IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO

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Il Nuovo Corriere IlNuovoCorriere di

numero 8 anno I

Roma e del Lazio

GIOVEDÌ 12 MARZO 2015

Guerra dei tavolini, lo strabismo della Giunta Marino di Giovanni Tagliapietra

C

i sarebbe da sorridere se non ci fossero di mezzo questioni serie, serissime. C'è un contenzioso che divide da tempo esercenti e amministrazione, riguarda l'occupazione del suolo pubblico e la relativa tassa. Il Campidoglio non tratta, non discute, decide. E le categorie produttive non gradiscono. La tanto attesa delibera in materia era incardinata nella manovra di bilancio, è stata stralciata e calendarizzata più in là, per consentire una analisi più serena. Ma la questione va avanti da troppo tempo e gli esercenti continuano a non sapere quali saranno le regole del gioco, con quali criteri devono pagare. Ma fanno buon viso a cattiva sorte, per quanto è possibile. Se da un lato frena, diluisce, stempera, dall'altro il Comune accelera e usa la mano pesante. Legittimamente. Due blitz in quarantotto ore nel centro storico sono un’azione dimostrativa importante. Ci sono esercenti che stanno alle regole e quelli che barano e le regole non le rispettano. Giusto punirli, e allora via con i camion e i sequestri di sedie e tavolini, tolleranza zero. Il minisindaco del Primo Municipio, Alfonsi, anticipa che ci saranno altre azioni contro un’ottantina di situazioni irregolari. Due considerazioni. Il suk del centro andrebbe bonificato una volta per tutte e tenuto in ordine, i blitz non risolvono il problema. Lo risolverebbero la nuova normativa e la sua severa applicazione, questo sì. Ma si preferisce tenere tutto a bagnomaria, per mesi. Un atteggiamento caratterizzato da un forte strabismo, che alla fine non punisce fino in fondo i "cattivi" ( che si ripropongono la mattina dopo il blitz come se nulla fosse) e non premia i buoni, che della situazione si prendono solo gli aspetti peggiori, pagano tanto e in malo modo. Il cittadino? Vive nel caos. Ma tanto, dicono, ci è abituato.

Roma - Via dei Giubbonari sede del Pd vicino a Campo de’ Fiori

LO SCANDALO Il lato oscuro di Affittopoli

Non toccate la sede del Pd di Stefania Pascucci

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i (s)vende il patrimonio immobiliare del Comune di Roma. Circa 700 immobili molti dei quali presenti in pieno centro storico o in zone di notevole pregio della Capitale. Sedici consiglieri della maggioranza di centrosinistra hanno votato a favore nella seduta pubblica del 27 e 28 febbraio scorso la delibera sulla liquidazione delle case e dei locali di proprietà comunale (Azuni, Ba-

COSTI CAPITALI

SUOLO PUBBLICO

Un corteo, una manifestazione: tanto pagano i romani

Stralciata la delibera su Cosap-Osp, slitta la “zonizzazione”

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alla pulizia delle strade alle deviazione degli autobus, dai tornelli aperti della metro ai vigili da dislocare nelle zone ‘rosse’, fino agli agenti delle forze dell’ordine da schierare sul campo, in previsione di possibili scontri. Tutto si la anità paga. Non esiste una spesa Lazio fissa, l’esborso dipende: varia a seconda se in strada scendono i guerriglieri dei movimenti o i teppisti del calcio, quelli che si fanno chiamare tifosi; i precari, i disoccupati o gli studenti. Dipende da se e cosa hanno devaFatti e mis fatti, gli sv stato, quanto e come. E si tratta di arioni del F la Giunta centinaia di milioni. Palazzo Chigi ne “riconosce” 115, gli altri sono a carico dei romani. a pagina 4

All’interno l’inserto di Sanità del Lazio

NUMERO

8 ANNO I

GIOVEDÌ

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12 MAR

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del

Il direttor e genera le Fabrizio d’A se per una lba: “Scusate volta la san dei Castell ità i è ok”

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SAN GIOVAN NI ADDOLO Così cur RATA iamo e

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glio, E. Battaglia, I. Battaglia, Celli, Di Biase, Giansanti, Grippo, Magi, Panecaldo, Paris, Peciola, Pedetti, Piccolo, Policastro, Tempesta) mentre il sindaco Ignazio Marino era assente. Assente l’opposizione formata dai partiti di centro destra, la Lista Marchini e il Movimento 5Stelle. Incasso previsto dall’alienazione: 300 milioni di euro. segue a pagina 3

gestiam o i pazienti Sen Fissa Dim za ora

a pagina

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orse qualc bypassare uno pensava di comp tico nelle il confronto lessiv polifarne la o di una strut Pisana commissioni della per sua fortu tura sanit degrado. na o al aria e del Com documenti far approvare contr E ci profondam i con sanitariamissario ad Acta un decreto faremo certa piacerebbe conoario il suo ente – ment scere ( per la spesa sioni consi mente tram Calcoli del Lazio, e lo rale. e incomprens per ragioni franc ite le liari) sbagliati, cioè ibili – il a- Lazio vece nelle gli atti Zingaretti. che accompagn le schede prepacommis- dell’a Si parla quad comm al puntro gene- coinv . Per essere uno quindi issioni andranno in- ria dovrebbe ano i singoli atti. ratorie IRCC ccorpamento in essere Zinga S , lo Spall di due strut o A tropp olgere di pasti che non vuol In teoprovazioneConsiglio Regiodella Pisana ture, non farsi e siden retti nella sua chiamato lo stess cci anza e. E nale per definitiva. di cono te o prattsolo sul piano ni e l’Ifo,e distadue parte del che dire dell’a ne combina fin e l’ap- situa Commissa doppia veste Qual scere chilometr Tar di una nnullamen nti mine commission il costo comp cuno chied rio ad illust di Pre- sion utto per la zione comp ico ma to da e grossa e di profe differenza total rare, la so- sapp dirigenziali? dalla zarin e “esaminatr lessivo della dali. Ma non lessiva degli C’è chiar fetta di nossion è ochis all’av ice” atti ci alità orien e di miscorda crede nessu presi azien angu amente nioni siano a Flori Degr redigere mo (se non tate. presassi, quan eduta all’in re che lo no. Vale - tive (il malaardia per le tate a causa state fatte e stesso malattie Uno Giunta le delibere di peggio) ri- stato to nume quante te riu- alcun domani della vitto nel Zingarett infet Zingaretti. da parte salva ro legale. Murodella manc sono salzero i dirigenti to per con i ria di anza del vano di del PD incontrando fessionalità dellala competenz Ebola è singoinsistenza di In queste ore si della questi dati di silenzio, nume accordi le Asl non si devo evidentem ro “Non mi Sanità disse che si occupa- cializzato nella struttura) a e la prostipulati parla bra uno che in piena prob ente farò l’altr solen fra a no lotta abilm perdere o le problemaspettacolo mont sapere. Sem- Lazio come incastrare sulla nemente: colpi su ai tumori conti spe- Degrassi ente fuori dal autonomia parla ato ad avvenne Sanit non è di e colpi Polve tanza: per Marr à del con dell’integrazion . Al punto nua della cabine con la presu controllo della secondaria arte, e il Nell’ rini”. Complime l’atto azien la RME C si nta azzo e a e fondamen Atto impo nti. delle Asl , dimentica della Asl RMA tegrano strutdi regia che canceprotezione tale, può dale è un elem r- aziende di Indirizzo ndo ture che llano triennale ento sanit cambiare legge regionel Lazio sono che i confini garantito funzi fino a oggi o inper il volto nei programmarie della Regio nale e che nati con onalità nitario hann ne Lazi le sario Zing i opera in ogni oe tivi aretti non quindi il Com una accordi Regionale. Ci del Servizio Sa-o caso la fra le singo si chiede: volontà 2013/201 c’è quale Commissa può avoca mis- fetti “Que di modi le ficare scelta e una decis rio di Gove re a sé, sivamamministrativi Asl producon sti rno, vamente o efo sono solo ione ente il al Cons che spetta escluuna Direttori ed palli iglio Regio Generali do tentativoesclusi- oltre di farsi nale del misura?”. dei Valutino vedere attiv i i lettori. Il Corv o

a pagina 7

CIVITAVECCHIA I bagni della Ficoncella, cari a Garibaldi, sono una risorsa poco sfruttata a pagina 18

IMMIGRATI

Pronti per i nuovi rifugiati? A maggio ne arriveranno 3185

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er loro pronti 28 milioni di euro per pasti caldi e per un tetto: fino a dicembre 2015. La metà dei richiedenti asilo sarà ospitata a Roma: 508, per un costo di oltre 4 milioni di euro arriveranno nei Municipi del centro, da San Lorenzo ai Parioli; solo 89, nelle circoscrizioni IV, V, VI, VII, VII, IX. Dal Pigneto fino all'estrema periferia orientale, serviranno 763mila euro. Altri 6 milioni per le 787 persone che saranno dislocate fino al litorale. Altri 242 tra Primavalle e Trionfale, fino a Tor di Quinto e Prima Porta. L’assegno è di altri 2 milioni. L’altro 50% andrà nell’hinterland della provincia. Non si salva nessuno, i Castelli, Allumiere, Anguillara Sabazia, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, Cerveteri, Civitavecchia.. E ancora:Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Artena, Bellegra, Camerata. Oltre colazione, pranzo e cena – un menu che rispetta rigorosamente i paletti alimentari delle diverse religioni – ; i servizi garantiti saranno quelli di assistenza generica: c’è quella sanitaria, di trasporto, di lavanderia, di pulizia dei locali (disinfezione, disinfestazione, derattizzazione). Non poteva mancare il barbiere. a pagina 5


giovedì 12 marzo 2015 pagina 2

PRIMO PIANO

SCENARI I PARADOSSI E LE CONTRADDIZIONI DELL'AMMINISTRAZIONE

Il bilancio è in alto mare Ma Marino guarda al 2023 Lavorandoci da dicembre la giunta ha presentato solo la settimana scorsa il bilancio 2015. Con tanti tagli, qualche vendita e la scoperta che acqua e luce costano troppo. Bizzarro per un comune che controlla la maggioranza di una municipalizzata quotata in Borsa (Acea), che incidentalmente fornisce proprio acqua e energia elettrica. Solo che il sindaco ci ha messo due anni per scoprire che sarebbe più conveniente acquistare le forniture tramite il Tesoro (Consip) di Leonardo Giocoli

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uest'anno, se mai l'Aula Giulio Cesare riuscirà a trovare un equilibrio (anche e soprattutto dentro la maggioranza), forse il bilancio per Roma Capitale vedrà la quadratura. Dopo chissà, indipendentemente dai sogni di Ignazio Marino che minaccia di restare altri 8 anni, fino al 2023... Considerazioni politiche a parte dopo oltre 2 mesi dall'approvazione (alla vigilia di Capodanno 2014), in Campidoglio ancora si discute sul bilancio di quest'anno, che se andrà bene verrà approvato entro la fine del mese dall'Aula. Il problema, forse, non è tanto nei tagli previsti, e neppure nelle azioni di contenimento dei costi (forniture elettriche e idriche non salveranno Roma dal disastro contabile). Quanto dalla decisione di mettere in vendita gli ultimi asset di un qualche valore. Insomma, Marino magari non resterà nel Palazzo Senatorio per gli auspicati 8 anni, però di sicuro le casse pubbliche dei romani vedranno l'emorragia di beni che saranno alienati "perché non rendono". Qualsiasi manager, prima di vendere, cercherebbe di ridare valore (onde incassare di più), la giunta Marino invece, stretta dal patto di stabilità, dal piano di rientro e dalla confusione gestionale, ha stilato un lungo elenco di partecipazioni da privatizzare velocemente. La delibera propedeutica al bilancio prevede stando ai progetti presentati dalla giunta - la cessione delle quote del Comune di Roma in Eur spa, AceaAto2, Aeroporti di Roma, Car, Investimenti Spa, Cif spa, Bcc. E poi la sofferta (dai dipendenti che promettono battaglia) messa in liquidazione di Assicurazioni di Roma - Mutua Assicuratrice Romana e la <dismissione della partecipazioni detenute da Ama e Atac>. Visto come il Comune ha comprato sempre e compra luce e acqua (e considerando che Marino è il primo azionista di Acea), c'è da domandarsi come mai la giunta ci abbia impiegato quasi due anni per accorgersi che era più conveniente rivolgersi alla Consip (la società del Tesoro che coordina gli acquisti della pubblica amministrazione riuscendo a spuntare prezzi di favore), che acquistare a prezzi di mercato energia e forniture idriche. Mistero.Qualsiasi massaia sa bene che se compra 10 carciofi avrà un certo prezzo e che se ne ordina mille ne avrà uno molto più scontato. In Campidoglio ci hanno messo 700 giorni per assimilare il concetto, tanto più che Roma è proprietaria di una municipalizzata che incidentalmente fornisce proprio acqua e luce. C'è da dire che l'ipotesi di vendere partecipate non strategiche è una condizione obbligata per far quadrare i conti. Il bilancio 2015 presenta un valore delle entrate pari a 6,319 miliardi di euro, articolate tra entrate tributarie per 2,94

miliardi (46,5%), entrate da trasferimenti per 808 milioni (12,8%), entrate extratributarie per 698 milioni (11,0%), entrate da alienazioni, trasferimenti di capitale e da riscossioni di credito per 95 mln (1,5%), entrate da accensione di prestiti per 330 milioni (5,2%), entrate per conto terzi per 1,412 miliardi (22,3%) e avanzo di amministrazione per 36 milioni (0,6%). Il versante delle uscite presenta un valore di 6,319 miliardi di euro, costituite da spese correnti per 4,434 miliardi (70,2%), da spese in conto capitale per 119 milioni (1,9%), da spese per rimborso di prestiti per 354 milioni (5,6%) e da spese per conto terzi per 1,412 miliardi (22,3%). Ma Marino dovrebbe tener conto di un campanello di allarme importante. Infatti le entrate correnti sono messe a bilancio per il 2015 in "forte calo", che rispetto al 2014, al

il

netto degli effetti contabili, fanno segnare una riduzione di circa 310 milioni di euro. In verità la riduzione delle entrate (nominalmente) sarebbe di più del doppio, ben 755 milioni di euro, solo che con un gioco contabile e sterilizzando gli effetti di bilancio (ovvero anticipando il gettito Tasi di 150 milioni di euro), e mettendo alla voce entrate anche il trasferimento di 100 milioni di euro ricevuto dalla Regione nel 2014 per il contratto di servizio di Atac del 2013 e delle modalita' di accertamento dei tributi coerenti con la nuova contabilità (per un valore di circa 190 milioni, che si riverbera sulla speculare riduzione del fondo di svalutazione crediti), il calo delle entrate correnti registrato a bilancio si assesta su un valore di circa 310 milioni di euro. Insomma, è un gioco dalle tre carte, si ma

resta il "buco" di entrate di oltre 700 milioni. Un segnale preoccupante. L'economia romana è in affanno, per non dire proprio in crisi, i trasferimenti nazionali sono e resteranno in calo, e non ci sarà alcuna finanza creativa in grado di risistemare i conti. Quest'anno si vende quel che resta, poi magari di procederà con gli altri 43mila alloggi Ater (edilizia popolare). Poi però alla fine, venduti i gioielli di famiglia si resterà senza proprietà e con i debiti da pagare. Marino minaccia di restare (sempre che i romani lo votino di nuovo, particolare che il sindaco sembra dare per scontato), fino al 2023. Il particolare è che magari già dal 2016 potremmo non sapere come gestire una città, grande come una multinazionale, in cui ci si accorge che si è speso troppo solo per le bollette...

ORSINO

P

della

Questo sindaco non ha proprio il senso del ridicolo

I

l sindaco Marino non si smentisce mai, spara a raffica dichiarazioni, proclami, annunci, per parlare di lui c'è solo l'imbarazzo della scelta. Non ha il senso del ridicolo né dell'autoironia, si è candidato a un Marino-bis, vuole governare Roma fino al 2023. Gli infortuni accompagnano anche l'assessore Guido Improta. Scottato sulla sentenza del Tar anti-aumento della Ztl insiste e argomenta, spiega l'inspiegabile, e intanto sono crollati i permessi. Marta Leonori - assessore al Commercio - taglia nastri e presenzia manifestazioni, ma se avesse preso per tempo alcuni problemi come quello della tassa sull'occupazione del suolo pubblico probabilmente gli esercenti non sarebbero oggi con l'acqua alla gola. È imbarazzante l'assenza di prospettiva e di strategia degli amministratori capitolini, Alessandra Cattoi e Francesca Danese in testa. Qualche punto lo guadagnano i manager, come Daniele Fortini dell'Ama. Si dà da

fare come e meglio di altri. Ma non basta. In ogni caso non è supportato a sufficienza. Qualcuno ha più visto e sentito il comandante dei vigili, Raffaele Clemente? Dicono che con Marino ormai vivano da separati in casa. Il corpo della Municipale è allo sbando, urge intervento. Va male l'Atac, vanno male i servizi. E ricompare la passionaria degli autisti, la Micaela Quintavalle, a denunciare e a proporre. La sua quarantena poltiica è finita? E' ricomparso dall'oblio l'antico leader verde Angelo Bonelli a difendere la pineta di Capocotta. Bentornato. Bene il leader del movimento per le botteghe storiche Giulio Anticoli e bene il leader dei librai romani Marcello Ciccaglioni, che sta riaprendo la libreria storica Arion di piazza Montecitorio. In Campidoglio e alla Pisana il lavoro d'aula è un pianto, e i consiglieri battono la fiacca. Le opposizioni non entusiasmano, nell'aula Giulio Cesare si vedono e si sentono solo Marcello De Vito e i compagni grillini e talvolta Alessandro Onorato (Lista Marchini). Davvero troppo poco.

CHI SALE dall’alto Marcello De Vito, Marcello Ciccaglioni e Micaela Quintavalle CHI SCENDE dal basso Guido Improta, Marta Leonori e Raffaele Clemente


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PRIMO PIANO

L'EDITORIALE LA LEZIONE DI TOR SAPIENZA NON È SERVITA AL SINDACO

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Alle periferie non servono le fontane con le bollicine

ell’antica Roma il consenso si comperava con “panem et circenses”, con pane e feste. Ora il sindaco Ignazio Marino rilancia a modo suo: e sul piatto, o meglio nel bicchiere mette, a scelta, acqua liscia o gassata. Tutto gratuito: per averla, ai romani basterà recarsi nelle quattordici “case dell’acqua” che nei prossimi mesi prenderanno vita quest’anno in quattordici municipi all’esterno delle Mura Aureliane, cioè nella periferia dove vivono due milioni e 800 mila dei tre milioni di abitanti della Capitale. Nelle quattordici piazze non ci sarà soltanto acqua: ci saranno anche le prese “usb” per ricaricare cellulari e tablet e hotspot per potersi collegare in WiFi ad internet. E, dettaglio finale, ma raffinatissimo, alle fontane tecnologiche non si accederà camminando sul logoro asfalto cui siamo finora abituati ma su un tappeto di sampietrini firmati con i nomi – “Piazza Venezia”, “Via Nazionale” e così di seguito delle strade del centro da dove verranno estirpati perché pericolosi per tacchi a spillo, motorini e pedoni non abituati ai fuori strada. Mentre berrà l’acqua con le bollicine delle fontane raggiunte danzando sui sampietrini “San Lorenzo in Lucina” o “Piazza Venezia”, ogni abitante della periferia insomma potrà, senza sborsare un euro, sentirsi almeno pari ai duecentomila residenti all’interno delle Mura Aureliane. Altro che borgataro a vita, come pensava di essere! E non si azzardi più nessuno a parlare delle periferie romane come di un mare di cemento e povertà, di accampamenti abusivi di extracomunitari, di strade sporche sulle quali i cassonetti stracolmi sono altrettanti monumenti al degrado. Il piano per le periferie presentato nei giorni scorsi dal Sindaco, battezzato “Roma è tutta Roma”, non è ovviamente soltanto l’acqua con le bollicine o le fontane tecnologiche. Prevede anche, in particolare, la sostituzione o la

che rammendare significa ricostruire la trama di un tessuto sfibrato, spesso sfilacciato fino a diventare uno straccio che simboleggia il degrado della condizione umana; un tessuto fatto di ambienti, di strade, di fognature, di piazze, di collegamenti, di servizi sociali resi agli abitanti che purtroppo molto spesso a Roma mancano. Rammendare è il compito fondamentale della politica. Ristabilire un collegamento tra Corviale, Tor Bella Monaca, il Labaro e via di seguito e il centro della città, alzando il livello delle periferie senza abbassare quello del centro città. La qualità della vita nelle periferie romane non dipende soltanto da qualche fontana o da una strada asfaltata, che pure sono non solo necessarie ma indispensabili; dipende dal lavoro che l’amministrazione comune dovrebbe fare perché tutti si sentano parte di una comunità. Perché i romani delle periferie non si sentano più borgatari, le quattordici fontane “simil Centro città” non bastano. Queste, anzi, sembrano proprio i famosi “panem et circenses” di cui sopra, uno spot per conquistare le pagine dei giornali e i tg delle televisioni e nulla più. Ciò che serve è innanzittutto che la città cessi di essere mal governata, come invece le inchieste della magistratura stanno mostrando a tutti. E’ auspicabile che il sindaco “marziano” prenda finalmente contatto con la realtà. In periferia le grandi strade consolari saranno riasfaltate: ma lo sa, il sindaco, cosa vuol dire avere un campo nomadi a pochi metri da casa? E in certi punti della periferia non sono certo i lampioni a led a garantire la sicurezza: siamo certi che tra i ragazzi di certe zone si gusta già la soddisfazione di mandarli in frantumi. Il vero problema, in periferia come altrove, è di garantire la legalità, cioè il rispetto della legge. Fin che sarà una “terra di nessuno” non c’è speranza di recupero. Se si cambia, un giorno si potrà brindare: magari (per chi si accontenta) proprio con le bollicine delle fontane.

“C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee”, predica Renzo Piano, ma la strategia di Marino ricorda piuttosto quando nell’antica Roma il consenso si comperava con “panem et circenses”. A quella fetta di romani che vive all’esterno delle mura aureliane servono sicurezza, decoro, vivibilità e collegamenti di Carlo Rebecchi

nuova installazione di 198.000 punti luce, accoppiati con altrettante telecamere, per garantire una maggiore sicurezza: la promessa è che di questi punti luce, almeno duemila saranno a tecnologia led e verranno installati nei municipi decentrati entro il prossimo 15 aprile. Promessi anche il rifacimento dell’asfalto e dei marciapiedi della via Nomentana e della via Salaria, fino al raccordo; l’avvio dei lavori per il raddoppio della Tiburtina e della Prenestina, oltre ad una maggiore cura dei 330.000 alberi che ci sono sjl territorio cittadino, e l’inaugurazione a fine mese del Museo del Pleistocenico a Casal de Pazzi, l’ottavo museo gratis della Capitale. Il “piano” di Marino è una risposta, a dire il vero piuttosto timida e che non centra il bersaglio, alla rivolta delle periferie scatenata negli ultimi mesi,

al grido di “Ora basta!” e “Basta degrado”, dai 62 tra comitati e associazioni che, da Ponte di Nona a Tor Sapienza, da Torpignattara a Settecamini, hanno risposto all’appello del Coordinamento Azioni operative Ponte di Nona (CAOP). Per Renzo Piano, che da un anno studia con un gruppo di sei giovani architetti (da lui finanziato con lo stipendio di senatore a vita) come rendere meno brutte e più vivibili le periferie romane, “c’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee”. E papa Francesco, il quale sottolinea spesso la relazione tra la dimensione urbanistica delle “villas miserias” di Buenos Aires e la condizione delle “periferie esistenziali” che popolano la terra - luoghi di contraddizioni cocenti e spinte sovversive, abitati da un’umanità dolente, reclusa ed esclusa – precisa

segue dalla prima pagina

LO SCANDALO Il lato oscuro di Affittopoli

P

Non toccate la sede del Pd

eccato, però, che la storia del patrimonio immobiliare di Roma Capitale sia ricca di incognite e di particolari raccapriccianti su come sia stato amministrato dal Potere politico in questi anni. Notizie sulla gestione degli affitti fanno accapponare la pelle, altro che Mafia Capitale. Sedi di partito intoccabili e morose, come quella del Partito Democratico in via dei Giubbonari. Da dieci anni il Pd non paga l’affitto al Comune. L’attuale commissario dei democratici, Matteo Orfini, ha ammesso “il segreto”: il suo partito ha praticamente usato la sede storica del Pci, di proprietà pubblica, praticamente gratis per un decennio. Un’insolvenza pari a 100mila euro, senza contare, ovvio, gli interessi di mora. Sotto la lente anche l’affitto, irrisorio: poco più di mille euro per un immobile di indubbio pregio. Pare che l’unico sollecito a pagare la locazione riscon-

trato in questi anni (che possiamo definire ironicamente di “comodato gratuito”) sia stata una letterina, neppure raccomandata con ricevuta di ritorno, del dipartimento Patrimonio Immobiliare del Campidoglio (dal dicembre scorso dopo le dimissioni per l’indagine Mafia Capitale della Procura di Roma di Daniele Ozzimo se ne occupa A. C.). Al normalissimo cittadino non solo l’ufficiale giudiziale avrebbe già a bussato varie volte alle 5 del mattino alla porta di casa, ma Equitalia avrebbe fatto la propria parte inviando le cartelle per recuperare il credito moltiplicato di quegli interessi al limite dello strozzinaggio legalizzato. Non stiamo qui a ripetere ciò che altri giornali hanno già scritto sulla vicenda “affittopoli”, quali le encomiabili inchieste di watch dog dirette da Gian Marco Chiocci de Il Tempo, sugli affitti vergognosi a 5 centesimi e case a Fontana di Trevi o

al Celio locati a 51 euro al mese (sì, avete letto benissimo: cin-quan-tu-no e-u-ro). Ma un buon giornale deve fornire indicazioni all’opinione pubblica e affermare che l’amministrazione di Marino ha dormito sonni profondi sul patrimonio immobiliare di Roma è una giusta critica e anche molto edulcorata. I danni erariali sarebbero ingenti, la cattiva amministrazione ha fatto sì che non arrivassero milioni di euro nelle casse comunali. Se il sindaco del Pd fosse stato sveglio, lui e gli stagisti – assessori, il Campidoglio avrebbe incassato un capitale pari a 26,7 milioni all’anno, invece dell’attuale e misero 1,7 milione di euro, calcoli empirici elaborati dai consiglieri capitolini della lista Marchini, se le proprietà fossero affittate a prezzi di mercato . Il sindaco - medico Marino dovrebbe spiegare ai romani, che pagano le imposte sulla casa di proprietà, che non

sono né di destra né di sinistra ma semplici cittadini, perché ha revocato la delibera già pronta del 2012 sulla vendita del patrimonio immobiliare di Roma Capitale non appena insediatosi. Perdendo mesi e anni preziosi per poter cambiare effettivamente verso. Invece la sua delibera è la stessa, identica, copia e incolla, ma è diverso oggi, con le modifiche apportate dalla maggioranza Pd, l’elenco degli immobili da vendere (o da svendere, a seconda delle interpretazioni, se di mercato o politiche). Strano ma vero, all’epoca, tutto il Pd e tutto il centro sinistra, si opposero a quella delibera forse perché prevedeva, in primis, la vendita della sezione dell’ex Pci, ora Pd, in via dei Giubbonari. Vendita incredibilmente cancellata dall’attuale delibera approvata in questi giorni da tutto il centrosinistra, Pd incluso. Stefania Pascucci


giovedì 12 marzo 2015 pagina 4

PRIMO PIANO

PRIMO PIANO/1 QUANTO COSTA A ROMA “ESSERE CAPITALE”

Un corteo, una manifestazione tanto pagano i romani Dalla pulizia delle strade alle deviazioni degli autobus, dai tornelli aperti della metro ai vigili da dislocare nelle zone ‘rosse’, fino agli agenti delle forze dell’ordine da schierare sul campo, in previsione di possibili scontri. Tutto si paga. Non esiste una spesa fissa, l’esborso dipende: varia a seconda se in strada scendono i guerriglieri dei movimenti o i teppisti del calcio, quelli che si fanno chiamare tifosi; i precari, i disoccupati o gli studenti. Dipende da se e cosa hanno devastato, quanto e come. E si tratta di centinaia di milioni. Palazzo Chigi ne “riconosce” 115, gli altri sono a carico dei romani di Giovanni Santoro

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na manifestazione, un assegno da sganciare. Il costo sulle spalle dell’amministrazione, quindi sui cittadini. Che di quei cortei ricordano solo di aver trascorso ore intrappolati in un groviglio di auto. Dalla pulizia delle strade alle deviazione degli autobus, dai tornelli aperti della metro ai vigili da dislocare nelle zone ‘rosse’, fino agli agenti delle forze dell’ordine da schierare sul campo, in previsione di possibili scontri. Tutto si paga. Non esiste una spesa fissa, l’esborso dipende: varia a seconda se in strada scendono i guerriglieri dei movimenti o i teppisti del calcio, quelli che si fanno chiamare tifosi; i precari, i disoccupati o gli studenti. Dipende da se e cosa hanno devastato, quanto e come. Ma qualche numero per capire il fenomeno e il peso sulle casse capitoline possiamo darlo. Partiamo dalle manifestazioni. Sono circa 2mila l’anno, tra quelle autorizzate dal Campidoglio e dalla Questura e quelle che

si formano in maniera spontanea. Una cifra che viene fuori sommando cortei, sit-in, presidi fissi e non, appuntamenti pubblici e religiosi. Una stima ufficiale di palazzo Senatorio, stilata

dal sindaco Marino, parla di 500 milioni di extra costi da riconoscere a Roma in quanto Capitale: in quanto città costretta ad ospitare, per il ruolo svolto, eventi di portata nazionale. Somme che

non saranno riconosciute per intero, ma che l’amministrazione di centrosinistra continua a rivendicare dopo il braccio sul piano di rientro dal debito. L’intervento dei Pics, il pronto

intervento del centro storico della polizia locale, varia a seconda dei danni. Scritte sui muri da cancellare, adesivi da staccare dai pali dell’illuminazione e delle pensiline degli autobus: questo il

AULA GIULIO CESARE

Scherzi da prete ed esercizi di retorica davanti ai banchi vuoti. È questa la politica?

M

entre l’aula Giulio Cesare si accinge a votare su delibere importantissime per la cittadinanza i consiglieri affrontano con goliardia le lunghe maratone che li attendono. Per l’approvazione della Delibera n. 88 sulla dismissione del patrimonio comunale la presidente Baglio ha convocato consiglio praticamente tutti i giorni. E si continuerà su questo ritmo anche con il bilancio previsionale 2015. Ma ci sono importanti temi sui quali i consiglieri dovranno esprimersi con probabili sedute anche in notturna, quando il clima si fa più disimpegnato, rilassato. Mentre il Pd svendeva Roma agli amici degli amici i consiglieri capitolini di

maggioranza giocavano come bambini. Ecco che in un passaggio esplorativo tra i banchi delle opposizioni l’on. piddino Marco Palumbo gira con tanti post-it gialli attaccati dietro la schiena. Ridono tutti, come se fossero a ricreazione. Chi sia stato l’autore dello scherzo non si sa. Forse il capogruppo Panecaldo che per tirare le fila sulla svendopoli romana voleva inviare qualche messaggio a quello che resta di Forza Italia o meglio ancora a Marchini prossimo candidato sindaco di centro destra? Certo, lui lo farebbe per interposta persona tramite il factotum Alessandro Onorato che da solo rappresenta quel quasi 10 per cento di cittadini romani che hanno votato la

Lista Marchini e che il loro candidato sindaco lo vedono solo in TV. Il clima non cambia molto quando in aula si vuole mantenere un tono più serio, quando si assiste al grottesco spettacolo di consiglieri che espongono i propri rilievi e proposte ma non c’è nessuno ad ascoltarli. Sino a lunedì sono previsti interventi in deroga: 45 minuti a disposizione di ciascun consigliere (di opposizione) per dire tutto quello che non va sulla città e sul bilancio. La maggioranza, tuttavia, in Aula a non c'è quasi mai, è tutta al Bar e sempre più spesso si parla ai banchi vuoti, proprio in occasione di provvedimenti importanti come la manovra di bilancio. Ecco una

scena: Roberto Cantiani (NCD) che parla del bilancio e dice a se stesso quello che vorrebbe dire alla maggioranza ma non sa dove guardare. In alto sulla sinistra i 5 stelle sono appollaiati teste chine sui pc. Di fronte il vuoto. E dall’area riservata al pubblico appare con chiarezza lo svolgersi di una rappresentazione che sembra fine a se stessa autoreferenziale ed inconcludente. Come nel gioco delle parti ognuno recita un copione sul palcoscenico della vita. E’ nelle cose, va bene così. Se soltanto si riuscisse a conseguire quel risultato concreto di cui la città ha tanto bisogno. Cornelius


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loro campo di azione. E ogni corteo porta con sé più o meno vandali. Previsioni difficili da fare, ammettono dagli uffici preposti. Certo è che nel bilancio di Roma Capitale c’è una specifica voce per le fatture di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, che si occupa anche dei servizi post manifestazioni. Alla casella uscita il numero magico è 1,4 milioni di euro. Dentro ci sono la pulizia, l’installazione e rimozione di bagni chimici e pagamento degli straordinari per i dipendenti della società comunale. Anche se solo il 40% è totalmente a carico del Comune. Raramente, accade anche che venga stipulato un apposito contratto di smaltimento. Ma a questa spesa ne va aggiunta un’altra, circa 1,7 milioni, per far fronte a quegli eventi organizzati da chi non ha contratti di servizio. Tra questi anche associazioni e partiti, che, pur potendo pagare, spesso dimenticano di mettere mano al portafogli. Per il resto, dipende da chi scende in piazza. La Capitale devastata dagli hooligans del Feyenoord, giunti per la partita di Europa league contro la Roma, è solo l’ultimo caso in ordine di tempo. La conta dei danni vicino ai 7 milioni di euro. Un terzo solo per la Barcaccia di piazza di Spagna, diventata bersaglio delle bottiglie di birra degli olandesi di Rotterdam. Senza andare troppo indietro nel tempo, la manifestazione degli studenti del 14 dicembre 2010 portò esborsi extra per 16 milioni di euro, secondo l’allora sindaco Gianni Alemanno. L’anno successivo gli indignados provocarono 5 ore di guerriglia urbana e oltre un milione di danni; sempre secondo l’allora amministrazione di centrodestra. In queste giornate, impossibile quantificare i costi delle forze dell’ordine, che Questura e Prefettura preferiscono tenere top secret. Così come impossibile fare una stima per i cittadini. Senza dimenticare gli straordinari per i dipendenti comunali. Per 150 operatori di Ama si spendono 250 mila euro (2,5 milioni in 12 mesi); altri 80mila euro per 300 vigili in più (16 milioni in un anno). Non solo. Ci sono i milioni di corse persi dai mezzi di Atac: in un corteo di medie dimensioni, 27mila i chilometri andati in fumo. I tornelli aperti della metro per aiutare il deflusso di chi protesta si traducono in migliaia di biglietti persi. Infine ci sono i commercianti. Che ogni volta preferiscono barricarsi nei loro negozi per evitare il peggio. Per loro i conti li fanno le associazioni di categoria: “Tre milioni persi per ogni giornata di corteo”, tuona la Confcommercio. Alemanno avrebbe voluto imporre una tassa ad hoc. Il Pd insorse perché si sarebbe limitata la libertà di manifestare. Adesso quel centrosinistra il conto lo presenta al governo. Ma i 115 milioni riconosciuti da palazzo Chigi rischiano di non bastare. E l’assegno salato arriva, ancora una volta, ai romani.

PRIMO PIANO

LE PROMESSE DI MARINO DOPO LA "CRISI" DI PRIMO PIANO/2 ETOR SAPIENZA? DIMENTICATE SENZA PUDORE

Pronti per i nuovi rifugiati? A maggio ne arriveranno 3185 Per loro stanziati 28 milioni di euro per pasti caldi e per un tetto fino a dicembre 2015. La metà dei richiedenti asilo sarà ospitata a Roma, 508, per un costo di oltre 4 milioni di euro arriveranno nei Municipi del centro, da San Lorenzo ai Parioli, solo 89, nelle circoscrizioni IV, V, VI, VII, VII, IX. Dal Pigneto fino all'estrema periferia orientale, serviranno 763mila euro. Altri 6 milioni per le 787 persone che saranno dislocate fino al litorale. Poi 242 tra Primavalle e Trionfale, fino a Tor di Quinto e Prima Porta. L’assegno è di altri 2 milioni. Un 50% andrà nell’hinterland della provincia. Non si salva nessuno, i Castelli, Allumiere, Anguillara Sabazia, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, Cerveteri, Civitavecchia. E ancora: Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli,Artena, Bellegra, Camerata. Oltre colazione, pranzo e cena – un menu che rispetta rigorosamente i paletti alimentari delle diverse religioni – i servizi garantiti saranno quelli di assistenza generica: quella sanitaria, di trasporto, di lavanderia, di pulizia dei locali (disinfezione, disinfestazione, derattizzazione). E non poteva mancare il barbiere

C

ome se le immagini degli scontri tra cittadini e immigrati fossero lontani anni luce. Come se Tor Sapienza non fosse un quartiere di Roma, sempre sull’orlo di una crisi di nervi per una coabitazione impossibile. Come se lo scandalo Mafia Capitale, con criminali di destra e sinistra pronti a lucrare sulla disperazione di chi non ha nulla, non fosse riferita alla città eterna. Come se le promesse non fossero state fatte, pronunciate in maniera solenne dal sindaco Ignazio Marino. Come se disattendere le speranze di chi vive all’interno del Grande raccordo sia, oramai, la regola da non eludere. Ecco a voi il nuovo bando per l’accoglienza dei profughi nel territorio romano. Arriveranno in 3185, per loro pronti 28 milioni di euro per pasti caldi e per un tetto: da maggio a dicembre 2015. Per loro che spesso, ma non sempre, fuggono dalla guerre e dalla miseria sono già pronti i posti letto. La metà dei richiedenti asilo sarà ospitata a Roma: 508, per un costo di oltre 4 milioni di euro arriveranno nei Municipi del centro, da San Lorenzo ai Parioli; solo 89, nelle circoscrizioni IV, V, VI, VII, VII, IX. Dal Pigneto fino all'estrema periferia orientale, serviranno 763mila euro. Altri 6 milioni per le 787 persone che saranno dislocate fino al litorale. Altri 242 tra Primavalle e Trionfale, fino a Tor di Quinto e Prima Porta. L’assegno è di altri 2 milioni.

L’altro 50% andrà nell’hinterland della provincia, di cui 771 raggiungeranno Castelli. Nessun Comune è escluso dalla gara di solidarietà imposta dal primo cittadino dell’Area metropolitana e dal ministro Angelino Alfano. Il quinto lotto è quello che comprende 29 città, dove arriveranno circa 400 immigrati che costeranno 3 milioni. Nell’elenco, tra gli altri, spiccano, Allumiere, Anguillara Sabazia, Bracciano, Campagnano di Roma, Canale Monterano, Capena, Cerveteri, Civitavecchia. Altri 398 posti, per un esborso simile, tra Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Artena, Bellegra, Camerata Nuova. Solo per citare alcune delle zone coinvolte a loro insaputa. Oltre colazione, pranzo e cena – un menu che rispetta rigorosamente i paletti alimentari delle diverse religioni – ; i servizi garantiti saranno quelli di assistenza generica: c’è quella sanitaria, di trasporto, di lavanderia, di pulizia dei locali (disinfezione, disinfestazione, derattizzazione). Non poteva mancare il barbiere. Per il consigliere regionale Fabrizio Santori, in questo modo “la sicurezza va a rotoli”. “E’ inutile fare la passerella nei Comitati per l’ordine pubblico – aggiunge il leader di DifendiAMO Roma – se poi si riempiono i quartieri di immigrati”. Un atteggiamento che per l’eletto alla Pisana, mostra la lontananza del ministro dell’Interno dallo stato reale delle singole circoscrizioni. “Alfano impone e Marino dispone”, afferma an-

cora l’esponente del centrodestra. Un modo di far politica che, se ce ne fosse ancora bisogno, dimostra come il super sindaco metropolitano non abbia ancora compreso le esigenze del territorio. “Duemila saranno i profughi che saranno ospitati nella Capitale, più di mille quelli che andranno nei piccoli comuni della provincia – attacca Santori – . Tutto questo mentre la capacità socio-economica della collettività, di rispondere a una nuova ondata di migranti, è minima”. Sul banco degli imputati anche le procedure per l’identificazione dello status giuridico. Il caso più eclatante è quello dei cittadini kosovari. Per loro, una volta varcati i confini di Germania e Belgio, il destino è l’espulsione. La motivazione ufficiale? In quella regione non è in atto una guerra,nessuna persecuzione. In Italia, invece, molte persone giunte dalla Bosnia godono di questo diritto. Anche se quel conflitto è oramai consegnato ai libri di storia. “Siamo preoccupati per il caos e i disagi che queste strutture alberghiere andranno a provocare sui quartieri di Roma e sulle piccole realtà dell’hinterland –conclude il consigliere regionale – . I tristi episodi di Tor Sapienza e di Nettuno evidentemente non hanno insegnato nulla dal punto di vista politico sul grave stato di disagio che vivono gli italiani”. Mentre i professionisti del settore si sfregano le mani, pronti a facili e veloci guadagni. Grazie anche alla memoria corta di chi amministra. G.S.


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PRIMO PIANO

PROTESTA AL CAMPIDOGLIO DEI DIPENDENTI ALMAVIVA CONTACT DI ROMA

IL CASO

Allo 060606 risponderanno dalla Calabria (o da Tirana)

P

La societĂ da aprile perderĂ la commessa pubblica sul call center Chiama Roma e sarĂ costretta a quasi trecento licenziamenti. La Abramo Customer Care, azienda vincitrice del nuovo appalto, assorbirĂ una quota di lavoratori ma delocalizzerĂ il lavoro e userĂ soprattutto contratti a tempo determinato

rosegue senza sosta la protesta dei lavoratori romani di Almaviva, societĂ che da aprile perderĂ la commessa pubblica sul call center 060606 Chiama Roma e sarĂ costretta a quasi trecento licenziamenti. MartedĂŹ scorso i dipendenti hanno scioperato e manifestato in Campidoglio proprio mentre era in corso un incontro tra l'amministrazione comunale e i vertici della Abramo Customer Care, azienda vincitrice del nuovo bando lo scorso ottobre. Pochi giorni prima, venerdĂŹ 6 marzo, un gruppo di dipendenti Almaviva aveva organizzato un sit-in in Campidoglio per fare pressione sulla giunta affinchĂŠ compisse un passo indietro. Il sit-in si è svolto proprio mentre si teneva un consiglio comunale. “Una gara affidata con un forte ribasso affermava un lavoratore durante il presidio - stiamo parlando di un buon 30 per centoâ€?. Il timore è che quindi un tale ribasso nell’offerta sia possibile solo delocalizzando la sede operativa in paesi dove il costo del lavoro è inferiore. “Un ope-

di Roberto Rotunno

ratore italiano costa 18 euro aggiungeva un'altra dipendente allarmata - mentre in Albania costa 3 euro. Ma Marino è sindaco di Roma o di Tirana?â€?. Con queste manifestazioni di protesta i rappresentanti sindacali chiedono il mantenimento dei livelli occupazionali alla

nuova società , che però ha fatto sapere che assumerà una cinquantina di lavoratori, tutti a tempo determinato, nella sede romana di Tor Pagnotta. Altri 130 saranno impiegati negli uffici di Crotone, con la stessa tipologia contrattuale. Il personale di Almaviva vor-

rebbe invece l'applicazione pur non prevista dal bando di gara - della cosiddetta “clausola sociale�, che prevede il passaggio dei lavoratori licenziati da un'azienda all'altra quando si verifica un avvicendamento in un pubblico appalto. Lo stesso sindaco Ignazio Ma-

rino, quando alcuni mesi fa sono iniziate le mobilitazioni, aveva comunicato l'intenzione della Abramo di riassorbire il personale in uscita: un'ipotesi che non sembra poter essere presa in considerazione visto l'intento della nuova societĂ di delocalizzare in Calabria e soprattutto di servirsi di contratti precari per le nuove assunzioni. E’ stato intanto convocato un tavolo tecnico al quale parteciperanno i rappresentanti sindacali di Almaviva, i vertici di Abramo, il Comune di Roma e la Regione Lazio. “Abbiamo ottenuto un incontro - spiega Stefano Cardinali della Slc-Cgil - ma, visto il progetto della Abramo, sarĂ molto difficile ottenere il passaggio dei lavoratori. In ogni caso, questa societĂ ci dovrĂ spiegare perchĂŠ ha applicato un ribasso di oltre il 30 per cento nell'offerta che è quindi risultata la piĂš vantaggiosa: cosĂŹ facendo perderemo 258 contratti a tempo indeterminato e ne guadagneremo meno di 200 precariâ€?. Sullo sfondo della vicenda, la vertenza nazionale Almaviva che interessa in tutto 1.700 lavoratori.

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COMUNE DI CIVITA CASTELLANA (VT) Bando di gara CIG 607676511E Comune di Civita Castellana, Area Tecnica 4^ - P.zza G. Matteotti n. 3 - Tel. 0761/590203/213 - PEC: comune.civitacastellana@legalmail.it. Informazioni amministrative: Ufficio Gare e Contratti - Tel. 0761/590248 – Fax 0590236 e-mail: uff.gareecontratti@comune.civitacastellana.vt.it. Oggetto: Affidamento della Gestione Servizio di Ricovero, Custodia e Mantenimento dei cani randagi per un Importo appalto pari ad Euro 584.730,00 (oltre a oneri per la sicurezza). Procedura aperta. Criterio aggiudicazione: offerta economicamente piÚ vantaggiosa. Termine di presentazione delle offerte: ore 12 del 21 Aprile 2015. Bando integrale e documenti di gara sono pubblicato sul sito Comunale, su quello Regionale e sul sito del Ministero delle Infrastrutture. Invio GUUE in data 02/03/2015

RESPONSABILE UNICO DEL PROCEDIMENTO Ing. Giovanni TE’

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CRONACHE

LA MELINA SUL BILANCIO ALLONTANA IL MOMENTO DELLA VERITÀ IL PUNTO PER AMMINISTRAZIONE ED ESERCENTI

Stralciata la delibera su Cosap-Osp, slitta il processo di “zonizzazione” Tutta la materia riguardante l'occupazione di suolo pubblico e il relativo canone è stata calendarizzata a bilancio approvato. "Apprezziamo la decisione della Giunta - dice Claudio Pica,Vice Presidente FIEPET Confesercenti Roma - Con più tempo a disposizione si apre l’opportunità di avviare un confronto più positivo. Aspettiamo una nuova convocazione" di Martina Perrone

D

opo la falsa partenza della discussione sul bilancio, lo scorso mercoledì per gli esercenti si è registrata un'importante vittoria: la delibera riguardante l'occupazione di suolo pubblico e il relativo canone (COSAP), nata come propedeutica al bilancio, è stata stralciata per intero. Nonostante le previsioni dei giorni scorsi, che indicavano la possibilità di stralcio del solo allegato D, ovvero il tristemente famoso elenco delle vie con i relativi coefficienti, anche il catalogo arredi, la modalità di conteggio del canone e le norme contenute nel testo principale torneranno al vaglio di assessore e commissione. “Apprezziamo la decisione apportata dalla Giunta capitolina di stralciare la delibera su COSAP E OSP dalla manovra di bilancio - dichiara Claudio Pica, Vice Presidente FIEPET Confesercenti Roma - Con più tempo a disposizione si apre l’opportunità di avviare un confronto continuativo con gli Assessori competenti e con i Consiglieri capitolini per contribuire alla stesura di una delibera più completa. Attendiamo pertanto una nuova convocazione al fine di giungere ad un Testo Unico sui Pubblici Esercizi dove poter inserire sia il Regolamento Cosap sia le nuove procedure per il rilascio delle autorizzazioni per le aperture". "La delibera Cosap è stata stralciata dalle pro-

pedeutiche al bilancio e calendarizzata subito dopo il bilancio - ha spiegato l'assessore a Roma produttiva, Marta Leonori - È arrivata una richiesta di approfondimento del provvedimento della zonizzazione relativa alla Cosap, un provvedimento che intende rivoluzionare il meccanismo di calcolo dell'occupazione di suolo pubblico per la città". "La richiesta di approfondimento - ha aggiunto Leonori - deriva dal fatto che si erano verificati alcuni effetti distorsivi dall'incrocio tra tariffe e coefficienti. L'impegno che è ha preso la giunta è di effettuare questo approfondimento in tempi molto brevi e quindi non solo rassicurare i consiglieri

comunali ma anche le imprese arrivando all'approvazione del regolamento e delle nuove tariffe subito dopo il bilancio e il Pgtu". Slitta così il processo di "zonizzazione" ovvero il piano per modulare la tassa tra zone di pregio e periferie, fortemente osteggiato dalle associazioni di categoria, che ha dato finora risultati preoccupanti, come la diminuzione del canone nell'area del Colosseo in contrapposizione con aumenti spropositati spesso ingiustificati rispetto al reale valore commerciale della zona. E intanto gli esercenti restano nell'incertezza. Quanto si pagherà? Entro quando? Il termine per il pagamento è stato prorogato fino al 31

marzo, ma le prime lettere con la richiesta di versare un acconto, basato sui vecchi canoni, sono già state recapitate, anche se l'entità del saldo è legato a troppi nodi ancora da sciogliere. Il capogruppo PD in Campidoglio, Fabrizio Panecaldo, ritiene che ci vogliano "pochissimi giorni per apportare queste migliorie" alla delibera e che quindi già dalla prossima settimana potrebbe essere in discussione in assemblea il nuovo testo. Tuttavia, oltre ad aspettare la definizione del canone, molti esercenti sono ancora in attesa di conoscere la porzione di suolo pubblico che potranno occupare, in quanto alcuni PMO (piani di massima occupabilità) soprattutto nel I municipio, sono ancora in fase di revisione. "Quello che rileviamo è un contrasto tra l'operato dell'assemblea capitolina e le ultime prese di posizione dell'amministrazione del I municipio, che nei giorni scorsi ha infierito sulla categoria – sostiene Pica – Ribadiamo la nostra assoluta avversione nei confronti degli abusivi totali, che occupano sine titulo il suolo pubblico, mettendo in opera tra l'altro un tipo di concorrenza sleale con gli esercenti regolari, ma auspichiamo un dialogo più sereno tra l'amministrazione, coadiuvata dalle forze dell'ordine, e coloro i quali, aspettando la definizione dei nuovi piani di massima occupabilità, ancora fermi nelle commissioni commercio e cultura, vivono nell'incertezza". Non ci resta che... aspettare.

IL FATTO IL MIRACOLO ROMANO DI MARCELLO CICCAGLIONI

Riapre la libreria storica di Montecitorio L’ aveva promesso, ed è stato di parola. Marcello Ciccaglioni, il signor Arion, titolare dell’unico gruppo indipendente italiano del settore-librerie, riapre a piazza Montecitorio. Al posto di quelle vetrine tristemente sbarrate tornano i libri, e non solo. E’ un evento che va al di là della cronaca, perché non si tratta di una libreria qualsiasi, ma del luogo che per quasi trent’anni ha rappresentato il punto d’incontro, a cento metri dal Parlamento, per politici e uomini di cultura. Entravi e trovavi ovunque facce viste in televisione, i parlamentari più noti. E ne misuravi il livello di profondità sbirciando tra le loro scelte e le loro letture. Un salotto da condividere. Quella libreria era nata quaranta anni fa come «Paesi nuovi», la catena voluta dalla Dc per rispondere alle «Rinascita» del Pci. Poi era arrivato Ciccaglioni, che progressivamente aveva costruito un network di librerie in tutta Roma, penetrando perfino nei megacentri commerciali. Ma l’affitto era diventato insostenibile, e alla fine gli affezionati clienti avevano trovato la porta sbarrata, nel maggio dello scorso anno. Marcello Ciccaglioni non si è arreso, ha rilanciato. Nessuna nostalgia, nessuna operazione

Marcello Ciccaglioni «vintage»: il 26 marzo in via della Guglia, aprirà un nuovo esperimento. «Saremo una libreria - racconta Ciccaglioni - perché questa da sempre è la nostra vocazione, ma oltre ai testi politici punteremo sulle piccole e medie case editrici, con i titoli che nelle grandi librerie di catena facciamo fatica

a trovare. Ma i libri li offriremo tutti». Come? «Abbiamo 130.000 titoli subito disponibili che siamo in grado di consegnare, a casa, in 24 ore. Non chiederemo ai clienti di tornare, glieli porteremo noi. E saremo più veloci di Amazon». Ma se questo è il marchio Arion, velocità, competenza, rapporto diretto con i clienti, la rivoluzione è un’altra. Negli spazi della libreria aprirà contemporaneamente una galleria d’arte contemporanea. Ad affiancare Ciccaglioni sarà Ovidio Jacorossi, uno dei più importanti collezionisti romani, attraverso la sua «Inars». La galleria, oltre a esporre e vendere le opere della collezione, organizzerà ogni due mesi una retrospettiva: la prima sarà «La politica dei segni» dedicata al rapporto tra arte e politica,con opere di Tano Festa, Mario Schifano e Franco Angeli. Ma non è tutto. Ciccaglioni sta per lanciare un’operazione di «recupero» di quei libri che i clienti hanno acquistato negli ultimi dodici mesi ma di cui si vogliono disfare. Portandoli in libreria i clienti riceveranno un «buono» per nuovi acquisti; i libri «di ritorno» finiranno in uno scaffale «usati poco» per essere venduti a prezzo fortemente scontato. Buona idea.


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CRONACHE

L'ANNULLAMENTO DA PARTE DEL TAR DEL BLOCCO QUI PISANA DOPO DI ASSUNZIONI DI QUARANTA ESTERNI

Facce di bronzo alla Regione, i nuovi dirigenti non si toccano Lo scivolone di Zingaretti? Un’ alzata di spalle e un ricorso al Consiglio di Stato, è un duro colpo all'immagine dell’amministrazione regionale ma si tira dritto, ogni pedina ha una logica precisa sullo scacchiere delle alleanze, delle amicizie, degli interessi. Nulla avviene per caso. E anche gli appunti dei giudici contabili sul ruolo del direttore generale scivolano nell'indifferenza di chi gestisce il potere. Al di là degli aspetti tecnici e amministrativi, possibile che all'interno non vi siano risorse qualificate e affidabili? E ancora, quelle nomine di troppo costano, rappresentano uno spreco insopportabile. M5S aspetta le spiegazioni del Governatore, Storace e il resto dell'opposizione promettono battaglia

A

l pubblico la notizia è arrivata liftata e senza troppa enfasi, nei circoli politici ha fatto abbastanza rumore. Ma forse non è stata valutata nella sua complessità. Dunque il Tar del Lazio con due sentenze ha annullato i bandi pubblicati dalla giunta Zingaretti per reclutare piú di quaranta dirigenti esterni dal 2013 al 2014; accolti due ricorsi presentati da DIRER, CODICI e dal Movimento 5 Stelle Lazio. Uno schiaffone a Zingaretti, ogni pedina ha una logica precisa sullo scacchiere delle alleanze, delle amicizie, degli interessi. Nulla avviene per caso. Ma gli scivoloni di questo tipo sconvolgono ogni strategia e comportano strascichi. Le motivazioni delle due sentenze, una per i dirigenti e una piú dei nomi eccellenti citati nei testi provenienti in maggioranza dalla Provincia di Roma ed altre amministrazioni pubbliche, infliggono un duro colpo all’immagine dell’amministrazione Zingaretti: sono piú di quanto la legge consenta, non sono necessari, non si è controllato prima che tra i giá stipendiato ci fosse

qualcuno con le stesse competenze e le assunzioni sono fuori da qualunque tipo di programmazione. E' talmente chiara e forte la censura da lasciare senza fiato. A un cittadino comune risulta difficile, spesso impossibile violare certe regole. Nell'area grigia della politica regionale tutto pare permesso, evidentemente, a meno che qualcuno non faccia - legittimamente - la spia.

In tutte e due le sentenze i giudici hanno censurato il ruolo svolto dal Segretario Generale, responsabile dell’individuazione dei candidati, perchè secondo il Tar: “non ha competenza a svolgere l’istruttoria trattandosi di un organo di natura fiduciaria del vertice politico. Risulta incongruo e illegittimo che la selezione sia affidata a un organo politico, in presenza di una netta separa-

zione tra politica e amministrazione.” Da via Cristoforo Colombo è subito stato annunciato il ricorso al Consiglio di Stato. I dirigenti restano al loro posto, le fonti della Regione minimizzano e circoscrivono per quanto possibile il danno. Il M5S Lazio, che a luglio del 2013 ha depositato un esposto alla Corte dei Conti sullo stesso argomento, per bocca del capogruppo Perilli ha puntato il dito

sui 10 milioni sprecati ogni anno, risorse “sottratte ai servizi fondamentali come la sanità, i trasporti e il rilancio dell’occupazione” e ha risposto per le rime all’unica dichiarazione ufficiale della Regione, che ha ribadito la validitá delle nomine e prometteva battaglia al Consiglio di Stato.Il resto dell’opposizione, Storace in resta, si è messa in scia dei pentastellati all’attacco di Zingaretti, anche se lo scandalo dei dirigenti, non solo esterni, non è una caratteristica esclusiva della nuova giunta che ha sempre giustificato le troppe assunzioni esterne con la necessitá di sostituire alcune risorse interne che renderebbero impossibile qualsiasi riforma. Si potrebbe condividere questa visione, se a ogni dirigente esterno nominato corrispondesse un dirigente interno incapace o malandrino licenziato.Alla Pisana, oltre allo stupore per la sentenza, c’è grossa attesa per il giorno in cui Zingaretti risponderá all’interrogazione del Cinque Stelle, un redde rationem che potrebbe segnare il destino di elementi fondamentali della macchina zingarettiana. A.F.

Roma “ostaggio” di James Bond

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opo le manifestazioni, i cortei, il traffico delle partite di calcio, le proteste autorizzate e no, ora Roma è vittima anche delle cineprese di un set cinematografico che ha preso in ostaggio la città. Lunedì della scorsa settimana imbocco il tunnel del lungotevere all’altezza di via della Conciliazione e mi trovo bloccato da un traffico paralizzato. Con santa pazienza, metro dopo

metro, riemergo con l’auto: ma è tutta una lunga coda, da Regina Coeli a piazza Trilussa e oltre. Il lungotevere è infatti ristretto, a destra e a sinistra, da due strisce di plastica bianca e rossa. Al lavoro non vedi nessuno. Il tam tam degli automobilisti in coda dice che stanno per potare gli alberi su richiesta della produzione di Spectre, il film di James Bond. Arrivo all’altezza di Viale Trastevere e vedo che il tratto successivo è praticamente inagibile perché due grossi mezzi stanno rifacendo l’asfalto. Sempre per James Bond. Ebbene, fatemi dire “Non ci sto!”. Questo film sarà anche – a montaggio finito – uno spettacolare spot sulla bellezza di Roma, ma a noi cittadini chi ci ripaga delle ore di lavoro perse, degli appuntamenti mancati e anche – perché no? – delle serate rovinate?. Due giorni dopo la mia auto è incappata ancora una volta nei preparativi per le riprese del film di James

Bond, in programma nella notte (dalle 22 alle 6) sul lungotevere Arnaldo da Brescia, con epicentro a via degli Scialoja e alla scalinata del Pinedo. Ma già tre ore prima i mezzi speciali della produzione e i transennamenti per allestire il set avevano praticamente paralizzato anche i Lungotevere delle Navi e Michelangelo. Domando a voi del Nuovo Corriere: “Ma è possibile che, prima di uscire di casa, io debba consultare l’agenda delle riprese a Roma di Spectre? Alessia M. - Roma Francesco P. – Settebagni - Roma Invitiamo i cittadini di Roma e del Lazio a denunciare le cose che non vanno con foto ed email a questo indirizzo: noncisto@corrierediroma-news.it


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la

Lazio

del

NUMERO 8 ANNO I GIOVEDÌ 12 MARZO 2015

ASL RMH

SAN GIOVANNI ADDOLORATA

Il direttore generale Fabrizio d’Alba: “Scusate se per una volta la sanità dei Castelli è ok” a pagina 13

Così curiamo e gestiamo i pazienti Senza Fissa Dimora

a pagina 14

Fatti e misfatti, gli svarioni della Giunta

F

orse qualcuno pensava di bypassare il confronto politico nelle commissioni della Pisana per far approvare i documenti con un decreto del Commissario ad Acta per la spesa sanitaria del Lazio, e cioè Zingaretti. Calcoli sbagliati, gli atti andranno invece nelle commissioni della Pisana e quindi in Consiglio Regionale per l’approvazione definitiva. Qualcuno chiede di conoscere il costo complessivo della commissione “esaminatrice” presieduta dalla zarina Flori Degrassi, quante riunioni siano state fatte e quante sono saltate a causa della mancanza del numero legale. Muro di silenzio, evidentemente questi dati non si devono sapere. Sembra uno spettacolo montato ad arte, e il problema non è di secondaria importanza: l’atto aziendale è un elemento fondamentale, può cambiare il volto

complessivo di una struttura sanitaria e farne la sua fortuna o al contrario il suo degrado. E ci piacerebbe conoscere ( lo faremo certamente tramite le commissioni consiliari) le schede preparatorie che accompagnano i singoli atti. In teoria dovrebbe essere chiamato lo stesso Zingaretti nella sua doppia veste di Presidente e Commissario ad illustrare, la situazione complessiva degli atti aziendali. Ma non ci crede nessuno. Vale ricordare che lo stesso Zingaretti all’indomani della vittoria incontrando alcuni dirigenti del PD che si occupavano di Sanità disse solennemente: “Non mi farò incastrare sulla Sanità del Lazio come avvenne per Marrazzo e Polverini”. Complimenti. Nell’Atto di Indirizzo triennale per le aziende sanitarie della Regione Lazio e nei programmi operativi 2013/201 c’è in ogni caso la volontà di modificare

profondamente – per ragioni francamente incomprensibili – il quadro generale. Si parla al punto A dell’accorpamento di due strutture, due IRCCS , lo Spallanzani e l’Ifo,e distanti non solo sul piano chilometrico ma soprattutto per la differenza totale di mission e di professionalità orientate. Uno è all’avanguardia per le malattie infettive (il malato numero zero di Ebola è stato salvato per la competenza e la professionalità della struttura) l’altro specializzato nella lotta ai tumori continua a perdere colpi su colpi. Al punto C si parla dell’integrazione della Asl RMA con la RME, dimenticando che i confini delle Asl nel Lazio sono nati con una legge regionale e che quindi il Commissario Zingaretti non può avocare a sé, quale Commissario di Governo, una scelta e una decisione che spetta esclusivamente al Consiglio Regionale del

Lazio. Per essere uno che non vuol farsi coinvolgere di pasticci ne combina fin troppe. E che dire dell’annullamento da parte del Tar di una grossa fetta di nomine dirigenziali? C’è chiaramente pressappochismo (se non di peggio) nel redigere le delibere da parte della Giunta Zingaretti. In queste ore si parla con insistenza di accordi stipulati fra le singole Asl che in piena autonomia e probabilmente fuori dal controllo della Degrassi e con la presunta protezione della cabina di regia che cancellano o integrano strutture che fino a oggi hanno garantito funzionalità del Servizio Sanitario Regionale. Ci si chiede: “Questi accordi fra le singole Asl producono effetti amministrativi o sono solo ed esclusivamente il pallido tentativo dei Direttori Generali di farsi vedere attivi oltre misura?”. Valutino i lettori. Il Corvo


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PRIMO PIANO

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EDITORIALE

Hanno scambiato la Regione per un ufficio di collocamento

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i è tanto scritto e parlato – il più delle volte, purtroppo, a ragione - della spregiudicata gestione del potere , politico e sanitario in particolare , delle giunte di centro-destra. Ma la Giunta Zingaretti, in quanto a disinvoltura nelle scelte, nelle procedure e negli affari, tiene tranquillamente il passo con il passato. E non c’è da essere troppo indulgenti, visto le reiterate lezioni di moralità e buona amministrazione che periodicamente dalla Regione vengono dispensate a piene mani. Saltiamo a piè pari l’indecoroso balletto degli Atti Aziendali in corso in questa settimana (si pensa davvero che qualche manager venga ripreso e bacchettato, giudicato e mandato a casa?), concentriamoci su quel che evidenzia la sentenza del Tar che boccia l’eccesso di nomine di dirigenti esterni e la loro legittimità. La Regione ha fatto quadrato e annunciato ( a spese del contribuente) un ricorso al Consiglio di Stato, confermando le assunzioni e rassicurando i prescelti della solidità della loro poltrona. Tra le nomine contestate, va detto, c’è anche quella della zarina della sanità regionale, Flori De Grassi, il direttore che fa e disfa, sceglie e boccia spesso senza tener c onto delle ragioni dei suoi interlocutori e della realtà del territorio. Obiettivamente non si può scardinare a metà corsa un intero management, ma resta un’ombra profonda non tanto e non solo sulle scelte ma sulla dichiarata posizione di diffidenza nei confronti dei dirigenti già esistenti e profumatamente pagati in Regione. La scelta di pescare all’esterno è di fatto giustificata con due argomentazioni che fanno drizzare i capelli: gli alti burocrati e funzionari interni sono giudicati mediocri, incapaci, inaffidabili (e ci si chiede fino a che punto le clientele possano aver danneggiato l’amministrazione) oppure sabotatori , frenatori per conto terzi, fedeli ad altre casacche. Va male comunque, e il costo degli acquisti va sempre a spese del contribuente, che certo non può sindacare né argomentare di fronte a questo tipo di gestione. Ma non c’è solo lo scandaloso sperpero di denaro pubblico per i dirigenti esterni da contestare alla Giunta Zingaretti. Nel pacchetto c’è anche Alessio D’Amato, messo – non si è mai capito fino in fondo in base a quali competenze - a capo della cabina di regia, una scatola vuota costruita appositamente per lui e che pare costi alle casse della Regione 600mila euro all’anno. L’opposizione chiede invano di sapere a cosa serve, quali indispensabili funzioni svolga e quale sia il ruolo di D’Amato se non quello di cuscinetto tra le proteste del territorio, degli imprenditori e dei dirigenti Asl, e il governatore. Decisamente troppo poco. La Regione è un ufficio di collocamento? Zingaretti sorride e non dà spiegazioni. C’è poco da meravigliarsi se poi la macchina della sanità funziona così male.

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ORSINO

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La cabina di regia? Da brividi E qualche manager dovrebbe essere mandato a casa

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i confermano i brividi, le strane sensazioni che da settimane accompagnano chi scrive di sanità laziale. Più aumentano i sorrisi, l'enfasi dei comunicati, la rabbia contenuta delle precisazioni, delle repliche, più si rafforza l'idea che le cose vadano male. Questa volta la medaglietta in classifica (negativa) se la prendono i collaboratori di Zingaretti, dalla Flori De Grassi al capo della cabina di regia Alessio D’Amato. Quando le cose non funzionano si cambiano gli allenatori. Chi ha gestito la farsa della passerella dei dg per gli atti aziendali? E perché il subcommissario governativo Giovanni Bissoni sorride e applaude invece di battere i pugni sul tavolo. Si sente la mancanza di un assessore alla sanità con pieni poteri che ragioni, decida, scelga, si assuma le responsabilità. Perdono ancora punti in classifica i manager di Latina e Viterbo, Michele Capirossi e Luigi Macchitella. Sono quotidianamente contestati, sono in preda a una crisi di nervi ma non desistono. Nella Tuscia la razionalizzazione forzata (punti

nascita ad esempio) crea problemi e stressa il territorio, nel Pontino la rivoluzione è dietro la porta e il Goretti in continua emergenza, Interessa a qualcuno? Ma le proteste dell'opposizione servono a poco. I soliti grillini, e poi Fabrizio Santori, Antonello Aurigemma. Dai comunicati sembra che facciano la voce grossa, risultati zero. Anche le denunce di Micael Maritato (Assotutela ) si perdono nel vuoto. Che fare? Nelle more un giudizio positivo va alla consigliere di Sel, Marta Bonafoni. Ha annunciato un tour di controllo per consultori. Ottima idea, se tutti i suoi colleghi andassero sul territorio a cercare risposte forse le cose andrebbero meglio. Bene Ilde Coiro (S.Giovanni Addolorata), bene la Fondazione S.Lucia, i cui ricercatori hanno fatto un grosso passo avanti nella lotta alla sclerosi multipla. Orgoglio legittimo per il dg Luigi Amadio. Se Zingaretti, Saitto e gli altri capissero.... Ultima annotazione, la scommessa delle Rems, non se ne parla e se ne capisce poco. Ma è la novità del momento. In Ciociaria rischia del suo Isabella Mastrobuono, correndo più degli altri. Ovvia la riflessione, se gli altri manager fossero altrettanto tonici...

CHI SALE dall’alto Luigi Amadio, Isabella Mastrobuono e Marta Bonafoni CHI SCENDE dal basso Alessio D’Amato, Michele Capirossi e Giovanni Bissoni


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Sanità Lazio

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CRONACHE

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CORSA CONTRO IL TEMPO PER REALIZZARE L’ALTERNATIVA IN PRIMO PIANO “PROVVISORIA” AGLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI

La scommessa delle Rems In attesa dei fondi statali e degli operatori assunti e formati le Asl che si sono prese in carico questa operazione anticipano tutto per conto loro. I pazienti-detenuti “pericolosi” saranno dirottati nei reparti psichiatrici delle carceri romane e di Latina di Giulio Terzi

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orniamo sull’argomento affrontato con una certa energia la scorsa settimana perché riteniamo ci sia ancora molto da chiarire, da capire sulla spregiudicata operazione condotta dalla Regione Lazio - ovviamente dal team di Zingaretti – per saltare sul carrozzone delle Rems, le strutture inventate dal nulla per accogliere i pazienti detenuti di quelli che venivano un tempo chiamati manicomi giudiziari e che oggi vengono riconosciuti con la sigla OPG. Le sei strutture italiane chiudono, si è detto, definitivamente , entro le prossime settimane. Gli ospiti verranno distribuiti per regioni di provenienza. Al Lazio spetta una buona fetta del problema e – va sottolineato - un robusto pacchetto di milioni che il Governo da tempo ha parcheggiato per realizzare questa impresa. E’ un atto di giustizia, di umanità, ma anche un business e una opportunità politica. Si muove il territorio, si movimentano capitali, si assumono

persone. In tempi così brevi? Lo scetticismo è legittimo, impossibile in Italia realizzare in tempi brevi se non ci si è preparati per tempo. E per questo la sfida, la scommessa di Zingaretti è affascinante. Lasciamo da parte le giuste osservazioni di metodo e di sostanza delle opposizioni e il man-

cato rispetto delle popolazioni “ospiti”. E ricostruiamo un quadro. Il governatore ha chiesto aiuto ai manager delle Asl, servono strutture ponte provvisorie, ma subito, nel giro di pochissimo tempo. E anche uomini, subito. La Regione ha emesso un bando per un numero di assunzioni come

non si vedeva da tempo, in queste stagioni magre di blocco del turn over. Ma tra procedure e formazione questi operatori non saranno certo pronti in tempo. Né per le strutture provvisorie nei territori della Asl RmG e della Asl di Frosinone, forse per quella, definitiva, del Reatino. E qui entra in

campo – va riconosciuta – la capacità di manovra dei dirigenti. La Asl di Frosinone sta attrezzando a tempo di record le strutture necessarie, e ha già “anticipato” il personale pescandolo nel proprio serbatoio di professionalità. Anticiperà anche i fondi, visto che quelli dello Stato ancora non ci sono. Si può apprezzare o contestare, ma la sfida, la scommessa di realizzare un approccio tutto nuovo senza riferimenti diretti a modelli preesistenti è comunque esperienza da seguire e da capire. Sgombriamo il campo da un equivoco, i detenuti-pazienti “pericolosi” finiranno nei reparti psichiatrici delle carceri romane e probabilmente di Latina. Gli ospiti delle Rems laziali saranno chiusi in residenze protette e sorvegliate all’esterno, ma gli ambienti non avranno nulla di manicomiale, tutt’altro. Il resto è tutto da inventare. Onore al merito dei play maker e dei protagonisti dell’operazione. Ma siamo anche convinti che di tutto questo aspetto scientifico e culturale a Zingaretti importi poco o nulla. Gli basta fare bella figura.

L'INTERVISTA/Parla il direttore generale della Asl di Frosinone Isabella Mastrobuono

“La Ciociaria ne guadagna in credibilità posti di lavoro e risorse per il territorio”

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on il decreto del Commissario Ad Acta alla Sanità n. 72 del 19.02.2015 la Regione Lazio ha individuato le sedi provvisorie e le sedi definitiva delle Rems, le Strutture sanitarie che dal 31.03.2015 riceveranno i pazienti, dichiarati dimissibili, attualmente ospiti degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, che saranno chiusi alla fine del mese di marzo. La provincia di Frosinone è stata individuata quale sede di 2 Rems provvisorie, una a Ceccano, nei locali ristrutturati che attualmente ospitano la Comunità terapeutica Romolo Priori, che sarà temporaneamente trasferita in Via Fabi, destinata ad ospitare 20 pazienti e l’altra a Pontecorvo nei locali già del Servizio di Diagnosi e Cura, trasferito a Cassino che ospiterà 11/12 pazienti di sesso femminile.Le due Rems definitive saranno invece allocate a Ceccano in Via Fabrateria Vetus e prenderanno il posto dello scheletro di cemento armato abbandonato dagli anni’70, che sarà abbattuto. Si tratterà di due immobili, circondati da un parco, che saranno costruiti in 400 giorni ed ospiteranno 20+20 pazienti. Abbiamo fatto il punto con il Direttore Generale della ASL di Frosinone, Isabella Mastrobuono. Soddisfatta della scelta della Regione, e come si è giunti a

questa decisione? Molto contenta, anche perché abbiamo lavorato intensamente per ottenere questa scelta. La regione Lazio ha riconosciuto valida la nostra proposta ed ha testimoniato di fidarsi di noi. È stato il risultato di una perfetta sinergia fra la Cabina di regia per la Sanità della Regione Lazio, gli uffici competenti dell’Assessorato, la Direzione Strate-

gica della ASL ed il nostro Dipartimento di Salute mentale. Ma la provincia di Frosinone cosa ci guadagna? Ci guadagna molto. È stato riconosciuto che questa ASL lavora bene e sa programmare. Che le sfide per una Sanità migliore, più efficace ed efficiente, non ci spaventano ma anzi ci stimolano a fare sempre meglio. Che

la Ciociaria ha un grande cuore, dove valori come l’accoglienza, la solidarietà e la partecipazione sono al primo posto. E concretamente? Subito 80 posti di lavoro fra contratti a tempo determinato ed a fine anno a tempo indeterminato, suddivisi in 60 diretti ed il restante nell’indotto. Il risanamento ambientale di un’area degradata. Finanziamenti per quasi 8 milioni di euro. Una attenzione ancora maggiore per le Case della Salute, in particolare per Ceccano e Pontecorvo. Qualcuno, in questi giorni, avanzava il sospetto che se fosse stato veramente conveniente tutto questo sarebbe andato a Roma e non a Frosinone. Frosinone ha fatto la proposta migliore e la Regione Lazio si è preoccupata solo dei risultati che metteranno al centro l’interesse dei pazienti e del territorio, con chiarezza e trasparenza. Dobbiamo smetterla con i retropensieri. Noi lavoriamo tutti, Regione, ASL, Sindaci, Prefettura e tutte le Istituzioni presenti per una Sanità migliore, al sevizio dei cittadini, non solo per curarli bene ma anche per migliorarne le condizioni di vita e per prevenire la malattia. (a cura di Giu.Ter.)


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CRONACHE

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L’INTERVISTA PARLA FABRIZIO D’ALBA, DIRETTORE GENERALE DELLA ASL RMH

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“Scusate se per una volta la sanità dei Castelli è ok”

abrizio d’Alba, direttore generale d e l l ’A s l RmH, difende l’atto aziendale della sua azienda e non modera i toni che qualcuno, su tutti Antonello Aurigemma, capogruppo di Forza Italia alla Pisana, ha definito enfatici. Dottor d’Alba, ma questo atto aziendale è stato approvato? Ci tengo a chiarire di non aver mai detto che l’atto era stato approvato. La proposta di atto aziendale elaborato dall’azienda è stata sottoposta, così come previsto, al vaglio di una commissione costituita proprio per questo in Regione. Nella prima nota di riscontro da parte della Regione c’è scritto: “Caro direttore, abbiamo esaminato l’atto e siete una delle poche aziende che ha poche criticità e potrà andare avanti velocemente”. Le conclusioni sulle altre aziende le lascio a lei e ai suoi lettori. Nella nota stampa della sua azienda, infatti, si parlava di “alcune piccole criticità”. Quali erano? Per quanto riguarda i capitoli relativi all’offerta sanitaria non c’è stato alcun rilievo. Gli unici cambiamenti hanno riguardato le unità operativa degli affari legali e della logistica, perché è previsto l’accentramento regionale di questi settori. Per quanto riguardava l’unità

aree ospedaliere abbiamo codificato che gli ospedali con pronto soccorso debbano avere dei reparti fondamentali (medicina, chirurgia, terapia intensiva). Abbiamo, poi, pensato a qualificare delle vocazioni per i vari ospedali. Cioè? A Genzano c’è l’idea di fare il polo materno infantile, mentre a Marino vogliamo realizzare il polo oncologico e l’ospedale diurno. Velletri diventerà l’ospedale più a vocazione chirurgica, mentre Frascati accentuerà la caratterizzazione per la medicina. Già è stata trasferito il reparto da Marino ed è oggi la struttura che in provincia ha più posti letto per la medicina: oltre 50. E Ariccia? Nell’ultima conferenza dei sindaci, dopo un passaggio fatto in Regione, abbiamo convenuto anche per ragioni di opportunità economica di non trasferire la riabilitazione. Potenzieremo ad Ariccia i servizi territoriali (Dsm, neuropsichiatria infantile, la farmaceutica territoriale e il dipartimento di prevenzione). In prospettiva, anche su richiesta del sindaco, inseriremo l’unità dei medici di base e la degenza infermieristica. E il Policlinico? Stiamo avviando le procedure per le gare per acquistare le tecnologie. Sulla parte edile siamo nei tempi previsti dal crono programma e ad oggi non ci sono ritardi.

L’Atto Aziendale è passato al vaglio della Commissione costituita ad hoc dalla Regione. Solo piccole criticità già risolte, via libera all’impianto generale del piano. È previsto un dipartimento del territorio che tenga insieme tutti i distretti e che garantisca la stessa qualità dei servizi nelle varie strutture. Qualificate le vocazioni dei diversi ospedali, polo infantile a Genzano, polo oncologico e ospedale diurno a Marino, chirurgia a Velletri, medicina a Frascati di Francesco Bellucci operativa del governo della produzione mi è stato consigliato di rivederla per evitare di depotenziare i dipartimenti. Indicazioni accolte, così come quella di istituire una unità complessa dei controlli delle strutture e del rischio clinico. L’assetto ospedaliero? Non mi è stato richiesto alcun cambiamento sull’assetto ospedaliero e sul dipartimento del territorio che è la grossa innovazione che contiene la nostra proposta. Ora è tutto a posto? Ripeto abbiamo fatto le modifiche richieste perché l’atto aziendale fosse approvabile. Le abbiamo fatte in coerenza con le indicazioni che ci sono state fornite dall’organo regionale e, a quel punto, abbiamo ripresentato il documento, dopo aver fatto tutti i passaggi previsti prima della formalizzazione della proposta. Quali sono i passaggi? L’illustrazione al collegio sanitario, al collegio di direzione, ai tavoli

Fabrizio d’Alba sindacali e alla conferenza dei sindaci. In tutti questi passaggi, sia tecnici che politici, c’è stato l’apprezzamento per l’atto aziendale e la conferenza dei sindaci l’ha approvato all’unanimità. A quel punto, e questo è stato il motivo dell’equivoco con il capogruppo di Forza Italia, ho dichiarato che l’azienda può adottare il provvedimento, avendo terminato le fasi interne all’amministrazione. L’atto

aziendale è stato trasmesso in Regione perché si completi il procedimento con l’approvazione con decreto da parte del presidente della Regione. Io, come tutti gli altri direttori generali, siamo stati invitati a illustrare in Regione la nostra proposta di atto aziendale. A quel punto si potrà dire che è stato approvato e diventerà operativo. Sono molto soddisfatto ed è evidente che quando si presenta una proposta si debbano mettere in conto delle modifiche che, nel nostro caso, non hanno minimamente interessato l’assetto ospedaliero. Passiamo proprio alle strutture. È previsto un dipartimento del territorio che tenga insieme tutti i distretti e che garantisca la stessa qualità dei servizi nelle varie strutture. Si sono potenziate le funzioni del dipartimento di sanità mentale, con tutte le patologie legate alle dipendenze. Per quanto riguarda le

EX SPECIALIZZANDI 1994/2006. LE REGOLE DA SEGUIRE QUADRANTE MEDICI PER POTERE OTTENERE IL RISARCIMENTO DEL DANNO

È

ormai nota la vicenda dei medici che hanno svolto le scuole di specializzazione tra gli anni 1994 e 2006, non adeguatamente retribuiti in aperta violazione della normativa comunitaria. In particolare, lo Stato ha mancato di adempiere, sino all’anno accademico 2006/2007, agli obblighi che le derivavano dalla Direttiva 93/16, così come definiti proprio dal D.Lgs. n. 368 del 1999, con la conseguenza che questo deve rispondere dell’inadempimento e risarcire gli ex specializzandi nella misura differenziale tra il percepito e lo spettante (Euro 14.000,00 per anno di specializzazione). Sono ancora molti i medici che ancora non hanno proposto azione di risarcimento dinanzi alla giustizia ordinaria, e che lo faranno probabilmente nei prossimi mesi; abbiamo chiesto all'avvocato Cristiano Pellegrini Quarantotti – esperto della questione “specializzandi” e che sta portando avanti il contenzioso per molti medici – di chiarirci le regole da seguire. Chi può richiedere le somme non percepite? Tutti i medici che hanno svolto la scuola di specializzazione nel periodo tra il 1994

“C'è tempo fino al 2017 per ottenere i risarcimenti” L’avvocato Cristiano Pellegrini Quarantotti – che da anni si occupa della questione “specializzandi” e che sta portando avanti il contenzioso per molti medici – spiega le regole da seguire per chiedere giustizia (e l’adeguamento delle retribuzioni) ed il 2006 possono agire in giudizio per vedersi riconosciuto il risarcimento del danno per ritardata attuazione delle Direttive CEE, oltre la rideterminazione triennale della borsa di studio. Che cosa è possibile ottenere facendo causa allo Stato e quali sono le cifre in ballo? In caso di accoglimento della domanda, a tali medici destinatari di sentenza potrà essere riconosciuto un risarcimento pari alla misura differenziale tra quanto hanno percepito e quanto sarebbe loro spettato (Euro 14.000,00 per anno di specializzazione). Infatti, solo dal 2007 in poi è stato definito il tratta-

mento economico relativo al contratto di formazione specialistica dei medici composto da una parte fissa (Euro 22.700,00 lordi annuali) ed una parte variabile (Euro 2.300,00 lordi annuali per i primi due anni ed Euro 3.300,00 lordi annuali per i successivi anni). Che possibilità di successo ci sono per chi promuove l’azione? I margini di successo sono assolutamente buoni visto che la Corte di Appello di Roma, con una recente sentenza (n. 1628/14), ha accolto le domande dei medici che hanno effettuato la scuola di specializzazione nel periodo 1994-2006, riconoscendo loro il diritto

al risarcimento del danno per ritardata attuazione della Direttiva Europea 93/16. La Corte di Appello ha stabilito anche la misura del danno risarcibile, attribuendo ai medici ex specializzandi una somma pari alla differenza, per ciascuno degli anni accademici, tra il trattamento concretamente percepito (pari ad Euro 11.000,00 circa annui), incrementato della rideterminazione triennale, e quello riconosciuto, soltanto dal 2007, in base ai D.P.C.M. 7 marzo, 6 luglio e 2 novembre 2007 (pari ad Euro 25.000,00 circa annui). È ipotizzabile una soluzione “transattiva”

Ritengo di si, una tale soluzione permetterebbe sicuramente un grande risparmio alle casse pubbliche. Sono, infatti, stati presentati nei mesi scorsi alcuni disegni di legge che prevedono un indennizzo forfettario di 13 mila euro, per ciascun anno di durata legale della scuola di specializzazione in medicina, ai medici che avranno aderito a una causa di risarcimento per il riconoscimento di quanto dovuto, come sancito dalle norme europee. E’ consigliabile, quindi, ai medici che rientrano in tale arco temporale e che sono stati discriminati, agire in giudizio in tempi brevi, in quanto è altamente probabile che i destinatari di tali provvedimenti potranno essere solo i medici che avranno promosso un giudizio davanti al Tribunale prima dell’eventuale entrata in vigore della norma. C’è un problema di prescrizione per agire in giudizio? La Corte di Appello di Roma ha fornito indicazioni anche riguardo alla questione della prescrizione: questa, di natura decennale, decorre dall’emanazione del DPCM del 7 marzo 2007, e non dall’espletamento del corso di specializzazione.


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ANGELINA MARINARO MANDUCA, UNA DELLE RESPONSABILI DEL TEAM SERVIZI PARLA DI BED MANAGEMENT DELL'AZIENDA OSPEDALIERA SAN GIOVANNI ADDOLORATA

“Così curiamo e gestiamo i pazienti Senza Fissa Dimora” Un fenomeno nuovo sta crescendo in fretta: anziani, senza fissa dimora, immigrati, tossicodipendenti, donne sole, disoccupati, utilizzano il Pronto Soccorso come risorsa della comunità. La Sala Operativa Sociale (S.O.S) ha a disposizione 141 posti letto che diventano circa 470 nei periodi di Emergenza Freddo ed Emergenza Caldo. La maggior parte dei posti letto è disponibile dalle ore 18 alle ore 9 del giorno dopo. Gli ospiti accolti possono usufruire del pasto serale e della colazione e possono fare la doccia di Francesco Vitale

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oordinatori infermieristici, Infermieri, Assistenti sociali, Ufficio stranieri, Medici di Pronto Soccorso. Sono gli operatori coinvolti per la gestione e la dimissione del paziente Senza Fissa Dimora (SFD) in ambiente ospedaliero. Una operazione complessa per diversi motivi di cui non ultimi di mancanza di familiari di riferimento e scarse risorse presenti sul territorio. Se ne sa pochissimo, al di fuori dello stretto ambito degli addetti ai lavori. Eppure è un importante collettore delle emergenze umane e sociali, oltre che sanitarie, di una fetta importante di città. La Sala Operativa Sociale (S.O.S) del S. Giovanni Addolorata ha a disposizione 141 posti letto che diventano circa 470 nei periodi di Emergenza Freddo ed Emergenza Caldo (8 dicembre/31 marzo; 21 giugno/21 settembre). La maggior parte dei posti letto è disponibile dalle ore 18 alle ore 9 del giorno dopo. Gli ospiti accolti possono usufruire del pasto serale e della colazione e possono fare la doccia. Ne parliamo con la dr.ssa Angelina Marinaro Manduca, una delle responsabili del Team di Bed Management dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata. Proviamo a dare una definizione del termine “Senza Fissa Dimora”. Come viene individuato? È molto difficile individuare le dimensioni dell fenomeno. La definizione di “senza fissa dimora” adottata dalla Commissione di Indagine sulla Povertà e l’Emarginazione nel rapporto del 1996 sulle politiche locali contro l’esclusione recita: “per senza fissa dimora si intende, nell’accezione ormai consolidata tra gli operatori sociali, una persona senza casa priva delle risorse economiche, delle motivazioni e capacità sociali necessarie per averla”. Gli elementi che contraddistinguono le persone senza fissa dimora, secondo tale definizione, sono essenzialmente di due tipi: a) la mancanza di una abitazione abituale e b) l’esistenza di una situazione di disagio caratterizzato da un elevato grado di complessità (malattie psichiche, tossicodipendenza, alcolismo, emarginazione). L’analisi dei bisogni emersi in relazione alla programmazione sociale di zona 2009-2011 evidenzia a fianco di una costante crescita nel nostro territorio di condizioni di impoverimento di nuove realtà sociali,

l’aumento del fenomeno di esclusione sociale di soggetti con patologie sociali e sanitarie gravi, privi di legami affettivi e di rapporti di aiuto e protezione. Aumentano inoltre le situazioni di persone a rischio di grave marginalità sociale, in particolare le forme di emarginazione più rilevanti sono collegate ai seguenti fenomeni: la tossicodipendenza, la malattia psichica, l’alcolismo, la marginalità di strada, la prostituzione e la povertà. In questo quadro poche sono le istituzioni che possono garantire assistenza a coloro che hanno più bisogno. Esiste una forte relazione tra stato socioeconomico e salute sia nel senso che uno stato di salute precaria può condurre a una “deriva sociale”, sia nel senso che uno svantaggio socioeconomico può determinare problemi di salute. Che cosa può fare il pronto soccorso per le persone più svantaggiate? Il Pronto Soccorso è forse uno dei pochi luoghi capaci di aiutare tutte le persone: ampiamente usato, sempre aperto, facilmente accessibile, disponibile a chiunque chieda di essere visitato, non ci si può rifiutare infatti di valutare un paziente che accede a tale Servizio. Tradizionalmente il Pronto Soccorso è identificato come un servizio di tipo medico, il luogo più adatto per trattare le patologie acute,

viceversa esiste un fenomeno crescente e misconosciuto ai più, che vede una larga parte delle richieste identificabili come bisogni di tipo sociale più che sanitario: anziani, senza fissa dimora, immigrati, tossicodipendenti, donne sole, disoccupati, utilizzano il Pronto Soccorso come risorsa della comunità come, e più, a volte, delle altre Comunità meno accessibili o meno conosciute, accreditando tale Servizio quasi come fosse un’Istituzione leader nel disegno e nell’implementazione del sistema di cure socio-medico: una vera e propria risorsa sociale. Forse la risposta è considerare il PS in un sistema disegnato in collaborazione con gli altri Servizi come la Sala Operativa Sociale (S.O.S), la Caritas e simili. Questo tipo di gestione non è nuova, infatti sono già state fatte alcune esperienze negli Stati Uniti che hanno identificato il PS come il luogo per la coordinazione multidisciplinare dei servizi e dei piani di dimissione. Pazienti che si rivolgono al PS sono già inquadrati e trattati secondo le loro necessità mediche, ma i loro pressanti problemi sociali (povertà, disoccupazione, housing, trasporti, problemi legali e finanziari) sono spesso ignorati. L’ospedale San Giovanni che, alla posizione geografica aggiunge tradi-

zione e storia superiore a quelle di tanti altri ospedali cittadini, vive da sempre tale condizione: quella di dare una risposta, sempre, al bisogno sanitario e, quando richiesto, anche a quello sociale, vicariando le Istituzioni territoriali preposte. Ritenendo che la risposta da dare ai bisogni sociali debba essere la più completa e rapida possibile (per ridare all’ospedale la sua funzione istituzionale di Diagnosi e Cura per pazienti acuti) è stato elaborato un percorso socio-terapeutico, capace di snellire le procedure esistenti, coinvolgendo maggiormente il personale sanitario e incrementando la collaborazione con i Servizi Sociali territoriali. Infatti così come esistono protocolli condivisi per la diagnosi e la cura delle più comuni patologie, si è ritenuto necessario prevedere uniformità di comportamento anche nei confronti di queste problematiche. A tale scopo è stato elaborato da un gruppo di lavoro multidisciplinare “il percorso socio-terapeutico per il paziente Senza Fissa Dimora” presentato al Personale Sanitario ospedaliero nel mese di febbraio Qual è il percorso socio-terapeutico per un paziente SFD? Al Paziente Senza Fissa Dimora (di qualunque nazionalità), che giunge al Pronto Soccorso, il personale sanitario del Triage chiede il documento di

identità e la tessera sanitaria. Se privo di documenti, la segnalazione deve essere inoltrata all’Ufficio Sanitario Stranieri che provvederà a fornire un documento sostitutivo secondo le indicazioni legislative esistenti. Se il Medico accerta che non sussistono motivi per un ricovero ma il bisogno è solo di servizi alberghieri, l’infermiere contatta telefonicamente il Numero Verde della SOS (attivo 24 ore su 24), per richiedere un posto letto. In caso di esito negativo, vengono contattati i centri del circuito umanitario messi a punto in un apposito elenco. Se l’esito della ricerca è ancora negativo o il paziente non accetta forme di istituzionalizzazione, si forniscono comunque alcune informazioni quali il numero Verde della SOS, l’indirizzo del Servizio HELP CENTER, sito all’interno della Stazione Termini, collegato alla SOS, e l’elenco delle strutture preposte all’accoglienza dei Senza Fissa Dimora, a cui lo stesso si può rivolgere autonomamente .Il corretto e tempestivo indirizzo ai servizi sociali, come sopra detto, rappresenta anche una modalità per rendere più efficace e tempestiva l’assistenza ospedaliera ai pazienti che necessitano di cure e, in questo senso, la Medicina d’Urgenza del PS, svolgendo una funzione di cerniera tra servizio sanitario e sociale, migliora l’efficienza e l’efficacia del Sistema Sanitario Pubblico.


SANITÀ&RICERCA

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DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA LO STUDIO IERICERCATORI LA RIABILITAZIONE DOPO LO STROKE

Guidare il pensiero per favorire il recupero del movimento Nel laboratorio di “Immagini Neuroelettriche e Interfacce Cervello-Computer” (NEILab) dell'istituto di via Ardeatina Donatella Mattia e il suo gruppo, in collaborazione con l’università “La Sapienza” di Roma, hanno aperto una nuova frontiera. Attraverso un sistema basato sulle interfacce cervello-computer il paziente può aprire e chiudere una mano "virtuale" tramite l'attività cerebrale generata dall’immaginazione dei movimenti di Giulio Terzi

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uidare il pensiero per favorire il recupero del movimento. Nel Laboratorio di “Immagini Neuroelettriche e Interfacce CervelloComputer” (NEILab) della Fondazione Santa Lucia, Donatella Mattia e il suo gruppo in collaborazione con l’università “Sapienza” di Roma, hanno aperto una nuova frontiera nella riabilitazione dell’Ictus: guidare il pensiero per favorire il recupero del movimento. Da molti anni è noto che per ottenere un buon recupero sia importante che l’esercizio motorio sia accompagnato da un corretto esercizio mentale. Fino ad oggi l’intervento riabilitativo non consentiva di guidare l’attività mentale. Lo studio, pubblicato su Annals of Neurology, rivista leader mondiale nella ricerca neurologica, dimostra per la prima volta come sia possibile, grazie ad

un'avanzata elaborazione del segnale elettroencefalografico (EEG), seguire i processi mentali del paziente durante gli esercizi motori. Attraverso il sistema basato sulle interfacce cervello-computer, sviluppato dalla Dott.ssa Mattia e dal suo gruppo, il paziente può aprire e chiudere una mano "virtuale" tramite l'attività cerebrale generata dal-

l’immaginazione dei movimenti della mano e inoltre il terapista è in grado correggere le attività cerebrali sbagliate e di guidarle verso un recupero funzionale più efficace. I risultati ottenuti rappresentano la prima dimostrazione dell’efficacia clinica delle tecniche di Interfacce Cervello--‐Computer (Brain Computer Interface, BCI) nel guidare l’attività mentale durante gli esercizi riabilitativi. Guidare l’attività mentale insieme con l’esercizio motorio è da oggi possibile e l’applicazione di queste metodiche su larga scala potrà permettere un miglior recupero in una delle patologie a maggior impatto sociale: l’ictus.

LO STUDIO/ 2

Sclerosi multipla, una proteina frena la progressione della malattia

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no studio della Fondazione Santa Lucia mostra l'efficacia di una proteina nel rallentare la progressione della Sclerosi Multipla. In gioco c'è ancora una volta il sistema immunitario: da tempo e' noto agli scienziati come sia il maggiore responsabile dell'insorgere della sclerosi multipla. Anziché difendere l'organismo, si attiva in modo erroneo, colpendo le fibre nervose deputate alla comunicazione tra cervello e midollo spinale. In questo errore biologico, le cui cause non sono ancora spiegate, i ricercatori della Fondazione Santa Lucia sono ora riusciti a dimostrare il ruolo importante di una proteina. Si chiama IL-9, è prodotta da una particolare categoria di cellule del sistema immunitario (i linfociti Th9) e agisce direttamente sulle cellule che promuovono l'infiammazione caratteristica della sclerosi multipla. «Abbiamo analizzato la presenza di IL-9 nel liquido cerebrospinale di 107 pazienti - spiega la dottoressa Elisabetta Volpe, responsabile del progetto - Ne abbiamo seguito il decorso clinico per quattro anni e abbiamo potuto dimostrare che più ce n'è, più lento è il decorso della malattia e più efficace l'uso di farmaci di prima linea». «Ci aspettiamo importanti sviluppi nella diagnosi e cura» afferma la dottoressa Maria Grazia Grasso, Responsabile del Centro Sclerosi Multipla della Fondazione Santa Lucia. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Clinical Science e rientra nei programmi di finanziamento per «Giovani Ricercatori» del Ministero della Salute Italiana. È stato realizzato in collaborazione con il Policlinico Universitario Tor Vergata, l'Ospedale San Camillo di Roma e l'Ospedale San Raffaele di Milano. Si è avvalso anche del contributo della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla.

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LITORALE

PUBBLICI ESERCENTI SOLI A FRONTEGGIARE LA DENUNCIA ASCOM: PROBLEMI ECONOMICI E CRIMINALITÀ

Ostia, sicurezza e crisi affossano il commercio di Enzo Bianciardi

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risi c’era e crisi c’è. Per i commercianti di Ostia gli ultimi due anni sono stati due autentici “buchi neri”. Le imprese sono uscite da un “annus horribilis”, il 2014, ma la situazione che si prospetta per il 2015 non è positiva. Secondo gli esercenti non ci sono segnali confortanti della ripresa e ci sarà, in sostanza, ancora da tirare la cinghia. Per documentare e fotografare la situazione, la Confcommercio Ascom si è affidata alla Format Research che ha condotto un’indagine sulle imprese operanti nel X Municipio. In particolare, il campione rappresentativo era composto da: 400 imprese fino a 50 addetti, delle quali 110 operanti nell’area di Acilia, (comprendente Acilia Nord e Sud), 99 imprese nell’area di Casal Palocco e Ostia Antica e 191 nell’area di Ostia. Dai dati, in primis, emerge che nel 2014, e soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno, l’andamento economico delle imprese del commercio e dei pubblici esercizi è notevolmente peggiorato. Lo affermano il 53,5% delle imprese, mentre secondo il 39,5% la situazione è rimasta invariata ed il 7,0% risulta migliorata. Pertanto, la percentuale delle imprese che hanno affermato che l’andamento della propria attività è peggiorato nel biennio è praticamente la metà (46,5%). Una fotografia drammatica delle aziende del litorale che il presidente della Confcommercio Cerra vuole sottolineare: “I dati emersi sull’illegalità, l’insicurezza e l’andamento economico delle imprese di Ostia ritraggono un quadro di estrema sofferenza delle attività di questo territorio. Sono dati che colpiscono per la loro evidenza assoluta, se è vero che il 90% degli intervistati ha dichiarato insufficiente l’operato dell’amministrazione. La fotografia scattata da Format Research per noi parla chiaro. Le istituzioni non pos-

sono più fare finta di niente”. Bocciata, dunque, in maniera clamorosa la politica locale: ad esempio, il 91,3% dei partecipanti al test ritengono che l’amministrazione municipale non abbia offerto un concreto supporto nei confronti delle esigenze reali delle imprese, in prevalenza, le micro imprese e le imprese dei pubblici esercizi. Nel settore turistico l’82% delle imprese ritengono che l’operato del Municipio sia insufficiente e che non abbia attivato i giusti canali per favorire i flussi turistici. Nel settore della sicurezza, il 60,4%

delle aziende hanno riferito di aver riscontrato un aumento del fenomeno dei furti nel corso

degli ultimi due anni, l’usura è stata segnalata nel 32,7%, mentre le estorsioni sono in crescita per il 34,4% degli intervistati. In definitiva, il livello di sicurezza è peggiorato per il 49%, mentre per il 43,8% è rimasto sostanzialmente uguale. Dati che si riflettono inevitabil-

COSTRETTI A PAGARE L’INTERO PEDAGGIO PER SPOSTARSI DA UN QUARTIERE ALL’ALTRO

Fiumicino, in autostrada come in bus I cittadini di Fiumicino sono stufi di dover pagare un pedaggio autostradale per andare da una parte all’altra del proprio territorio. I comitati di quartiere e le associazioni dei residenti a Fiumicino nord rivendicano una diversa tariffa autostradale e l’immediata rivisitazione del pedaggio autostradale lungo la Roma-Civitavecchia. Da Fregene all’uscita di Fiumicino si paga infatti, pur dovendo percorrere pochi chilometri, lo stesso pedaggio previsto per quanti arrivano da Civitavecchia. “E’ un tratto auto-

stradale di appena cinque chilometri, che spesso i residenti devono percorrere per recarsi nel proprio quartiere” - denuncia Roberto Severini, presidente dell’associazione Crescere Insieme - Gli automobilisti, in pratica, sono chiamati a sborsare la stessa cifra di chi invece proviene da altri comuni, come Santa Marinella, Civitavecchia o Ladispoli. Un’ingiustizia a tutti gli effetti, non si può chiedere lo stesso pedaggio a quanti percorrono 64 chilometri ed a chi, per questioni legate alla viabilità locale, deve

farne solo cinque. Ci sentiamo fortemente penalizzati”. A conti fatti, sostiene Severini, “oggi un cittadino di Fiumicino spende 5 euro al giorno per andare e venire all’interno del proprio comune. Quasi cento euro al mese di autostrada. Non sarà una cifra straordinaria, ma rispetto al tratto di strada percorso e ai servizi offerti è di certo iniqua. Inoltre, sulla Roma-Civitavecchia continua a non esserci una tabella che indichi l’uscita di Aranova, né la direzione da prendere quando si esce a Torrimpietra. Insomma non solo paghiamo la stessa cifra di altre località percorrendo solo pochi chilometri, ma non abbiamo nemmeno servizi adeguati. Il sindaco di Fiumicino Montino deve pretendere l’immediata rivisitazione dei costi del pedaggio. Qui si tratta di difendere gli interessi dei cittadini e di una questione di dignità”. En.Bia.

PROGETTO DI SISTEMA INTEGRATO PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARCO ARCHEOLOGICO

Ostia&Fiumicino unite dalla storia

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mente sul futuro e sulle aspettative aziendali. Infatti, per il 2015 solo il 12,5% ritiene che l’andamento economico della propria impresa migliorerà, il 68,5% ritiene che l’andamento economico non sarà diverso, mentre il 19,0% ritiene che peggiorerà ancora. Andamenti analoghi sono stati registrati per quanto concerne i ricavi (2014 su 2013: 44,0; 2015 su 2014: -11,0), gli ordini e l’andamento della domanda (2014 su 2013: -55,5; 2015 su 2014: -23,5), il fabbisogno finanziario delle imprese (2014 su 2013: -45,0; 2015 su 2014: -18,0).

ltre 10 mila firme raccolte e consegnate nelle mani del governatore Nicola Zingaretti per dare vita al parco archeologico di Ostia e Fiumicino. “E’ un progetto che nasce dal territorio ed è il frutto del lavoro dei cittadini - ha detto l’assessore all’urbanistica e al patrimonio del X Municipio Giacomina Di Salvo In questo contesto è indispensabile rafforzare il ruolo di condivisione istituzionale tra Ostia e Fiumicino per la costruzione di progetti e visioni comuni, a partire dalle eccezionali valenze ambientali della città metropolitana sul mare, come il patrimonio archeologico, il fiume e la pineta”.

Da questa nuova realtà archeologica vuole ripartire il rilancio e la valorizzazione turistica del litorale, non più solo mare ma anche, storia ed archeologia. “Il progetto sarà presentato agli operatori del comparto turistico in un prossimo tavolo tecnico per raccogliere anche le loro proposte - ha affermato la referente al turismo del Municipio Monica Valeri - Rappresenta un’opportunità concreta per gettare le basi di un’offerta turistica e culturale integrata e per valorizzare il territorio attraverso la messa a sistema delle sue risorse storiche, culturali e ambientali”. Sulla carta, il piano rappresenta un significativo passo in avanti per l’intero

comparto. La vocazione turistica del litorale, sino ad ora non valorizzata, oggi si propone come il motore ideale per lo sviluppo dell’occupazione. “Il dossier preliminare - ha detto il vice presidente del municipio Sandro Lorenzatti - costituisce un punto fermo per poter ripartire verso la realizzazione di un distretto culturale e turistico del litorale romano, incentrato sulle aree di Ostia Antica e di Portus. Nei prossimi giorni presenteremo il progetto alle associazioni culturali del territorio, chiedendo loro di partecipare fattivamente all’arricchimento dei contenuti e delle proposte”. En. Bia.

M5S denuncia: i vandali agiscono indisturbati nelle stazioni e nei depositi ferroviari

Roma-Lido, i pendolari possono sentirsi sicuri? Quale sicurezza sulla Roma-Lido? Il quesito lo pone il M5S che denuncia l’ennesima bravata di vandali alla fermata di Casal Bernocchi, dove le mura della stazione ripulite da pochi giorni sono state di nuovo deturpate dai graffiti.“E’davvero assurdo - afferma Damiano Pichi, attivista del Movimento in X municipio assistere a quanto accade quotidianamente sul trenino della Roma-Lido che collega Ostiaalla Capitale, con i treni sporchi ed imbrattati da writer, tanto che da alcuni finestrini non si riesce a vedere l’esterno. In questo contesto, appare davvero paradossale l’applicazione del regolamento dell’Atac che impedisce agli utenti di fotografare o filmare nelle stazioni, mentre si permette, senza alcun controllo, che dei mascalzoni danneggino una parete appena ripulita.” La sicurezza delle stazioni e nelle aree adiacenti è assicurata dall’Esercito, ma i controlli sono limitati al piazzale antistante ed eseguiti soprattutto nelle fermate di Ostia ed Acilia. “Sul tema della sicurezza delle stazioni, soprattutto in questo periodo in cui la minaccia terroristica è diventata ancora più concreta, va posto il massimodell'attenzione - si legge su una nota diffusa dal M5S - Se non ci si accorge che un gruppo di teppisti armati di bombolette spray deturpano un’area pubblica appena ripulita, figuriamoci come possiamo sentirci sicuri che possa essere intercettata o scoperta una persona che prepara un atto criminale ai danni della collettività?” Per garantire la sicurezza e la difesa di un bene pubblico dai vandali, ilM5S chiede che le misure di controllo delle stazioni e della stessa linea ferroviaria siano potenziate e supportate da risorse economiche adeguate, evitando il ripetersi quasi quotidiano di questi atti di vandalismo. E.B.


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CRONACHE

IL CASO

I BAGNI DELLA FICONCELLA, CARI ALL’EROE DEI DUE MONDI, RISORSA POCO SFRUTTATA

Civitavecchia, le Terme di Garibaldi Immergersi nelle acque sulfuree oggi costa appena un euro e mezzo ai non residenti; poche le strutture e i servizi offerti ai visitatori. Ma la valorizzazione, lo sviluppo dell’area, fortemente voluti dal sindaco pentastellato, e i forti investimenti potrebbero portare alla creazione di seimila posti di lavoro di Luca Protettì

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orniamo a parlare delle Terme di Civitavecchia, un piccolo tesoro, poco conosciuto, a un’ora da Roma, che il Comune vorrebbe valorizzare con un grande progetto, come ci ha confermato il sindaco Cozzolino nell’intervista uscita sul Nuovo Corriere di Roma e del Lazio la scorsa settimana. Un progetto da 120 milioni di euro, su 250 ettari di territorio, che dovrebbe portare 6.000 posti di lavoro tra diretti e indotto. Per ora, però, i posti di lavoro sono sette d’inverno e dieci d’estate. Sono i dipendenti della Cooperativa Sant’Agostino, che gestisce oggi i Bagni della Ficoncella, dopo essersi aggiudicata l’appalto quinquennale della gestione del piccolo sito. Il presidente della Cooperativa, Francesco Mantovani, anche se ovviamente sarebbe lieto di una crescita economica e occupazionale della sua città, è un po’ scettico: “Se ne parla da tanti anni, di questo progetto. Ma per ora gli unici posti di lavoro legati alle terme sono i nostri”, ci dice. Ma ci sarebbero anche - per essere precisi - i guardiani e le guide delle vicine Terme Taurine, costruite a partire dal II secolo d.C sull’impianto di una grande villa romana di età repubblicana, e gestite oggi dal personale della Pro Loco su incarico della Soprintendenza. I due complessi - le Terme Taurine, magnifiche ma senza acqua, e i Bagni della Ficoncella, con le acque ma senza terme - distano tra loro circa un chiloSopra due immagini delle Terme Taurine; a destra in alto metro in linea d’aria. In mezzo ci sono gli scivoli l’ingresso dell’Aquafelix e a fianco la sosta dei camper dell'Aquafelix. In questa alla Ficoncella, senza un’area attrezzata zona dovrebbero sorgere le nuove Terme di Traiano, Qui, oltre a un piccolo bar e a una un euro e mezzo è il ticket per i non nome del quale si fregiano attual- torretta in tufo per le inalazioni, ci residenti. Ma poco distante - per gli mente (generando qualche equi- sono cinque, tra vasche e vaschette, uni e per gli altri - c'è un parcheggio voco nel visitatore) sia le Taurine con acque calde, dove la gente del libero, dove spesso si vedono camche la Ficoncella, almeno da luogo arriva, si spoglia (nel cam- per in sosta. “Avevamo proposto di quanto risulta dal foglietto illustra- per, in macchina o nei pochi spo- fare un’area di sosta attrezzata per i tivo che viene dato a chi lo chiede gliatoi del piccolo complesso), fa la camper - spiega Mantovani - ma al casotto del parcheggio dei bagni. doccia, prende il suo asciugamano anche di questo non si è fatto Come ci si arriva in questa zona be- e si sistema in una vasca, chiacchie- nulla”. Come non si è fatto nulla, a nedetta dalla natura? All'uscita del- rando in tutto relax. Poi, dopo un parte una recinzione, per salvaguarl'autostrada, a Civitavecchia Nord, paio d’ore, prende l’accappatoio e dare e recuperare un’antica vasca di epoca romana, oggi in forte dec'è un bivio: a sinistra (cartello le ciabatte e se ne va. marrone che indica Terme di Tra- I civitavecchiesi pagano 50 cente- grado. iano) si va alle Taurine, a destra simi per il parcheggio e altrettanti I bagni della Ficoncella si trovano (cartello bianco) alla Ficoncella. per l’ingresso (due ore o frazione); a circa 4 chilometri dal centro di

Civitavecchia e distano quasi un'ora da Roma. Il nome deriva da un fico selvatico, tuttora esistente, sulla sommità di una collina panoramica dalla quale si vede un bel panorama della costa e delle navi alla fonda. La sorgente termale, conosciuta e sfruttata fin dal tempo degli Etruschi, è sempre la stessa e dovrebbe essere anche quella (con l’aiuto di pozzi già fatti costruire più in basso) del futuro mega-impianto con complesso alberghiero. Le acque, che sgorgano a una temperatura tra i 50 e i 60 gradi, ali-

mentano cinque vasche, tra piccole e grandi (dove la temperatura è di 40 gradi) e alcune docce sulfuree. “Impianti - sottolinea Mantovani usati per curare la sua artrite, anche da Garibaldi. Qui a Civitavecchia, del resto , l’eroe dei due mondi aveva molti amici”. L’Associazione storica civitavecchiese è più precisa al riguardo e, sul suo sito, cita date e particolari. Ecco un testo rivelatore: “23 gennaio 1875: Giuseppe Garibaldi arriva in città, per curarsi dalla fastidiosa artrite con l’acqua termale della Ficoncella. Il mattino lo passa bagnandosi con l’acqua termale, il pomeriggio lo trascorre al Pirgo degli amici Bruzzesi. Lì riceve ed incontra amici, vecchi camerati d’armi, notabili della città e provenienti da Roma. La storia ci dice che l’eroe dei due mondi è stato a Civitavecchia almeno tre volte: giovane mozzo, nel 1875 e nel 1879. Piccola curiosità: apprezzò con giusto appetito la cucina civitavecchiese, in special modo la zuppa di pesce”. Le acque della Ficoncella, ancora oggi, vengono consigliate per cicatrizzare le ferite, effettuare inalazioni e fangoterapia e sono consigliate come coadiuvanti nei trattamenti di dermatiti, artriti e problemi di origine gastrica. Appartengono alla classe delle acque solfato calciche leggermente alcaline ed hanno tra le loro caratteristiche specifiche la limpidezza e la mancanza di odori solforici forti. Chi frequenta oggi i bagni della Ficoncella? “Sono in gran parte persone che vengono da fuori Civitavecchia: persone mature, singole o in coppia, ma anche gruppi. Ma qui vengono anche tanti giovani, specialmente l’estate quando i Bagni della Ficoncella chiudono alle 2 di notte”, risponde Montanari. Fin qui, con le terme della Ficoncella, una struttura spartana, di tipo “popolare”. Niente di esclusivo. Qualcosa che ricorda, nell’uso, le terme pubbliche dei romani, di cui a un tiro di schioppo, è rimasto, nel grandioso parco archeologico e botanico delle Terme Taurine, uno splendido esempio. Ne parleremo in un prossimo articolo.


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LITORALE

L’INCHIESTA VIAGGIO NELLA “BARBERIA” SOTTO IL COLONNATO

San Pietro, via barba e capelli Così i barboni ritrovano la dignità Tanti italiani tra i clochard che usufruiscono del servizio voluto da Papa Francesco Tra commercianti e ristoratori di Borgo apprezzamento e poche lamentele di Carlotta Dessì

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ono circa una trentina, i clochard, sotto il colonnato di San Pietro. Aspettano il loro turno per usufruire della “barberia del Papa”, il servizio disponibile ogni lunedì e giovedì per i poveri della città, grazie all’iniziativa dell’Elemosineria Apostolica, il braccio operativo delle opere di carità del Pontefice, guidato da monsignor Konrad Krajewski. Uno dopo l’altro, i senzatetto - depositati nello spogliatoio i loro abiti, in genere stazzonati e consunti - entrano in doccia per poi passare al taglio dei capelli e, per gli uomini, alla rasatura. Tra i beneficiari del servizio, stranieri e italiani, giovani e anziani che grazie a questa iniziativa cercano di riprendersi un piccolo pezzo della loro dignità nella speranza di un reinserimento sociale. Francesco (“io mi chiamo come Papa Francesco, ha visto che fortuna?”) è uno dei poveri che attende il proprio turno. Insieme alla moglie Michela e al

figlio di 35 anni, disoccupato. Alle spalle, un’attività alla Balduina andata male e una casa pignorata. “E’ stata un’ottima idea quella di Papa Francesco - dice Francesco perché se uno sta senza un tetto e non si fa mai una doccia, la gente oltre a scartarti nemmeno ti rivolge la parola perché puzzi”. Durante l’attesa i clochard parlano tra di loro, qualcuno si lamenta per la troppa fila, altri invece stanno se-

duti, in solitudine, ad aspettare il loro turno. Insieme a loro i volontari dell’Unitalsi di Roma. Divisi in due squadre, alcuni si occupano completamente all’accoglienza, altri invece stanno all’interno e forniscono ai clochard il materiale utile per lavarsi e cambiarsi. “Abbiamo registrato una grande affluenza di persone negli ultimi giorni - dice Michele, uno dei tanti volontari - Sono tanti gli italiani che sono venuti e vengono per usufruire del servizio docce. La crisi si sta facendo sentire”. Insieme ai volontari, c’è una folta squadra di parrucchieri e parrucchiere che arrivano da tutta Italia e si alternano ogni lunedì, quando solitamente i loro negozi sono chiusi. La signora Michela ha appena usufruito del servizio del parrucchiere e

commenta: “Non ho mai trovato delle persone così disponibili da quando vivo per strada. Mi hanno fatto scegliere il taglio e mi hanno trattato come una cliente normale. Erano anni che non andavo da un parrucchiere. Speriamo che questo servizio continui per sempre”. Ma girando per le vie di San Pietro, accanto alle molte voci di apprezzamento, ci sono voci fuori dal coro. Sono quelle di alcuni commercianti che si lamentano della troppa affluenza di barboni che ultimamente girano per strada: “E’ stata una splendida iniziativa quella voluta da Papa Francesco afferma un ristoratore - ma concentrare questi servizi in una zona così turistica non è stata un’ottima idea. Lungo le strade e sotto i portici, i bustoni e gli scatoloni sono raddoppiati”. Intanto, sotto il colonnato di San Pietro, i senzatetto ringraziano Papa Francesco e i volontari per l’umanità messa in campo e sorridono, dandosi appuntamento al lunedì successivo.

LA POLEMICA /Pacelli e i silenzi sulla Shoah

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I rapporti tra Pio XII e il nazismo: un film vuole ristabilire la verità

arà uno dei film fuori concorso al prossimo Festival di Cannes e a Philadelphia sarà presentato in occasione dell’Incontro mondiale delle Famiglie al quale interverrà anche Papa Francesco. Tra maggio e settembre appuntamenti prestigiosi attendono “Shades of truth”, il film inchiesta su papa Pacelli presentato in Vaticano, in anteprima mondiale. L’intento della regista Liana Marabini è chiaro: ristabilire la verità e rendere giustizia a Pio XII, uno dei pontefici più controversi della storia che, da molti e per troppo tempo, è stato ritenuto il “papa di Hitler” per non aver condannato apertamente la Shoah. Pacelli non ha mai alzato la voce contro le atrocità naziste ma pochi sanno che proprio il suo silenzio e la sua attività diplomatica gli hanno permesso di salvare così tanti ebrei che è riduttivo definirlo lo Schlinder del Vaticano. “Sono stata io a definirlo così ed ho sbagliato - ha spiegato Liana Marabini - Schlinder, secondo cifre documentate, ha salvato 1117 ebrei, mentre Pio XII più di 800mila”. Ci sono voluti cinque anni per portare il film inchiesta sul grande schermo. Il tempo necessario di studiare documenti e testimonianze inedite di ebrei sopravvissuti all’Olocausto grazie all’intervento di Papa Pacelli. “Nulla è inventato - ha spiegato la regista

mentato anche se è stato realizzato per il cinema”. Protagonista della storia è un giornalista americano di origini ebraiche chiamato a svolgere una vera e propria indagine su Pio XII. Per questo pontefice lui nutre una profonda avversione, ma la sete di verità lo porta ad accantonare le sue idee e a scoprire che le cose sono ben diverse da come sembrano. David Wall, Christopher Lambert, Giancarlo Giannini, Remo Girone, Gedeon Burkhard, Marie-Christine Barrault: un cast internazionale per una pellicola girata tra Roma, New York, Berlino, Tel Aviv e Lisbona. Ancora non è uscito nelle sale, eppure “Shades of truth” ha già ricevuto aspre critiche. Una stroncatura senza appello arriva dall’“Osservatore romano”: il quotidiano della Santa Sede giudica la pellicola “un prodotto ingenuo e poco credibile”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche “Pagine ebraiche” che parla del film come di “una goffa soap opera che non racconta nulla di nuovo”. Nonostante le polemiche, nessuno discute sul fatto che le intenzioni della regista siano buone: “La cecità non porta a nulla - ha detto Liana Marabini Spero di aprire squarci di luce in qualche anima chiusa”. M.L.P.

La pellicola, che sarà presentata al Festival di Cannes, ricostruisce attraverso documenti ufficiali il silenzioso lavoro del pontefice per salvare gli ebrei dalle persecuzioni di Hitler. La stroncatura dell’Osservatore Romano

- tutte le battute sono parole che esistono vera-

mente da qualche parte. E’ un film super docu-

PAGINA A CURA DEGLI STUDENTI DEL MASTER DI GIORNALISMO DELL’UNIVERSITÀ LUMSA


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CRONACHE

OBIETTIVO SCUOLA

MANCA LA VERA SVOLTA: L’ANTICIPO A 5 ANNI

Asili nido e materna, si cambia ma solo un po’ Il Governo prepara la rivoluzione: il nido non sarà più un servizio a domanda individuale ed avrà carattere educativo gestito dai Comuni con la supervisione del Miur. Ma la riforma non toccherà la distribuzione delle strutture gravemente diseguale da Nord a Sud di Alessandro Giuliani

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on la “Buona Scuola” è in arrivo una piccola “rivoluzione” per l’accoglienza e l’istruzione dei bimbi fino a sei anni: secondo quanto riportato in questi da alcuni quotidiani, il Governo intenderebbe cancellare le attuali barriere tra nidi e materne, introducendo un nuovo modello formativo con l’infanzia scolastica che “non avrà più cesure: andrà tra zero e sei anni, ininterrottamente”. L’obiettivo dell’esecutivo prevede che il nido “non sia più un servizio a domanda individuale, di carattere sociale. Sarà un servizio generale, di carattere educativo. Tutto viene incardinato sotto la responsabilità unica del Ministero dell’Istruzione”. Però la gestione rimarrà dei Comuni. L’Anief ritiene tale prospettiva, frutto di un progetto di legge sull’estensione dell'educazione prescolare su tutto il territorio nazionale lungamente discusso nelle commissioni Cultura di Camera e Senato, sicuramente un passo in avanti. Tuttavia per fare un vero salto di qualità, per il bene dei nostri bambini, diventa basilare introdurre l’anticipo scolastico a cinque anni. La proposta dell’Anief, integrata con l’allargamento dell’istruzione dagli attuali

16 anni fino alla maggiore età, è stata sottoposta anche alla VII Commissione permanente di Palazzo Madama in merito all’esame del ddl n. 1260, relatore la senatrice Francesca Puglisi (PD), contenente proprio quelle “Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento” che oggi il Governo ha inserito nel duplice provvedimento in procinto di approvazione. Dell’opportunità di avviare prima la scuola ne ha parlato il primo

quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, attraverso un recentissimo articolo a firma di Ricardo Franco Levi: “la scuola può fare molto, moltissimo, soprattutto per le famiglie più svantaggiate e i bambini meno fortunati. La scuola è lì per questo. Facciamo allora iniziare un anno prima. Portiamo sotto la cura e la protezione della scuola con un anno di anticipo tutti i bambini e con loro, in primo luogo, quelli che a cinque anni, in molte regioni e soprattutto nel Mezzogiorno, stanno non in un’aula ma nella strada, e contribuiremo (quasi certamente con poca o nessuna spesa aggiuntiva) a

Il Festival della Cultura Creativa sbarca nella capitale

“R

einventare l’apprendimento. Cultura e creatività: linguaggi, metodi e azioni”: è questo il titolo di una particolare giornata di studio, durante la quale i protagonisti del mondo dell’educazione dialogheranno con gli operatori culturali, gli educatori e il pubblico sul tema della cultura e della creatività. L’appuntamento è per venerdì 20 marzo, dalle 10,30 in poi, nelle Scuderie di Palazzo Altieri di Roma. Le iniziative fanno parte del Festival della Cultura Creativa (www.festivalculturacreativa.it), l’iniziativa dedicata a bambini e ragazzi e organizzata dalle banche italiane con il coordinamento dall’ABI (Associazione Bancaria Italiana), in programma in tutta Italia, dal 16 al 22 marzo 2015. La manifestazione ha il Patrocinio dell’UNESCO e del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la media partnership della Rai, ed è interamente dedicata alla cultura e alla creatività. Su tutto il territorio nazionale si svolgeranno oltre 80 eventi, iniziative e laboratori dedicati ad arte, archeologia, musica, canto, lettura, teatro, robotica, nuove tecnologie. Il tema scelto per la seconda edizione è “L’alfabeto del mondo. Leggiamo i segni intorno a noi e raccontiamo”: imparare a leggere e a raccontare il mondo attraverso la creatività. L’appuntamento romano del 20 marzo prevede quattro workshop a partecipazione gratuita. Si affiancheranno inoltre ai momenti di dialogo: Le macchine di Munari, L’intelligenza creativa, Arte come esperienza e L’apprendimento dappertutto. Quest’ultimo workshop sarà guidato da Carlo Infante, do-

cente freelance di Performing Media e Presidente di Urban Experience. Attraverso l’uso di whisper radio e smartphone i walking-talking heads guideranno il pubblico in una “conversazione nomade”, durante un percorso di esplorazione urbana mirata ad interpretare il mondo e la realtà quotidiana, coniugando il passato e la memoria del territorio al futuro digitale. Infante attraverso questo percorso esperienziale porrà l’accento sull’importanza dell’associazione tra l’idea di educazione e il principio di cittadinanza attiva intesa come capacità di relazionarsi con gli altri e con il mondo che ci circonda. Lo stesso format di radio - walkshow sarà proposto da Infante in occasione di altri due appuntamenti (18 marzo e il 19 marzo, con inizio alle ore 11) dedicati agli studenti delle scuole medie di due quartieri romani. Il primo percorso coinvolgerà gli studenti del Quadraro che, partendo dalla scuola primaria “Dei Consoli”, arriveranno alla sede della Fondazione Mondo Digitale. Lungo il percorso, attraverso le radio cuffie, i ragazzi potranno ascoltare le voci degli abitanti più anziani che evocheranno momenti storici del rastrellamento avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale. Il secondo appuntamento sarà dedicato invece agli studenti del rione - giardino della Garbata. Un’esplorazione urbana del quartiere condurrà gli studenti attraverso le architetture eclettiche e gli orti urbani che caratterizzano il territorio, per approdare all’innovativo FabLab di Garbatella. Esplorare dunque la città per vivere un’esperienza di “apprendimento dappertutto”. A.G.

ridurre una grave fonte di ineguaglianza e di ingiustizia”. “Ma non è tutto. Anticipiamo di un anno l’ingresso nella scuola primaria e daremo un sollievo importante a tutte le strutture e a tutti i soggetti, pubblici e privati, impegnati nella cura e nell’educazione dei bambini da zero a cinque anni, agevolando, così, l’estensione di questi servizi sociali fondamentali, distribuiti in modo gravemente diseguale da Nord a Sud, a una fascia sempre più ampia della popolazione. È compito e impegno della Repubblica - ha detto il presidente Mattarella citando l’articolo 3 della Costituzione e certamente memore della sua passata esperienza come ministro della Pubblica istruzione - rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’eguaglianza. Partiamo dalla scuola”. Anief ritiene questa visione della formazione della prima infanzia molto realista: anticipare la scuola dei bambini, infatti, significa offrire loro, in particolare a quelli più svantaggiati, quei servizi sociali che un Paese moderno deve assolutamente mettere a disposizione. E per fare ciò, per anticipare l'avvio della scuola primaria, è indispensabile approvare una riforma dei cicli. Inglobandovi l’estensione dell'obbligo scolastico dagli attuali 16 fino ai 18 anni di età. Ora, anticipando a 5 anni l’inizio della didattica e coprendo con l’obbligo formativo tutti i cicli scolastici, con gli ultimi anni prima del conseguimento del diploma di maturità passati a contatto con le aziende, grazie al potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, si eleverebbe di sicuro la presenza di giovani sui banchi. Senza incidere sulla spesa dello Stato, si ridurrebbero infatti gli abbandoni. Che si concretizzano, in prevalenza, tra i

15 e i 18 anni: un problema drammatico soprattutto nel Mezzogiorno, perché più di uno studente su dieci lascia proprio in quella fascia di età. “Portando l’obbligo scolastico a 13 anni - spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - si permetterebbe ai nostri bambini di poter essere guidati prima nella sempre più difficile gestione del flusso sempre più esteso di informazioni e stimoli esterni. E successivamente, facendoli stare a scuola fino ai 18 anni, come accade in molti Paesi Ue, si riuscirebbe finalmente a realizzare un’azione di contrasto contro quei numeri sempre più crescenti di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano: un ‘esercito’ che si allarga di mese in mese, con oltre 2 milioni e 250 mila ragazzi, uno su quattro, sottratti ormai stabilmente a formazione e impiego”. Vale la pena ricordare che in Europa l’obbligo formativo fino a 18 anni è già previsto in molti casi: proprio per ridurre i tassi di abbandono precoce, oltre ad assicurare a tutti gli studenti un titolo di studio, in tredici Paesi la durata dell’istruzione obbligatoria a tempo pieno è stata prolungata di uno o due anni, o perfino di tre come nel caso del Portogallo a seguito a recenti riforme. E anche l’inizio prima dei 6 anni è già ampiamente sperimentato con successo, visto che in dieci paesi l’istruzione obbligatoria è stata anticipata di un anno (o addirittura di due, come in Lettonia). E la partecipazione dei bambini di 3 anni all’istruzione pre-primaria è ormai quasi totale in Belgio, Danimarca, Spagna, Francia e Islanda. Con paesi, come l’Ungheria, dove il corso di studi totale dura anche 13 anni: ben tre più del nostro.

Azienda Servizi Pubblici S.p.A. Via dei Laghi, 53 – 00043 Ciampino (RM)

INVITO A MANIFESTARE INTERESSE Questa Azienda intende procedere all’indizione ed espletamento di una procedura ad evidenza pubblica finalizzata alla ricerca di un Partner che concorra al rafforzamento patrimoniale ed al rilancio del Ramo d’Azienda Benessere riconducibile all’interno degli assets della Società al Centro Benessere “PANACEA” situato nel Comune di Ciampino in via dei Muri Francesi 164. La Società, pertanto, intende sollecitare Manifestazione di Interesse da parte di Soggetti che propongano di apportare mezzi propri e capacità imprenditoriali in grado di garantire lo sviluppo del Ramo nel medio lungo periodo. Le Manifestazioni di Interesse devono essere recapitate, secondo le modalità stabilite nel bando integrale disponibile sul sito www.asp-spa.it, entro le ore 18.00 del 27 Aprile 2015. Ulteriori informazioni e chiarimenti sono disponibili al numero 06/790691.

L’AMMINISTRATORE UNICO Dott. Gianfranco Navatta


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DELLA TRADIZIONE PAROLA DI CHEF PIATTI E RICETTE DA TUTELARE

Variare o non variare? Questo è il dilemma di Rita Monastero

A

lcuni giorni fa sono andata a pranzo con un’amica in un locale del centro molto conosciuto, specializzato in pochi piatti di antica tradizione romana; un posto semplice, di quelli che io definisco “onesti”, in cui ti aspetti solo di mangiare bene e non cerchi altro. C’era la lavagnetta con i piatti fuori menu e ci siamo fatte tentare dalle specialità del giorno; in particolare, abbiamo preso un contorno, che nelle nostre aspettative doveva essere fatto in un certo modo e invece ci è arrivato al tavolo completamente diverso. E così ci siamo soffermate a lungo a ragionare su come in effetti manchi nel nostro Paese una regolamentazione univoca a tutela delle ricette, in modo che esse siano realizzate secondo criteri ben precisi. La codifica dei piatti sarebbe importante per non disorientare il cliente e per garantire anche la continuità della tradizione; naturalmente, questo non significa che poi le ricette non possano essere interpretate: basta dichiararlo. Se io sono un ristoratore e voglio offrire una “gricia”, beh.. amici miei, è logico che ve la farò nel pieno rispetto dei procedimenti; ma se mi piace interpretarla non è che non posso farlo, devo solo dirlo. E così la mia

“gricia” sulla carta diverrà la “gricia a modo mio” e non scontenterò nessuno. A quel punto sarò libera di farla in qualsiasi modo e con qualsiasi valore aggiunto e nessuno potrà aprire bocca. C’è da dire però che io sono una purista in cucina e lavoro nel rispetto delle regole. Mi spiego meglio. Come tutti i miei colleghi, è ovvio che mi piaccia interpretare, creare, allontanarmi dalla massa e offrire piatti che mi identifichino immediatamente; procedimenti rigorosi, sapori puliti, mise en place curate. Torniamo all’esempio “gricia”: è un piatto talmente povero ed essenziale che lascia zero spazio alle interpretazioni personali; si può solo variare il procedimento, ma tutto si gioca sulla cura nella scelta degli ingredienti, che devono essere al top di gamma. Il guanciale più buono, la pasta migliore, il pecorino stagio-

nato al punto giusto, orchestrati da un bravo direttore diverranno una meravigliosa sinfonia. Su una ricetta semplice come questa, non mi sognerei mai di creare chissà quale variante, perché non c’è proprio spazio per le interpretazioni personali; a mio avviso tutto quello che al massimo si può fare è una guarnizione del piatto: non so, un ventaglio di zeste di agrumi o una macinata di pepi diversi a bordo pasta, cose così. Diverso il discorso su una lasagna, mai uguale a se stessa; su una crema o un arrosto; in questi casi stiamo parlando di ricette libere, che ci consentono di dare sfogo alla fantasia. Ma una codifica delle ricette che ci identificano nel mondo è giusta e doverosa, perché le varianti personali a lungo andare sedimentano e hanno il potere di cancellare la memoria storica; a tutt’oggi nel nostro Paese di ricette depositate ce ne sono davvero poche e quindi sta a noi far sì che i piatti della memoria non si disperdano nel tempo ma con i loro sapori e profumi ci riportino indietro negli anni e ci facciano assaporare i ricordi. Buon appetito amici miei, alla prossima settimana con la vostra LovelyCheffa.

La ricetta di Sisto

LE MANIE ASTROLOGICHE di Patrizia Tamiozzo Villa con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po' maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente (giovedì 12/3/2015)

♈ Ariete (21 Marzo - 20 Aprile)

♎ Bilancia (23 Settembre - 22Ottobre)

Nuove occasioni di felicità offerte da Venere nel segno e da uno splendido Giove. Marte vi rende irrequieti, perciò evitate le discussioni in famiglia e nelle assemblee di condominio, come vorrebbe una Luna in opposizione. In amore tutto va bene e riceverete chiamate dal vostro partner che non vi lascia mai.

Con Venere e Marte in opposizione e Urano negativo siete più polemici del solito; non sarebbe meglio essere meno intransigenti e cercare l’accordo non solo con la persona amata, ma con tutti?Mercurio, ancora in aspetto positivo, può farvi consigliare nella maniera giusta da chi vi vuol bene.

♉ Toro (21 Aprile - 21 Maggio) Mercurio vi innervosisce e avete il timore di non riuscire a portare a termine tutti i vostri programmi; invece ci riuscirete e, con le vostre capacità acuite dalla forza di un Plutone amico, potrete concludere molto. In amore non prendete iniziative, ma lasciate agire il vostro partner con dolcezza.

♊ Gemelli (22 Maggio - 21 Giugno) Mercurio vi dona momenti positivi e accresce le vostre possibilità economiche; anche i legami sentimentali sono rafforzati da una bella Venere che, unita a Marte, può farvi scegliere la data delle nozze; solo dovete evitare gli scontri con i superiori, perché Saturno, in opposizione, può crearvi problemi di lavoro.

♋ Cancro (22 Giugno - 22 Luglio) Marte e Venere, in posizione negativa, vi possono far bisticciare con il vostro partner, ma il Sole, in aspetto favorevole e unito a Nettuno, può farvi riconciliare… solo cercate di essere più pazienti in famiglia e fuori; se ne gioverà anche il vostro fisico.

♌ Leone (23 Luglio - 22 Agosto) Giove continua a proteggervi e Venere e Marte, amici, alimentano i venti primaverili e vi fanno passare ore tenere con il vostro amore; solo Mercurio, in opposizione, può rendervi insicuri e farvi prendere abbagli, ma la vostra forza è tale da farvi superare tutto.

♍ Vergine (23 Agosto - 22 Settembre) Una certa insicurezza mina queste giornate e non è solo colpa delle stelle, ma è proprio colpa vostra perché siete fragili e portati a reagire quando invece sarebbe meglio tacere ed essere più accomodanti con i famigliari e con i colleghi. Un Plutone positivo vi aiuta a superare gli ostacoli.

♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre) Con il Sole in un segno amico potrebbero aprirsi simpatiche possibilità lavorative; però è bene controllare che tutto sia nel rispetto della legge, dato che Mercurio, tuttora “in anello di sosta” fino al giorno 13 in un segno avverso, potrebbe esporvi ad inganni e delusioni. Fortunatamente, in amore tutto fila per il verso giusto.

♐ Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre) Venere vi fa sentire tanto amati e ne avevate proprio bisogno, perché, se appartenete alla prima decade, un severo Saturno nel segno vi ha fatto tribolare e sentire trascurati dalle persone care; ora, invece, è il momento della vostra rivincita: perciò siate felici!

♑ Capricorno (22 Dicembre - 20 Gennaio) Marte è ostile e vi fa arrabbiare; invece è bene che vi spieghiate con il vostro partner: cercate, come vi consiglia un bel Plutone nel segno, di ritrovare quell’armonia che rende buoni i rapporti non solo di coppia, ma anche con i figli e i parenti.

♒ Acquario (21 Gennaio - 18 Febbraio) Mercurio, positivo e ancora nel vostro segno fino al giorno 13, può farvi guadagnare; anche sul piano sentimentale .Una bella Venere fiorisce per voi, anticipando così la primavera e favorendo le vostre aspettative di tenerezza.

♓ Pesci (20 Febbraio - 20 Marzo) In questo che è il “vostro” mese aspettatevi qualcosa di buono: Mercurio, che sta per arrivare nel segno, vi promette molta felicità dai figli. Marte, che entrerà il giorno 14 nei Pesci, vi consiglia un po’ di sport e qualche viaggetto perchè vi faranno bene e vi terranno in forma

SISTORANTE Il ristorante si trova vicino ai Musei Vaticani e a pochi passo dal mercato Trionfale. Le materie prime quindi sono sempre freschissime e per questo motivo il menu cambia quotidianamente. Tra le varie portate, molto buoni gli gnocchi, fatti in casa, se ne possono scegliere 6 tipi. Ambiente molto familiare e informale, massima cura per i commensali, a disposizione 45 coperti.

Tagliolini al pesto di rucola e guanciale croccante Ingredienti per 4 persone 600 gr di tagliolini all'uovo 2 mazzetti di rucola 20 mandorle 1\2 spicchio d'aglio olio extra vergine 1\2 bicchiere di latte 50 grammi di parmigiano 1 pizzico di pepe 100 grammi di guanciale sottile 50 gr di pecorino

Preparazione Mettere rucola mandorle parmigiano olio pepe sale e aglio e frullare fino ad ottenere una crema fluida. Soffriggere in olio bollente il guanciale fino a doratura. Lessare i tagliolini in acqua salata e adagiarli sul piatto dove è stato versato il pesto senza mescolare. Infine adagiare il guanciale sui tagliolini e tagliare a scaglie il pecorino a guarnizione del piatto.

vai al SISTORANTE con e avrai uno sconto del 10%

Non rinunciare ad una cena fuori... il Sistorante propone il menù light del "dopo Natale" Carpaccio di spigola Vermicelli al pomodoro fresco basilico e scampi oppure Gamberoni grigliati accompagnati da pinzimonio tagliata di ananas e kiwi un calice di vino bianco chardonnay Euro 25 a persona SISTORANTE Via Tolemaide 17 - Roma Tel. 0664521715


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SCELTI PER VOI PROFUMI D’UMBRIA AL CIRCOLO ANIENE DI ROMA

I vini d’arte di Andrea Formilli Fendi di Francesco Vitale

PINOT NERO 2011 Resa per ettaro: 45qli/Ha Epoca vendemmiale: inizio settembre Fermentazione: inferiore ai 25°C per circa 15 gg. La macerazione poi prosegue per altri 10 gg Affinamento: 18 mesi in barriques francesi Colore: rubino intenso Profumi: ventaglio olfattivo elegante, etereo e speziato con inebriante sottofondo di confettura rossa.

È

stata sicuramente una bella serata quella che si è svolta al Circolo Canottieri Aniene, dove protagonista assoluta è stata l’Umbria, grazie ai piatti preparati dallo chef pentastellato Marco Gubbiotti e ai vini di Andrea Formilli Fendi, direttamente dalla cantina di famiglia, Le Corgne, nella tenuta a Valfabbrica (Perugia). I piatti proposti durante la cena hanno colpito tutti: buoni, centrati nel gusto, e ben presentati. I vini, in particolare il merlot e il pinot nero, sono stati la colonna sonora. Tra i tavoli era un continuo di bicchieri alzati, in cerca di qualunque pretesto per un brindisi, ancora prima degli antipasti. Arte e vino si fondono nella cantina vinicola Le Corgne di Andrea Formilli Fendi, realizzata nella tenuta di famiglia a Valfabbrica in Umbria. La struttura, a 750 metri sul livello del mare, si estende per 35 ettari di cui solo 6 impiantati a vigneto. Il terreno, grazie alla posizione e alle forti escursioni termiche, si presta molto bene alla maturazione dei vitigni. Proprio questi fattori ambientali hanno fatto nascere il progetto di ristrutturazione dello spazio voluto da Andrea Formilli Fendi, uno spazio relativo alla tenuta, dove sono stati coinvolti diversi tecnici e artisti. Un progetto che ha preso vita il 14 settembre 2013. La cantina è stata realizzata con un'impostazione decisamente internazionale. Infatti, nel corso della serata sono stati presentati diversi prodotti:

un Pinot Nero dalla concentrazione insolita, un Sauvignon Blanc, frutto di un'interpretazione fortemente legata alle caratteristiche del terreno, un Merlot elegante e strutturato e un blend di Merlot e Sangiovese battezzato Fralù. Un nome, quest'ultimo, simbolico e estremamente significativo per la famiglia, che sottolinea un legame indissolubile durato cinquant'anni. Questo progetto, oltre a consolidare il successo del gruppo, ha celebrato l'ennesimo matrimonio tra arte, vino e moda; un sodalizio che promette di crescere con diverse iniziative ed eventi

A sinistra Andrea Formilli Fendi con la madre Franca; sopra con Marco Gubbiotti e Daniela Amadei che affiancheranno alle nuove etichette della cantina le creazioni più importanti del panorama artistico attuale.

SAVIGNON BIANCO 2012

MERLOT 2011

Resa per ettaro: 45qli/Ha Epoca vendemmiale: inizio settembre Fermentazione: inferiore ai 18°C per circa 20 gg Colore: giallo verdolino con riflessi dorati Profumi: complesso con sentori agrumati e di pompelmo. Bilanciato con leggere note tostate.

Resa per ettaro: 45qli/Ha Epoca vendemmiale: fine settembre Fermentazione: inferiore ai 25°C per circa 15 gg. La macerazione poi prosegue per altri 10 gg Affinamento: 18 mesi in barriques francesi Colore: rubino rubino Profumi: frutta rossa, pepe nero e coriandolo il tutto bilanciato da note tostate.

IL MENU DELLA SERATA Carciofo arrosto Filetto di maiale marinato alla birra, salsa di Fricassea Timballo di Vincisgrassi con cacciatora di agnello Guazzetto di lenticchie di Castelluccio alla mentuccia

Filetto e guancia di vitello, aceto di Ginepro, radicchio arrosto Tegame di Sedano di Trevi Torta di carote Sorbetto di mele, mandorle e spezie Crema allo zafferano

I VINI DI ANDREA FORMILLI FENDI sono in vendita presso l’enoteca del CENTROVINI ARCIONI Via Nemorense 57, Roma Tel. 06 86206616

Renault Kadjar: il gemello-diverso del Qashqai

di Davide Bianchino

Al recente Salone dell'automobile di Ginevra era presente nello stand Renault un crossover tutto nuovo. Visto il successo che questa tipologia di auto continua a riscuotere su tutti i mercati, anche la casa francese ha pensato bene di sfornare un nuovo modello. Soprattutto perché (in parte) trattasi di un’operazione abbastanza semplice visto che in casa hanno già il cugino Qashqai. Il crossover giapponese nasce infatti dall’alleanza francogiapponese del gruppo Renault-Nissan e guardando i numeri è stato e continua ad essere un successo. Et voilà, ecco nascere la versione Renault del Qashqai, il nuovo Kadjar. Il nome esotico nasce dalla combinazione “KAD” e “JAR”. KAD si ispira ai “quad” (veicoli quattro ruote da tempo libero) mentre JAR richiama la parola francese ‘agile’ o ‘jaillir’ a rappresentare l’agilità e l’emergere in qualcosa. Nome a parte, è interessante notare le similitudini (tante) con il Qashqai. La base innanzitutto è la stessa, la piattaforma CMF C/D già best seller di categoria. La carrozzeria, nonostante gli sforzi dei designer francesi, tradisce molte similitudini con il cugino giapponese. Quasi identiche anche le dimensioni (445x184x160). Le principali differenze si notano al frontale, con la classica grande "losanga" Renault, e al posteriore dove troviamo grandi fanali a sviluppo orizzontale in stile Clio. Il design è figlio del nuovo corso stilistico della casa, tanto che a prima vista il nuovo Kadjar potrebbe anche essere scam-

biato per una versione maggiorata del Captur, l'altro crossover Renault. Anche qui, infatti, troviamo linee muscolose, protezioni sotto porta e un'altezza da terra che lo predispone anche ad un uso off-road leggero. Gli interni sono più classici e meno sbarazzini rispetto alla Captur, quasi a voler ribadire il ruolo di vettura più matura per uso familiare. La plancia presenta plastiche di buona qualità, morbide al tatto, e non manca uno schermo touch da 7" al centro che comanda le principali funzioni di bordo. Il Kadjar è dotato anche dell'impianto infotelematico R-link 2 della nuova Espace, ottimizzato per il collegamento di smartphone, riconoscimento vocale e possibilità di scaricare app dalla rete. Ottimo lo spazio per i passeggeri, esattamente come per il Qashqai, e i relativi bagagli: 472 litri la capienza del vano posteriore. Anche la meccanica ricalcherà fedelmente quella del parente giapponese: ci saranno quindi il 1.5 dci da 116cv, il 1.6 dci da 131cv e il piccolo turbo benzina 1.2 da 115cv. Facile a questo punto prevedere la stessa ottima efficienza del Qashqai anche sul versante consumi. Per le versioni 4x4 sono previste tre modalità di utilizzo (Auto, lock e 2WD) per l'utilizzo in fuoristrada. Sulla 2WD c'è invece la funzione Extended grip per una maggiore trazione sui fondi a bassa aderenza. Ottima la dotazione di accessori dedicati alla sicurezza di guida: frenata di assistenza automatica, sistema di parcheggio assistito, allarme superamento corsia, riconoscimento segnali stradali, sono solo alcuni tra i principali. Il nuovo Kadjar sarà un veicolo "globale". Sarà infatti costruito in Spagna nello stabilimento di Palencia e sarà in vendita anche in Africa e nel bacino mediterraneo, ma in futuro verrà realizzata una nuova fabbrica anche in Cina a Wuhan. Trattandosi di un'anteprima ancora non sono disponibili i prezzi ma è facile prevedere che non si discosteranno molto da quelli del Qashqai. Per gli interessati l'attesa sarà breve: prevista ad aprile la vendita.

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SCELTI PER VOI

IN PRIMA FILA

AL TEATRO ARGENTINA DAL 18 MARZO AL 19 APRILE

La nuova Carmen napoletana di Martone di Maria Pia Miscio

S

olo qualche mese fa ci ha emozionato al cinema con il suo “giovane favoloso”, ispirato ad un Leopardi inedito. Ora Mario Martone, regista da anni abituato ad alternare cinema e teatro, è pronto a catturare lo spettatore con il suo ultimo lavoro, una Carmen riscritta nei testi e nelle ambientazioni e reinterpretata musicalmente, che, dopo il felice debutto al Teatro Carignano di Torino, approda al Teatro Argentina di Roma dal 18 marzo al 19 aprile prossimi. Carmen fa pensare immediatamente alla novella di Mérimée e soprattutto alle musiche di Bizet. Carmen fa pensare a una figura femminile di straordinaria potenza, ad ambientazioni e suoni e colori che avvolgono lo spettatore e restano impressi nella sua memoria. Tutto questo riecheggia nell’opera di Martone, frutto di un attento lavoro di rilettura e riscrittura, anche musicale, della Carmen originaria. Un lavoro che il regista ha condotto a più mani, insieme a Mario Tronco, musicista partenopeo anche lui, anima di quell’Orchestra di Piazza Vittorio che, prepotentemente, negli anni si è trasformata da esperimento sociale in una bella realtà artistica alla quale è affidata l’esecuzione delle musiche dell’opera. E poi insieme a Enzo Moscato, uno dei maggiori drammaturghi della Napoli d’oggi. E con l’apporto, non secondario, di un altro musicista come Leandro Piccioni. Il risultato è una Carmen napoletana, che attinge a piene mani alle atmosfere di Raffaele Viviani, ma senza ignorare sprazzi di fantasia estrema che sembrano mutuati dalla Pelle di Curzio Malaparte o situazioni da sceneggiata. Eccola, dunque, la Carmen secondo Mario Martone, donna di prepotente femminilità e passiona-

lità vivono, ha ben poco in comune con Siviglia. Ed è a Napoli che Carmen incontra i due uomini del suo destino: un soldatino dalla parlata veneta, innamorato di lei e perso nel tentativo di imbrigliarne la passionalità in un legame fatto di fedeltà, e l’eterno torero, che non “mata” tori, ma donne, facendo perdere la testa anche a chi, come lei, ama soprattutto la sua libertà. Così si consuma la tragedia di Carmen, che nel finale ritroviamo tenutaria di un bordello, ormai cieca, accecata da Cosè, intenta a raccontare la sua storia in un lungo e doloroso flasback, miracolosaSopra Iaia Forte: a sinistra mente sopravvissuta al suo destino, simMario Martone bolo di una tragedia che lità, affidata ad quotidianamente si ripete in ogni parte del mondo. una Iaia Forte in Sul palcoscenico, accanto a Iaia Forte e a Roberto splendida forma De Francesco ci sono Houcine Ataa, Viviana Cane perfettamente giano, Francesco Di Leva, Kyung Mi Lee, Giovanni a suo agio nei Ludeno, Ernesto Mahieux, Anna Redi e Raul panni dell’eroina Scebba; ad essi si aggiungono i musicisti dell’Orche, smessi i chestra di Piazza Vittorio (Emanuele Bultrini, panni della siga- Peppe D’Argenzio, Duilio Galioto, Ernesto Lopez, raia, si trasforma. Omar lopez, Pino Pecorelli, Pap Yeri Samb, Miriam Ora è la tenutaria di un bordello a Napoli, accecata Serban e Ion Stanescu). Le scene sono di Sergio dal suo Cosè, uno straordinario Roberto De Fran- Tramonti, i costumi di Ursula Patzak, le luci di Pacesco: è lei, nell’opera di Martone sopravvissuta a squale Mari. Carmen se stessa, a prendere la parola e a raccontare in prima Dal 18 marzo al 19 parile 2015 persona la sua storia, in una Napoli scintillante di Teatro Argentina colori e di suoni, di atmosfere sospese tra il dopoLargo di Torre Argentina 52, Roma guerra e l’oggi, di incontri di culture e razze e suoni. Biglietti da € 12 a € 29 Del resto, quella manifattura di tabacchi in disuso, Info e orari: 06684000345 dove Carmen e le sue compagne di diversa naziona-

IL NUOVO SPETTACOLO DEL MIMO AL BRANCACCIO IL 13 MARZO

Le invenzioni e le reincarnazioni di Lindsay Kemp

U

na sera, una soltanto, per assistere ad uno spettacolo intriso di magia, dove fantasia e poesia si mescolano leggere. Abile burattinaio nel muovere i fili delle emozioni il grande Lindsay Kemp, che venerdì 13 marzo è atteso al Teatro Brancaccio di Roma con il suo ultimo spettacolo, intitolato “Inventions and reincarnations”. Indecifrabile e silenzioso, Lindsay Kemp si muove da oltre quarant’anni sui palcoscenici del mondo attraversando i generi e mescolando teatro, danza, mimo, tradizione e sperimentazione. Difficile dimenticare una calda sera d’estate di forse quindici anni fa, quando a fare da sfondo alle sue storie raccontate senza parole fu il Teatro Romano di Ostia Antica, complici la luna e mille stelle ammiccanti nella quiete lontana dai rumori del traffico. Ma Kemp sa come creare la magia anche nel cuore di Roma, accompagnato questa volta dai ballerini della sua compagnia, complici nel raccontare le invenzioni e le reincarnazioni che compongono questo spettacolo. Articolato in due tempi, si compone infatti di nuove creazioni frammiste ad alcuni pezzi classici ricreati e rivissuti da Kemp insieme a quattro collaboratori. E quattro sono i personaggi nei quali l’artista incarna il suo trasformismo: nel primo tempo è il diavolo

in un racconto fantastico ispirato da “L’Histoire du Soldat”, un diavolo che si diverte a trasformarsi in cinque diversi personaggi. Molte-

plici sono i quadri che compongono il secondo tempo, nel quale Kemp offre dapprima un’onirica identificazione melodrammatica

con Violetta e Maria Callas in “Ricordi di una Traviata”, per poi intraprendere un personale viaggio nella pazzia mistica del leggendario ballerino Nijinsky fino a trasformarsi in un angelo , in “L’Angelo”, un’anima che trascende ogni identità per diventare un simbolo dell’essenza umana, della rinascita e della speranza. Nel secondo tempo ci sono anche due nuovi pezzi: “Mi Vida”, creato dal coreografo belga Luc Bouy, e “La Femme en Rouge”. E debutta anche un nuovo attore-ballerino,

CASA DEL JAZZ Tributo a Rota e Morricone Venerdì 19 marzo alle 21, alla Casa del Jazz di viale di Porta Ardeatina 55, Rosario Giuliani al sax e Luciano Biondini all’accordeon saranno protagonisti di un tributo a Ennio Morricone e a Nino Rota, proponendo una rilettura jazz delle grandi colonne sonore composte dai due autori. Biglietti € 10; info 06 704731 AULA MAGNA DELLA SAPIENZA Rameau e Vivaldi a confronto Musica italiana e francese del 700 a confronto, sabato 14 marzo, nell’Aula Magna della Sapienza, per la stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti, alle 17,30. Protagonisti sono Les Paladins, gruppo strumentale francese specializzato in musica barocca, per la prima volta in Italia. Con loro i soprani Emmanuelle De Negro e Maria Grazia Schiavo Biglietti da € 15 a € 25 info 06 3610051-2 PALALOTTOMATICA Francesco De Gregori in concerto Anteprima assoluta al Palalottomatica di Roma, il 20 marzo, del Vivavoce Tour di Francesco De Gregori. L’artista rivisita con arrangiamenti inediti 28 brani del suo repertorio. Info orari e biglietti 06 54090.1 MONTEROTONDO Il Festival delle Cerase cerca giurati Continua con successo a Monterotondo il Festival delle Cerase, prestigiosa rassegna dedicata al cinema italiano di qualità, organizzata da Silvio Luttazi. Chi volesse far parte della giuria popolare, che assegnerà i premi il 6 giugno prossimo, può scrivere a silvioluttazzi@gmail.com o icm@icmcomune.it oppure chiamare il numero 3388716481 Ivan Ristallo, che s’aggiunge in scena a Daniela Maccari, coreografa collaboratrice e ormai “musa ballerina” di Kemp, e David Haughton, storico collaboratore che qui fa il narratore della Storia del Soldato. M.P.M. Lindsay Kemp, “Inventions and reinarnations” Venerdì 13 marzo 2015, h 21 Teatro Brancaccio Via Merulana 244, Roma Biglietti da € 28 a e 37 Info: 06 80687231

LA RASSEGNA TRA CLASSICA, ROCK E POP FINO AL 17 MAGGIO

All’Olimpico il Festival della danza internazionale

C

rescono in maniera esponenziale gli appassionati di danza. E prova ne è il successo crescente che una rassegna come il Festival Internazionale della Danza, alla sua quinta edizione e in programma al Teatro Olimpico, continua a riscuotere. Organizzata in collaborazione con l’Accademia Filarmonica Romana, la kermesse si articola fino al 17 maggio in due mesi di appuntamenti di danza e teatro visivo con cinque compagnie di diversa provenienza e formazione artistica. Esordio scintillante per il festival con il debutto italiano di “Fiesta Argentina”, il nuovo spettacolo del coreografo Néstor Pastorive, in scena all’Olimpico fino al 22 marzo. Tecnica impeccabile e grande capacità di innovazione, Pastorive propone un affascinante viaggio alla scoperta di un’Argentina insolita, nella quale il tango è solo una delle danze popolari praticate in tutto il paese: non meno affascinanti sono la “chacarera” della campagna, la sensuale “zamba” con i suoi fazzoletti, la “milonga” nata nelle case da ballo della gente povera e soprattutto il “malambo”, danza maschile che ricalca la doma dei cavalli dei gauchos nelle pampas.

Si passa a tutt’altro genere con il debutto di “HQ PROGRAM”, martedì 31 marzo. Si tratta di una prima assoluta, nata dall’incontro tra la giovane pianista Gloria Campaner e il ballerino e coreografo Joost Vrouenraets, direttore artistico e fondatore del Gotra Ballet di Heerlen. Nello spettacolo la pianista diventa parte integrante delle coreografie danzate dai ballerini della compagnia olandese, sulle note di Schumann e di alcuni fra i nomi più interessanti della nuova musica. Mercoledì 1 aprile, con replica il 2, irrompe nel Festival Internazionale della Danza il rock dei Marlene Kuntz, che si uniscono alla danza di Mvula Sungani Companynell’originale spettacolo intitolato “Il vestito di Marlene” al suo debutto nella capitale. Filo conduttore è la figura femminile nei suoi molteplici aspetti, evocata dalle melodie ammalianti, ma non prive di sonorità acide e disturbate, dei Marlene Kuntz e dalla fisicità e dalla grazia delle coreografie di Mvula Sungani. Martedì 5 maggio, con replica il 6, torna Aterballetto, tra le compagnie italiane di danza contemporanea più apprezzate sulla scena internazionale, che presenta in una unico spettacolo “Don Q. - Don Quixote de

la Mancha”, coreografia di Eugenio Scigliano, e “Rossini Cards” per la coreografia di Mauro Bigonzetti su musica di Rossini. Infine, altro gradito ritorno, con nuovi sketch mai rappresentati a Roma, è quello dei Mummenschanz, in scena dall’8 al 17 maggio. Fra le compagnie di teatro visivo più importanti al mondo i Mummenschanz irrompono sul palcoscenico indossando ciò che per la nostra società non ha valore: sacchetti dilatati, resti di tubo a fisarmonica, teste di bidoni, fili di ferro o serpentine luminescenti, stralci di stoffa, pezzi di cartone, gommapiuma ed altro ancora. Tutti materiali mossi o modellati in modo da generare un insolito girotondo gioioso, che sorprende e diverte. M.P.M. Festival Internazionale della Danza Fino al 17 maggio 2015 Teatro Olimpico Piazza Gentile da Fabriano 17, Roma Biglietti da € 7 € 38 Info e orari: 06 3265991



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