IL CORRIERE DI ROMA - GIOVEDI' 20 NOVEMBRE 2014

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Il CORRIERE ROMA DI

Fondato nel 1948 da Giuseppe Gesualdi

Direttore responsabile Filippo Gesualdi Direttore Giovanni Tagliapietra

numero 34 anno LXVII GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014

UNA CITTÀ IN GINOCCHIO

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na città in ginocchio, da qualunque parte la si voglia vedere. Le periferie, il centro storico, la viabilità, il controllo sociale, l'ordine pubblico, il decoro, l'abusivismo in tutte le sue forme, i Rom, i migranti, il popolo degli “invisibili”. La somma di tutte queste questioni porta ad una conclusione complessiva, il collasso. Non accidentale, ma provocato: dal non governo, dalla scelta deliberata di lasciare andare a fondo la capitale. E l’efffetto è il caos, nelle sue peggiori espressioni, quello che i turisti vivono con sconcerto scoprendo che nulla funziona come dovrebbe e che i romani sopportano con rabbia crescente, con frustrazione. Basta guardarsi intorno, Roma è sgovernata, nel senso che appare senza controllo, costretta ad una quotidianità precaria. Ma tutte queste af-

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capito nulla di Roma e non la conosce e quello di avere un partito egemone,il Pd che dopo aver mandato al Campidoglio uno sprovveduto ora non riesce a gestirlo, Pessima performance per un partito che ha la pretesa di governare il Paese. E adesso che si fa? Il buon senso suggerirebbe di varare delle misure eccezionali – subito - per tamponare e gestire le emergenze. Ma alla vecchia maniera, ridando tranquillità alle categorie produttive, agli automobilisti, ai fruitori del servizio pubblico. Perché di questo ha bisogno Roma. Poi di programmare il futuro economico e amministrativo nel medio termine. Non ci sono dei personaggi di gran rilievo, di spessore su piazza ( Alfio Marchini farà sul serio il gran salto, Renzi imporrà uno dei suoi, Berlusconi rinuncerà alla piazza princ ipale del Paese?), ma per ripartire qualche buon artigiano si può trovare.

fermazioni apocalittiche lasciano il tempo che trovano, ripetersele fino alla nausea non cambia le cose. Siamo finiti sulle cronache nazionali (finalmente o purtroppo), perché Roma è la vetrina del paese, è il biglietto da visita: i media stranieri hanno ricamato sull’esplosivo caso Tor Sapienza, hanno sorriso imbarazzati sull’ affaire Marino. Ma non c'è salvezza, non si può abbandonare una capitale al suo destino senza nemmeno fare autocritica. Il problema non è se abbia governato male la destra o se governi male ora la sinistra, ma come uscire da una situazione insostenibile. Troppa politica e poca amministrazione fanno male al paese e distruggono Roma. La Giunta Alemanno aveva pensato forse troppo agli affari e troppo poco alla città, la Giunta Marino ha un doppio handicap: quello di avere un sindaco che - come dicono i suoi contestatori - non ha

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SanitLazio

L’INCHIESTA

la NUMERO

LXVII GIOV

EDÌ 20 NOV

EMBRE

AZIONI ECIALIZZ ORSO SP MAXI RICalla class action:

2014

«Attenti mischiare di i» si rschia nti divers a pagina 14 procedime

NNI SAN GIOVArni per l’intervento,

Il day after Una città che si ribella

Due-tre gio tutto è il “dopo” ale ori ambulat

I vigili tirano i remi in barca e mandano a picco Roma a pagina 4

34 ANNO

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dipende n o n à it n a La malas peratori sanitari dagli o

All’interno l’inserto di Sanità del Lazio

one, delCostituzi gruppo dito dalla o è nel come riba one . Il Lazi e a vigilanza il medico, l’ente Regi ni sotto post hanno evici sarà pone a vi- delle sei regiocorso degli anni à. Il dibatrti non di saquesti repa giorno vi sotto nel to la sanit iale, nel atto In vostro stato ad spec emente mal gestiquesti giorni esto che ogni prendonoronti quello controlli per il o assistendo in Lazio, richi mo- dent apertosi stiam ea i sindacali conf onale del sizioni, ha coità site La verità è che di fatto di uno fino tito nizzazion diffuso nei Regi ostil orga o le oppo nto dell’ sigli ad afle ento ci re e onte i lute. olgim e nel Lazi e Con mente da tutte i recalcitrante sono ben dodi del malc ture ospedalie degli operator uno stravSanità che anch a della salut ni a volta i delle Soctutel e fu forteto uno Zingarettin questi gior delle strut er la prim resentanza confront Pronto dello di ntito la ache citstret che letto, com rapp sindacali crescente neighe attese nei secondo li- ad oggi ha gara a di posti Agenzia di frontare i temi sigle, in azioni delle cron oe SaLun carenza giorno male non è colp . ie dall’ o organizz genza Medica, a, si sanitari.nei DEA di primcanza di post tutti. La anni orsono ito soppressa all’ordine del regia di vann di gli della DiriAmministrativ hie corso e causa della mannte per colpa delè denunciato blica, in segu tra una man- tadine. Se le cosema delle cabine i facenti, e o Pub per i, regis loro vecc vello, a nitaria operator mo mai i nulla ci batteonale care one Lazi Sanità o Zingarett3000 posti letto per degli rando le per fare uni- anche di pers over ( la Regi aldini, ma essi te supe difendere dato il tetto dallo stess stite ega turn oltre sono alleaosizioni di bott dalle testate dei blocco del a per aver sfon responsa- canza di ben e Sanitarie Assi ferire Non mpetenti o i truff a degli intercomdifes inter contrapp te un appello cittadini per av- commissariat aria.) Ci sono nomina di RSA , Residenz non devono di posti inco sempre in goria che ci iamo a sanit titi, cate t- remo che vogl tariamen i regionali - ai stanno le cose della spesa one dovute allacome unico gli anziani (che one impropri o nelle stru à degli assis , ribadendo e professio pazi delicina occu i quotidiancome realmenteone Lazio. Per bilità di gestidali che hann de tutti di med motivati con la sui cost malasanit visarli su tà della Regi salute”, tanto vertici azien il risparmio viene pagato letto nelle aree Si parla di atori sa- pren atori sanitari aIl Corvo to che o daliere). no gli oper io, di- oper livello.. nella Saniche “le Case dellate e Commiss riferimen ente di risparmio tifica a di un post ture ospe sfasc spiegare ate dal Presiden i, sono un pe- l’azienda, un da chi è in cerc Zingaretti va e i cittadini iden onsabili dello bilità di nalm zo rti e resp le responsa reclamizz Nicola Zingarett decidesse un a caro prez di assistenza. ente, nitari com o chi gurare repa come menticando che ed esclusivam rio ad acta anente per effettivamente di ricovero Lazio ad inau istica, il sono solo taria, ricolo perm ndo fossero loro cure. In- in giro per ne infermier ione sani (qua alle o l’as- a conduzio struttura risparmio. gest giorno ) di ricorrere in caric ello di do realizzatesi sa chi prenderà onsabile del nuovo mod ad uno pseu malcapi- pensando solo fatti non chi sarà resp quale il e sistito diagnostico al o. Nell’appello percorso à essere sottopost tato dovr

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SCENARI I CONTI CON LA CRISI

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Sveglia: Roma sta morendo Più facile parlare della Panda

orse è finita la sbronza emozionale-politica-mediatica della Panda di Ignazio Marino e delle multe. Peccato che non proprio la stessa ribalta mediatica abbia avuto un'analisi della Banca d'Italia sull'andamento economico del Lazio (e di Roma), che getta un drappo funereo sull'economia della Capitale e dell'hinterland. Nella prima parte del 2014 (e quindi non si tratta di un'indagine "vecchia", ma di dati recenti, recentissimi), la maggior parte delle aziende della nostra regione ha registrato un deciso calo di fatturato, investimenti e export. Via Nazionale ha presentato metà novembre l'aggiornamento della consueta indagine sulle economie regionali. Dall'indagine di Bankitalia quale emerge <una lieve crescita degli occupati nei primi sei mesi 2014, a fronte però di un numero di lavoratori in Cassa integrazione guadagni tornati sui livelli massimi degli ultimi 10 anni> (il 3% dell'intera forza lavoro regionale). E ancora: nel comparto industriale si sono ridotti fatturato e domanda estera (-3%), mentre gli investimenti restano contenuti. Ma ciò che dovrebbe preoccupare maggiormente è che nell'ultimo semestre <permangono le difficoltà delle piccole e micro-imprese industriali del Lazio che operano prevalentemente per il mercato interno e svolgono spesso il ruolo di subfornitrici>. L'unico (modesto) dato positivo non è una crescita lieve, ma un contenimento del crollo. I tecnici del servizio studi della Banca centrale segnalano che appare un po' <attenuata la caduta dell'attività economica nel settore delle costruzioni, con gli investimenti privati diminuiti più lievemente dell'anno precedente, sostenuti dagli incentivi fiscali per le manutenzioni straordinarie>. Insomma, il comparto sembra reggere solo e soltanto perché i privati - invogliati dagli incentivi fiscali per le ristrutturazioni - si sono messi le mani in tasca. Con la tassazione che aumenta anche uno sconto del 65% (spalmato su 10 anni), su una ristrutturazione massima di 90mila euro fa gola. E infatti mai come quest'anno sono tornati a lavorare gli italiani nei piccoli cantieri domestici. I banchieri di via Nazionale sembrano annusare che il termine della caduta verticale dei pressi immobiliari. Il numero delle compravendite tornato a crescere lievemente (+7% rispetto alla prima metà del 2013). Quanto ai prezzi, gli operatori segnalano un lieve e continuo ribasso, ma non più un crollo. Per ciò che riguarda i servizi, che pesano per i 3/4 del Pil regionale, <ha rallentato la caduta dell'attività economica, riflettendo la stabilizzazione dei consumi delle famiglie>. Ma <permane un'elevata eterogeneità tra i diversi comparti>. Quello che la ricerca Bankitalia non sottolinea è che nel Lazio - con il crollo del reddito disponibile per le famiglie - c'è chi è tornato ad abbracciare lavori e incombenze che prima venivano disdegnate e lasciate ad extracomunitari o cittadini dell'Est Europa. Un bel bagno di umiltà? Anche, forse è più forte la necessità di sbarcare il lunario o, meglio, di portare a casa la pagnotta, magari scaricando elettrodomestici o incollandosi il badile e la cazzuola. C'è da dire che i Romani in quanto a fantasia per mettere insieme il pranzo con la cena non sono secondi a nessuno. Però questo, alla lunga, comporta un impoverimento del tessuto economico e sociale. Se si lavora solo per vivere il quotidiano, senza prospettive di crescita e miglioramento, il tessuto sociale lentamente ma progressivamente è destinato ad impoverirsi. Anche perché pur inventandosi "qualcosa di nuovo", oggi si va comunque a sbattere contro una burocrazia impossibile

mero delle partite Iva aperte e funzionanti nella nostra regione ha superato (quasi doppiato) il Veneto: 24mila da noi rispetto alle 13mila aperte nel mitico Nord Est. Ma bisogna girarla la medaglia per comprendere bene il fenomeno: certo tra queste 24mila ci sono piccoli imprenditori che hanno voglia di mettersi in proprio. Però ci sono anche cassintegrati che, licenziati, hanno obbligatoriamente dovuto aprirsi una partita Iva pur di continuare a fare quello che facevano prima a tempo indeterminato. Magari per un compenso lordo inferiore e senza alcuna garanzia di continuità.

Scelte che nella stragrande maggioranza dei casi non porteranno alla crescita di un nuovo e florido sistema produttivo e imprenditoriale, ma che tiene a galla la società laziale senza apportare (se non in pochi casi) una crescita per la nostra regione. Volete conoscere il reddito medio di queste persone? Nel 2013 il 25% circa di questi "imprenditori della crisi" hanno registrato un reddito medio lordo inferiore ai 9456 euro, sotto la soglia di povertà fissata annualmente dall'Istat. Insomma, imprenditori per forza (più che per amore), e poveri. Ma chi riesca a campare con meno di 700 euro al mese? Senza l'intervento della rete di protezione familiare (casa o alloggio donato, bonifici e spesa mensile garantita da nonni e genitori), questi nuovi poveri senza garanzie, senza pensione e senza prospettive, che crescita porteranno per la nostra città? Invece di porsi il problema della crescita economica della città, invece di interrogarsi su come rilanciare una Regione agganciata alla mammella statale (evidentemente in crisi visto che da 6 anni il contratto degli statali è congelato), invece di immaginare uno sviluppo sostenibile e vero, tutti i nostri politici (dalla Regione ai municipi), hanno detto la loro su Panda, parcheggi e multe non pagate. Machissenefrega della Panda di Marino. Lor signori hanno compreso che Roma e il Lazio stanno morendo? Pare di no.

ORSINO

CHI SALE dall’alto Niccolo D'Angelo, Carlo Fuortes e Alfio Marchini

I dati della Banca d'Italia sull'economia regionale nel primo semestre di quest'anno sono devastanti. Eppure amministratori e politici vari si rincorrono per discettare per oltre una settimana della macchina in divieto del sindaco. Mentre aumentano i disoccupati, i cassintegrati e chi è disperato apre la partita Iva (abbiamo superato pure il mitico Nord Est: 24mila a 13mila), pur di racimolare qualcosa e combinare il pranzo con la cena. Peccato che si tratti di salari da indigenti (sotto i 700 euro al mese). Ma nessuno (in Regione o Campidoglio) che perda tempo a spremersi le meningi per ipotizzare un ritorno alla crescita. Più facile parlare di multe e Ztl, che di come creare ricchezza per i romani e per il territorio di Leonardo Giocoli e un fisco oppressivo. Non è questo il Dopoguerra quando fame e voglia di rinascere fecero grande l'Italia. Se attacchi un chiodo o ti inventi un sistema nuovo per fare due soldi, magari mettere su un'impresa, arriva prima l'Inps, poi l'ispettorato del Lavoro e poi l'Agenzia delle Entrate e ti fanno passare qualsiasi velleità imprenditoriale. C'è da segnalare un altro dato che dovrebbe sorprendere e stupire positivamente, ma che invece desta una certa preoccupazione. Tra il 2008 e il primo semestre 2014 il Lazio - stando al monitoraggio realizzato dagli Artigiani di Mestre - il nu-

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CHI SCENDE dal basso Raffaele Clemente, Fabrizio Panecaldo, e Goffredo Bettini

Il vertice del Pd? Un vero disastro Meno male che rinasce l’opposizione

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empi duri, durissimi. Trovare qualcuno che si elevi dalla mediocrità, che possa figurare sulla lavagna nella lista dei buoni è veramente difficile. Con tutto quello che è successo, a partire dalle multe a Ignazio Marino per finire con Tor Sapienza. Se la cava bene il nuovo questore Niccolo D'Angelo, pugno di ferro e mano di velluto; tutt'altra cosa è il prefetto Giuseppe Pecoraro: ha avuto ordine dal ministro di staccare la spina alle case occupate (vedi anche Tor Sapienza) , non ha avuto il coraggio. Bene Alfio Marchini, finalmente, accordo a destra o

a sinistra si è svegliato e lotta insieme a noi. Bene anche il sovrintendente del Teatro dell'Opera Carlo Fuortes, ha fatto il miracolo rimettendo insieme i cocci di una situazione compromessa... Giriamo pagina? Che dire delle figuracce di Fabrizio Panecaldo, Lionello Cosentino, Luigi Nieri? E di quelle del comandante dei vigili Raffaele Clemente? E dell'onnipresente e potente (quando non ci sono guai) Goffredo Bettini? I pasticci li hanno creati loro in Campidoglio. A proposito, complimenti a Marcello De Vito. I grillini si sono svegliati. Era ora.


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IlCORRIERE ROMA DI

MARINO HA FATTO IL SUO TEMPO, C’È BISOGNO EDITORIALE L’DIAMERIKANO RICOSTRUIRE IN FRETTA. E CHI MEGLIO DI MARCHINI….?

Forse è proprio il momento di Alfio, il “renziano de Roma”

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anto tuonò che piovve, dice un vecchio adagio che, per quanto riguarda Ignazio Marino, è quanto mai azzeccato. Della tempesta che si è abbattuta su di lui, l’ormai leggendaria Panda rossa è soltanto l’elemento scatenante, di certo il più folkloristico ma in fondo neppure il più importante. E’ evidente infatti che Marino non è sotto accusa per la scombiccherate spiegazioni che ha dato delle multe della Panda, ma per altro. E questo altro, la sua colpa, è quel suo essere una specie di Mister Bean tra lo svampito e il patetico, e comunque sempre altrove, proprio come il citatissimo marziano di Flaiano, incapace di immedesimarsi nel modo di pensare, e di essere, dei “romani de Roma”, e quindi incapace di farsi interprete dei loro problemi e, è sotto gli occhi di tutti, di risolverli. Problemi che sicuramente non è stato Marino a provocare. I responsabili sono coloro che hanno governato Roma almeno negli ultimi trent’anni e tutti – con la sola eccezione di Gianni Alemanno, peraltro un fallimento pure lui – espressi dalla sinistra e principalmente del partito democratico. Aver scovato il grande chirurgo espressione della “società civile”, per di più di ritorno da una gratificante esperienza professionale negli Stati Uniti, era parso al Pd una autentica “genialata”: l’Amerikano doveva convincere gli elettori, cioè i romani, del fatto che gli ex comunisti, che da decenni gestiscono da dietro le quinte la politica economica e sociale della città – e della regione –, non sono più i trinariciuti dei tempi della Guerra Fredda, ma sono cambiati. E forse lo stesso Marino, sapendo da dove e da chi venivano i voti per il Campidoglio, aveva sognato di essere l’uomo che li avrebbe trasformati da ex comunisti in democratici riformisti. Ma così non è stato, così non è. Marino non ha fatto niente di ciò che i romani si aspettavano da lui perché i progetti e gli interessi politici ed economici del Pd romano, dei D’Alema e dei Cuperlo, erano altri. Il sindaco-ciclista venuto dall’ America sarebbe dovuto essere il vestito dentro il quale doveva continuare a comandare l’alleanza Pd-Sel (con il Sel al posto della defunta Rifondazione Comunista). Per incapacità o non disponibilità di Marino, il pro-

di Carlo Rebecchi

getto è fallito. E Roma affonda sempre più. Chi, a questo punto, ha le carte per fare il sindaco di Roma e riportare la Capitale nella media europea per quanto riguarda i servizi destinati ai cittadini? Nelle file del Pd, spicca tra i notabili cittadini il presidente della Regione Zingaretti, che però sarebbe una continuazione della linea che ha voluto, e ora sta abbandonando, l’attuale sindaco. Marino. Di nomi di prestigio cui possa essere appiccicata l’etichetta di “innovatori” non se ne vedono: e i renziani della capitale, boicottati finora dal ‘sistema romano’ del Pd, non sembrano ancora pronti per “rottamare” chi oggi comanda nel Pd capitolino. Persino il premier-segretario, Matteo Renzi, per quel che riguarda Roma muove le sue pedine con estrema attenzione. In vista probabilmente, pensano molti, di un blitz che gli consenta al momento opportuno di conquistare la Capitale. Una “marcia su Roma” che sicuramente dovrà avvenire, perché non si può pensare alla Città Eterna, sede di un governo, quello di Renzi, che si definisce proiettato verso il futuro, gestita con logica, criteri e risultati di stile sovietico. E allora: visto che nemmeno a destra candidabili non se ne vedono, dato che uno dei principali luogotenenti di Silvio Berlusconi nella Capitale, Tajani, preferisce rimanere a Bruxelles e non sono certo riproponibili personaggi

come Alemanno o la Polverini – e Giorgia Meloni è probabilmente ancora un po’ troppo “tenerella” –, perché non cercare fuori dai partiti? A questo punto, la politica capitolina il fondo lo ha già toccato da tempo, e c’è soltanto da sperare che si trovi qualcuno in grado di farla ripartire. Non con promesse e parole destinate a essere portate via dal vento, fine che hanno fatto finora quelle dei partiti. Un progetto del genere è quanto dice di voler fare Renzi a livello nazionale, e gli si deve augurare di riuscire nel suo progetto globale. In caso di insuccesso, sappiamo infatti cosa ci aspetta: la Grecia, da cinque anni nelle mani della troika, cioè con l’economia guidata da Bruxelles, si ritrova ad essere del 30% più povera. Unica consolazione: il suo Pil, da noi sotto lo zero, sta ricominciando a muoversi in terreno positivo. Chi può essere il “Renzi de Roma”? Chi scrive un’idea ce l’ha, e sta per esprimerla anche se sa in partenza che non tutti saranno d’accordo: Alfio Marchini. Primo: perché è già ultra-ricco e non ha bisogno di rubare, e se diventa sindaco si può pensare che lo faccia per una legittima ambizione personale. E poi perché è romano, ed ha dimostrato nella campagna elettorale che ha portato Marino in Campidoglio di avere carisma (il 10% dei voti in tre mesi non è poco) di capire i problemi dei romani. Certo: da sinistra si dirà che a inviarlo alla guida del Campidoglio vorrebbe

dire consegnare la città ai “poteri forti” (fuori i nomi, please). E si ripeteranno le obiezioni che furono opposte all’ex Cavaliere Silvio Berlusconi quando fece la sua “discesa in campo”. Non si vuole qui aprire al riguardo nessun dibattito: ma se l’imprenditore Berlusconi ad un certo punto ha dimenticato di governare, vuol forse dire che tutti gli altri imprenditori faranno la stessa cosa? Marchini si è mosso finora, secondo gli osservatori, da politico consapevole degli interessi della sua città. Forte dei mezzi che il suo patrimonio gli garantisce, siamo certi che, visto il non-governo di Marino, avrebbe potuto mettere in moto già da tempo contro il sindaco una campagna di dimensioni mai viste. Non lo ha fatto, limitando le sue critiche esclusivamente ai dati politici; e se l’attuale sindaco cadrà, ciò avverrà esclusivamente per volere del partito democratico. E poi – i nostri conti in banca possono dimostrare che non lo diciamo perché pagati da qualcuno – è l’ora di finirla con la politica secondo la quale i ricchi – e Marchini lo è – sono nemici dei poveri. Di chi ha meno di loro i ricchi hanno bisogno, magari per diventare per diventare ancora più ricchi, obiettivo questo che possono raggiungere se la tanto citata “classe operaia” migliora le proprie condizioni, sta sempre meglio e dà il massimo quando va a lavorare. E’ un po’ la stessa cosa dell’antiberlusconismo che per due decenni è stato l’argo-

mento della sinistra, che ha saputo soltanto incolpare Berlusconi di tutti i mali – anche se ne aveva davvero parecchi… - e non ha mai pensato a elaborare una politica alternativa. Marchini, stando a quel che possiamo vedere, è un imprenditore, riformista moderato, apparentemente superpartes, gradito o sgradito - decida il lettore – tanto alla destra quanto alla sinistra. La sua proposta, molto renziana, è di guardare ai problemi da risolvere e di cercarne le soluzioni fuori da ogni ideologia, partendo dagli interessi degli individui e della città. Siccome le sue aziende operano in decine di paesi del mondo, conosce i modelli da imitare e quelli da evitare pr tentare di uscire dalla crisi attuale. Ha anche una rete personale di conoscenze che può contribuire ad un’azione che abbia come obiettivo il rilancio della crescita di Roma a partire da interventi nei settori che oggi sono da terzo mondo, dalla riqualificazione dell’edilizia nelle periferie oggi in ebollizione alla valorizzazione di un capitale artistico che è unico, dalla semplificazione della macchina burocratica del Campidoglio alla realizzazione di un sistema di trasporti o di pulizia alla città che non faccia più vergognare. E la lista potrebbe continuare per pagine e pagine. Per concludere. Perché si dovrebbe aver paura di affidare ad un imprenditore nato ed attivo nella Capitale la disastrata Roma di questo momento, dopo che per decenni l’abbiamo consegnata a partiti che, contraddicendo le loro promesse, l’hanno impoverita, deturpata, resa sporca ed insicura? Un anno e mezzo fa, anche a Roma, l’unica novità sono stati i grillini del Movimento 5 Stelle. Un successo, il loro, che ha alimentato la speranza che si potesse uscire dalla morsa dei partiti tradizionali, ormai più interessati alla loro sopravvivenza che ad una corretta ed equa gestione della città. Al momento però il bilancio è deludente, la presenza dei grillini nel consiglio capitolino non ha cambiato granché. E allora, in un mondo sempre più conta il carisma personale – Silvio Berlusconi e Matteo Renzi ne sono la prova – basta per carità con l’ostracismo ai ricchi, ovviamente se sono capaci; del resto, a fine mandato – o anche prima – anche loro possono essere rimandati a casa, come tutti gli eletti.


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giovedì 20 novembre 2014 pagina 4

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IL DAY AFTER

PERCHÉ LA MANIFESTAZIONE DI SABATO SCORSO (LETTURE IDEOLOGICHE A PARTE) RAPPRESENTA UNA SVOLTA FONDAMENTALE NELLA VITA DELLA CAPITALE

UNA CITTÀ CHE SI RIBELLA Roma in ginocchio. Interi quartieri dicono no «al degrado insopportabile», all’abbruttimento, alla illegalità, agli abusi, ai campi nomadi dai quali si alzano fumi di diossina, alla prostituzione, alla mancanza dei servizi sociali, dai trasporti agli anziani e ai disabili. A questo doveva pensare l'Amministrazione, a questo il Pd non ha saputo dare risposte. E i giornali non hanno sottolineato come gli esponenti politici di destra si siano aggregati solo "a posteriori"al corteo delle periferie. Non era cosa loro, erano solo "ospiti". Marino non si dimette, avanza proposte fragili e generiche, ma il Partito impone una drastica exit strategy: il sindaco deve cambiare diversi pezzi di giunta e, azzerare gli "stagisti"della politica. Anche Sel è in discussione, se non è d'accordo che si tolga di mezzo: il vecchio Tocci al posto di Nieri? Ultima chanche, elezioni a primavera di Stefania Pascucci

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na città in ginocchio. Interi quartieri della Capitale si ribellano e dicono no «al degrado insopportabile», all’abbrutimento, alla illegalità, agli abusi, ai campi nomadi dai quali si alzano fumi di diossina, alla prostituzione, alla mancanza dei servizi sociali, dai trasporti agli anziani e ai disabili. Un no urlato in pieno centro nella memorabile manifestazione dello scorso 15 novembre contro il sindaco Ignazio Marino, detto “Il marziano” per il fatto di non aver un vissuto da romano e di stare fuori dalle dinamiche della metropoli. La miccia si è accesa con gli scontri tra i residenti del quartiere Tor Sapienza e gli immigrati ospitati e pagati dal comune di Roma, gestiti dalla cooperativa Il Sorriso, nel centro di accoglienza di via Giorgio Morandi a Est di Roma. Una guerriglia in piena regola scaturita da parte dei residenti dalla rabbia dell’abbandono dello stato, di dover solo pagare bollette, tasse, fisco e non ricevere nulla in cambio. Qualche migliaia di cittadini hanno partecipato al corteo di sa-

bato scorso che si è svolto pacificamente e senza bandiere di partito, ma solo con il Tricolore in mano e con i cartelli con su scritto: “Marino, vattene, rivoglio la mia città”. Nessun saluto fascista è apparso durante la sfilata, lo testimoniano le migliaia di foto scattate dai giornalisti presenti, comprese le riprese video, al contrario di quanto affermato dalla presidente del I municipio, Sabrina Alfonsi, che si è affrettata ad affibbiare alla rivolta popolare una patente ideologica tout court. Una dimostrazione di quanto la politica sia ottusa, cieca

e sorda: l’unico pensiero è la manomissione della informazione, non è rivolto ai problemi reali. Si contano invece le storture delle politiche passate e presenti. I cittadini, in una parola, sono stufi di vivere nella cloaca creata ad hoc dai furbetti della politica. I rappresentanti dei residenti del quartiere Tor Sapienza si sono incontrati con il sindaco Marino lo scorso 18 novembre e insieme hanno firmato un documento «condiviso». Per il campo rom di via Salviati «sarà disposto un presidio» da parte dei vigili che dovrà contra-

AULA GIULIO CESARE

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Un paio di consigli a sindaco e Giunta

Tor Sapienza il Pd ha raccolto alle ultime europee il 60% dei voti. Oggi rischierebbe un disastroso tracollo. Multe e panda rossa a parte, la pochezza, l'incapacità del sindaco e di chi lo circonda emerge prepotente. E' nelle risposte già abbozzate davanti ai portavoce del quartiere. Risposte generiche, di maniera, impegni nel medio termine. Da uomo senza polso, capace di incantare a chiacchiere uno sceicco e due stranieri ma non di salvare una città che affonda. L'emer-

genza Tor Sapienza,(e di tante altre aree) non nasce certo la scorsa settimana. Per mesi e mesi si è consentito che tutto degradasse, nessuno ha saputo leggere la situazione, ha saputo valutare il peso di determinate scelte (e non scelte). Lasciare i bambini e le donne nel centro di accoglienza è una risposta? Allestire in tutta fretta un punto di polizia risolve il problema? Quel quartiere, come altri, va ridipinto a nuovo, va ripulito negli angoli, va depurato di ogni accenno di illegalità: tutte le case occupate

vanno sgomberare e ripulite, l'ordine va ristabilito subito, in 24 ore, con una presenza massiccia di forze dell'ordine, il decoro urbano va ripristinato, la prostituzione va allontanata, i campi nomadi vanno ripuliti, controllati, i fumi tossici vanno banditi irrevocabilmente. Il sindaco, così bravo a trovare sponsor tra gli imprenditori e gli sceicchi per restaurare Colosseo e Fontana di Trevi potrebbe chiedere a Della Valle, Fendi, archistar e generosi magnai arabi di rimettere in oprdine le cose nelle periferie della ca-

pitale, a cominciare da Tor Sapienza. la adottino loro, ci mandino operai, macchine, vigilanza. Le cose cambierebbero in pochissimo tempo. E se per fare questo si dovesse rinunciare a mostre e manifestazioni, a restauri importanti, se questo dovesse significare che una volta alla settimana giunta e consiglio comunale si riunissero in piazza a Tor Sapienza tutto questo sarebbe un sacrificio importante, un segnale per tutta la città. Così si governa. Cornelius


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DI

VERITÀ SCOMODE

Quanto costano a Roma rifugiati, migranti minori e adulti Dai 38 euro al giorno per adulto, ai 91 per minore, fino ai 125 per un disabile

«A

stare l’accensione dei roghi tossici; per il centro di accoglienza di via Morandi si valuterà la possibilità di accogliere solo «donne e minori di anni 12 o nuclei familiari con bambini piccoli»; saranno censiti gli occupanti abusivi dell’ex centro commerciale sito sempre in via Morandi, mentre per il fenomeno della prostituzione si cercherà aiuto nel Prefetto per una attività di pattugliamento delle forze di Polizia. Anche per la chiesa di san Cirillo Alessandrino in via Carlo Ralestrini verrà valutata l’attuale situazione di abusivismo e, infine l’Ater dovrà attivarsi per la riqualificazione degli stabili di sua competenza. Soluzioni trovate a trentasei ore dalla rivolta

popolare. Tutto a posto, quindi. Marino non si dimette e trova l’accordo giusto per migliorare Roma. Ma i romani stentano a credergli. Anche il Pd, il partito di Ignazio Marino, non gli crede, e lo ha messo più volte alle strette, ma il medico genovese resiste, per lui è «una sfida cambiare Roma». Allora i Dem passano al piano B: vanno cambiati pezzi della sua giunta, anzi la deve azzerare, quella composta dagli “stagisti” della politica, così definita dallo stesso Panecaldo. Quasi di sicuro usciranno l’assessore allo Sport, Luca Pancalli e la contestatissima Rita Cutini, assessore alle politiche Sociali la cui delega andrebbe a Daniele Ozzimo,

che attualmente si occupa della Casa. In bilico la fedelissima di Marino, Alessandra Cattoi, per sostituirla sarebbe già pronto Paolo Masini, attuale assessore ai lavori Pubblici, mentre Maurizio Pucci, uomo dell’amministrazione Rutelli, potrebbe prendere il posto di Masini. Il Pd nazionale (e non solo) vuole anche la testa del vicesindaco Nieri, esponente di Sinistra e Libertà, difeso fino all’ultimo sangue da Marino perché Walter Tocci potrebbe essere in pole per sostituire il vicesindaco ora al Sel. Brutalmente Tocci rappresenterebbe una sorta di commissariamento dell’attuale giunta Marino. Ultima chance: le elezioni in primavera.

Roma si spenderanno solo nel 2014 35mln e 732mila euro per i centri profughi e per l’assistenza dei richiedenti protezione internazionale, che in tutto ad oggi risulterebbero 2581 unità. Si tratta di un costo unitario, riconosciuto come prezzo alle cooperative che si occupano della gestione di questi fondi, di quasi 14mila euro all’anno per immigrato, nello specifico a quasi 38 euro al giorno Iva inclusa per ogni adulto assistito. Siamo riusciti nell’intento di introdurre il salario di inserimento sociale, solo per gli immigrati, o si tratta di uno sgradevole business della solidarietà protetto da buonisti, associazioni e sinistre?». Fabrizio Santori ed Emiliano Corsi del comitato DifendiAMO ROMA hanno analizzato quanto previsto dalla graduatoria di circa 20.000 posti di accoglienza in Italia per richiedenti o titolari di protezione internazionale messi a disposizione dagli Enti locali nell’ambito dello SPRAR - Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati - in seguito al bando pubblicato dal Ministero dell’Interno. «Occorre poi andare ancora più nello specifico», spiegano, « non soltanto denunciando che identici stanziamenti sono previsti per gli anni 2015 e 2016, ma che Roma Capitale contribuisce con più di 7 milioni ogni anno alla copertura dei 35milioni di euro stanziati. Il tutto mentre si riducono le spese per l’assistenza ai romani disabili, anziani e meno indigenti, e che di certo è uno dei motivi che ha causato la rivolta di Tor

Sapienza». A dire il vero, oltre ai 2581 profughi, Roma avrebbe messo a disposizione l'ospitalità di ulteriori 516 immigrati, «con un costo unitario che quindi scenderebbe a quasi 32 euro al giorno. A queste somme ci sono poi da aggiungere anche i 831mila euro che Roma spende ogni anno per i minori immigrati, che però “formalmente” sono solo 25. Per ogni minore spendiamo più di 91 euro al giorno, costo unitario che si abbatte a poco più di 65 euro solo se si considerano gli ulteriori dieci posti aggiuntivi messi a disposizione. Ma non è finita qui. Spendiamo 274mila euro l’anno per l’assistenza di disabili immigrati: spesa sacrosanta, ma non sono un po’ troppi per soli sei disabili? Ognuno costa alla collettività più di 125 euro al dì», proseguono nell’analisi i due promotori del comitato DifendiAMO ROMA. «Si tratta di dati – spiegano Santori e Corsi - che riguardano solo Roma, ma che aprirebbero un vaso di pandora su tutta Italia, dove a quanto pare le tariffe unitarie sono le stesse. Allora ci chiediamo, proprio per non alimentare la xenofobia, per ridare fiducia alle Istituzioni e alla politica, non è quanto mai urgente e indispensabile provvedere a una Spending Review e a un efficientamento delle spese per profughi e immigrati? O a qualcuno conviene», si chiedono infine i promotori del comitato, «che i fondi stanziati siano questi, insomma che il business possa continuare ad essere alimentato in questa maniera vergognosa?». Ste.Pas.

IL SENSO DI UNA PROTESTA

S

Sofferenza e insofferenza fanno fronte comune contro Marino. Come se la caverà?

abato scorso, come già annunciato con manifesti in tutte le periferie romane, migliaia di persone hanno manifestato al di fuori dei partiti contro il sindaco Marino. Non c’erano simboli di partito ma gli striscioni dei vari comitati di quartiere. La protesta, come ormai è universalmente noto, è nata dopo i gravi incidenti verificatisi a Tor Sapienza che hanno dato vita ad una vera e propria guerriglia urbana, conseguenza delle provocazioni nate dalla presenza di un centro di accoglienza che ha notevolmente appesantito il clima in un quartiere della periferia già sotto schiaffo per la presenza di occupanti abusivi di abitazioni e di campi nomadi. Tutte le periferie romane per la prima volta in piazza senza destra e sinistra, solo rabbia per l’assenza delle istituzioni. Un grande stri-

scione, tra gli altri, recitava : “Un sindaco pidocchio più bugiardo di pinocchio” accompagnato da una grossa effige di cartone del sindaco marino vestito appunto come la marionetta di Collodi. Tutta la città di Roma è stata rappresentata grazie alla presenza di comitati e associazioni spontanee che hanno voluto esprimere unitariamente il malumore generale nei confronti di un sindaco sempre più lontano dagli interessi della gente. In un anno Roma a cui spettavano nella divisione organizzata dal ministero degli interni solo 250 profughi, è arrivata addirittura

ad ospitarne 2500 con la richiesta esplicita, in tal senso, fatta proprio dal Campidoglio. Nelle carceri della Capitale sono ospitati 2000 extracomunitari, fra questi il maggior numero è rappresentato da marocchini e romeni. Ogni giorno si perde tranquillità e la città è sempre più in balia della piccola malavita organizzata che ha nella sua manodopera a basso costo marocchini e romeni. Ora sindaco Marino dichiara che non si possono accogliere tanti immigra, ti mentre fu proprio lui ( per potersi poi pavoneggiare…?) a chiedere espressamente altre assegnazioni. E

infatti a Roma si trova il 90% dei rifugiati della Regione Lazio: 49 sono i centri gestiti dal comune e dislocati nella periferia abbandonata della città. Sono state create in quelle zone ulteriori contrapposizioni tra gruppi a rischio, alimentando una guerra tra poveri. In tutto ciò il sindaco ha affidato le politiche sociali a Rita Cutini, ma questo assessore poco o anzi per nulla si è fatto vedere nei pressi dei 49 centri di accoglienza. Si è creato così un fronte eterogeneo, periferie e quartieri, un fronte di sofferenza e insofferenza. E questa unità, nata dai bisogni della gente, sta incutendo paura alle forze politiche che formano la maggioranza in Campidoglio e che sostengono la giunta di Ignazio Maria Marino. E qualcosa deve pur succedere. La lupa


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CRONACHE

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L’INCHIESTA

UN CORPO ALLO SBANDO. PER COLPA DI CHI?

I vigili tirano i remi in barca e mandano a picco la città Tra corruzione, rotazioni che sanno di ‘deportazione’, un comandante-social più attento al popolo della rete che ai suoi uomini, minacce di sciopero e tagliandi assicurativi scaduti la Muncipale romana è scesa al livello più basso della sua storia. Quali che siano i motivi della demotivazione la Capitale non si può permettere di vivere in un simile stato di precarietà. Ordine pubblico e decoro sono parole vuote, nessuno vigila e controlla. Troppo complicato multare le auto in doppia fila, allontanare gli abusivi, lavavetri e mendicanti, controllare i rom. C’è sempre qualcos’altro da fare. Il problema come sempre è a monte, nella stanza dei bottoni. Il comandante dovrebbe avere il buon gusto di lasciar perdere di Giovanni Santoro

U

n corpo allo sbando. Tra corruzione, rotazioni che sanno di ‘deportazione’, un comandante social più attento al popolo della rete che ai suoi uomini, minacce di sciopero e tagliandi assicurativi scaduti. Benvenuti nel comando della polizia locale di Roma Capitale, quella che dovrebbe riportare decoro e legalità per le strade della Città Eterna e che, invece, quelle vie è pronta a bloccarle. “Per difendere i nostri diritti”, dicono i vigili; “per mantenere lo status quo”, pensa la maggior parte dei cittadini. E così la decisione di spostare i caschi bianchi nei diversi gruppi, presa da Raffaele Clemente – che guida i pizzardoni romani –, per combattere il fenomeno dei corrotti accende gli animi e potrebbe portare a incrociare le braccia. Per difendere il buon nome della categoria. Le divise della municipale, in realtà, prima che dal numero uno che le definisce corrotte, sono state macchiate da quei pochi che hanno sfruttato il ruolo ricoperto per ottenere vantaggi personali. L’ultimo caso agli onori della cronaca è quello di un agente che prestava servizio a Monteverde dal 1996, beccato con 15mila euro appena riscossi. La classica goccia che fa traboccare un vaso già stracolmo. Che almeno dal 2011 mostrava i segni di debolezza di un corpo capitanato da un comandante, Angelo Giuliani, finito prima ai domiciliari e poi a processo (ma reintegrato) per una tangente da 30mila euro per far ottenere alla Società sicurezza e ambiente un appalto. Con lui indagati anche la vice dell’epoca, Donatella

Scafati, il dirigente Maurizio Sozi, le segretarie Gloria Conte e Alessandra Scione. Tra vigili che prendono mazzette per chiudere un occhio sugli abusi edilizi e quelli che intascano bustarelle per avvisare i commercianti di un blitz contro i tavolini selvaggi bisognava intervenire. Lo chiedevano gli stessi lavoratori per evitare che una mela marcia, anche se più d’una come risulta dagli atti della magistratura, distruggesse l’intero settore. Una decisione che fa esplodere la bomba. Perché la norma anticorruzione promossa da Clemente ha una specificità tutta

romana: quella di prevedere la rotazione all’interno del gruppo, ma non per funzioni piuttosto per sedi di appartenenza. Tradotto: il trasferimento sarà territoriale e non per competenza. Funzionari e dirigenti, secondo la circolare di settembre, da dicembre dovranno dire addio all’ufficio assegnato e traslocare da un’altra parte. Anche in un altro quadrante della città. Anche se di quel territorio non conoscono la storia, le dinamiche, le persone e i fenomeni da contrastare. La necessità è quella di “attenuare il radicamento, rispetto

allo svolgimento delle medesime mansioni in altro gruppo”. Significa, ad esempio, che un agente del III, quello di Montesacro, possa essere ricollocato al V (Casilino). Toccherà prima ai più anziani, con la possibilità di indicare tre preferenze, ad esclusione di chi usufruisce della legge ex 104. Così il rischio è quello di affidare a chi non ha la minima idea delle problematiche il controllo del quartiere stesso. “Chi è bastardo lo è al centro, in periferia, sulla Cassia e sull’Appia”, sottolineano tanti uomini in divisa. Difficile dar loro torto. Il motivo? “Un corrotto – si sfoga

un lavoratore – gira e si presenta con una verginità rifatta”. Facendo ruotare persone su tutta la città, infatti, non è escluso che si possa continuare a delinquere. Perché chi prende le mazzette dai ristoratori di piazza Navona per evitare i controlli sull’occupazione di suolo pubblico, potrebbe continuare a farlo anche in un’altra zona. Per questo la stessa mansione in gruppi diversi non convince. Né l’opinione pubblica né i dipendenti della polizia locale. Perché, al di là delle questioni personali come relazioni sociali e radicamento, la questione è tutta professionale: un vigile


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CRONACHE

DI

PERSONALE

Se chi deve difendermi finisce per essere il mio peggior nemico

M

che cambia competenze acquista una maggiore professionalità e non avrebbe neppure il tempo di stringere rapporti con chi potrebbe tentarlo con soldi facili. Non solo. Perché la circolare di Clemente non tiene in considerazione proprio questo aspetto sottolineato dalla legge 190 del 2012, in tema di corruzione, e che riguarda oltre 3 milioni di dipendenti pubblici. La turnazione, infatti, va applicata all’interno dell’ufficio non per quanto riguarda il territorio da coprire. Cosa di cui non si preoccupa il comandante. Segnando così il punto di distanza più ampio mai registrato tra il numero uno e il corpo che guida. Lo dimostrano i dati delle assemblee pubbliche convocate per ribadire professionalità e innocenza: “Abbiamo le mani pulite”, rivendica il 95% delle persone che hanno partecipato agli incontri per decidere come reagire. La strada minacciata è quella dello sciopero generale. Ma il twittomane capo dei vigili è tranquillo. Con in mano il suo cellulare continua a mostrare al mondo l’attività svolta. Quasi 4mila cinguettii in meno di 5 anni, sul social network di twitter, lo dimostrano. Così come lo conferma la sua indifferenza nei confronti degli ultimatum lanciati dagli agenti. Lui, che ha esperienze alla digos di Milano e all’ucigos di Roma, mostra distacco. Un caso su tutti è quello in cui nel corso del comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza si discuteva di decoro e legalità nelle nuove fermate della Metro C. Nessuna parola da Clemente

durante la riunione, nessuno sguardo ai presenti, occhi fissi sul cellulare e niente da dire a prefetto, comandante provinciale dei carabinieri, polizia e guardia di finanza. L’unico senza uniforme a un incontro istituzionale. I pizzardoni lo sanno e provano ad alzare il tiro. Consapevoli, però, che già sono sulla graticola per la gestione del traffico e del decoro urbano. I vigili, dicono in coro, non si aspettano la solidarietà dei cittadini quando multano un automobilista indisciplinato, ma non tollerano che a gettare fango sulla categoria, definendola corrotta sulle pagine di un noto quotidiano, sia il proprio capo. “L’insulto o l’epiteto fa parte del pacchetto quando abbiamo firmato il contratto”, ammettono.

Per questo bisognerebbe ricordare loro che sì, l’accordo sul tipo di lavoro è firmato, ma che non può essere usato come miccia per ogni tentativo di cambiamento. Perché minacciare lo sciopero generale e intanto attenersi alla lettera per quanto riguarda le competenze attribuite non fa del male a Clemente, ma alla città. Un esempio: quello di far finta di non vedere le auto in doppia fila. Le multe mancate sono incassi in meno per le casse del Campidoglio, che non potrà spenderle per rimettere in sesto le disastrate arterie capitoline. E si tratta di migliaia di euro al giorno. Stesso discorso per i commercianti abusivi, che trasformano il centro in suk. E l’elenco potrebbe essere molto più lungo. Gli agenti lo sanno e giocano al braccio di ferro. Sulla

olto di personale contro i vigili urbani della Capitale, con i quali mi confronto da oltre 40 anni e che non mi hanno mai difeso, tutelato, protetto, non sono mai stati un punto di riferimento. Da loro, giorno dopo giorno, sulle strade di Roma e nei loro uffici, solo problemi, sgarbi, leggerezze, superficialità, sciatterie. Tante contravvenzioni, giuste e sbagliate, tante sopraffazioni, tante umiliazioni. Mai un aiuto. Il potere fra brutti scherzi, la certezza dell’impunità, il peso di una divisa che in un confronto fa la differenza. Mi è mancata, in tutti questi anni la protezione che la Municipale avrebbe potuto e dovuto darmi, quel senso di sicurezza, quella certezza del diritto e del rispetto delle regole. Niente da fare. Queste righe non suonino come

un atto d’accusa ma come un atto d’amore non corrisposto, come un appello disatteso. Una speranza delusa, l’amaro di una discrezionalità nella valutazione che mai si è risolta a mio favore. Vorrei che i vigili si spogliassero della arroganza, della indifferenza e multassero quei maledetti furgoni di Cola di Rienzo, quelle macchine in seconda (e in piazza in terza) fila lungo la strada, che sbaraccassero quelle bancarelle, che togliessero i parcheggiatori abusivi e i lavavetri aggressivi. Vorrei che rendessero le strade sicure e che scioperassero per questi motivi e non per altri, di bottega. Nessuno li ha obbligati a mettersi al servizio della collettività. Se hanno deciso in tal senso, ebbene che si diano da fare. Cornelius

pelle dei cittadini. Il sistematico ricorso alla dicitura “non mi compete” scava un baratro con la cittadinanza. Un solco che rischia di diventare incolmabile e insanabile. Lo dimostra una sdegnata cittadina che, in una lettera, denuncia i vigili chiusi in un pullmino a piazza della Rovere nel giorno dell’udienza papale, completamente disinteressati alle violazioni del codice della strada. Neanche i colpi di clacson bastano a fargli cambiare idea. La protesta è protesta. Che però rischia di sfociare nel nulla se non si trasforma in proposta. Come accaduto sulla difesa del salario accessorio. Incomprensibile per i romani capire l’indennità per il servizio prestato in strada o quella per le divise, quando molti lavoratori hanno

uno stipendio composto da un’unica voce. Le ragioni del salario da fame in questo modo rischiano di trasformarsi in difesa dello status quo, per mantenere le rendite di posizione. Per dimostrare di avere i guanti bianchi basterebbe ridiscutere quel contratto e occuparsi della città più che delle postille firmate. Per ricucire lo strappo con chi quelle questioni non le comprende, ma chiede solo presidi e controlli. Un lavoro non facile per un corpo sottodimensionato e con le auto ferme in garage per i tagliandi assicurativi scaduti: le auto della polizia locale, non tutte ovviamente, non sono in regola. Potrebbe trattarsi di una dimenticanza nel sostituire il contrassegno (multa da 25 euro) o può essere il sintomo di una situazione difficile da gestire e che porta a non rinnovare le polizze per mancanza di soldi (oltre 800 euro di sanzione e sequestro del mezzo per una persona normale). Un disguido tecnico di cui i cittadini non si sarebbero neanche accorti. Invece la guerra di posizione, in vista del giorno in cui incrociare le braccia, impone l’obbligo di ‘far uscire la notizia’. Per spostare l’attenzione e per cercare i colpevoli. Che la città farebbe volentieri a meno di individuare se il controllo del territorio fosse attivo e visibile. Uno sciopero porterebbe, ancora una volta, Roma nel caos. E a quel punto i romani, sul banco degli imputati, vorrebbero vedere i vigili stessi, non il comandante che sbaglia ad applicare una norma dello Stato.


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CRONACHE

QUIPISANA DIETRO LE QUINTE DI UNA SVOLTA CHE HA STUPITO TUTTI

La strana conversione di Zingaretti sui vitalizi Il passaggio al regime contributivo e il divieto di cumulo, auspicato da piĂş forze politiche e da alcuni esponenti della societĂ civile, rimane lettera morta, quindi continueremo ad avere ex politici con un assegno mensile di circa 10.000 euro. Una mossa per accontentare Renzi e togliere la Giunta da un terreno pericoloso?

A

lle 3 del mattino del 13 novembre l’aula di via della Pisana ha approvato all’unanimitĂĄ un subemendamento per la rimodulazione dei vitalizi per gli ex consiglieri. Il testo presentato dal PD e firmato da tutti i capigruppo, meno Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia, è arrivato a sorpresa in una seduta che serviva per approvare le leggi sull’elisoccorso e in materia di spese per i dipendenti regionali. In quest’ultimo testo, trasformato in un vero omnibus, è stata inclusa la norma che stabilisce le nuove regole per gli assegni vitalizi, che riprendono in parte quanto proposto nei mesi passati dal M5S e da altre forze politiche. Soddisfazione bipartisan per aver innalzato l’etĂ a 65 anni, che diventano 60 se si accetta una decurtazione del 25% e per aver stabilito un contributo di solidarietĂĄ con vari scaglioni di aliquota che arriva al 23% per chi cumula piĂş vitalizi. Il passaggio al regime contributivo e il divieto di cumulo, auspicato da piĂş forze politiche e da alcuni esponenti della societĂ civile, rimane lettera morta, quindi continueremo ad avere ex politici con un assegno mensile di circa 10.000 euro. I maligni affermano che la ‘conversione’ di Zingaretti, che in piĂš occasioni aveva espresso la volontĂ di non toccare i vitalizi per i consiglieri delle passate legislature, sia

avvenuta a causa della pressione dell’opinione pubblica e per le recenti dichiarazioni di Renzi in merito agli sprechi nelle istituzioni regionali. Il presidente Leodori ha definito la riforma come “indispensabileâ€? e Storace ha dato atto del buon lavoro d’aula, evidenziando che molti beneficiari del vitalizio hanno votato “controâ€? se stessi ma non ha rinunciato alla polemica verso la “propagandaâ€? zingarettiana. Sensazione agrodolce per i grillini che, se da un lato si rallegrano per il risultato di una battaglia politica che li vedeva soli contro tutti ma, per bocca del capogruppo Perilli, sottolineano la necessitĂ di vietare il cumulo e polemizzano per la “data di scadenzaâ€? imposta sulla nuova norma. Dal fronte degli ex consiglieri si è alzata la voce del solito Donato Robilotta che ha puntato l’indice contro quello che ha definito un “escamotage consistito nella presentazione di un sub emendamento ad una legge che non c'entrava niente invece di discutere la norma alla luce del sole e con un normale iter legislativoâ€?, lamentando la mancanza di confronto con “l'associazione regionale degli ex consiglieri regionali che piĂš volte ha chiesto ufficialmente di aprire un tavolo di confronto anche per poter arrivare ad un testo condiviso anche dagli ex consiglieri cui è rivolto il provvedimento.â€? Si congela quindi una delle pagine piĂš nere della storia del consiglio regionale, il tempo ci

dirå se è stata mera propaganda o volontå di normalizzare una classe politica ormai

distante anni luce dalla cittadinanza, nell’attesa che i primi ricorsi siano depositati da chi

non vuole rinunciare ai propri privilegi. A.F.

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NUMERO 34 ANNO LXVII GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014

SAN GIOVANNI

MAXI RICORSO SPECIALIZZAZIONI

Due-tre giorni per l’intervento, il “dopo” è tutto ambulatoriale

«Attenti alla class action: si rschia di mischiare procedimenti diversi»

a pagina 13

a pagina 14

La malasanità non dipende dagli operatori sanitari

P

er la prima volta ben dodici sigle, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali della Dirigenza Medica, Sanitaria e Amministrativa, si sono alleate superando le loro vecchie contrapposizioni di bottega per fare unitariamente un appello - dalle testate dei quotidiani regionali - ai cittadini per avvisarli su come realmente stanno le cose nella Sanità della Regione Lazio. Per spiegare che “le Case della salute”, tanto reclamizzate dal Presidente e Commissario ad acta Nicola Zingaretti, sono un pericolo permanente per chi decidesse un giorno (quando fossero effettivamente realizzate) di ricorrere alle loro cure. Infatti non si sa chi prenderà in carico l’assistito e chi sarà responsabile del percorso diagnostico al quale il malcapitato dovrà essere sottoposto. Nell’appello

le organizzazioni sindacali prendono atto del malcontento diffuso nei confronti delle strutture ospedaliere e dell’ostilità crescente nei confronti degli operatori sanitari. Lunghe attese nei Pronto Soccorso e nei DEA di primo e secondo livello, a causa della mancanza di posti e anche di personale carente per colpa del blocco del turnover ( la Regione Lazio è commissariata per aver sfondato il tetto della spesa sanitaria.) Ci sono responsabilità di gestione dovute alla nomina di vertici aziendali che hanno come unico riferimento il risparmio sui costi dell’azienda, un risparmio che viene pagato a caro prezzo da chi è in cerca di un posto di ricovero o di assistenza. Zingaretti va in giro per il Lazio ad inaugurare reparti a conduzione infermieristica, come nuovo modello di struttura sanitaria, pensando solo ad uno pseudo risparmio.

In questi reparti non ci sarà il medico, quello che ogni giorno vi sottopone a visite e a controlli per il vostro stato di salute. La verità è che stiamo assistendo ad uno stravolgimento di fatto di un modello di Sanità che anche nel Lazio fino ad oggi ha garantito la tutela della salute di tutti. La carenza di posti letto, come fu denunciato anni orsono dall’Agenzia di Sanità Pubblica, in seguito soppressa dallo stesso Zingaretti, registra una mancanza di ben oltre 3000 posti letto per RSA, Residenze Sanitarie Assistite per gli anziani (che non devono interferire con la occupazione impropria di posti letto nelle aree di medicina nelle strutture ospedaliere). Si parla di malasanità e i cittadini identificano gli operatori sanitari come responsabili dello sfascio, dimenticando che le responsabilità di gestione sono solo ed esclusivamente,

come ribadito dalla Costituzione, dell’ente Regione . Il Lazio è nel gruppo delle sei regioni sotto poste a vigilanza speciale, nel corso degli anni hanno evidentemente mal gestito la sanità. Il dibattito apertosi in questi giorni nel Consiglio Regionale del Lazio, richiesto fortemente da tutte le opposizioni, ha costretto uno Zingaretti recalcitrante ad affrontare i temi che in questi giorni sono all’ordine del giorno delle cronache cittadine. Se le cose vanno male non è colpa degli operatori ma delle cabine di regia. Non difenderemo mai i nullafacenti, gli incompetenti o i truffaldini, ma ci batteremo sempre in difesa degli interessi degli assistiti, categoria che ci comprende tutti, ribadendo che vogliamo operatori sanitari motivati e professionalmente di livello.. Il Corvo


la

Sanità Lazio

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LA MAPPA DEL POTERE

del

Sorpresa, qualcosa si muove E se scatta l’effetto-domino...

S

iamo rassegnati, nel palazzo del potere di viale Cristoforo Colombo nulla è mai detto o scritto con chiarezza. Bisogna andare a tentoni, rubare chiacchiere, fidarsi dei rumors più accreditati. Ma una telefonata autorevole di un personaggio qualificato fa scattare l'allarme, almeno una testa coronata sta per cadere (leggi un direttore generale di serie A) e almeno un grosso dirigente sta per entrare in campo con la fascia di capitano. Ci stanno lavorando, nella cabina di regia. Il che significa che qualcuno ha deciso di dare una scossa. Vero, falso? Assolutamente verosimile.

Asl Viterbo Direttore Generale LUIGI MACCHITELLA Direttore sanitario Patrizia Chierchini Direttore Amministrativo Daniela Donetti

Asl Rieti Direttore Generale Laura Figorilli Direttore sanitario Marilina Colombo Direttore Amministrativo Maurizio Greco

Asl Frosinone Direttore Generale ISABELLA MASTROBUONO Direttore sanitario Roberto Testa Direttore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini

Asl Roma A

CENTRO STORICO Direttore Generale Camillo Riccioni Direttore sanitario Barbara Giudiceandrea Direttore Amministrativo Alessandro Moretti

LEGENDA Commissario Facente funzione A rischio? Vacante In uscita a

Asl Roma B

CENTRO STORICO Direttore Generale VITALIANO DE SALAZAR Direttore sanitario Maria Cedrola Direttore Amministrativo Sabrina Cenciarelli

Asl Roma C

EUR E DINTORNI Direttore Generale CARLO SAITTO Direttore sanitario Marina Capasso Direttore Amministrativo Silvia Cavalli

Asl Latina Direttore Generale MICHELE CAPOROSSI Direttore sanitario Alfredo Cordoni Direttore Amministrativo Vania Rado

Asl Roma D

DA TRASTEVERE A OSTIA Direttore Generale Vincenzo Panella Direttore sanitario Flavia Simonetta Pirola Direttore Amministrativo Filippo Coiro ff

Asl Roma E

DAL VATICANO A BRACCIANO Direttore Generale Angelo Tanese Direttore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Velardi

Asl Roma F

CIVITAVECCHIA Direttore Generale Giuseppe Quintavalle Direttore sanitario Francesca Milito Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea

Asl Roma G

TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACO Direttore Generale GIUSEPPE CAROLI Direttore sanitario Federico Guerriero Direttore Amministrativo Daniele Aguzzi

Asl Roma H

CASTELLI, ANZIO, NETTUNO Direttore Generale FABRIZIO D’ALBA Direttore sanitario Narciso Mostarda Direttore Amministrativo Francesca Merli

AZIENDE OSPEDALIERE San Giovanni Addolorata

San Camillo Forlanini

Direttore Generale ILDE COIRO Direttore sanitario Stefano Pompili Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Direttore Generale Antonio D’Urso Francesco Cortese Direttore sanitario Direttore Amministrativo Alessandro Cipolla

Sant’Andrea

Policlinico Universitario Umberto I

Direttore Generale Egisto Bianconi Direttore sanitario Lorenzo Sommella Direttore Amministrativo Angelo Scozzafava

Direttore Generale Domenico Alessio Direttore sanitario Amalia Allocca Direttore Amministrativo Cristina Boccio ff

San Filippo Neri

Ifo

Commissario Angelo Tanese Direttore sanitario Patrizia Magrini ff Direttore Amministrativo Crocifissa Gagliano ff

Commissario straordinario Valerio Fabio Alberti

Direttore sanitario Marina Cerimele Direttore Amministrativo Giorgio Marianetti

Spallanzani

Ares 118

Commissario straordinario Valerio Fabio Alberti

Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI Domenico Antonio Ientile Direttore sanitario Direttore Amministrativo Francesco Malatesta

Direttore sanitario Andrea Antinori ff Direttore Amministrativo Lorella Mengarelli


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PRIMO PIANO

la

Sanità Lazio del

EDITORIALE

Qualcuno spieghi a Zingaretti l’equivoco delle case della salute

N

on è del tutto chiaro, sul piano strettamente strategico della politica sanitaria, perché Zingaretti (meglio sarebbe dire gli uomini che gli stanno intorno) si intestardisca con la storia delle Case della salute, panacea di tutti i mali, asso nella manica risolutivo. Le suggerisce dappertutto, le propone a chiunque. Nessuno gli ha spiegato che in altre regioni l'esperimento è tramontato, in alcuni casi addirittura abortito. In parole povere, non è ciò che serve. Possibile che si insista su una struttura dalla filosofia e dal ruolo incerti, sicuramente costosa e non risolutiva delle emergenze sanitarie del Lazio. E' un po' come gli ambulatori dei medici di famiglia inventati per sgonfiare i Pronto Soccorso. La logica sopraffina è di concentrare tutti i problemi grossi, le super-emergenze, in pochi centri ospedalieri in grado di avere tutto ciò che serve, tecnologie stellari e uomini a disposizione. Il cittadino finirà

il

ORSINO

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della

Il presidente non sbaglia mai, la colpa è tutta dei manager

È

tempo di Atti aziendali, i manager di Asl e ospedali presentano il compitino al Governatore che di nascosto, sotto il banco, ha passato una brutta copia, la velina: così loro i direttori generali eseguono e si prendono tutte le critiche e le violente reazioni del territorio, dei sindaci, degli amministratori locali. Basta leggerle, le reazioni alle decisioni prese in alto loco e girare ai proconsoli. Basta chiederlo a Luigi Macchitella, a Michele Caporossi, rispettivamente manager di Viterbo e Latina. Meglio è andata a Luigi D'Alba, RmH (quella dei Castelli), ma forse è un caso. Sempre parlando di direttori generali resta nel mirino Antonio

D'Urso, San Camillo Forlanini, ogni volta ce n'è una, ora anche il cadavere davanti all'obitorio. La Zarina Flori De Grassi continua a fare il bello e il cattivo tempo, gioca pesante con i nemici e segue delle direttive "politiche" spesso non chiare. Pareva con la valigia in mano... partenza ritardata?. Sul fronte dei buoni è tornato a farsi sentire prepotentemente il grillino Davide Barillari. Come lui si batte Fabrizio Santori, consigliere indomito del centro destra. Luca Gramazio, Fi, ha costretto Zingaretti a presentarsi in Consiglio, un successone. Infine Roberto Lala, nuovo leader dei medici romani. Sta alzando la voce. Lo sentiranno?

CHI SALE dall’alto Davide Barillari, Luca Gramazio e Fabrizio Santori CHI SCENDE dal basso Flori De Grassi Luigi Macchitella e Michele Caporossi

per scansare le case della salute così come scanserà gli ambulatori. Se sto male vado al Pronto Soccorso, è più sicuro. Detto questo, sfumato per carità cristiana il discorso dei costi e della disponibilità del personale ( medici di base soprattutto) al nuovo inquadramento e ai nuovi impegnativi orari è troppo forte il sospetto che si cerchi di piazzare (meglio, promettere) la presenza di presidi (la casa della salute non è ospedale e nemmeno punto di primo soccorso) dove la necessità di tagliare, ridimensionare, chiudere si scontra con il sentire popolare. La rivolta di Acquapendente ha garantito per ora l'ospedale al posto della ventilata casa della salute, nel Pontino Cori-Sezze non hanno la pare la stessa fortuna. Insomma, il premio di consolazione non vale dovunque e comunque. Nella testa di Zingaretti c'è una rete sociosanitaria territoriale potenziata, a partire dalle Case della Salute, aperte dodici ore al giorno dal lunedì al venerdì, in cui lavorano medici, specialisti, infermieri e altre figure professionali qualificate. Il suo piano prevede una Casa della Salute in ogni distretto sociosanitario, con un'attenzione particolare ai quadranti più periferici come nel caso della struttura prevista in via della Tenuta di Torrenova. L'altro giorno, alla Pisana, il governatore si è sbilanciato recitando un cronoprogramma stringente. Lunedì 1 dicembre apertura della prima Casa della Salute a Roma, in piazzale degli Eroi. Il 9 dicembre sarà la volta di Magliano Sabina, in provincia di Rieti. Di questi tempi lo scorso anno - qualcuno dovrà pur ricordarlo - Zingaretti aveva annunciato l'apertura di 48 case della salute nel 2014, Roma ne avrebbe avuta una anche prima di quel Natale, in una struttura già pronta dalle parti dell'Appia. Sparito tutto nel nulla, ora si annuncia un'altra "prima", mentre nella regione, a memoria, di centri simili ne hanno aperti forse un paio e non in modo brillantissimo. E' dunque credibile l'annuncio?. Ci sono poi i famosi e discussi nuovi reparti a degenza infermieristica, "dedicati ai pazienti che hanno superato la fase acuta della malattia e alle persone affette da patologie cronico-degenerative. In questi reparti i pazienti vengono seguiti fino alle dimissioni con un programma personalizzato di recupero - ha detto Zingaretti - In questo modo offriamo cure migliori ad un costo minore. Partono poi nuovi servizi: dai percorsi di cura per i pazienti cronici a una gestione delle liste d'attesa che tenga conto delle priorità e delle emergenze fino agli studi medici aperti anche il sabato e la domenica. È un altro passo avanti per essere più vicini ai pazienti a partire dai problemi e dai disagi che incontrano ogni giorno anche per prenotare un esame o un controllo». Gli vogliamo credere? L'operazione sta già slittando. I cittadini del Lazio hanno bisogno evidentemente di altro. Di quegli ottomila posti di Rsa che vengono promessi ad ogni cambio di giunta da quindici anni a questa parte, ad esempio. Quelli sì che sarebbero utili e che alla fine farebbero risparmiare. Ma Zinga se n'è dimenticato.


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CRONACHE

SCENARI

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SanitĂ Lazio del

LA RAZIONALIZZAZIONE DEI SERVIZI NELL'AZIENDA OSPEDALIERA S.GIOVANNI ADDOLORATA

Due-tre giorni per l’intervento, il “dopoâ€? è tutto ambulatoriale Weekly Surgery, un modello assistenziale e organizzativo che funziona: risponde alle esigenze dei pazienti e a quelle dell'ospedale. Dimissioni in tempi brevi ma in assoluta sicurezza di Francesco Vitale

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eekly Surgery, una formula magica per razionalizzare il servizio ospedaliero, un modello assistenziale e organizzativo adottato da un numero crescente di strutture con ottimi risultati sotto ogni punto di vista. Pressp l'Azienda Ospedaliera S.Giovanni Addolorata funziona e rappresenta anzi un fiore all'occhiello. Ne parliamo con Salvatore Passafaro Direttore Sanitario dei Presidi ospedalieri. In cosa consiste il weekly surgery e perchĂŠ questo modello si rivela cosĂŹ efficace? La chirurgia “settimanaleâ€? o week surgery consente di operare pazienti che devono affrontare interventi per i quali si è stabilita una degenza postoperatoria non superiore a due- tre o quattro giorni. Questa forma di ricovero consente di rispondere alle richieste dei pazienti, a quelle della Regione e al continuo bisogno di affrontare l’assistenza mediante la razionalizzazione delle risorse umane. In particolare si risponde all’esigenza dei pazienti offrendo un servizio che contempla: la preparazione in pre-ospedalizzazione per l’idoneitĂ all’anestesia; il ricovero nello stesso giorno in

cui verrĂ effettuato l’intervento; la dimissione nei tempi piĂš brevi e comunque in sicurezza . Tutto ciò è oggi possibile poichĂŠ le tecniche chirurgiche si sono affinate e sono anche meno invasive (chirurgia laparoscopica o robotica). In ogni caso l’osservanza delle linee guida garantiscono il paziente per alcune delle patologie chirurgiche piĂš frequenti ed anche per patologie oncologiche minori ( es: patologie mammarie). Anche l’anestesiologia ha raggiunto traguardi elevati con

l’impiego di farmaci che consentono una valida ripresa in tempi piÚ brevi. Che tipo di prestazioni vengono effettuate e in che modalità ? Tutta la chirurgia generale e la chirurgia oncologica meno grave: colecistectomie – tiroidectomie – adenomi prostatici – patologia della mammella – ernie bilaterali – varicocele recidivante bilaterale – ecc. In ortopedia: chirurgia protesica del ginocchio – chirurgia della spalla – ecc.

In base a quale criterio viene scelto un intervento in weekly surgery? Il criterio di base è dato dalle condizioni generali del paziente. Queste devono essere stabili e ricomprese in categorie anestesiologiche indicate dagli anestesisti con le classificazioni dell’American Society of Anesthesiologist , ASA e che individuano i pazienti in tre categorie: ASA I –ASA II – ASA III; Le patologie chirurgiche devono essere tali da non richiedere un tempo post-opera-

torio di lunga durata. Chi si può operare e come avviene la dimissione e cosa succede se un paziente ha un eventuale problema post intervento? I pazienti che rispondono a questi requisiti vengono “arruolatiâ€?, sottoposti ad intervento e successivamente, dopo la dimissione, saranno seguiti in regime ambulatoriale sia per la rimozione dei punti di sutura che per le eventuali visite di controllo.

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Sanità Lazio

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CRONACHE

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MAXI RICORSO SPECIALIZZAZIONI

PARLA L'AVVOCATO PELLEGRINI QUARANTOTTI: ECCO CHI PUÒ RIVOLGERSI AL TAR

«Attenti alla class action: si rischia di mischiare procedimenti diversi» «Meglio tanti piccoli ricorsi per non incorrere nell'improcedibilità dell'impugnazione». Paradossi del pasticcio del ministero dell'Università: l'errore sui test medici salva in parte le necessità di personale della sanità pubblica. Se anche tutti i partecipanti al concorso dovessero entrare, il Ssn avrebbe comunque un deficit di 15mila camici bianchi. Nei prossimi 10 anni 58mila medici andranno in pensione, ma quelli "programmati" dal governo sono soltanto 42mila di Leonardo Giocoli

«M

eglio piccoli ricorsi "omogenei" che mischiare procedimenti diversi e rischiare di incorrere nell'improcedibilità dell'impugnazione», spiega l'avvocato Cristiano Pellegrini Quarantotti, esperto di ricorsi alla giustizia amministrativa per le impugnazioni di concorsi pubblici e che, ormai da diversi anni, si occupa della questione della limitazione degli accessi alle facoltà universitarie a numero chiuso. Il legale spiega il caos dei test di ammissione alle scuole di specializzazione e chiarisce chi può (e come) fare ricorso alla giustizia amministrativa (Tar). Avvocato, ci spieghi bene, perché tanto clamore per questo concorso? Si trattava del primo concorso nazionale di accesso alle scuole di specializzazioni mediche.Era stato pensato dal ministero dell'Università (Miur), per garantire la massima trasparenza di un sistema in precedenza gestito a carattere locale dai singoli atenei, permeato da (più o meno fondati) dubbi circa l’effettiva meritocrazia della selezione. Invece, la prova concorsuale nazionale di fine ottobre scorso, è stata caratterizzata da gravissime irregolarità. Quali sono le ragioni per fare ricorso? Innanzitutto, è clamoroso l'annunciato annullamento – diffuso dal Miur con comunicato del 1 novembre scorso – delle prove sostenute tra il 29 e il 31 ottobre, a seguito di una “grave anomalia” rilevata dal ministero e confermata dal Cineca (il centro di valutazione del dicastero), riguardo la somministrazione dei quesiti. Ma è ancora più grave la successiva marcia indietro dello stesso ministero (con comunicato del 3 novembre scorso), il quale ha ritenuto di considerare valide le prove in precedenza dichiarate annullate, nonostante la grave irregolarità verificatasi nello svolgimento del concorso. Ma perché questi pasticci? Il ministero ha deciso che sarebbero stati vagliati i quesiti proposti ai candidati per l’Area Medica (29 ottobre) e quella dei Servizi Clinici (31 ottobre), stabilendo che, sia per l’una che per l’altra Area, 28 domande su 30 sarebbero comunque valide ai fini della selezione. Il tutto senza un atto ufficiale,

senza un'istruttoria chiara e trasparente. Fa sorridere l’assurda giustificazione del ministero sui quesiti. In sostanza per viale Trastevere i settori scientifico-disciplinari di ciascuna Area sarebbero in larga parte comuni. Insomma, hanno mischiato capre e cavoli... Più o meno. Ma così facendo hanno costituito un macroscopico vizio della procedura concorsuale, in quanto è stata dichiarata valida una prova concorsuale espletata in difformità a quanto previsto dal bando (le prove dovevano seguire l’ordine temporale indicato nel bando; i quesiti dovevano essere 30 e non 28), con violazione principio dell’affidamento in tema di concorsi pubblici;inoltre sono stati ravvisati ulteriori profili di illegittimità durante lo svolgimento delle prove concorsuali: inidoneità delle aule e delle postazioni dove si è espletato il concorso; alcune postazioni risultavano collegate alla rete; black out dei computer presso alcune sedi e/o aule; presenza di tablet o cellulari; quesiti errati e/o mal formulati. Si aspettava un "pasticcio del genere". Il suo studio da anni

Cristiano Pellegrini Quarantotti si occupa di ricorsi per le facoltà a numero chiuso. Ma sono così tanti gli aspiranti specializzandi che vogliono ricorrere al Tar. In quanti si sono rivolti al suo studio? Da anni ormai il mio studio si occupa della limitazione degli accessi alle facoltà universitarie a numero chiuso. E i ricorsi che abbiamo presentato l’anno scorso e quest’anno sono stati tutti ac-

colti. Forse è per questo che sono stato contattato da moltissimi candidati, che vogliono agire soprattutto individualmente, o comunque a piccoli gruppi. Perché? La class action è sbagliata? Si corrono dei rischi? La strategia processuale del mio studio non è assolutamente quella di promuovere ricorsi di natura collettiva, con un numero molto elevato di ricorrenti. Si rischia di mischiare in un unico ricorso situazioni diverse e, di conseguenza, l’improcedibilità dell’impugnazione stessa. Dica la verità: tutti questi ricorsi verranno accolti? Difficilmente si possono contare tante irregolarità in un solo concorso pubblico... Si ma, essendoci in ballo migliaia di borse di studio (da 27mila euro l'anno per 4 anni), questo clamoroso errore del ministero avrebbe un impatto importante sui conti pubblici. È così? E’ vero. Sono circa 6.000 gli aspiranti specializzandi rimasti fuori e che potenzialmente possono fare ricorso. Però occorre considerare che si po-

trebbe ovviare al pasticcio del Miur, bandendo meno posti al prossimo concorso (proprio come è stato fatto l’anno scorso per l'accesso a medicina a seguito dei moltissimi ricorsi accolti per la questione “bonus maturità”). Senza considerare che, da uno studio effettuato nei mesi scorsi, nei prossimi 10 anni mancheranno all’appello oltre 15mila medici specialisti che operano nel Servizio sanitario nazionale. A fronte del pensionamento di più di 58mila tra medici dipendenti del Ssn, universitari e specialisti ambulatoriali. Infatti, il numero dei contratti di formazione specialistica previsti dall’attuale programmazione ministeriale sarà di 42 mila unità, ben al di sotto della soglia necessaria. E su questo deficit di camici bianchi concordano tutti sindacati, enti di categoria e pure lo Stato. Fnomceo, Enpam, Miur e Ragioneria generale dello Stato hanno analizzato le proiezioni sulle curve di pensionamento. Andranno in pensione tantissimi medici e bisognerebbe considerarlo quando si fanno i conti con i fabbisogni specialistici a numero chiuso per l’accesso alle Scuole di medicina e chirurgia.


SANITÀ&RICERCA

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Sanità Lazio del

DI UNA INDAGINE ISTITUTO SUPERIORE LO STUDIO IDIDATI SANITÀ-FONDAZIONE S.LUCIA IRCCS

Motociclista avvisato mezzo salvato Il paraschiena ti può salvare il futuro Se tutti i centauri lo indossassero vi sarebbe una riduzione delle lesioni gravi alla colonna vertebrale del 60% circa, con una conseguente importante diminuzione degli invalidi gravi di Giulio Terzi

S

e tutti i motociclisti indossassero il paraschiena, vi sarebbe una riduzione delle lesioni gravi alla colonna vertebrale del 60% circa, con una conseguente importante diminuzione degli invalidi gravi. E’ questa la stima dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che, per la prima volta a livello mondiale, ha dimostrato, nell’ambito del progetto ST.E.P. (STudio Efficacia Paraschiena), l’efficacia del paraschiena per gli utenti dei mezzi a due ruote motorizzate nel ridurre in maniera statisticamente significativa sia il numero delle lesioni alla colonna che la loro gravità. La ricerca è stata di recente pubblicata su una delle principali riviste internazionali di epidemiologia: l’International Journal of Epidemiology (Oxford University Press). “Dal 2011 il Servizio Polizia Stradale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza e il Reparto Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore di Sanità - spiega Sabina Cedri, ricercatrice dell’ISS e re-

sponsabile scientifico del progetto stanno collaborando per valutare l’utilizzo e l’efficacia del dispositivo paraschiena tra ciclisti e motociclisti. Il progetto, che rappresenta un importante passo avanti verso la sicurezza degli utenti delle due ruote motorizzate, coinvolge circa 30 sezioni della Polizia Stradale in altrettante province del territorio nazionale e prevede un’indagine attuata dagli agenti di polizia stradale al momento degli incidenti che

coinvolgono gli utenti su due ruote. I dati sono poi stati analizzati dagli esperti in epidemiologia e biostatistica del trauma dell’Istituto Superiore di Sanità, con la collaborazione, riguardo alla valutazione di gravità del trauma, degli esperti di riabilitazione dell' I.R.C.C.S. S. Lucia, in particolare della Dott.ssa Rita Formisano, coautrice dell’articolo e primario dell’ Unità Post-Coma della Fondazione Santa Lucia. Con questa Unità l’ISS

(1,6%). Peraltro, i ciclomotoristi usano di meno anche il casco rispetto ai motociclisti, seppur entrambi con proporzioni elevate (94,2% contro 98,4%). Il profilo di colui che utilizza il paraschiena a più elevata efficacia che viene fuori dalla ricerca è il seguente: maschio di 40 anni, predilige l’uso di motociclette, specie di alta cilindrata e viaggia spesso su strade a scorrimento veloce (autostrade nel 34% dei casi). Complessivamente, su 2.910 soggetti infortunati, 138 hanno riportato lesioni alla colonna, pari al 4,7% del totale. Il distretto della colonna più interessato è stato quello toracico con la metà dei casi (58%), seguito da quello cervicale (21%). Nel 28% dei casi il conducente ha riportato conseguenze serie che hanno avuto come esito un ricovero ospedaliero o un decesso. Negli incidenti con le conseguenze più gravi (ricoverati o deceduti), la percentuale di lesioni alla colonna è più bassa in coloro che utilizzano un dispositivo di protezione per la schiena ad elevata efficacia (13,8% contro 18,1%, differenza: -4.3%).

e in particolare il Prof. Franco Taggi, il Dr. Alessio Pitidis e il Dr. Marco Giustini, hanno già collaborato con uno specifico accordo quadro sulla sicurezza stradale e la prevenzione secondaria, con analisi mirata sul ritorno alla guida dei pazienti postcomatosi, pubblicata su importanti riviste internazionali del settore. I dati raccolti dal 1° dicembre 2011 riguardano un campione di 2.650 incidenti, di cui 2.080 a danno di motociclisti (78,5%) e 570 di ciclomotoristi (21,5%), relativi ad un complesso di 2.910 soggetti infortunati, tra conducenti e passeggeri. Sono stati identificati due livelli di protezione: dispositivi a bassa efficacia costituiti da indumenti con rinforzi protettivi e dispositivi ad elevata efficacia consistenti in paraschiena a guscio rigido e/o dalla giacca-giubbotto dotato di airbag. L’uso dei dispositivi di sicurezza a più elevato livello di efficacia ha avuto un trend in aumento, passando dal 10,3% nel 2011 al 17,9% nel 2014 (+7.6%). Globalmente il paraschiena ad elevata efficacia è usato molto di più dai motociclisti 17,2% rispetto ai ciclomotoristi

Sanità Lazio

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IlCORRIERE ROMA

LITORALE

DI

GRASSI AL SANT’AGOSTINO, LA NUOVA ORGANIZZAZIONE L’ALLARME DAL DELLA SANITÀ SUL LITORALE

La Casa della Salute di Ostia di Enzo Bianciardi

I

l Sant’Agostino diviene il secondo polo sanitario di Ostia. Dal primo dicembre l’edificio sul lungomare ospiterà la “Casa della Salute”, la novità voluta dalla regione Lazio e che per il litorale significa, soprattutto, uno snellimento delle lunghe attese per accedere ai servizi ospedalieri. L’obiettivo dichiarato da Zingaretti è soprattutto quello di assicurare a tutti una sanità che funzioni, anche la domenica e nei festivi. I cittadini, infatti, potranno contare su un’alternativa al pronto soccorso e all'obbligo di doversi rivolgere all'ospedale, che sarà, invece, finalizzato sempre di più alle cure degli acuti In queste strutture (saranno cinque in tutta Roma), infatti, saranno a disposizione ambulatori per i prelievi, diagnostica di base e reparti infermieristici. Saranno presi in carico anche pazienti cronici diabetici, ipertesi, cardiologici e quelli affetti da insufficienza respiratoria. L’ambulatorio sarà aperto nei giorni festivi e prefestivi, quando gli studi dei medici di famiglia sono chiusi. La struttura, che si integrerà con tutte le altre presenti sul territorio municipale, sarà attiva dalle 10 alle 19 e si completerà con il servizio di continuità assistenziale (guardia medica). Ad essa potranno rivolgersi i cittadini residenti nel Municipio o temporaneamente presenti sul territorio di Ostia e del suo entroterra. Nell’ambulatorio, i medici saranno coadiuvati da personale infermieristico fornito dall’azienda Asl Roma D. Il funzionamento della nuova struttura è stato illustrato dall’azienda sanitaria all’osservatorio socio-sanitario del X Municipio. In particolare, è stato presentato il progetto del percorso diagnostico terapeutico dedicato al paziente affetto da patologie croniche (diabete, bronchite cronica, scompenso cardiaco), che coinvolgerà

il medico curante in stretta collaborazione con gli ambulatori della Casa della Salute. La rimodulazione, inoltre, degli spazi occupati dai nuovi servizi, non provocherà una riduzione di prestazioni relative al Consultorio ed al TSRMEE. Accelerazione per la creazione di una rete cardiologia in tutta Roma e da marzo, infatti, anche emodinamica del Grassi assicurerà il servizio H24. Per il pronto soccorso cardiologico, infatti, su tutto il territorio di Roma sarà possibile trasmettere il tracciato elettrocardiografico tra i mezzi di soccorso e le emodinamiche di riferimento. In questo modo si andrà a garantire sia l’ospedalizzazione del paziente nella struttura più appropriata e sia la rapidità del soccorso. Potenziato anche il pronto soccorso del Grassi che sarà

dotato di un sistema di teletrasmissione di immagini e di teleconsulenze che comprenda anche la teletrasmissione ECG e il teleconsulto dalle diverse strutture. Altro intervento previsto per il litorale riguarda l’aumento dei posti per la lungodegenza al Cpo di Ostia. “L’ex ospedale Sant’Agostino, sul lungomare Paolo Toscanelli

a Ostia – ha detto l’assessore al welfare e alla salute del X Municipio di Roma Capitale Emanuela Droghei. - sarà un punto di riferimento per il nostro territorio, nella duplice veste di presidio attivo grazie ai medici di medicina generale, dove gli utenti potranno rivolgersi anche nel week end e la Casa della Salute, una delle cinque che a Roma saranno attive dal mese di dicembre”. Critici invece i sindacati che hanno indetto un’assemblea cittadina: “Verrebbe, di fatto, annullato – si legge su una nota dei Cobas - un progetto, quello della “Casa della Salute della Donna e del Bambino”, approvato e fi-

NICOLÒ D’ANGELO IN VISITA AL COMMISSARIATO DI OSTIA

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Bentornato a casa, signor Questore

entornato a casa….”uno striscione steso tra il primo ed il secondo piano dell’edificio che ospita il Commissariato di Ostia ha accolto il questore Nicolò D’Angelo nel corso della sua prima visita ufficiale ai Commissariati periferici. D’Angelo ha scelto Ostia per una questione di cuore, è un ufficio di polizia che ha diretto dal ’94 al ’98, iniziando proprio dal litorale la sua brillante carriera, prima come Capo della Squadra mobile romana ed oggi come Questore, dopo aver ricoperto lo stesso incarico ad Ascoli, Latina e Perugia. Era una visita “informale” come ha tenuto a sottolineare l’attuale primo dirigente Antonio Franco, e proprio per questo, forse, è stata una festa spontanea, celebrata assieme a quegli uomini e quelle donne della polizia con i quali aveva diviso ansie e timori, pericoli e successi, soddisfazioni ed delusioni, frutto di tre anni di

grande impegno, nel quale la polizia ha svolto un ruolo di primo piano nella lotta alla criminalità urbana. A D’Angelo non è sfuggita qualche lacrima quando sulle scale per raggiungere il suo vecchio ufficio è stato abbracciato dai suoi collaboratori, accorsi per tributargli il benvenuto e la risposta non è mancata: “Vi trovo tutti più invecchiati – ha detto D’Angelo – e con qualche capello bianco in più, ma sempre in splendida forma. Sto condividendo con tutti voi un momento di grande emozione ed affetto nei confronti degli uomini e di una struttura dove sono stato in un periodo storico delicato e cruciale per la polizia sul litorale, come il trasloco dal vecchio commissariato a quello attuale ed il potenziamento degli organici”. Affrontando questo tema ha poi aggiunto: “Per tutta la città di Roma c’è in progetto un piano

generale di ridisegnare i presidi di polizia e rivedere le vecchie strutture in base alle nuove esigenze . In questo contesto, ritengo che il ruolo del Commissariato di Ostia sarà rivalutato: per esempio, potenzieremo i controlli e la nostra presenza su tutta l’area dell’Infernetto e Casalpalocco. In particolare, stiamo rivedendo sopratutto la dislocazione dei presidi nell’intera area a cavallo della Cristoforo Colombo. L’obiettivo è che il commissariato di Ostia, grazie ad una maggiore operatività, vada a svolgere funzioni da “capomaglia” sul controllo del territorio”. Intanto sono arrivati i primi arresti per corruzione e la presenza della malavita organizzata negli appalti pubblici. “Niente di nuovo – ha chiarito D’Angelo – si tratta della conclusione di una serie di investigazioni che sono in corso da tempo. E’ una zona che, com’è noto,

CHIESTA LA MODIFICA DEL DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO PER LA GESTIONE DEI MERCATI RIONALI

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nanziato dalla Regione Lazio, e avviato un nuovo “Progetto di Casa della Salute” che, peraltro, solo una un anno fa (novembre 2013) era stato previsto e annunciato, si dovesse realizzare presso il presidio ristrutturato di Via Paolini. Di tale progetto, visto anche la ristrettezza dei tempi (appena due mesi per la sua realizzazione) non appaiono ancora chiari i servizi, le attività e le risorse umane e professionali con i quali, questo, dovrebbe essere realizzato. Nel frattempo, però , si sta procedendo a lavori di “ristrutturazione” ridicoli, inutili e costosi, un vero e proprio maquillage, quando sarebbero, invece, necessari ben altri interventi di manutenzione, visto che la struttura presenta visibili problemi di usura e infiltrazioni di acqua al suo interno”.

Su ambulanti e soste a rotazione… deve decidere il Municipio

stia reclama il pieno decentramento dei mercati, di poter decidere la composizione e procedere a sanzionare eventuali banchi inadempienti. In particolare:“Il Consiglio del X Municipio – annuncia Alfredo Bianco, presidente della Commissione attività produttive - ha votato all’unanimità la proposta di deliberazione, presentata dalla commissione attività produttive, per la modifica della deliberazione numero 18 del 2011 dell’Assemblea capitolina, relativa al regolamento speciale del decentramento amministrativo. Nello specifico, il Consiglio municipale ha dato il via libera alla richiesta di modifica dell’articolo 10 comma 1 della delibera 18/2011, chiedendo che venga aggiunto alla competenza municipale, sul tema della complicata “gestione dei mercati rionali e saltuari” anche la gestione dei mercati coperti, compreso lo spostamento e i criteri per l’assegnazione e la concessione dei posteggi presenti negli stessi, con la relativa corresponsione dei canoni, assegnando al Municipio, per questa finalità, adeguate risorse umane, finanziarie e strumentali. Se la richiesta di mo-

difica all’articolo 10 della delibera18/2011 verrà accettata e definita, le competenze sui mercati passeranno completamente al nostro Municipio per poter mettere in atto, finalmente, un vero decentramento amministrativo sulla materia”. Sul tappeto troviamo, irrisolta da decenni, la situazione delle soste a rotazione e della loro concentrazione nelle cosìdette aree di pregio del municipio e della tendenza ad allargare l’area di vendita, allungando di 3 o 4 metri l’autorizzazione ad un tradizionale banco di 4x3. “Il programma è quello di mettere finalmente ordine nel quadrante commerciale del X Municipio – afferma lo stesso Bianco – Non sarà un’impresa facile ma senza una gestione diretta non si riuscirà mai a trovare soluzioni adeguate e condivise. Le competenze divise a metà con il Campidoglio non ci permettono, ad oggi, di sanzionare o addirittura revocare eventuali inadempienze al regolamento, possiamo comunicare a Roma le nostre eventuali osservazioni ma poi sono gli uffici

a decidere e spesso la decisione non fa rima con le necessità concrete del territorio. La questione delle rotazioni è di vecchia data, ci sono settori del nostro quartiere, sprovvisti di esercizi commerciali dove gli ambulanti andrebbero ad erogare un servizio richiesto e necessario, solo che si tratta di aree e postazioni poco gradite perché non assicurano un analogo rientro commerciale rispetto al centro”. Si tratta di una battaglia epocale, destinata a cambiare l’assetto commerciale del litorale romano ma sul cui esito, allo stato attuale permangono forti dubbi. L’Ascom ha accolto tiepidamente, infatti, l’iniziativa del Municipio. “L’idea è buona – ammette Luca Capobianco, presidente dell’associazione commercianti, - ma esprimiamo forti dubbi che il Campidoglio licenzi davvero in tempi brevi una simile modifica, spogliandosi di poteri e di personale. Apprezziamo la “volontà politica” di voler risolvere la questione mercati che, con un solo referente, avrebbe più facile e completa soluzione, ma per are valutazioni bisognerà attendere il via libera dall’assemblea capitolina”. En.Bia.

risulta esposta alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Non siamo preoccupati rispetto a quanto accade in altre zone di Roma perché sul litorale le risposte della polizia sono tangibili quotidianamente, il lavoro che viene svolto da questo Commissariato in sinergia con la Squadra Mobile è di grande valenza e sotto gli occhi di tutti”. En. Bia

DAL 14 AL 30 NOVEMBRE EVENTI IN RICORDO DELLA BONIFICA

Il litorale incontra la sua storia La Trentesima edizione de “Il Litorale incontra la sua Storia” è dedicato quest’anno ai “Tesori nascosti” che verranno svelati nel corso dei numerosi appuntamenti della manifestazione, in programma ad Ostia e Fiumicino dal 14 al 30 novembre, a partire dal porto scomparso di Ostia,dalle storie dei protagonisti della lotta alla malaria sino alle testimonianze inedite di quanti hanno assistito all’uccisione di Salvo D’Acquisto a Palidoro. In tutto sono dieci appuntamenti culturali, didattici, di condivisione della memoria e dei risultati storico scientifici delle ricerche della CRT Cooperativa Ricerca sul Territorio, organizzatrice dell’evento. “Comunità” è la parola chiave dell’intera manifestazione, che infatti si pone come congiungimento tra Ravenna, Ostia, Fiumicino e Roma, riannodando ogni anno un legame culturale, storico e di amicizia, simboleggiato al meglio dal dodicesimo anno di gemellaggio tra le scuole di Ravenna e del X Municipio del Comune di Roma. Sono previste: rassegne cinematografiche legate alla storia del territorio e dedicate sia ai più grandi (Sala Visioni dell’Ecomuseo del Litorale Romano e Centro Anziani Lo Scariolante di Ostia Antica) che ai più piccoli (Multisala Cineland di Ostia Lido); inaugurazioni di luoghi storici riconsegnati ai cittadini (gli ex Lavatoi di Ostia Antica), presentazioni di libri (Romagnoli Romagnolacci di Vittorio Emiliani) e i due appuntamenti celebrativi, il 22 novembre a Maccarese e il 23 novembre a Ostia Antica, che vedranno l’incontro tra i primi cittadini di Roma, Ravenna, Fiumicino e il minisindaco del X Municipio, ma anche tra i cittadini dei diversi territori. Per il trentesimo anno infatti, Ostia accoglierà centinaia di ravennati e romagnoli che giungono nella capitale per ricongiungersi con la loro storia.


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giovedì 20 novembre 2014 pagina 19

IlCORRIERE ROMA

CRONACHE

DI

di Davide Bianchino

L’inverno è alle porte: gomme termiche, catene o “calze” da neve?

I

l 21 dicembre entreremo ufficialmente nella stagione invernale ma già da oggi molti automobilisti sono alle prese con l’acquisto delle cosiddette gomme termiche, ossia quei pneumatici che consentono di affrontare in tutta sicurezza anche strade innevate o ghiacciate. E fanno bene. E’ infatti opportuno cominciare ad attrezzarsi per tempo, non fosse altro per una motivazione economica: più le temperature si abbasseranno, più i prezzi delle gomme invernali tenderanno ovviamente a lievitare. Vediamo allora di capire bene come funzionano questi pneumatici, quanto costano e quali alternative propone oggi il mercato. Innanzitutto le gomme termiche sono equiparate per legge alle catene da neve. Questo significa che in caso di strade in cui sia presente l’obbligo di portare a bordo o montare catene da neve, le auto dotate di pneumatici invernali potranno circolare liberamente. Per accertarsene, basta verificare che sul fianco del pneumatico ci sia stampata la dicitura “M+S”, ossia “mud & snow” (fango e neve). Un aspetto da non sottovalutare affatto. Ogni anno sono sempre più numerose le strade (statali, superstrade o provinciali che siano) in cui è presente l’obbligo di circolare con catene o pneumatici da neve per tutto il periodo invernale. Nel vicino Abruzzo soprattutto ma anche nel Lazio. Anche in giorni, quindi, in cui non è presente neve sulla strada e si è quindi passibili di multa se, nel corso di un controllo, l’auto fosse sprovvista di tali ausili. Altro discorso riguarda la sicurezza stradale. Ad oggi questo tipo di pneumatico è la migliore scelta possibile per affrontare strade coperte da neve o ghiaccio. Ma non solo. Un altro aspetto che spesso viene sottovalutato nel periodo invernale è la temperatura. Un pneumatico estivo ha una resistenza molto limitata alle basse temperature e questo comporta inevitabilmente un rapido decadimento delle prestazioni (e quindi della sicurezza) già al di sotto dei 7° C. Viceversa, le gomme termiche sono costruite con una mescola che permette di mantenere inalterate le prestazioni anche a bassissime temperature. La differenza sulla neve la fa poi il disegno del battistrada. Sui pneumatici invernali sono presenti dei micro intagli che permettono di “aggrapparsi” con molta più facilità alla neve presente sull’asfalto rispetto a qualsiasi altro pneumatico “convenzionale”. Chi ha provato almeno una volta a guidare su neve con entrambi i pneumatici può capire la differenza. Non è solo una questione di tenuta di strada. In caso di frenata su ghiaccio o neve, magari in discesa (situazione tutt’altro che rara in montagna), anche a bassa velocità l’auto dotata di gomme estive rischia di scivolare a ruote bloccate per decine di metri e senza controllo. E tutti i dispositivi elettronici di bordo non potranno fare nulla per arrestarla. Veniamo ora all’aspetto economico. Molti sono ancora convinti che montare due treni di gomme nel corso dell’anno sia più oneroso che averne uno soltanto (il

da un minimo di 20 euro fino anche a 300 euro e oltre. Ovvio che le catene comportano il disagio di dover essere montate e smontate in caso di bisogno. Un’operazione non sempre alla portata di tutti, soprattutto considerando la condizione precaria in cui ci si troverà a dover operare (neve, vento, freddo, scarsa visibilità, mancanza di spazi sicuri dove fermarsi, ecc.). Da

vera e propria calza che, in caso di neve, si monta facilmente sulle ruote che hanno la trazione. Essendo fatti di un materiale elastico ma anche antiattrito, consentono di cavarsela in presenza di una leggera nevicata. Sono poco resistenti ma in compenso sono pratiche ed hanno un prezzo di acquisto abbordabile (da 40 euro in su). Da anni, però, esiste una disputa legale tra il principale produttore di calze da neve (la norvegese Autosock) e il Ministero dei Trasporti che continua ancora oggi a suon di ricorsi al Tar. Le calze sono considerate “legali” ma non equiparate alla catene. Morale: su strade dove vige l’obbligo di catene a bordo si è passibili di multa. Un’alternativa simile sono anche le cosiddette “fascette” o “cinture” da neve: cinque piccole cinture di materiale plastico che si allacciano singolarmente ad ogni cerchione e che permettono di cavarsela su neve e ghiaccio grazie a delle punte metalliche che toccano terra. Sono molto facili da montare e abbastanza economiche ma, al pari delle calze, non sono equiparate per legge alle catene. In conclusione, la scelta delle gomme termiche risulta quella più opportuna se si vuole affrontare in tutta sicurezza strade innevate per tutto il periodo invernale e nel contempo essere in regola con il Codice della Strada. Ma se l’idea di dover cambiare pneumatici ad ogni stagione non vi convince ancora….sappiate che esiste un’ultima possibilità: le gomme “4 season” (quattro stagioni). Come dice il nome stesso, sono adatte ad ogni stagione: la mescola con cui sono costruite ed il particolare disegno del battistrada consentono a questi pneumatici di cavarsela anche alle basse temperature e sotto la neve. E, cosa fondamentale, sono anch’esse omologate M+S. Le “vere” gomme termiche saranno sicuramente più performanti sulla neve, ma è indubbio che, soprattutto per chi affronta strade di montagna solo poche volte l’anno, le 4 season possono rappresentare un validissimo compromesso. A voi la scelta.

costo medio molti anni esistono anche i cosiddetti “ragni”. Si delle gomme tratta di un surrogato delle catene in materiale termiche è più elevato di circa il 10/20%). In re- plastico che vengono montati sulle ruote in caso altà non è proprio così. Un recente ed accurato di necessità con semplice incastro. Basta solo studio del Politecnico di Torino ha dimostrato montare ad inizio stagione sui bulloni delle ruote addirittura che alternare pneumatici una piccola borchia di plastica che fungerà da atinvernali/estivi nel corso dell’anno consente, nel tacco per il ragno stesso. Molto pratici ma anche complesso, di risparmiare mediamente 40 euro molto costosi (oltre 250/300 euro). Negli ultimi rispetto all’utilizzo di soli pneumatici estivi più anni hanno fatto la loro comparsa anche la “calze” catene. Al di là di quanto emerso da questa cu- da neve. Un accessorio invernale molto pratico riosa ricerca, va da sé che avere due treni di soprattutto in caso di emergenza. Si tratta di una gomme permette a queste di usurarsi in maniera minore e più graduale proprio perché verranno utilizzate molto di meno riDI spetto ad un solo treno. Una sorta di investimento a lungo termine. Quindi, considerando pure la necessaria sosta dal gommista per il cambio pneumatici ad ogni stagione (circa 40/50 euro), anche se il vantaggio economico si dovesse ridurre l Corriere di Roma organizza un concorso legato alle gelaterie della caa zero non ci sarebbero dubbi sulla scelta pitale. Invitiamo i lettori a segnalarci i locali preferiti, indicando tipodi montare gomme termiche d’inverno in logia, caratteristiche, gusti preferiti. Invitiamo altresì le gelaterie che virtù dell’impareggiabile guadagno in terintendano partecipare a manifestarsi indicando la disponibilità a corrimini di sicurezza. spondere uno sconto del 10 per cento sul prodotto a chi si presenti con il Chi non fosse ancora convinto, o semplinostro giornale. Il concorso partirà il primo dicembre e ne daremo conto cemente frequenta solo sporadicamente settimana dopo settimana. zone a rischio neve, può comunque sempre Per informazioni, segnalazioni e adesioni potete inviare una mail a redaripiegare sulle solite catene. Il mercato ne zione@corrierediroma-news.it oppure telefonare al 06.3280.3407 offre di tutti i tipi e prezzi: si può spaziare

IlCORRIERE ROMA La gelateria del cuore

MINICONCORSO DE

I


IlCORRIERE ROMA PAROLA DI CHEF LA LEZIONE DELLA STORIA

giovedì 20 novembre 2014 pagina 20

RUBRICHE

DI

LE MANIE ASTROLOGICHE di Patrizia Tamiozzo Villa con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po' maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente

La cucina non è posto per soli uomini, anzi... di Rita Monastero

O

ggi parliamo del ruolo dei sessi in cucina. Ma secondo voi lo Chef, quello con la C maiuscola, è uomo o donna? Una questione molto discussa, perché in effetti le rappresentanti del gentil sesso sono decisamente in minoranza. E sapete per quale motivo? In realtà c’è una ragione storica, che mi piace sempre ricordare e raccontare ai miei allievi o a tutti coloro che spesso mi pongono questa domanda durante le manifestazioni cui partecipo. Torniamo indietro nel tempo alla Francia del Roi Soleil, il Re Sole Luigi XIV che, come sappiamo tutti, regnò per oltre 70 anni nell’assolutismo. Furono anni di grandi libagioni, di banchetti grandiosi. Sino ad allora la cucina era stata dominio incontrastato delle discendenti di Eva ed era identificata proprio come Cuisine des Femmes; quando si rese necessario preparare enormi quantità di cibo con conseguente sforzo fisico, entrò in campo Adamo, l’altro sesso cioè. Non perché particolarmente talentuoso, dato che sino ad allora aveva ricoperto un semplice ruolo di assistente, ma perché dotato di braccia. Amici miei, quando si montano a mano una quarantina di al-

bumi, non serve il cervello, bastano i muscoli. Quando si devono fare lavori di fatica, ci vuole un fisico bestiale – come dice il nostro Luca Carboni – ci vogliono potenza, resistenza, esercizio fisico. Una specie di palestra. Le donne non potevano farcela a sopportare tutto ciò e dunque, da che inizialmente coadiuvate dagli uomini, furono ben presto da essi soppiantate nella direzione di quello che era da sempre stato il loro regno. Ecco, tutto qui. La Cuisine des Hommes, la cucina degli uomini, nasce in soldoni da un colpo di mano. Poi, con il tempo e con la pratica, i muscolosi e prestanti cuochi sono diventati Chef, hanno sempre più acquisito potere, arrivando addirittura per molti anni ad allontanare completamente dalle loro cucine

(giovedì, 20 novembre 2014)

le figure femminili o peggio mi sento a relegarle a ruoli di bassissima manovalanza. La situazione è rimasta in questo limbo per molti anni poi… finalmente qualcosa è cambiato. Le donne, con il loro immancabile savoir faire, i sorrisi, la competenza e tanta forza di volontà, sono riuscite a rientrare in possesso del loro ruolo originario. Certo, non è che in giro di signore Chef ce ne siano tantissime, eh? Anche perché – diciamolo – con la loro professionalità fanno paura e in questo settore, come in tutti del resto, le donne devono sgomitare il doppio per avere gli spazi che si meritano. Ma di signore talentuose in giro ce ne sono eccome in tutto il panorama gastronomico nazionale e internazionale. Non farò nomi perché non è mio costume, ma sono orgogliosa di godere dell’amicizia di molte di esse; questo non significa che io non stimi allo stesso modo i colleghi signori Chef, ma – vi prego – lasciate che la vostra LovelyCheffa oggi esterni con orgoglio tutta la sua stima per la categoria femminile. Un po’ di sano femminismo ogni tanto ci vuole!

La ricetta di Sisto

♈ Ariete (21 Marzo-20 Aprile)

♎ Bilancia (23 Settembre-22Ottobre)

Sorretti, come sempre, da Urano nel vostro segno e con una dolce Venere amica, potrete non solo tentare la fortuna nel lavoro ma anche cogliere la palla al balzo per dichiarare il vostro amore a una persona che vi è amica. Ma lei è libera o no? Perchè è importante non nuocere a nessuno.

Se Marte negativo vi innervosisce, Venere positiva invece vi rende sentimentali e apre la strada a incontri romantici; soddisfazioni in famiglia e nella carriera, recate da una bella Luna; posta in arrivo, con notizie da una persona amica che non vi ha mai dimenticato.

♉ Toro (21 Aprile-21 Maggio)

Siete più concentrati sulle questioni economiche e sui vostri affari che sul lato affettivo, ma questo non è giusto perché in famiglia hanno bisogno di voi; perciò dedicatevi di più ai figli, come esige Mercurio nel vostro segno, ed anche agli anziani, come vuole Saturno, anche lui in Scorpione.

Mercurio, in opposizione, vi invita alla prudenza non solo con gli euro, ma anche con la lingua; evitate perciò di parlare a sproposito e siate più diplomatici: ciò gioverà non solo al vostro ambiente lavorativo, ma anche a quello sentimentale, dato che Venere ora vi è tornata amica.

♊ Gemelli (22 Maggio-21 Giugno) Venere, in opposizione, vi fa sentire poco amati; può sorgere qualche contrasto con il partner, però con la vostra abituale socievolezza e simpatia potrete sistemare tutto… Siete o no i simpaticoni dello Zodiaco?

♋ Cancro (22 Giugno-22 Luglio) Un Mercurio gentile vi porta novità piacevoli nel lavoro e soddisfazioni dai figli. Marte negativo, però, vi rende poco inclini al perdono, facili all’ira e alimenta i contrasti. Cercate di essere più calmi; se ne avvantaggeranno anche il vostro fisico e la vostra salute.

♌ Leone (23 Luglio-22 Agosto) Con la vostra lealtà e l’aiuto di Giove nel segno e di una bella Venere, potete ottenere tanto; allora perché quei musi lunghi? Solo perché un Mercurio dispettoso si diverte a farvi perdere la pazienza e a farvi bisticciare in famiglia?

♍ Vergine (23 Agosto-22 Settembre) Marte vi è d’aiuto e vi riempie di energia; potete tentare strade nuove, Mercurio vi rende più autonomi e meno soggetti alle persone da cui dipendete; solo Venere, in quadratura, vi rende insicuri in campo affettivo, però siate astuti e lasciate prendere le decisioni al partner, assecondandolo.

♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre)

♐ Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre) Una bella Venere in Sagittario, in buon aspetto con Giove e Urano, vi fa sentire amati: questo vi occorreva proprio perché era un po’ che non vi sentivate benvoluti e circondati d’affetto come avreste voluto; ora, invece, potrebbe anche arrivare una lieta novità (una nascita? una riconciliazione?).

♑ Capricorno (22 Dicembre-20 Gennaio) Marte nel segno, unendosi a Plutone, vi carica di forza per cui potrete raggiungere quel successo nel lavoro che speravate di avere, ma che finora sembrava irraggiungibile; invece ora è il momento di agire ed ottenerlo; il Cielo è con voi e vi aiuterà, anche perché siete buoni e ve la meritate.

♒ Acquario (21 Gennaio-18 Febbraio) Mercurio vi rende perplessi e titubanti in amore ma una dolce Venere amica vi prospetta un unione felice; Giove, in opposizione, tende a farvi inquietare, siate sereni perché tutto si aggiusterà se avrete pazienza.

♓ Pesci (20 Febbraio-20 Marzo) Anche se Venere non è più vostra amica, non avete perso il fascino del vostro segno e Mercurio e Saturno continuano a proteggervi, a rendervi romantici e a proporvi incontri fortunati e buone occasioni di lavoro… Però non rendete geloso il vostro partner!

SISTORANTE Il ristorante si trova vicino ai Musei Vaticani e a pochi passo dal mercato Trionfale. Le materie prime quindi sono sempre freschissime e per questo motivo il menu cambia quotidianamente. Tra le varie portate, molto buoni gli gnocchi, fatti in casa, se ne possono scegliere 6 tipi. Ambiente molto familiare e informale, massima cura per i commensali, a disposizione 45 coperti. IL MENU D’AUTUNNO

Spaghetti cozze broccoletti e pecorino Per 4 persone. Cinquecento grammi di spaghetti, un kg di broccoletti, uno di cozze, 200 grammi di pecorino. Preparazione: sfogliare i broccoletti e farli bollire, pulire le cozze, mettere in padella uno spicchio d’aglio e due cucchiai di olio e farlo rosolare; scolare i broccoletti e metterli in padella, aggiungere le cozze con mezzo mestolo dell’acqua di cottura dei broccoletti, una spolverata di pecorino, coprire la padella. Alzare la fiamma per far aprire le cozze, far cuocere gli spaghetti, versarli nella padella, amalgamare il tutto e una volta messo tutto su piatto dare una spolverata finale di pecorino.

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Trittico di bruschette *** Crepes fatte in casa con ricotta e funghi porcini Oppure Crepes fatte in casa al pomodoro e basilico *** Straccetti di chianina alla pizzaiola Oppure Straccetti di chianina al gorgonzola *** Contorno di verdure di stagione *** Assaggi di dolci fatti in casa *** Acqua minerale, 1 calice di vino e caffè Euro 25,00 a persona SISTORANTE Via Tolemaide 17 - Roma Tel. 0664521715


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IlCORRIERE ROMA

RUBRICHE

DI

UNICA, STILE CESELLATO, FRUTTO SCELTI PER VOI ELEGANZA DI DUECENTO ANNI DI ESPERIENZA

Champagne Henriot e i segreti del savoir-faire di Francesco Vitale

piccolissime, può costituire un interessante contributo fruttato a sette generazioni e da più di 200 anni Cham- nel Brut Souverain. pagne Henriot si serve del proprio savoir-faire I vini senza annata possono contenere fino a cinquanta crus per produrre cuvé eleganti e ricercate. Le scelte diversi, in un equilibrio sapientemente orchestrato, con circa senza compromessi della Maison Champagne il 20% di vini riserva. Questo è ancora una peculiarità di Henriot hanno sempre riguardato la lavora- Champagne Henriot per dare ai suoi vini una forte personalità. Questi vini, che possono avere dieci anni d’età, degustati alzione dei propri vini. La famiglia Henriot ha conservato la gestione diretta di circa meno ogni tre mesi garantiscono la continuità di stile 35 ettari. Le parcelle sono ripartite tra la Vallée della Marne: Le bottiglie soggiornano per un lungo periodo di maturazione Mareuil e Aÿ , la Montagne di Reims: Avenay e la Côte des nella calma e nell’oscurità delle cantine della Maison a Reims. Blancs: Epernay (Clos l’Abbé, e Chouilly). Questi vigneti co- In queste cantine scavate nel gesso a 18 metri di profondità, la prono dal 15 al 20% del fabbisogno. Per il suo approvvigiona- temperatura (11°) e il livello di umidità (98%) sono costanti. mento la Maison si appoggia anche su vignerons che Alla Champagne Henriot per consentire ai vitigni di espricondividono le sue esigenze. Questa parzialità che gli permette mersi al meglio i periodi di maturazione sono normalmente il di disporre di una gamma molto ampia di crus per l'assemblag- doppio rispetto a quelli previsti dalla legge. La Maison lascia il tempo necessario a ogni cuvée per raggiungere la propria piegio è uno dei segreti del suo savoir-faire. I vigneti sono raccolti in tutto il territorio della denomina- nezza zione. La Maison favorisce i Grands Crus e Premiers Crus, in Il dosaggio è minimo (circa 8 g/l) alfine di ottenere un equiparticolare nella Côte des Blancs, roccaforte del vitigno Char- librio ed una maturità dei vini donnay che domina negli assemblaggi (Avize, Oger, Cramant, Vertus ...). Per il Pinot Nero, la scelta è soprattutto su dei Crus del versante Nord della Montagne de Reims, come Verzy, Verzenay, Val d'Or Il Brut Millesimato 2005 di Champagne Henriot è un matrimonio armonico Fondata nel 1808, la Maison Henriot , tuttora fatra lo chardonnay e il pinot noir. Questa cuvée combina note fresche e aromi miliare ed indipendente, persegue il suo lavoro più evoluti dando vita a un vino ricco ed equilibrato. Un millesimato nel puro stile Hend’eccellenza. riot.L’anno inizia con un inverno rigido e deboli precipitazioni, condizioni favorevoli al riSelezionare i migliori crus, magnificare la purezza poso e alla rigenerazione della vite. La primavera è mite, condizione che permette la dello chardonnay e offrire a ciascuna cuvée il germogliazione e il buono sviluppo delle gemme con conseguente normale fioritura a tempo di svilupparsi: i principali impegni assunti inizio giugno. All’inizio dell’estate le piogge si concentrano e determinano la comparsa da ciascuna delle sette generazioni che si sono nella vigna di botrytis e peronospora che disturberà leggermente lo sviluppo della succeduti alla testa della Maison vite. Ma questo non impedisce lo sviluppo dei grappoli che maturano gradualmente Un'eleganza unica, uno stile cesellato. Dopo le fino alla fine di agosto. All’inizio di settembre, nonostante le forti piogge, gli indici prime peculiarità di Apolline Henriot, che fondò sono soddisfacenti e confermano una vendemmia futura di qualità e abbondante la Maison nel 1808, gli Champagne Henriot si diASSEMBLAGGIO stinguono per la loro finezza, la loro eccezionale Per la realizzazione del Brut Millesimato 2005 sono stati assemblati più di 15 eleganza, la loro complessità, la loro ricchezza cru diversi provenienti principalmente dalla Côte des Blancs e dalla Montagne eclatante E’ con le scelte d’assemblaggio che si perpetua lo de Reims: Mesnil sur Oger, Avize, Chouilly, Mareuil sur Aÿ, Avenay, Verzy, Verzenay. 50% chardonnay - 50% pinot noir "stile della Maison": il vitigno Chardonnay regna INVECCHIAMENTO sovrano (dal 50% al 60% a seconda delle annate). Le bottiglie del Brut Millesimato 2005 soggiornano per sei anni nella tranEgli apporta finezza, eleganza, leggerezza, frequillità e oscurità delle cantine della Maison a Reims schezza. Il Pinot Noir fornisce la struttura indiESAME VISIVO spensabile. Il Pinot Meunier, in quantità Colore giallo chiaro con riflessi dorati. Perlage fine che forma un delicato collare. ESAME OLFATTIVO DI Al naso la predominanza di sentori di pasticceria lascia trasparire note agrumate e una punta di mineralità. Una leggera nota di nocciola comFondato nel 1948 pleta questo bouquet ricco e armonioso. da Giuseppe Gesualdi ESAME GUSTATIVO Un attacco vivo e fresco svela un vino ricco ed equilibrato dove gli aromi direttore di agrumi canditi si combinano con una leggera nota esotica. Una straGiovanni Tagliapietra ordinaria persistenza finemente tostata esalta il finale di questo vino su delicate note di miele e spezie: pepe, noce moscat direttore responsabile ABBINAMENTO CIBO-VINO Filippo Gesualdi Filetto di sogliola con mandorle tostate. redazione Carpaccio di tonno rosso al limone e zenzero. via Boezio, 6 00193 ROMA Carré di vitello grigliato con verdure. tel. 06/32803407 Invecchiamento : Pronto da bere - durata: 4/6 anni redazione@corrierediroma-news.it Temperatura di degustazione consigliata : 10°C Da consumarsi come aperitivo, durante i pasti www.corrierediroma-news.it

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Tramandare un’eredità È nel 1808, con Apolline Henriot, che viene ufficialmente fondata la Maison Henriot. È la nipote dell’illustre Abbé Godinot che, grazie alla sua erudizione, contribuì a migliorare la conduzione della vigna e la composizione dei vini della Champagne. Imprenditrice e donna dalla forte personalità, Apolline mette in commercio i suoi vini sia in Francia sia all’estero. Lo Champagne conosce un notevole successo presso le teste coronate ed è quasi naturalmente che lo Champagne Henriot si afferma prima alla Corte d’Olanda quindi a quelle d’Austria e d’Ungheria presso gli Asburgo. Apolline trasmette il suo savoir-faire al nipote Ernest: così nasce la tradizione di famiglia. Nel 1875, Ernest accresce il patrimonio fondiario dell’azienda e dà sviluppo alla Maison. Alla fine del XIX° secolo la fillossera colpisce i vigneti della Champagne ma Emile Marguet, suocero di Paul Henriot, è uno dei primi a ricostituire i vigneti con piante innestate. Da allora, di generazione in generazione, la Maison Henriot mette a profitto tutta la sua esperienza per esaltare le caratteristiche delle uve che ha selezionato con rigore nei migliori terreni della Montagne di Reims e della Côte des Blancs.

Brut Millésimé 2005

IlCORRIERE ROMA

Marketing & Pubblicità pubblicita@corrierediroma-news.it stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno P. Iva e Codice Fiscale 9713300584 registrazione Tribunale di Roma n.379 del 17/08/1948 SIAMO ANCHE SU VISITA LA NOSTRA FAN PAGE www.facebook.com/ilcorrierediroma PER RIMANERE AGGIORNATO IN TEMPO REALE

Il “Birrafondaio” arriva anche in radio Tra le pagine del Birrafondaio ci sono rubriche, interviste e approfondimenti sul mondo della birra artigianale. In questo numero, in particolare, troverai anche due infografiche: una dedicata al settore della birra nel nostro Paese (con una sintesi dei dati del report di AssoBirra) e l'altra al fenomeno delle beer firm italiane (con qualche anticipazione dei dati di un'indagine commissionata da Unionbirrai). Le rubriche, gli approfondimenti e le news del Birrafondaio le potete ascoltare anche alla radio. È nata infatti la rubrica “BirrafondRadio”, che verrà trasmessa ogni settimana da una serie di radio italiane ed estere e che cercherà di tenervi sempre aggiornati su tutte le novità nel mondo della birra artigianale.

In vendita presso LE ENOTECHE DELL’ARTE DEI VINATTIERI

Cuvéè des enchanteleurs 1998 Quintessenza dello stile Henriot questa cuvée è dominata dallo chardonnay che conferisce dell’eleganza alla sua struttura complessa. Elaborata nel rispetto della tradizione familiare, questa cuvée, proveniente dai migliori terroirs della Champagne, è unicamente realizzata nelle annate eccezionali Il nome di Enchanteleur, portato da questo vino raro, si ispira agli operai cantinieri dei tempi in cui la vinificazione avveniva unicamente in barrique. Il loro lavoro consisteva in particolare nell’impilare le botti su delle travi in legno. Si diceva che mettevano i « fûts sur chantiers » (le botti sulle calastre), e che quindi “enchantelaient”. Essi disponevano tradizionalmente del privilegio di comporre per essi stessi una piccola cuvée di champagne elaborata a partire dai vini più fini. ASSEMBLAGGIO Per magnificare il carattere straordinario del millesimo 1998, Champagne Henriot combina la potenza del pinot nero con l'eleganza dello chardonnay. Le nostre scelte sono per lo più tra 6 dei più prestigiosi Grands Crus della Champagne :MaillyChampagne, Verzy, Verzenay sulla Montagne de Reims,Mesnil-sur-Oger, Avize,Chouilly nella Côte des Blancs. 50% chardonnay - 50% pinot noir ESAME VISIVO Colore dorato pallido con una effervescenza fine e un grazioso cordone di schiuma. ESAME OLFATTIVO Note discrete di agrumi canditi, nocciola e dolci magnificano un bouquet dominato dal miele. Un naso maturo, tutto in finezza, segno di una bella evoluzione aromatica. ESAME GUSTATIVO Questo vino maturo, equilibrato ed elegante, offre un attacco vivace e fresco, proprio delle grandi annate. Aromi di torrefazione con note tostate, briosciate, burrose, s’associano ai profumi di agrumi e pesche per creare una ricca complessità aromatica. Il vino evolve in seguito su dei sapori mielati e di delicate punte esotiche.Una lunghezza superba, aromi di pasticceria e fini tocchi di nocciola e miele completano questa magnifica cuvée. ABBINAMENTO CIBO-VINO Branzino dell’Atlantico ed emulsione di burro mezzo salato. Suprema di pollame agricolo, purè della nonna.

RADIO STUDIO 25 LA RADIO CHE VORREI Trasmette attraverso internet grazie all'esperienza e alla passione per la radio di un gruppo di amici. La scelta musicale e il modo di condurre dei dj si rifà alle radio degli anni 80. Ascoltala anche tu. Seguici e viaggia con noi:

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giovedì 20 novembre 2014 pagina 23

IlCORRIERE ROMA

RUBRICHE

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44 ATTORI IN SCENA. DAL 18 SCELTI PER VOI 26ALAUTORI, 22 NOVEMBRE AL TEATRO ARGENTINA

Ritratto di una Capitale, 24 scene di una giornata a Roma di Maria Pia Miscio

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na giornata a Roma, con le ventiquattro ore che la compongono, sarà raccontata sul palcoscenico del Teatro Argentina nella lunga maratona teatrale “Ritratto di una Capitale. Ventiquattro scene di una giornata a Roma”, in programma dal 18 al 22 novembre. Si tratta del cuore del progetto “Prospettiva Roma”, che l’Argentina ha voluto dedicare a Roma e che attraversa l’intera stagione del teatro. A rendere possibile questa lunga maratona nella città eterna, vista e raccontata con occhi e sensibilità diverse, contribuiscono ben 26 autori, mentre sono 44 gli attori che si alterneranno sul palco per raccontare Roma. “Ritratto di una Capitale” si ispira ad un format teatrale curato da Antonio Calbi – che del Teatro di Roma di cui fa parte l’Argentina è direttore artistico - e Oliviero Ponte di Pino, già sperimentato nel 2000 a Milano: alcuni dei 24 frammenti che lo componevano sono poi diventati spettacoli autonomi e completi, che continuano ad essere rappresentati con successo anche in luoghi lontani dalla città lombarda. Stessa sorte si propongono gli ideatori della maratona romana, che attraverso il teatro vuole raccontare, descrivere e indagare la città e il suo tempo raccontando ventiquattro luoghi, ventiquattro ore, ventiquattro storie diverse di una giornata qualsiasi nella Roma di oggi. Davvero composito l’insieme degli autori, tra i quali spiccano i nomi di Ricci/Forte, Ascanio Celestini, Eleonora Danco, Giancarlo De Cataldo, Anna Foa, Lidia Ravera, Claudio Strinati, Elena Stancanelli: ciascuno con una sua sensibilità, una sua storia perso-

nale, le sue predilezioni culturali e artistiche, la propria cifra stilistica. Ugualmente variegato appare il cast dei quarantaquattro attori che si alterneranno in scena: Daniele Amendola e Claudio Angelini, Anna Bonaiuto e Maddalena Crippa, ancora Eleonora Danco e Lorenzo Lavia, Andrea Rivera e Paolo Zuccari (davvero ardua l’impresa di citarli tutti), con la partecipazione straordinaria di Leo Gullotta e Milena Vukotic e con la grande Franca Valeri, impegnata nel prologo. Il risultato è un racconto a più voci e trans-generazionale, che descrive la città nei suoi vari aspetti, fra invettive di rabbia e dichiarazioni d’amore, realizzato da scrittori e persone di teatro che vivono da tempo in città. Il filo conduttore di tante diverse esperienze è il desiderio di tracciare un ritratto di Roma attra-

verso ventiquattro tasselli corrispondenti, come le tessere di un puzzle, alle ventiquattro ore della giornata. Il mosaico verrà rappresentato nell’arco di una settimana attraverso la messa in scena dei testi con la regia di Fabrizio Arcuri. La colonna sonora della maratona teatrale è stata composta e sarà eseguita dal vico dal gruppo romano Mokadelic. Il set virtuale di un progetto video curato da Luca Brinchi, Roberta Zanardo/Santasangre e Daniele Spanò farà da cornice scenografica all’affresco di Roma. Se questa “visione” avrà esito felice, sarà ripetuta nella prima parte di ciascuna stagione del quadriennio della direzione di Antonio Calbi, e dunque avrà quattro edizioni, sul palcoscenico del Teatro Argentina o in altri siti emblematici della Capitale, con il coinvolgimento di un'altra squadra di autori per ogni edizione, in modo da arrivare a un totale di 96 autori coinvolti. Ritratto di una Capitale Dal 18 al 22 novembre 2014 Teatro Argentina Largo di Torre Argentina 52, Roma Orari: martedì 18 e giovedì 20 novembre, parte prima h 18-24: mercoledì 19 e venerdì 21 novembre, parte seconda h 18-24 alle ore 24; sabato 22 novembre, maratona parte prima e parte seconda h 15-03 (del 23 novembre) Biglietti: parte prima e parte seconda da € 15 a € 20; maratona da € 20 a € 30 Info: 06 684 00 03 11 / 14

GIGI PROIETTI REGISTA AL SISTINA, DAL 19 AL 30 NOVEMBRE

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La “Mostra” di Simona Marchini

opo la stagione estiva del teatro Globe, interamente dedicata a Shakespeare, Gigi Proietti torna alla regia in un teatro stabile, il Teatro Sistina, dirigendo uno spettacolo quanto mai singolare, che parla di arte ed è rivolto all’arte. E che appare fortemente caratterizzato dall’ironia, a tratti bonaria e a tratti sferzante, e dal sorriso sornione tipici della più grande tradizione teatrale romana. Ed ecco “La Mostra”, in scena dal 19 al 30 novembre, interpretata da Simona Marchini, che torna su quel palcoscenico dove aveva interpretato “Rugantino” con Valerio Mastandrea. Collocandosi nel solco della commedia musicala italiana, che da sempre al Sistina trova casa, Proietti ripercorre in chiave rigorosamente ironica la vita di Simona Marchini: attrice, conduttrice e regista, soprattutto appassionata d’arte. Ed ecco aneddoti che rincorrono altri aneddoti, dando vita ad un racconto che si snoda attraverso le maschere e i personaggi che la Marchini, non senza spirito pungente e riflessivo, negli anni ha creato, da Iside Martufoni alla “velona” toscana perdutamente innamorata di Silvio Berlusconi. Ma ne “La Mostra” si parla anche d’arte, il grande amore, la passione di una vita per l’attrice romana: una passione rac-

Via Sistina 129, Roma Orari: da martedi a sabato h 21; domenica h 17; martedì 25 e mercoledì 26 h 17 Biglietti da € 34 a € 44 Info: 06 420 0711

IN PRIMA FILA PARCO DELLA MUSICA Flautissimo a teatro Il 26 e il 27 novembre e l’11 dicembre si volgerà, al Parco della Musica di Roma, Flautissimo a Teatro, tre giorni di proposte teatrali innovative con produzioni in prima assoluta, che vedranno in scena Massimo Popolizio, Valerio Aprea e Galatea Renzi, accompagnati da musiche originali eseguite dal vivo, protagonista delle quali è il flauto. I tre appuntamenti teatrali sono inseriti in Flautissimo 2014, sedicesima edizone del Festival Italiano del Flauto. Auditorium Parco della Musica Viale Pietro De Coubertin; biglietti da € 15 a € 18; orari: h 21; info: 06 4470329 STAGIONE DI SANTA CECILIA Lang Lang tra Mozart e Chopin Appuntamento da non perdere, venerdì 21 novembre alle 20,30 nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica. Infatti, per la stagione dell’Accademia di Santa Cecilia è in programma il recital del pianista cinese Lang Lang, tra i più apprezzati ed osannati interpreti mondiali. In grado di riempire uno stadio meglio di quanto farebbe una rock star, Lang Lang è riuscito a coniugare l‘amore per la musica classica alla modernità, senza nulla togliere alle sue grandi doti tecniche e interpretative che ne fanno uno dei pianisti più apprezzati al mondo. Viale Pietro De Coubertin; biglietti da € 18 a € 42; info: 06 8082058 TEATRO BRANCACCIO La bella addormentata nel bosco Il Balletto del Sud mette in scena al Teatro Brancaccio, il 22 novembre alle 21 e il 23 novembre alle 17, “La bella addormentata nel bosco”. Il balletto, che si ispira alla fiaba di Perrault, è stato musicato da Caikovskij e per questa messa in scena si avvale delle coreografie di Eddy Franzutti. Via Merulana 44; biglietti da € 20 a € 32; info: 06 80687231 TEATRO VITTORIA In scena la vita di Falcone Continuano fino al 23 novembre, al Teatro Vittoria, le repliche di “Per questo mi chiamo Giovanni”, liberamente ispirato al romanzo di Luigi Garlando dedicato al magistrato ucciso dalla mafia. Autore del testo teatrale è Gianni Clementi; gli interpreti sono Stefano e Pietro Messina. Piazza Santa Maria Liberatrice 10;

SESSANTAQUATTRESIMA STAGIONE, 21 APPUNTAMENTI

Torna a vibrar di note l’Oratorio del Gonfalone

T contata attraverso i ricordi legati alla galleria d’arte Nuova Pesa, fondata dal padre nel 1959 e da lei trasformata, a fine anni Ottanta, in un centro culturale d’arte contemporanea che ha ospitato artisti come Carla Accardi, Fabio Mauri, Jannis Kounellis, Alighiero Boetti. Tutti scolpiti nella memoria di Simona Marchini, insieme agli altri grandi artisti che conobbe, fin da ragazzina, grazie all’attività della Nuova Pesa. I monologhi della Marchini sul palcoscenico sono intervallati da immagini di quadri e dagli immancabili momenti musicali con canzoni eseguite dal vivo

al pianoforte da Andrea Bianchi. Il risultato è uno show leggero e divertente, che fa sorridere, ma anche riflettere. Il palcoscenico diventa galleria d’arte, in una contaminazione di generi e stili pittorici (molti quadri sono esposti al Sistina in occasione dello spettacolo) che bene si sposta, sotto la regia attenta eppure non invasiva di Gigi Proietti, con la vulcanica comicità della Marchini, abilissima nel passare da un personaggio all’altro, da un registro all’altro. M.P.M. La Mostra Dal 19 al 30 novembre 2014 Teatro Sistina

orna a vibrare di note l’Oratorio del Gonfalone, gioiello dell’architettura del secondo Cinquecento che da decenni ospita un bel programma di musica da camera. Per questa sessantaquattresima stagione sono 21 gli appuntamenti in programma, dopo il concerto inaugurale del 14 novembre scorso, affidato all’ensemble Concerto Romano diretto da Alessandro Quarta. Tra i nomi di spicco di questa stagione sono da ricordare senz’altro quelli di Paolo Pandolfo (27 novembre), virtuoso della viola da gamba di fama internazionale alle prese con De Machy e Bach; o del tenore Luciano Ganci che, per il centenario della dichiarazione di guerra italiana all’Austria e all’Ungheria, il 22 gennaio 1915 si esibirà in recital di canzoni d’amore scritte tra il 1915 e il 1918. Appuntamento d’eccezione sarà quello del 19 marzo, con il recital di Bob van Asperen, uno dei più grandi clavicembalisti viventi. Il 26 marzo poi Stefano Bagliano, virtuoso di flauto diritto, eseguirà con il Gonfalone Ensemble i più noti Concerti di Vivaldi. Largo spazio alla musica da camera del Novecento, in questa stagione del Gonfalone: sono da segnalare il concerto dell’11 dicembre con il duo Luca Sanzò (viola e viola d’amore) e Maurizio Paciariello (pianoforte), e quello di Natale tenuto il 18 dicembre dall’ensemble di fiati I Cameristi di Roma. Mentre il 14 maggio la voce di Laura Polimeno e la chitarra di Stefano Cardi interpreteranno musiche di Britten, Satie, Weill, Gershwin, Lennon/McCartney, Modugno, Nardella e Balisteri. Il Seicento barocco, colto e popolare, è protagonista di molti appuntamenti, come quello del 29 gennaio con l’ensemble I Bassifondi, o quello del 5 febbraio con il Romabarocca Ensemble, diretto da Lorenzo Tozzi. Il 26 febbraio sarà di scena invece il settecentesco organo Tronci dell’Oratorio, in un concerto interamente dedicato a Bach: protagonisti di un insolito duetto l’organista Concezio Panone e il contrabbassista Luca Cola. Il programma dettagliato è sul ww.oratoriogonfalone.com. M.P.M. I concerti del Gonfalone Dal 27 novembre 2014 al 21 maggio 2015, h 21 Oratorio del Gonfalone, Via del Gonfalone 32/A, Roma Biglietti dei singoli concerti da € 15 a € 20 - Info: 06.6875952/06.68805637 (lun-ven h 9,30-17)



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