Il Nuovo Corriere IlNuovoCorriere di
numero 11 anno I
Roma e del Lazio
Marino-Zingaretti, quanta ipocrisia mascherata da garantismo
GIOVEDÌ 2 APRILE 2015
DIETRO I FATTI
di Carlo Rebecchi
“N
on c'è' mai fine al peggio" è, purtroppo per noi, un detto veritiero. E fa rabbia chi, come il sindaco Ignazio Marino, dice di poter risolvere i problemi della Capitale "da solo". Marino vuole "risanare" da solo il "mondo di mezzo" la cui criminale esistenza è stata documentata dall'inchiesta "Mafia Capitale"; vuole fare "da solo" il Giubileo che comincerà' in autunno. E si oppone con tutte le sue forze al "commissariamento" di Roma perchè afferma di essere in grado, "da solo", di risanare Roma dalla penetrazione mafiosa. Ma dove vive Marino? E' cieco e sordo? Quando e' esploso il bubbone di Mafia Capitale aveva mostrato soprattutto il suo volto "garantista": avanti l'inchiesta, nessun colpevole per compiacere la piazza. Ora però Luca Odevaine, l'ex capo di gabinetto di Veltroni, ha ammesso di aver preso soldi, e parecchi, da Buzzi e Carminati, per fare da "spicciafaccende", alla banda criminale. Garantismo illuminato, quello di Marino? Non resta che aspettare per vedere dove condurranno le indagini relative all'assessore Improta (metro C) che lo stesso Marino, e tutto il Pd, hanno blindato nel suo incarico. E dove vive Nicola Zingaretti, il presidente della Regione, letteralmente "caduto dal pero" alla notizia del coinvolgimento di Maurizio Venafro, il suo capo di gabinetto (un altro: che sia un ruolo maledetto?), nell'inchiesta su Mafia Capitale? Non c'e' dubbio che chi sono i colpevoli e gli innocenti lo si saprà' soltanto ad indagini della magistratura terminate. Ma fanno pensare ad una certa protervia le prese di posizione di chi giura nel giro di pochi secondi "noi siamo innocenti". E non ci piacciono neppure i "doppiopesisti", quelli che sono garantisti o colpevolisti quando gli fa comodo. Noi preferiamo, per esempio, il linguaggio di un uomo come Renato Cortese, il poliziotto che ha smantellato il clan Fasciani a Ostia. Interrogato dal Messaggero ha detto che quello è stato "soltanto un punto di partenza", lasciando capire che c'è ancora moltissimo marciume lungo il litorale. E quanto a Mafia Capitale, ha osservato che "non erano siciliani e neppure calabresi ma i metodi erano gli stessi, quelli puniti dal 416 bis". Quando capiranno, i politici, che il tempo della propaganda è finito e che i cittadini non sopportano più' di essere presi in giro?
di Giulio Terzi
L’
operazione è raffinata o grossolana a seconda dei punti di vista. Con la scusa del Giubileo la Giunta Marino si disfa dei rom. Detto in modo più diplomatico e civile, infilandoci un po’ di misericordia (quella che invoca Papa Francesco) e di umanità , il Campidoglio potrebbe provare ad affrontare con una certa decisione e in tutta fretta uno dei problemi più spinosi della capitale, quello dei campi rom abusivi, emergenza continua e a giudicare da quanto accaduto proprio la scorsa settimana a Tor Sapienza, incontrollabile. E’ qualcosa di più di una ipotesi di lavoro, fatta filtrare dalle colonne di un quotidiano romano come se fosse un test, per vedere l’effetto che fa e scaricare subito le rea-
PRIMO PIANO
Pd, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere
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el giro di 30 giorni si è passati dal Pd argine alle organizzazioni criminali, dopo l’inchiesta di Mafia capitale, a un partito coinvolto. Tutto a pochi mesi dal Giubileo straordinario promosso da Papa Francesco. Adesso nell’occhio del ciclone c’è il fuoriclasse della giunta Marino, l’assessore ai Trasporti Guido Improta (assicura di non essere inquisito), insieme al braccio destro del governatore Zingaretti, MauriSpeciale zio Venafro che ha lasciato l’incarico di capo di Gabinetto, e al minisindaco dimissionario di Ostia, Andrea Tassone. Tutti e tre finiti nei fascicoli della procura, ma solo il primo come indagato. I dubbi, sempre gli stessi: appalti poco trasparenti, abuso d’ufficio. Con il timore che l’accusa possa divenKung Fu er culture a iabilitazione, tare più grave e trasforconfronto a pagina 3 marsi in truffa.
SPECIALE Kung Fu e riabilitazione, culture a confronto da pagina 9 a pagina 16
Ci liberiamo dei campi rom abusivi con la scusa del Giubileo. Un bluff?
ANNO I SUPPL
EMENTO
AL NUME
RO 11
(a cura di Anna Spol tore
)
zioni dei portavoce della nazione rom e da quel segmento di politica capitolina che di soluzioni radicali non vuol sentir parlare. E tornano in campo quei pochi posti ancora disponibili nei cosiddetti villaggi della solidarietà, si riparla dei bandi per l’assistenza alloggiativa che saranno lanciati con la fine della politica dei residence. Offerte, opportunità che scatenerebbero una guerra tra poveri, visto che centinaia di sbandati, sfrattati, occupanti abusivi italiani sono tenuti a bagnomaria e aspettano – magari già in lista – una sistemazione da parte dell’Amministrazione. Le case prima agli italiani e a chi non delinque? Come dare torto a chi agita questa bandiera? segue a pagina 3
GIUBILEO
PALAZZO VALENTINI Cambia il prefetto, Roma sotto Protezione
S.Maria della pietà, un miracolo per i pellegrini?
a pagina 4
TURISMO Amministrazione, esercenti, e operatori costretti ad andare d’accordoa pagina 6
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i risiamo: dopo due tentativi falliti nel 2000 e nel 2014 e tanti soldi buttati via, Regione e Comune vorrebbero trasformarlo in soli sei mesi in un grande ostello destinato ad accogliere i giovani che affluiranno a Roma a partire dall’8 dicembre prossimo. a pagina 5
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PRIMO PIANO
SCENARI
TRA LE PIEGHE DEL BILANCIO
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Ignazio alza le tariffe con la scusa della Tbc
a tubercolosi sarà l'epidemia della Capitale. O almeno questo devono aver pensato in Campidoglio varando la manovra previsionale di bilancio 2015. E poco importa se all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, nell’ultimo decennio, è stata registrata una media annuale di 25-30 ricoveri di bambini con tubercolosi. In Italia il numero dei casi notificati ogni anno - e censiti puntualmente dall'Organizzazione mondiale della Sanità - oscilla tra i 3 e i 4mila e i 5 mila, meno dei 5% dei quali riguarda bambini e ragazzi. Le forme farmaco resistenti nel nostro Paese rappresentano un problema marginale (poche centinaia di casi tra gli adulti e di circa 10-20 casi tra i bambini), tuttavia il numero è in aumento, anche per le ondate di arrivi e la maggiore mobilità internazionale dei romani. Meritevole, quindi, che il chirurgo Ignazio Marino, abbia previsto nel bilancio un copioso intervento a favore dei malati di Tbc. E non si tratta di pochi spiccioli: il cosiddetto "tariffone", stabilisce l'eliminazione dell'ingresso gratuito nei musei comunali per gli over 65. Quindi presumibilmente maggiori incassi. Ma il capitolo tariffe prevede ben altri incassi: vengo in alcuni casi più che raddoppiate le tariffe per tutta una serie di "micro tasse" che fanno affluire in Campidoglio decine di milioni. E queste maggiorazioni le pagheranno sia imprese che cittadini. La tariffa di "sfondamento" (apertura delle strade da parte di aziende di servizi pubblici) sarà maggiorata, così come l'imposta di concessione per la riproduzione fotografica a scopo pubblicitario delle opere dei musei comunali e - per la prima volta - e quella per la concessione dei passi carrabili. Per le aziende di pubblico servizio - come luce, gas e telefonia - che dovranno fare lavori in città, in partico-
quanto riguarda l'autorizzazione. Aumenti anche per le altre tariffe connesse: il diritto fisso passa da 3,10 a 4,82 euro, il diritto di controllo da 5,16 a 8,02, il rimborso spese istruttoria da 6,20 a 9,63 euro, il sopralluogo da 7,75 a 15,86 euro. Insomma, è ipotizzabile che da questi raddoppi (in alcuni casi triplicano), Marino e la sua giunta quest'anno incassino una paccata di milioni. Scorrendo però i dati sugli effettivi casi di Tbc registrati nel Lazio e a Roma (3.150 su base nazionale nel 2013), sorge il sospetto che la giustificazione "i fondi saranno usati per i malati di Tbc", rappresenti un alibi "buonista", per mascherare l'aumento delle tasse locali. Poi magari a gennaio 2016 scopriremo che solo una infinitesima frazione di quanto incassato con le nuove tariffe è stato effettivamente speso per i malati di tubercolosi - o per aprire dei doppioni delle Asl nei centri di monitoraggio - e che il restante, generoso gettito, è stato fagocitato dentro al bilancio insaziabile della Holding Roma che quest'anno ingurgiterà ben 6 miliardi e 300 milioni. Resta poi da capire come mai con la nuova tariffa per gli scavi si intenda pagare le spese sanitarie. Non esiste più l'assistenza sanitaria nazionale? Insomma, va bene che gli ospedali locali sono gestiti dalla Regione, ma un caso di Tbc ricade sotto la competenza sanitaria, e il sindaco, seppur chirurgo, dovrebbe pensare piuttosto a chiudere le buche. Ma forse questo paravento Tbc serve solo a far pagare ai romani i migliaia di profughi e richiedenti asilo che l'ondata di disperati porta nel Lazio. E visto che l'Unione europea e il governo nazionale rimpallano il problema e i costi sul territorio in Campidoglio si è inventato la "tassa Tbc" che presumibilmente servirà solo a coprire gli extracosti dell'accoglienza.
Aprire scavi, detenere un passo carrabile o utilizzare immagini dei Musei Capitolini costerà il doppio, se non il triplo. Marino giustifica il prelievo con gli interventi a favore dei potenziali malati di tubercolosi, peccato che a fronte di milioni di incassi in più, gli effettivi casi di Tbc censiti dall'OMS nel nostro Paese siano stati 3.150 (126 i casi in bambini sotto i 15 anni di età, 4% dei casi totali), complessivamente qualche centinaio a Roma nell'ultimo decennio. Il sospetto è che la "tassa epidemia (presunta)", mascheri l'ennesimo prelievo aggiuntivo e che il gettito sia poi destinato a tutt'altre spese di Leonardo Giocoli
lare per l'apertura dei cavi, il diritto fisso passa da 1,03 a 4,82 euro, il rimborso di spese di istruttoria da 6,20 a 9,63 euro, il sopralluogo da 7,75 a 15,86 euro, il diritto di controllo da 5,16 a 8,02, il rimborso al servizio sanitario nazionale da 1,24 a 2,25 euro, con i proventi di quest'ultima tariffa che saranno destinati alla lotta contro la tubercolosi.
Gli aumenti tariffari riguarderanno anche i cittadini privati, che ora per i diritti di istruttoria al momento della domanda dovranno pagare 8,02 euro contro i 5,16 di prima, mentre per il rimborso delle spese di istruttoria si passa da 6,20 a 9,63 euro. Il costo per la concessione dei passi carrabili sfiora il raddoppio, passando da 23 a 40 euro per
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PRIMO PIANO
IL FIORE ALL’OCCHIELLO DEI DEMOCRATICI ITALIANI, IN PRIMO PIANO ERA OGGI LA SQUADRA ROMANA È “LA PEGGIORE D’ITALIA”
Pd, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. E il Giubileo? Nel giro di 30 giorni dopo l'inchiesta di Mafia Capitale si è passati dal Pd argine contro le organizzazioni criminali a partito coinvolto. Tutto a pochi mesi dal Giubileo straordinario promosso da Papa Francesco. Adesso nell’occhio del ciclone c’è il fuoriclasse della giunta Marino, l’assessore ai Trasporti Guido Improta (assicura di non essere inquisito), insieme al braccio destro del governatore Zingaretti, Maurizio Venafro che ha lasciato l’incarico di capo di Gabinetto, e al minisindaco dimissionario di Ostia, Andrea Tassone. Tutti e tre finiti nei fascicoli della procura, ma solo il primo come indagato. I dubbi, sempre gli stessi: appalti poco trasparenti, abuso d’ufficio. Con il timore che l’accusa possa diventare più grave e trasformarsi in truffa di Giovanni Santoro
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a tempesta perfetta. Una bomba pronta ad esplodere, che rischia di fare vittime tra i moralizzatori e i moralizzati. In pochi giorni si passa dal Pd argine alle organizzazioni criminali, dopo l’inchiesta Mafia capitale, a un partito coinvolto. A pochi mesi dal Giubileo straordinario promosso dal Papa. Nella bufera c’è il fuoriclasse della giunta Marino, l’assessore ai Trasporti Guido Improta, insieme al braccio destro del governatore Zingaretti, Maurizio Venafro che lascia l’incarico di capo di Gabinetto, e al minisindaco dimissionario di Ostia, Andrea Tassone. Tutti nei fascicoli della procura, solo il primo come indagato. I dubbi sono su appalti poco trasparenti e abuso d’ufficio. Era il fiore all’occhiello dei democratici italiani, oggi la squadra romana è “la peggiore d’Italia”: copyright di Matteo Renzi, che può sfruttare l’occasione per fare fuori una classe dirigente di cui non si è mai fidato e dare il colpo di grazia all’inquilino del Campidoglio che, in privato, definisce “un cadavere”. Quel sindaco che si affanna a mostrarsi vicino al rottamatore, che a sua volta vorrebbe rottamarlo. Per il suo passato legato alla sinistra dem, che a Roma parla la lingua del presidente della Regione, e perché “poco affidabile”. Dopo il commissariamento del partito con Matteo Orfini, sfruttare al meglio le inchieste della magistratura significa prendersi la Capitale: dalle sponde dell’Arno approdare, definitivamente, su quelle del Tevere. Il peccato originale è la lotta alle primarie di 2 anni fa; quando il primo cittadino conquistò la candidatura dopo una feroce lotta contro il renziano Paolo Gentiloni (oggi ministro degli Esteri) e David Sassoli, europarlamen-
tare di Areadem di Dario Franceschini (al dicastero della Cultura e vicino a Renzi). Spallate della procura utili alleate nella conquista del potere, dopo gli psicodrammi vissuti alle Europee e ai congressi regionali. Il ‘la’ alla vendetta parte con le indiscrezioni su Improta indagato. Su di lui, che ascoltato dai magistrati dichiara di non essere coinvolto, riflettori accesi per colpa di Ettore Incalza: il burocrate del ministero delle Infrastrutture, in carcere per corruzione dopo l’inchiesta fiorentina sulle grandi opere. Tra cui la Metro C, che rappresenta il grande traguardo dell’amministrazione. Con il deus ex machina, l’assessore alla Mobilità, che avrebbe favorito il consorzio costruttori grazie al riconoscimento di extracosti non dovuti. Soldi in più arrivati con l’atto attuativo del settembre 2013. Improta sarebbe pronto a dimettersi se effettivamente coinvolto. In tanti temono che se questa fosse la scelta dell’ex rutelliano, poi montiano e infine renziano, il rischio è far crollare Roma. Per lui, che fu sottosegretario nel governo dei tecnici, di sicuro si è chiusa la porta del ministero di Porta Pia: era tra i successori del dimissionario Maurizio Lupi (finito nella stessa indagine). Marino lo difende, i suoi colleghi fanno quadrato. L’ ‘uno-due’ da record c’è con Maurizio Venafro: braccio destro di Zingaretti, colpito da Mafia capitale; sotto i riflettori il bando per il Recup. Il centro di prenotazione per le prestazioni sanitarie, faceva gola all’organizzazione dell’ex Nar Massimo Carminati e del ras delle coop rosse Salvatore Buzzi. Una gara da 60 milioni bloccata quando esplose il caso. Per Venafro l’accusa è di turbativa d’asta, lui lascia il suo posto.
Non basta: si dimette anche il minisindaco di Ostia. Da Tassone i magistrati vogliono sapere della situazione ambientale, dell’inchiesta sul ‘Mondo di mezzo’, della gestione della macchina amministrativa, dell’infiltrazione dei clan Spada e Fasciani nelle concessioni per gli stabilimenti balneari. Il presidente del Municipio X non è indagato, ma non ha retto l’urto dell’intercettazione che lo coinvolge: “E’ nostro”, diceva Buzzi parlando con Carminati. Non manca il giallo sulla rotazione del comandante dei vigili: Roberto Stefano stava indagando sullo stesso Tassone e sull’assessore Antonio Caliendo. Tutto riportato in un’interrogazione del senatore Ncd Andrea Augello. Adesso è il tempo della paura. E dei veleni. In aula Giulio Cesare la convinzione è che sia un piano per “spazzarci via”. Si sentono assediati, i consiglieri capitolini, del Pd alla notizia del quinto membro di giunta indagato. Gli altri sono Luigi Nieri, Alessandra Cattoi, Giovanna Marinelli e Daniele Ozzimo, che si è dimesso. La paura è che le inchieste non si fermeranno, che altri avvisi di garanzia o arresti arriveranno. Si sentono sotto osservazione, anche per colpa di Orfini, che definisce il “partito malato e pericoloso”, dopo l’indagine sui circoli portata avanti da Fabrizio Barca. Mappatura che regala un altro colpo con la certificazione che “un iscritto su 5 è fantasma”. “Come se l’obiettivo fosse – spiega un dirigente – quello di assestare ‘na botta prima al Campidoglio e poi alla Regione”. Una regia occulta che, per i maligni, parte proprio da palazzo Chigi. E l’intervento di Matteo Renzi in difesa della pulizia, durante la direzione
dem, alimenta i dubbi. Per preparare il Giubileo bisogna fare in fretta, la volontà – dicono i bene informati – è quella di far fuori i romani per gestire tutto. Per cancellare lo spettro del “Giubileo delle cosche”, pronte a fagocitare i lavori in vista dell’evento. Il match è solo all’inizio. La serrata d’imperio dei circoli, il tesseramento azzerato, i commissariamenti e il repulisti tra i dirigenti riportano al congresso. L’appuntamento è per dicembre e, nei piani del premier, dovrebbe consegnargli il partito capitolino. La sinistra Pd è in fibrillazione. Ma non ha la forza per proporre un’alternativa. Lo stesso Zingaretti, a parole l’ultimo argine contro il renzismo, temporeggia. In molti hanno la certezza che i neorottamatori scaldino i motori per uscire vittoriosi dall’appuntamento congressuale, dopo la rissa in assemblea con l’elezione di Fabio Melilli alla segreteria regionale. Nessuno, nella minoranza, ha però il cavallo giusto per evitare la sconfitta. E il governatore non è disposto a rischiare. Il bilancio, approvato la scorsa settimana in Campidoglio, è la carta giocata da Marino per dimostrare che la fine della consiliatura non è obbligata. Anche se l’ipotesi adesso è contemplata da più di un assessore. C’è chi ricorda il sondaggio dello scorso ottobre che bocciava clamorosamente il sindaco. “Tutto torna”, spiega un dirigente. Laconico fu Zingaretti: “Un giorno saremo giudicati, e lo saremo tutti insieme, noi del centrosinistra”. “Un monito ancora valido”, aggiunge un esponente dem. Che chiosa: “Una bomba che potrebbe esplodere anche in mano al regista di questa operazione”. Una speranza o una preghiera a non affondare il colpo. Per una parte, sarebbe quello mortale.
segue dalla prima pagina
Ci liberiamo dei campi rom abusivi con la scusa del Giubileo. Un bluff?
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ino a che punto si può spingere la cosiddetta cultura della integrazione (a senso unico) e della accoglienza? La situazione - è sotto gli occhi di tutti - è oltre il limite della tollerabilità, e l’Anno Santo della Misericordia non può convivere con uno degli scandali più vergognosi della capitale. Quindi si affronta e si risolve – lasciano intendere dal Campidoglio – in via definitiva sbaraccando la dozzina di campi totalmente abusivi e mettendo gli occupanti di fronte ad un aut aut: o si accettano le sistemazioni alternative proposte o si chiude e
si viene espulsi. Facile a dirsi, i contorni del piano fatto circolare prevedono un approccio soft (proposta di sistemazioni legali e decorose, ma quali e in che tempi?) ma anche la contemporanea strozzatura dei campi abusivi: cancellati gli incentivi, tagliata l’energia elettrica, abolita ogni forma di contributi. In sostanza, o vi mettere in regola o ve ne andate, dato che non vi sarebbe consentito oltre di vivere nell’illegalità e nel degrado. C’è di che accendere la miccia della rivolta, il passaggio successivo sarà quello di far intervenire l’esercito? Da Mostacciano a Settecamini, dalla Salaria
all’Aurelio, si tratta di sfrattare circa 2500 persone divise in non meno di dieci campi abusivi. Ma c’è anche – lo testimoniano le cronache – una galassia di siti non censiti e in continuo movimento. Fantasmi, senza nome e cognome, soltanto di meno di seimila rom, quelli che vivono nei campi regolari si conosce l’identità. Come uscire dal tunnel? Non c’è tempo per una programmazione, l’intervento deve essere realizzato nei prossimi mesi. Ma a questo punto scatta un punto interrogativo, chi paga e dove trovare i soldi? Le stesse fonti che hanno fatto circolare queste ipotesi frenano subito: il piano
definitivo arriverà soltanto quando sanno chiare le risorse che Palazzo Chigi destinerà al Campidoglio per il Giubileo. Marino chiede 300 milioni, Renzi nicchia. Andrà a finire che all’operazione pulizia verranno destinati solo gli spiccioli, andrà a finire che la polvere verrà nascosta sotto i tappeti, che i campi rom abusivi verranno occultati e i loro occupanti spostati in soluzioni provvisorie che con i tempi delle strategie capitoline diventeranno definitive? In sostanza, che tutto si risolverà in un grosso bluff? Giulio Terzi
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PECORARO VA IN PENSIONE E LASCIA PALAZZO VALENTINI POLITICA GIUSEPPE AL SUO POSTO IL GOVERNO SCEGLIE FRANCO GABRIELLI
Cambia il prefetto, Roma sotto Protezione La nomina ufficiale del nuovo rappresentante dell’esecutivo, esperto anche di terrorismo, dovrebbe arrivare entro qualche giorno. Durante la sede vacante compiti e funzioni saranno affidati al vicario Clara Vaccaro
Da L’Aquila al Giglio, l’uomo delle mille emergenze
Dalla neve alla calata degli ultràs, sei anni e mezzo in prima linea di Giovanni Santoro
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a attraversato tutta l’éra Alemanno. Poi l’epoca Marino. Dai disordini di piazza all’abusivismo, dall’emergenza rifiuti alla P4, dalla neve alle nozze gay. Il regno da prefetto di Roma, per Giuseppe Pecoraro da Palma Campania, è iniziato nel 2008. Sua eccellenza, come lo chiamano in molti, finisce la sua attività da servitore dello Stato. Il 31 marzo, l’ultimo giorno di lavoro: adesso c’è la pensione. Quando nel 2010 il suo nome finì nelle intercettazioni con il faccendiere Luigi Bisignani, lui rispose: “Ci sono come i cavoli a merenda”. Per i pm di Napoli inquietante, invece, che i 2 “discutessero di temi del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. “Uno sfogo - spiegò - Non potevo accettare che si gettasse fango su Gianni” (De Gennaro, di cui era il capo di gabinetto, nel corso delle indagini sul papello denunciato da Massimo Ciancimino, figlio di don Vito). Altra telefonata: con Bisignani l’ex prefetto discuteva della viabilità del parco giochi di Valmontone. Nessun coinvolgimento, però, solo i dubbi degli inquirenti. La piazza. Il 15 ottobre 2011, 200mila indignados invadono la Capitale: auto in fiamme, il dispositivo di sicurezza non convince. Qualche mese dopo la neve farà capolino sulla Città eterna, che resterà paralizzata. Così come i cassonetti pieni di rifiuti bloccano la raccolta. L’idea di una mega discarica a Corcolle, vicino a Villa Adriana patrimonio dell’Unesco non piace
Giuseppe Pecoraro
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al governo Monti, che boccia la proposta. anca l’ufficialità, il sigillo Nell’estate successiva il caso Shalabayeva, del Governo, ma la nola moglie del dissidente kazako che con la mina di Franco Gabrielli figlia fu, secondo Amnesty international, a prefetto di Roma appare letteralmente deportata. Le responsabilità ormai certa. In verità il sul ministro dell’Interno Alfano, ma c’è chi pronunciamento di Palazzo Chigi era atteso puntò il dito anche contro Pecoraro. Che già nel consiglio dei ministri dello scorso 27 nell’aprile 2014 difese marzo; così non è l’agente in borghese stato e non è arriche calpestò una manivato fino a che festante durante il corquesto numero è teo contro l’austerity. stato mandato in Lo stesso che il capo stampa. A quanto della polizia, Alessanpare, per qualche dro Pansa, definì un giorno la sede di “cretino”. Trenta giorni Palazzo Valentini dopo, la tragedia di resta “vacante” e Ciro Esposito: il tifoso funzioni e compiti del Napoli ucciso dudi Giuseppe Pecorante un agguato dei raro, in pensione romanisti contro i supdal I aprile, pasporter azzurri, arrivati sano al vicario a Roma per la finale di Clara Vaccaro. PaCoppa Italia. Infine gli zienza, sparse per Franco Gabrielli scontri tra immigrati e l’Italia, ci sono cittadini a Tor Sapienza. E il braccio di prefetture che da quasi un anno reclamano ferro con il sindaco Marino per le trascri- il nuovo inquilino; perché mai verso Roma zioni dei matrimoni gay. Lui chiede di can- si dovrebbe mostrare maggiore solerzia? In cellare il provvedimento. Il Tar gli ricorda fondo è solo la capitale. Ma, considerazioni che il compito spetta a un giudice. a parte, la nomina di Franco Gabrielli, da Tra i successi, rivendica la gestione dell’or- quattro anni capo del dipartimento della dine pubblico per la beatificazione dei papi. Protezione Civile, appare ormai scontata. Anche se gli ambulanti abusivi la fanno da Cinquantacinque anni, toscano di Montipadroni sul Tevere. Dove lui è stato per 6 gnoso, laurea in giurisprudenza a Pisa, anni e mezzo. “Un record”, sottolinea. Dif- Franco Gabrielli è da sempre abituato a rificile dargli torto. coprire incarichi poco comodi, seppure di
di Maria Pia Miscio grande prestigio. Basta scorrere la sua biografia ufficiale, scarna ma esauriente. Dirigente della Digos dapprima a Imperia e quindi a Firenze dal 1987 al 1996; vice dirigente prima e poi dirigente della Digos di Roma dal 2000 al 2004; direttore dell’antiterrorismo dal 2005 al 2006; dirigente del Sisde, poi Aisi, dal 2006 al 2008; prefetto de L’Aquila dal 2009 al 2010, dopo il sisma le cui ferite sono ancora aperte in terra d’Abruzzo; infine dal 2010 a oggi alla Protezione Civile. Anni intensi, quelli vissuti da Gabrielli. Anni drammatici, soprattutto gli ultimi, nel corso dei quali ha affrontato emergenze terribili: il terremoto in Emilia Romagna, il naufragio della Concordia al Giglio, le stragi dei migranti nel mare al largo di Lampedusa. Ovunque l’uomo ha mantenuto inalterato il suo profilo. Asciutto nel fisico e nell’eloquio, sobrio nel vestire con non celato orgoglio la polo con il logo della Protezione Civile, pronto ad affrontare critiche e a riconoscere responsabilità e al tempo stesso a respingere al mittente accuse immeritate. Di lui si dice che non ami i salotti della politica; di lui si è detto fosse “lettiano”, quando premier era Enrico Letta, e che ora sia “renziano”. Di certo l’emergenza, e la gestione dell’emergenza, sembra averle nel dna. Ora l’attende il compito forse più difficile e delicato, un compito nel quale problemi quotidiani si intrecciano a situazioni ed eventi straordinari. Lo attende il compito di gestire un’emergenza chiamata Roma.
Violenza negli stadi, immigrati, cortei e rifiuti sono ordinaria amministrazione. E ora arriva il Giubileo straordinario
Tutti i dossier aperti in via IV novembre
I
mmigrati, nomadi, criminalità, prostituzione, abusivismo, cortei, violenza, stadi, rifiuti, matrimoni gay. E ora anche il Giubileo straordinario. Prima di ogni parola va anteposta l’emergenza. Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro le ha affrontate tutte. Ma non ne ha risolta nessuna. Non perché non sia stato in grado di farlo. Perché l’unico spazio vitale in cui si è potuta muovere la sua funzione è stata la gestione dei problemi. Due motivi per tutti: non era lui l’unico risolutore e anche se la questione l’affrontava una volta non
era detto che la debellasse per sempre. E si potrebbe continuare a dire. Ma soprattutto perché questo prefetto ha vissuto da vicino la pressione dei sempreverdi poteri forti. Ha saputo sulla sua pelle che gli avversari, anche se non si temono, non per questo non riescono a far male. E il nuovo? Come se la caverà? Se tocca il caos stadio e partite di calcio e deve scegliere tra gioco diurno o serale, per assurdo prima deve dare precedenza alle forze economiche (i diritti televisivi) e poi alla sicurezza. Lo stesso per i cortei. Agli
inizi di marzo il questore Nicolò D’Angelo ha detto che ogni anno a Roma si svolgono circa duemila manifestazioni. Al supplizio per romani e forze dell’ordine si replica spiegando che stavolta il prefetto deve lasciare il passo alla democrazia. Guai a non poter protestare nella Capitale, dove il potere è di casa. Sempre a marzo, il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha annunciato un pacchetto di norme contro il degrado urbano - dalla lotta all’abusivismo, alla contraffazione e all’accattonaggio fino ai controlli più ri-
gidi nelle zone della movida - che prevede maggiori poteri ai sindaci, e un tavolo sulla “questione Roma”. Vedremo. I nomadi sono un diavolo per capello. Se il prefetto è commissario per l’emergenza campi nomadi, allora in teoria può decidere tutto da solo: dove mandarli, in quali siti, quanti sistemarne, da dove sgomberarli. Se non ha questo ruolo, da prefetto deve visionare le decisioni del Comune di Roma. E visto che la politica del sindaco è inclusiva e non esclusiva, si fa presto a lasciare tutto come sta.
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PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE GIUBILEO ENNESIMO DELL’EX MANICOMIO PER L’ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
S.Maria della pietà, un miracolo per i pellegrini? Ci risiamo: dopo due tentativi falliti nel 2000 e nel 2014 e tanti soldi buttati via, Regione e Comune vorrebbero trasformarlo in soli sei mesi in un grande ostello destinato ad accogliere i giovani che affluiranno a Roma a partire dall’8 dicembre
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n nuovo piano di recupero per il complesso dell'ex-manicomio di Santa Maria della Pietà a Montemario sta per essere varato. Dopo il primo tentativo fallito in occasione del Giubileo del 2000, e di un nuovo timido tentativo nel 2014, in occasione del centenario della struttura, pare che Comune e Regione abbiano rispolverato la vecchia idea di riqualificare i padiglioni per attrezzare un imponente ostello della gioventù. Il pretesto, ancora una volta, è fornito da una causa esterna: la scelta di Papa Francesco di convocare un Anno Santo straordina-
rio a partire dall'8 dicembre. Il parallelo è inquietante, viene spontaneo chiedersi se i cittadini del Trionfale saranno ancora una volta presi in giro con l'ennesimo proclama e l'avvio di lavori parziali e insufficienti. Per ora il quadro è delineato chiaramente in una nota del neo segretario della Uil di Roma e del Lazio Alberto Civica nell'ambito dell'Osservatorio sulla Sanità: “Edifici fatiscenti se non addirittura distrutti, soffitti crollati, finestre erose dalla ruggine o murate, fascicoli, documenti personali, prescrizioni mediche abbandonate, centraline elettriche alla mercé di chiunque, vegetazione incolta, fino a
una vera e propria discarica a cielo aperto nell’area nord”. Eccolo dunque il Santa Maria della Pietà, l’ex manicomio più grande d’Europa, poi riconvertito in presidio sanitario oggi in declino, in punto d’incontro, in parco pubblico per i residenti del quartiere, in sede di molte associazioni che si occupano di reinserimento sociale, ma sempre con interventi parziali e mai definitivi. Il complesso è in dotazione alla Asl Roma E, che qui ha aperto alcuni uffici di relazione con il pubblico e di prenotazione visite ed esami. Padiglioni un tempo imponenti, che oggi però sono completamente abbandonati al degrado, all’incuria o, in alcuni
casi - pochi per la verità - in perenne stato di ristrutturazione. Mai ultimata nonostante i cospicui finanziamenti ricevuti per il Giubileo del 2000 e nel maggio. E per avere un’idea della grandezza e della grandiosità della struttura, basta far riferimento a qualche numero: oltre 500 mila metri quadri, 36 edifici, circa 7 chilometri di viabilità interna e una vegetazione unica nel suo genere nel quartiere Trionfale, dove il Santa Maria della Pietà rappresenta un vero e proprio simbolo. “Tanto che – aggiunge Alberto Civica - il Municipio XIV ha qui preso in affitto tre immobili e dislocato alcuni uffici. In seguito
al protocollo d’intesa siglato nel 2007 tra Comune di Roma, Regione Lazio, Provincia, Università La Sapienza, Asl RmE e il Municipio di Roma XIX (oggi XIV) per il recupero della struttura e il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente, senza alcuna edificazione aggiuntiva”. Ebbene, provate a fare un giro in quel "parco", dimenticato da Dio e dagli uomini del Servizio Giardini, e vedrete a che punto è il "recupero". Con queste premesse è davvero difficile immaginare una conclusione felice per il progetto, ma il direttore generale dell’Asl RmE Angelo Tanese conferma la dichiarazione d'intenti del Comune.
SOPRALUOGO NEI PADIGLIONI E NEL PARCO: L'EX OSPEDALE PSICHIATRICO È IN PESSIMO STATO, DIFFICILI PROSPETTIVE DI RECUPERO
F
Dai fantasmi del passato all’abbandono di oggi
inestre murate, edifici fatiscenti e pericolanti, strutture abbandonate e, nel mezzo, un "parco" per tentare di salvare le apparenze. Benvenuti all'ex manicomio di piazza S. Maria della Pietà, un complesso vastissimo che comprende decine di padiglioni, aree (una volta) attrezzate all'aperto, uffici comunali decentrati e persino un museo. L'imponente struttura centrale che accoglie il visitatore presenta ancora la scritta "Manicomio Provinciale" con le due bandiere in buono stato a sormontare la scalinata d'ingresso in stile tardo ottocentesco. Al suo interno però non ci si occupa più della cura dei pazienti psichiatrici, ma della gestione del Dipartimento di Salute Mentale dell'Asl di Roma E. All'aspetto spartano seppur ordinato e ben conservato del palazzo della direzione fa da contraltare il vasto comprensorio che si estende alle sue spalle. In quest'area, presentata da qualche sbiadito cartello come "parco cittadino" per l'attività fisica e lo svago (sic), un intricato labirinto di percorsi fangosi o semi-asfaltati circonda i padiglioni che un tempo ospitavano i pazienti del centro. Il gruppo di strutture centrali è oggi la sede di alcuni uffici del municipio locale, come l'unità organizzativa sociale dei "Servizi educativi, cultura e sport" e l' "unità di coordinamento dello staff" del XIX Municipio. Interroghiamo qualche cittadino all'uscita e otteniamo da tutti la stessa risposta "è scomodo, è difficile arrivarci e ogni volta bisogna camminare un bel po' da un palazzo all'altro"; come a dire che alla dicitura "area di svago" andrebbe aggiunto l'aggettivo "forzato". Per quanto riguarda il resto degli edifici, molti sono chiusi, con le finestre sprangate o addirittura murate, e dei cancelli di ferro a proteggere le entrate, neanche ci fosse chissà quale tesoro al loro interno. In alcune strutture, però, un vetro rotto o una grata divelta rivelano il contenuto così gelosa-
di Sabato Angieri mente custodito: ammassi di materiali edili non utilizzati, strumenti per imbiancare, utensili e tubi vari, il tutto ormai inservibile e condannato a marcire. "E io pago", diceva Totò. Altri fabbricati sono ancora contornati (forse sostenuti, chissà) dalle impalcature che in un primo momento avrebbero dovuto sorreggere le ristrutturazioni e riconsegnare quei luoghi alla cittadinanza. Infatti, qualche anno dopo la chiusura dell’ospedale psichiatrico, si era deciso che molti di quei padiglioni fossero riconvertiti in luoghi pubblici, alcuni in ostelli della gioventù, altri in aree di aggregazione, altri ancora assegnati ad associazioni e comitati di zona senza sede. “In seguito – spiega un signore sessantenne di Montemario in attesa di qualcuno - l'Asl Roma E ha bloccato tutto". Tutto ciò che resta oggi di quel progetto originale sono un "Montemario International Art" - chiuso apparentemente - e un' "ex-lavanderia" che dal 2004 è stata occupata da alcuni cittadini del quartiere e associazioni locali in risposta al degrado e
all'abbandono imposto dalle istituzioni. Due associazioni però sono riuscite ad ottenere gli spazi e così i padiglioni 12 e 22 oggi ospitano rispettivamente "Adelphi", un centro diurno di riabilitazione integrata per esiti di gravi cerebrolesioni acquisite, e un centro "Antea" per le cure palliative. Di fatto, oltre alle strutture occupate da enti municipali, questi due padiglioni sono gli unici a non avere quell'aspetto cupo e degradato che offrono gli altri. Infatti, tra un gruppo di corridori motivati e qualche gatto dall'aspetto minaccioso, il muschio e i rampicanti hanno preso il sopravvento sulla muratura delle costruzioni una volta dedicate alle attività all'aperto degli internati o su alcune casupole che sono diventate veri e propri magazzini. Decine di sedie a rotelle, macchinari vari, mobili e persino stampanti e vecchi televisori sono ammassati disordinatamente di là delle inferriate a vista sul prato o nei seminterrati di alcuni locali. In uno di questi, le finestre aperte offrono uno spettacolo singolare: un mare di fascicoli (forse
degli ex-pazienti o semplicemente dell'amministrazione) in parte bruciati, ma in buona parte leggibilissimi alla faccia della privacy, sovrastano tutto il pavimento per oltre un metro d'altezza catturando lo sguardo curioso che cerca di rubare al tempo qualche frase emblematica. Stupisce ancora di più che in questo caos generalizzato sia presente anche una struttura di formazione: al padiglione 17, infatti, su di un cartello scarabocchiato si legge "S. Filippo Neri, Scuola Infermieri - Corso O.T.A. / Scuola Terapisti della Riabilitazione". Pensando fosse in disuso, bussiamo alla porta che, immaginate lo stupore, viene aperta da una dipendente la quale conferma l'esistenza di quel corso. Ci allontaniamo cercando di non pensare alla sensazione di disagio che devono provare tutti coloro si formano quotidianamente in quegli spazi così poco "illuminati". Ad un'impiegata della direzione chiediamo se nel complesso ci siano ancora dei pazienti e questa ci risponde che due padiglioni al momento sono attivi in questo senso: il numero 8 ospita due centri diurni per portatori di handicap e il numero 14 presenta l'unica struttura che si occupa di pazienti psichiatrici, ma soltanto perché l'associazione di Montemario ivi presente ha la propria sede in ristrutturazione. Il bilancio è fortemente in passivo: almeno la metà dei padiglioni ad oggi è inutilizzata, in pessimo stato e, apparentemente, senza prospettive di recupero. Tornando al parcheggio siamo distratti da due immagini bucoliche: una ragazza di origini cinesi raccoglie cicoria selvatica mentre delle pecore, pochi metri oltre il filo spinato a sud del centro, pascolano belando in gregge: probabilmente se tutto resterà com'è, tra qualche anno potrebbe capitare di vedere qualche esemplare di ovino correre spensierato tra i padiglioni dietro un incauto atleta, che di sicuro sarebbe scambiato per matto e portato via.
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CRONACHE
OPERATORI E AMMINISTRAZIONE COSTRETTI IL PUNTO ESERCENTI, A CONFRONTARSI E AD ANDARE D’ACCORDO
Uniti per rilanciare il turismo capitolino, Expo e Giubileo mettono tutti d’accordo Tavolo di lavoro organizzato dalla Camera di Commercio assieme alle associazioni di categoria per la valorizzazione delle piccole e medie imprese: al centro la ricerca delle strategie per incrementare ed armonizzare l’offerta. Idee diverse ma anche ricerca di una sintesi obbligata di Martina Perrone
I
l 2015 per Roma si prospetta un anno di rinnovamento e rilancio del settore del turismo, sempre che la Capitale si faccia trovare pronta per cavalcare l'onda di due grandi eventi che, più o meno direttamente, interesseranno la citta: l'Expo in partenza il prossimo 1' maggio a Milano e il Giubileo straordinario annunciato da Papa Francesco che prenderà il via l'8 dicembre. In questo contesto è stato promosso un sondaggio tra le imprese per verificare quali sono per gli imprenditori i principali fattori che ostacolano lo sviluppo del turismo internazionale a Roma che, malgrado l'alto numero di arrivi continua a far registrare una durata minima dei soggiorni, un bassissimo livello di ritorni ed una spesa pro die assai limitata. I primi contributi sono stati condivisi durante un incontro alla Camera di Commercio che ha visto seduti allo stesso tavolo di lavoro le istituzioni, i commercianti, gli artigiani e le rispettive associazioni di categoria. Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato e CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato ) stanno attivando numerosi interventi per aiutare le piccole imprese di qualità ad
acquisire come clienti i turisti stranieri, in particolare con la partecipazione attiva al progetto "Verso Expo 2015 – 1000 imprese romane più forti e competitive"cofinanziato dalla Camera di Commercio di Roma. Un protocollo per Roma Capitale con le OLTA (on line travel agency) ormai mezzo quasi esclusivo per la prenotazione di voli, alberghi o pacchetti completi, intensificazione della sicurezza, lotta all'abusivismo, cura della pulizia della città e dei trasporti sono alcune delle istanze avanzate dalla Confesercenti allo scopo di creare una rete non solo tra commercianti, ma anche e soprattutto con le istituzioni e gli erogatori di servizi. "Riteniamo che si debba puntare sulla differenziazione dell'offerta per venire incontro alle esigenze di un turista giovane – ha dichiarato Giovanna Marinelli, Assessore al turismo di Roma Capitale – ad oggi il turista si ferma solo per due notti, dobbiamo puntare ad aumentare la permanenza, ma anche a far si che il turista trovi un'offerta talmente vasta da sentire il bisogno di tornare". L'assessore Marinelli ha esposto una lunga serie di nuove iniziative in programma nei prossimi mesi, come la valorizzazione dei Fori Imperiali, le nuove card più flessibili rispetto a Roma Pass e
l'intensificazione del lavoro con la film commission per portare le produzioni cinematografiche nella Capitale. "In questo modo la città avrà sia un ritorno economico che un ritorno d'immagine – ha spiegato l'assessore – in cambio di qualche piccolo problema a parcheggiare". Di idee parzialmente diverse è invece il presidente del municipio XV, Daniele Torquati, che consiglia un'intensificazione dei percorsi turistici già esistenti, come la via Francigena e il parco di Veio, che attualmente non
sono curati e valorizzati, o quantomeno non abbastanza. "Qualità" è invece la parola chiave per Leslie Capone, dell'ufficio dell'assossore a Roma Produttiva, Marta Leonori, che chiede soprattutto agli artigiani di puntare su prodotti che non siano altrimenti reperibili. Facile e veloce la risposta degli artigiani, che sostengono non ci sia più richiesta per alcuni prodotti e che sia proprio la stessa amministrazione a boicottarli: "sento sempre dire le stesse cose – ha dichiarato un'artigiana in-
tervenuta alla riunione in Camera di Commercio – ma poi a Ostia Antica, tanto per fare un esempio, vengono vendute solo chincaglierie "made in china". Fare rete sembra comunque essere l'unica soluzione per rendere l'offerta turistica di Roma Capitale più allettante, aiutando le piccole imprese di qualità a diventare più forti e competitive nei confronti del target costituito dai turisti ed in vista delle opportunità che si genereranno nell'arco dei prossimi mesi e non solo.
Ecché, so’ mica ebbreo!
V
oglio ricollegarmi all’ultimo “Non ci sto!” del sig. Leonardo B. e parlare ancora di autobus. Ma questa volta non di misteriosi cedimenti del manto stradale, ma della brutale incultura di certi autisti dell’ATAC. E non mi riferisco a quell’autista che ha la settimana scorsa ha lasciato il bus col motore acceso ed è entrato tranquillamente in un bar. E neppure
a quella donna che guidava uno dei mezzi dell’ATAC della linea 556 e che è sbottata di brutto: “È dalle 10 che sto a litiga’ con la gente. Me so’ rotta il cazzo, vi faccio scendere tutti. Io non posso guida’ così”. Capita a tutti di “sbroccare” in situazioni di stress e in fondo – a differenza di quanto è purtroppo successo con l’aereo Germanwings – non è morto nessuno. Certo il trasporto a Roma non ci ha fatto una bella figura visto che la sequenza di 40 secondi – ripresa da un passeggero con un cellulare- ha fatto il giro del mondo dopo essere stato pubblicato sulla pagina Facebook “Welcome to favelas again”. E comunque la protesta dei passeggeri aveva avuto una sua ragione, visto che l’autobus era stato deviato senza preavviso. Mi riferisco invece a un episodio di cui sono stato in certo modo protagonista. Ero l’altro giorno a bordo del 63, che copre la linea da via
Rossellini a Piazza di Monte Savello. Non ero molto pratico di questa linea e dovevo andare in un negozio alle spalle della Sinagoga. Arrivati al capolinea di piazza di Monte Savello ho chiesto all’autista dove fosse la Sinagoga, che poi ho scoperto essere a meno di 100 metri dal capolinea di una tratta che l’autista avrà fatto in vita sua centinaia di volte. Deduco che in tanti anni non si è mai chiesto che cosa fosse quello strano tempio con un tetto diverso dalle altre chiede e basiliche di Roma perché si è rivolto a me piuttosto irritato e ha sbraitato: “ E che cazzo ne solo, io? Mica so’ ebbreo!”. Efisio M. - Roma Invitiamo i cittadini di Roma e del Lazio a denunciare le cose che non vanno con foto ed email a questo indirizzo: noncisto@corrierediroma-news.it
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IL CASO
CRONACHE
GUIDE TURISTICHE CONTRO L’APERTURA AD ACCOMPAGNATORI DI ALTRI PAESI
Ciceroni sulle barricate: non passa lo straniero In base al Decreto 97 firmato dal ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini anche chi non è italiano potrà lavorare al Colosseo o ad Ostia Antica senza licenza e senza alcun attestato di conoscenza della nostra cultura e, beffa nella beffa, pagherà le tasse a casa sua. Migliaia i posti di lavoro a rischio nella Capitale di Alberto Gentile e Flavia Testorio
“M
che immagine possiamo dare di Roma con una guida tedesca o francese?”. E’ questo il pensiero di Mario e Maria, guide turistiche dei Musei Vaticani, che fanno parte di quella categoria di lavoratori che dicono no al decreto legislativo n.97 del 6 agosto 2013, firmato il 29 gennaio scorso dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, che ha sancito un cambio di destinazione della professionalità della guida turistica, che opera non più a carattere locale ma nazionale. Il decreto permette, infatti, alle guide turistiche di altri stati membri dell’Unione Europea di svolgere liberamente la propria professione anche in Italia senza la necessità di un permesso e senza alcuna licenza. Le guide italiane già abilitate (oltre duemila solo a Roma), invece, dovranno sostenere un nuovo esame per i cosiddetti “siti riservati”, ovvero quelli considerati dal Ministero di particolare interesse storico, artistico o archeologico. Una lista promessa per febbraio ma che ancora tarda ad arrivare, alimentando ulteriormente l’incertezza e il malcontento della categoria. “Quando vengono a Roma i turisti - continua Maria - vogliono una guida che conosca il posto, la vita della città, non solo la storia e l’arte, ma anche gli aneddoti e qualcosa che intrattenga”. Proprio per questo, nei giorni scorsi, 500 guide romane hanno manifestato a piazza di Spagna intonando slogan come “la cultura non si svende”. Una manifestazione che fa seguito a quella del primo marzo a Pompei e al flah mob analogo a Firenze. Se il decreto diventasse legge - dicono gli accompagnatori turistici - sarebbero molti i lavoratori italiani a restare a casa, scalzati dalla concorrenza straniera impari. E le guide estere potrebbero non soltanto fare i Ciceroni in Italia senza alcun attestato di conoscenza dei luoghi e della storia della nostra Penisola, ma addirittura pagherebbero le tasse soltanto nel loro Paese. E le guide non ci stanno e accusano il Governo di svendita del patrimonio artistico. “È uno scandalo - racconta ancora Mario - abbiamo studiato tanto e non è giusto che vengano annullati così la professionalità e il sacrificio di questi anni”. Per diventare guide turistiche, infatti, il percorso è lungo e faticoso. Innanzitutto bisogna ottenere l’abilitazione tecnica professionale sostenendo un esame di lingue straniere, le più diffuse sul territorio italiano. Successivamente è necessario sostenere le prove d’esame per diventare guida turistica, dimostrando le proprie conoscenze in materie non solo artistiche e culturali ma anche legislative ed economiche. Ma i test sembrano non finire mai, e si protesta anche per questo. Due i “no” fondamentali: no ad un nuovo esame per le guide abilitate in Italia per i siti di specializzazione e no alla svendita del patrimonio cultu-
I SINDACATI DI CATEGORIA
Una giungla di norme regionali e nazionali. E gli abusivi prosperano “Ottenere il patentino fuori dall’Italia è molto più facile. Ad esempio in Slovenia l’esame è stato inserito soltanto adesso e certo non è comparabile a quello sostenuto da noi”
I Nelle foto sopra la protesta delle guide turistiche; a sinistra il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini con il presidente degli Stati Uniti Barack Obama davanti al Colosseo rale italiano, perché - secondo i manifestanti - le multinazionali turistiche straniere mirerebbero a sottrarre all’Italia la titolarità del suo patrimonio artistico e culturale, lasciandole solo l’onere del suo mantenimento, dettando regole e costi. La protesta non è però unitaria e non tutti hanno paura della concorrenza estera. Come per esempio Francesco, anche lui guida turistica del Vaticano, che non ravvisa negli accompagnatori turistici stranieri un reale pericolo. “Se io faccio la guida a Berlino, perché devo venire a Roma? – spiega - Si sta creando troppo allarmismo”. Non c’è chiarezza nel disegno di legge, “si ha paura, ma non si sa di cosa”. E su una eventuale opportunità di lavorare fuori dall’Italia risponde: “Se io lavoro a Roma, perché dovrebbero chiamarmi altrove, pagarmi vitto e alloggio? Chi me lo fa fare di andare a Parigi, se posso guadagnare i miei soldi qui?”.
Il Sindacato Guide Turistiche di Roma e Rieti (SGTR) fa sentire forte la propria voce contro la deregulation avviata nel 2013, con il varo della Legge 97, seguita dal relativo decreto attuativo, che ha sancito un cambio di destinazione della professionalità della guida turistica, che opera non più a carattere locale ma nazionale. Ma protestano soprattutto contro il decreto del 29 gennaio 2015 del ministro Dario Franceschini che introduce un ulteriore esame da programmare con apposite Leggi regionali, propedeutico allo svolgimento della professione di guida turistica. Il provvedimento ha generato fraintendimenti e contestazioni, considerato che le guide turistiche già abilitate dovrebbero superare un ulteriore percorso abilitativo per esercitare nei siti speciali museali ed archeologici. Per capire meglio le ragioni delle guide romane abbiamo intervistato la responsabile del coordinamento di SGTR, Francesca Maria Pedullà. A che punto siamo con l’attuazione di questa legge? Il decreto ministeriale non è stato ancora attuato ed è fermo alla Corte dei Conti. Questo momento di “vacatio legis” crea mancanza di controllo e regolamentazione e attualmente non esiste una definizione di guida turistica. Non sappiamo se siamo guide regionali o nazionali e, intanto, stiamo subendo la concorrenza degli accompagnatori di altri paesi europei che lavorano per i grandi tour operator. Gli esami di abilitazione degli altri stati
europei sono uguali a quelli italiani? No, ed è questo il problema. Per esempio in Slovenia l’esame è stato inserito adesso e sicuramente non è comparabile con quello che abbiamo sostenuto noi. Per chi abita in un altro paese comunitario sarà più facile prendere l’abilitazione. Temete l’invasione di guide comunitarie? Siamo irritati perché saremo invasi da guide residenti in paesi comunitari, che dovranno spiegare le nostre bellezze. Inoltre pensiamo che lo Stato dovrebbe tutelare la specificità del nostro lavoro. Invece molti di noi lo perderanno, il lavoro. Perché la guida turistica può essere così importante per la tutela del Bel Paese? Per quanti visitano le città d’arte, avere una guida equivale ad avere una marcia in più. Intanto una guida turistica può rendere il percorso, qualsiasi esso sia, un gradevole connubio fra tradizione, storia e arte. Per esempio la tradizionale passeggiata al centro di Roma può essere arricchita da una sosta al Caffè Greco, ambiente fondamentale per comprendere il fermento culturale della Roma tra fine Settecento e Ottocento, per non parlare di De Chirico ed artisti del Novecento che qui hanno consumato parte della loro esistenza ed esperienza professionale. Per me che sono una guida il complimento più bello è quello del visitatore che, non ancora appagato dall’esperienza, si augura di tornare presto. f.t e a.g.
PAGINA A CURA DEGLI STUDENTI DEL MASTER DI GIORNALISMO DELL’UNIVERSITÀ LUMSA
CRONACHE
OBIETTIVO SCUOLA
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I PRECARI BOCCIANO LA RIFORMA RENZI
Presidi manager e incentivi, cosa cambierà Il disegno di legge prevede bonus formazione per i docenti, eliminazione delle classi pollaio, stage aziendali. I professori si riuniranno in assemblea il 12 aprile per dire la loro
L
a riforma della scuola, voluta dal governo Renzi, non è ancora legge. Ma quel disegno di legge, che promette l’immissione in ruolo di 100 mila precari e che dovrà essere passato al vaglio dal Parlamento, continua a suscitare malumori e scontento. Critiche e proposte di miglioramento. Per questo, il Coordinamento Precari Scuola CPS Roma sta organizzato, per domenica 12 aprile, un’assemblea nazionale, in un luogo da definire (per maggiori dettagli e per conoscere la sede dell’assemblea è possibile consultare il sito cps-roma.blogspot.it) per elaborare e proporre un diverso percorso di riforma della scuola pubblica. Ma ecco in dettaglio cosa prevede il disegno di legge, considerando che l’assunzione dei docenti precari è solo un aspetto. di Alessandro Giuliani Carta del prof, 500 euro anno per la formazione - La formazione in servizio diventa obbligatoria e coerente con il Piano triennale dell'offerta formativa della scuola e con le priorità indicate dal Miur. Ad ogni docente verrà affidato un voucher di 500 euro, da utilizzare per l'aggiornamento attraverso l'acquisto di libri, testi, strumenti digitali, iscrizione a corsi, l'ingresso a mostre ed eventi culturali. Nel 2015 la dotazione finanziaria complessiva per gli insegnanti degli istituti statali è incrementata di 544,18 milioni. Nel 2016 l'incremento sarà di 1,8 miliardi, fino a 2,2 miliardi dal 2025. Il ddl nel suo complesso viene finanziato da un miliardo nel 2015 e da tre miliardi dal 2016, stanziati dalla legge di stabilità dell'anno 2014. Il preside sceglierà la sua “squadra” di docenti - Per farlo si affiderà ad albi territoriali, costituiti dagli Uffici Scolastici Regionali. Il dirigente scolastico potrà individuare la persona più adatta senza automatismi. Negli albi confluiranno i docenti assunti nel primo anno attraverso il piano straordinario di assunzioni e poi tramite concorsi. Gli incarichi affidati saranno resi pubblici. Il dirigente scolastico può individuare percorsi formativi e iniziative per un maggior coinvolgimento degli studenti nonché una valorizzazione del merito scolastico e dei talenti, utilizzando anche finanziamenti esterni, comprese sponsorizzazioni, fermi restando gli obblighi di trasparenza delle procedure. Dodici milioni per il 2015 e 35 milioni annui a decorrere dal 2016: è l'incremento del "Fondo unico nazionale per la retribuzione della posizione, fissa e variabile e della retribuzione di risultato" dei presidi, previsto dal ddl "La buona scuola", in relazione alle nuove competenze attribuite ai dirigenti scolastici. Detraibili 400 euro l'anno per le paritarie, ma non tutte - Per ciascun alunno sono detraibili non più di 400 euro l'anno per la frequenza di scuole paritarie, da quelle d’infanzia fino alle medie. Oltre 100 mila docenti assunti a settembre, Gae esaurite - Il ddl dà il via libera ad un piano straordinario di assunzioni (100 mila) per il 2015/2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l'organico dell'autonomia. Si attingerà dalle graduatorie a esaurimento e dai vincitori del concorso 2012. Dopo si assumerà solo per concorso. Sono esclusi per ora i 23 mila docenti della scuola dell'infanzia, per i quali è necessario coinvolgere i comuni. Le assunzioni saranno inserite nella delega e avranno un anno di tempo con il progetto 0-6. Scatti anzianità salvi, 200 milioni per il merito - Gli aumenti di stipendio automatici non saranno cancellati. I fondi destinati ai meritevoli, 200 milioni complessivi, dovrebbero andare direttamente alle scuole: sarà cura del dirigente scolastico destinarli al personale con maggiore capacità e competenza.
Le proposte degli insegnanti 1 - Ritiro della riforma Buona Scuola. 2 - Sostegno alla Lip (ora Ddl 1583 al Senato e 2630 alla Camera) che prevede: l'investimento nella scuola del 6% del Pil nazionale (in linea con quanto in media investono i paesi UE); l'obbligo scolastico a 18 anni; il ripristino del tempo pieno e del tempo prolungato, classi di non più di 22 alunni (numero che diminuisce in presenza di alunni con disabilità); l'abrogazione della riforma Gelmini; una scuola finanziata interamente dallo Stato. 3 - Rispetto della centralità della libertà dell'insegnamento e del dibattito a scuola. L'ingresso di capitali, interessi e pratiche di tirocinio in imprese private è poco utile al processo educativo e si delinea come potenzialmente dannoso agli equilibri di gestione interna delle scuole e alla libertà di insegnamento.
5 - Immissione in ruolo completa dei docenti (tutti i 148 mila precari delle GAE, tutti quelli delle GI che hanno maturato i 36 mesi di servizio, gli idonei ultimo concorso) entro settembre 2015. 6 - Il rispetto, per gli immessi in ruolo, di quanto stabilito dal CCNL scuola, con il ripristino degli scatti di anzianità soppressi, il riconoscimento dei diritti pregressi degli abilitati di scuola dell'infanzia e primaria ante 2002 e il ritiro di ogni ipotesi di mobilità del personale verso altre province o regioni, nonché di demansionamento, ovvero utilizzazione su classi di concorso "affini" e su differenti posizioni lavorative (docenti assunti nelle posizioni degli ATA). 7 - Stabilizzazione graduale dei precari recentemente abilitati tramite percorsi TFA e PAS e tramite laurea in Scienze della formazione.
4 - Aumento sostanziale del numero di cattedre tramite: cancellazione dei tagli della riforma Gelmini e diminuzione numero alunni per classe; cancellazionedella riforma Fornero sulle pensioni.
8 - Istituzione di graduatorie dei non abilitati con percorsi abilitanti da attivare gratuitamente e senza selezione per chi abbia maturato almeno 2 anni di contratti a tempo determinato.
Fisco amico e detraibilità per donazioni e promozioni - Il 5 per mille potrà essere destinato anche alle scuole. Con lo "school bonus" invece chi farà donazioni a favore delle scuole per la costruzione di nuovi edifici, per la manutenzione, per la promozione di progetti dedicati all'occupabilità degli studenti, avrà un beneficio fiscale (credito di imposta al 65%) in sede di dichiarazione dei redditi. Piano digitale: 120 milioni in due anni - Al Piano nazionale scuola digitale vanno 90 milioni "già destinati nell'esercizio 2014 sul fondo" per il finan-
ziamento delle istituzioni scolastiche e "a decorrere dal 2016 è autorizzata la spesa di 30 milioni". Scuola più autonoma - Più strumenti ai presidi per gestire le risorse umane, tecnologiche e finanziarie. Le scuole avranno un organico potenziato (garantito dal piano straordinario di assunzioni) per coprire le cattedre vacanti, rispondere alle nuove esigenze didattiche, organizzative e progettuali, potenziare l'offerta formativa, fronteggiare la dispersione scolastica, eliminare le supplenze. Le scuole potranno indicare il loro fabbisogno di docenti e strumenti per attuare i
Piani dell'offerta formativa, che diventano triennali e sono predisposti dai presidi, sentiti gli insegnanti, il Consiglio di istituto e le realtà territoriali. Verrà istituito anche un Portale unico dei dati della scuola con la pubblicazione di tutti i dati relativi al sistema di istruzione Più ore di arte e inglese - Si potenziano le competenze linguistiche: in particolare l'italiano per gli studenti stranieri e l'inglese per tutti (anche con materie generaliste insegnate in lingua, Clil). Più spazio anche ad arte, musica, diritto, economia, discipline motorie. Si guarda al futuro attraverso lo sviluppo delle competenze digitali degli studenti e alle superiori il curriculum diventa flessibile: le scuole attiveranno materie opzionali per le esigenze degli studenti. Stage, 400 ore in azienda (200 nei licei) e laboratori pomeridiani - Riguarda gli studenti dell'ultimo triennio dei tecnici e dei professionali: quindi tra le 60 e le 70 ore di alternanza scuolalavoro ogni anno. Mentre nei licei sono previste 200 ore complessive. Gli stage si faranno in azienda, ma anche in enti pubblici. A disposizione un fondo, a regime, di 100 milioni all'anno a partire dal 2016 (quest'anno era sceso a circa 11 milioni). Per innovazione didattica e laboratori territoriali, aperti anche di pomeriggio, sono stanziati invece subito 90 milioni. Bando edilizia: 40 milioni per verificare i controsoffitti - Il ddl prevede un bando per la costruzione di scuole altamente innovative, dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, scuole green e caratterizzate da nuovi ambienti di apprendimento digitali. L'Osservatorio per l'edilizia scolastica, istituito presso il Miur, coordinerà strategie e risorse per gli interventi. Vengono recuperate risorse precedentemente non spese da investire sulla sicurezza degli edifici. Stanziati 40 milioni per finanziare indagini diagnostiche sui controsoffitti delle scuole. Con l’organico funzionale, stop alle classi “pollaio”- Le classi troppo numerose non ci saranno più. I presidi hanno il potere di derogare alle regole attuali: utilizzando l'organico in modo flessibile potranno evitare la formazione delle cosiddette classi “pollaio”. Tuttavia per il prossimo anno scolastico gli organici rimarranno immutati.
Speciale
ANNO I SUPPLEMENTO AL NUMERO 11
Kung Fu e riabilitazione, culture a confronto (a cura di Anna Spoltore)
pagina 10
FU E RIABILITAZIONE,LE ANTICHE RADICI CULTURE A CONFRONTO KUNG DI UN CONNUBIO ANCORA VALIDO NEL TERZO MILLENNIO
I ricorsi della storia di Anna Spoltore
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ualche anno fa, all’inizio delle mie attività didattiche, la curiosità di conoscere le origini dell’esercizio terapeutico mi portò a iniziare una ricerca in materia. Non trovai materiale soddisfacente fino a quando mi sono imbattuta nella preziosa scoperta del libro di Sidney Licht “L’esercizio terapeutico” (Longanesi & C. – Milano 1971) che diede molte risposte alle mie curiosità. Su questo storico e ormai introvabile libro Licht pubblicò, nel capitolo XVIII, un lungo e dettagliato resoconto dell’evoluzione scientifica dell’esercizio terapeutico partendo dai primordi fino ad arrivare al diciannovesimo secolo intersecandola con le culture e le tradizioni storiche imperanti nei vari secoli. Rimasi molto colpita, anzi meravigliata, della ricostruzione che fece e, soprattutto, dalla precisa correlazione storia-evoluzione scientifica che riuscì a dimostrare. l Maestro SHI YAN HUI, monaco Shaolin di 34° Generazione, è nato nel Quella lettura fu per me 1980 in Cina nella provincia dell’Henan. Nel 1989 inizia a studiare il GONG illuminante soprattutto FU (KUNG FU), il CHAN (MEDITAZIONE BUDDHISTA) e la MEDICINA TRA- perché mi dimostrò DIZIONALE CINESE nel TEMPIO SHAOLIN e diventa discepolo dell’Abate SHI quello che cercavo ovvero che il ruolo e l’imporYONG XIN. Dall’età di nove anni ha studiato e si è allenato duramente per più di otto ore tanza dell’esercizio al giorno insieme ai monaci guerrieri del Tempio con metodi d’insegnamento terapeutico hanno radici antiche! molto severi, come richiede la cultura di Shaolin. Esperto di Shaolin tradizionale (Luo Han Quan, Da Hong Quan, Xiao Hong L’autore, riferendosi a un Quan ecc.), delle 18 armi del Kung Fu, Stile dell’Ubriaco (Zui Kung Fu), Stili articolo di L. Mac Auliffe degli Animali (Serpente, Tigre, Scimmia, Mantide Religiosa, Aquila), Medi- – La thérapeutique physitazione e Tecniche per la salute del corpo (Ba Duan Jin, Yi Jin Jing, Qigong, que d’autrefois, Paris, Medicina Tradizionale Cinese), Tecniche Interne ed Esterne (Nei Wai), Shao- 1904 – scrisse che l’esempio più antico di lin Moderno, Sanda (Combattimento Cinese). All’età di diciotto anni diventa monaco guerriero e insieme all’abate Shi Yong esercizio terapeutico riXin è stato in diverse nazioni per diffondere la cultura di Shaolin e per favorire sale al Kung Fu dell’Antica Cina costituito da l’amicizia tra diverse nazioni. Alla fine del 2007 il Maestro Shi Yong Xin, Abate del Tempio di Shaolin, lo ha una serie di posizioni e incaricato di diffondere in Italia la cultura di Shaolin, in qualità di unico rap- movimenti rituali prescritti dai sacerdoti per il presentante. Nel 2010 ha costituito l’Associazione Shaolin Quan Fa per avvicinare ogni ap- sollievo del dolore e di passionato della cultura Shaolin: questo ha permesso a molte scuole di arti altri sintomi. marziali presenti in Italia di affiliarsi e di seguire il programma e il metodo Partendo da questa considerazione Licht dimodel maestro Shi Yan Hui. Da quando è nata l’Associazione, il Maestro ha tenuto numerosi stage di Cha, strò come, con il passare arti marziali, benessere della salute, qigong e medicina tradizionale cinese dei secoli, l’esercizio terain tutta Italia sia con scuole affiliate sia con scuole esterne all’Associazione. peutico assunse sempre Nel 2014 il maestro Shi Yan Hui ha organizzato una conferenza dal titolo “La maggiore connotazione medicina dello Chan, regola la mente cura le malattie e mantiene in salute”. scientifica e specialistica fino al raggiungimento,
IL MAESTRO SHI YAN HUI
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aggiungiamo noi, del significato attuale che prevede, attraverso il suo corretto utilizzo da parte del riabilitatore, di raggiungere lo scopo di influenzare positivamente i processi di recupero per favorire modificazioni migliori di quelle stereotipie motorie che potrebbero emergere spontaneamente in seguito ad una determinata patologia. Per raggiungere quest’accezione sono passati un bel po’ di secoli…! Oggi, in pieno ventunesimo secolo, si torna a parlare di connubio Kung Fu e riabilitazione grazie ad un’illuminata intuizione del Direttore Generale della Fondazione Santa Lucia, Dott. Luigi Amadio, che ha voluto approfondire il tema attraverso la stipula di un accordo di studio tra l’Istituto che dirige, affermata eccellenza internazionale nel campo della ricerca nelle neuroscienze, e il rappresentante in Italia del Tempio di Shaolin, il maestro guerriero Shi Yan Hui. Lo studio è nato come “culture a confronto”, per
usare una frase abusata ma significativa, e prosegue come “culture che si integrano”. Dai primi interessanti risultati che emergono da questo insolito connubio di esperienze tra una cultura scientifica di indirizzo occidentale e quella secolare di cultura Shaolin emerge già chiaro che l’integrazione, tra tecniche di meditazione ed esercizi fisici come quelli presentati dal maestro Shi Yan Hui e le moderne tecniche riabilitative, può camminare di pari passo. Ognuna delle due parti ci mette il proprio sapere, si integrano terminologia, strumenti usati e valutazione dei risultati rispetto ai secoli intercorsi, ma la bontà dello studio è da ricollegarsi al raggiungimento dei migliori benefici possibili per il malato.
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CHAN E WU
GLI ALLENAMENTI CHE UNISCONO IL CORPO E LA MENTE
Arti marziali e meditazione indicano la via della saggezza
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a cultura Shaolin è uno degli elementi fondamentali che formano la cultura tradizionale cinese. Essa si è formata nell’arco di più di 1500 anni di storia. Il tempio Shaolin è la culla dello Chan. La cultura Shaolin è basata principalmente sulla filosofia Chan ed è composta anche dalla cultura di Chan Wu (Chan applicato alle arti marziali), della medicina buddista, dell’arte e cultura cinese del thè, ecc. Il Kung Fu Shaolin è una componente della cultura Shaolin, ma il suo nucleo è lo Chan. La meditazione Chan è un metodo di allenamento semplice ma pieno di saggezza e può risolvere tanti nostri problemi interiori. Il Kung Fu Shaolin è espressione della cultura Shaolin. La pratica del Kung Fu Shaolin è un metodo che facilita la comprensione della cultura stessa di Shaolin. Attraverso l’allenamento con il Kung Fu si può arrivare a irrobustire il fisico e accrescere la salute. Attraverso la meditazione Chan si può migliorare il proprio carattere, cambiare in meglio il proprio stato d’animo e assimilare la saggezza dello Chan buddista. Il Kung Fu Shaolin integrato con il Chan, costituiscono insieme un formidabile metodo di allenamento, essi sono strettamente collegati tra di loro, sono complementari e si aiutano a vicenda. Tale allenamento è molto utile per la nostra vita alla ricerca della saggezza. Concretamente il Tempio Shaolin, per diffondere la propria cultura all’esterno del monastero, si basa principalmente sul confronto che si fonda sul dialogo e sugli scambi culturali, auspicando che si possano condividere i concetti e princìpi della cultura Shaolin come la compassione, l’uguaglianza, l’integrazione, l’armonia, ecc. Così facendo, si migliora la salute della gente e se ne favorisce la pace. Di conseguenza, la speranza è che tutti possano sostenere lo sviluppo della cultura Shaolin e favorire l’armonia della società. La vita quotidiana dei monaci Shaolin è molto regolare, perché di per sé la vita è un allenamento, di conseguenza, il nostro lavoro e la vita rappresentano già in sé un Kung Fu. Quando si parla di Kung Fu Shaolin e di Chan, in realtà, parliamo di un unico insieme formato dal Chan e dal Wu. Sia il Chan sia il Wu, rappresentano un’efficiente tecnica d’incremento del proprio livello di consapevolezza, ma se si pratica indipendentemente il Kung Fu Shaolin o il Chan, bisogna unire entrambi alla fede religiosa, all’etica nella vita, soprattutto nell’allenamento a divieti e privazioni (come ad esempio nella vita dei monaci). L’insieme di Chan e Wu, non significa semplicemente unire il Kung Fu con la meditazione, ma si riferisce a quando il Kung Fu Shaolin diventa un metodo che facilita la comprensione dello Chan buddista, ponendo fine al dubbio che le persone spesso hanno a suo riguardo. Si apre, così, una strada per gli uomini comuni che li possa rendere in grado di praticare allenamenti che uniscono il corpo e la mente, percorrendo tale percorso con una mente illuminata, un carattere ben delineato e un’interiorità progredita ed elevata. Questo percorso di realizzazione nella vita è caratterizzato dalla compassione e dall’uguaglianza ed è creato proprio da Buddha. Tutti possono avere una condotta buddista, solo superando o eliminando i limiti del proprio livello di consapevolezza, quindi tutti possono diventare Buddha.
Il tempio Shaolin (495 D.C), dove tutto ebbe inizio
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l tempio Shaolin è stato fondato nel 495 D.C. sotto il diciannovesimo anno di governo Taihe, dell’imperatore Xiao Wendi, della dinastia Beiwei. Esso è stato costruito per ricordare il monaco indiano Batuo e, poiché il tempio si trova in mezzo alla foresta (lin) della montagna Shaoshi, di conseguenza, fu nominato “Shaolin”. Batuo è stato il primo monaco che giunse al tempio Shaolin. Egli, nel tempio, si concentrò a tradurre i testi buddisti e ad accettare centinaia di persone come propri discepoli. In seguito, Bodhidharma Yiwei, arrivò sulla montagna Songshan attraversando il fiume e rimase dentro la grotta Wurufeng, situata dietro il tempio Shaolin, per ben nove anni e fondò il Chan della religione buddhista. Egli, è stato nominato fondatore dello Chan e il tempio Shaolin è stato denominato come “Casa materna dello Chan”.
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RAGGIUNGERE UNA FORZA CHE SUPERA I LIMITI IN PRIMO PIANO L'OBIETTIVO: UMANI E IL MASSIMO DI CONSAPEVOLEZZ E SAGGEZZA
Il Kung Fu di Shaolin
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l Kung Fu di Shaolin si basa sui principi del Buddhismo Chan e, i monaci del tempio di Shaolin, attraverso la pratica delle arti marziali, esternamente, ne esprimono pienamente la complessità. Il profondo contenuto culturale espresso dal Kung Fu di Shaolin si deve alla saggezza dello Chan e si esprime con un percorso di approfondimento tramite l’allenamento con l’obiettivo di raggiungere una forza che supera i limiti umani e il massimo livello di consapevolezza e saggezza. Ciò rappresenta il fondamento ben radicato che rende il Kung Fu di Shaolin un’arte marziale così grandiosa e ciò costituisce anche la particolarità che lo contraddistingue dalle altre arti marziali. Il Kung Fu di Shaolin è un Wushù Chan (Wushù Chan = Arte marziale Chan = Chan Wu) Cos’è il Wushù Chan? Esso è una via a disposizione di tutti coloro che intendono praticare il Wushù, costituito da tecniche di allenamento e da un metodo che ha come fine il raggiungimento della saggezza Chan e, quindi, della conoscenza di se stessi. Il Kung Fu di Shaolin non è quindi costituito solamente da una serie di movimenti e forme, ma è formato da un metodo, che si basa sulla saggezza, sulla salute e su una retta condotta di vita. Il Wushù Chan non è esprimibile con le parole, ma lavora dentro le persone e le fa progredire passo dopo passo, finché un giorno, potranno comprendere pienamente in che cosa consista il Wushù Chan. Comprendere un concetto profondo di un qualcosa che si esprime attraverso le forme marziali, non è per niente facile ed ecco perché, chi pratica con me-
ARTI MARZIALI
todo una forma da vent’anni, esprime un livello completamente diverso rispetto a un principiante, nonostante la sequenza dei movimenti sia la stessa. Nel Wushù Chan, quindi, solo dopo aver compreso i movimenti e il significato delle forme, avrà inizio un percorso di avanzamento di livello di consapevolezza. Il livello massimo del Kung Fu di Shaolin è arrivare al risveglio della consapevolezza e ciò rappresenta anche il senso fondamentale dello Chan, cioè arrivare alla conoscenza di se stessi ovvero a ciò che si chiama “Wu”. Liuzu disse “Se si è di buon cuore, se la conoscenza di se stessi è profonda e la capacità si comprensione è illuminata, allora si può divenire Buddha”. Dopo aver superato le preoccupazioni della vita e della morte, l’uomo scopre il proprio aspetto originario, vedendo tutto per quello che è e raggiunge un’elevata consapevolezza che si chiama “conoscenza di se stessi” che è proprio di Buddha. L’obiettivo finale del Wushù Chan, è proprio raggiungere lo stato dello Chan in cui si conosce se stessi. La strada per arrivare a tale obiettivo, è allenare “l’imperturbabilità mentale” attraverso il Kung Fu di Shaolin e arrivare alla “fermezza interiore” ed è anche quello che dicono i libri del Sutra. Essa esteriormente, nelle arti marziali, si manifesta con il non esprimere intenzioni ed emozioni tramite il volto e questo significa non essere influenzati dall’esteriorità in quanto, interno ed esterno, sono espressione di un’unica realtà che ha la funzione di rendere i movimenti impossibili da prevedere. Se non si arriva alla fermezza interiore, in caso di situazioni “di vita o di morte”, se la mente entra in confusione, allora anche le mani e i piedi avranno lo stesso problema e ciò equivarrebbe a non aver mai praticato il Kung Fu. Nell’antichità c’era un uomo, di cui si racconta, che riusciva sempre a centrare in pieno il bersaglio con le frecce che scoccava dal suo arco e credeva di essere il miglior arciere del mondo. Un giorno, incontrò un maestro Chan che lo sfidò a gareggiare con lui e lo portò d’innanzi ad una altissima rupe. Il maestro sull’orlo della rupe, tirò una freccia con
gano più difficili da gestire. Questa è una considerazione veramente inutile.
molta tranquillità, poi girò la testa per vedere l’arciere e lo vide accasciato a terra tremante. Di conseguenza, allenare la fermezza interiore, fa in modo che si diventi imperturbabili nei confronti della vita o della morte e, quindi, non si avranno più paure. Non avere paura della morte, non significa, però non amare la vita, ma anzi è una maniera più profonda di amare. Imparare ad amare la vita, epurata da problemi, paure, dolori e attaccamento a cose inutili, cosa che ne fa apprezzare la bellezza, questo è il vero obiettivo dello Chan! Il Wushù Chan, è una via che porta alla fermezza interiore e da questa si arriva alla fine a conoscere se stessi e, oltre al metodo di allenamento e ai principi del Buddismo Chan, è costituito anche dall'impego della meditazione. Nel 2005, il Kung Fu di Shaolin è stato candidato per il riconoscimento come Patrimonio orale e immateriale dell'umanità. Ciò che il Monastero di Shaolin ha presentato è il Kung Fu, non le arti marziali in genere. Il Wushù Chan, è un percorso che rende il Kung Fu di Shaolin parte integrante dello Chan ed è anche parte di tutta la storia del Tempio Shaolin. L’obiettivo di tale allenamento, è quello di cambiare completamente il comportamento e il carattere di una persona. Ecco perché, il Kung Fu di Shaolin non mette al primo posto il vincere sempre, anzi, richiede che le persone eliminino questo pensiero di vincere a tutti i costi come pure di abbandonare pensieri mondani e problemi. La mente deve essere tranquilla come l’acqua che scorre e arrivare a uno stato in cui non ci sono pensieri e preoccupazioni e solo così si può arrivare al più alto livello del Wu.
sta considerazione è sbagliata. L’allenamento con il Kung Fu, non è discrimi-
Bambini e adolescenti, grandi benefici per il fisico e per il carattere
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a maggior parte delle persone conosce il Kung Fu grazie ai libri e ai film di arti marziali oppure grazie ai famosi attori come Bruce Lee, Jackie Chang, Jet Li ecc. In realtà, cos’è effettivamente il Kung Fu? Tante persone non lo conoscono profondamente. Adesso, numerosi genitori cominciano a capire l’importanza del Kung Fu per irrobustire il fisico dei propri figli e iniziano a portarli più comunemente nelle scuole di arti marziali. Di seguito descriveremo come i bambini imparano le arti marziali e che effetto hanno queste ultime sulla loro crescita. Tanti genitori si preoccupano quando il figlio ha un fisico fragile e privo di resistenza ma, l’allenamento del Kung Fu può irrobustirlo, cosa molto più evidente nel caso di bambini obesi o che hanno un fisico molto debole. Infatti, dopo aver praticato per un po’ di tempo il Kung Fu, si vede evidentemente che il corpo si è irrobustito e si ha più ‘spirito’ nel fare le cose. I vantaggi per i bambini derivati dall’allenamento con il Kung Fu sono tanti, come: migliorare il coordinamento, il senso d’orientamento, la capacità riflessiva, la resistenza al dolore e alla fatica, il rispetto degli insegnati o più in generale un maggiore senso etico. Tutto ciò deriva da una cultura tradizionale millenaria. Sono difficili da controllare i bambini che praticano il Kung Fu? Alcuni genitori sono preoccupati del fatto che i propri figli sono già di per sé molto vivaci e si muovono tanto, e temono che praticando il Kung Fu, diven-
Essere vivaci e muoversi tanto, sono due caratteristiche tipiche dei bambini. Anche se alcuni bambini sembrano particolarmente difficili da gestire, questa problematica è dovuta solo al fatto che i bambini non hanno autocontrollo. Il Kung Fu riguarda sia la parte esteriore sia quella interiore e incrementa entrambe le componenti e ciò aiuta i bambini a capire e ad accrescere il proprio autocontrollo. In Cina si dice “Prima di imparare il Kung Fu, occorre prima imparare a comportarsi eticamente”. Il Kung Fu insegna l’etica e le buone maniere, come: il rispetto per le persone, la generosità verso gli altri, la serietà e severità nei propri confronti, ecc. Avere una buona salute è il presupposto di tutte le cose e azioni. L’allenamento adeguato può non solo irrobustire il fisico dei bambini, ma migliorare anche la loro resistenza e forza di volontà. Allenare e ripetere continuamente la sequenza delle forme, può migliorare la memoria, la concentrazione e aiuta molto nello studio e nell’approfondimento della cultura. Lo studio della cultura è un’attività statica mentre il Kung Fu è un’attività dinamica, se questi due studi vengono equamente distribuiti unendo adeguatamente la staticità e il dinamismo, si può rafforzare il fisico dei bambini, senza troppa fatica e ciò contribuisce a renderli felici e ad avere uno sviluppo equilibrato. Le ragazze non sono meno brave rispetto ai ragazzi nella pratica del Kuna Fu. Tanti genitori credono che sia più opportuno per figli maschi la pratica del Kung Fu, mentre preferiscono che le figlie femmine prendano lezione di danza. Que-
nante, ma adatto sia all’uomo sia alla donna, infatti, avere una buona salute, è importante sia per maschi sia per femmine. Anzi, per le ragazze, l’allenamento aiuta a eliminare la fragilità e a superare la timidezza, migliorando sia la bellezza del corpo sia il temperamento e l’interiorità. ASPETTI CHE MERITANO PARTICOLARE ATTENZIONE QUANDO SI ALLENANO BAMBINI Innanzitutto, occorre chiarire loro il motivo dell’allenamento. I genitori mandano i figli a imparare il Kung Fu soprattutto per irrobustire il loro fisico o per autodifesa, ma se i bambini pensano o viene fatto loro pensare che imparare il Kung Fu, serve solo per poter mangiare di più, ammalarsi di meno e non essere presi in giro dagli altri, sarà difficile per loro capire la profonda cultura che c’è dietro il Kung Fu cinese. I genitori, quindi, devono farne conoscere ai figli il contenuto e i concetti spirituali, così i bambini riescono meglio a comprendere il Kung Fu, avere più interesse e, di conseguenza, migliorare la qualità di tale studio. Inoltre, bisogna insegnare ai figli che, dopo aver praticato il Kung Fu, non possono prendere in giro i più deboli per mettere in atto quello che hanno imparato solo per vantarsi e dimostrare di essere bravi. GRADUALITÀ I bambini, quando imparano il Kung Fu, devono seguire delle regole partendo da quelle più facili per arrivare a quelle più difficili. I bambini principianti, non hanno una buona capacità di studio e non sono atletici, quindi bisogna iniziare dalle forme facili e non si può correre troppo. Dopo aver imparato bene i fon-
damentali, si può sce AVERE UNA POSTUR Per i bambini, dato ch la possibilità di correg importante. Se i bam cifotica (vertebre tora fluenzando negativam ordinamento ed e concentrazione, la me in maniera evidente. T imparare il Kung Fu. Q care il Kung Fu.
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“Senza inizio e senza fine, senza interno ed esterni Chiamalo pure buddhismo”
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uando si parla di Chan, sembra che molti lo conoscano, ma sembra anche che pochi lo comprendano veramente ed esso può sembrare misterioso, ma anche molto comune. Tutte le teorie hanno un contesto preciso, come abbiamo studiato in fisica e in chimica, queste materie hanno delle regole, che però esistono a determinate condizioni. Per esempio, la molla, se si tira oltre il suo limite di elasticità, non torna più come prima. Oltre quella data condizione, quindi, la regola non è più vera. Il Buddhismo, essendo una teoria, anch’esso ha un contesto, ovvero il tempo e lo spazio. In Cina, nelle scuole, da piccoli si studia il “Classico dei tre caratteri (San zi jing)” e anche nel Buddhismo esiste il Classico dei Tre Caratteri: “Senza inizio e fine, senza interno ed esterno, se proprio vuoi chiamarlo con un nome, questo è Buddhismo”. Ciò indica la mancanza di confini e limiti per l’apprendimento, la comprensione e il campo d’azione del Dharma, che include, quindi, tutto e tutti. Di conseguenza, tutti noi abbiamo la possibilità di conoscerlo, ma dobbiamo sentire dentro di noi questa legge universale per comprendere i
egliere un programma adatto ai bambini. RA CORRETTA. e le ossa non sono completamente formate, si ha ancora ggere la postura e, averne una buona, è particolarmente mbini solitamente hanno l’abitudine di stare in posizione aciche piegate in avanti) il loro torace cambierà forma inmente la salute. Nei bambini con più di cinque anni, colasticità si sviluppano velocemente e anche la emoria, la capacità riflessiva e l’autocontrollo, migliorano Tutte queste cose costituiscono un buon presupposto per Questo, infatti, è il momento migliore per iniziare a prati-
principi del Buddhismo Chan. Tramite l’elevazione e imperturbabilità del pensiero, si comprende cosa sia il vero tempo e spazio del Buddhismo. Che cosa vuol dire Chan? Si può semplicemente definire come metodo per raggiungere la saggezza e comprende anche un successivo ulteriore stato. Questa saggezza è la saggezza universale, dell’uomo che conosce se stesso e l’intera realtà della vita. Quando affermiamo che tutte le persone hanno in sé il Dharma del Buddhismo (essenza dello Chan), cosa intendiamo? Esso è un concetto molto astratto, ma è come affermare che esso sia come un gene che accomuna tutte le creature del mondo e i loro progenitori, e, che quindi, tutti siamo fratelli e sorelle con una madre in comune, l’universo. Tutte le religioni hanno un obiettivo comune, pur nelle differenze dei punti di vista e di profondità degli stessi. Il Dharma dello Chan vede l’intera realtà dalla vetta più alta raggiungibile ed ha, quindi, una visione la più ampia che c'è, per cui noi dobbiamo tendere a vedere la vita da questo punto di vista elevatissimo. Lo Chan è invisibile, ma le arti marziali sono movimenti semplici e serve lo Chan per completarli. La parte interna del Kung Fu e la meditazione si sono tramandate perché rappresentano il metodo migliore per comprendere lo Chan. Esistono tre gradi dello Chan Wu di Shaolin: il primo è allenare contemporaneamente lo Chan e il Wu, senza che siano in relazione fra loro; il secondo è quando Chan e Wu si uniscono, ma tale unione non è l’obiettivo, è con la pratica che si raggiunge poi alla saggezza del Dharma del Buddha cioè al terzo grado. Questi tre gradi Chan e Wu fusi insieme sono i fondamenti dello Chan Wu.
I bambini che imparano il Kung Fu, non è detto che debbano avere dei grandi risultati in questa arte marziale, ma hanno la possibilità di sviluppare una solida personalità tramite la pratica dello stesso. Nel Kung Fu, infatti, tutti i movimenti devono essere fatti tramite il coordinamento di cinque elementi: mani, occhi, busto, tecnica e passi. Durante la pratica del Kung Fu, l’elasticità, il coordinamento, la velocità, la forza, l’energia esplosiva dei bambini possono essere sviluppati. Durante il periodo della pratica ci saranno sicuramente tanti fallimenti, ma solo da questi se ne può veramente uscire con un carattere più forte e maggiormente in grado di risolvere i problemi. La gioia riguardante ogni successo, permette ai bambini di rendersi conto dei propri miglioramenti e ciò li aiuta ad avere più coraggio e autostima.
“Non cambiare la persona fisicamente, cambiane soltanto il comportamento”
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abbate del Tempio Shaolin, Shi Yong Xin, nel suo libro “Chan Lu Ji” (Libro sulla filosofia Chan) usa tre frasi per spiegare lo Chan: 1) “Chan significa non pensare ad altre cose” (L’importanza dell’imperturbabilità del pensiero); 2) “Il Chan si trova nella nostra vita quotidiana” (nel senso che ogni nostra parola deve esprimere la saggezza); 3) “Camminare, vivere, sedersi, sdraiarsi, tutto è Chan” (nel senso che ogni azione deve essere di grande levatura etico-morale). Il Chan esiste dappertutto, basta stare con la mente sgombra e tutte le persone possono comprendere, praticare e allenare il Chan utilizzando quelle tre frasi. La meditazione dello Chan non distingue il tempo e luogo, la razza, l'età, la condizione sociale e i problemi delle persone, basta avere la volontà e si può praticarla in qualsiasi luogo, consentendo di cambiare in meglio la propria interiorità, elevando la propria consapevolezza e, una volta raggiunta l'imperturbabilità, raggiungere il Wu e, quindi, diventare naturalmente Buddha. Di conseguenza dire che il Chan appartiene al Buddhismo, vuol dire che appartiene a tutta l’umanità. Il fondamento della meditazione è comunicare ininterrottamente con la propria anima, dialogare, sforzarsi per costruire nella mente una barriera che ci renda liberi dal desiderare sempre di più e dall'attaccamento a cose materiali che generano inutili sofferenze. Per iniziare ad avere il Wu, occorre compiere un percorso con il Chan Wu. Come sarà la nostra vita dopo essere diventati Buddha? Un maestro Chan dell’antichità disse: “Non cambiare la persona fisicamente, ma cambiane solo il comportamento”. Ciò vuol dire che dopo essere divenuto Buddha, la persona rimane la stessa, ma la sua mente e il suo comportamento sono cambiati. Avremo ottenuto, infatti, la saggezza attraverso la pratica costante della meditazione, una visione del mondo, più reale e, nella nostra vita, la
sensazione di migliorare sempre di più, nel fare le cose e nel proprio comportamento. Inoltre, conosceremo noi stessi e non passeremo più la vita inconsapevolmente sotto il giogo delle passioni. Tutte le persone che scelgono di meditare possono arrivare a comprendere il Wu? Ciò dipende da quanto impegno e costanza ci si mette e se si è una persona di buon cuore, allora non si mediterà tanto per farlo e sarà naturale come quando si cammina o ci si siede e, quindi, il Chan si manifesterà, saremo imperturbabili e la comprensione del Wu arriverà di conseguenza da un momento all’altro. Mentre, meditare senza costanza e convinzione, non farà mai arrivare alla comprensione del Wu. Anche il Buddha è un uomo? Sì, lo è. Buddha è un uomo che ha raggiunto il Wu. Nei libri di Buddhismo, si dice che: “ La massa è il Buddha che non ha ancora il Wu e invece Buddha è la parte della massa che ha il raggiunto il Wu”. Divenire Buddha, non significa stare nel tempio a non fare nulla, essere circondati dal fumo dell’incenso e venerati dalla gente. Neanche Buddha (Sakayamuni), che prima di raggiungere l’illuminazione, viaggiava in tutto il mondo esposto alla pioggia e al vento chiedendo l’elemosina, smise di fare quello che faceva prima, ma la sua mente ebbe un cambiamento radicale. Infatti, era illuminato ed era divenuto imperturbabile, non aveva nessun disturbo ed era nella pienezza della vita. Meditare e comprendere il Wu, non è solo per cambiare la propria vita ma serve per ripulire se stesso e la propria anima. Tutte le cose che facciamo o qualsiasi lavoro eseguiamo, sono tutte parti della pratica dello Chan ed è da queste che dobbiamo partire anche per dovere verso la società. Integrare i principi etico-morali e i fondamenti compresi con il Wu nella vita quotidiana e comportarsi di conseguenza, traendone benefici e sentendosi felici per sé e per gli altri. Questa è la strada della meditazione, questo è la strada per raggiungere il Wu e per diventare Buddha.
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RICERCA DI UN EQUILIBRIO TRA STATICITÀ DEFINIZIONI EALLA DINAMISMO, TRA CORPO E MENTE
Il vero significato del riposo
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he cosa vuole dire riposo? Riposarsi bene il fine settimana? Andare in vacanza? Spesso, più si riposa e più ci si sente stanchi. Perché, dopo che hai dormito undici ore, ti senti ancora stanco? Come mai, dopo che hai speso tanti soldi per andare in vacanza, ciò non ti fa aumentare l’entusiasmo nei confronti della vita? Molti pensano che andare nei locali con il karaoke, nei locali notturni (o pubs) e al luna park, aiuti a dimenticare i dispiaceri e quindi che, il mattino successivo, si possa iniziare la giornata con più grinta. Allora, come mai dopo il rientro a casa ci si sente ancora con un vuoto interiore? Abbiamo compreso il vero senso del termine “riposo”? Ci siamo riposati correttamente? Che cos’è per te il riposo? Dormire tanto? Svagarsi tanto? Qual è il vero senso del riposo? Esso sta nel recuperare la stanchezza e rilassarsi mentalmente. Così, quando ti concentri di nuovo per lavorare o per studiare, ti senti nuovamente pieno di energia. Se il tuo modo di riposarti non ti porta questo effetto, significa che queste modalità (vedi gli esempi su riportati), indipendentemente dal fatto che tali locali siano di richiamo o alla moda e con eventuali irresistibili attrazioni, sono tutte quante sbagliate. Interpretazione erronea del riposo 1. Dormire tanto non ha granché senso per i lavoratori che usano tanto il cervello. Dopo aver passato tutto il giorno a scrivere documenti o a effettuare presentazioni durante le riunioni per un giorno intero, ti senti distrutto e l’unica cosa che desideri è farti una bella dormita. Infatti, è nostra consuetudine, ritenere che in tali circostanze si debba consigliare: “Vai a sdraiarti un po’”. In realtà, ciò è una trappola. Il sonno è un modo molto valido per riposarsi, ma è molto efficace soprattutto per chi dorme poco, oppure per chi lavora usando tanto la forza fisica. Infatti, in tal caso, attraverso il sonno, si può recuperare una grande
quantità di energia ed eliminare le scorie accumulate nel corpo. Invece, in una persona che sta tanto tempo seduta in ufficio, il cervello si trova in uno stato attivo ed eccitato, ma il corpo invece, si trova in uno stato molto meno dinamico. In quest’altro caso, il sonno non produce un effetto così benefico per il cervello, in quanto ciò che occorre per recuperare l’energia fisica non è la “staticità”, ma il “dinamismo” del corpo. 2. Dormire tanto non produce grandi benefici per chi ha una stanchezza eccessiva. Per stanchezza eccessiva s’intende ad esempio:
1. Quando ripetere numerose volte lo stesso movimento provoca una rigidità ad alcuni muscoli e/o tendini, e di conseguenza, il sangue e il Qi non riescono a fluire in maniera scorrevole. 2. Attraverso una qualsiasi posizione “statica”, come stare per lungo tempo in piedi, seduti, sdraiati, ecc., si provoca un irrigidimento di alcuni muscoli e tendini, e, di conseguenza, si creano degli ostacoli alla circolazione del sangue e del Qi e, soprattutto, la nostra colonna vertebrale è soggetta ad affaticarsi eccessivamente. Anche in questo caso, per recuperare le energie, non serve la “staticità”, anzi, essa può peggiorare la situazione, ma serve un movimento armonioso che estenda i tendini e i muscoli lungo i meridiani del corpo, facendo circolare meglio il sangue e il Qi, e, così facendo, riuscire a eliminare realmente la stanchezza. 3. Per “dinamismo” non s’intende la pratica sportiva. Tutti gli Sport seguono una disciplina o delle regole di gioco. Il dinamismo
che intendiamo qui è: utilizzare le dinamiche interne per dare impulso al movimento esterno e usare questo per stimolare la circolazione interna (sangue e Qi). Ogni movimento corretto avviene tramite l’unione tra: regolazione del respiro, intenzione e coordinamento di tutto il corpo ed è necessario che si giunga a un’unione tra il dinamismo e staticità interni ed esterni. Occorre però considerare che, i movimenti troppo veementi, possono portare facilmente allo stiramento dei muscoli. Come se, dopo che un ramo si è seccato gradualmente con il tempo, se il vento spirasse un po’ più forte, lo potrebbe spezzare facendolo cadere, e, in tal caso, noi tenderemmo a incolpare al vento, ma non cercheremmo di comprendere a monte la causa che ha fatto si che il ramo si seccasse. Parimenti, nella nostra vita quotidiana, l’accumulo delle stanchezze può provocare tante malattie, e, in tal caso, noi tenderemmo a dare la colpa alle malattie ma non alle cause delle stesse. Di conseguenza, il vero “dinamismo” può eliminare e diminuire la stanchezza, permettendo al sangue e al Qi di scorrere senza ostacoli, rendendo la persona piena di energia e vitalità. 4. La nostra conoscenza nei confronti della “staticità e dinamismo” del corpo e della mente. Tante persone si rendono conto che esiste la staticità e dinamismo del corpo, ma non sanno che ciò vale anche per la mente. Per chi è più dinamico con il corpo quando lavora, la sua attività è dinamismo, mentre la staticità è costituita dal riposo. Invece, per chi è più attivo con la mente, il pensare è dinamismo, il non pensare è staticità. Il corpo, si può riposare durante la notte, ma si può anche riposare durante il giorno. La maggior parte delle persone lavora otto ore e il resto del tempo le serve per il riposo, inoltre, anche durante quelle otto ore di lavoro, ci sono delle pause di riposo. Invece, la nostra mente, solo durante il sonno non pensa, mentre, nelle sedici ore rimanenti non si ferma mai di pensare, e in più, durante il sonno, la mente può sognare. Per cui, di conseguenza, il corpo è più statico e la mente è più dinamica, inoltre, non essendoci un equilibrio tra i due, di conseguenza, ci ammaliamo spesso. Solo con un equilibrio tra staticità e dinamismo, del corpo e della mente, si può veramente fare in modo di irrobustirsi. L’Yijinjing di Shaolin e la meditazione sono i due modi più efficaci per equilibrare armoniosamente la staticità e il dinamismo del corpo e della mente.
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IL METODO PER CONSERVARE LA SALUTE MEDICINA SECONDO LE TECNICHE DELLO SHAOLIN
Il significato dello Yijinjing
I
l metodo di mantenimento della salute secondo le tecniche dello Shaolin, lo Yijinjing è una perla appartenente al patrimonio della cultura del Qigong cinese. Ha una storia antichissima, piace molto alla gente, ed anche assai apprezzato dagli esperti delle arti marziali. Nella Cina antica, per gli esperti dello Yijinjing, la vera forza dell’uomo era rappresentata dallo sviluppo equilibrato tra “l’energia interna” e “la potenza esterna”. Si diceva che: “Il Jin, i muscoli, il sangue e i vasi sanguigni sono tutti elementi visibili, di conseguenza, regolano l’esterno; lo Jing (il germe della vita, tra cui il liquido seminale), il Qi (energia interna) e lo Shen (spirito, forza vitale) sono elementi invisibili, di conseguenza, regolano l’interno”. “per energia interna s’intende la resistenza, mentre per potenza esterna s’intende il coraggio. Senza resistenza il coraggio, non è vero coraggio e senza coraggio la resistenza, non è vera resistenza”. Nello Yijinjing, la parola cinese Yi significa cambiare o trasformare. La parola Jin, nella medicina tradizionale cinese, è descritta come di seguito: “Il Jin e i meridiani di tutto il corpo, è tutto ciò che si trova fuori dalle ossa e all’interno dei muscoli. Tra le ossa e gli arti, non c’è posto senza Jin e
meridiani. Essi mettono in collegamento tutto il corpo, fanno circolare il sangue in tutto il corpo, sono l’ausiliario dello Jing e dello Shen”. Per esempio, “le spalle possono sostenere dei pesi, le mani possono afferrare, i piedi possono servire a camminare, l’agilità delle persone, è dovuta alla integrità dello Jin”. Lo Jin, di conseguenza determina sia l’aspetto fisico sia le funzionalità del corpo. La parola Jing significa “classico” . In poche parole, lo Yijinjing è una tecnica classica, particolare e unica che può permettere di migliorare il Jin, le ossa e la pelle del proprio corpo, determinando un cambiamento sostanziale. Può inoltre incrementare le potenzialità del corpo, regolarizzare il funzionamento degli organi interni, prevenire le malattie e favorire la longevità delle persone. Lo Yijining Il mantenimento della salute secondo i principi dello Yijinjing include tre tecniche: il coordinamento del corpo, il controllo del respiro e della mente. Attraverso tali tecniche, si può raggiungere l’obiettivo di allenare il corpo e la psiche. L’allenamento dello Yijinjing, infatti, permette di allungare i tendini e regolare la postura. Inoltre, esso, usando il Qigong come guida del Qi nel corpo, permette ai tendini induriti e cotratti di allungarsi, permette alle ossa di rilassarsi una per una, consente al
corpo di rinforzarsi, rende la persona vitale e attiva, e, tutto ciò, per ottenere come risultato finale, quello di una corretta postura, la morbidezza del Jin e la scorrevolezza del Qi. Lo Yijinjing, guardandolo dall’esterno, è una tecnica molto facile, infatti, si tratta di un insieme molto semplice di movimenti combinati. In realtà, esso contiene tanti altri significati molto profondi, perché: per il rilassamento della mente, bisognerebbe unire la teoria del Chan, e, per ottenere il risultato finale di scorrevolezza del Qi, della morbidezza dello Jin e della correttezza della postura, occorrerebbe unire lo studio dei meridiani della medicina tradizionale cinese. Attraverso l’allenamento che include dinamismo e staticità, si può rafforzare il corpo, ripulire i vasi sanguigni, riattivare il midollo osseo, migliorare il sistema di circolazione del sangue, migliorare il sistema immunitario, e, soprattutto, nelle fasi di cura e di guarigione, esso può avere un effetto particolare sulla cura e per il mantenimento della salute. L’allenamento del Chan, calma e purifica la mente, elimina i problemi superflui della vita e le relative cause e origini, chiarisce la mente e mostra il carattere della persona. Tutto questo, rappresenta la particolarità più specifica della cura con la medicina del Chan.
Per saperne di più è possibile consultare il sito www.shaolinquanfa.eu oppure mandare una mail a shaolin.cultura@gmail.com o contattare il numero 329 0460898
IL MAESTRO SHI YAN HUI ringrazia per la collaborazione: - LUIGI AMADIO - MARCO DE LEO - ANNA SPOLTORE - GIOVANNI TAGLIAPIETRA - CAIDUO WANG
La medicina Chan (lo Chan Yi) di Shaolin
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a cultura della medicina integrata con i principi filosofici dello Chan (lo Chan Yi) di Shaolin è una delle più importanti espressioni della cultura cinese. Essa è un patrimonio culturale e immateriale dell’umanità ed è autentico, caratteristico e unico. Lo Chan Yi di Shaolin è un tutt’uno con la religione buddista, ha un ruolo importante nella storia della medicina orientale ed è una vera e propria medicina che cura concretamente non soltanto i sintomi, ma anche le cause delle malattie. Esso aiuta tutti gli esseri viventi a liberarsi dalla sofferenza delle malattie, diventando uno strumento
molto importante di divulgazione della religione buddista. I principi della filosofia Chan applicati alla medicina (lo Chan Yi) di Shaolin, insieme alla Medicina Tradizionale Cinese (MTC), formano la Medicina Tradizionale Cinese Buddista, integrando anche il concetto dello Yin e dello Yang e la teoria dei cinque elementi. Inoltre, tale medicina, comprende anche la teoria del Jing (il germe della vita, tra cui il liquido seminale), del Qi (energia vitale), del sangue, della saliva, degli organi interni e dei meridiani. Essa considera anche la predisposizione del corpo alle malattie, alle cause, allo
sviluppo e manifestazioni delle stesse. Inoltre, utilizza anche le tecniche come l’osservazione e sua conseguente elaborazione, l’indirizzamento del Qi, il massaggio, ecc. per identificare, curare e riequilibrare lo stato di salute ed ha altresì un particolare effetto sul mantenimento della salute. Tra tutte specialità della Medicina Tradizionale Cinese Buddista, la più rappresentativa e influente è quella della traumatologia di Shaolin. Anche lo studio delle erbe medicinali ha già una tradizione millenaria e, nella storia, è stata considerata come la prima forma di medicina Shaolin.
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RUBRICHE
SCELTI PER VOI MATRIMONI D’AUTORE CONSIGLIATI DAI VINATTIERI
Pasqua, ad ogni piatto il suo vino Consorzio dei Vinattieri Romani
di Francesco Vitale
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a cucina di Pasqua è ricca di sapori e profumi che la terra elargisce generosa mentre la primavera avanza con i suoi profumi e i suoi colori. Carne, salumi, uova e verdure trionfano sulle tavole dei romani, in abbinamenti arditi e indimenticabili per il palato. Basti pensare alla colazione di Pasqua che, come tradizione comanda, bandisce cappuccino e cornetto per proporre salame (meglio se corallina), uova sode, pizze dolci (ma anche quelle salate, ben lievitate) e l’incanto del cioccolato. Non meno interessante il pranzo di Pasqua. Certo, la libertà è sacra e ciascuno porta in tavola ciò che vuole. Così, via libera alla fantasia: lasagne e cannelloni, ravioli e pasta all’uovo sono i benvenuti. Ma come rinunciare all’agnello, o meglio all’abbacchio, ben cotto e saporito, abbondantemente irrorato d’olio? E pure il capretto si rivela un’autentica squisitezza. Carciofi, asparagi, ma anche la classica lattuga romana rappresentano un degno contorno. Certo, qualcuno obietterà, i sapori possono apparire un tantino forti. Ed è a questo punto che un maestro vinattiere, un conoscitore profondo dei vini
Achilli Via dei Prefetti, 15 00186 Roma - Tel. 06 6873446
Arcioni CentroVini Via Nemorense, 57 00199 Roma Tel. 06 86206616 06 86206619
ArciDoni Piazza Crati, 16-17 00199 Roma Tel. 06 86206616
Arcioni CentroVini Via della Giuliana, 11-13 00195 Roma - Tel. 06 39733205
Gli abbinamenti migliori
Bomprezzi Via Tuscolana, 904 00174 Roma - Tel. 06 76988725
La “colazione” di Pasqua: salame, uova sode, pizze dolci
Prosecco, Grignolino, Lambrusco, Bonarda
Agnello
Merlot, Brunello di Montalcino
Capretto
Amarone, Barolo
00186 Roma Tel. 06 3612154
Cioccolato e Uova di Pasqua
Barolo Chinato, Amarone, Recioto
Bulzoni V.le Parioli, 36
Colombe
Moscato d'Asti
Pastiera
Passiti
Bomprezzi Cru Dop Via Tuscolana, 898 00174 Roma - Tel. 06 76909916
Buccone Via di Ripetta, 19
00197 Roma Tel. 06 8070494
Chirra Goffredo Via Torino, 133 00184 Roma - Tel. 06 485659
Costantini Marco come della cucina, può rappresentare un’insostituibile appiglio e orientare anche i palati più esigenti nella scelta del vino giusto da servire a tavola o da regalare. Saper scegliere: è questo il segreto per un perfetto matrimonio d’amore tra un piatto e il suo vino. Le enoteche dell'Arte dei Vinattieri confermano che acquistare in enoteca non vuol dire spendere di più: significa spendere meglio. Il cliente infatti viene guidato non solo in base a quanto vuole (e può) spendere, orientandolo verso il mi-
glior rapporto tra qualità e prezzo, ma soprattutto considerando l'occasione a cui è destinata la bottiglia e l'abbinamento con il cibo. Conoscere e riconoscere il buon vino non è un hobby. E' un'abilità che richiede tempo per essere sviluppata e affinata: è oggetto di studio. Per la Pasqua l'arte dei Vinattieri vi consiglia i seguenti abbinamenti, che vanno dalla colazione salata, fino alla giusta etichetta per il cioccolato e la colomba. Sarà difficile non lasciarsi sedurre dal gusto.
Via Domenico Tardini, 3 00167 Roma - Tel. 06 6620797
Costantini Piero P.zza Cavour, 16 00193 Roma - Tel. 06 3203575
F.lli Lucantoni L.go Vigna Stelluti, 33 00191 Roma - Tel. 06 3293743
Focarello Via Scandriglia, 5 00199 Roma Tel. 06 86204213
direttore responsabile Giovanni Tagliapietra redazione via Boezio, 6 00193 ROMA tel. 06/32803407 redazione@corrierediroma-news.it www.corrierediroma-news.it Marketing & Pubblicità pubblicita@corrierediroma-news.it editore IL NUOVO CORRIERE EDITORIALE SRL INCE SRL stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno P. Iva e Codice Fiscale 9713300584 registrazione Tribunale di Roma n° 266 del 27 novembre 2014 VISITA LA NOSTRA FAN PAGE
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Il nuovo numero del “Birrafondaio” È in distribuzione il nuovo numero del magazine gratuito dedicato al mondo della birra artigianale "Il Birrafondaio", Si tratta di un nuovo numero speciale dedicato alla Fiera della birra artigianale Mastro Birraio di Santa Lucia in Piave. Nelle pagine centrali potrete trovare tante informazioni utili per godervi al meglio questi tre weekend di alto livello, non solo sul fronte birraio ma anche su quello alimentare, che si terranno ad aprile. In questo numero tornano anche le numerose rubriche, dall' "Abirracedario" alla storia della birra, passando per le nostre "Questioni di stile" e gli "Avanzi di birra". Per quanto riguarda le infografiche, questo mese vi invitiamo ad andare a scoprire i dati aggiornati sul mondo della birra artigianale presentati da UnionBirrai e Cna. Non mancherà infine la sezione delle news in cui trovate tutti i vincitori del premio Birra dell'anno di Unionbirrai, una scoperta "marziana" e tante curiosità e informazioni interessanti.
Guerrini Enotrevi Via delle Muratte, 20 00187 Roma - Tel. 06 6792339
Guerrini Enotrevi Via del Lavatore, 26 00187 Roma - Tel. 06 6798332
Guerrini Enoteca al Senato Piazza Madama, 6 00186 Roma - Tel. 06 68892836
Peluso Via Sardegna, 36/A 00187 Roma Tel. 06 42818995 Rocchi Viale Somalia, 178 00199 Roma Tel. 06 86328360 / 06 86210887
Rocchi Via della Balduina, 120/A 00136 Roma - Tel. 06 35343694 Rocchi Via Scarlatti, 7 00198 Roma - Tel. 06 8551025
Rocchi Via Giovanni Animuccia, 13/A 00199 Roma Tel. 06 86387244
Trimani Via Goito, 20 00185 Roma Tel. 06 4469661 Trimani Wine Bar Via Cernaia, 37/B 00185 Roma Tel. 06 4469630
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RUBRICHE
CULTURA E TEMPO LIBERO LE MOSTRE DA VISITARE IL 5 E IL 6 APRILE
La Pasqua a Roma città d’arte tra musei e siti archeologici
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e vacanze di Pasqua rappresentano un’occasione ghiotta per visitare le mostre e i musei in corso a Roma. Domenica 5 aprile, come sempre ogni prima domenica del mese, tutti i musei e le aree archeologiche statali saranno visitabili gratuitamente. Sempre gratuito, ma rigorosamente contingentato, l’ingresso al Colosseo; invece, per visitare la Domus Aurea è necessaria la prenotazione al numero 06.39967700 (lun. / ven. 9-18; sab. 9-14) o sul sito www.coopculture. Anche le sedi del Polo Museale Romano potranno essere visitati gratuitamente, ma solo dai residenti, nella stessa giornata (salvo diverse disposizioni dell’assessorato alla Cultura), dal momento che dallo scorso ottobre il Comune di Roma ha disposto l’ingresso gratuiti per i cittadini romani nella prima domenica del mese. Lunedì 6 aprile, Pasquetta, i musei e le aree archeologiche non osserveranno il tradizionale riposo settimanale. Tradizione vuole infatti che in occasione della Pasquetta i musei siano aperti in via straordinaria (salvo ripensamenti dell’ultimo minuto, anche in questo caso). I Musei Vaticani saranno invece chiusi il 5 e il 6 aprile. Ecco le nostre proposte.
Ingresso gratis la domenica nelle strutture statali; il lunedì aperture straordinarie in tutte le sedi espositive. Resteranno invece chiusi i Vaticani
COMPLESSO MONUMENTALE DEL VITTORIANO: è in mostra, fino al 21 giugno, l’arte di Giorgio Morandi attraverso una selezione di numerose tele e incisioni rappresentative della vita e della poetica del maestro bolognese. Info 06 3225380 CHIOSTRO DEL BRAMANTE: potremo ammirare l’opera di Marc
di Sabato Angieri Chagall in tutta la sua evoluzione artistica. In una selezione eterogenea e quantitativamente rilevante dell’ars pictorica dell’artista naturalizzato francese (ma d’origine russa), attraverso 140 opere tra dipinti, disegni e stampe viene presentata per la prima volta in Italia un’esposizione su Chagall che ne paleserà anche la produzione meno nota al grande pubblico. Info 06 688090345 PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI: ecco NUMERI. Tutto quello che conta, da zero a infinito, un appuntamento che mira a coinvolgere i più piccoli con simpatici percorsi educativi e ludici e i loro genitori con rompicapo affascinanti e curiosità inattese. Info 06 399675090 MUSEI CAPITOLINI: è in scena il quarto capitolo del ciclo “I giorni di Roma” con una mostra che si intitola L’età dell’angoscia. Questa esposizione si concentra sui 150 anni che intercorsero tra l’imperatore Commodo (180 - 192 d. C.) e Diocle-
ziano (284 - 305 d. C.) e sul profondo senso di scoramento che pervase tutta la società romana coeva. Tra prime invasioni barbariche, rivolte dell’esercito e collasso di un sistema economico fino a quel punto florido, l’arte diventa specchio di una classe dominante non più così sicura di sé stessa e del suo ascendente sul mondo. Così affreschi, statue, bassorilievi e testi scritti palesano quest’ “angoscia” esistenziale e sono messi a nudo di fronte allo spettatore che ha la possibilità di calarsi in quel periodo di mutamenti così significativo. Info 060608 MAXXI: fino al 3 maggio, sale alla ribalta l’alta moda made in Italy del boom economico con Bellissima.
L’Italia dell’alta moda 1945 - 1968. Tra un abito di Valentino degli anni ’60 e un gioiello sgargiante, mediante filmati e immagini d’epoca saranno in mostra i protagonisti di una rinascita incredibile nella creatività italiana che hanno contribuito a forgiare la fama dell’Italia nel mondo: le Sorelle Fontana, Balestra, Capucci, Gattinoni, Valentino, Gigliola Curiel e Mila Schön. Inoltre, attraverso una selezione del repertorio audio-visivo si potranno rivivere le atmosfere di alcuni dei più significativi passaggi di quegli anni: il Giubileo del 1950, le Olimpiadi del 1960, il cinema e i divi hollywoodiani, via Veneto e la Dolce Vita. Info 06 3201954 GALLERIA NAZIONALE D’ARTE ANTICA DI PALAZZO BARBERINI: un insolito Lorenzo Bernini è in mostra fino al 24 maggio. La rassegna, dal titolo Il laboratorio del Genio: Bernini disegnatore, riunisce 120 opere, in maggioranza disegni ma anche dipinti, sculture ed oggetti manufatti, che svelano da un lato il processo evolutivo dell’opera
del grande artista, dall’altro sono testimoni ineguagliabili della sensibilità estetica del Bernini. Una mostra che stupirà chi saprà riconoscere i progetti dei molti edifici che hanno dato a Roma la sua inconfondibile aurea barocca. Info 06 4814591
GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA: un’inedita rassegna tematica è quella dedicata a La scultura ceramica contemporanea in Italia. Per la prima volta è possibile ammirare una panoramica di quest’arte con opere di oltre 60 artisti dagli anni ’50 ad oggi. Il percorso vuole evidenziare le mutazioni nell’estetica e nella tecnica degli artisti senza però dimenticare le continue citazioni della scultura in ceramica tradizionale. Info 06 322981 PALAZZO CIPOLLA: il museo della Fondazione Roma ospita la mostra Barocco a Roma. La meraviglia delle arti. L’esposizione presenta alcune opere inedite, come il disegno riferibile a Ciro Ferri tratto dagli affreschi di Pietro da Cortona per palazzo Pamphilj a piazza Navona, ed altri pezzi mai esposti in Italia, tra cui il Contro-progetto per il colonnato di piazza San Pietro di Gian Lorenzo Bernini. Info 06 22761260 SCUDERIE DEL QUIRINALE: si intitola Matisse. Arabesque l’esposizione che propone oltre cento opere di Matisse con alcuni capolavori assoluti, per la prima volta in Italia, prestati dai maggiori musei del mondo. Info 06 39967500 e 06 39967200
I PREZIOSI REPERTI DELL’ANTICA POMETIA IN ATTESA DI UNA SEDE PERMANENTE
A Satricum sulle orme della storia di Luca Protettì
C’
è un luogo, Satricum, l’antica Pometia, al limite Nord della provincia e del Comune di Latina, che racconta molte storie: quella dell’antico popolo dei Volsci, dei latini, deiromani e del commercio del vino, quella della Vecchia Fonderia papale di Borgo Le Ferriere (dove vennero prodotti i grandi cerchi di ferro di contenimento della cupola di San Pietro) e anche, attraverso la grande sfera del bollitore all’ingresso del complesso museale, quella della “carta paglia”, usata in tutte le botteghe alimentari per incartare gli alimenti prima che arrivasse la carta con la pellicola che non si sa mai dove smaltire. E’ un luogo, neppure indicato con segnali stradali sulla ss 148 Pontina, che si raggiunge facilmente seguendo - qualche chilometro dopo Aprilia, venendo da Roma - le indicazioni per la Casa del martirio di Santa Maria Goretti. Poco più in là, nel centro del borgo Le Ferriere, c’è la struttura, restaurata, delle antiche Ferriere papali di Conca all’interno della quale l’Università di Amsterdam, in collaborazione
con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, ha allestito la mostra “Satricum: scavi e reperti”. “Speriamo che il grande successo delle Giornate FAI di primavera in questa struttura portino a chiudere definitivamente la procedura per far diventare museo permanente questa
ricchissima mostra”, dice la professoressa Gnade Marijke dell’Università di Amsterdam, mostrando con orgoglio i 750 reperti ritrovati dagli olandesi. “L’intenzione in effetti c’è – spiega l’assessore alla Cultura Marilena Sovrani - e sono convinta che la grande affluenza di pubblico durante le giornate del FAI a Le Ferriere e all’Antiquarium Comunale del Procoio, a Borgo Sabotino, darà la spinta decisiva per raggiungere l’obbiettivo”. La procedura in realtà è stata avviata dal 2008. Speriamo che questa sia la volta buona. Vedremo dunque presto che cosa deciderà la politica che aveva già annunciato per gennaio 2015 l’apertura ufficiale del museo. Per ora il grosso del lavoro lo hanno fatto le università olandesi di Amsterdam e Groningen, che in 36
anni hanno ottenuto importantissimi risultati, tra i quali la scoperta del “Lapis Satricanus”, una base di pietra con un’iscrizione in latino arcaico databile tra il 525 e il 500 a.C.. La storia degli scavi di Satricum inizia nel 1896 quando il francese Hector Graillot scoprì sulla collina di Le Ferriere i resti del tempio dedicato alla dea Mater Matuta, la dea dell’aurora e della fertilità. Fino al 1898 si intraprese una campagna di scavi sotto la guida di archeologi italiani e vennero portati alla luce molti reperti, ora conservati al Museo di Villa Giulia in Roma (più precisamente a Villa Poniatowski, dove esistono quattro bellissime sale dedicate a Satricum). Non si fece più nulla fino al 1907-1910 quando ricominciarono lentamente gli scavi. Attorno al 1975 il Comitato per l’Archeologia del Lazio chiese all’Istituto Olandese di Roma di occuparsi della ricerca archeologica di Satricum. Da allora gli archeologi olandesi hanno ottenuto importantissimi risultati. Tra l’altro molte anfore vinarie ed un bel vaso di ceramica del V secolo avanti Cristo sono testimoni di una fiorente cultura e commercio del vino.
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RUBRICHE
SCELTI PER VOI
AL SISTINA DAL 10 APRILE LO SPETTACOLO DEL PERFORMER TORINESE
Brachetti show, ovvero l’arte del trasformismo A di Maria Pia Miscio
pproda al Teatro Sistina di Roma, dal 10 al 26 aprile, il nuovo spettacolo di Arturo Brachetti, signore indiscusso nell’arte di trasformarsi velocissimamente o, con espressione mutuata dall’inglese, nella “visual performing art”. Nonostante sia in tour dal 2014, Arturo Brachetti. Che sorpresa! (questo il titolo scelto dall’artista torinese), continua a macinare esauriti su esauriti ad ogni sua tappa. Merito certamente dell’abilità del nostro, ma anche della sua capacità di introdurre elementi e particolari sempre nuovi, che rendono ogni replica in teatro diversa alle altre. Quello in arrivo a Roma è dunque uno spettacolo profondamente rinnovato rispetto allo scorso anno, nonostante il filo conduttore resti quello dell’illusionismo. Ed eccolo, Arturo Brachetti, aggirarsi in una sorta di limbo al quale approda grazie al teletrasporto e dove perde la sua valigia rossa. Per ritrovarla dovrà affrontare numerose prove, avanzare da un livello all’altro, come in un videogame: il primo livello è l’infanzia, il secondo l’adolescenza, il terzo l’età adulta. Insomma, una sorta di parabola della vita che condurrà Brachetti al quarto livello, dopo essere passato attraverso una quarantina di travestimenti, pronto forse e lasciare quel limbo e ad affrontare l’età matura, racchiuso nella sua valigia rossa. In questa sua nuova avventura teatrale è affiancato da alcuni insoliti quanto eclettici compagni di viaggio: Luca Bono, giovane talento dell’illusionismo internazionale, lo stralunato duo comico formato da Luca & Tino, l’imprevedibile Francesco Scimeni, illusionista comico, e Kevin Michael Moore, sorta di alter ego scenico brachettiano. La regia è invece
affidata quest’anno a Davide Calabrese, mentre per le scene Brachetti si è avvalso della collaborazione di Leo Ortolani, il disegnatore di Rat-Man. Fin qui le informazioni essenziali sul nuovo spettacolo di Arturo Brachetti: il resto va visto, ascoltato, goduto. Ma per meglio capire chi sia questo Peter Pan cinquantasettenne che non ha mai perso la voglia di giocare e di divertirsi, divertendo al tempo stesso gli altri, abbiamo scovato qualche piccola curiosità su di lui. Ad esempio, è stato protagonista di una storia di Topolino (n.2759): il suo personaggio si chiama SuperBrack. I suoi cambi d’abito sono così veloci che sono stati registrati nel Guinness World Records: meno di 2 secondi per un cambio. Lo scrittore statunitense autore di bestseller Jeaffrey Deaver l’ha citato nel suo libro “L’uomo scomparso”. Fa parte dell’Inner Magic Circle, una specie
di club ristretto a cui appartengono i 300 illusionisti più importanti di tutti i tempi, viventi e non. Non è scaramantico e in teatro usa il viola. È stato rapinato da Cattivik nella storia “L’apparenza ammazza”. Ha una casa con muri che scompaiono, porte che non esistono, oggetti che non sono quelli che sembrano e passaggi segreti. Ha inciso un disco, la colonna sonora di “Amami Arturo”, sebbene non sappia cantare. I suoi registi preferiti sono Tim Burton e Federico Fellini; l’attore che predilige è Charlie Chaplin; il pittore che ama di più è Magritte. Arturo Brachetti. Che sorpresa! Dal 10 al 26 aprile 2015 Teatro Sistina Via Sistina 129, Roma Biglietti da € 34 a € 55 Info orari e prenotazioni: 06 4200711
LA RASSEGNA ALLA FIERA DI ROMA DAL 9 AL 12 APRILE
Dagli Avangers a Star Wars, il grande cinema a Romics
S
e pensate che Romics sia semplicemente un’esposizione di bancarelle che vendono e comprano fumetti, figurine, gadgets e manifesti, evidentemente non siete mai stati a Romics, il festival del fumetto che con due appuntamenti annuali a Roma, in autunno e in primavera, rappresenta un evento di richiamo per appassionati e non. Per rimediare basterà recarsi alla Fiera di Roma, dal 9 al 12 aprile, e godersi lo spettacolo. Cinema, dibattiti, incontri con i più grandi disegnatori e focus sul mondo dell’animazione sono solo alcuni degli ingredienti della rassegna, insieme alle iniziative dedicate ai bambini e all’immancabile “Romics Cosplay Award”, la gara dove tutti si mascherano come il loro fumetto preferito. Romics edizione primaverile dedica ampio spazio agli italianissimi Tex e Diabolik, nati dalla creatività di Gian Luigi Bonelli e delle sorelle Giussani coadiuvate negli anni da celebri “matite”, a cominciare da Gino Marchesi. Altri protagonisti sono un inedito Batman, con la presentazione di un ciclo di storie sulla gioventù di Bruce Wayne e l’incontro con Rafael Albuquerque che ne è l’attuale disegnatore; i Peanuts, che compiono 65 anni, e Goldrake, protagonista della serie tv che compie 40 anni. Come sempre, grande spazio sarà dedicato al cinema nell’ambito del Romics Movie Village: tra gli ospiti la nostra Cinzia Angelini, coinvolta in tanti blockbuster come "Il principe d'Egitto" e "Kung Fu Panda". Inoltre la Walt Disney Company presenterà i materiali
perdibile è poi la mostra "Okiagari Koboshi Project for Fukushima", 150 statuine di piccoli monaci giapponesi decorati da "mangaka" di tutto il mondo per sostenere la popolazione dopo il disastro nucleare del 2011. Si chiuderà con la gara di Cosplay: ai vincitori un biglietto a/r per il Giappone.
promozionali di "Avengers: Age of Ultron" e "Star Wars: il risveglio della forza" nuovo episodio della saga più amata di
tutti i tempi. La Warner Bros parteciperà con diversi eventi, fra i quali la serie tv del momento "Il Trono di spade". Im-
Romics Dal 9 al 12 aprile 2015, h 10-20 Fiera di Roma, via Portuense 1645, Roma Biglietti da € 8 a € 10; abbonamenti da € 15 a € 22 Info: 06 87729190
VOGLIA DI PALCOSCENICO: LE NOSTRE PROPOSTE
Pasqua d’autore nei teatri della capitale
È
ricco di proposte il cartellone teatrale che Roma offre nel periodo di Pasqua. Ecco una piccola guida dedicata a chi non rinuncia all’emozione di uno spettacolo dal vivo. Continuano fino al 19 aprile, al Teatro Argentina, le repliche della Carmen, diretta dal regista Mario Martone, che propone una rilettura drammaturgica e musicale del capolavoro di Bizet. Protagonista dell’opera, ambientata in una Napoli quasi fuori dal tempo, Iaia Forte, mentre le musiche sono eseguite dall’Orchestra di Piazza Vittorio diretta da Mario Tronco, autore di uno speciale arrangiamento dello spartito originale. Biglietti da € 12 a € 29; info 06 684000345. E’ un viaggio alla scoperta della personalità e della spiritualità di Santa Teresa d’Avila quello che il Tea-
tro India propone, fino al 12 aprile con lo spettacolo Un castello nel cuore, diretto da Maurizio Panici e interpretato da Pamela Villoresi. Sede della messa in scena è il Palazzo della Cancelleria, nell’omonima piazza. I biglietti, da 10 a 15 euro, possono essere acquistati presso il botteghino del Teatro Argentina. Per ogni informazione, il numero da contattare è 06 684000345. L’utilizzo del linguaggio di strada e la spettacolarizzazione della filosofia “street” sono alla base di iD, il nuovo spettacolo del Cirque Eloize in scena al Teatro Brancaccio di via Merulana 244 fino al 5 aprile. Sedici gli artisti in scena, 12 discipline circensi e tanta cultura urbana, per raccontare una storia ambientata in una città futuristica pensata come crocevia tra fumetti, film di fantascienza e
l'universo dei graffiti. Biglietti da € 23 a € 60; info al numero 06 80687231. Dal 7 al 19 aprile il Teatro Quirino propone Doppio Sogno (Eyes wide shout), messa in scena di quella novella traumatica che fonde sogno e realtà dalla quale Stanley Kubrick ha tratto il suo ultimo film. Nel cast Ivana Monti, Caterina Murino, Ruben Rigillo e Rosario Coppolino diretti da Giancarlo Marinelli. Biglietti da e 15 a € 30; info 06 6794585. E’ un grande classico del teatro europeo quello che va in scena fino al 4 aprile al Teatro Vascello. Si tratta di La cantatrice calva, di Eugène Ionesco, maestro del teatro dell’assurdo, per la regia di Massimo Castri. Biglietto € 15; info 06 5881021. M.P.M.
IN PRIMA FILA PALALOTTOMATICA Carmen Consoli in concerto Un nuovo album e un nuovo tour a sancire il ritorno di Carmen Consoli, in concerto l’11 aprile al Palalottomatica. A distanza di cinque anni, la cantantessa propone un nuovo singolo ,"L'abitudine di tornare", e un nuovo album che racconta una storia aspra, con una musica lieve che corre veloce al ritornello. Una storia a lieto fine, come nelle fiabe, dove la difficoltà iniziale si trasforma in gioia. Biglietti da € 28,75; info 06 540901 FILARMONICA Ambrosini si svela L’Accademia Filarmonica Romana propone il 9 aprile alle 20,30 un concerto dedicato a Claudio Ambrosini, compositore italiano cresciuto all’ombra della grande tradizione musicale veneziana ma proiettato in un futuro visionario, dominato da velocità, densità e forza. Ad eseguire le sue musiche, in Sala Casella, il pianista Aldo Orvieto e il violinista Carlo Lazzari. Completano il programma pagine di Beethoven e di Maderna. Biglietti € 10; info 06 3201752 TEATRO VITTORIA Gang of Magic Fino al 4 aprile al Teatro Vittoria va in scena Gang of Magic, affiatato gruppo di artisti che riportano in auge uno spettacolo di varietà di inizio '900, rinnovando l'immagine dell’arte magica e adattandola ai gusti e alle aspettative del pubblico contemporaneo. Manipolazione, mentalismo, magia comica, cartomagia, illusionismo sono solo alcuni dei generi di magia proposti in chiave brillante e originale dai nove giovani talenti e professionisti di Gang of Magic. Biglietti da € 14 a€ 28; info 06 5740170 TEATRO INDIA Sweet Home Europa Dall’8 al 26 aprile Fabrizio Arcuri porta in scena al Teatro India “Sweet Home Europa” di Davide Carnevali. Il testo, che ha debuttato in Germania nel 2012, è un potente affresco politico e umano dell’Europa dei nostri giorni. Ad accompagnare le scene, le musiche composte ed eseguite dal vivo dai Marlene Kuntz e da NicoNote, mentre le architetture performative sono realizzate da Portage. Biglietti da € 12 a € 29; info 06 684000346 SALA UMBERTO Ecco il “Sarto per signora” Dal 7 aprile Emilio Solfrizzi va in scena alla Sala Umberto con “Sarto per signora”, classica commedia degli equivoci di Georges Feydeau per la regia di Valerio Binasco. Gli ingredienti di questa comicità senza tempo sono sotterfugi, equivoci, scambi di identità e tradimenti. Biglietti da € 23 a € 32; info 06 6794753
anità S
la
Lazio
del
NUMERO 11 ANNO I GIOVEDÌ 2 APRILE 2015
SAN GIOVANNI ADDOLORATA
IL PUNTO
Il Dipartimento ti salva la vita
Screening ASL RomaG: colpito e affondato, sale l’indignazione a pagina 23 nell’utenza
a pagina 22
Lacrime di sangue per l’Idi I
n questi giorni qualcuno - ai vertici - sta decidendo quale ruolo l’IDI San Carlo dovrà avere nel futuro della sanità del Lazio, mentre ai dipendenti, disperati, non è rimasto che sfilare sotto le mura vaticane invocando l’aiuto del Pontefice. Una angoscia che si trascina da troppo tempo. Quando scoppiò lo scandalo che vide incriminati –ed arrestati- i responsabili dell’Istituto Dermatologico dell’Immacolata tutto il mondo sindacale e politico della capitale prese improvvisamente coscienza della grave situazione nella quale era stato trascinato il personale: oltre 1400 dipendenti senza stipendio per mesi mentre qualcuno aveva fatto man bassa dei capitali della congregazione religiosa proprietaria dell’Istituto. Inchieste, interrogazioni, ordini del giorno al Comune e alla Regione, audizione dei vertici commissariali presso la Commissione d’Indagine sul SSN del Senato
della Repubblica; e ancora assemblee, cortei, scioperi, manifestazioni, anche in piazza San Pietro. Tutti si recarono in Via dei Monti di Creta, il sindaco di Roma di allora Gianni Alemanno, il Presidente della Commissione d’Indagine sul SSN, Ignazio Marino, il Vice Presidente della Commissione Sanità del Senato, Domenico Gramazio, il Presidente della Regione, Nicola Zingaretti oltre ai vertici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl e di tutte le sigle sindacali dei medici e degli operatori sanitari. Richiamato dal clamore e dalla grave situazione finanziaria in cui era piombato tutto il personale anche il Presidente della Repubblica Napolitano si recò a far visita all’Idi. La storia si è trascinata a lungo tra finti e veri acquirenti, si è dovuti arrivare al commissariamento della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione con la nomina, fatta dal Papa in accordo con il Segretario di Stato, del cardinale Giuseppe Versaldi aCom-
missario straordinario della Congregazione affiancato dal prof. Giuseppe Profiti (allora presidente del Bambino Gesù) in qualità di esperto tecnico sanitario. In questa ottica è stata creata un’apposita Fondazione intitolata a Padre Monti per non far finire l’Idi a fondo. E’ lontana la gestione spericolata di Padre Decaminada, quello che tutti ricordano aggirarsi (come raccontava Mariella, operatrice tecnico-sanitaria) negli ambulatori e negli uffici amministrativi, nel tardo pomeriggio, munito di una busta della nettezza urbana dove versava tutti i contanti. Della vicenda in questi giorni si sta interessando in prima persona Papa Francesco. Il rappresentante del Segretario di Stato Pietro Parole ha indicato nel Cda della nuova Fondazione il prof. Franco Dalla Sega, che rappresenta la APSA (amministratrice del Patrimonio della Santa Sede) e che ha già versato un finanziamento di 50 milioni di
euro. I sindacati trattano con Sergio Felici ormai “deus ex machina” dell’IDI con in tasca le deleghe, e sindacati non intendono recedere dalle loro posizioni e consentire che, nel passaggio tra fondazioni, il personale sia “tassato” diminuendo ore di lavoro e stipendi: “ è inaccettabile l’accordo proposto dalla Fondazione Monti che vedrebbe un salasso personale per i medici di oltre 100 mila euro e per il restante personale altre migliaia di euro”. Da queste pagine non può non partire un accorato appello a Sua Santità in difesa di occupazione, professionalità e beni di un Ente sanitario religioso che ha dato e dà all’SSN credito e prestigio. Temiamo una “una notte dei lunghi coltelli” per il controllo totale della Fondazione Monti, futuro “padrone” dell’IDI San Carlo, delle sue strutture satelliti e di tutti i beni che ancora oggi non sono stati completamente censiti. Il Corvo
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RUBRICHE
la
Sanità Lazio del
EDITORIALE
Quando il governatore prova a fare il primo della classe
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artiamo da un punto certificato. Se l’Italia delle Regioni è alle prese con l’emergenza OPG (Ospedali Psichiatrici giudiziari) e con la realizzazione forzata della Rems (le residenze che per legge dovranno ospitare i detenuti-pazienti) non è colpa di Zingaretti e della sua Giunta. La responsabilità è tutta di Governo e Parlamento e in larga parte dei compagni di partito del Governatore, ma questo è un altro discorso. Da una manciata di ore (letteralmente) i sei Opg sono cancellati per legge, ma non sono cancellati i loro ospiti, assegnati d’ufficio alle regioni di appartenenza. Si tratta fortunatamente di poche centinaia di soggetti - 700 in tutto, 450 destinati alle nuove strutture, gli altri saranno dimessi o finiranno direttamente in strutture psichiatriche protette o in carcere - ma la confusione nel paese è totale. Nel convegno organizzato da Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio la scorsa settimana in collaborazione con la Lumsa (Salute mentale, un Paese fuori controllo) si è parlato anche di questo, in termini preoccupati, in alcuni casi addirittura apocalittici. A partire dalla questione sicurezza per finire allo scollamento tra le istituzioni. I giudici hanno continuato a mandare gente detenuti negli Opg fino alla vigilia della chiusura, ora finiranno direttamente nelle carceri, dove si registra il tasso più alto di malattia mentale. D’altra parte – lasciando da parte la formazione dei nuovi operatori dedicati – non è chiaro chi dovrà vigilare sulle Rems: molti prefetti se ne lavano le mani, la polizia penitenziaria è fuori discussione. Vigilanza privata? Chi paga? E se un paziente-detenuto scappa dalla Rems e si mette nei pasticci (furto, violenze, assassini..) di chi sarà la responsabilità? Fin qui il discorso di carattere generale, di quel che accade nel resto d’Italia ci può interessare fino a un certo punto. Ma nel Lazio? Lo abbiamo già scritto, l’azione di emergenza si sostanzia lungo l’asse FrosinoneTivoli-Rieti, Zingaretti per una volta prova a fare il primo della classe. Le Rems significano soldi già stanziati dallo Stato e nuovi posti di lavoro, una occasione d'oro. In attesa di soluzioni definitive il governatore si è inventato delle soluzioni provvisorie nel Frusinate, nel Reatino, nel territorio della RmG. Ha avuto fortuna. Perché se a Tivoli e dintorni il discusso direttore generale della Asl locale, Caroli, ha pasticciato con la struttura di Palombara Sabina tirandosi addosso le proteste della popolazione e della amministrazione locale (come stiano andando le cose non si capisce bene), in Ciociaria ha avuto la sponda giusta da una manager determinata e pronta ad affrontare ostacoli e impopolarità, Isabella Mastrobuono. Contestatissima dalla opposizione nell'ambito della discussione sull'atto aziendale della Asl frusinate, la Mastrobuono è stata co-
munque in grado di produrre a tempo di record una Rems, a Pontecorvo, inaugurata nei tempi giusti e realizzata con soldi e personale propri. Un caso più unico
il
che raro ma che servirà da test e sperimentazione per tutto quello che seguirà. Il taglio di un nastro significa poco, ma i responsabili sul campo della operazione
assicurano che tutto è sotto controllo. Il "fabbisogno" complessivo della Regione Lazio è stimato in 91 posti letto, 80 uomini e 11 donne, i concorsi per assumere il personale dedicato (psichiatri, psicologi, assistenti sociali, infermieri e tecnici della riabilitazione psichiatrica) sono in itinere. Le Rems provvisorie di Pontecorvo e Ceccano ospiteranno complessivamente 40 soggetti, la attività di vigilanza e di sicurezza esterna, che verranno garantite dalle forze dell’ordine sul territorio, non trascurando un’attenta valutazione circa la pericolosità di taluni ospiti delle strutture di questa provincia.
ORSINO
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Perché quei manager si complicano inutilmente la vita
L’
operazione Rems e quella degli Atti Aziendali sono ovviamente in primo piano in questa settimana, fra poco bisognerà voltare pagina e pensare - in termini sanitari - al Giubileo. Colpisce da questo punto di vista, a proposito, la fredda sicurezza del direttore generale dell'Ares, Maria Paola Corradi. Non siamo certamente preparati a far fronte ad un evento del genere, ma lei fa finta di niente. Torniamo alle Rems. In grande spolvero Isabella Mastrobuono, direttore generale della Asl di Frosinone. Contestatissima - e magari a ragione - dalla politica ha stretto un patto d'acciaio con Zingaretti e ha tirato fuori dal cilindro la prima struttura per gli ex Opg realizzata nel Lazio, a Pontecorvo. Onore al merito. La sua collega Laura Figu-
rilli, a Rieti, ha dato disponibilità a seguire la stessa via. Altri manager hanno nascosto le spalle nella buchetta, cercando di rendersi invisibili. Giuseppe Caroli, RmG, invece pasticcia. Come per la questione del servizio di screening. Non si capisce dove prevalga la logica del partito e dove quella tecnico-operativa. Da Modena a Tivoli il salto all'indietro è troppo complicato, evidentemente. Procede come un treno sulla strada della innovazione Ilde Coiro, Azienda ospedaliera San Giovanni, mentre si complica inutilmente la vita il supercommissario Valerio Fabio Alberti che con Spallanzani-Regina Elena e San Gallicano sembra in alcuni momenti fare il gioco delle tre carte. A Mostacciano la popolazione medica mugugna ed è a un passo dalla insurrezione. La Regione non chiarisce. Anzi.
CHI SALE dall’alto Ilde Coiro, Isabella Mastrobuono e Laura Figurilli CHI SCENDE dal basso Giuseppe Caroli Valerio Fabio Alberti e Maria Paola Corradi
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Sanità Lazio
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CRONACHE
del
CARLO EUGENIO VITELLI, DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI CHIRURGIA DELL'AZIENDA OSPEDALIERA SERVIZI PARLA SAN GIOVANNI ADDOLORATA DI ROMA E DIRETTORE DELL'UOC DI CHIRURGIA GENERALE E ONCOLOGICA 1°
Il Dipartimento ti salva la vita Struttura Aziendale organizzativa ma non entità “fisica", i malati non hanno nemmeno la percezione della sua esistenza. Eppure il perfetto funzionamento del meccanismo consente di risolvere i problemi, da quelli di routine a quelli legati alle criticità, alle urgenze, alle emergenze di Francesco Vitale
N
ella moderna organizzazione delle aziende ospedaliere c'è una struttura-chiave, immanente e dinamica al tempo stesso, attorno alla quale ruotano interel'attività del complesso. Molto più di un coordinamento e qualcosa di diverso da una cabina di regia. E' il dipartimento, una centrale intelligente all'interno delle quale si cerca di risolvere i problemi del paziente. Ogni ospedale, naturalmente, ha le sue caratteristiche peculiari e i suoi percorsi operativi. Ne parliamo con il dr. Carlo Eugenio Vitelli, Direttore del Dipartimento di Chirurgia dell'Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma e direttore dell'UOC di Chirurgia Generale e Oncologica 1°. Parliamo di Dipartimenti, realtà molto importanti negli ospedali. I Dipartimenti nelle Aziende Ospedaliere sono degli organismi che nascono con la legge 142 del 1991 e successivi dl 502/93 e 517/93 che obbliga l’AO a dotarsi di strutture Dipartimentali strutturando delle unità operative in aree funzionali omogenee. In parole povere i dipartimenti sono delle aggregazioni di più unità operative aggregate tra di loro ma che mantengono la loro indipendenza gestionale. Il direttore di Dipartimento (a sua volte direttore di una unità operativa complessa) coordina, controlla, e ottimizza l’attività svolta dalle varie UUOO rispondendo del suo operato direttamente al direttore generale. L’importanza di questa struttura “piramidale” è quella di rendere più snelle e semplici le comunicazioni tra la base e il vertice, e viceversa, attraverso i direttori di Dipartimento. Non si può pensare ad una Azienda che non abbia dei quadri intermedi tra la direzione generale e le varie direzioni periferiche. In quest’ottica il dipartimento aggregando più direzioni periferiche in una direzione intermedia permette alla base di partecipare alle decisioni strategiche dell’azienda senza dover fisicamente coinvol-
gere tutte le direzioni periferiche. Che rapporto c’è tra i pazienti e i vari dipartimenti? In realtà i pazienti non hanno percezione dell’esistenza del Dipartimento. Come ho già detto il Dipartimento è una struttura Aziendale organizzativa ma non è una entità “fisica”. Faccio un esempio. Nella nostra Azienda (Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma) io dirigo il Dipartimento di Chirurgia. Il dipartimento è composto da più unità operative complesse (Chirurgia generale e oncologica, Chirurgia Generale, Chirurgia Vascolare, Urologia, Anestesia, Chirurgia endocrinometabolica, Centro di Senologia. Terapia antalgica e Chirurgia ricostruttiva) allo stesso tempo sono direttore della unita operativa complessa di chirurgia generale e oncologica. Il paziente non cerca il Dipartimento per ricoverarsi ma bensì cerca l’unità operativa che gli permetterà di risolvere il suo problema. Per cui si ricovera non in un dipartimento ma bensì in un reparto a seconda del suo problema. Il Dipartimento non svolge attività
assistenziali ma bensì organizzativo-amministrative. L’Ospedale San Giovanni è sicuramente una delle eccellenze nella gestione delle urgenze. Ci può fare qualche esempio? Esistono delle criticità? Credo che il pregio maggiore del San Giovanni sia il personale che ci lavora. Le urgenze?. Basti pensare al disastro della metropolitana di qualche anno fa. La capacità di risposta fu meravigliosa e dovuta alla capacità e professionalità del personale. Enumerare le eccellenze del San Giovanni sarebbe impossibile senza fare dei torti a qualcuno. La dotazione tecnologica è di prim’ordine. La linea di “elezione” ha un forte richiamo anche su pazienti che provengono da altre Regioni avendo, il San Giovanni, dei professionisti conosciuti a livello Nazionale. Purtroppo, come tutte le realtà Ospedaliere del Lazio soffriamo di un invecchiamento della classe medica dovuta al blocco del turn-over che rende sempre più “difficile” la gestione dell’ordinario. Questa è la criticità maggiore assieme alla
sistemazione alberghiera a cui, per fortuna, la Direzione sta mettendo riparo. Di fatto siamo la seconda Azienda Ospedaliera del Lazio e, aggiungo, ne siamo fieri. Diventa sempre più importante la prevenzione e la formazione Il Dipartimento ha molti compiti organizzativi e amministrativi deve fare da supervisore sia per quel che riguarda l’ottimizzazione del lavoro delle varie UUOO che per controllare il corretto impiego delle risorse tecnologiche e umane. Deve farsi carico di audit clinici discutendo delle complicanze e individuare le possibili soluzioni per prevenirle e quindi di formazione dei vari Dirigenti sia medici che del comparto oltre che di sorveglianza anticorruzione. Le varie linee guida diagnostico terapeutiche passano al vaglio del Dipartimento così come la concertazione del Budget e il controllo della spesa e l’ottimizzazione dei processi. Lavorare a Roma in una grande struttura Ospedaliera come il San Giovanni è una sfida continua ma, per fortuna, siamo ben attrezzati!
DIETRO I FATTI
I guai giudiziari dell'ospedale Israelitico C
he fine hanno fatto le vicende legate all’ospedale Israelitico? Tutti avevano rimosso le contestazioni, le clamorose dimissioni del “patron” Mastrapasqua. Poi, improvvisamente, una decina di giorni fa un quotidiano romano spara la notizia, seguito a ruota da alcune agenzie minori: la Corte dei conti ha disposto il sequestro di beni e proprietà per oltre 8,5 milioni di euro nell'ambito del procedimento avviato in relazione ai danni all'Erario frutto della truffa al sistema sanitario nazionale tramite i rimborsi veicolati dall'ospedale romano. Una grossa notizia, certo, ma caduta nel vuoto. Meglio, lasciata cadere. Per prudenza? Chissà. Eppure le cose non si sono fermate lì. Per il provvedimento dei giudici contabili, che è stato eseguito dai carabinieri del Nas, è stata fissata l'udienza di convalida il 15 aprile prossimo. I magistrati hanno anche indicato la data del 7 ottobre per la citazione del responsabile legale della struttura sa-
nitaria, Kay Lawrence Young; ed il dirigente della Asl Rm D, Giovanni Sacripanti, che rispetto alle liquidazioni non avrebbe svolto le dovute verifiche. I fatti contestati dalla Corte dei conti riguardano il processo sui rimborsi dovute a operazioni odontoiatriche e che ha portato a giudizio, nella Capitale, diversi soggetti. Un sonno collettivo, una rimozione? Anche la direzione dell’Israelitico ha scelto il basso profilo, senza replicare, spiegare, argomentare. Al di là dello scivolone di cui sopra l’ospedale della Magliana gode di buona salute e di ottima fama di eccellenza, che i quotidiani romani, solo qualche giorno prima sottolineavano con disinvoltura. Rapportandosi all’apertura – disposta dalla Regione Lazio – dei diciotto ambulatori di medicina generale nei week end, qualcuno tiene a ribadire infatti che “gia' dal 1999, sono aperti a Roma, la domenica mattina, gli ambulatori dell'Ospedale israelitico per le analisi di laboratorio e per le visite specialistiche,
in convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Dal 2014 ad oggi gli ambulatori della domenica hanno registrato piu' di trentamila accessi. Il picco, finora, nel novembre 2014 con 3695 prestazioni.” “ Dalle nove all'una sono a disposizione, a rotazione, nelle sedi dell'Isola tiberina, via Fulda e via Veronese, oltre ai medici per i prelievi, ecografisti, ginecologi, urologi, cardiologi, gastroenterologi, dermatologi, allergologi, diabetologi, oculisti, otorino-laringoiatra – prosegue l’articolo - Un esperimento pilota, partito sedici anni fa, all'epoca solo per le analisi di laboratorio, che ha avuto uno straordinario consenso da parte degli utenti. Ambulatori e laboratori sono invece chiusi il sabato, per osservare il riposo prescritto dalla religione ebraica. Tutto giusto e tutto estremamente positivo, ci mancherebbe. I guai per l’Israelitico, evidentemente, sono circoscritti all’area squisitamente amministrativa.
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CRONACHE
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Sanità Lazio
IL PUNTO
VACILLA LA POLITICA SANITARIA:I INTERROGATIVI SULLA RICETTA ZINGARETTI
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Screening ASL RomaG: colpito e affondato, sale l’indignazione nell’utenza
ra bocciature al Tar inchieste giudiziarie, scivoloni mediatici la marcia trionfale degli Atti Aziendali sembra irrimediabilmente compromessa. I manager hanno fatto la loro parte, ma dopo la passerella il Governatore sembra non tener conto di problemi e critiche.D al caso Bracciano a quello dei laboratori analisi al pasticcio inestricabile della ASL Rom G, dove associazioni di donne operate al seno , sindacati, cittadini e operatori rimproverano ormai da troppo tempo al Direttore Generale Caroli, un eccessivo condizionamento della politica e l’obiettivo strategico di affondare e sminuzzare un servizio storico della Azienda come lo screening, con l’alibi sempre verde e malcelato della compressione dei costi e di dati difformi dalla Sua esperienza modenese . In questi giorni bocciature in serie al Tar, dimissioni forzate del braccio destro del Governatore, controffensiva di controricorsi per arginare la bufera . Ma Zingaretti procederà comunque all’adozione degli Atti Aziendali? Forzerà la mano per debito politico? E’ notizia di questi giorni l’ennesimo ricorso al Tar, con richiesta di sospensiva, avverso il documento sulla la Rete dei centri di senologia /Rete oncologica, fatto da associazioni di donne operate al seno, sindacato Fials , operatori e cittadini della ASL Roma G. Evidente sembra essere il rischio di danni economici, occupazionali, sociali. L’indignazione è forte , poiché traspaiono logiche di sistema contrarie alla Spending Review e al Piano di Rientro. In poche parole come sottolinea il portavoce Fials Iannotta,le donne portatrici di patologie tumorali non debbono diventare oggetto di strategie di mercificazione politica. Per questo, ribadisce Iannotta, è stato chiesto agli Organi Regionali di astenersi da adottare ulteriori atti e provvedimento organizzativi in assenza della delibera quadro regionale in materia di screening oncologici che doveva essere emanata preventivamente nel settembre 2014. Il ricorso avrà l’effetto desiderato? Ma nel frattempo nella ASL l’adeguamento
di Antonio Sgarbi
dei programmi di screening , con il consenso del Presidente della Commissione Sanità regionale rischia di trasformarsi in strumento di discriminazione e offensiva politica. Ci si interroga sul perché della frammentazione organizzativa della Uoc di screening voluta ad oltranza dall’attuale DG: è un problema di spoil system, (l’avvio di tale servizio è avvenuto nel 2004, con una Direzione Generale di destra) è un problema di gestione economica delle risorse finalizzate, è un problema personale , o un problema di logiche politiche clientelari su quelle tecniche o manageriali? Certo sono disattese le indicazioni del subCommissario Bissoni quando ha rammentato con forza a tutti i Direttori Generali ,che trattandosi di un obiettivo valutabile del loro mandato e di un’attività , all’interno della
griglia LEA debbono essere garantite continuità, qualità, appropriatezza raggiungendo gli obiettivi assegnati con i mezzi previsti in termini di incremento di estensione ed adesione per la prevenzione del tumore della mammella, cervice uterina, colon retto. Bissoni sottolinea anche la necessità di adeguare gli organici. Ma da questo orecchio non ciu sente nessuno . A quanto pare Caroli non ha tenuto in nessun conto della storia , dell’esperienza consolidata di questo servizio, che andava rafforzata , ha agito spartendo la parte organizzativa dalla parte clinica , demandando alle aree cliniche di competenza la gestione dei percorsi, non sostituendo il personale che si è dimesso, non consentendo l’utilizzo di due mammografi nuovi per problematiche non ben precisate, pur essendo
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state fornite soluzioni , non considerando documentazioni tecniche che avrebbero fornito nell’arco dell’ultimo anno risposte vere in termini di compressione economica ed incremento dell’adesione , non da ultimo il laboratorio “fantasma” di biologia molecolare che deve essere smantellato ma che effettua circa 15.000 test HPV /anno nell’ambito del programma di screening per il cervicocarcinoma all’interno della UOC di screening. Il sindacato rincara la dose. Ci riserviamo , sottolinea Iannotta, di chiedere chiarimenti alla Commissione Sanità Regionale in merito all'affermazione del Dr. Caroli in audizione, non chiara, in merito alla chirurgia senologica della ASL RomaG :"Nel nostro territorio non possiamo più fare interventi chirurgici sui tumori al seno perchè negli anni passati non sono stati raggiunti 150 interventi l'anno. Se ci sono donne che hanno bisogno adesso vanno al San Giovanni di Roma". I conti non tornano. E dopo i problemi, improvvisamente arriva la ricetta Caroli per la soluzione: distruzione totale . Cosa risorgerà dalle macerie di questo servizio che ha incontrato per anni il consenso della popolazione ,utilizzando i mezzi messi a disposizione dall’Azienda e perché tanto accanimento? Fa riflettere in relazione a quello che sta accadendo, quanto dichiarato da Mons. Sigalini, Vescovo di Palestrina, sulle attività di screening della ASL: “se poi tutto questo è fatto con generosità , professionalità tracciabilità di tutti gli interventi di spesa, in rete con tutte le realtà del territorio, ne guadagna alla grande il modello di convivenza civile e di fiducia della gente nelle istituzioni”. Chissà che non sia proprio questo il problema? Perché il Direttore Caroli ha affilato le armi istituzionali su questo servizio e si è speso particolarmente in assenza di un confronto tecnico aperto e democratico ? Carenza di strategie e di regole organiche, autoreferenzialità del manager , denuncia la Fials, e ancora, organizzazione dei servizi tarata sulle esigenze di alcuni medici e operatori sanitari e non dei pazienti , ma con spazi al libero mercato.
QUADRANTE RESPONSABILITÀ MEDICA. IL CONTENZIOSO SANITARIO VISTO DALLA PARTE DEI MEDICI
Boom degli accertamenti per ovviare ai contenziosi Accertamenti e esami non indispensabili per 12 miliardi l’anno (1,3 miliardi nel Lazio) vengono effettuati anche per evitare denunce
L
e denunce per malpractice medica negli ultimi anni stanno registrando una forte crescita, con la conseguenza che il professionista sanitario coinvolto nei contenziosi è spesso costretto ad affrontare conseguenze in sede civile, penale, contabile e disciplinare, con esiti drammatici anche laddove poi il giudizio si risolva favorevolmente. La ricostruzione della responsabilità del medico in termini di responsabilità “contrattuale”, con un ampio termine di prescrizione, di natura decennale, unito all’evoluzione che nel corso degli anni si e' avuta in tema di danni non patrimoniali risarcibili ed all’accresciuta entità dei risarcimenti liquidati, ha indubbiamente comportato un aumento dei casi in cui e' stato possibile ipotizzare una responsabilità civile del medico ospedaliero ed una maggiore esposizione di tale categoria professionale al rischio di dover risarcire danni anche ingenti. La paura del medico di essere denunciato da parte di
pazienti ha portato all'esplosione del fenomeno della medicina difensiva: esami e accertamenti inutili o superflui che costano all'intera collettività; mentre molti professionisti, addirittura, preferiscono non eseguire interventi chirurgici considerati a rischio. «La medicina difensiva – spiega l’avvocato. Cristiano Pellegrini Quarantotti, esperto di diritto sanitario che ormai da diversi anni si occupa della difesa dei medici in contenziosi di responsabilità professionale – consiste nella pratica di diagnostiche o di misure terapeutiche condotte, principalmente, non per assicurare la salute del paziente ma come garanzia delle responsabilità medico legali seguenti alle cure mediche prestate. Evitare la possibilità di un contenzioso medico legale è la motivazione principale. Quando i medici prescrivono test o procedure in eccesso, essi praticano una medicina difensiva positiva; quando, invece, evitano certi pazienti o trattamenti, praticano una medicina difensiva negativa».
Le conseguenze del fenomeno della medicina difensiva sono molte ed hanno importanti ripercussioni non solo sui medici, ma sul Servizio Sanitario Nazionale e sui pazienti stessi. Per quel che riguarda l’incidenza di tale pratica sul SSN, si stima che nel nostro Paese il costo di questo fenomeno si attesta intorno ai 10/12 miliardi l’anno, oltre il 10% della spesa sanitaria. Solo nel Lazio il fenomeno pesa per più di 1,3 miliardi euro. Dal punto di vista dei pazienti, invece, l’incremento di interventi diagnostici e terapeutici rispetto a quelli ritenuti appropriati determina un aumento dei rischi a carico dei pazienti (ogni intervento inutile, ogni farmaco aggiuntivo o ogni radiografia superflua portano con sé rischi concreti). Senza considerare che la medicina difensiva sta determinando una riduzione dell’offerta sanitaria nei settori a maggior rischio di risarcimento danni ed un aumento nei rifiuti di prestare cure o intervenire su pazienti ad alto rischio di esito negativo.
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