Il CORRIERE ROMA DI
Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi
numero 22 anno LXVII MARTEDÌ 8 LUGLIO 2014
Direttore Giovanni Tagliapietra
ABROGHIAMO IL SINDACO E LA SUA GIUNTA
Referendum Quello che tutti pensano, ma nessuno ha il coraggio di dire
R
oma è sporca, avvilita, sempre più povera. Vive nel caos quotidiano, occupata da un esercito di “invisibili” che la fa da padrone, abusivi, lavavetri, sbandati, rom, violenti di ogni tipo. Sembra una capitale da Terzo Mondo. E’ questione di manico, di governo. La squadra di apprendisti stregoni che amministra il Campidoglio non funziona, lo capiscono tutti. Ma quasi nessuno ha il coraggio di dirlo a chiare lettere. Qualche assessore se la cava, gli altri - niente nomi per carità di patria - sono imbarazzanti. E imbarazzante è il sindaco, Ignazio Marino. Ma non sembra rendersene conto. Bisogna ricorrere alla favoletta di Andersen, quella che raccontava come il re girasse nudo convinto di essere invisibile e che nessuno dei cortigiani e dei sudditi osasse spiegargli la verità. Nella favola a riportare il sovrano sulla terra è l'innocenza di ulnbambino ("mamma, ma il re è nudo"), nella realtà capitolina i media, i partiti della maggioranza e dell'opposizione fanno a gara per nascondere quella nudità e il loro pensiero. Certo si agitano, denunciano, segnalano le emergenze, i problemi, le incongruenze, ma non si spingono fino a dire fino in fondo la dura verità. O Marino fa finta di non capire (e i suoi con lui) o non capisce proprio. Quanto deve trascinarsi la situazione? Ci vuole un referendum popolare, come qualcuno ha ventilato, per verificare se questa città vuole questo sindaco? Che è stato eletto per disperazione, va ricordato, al ballottaggio e con una percentuale record di astensioni. In sostanza ha avuto dalla sua il 30% degli elettori, oggi ne avrebbe certamente molti di meno. Il Pd sta facendo di tutto per trovare una soluzione e liberarsi di lui, Palazzo Chigi lo ha praticamente commissariato e controlla da presso ogni sua mossa sul piano
economico-finanziario. Ma se il piano di rientro blindato qualche effetto lo darà, tutto il resto si sta sfaldando sempre più rapidamente. Di feeling con i romani non ce n'è mai stato troppo, ora qualcuno arriva a rimpiangere Alemanno, e la città nel suo complesso è offesa e imbarazzata, più semplicemente non in linea con le scelte che Marino fa per conto proprio convinto di essere assolutamente nel giusto, Sogna una capitale europea piena di turisti, grandi opere, grandi piste ciclabili, grandi aree pedoni. E si stupisce che tutti non corrano ad abbracciarlo? La storia del sindaco in bicicletta non diverte più e non fa nemmeno folklore, quella dei Fori Imperiali a piedi ha creato solo problemi. Marino Immagina grandi restauri, la casa della scienza, la casa della trasparenza, lancia proclami quotidiani contro il traffico, le immondizie, gli abusivi, la violenza, ai quali non riesce a dare seguito. E’ rimasto solo, e non ha mai pensato di chiedere ai suoi cittadini quali priorità abbiano, cosa serve sul serio e in fretta. Invece di mandare a picco l'area dei Fori avrebbe potuto concentrare soldi ed energie per le cose che servono: i servizi, l'assistenza e il supporto alla fascia più fragile della popolazione, la pulizia della città, l'ordine e il rispetto delle regole. Ha detto intervenendo al Festival dell'Unità: "Penso ad un tram di ultimissima generazione, di quelli silenziosissimi e trasparente che da via Labicana attraversa via dei Fori imperiali. Diventerebbe la giustificazione tombale sulla chiusura al traffico di quella zona. E poi quale altra città ha un tram che attraversa un parco archeologico e i Fori imperiali?». E i problemi concreti? Siamo al delirio. Ora qualcuno dovrebbe trovare il coraggio di mettere in campo, a tempo di record un referendum abrogativo. Non c'è altra soluzione democratica. Abroghiamo Marino prima che faccia altri danni.
L’INCHIESTA
la 22 ANNO NUMERO
Il buco nero della Metro C ne usciremo mai, e come?
La questione rom prende una brutta piega
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SanitLazio
COSE MAI VISTE LXVII MAR
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Ciociaria siamo alle barricate
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ia “Chirurg e servirebb una regia”
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All’interno l’inserto di Sanità del Lazio
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