Il Nuovo Corriere IlNuovoCorriere di
numero 41 anno I - 1 euro
Roma e del Lazio
MERCOLEDÌ 5 AGOSTO 2015
O Marino fa il miracolo o se ne va In ogni caso vince Renzi di Carlo Rebecchi
A
gosto, politica mia non ti conosco.. Arrivederci a settembre. Le ondate di caldo che hanno fatto piombare in letargo gli italiani sono un’autentica àncora di salvezza per molti politici. Nazionali (vero Matteo Renzi?). O locali, come il sindaco di Roma, Ignazio Marino. Il famoso hashtag @staisereno dedicatogli alcune settimane fa dal premier-segretario del partito democratico, continua ad essere sospeso sul collo del “marziano”; e la lama della ghigliottina politica manovrata dall’ex sindaco di Firenze potrebbe da un momento all’altro abbattersi con violenza sul sindaco-dem. Il rimpasto della Giunta capitolina della fine di luglio non deve ingannare: Renzi non farà regali a Marino. L’esito del loro “scontro” è destinato ad una fine obbligata. O Marino è in grado di diventare un vero primo cittadino della Capitale, un Rudolph Giuliani di casa nostra capace di restituire alla Città Eterna la bellezza che ha via via perduto trasformandosi in una capitale mediterranea, oppure se ne va. In entrambi i casi il vero vincitore sarà il premier. Se Marino dovesse diventare un vero “Signor Sindaco”, tutti attribuiranno il merito del suo cambiamento – quello da marziano ad amministratore – alla struttura, ed agli assessori espressione del Pd, che Renzi gli ha affiancato. Che vanno dal prefetto Gabrielli, “testa politica” del Comune per quel che riguarda l’imminente Giubileo, al senatore Esposito, l’assessore anti no-tav che appena un paio di mesi fa aveva chiesto l’intervento dell’esercito a Ostia, il municipio di Roma che entro questa settimana potrebbe essere sciolto per mafia dal ministro dell’interno Angelino Alfano. Sorte che non toccherà a Roma, in virtù di una scelta politica del premier, preoccupato di non dare in pasto al mondo un comune di Roma etichettato come “mafioso”. Che questa sia però la realtà vera, lo sanno tutti, almeno in Italia. segue a pagina 2
IL PUNTO Renzi apre i cordoni della borsa per il Giubileo. Ma quei soldi non basteranno
Duecento milioni per tenere in vita una giunta D di Giovanni Santoro
uecento milioni per tenere in vita una giunta. Sono i soldi che il governo Renzi ha deciso di concedere all’amministrazione Marino: buttare giù un sindaco a pochi mesi dal Giubileo non si può, queste risorse sono come un respiratore a cui è attaccato un malato in fin di vita. Se dopo l’Anno Santo, che prenderà il via tra quattro mesi, il primo cittadino non avrà dato una sferzata a Roma, allora sarà il momento di sfrattare dal Campidoglio l’attuale inquilino. Non prima. Per evitare problemi, quei finanziamenti saranno gestiti direttamente dal nuovo assessore al Bilancio, Marco Causi, defraudato delle deleghe sulle mu-
STRATEGIE
Marino “divide ed impera”, a costo di trovarsi isolato
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attica disperata per restare al posto di comando: ha fatto fuori Paolo Masini e con lui tutta l’area zingarettiana. Ha diviso la corrente renziana, chiamando con laS an sé due parlamentari, Stefano ità Lazio Esposito e Marco Causi, non proprio fedelissimi del premier. Ha terremotato l’alleanza con Sel, Infine ha depotenziato il suo nuovo vice, Causi. Per lui niente I conti opac deleghe sulle municipalizzate. Ha hi della sani tà di Zingare O tti anche scontentato Sabella, che si trova al suo fianco la Buarnè anche come responsabile Integrità e Trasparenza. Tutto a pagina 2
All’interno l’inserto di Sanità del Lazio
NUMERO 41 ANNO
I MERCO LEDÌ 5 AGOS
LA MAPPA
TO 2015
Terremoto DEL POTERE in arrivo ai vertici aziendali, poltrone in marcia a pagina
8
del
SANITA’&RI CERCA
Come ti misu ro il carico mentale del o del pilo chirurgo ta in azio ne
a pagina
DIETRO
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I FATTI
gni impresa che si rispetti, attività consolid con una ata, dei scontrato denti, degli dipennella già citata di Giulio verità chiude ogni utenti di riferime riunion Terzi anno i bilanci, nto, Regioneè che il privato accredit e - sono guai. lizza piano di La Non ato è previsione il consuntivo e avanzaana- dirla , dei suoi dirigent tutta. Ed i, dei suoi ostaggio della loro necessariamente. spese, tanti per l’anno un funzionari, è E extra), tante incassi (quelli fissi, successivo; tante nità laziale, al uno dei motivi della per ed . E con due scherzi i lavoratori assunti? di è accadut poi l’abilità variabili da ammor strutturali, e gli garettiani. C’è là dei trionfalismi crisi della sa- nizione o. Secondo di questo tipo si va Affari alle struttur dei conti esempio falliti, tizzare. Sarann tanto sbandie un’area grigia e pubblic del a fare la dei manager e le evoluzio rata traspar che alla faccia zin- nico, basato budget non è un fatto, classico. 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Inri già one novero degli I “cambi” giorno, i ritardi i, si program a, al buio, assicura a in corsa Serie A, alla solo apparentemente bliche: colecistindividuati per tuttecentrata su cinque di accresono tarati ma, lavora. nella attribuz all’ordin le presul budget le struttur ectomia fatto rientrartranquillità finanzia approdare alla dano all’aria le Prende anticipi chirurgico dell’anno e pubaziende più ione dei budget e del programma per frattura laparoscopica, interven precedente, , dico acuto, man- mesi la Regione e nell’elenco delle ria: significa di in qualche modo spese deboli. Il di femore, (quando va e investimenti. Poi si organizza, coronar bypass infarto miocar-to zioni fornitericonosce e paga aziende alle quali se vale la pena salvato, il “privato “pubblico” va puntua dopo sei, sette bene) una quota ica percuta aorto-coronarico, angiopl . Nulla ” solo arrivan agli utenti. molto lmente annuali, oggetto Sono i cosidde di presta- “opaco”di pratico, di di ideologico, perse serve, 15, 20%.(q accade il budgeto le decisioni e come le strutture che nea. È stato stabilito astica di dibattit carità, nel uest’anno nale Sanità tti budget , un termine grigio. Meglio o in del 30%). viene tagliato del meno di 500 parti 2014 hanno fatto inoltre che ancora di gui, si arrangi. che oggi va tura sanitarnei giorni scorsi. Commissione regio- Primo esempio. L’aziend non ostetric registra Ma per potrann con quegli stazioni sono Nel In la stanziamentia si ade- conseguhe a partire dal secondo o svolgere attivitàre determinata ia sa che potrà sostanza la strut- nitaria regiona quadro di program maggiore. coperte fino le la Cabina ente le mazione sa- poi si lavorerà semestr dellerà il cifra, su quella farà contare su una quell’azienda accredit in perdita ad a agosto, a settembpre- allegati del mancata contrattualizza e 2015, con di respiro della i suoi conti , gratis, fino il budget) ata debba Regia decide che Protestare è inutile. re, proprio decreto, la Regione zione. personale, sua quel e Tra gli a fine anno. attività, attrezz mo- zature. stare nel Si può tipo di prestazi fornire (per modello di Lazio propon ziona se, investimenti, etc. analisi Gli glie oni con quelle avere con la privato-privato, sempre scegliere ature, e un Ma tutto correttamente, di re- zionedi durata di degenza per la revision rinunciando convertono amministratori compra Regione. attreztempo, a e delle sola Regione questo funper adegua al rapport Fin qui lo ospedaliera dei fine no, o percorso scenario “collaborazioneanno, quali saranno comunica per fatte, che la Regione rsi, e scopron assumono, queste basata sullaricoveri di riabilita individuale quelle prestaz distorsioni . Se la sanità soffre i termini ”per l’anno ha già cambiao poi, a cose non accade zione delle del pazient ricostruzione della del sistema è accetta. ioni successivo. - come è . Se ne anche per turalme patologie riscontr e e sulla classificdel Ma se ciò biata la strategi non servono più to idea,che sario Proprio la scorsa tradizione a, è cambia perché è aate. e come è stato governa settima discute ma si anche nte non sono azienda stati informaGli interessati nari- il cambioin questione sullo ta la collocazione cam- in commis tivo Giovanni Bissonina il sub commis ti ufficialm - vata. se qualche “dritta”agli sione regiona della scacchie di rotta è Il dato tecnico ente, le sanità è stato ascoltat amici può stato comuni re generale. Ma illustrato i criteri essere arriè complic alla base del sull’argomento. o nire i brividi cato per tempo? lo scorso ato e agli addetti Ha struttur 13 decreto 332 ai lavori ha già fatto velivello massimluglio (appunto) adottat e sanitari o di finanzia sulla definizione o nuanti trattati e accreditate, e ai manager delle contenziosi mento per del ve in vista. ed estel'anno 2015
segue a pagin a9
nicipalizzate e sul personale. Ma esperto di piani di rientro. Pochi fondi, ma che dovrebbero arrivare a breve dopo il pressing del Vaticano. Che ha lanciato il suo grido d’allarme sui ritardi causati dalle beghe interne al centrosinistra, fiaccato dall’inchiesta su Mafia Capitale. Altra certezza: quei soldi non saranno sufficienti. Perché, secondo le stime di palazzo Senatorio, servirebbe almeno mezzo miliardo. Necessari per mettere a punto quel progetto mirato di riqualificazione di strade e piazze, soprattutto in periferia. segue a pagina 3
CIVITAVECCHIA
SCENARI Roma: gestione straordinaria per incapacità (e interesse) a pagina 3
IL CASO La ciclabile di Porta Portese? Un inutile percorso ad ostacoli a pagina 6
Il sindaco Cozzolino: «Governare senza i ricatti della politica»
C
on 1,6 miliardi La sfida del M5S in una città in crisi ma con un potenziale di sviluppo enorme – il porto, l’autostrada il turismo viziata dal rapporto perverso con la Centrale dell’Enel e la difficoltà di arrivare ad una buona amministrazione. “Difficile fare accettare le nuove regole, rispetto delle regole. a pagina 5
PONTINO Anzio e Sabaudia litigano sul progetto di ampliamento del porto a pagina 11
mercoledì 5 agosto 2015 pagina 2
PRIMO PIANO
STRATEGIE
IL SINDACO SI VENDICA DEL PD CREANDO IL CAOS AL SUO INTERNO
Marino "divide ed impera", a costo di trovarsi isolato Tattica disperata per restare al posto di comando: ha fatto fuori Paolo Masini e con lui tutta l’area zingarettiana. Ha diviso la corrente renziana, chiamando con sé due parlamentari, Stefano Esposito e Marco Causi, non proprio fedelissimi del premier. Ha terremotato l’alleanza con Sel, infine ha depotenziato il suo nuovo vice, Causi. Per lui niente deleghe sulle municipalizzate. Ha anche scontentato Sabella, che si trova al suo fianco la Buarnè anche come responsabile Integrità e Trasparenza. Tutto questo funzionerà? di Giovanni Santoro
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ividi et impera. Ecco la strategia di Ignazio Marino per restare sul ponte di comando del Campidoglio. Ha spaccato il suo partito, il Pd, facendo fuori Paolo Masini dalla giunta e con lui tutta l’area zingarettiana. Ha diviso la corrente renziana, chiamando con sé nella sala delle Bandiere due parlamentari, Stefano Esposito e Marco Causi, non proprio fedelissimi della prima ora del premier. Ha terremotato l’alleanza con Sel, facendo fuori dalla squadra di governo il vendoliano Luigi Nieri. L’ultimo tassello, della sua tattica di difesa, è stato quello di depotenziare il suo nuovo vice, Causi. Per lui niente deleghe sulle municipalizzate, che furono dell’ex assessore al Bilancio, Silvia Scozzese. Responsabilità che il sindaco preferisce tenere per sé. Per continuare a dare l’aria del marziano, che non ha paura di nulla. Ma che in realtà mostra il timore di perdere lo scranno più alto di palazzo Senatorio. Per questo neanche il tempo della foto di gruppo, per il terzo valzer di poltrone in poco più di
Matteo Orfini, Maria Elena Boschi e Ignazio Marino due anni alla guida di Roma, che le prime scintille rischiano di scatenare il rogo. E mandare a fuoco tutti gli arazzi della stanza in cui si prendono le decisioni capitali. Lui non vuole passare per il ventriloquo di Matteo Orfini, il commissario dem e presidente nazionale del Pd, che ha
occupato tutti gli spazi possibili nella Capitale. Il chirurgo vuole mostrare autonomia. Nessun commissariamento da palazzo Chigi. Così se Renzi punta sul prefetto Franco Gabrielli per la gestione del Giubileo e su Causi per le risorse relative all’Anno Santo, il
primo cittadino si tiene le deleghe – pesanti – sulle municipalizzate. Per i piddini filorenziani, e non solo, una sorta di dispetto. Depotenziare l’assessorato al Bilancio del deputato democrat ha il sapore della vendetta: così il controllo strategico delle società e degli enti partecipati resta nelle
sue mani. Una mossa, ovviamente, non concordata. Che neppure può essere spiegata con la voglia di essere sollevato da qualche incarico, considerando il doppio impegno tra Roma e Parlamento. Anche perché quelle responsabilità erano funzionali al famoso piano di rientro voluto dal governo e che, nelle intenzioni, proprio a lui doveva essere affidato. Alla fine, Causi non si occuperà anche del personale capitolino e del rinnovo del contratto per il salario accessorio. Era una casella in capo all’ex vicesindaco, Nieri, andranno al neo segretario generale del Campidoglio. Sarà infatti Serafina Buarnè ad occuparsi di loro e, soprattutto, dell’operato dei dirigenti. Altra decisione che ha generato scontento. A saltare sulla sedia, leggendo l’ordinanza sindacale, stavolta è stato Alfonso Sabella. Il super magistrato, cacciatore di mafiosi, si era ritrovato al suo fianco la Buarnè anche come responsabile Integrità e Trasparenza. L’unità tanto sbandierata è utile per le photo opportunity, non per una strategia di amministrazione. Marino ha già scelto la strada da seguire: dividi e comanda. Anche a costo di trovarsi isolato.
segue dalla prima pagina
O Marino fa il miracolo o se ne va. In ogni caso vince Renzi
D’
altra parte Renzi potrà presentarsi a tutti gli italiani come “l’uomo del cambiamento”, di chi “fa pulizia”, anche se Marino non riuscisse a cambiare registro e, nonostante la nuova Giunta, si andasse ad elezioni la primavera prossima. Ben spendo però che Marino, per quanto grande sia la sua incapacità di governare Roma, sarebbe il caprio espiatorio chiamato a pagare, con l’uscita di scena, per colpe non sue; e, soprattutto, sapendo che cambiando Marino, ma lasciando grosso modo inalterati i livelli di comando e di responsabilità, e l’intreccio politico economico della capitale, Roma continuerà ad essere quella “Mafia Capitale” per la quale il procuratorte capo Pignatone chiede senza successo al governo lo scioglimento del
Comune. Per Marino, una gabbia senza apparentemente vie d’uscita. Che è anche, per lui, la possibilità – nel caso riesca ad evitare le dimissioni – di un’uscita di scena onorevole. Che il “marziano” sembra comunque ricercare. Lo si vede dai tentativi che sta facendo per non lasciarsi condizionare dal partito democratico. Renzi, per non aggravare ulteriormente i contrasti con gli oppositori all’interno del suo stesso partito, non ha imposto a Marino nessun filo-renziano dichiarato, come erano gli assessori usciti di scena, Improta e la Scozzese. I quali sono stati sostituiti in un ruolo chiave – quello di vicesindaco e assessore al bilancio – da un esponente del PD romano come Marco Causi, voluto proprio da Renzi Un “regalo avvelenato”, per una Giunta
che dovrà fare una “spending review” durissima per far quadrare il bilancio capitolino: Causi è stato infatti uno dei promotori della “finanza creativa” , ai tempi del sindaco Veltroni, che ha ricoperto Roma di debiti (sette miliardi quando è diventato sindaco Alemanno, che poi per non sfigurare ha fatto del suo meglio per ingigantire il buco). Ora, proprio il tentativo di Marino di limitare i “poteri” del nuovo vice-sindaco e assessore al bilancio sembrerebbero indicare la sua intenzione di non seguire in tutto e per tutto la linea del Pd, che è stata da anni, e anche nei primi due anni di governo di Marino, quella di ricercare una “pace sociale” capace di portare voti, ma che spesso ha fatto a pugni con una rigorosa gestione del personale e delle aziende comunali. Signi-
ficativa, da questo punto di vista, la scelta di Marino di tenere per sé, sottraendola a Causi, la delega del personale capitolino. E anche la decisione di Marino di gestire personalmente la strategia relativa alle municipalizzate e alle partecipate, altra delega sottratta al nuovo vice-sindaco, potrebbe significare – se si tradurrà nell’ingresso dei privati in alcune delle municipalizzare , a cominciare dall’Atac – una rottura fondamentale con il passato, per Roma un punto di svolta addirittura epocale. Se questa è la strada che intende percorrere, troverà certamente nel governo Renzi un alleato in grado di dargli una mano; e potrebbe essere la strada per il rilancio della Capitale. Altrimenti l’esito è già scritto. Carlo Rebecchi
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PRIMO PIANO
SCENARI I LIMITI STRUTTURALI DI UNA CITTÀ SGOVERNATA DA TROPPO TEMPO
Roma: gestione straordinaria per incapacità (e interesse) Il Campidoglio si accorge - a 5 mesi dal Giubileo - che Termini fa schifo e va potenziata. L'Ama scova 300 spazzini e li rimette al lavoro. Perché l'ordinaria amministrazione è sempre un evento eccezionale per questa città? C'è solo da sperare che Roma declini (o perda) la candidatura per le Olimpiadi del 2024. Boston ha rinunciato (temendo il default), noi invece andiamo avanti. Ma ne siamo capaci? di Leonardo Giocoli
A
poco più di quattro mesi dall'apertura del Giubileo della Misericordia, in Campidoglio si accorgono che la stazione Termini fa schifo, che questa infrastruttura - che ogni anno assiste a 150 milioni tra arrivi e partenze - non è in grado di reggere all'onda l'urto dei pellegrini stimati. Vengono ipotizzati oltre 30 milioni di fedeli, se anche dovessero prendere solo un treno andata e ritorno a testa altri 60 milioni di utenti manderebbero in tilt il sistema già evidentemente in sovraccarico. E quindi alla vigilia di agosto si è pensato bene di annunciare un tradizionale piano straordinario con lavori che vengono annunciati e programmati per settembre (il che coincide con la ripresa dell'attività ordinaria e la riapertura delle scuole, proprio una trovata geniale), per l'incredibile cifra di 4, forse 6 milioni di euro. Il che tradotto per i 30 milioni di maggiori utenti fa appena un investimento di 10 centesimi a passeggero. Roma Termini fa schifo non da quando è arrivato Ignazio Marino, e neppure da quando c'erano Alemanno, Veltroni o Rutelli. Fa schifo perché se ci si limita ogni volta a interventi straordinari è chiaro che si cade nel dimenticatoio quando l'evento straordinario è concluso. La responsabilità di investimenti a così scarso respiro - una volta tanto - non è imputabile a questo povero chirurgo che rimane attaccato alla poltrona per testardaggine ma anche per orgoglio. Avrà fatto poco e male, ma quanto meno ha dilapidato pochi quattrini (forse anche perché è capitato in un momento di
crisi e taglio al bilancio). Magari anche Marino - come il fantasmagorico cinefilo, come il belloccio ex Radicale, come il sindaco con i rialzi - avrebbe voluto lasciarci un segno della sua presenza. Come facevano gli imperatori dell'antica Roma al ritorno da una campagna militare vittorioso si facevano prestare i soldi dal Senato per un bell'arco di trionfo, qualche barile di vino e libagioni per i centurioni superstiti. Oggi i sindaci - per fortuna - non hanno più da spendere e spandere. Già a fatica riescono a far quadrare le tante tasse che ci mitragliano addosso con gli scarsi servizi che dovrebbero offrirci. Dopo mesi di appelli da parte dei minisindaci in Campidoglio ci si è resi conto che i continui tagli avevano messo a rischio gli
interventi sociali sul territorio. E così - nella solita maratona notturna per varare l'assestamento di bilancio di fine luglio sono saltati fuori 3,5 milioni per interventi sociali, tra cui anche la rimessa in servizio di alcuni parchi pubblici. Va bene tutto: ma che c'entrano altalene e fioriere con il sociale resterà un mistero. Il problema - il filo comune delle amministrazioni e la gestione unicamente delle emergenze . Ma la gestione ordinaria. Corrono appresso all'ultimo evento accaduto e non riescono a programmare nulla di ordinario. Ne vogliamo analizzare un'altra di situazioni paradossali? Ebbene l'Ama - al centro da anni di una raffica di scandali - ha scoperto che potrà mettere a spazzare le strade 300 dipen-
denti impiegati fin ad ora in funzioni non essenziali. Tradotto si era imbucati così bene che la nuova dirigenza non riusciva a scovarli. Trecento persone abbandonate magari a far la guardia in qualche deposito sperduto invece che in giro con pala e ramazza. Bizzarro no? Possibile che i nostri amministratori abbiano la faccia tosta di annunciarci come un successo la rimessa in servizio di 300 operatori ecologici. Avrebbero dovuto quantomeno dirci che era stato punito (se non licenziato) il superiore che aveva permesso di imboscarsi. Invece no: 300 a spazzare e nessuno paga per i mesi, forse gli anni in cui questi signori sono stati a prendere aria (e stipendio) alla faccio nostra che viviamo con i cassonetti che traboccano e le strade che somigliano ad una cloaca indiana. Possibile che in questa città non ci sia mai nessuno che paghi per colpe e responsabilità? A prendersi gli onori sono sempre in prima fila e chissà quanti ne vedremo alle cerimonie per il Giubileo fare la ruota di pavone a favore di telecamera. Ma gli oneri mai. Da quegli rifuggono. Sia mai gli tocchi pagare pegno. Anche solo chiedere scusa.L'ultima notizia è che la città americana di Boston ha saggiamente ritirato la candidatura per gestire le olimpiadi del 2024. Gli amministratori locali hanno fatto due conti e scoperto che rischiavano di finire in bancarotta. Con il pragmatismo protestante che li caratterizza hanno declinato gentilmente l'invito: non ce lo possiamo permettere. Da noi è tutto un tripudio di attese e programmi. Riusciamo a fatica a spostarci da Termini a Fiumicino, figurarsi accogliere e predisporre le strutture per far giocare gli atleti olimpici. Non ce li possiamo permettere questi balocchi.
segue dalla prima pagina
Duecento milioni per tenere in vita una giunta
S
enza dimenticare trasporti e accoglienza. Il premier Renzi, però, ha deciso: nessun risorsa aggiuntiva dello Stato andrà a Roma. Tradotto: cavatevela da soli. Perché il presidente del Consiglio non si fida più e non è disposto a dare coperture politiche e finanziarie a chi vorrebbe far fuori alla prima occasione utile. Marino non si cura di loro, del giglio magico, e va avanti: pronto a chiedere lo sblocco del patto di stabilità. Per dimostrare che la città può contare sui propri soldi e sulle proprie forze. Ma bisogna chiudere un occhio. L’ultimo tassello per arrivare alla cifra preventivata è un anticipo di 150
milioni di euro dalla gestione commissariale, quella attivata con la maggiorazione Irpef per rientrare dal debito monstre. Capitolo cantieri. Tutti hanno in mente le immagini delle procedure d’urgenza, con lavori affidati in via diretti. E molti finiti nelle grinfie delle cupola del Mondo di Mezzo e di mafia capitale. Ecco che, adesso, l’ipotesi più in voga è di stilare una short list di imprese, già accreditate con la pubblica amministrazione. Quindi già dotate del certificato antimafia e che si dovranno occupare degli interventi più urgenti. Che saranno coordinati direttamente dal prefetto Franco Gabrielli. Intanto
però è stata rinviata la gara per l’acquisto di 700 nuovi bus, promessi dal sindaco. L’affidamento per i nuovi mezzi Atac, infatti, è andato deserto nonostante i tempi fossero stati prolungati. Adesso un ulteriore rinvio a settembre. Se tutto andasse secondo i piani, l’appaltatore a questo punto inizierebbe a costruire i veicoli a ottobre. Saltando così la data indicata da Marino per vedere gli autobus in strada: gennaio 2016. La colpa? Dell’azienda dei trasporti e del suo rischio fallimento. Tutti soldi sul groppone dei romani. Come quelli dei Punti verde qualità. Perché il primo cittadino esulta per aver riportato
nella disponibilità del Comune 11 strutture e incolpa la precedente gestione targata Alemanno. Quello che non dice, però, è che il conto salatissimo anche stavolta lo pagheranno i cittadini. Oltre cento milioni di euro i debiti accumulati con il credito sportivo e la Bcc. Con cui l’amministrazione aveva garantito fidejussioni per il 95%. Forse il marziano riuscirà a non farsi commissariare e a portare a termine il Giubileo. Senza conoscere il suo destino, che dipende dal Pd e da Renzi. Il futuro dei buchi da ripianare, invece, prende la strada dei conti correnti dei romani. Giovanni Santoro
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CRONACHE
L’INTERVISTA PARLA IL SINDACO ANTONIO COZZOLINO
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ivitavecchia è una realtà politicamente, socialmente ed economicamente complessa, difficile da gestire. La sinistra ha governato a lungo ma non ha saputo cogliere le occasioni per il decollo della città. Potenzialmente ricca grazie al porto – tra i più importanti del mediterraneo - all’autostrada, porta privilegiata per il turismo della capitale, quello dell’aria etrusca, della Tuscia. In un momento di drammatica crisi economica e politica è arrivata la svolta, inattesa: un sindaco grillino. Antonio Cozzolino tra mille difficoltà e contro tutti sta cercando di imporre un nuovo modo di fare politica, di amministrare. Lo abbiamo intervistato Come si fa a far quadrare i conti di un bilancio comunale in una città complessa come Civitavecchia stretta tra settore portuale da sviluppare e crisi economica? La situazione economica di Civitavecchia è assai difficile da spiegare all'esterno. Per anni la centrale Enel ha erogato fondi straordinari, prima per la sua riconversione, poi in base a contratti, poi in base a nulla. Tutti questi soldi non sono stati spesi in investimenti ma sono stati messi a spesa corrente. Questo ha fatto si che oggi ci troviamo ad amministrare una città in cui i fondi straordinari Enel non vengono più erogati, non essendoci titolo giuridico, ma la spesa corrente è mostruosamente più elevata del necessario. È un paradosso: abbiamo servizi scadenti, che costano troppo al cittadino, e neanche ce li possiamo permettere. Se a questo ci aggiungiamo i tagli del governo Renzi, il riaccertamento dei residui, la creazione del fondo di garanzia per i crediti di dubbia esigibilità, debiti fuori bilancio rimasti nei cassetti per 5 milioni di euro...capirete che la situazione economica a Civitavecchia è drammatica. E ad un civitavecchiese questo fa rabbia due volte: abbiamo una centrale Enel che è presenza assai ingombrante dal punto di vista ambientale, ma il benessere economico che ne sarebbe dovuto scatu-
Civitavecchia, governare senza i ricatti della politica La sfida del M5S in una città in crisi ma con un potenziale di sviluppo enorme – il porto, l’autostrada il turismo -viziata dal rapporto perverso con la Centrale dell’Enel e la difficoltà di arrivare ad una buona amministrazione. “Difficile fare accettare il cambiamento, nuove regole e buon senso”. “Opposizione sempre all’attacco, si vive in perenne campagna elettorale, ancora non si è accettato che il Movimento ha vinto le elezioni e che per altri quattro anni governerà” rire è finito nelle tasche di pochi. La Corte dei Conti si è pronunciata in maniera molto pesante, ora sta a noi tentare di riequilibrare questa assurda situazione. Come state affrontando il nodo servizio idrico, ed il rapporto con Acea? L'acqua a nostro avviso deve rimanere pubblica, non c'è neanche da discutere. I cittadini si sono espressi con un referendum chiaro e vogliamo rispettarlo. Insieme ad altri Comuni abbiamo fatto opposizione e vogliamo mantenere la proprietà del servizio. Certo, anche questo è un settore in grossa difficoltà e che in tutti questi anni non solo non ha visto investimenti, ma neanche la più normale manutenzione. E' una delle nostre priorità e quindi Civitavecchia tornerà ben presto a spendere soldi, e bene, su questo fondamentale aspetto. A che punto è l’operazione relativa alla trasformazione del porto in scalo principale del centro Italia e meta delle compagnie di crociera? Civitavecchia negli ultimi anni si è trovata ad essere un grosso riferimento crocieristico ma il Comune, anche qui, non si è fatto trovare pronto. Abbiamo trovato una situazione in cui i turisti scendevano ed erano assediati da abusivi, sotto ogni forma. Il turista in questi anni non è stato visto come risorsa a cui vendere servizi, ma come il pollo da spennare.
Antonio Cozzolino, sindaco di Civitavecchia Noi, in sinergia con l'Autorità Portuale, stiamo provvedendo a creare un terminal, Largo della Pace, dove il turista possa trovare con calma e tranquillità tutte le informazioni che desidera, sia per quanto riguarda i trasporti sia per quanto riguarda mete da visitare. Ci saranno stalli per taxi, NCC, ape calessini ed ovviamente i pullman di linea, con la nuova tratta Porto - Stazione ferroviaria da noi instaurata e che ha avuto subito un grosso successo. A breve installeremo anche una cartellonistica a loro dedicata, per guidarli nel loro passeggiare in città. Quali sono le maggiori resi-
stenze che avete incontrato nel processo di cambiamento rispetto a quanto lasciato dalle precedenti amministrazioni? Il cambiamento più difficile da accettare è in primis nella visione del Sindaco: non più uno Zar che tutto può e tutto vuole, al di sopra delle leggi e del vivere comune, ma un normale primo cittadino che amministra la cosa pubblica secondo le leggi ed il buon senso, senza fare favoritismi verso nessuno. Accettare che il politico di turno non interceda e saltando questa o quella legge è assai difficile da metabolizzare. Cambiare la mentalità della gente è uno dei nostri obiettivi principali Il M5S non fa alleanze con nessuno. Senza i ricatti della politica si può raggiungere una tranquillità di gestione o serve anche altro? A Civitavecchia i famosi soldi dell'Enel hanno accecato la politica. Ogni qual volta si parla di un problema, la soluzione che ci viene proposta è sempre "andate a chiedere i soldi all'Enel". Manca ed è mancata una visione politica a più ampio raggio, con idee innovative e prospettive diverse. Dall'opposizione arrivano per la maggior parte critiche strumentali, volte ad esasperare gli animi e cavalcare il malcontento. Si vive in perenne campagna elettorale, ancora non si è accettato che il M5S ha vinto le elezioni e che per altri 4 anni governerà. La nostra forza
è l'assoluta compattezza, che ci manda avanti senza titubanze anche nei momenti difficili e senza essere costretti a cedere a nessun ricatto. Esattamente ciò che ci voleva a Civitavecchia, dove le maggioranze assai raramente hanno concluso i cinque anni di mandato. Quale è il suo rapporto con la dirigenza del comune di Civitavecchia? Anche i dipendenti hanno faticato non poco a capire il diverso approccio che abbiamo posto verso la pubblica amministrazione, e c'è chi si è messo professionalmente a disposizione e chi invece ha fatto qualche resistenza. I dirigenti oggi sono 7, assai meno di ieri che erano 13. Questo comporta che hanno settori più vasti da coordinare e ci sono difficoltà. Il Comune che abbiamo trovato era decisamente sbilanciato, con un ufficio ambiente e quello di innovazione tecnologica inesistente tanto per fare un esempio. Abbiamo messo ordine secondo quella che è la nostra visione politica, ma il blocco delle assunzioni in attesa del riordino delle Province ci sta creando un danno non da poco. Il Comune di Civitavecchia fra le altre cose avrebbe anche bisogno di alcuni innesti, giovani e motivati, in particolari settori, come per esempio nella Polizia Locale. Con le assunzioni bloccate si va avanti ma con molta fatica. Come vede Civitavecchia nel futuro? La vedo profondamente diversa: una città che si allontana dalle energie fossili ma passa alle energie rinnovabili, un centro di passaggio moderno e confortevole per i turisti di passaggio, una città che ascolta la sua vocazione estiva ricreativa/balneare, una città che fa dello sport e del turismo sportivo uno dei suoi punti di forza. Importante sarà il ruolo che reciterà l'università, che stiamo rilanciando, e l'educazione dei più giovani. Civitavecchia può fare un grosso salto di qualità ma a volerlo non deve essere solo il M5S ma tutta la cittadinanza. Un cambio di visione globale di tutti, ci farà essere una città decisamente migliore sia per chi ci passa sia per chi la vive.
LA RECENSIONE
La lezione politica dell’altro Dossetti
Intorno alla vicenda umana ed ideale di Giuseppe Dossetti molto è stato scritto, all'inizio ed alla fine dell’unità del movimento politico dei cattolici in Italia. Si scopre ora grazie al bel volume di Luigi Giorgi, “Ermanno Dossetti, impegno civile, fede e libertà”, Il Margine ed., 2015 - che in almeno due momenti, in cui quel movimento crebbe e prosperò, suo fratello espresse una posizione importante nella storia della Democrazia cristiana. Nell’immediato secondo dopoguerra, Ermanno Dossetti affrontò il problema della concertazione del CLN, soprattutto nelle “regioni rosse”. Mezzo secolo di “non expedit” ed un ventennio di dittatura avevano diseducato la cultura cattolica alla fiducia nei confronti dello Stato. Rinvigorite e legittimate dalla parallela democratizzazione - decisa in Assemblea costituente, unitariamente, da tutte le forze politiche - le sue posizioni si rivelano il mezzo per inverare gli imperativi dell’impegno del cattolico
nella vita pubblica; grazie ad esse, la DC passa all’offensiva e sbaraglia i suoi avversari il 18 aprile 1948. Il secondo momento è l’incubazione di quel disagio giovanile che sarebbe esploso nel 1968: gli anni Sessanta sono tutti percorsi dallo straniamento derivante dalla consapevolezza che, per la prima volta nella sua storia, l’umanità dispone dei mezzi per l’autodistruzione. Nella cultura cristiana, ne nasce una genuina ricerca - tra i fondamenti dell’elaborazione teologica del modo per conciliare i doveri del fedele con quelli del cittadino. Anche allora, l’accu-
rata ricerca storiografica di Giorgi ci consente di apprezzare il ruolo del “fratello di Dossetti” al di fuori delle facili quanto falsanti letture militanti: l’obiezione di coscienza, il documento dei parlamentari sul Vietnam, la guerra dei Sei giorni, sono per Ermanno tutti momenti per riaffermare una peculiarità dell’offerta politica della DC, che intercetta i moventi profondi del Paese. L’ultimo discorso di Aldo Moro a gruppi parlamentari, a fine febbraio 1978, è apparso a molti il dolente canto del cigno di una classe politica che si rivolgeva ancora al Paese cercando
di comprenderne i bisogni e di corrisponderne. Leggendo l’ottima, ispirata e documentata ricerca storiografica su Ermanno deputato, ci accorgiamo invece che quello era il “modus operandi” di un ben preciso prodotto dell’elaborazione culturale del cattolicesimo democratico. Il fatto che quell’occasione sia andata perduta non può essere soltanto il frutto della degenerazione della gestione quotidiana del potere: è anche un portato della repulsione che, nel familismo amorale della massa dei connazionali, ha ispirato l’austero rigorismo di quella complessa formazione intellettuale. I mille canali profondi di quell’universo politico-culturale meritano di essere sondati con l’acribia, l’attenzione e la cura con cui Luigi Giorgi ha saputo porgerci materiale inedito: non mancheranno, ne siamo certi, ulteriori, interessanti sorprese, atte a sfidare i luoghi comuni del dominante pensiero unico.
mercoledì 5 agosto 2015 pagina 6
CRONACHE
IL CASO
I
PESANTI CRITICHE ANCHE DAL MONDO DELLE DUE RUOTE CAPITOLINO
La ciclabile di Porta Portese? Un inutile percorso ad ostacoli
ciclisti romani, la presidente del XII Municipio, Cristina Maltese, gli ingegneri del traffico che hanno messo il loro sapere al servizio dell’opera, ci devono perdonare se esprimiamo un parere (interessato). Non sarà politically correct ma alla prova dei fatti la pista cliclabile di Porta Portese, enfatizzata coma le prima opera “europea” di questo tipo nella capitale si dimostra un grande pasticcio. Con tanti complimenti ai tecnici che l’hanno concepita e all’amministrazione che ha messo i soldi. Basta enfatizzare il fatto che quei sei-ottocento metri sono concepiti con i criteri più moderni, come si deve, con i ciclisti “protetti” nella loro corsa dalle macchine parcheggiate? No, non basta. Ed è effettivamente l’unico pregio, l’unico aspetto positivo, bisogna ammetterlo, di un’opera stradale disperante. Perché il resto, va detto, fa proprio disperare. Sembra un brutto scherzo, una cosa lasciata a metà sviluppata senza riflettere. A cominciare da una carreggiata talmente ridotta che in alcuni punti basta nulla per dover procedere a senso alternato. E quel nulla si manifesta spesso, a Roma, nelle sembianze di una macchina che si ferma in doppia fila. Ma quel tratto di Portuense è arteria essenziale di collegamento, con traffico veloce (una volta ormai) in entrambi i sensi, non si può permettere strozzature supplementari Bisogna pas-
parcheggiate da entrambi i lati proteggono, è anche vero che per forza di cose la ciclabile è piena di ostacoli: i popolari rivenditori della strada ( ricambi, ruote, biciclette, caschi, catene e altro) piazzano la merce sulla corsia rossa esattamente come facevano prima sulla strada e sul marciapiede. Le macchine parcheggiano tranquillamente all’estremità della pista e dal lato dei locali (tutti in fila in direzione piazza Ettore Rolli) la ciclabile è un parcheggio di riserva governato la sera dai parcheggiatori abusivi. Dimenticavamo, in più punti i ciclisti più sfortunati possono trovarsi diverse squadre di cassonetti, slalom assicurato, Non tutti amano le biciclette e molti automobilisti non sopportano i ciclisti, ma le denunce, le lamentele, le critiche vengono anche da BiciRoma. E allora ci si chiede se inserire per un tratto di strada così breve il discorso della ciclabile nel restyling di Porta Portese abbia avuto un senso, se sia stato un atto di presunzione intellettuale, o che altro. Una pista ciclabile dovrebbe essere una soluzione rilassante, tonificante, non una fettuccia di strada in mezzo al traffico. E non dovrebbe essere chiusa la domenica, giorno dedicato alle biciclettate in compagnia. Ma a Porta Portese c’è il mercato…. Insomma, un flop imbarazzante per il sindaco ciclista e per i suoi seguaci
Ancora un imbarazzante scivolone per il sindaco ciclista. Un’opera sostanzialmente incompiuta brutta, scomoda e pericolosa. Praticamente inutilizzata di Giulio Terzi
sarci accanto tutti i giorni a quella pista ciclabile, per rendersi conto dei problemi che crea in rapporto ai virtuali benefici che rappresenta. Bisogna rischiare il frontale (è capitato) nell’ultimo tratto in direzione della porta solo perché chi viene nell’altro senso non è messo sul chi vive da segnaletica adeguata e si trova di fronte due file di mac-
chine, una di vetture parcheggiate e una in marcia in mezzo alla vecchia carreggiata. Inutile dirlo, il pericolo è reale, ma nessuno ci ha pensato. Con la carreggiata ristretta di un paio di metri chi entra dalla porta si trova di fronte ad una corsia sfalsata: le macchine parcheggiate sembrano ferme al semaforo, quelle in direzione opposta sem-
brano in sorpasso nella corsia sbagliata. Ma è mai possibile? Su You Tube circola un video impietoso che ripercorre metro dopo metro la ciclabile di Porta Portese , pochissimo frequentata dai ciclisti, tra l’altro, che giustamente evitano di complicarsi la vita in una ginkana pericolosa e indecorosa. Perché se è vero che le macchine
Pronto Soccorso: al Gemelli si può fare di più Q
uello italiano sarà pure uno dei migliori servizi sanitari del mondo, ma quello che si vede oggi nei Pronto Soccorso degli ospedali italiani grida vendetta, o almeno un “non ci sto”. Vi racconto un’esperienza personale di questi primi giorni d’agosto. Su consiglio del mio medico curante, dopo una settimana di febbre alta che nessun antibiotico riusciva a stroncare o abbassare, mi presento al Pronto Soccorso del Policlinico Gemelli. Siamo in tanti, ma - grazie alle ferie che hanno portato fuori Roma tanti cittadini - davanti al Triage non sono schierate le consuete legioni di pazienti. Mi danno un codice verde. Ed è giusto così: in fondo io ho solo una febbre alta e persistente di incerta origine. Mi danno un numero compreso tra 150 e 200. Capisco subito che ci sarà da aspettare, anche se nessuno al Triage mi sa dire quanto. Alla fine saranno sette ore,
passate su una barella del Pronto Soccorso. L’esperienza al Pronto Soccorso per i codici verdi è allucinante: perdi la concezione del tempo e ogni volta che l’infermiere ti porta da qualche parte, in barella (come nel mio caso) oppure in sedia a rotelle, è una liberazione. Basta un’ecografia, spesso, per sottrarti alla monotonia dell’attesa e all’angoscia dell’incontro con gli
sguardi della disperazione o del dolore di altre persone sconosciute. Almeno all’inizio. Perché poi alla fine si solidarizza con chi soffre e ha problemi più grossi dei tuoi. Ed è proprio su questo che un ospedale come il Gemelli, per di più cattolico, dovrebbe fare di più. Non è possibile, chiedo, creare un percorso ad hoc, separato, per quelli che arrivano a bordo delle ambulanze? In quelle sette ore ho visto di tutto, e - quel che è peggio - quello che ho visto io lo hanno visto anche i bambini. Sangue, ferite, pallori mortali, concitazione, paura di parenti e portantini di non fare in tempo a salvare vite umane. Restituiamo un po’ di privacy ai pazienti e rendiamo più vivibile l’ambiente del Pronto Soccorso. S.T. - Roma Invitiamo i cittadini di Roma e del Lazio a denunciare le cose che non vanno con foto ed email a questo indirizzo: noncisto@corrierediroma-news.it
anità S
la
Lazio
del
NUMERO 41 ANNO I MERCOLEDÌ 5 AGOSTO 2015
LA MAPPA DEL POTERE
SANITA’&RICERCA
Terremoto in arrivo ai vertici aziendali, poltrone in marcia
Come ti misuro il carico mentale del chirurgo o del pilota in azione a pagina 9
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DIETRO I FATTI
I conti opachi della sanità di Zingaretti di Giulio Terzi
O
gni impresa che si rispetti, con una attività consolidata, dei dipendenti, degli utenti di riferimento, chiude ogni anno i bilanci, analizza il consuntivo e avanza un piano di previsione per l’anno successivo; tante spese, tanti incassi (quelli fissi, strutturali, e gli extra), tante variabili da ammortizzare. Saranno poi l’abilità dei manager e le evoluzioni del mercato a fare la differenza. Ma questo scenario, per le strutture sanitarie accreditate del Lazio, è una chimera, un’utopia. Rientrare nel novero degli accrediti significa solo apparentemente approdare alla Serie A, alla tranquillità finanziaria: significa di fatto rientrare nell’elenco delle aziende alle quali la Regione riconosce e paga una quota di prestazioni fornite agli utenti. Sono i cosiddetti budget annuali, oggetto di dibattito in Commissione regionale Sanità nei giorni scorsi. In sostanza la struttura sanitaria sa che potrà contare su una determinata cifra, su quella farà i suoi conti e modellerà il respiro della sua attività, attrezzature, personale, investimenti, etc. Ma tutto questo funziona se, correttamente, la Regione comunica per tempo, a fine anno, quali saranno i termini della “collaborazione”per l’anno successivo. Ma se ciò non accade - come è tradizione e come è stato ri-
scontrato nella già citata riunione - sono guai. La verità è che il privato accreditato è ostaggio della Regione, dei suoi dirigenti, dei suoi funzionari, per dirla tutta. Ed è uno dei motivi della crisi della sanità laziale, al di là dei trionfalismi dei conti zingarettiani. C’è un’area grigia che alla faccia della tanto sbandierata trasparenza ancora resiste . La linea adottata – e non da oggi – dalla Regione è insieme perversa, malvagia, punitiva. I “cambi” di direzione e di strategia in corsa sono all’ordine del giorno, i ritardi nella attribuzione dei budget mandano all’aria le aziende più deboli. Il “pubblico” va in qualche modo salvato, il “privato” solo se serve, se vale la pena . Nulla di ideologico, per carità, molto di pratico, di grigio. Meglio ancora di “opaco”, un termine che oggi va per la maggiore. Primo esempio. Nel quadro di programmazione sanitaria regionale la Cabina di Regia decide che quell’azienda accreditata debba fornire (per avere il budget) quel tipo di prestazioni con quelle attrezzature. Gli amministratori comprano, assumono, convertono per adeguarsi, e scoprono poi, a cose fatte, che la Regione ha già cambiato idea,che quelle prestazioni non servono più perché è cambiata la strategia, è cambiata la collocazione della azienda in questione sullo scacchiere generale. Ma il cambio di rotta è stato comunicato per tempo?
Non necessariamente. E i lavoratori assunti? Affari loro . E con due scherzi di questo tipo si va falliti, ed è accaduto. Secondo esempio, classico. La definizione del budget non è un fatto automatico, tecnico, basato su parametri specifici. E non avviene nei tempi giusti, dal primo gennaio, si è detto. Intanto l’azienda comincia, al buio, assicura le prestazioni, si programma, lavora. Prende anticipi, tarati sul budget dell’anno precedente, si organizza, programma spese e investimenti. Poi dopo sei, sette mesi (quando va bene) arrivano le decisioni e come puntualmente accade il budget viene tagliato del 15, 20%.(quest’anno del 30%). L’azienda si adegui, si arrangi. Ma con quegli stanziamenti le prestazioni sono coperte fino ad a agosto, a settembre, poi si lavorerà in perdita, gratis, fino a fine anno. Protestare è inutile. Si può sempre scegliere di restare nel privato-privato, rinunciando al rapporto con la Regione. Fin qui lo scenario. Se la sanità soffre è anche per queste distorsioni del sistema. Se ne discute ma si accetta. Proprio la scorsa settimana il sub commissario governativo Giovanni Bissoni è stato ascoltato in commissione regionale sanità sull’argomento. Ha illustrato i criteri alla base del decreto 332 adottato lo scorso 13 luglio (appunto) sulla definizione del livello massimo di finanziamento per l'anno 2015
alle strutture pubbliche e private accreditate e l'introduzione di un monitoraggio dell'attività svolta da ciascuna struttura sulla base dei volumi e degli esiti degli interventi. Attenzione centrata su cinque indicatori già individuati per tutte le strutture pubbliche: colecistectomia laparoscopica, intervento chirurgico per frattura di femore, infarto miocardico acuto, bypass aorto-coronarico, angioplastica coronarica percutanea. È stato stabilito inoltre che le strutture che nel 2014 hanno fatto registrare meno di 500 parti non potranno svolgere attività ostetriche a partire dal secondo semestre 2015, con conseguente mancata contrattualizzazione. Tra gli allegati del decreto, la Regione Lazio propone un proprio modello di analisi per la revisione delle soglie di durata di degenza dei ricoveri di riabilitazione ospedaliera basata sulla ricostruzione del percorso individuale del paziente e sulla classificazione delle patologie riscontrate. Gli interessati naturalmente non sono stati informati ufficialmente, anche se qualche “dritta”agli amici può essere arrivata. Il dato tecnico è complicato e ha già fatto venire i brividi agli addetti ai lavori e ai manager delle strutture sanitarie accreditate, contenziosi ed estenuanti trattative in vista.
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la
Sanità Lazio
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LA MAPPA DEL POTERE
del
Asl Viterbo
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opo mesi di stallo terremoto in arrivo nella mappa del potere della sanità laziale. Non sarà un'unica scossa, ma un lento movimento tellurico che troverà pace solo entro fine anno. Prima di tutto il governatore Zingaretti ha comunicato che il direttore generale della Asl di Frosinone (Mastrobuono) si sposterà allo Spallanzani: salta la fusione con l'Ifo (ci sono obiettivi problemi sul piano normativo) e quindi contestualmente ci vorrà un manager anche all'Irccs di Spinaceto. Sarà Marta Branca, da poco nominata commissario di entrambi gli istituti? Oggi sono unificate le due direzioni sanitarie e amministrative, c'è un direttore amministrativo di nomina ancor più fresca, Guglielmo di Balsamo. Cosa accadrà, torneranno autonome? Non si sa. Quindi virtualmente ci potrebbero essere cinque+una (Frosinone) poltrone da assegnare. Secondo quadrante, quello della fusione Asl RmA e Asl RmE. Oggi c'è un commissario nella prima, Angelo Tanese, che è anche dg della Asl di San Pietro (e del S.Filippo Neri, retrocesso a presidio ospedaliero). L'operazione fusione è in corso, le quattro poltrone (direzione sanitarie e amministrative) saranno ovviamente accorpate, chi perderà il posto? Infine la progettata fusione tra Asl RmC e RmB: decreto firmato, meccanismo in corso, manca la nomina del commissario straordinario. A quel punto saranno in discussione sei poltrone. Lo scenario più accreditato prevede che resti al comando da solo il manager della Asl RmB., De Salazar, mentre il suo collega Saitto (contestato da tutti in questo momento) dovrebbe andare in Regione con un nuovo incarico. Ovviamente gli altri quattro posti sono una grossa incognita: chi verrà confermato e perché? Le note vicende giudiziarie hanno decapitato il Policlinico S.Andrea; il direttore sanitario Lorenzo Sommella fa le funzioni di direttore generale. Ma è una soluzione di emergenza. Altre teste sono a rischio mannaia, vedi i vertici della RmG, della Asl di Viterbo e di quella di Latina. Il Borsino dà a rischio il manager dell'Ares 118 ( deciderà il Giubileo) mentre in ascesa sembra quello della Asl RmF.
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Terremoto in arrivo ai vertici aziendali, poltrone in marcia
Commissario LUIGI MACCHITELLA Direttore sanitario Antonio Bray Direttore Amministrativo Daniela Donetti
Asl Rieti Direttore Generale Laura Figorilli Direttore sanitario Marilina Colombo Direttore Amministrativo Manuel Festuccia
Asl Frosinone Direttore Generale ISABELLA MASTROBUONO ??? Direttore sanitario Roberto Testa Direttore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini
LEGENDA Commissario Facente funzione A rischio? Vacante In uscita a
Asl Roma A
CENTRO STORICO Commissario Angelo Danese Direttore sanitario Barbara Giudiceandrea Direttore Amministrativo Alessandro Moretti
Asl Roma B
Asl Latina
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CENTRO STORICO Direttore Generale VITALIANO DE SALAZAR Direttore sanitario Vittorio Amedeo Cicogna Direttore Amministrativo Sabrina Cenciarelli
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Direttore Generale MICHELE CAPOROSSI Direttore sanitario Alfredo Cordoni Direttore Amministrativo Vania Rado
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EUR E DINTORNI Direttore Generale CARLO SAITTO Direttore sanitario Marina Capasso Direttore Amministrativo Silvia Cavalli
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DA TRASTEVERE A OSTIA Direttore Generale Vincenzo Panella Direttore sanitario Flavia Simonetta Pirola Direttore Amministrativo Paolo Farfusola
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DAL VATICANO A BRACCIANO Direttore Generale Angelo Tanese Direttore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Velardi CIVITAVECCHIA Direttore Generale Giuseppe Quintavalle Direttore sanitario Francesca Milito Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea
Asl Roma G
Asl Roma H
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TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACO Direttore Generale GIUSEPPE CAROLI Direttore sanitario Domenico Bracco Direttore Amministrativo Daniele Aguzzi
San Giovanni Addolorata
San Camillo Forlanini
Direttore Generale ILDE COIRO Direttore sanitario Stefano Pompili Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli
Direttore Generale Antonio D’Urso Francesco Cortese Direttore sanitario Direttore Amministrativo Alessandro Cipolla
Sant’Andrea
Policlinico Universitario Umberto I
Direttore Generale Lorenzo Sommella ff Direttore sanitario Lorenzo Sommella Direttore Amministrativo Paola Longo
Direttore Generale Domenico Alessio Direttore sanitario Amalia Allocca Direttore Amministrativo VACANTE
San Filippo Neri
Ifo
Commissario Angelo Tanese Direttore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Luisa Velardi
Direttore Generale Marta Branca ??? Direttore sanitario Marina Cerimele Direttore Amministrativo Guglielmo di Balsamo
Spallanzani
Ares 118
Direttore Generale Branca / Mastrobuono ??? Direttore sanitario Marina Cerimele Direttore Amministrativo Guglielmo di Balsamo
Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI Domenico Antonio Ientile Direttore sanitario Direttore Amministrativo Francesco Malatesta
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CASTELLI, ANZIO, NETTUNO Direttore Generale FABRIZIO D’ALBA Direttore sanitario Narciso Mostarda Direttore Amministrativo Francesca Merli
AZIENDE OSPEDALIERE
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CRONACHE
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Sanità Lazio del
UNO STUDIO DELLA FONDAZIONE SANTA LUCIA IRCSS IN COLLABORAZIONE SANITA’&RICERCA CON LA SPIN-OFF BRAINSIGNS SRL, DIRETTA DAL PROF. FABIO BABILONI
Come ti misuro il carico mentale del chirurgo o del pilota in azione Dove la sicurezza è determinante il fattore umano è la variabile di rischio meno controllabile e tra le principali cause di pericolo. Ciò è dovuto ad una sottostima dell’effettivo carico mentale dell’operatore. Più aumenta e più diventa difficile mantenere, durante l’esecuzione di un compito, le prestazioni all’interno di un livello di sicurezza. Allo studio lo sviluppo di un dispositivo portatile in grado di fornire a questo proposito informazioni in tempo reale di Marco De Leo
I
n specifici ambienti operativi, dove la sicurezza è un problema di primaria importanza, il fattore umano è la variabile di rischio meno controllabile e, allo stesso tempo, tra le principali cause di pericolo. Ciò è dovuto ad una sottostima dell’effettivo carico mentale dell’operatore. Infatti, più aumenta il carico mentale e più diventa difficile mantenere, durante l’esecuzione di un compito, le prestazioni all’interno di un margine accettabile, ovvero laddove il livello di sicurezza non possa essere compromesso.Il carico di lavoro mentale (mental workload) può essere definito come la misura di quella porzione di capacità cerebrali per l’elaborazione di informazioni utilizzata per eseguire un particolare compito.Un elevato carico mentale potrebbe richiedere più risorse cognitive di quelle disponibili nel cervello umano, causando una flessione negativa in termini di prestazioni ed inducendo l’operatore ad un alta probabilità di commettere errori. L’uso di misurazioni oggettive del carico mentale, basate su analisi di segnali neurofisiologici, è stato proposto in diversi studi per l’interazione in tempo reale uomo-macchina, in modo da minimizzare il numero di errori commessi, e per una gestione appropriata del livello del carico mentale in situazioni critiche. Per esempio, diversi studi hanno investigato gli indici neurofisiologici connessi agli stati mentali dell’utente in applicazioni critiche per quanto riguarda la sicurezza, per determinare le prestazioni e gli stati di disattenzione
vità) introducono gradi di libertà aggiuntivi rispetto a quelli disponibili in una classica operazione “hands-only”. La ricerca svolta in collaborazione tra l’IRCCS Fondazione Santa Lucia e la spin-off BrainSigns Srl, diretta dal Prof. Fabio Babiloni, ha come obiettivo quello di sviluppare un dispositivo portatile in grado di fornire informazioni in tempo reale relative al carico mentale dell’operatore durante un periodo di addestramento (apprendimento nell’utilizzazione di un nuovo strumento), durante lo svolgimento di particolari attività lavorative (intervento chirurgico assistito) oppure informazioni relative allo stato cognitivo del paziente durante terapie di riabilitazione (quando il carico mentale del paziente raggiunge un livello troppo elevato, questo potrebbe non essere più in grado di svolgerlo in Esperimenti di stima del carico mentale durante voli reali e controllo del traffico aereo. I sistemi modo corretto). Inoltre, una ulteriore applicasviluppati da BrainSigns sono in grado i stimare in tempo reale il livello di carico mentale dell’operatore, zione di tale ricerca deriva da esperimenti svolti con piloti professionisti in cui l’obiettivo è stato durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, attraverso l’analisi della loro attività cerebrale quello di confrontare diverse tecnologie avioniPilotare un aereo o far parte di una missione spa- e la relativa economicità rendono l’elettroencefa- che in termini di richiesta di carico mentale stiziale rappresentano altresì situazioni in cui è richie- logramma (EEG) il segnale di controllo più usato mato dalle analisi delle loro attività cerebrali Allo stesso modo, anche nell’ambito sanitario sta la gestione simultanea di numerosi strumenti, nei sistemi BCI. per cui mantenere un alto grado di concentrazione In un ambiente sanitario è possibile individuare possono presentarsi situazioni in cui è necessaria diventa fondamentale. Da qui l’utilità di un sistema situazioni operative in cui l’interazione uomo- una metrica per il confronto e selezione di macche consenta di monitorare costantemente lo stato macchina e la cooperazione tra gli operatori di- chinari sanitari, ad esempio per interventi chipsicofisico e che contemporaneamente fornisca al venta fondamentale sia per la corretta esecuzione rurgici. L’idea è quella di stimare il livello del soggetto canali di comunicazione/controllo ag- dell’attività che per il mantenimento del livello carico mentale degli operatori durante lo svolgigiuntivi. Le interfacce cervello-computer (Brain di sicurezza. A tal proposito, è sufficiente pensare mento di uno stesso intervento chirurgico utilizComputer Interface - BCI) nascono con lo scopo ai medici chirurghi, che durante particolari ope- zando diversi macchinari ed individuare, quindi, di fornire un canale di comunicazione alternativo razioni si avvalgono di specifici Robot che, tra i quello che permette una corretta esecuzione che non dipende dai normali canali periferici quali tanti vantaggi (incremento di risoluzione spa- dell’operazione richiedendo il minor livello di canervi e/o muscoli. L’elevata risoluzione temporale ziale e precisione associata alla minima invasi- rico mentale.
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I conti opachi della sanità di Zingaretti
A
questo proposito va inserita una riflessione. L’avvocatura della Regione lavora da anni a pieno ritmo, ricorsi e controricorsi si rincorrrono a centinaia. E sono centinaia i milioni che l’amministrazione dell’Ente, soccombente, deve versare ai ricorrenti. Un peso rilevantissimo. Ma queste uscite sono comprese nei conti rassicuranti che Zingaretti presenta alla stampa e all’opinione pubblica? O sono tenuti nell’ombra, contabilizzati a parte, mascherati? Propendiamo per la seconda ipotesi Il dato politico è inquietante, fa drizzare i capelli. Il commissario fa e disfa a piacere suo e non comunica alla Commissione e al Consiglio le sue scelte, e denunciare, come ha fatto il grillino Davide Barillari, che la definizione del budget 2015– attraverso dei nuovi criteri di valutazione - arrivi a luglio, quando sei mesi di prestazioni sono stati già erogati, è inutile. Un gran pasticcio, un festival dell’arbitrarietà. E ancora più pericolosa
la chiosa finale del presidente della Commissione Lena, che marca ancora di più il distacco tra la politica e la realtà sanitaria. Se da un lato sottolinea l'importanza del privato accreditato che, insieme al pubblico contribuisce a garantire il funzionamento del Sistema sanitario regionale di qualità, nel contempo ammonisce i privati che, in sostanza, devono accettare le regole del gioco senza avere la garanzia delle strutture pubbliche di una rete di salvataggio: “Bisogna sempre tutelare il personale, perchè rappresenta il cardine essenziale del sistema, la forza lavoro attraverso la quale si erogano servizi, talvolta di eccellenza – dice Lena - I budget però non devono essere considerati un'entrata fissa, stabile, perenne nel tempo da ciascuna struttura. E non è giusto che siano i lavoratori a pagare eventuali tagli di budget che in futuro auspico saranno determinati dalla revisione del fabbisogno sociosanitario, nonchè da una migliore armonizzazione
territoriale delle prestazioni a carico del Servizio Sanitario Regionale”. In parole povere gli imprenditori del privato accreditato se sono in difficoltà non devono rifarsi sui dipendenti, licenziandoli. Si arrangino in altro modo. E su questo concetto si ripiomba nell’area grigia, nella opacità. E’la Regione stessa che spinge i privati accreditati ad “arrangiarsi”, a trovare vie d’uscita, a trovare accomodamenti di qualsiasi genere. Il limite, il confine tra lecito e illecito è spesso sfumato. I lettori ci facciano caso. Se il quadro che abbiamo disegnato è realistico, se il settore privato è alle corde ma solo pochi mandano in piazza i dipendenti ed espongono gli striscioni, non può significare che molti altri - pur costretti dalle circostanze – si arrangiano, aggiustano in qualche modo le cose per sopravvivere? Sono i più forti, i più furbi. In questo mondo i più deboli chiudono. In silenzio. Giulio Terzi
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IL CASO
CRONACHE
Litorale Pontino
MONTA LA POLEMICA TRA LE DUE CITTÀ COSTIERE
Le baruffe pontine Anzio e Sabaudia litigano sul progetto di ampliamento del porto neroniano, quel molo di quattrocento metri avrà effetti devastanti sulle spiagge delle dune incrementando il fenomeno dell’erosione? Si riaccende una polemica politica che si trascina da anni. Ma oggi quell’opera non ancora non c’è e le correnti si stanno mangiando la sabbia anno dopo anno. La tecnologia fa miracoli, in questi contesti, ma sulle rive del lago di Paola nessuno pensa seriamente di adottare difese efficaci. Lamentarsi è più facile e costa meno di Giulio Terzi
I
l nuovo porto di Anzio, se e quando verrà realizzato, aggraverà il fenomeno dell’erosione che sta letteralmente mangiando, giorno dopo giorno la famosa spiaggia di Sabaudia? Sta crescendo con una certa virulenza uno strano contenzioso tra le due città costiere del Pontino, un contenzioso polemico, politico, se le cose non venissero incanalate nel verso giusto, potrebbe sfociare addirittura in un braccio di ferro giudiziario. Litigano e si provocano sindaci, assessori, uomini politici, intellettuali e tecnici, in una incredibile guerra dei nervi preventiva. In realtà che l’ampliamento del porto neroniano possa creare nel medio termine “a valle”, che possa incidere sul delicatissimo equilibrio d quel tratto di tombolo dunale tra Anzio
ed il Promontorio di Circe, un unicum biologico a livello planetario, è cosa già paventata da tempo. E’ stato addirittura uno dei motivi della bocciatura del progetto da parte della Regione. Quel prolungamento del molo per quattrocento metri avrebbe potuto avere un effetto devastante, si diceva. Ma ad Anzio se la sono legata al dito da allora, a quel “no” è stato attribuito un valore politico, e l’amministrazione ci ha riprovato più avanti nel tempo. Ora la questione si ripresenta, gli anzioti quell’ampliamento lo vogliono perché lo ritengono volano essenziale di sviluppo, il Comune ha comprato anche le quote dei privati nella società preposta alla realizzazione dell’opera e ha annunciato la ripresa delle procedure dell’appalto. A Sabaudia l’hanno presa malissimo e il consiglio comunale ha dichiarato guerra
ad Anzio promettendo battaglia. E Anzio ha risposto, bordate su bordate. I timori che l’opera faraonica possa sconvolgere le spiagge da Terracina a Sabaudia, al Circeo,uno dei tratti di costa più belli del Lazio è fondata? Il molo con le opere connesse andrebbe a condizionare negativamente le correnti, già impietose nei confronti del litorale Sud? I comuni coinvolti, con la importante copertura del Parco Nazionale del Circeo, possono giocare un ruolo? Meglio spazi dedicati a barche e maxi yacht o la tutela dell’ecosistema sabaudiano inserito nel patrimonio Mab Unesco? Ci mancava questo tormentone estivo per complicare una stagione già abbastanza vivace. Per fortuna c’è chi sta con i piedi per terra ed evita di alimentare la polemica. Nel solito bar centrale di Sabaudia un paio di imprenditori balneari pieni di buon senso af-
fermano che sarebbe anti-storico ed antieconomico far subire agli anzioti quel che viene fatto subire ai sabaudiani, e cioè la paralisi di ogni ipotesi di sviluppo per una sterile difesa dell’ambiente (vedi le storie del Lago, dei cantieri, delle attività produttive). Se l’ampliamento del porto è utile, ebbene che si faccia. E quindi la stoccata; oggi l’erosione c’è, è terribile, e il famoso molo non è ancora stato costruito. Ma nessuno ha pensato seriamente di intervenire per difendere la spiagge sotto le dune con opere moderne ed efficaci. Anni di promesse, zero interventi conservativi e difensivi. In ogni parte del mondo la tecnologia ha fatto miracoli, difese sommerse sofisticatissime favoriscono il rinascimento senza nulla togliere al paesaggio e all’ambiente. Ma a Sabaudia si è più realisti del re, non si deve toccare nulla e sperare nei miracoli.
Litorale Pontino
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CRONACHE
LA FONTE E GLI STABILIMENTI NON È L’INCHIESTA RIAPRIRE UN SOGNO IMPOSSIBLE. OGNI TANTO QUALCUNO CI PENSA
Una miniera d'oro sotto casa E le Terme di Fogliano che fine hanno fatto? Storia di un affare tramontato per motivi inconfessabili. Ma che potrebbe ripartire e costituire un volano importante di sviluppo per un ampio segmento di litorale pontino. Ora è solo un costo per il comune di Latina Quando si dice, avete una miniera d’oro in casa, ma non ve ne rendete conto o non sapete sfruttarla. Nel Pontino, a due passi da capoluogo Latina, c’è un piccolo gioiello naturale, il Borgo di Fogliano costituito da un complesso di edifici storici, realizzati alla fine del settecento.Fu per lungo tempo un possedimento della famiglia dei Caetani che provvide anche all’allestimento dell’orto botanico, in cui vennero riunite numerose specie di piante provenienti da varie parti del mondo. Al suo interno è stato realizzato un percorso visitabile solo su prenotazione, contattando la Direzione del Parco; il resto dell’area è invece liberamente fruibile. Compare sulle carte, sui depliant, ma su questo angolo di paradiso nonsi è investito sul piano del maketing turistico. Ed è un peccato. Ma quel che molti, che troppi non sanno, è che Fogliano significa ache Terme, un’occasione di sviluppo eccezionale per il territorio. Ma non se ne fa niente. Per sciatteria, forse, o per motivi inconfessabili e sconosciuti che la politica ha addirittura smesso di analizzare. Proviamo a spiegarvi cosa c’è dietro una sconcertante storia tutta italiana.
di Carlo Rebecchi
P
er i più anziani sono un sogno, per i più giovani una realtà virtuale. In qualunque modo si definiscano, le Terme di Fogliano, a Latina, sono tali soltanto di nome. In realtà non esistono, anche se sono presenti sul sito di Federterme: peccato che ad ogni voce corrisponda la medesima risposta: “non disponibile”. In qualunque altro paese, la storia che stiamo per raccontare sarebbe sinonimo di ricchezza. In Italia, nel Lazio, le Terme di Fogliano sono invece un pozzo ormai richiuso, nascosto da un’incannucciata. Un pozzo senza fondo, che si mangia ogni anno centinaia di migliaia di euro di chi paga le
tasse, e che si porta dietro un “debito” di sette milioni di euro nei confronti di una grande azienda, la Condotte. Una vicenda a prima vista incredibile ma che ha una sua logica: nate a metà degli anni Cinquanta per iniziativa di un privato che le ha portate al successo, quelle di Fogliano sembravano destinate a diventare il parco termale più vasto del Lazio, dopo le terme di Fiuggi. Ma l’imprenditore privato morì, il Comune si accaparrò la gestione e niente ha più funzionato. Proprio come troppo spesso accade in Italia. Con i cittadini costretti a fare sacrifici per “tappare i buchi” aperti da amministratori preoccupasti più di gestire il proprio potere che di sostenere iniziative capaci di creare posti di lavoro e ricchezza.
Le Terme di Fogliano debbono la loro nascita nientedimeno che a Enrico Mattei, quello della Supercortemaggiore, oggi Eni. Si era nell’immediato dopoguerra e nelle paludi della costa di Latina si cercava gas o petrolio. Da una trivellazione scesa fino a poco più di mille metri, scaturì invece un soffione di acqua caldissima – 57 gradi che puzzava di zolfo e uovo marcio. Un’acqua salsobromoiodica ottima, dissero subito i ricercatori dell’università La Sapienza, per curare le malattie della pelle. Su questa base fu redatto un progetto per la Regione, che finanziò
le Terme di Fogliano con 19 miliardi di lire. Nacque la Società italiana acque minerali (Siam) e i primi due anni, 1955-56, furono un successo. La morte dell’imprenditore che la guidava, Salvatore Cimaglia, ha cambiato tutto. Soprattutto perché, sparito Cimaglia, le termine sono andate in gestione al Comune. E da allora non solo non hanno più funzionato, ma si sono susseguiti cause, polemiche, sprechi, processi che il Comune di Latina (fatalità?) ha sempre perduto. Nel 2004, l’allora sindaco Zaccheo nominò un liquidatore. Ma le Terme sono ancora, oggi, a carico del
Comune. Nei primi anni di gestione pubblica, i progetti erano grandiosi. Si pensò ad un parco tematico sull’acqua, che però non è mai diventato realtà. Per realizzarlo, intanto, il Comune si era rivolto alla società Condotte, per lo scavo di due pozzi. Lavoro mai pagato, ragion per cui la società ha ottenuto lo scorso anno una sentenza, in appello, che l’autorizza ad appropriarsi dei beni delle Terme, che oltre ai pozzi (richiusi) di acqua solforosa consistono in 74 ettari di terreno e 180.000 metri quadrati di cubature. Il Comune ha anche cercato di vendere le terme (la richiesta, lo scorso anno, era di 17 milioni di euro) ma senza successo. “E io pago”, direbbe Totò. Il Comune di Latina, infatti, continua a pagare i due dipendenti delle terme (sui 90.000 euro l’anno), il liquidatore e tutte le altre spese relative alle “terme che non ci sono”. Un costo non da poco, che varia da alcune centinaia di migliaia di euro fino a 800.000 euro l’anno. In attesa di staccare l’assegno più “salato”, i setti milioni che spettano alle Condotte. Sulla “vicenda terme di Fogliano”, la Corte dei Conti ha aperto una serie di accertamenti e non è escluso che alcune “sviste” del comune che hanno provocato spese considerevoli siano state del tutto casuali. Per il momento, uno chiamato a pagare c’è già: un ex presidente, Salvatore Apostolico, dovrà pagare 100.000 euro per “danno erariale”.
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CRONACHE
RICETTE FRESCHE E FACILI PAROLA DI CHEF DUE DA PREPARARE
Zucchine come antipasto: crude o cotte, scelta vincente di Piero Cantore
V
olete preparare un antipasto leggero e fresco per una cena con amici e non sapete che fare. Vi aiuto io, proponendo due piccole ricette con l'uso delle zucchine a crudo: si tratta di un carpaccio di zucchine e di involtini di zucchine e mozzarella. Vediamo subito come preparare la prima ricetta.
marinatura; se lo gradite aggiungete due cucchiaini di aceto balsamico, un po’ di scaglie di grana padano, un po’ di rucola e il nostro carpaccio è pronto. Involtini di zucchine e mozzarella, ingredienti per 4 persone 8 fettine di zucchine 8 fettine di cacio mozzarella olio di oliva origano e salvia secca sale e pepe quanto basta Prendete delle zucchine, tagliatele a fette di circa mezzo dito e riscaldatele in padella con un po’ di olio di oliva e un pizzico di sale. Quando sono cotte, mettetele da parte, fatele raffreddare e poi arrotolatele con la cacio mozzarella o con il cacio Ricotta tipici della Sila. Chiedete con uno stuzzicadenti e deponete gli involtini all'interno di un piatto, condite con l'olio di oliva, l’origano e la salvia. Si tratta di un piatto fresco, adatto all’estate, ma molto gustoso.
Carpaccio di zucchine, ingredienti per 4 persone: 8 fettine di zucchine olio di oliva limone scaglie di grana rucola origano e salvia secca sale e pepe quanto basta Prendete delle zucchine, tagliatele a fettine molto sottili, conditele con dell'olio di oliva, del sale, pepe, aromi e una spruzzatina di mezzo limone. Mettete in frigo nella parte superiore e lasciate marinare per circa un’oretta. Dopo di che deponete le zucchine in un piatto di portata con sopra un po’ di sughetto della
LE MANIE ASTROLOGICHE di Patrizia Tamiozzo Villa con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po' maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente (5-12/agosto 2015)
♈ Ariete (21 Marzo - 20 Aprile)
♎ Bilancia (23 Settembre - 22Ottobre)
Venere, Giove e Mercurio, nel segno amico del Leone, vi rendono felici e contraccambiati negli affetti; soltanto Marte, ancora negativo, vi ostacola creandovi qualche difficoltà lavorativa; magari vorreste viaggiare e andarvene in ferie e invece non potete. Fate partire intanto i vostri cari. Tra poco li raggiungerete!
Una bella Luna in un segno amico vi invita a coltivare le amicizie e a mettervi in contatto con chi vi ama; Venere e Giove fanno di tutto per sistemare le questioni affettive; dovreste pensare di più a riposare, ma si sa che voi amate il lavoro e Marte vi impone attenzione ad alcune pratiche un po’ fastidiose.
♉ Toro (21 Aprile - 21 Maggio)
♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre)
Vorreste starvene in ozio, perché tanti pianeti in questa stagione del solleone vi innervosiscono, mentre avete voglia di riposare e di non pensare a nulla, ma i figli e il partner reclamano ad alta voce la vostra presenza. Allora che fare? Siate bravi e pensate a loro.
Venere, che dal 1°Agosto è in aspetto negativo, tende a rendervi gelosi e sospettosi e non è solo colpa di Saturno, che ora è nel vostro segno. Cercate di pensare al futuro con ottimismo e godetevi le ferie; se penserete agli altri più che a voi stessi, supererete tutto!
♊ Gemelli (22 Maggio - 21 Giugno)
♐ Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre)
Venere, tornata in Leone il 1° agosto, e la Luna in Acquario favoriscono la vostra partenza anche per spiagge lontane. Sono possibili nuove amicizie e chi è solo, presto non lo sarà più. Nessuno degli amici si è dimenticato di voi: il cellulare non fa che vibrare.
Sole, Mercurio, Giove e Venere sono vostri alleati e vi esortano a uscire dalla vostra attività e a godervi una meritata vacanza, con la famiglia e gli amici; poi, a metà settembre, Saturno tornerà nel vostro segno e richiamerà la vostra attenzione su questioni impegnative, in cui potrete dare il vostro intelligente contributo.
♋ Cancro (22 Giugno - 22 Luglio) Marte vi vuole all’opera e proprio ora che vorreste godervi un po’ di meritato riposo, vi spinge a cercare nuove intese commerciali e, se possibile, anche nuovi investimenti: va bene che si tratta del futuro della vostra famiglia, ma sarebbe anche ora di pensare un po’ a voi stessi e a un meritato riposo. Siate bravi e pazientate!
♌ Leone (23 Luglio - 22 Agosto) Continua la stagione del vostro compleanno; uniti al Sole nel vostro segno ci sono anche, oltre naturalmente allo splendido Giove, Mercurio e Venere che vi procurano incontri con gli amici e gioie dai vostri figli; perciò non tenete il muso a nessuno e godetevi queste ferie.
♍ Vergine (23 Agosto - 22 Settembre) Venere ha fatto una breve comparsa nel vostro segno e ora che è tornata nel segno del Leone vi invita a non fantasticare e a stare con i piedi piantati per terra; del resto, il vostro segno è sempre molto razionale, quindi saprà benissimo cosa fare perché Mercurio - vostro pianeta protettore - vi ispirerà e vi aiuterà negli affari.
La ricetta di Sisto TAGLIOLINI GAMBERI E RUCOLA Ingredienti per 4 persone 500 Gr. di tagliolini all'uovo; 500 Gr. Gamberi rossi di Mazzara del Vallo; 200 Gr di pomodori datterini; un mazzetto di rucola; olio quanto basta
Preparazione Mettere a scaldare in una padella dell'olio e poi unire i pomodorini tagliati e lasciare cuocere per pochi minuti aggiungendo un pizzico di sale. Unire quindi i gamberi dopo averli lavati. Lasciare andare sul fuoco ancora qualche minuto e nel frattempo cuocere i tagliolini un acqua salata. Scolarli ed unirli nella padella saltandoli a fuoco spento, unendo la rucola precedentemente tagliata. Buon appetito!
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♑ Capricorno (22 Dicembre - 20 Gennaio) Se l’opposizione di Marte ha minato un po’ le vostre energie e ha preteso troppo sul piano lavorativo, si preparano per voi nuove opportunità; adesso potrete contare sull’appoggio di Mercurio, che il giorno 7 entra nel segno amico della Vergine e vi fa sentire più affascinanti, ma soprattutto molto amati e corrisposti non solo dal partner, ma anche da figli e nipoti.
♒ Acquario (21 Gennaio - 18 Febbraio) Una settimana un po’ difficile per l’opposizione dei pianeti, in ferie per dimenticare, ma solo per un po’, i fastidi del lavoro; anche in amore vi si richiede pazienza, perché Mercurio e Venere vi rendono poco affettuosi con il partner e a volte intrattabili con gli altri. Cercate di essere più calmi: intanto ne guadagnerete anche in salute!
♓ Pesci (20 Febbraio - 20 Marzo) La vostra forza è accresciuta da un Marte amico, che vi regala tanta energia per il vostro lavoro; la Luna vi mette in contatto con persone importanti e vi rende irresistibili. Appartenete al segno più affascinante dello Zodiaco. Il vostro pianeta protettore è Nettuno, che indica la Fede.
SISTORANTE Il ristorante si trova vicino ai Musei Vaticani e a pochi passo dal mercato Trionfale. Le materie prime quindi sono sempre freschissime e per questo motivo il menu cambia quotidianamente. Tra le varie portate, molto buoni gli gnocchi, fatti in casa, se ne possono scegliere 6 tipi. Ambiente molto familiare e informale, massima cura per i commensali, a disposizione 45 coperti.
Non rinunciare ad una cena fuori... il Sistorante propone il menù light Carpaccio di spigola Vermicelli al pomodoro fresco basilico e scampi oppure Gamberoni grigliati accompagnati da pinzimonio tagliata di ananas e kiwi un calice di vino bianco chardonnay Euro 25 a persona SISTORANTE Via Tolemaide 17 - Roma Tel. 0664521715
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RUBRICHE
DUE SERATE CON GLI AUTORI SCELTI PER VOI AE IEUTROPIA GRUPPI INDIE CAPITOLINI
IN PRIMA FILA
Radici nel Cemento e A.F.A Capitale: reggae, rap e folk parlano romano di Tonino Merolli
M
entre alcune manifestazioni hanno terminato la loro programmazione con la fine di luglio (Roma Incontra il Mondo a Villa Ada) ed altre si fermano per un periodo di pausa (Postepay Rock in Roma) Eutropia, il festival in svolgimento al Testaccio- Città dell’Altra Economia, continua la sua programmazione anche nei primi giorni di agosto, con appuntamenti musicali di spessore e notevole interesse e accoglie sul suo palco (mercoledì 5 agosto, biglietto € 8) una delle principali realtà del reggae romano e nazionale: la band Radici nel Cemento. Formatosi nel 1993 sul litorale capitolino (precisamente a Fiumicino) il gruppo ha sempre messo in evidenza, attraverso canzoni pervase dal ritmo profondo e contagioso del reggae, tutte le ingiustizie del mondo trasmettendo quella sensazione di unità e forza propria di chi crede che la musica non sia solo e soltanto moda o intrattenimento fine a se stesso. Spesso i Radici nel Cemento hanno inserito nei loro testi parole e atteggiamenti che appartengono alla cultura romana più popolare e autentica e non a caso sono stati tra i primi a prendere posizione contro la deriva omofobica che ha macchiato la scena reggae giamaicana degli ultimi anni. Quella dei Radici nel Cemento è una storia, ormai lunga e importante, che è partita dal basso (non a caso lo strumento fondamentale del reggae) e che continua su quel percorso attraverso album come “7”, il loro ottimo e maturo ultimo la-
voro, che verranno a presentare sul palco di Eutropia. Altrettanto interessante la serata di giovedì 6 agosto, denominata “A.F.A. Capitale”, che riunirà personaggi del mondo musicale indie capitolino come Piotta, Muro del Canto, Bestie Rare e prevede anche la presenza di special guest (biglietto 10 €). Un’occasione per apprezzare dal vivo Tommaso Zanello (vero nome di Piotta) ed anche la speciale sinergia creatasi tra il rapper romano e la band capitolina Il Muro del Canto, con cui ha recentemente realizzato “7 Vizi Capitale”- primo e fortunato estratto del nuovo album “Nemici”- ottavo della sua carriera. Un lavoro che rappresenta la naturale evoluzione di quel mix di rap, rock e reggae che Piotta ha maturato negli ultimi anni, frutto anche di un’intensa attività live e dell’incon-
tro con musicisti come Brusco, Il Muro del Canto o i Modena City Ramblers. Esperienze che hanno dato vita ad una rinnovata linfa produttiva nei nuovi brani, valorizzati, inoltre, dalla produzione di Ra B e dalla presenza di ospiti internazionali del calibro di Afrika Bambaataa o di Captain Sensible, con il quale ha realizzato il sequel di “Wot !”. E per concludere segnaliamo caldamente anche la serata gratuita di venerdì 6 agosto con la miscela di rock, canzone d’autore e world music abilmente elaborata dai valdostani L’Orage, interessante ensemble formatosi nel 2009 sulla base delle alchimie sonore sperimentate dal cantautore Alberto Visconti e dal polistrumentista Remy Boniface ed oggi composto da ben sette elementi. Eutropia Festival Ingresso principale: Lungotevere Testaccio Ingresso secondario: Largo Dino Frisullo Info: 391 4373768 o eutropiafestival@gmail.co
DAL 7 AL 9 AGOSTO AD INGRESSO GRATUITO
TolfArte, ovvero ottanta spettacoli in tre giorni
T
orna nella città di Tolfa, dal 7 al 9 agosto, il “TolfArte”, festival internazionale dell’arte di strada e dell’artigianato artistico, quest’anno alla sua undicesima edizione. L’ottimo successo di quelle precedenti ha di fatto consacrato l’appuntamento come uno dei più attesi e importanti del Lazio in termini di proposte artistiche e di presenze, trasformando Tolfa in un unico grande palcoscenico dalle 18 a tarda notte. Sono ben 80 gli spettacoli in programma, tutti ad ingresso gratuito, lungo un percorso di 1500 metri tra strade, vicoli, piazze, angoli e palazzi storici trasformati in straordinarie scenografie con materiali di riciclo. Si potrà così assistere a concerti, spettacoli di teatro e di danza, giocolerie, reading di poesie, clownerie, dj set, vj set, giochi di fuoco. Nato nel 2005 come momento di incontro tra la tradizione artigianale e artistica locale, l’arte di strada e l’arte contemporanea e sperimentale, il TolfArte ha mantenuto le sue peculiarità con una crescita esponenziale, arrivando nel 2014 alle 40.000 presenze che per 3 giorni hanno inondato un paese di circa 5200 abitanti. Come sempre eclettico e ricco il cartellone artistico: 80 performance di musica, teatro, poesia, arti circensie
I Ku Tzo arte visiva con 300 artisti provenienti da Italia, Finlandia, Argentina, Svizzera, Spagna, Colombia,
Messico, Venezuela, Slovenia, Malta, Macedonia e Croazia in rappresentanza di gemellaggi realizzati negli scorsi anni dal Comune di Tolfa. In occasione del TolfArte 2015, il gemellaggio culturale coinvolgerà la Norvegia ospitando artisti dalla città di Nesodden. Ad inaugurare il festival venerdì 7 agosto sarà la band Ku Tso; sabato 8 agosto imperdibile la performance mozzafiato di danza aerea verticale della compagnia Il Posto, realizzata lungo le pareti di uno dei palazzi del centro storico; appuntamento clou di domenica 9 agosto è invece lo spettacolo di Dario Vergassola, che chiuderà ufficialmente il festival. Il programma completo può essere consultato su www.tolfarte.it
IL 10 AGOSTO NEL SANTUARIO DI ERCOLE VINCITORE A TIVOLI
I sonetti di Belli e la Roma di oggi
L
a poesia è la protagonista della serata del 10 agosto nel Santuario di Ercole Vincitore, nell’ambito del Tivoli Festival. E che poesia, visto che parliamo dei sonetti di Giuseppe Giacchino Belli, che nessuno oggi esita ad annoverare tra i massimi poeti del XIX secolo, al pari di Leopardi e di Foscolo e del milanese Carlo Porta. Vastissima fu la produzione di Belli, ben 2279 sonetti, per un totale di 32 mila versi, vale a dire il doppio dui queli che compongono la Divina Comemdia. Per dare almeno un’idea di una simile produzione, Massimo Popolizio (fra i più celebri attori italiani) e Valerio Magrelli (scrittore, traduttore, docente universitario) leggeranno e commenteranno alcuni fra i suoi capolavori. E’ una vera e propria “commedia umana” quella che vive nei sonetti di Belli, ambientati tutti in una Roma ostaggio di una nobiltà arrogante e gretta, divisa fra una casta di intoccabili e un popolino condannato alla fame, schiacciata da una tirannia senza speranza, preda di una
teocrazia retta sulla tortura e sulla pena di morte. In una situazione del genere, cosa poteva mai pensare di Dio, il nostro “facitore” di sonetti? L’ha spiegato Marcello Teodonio: “Belli credeva e basta”, e tale scelta, allontanandolo dall’ateismo di Leopardi, lo proiettava nel dramma tragicomico della vita e della morte. Ecco perché, praticando una “verità sfacciata”, i suoi versi suonano ancora oggi implacabili e attuali. Come tutti gli appuntamento del Tivoli Festival, anche la serata del 10 agosto sarà ad ingresso gratuito, previo ritiro voucher, presso il CTS di Tivoli, in piazza Palatina 2. I biglietti, al massimo due a persona, possono essere ritirati dalle 9,30 alle 13 e dalle 16 alle 19,30, dal lunedì al venerdì. I sonetti di G.G. Belli Lunedì 10 agosto 2015, h 21 Santuario di Ercole Vincitore Villa d’Este, Tivoli Ingresso gratuito Info: 0774 311608
GIARDINI FILARMONICA Il Castello Tratto dal romanzo di Kafka, il 9 agosto nell’ambito della rassegna “I Solisti del teatro” va in scena “Das Schloss”, con regia e drammaturgia di Francesca Caprioli. Lo spettacolo mostra cosa significa lottare da soli per se stessi contro qualcuno che non ci accetta, per raggiungere un premio che non esiste. Kafkiano. Biglietti da € 13 a € 15; info 06 3240098 ALL’OMBRA DEL COLOSSEO Luciano Lembo show E’ un contenitore di gag ispirate alla vita di tutti i giorni, per rendere comico ogni lato umano, ma senza trascurare quel pizzico di riflessione che rende ogni risata più ricca di significato, lo spettacolo che Luciano Lembo porta in scena, il 7 agosto, all’Ombra del Colosseo, al Parco del Celio. Luciano sul palco scherza, ride, canta e incanta, e non perde occasione per improvvisare col suo pubblico come ad una festa in casa di amici. Biglietti da € 17; info 366 4188060 I LOVE COMICO Max Giusti Nell’ambito della rassegna “I love comico”, in corso a Villa Ada,venerdì 7 agosto il palcoscenico sarà tutto per Max Giusti, che proporrà il suo “30 anni di personaggi” con la partecipazione della SuperMax Band e Sarah Jane Olog. Info 34924303868
direttore responsabile Giovanni Tagliapietra redazione Via Boezio 6 - 00193 Roma tel. 06 32 80 34 81 - fax 06 32 80 34 00 redazione@corrierediroma-news.it www.corrierediroma-news.it editore IL NUOVO CORRIERE EDITORIALE SRL INCE SRL Via Boezio 4/C - 00193 Roma Distribuzione Emilianpress s.c.r.l. via del Maggiolino, 168 - 00155 Roma Pubblicità Commerciale INCE Srl - via Boezio n. 6 - 00193 Roma Tel. 06.32803407 – email: pubblicita@corrierediroma-news.it Pubblicità legale Concessionaria esclusiva per la pubblicità legale Il Sole 24 Ore Spa System Via Monterosa 91 - 20149 Milano Tel. 02.30223594 e-mail: legale@ilsole24ore.com iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) al numero 25423 stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno P. Iva e Codice Fiscale 9713300584 registrazione Tribunale di Roma n° 266 del 27 novembre 2014
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