni del 2011 a poco più di 600 milioni di oggi”. “E che dire dell’accordo sottoscritto nell’agosto del 2011 che ha permesso di assumere 67mila lavoratori ad invarianza finanziaria? Però il fondo dobbiamo ancora toccarlo – ha continuato Pacifico – perché con i decreti di riforma in arrivo, il Governo vuole legare il merito alla prestazione di chi si vuole mettere ‘in gioco’: con gli insegnanti che verranno pure valutati da genitori e studenti con più di 15 anni. Inoltre, il decantato merito, riservato al 66% dei docenti, sapete a quanto corrisponde? A quei 60 euro sottratti agli
stipendi di tutti, non adeguando le buste paga nemmeno al costo della vita: quindi si vuole far passare un aumento per merito quello che si sarebbe dovuto assegnare per via naturale all’intero corpo insegnanti”. L’Anief arriva a questa tornata sindacale con 16mila tessere “vere”, il doppio dell’ultimo rinnovo RSU, grazie alla sua visione transnazionale dei diritti dei lavoratori, che hanno permesso di raggiungere risultati concreti: per raggiungere la soglia minima del 5% di rappresentatività, l’Anief ha costituito 2.300 liste con 3mila candidati complessivi. “Per riuscire nell’intento dobbiamo però ottenere un risultato elettorale straordinario. Ma siamo l’unico sindacato che ha i numeri e gli strumenti per farlo e abbiamo il dovere di provarci fino in fondo, perché forse i tempi dell’alternanza in un mondo così statico sono finalmente maturi”, ha spiegato il presidente Anief, Marcello Pacifico. L’Anief è consapevole che la sfida verrà vinta soprattutto se riuscirà ad avere credito da quel
mezzo milione di lavoratori oggi privi di deleghe sindacali: “a loro ricordiamo che è troppo facile ascoltare passivamente il ritornello della parte pubblica che non ci sono soldi per rinnovare i contratti. Di fronte a certe rigidità, non ci sono concertazioni o compromessi da adottare – continua Pacifico - ma la contrattazione va spostata nei tribunali della Repubblica. E lo stesso vale per contrattazioni d’Istituto, tra l’altro ridotte a trattare su meri ‘conticini’ visto che l’importo è stato assorbito da altre voci di spesa, sempre con l’avallo dei famigerati sindacati rappresentativi: se il dirigente scolastico non le vuole portare a termine con le Rsu, che non d’ora in poi non dovranno più fare “sconti”, allora è giusto che se la vedano con i revisori dei conti”. “Dare rappresentatività ad un sindacato come il nostro – continua Pacifico – significa tornare a dare forza alle ragioni di chi vuole una scuole e dei cittadini migliori. Significa non dare più credito a certi sindacalisti che si ricordano del personale solo in occasione del rinnovo delle RSU,
come hanno fatto in questi giorni Cgil, Cisl e Uil organizzando un sit-in a metà febbraio per la stabilizzazione di oltre 100mila docenti abilitati non inseriti nelle GaE, che però solo l’Anief in questi anni ha difeso in tutte le sedi”. Il rinnovo delle Rsu delle scuole si svolgerà nei medesimi giorni in cui il Governo tenterà di approvare l'ennesima riforma al ribasso, per gli studenti e per il personale. Se si eccettuano alcuni punti, come il potenziamento dell'apprendistato, la formazione dei docenti e l'assunzione di 150mila precari, anche se non gli abilitati 'invisibili', il resto è tutto da rivedere: “ si vogliono far sparire i supplenti brevi, i vicari dei presidi, i gruppi di lavoro a supporto dei progetti e delle attività extrascolastiche indispensabili per l’attuazione del Pof. Al loro posto arriveranno neoassunti assorbiti nell’organico funzionale: dei veri prof superman che, seppure senza titoli, conoscenze ed esperienza, dovranno ergersi a ruolo di docenti tuttofare. Con i soliti sindacati pure consenzienti”.
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LITORALE
REGIONE DESTINA 26 MILIONI DI EURO PER LE OPERE INIZIATIVE LA DI DIFESA IDRAULICA DEL LITORALE
Ostia, intanto si continua a costruire di Enzo Bianciardi
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issesto idrogeologico, i soldi ci sono, ma adesso viene il difficile: i tempi di realizzazione, ossia, come e quando verranno eseguite le opere fianziate. I Cdq non mollano la presa: “Sorveglieremo sull’immediata esecuzione dei cantieri” si legge su una nota diffusa dal Coordinamento, mentre il Municipio celebra la vittoria. “Il pacchetto di interventi varato dalla Regione Lazio rappresenta una “vittoria” storica per i cittadini del X Municipio – annuncia Andrea Tassone, presidente del municipio - Nello specifico, sono stati stanziati: 1.100.000 euro per la regolarizzazione dell'incile di Tor Boacciana; 200.000 euro per la ricalibratura della rete scolante consortile del canale Bagnolo; 1.500.000 euro per la ricalibratura del fosso della Madonnetta; 4.200.000 euro per la ricalibratura dell’influente C del canale Palocco; 4.760.888 euro per la ricalibratura del canale Dragoncello fino al sottopasso lungo la via del Mare; 200.000 euro per la ricalibratura e l’inversione di pendenza del canale Ostiense; 11.735.044 euro per la sistemazione idraulica dei canali Bagnolo e Pantano; 3.009.019 euro per la ricalibratura della rete scolante del bacino sotteso alle idrovore di Galeria, Piana del Sole e soprattutto di Ostia. In totale 26 milioni di euro per la messa in sicurezza idrogeologica del nostro territorio, vittima un anno fa, di un’alluvione che ha lasciato in
ginocchio centinaia di famiglie”. Anche a Fiumicino arriveranno 6 milioni e 200mila euro per finanziare interventi di messa in sicurezza: tre milioni finalizzati a lavori di ristrut-
turazione e potenziamento dell'impianto idrovoro di Isola Sacra e tre milioni e 200mila euro dedicati alla realizzazione di una arginatura a protezione dell'abitato sempre di Isola
OBIETTIVO: MIGLIORARE LA VIABILITÀ ED AGEVOLARE LA RACCOLTA
Nuova dislocazione dei cassonetti
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entre la differenziata segna il passo nell’entroterra ad Ostia è iniziato lo spostamento dei cassonetti (attualmente sono circa 3 mila) per agevolare la raccolta dei rifiuti e migliorare la viabilità. E’ il primo, ma fondamentale passo, per organizzare in maniera adeguata il servizio. Il presidente della Commissione Ambiente del X Municipio Eliseo Franzese afferma: “Stiamo effettuando due sopralluoghi settimanali per monitorare direttamente la situazione e operare i dovuti aggiustamenti. Siamo intervenuti in via dell'Appagliatore, di fronte al mercato rionale, per spostare alcuni cassonetti posti sulla carreggiata. Nei prossimi giorni, faremo lo stesso in via Mar dei Caraibi, dove ci sono tre
scuole e una fermata dell'autobus, in via Raffaele De Cosa e in via dei Traghetti”. Costo dell’operazione circa 350mila euro. Verranno rivisti ed opportunamente segnalati anche gli alloggiamenti dei contenitori. In via dei Traghetti i cassonetti verranno riuniti per agevolare la raccolta dei rifiuti e migliorare la viabilità della zona. “In accordo con l'AMA stiamo intervenendo per la sistemazione delle campane per la raccolta del vetro – continua Eliseo Franzese – che non dovrebbero più presentare problemi di fuoriuscita di bottiglie e altri contenitori dalla base. Entro tre mesi dovrebbe essere tutto perfettamente a regime”. En. Bia.
AL BIANCO JAZZ BAR NASCE UN NUOVO POLO CULTURALE. LIBRI E MUSICA PER TUTTI
Swing di parole C
Sacra.Il finanziamento con oltre 26 milioni di euro delle opere di difesa, accolto con un sospiro di sollievo dai residenti, potrebbe non bastare, anche perché, si continua a costruire ed i nuovi insediamenti potrebbero alterare non solo gli attuali ma anche i futuri “equilibri”. La Delibera di Giunta capitolina n.8 del 23 Gennaio 2015 ha autorizzato, infatti, la lottizzazione di ben 35.000 metri cubi nella zona Stagni, uno fra i quartieri
devono essere dei piccoli momenti di ultura e musica, un binomio artisvago e di spettacolo”. Inoltre, in quasi stico che vuole essere un nuovo tutti gli incontri non saranno solo libro e polo letterario. Sono previsti, inautore i protagonisti, poiché a dar voce e fatti, sedici incontri di carattere letterario volto alle storie che verranno presentate, tutti i giovedì alle ore 17 e fino al 28 magci saranno attori che interpreteranno dei gio, al Bianco Jazz Bar in Via Marenco di brani dei libri o, come accadrà con Rita Moriondo, ad Ostia. Un nuovo salotto letPacilio e Orsola Fortunati, gli scrittori-arterario dove saranno presentati ventiquattisti prenderanno in mano il microfono e tro autori e sarà possibile ascoltare due canteranno in jazz le parole delle loro mini concerti jazz. Un’iniziativa voluta da opere letterarie. All’interno di “Swing di Manuela Minelli e Francesca Patti, focaParole” ci sarà anche un cabaret letterario lizzata su parole e musica e che va ad af(giovedì 5 Marzo), ossia una serie di racfiancarsi alla già ricca programmazione di Manuela Minelli conti assai divertenti interpretati da attori concerti con i grandi nomi del jazz, blues e swing che si esibiscono ogni settimana sul palcoscenico del di teatro. E, ancora, il 26 febbraio e il 21 maggio, duetti letterari Bianco Jazz Bar. “Swing di Parole”, infatti, è una rassegna cul- con “Parole Incrociate” in cui una coppia di autori presenterà turale diversa dal solito clichè delle presentazioni di libri fini ognuno il libro dell’altro, in un serrato confronto a due prima, a sé stesse. “Nei nostri incontri sarà l’autore stesso a raccontare e con il pubblico poi. Il 2 Aprile si parlerà di femminicidio, il suo libro. – spiega Manuela Minelli – Di solito le presenta- con un libro ben lontano dai luoghi comuni troppo spesso zioni di un libro sono noiose. Ho visto persone tra il pubblico usati dalle cronache nere e rosa dei notiziari. Anche la poesia assopirsi e non perché il libro o l’autore in questione non va- sarà protagonista, ma sempre in maniera originale. Il 28 maglessero, ma perché troppo spesso la cultura viene presentata gio con “Saffo e le altre” alcune poetesse contemporanee legin maniera noiosa, accademica, spocchiosa, come qualcosa di geranno e commenteranno, sempre con la partecipazione dei elitario, indirizzata soltanto agli addetti ai lavori. Credo che presenti, alcuni versi del passato. E per fare in modo che la culsia un grave errore di comunicazione”. “Il nostro obiettivo in- tura sia utile, oltre che allo spirito, anche alla vita, il 7 maggio, vece è fare arrivare un bel libro di poesia, un appassionante nella giornata che precede quella dedicata alla lotta contro il romanzo, una biografia, in mano a tutti – continua Francesca tumore ovarico, verrà presentato uno straordinario libro di faPatti - anche a coloro che hanno quella sorta di timore reve- vole, legato ad un progetto che finanzia la ricerca. En. Bia. renziale verso l’oggetto-libro, con presentazioni letterarie che
che verranno interessati dagli interventi. Il miglioramento dei sistemi di drenaggio delle acque e quindi di tutela dalle alluvioni non può prescindere da un progetto generale di tutela idrogeologica. Il M5S ha chiesto, in proposito, che i lavori di messa in sicurezza idraulica del territorio municipale vengano inseriti all’interno della cartografia del Piano di Assetto Idrogeologico (P.A.I.) come aree a rischio idraulico, affinchè possano essere utilizzati i fondi che devono ancora essere attribuiti. E’ necessario, pertanto, procedere con la mappatura del rischio idraulico, dando un segnale chiaro ai cittadini di voler fermare l’avanzata del cemento nelle aree idrogeologicamente più fragili del Municipio X. “Invece di continuare fare nuove promesse sullo stanziamento di fondi per l'emergenza allagamenti, bisogna pensare alla manutenzione dei canali di scolo”. Ha affermato Luca Marsella, responsabile di Casa Pound Italia sul litorale romano, “Oltre allo stato di abbandono degli ex-canali di bonifica, problema che denunciamo da tempo - ha continuato Marsella - la cosa assurda è aver trovato il canale ostruito dai rami delle recenti potature degli alberi della strada. Come se non bastasse, la pessima gestione sul territorio della raccolta differenziata ed il mancato ritiro dei cassonetti dell'immondizia ha fatto sì che i canali di scolo, in poco tempo, si trasformassero in discariche. Intanto - ha concluso Marsella – aspettiamo a veder realizzati gli interventi in somma urgenza annunciati dal mini-sindaco”.
Il Municipio respinge qualsiasi ipotesi di proroga. Per protesta il gestore ha iniziato lo sciopero della fame
Sigilli ad Approdo alla lettura Sigilli ad “Approdo alla lettura” sul pontile. Clamorosa la protesta del gestore Tullio Catalano, il quale ha iniziato lo sciopero della fame e della sete per protestare contro la decisione del Municipio di non “riproporre” l’iniziativa per la prossima estate. Dopo dieci anni lo stand di libri sul pontile, meta di passeggiate ed eventi estivi dedicati alla cultura viene definitivamente cancellato. Ma Tullio Catalano tiene duro e promette battaglia. “Lo scorso 30 settembre avevamo ricevuto un’istanza di chiusura, contro la quale ci siamo rivolti al Tar che il 16 ottobre ha emesso una sospensiva. Non so cosa dire: avevo chiesto una proroga all’istanza (il contratto del resto scadeva a fine 2015) al 15 aprile”. Dal Municipio è arrivato però un “no” a qualsiasi proroga e la Giunta municipale il 13 ha confermato la decisione le cui motivazioni, nella sostanza non sono state ancora chiarite. L’amarezza di Catalano è tangibile: “Ho sempre cercato di collaborare con l’Amministrazione. – afferma – Anche durante l’ultima estate lo stand di Approdo alla lettura è stato un punto di riferimento culturale per la città. Tante associazioni, autori ed artisti hanno partecipato ai nostri eventi estivi. In diciassette anni sono stati allestiti almeno 1.700 eventi. Il presidente Andrea Tassone ha affermato che avrei accumulato dei debiti nei confronti dell’amministrazione: questo è falso e posso dimostrarlo”. Sull’intricata questione dagli avvocati della società “Il libraio” è stato presentato un esposto alla procura per “falso ideologico”. Sul tema è intervenuto anche Sandro Lorenzatti, v.presidente del X Municipio: “Non abbiamo alcuna intenzione di ripresentare il bando. – spiega Lorenzatti – Secondo noi, non garantiva più qualità e adeguate scelte culturali. Inoltre, c’è un contenzioso in atto per il pagamento del canone di occupazione di suolo pubblico (sembra attorno ai 50 mila euro) e per il rilascio di una serie di autorizzazioni, tra cui, quella paesaggistica, in quanto, com’è noto, il lungomare è un’area vincolata”. Sul piatto, ci sarebbero, in sostanza gli oneri di occupazione di suolo pubblico, che Approdo alla lettura avrebbe “scomputato” dalle spese sostenute per l’attività culturale estiva e non versato. E.B.
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RUBRICHE
SCELTI PER VOI
LA SCOMMESSA ENOGASTRONOMICA DI RODOLFO MAZZEI
Exquisitaly, il nome dice utto New entry a largo di S.Susanna, due passi da Via Veneto, dai Ministeri e da Termini: è cioccolateria, pasticceria, bar e presto sarà anche ristorante per un modo diverso di stare a tavola neo rispetto della tradizione. Cucina e prodotti italiani di qualità
S
i chiama "Exquisitaly". Cioccolateria, pasticceria, bar e presto anche ristorante che si propone di innovare il modo di stare a tavola pur rispettando in pieno la tradizione. E’ nata prima di Natale nel cuore della Roma degli affari e dei ministeri, a un passo dalla Roma della Dolce Vita, a un passo da Termini: in poche parole, a Largo S.Susanna. Come spiega il proprietario nonché ideatore di questa scommessa enogastronomica, Rodolfo Mazzei: «Exquisitaly è nata da un'esigenza e da una volontà precise. L'esigenza era quella di dare una vetrina adeguata alla mia altra attività: l'azienda cioccolatiera "Cioccolato di Bruco" che da tempo crea prodotti gourmet. La volontà che mi ha spinto a lanciarmi in quest'attività, forse in modo ancora maggiore rispetto all'esigenza, era quella di mettere in piedi un luogo adeguato alla mia visione del cibo e dello "stare a tavola" in Italia. Io credo che nel nostro paese ci siano tre luoghi di socialità legati all'enogastronomia: il bar, la pasticceria e il ristorante e ho voluti racchiuderli tutti in questo spazio. Il nome è una dichiarazione programmatica, quello che io e miei collaboratori amiamo sono le "squisitezze italiane" e intendiamo lanciare un percorso che coinvolga anche i clienti in questa riscoperta». E il modo in cui intendono farlo è quantomeno ambizioso. In primis a "Exquisitaly" intendono porre estrema attenzione alla qualità
degli ingredienti; Mazzei spiega che conosce di persona tutti i suoi fornitori, li incontra nelle loro aziende, ne osserva attentamente le modalità produttive e solo se tutti questi aspetti lo soddisfano li accoglie nella sua cucina. Stabilita questa fiducia il passo ulteriore è quello di permettere ai clienti di poter acquistare i prodotti che hanno gustato. «Spesso abbiamo a che fare con piccoli produttori che difficilmente riuscirebbero a inserirsi in un mercato come quello romano. Ebbene, noi gli offriamo la possibilità di farsi conoscere e così tutti ci guadagnano: noi abbiamo un'ottima base per i nostri piatti, le aziende si espandono e i clienti possono acquistare prodotti di qualità che altrove non riuscirebbero a trovare». Il secondo piano è quello dell'offerta culinaria. Lo chef, che proviene dall'entourage del Gambero Rosso, si occuperà di presentare una "cucina dei sapori" e cioè: « una gastronomia basata sulla semplicità e l'im-
portanza dei singoli ingredienti tipicamente italiana». Inoltre, accanto al menu fisso, ogni mese saranno presentati piatti tipici di una diversa regione della penisola con ingredienti locali, vini autoctoni e uno chef esperto chiamato a lavorare a "quattro mani" con il capocuoco. «Intendiamo dare valore alla "cucina dei territori" che poi è la base e la ricchezza di ciò che chiamiamo cucina italiana, guidando i nostri clienti alla riscoperta di sapori autentici e, spesso, dimenticati ad un prezzo accettabile. – conclude Mazzei - Il conto medio per una cena, esclusi i vini, sarà infatti di cinquanta euro per persona». Provare per credere. QUALCOSA DI PIÙ Il ristorante di Exquisitaly apre la settimana prossima. Il locale è aperto tutti i giorni dalle 6 alle 20 - dalla prossima settimana 6-24. La cucina sarà aperta a tutte le ore, si potrà cenare alle 4 del pomeriggio. Non è cosa da poco.
La ricetta di Sisto
LE MANIE ASTROLOGICHE di Patrizia Tamiozzo Villa con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po' maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente (venerdì 20/2/2015)
♈ Ariete (21 Marzo - 20 Aprile)
♎ Bilancia (23 Settembre - 22Ottobre)
Mercurio vi apre la strada per nuove possibilità lavorative. Se qualcuno vi è di ostacolo potrete contare sull’aiuto, anche spirituale, dei vostri famigliari. In amore sarete voi a prendere iniziative, che saranno coronate da successo.
E’ il vostro momento: aiutati da Mercurio e Sole in un segno amico, avrete successi nella vita sociale e, se siete single, importanti novità anche nel settore sentimentale. Mercurio vi farà avere una piacevole sorpresa da un famigliare o da una persona amica.
♉ Toro (21 Aprile - 21 Maggio)
♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre)
E’ una fase impegnativa della vostra vita, però molto dipende da voi e, anche se Sole e Mercurio vi creano ostacoli nei rapporti sociali, potrete superare tutto con l’aiuto di Marte e di Venere, che vi rendono più garbati e gradevoli verso gli altri.
Qualche contrasto, recato da pianeti negativi, potrà essere superato dato che Venere e Marte vi invitano ad amare per San Valentino, quindi, la massima attenzione a non deludere chi si aspetta da voi amore, tenerezza e… un bel regalino.
♊ Gemelli (22 Maggio - 21 Giugno)
♐ Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre)
Venere, Marte e Saturno vi rendono insoddisfatti; però proprio oggi che è San Valentino dovete superare ogni malumore e dedicarvi ad un momento di relax con il partner. Non dimenticate di fargli anche un regalino personalizzato, che sottolinei il vostro genuino affetto.
♋ Cancro (22 Giugno - 22 Luglio) Venere e Marte, positivi, vi favoriscono nel settore sentimentale; festeggiate questa giornata come fosse già primavera, a maggior ragione se la vostra è una unione che dura da molti anni; in questo caso sarete festeggiati anche dai vostri figli (e nipotini?...).
♌ Leone (23 Luglio - 22 Agosto)
Anche se in questo momento vi sentite poco amati, scrollatevi di dosso questa falsa impressione: è vero che dovete combattere contro tre pianeti negativi, Marte, Nettuno e Venere; ma è Saturno, il Maestro dello Zodiaco nel vostro segno ad invitarvi alla serenità.
♑ Capricorno (22 Dicembre - 20 Gennaio) È necessaria una pausa nel lavoro, perché avete accumulato fin troppi impegni; è invece il momento di dividere con la persona amata ore di serena felicità e di reciproco affetto; non dimenticate un piccolo dono per il vostro amore.
Anche se Sole e Mercurio opposti, vi rendono trascurati e distratti, con l’aiuto di Giove otterrete buoni risultati nel lavoro e in campo finanziario. Potrete, inoltre, trascorrere momenti deliziosi con la persona amata e questo riempirà il vostro sensibile cuore di molta felicità.
♒ Acquario (21 Gennaio - 18 Febbraio)
♍ Vergine (23 Agosto - 22 Settembre)
♓ Pesci (20 Febbraio - 20 Marzo)
Marte e Venere, in opposizione, vi fanno sentire un po’ trascurati dal partner; per fortuna le amicizie sulle quali potete contare vi saranno prodighe di preziosi consigli, suggerendovi viaggi e crociere o anche, più semplicemente tranquille gite fuori porta.
Venere e Marte vi rendono molto disponibili, non solo all’amore ma anche all’amicizia. Qualche polemica, facilmente superabile, nell’ambiente di lavoro: fate ricorso al vostro consueto savoir faire e alla vostra collaudata simpatia.
Con Sole e Mercurio nel vostro segno, potete - nel caso foste soli sentimentalmente - avere un incontro veramente positivo; in questo periodo, che è quello del vostro Segno natale, per le coppie già sposate nuova intensità e passione aumentate.
SISTORANTE Il ristorante si trova vicino ai Musei Vaticani e a pochi passo dal mercato Trionfale. Le materie prime quindi sono sempre freschissime e per questo motivo il menu cambia quotidianamente. Tra le varie portate, molto buoni gli gnocchi, fatti in casa, se ne possono scegliere 6 tipi. Ambiente molto familiare e informale, massima cura per i commensali, a disposizione 45 coperti.
Fettuccine carciofi e pancetta Ingredienti per 4 persone quattro carciofi, 200 gr di guanciale di Norcia, 500 gr di fettuccine Preparazione Far soffriggere uno spèicchio d'aglio con olio extra vergine, tagliare il guanciale a lista-
relle. Togliere l'aglio e aggiungere il guanciale. Pulire i carciofi e tagliarli a fettine sottili e aggiungerli al guanciale. Aggiungere un mestolino di acqua di cottura e coprire per circa 5 minuti. Scolare le fettuccine ed unirle al condimento con una spolverata di pecorino. Servire con una guarnizione di prezzemolo fresco.
vai al SISTORANTE con e avrai uno sconto del 10%
Non rinunciare ad una cena fuori... il Sistorante propone il menù light del "dopo Natale" Carpaccio di spigola Vermicelli al pomodoro fresco basilico e scampi oppure Gamberoni grigliati accompagnati da pinzimonio tagliata di ananas e kiwi un calice di vino bianco chardonnay Euro 25 a persona SISTORANTE Via Tolemaide 17 - Roma Tel. 0664521715
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SCELTI PER VOI SCENDONO IN CAMPO I LABORATORI DI VIA DI PRISCILLLA
Scuola di cucina? Mamà è molto di più Come andare oltre il percorso strettamente didattico e offrire ai romani un nuovo concetto di convivialità a tavola. Le proposte alternative, da "Chef per una sera" a "affitta la cucina". Grandi professionalità e una location unica di Francesco Vitale
Le proposte di Mamà
F
emplicemente una fusione di artigiani appassionati del loro mestiere, con la voglia di condivisione e la voglia di mettere a disposizione di tutti la possibilità di nuovi incontri, nuove sfide personali e l’allegria del “creare“ insieme. Ecco alcune delle caratteristiche di Mamà, i laboratori di cucina, un vero e proprio social cooking non virtuale per rinnovare il concetto di convivialità a tavola. Si trova in via di Priscilla un palcoscenico culinario dove la professionalità di grandi chef e l’originalità di una location unica creano un’armonia perfetta e la voglia di stare insieme. Grazie alla sapiente guida di chef, stellati e non, Mamà è il luogo perfetto per chi, da sempre, ha una passione per la cucina, ma anche per chi per la prima volta vuole cimentarsi tra i fornelli. Una formula creativa e all’avanguardia, personalizzata per tutte le vostre esigenze. A differenza delle altre “Scuole di Cucina”, dove il percorso è strettamente didattico, l’esperienza di Mamà, è completa grazie a una degustazione finale di quel che viene preparato. Sulla scia della fortunata esperienza e in partnership con la nota scuola di cucina milanese Teatro7|Lab, Mamà’ apre i battenti per offrire ai romani un nuovo concetto di convivialità a tavola. E per rafforzare le relazioni sui territori. Perché se un tempo c’erano le strade della città, intitolate agli artigiani che condividevano le stesse vie, oggi i maestri d’arte continuano ad animare i quartieri offrendo qualità, bellezza e gusto. Ed è questa la loro risposta alle difficoltà, che si supera con la coesistenza, e non concorrenza. Perché uniti si resiste a qualunque
Corsi di Cucina - Lezioni monotematiche serali “one shot”: per cucinare insieme ad altri partecipanti, guidati da uno chef. Insieme, ma ognuno con la sua postazione personale. Imparare tecniche e trucchi degli chef, esplorare la cucina del mondo, valorizzare i nostri piatti regionali, scoprire nuove ricette e modalità di preparazione e alla fine degustare tutto il menù della serata, accompagnato da un calice di vino. Un modo diverso per stare insieme imparando, condividendo la cultura del cibo. Chef per una sera - Dedicato a chi vuol vestire i panni dello chef, ma non ha una cucina adeguata e vuole solo godersi i suoi ospiti, senza il pensiero del ‘dopo’. Con questa opzione sarà infatti affiancato da un assistente che si occupa di stoviglie, pentole e pulizie. I Piccoli Chef - Dedicato a chi vuol far imparare, pasticciare e amare il buon cibo; - Cene Aziendali e Team building: dedicato a chi vuole trasformare i prevedibili e noiosi incontri di lavoro in un momento di scena con novità, convivialità e sfide interne. Affitta la Cucina - La terza via dell’invito a cena, la vera alternativa tra di cucina di casa e ristorante. Il team di Mamà mette a disposizione la sua cucina per preparare e gustare una perfetta cena insieme agli ospiti, accompagnati da uno chef di supporto e da un assistente per le pulizie a richiesta.
crisi, economica e morale. Mamà nasce da questa fusione: artigiani che si rimboccano le maniche, mettono a fattor comune i loro arnesi e in un laboratorio di cucina raccontano e insegnano agli appassionati le loro creazioni. Dietro il concetto, una coppia speciale: Mario De Angelis, titolare della storica “Casa del Cremolato” e il resident chef Mauro Del Grande, proprietario del noto ristorante “La Mora” e al loro fianco e dietro le quinte di Mamà’, Ann Christine Hjelm, svedese a Roma da 20 anni.
Mamà Srls - Laboratori di Cucina Via Di Priscilla15/17 - 00199 Roma, Italy www.mamalaboratori.com
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Fari Led, Matrix, Laser! Il futuro della luce è già qui
di Davide Bianchino
Sono passati già 24 anni da quando l’italianissima Magneti Marelli presentò un’innovazione che cambiò radicalmente il concetto di illuminazione automobilistica. Era il 1991 quando Bmw offrì come primo equipaggiamento della sua ammiraglia Serie 7 i fari allo Xeno. Il filamento delle classiche lampadine venne sostituito da un gas, lo xeno appunto, in cui erano immersi due elettrodi. Un sistema complesso e costoso ma dal punto di vista della resa fu una vera rivoluzione. Una luce bianca potentissima, tanto che per scongiurare eventuali pericolosi abbagliamenti, la legge impose l’obbligo di un sistema di regolazione automatico del fascio luminoso, nonché dell’impianto lavafari. La luce giallastra delle lampadine alogene fece invecchiare di colpo i classici fari. Nonostante ciò, comunque, le lampadine non sono sparite dalle nostre automobili, anzi, gli impianti classici risultano ancora i più diffusi soprattutto sulle fasce medio-basse. Una delle ragioni è da imputare senz’altro all’elevato costo dei fari allo xeno. Ma l’innovazione tecnologica, si sa, ha bisogno di tempo prima di imporsi a livello “democratico”. Nel frattempo però la ricerca va avanti e quello che oggi è considerato “moderno” potrebbe presto rivelarsi obsoleto davanti a nuove invenzioni. E’ quello che sta accadendo con i fari allo xeno da quando è arrivata sul mercato la tecnologia Led. Fari ancora più potenti, luce più bianca e un consumo di energia notevolmente inferiore (a parità di luce emessa, assorbe circa un quinto dell'energia rispetto alle lampade alogene). In tempi in cui la lotta al risparmio energetico è diventata una priorità, questa nuova tecnologia ha trovato subito terreno fertile per diffondersi. Altro grande vantaggio dei fari al led è la durata eleva-
tissima, tanto che non sono previste sostituzioni dei moduli interni: i fari sono completamente sigillati. Inoltre, la possibilità di utilizzare componenti piccolissimi permette ai designer automobilistici di sbizzarrirsi con le linee delle carrozzerie come mai fatto prima. Senza ombra di dubbio, è questa la tecnologia che ha più probabilità di diffondersi in ogni settore e in ogni fascia di mercato. E più si diffonderà, più i costi si abbasseranno, anche nel settore dell’automotive. Non a caso solo pochi mesi fa è stato assegnato il Premio Nobel ai ricercatori giapponesi che hanno inventato questa innovativa fonte di illuminazione. Tornando ai fari delle nostre auto, ovviamente anche il led ha avuto una sua evoluzione in questi ultimi tempi. L’Audi, ad esempio, propone già su alcuni modelli gli avveniristici fari “Matrix-Led”, seguita a breve distanza dalla Mercedes con i suoi “Active Multibeam Led”. In entrambi i casi si tratta di sistemi che permettono di variare il fascio luminoso in base alle esigenze del momento. La centralina elettronica decide se alzare, abbassare o ruotare la luce emessa se si incrocia ad esempio un altro veicolo. I sensori sono talmente sofisticati che riescono a distinguere perfettamente un veicolo, un pedone o un ciclista, modificando di conseguenza (e in pochi millesimi di secondo) il fascio luminoso. Ma non è finita qui: la nuova frontiera è rappresentata dalla tecnologia laser. I raggi laser blu sono convertiti in luce bianca grazie ad un sistema che dirige il fascio dei diodi su una piastra al fosforo. Il risultato è una luce molto intensa che viene percepita dall'occhio umano come quella diurna. Nonostante un consumo di energia 30% inferiore, l'intensità luminosa che si ottiene è dieci volte superiore rispetto a quella delle lampade alogene, allo Xeno o al Led. E la portata arriva fino a 600 metri: più del doppio rispetto alle luci convenzionali. Con benefici enormi sulla sicurezza di guida notturna e impensabili solo qualche anno fa. Il futuro della luce è già qui. Benvenuto futuro.
direttore responsabile Giovanni Tagliapietra redazione via Boezio, 6 00193 ROMA tel. 06/32803407 redazione@corrierediroma-news.it www.corrierediroma-news.it Marketing & Pubblicità pubblicita@corrierediroma-news.it editore IL NUOVO CORRIERE EDITORIALE SRL INCE SRL stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno P. Iva e Codice Fiscale 9713300584 registrazione Tribunale di Roma n° 266 del 27 novembre 2014 SIAMO ANCHE SU VISITA LA NOSTRA FAN PAGE www.facebook.com/ilcorrierediroma PER RIMANERE AGGIORNATO IN TEMPO REALE
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RUBRICHE
SCELTI PER VOI
IN PRIMA FILA
AL TEATRO VASCELLO DAL 24 FEBBRAIO ALL’1 MARZO 2015
Carmina Burana, Medioevo a passo di danza con lo Spellbound Contemporary Ballet di Maria Pia Miscio
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a grande danza contemporanea va in scena al Teatro Vascello di Roma con la Spellbound Contemporary Ballet, naturale erede di quella Spellbound Company fondata nel 1994 dal nostro Mario Astolfi, ad oggi uno dei coreografi più importanti sulla scena europea. Dal 24 febbraio al primo marzo la compagnia riproporrà i “Carmina Burana”, considerata la sua più bella coreografia, il suo spettacolo più rappresentativo. La coreografia e la regia sono naturalmente quelle di Astolfi, le musiche quelle inconfondibili di Carl Orff. In repertorio dal 2006, “Carmina Burana” è sicuramente la corografia di maggior successo di Astolfi. Ideata nel 2006, ha realizzato il record di incassi in svariate stagioni italiane ed ha ormai superato le 150 repliche grazie anche alla sua presenza costante nei festival di Austria, Spagna, Thailandia, Germania, Cipro, Panama, Lussemburgo. Merito sicuramente dei testi e soprattutto delle musiche di Carl Orff, che continuano ad ammaliare - e prova ne è il balletto proposto appena qualche giorno fa al Teatro dell’Opera di Roma – ma merito sicuramente della creatività di Astolfi e delle versatilità dei suoi danzatori. Quello proposto al Vascello dal 24 febbraio è il nuovo allestimento dello spettacolo realizzato recentemente per i duecento anni del Teatro Sociale di Como e per il Prisma Festival di Panama. Da sempre alla ricerca di nuovi linguaggi e nuove formule comunicative ed espressive, Mario Astolfi è ri-
masto negli anni profondamente legato a questa sua creatura scintillante e gioiosa che, è lui stesso a raccontarlo, “rappresenta una sicurezza” per l’intera compagnia. I “Carmina Burana” vennero ritrovati, numerosissimi (più di trecento componimenti di vario genere), in un manoscritto dell’abbazia di Benediktbeuren, da cui presero il nome. Composti per lo più nel 1200, diffusi in Germania e Sassonia dai clerici vaganti, letterati girovaghi studiosi dei classici greci e latini, cantori del vino, delle donne, del vagabondaggio e del gioco, ci danno del Medioevo un’immagine ben diversa da quella tradizionale. Non soltanto epoca buia e cupa e triste, ma epoca luminosa, in cui l’umanità, superata la paura delle teorie millenariste, si riapre alla vita, alla gioia, all’esaltazione dei sensi, preparando al tempo stesso quelle strabilianti scoperte che porteranno ai profondi mutamenti dei secoli a venire. Dunque, quella dei “Carmina” è una poesia burlesca, impudente, sovversiva, carnale: si parla senza troppi veli del corpo e della sua quotidiana avventura, se ne esplicano con gioia le
funzioni, non si guarda all’altrove. Tace il linguaggio della ragione, si dimentica il pudore e si osa persino irridere audacemente al divino con inni e motivi religiosi che sono in realtà una parodia dei testi sacri e delle preghiere. Profondamente rivisitati da Mario Astolfi, i “Carmina Burana” conservano lo spirito e l'atmosfera originali con l'aggiunta di momenti e piccole altre avventure collezionate dal 1994 ad oggi. La forza narrativa della danza, della musica e dei versi riescono da sole - perché in verità la scenografia è volutamente scarna - ad evocare visivamente tutta la potenza espressiva contenuta nella raccolta medievale; scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana si incontrano e si fondono nei tre momenti che scandiscono in crescendo l’intera coreografia fino a quell’incendium cupiditatum, fino allo scatenamento delle passioni finale. L’attuale versione per il Teatro Vascello è, secondo lo stesso Mario Astolfi, sicuramente la più potente, la più intensa e la più completa portata fino ad ora in scena dalla sua compagnia. M.P.M. Carmina Burana Dal 24 febbraio all’1 marzo 2015 Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78, Roma Biglietti € 15, per gruppi di almeno dieci persone € 10 Info e orari: 06 5881021 e 06 5898031
TRITTICO DI CONCERTI DELL’ACCADEMIA SANTA CECILIA ALL’AUDITORIUM
Pappano e Jansen, il violino di Brahms D ue grandi partiture dell’Ottocento, firmate da Schumann e Brahms, e una rara pagina del Novecento italiano di Gian Francesco Malipiero per il trittico di concerti in programma sabato 21, lunedì 23 e martedì 24 febbraio all’Auditorium Parco della Musica nell’ambito della stagione sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia. Sul podio dell’omonima sala ci sarà il maestro Antonio Pappano, impegnato a dirigere l’Orchestra dell’Accademia e la violinista olandese Janine Jansen che suonerà lo Stradivari Barrere del 1727 concessole in prestito dalla Fondazione Elise Mathilde. Come direttore artistico dell’Accademia ceciliana, sir Antonio Pappano ci ha abituati ormai da anni alla sua versatilità e alla sua curiosità musicale. È
Janine Jansen un esploratore della bella musica, raffinata eppure coinvolgente. E il trittico di concerti che si accinge a dirigere è una conferma di tali attitudini. Si comincerà con Malipiero, autore italiano del Novecento che, con la sua visione essenzialmente antiromantica, contribuì insieme ad autori come Casella, a
riportare la musica italiana nel solco della tradizione europea. I suoi “Concerti per Orchestra”costituiscono una sorta di suite concertante che impegna in un ruolo quasi solistico alcuni strumenti dell’orchestra. Sarà quindi la volta della Sinfonia n.4 di Schumann, composta nell’estate del 1841 ed eseguita per la prima volta a Lipsia il 6 dicembre dello stesso anno. Non ebbe grande fortuna perché l’attenzione del pubblico, quella volta, fu catturata dall’esibizione in duo di Franz Liszt e Clara Schumann, che con le loro variazioni virtuosistiche su un tema di Bellini dominarono il concerto. Schumann mise la Sinfonia in un cassetto e la riprese per una revisione più o meno dieci anni dopo, raccogliendo il suo ultimo, grande successo
in vita. La parte finale delle tre serate sarà invece riservata al grandioso “Concerto per violino” di Brahms, composto nell’amata Carinzia nel 1878 e caratterizzato da una scrittura densa e complessa, ricca di virtuosismi. Insomma, la partitura ideale per una violinista come Janine Jansen, di grandissima tecnica, che proprio a queste pagine ha legato il suo debutto da solista nel 2001. M.P.M. Il violino di Brahms Sabato 21 (h 18), lunedì 23 (h 20,30) martedì 24 (h 19,30) febbraio 2015 Auditorium Parco della Musica, Viale Pietro De Coubertin, Roma Biglietti da € 19 a € 52 Info: 06 8082058
IN SCENA ALL’AMBRA JOVINELLI FINO AL 1 MARZO
TEATRIO PARIOLI Branciaroli interpreta Enrico IV Franco Branciaroli sceglie di cimentarsi con un grande personaggio del teatro come l’Enrico IV di Pirandello. In scena fino all’1 marzo nel teatro di via Giosuè Borsi, il dramma in tre atti è considerato, insieme ai “Sei personaggi in cerca d’autore”, il capolavoro dello scrittore siciliano. Biglietti da € 20 a € 25; info 06 8073040 SALA UMBERTO I mille volti di Max Paiella Si intitola “Sono d’accordo su tutto” lo spettacolo che Max Paiella porta in scena fino all’1 marzo al teatro Sala Umberto. Tra ironia e sarcasmo, ecco le avventure e disavventure di un uomo che alla fine si arrende al costume dilagante, il trasformismo, unica arma per sopravvivere. A supportare Paiella la sua band di sempre, The Rabbits. Biglietti da € 23 a € 32; info 06 6794753 ACCADEMIA FILARMONICA Roma in Jazz I classici del jazz e le più celebri canzoni degli anni Cinquanta saranno al centro del concerto in programma giovedì 26 febbraio alle 20,30 all’Accademia Filarmonica Romana. Nella Sala Casella di via Flaminia 118 la New Roman Jazz Orchestra sarà protagonista di questo vero e proprio viaggio musicale nel tempo, affidato a jazzisti di grande classe come Mario Cantini, Gianni Sanjust, Michele Pavese, Roberto Podio e Michael Supnick. Biglietti € 10; info 06 3201752 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA Finalmente Truffaut Il 28 febbraio alle 21 arriva “Finalmente Truffaut”, spettacolo ideato a trent’anni dalla morte del grande regista da Valerio Cappelli e Mario Sesti. Affidato alla voce e alla presenza scenica di Sergio Rubini ripercorre la vita, i film, le amicizie e gli amori di Truffaut, avvalendosi anche di contributi video e riprese. Biglietti € 15; info 0680241281 TEATRO VITTORIA Okidok, risate a crepapelle Svago e risate senza limiti: è la promessa degli Okidok, in scena fino al 22 febbraio. Xavier Bouvier e Benoit Devos, clown belgi che fanno un uso minimalista di trucco e costumi, conoscono a menadito le tecniche del corpo e l'utilizzo dello spazio Moderni e raffinati ma estremamente popolari e divertenti, sanno utilizzare le tecniche più varie del circo mostrandosi a corpo libero, quasi nudo: giocoleria, equilibrismo e acrobazia sono gli ingredienti di uno spettacolo sorprendente ed esilarante. Biglietti € 10; info 06 3201752
Stefano Accorsi incontra il Decamerone di Giovanni Boccaccio
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iciamo la verità: a richiamare l’attenzione è soprattutto il nome di Stefano Accorsi, attore cinematografico di successo ed interprete sensibile di una generazione quella dei suoi coetanei quarantenni - perennemente incompiuta. Ed è per lui che gran parte del pubblico decide di acquistare il biglietto e prendere posto nella sala del Teatro Ambra Jovinelli dove ha debuttato il 19 febbraio, e dove resterà in scena fino all’1 marzo, “Decamerone. Vizi, virtù e passioni”. Ma poi, a Roma come al Teatro La Pergola di Firenze, scelto per la prima nazionale, “la gente è rimasta per lo spettacolo”, chiosa sorridente il protagonista. Insomma Stefano Accorsi incontra Boccaccio, il grandissimo Boccaccio con la sua prosa rivoluzionaria per i tempi, con le sue novelle
sorridenti e maliziose sullo sfondo cupo della peste che semina morte e distruzione. Accorsi incontra Boccaccio, seconda tappa di quel progetto “Grandi italiani” al quale l’attore lavora ormai da tempo insieme a Marco Baliani. Attore lui stesso, ma in questo caso drammaturgo e regista, Baliani ha costruito e continua a costruire intorno alla figura di Accorsi spettacoli nei quali vengono riletti alcuni grandi classici della letteratura italiana - prima di Boccaccio era stata la volta di Ludovico Ariosto e dal suo “Orlando furioso”, mentre a completare la trilogia sarà “Il principe” di Machiavelli sfidandone la complessità linguistica e narrativa per far risplendere la bellezza delle loro invenzioni e delle loro intuizioni Ed ecco allora il Decamerone, atto secondo del progetto “Grandi italiani”: Baliani, coadiuvato da Maria Maglietta, costruisce una
drammaturgia che ruota attorno a sette novelle di Boccaccio. Insieme a Stefano Accorsi sono in scena Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu e Naike Anna Silipo, tutti impegnati ad interpretare più ruoli, dando corpo e voce al gruppo di giovani in fuga dalla Firenze colpita dalla peste. Impegnati per dieci giorni a raccontare novelle che potessero esorcizzare la paura e la minaccia incombente della morte. Per questo sul palcoscenico sfilano personaggi dalle multiformi identità: un personaggio comico, uno drammatico, uno che pesca nella commedia dell’arte, l’altro nella filodrammatica, un altro ancora nell’humour nero. I dialetti si rincorrono e si alternano, contribuendo a ricreare la ricchezza linguistica e narrativa di Giovanni Boccaccio, il ritmo è serrato, è difficile perdere l’attenzione o incappare in momenti di noia. Al con-
trario, lo spettacolo appare come un vero e proprio prontuario di teatro, basato su un accurato lavoro di drammaturgia e scrittura delle sette novelle selezionate e caratterizzate ciascuna da un suo stile narrativo e da personaggi diversi che, attraverso il racconto scenico, fuggono la peste di oggi, i mille mali che affliggono l’uomo d’oggi. M.P.M. Decamerone. Vizi, virtù, passioni Dal 19 febbraio all’1 marzo 2015 Teatro Ambra Jovinelli Via Guglielmo Pepe 43, Roma Biglietti da € 17 a € 32 Info: 06 83082884